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INVITO A PRESENTARE CONTRIBUTI PER UN'INIZIATIVA (senza valutazione d'impatto) |
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Con questo documento la Commissione intende informare il pubblico e i portatori di interessi dei suoi lavori, in modo che possano esprimersi e partecipare efficacemente alle attività di consultazione. I destinatari sono pertanto invitati a dire la loro sul modo in cui la Commissione interpreta il problema, a proporre possibili soluzioni e a trasmettere tutte le informazioni di cui dispongono al riguardo. |
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Titolo dell'iniziativa |
Strategia portuale dell'UE |
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DG capofila – Unità responsabile |
DG MOVE - Unità D3 - Porti e navigazione interna |
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Probabile tipo di iniziativa |
Comunicazione della Commissione |
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Tempistica indicativa |
Quarto trimestre 2025 |
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Informazioni aggiuntive |
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Questo documento ha scopo puramente informativo. Non pregiudica in nulla la decisione finale della Commissione di proseguire o meno l'iniziativa, né il contenuto finale della stessa. Tutti gli elementi dell'iniziativa qui descritti, compresa la sua tempistica, possono cambiare. |
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A. Contesto politico, definizione del problema e analisi della sussidiarietà |
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Contesto politico |
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Il settore portuale è fondamentale per l'economia europea. I porti dell'UE gestiscono oltre 2 milioni di scali all'anno, pari a circa il 75 % dei volumi del commercio estero dell'UE. L'ultimo quadro politico in materia di porti dell'UE "Porti:Un motore per la crescita ", risalente al 2013, era focalizzato sulle azioni volte a fruttare appieno il potenziale dei porti dell'UE. Tale quadro mirava a contrastare una serie di lacune strutturali in termini di prestazioni, prendeva atto della necessità di modernizzare i porti nel rispetto dell'ambiente, puntava a una maggiore trasparenza nell'uso dei finanziamenti pubblici e affrontava una serie di questioni relative all'accesso al mercato e al lavoro. Lastrategia per una mobilità sostenibile e intelligente (SSMS) del 2020 e ilnuovo approccio per un'economia blu sostenibile nell'UE; del 2021 confermavano il ruolo strategico dei porti, mettendo al contempo un maggiore accento sulla sostenibilità e sulla digitalizzazione. Il regolamento sulla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) del 2024 riconosce il ruolo dei porti quali nodi multimodali transfrontalieri e nodi di trasporto, che fungono da punti di accesso per il commercio, per i cluster industriali, per la mobilità militare nonché per le energie e i combustibili puliti. Poiché nel frattempo il contesto operativo, economico, giuridico e internazionale per i porti dell'UE è cambiato, è necessario aggiornare e modernizzare il relativo quadro politico dell'UE. La relazione Draghi ha rilevato il ruolo cruciale dei porti come poli di trasporto, la loro vulnerabilità ai rischi e la loro interdipendenza con altri settori economici (ad esempio l'elettrificazione, le infrastrutture digitali, ecc.). Come si legge nel Libro bianco sulla difesa, la mobilità militare è un fattore essenziale per la sicurezza e la difesa europee e i porti svolgono un ruolo cruciale nella catena logistica militare in quanto principali punti di ingresso, fornendo le infrastrutture critiche di trasporto adatte a un duplice uso. Negli orientamenti politici per il periodo 2024-2029, la presidente von der Leyen ha annunciato una strategia portuale dell'UE incentrata sulla sicurezza, la competitività, l'indipendenza economica e la sicurezza (sulla base dei lavori dell' Alleanza europea dei porti), individuando le sfide evidenziate anche nella risoluzione 2023/2059 (INI) del Parlamento europeo del 17 gennaio 2024 in cui si caldeggia una strategia portuale europea globale che contempli temi quali l'influenza straniera, la sicurezza, il ruolo dei porti nella transizione energetica e la competitività dei porti e delle imprese dell'UE. Nella sua risposta (SP(2024)371), la Commissione ha sottolineato come le iniziative esistenti e future si riferiscano già ai settori cui si fa riferimento. La strategia portuale dell'UE verrà sviluppata in sinergia con diverse altre iniziative, quali la strategia industriale marittima dell'UE, il piano di investimenti per i trasporti sostenibili (STIP), il Patto europeo per gli oceani, lastrategia di sicurezza interna, ilpiano d'azione per l'energia a prezzi accessibili, ecc., e contribuirà a diversi obiettivi politici: "Un'Europa più sicura", "La prosperità sostenibile e la competitività dell'Europa" e "Un'Europa globale: far leva sul nostro potere e sui nostri partenariati." |
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Problema che si intende affrontare con l'iniziativa |
