ISSN 1725-258X |
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Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
L 412 |
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Edizione in lingua italiana |
Legislazione |
49o anno |
Sommario |
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I Atti per i quali la pubblicazione è una condizione di applicabilità |
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Gli atti i cui titoli sono stampati in caratteri chiari appartengono alla gestione corrente. Essi sono adottati nel quadro della politica agricola ed hanno generalmente una durata di validità limitata. I titoli degli altri atti sono stampati in grassetto e preceduti da un asterisco. |
I Atti per i quali la pubblicazione è una condizione di applicabilità
30.12.2006 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
L 412/1 |
DECISIONE N. 1982/2006/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 18 dicembre 2006
concernente il settimo programma quadro della Comunità europea per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2007-2013)
IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l'articolo 166, paragrafo 1,
vista la proposta della Commissione,
visto il parere del Comitato economico e sociale europeo (1),
visto il parere del Comitato delle regioni (2),
deliberando secondo la procedura di cui all'articolo 251 del trattato (3),
considerando quanto segue:
(1) |
La Comunità si è posta l'obiettivo, sancito dal trattato, di rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell'industria comunitaria, garantendo in tal modo un elevato livello di competitività a livello internazionale. A tal fine la Comunità ha il compito di promuovere tutte le attività di ricerca ritenute necessarie, in particolare incoraggiando le imprese, ivi comprese le piccole e medie imprese («PMI»), i centri di ricerca e le università nelle loro attività di ricerca e sviluppo tecnologico. In questo contesto è opportuno dare priorità a settori e progetti per i quali il finanziamento e la cooperazione europei sono di particolare importanza e si traducono in valore aggiunto. Tramite il suo sostegno alla ricerca alle frontiere della conoscenza, alla ricerca applicata e all'innovazione, la Comunità intende favorire le sinergie nella ricerca europea e consolidare quindi le basi dello Spazio europeo della ricerca. Ciò fornirà un utile contributo al progresso economico, sociale e culturale di tutti gli Stati membri. |
(2) |
Il ruolo centrale della ricerca è stato riconosciuto dal Consiglio europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000 che ha posto per l'Unione europea un nuovo obiettivo strategico per il prossimo decennio: diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Il triangolo della conoscenza — istruzione, ricerca e innovazione — è essenziale per conseguire tale obiettivo. A tal fine la Comunità mira a mobilitare e rafforzare le capacità di ricerca e di innovazione necessarie. In questo contesto, il settimo programma quadro è uno strumento comunitario fondamentale, a complemento degli sforzi degli Stati membri e dell'industria europea. |
(3) |
In linea con la strategia di Lisbona, il Consiglio europeo di Barcellona del 15-16 marzo 2002 ha convenuto che la spesa globale dell'Unione europea nel settore della ricerca e dello sviluppo («R&ST») e dell'innovazione avrebbe dovuto essere aumentata per giungere al 3 % del PIL entro il 2010, due terzi del quale dovrebbe provenire da investimenti privati. |
(4) |
L'obiettivo prioritario del settimo programma quadro è contribuire a far sì che l'Unione diventi il principale spazio di ricerca a livello mondiale. Ciò richiede che il programma quadro sia fortemente incentrato sulla promozione della ricerca d'avanguardia e di alto livello e sugli investimenti nella stessa, basandosi principalmente sul principio dell'eccellenza scientifica. |
(5) |
Il Parlamento europeo ha sottolineato ripetutamente l'importanza della ricerca, dello sviluppo tecnologico e il ruolo crescente della conoscenza per la crescita economica e il benessere sociale ed ambientale, in particolare nella sua risoluzione del 10 marzo 2005 su scienza e tecnologia — Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione (4). |
(6) |
Tenendo conto delle esigenze di ricerca di tutte le politiche comunitarie e sulla base dell'ampio sostegno dell'industria europea, della comunità scientifica, delle università e di altri ambienti interessati, la Comunità dovrebbe stabilire gli obiettivi scientifici e tecnologici da conseguire nell'ambito del settimo programma quadro nel periodo 2007-2013. |
(7) |
Le piattaforme tecnologiche europee (ETP) e le previste iniziative tecnologiche congiunte rivestono un'importanza particolare per la ricerca industriale. In questo contesto, le PMI dovrebbero essere coinvolte attivamente nel loro funzionamento. Le ETP aiutano gli operatori del settore a stabilire programmi strategici di ricerca a lungo termine e possono evolvere ulteriormente fino a diventare un importante meccanismo per rafforzare la competitività europea. |
(8) |
Gli obiettivi del settimo programma quadro dovrebbero essere scelti con l'intento di basarsi sulle realizzazioni del sesto programma quadro ai fini della creazione dello Spazio europeo della ricerca, approfondendole in vista dello sviluppo di un'economia e una società della conoscenza in Europa in grado di conseguire gli obiettivi della strategia di Lisbona nelle politiche comunitarie. Tra gli obiettivi del settimo programma quadro, quelli menzionati qui di seguito sono particolarmente importanti:
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(9) |
Il dialogo fra scienza e società in Europa dovrebbe essere approfondito al fine di elaborare un'apposita agenda della scienza e della ricerca che venga incontro alle preoccupazioni dei cittadini, fra l'altro promuovendo la riflessione critica, e mira a ripristinare la fiducia dell'opinione pubblica nella scienza. |
(10) |
Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta ad agevolare la carriera scientifica dei ricercatori nel periodo più produttivo della loro vita. I ricercatori nella fase iniziale di carriera possono essere una forza trainante della scienza in Europa. |
(11) |
È necessario rafforzare quantitativamente e qualitativamente le capacità di ricerca e innovazione nell'intero territorio europeo. |
(12) |
Occorre sostenere un'ampia diffusione e utilizzazione della conoscenza generata dalla ricerca finanziata con fondi pubblici. |
(13) |
Per conseguire questi obiettivi, è necessario promuovere quattro tipi di attività: la cooperazione transnazionale su temi definiti a livello politico (il programma «Cooperazione»), la ricerca realizzata su iniziativa della comunità dei ricercatori (il programma «Idee»), il sostegno ai singoli ricercatori (il programma «Persone») e il sostegno alle capacità di ricerca (il programma «Capacità»). |
(14) |
Nell'ambito del programma «Cooperazione», si dovrebbe apportare un sostegno alla cooperazione transnazionale agli idonei livelli nell'Unione ed altrove, in una serie di aree tematiche che corrispondono ai principali settori del progresso delle conoscenze e delle tecnologie, in cui la ricerca dovrebbe essere sostenuta e potenziata per affrontare le sfide che si pongono in Europa sul piano sociale, economico, ambientale, di salute pubblica ed industriale, per servire il bene pubblico e aiutare i paesi in via di sviluppo. Ove possibile, tale programma assicurerà flessibilità per progetti mirati, trasversali rispetto alle priorità tematiche. |
(15) |
Nell'ambito del programma «Idee», le attività dovrebbero essere attuate da un Consiglio europeo della ricerca (CER) che dovrebbe godere di un'ampia autonomia per sviluppare una ricerca alle frontiere della conoscenza di altissimo livello su scala europea, che valorizzi e evidenzi l'eccellenza in Europa a livello internazionale. Il CER dovrebbe avere contatti regolari con la comunità scientifica e con le istituzioni europee. Per quanto riguarda le strutture del CER, l'esame intermedio del settimo programma quadro può evidenziare la necessità di ulteriori miglioramenti che richiederanno appropriate modifiche. |
(16) |
Nel programma «Persone», si dovrebbero incoraggiare gli individui ad intraprendere la carriera di ricercatori convincere i ricercatori europei a rimanere in Europa, attirare ricercatori del mondo intero in Europa e si dovrebbe far sì che l'Europa sia in grado di attirare i migliori ricercatori. Sulla base dell'esperienza positiva acquisita con le azioni «Marie Curie» nell'ambito dei precedenti programmi quadro, il programma «Persone» dovrebbe incoraggiare le persone ad abbracciare la carriera di ricercatori, strutturare l'offerta e le opzioni di formazione alla ricerca, incoraggiare i ricercatori europei a rimanere o a rientrare in Europa; promuovere la mobilità intersettoriale e attirare in Europa ricercatori provenienti dal mondo intero. La mobilità dei ricercatori è fondamentale non solo per lo sviluppo della loro carriera, ma anche per la condivisione e il trasferimento delle conoscenze tra paesi e settori, nonché per assicurare che la ricerca innovativa di frontiera in diverse discipline possa beneficiare di ricercatori impegnati e competenti e di maggiori risorse finanziarie. |
(17) |
Nel programma «Capacità», si dovrebbe ottimizzare l'uso e lo sviluppo di infrastrutture di ricerca, potenziare la capacità di innovazione delle PMI e la loro capacità di trarre benefici dalle attività di ricerca, sostenere lo sviluppo di raggruppamenti regionali orientati alla ricerca, esprimere il potenziale di ricerca esistente nelle regioni di convergenza e nelle regioni ultraperiferiche dell'Unione europea, avvicinare la scienza alla società nell'ambito della società europea, sostenere lo sviluppo coerente delle politiche di ricerca a livello nazionale e comunitario e attuare misure e azioni orizzontali a sostegno della cooperazione internazionale. |
(18) |
Il Centro comune di ricerca (CCR)dovrebbe contribuire a fornire un sostegno scientifico e tecnologico orientato alla clientela per l'elaborazione, lo sviluppo, l'attuazione e il controllo delle politiche comunitarie. A questo proposito è utile che il CCR continui a operare come centro di riferimento indipendente per la scienza e la tecnologia nell'Unione europea, nei settori di sua specifica competenza. |
(19) |
Le regioni hanno un ruolo importante nell'attuazione dello Spazio europeo della ricerca. Esprimere il potenziale di sviluppo delle regioni e dare ampia diffusione ai risultati della ricerca e dello sviluppo tecnologico aiuta a colmare il divario tecnologico e contribuisce alla competitività europea. |
(20) |
Il settimo programma quadro integra le attività svolte negli Stati membri ed altre azioni comunitarie necessarie per l'impegno strategico complessivo ai fini del conseguimento degli obiettivi di Lisbona, parallelamente, in particolare, a quelli concernenti i fondi strutturali, l'agricoltura, la pesca, l'istruzione, la formazione, la competitività e l'innovazione, l'industria, l'occupazione e l'ambiente. |
(21) |
Andrebbero assicurate complementarità e sinergie reciproche con le politiche e i programmi comunitari, rispondendo così anche all'esigenza di un approccio rafforzato e semplificato al finanziamento della ricerca, che riveste particolare importanza per le PMI. |
(22) |
Il settimo programma quadro dovrebbe mirare, in particolare, ad assicurare un adeguato coinvolgimento delle PMI mediante misure concrete e azioni specifiche a loro vantaggio. Le attività di innovazione e quelle connesse alle PMI sostenute nell'ambito del presente programma quadro dovrebbero essere complementari rispetto a quelle svolte nell'ambito del programma quadro «Competitività e innovazione». |
(23) |
La partecipazione alle attività del settimo programma quadro dovrebbe essere agevolata dalla pubblicazione di tutte le informazioni pertinenti, che devono essere messe rapidamente e in maniera semplice a disposizione di tutti i potenziali partecipanti, e dall'uso adeguato di procedure rapide e semplici, senza condizioni finanziarie indebitamente complesse e inutili relazioni, in conformità delle regole di partecipazione applicabili al presente programma quadro, stabilite dal regolamento (CE) n. 1906/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 che stabilisce le regole per la partecipazione di imprese, centri di ricerca e università alle azioni nell'ambito del settimo programma quadro e per la diffusione dei risultati della ricerca (2007-2013) (5). |
(24) |
Alla luce dell'esame intermedio sull'uso dei nuovi strumenti effettuato nell'ambito del sesto programma quadro e della valutazione quinquennale del programma quadro, è stato definito un nuovo approccio che dovrebbe consentire di conseguire gli obiettivi strategici della politica di ricerca comunitaria in modo più agevole ed efficace, all'insegna di una maggiore flessibilità. A tal fine, per sostenere le varie tipologie di azioni si dovrebbe utilizzare un insieme ridotto di «meccanismi di finanziamento» più semplici, separatamente o in combinazione tra loro, che offrano una maggiore flessibilità e libertà, garantendo inoltre ai partecipanti una maggiore autonomia di gestione. |
(25) |