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Dato il loro ruolo di poli multimodali per le catene di approvvigionamento e di esportazione nazionali, regionali e globali, i porti sono fondamentali per l'economia dell'UE. Inoltre stanno diventando poli per le energie sostenibili - giacché sono veri e propri cluster industriali per i settori ad alta intensità energetica e dell'economia circolare - nonché pilastri della resilienza geopolitica e geoeconomica e della mobilità militare. Tutte queste funzioni rendono essenziali finanziamenti adeguati per la modernizzazione e per l'adeguamento dei porti. Ciò è fondamentale anche in funzione del ruolo di contrasto che i porti rivestono per le crescenti minacce derivanti da incidenti naturali e provocati dall'uomo nonché dalle vulnerabilità fisiche e digitali. Di recente il Parlamento europeo, alcuni Stati membri e i principali portatori di interessi del settore hanno espresso preoccupazioni in merito all'influenza straniera e ai controlli finanziari e operativi esercitati da paesi terzi sui porti dell'UE, sulle loro operazioni con l'entroterra e sulle catene logistiche. Esistono diversi strumenti che riguardano gli investimenti e i finanziamenti esteri (ad esempio il regolamento sugli investimenti esteri diretti e il regolamento sulle sovvenzioni estere). È necessario un approccio adeguato per fare sì che i porti dell'UE attraggano i necessari investimenti dell'UE e globali per finanziare le trasformazioni e gli adeguamenti futuri, salvaguardando nel contempo i controlli essenziali sui singoli porti. L'importanza dei porti dell'UE è sottolineata nella bussola per la competitività, che propugna una strategia per salvaguardare il ruolo vitale dei porti per il futuro dell'economia dell'UE. Condizioni di parità e un mercato interno ben funzionante possono rafforzare la posizione economica dei porti dell'UE, migliorarne la competitività globale, sostenere l'autonomia strategica dell'Europa e salvaguardare l'occupazione nel settore portuale e nelle industrie attinenti. Il crescente numero di sequestri di droghe illegali nei porti di tutta l'UE evidenzia come le reti della criminalità organizzata utilizzino le catene logistiche marittime per il traffico illecito e infiltrino i porti europei, con ripercussioni significative sulla sicurezza interna. È necessario proteggere i lavoratori portuali dalle minacce derivanti dalla criminalità organizzata. L'Alleanza europea dei porti, lanciata nel gennaio 2024, ha consentito lo scambio di migliori pratiche tra i portatori di interessi pubblici e privati ed è diventata il nucleo ideale per rendere tutti i porti europei più resilienti alle minacce alla sicurezza criminale. Negli ultimi anni si è registrato anche l'incremento di altre minacce alla sicurezza per le attività portuali, come i rischi connessi all'acquisizione di informazioni sensibili o all'interruzione delle operazioni portuali da parte di soggetti malintenzionati, ad esempio attraverso l'uso di attrezzature portuali. Secondo la relazione dell'ENISA del 2023, gli attacchi informatici nei porti si sono moltiplicati, e possono essere di matrice politica e perpetrati da aggressori sponsorizzati dallo Stato. Tutto questo sta modificando il profilo di rischio informatico del settore. Dato l'aumento delle applicazioni digitali e degli scambi di dati con un numero crescente di portatori di interessi e applicazioni, un ambiente digitale più sicuro è essenziale per uno svolgimento efficiente e ininterrotto delle operazioni portuali. I porti forniscono infrastrutture essenziali per la preparazione e la mobilità militare e per le autorità di protezione civile, che necessitano di immagazzinare e trasportare rapidamente grandi volumi di mezzi e capacità in risposta alle catastrofi e a eventuali crisi militari. I porti sono altrettanto importanti per il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze della Commissione, dato il mandato di quest'ultimo di sostenere le operazioni di protezione civile nell'ambito del meccanismo unionale di protezione civile. Tuttavia, molti porti non sono in grado di gestire i tipi più grandi e più pesanti di equipaggiamenti e attrezzature e sono vulnerabili alle minacce naturali e provocate dall'uomo. Dal punto di vista della preparazione militare e della protezione civile, è pertanto fondamentale rafforzarne la resilienza complessiva. I cambiamenti climatici e i loro effetti sull'ambiente stanno mettendo a dura prova la resilienza delle infrastrutture e delle operazioni portuali. Tra gli effetti in questione, vanno ricordati l'innalzamento del livello del mare e il suo impatto sulle inondazioni; la carenza idrica e il suo impatto sulla navigabilità; nonché l'intrusione salina e l'inquinamento a monte, che incidono sul funzionamento dei bacini. I porti hanno anche un ruolo importante da svolgere nella transizione energetica, in particolare come poli per l'energia pulita. Poiché i prodotti energetici rappresentano una quota sostanziale del tonnellaggio in entrata, è molto importante che i porti sviluppino anche la loro capacità di importare nuove fonti energetiche alternative. I porti sono inoltre essenziali per la raccolta delle energie rinnovabili offshore. In particolare per quanto riguarda l'energia eolica offshore, i porti devono prevedere adeguamenti per tenere conto della movimentazione e dello stoccaggio delle apparecchiature offshore. Inoltre possono ricevere e stoccare temporaneamente la CO2 catturata. I porti hanno dunque un'opportunità unica per diventare i primi operatori a livello mondiale nella fornitura di combustibili sostenibili al trasporto marittimo, in particolare di combustibili a base di idrogeno. Molti porti dispongono di una base industriale più ampia all'interno dell'area portuale o nelle immediate vicinanze, che necessita di energia pulita e a prezzi accessibili. Il Fondo per l'innovazione (FI) ha sostenuto, nell'ambito delle sue capacità limitate, progetti iniziali sui combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio e sull'uso di energie rinnovabili nei porti. La necessità di decarbonizzare il trasporto marittimo e la legislazione dell'UE in materia (direttiva ETS eregolamento FuelEU Maritime) obbligano le imprese a cercare combustibili più puliti su scala più ampia. Occorre affrontare la questione dello stoccaggio e del rifornimento sicuri di tali combustibili nei porti, molti dei quali sono vicini a zone densamente popolate. Per consentire ai porti di fornire energia elettrica da terra alle navi e decarbonizzare le proprie operazioni, sono necessari investimenti nelle infrastrutture energetiche, comprese le reti e i sistemi energetici intelligenti. Ciò accentua la necessità di modelli imprenditoriali sostenibili e di livelli di competenza adeguati. A causa di queste esigenze emergenti, molti porti devono sottostare a limitazioni spaziali che ne limitano la portata operativa o la capacità di espandersi moltiplicando i propri ruoli. Inoltre, molti porti si trovano in prossimità o all'interno di zone densamente popolate, caratteristica che impone uno sviluppo armonioso e una collaborazione con le comunità limitrofe. Una forza lavoro qualificata è fondamentale per garantire che i porti possano assumere i loro nuovi ruoli. L'adozione e l'uso di tecnologie sostenibili e di tecnologie digitali richiederanno inoltre nuove competenze, istruzione e formazione operativa, anche per i lavoratori portuali. Vi è inoltre la crescente necessità di incoraggiare la partecipazione di un maggior numero di donne, non solo per promuovere una forza lavoro più diversificata e inclusiva, ma anche per attingere a una gamma più ampia di talenti e contribuire in tal modo ad affrontare la carenza di competenze. È importante garantire un dialogo sociale continuo e una maggiore attenzione alla salvaguardia di condizioni di lavoro eque e sicure, nonché fornire le competenze e le conoscenze necessarie per operare in questo contesto in evoluzione. Diversi progetti finanziati dall'UE hanno sostenuto l'innovazione, tra cui il meccanismo per collegare l'Europa (MCE) per i trasporti, il programmaprogramma Orizzonte Europanonché i fondiregionali e di coesione Permangono tuttavia potenziali ostacoli nell'affrontare tutti gli aspetti e le esigenze dei diversi porti e far sì che le nuove soluzioni adottate siano pronte per una più ampia diffusione sul mercato. I porti stanno lottando per garantire gli investimenti necessari e il settore ha sollevato preoccupazioni circa la propria capacità di soddisfare le esigenze attuali e future. Questo rimarca l'importanza di un quadro favorevole agli investimenti privati nei porti e la necessità imperativa di individuare adeguati strumenti di finanziamento in linea con le esigenze e con il modello commerciale dei singoli porti. |
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Base per l'azione dell'UE (base giuridica e analisi della sussidiarietà) |
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Base giuridica |
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Articolo 90 del TFUE che definisce il quadro della politica comune dei trasporti |
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Necessità pratica di un'azione dell'UE |
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La strategia riguarderà una serie di settori che rientrano nelle competenze condivise con gli Stati membri dell'UE (come i trasporti, la sicurezza, il mercato interno, l'ambiente, l'energia) e pertanto deve essere rispettato il principio di sussidiarietà. È necessario un approccio a livello dell'UE per migliorare la chiarezza sulle interconnessioni tra le diverse normative e politiche relative ai porti, focalizzare le priorità della Commissione e promuovere un approccio coordinato volto a fronteggiare le sfide del settore portuale. Un vuoto d'azione da parte dell'UE nello sviluppo di una strategia dell'UE chiara e globale potrebbe portare alla mancanza di un'azione coordinata per il conseguimento delle politiche e degli obiettivi dell'UE. |
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B. Obiettivi dell'iniziativa e modalità di conseguimento |