Attività di ricerca comunitarie sono necessarie considerati l'interesse generale per le azioni del programma quadro, l'effetto leva dei finanziamenti negli investimenti privati e nazionali, la necessità di consentire alla Comunità di affrontare nuove sfide scientifiche e tecnologiche e di sfruttare appieno il potenziale dei propri ricercatori senza discriminazioni, il ruolo fondamentale dell'azione della Comunità per rendere il sistema di ricerca europeo più efficiente ed efficace nonché il possibile contributo del programma quadro alla ricerca, tra l'altro, di soluzioni alle questioni del cambiamento climatico, della sostenibilità, del miglioramento della salute delle popolazioni europee e del rilancio della strategia di Lisbona. |
(26) |
L'attuazione del settimo programma quadro può dar luogo a programmi complementari che prevedono la partecipazione unicamente di determinati Stati membri, la partecipazione della Comunità a programmi avviati da più Stati membri o la creazione di imprese comuni o di altre strutture, ai sensi degli articoli 168, 169 e 171 del trattato. |
(27) |
La Comunità ha concluso una serie di accordi internazionali nel settore della ricerca ed è opportuno impegnarsi per rafforzare la cooperazione internazionale in questo ambito al fine di raccogliere pienamente i frutti dell'internazionalizzazione della R&ST, contribuire alla produzione di beni pubblici globali e integrare ulteriormente la Comunità nella comunità mondiale dei ricercatori. |
(28) |
Esiste già un corpus significativo di conoscenze scientifiche in grado di migliorare drasticamente la vita di chi vive nei paesi in via di sviluppo; ove possibile il programma quadro contribuirà — nell'ambito delle attività descritte sopra — al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2010. |
(29) |
Il settimo programma quadro dovrebbe contribuire alla promozione della crescita, dello sviluppo sostenibile e della protezione ambientale, affrontando anche il problema del cambiamento climatico. |
(30) |
Le attività di ricerca finanziate nell'ambito del settimo programma quadro dovrebbero rispettare i principi etici fondamentali, compresi quelli enunciati nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. I pareri espressi dal Gruppo europeo di etica delle scienze e delle nuove tecnologie sono stati presi in considerazione e continueranno ad esserlo in futuro. Le attività di ricerca dovrebbero inoltre tener conto del Protocollo sulla protezione e il benessere degli animali e ridurre l'impiego di animali nella ricerca e nella sperimentazione, con l'obiettivo finale di una rinuncia al loro utilizzo. |
(31) |
Nell'ambito del settimo programma quadro il ruolo svolto dalle donne nella scienza e nella ricerca sarà oggetto di promozione attiva tramite adeguate misure, nell'intento di incoraggiare una loro maggiore partecipazione in tali ambiti lavorativi e di rafforzare ulteriormente il loro ruolo attivo nelle attività di ricerca. |
(32) |
La presente decisione istituisce, per tutta la durata del settimo programma quadro, una dotazione finanziaria che costituisce per l'autorità di bilancio il riferimento privilegiato nel corso della procedura di bilancio annuale a norma del punto 37 dell'accordo interistituzionale, del 17 maggio 2006, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (6). |
(33) |
È opportuno inoltre adottare misure — proporzionate agli interessi finanziari delle Comunità europee — atte a verificare l'efficacia del sostegno finanziario concesso e l'efficacia dell'uso di detti fondi per prevenire le irregolarità e le frodi, e intraprendere i passi necessari ai fini del recupero di fondi perduti, indebitamente versati o scorrettamente utilizzati ai sensi del regolamento (CE, Euratom) n. 2988/95 del Consiglio, del 18 dicembre 1995, relativo alla tutela degli interessi finanziari delle Comunità europee (7), del regolamento (Euratom, CE) n. 2185/96 del Consiglio dell'11 novembre 1996 relativo ai controlli e alle verifiche sul posto effettuati dalla Commissione ai fini della tutela degli interessi finanziari delle Comunità europee contro le frodi e altre irregolarità (8) e del regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 maggio 1999 relativo alle indagini svolte dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) (9). |
(34) |
È importante garantire la sana gestione finanziaria del settimo programma quadro, la sua attuazione nel modo più efficace e semplice possibile, assicurando la certezza del diritto e l'accessibilità del programma a tutti i partecipanti. È necessario garantire la conformità con il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio, del 25 giugno 2002, che stabilisce il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee (10), e con i requisiti della semplificazione e di una migliore regolamentazione, |
(35) |
Dato che l'obiettivo delle azioni da intraprendere a norma dell'articolo 163 del trattato per contribuire all'istituzione di un'economia ed una società della conoscenza in Europa non può essere realizzato in misura sufficiente dagli Stati membri e può dunque essere realizzato meglio a livello comunitario, la Comunità può intervenire, in base al principio di sussidiarietà di cui all'articolo 5 del trattato. Il settimo programma quadro si limita a quanto necessario per raggiungere detto obiettivo in ottemperanza al principio di proporzionalità, enunciato nello stesso articolo, |
DECIDONO:
Articolo 1
Adozione del settimo programma quadro
Per il periodo dal 1o gennaio 2007 al 31 dicembre 2013 è adottato il programma quadro di attività comunitarie nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico («R&ST»), comprendente anche attività di dimostrazione, di seguito denominato il «settimo programma quadro».
Articolo 2
Obiettivi e attività
1. Il settimo programma quadro sostiene le attività precisate nei punti da i) a iv). Gli obiettivi e le grandi linee di queste attività sono precisati nell'allegato I.
i) |
Cooperazione: a sostegno dell'intera gamma di azioni di ricerca svolte nell'ambito della cooperazione transnazionale, nelle aree tematiche seguenti:
|
ii) |
Idee: a sostegno della ricerca avviata su iniziativa dei ricercatori svolta in tutti i settori da singole équipe nazionali o transnazionali in concorrenza a livello europeo. |
iii) |
Persone: per rafforzare, quantitativamente e qualitativamente, il potenziale umano nel campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico in Europa ed incoraggiare la mobilità. |
iv) |
Capacità: a sostegno di aspetti chiave delle capacità europee di ricerca e innovazione come le infrastrutture di ricerca; i raggruppamenti regionali orientati alla ricerca; lo sviluppo del pieno potenziale di ricerca nelle regioni di convergenza e ultraperiferiche dell'Unione europea; ricerca a beneficio delle piccole e medie imprese («PMI») (11); questioni legate alla problematica «scienza nella società»; sostegno allo sviluppo coerente delle politiche; attività orizzontali di cooperazione internazionale. |
2. Il settimo programma quadro sostiene anche le azioni dirette scientifiche e tecnologiche non nucleari svolte dal Centro comune di ricerca («CCR»), come precisato nell'allegato I.
Articolo 3
Programmi specifici
Il settimo programma quadro è attuato mediante programmi specifici. Tali programmi definiscono gli obiettivi precisi e le modalità dettagliate di esecuzione.
Articolo 4
Importo globale massimo e quote assegnate a ciascun programma
1. L'importo globale massimo della partecipazione finanziaria della Comunità al settimo programma quadro ammonta a 50 521 milioni di EUR. Tale importo sarà ripartito tra le attività e le azioni di cui all'articolo 2, paragrafi 1 e 2, come segue (in milioni di EUR):
Cooperazione |
32 413 |
Idee |
7 510 |
Persone |
4 750 |
Capacità |
4 097 |
Azioni non nucleari del Centro comune di ricerca |
1 751 |
2. La ripartizione indicativa tra le aree tematiche di ciascuna attività di cui al paragrafo 1 è precisata nell'allegato II.
3. Le modalità della partecipazione finanziaria della Comunità al presente programma quadro figurano nell'allegato III.
Articolo 5
Tutela degli interessi finanziari delle Comunità
Per le azioni comunitarie finanziate in base alla presente decisione, il regolamento (CE, Euratom) n. 2988/95 e il regolamento (Euratom, CE) n. 2185/96 si applicano a qualsiasi violazione di una delle disposizioni del diritto comunitario, compreso l'inadempimento di un'obbligazione contrattuale assunta in base al programma e risultante da un atto o da un'omissione di un operatore economico, che ha o avrebbe l'effetto di pregiudicare il bilancio generale dell'Unione europea o un bilancio da essa gestito, con una voce di spesa ingiustificata.
Articolo 6
Principi etici
1. Tutte le attività di ricerca svolte nell'ambito del settimo programma quadro sono realizzate nel rispetto dei principi etici fondamentali.
2. I seguenti settori di ricerca non sono finanziati a titolo del presente programma quadro:
— |
le attività di ricerca volte alla clonazione umana a fini riproduttivi, |
— |
le attività di ricerca volte a modificare il patrimonio genetico degli esseri umani che potrebbero rendere ereditabili tali modifiche (12), |
— |
le attività di ricerca volte a creare embrioni umani esclusivamente a fini di ricerca o per l'approvvigionamento di cellule staminali, anche mediante il trasferimento di nuclei di cellule somatiche. |
3. Qualsiasi ricerca sulle cellule staminali umane, sia allo stato adulto che embrionale, può essere finanziata, in funzione sia dei contenuti della proposta scientifica che del contesto giuridico esistente nello Stato membro o negli Stati membri interessati.
Un'eventuale richiesta di finanziamento di ricerche sulle cellule staminali embrionali umane comprende, ove appropriato, i particolari delle misure da adottare in materia di licenze e di controllo da parte delle autorità competenti degli Stati membri, nonché i particolari concernenti le autorizzazioni etiche che saranno concesse.
Per quanto concerne la derivazione di cellule staminali embrionali umane, le istituzioni, gli organismi e i ricercatori sono soggetti a un regime rigoroso in materia di licenze e di controllo, conformemente al quadro giuridico dello Stato membro o degli Stati membri interessati.
4. I settori di ricerca di cui sopra sono riesaminati per la seconda fase del presente programma (2010-2013), alla luce del progresso scientifico.
Articolo 7
Monitoraggio, valutazione e revisione
1. La Commissione controlla costantemente e sistematicamente l'attuazione del settimo programma quadro e dei suoi programmi specifici e riferisce e divulga periodicamente i risultati di tale controllo.
2. Entro il 2010 la Commissione, assistita da esperti esterni, procede ad una valutazione intermedia fondata su prove del presente programma quadro e dei relativi programmi specifici sulla base della valutazione ex-post del sesto programma quadro. Detta valutazione verte sulla qualità delle attività di ricerca in corso, oltre che sulla qualità dell'attuazione e della gestione, e sullo stato di avanzamento rispetto al conseguimento degli obiettivi stabiliti.
La Commissione comunica le conclusioni della valutazione, corredate delle proprie osservazioni e, se del caso, di proposte di adeguamento del presente programma quadro, al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni.
La valutazione intermedia è preceduta, non appena saranno disponibili dati sufficienti, da una relazione sullo stato di avanzamento che esponga le prime conclusioni sull'efficacia delle nuove azioni avviate nell'ambito del settimo programma quadro e degli sforzi compiuti in materia di semplificazione.
3. Due anni dopo il completamento del presente programma quadro, la Commissione affida a esperti indipendenti una valutazione esterna delle motivazioni, dell'attuazione e dei risultati del programma quadro.
La Commissione comunica le conclusioni della valutazione, corredate delle proprie osservazioni, al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni.
Articolo 8
Entrata in vigore
La presente decisione entra in vigore il terzo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.
Fatto a Bruxelles, addì 18 dicembre 2006
Per il Parlamento europeo
Il presidente
J. BORRELL FONTELLES
Per il Consiglio
Il presidente
M. VANHANEN
(1) GU C 65 del 17.3.2006, pag. 9.
(2) GU C 115 del 16.5.2006, pag. 20.
(3) Parere del Parlamento europeo del 15 giugno 2006 (non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale), posizione comune del Consiglio del 25 settembre 2006 (non ancora pubblicata nella Gazzetta ufficiale), posizione del Parlamento europeo del 30 novembre 2006 (non ancora pubblicata nella Gazzetta ufficiale) e decisione del Consiglio del 18 dicembre 2006.
(4) GU C 320 E del 15.12.2005, pag. 259.
(5) Vedi pagina 1 della presente GU.
(6) GU C 139 del 14.6.2006, pag. 1.
(7) GU L 312 del 23.12.1995, pag. 1.
(8) GU L 292 del 15.11.1996, pag. 2.
(9) GU L 136 del 31.5.1999, pag. 1.
(10) GU L 248 del 16.9.2002, pag. 1.
(11) Nell'intero settimo programma quadro, il termine «PMI» comprende anche le microimprese.
(12) Le ricerche concernenti il trattamento del tumore delle gonadi possono beneficiare di finanziamenti.
ALLEGATO I
OBIETTIVI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI, RANDI LINEE DEI TEMI E DELLE ATTIVITÀ
Il settimo programma quadro sarà attuato ai fini del conseguimento degli obiettivi di carattere generale descritti all'articolo 163 del trattato in modo da rafforzare la competitività industriale e soddisfare le esigenze in materia di ricerca di altre politiche comunitarie ed in tal modo contribuire alla creazione di una società della conoscenza, sulla base dello Spazio europeo della ricerca ed integrare le attività a livello nazionale e regionale. Promuoverà l'eccellenza nella ricerca, nello sviluppo e nella dimostrazione scientifici e tecnologici mediante i quattro programmi seguenti: cooperazione, idee, persone e capacità.
I. COOPERAZIONE
In questa parte del settimo programma quadro si offrirà sostegno alla cooperazione transnazionale in varie forme nell'Unione ed altrove, in una serie di aree tematiche che corrispondono ai principali settori della conoscenza e delle tecnologie, in cui la ricerca della massima qualità deve essere sostenuta e potenziata per affrontare le sfide che si pongono in Europa sul piano sociale, economico, ambientale ed industriale. Lo sforzo maggiore sarà diretto al miglioramento della competitività industriale, con un programma di ricerca che riflette le esigenze degli utilizzatori in tutta Europa.
L'obiettivo generale è contribuire allo sviluppo sostenibile.
I dieci temi individuati per l'azione comunitaria sono elencati qui di seguito:
1) |
salute; |
2) |
prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie; |
3) |
tecnologie dell'informazione e della comunicazione; |
4) |
nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione; |
5) |
energia; |
6) |
ambiente (ivi compresi i cambiamenti climatici); |
7) |
trasporti (ivi compresa l'aeronautica); |
8) |
scienze socioeconomiche e scienze umanistiche; |
9) |
spazio; |
10) |
sicurezza. |
Questi temi sono definiti a grandi linee ad un livello relativamente generale, in modo da poter essere adattati alle esigenze mutevoli e alle opportunità che potrebbero emergere nel corso della durata del settimo programma quadro. Per ciascun tema sono state individuate una serie di attività che corrispondono alle grandi linee del sostegno comunitario. Le attività sono state individuate in base al loro contributo agli obiettivi comunitari, tenendo conto anche della transizione verso una società basata sulla conoscenza, del potenziale europeo di ricerca pertinente e del valore aggiunto dell'intervento a livello comunitario in questi ambiti.
Si presterà particolare attenzione all'obiettivo di assicurare un coordinamento efficace tra le aree tematiche, nonché alle aree scientifiche prioritarie che riguardano più temi come la ricerca forestale, il patrimonio culturale e le scienze e le tecnologie marine.
Si incentiverà la multidisciplinarità mediante strategie intersettoriali congiunte su tematiche di ricerca o tecnologiche che rientrano in più temi; gli inviti congiunti a presentare proposte costituiranno un'importante forma di cooperazione intertematica.
In caso di argomenti di particolare importanza per l'industria, i temi sono stati scelti basandosi, tra l'altro, sul lavoro svolto da varie «piattaforme tecnologiche europee» istituite in settori in cui la competitività europea, la crescita economica e il benessere dipendono dagli importanti progressi realizzati, a medio e lungo termine, nel campo della ricerca e della tecnologia. Le piattaforme tecnologiche europee consentono di associare le parti interessate, sotto la guida industriale, per definire ed attuare un'agenda strategica di ricerca. Il presente programma quadro contribuirà alla realizzazione di queste agende strategiche di ricerca laddove esse presentano un vero valore aggiunto europeo. Le piattaforme tecnologiche europee, con l'eventuale partecipazione di raggruppamenti regionali orientati alla ricerca, possono svolgere un ruolo nell'agevolare e organizzare la partecipazione dell'industria, incluse le PMI, ai progetti di ricerca attinenti ai loro specifici settori, compresi i progetti ammissibili al finanziamento a titolo del programma quadro.
I dieci temi comprendono anche la ricerca indispensabile per l'elaborazione, l'attuazione e la valutazione delle politiche comunitarie in materie quali la sanità, la sicurezza, la tutela dei consumatori, l'energia, l'ambiente, l'aiuto allo sviluppo, la pesca, gli affari marittimi, l'agricoltura, il benessere degli animali, i trasporti, l'istruzione e la formazione, l'occupazione, gli affari sociali, la coesione, la creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, parallelamente alla ricerca prenormativa e conormativa necessaria per migliorare l'interoperatività, la qualità delle norme e la loro attuazione, dando anche impulso alla competitività europea. Particolare attenzione sarà rivolta al coordinamento degli aspetti legati a un uso razionale ed efficiente dell'energia nell'ambito del programma quadro ed al coordinamento con altre politiche e altri programmi comunitari.
Nell'ambito di ogni tema, oltre a queste attività, saranno trattati due tipi di opportunità in modo aperto e flessibile:
— |
Tecnologie future ed emergenti: sostegno alla ricerca destinato ad individuare o approfondire nuove opportunità scientifiche e tecnologiche in un settore determinato e/o in combinazione con altri settori e discipline pertinenti mediante un sostegno specifico destinato a proposte di ricerca spontanee, anche con inviti congiunti a presentare proposte; sostegno a nuove idee e ad utilizzi radicalmente nuovi ed esplorazione di nuove opzioni nei programmi di ricerca, in particolare quelli con potenzialità di scoperte significative; sarà garantito un coordinamento adeguato con le attività svolte nell'ambito del programma «Idee» al fine di evitare sovrapposizioni e garantire un utilizzo ottimale dei finanziamenti. |
— |
Esigenze strategiche impreviste: si tratta di reagire in modo flessibile di fronte a nuove esigenze strategiche che emergono nel corso del programma quadro, quali sviluppi imprevisti o eventi che richiedono una reazione tempestiva, ad esempio nuove epidemie, nuove problematiche in materia di sicurezza alimentare o interventi in caso di disastri naturali. |
La divulgazione ed il trasferimento delle conoscenze hanno un valore aggiunto fondamentale nelle azioni di ricerca europee, e saranno intraprese misure per incrementare l'utilizzo dei risultati da parte dell'industria, dei responsabili delle politiche e della società. Devono inoltre essere tutelati i diritti di proprietà intellettuale, anche nel contesto del sostegno alla lotta contro la contraffazione. La divulgazione sarà considerata un compito integrante nell'ambito di tutte le aree tematiche, con restrizioni appropriate per il tema della sicurezza a causa del carattere riservato delle attività, tra l'altro mediante il finanziamento di iniziative di rete, seminari, eventi, assistenza da parte di esperti esterni e servizi informativi ed elettronici, in particolare CORDIS.
Sarà garantita la complementarità e la sinergia tra questo programma e altri programmi comunitari. Nell'ambito del programma quadro «Competitività e innovazione» saranno varate azioni a sostegno dell'innovazione.
Occorre adoperarsi in modo particolare al fine di garantire una partecipazione adeguata delle PMI (1), in particolare le PMI ad alto coefficiente di conoscenze, alla cooperazione transnazionale. All'interno della parte «Cooperazione» del programma saranno adottate misure concrete, che includano azioni di sostegno per facilitare la partecipazione delle PMI, nel quadro di una strategia che sarà elaborata nell'ambito di ciascun tema. Tali strategie saranno accompagnate da controlli quantitativi e qualitativi rispetto agli obiettivi prestabiliti. Lo scopo è fare in modo che almeno il 15 % del finanziamento disponibile nell'ambito della parte «Cooperazione» del programma vada alle PMI.
Saranno altresì sostenute iniziative destinate ad avviare un dibattito su questioni scientifiche e risultati della ricerca con il più vasto pubblico possibile al di là della comunità dei ricercatori, nonché iniziative nel campo della comunicazione e dell'istruzione scientifica, ivi compreso il coinvolgimento, ove opportuno, di organizzazioni o reti di organizzazioni della società civile. In tutti i settori della ricerca si affronterà l'integrazione della dimensione di genere e della parità di genere.
Il potenziamento della competitività della ricerca europea richiede di esprimere completamente il potenziale presente nell'intero Spazio europeo della ricerca. I progetti volti ad assicurare l'eccellenza scientifica dovrebbero essere gestiti in modo ottimale in particolare per quanto riguarda l'uso delle risorse.
In tutti questi temi, il sostegno alla cooperazione transnazionale avverrà tramite:
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ricerca in collaborazione; |
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iniziative tecnologiche congiunte; |
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coordinamento di programmi di ricerca non comunitari; |
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cooperazione internazionale. |
Ricerca in collaborazione
La maggior parte dei finanziamenti comunitari destinati alla ricerca sarà consacrata alla ricerca in collaborazione, che ne costituisce il nucleo centrale. L'obiettivo è avviare, nei principali settori di progresso delle conoscenze, progetti di ricerca e reti di elevata qualità in grado di attirare ricercatori ed investimenti dall'Europa e dal mondo intero.
A tal fine sarà sostenuta la ricerca in collaborazione mediante una serie di meccanismi di finanziamento: progetti in collaborazione, reti di eccellenza, azioni di coordinamento/sostegno (cfr. allegato III).
Iniziative tecnologiche congiunte
In un numero molto limitato di casi, la portata dell'obiettivo di RST e l'entità delle risorse necessarie potrebbero giustificare l'istituzione di partnership pubblico/privato a lungo termine che assumano la forma di iniziative tecnologiche congiunte. Queste iniziative, risultanti essenzialmente dal lavoro delle piattaforme tecnologiche europee e concernenti uno o più aspetti specifici della ricerca nel loro settore, assoceranno investimenti del settore privato e finanziamenti pubblici nazionali ed europei, ivi compresi finanziamenti provenienti dal settimo programma quadro e prestiti e garanzie concessi dalla Banca europea per gli investimenti. Ciascuna iniziativa tecnologica congiunta sarà decisa singolarmente a norma dell'articolo 171 del trattato (che prevede anche l'istituzione di imprese comuni) o sulla base delle decisioni concernenti i programmi specifici, a norma dell'articolo 166, paragrafo 3 del trattato.
Le iniziative tecnologiche congiunte potenziali sono individuate in modo aperto e trasparente sulla base di una valutazione fondata su una serie di criteri:
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incapacità degli strumenti esistenti di conseguire l'obiettivo, |
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entità dell'impatto sulla competitività e la crescita industriali, |
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valore aggiunto dell'intervento a livello europeo, |
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grado di definizione e chiarezza dell'obiettivo e dei risultati tangibili da perseguire, |
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portata dell'impegno finanziario e in termini di risorse dell'industria, |
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importanza del contributo a favore di obiettivi strategici più ampi, incluso il vantaggio per la società, |
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capacità di attirare aiuti nazionali supplementari e incentivare finanziamenti industriali, subito e in futuro. |
La natura delle iniziative tecnologiche congiunte deve essere chiaramente definita, soprattutto per quanto riguarda le questioni concernenti:
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gli impegni finanziari; |
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la durata dell'impegno dei partecipanti; |
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le norme che regolano l'accesso e lo scioglimento del contratto; |
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i diritti di proprietà intellettuale. |
Alla luce della particolare portata e complessità delle iniziative tecnologiche congiunte saranno compiuti notevoli sforzi per garantirne il funzionamento trasparente e far sì che qualsiasi stanziamento di finanziamenti comunitari da parte delle iniziative tecnologiche congiunte abbia luogo nel rispetto dei principi di eccellenza e di competitività del programma quadro.
Si presterà particolare attenzione alla coerenza e al coordinamento complessivi tra iniziative tecnologiche congiunte e programmi e progetti negli stessi settori (2), nel rispetto delle relative procedure di attuazione vigenti, nonché a garantire che la partecipazione ai loro progetti sia aperta ad un'ampia gamma di partecipanti in tutta Europa, in particolare le PMI.
Coordinamento dei programmi di ricerca non comunitari
L'azione svolta in questo ambito si avvarrà di due strumenti principali: lo schema ERA-NET e la partecipazione della Comunità a programmi nazionali di ricerca attuati congiuntamente (a norma dell'articolo 169 del trattato). L'azione può riguardare argomenti non direttamente collegati con i dieci temi menzionati, a condizione che abbiano un valore aggiunto europeo sufficiente. L'azione servirà anche a rafforzare la complementarità e le sinergie tra il settimo programma quadro e le attività svolte nell'ambito di strutture intergovernative, quali EUREKA e COST (3).