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Una strategia globale dell'UE per i porti mirerebbe a sostenere la competitività a lungo termine dei porti. Tale strategia si articolerebbe sulle sfide attuali e future che i porti europei si trovano ad affrontare in termini di sicurezza (fisica e digitale), sull'importanza dei porti per la sicurezza energetica, sulla concorrenza, l'approvvigionamento di nuovi combustibili sostenibili per le navi e l'industria, sul sostegno alla transizione energetica, ad esempio i parchi eolici offshore, sull'adattamento ai nuovi tipi e modi di propulsione e sul loro duplice uso per la mobilità militare. La strategia contemplerà questioni quali la digitalizzazione/automazione, la ricerca e l'innovazione, l'ambiente, le competenze, la sicurezza, il fabbisogno di investimenti e il sostegno finanziario. Inoltre fornirà una panoramica delle azioni e delle iniziative esistenti che rivestono importanza per il settore e valuterà collegamenti, sinergie e possibilità di semplificazione. Particolare attenzione sarà rivolta alle varie politiche e normative orizzontali applicabili ai porti al fine di chiarire le interconnessioni esistenti. La strategia terrà conto della revisione del regolamento sul controllo degli investimenti esteri diretti e delle azioni realizzate per contrastare il traffico di droga e la criminalità organizzata nell'ambito dell'Alleanza portuale europea, nonché dell'annunciata strategia industriale marittima europea e del patto europeo per gli oceani. Tra gli altri atti legislativi pertinenti, la direttiva sulla resilienza dei soggetti critici e la direttiva relativa a misure per un livello comune elevato di cibersicurezza, in quanto riguardano gli enti di gestione dei porti, compresi gli impianti portuali e i soggetti che gestiscono opere e attrezzature all'interno dei porti. Su tale base, la strategia definirà gli obiettivi e le priorità politiche e proporrà azioni per affrontare le sfide individuate al fine di sostenere la competitività a lungo termine dei porti. Tali azioni potrebbero, ad esempio, assumere la forma di raccomandazioni o orientamenti rivolti agli Stati membri, alle autorità portuali e ai portatori di interessi del settore portuale in generale. |
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Probabile impatto |
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Migliorando la chiarezza e il coordinamento delle politiche dell'UE, l'iniziativa mira a istituire un quadro per il processo decisionale a livello dell'UE, nazionale e operativo. Inoltre rimarcherà l'importanza di affrontare le nuove sfide del settore per quanto riguarda la competitività, l'influenza straniera, la sicurezza, la resilienza e la transizione pulita ed energetica delle navi e dei porti. |
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Monitoraggio futuro |
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Il monitoraggio generale della strategia portuale dell'UE sarà garantito principalmente attraverso i meccanismi esistenti, senza ulteriori oneri di comunicazione per gli Stati membri o le imprese. Sono previsti anche scambi in seno al gruppo "Trasporti marittimi" del Consiglio e al gruppo di esperti del Forum europeo dei porti. In questo processo confluiranno specifiche modalità di monitoraggio delle singole iniziative che potrebbero dare seguito alla strategia. |
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C. Legiferare meglio |
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Valutazione d'impatto |
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Si tratta di un'iniziativa non legislativa che chiarirà e fornirà una panoramica delle azioni esistenti relative al settore portuale e definirà eventuali nuove azioni e priorità dell'UE nel settore. La strategia stabilirà gli obiettivi e le priorità politiche e proporrà azioni per affrontare le sfide individuate, anche fornendo raccomandazioni e indicando le buone pratiche agli Stati membri e alle parti interessate. In questo senso, non è necessaria una valutazione d'impatto. Per iniziative specifiche che possono essere annunciate nella strategia, e qualora siano giustificate in termini di scelte politiche o impatti, verranno effettuate valutazioni d'impatto individuali. |
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Strategia di consultazione |
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La Commissione effettuerà le più ampie consultazioni possibili per raccogliere informazioni fondamentali e garantire che l'interesse pubblico generale dell'UE trovi riscontro nella progettazione dell'iniziativa. L'attuale invito a presentare contributi, che resterà aperto per 4 settimane, offre al pubblico in generale e ai portatori di interessi coinvolti l'opportunità di esprimere pareri e fornire dati ed elementi di prova. La Commissione terrà inoltre consultazioni mirate con gli Stati membri e altri portatori di interessi pertinenti. Tra i principali portatori di interessi individuati come potenzialmente interessati all'argomento vi sono gli Stati membri (comprese le autorità dei trasporti, dell'energia, dell'ambiente, delle autorità di contrasto e doganali), gli enti di gestione dei porti ed i prestatori di servizi portuali, le società di navigazione e logistica, le società che forniscono attrezzature portuali, i fornitori di energia e altre società che operano all'interno e nelle vicinanze di un'area portuale, le autorità locali (in particolare le città portuali), le parti sociali (comitati settoriali di dialogo sociale pertinenti), i membri dell'Alleanza europea dei porti, gli esperti, i gruppi di riflessione e le ONG, il mondo accademico, le comunità costiere e i cittadini. |