Lo schema ERA-NET svilupperà e rafforzerà il coordinamento delle attività nazionali e regionali di ricerca:
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fornendo un quadro di riferimento per i soggetti che attuano programmi di ricerca pubblici per rafforzare il coordinamento delle loro attività. Ciò comprende il sostegno di nuovi schemi ERA-NET, nonché l'ampliamento e l'approfondimento della portata degli ERA-NET esistenti, estendendo ad esempio la loro partnership e rendendo reciprocamente accessibili i loro programmi. Se opportuno gli ERA-NET potrebbero essere utilizzati per il coordinamento dei programmi tra regioni europee e Stati membri per consentire la loro cooperazione con iniziative su ampia scala; |
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in un numero limitato di casi, fornendo un sostegno finanziario comunitario supplementare a quei partecipanti che mettono in comune risorse nel quadro di inviti congiunti a presentare proposte tra i loro rispettivi programmi nazionali e regionali («ERA-NET PLUS»). |
La partecipazione della Comunità ai programmi avviati congiuntamente a norma dell'articolo 169 del trattato è particolarmente importante per la cooperazione europea su ampia scala, secondo una «geometria variabile» tra Stati membri che condividono esigenze e/o interessi. In casi ben definiti, tali iniziative basate sull'articolo 169, potrebbero essere avviate in stretta collaborazione con gli Stati membri, senza escludere una cooperazione con programmi intergovernativi sulla base di un insieme di criteri:
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pertinenza rispetto agli obiettivi comunitari; |
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definizione chiara dell'obiettivo perseguito e sua pertinenza rispetto agli obiettivi del presente programma quadro; |
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presenza di una base preesistente (programmi di ricerca esistenti o previsti); |
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valore aggiunto europeo; |
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massa critica in relazione alla dimensione e al numero di programmi interessati, similitudine delle attività previste; |
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efficacia dell'articolo 169 come mezzo più adeguato per conseguire gli obiettivi. |
Cooperazione internazionale
Le azioni di cooperazione internazionale, che presentano un valore aggiunto europeo e sono di interesse reciproco, previste da questa parte del settimo programma quadro sono:
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azioni per una partecipazione rafforzata dei ricercatori e degli istituti di ricerca dei paesi terzi nelle aree tematiche, con restrizioni appropriate, per ragioni di riservatezza, per il tema della sicurezza, con un forte incoraggiamento a cogliere tale opportunità; |
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azioni specifiche di cooperazione in ciascuna area tematica, destinate ai paesi terzi qualora sussista un interesse reciproco alla cooperazione su temi particolari da selezionare sulla base del livello e delle esigenze dei paesi interessati sotto il profilo scientifico e tecnologico. Strettamente legate agli accordi di cooperazione bilaterale o ai dialoghi multilaterali tra l'UE e questi paesi o gruppi di paesi, queste azioni fungeranno da strumenti privilegiati per l'attuazione della cooperazione tra l'UE e questi paesi. In particolare si tratta di: azioni destinate a rafforzare le capacità di ricerca dei paesi candidati nonché dei paesi confinanti; attività di cooperazione destinate ai paesi in via di sviluppo ed emergenti, incentrate sulle loro esigenze particolari in settori quali la salute, compresa la ricerca relativa a malattie trascurate, l'agricoltura, la pesca e l'ambiente e attuate in condizioni finanziarie adatte alle loro capacità. |
La presente parte del programma quadro riguarda le azioni di cooperazione internazionale in ciascuna area tematica e le azioni transettoriali. Tali azioni saranno attuate in coordinamento con le azioni previste dai programmi «Persone» e «Capacità» del programma quadro. Una strategia globale di cooperazione internazionale nell'ambito del settimo programma quadro sosterrà tali azioni.
TEMI
1. Salute
Obiettivo
Migliorare la salute dei cittadini europei e rafforzare la competitività e la capacità di innovazione delle industrie e delle aziende europee del settore della salute, affrontando nello stesso tempo questioni sanitarie di livello mondiale come le nuove epidemie. Si porrà l'accento sulla ricerca traslazionale (trasformazione di scoperte fondamentali in applicazioni cliniche compresa la validazione scientifica dei risultati sperimentali), lo sviluppo e la convalida di nuove terapie, i metodi di promozione della salute e di prevenzione compresa la promozione della salute dei bambini e di un invecchiamento sano, gli strumenti diagnostici e le tecnologie mediche, nonché sistemi sanitari sostenibili ed efficienti.
Motivazione
Il sequenziamento del genoma umano e i recenti progressi della postgenomica hanno rivoluzionato la ricerca nel campo della salute e delle patologie umane. L'integrazione delle ingenti quantità di dati, lo studio dei processi biologici sottostanti e lo sviluppo di tecnologie chiave per la bioindustria legata al settore sanitario richiedono la costituzione di masse critiche di competenze e risorse varie che non sono disponibili a livello nazionale, al fine di accrescere la conoscenza e la capacità di intervento.
Per conseguire progressi significativi nella ricerca traslazionale in campo sanitario, fondamentali per garantire che la ricerca biomedica produca benefici concreti e migliori la qualità della vita, sono anche necessarie multidisciplinarità e strategie paneuropee che coinvolgono varie parti interessate. Tali strategie consentono all'Europa di contribuire più efficacemente alle attività internazionali per lottare contro malattie diffuse in tutto il mondo.
La ricerca clinica concernente numerose malattie (ad esempio cancro, malattie cardiovascolari e infettive, malattie mentali e disturbi neurologici, in particolare quelli collegati all'invecchiamento, come la malattia di Alzheimer e il morbo di Parkinson) si basa su sperimentazioni multicentriche internazionali per conseguire il numero necessario di pazienti in un breve arco di tempo.
La ricerca epidemiologica richiede un'ampia diversità di popolazioni e di reti internazionali per giungere a conclusioni significative. Lo sviluppo di nuovi strumenti diagnostici e terapie per le malattie rare, insieme alla realizzazione di ricerche epidemiologiche su tali malattie, presuppone inoltre strategie «plurinazionali» per aumentare il numero di pazienti in ciascuno studio. Lo svolgimento di attività di ricerca al servizio delle politiche sanitarie a livello europeo consente inoltre di paragonare modelli, sistemi, dati e materiali concernenti i pazienti conservati nelle basi dati e nelle biobanche nazionali.
Una ricerca biomedica forte a livello di UE contribuirà al rafforzamento della competitività delle biotecnologie sanitarie, della tecnologia medica e delle industrie farmaceutiche europee. La collaborazione dell'UE con i paesi in via di sviluppo consentirà a tali paesi di sviluppare capacità di ricerca. L'UE deve inoltre svolgere un ruolo attivo nella creazione di un ambiente favorevole all'innovazione nei settori pubblico e farmaceutico che risponda alle esigenze in materia di sanità pubblica, al fine in particolare di ottimizzare i successi della ricerca clinica. Le PMI orientate alla ricerca sono i principali motori economici delle industrie delle biotecnologie sanitarie e delle tecnologie mediche. Sebbene l'Europa vanti attualmente un numero più elevato di imprese biotecnologiche rispetto agli Stati Uniti, la maggior parte di esse sono di dimensioni inferiori e meno mature dei loro concorrenti. Le attività di ricerca pubblico-privato a livello di UE agevoleranno il loro sviluppo. La ricerca a livello UE contribuirà inoltre all'elaborazione di nuove regole e norme per istituire un quadro legislativo adeguato per le nuove tecnologie mediche (ad esempio per la medicina rigenerativa). Il ruolo guida della ricerca e dell'innovazione europee nel settore delle strategie di sperimentazione alternative, in particolare metodi non basati sugli animali, dovrebbe essere assicurato.
Le attività che saranno prese in considerazione, che comprendono la ricerca indispensabile per le esigenze delle politiche, sono definite qui di seguito. Se del caso saranno sostenuti i programmi di ricerca a lungo termine sul modello dei programmi istituiti dalle piattaforme tecnologiche europee, come quella sui farmaci innovativi. Per soddisfare nuove esigenze politiche, possono essere finanziate altre azioni, ad esempio nei settori della politica sanitaria e della salute e della sicurezza sul posto di lavoro.
Sarà riservata un'attenzione specifica a questioni strategiche quali la salute dei bambini e le malattie pediatriche nonché la salute degli anziani, di cui si dovrà tener conto ove opportuno nell'ambito di tutte le attività attinenti al presente tema.
Nell'ambito di ciascuna delle seguenti attività si terrà conto di questioni etiche, giuridiche e socioeconomiche.
Attività
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Biotecnologie, strumenti generici e tecnologie mediche per la salute umana
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Ricerca traslazionale al servizio della salute umana
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Ottimizzare la prestazione delle cure sanitarie per i cittadini europei
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2. Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie
Obiettivo
Creazione di una bioeconomomia europea basata sulla conoscenza (4) associando scienza, industria ed altre parti interessate, per sfruttare opportunità di ricerca nuove e emergenti che riguardino problematiche sociali, ambientali ed economiche come la crescente richiesta di alimenti più sicuri, più sani e di migliore qualità e di un uso e una produzione sostenibili di risorse biologiche rinnovabili; il rischio in aumento di malattie epizootiche e zoonotiche e di disturbi legati all'alimentazione; le minacce alla sostenibilità e alla sicurezza della produzione agricola, dell'acquacoltura e della pesca; la crescente domanda di prodotti alimentari di elevata qualità, nel rispetto del benessere degli animali e dei contesti rurali e costieri nonché delle esigenze dietetiche specifiche dei consumatori.
Motivazione
Le innovazioni e il progresso delle conoscenze in materia di gestione, produzione ed uso sostenibili delle risorse biologiche (microrganismi, piante ed animali) costituiranno la base per prodotti nuovi, sostenibili, sicuri, ecoefficienti e competitivi per l'agricoltura, la pesca, i mangimi, l'alimentazione, la salute, la silvicoltura e le relative industrie. In linea con la strategia europea concernente le scienze della vita e le biotecnologie (5), ciò contribuirà a rafforzare la competitività dell'agricoltura e dell'industria biotecnologica, delle sementi e alimentare europea, in particolare le PMI ad alta tecnologia, migliorando nel contempo la protezione sociale e il benessere.
Le ricerche concernenti la sicurezza della catena alimentare umana e animale, le patologie legate all'alimentazione, le scelte alimentari e l'impatto dei prodotti alimentari e dell'alimentazione sulla salute concorreranno a combattere i disturbi legati all'alimentazione (tra cui obesità e allergie) e le malattie infettive (ad esempio le encefalopatie spongiformi trasmissibili, l'influenza aviaria), contribuendo nello stesso tempo all'attuazione delle politiche e delle regolamentazioni vigenti e all'elaborazione di quelle future nel settore della sanità pubblica, della salute degli animali, della fitosanità e della tutela dei consumatori.
La diversità delle industrie europee e le loro dimensioni prevalentemente ridotte in queste aree, pur rappresentando un punto di forza e un'opportunità dell'Unione, danno origine ad approcci diversi nei confronti di problemi analoghi che si affrontano meglio mediante una maggiore collaborazione e la condivisione di competenze, ad esempio in materia di metodologie, tecnologie, processi e norme nuovi risultanti dalle modifiche della legislazione comunitaria.
Molte piattaforme tecnologiche europee contribuiscono alla determinazione di priorità di ricerca comuni in settori quali la genomica e la biotecnologia vegetali, la silvicoltura e le relative industrie, la salute degli animali a livello mondiale, la cura degli animali da allevamento, le biotecnologie alimentari e industriali. La ricerca svolta consentirà di acquisire la base di conoscenze necessaria per sostenere la politica agricola comune e la strategia forestale europea; le problematiche in materia di agricoltura e commercio; gli aspetti di sicurezza relativi agli organismi geneticamente modificati («OGM»); la regolamentazione in materia di sicurezza dei prodotti alimentari; le norme comunitarie in materia di salute, controllo delle patologie e benessere degli animali; la riforma della politica comune della pesca ai fini dello sviluppo sostenibile della pesca e dell'acquacoltura e la sicurezza dei prodotti alimentari provenienti dal mare (6). Data la rilevanza sociale, si prevede inoltre una reazione flessibile alle nuove esigenze strategiche, in particolare in relazione ai nuovi rischi e alle nuove tendenze ed esigenze economiche e sociali.
Attività
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Produzione e gestione sostenibili delle risorse biologiche provenienti dalla terra, dalla silvicoltura e dagli ambienti acquatici: agevolare la ricerca in tecnologie quali la genomica, la proteomica, la metabolomica, la biologia dei sistemi, la bioinformatica e le tecnologie convergenti per i microrganismi, le piante e gli animali, ivi compresa la ricerca sullo sfruttamento e sull'uso sostenibile della loro biodiversità. Per le risorse biologiche del suolo la ricerca verterà sui seguenti aspetti: fertilità dei terreni, raccolti migliorati e sistemi di produzione perfezionati, in tutta la loro diversità, ivi compresa l'agricoltura biologica, i sistemi di produzione di qualità ed il controllo e la valutazione degli impatti degli OGM sull'ambiente e sugli esseri umani; la fitosanità; agricoltura e silvicoltura sostenibili, competitive e multifunzionali; sviluppo rurale; salute e benessere degli animali, allevamento e produzione animale; malattie infettive degli animali compresi studi epidemiologici, le zoonosi ed i loro meccanismi patogeni e le malattie legate ai mangimi animali; altre minacce alla sostenibilità e alla sicurezza della produzione alimentare, compresi i cambiamenti climatici; smaltimento sicuro dei rifiuti animali. Per le risorse biologiche provenienti dagli ambienti acquatici la ricerca mirerà alla sostenibilità e alla competitività della pesca, fornirà la base scientifica e tecnica di gestione della pesca e sosterrà lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura compresi l'allevamento e il benessere. Sviluppo degli strumenti (compresi gli strumenti delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione) necessari ai responsabili delle politiche e ad altri operatori in settori quali l'agricoltura, la pesca e l'acquacoltura e lo sviluppo rurale (paesaggio, pratiche di gestione del territorio ecc); contesti socioeconomici ed etici della produzione. |
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«Dalla tavola ai campi» — Prodotti alimentari (compresi i frutti di mare), salute e benessere: aspetti dei prodotti alimentari e dei mangimi legati alla sanità, all'industria, alla cultura, alla società e al consumo oltre che alle tradizioni, comprendenti anche le scienze comportamentali e cognitive; nutrizione, malattie e disturbi legati all'alimentazione, compresa l'obesità in età infantile e adulta e le allergie; nutrizione in relazione alla prevenzione delle malattie (compreso l'aumento delle conoscenze in materia di componenti e proprietà dei prodotti alimentari benefici per la salute); tecnologie innovative di trattamento dei prodotti alimentari e dei mangimi (compreso l'imballaggio e le tecnologie derivanti da settori non alimentari); perfezionamento della qualità e della sicurezza, sul piano chimico e biologico, dei prodotti alimentari, delle bevande e dei mangimi; metodologie che garantiscano il miglioramento della sicurezza alimentare; integrità (e controllo) della catena alimentare; impatti ambientali sotto il profilo fisico e biologico della catena alimentare/umana e animale e sulla stessa; impatto e resistenza della catena alimentare ai cambiamenti a livello planetario; concetto di catena alimentare intera (anche per i frutti di mare ed altre materie prime e componenti alimentari); tracciabilità e suo ulteriore sviluppo; autenticità dei prodotti alimentari; sviluppo di nuovi ingredienti e prodotti. |
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Scienze della vita, biotecnologie e biochimica, per prodotti e processi non alimentari sostenibili: Miglioramento dei raccolti e delle risorse forestali, materie prime alimentari, prodotti e biomassa marini (ivi comprese le risorse marine) per la produzione di energia, la tutela dell'ambiente e la fabbricazione di prodotti ad elevato valore aggiunto, come i materiali e le sostanze chimiche (ivi comprese le risorse biologiche utilizzabili nell'industria farmaceutica ed in medicina), tra cui i sistemi di allevamento/coltivazione, i bioprocessi e i concetti di «bioraffinamento» innovativi; biocatalisi; nuovi e migliori microrganismi e enzimi; prodotti e processi della silvicoltura; bio-risanamento ambientale e sistemi di bio-trattamento meno inquinanti, utilizzo di rifiuti e sottoprodotti agroindustriali. |
3. Tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC)
Obiettivo
Migliorare la competitività dell'industria europea e consentire all'Europa di dominare e plasmare gli sviluppi futuri delle TIC in modo da soddisfare la domanda della società e dell'economia. Le TIC costituiscono il nucleo della società basata sulla conoscenza. Le attività rafforzeranno la base scientifica e tecnologica dell'Europa e garantiranno la sua leadership globale nel settore delle TIC, contribuiranno ad orientare ed incentivare l'innovazione e la creatività nei prodotti, nei servizi e nei processi mediante l'uso di queste tecnologie e garantiranno che i progressi realizzati nelle TIC vengano rapidamente trasformati in benefici per i cittadini, le imprese, l'industria e le amministrazioni pubbliche europee. Queste attività contribuiranno inoltre a ridurre il divario digitale e l'esclusione sociale.
Motivazione
Le TIC sono fondamentali per il futuro dell'Europa e indispensabili per la realizzazione dell'agenda di Lisbona. Esse hanno un impatto catalitico in tre settori chiave: produttività ed innovazione, ammodernamento dei servizi pubblici e progresso scientifico e tecnologico. Nelle nostre economie metà degli aumenti di produttività sono legati all'impatto delle TIC sui prodotti, i servizi e i processi aziendali. Le TIC costituiscono il fattore principale di innovazione e creatività e consentono di controllare i cambiamenti delle catene di valore nei settori industriali e dei servizi.
Le TIC sono essenziali per far fronte all'aumento della domanda di cure sanitarie e sociali, in particolare per le persone con bisogni particolari compresi gli anziani, e per modernizzare i servizi in settori di pubblico interesse, quali l'istruzione, il patrimonio culturale, la sicurezza, l'energia, i trasporti e l'ambiente, nonché per promuovere l'accessibilità e la trasparenza dei processi di governanza e di sviluppo delle politiche. Le TIC svolgono un ruolo importante nella gestione e nella comunicazione delle attività di RST ed esercitano un effetto catalizzatore sul progresso in altri settori scientifici e tecnologici in quanto modificano il modo in cui i ricercatori lavorano, cooperano e innovano.
Le esigenze economiche e sociali crescenti, insieme all'integrazione costante delle TIC e all'esigenza di superare i limiti tecnologici, nonché di sviluppare prodotti e servizi innovativi e di elevato valore, basati sulle TIC, impongono un programma di ricerca sempre più denso. Avvicinare la tecnologia alle persone e alle esigenze organizzative significa: nascondere la complessità della tecnologia, illustrandone, su richiesta, le funzionalità; renderla funzionale, facile da usare, disponibile e a buon mercato; offrire applicazioni, soluzioni e servizi nuovi basati sulle TIC che siano sicuri, affidabili e adattabili alla situazione in cui si trova l'utilizzatore e alle sue preferenze. Condizionati dalla richiesta di «più per meno», i ricercatori nel settore delle TIC sono coinvolti in una gara a livello mondiale incentrata sulla miniaturizzazione, sulla padronanza della convergenza delle tecnologie informatiche, di comunicazione e dei media, comprese un'ulteriore interoperabilità tra sistemi e la convergenza con altre scienze e discipline pertinenti, sulla costruzione di sistemi in grado di imparare ed evolvere.
Una nuova ondata di tecnologie sta nascendo da queste varie attività. Le attività di ricerca sulle TIC fanno ricorso anche ad un'ampia gamma di discipline scientifiche e tecnologiche, come le scienze della vita e le scienze biologiche, la chimica, la psicologia, la pedagogia, le scienze cognitive e le scienze sociali e umanistiche.
Le TIC rappresentano uno dei settori a più elevata densità di ricerca, in cui le attività, del settore pubblico e privato, rappresentano un terzo dell'insieme delle attività di ricerca di tutte le principali economie. Sebbene l'Europa vanti già una posizione di leadership industriale e tecnologica in settori chiave delle TIC, essa registra un certo ritardo, rispetto ai suoi principali concorrenti, per quanto riguarda gli investimenti nella ricerca in tale settore. Saremo in grado di beneficiare al massimo delle opportunità offerte dai progressi nelle TIC solo concentrando nuovamente e in modo più adeguato le attività di ricerca a livello europeo. L'attività di ricerca sulle TIC basata sul modello di sviluppo «fonte aperta» sta dimostrando la propria utilità come fonte di innovazione e di crescente collaborazione. I risultati delle ricerche sulle TIC possono seguire diverse vie di utilizzo e portare a diversi modelli imprenditoriali.
Le attività di ricerca sulle TIC si articoleranno strettamente con le azioni strategiche a favore della loro diffusione e con le misure di regolamentazione nell'ambito di una strategia globale ed olistica. Le priorità sono state fissate a seguito di vastissime consultazioni e sulla base dei contributi di una serie di piattaforme tecnologiche europee e iniziative industriali in settori quali la nanoelettronica, i microsistemi, i sistemi incorporati, le comunicazioni mobili e senza fili, i mezzi di comunicazione elettronici, la fotonica, la robotica e il software, i servizi e i grid, incluso il software gratuito, libero e con codice sorgente aperto (FLOSS — Free, Libre and Open Source Software). Occorre altresì tener conto delle tematiche correlate con la sostenibilità, specie in campo elettronico.
Attività
Il ruolo della ricerca nelle tecnologie future ed emergenti è particolarmente rilevante nell'ambito di questo tema: si tratta di sostenere la ricerca alle frontiere della conoscenza nel settore delle TIC di base e nelle loro associazioni con altre aree e discipline pertinenti; elaborare nuove idee e usi radicalmente nuovi ed esplorare nuovi percorsi di ricerca in materia di TIC, ivi compresi lo sfruttamento degli effetti quantici, l'integrazione di sistemi e i sistemi intelligenti.
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I pilastri tecnologici delle TIC:
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Integrazione di tecnologie:
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Ricerca sulle applicazioni:
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4. Nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione
Obiettivo
Rafforzare la competitività dell'industria europea e generare conoscenze per garantire la sua trasformazione da un'industria ad alta intensità di risorse in un'industria ad alto coefficiente di conoscenze, generando cambiamenti graduali nelle conoscenze e l'attuazione di conoscenze decisive per nuove applicazioni all'intersezione tra tecnologie e discipline diverse. Questo apporterà benefici sia alle nuove industrie ad alta tecnologia sia alle industrie tradizionali di valore superiore fondate sulla conoscenza, con particolare attenzione per la diffusione appropriata dei risultati RST tra le PMI. Tali attività sono principalmente destinate a rendere possibili tecnologie che hanno un impatto su tutti i settori industriali e su molti altri temi del settimo programma quadro.
Motivazione
Le difficoltà crescenti che caratterizzano molte attività industriali non si registrano solo nei settori tradizionali ad alta intensità di manodopera, ma si osservano ormai anche in settori intermedi — che costituiscono i punti di forza dell'industria europea — e anche in alcuni settori di alta tecnologia. È necessario mantenere una solida base industriale rafforzando i contenuti in conoscenze dell'industria esistente nonché sviluppando in Europa un'industria forte basata sulla conoscenza, ad alto coefficiente di conoscenze, ponendo l'accento sullo sfruttamento della ricerca di base finalizzata ad applicazioni industriali. Questo processo comprenderà la modernizzazione della base di PMI esistenti e l'istituzione e successiva crescita di nuove PMI «guidate dalla conoscenza», grazie alla diffusione delle conoscenze e delle competenze e ai programmi di collaborazione.
La competitività dell'industria in futuro dipenderà ampiamente dalle nanotecnologie e dalle loro applicazioni. La RST in materia di nanoscienze e nanotecnologie intrapresa in vari settori può accelerare la trasformazione dell'industria europea. L'UE vanta una leadership riconosciuta in settori quali le nanoscienze, le nanotecnologie, i materiali e le tecnologie di produzione, che deve essere rafforzata per proteggere e potenziare la posizione dell'UE in un contesto mondiale estremamente competitivo.
I materiali con nuove proprietà sono di fondamentale importanza per la competitività futura dell'industria europea e alla base del progresso tecnico in vari settori.
Priorità interessanti per l'industria e l'integrazione di tali priorità in applicazioni settoriali possono essere realizzate mediante attività quali le piattaforme tecnologiche europee in settori quali la nanoelettronica, la fabbricazione, la produzione di energia, l'acciaio, la chimica, l'energia, l'industria dei trasporti, l'edilizia, la sicurezza industriale, i tessili, la ceramica, l'industria forestale e la nanomedicina. Ciò contribuirà a stabilire priorità ed obiettivi di ricerca comuni. Inoltre, reagendo in modo flessibile alle nuove esigenze strategiche che dovessero sorgere nel corso del periodo di applicazione del settimo programma quadro, saranno affrontate le questioni strategiche, regolamentari, di standardizzazione pertinenti e gli aspetti legati all'impatto.
Attività
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Nanoscienze e nanotecnologie
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Materiali
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Nuove modalità di produzione
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Integrazione di tecnologie per applicazioni industriali
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5. Energia
Obiettivo
Adeguare l'attuale sistema energetico rendendolo maggiormente sostenibile, meno dipendente da combustibili importati, fondato su una gamma diversificata di fonti di energia, in particolare fonti rinnovabili, vettori energetici e fonti non inquinanti; rafforzare l'efficienza energetica, anche razionalizzando l'utilizzo e l'immagazzinamento dell'energia; far fronte alle sfide, sempre più pressanti, della sicurezza dell'approvvigionamento e dei cambiamenti climatici, rafforzando nel contempo la competitività delle industrie europee.
Motivazione
I sistemi energetici devono far fronte a importanti sfide. Le tendenze allarmanti della domanda energetica mondiale a fronte della limitatezza delle risorse convenzionali di greggio e di gas naturale, nonché l'esigenza di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra per attenuare le conseguenze devastanti del cambiamento climatico, la volatilità dannosa dei prezzi del petrolio (soprattutto per il settore dei trasporti che dipende fortemente dal petrolio) e l'instabilità geopolitica delle regioni produttrici impongono di individuare e sviluppare con urgenza soluzioni adeguate e tempestive. La ricerca energetica reca un notevole contributo per garantire prezzi energetici accessibili ai nostri cittadini e alle nostre imprese. Per sviluppare tecnologie e misure quanto più possibile ecologiche ed efficaci rispetto ai costi sono necessarie attività di ricerca e dimostrazione che consentano all'UE di conseguire i suoi obiettivi, compresi quelli stabiliti nell'ambito del protocollo di Kyoto, e rispettare gli impegni assunti in materia energetica, come illustrato nel Libro verde del 2000 sulla sicurezza dell'approvvigionamento energetico (7), nel Libro verde del 2005 sull'efficienza energetica (8) e nel Libro verde del 2006 su una strategia europea per un'energia sostenibile, competitiva e sicura (9).
L'Europa ha acquisito una posizione di leadership mondiale in una serie di tecnologie di produzione e di efficienza energetica. È una pioniera nel settore delle tecnologie rinnovabili moderne, come l'energia solare, la bioenergia e l'energia eolica. L'UE è inoltre una concorrente mondiale per le tecnologie di produzione e distribuzione dell'energia e vanta una forte capacità di ricerca nel settore della cattura e del sequestro del carbonio. Questa posizione, tuttavia, fa fronte attualmente a una temibile concorrenza (in particolare degli Stati Uniti e del Giappone). L'Europa deve pertanto mantenere e sviluppare la sua posizione guida che richiede ampi sforzi e collaborazione a livello internazionale.
La trasformazione radicale del sistema energetico in un sistema energetico affidabile, competitivo e sostenibile le cui emissioni di CO2 siano ridotte o nulle presuppone l'adozione di nuove tecnologie e nuovi materiali, con rischi troppo elevati e profitti troppo incerti perché le imprese private apportino la totalità degli investimenti necessari per la ricerca, lo sviluppo, la dimostrazione e la fase operativa. Il sostegno pubblico dovrebbe pertanto svolgere un ruolo fondamentale nella mobilitazione degli investimenti privati e l'impegno e le risorse europei dovrebbero essere associati in un modo più coerente ed efficace per competere con le economie che stanno investendo massicciamente e in modo continuato in tecnologie analoghe. Le piattaforme tecnologiche europee svolgono un ruolo importante da questo punto di vista, mobilitando le attività di ricerca necessarie in modo coordinato. Le attività da realizzare per conseguire l'obiettivo sono specificate qui di seguito. È compresa un'attività specifica incentrata sulle conoscenze per il processo di elaborazione delle politiche in materia energetica, attività che può fornire sostegno anche alle nuove esigenze strategiche emergenti, ad esempio riguardanti il ruolo della politica energetica europea negli sviluppi delle azioni internazionali sul cambiamento climatico e le interruzioni nell'approvvigionamento o le instabilità dell'approvvigionamento e dei prezzi dell'energia. Un aumento di efficienza in tutto il sistema energetico, dalla fonte all'utente, è la base essenziale su cui si regge tutto il tema dell'energia. Dato il loro importante contributo ai sistemi energetici sostenibili del futuro, le energie rinnovabili e l'efficienza energetica allo stadio dell'utilizzazione finale costituiranno la parte fondamentale di questo tema. Sarà rivolta particolare attenzione alla promozione della ricerca, dello sviluppo e della dimostrazione nonché dello sviluppo di capacità in questo settore. Saranno sfruttate appieno a tal fine le sinergie con il programma «Energia intelligente — Europa» nell'ambito del programma quadro per la competitività e l'innovazione. Sarà inoltre esplorata la possibilità di future iniziative su vasta scala che integrino finanziamenti da varie fonti (ad es. iniziative tecnologiche congiunte).
È compresa un'attività specifica incentrata sulle conoscenze per il processo di elaborazione delle politiche in materia energetica, attività che può fornire sostegno anche alle nuove esigenze strategiche emergenti, ad esempio riguardanti il ruolo della politica energetica europea negli sviluppi delle azioni internazionali sul cambiamento climatico e le interruzioni nell'approvvigionamento o le instabilità dell'approvvigionamento e dei prezzi dell'energia.
Attività
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Idrogeno e celle a combustibile Azione integrata destinata a fornire una solida base tecnologica per garantire la competitività delle industrie dell'UE dell'idrogeno e delle celle a combustibile per applicazioni fisse, mobili e nei trasporti. La piattaforma tecnologica europea per l'idrogeno e le celle a combustibile contribuisce a questa attività proponendo una strategia integrata di ricerca e dispiegamento. |
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Produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili Tecnologie destinate a rafforzare l'efficienza generale di conversione, il rapporto costi-efficienza e l'affidabilità, riducendo il costo della produzione di elettricità da fonti energetiche rinnovabili interne, compresi i rifiuti, e per lo sviluppo e la dimostrazione di tecnologie adatte a condizioni regionali diverse. |
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Produzione di combustibile rinnovabile Sistemi integrati di produzione di combustibile e tecnologie integrate di conversione: sviluppare e ridurre il costo unitario dei combustibili solidi, liquidi e gassosi (compreso l'idrogeno) prodotti da fonti energetiche rinnovabili, compresi la biomassa e i rifiuti, ai fini di una produzione, un immagazzinamento, una distribuzione e un uso redditizio di combustibili «a zero emissioni di CO2», in particolare biocarburanti per i trasporti e la generazione di elettricità. |
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Fonti di energia rinnovabile per il riscaldamento e la refrigerazione Ricerca, sviluppo e dimostrazione di tecnologie e dispositivi, comprese le tecnologie di immagazzinamento, destinate a rafforzare l'efficienza e ridurre i costi del riscaldamento e della refrigerazione attivi e passivi da fonti energetiche rinnovabili, garantendone l'uso in condizioni regionali diverse allorché si può individuare un potenziale sufficiente. |
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Tecnologie di cattura e immagazzinamento di CO2 per la generazione di elettricità ad emissioni zero Ricerca, sviluppo e dimostrazione di tecnologie per ridurre drasticamente l'impatto ambientale dei combustibili fossili in vista della creazione di centrali per la produzione di elettricità e/o di calore ad elevato rendimento ed efficaci rispetto ai costi, con emissioni vicino allo zero, grazie alle tecnologie di cattura e immagazzinamento di CO2, in particolare di immagazzinamento sotterraneo. |
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Tecnologie pulite del carbone Ricerca, sviluppo e dimostrazione di tecnologie per migliorare sostanzialmente in termini di efficienza, affidabilità e costi gli impianti, mediante lo sviluppo e la dimostrazione di tecnologie pulite di conversione del carbone, e di altri combustibili solidi, compresi i processi chimici, anche per la produzione di vettori energetici secondari (ivi compreso l'idrogeno) e combustibili liquidi e gassosi. Le attività saranno collegate se del caso alle tecnologie di cattura e immagazzinamento di CO2 o all'utilizzo congiunto di biomassa. |
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Reti di energia intelligenti Ricercare, sviluppare e dimostrare i modi per aumentare l'efficienza, la sicurezza, l'affidabilità e la qualità delle reti e dei sistemi europei di gas ed elettricità, segnatamente nel contesto di un mercato energetico europeo più integrato, trasformando ad esempio le attuali reti di elettricità in una rete di servizio interattiva (clienti/operatori), sviluppando opzioni di immagazzinamento dell'energia ed eliminando gli ostacoli alla diffusione su ampia scala e all'effettiva integrazione delle fonti energetiche rinnovabili e distribuite. |
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Efficienza e risparmi energetici Ricercare, sviluppare e dimostrare nuovi concetti, ottimizzare i concetti e le tecnologie comprovati per potenziare l'efficienza energetica e per consentire ulteriori risparmi dei consumi energetici finali e primari, durante il rispettivo ciclo di vita, degli edifici, (inclusa l'illuminazione), dei trasporti, dei servizi e del comparto industriale. Ciò presuppone l'integrazione di strategie e tecnologie di efficienza energetica (compresa la cogenerazione e la poligenerazione), l'uso di tecnologie energetiche nuove e rinnovabili e misure e dispositivi per la gestione della domanda di energia, nonché la dimostrazione di edifici con un minimo impatto sul clima. |
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Conoscenze per l'elaborazione della politica energetica Sviluppo di strumenti, metodi e modelli per valutare le principali problematiche economiche e sociali legate alle tecnologie energetiche e fornire obiettivi quantificabili e scenari a medio e lungo termine, ivi compreso il sostegno scientifico all'elaborazione delle politiche. |
6. Ambiente (compresi i cambiamenti climatici)
Obiettivo
Gestione sostenibile dell'ambiente e delle sue risorse mediante l'approfondimento delle conoscenze sulle interazioni tra clima, biosfera, ecosistemi e attività umane e lo sviluppo di nuove tecnologie, strumenti e servizi al fine di affrontare in modo integrato le questioni ambientali a livello mondiale. L'attenzione si incentrerà sulla previsione dei cambiamenti del clima e dei sistemi ecologici, terrestri e oceanici; su strumenti e tecnologie per il monitoraggio, la prevenzione, l'attenuazione e l'adeguamento delle pressioni ambientali e dei rischi, anche sulla salute, nonché per la sostenibilità dell'ambiente naturale e antropizzato.
Motivazione
I problemi ambientali superano le frontiere nazionali e richiedono una strategia coordinata a livello paneuropeo e spesso a livello mondiale. Le risorse naturali della Terra e l'ambiente antropizzato subiscono forti pressioni dovute all'aumento demografico, all'urbanizzazione, all'edilizia, alla continua espansione dei settori dell'agricoltura, dell'acquacoltura, della pesca, dei trasporti e dell'energia, nonché alla variabilità e al riscaldamento del clima a livello locale, regionale e globale. L'Europa deve istituire con l'ambiente un nuovo rapporto sostenibile, migliorando, nel contempo, la competitività e rafforzando l'industria europea. La cooperazione a livello di UE è indispensabile per raggiungere la massa critica, data la portata, la dimensione e la grande complessità della ricerca ambientale. Tale cooperazione agevolerà la programmazione comune, l'uso di basi di dati interconnesse e interoperabili e lo sviluppo di sistemi di osservazione e previsione coerenti e su larga scala. La ricerca dovrebbe concentrarsi sulle esigenze legate alla gestione dei dati ed ai servizi di informazione e sui problemi connessi al trasferimento, all'integrazione e alla mappatura dei dati.
Sono necessarie attività di ricerca a livello di UE per garantire il rispetto degli impegni internazionali quali la Convenzione quadro dell'ONU sui cambiamenti climatici (UNFCC) ed il relativo protocollo di Kyoto, la Convenzione dell'ONU sulla diversità biologica, la Convenzione dell'ONU per la lotta contro la desertificazione, la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, gli obiettivi del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile del 2002, compresa l'iniziativa «Acqua» dell'UE, e per i contributi al gruppo di esperti intergovernativo sui cambiamenti climatici e all'iniziativa «Osservazione globale della Terra».
Anche le politiche vigenti o in fase di elaborazione nell'UE, l'attuazione del sesto piano d'azione per l'ambiente e le relative strategie tematiche (ad esempio, la strategia dell'UE per l'ambiente marino), i piani d'azione, i programmi e le direttive in materia di tecnologie ambientali e ambiente e salute, la direttiva quadro sulle acque e la rete NATURA 2000 richiedono importanti attività di ricerca.
L'UE ha bisogno di rafforzare la propria posizione nei mercati mondiali per quanto riguarda le tecnologie ambientali. Tali tecnologie contribuiscono al consumo e alla produzione sostenibili ai fini di una crescita sostenibile, fornendo soluzioni «eco-efficaci» ai problemi ambientali a vari livelli e proteggendo il nostro patrimonio culturale e naturale. I vincoli ambientali incentivano l'innovazione e possono fornire opportunità commerciali e rafforzare la competitività, garantendo nel contempo un futuro più sostenibile per le prossime generazioni. Le piattaforme tecnologiche europee sull'approvvigionamento idrico e l'igienizzazione dell'acqua e sulla chimica sostenibile confermano l'esigenza di un'azione a livello di UE; le attività descritte di seguito tengono conto dei programmi di ricerca di tali piattaforme. Anche altre piattaforme (ad esempio sull'edilizia e la silvicoltura), di cui si tiene parimenti conto, trattano in parte questioni relative alle tecnologie ambientali. Gli aspetti socioeconomici influiscono in modo particolarmente marcato sullo sviluppo e sull'introduzione sul mercato di tecnologie ambientali e sulla loro conseguente applicazione, come ad esempio nel caso della gestione delle risorse idriche. Le attività devono tener conto degli aspetti socioeconomici delle politiche e degli sviluppi tecnologici ove siano pertinenti alla materia trattata.
Molte delle attività elencate di seguito (10) rispondono direttamente ad esigenze strategiche. Potrà tuttavia essere fornito un sostegno supplementare anche per nuove esigenze strategiche emergenti, legate ad esempio alle valutazioni d'impatto sulla sostenibilità delle politiche comunitarie, al follow-up dell'azione post-Kyoto sui cambiamenti climatici e a nuove politiche ambientali come la strategia europea per il suolo e la politica, la normativa e la regolamentazione marittime.
Attività
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Cambiamenti climatici, inquinamento e rischi
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Gestione sostenibile delle risorse
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Tecnologie ambientali
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Osservazione della terra e strumenti di valutazione
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7. Trasporti (compresa l'aeronautica)
Obiettivo
Sulla base dei progressi tecnologici ed operativi e della politica dei trasporti europea, sviluppare sistemi paneuropei di trasporto integrati, più sicuri, più ecologici e «intelligenti» a vantaggio di tutti i cittadini, della società e della politica in materia di clima, nel rispetto dell'ambiente e delle risorse naturali; consolidare e approfondire la competitività che le industrie europee hanno raggiunto nel mercato mondiale.
Motivazione
I trasporti costituiscono un punto di forza dell'Europa — il settore dei trasporti aerei rappresenta il 2,6 % del PIL dell'UE (con 3,1 milioni di posti di lavoro) e il settore dei trasporti di superficie genera l'11 % del PIL dell'UE (e dà lavoro a 16 milioni di persone). Tuttavia, i trasporti sono responsabili del 25 % dell'insieme delle emissioni di CO2 dell'Unione. Sorge pertanto l'assoluta necessità di rendere più ecologico il sistema per garantire modalità di trasporto più sostenibili e la compatibilità con i tassi di crescita, come indicato nel Libro bianco «La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte» (12).
L'allargamento (che ha comportato un aumento del 25 % del territorio dell'Unione e del 20 % della sua popolazione) e lo sviluppo economico dell'UE comportano nuove sfide in termini di trasporti efficienti, economici e sostenibili di persone e merci. I trasporti hanno inoltre una rilevanza diretta per altre politiche di primo piano, ad esempio in materia di commercio, concorrenza, occupazione, ambiente, coesione, energia, sicurezza e mercato interno.
Gli investimenti nella RST delle industrie dei trasporti dell'UE sono indispensabili per assicurare il vantaggio tecnologico competitivo nei mercati mondiali (13). Le attività a livello europeo favoriranno inoltre la ristrutturazione dell'industria e comporteranno altresì l'integrazione della catena di approvvigionamento, in particolare per le PMI.
I programmi di ricerca elaborati dalle piattaforme tecnologiche europee (14) confermano la necessità di adottare una nuova prospettiva dei «sistemi di trasporto», che tenga conto delle possibili interazioni tra veicoli o natanti, reti di trasporto o infrastrutture e uso dei servizi di trasporto, prospettiva che può essere sviluppata soltanto a livello europeo. I costi della RST in tutti questi settori tendono ad aumentare considerevolmente e la collaborazione a livello UE è fondamentale per raggiungere la «massa critica» di esecutori di RST diversi in grado di affrontare le sfide pluridisciplinari e su vasta scala in modo economicamente efficiente, nonché le sfide di natura politica, tecnologica e socioeconomica poste ad esempio dal «veicolo pulito e sicuro» del futuro, l'interoperabilità e l'intermodalità con particolare riferimento al trasporto per via navigabile e ferroviario e, l'accessibilità dei prezzi, la sicurezza tecnica, le capacità, i sistemi di protezione e l'impatto ambientale in un'Unione allargata. Inoltre, lo sviluppo di tecnologie a sostegno del sistema Galileo e delle sue applicazioni sarà un elemento fondamentale nell'attuazione delle politiche europee.
Oltre alla loro elevata rilevanza per l'industria, i temi e le attività indicate di seguito rispondono anche alle esigenze dei responsabili politici in modo integrato, tenendo conto degli aspetti economici, sociali e ambientali della politica dei trasporti. Inoltre, sarà fornito un sostegno per rispondere alle esigenze strategiche, attuali e future, ad esempio in relazione all'evoluzione della politica marittima o all'attuazione del cielo unico europeo.
Attività
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Aeronautica e trasporti aerei
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Trasporti sostenibili di superficie (ferroviario, stradale e delle vie d'acqua)
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Sostegno al sistema europeo di navigazione via satellite (Galileo e EGNOS): servizi accurati di sincronizzazione e di navigazione per una vasta gamma di settori; uso efficiente della navigazione via satellite e sostegno alla definizione delle tecnologie e delle applicazioni di seconda generazione. |
8. Scienze socioeconomiche e scienze umanistiche
Obiettivo
Generare una comprensione approfondita e condivisa delle sfide socioeconomiche, complesse e interconnesse, che l'Europa deve affrontare, ad esempio la crescita, l'occupazione e la competitività, la coesione sociale, le sfide in campo sociale, culturale e nel settore dell'istruzione in un'UE allargata nonché la sostenibilità, le sfide ambientali, il cambiamento demografico, la migrazione e l'integrazione, la qualità della vita e l'interdipendenza globale, in particolare nell'intento di istituire una base di conoscenze più adeguata per le politiche nei settori interessati.
Motivazione
L'Europa dispone di una base di ricerca solida e di elevata qualità nelle scienze socioeconomiche e socioculturali e nel settore delle scienze umanistiche. La diversità degli approcci adottati all'interno dell'UE nel settore economico, sociale, politico e culturale offre un terreno estremamente fertile per la ricerca in questi campi a livello di UE. La ricerca in collaborazione sugli aspetti socioeconomici e socioculturali europei nei settori sopra menzionati presenta un elevato valore aggiunto europeo. In primo luogo, i temi e le sfide in questione costituiscono un'alta priorità per l'UE e sono oggetto di politiche comunitarie. In secondo luogo, la ricerca comparativa negli Stati membri dell'UE o in altri paesi offre uno strumento particolarmente efficace e importanti opportunità di apprendimento in tutti i paesi e regioni.
In terzo luogo, la ricerca a livello di UE gode di particolari vantaggi in quanto può effettuare una rilevazione di dati su scala europea e applicare la molteplicità di prospettive necessaria per comprendere problematiche complesse. Infine, lo sviluppo di un'autentica base europea delle conoscenze socioeconomiche su questi temi fondamentali contribuirà in modo determinante alla promozione della loro comprensione condivisa in tutta l'Unione europea e — ciò che più importa — da parte dei cittadini europei.
Le attività che saranno finanziate sono precisate qui di seguito; si ritiene che esse contribuiranno in modo significativo a migliorare la formulazione, l'attuazione, l'impatto e la valutazione delle politiche e la definizione di misure di regolamentazione in una vasta gamma di settori, quali l'economia, le scienze sociali, la cultura, l'istruzione e la formazione, la parità di genere, le imprese, il commercio internazionale, i consumatori, le relazioni esterne, le scienze e tecnologie, le statistiche ufficiali e la creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Inoltre, si offrirà l'opportunità di affrontare le sfide socioeconomiche emergenti e di intraprendere attività di ricerca su esigenze politiche nuove o impreviste. Per discutere i futuri programmi di ricerca si potrà anche ricorrere alle piattaforme sociali.
Attività
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Crescita, occupazione e competitività in una società della conoscenza: sviluppare e integrare la ricerca sulle problematiche che incidono sulla crescita, l'equilibrio socioeconomico, l'occupazione e la competitività, comprendendo temi quali l'innovazione, l'istruzione, compresa la formazione continua, e il ruolo della conoscenza scientifica e di altra natura e dei beni immateriali su scala globale, i giovani e le politiche giovanili, l'adeguamento delle politiche del mercato del lavoro e i contesti istituzionali nazionali. |
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Associare obiettivi economici, sociali e ambientali in una prospettiva europea: affrontando i due temi chiave, altamente interconnessi, della continua evoluzione dei modelli socioeconomici europei e della coesione economica e sociale e regionale in un'UE allargata, tenendo conto della sostenibilità e del rispetto dell'ambiente, di un'urbanistica sostenibile, dell'interazione tra ambiente, energia e società nonché del ruolo delle città e delle regioni metropolitane nonché dell'impatto socioeconomico delle politiche e della normativa europee. |
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Le principali tendenze sociali e le loro implicazioni: ad esempio l'evoluzione demografica, compresi l'invecchiamento della popolazione ed i suoi effetti sui regimi pensionistici, le migrazioni e l'integrazione, l'analisi delle implicazioni dell'evoluzione demografica per lo sviluppo urbano; gli stili di vita, l'occupazione, le famiglie, la conciliazione tra vita professionale e familiare, le questioni di genere, le questioni delle disabilità, la salute e la qualità della vita; la protezione economica dei consumatori; le disugualianze; la criminalità; il ruolo dell'impresa nella società e la diversità demografica, l'etnicità, il pluralismo religioso, le interazioni culturali, i temi multiculturali e i temi connessi alla tutela dei diritti fondamentali ed alla lotta contro ogni tipo di discriminazione. |
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L'Europa nel mondo: capire le mutevoli interazioni, le relazioni transculturali e le interdipendenze tra le regioni del mondo, incluse le regioni in via di sviluppo, e le loro implicazioni; e affrontare le minacce e i rischi emergenti senza limitare i diritti umani, la libertà e il benessere, e promuovere la pace. |
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Il cittadino nell'Unione europea: nel contesto del futuro sviluppo dell'UE allargata, affrontare i temi relativi all'acquisizione di un sentimento di «appartenenza» democratica e di partecipazione attiva dei popoli d'Europa; governanza efficace e democratica a tutti i livelli, anche sotto il profilo economico e giuridico e compreso il ruolo della società civile, nonché i processi di governanza innovativa volti ad aumentare la partecipazione del cittadino e la cooperazione fra attori pubblici e privati; ricerca di una visione condivisa e del rispetto delle diversità e degli aspetti comuni europei, sotto l'aspetto culturale, religioso, del patrimonio culturale, istituzionale e del sistema giuridico, storico, linguistico e dei valori, quali elementi costitutivi della nostra identità e del nostro patrimonio europeo multiculturali. |
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Indicatori socioeconomici e scientifici: loro uso nell'elaborazione delle politiche e loro attuazione e monitoraggio, miglioramento degli indicatori esistenti, tecniche per analizzarli e approntamento di nuovi a tal fine e per la valutazione dei programmi di ricerca, compresi gli indicatori basati sulle statistiche ufficiali. |
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Attività di previsione sui principali aspetti scientifici, tecnologici e socioeconomici connessi, come ad esempio le future tendenze demografiche e la globalizzazione della conoscenza, la diffusione della conoscenza, e l'evoluzione dei sistemi di ricerca, nonché gli sviluppi futuri all'interno e tra i principali settori di ricerca e le discipline scientifiche. |
9. Spazio
Obiettivo
Sostenere un programma spaziale europeo incentrato su applicazioni quali il Sistema globale di osservazione per l'ambiente e la sicurezza (GMES), a beneficio dei cittadini e della competitività dell'industria spaziale europea. Si contribuirà in tal modo allo sviluppo di una politica spaziale europea, ad integrazione delle attività condotte dagli Stati membri e da altri organismi importanti quali l'Agenzia spaziale europea (ESA).
Motivazione
In questo settore la Comunità può contribuire ad una migliore definizione degli obiettivi comuni, sulla base dei requisiti degli utilizzatori e degli obiettivi politici, al coordinamento delle attività per evitare una duplicazione dei lavori e ottimizzare l'interoperabilità, al miglioramento del rapporto costi/benefici nonché alla definizione di norme. Le autorità pubbliche e i responsabili politici costituiscono importanti utilizzatori potenziali, ma anche l'industria europea trarrà profitto da una politica europea dello spazio ben definita e attuata sotto forma di un programma spaziale europeo, sostenuto anche dalle azioni di ricerca e sviluppo tecnologico proposte. Le azioni a livello europeo risultano inoltre necessarie per sostenere gli obiettivi strategici della Comunità, ad esempio in materia di agricoltura, silvicoltura, pesca, ambiente, salute, telecomunicazioni, sicurezza, trasporti così come per garantire che l'Europa sia un partner rispettato della cooperazione regionale e internazionale.
Negli ultimi 40 anni, a livello nazionale e attraverso l'ESA, l'Europa ha acquisito una competenza tecnologica eccezionale. Il sostegno a favore di un'industria competitiva (che comprenda i produttori, i prestatori di servizi e gli operatori) richiede nuove ricerche e nuove tecnologie. Le applicazioni spaziali apportano significativi vantaggi ai cittadini, in virtù degli effetti tecnologici derivati, e sono indispensabili in una società ad alta tecnologia.
Le attività elencate di seguito, incentrate in particolare sull'utilizzo delle capacità esistenti in Europa, hanno per oggetto l'efficace sfruttamento dei mezzi offerti dallo spazio (in coordinamento con i mezzi in situ, compresi quelli a bordo di aeromobili) ai fini dell'attuazione di applicazioni quali il GMES ed il loro contributo al controllo dell'applicazione della legge nelle politiche comunitarie; l'esplorazione dello spazio, che offre opportunità di cooperazione internazionale e spettacolari progressi tecnologici e permette di effettuare missioni efficienti sotto il profilo dei costi; lo sfruttamento e l'esplorazione dello spazio sostenuti da attività di diffusione che consentano all'Unione europea di svolgere il suo ruolo strategico. Tali attività saranno integrate da altre azioni previste nel programma quadro «Competitività e innovazione» e nel programma per l'istruzione e la formazione. Le attività descritte di seguito avranno inoltre un notevole impatto positivo sul piano delle politiche generali, nella misura in cui contribuiranno a soddisfare eventuali nuove esigenze di intervento: soluzioni basate sulle tecnologie spaziali a favore dei paesi in via di sviluppo e utilizzo di strumenti e metodi di osservazione dello spazio a sostegno dello sviluppo delle politiche comunitarie.
Attività
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Applicazioni basate sulla tecnologia spaziale al servizio della società europea
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Esplorazione dello spazio
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RST per rafforzare le basi della tecnologia spaziale
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10. Sicurezza
Obiettivo
Sviluppare le tecnologie e le conoscenze che permetteranno di costruire le capacità necessarie al fine di assicurare la sicurezza dei cittadini dalle minacce quali il terrorismo, le calamità naturali e la criminalità, pur nel rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo inclusa la vita privata; consentire un utilizzo ottimale e concertato delle tecnologie disponibili a beneficio della sicurezza civile europea, incentivare la cooperazione tra fornitori e utenti al fine di trovare soluzioni in materia di sicurezza civile, migliorando la competitività dell'industria europea della sicurezza e producendo i risultati di ricerche mirate al fine di ridurre le lacune in materia di sicurezza.
Motivazione
La sicurezza in Europa è un prerequisito per la prosperità e la libertà. La strategia europea in materia di sicurezza «Un'Europa sicura in un mondo migliore», adottata dal Consiglio europeo, risponde alla necessità di una strategia di sicurezza generale che comprenda misure di sicurezza in campo civile e in campo militare.
La ricerca nel campo della sicurezza è una componente importante per conseguire un livello di sicurezza elevato all'interno dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Contribuirà altresì allo sviluppo delle tecnologie e delle capacità a sostegno di altre politiche comunitarie in settori quali i trasporti, la protezione civile, l'energia e l'ambiente e la salute. La ricerca in materia di sicurezza necessita di norme di attuazione specifiche per tener conto della sua natura particolare.
Le attività di ricerca attuali nell'area della sicurezza in Europa soffrono di frammentazione, mancanza di massa critica in termini di dimensioni e di portata e mancanza di contatti e interoperabilità. L'Europa deve migliorare la coerenza dei suoi sforzi sviluppando dispositivi istituzionali efficienti e incoraggiando i vari operatori nazionali e internazionali a cooperare e coordinare le loro attività per evitare le duplicazioni e cercare le sinergie laddove possibile. La ricerca sulla sicurezza a livello comunitario manterrà un orientamento esclusivamente civile e verterà sulle attività di evidente valore aggiunto rispetto al livello nazionale. Di conseguenza, la ricerca in materia di sicurezza civile nell'ambito del settimo programma quadro rafforzerà la competitività dell'industria europea della sicurezza. Poiché vi sono settori di tecnologia a duplice uso, sarà necessario uno stretto coordinamento con le attività dell'Agenzia europea per la difesa al fine di garantire la complementarità.
La ricerca nel campo della sicurezza porrà l'accento sulle capacità dell'Europa in materia di sorveglianza e distribuzione di informazione e conoscenza relativamente a minacce e incidenti, nonché su sistemi che consentano una valutazione e un controllo migliori della situazione grazie a un impiego più efficace dei sistemi TIC comuni nei vari campi di operazione.
Le speciali esigenze in materia di riservatezza in tale settore saranno rafforzate, ma la trasparenza dei risultati della ricerca non sarà inutilmente limitata. Inoltre, saranno individuati i settori nei quali i risultati della ricerca possono essere resi pubblici.
Le attività non connesse alla difesa descritte di seguito completeranno ed integreranno la ricerca orientata verso la tecnologia e i sistemi che presenta interesse per la sicurezza civile ma è condotta nell'ambito di altri temi. Si tratterà di attività mirate intese a sviluppare le tecnologie e le capacità richieste dagli specifici obiettivi di sicurezza. Sono concepite all'insegna della flessibilità, in modo da poter far fronte a future minacce alla sicurezza ancora sconosciute e alle relative necessità di intervento che potrebbero sorgere, stimolando il reciproco arricchimento e l'adozione delle tecnologie esistenti nel settore della sicurezza civile. La ricerca europea in materia di sicurezza incoraggerà anche lo sviluppo di tecnologie multiuso al fine di estendere al massimo il loro campo di applicazione.
Attività
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Sicurezza dei cittadini: elaborare soluzioni tecnologiche per la protezione civile, ivi compresa la biosicurezza e la protezione contro i rischi derivanti dalla criminalità e dagli attacchi terroristici. |
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Sicurezza delle infrastrutture e servizi pubblici: analizzare e rendere sicuri le infrastrutture (ad esempio, nei settori dei trasporti, dell'energia, delle TIC), i sistemi e i servizi (inclusi i servizi finanziari e amministrativi) essenziali e collegati in rete, pubblici e privati, esistenti e futuri. |
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Sorveglianza intelligente e sicurezza alle frontiere: ricerca incentrata sulle tecnologie e le capacità di potenziare l'efficacia e l'efficienza di tutti i sistemi, attrezzature, strumenti, processi e metodi di identificazione rapida necessari per migliorare la sicurezza delle frontiere terrestri e costiere dell'Europa, compresi il controllo e la sorveglianza alle frontiere. |
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Ripristino della sicurezza e dei sistemi di protezione in caso di crisi: ricerca incentrata sulle tecnologie che forniscano una visione globale e un sostegno a varie operazioni di gestione dell'emergenza (ad esempio protezione civile, compiti umanitari e di salvataggio) e su temi quali la preparazione, il coordinamento e la comunicazione interorganizzativi, le architetture distribuite e i fattori umani. |
Alle quattro aree summenzionate si aggiungono i temi seguenti di natura più transettoriale:
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Integrazione, interconnettività e interoperabilità dei sistemi di sicurezza: intelligence, raccolta di informazioni e sicurezza civile, ricerca incentrata sulle tecnologie atte a migliorare l'interoperabilità di sistemi, attrezzature, servizi e processi, comprese le infrastrutture informative delle forze di polizia, dei vigili del fuoco, della protezione civile e dei servizi sanitari, così come l'affidabilità, gli aspetti organizzativi, la tutela della riservatezza e dell'integrità delle informazioni e la tracciabilità di tutte le operazioni e trattamenti. |
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Sicurezza e società: ricerca mirata che verterà sulle analisi socioeconomiche e culturali, l'elaborazione di scenari e attività concernenti la dimensione culturale, sociale, politica ed economica della sicurezza, la comunicazione con la società, il ruolo dei valori umani e il processo decisionale, la psicologia e il contesto sociale del terrorismo, la percezione che i cittadini hanno della sicurezza, le questioni etiche, la protezione della privacy, le previsioni su aspetti della società e l'analisi del rischio sistemico. La ricerca riguarderà anche le tecnologie più idonee a salvaguardare la privacy e le libertà e affronterà gli aspetti delle vulnerabilità e delle nuove minacce, nonché la gestione e la valutazione d'impatto delle possibili conseguenze. |
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Coordinamento e strutturazione della ricerca in materia di sicurezza: coordinamento delle attività di ricerca, europee e internazionali, in materia di sicurezza e sviluppo delle sinergie tra ricerca civile, sicurezza e difesa, miglioramento del quadro giuridico e incentivazione di un uso ottimale delle strutture esistenti. |
II IDEE
Obiettivo
Il programma è inteso a incentivare il dinamismo, la creatività e l'eccellenza della ricerca europea alle frontiere della conoscenza. Tale attività sarà attuata sostenendo progetti di ricerca avviati su iniziativa dei ricercatori stessi e svolti in tutti i settori da singole équipe che competono a livello europeo. I progetti saranno finanziati sulla base di proposte presentate dai ricercatori sia del settore privato che di quello pubblico su temi di loro scelta e valutati in base all'unico criterio della qualità scientifica di eccellenza accertata da valutazioni inter pares. La comunicazione e la divulgazione dei risultati della ricerca costituiscono un aspetto importante del programma.
Motivazione
La ricerca di frontiera su iniziativa dei ricercatori nel quadro delle attività comunemente considerate come «ricerca di base» rappresenta un incentivo fondamentale per il benessere e il progresso sociale, in quanto apre nuove opportunità di avanzamento scientifico e tecnologico e serve a produrre nuove conoscenze che porteranno ad applicazioni e mercati futuri.
Nonostante molte realizzazioni e prestazioni di elevato livello in un gran numero di settori, l'Europa non sfrutta al meglio il suo potenziale di ricerca e le sue risorse, e deve sviluppare urgentemente maggiori capacità di generare conoscenza e di convertirla in valore e crescita economici e sociali.
Una struttura di finanziamento competitiva su scala europea (in aggiunta al finanziamento nazionale, non in sostituzione di esso) per la ricerca di frontiera svolta da singole équipe di ricercatori, che può avere carattere nazionale o transnazionale, è una componente essenziale dello Spazio europeo della ricerca, a complemento di altre attività comunitarie e nazionali. Contribuirà a rafforzare il dinamismo e l'attrattiva esercitata dall'Europa sui migliori ricercatori provenienti tanto dagli Stati membri che dai paesi terzi, e ai fini dell'investimento industriale.
Attività
L'azione è rivolta alle più promettenti e produttive aree di ricerca e alle migliori opportunità di progresso scientifico e tecnologico, inter- e intradisciplinari, comprese le scienze ingegneristiche, sociali e umanistiche. Sarà attuata indipendentemente dagli orientamenti tematici delle altre parti del settimo programma quadro e si rivolgerà tanto alla nuova generazione di ricercatori e ai nuovi gruppi che alle équipe consolidate.
Le attività della Comunità nella ricerca di frontiera saranno attuate da un Consiglio europeo della ricerca (CER), composto da un consiglio scientifico indipendente assistito da una speciale struttura esecutiva snella ed economicamente vantaggiosa. La gestione del CER sarà assicurata da personale assunto a tal fine, inclusi funzionari delle istituzioni dell'UE, e coprirà solo le reali esigenze amministrative, onde assicurare la stabilità e la continuità necessarie ad una amministrazione efficiente.
Il consiglio scientifico sarà composto da rappresentanti della comunità scientifica europea, garantendo la diversità dei settori di ricerca, al più alto livello, i quali agiranno a titolo personale, indipendentemente da interessi politici o di altra natura. I membri del CER saranno nominati dalla Commissione in esito ad una procedura di designazione indipendente e trasparente, concordata con il consiglio scientifico, che comprende una consultazione della comunità scientifica e la presentazione di una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio. Essi saranno nominati per un periodo limitato a quattro anni, rinnovabile una volta, in base a un sistema di rotazione che assicurerà la continuità del lavoro del consiglio scientifico.
Il consiglio scientifico, tra l'altro, definirà una strategia globale, avrà pieno potere sulle decisioni relative alle tipologie di ricerca da finanziare e agirà da garante della qualità delle attività sotto il profilo scientifico. I compiti assegnatigli comprenderanno, in particolare, l'elaborazione di un programma di lavoro annuale, l'istituzione di una procedura per la valutazione inter pares, così come il monitoraggio e il controllo di qualità dell'esecuzione del programma dal punto di vista scientifico. Adotterà un codice di condotta inteso, tra l'altro, ad evitare conflitti d'interessi.
La struttura esecutiva specifica sarà responsabile di tutti gli aspetti dell'attuazione e dell'esecuzione del programma, come indicato nel programma di lavoro annuale. In particolare, sarà suo compito applicare le procedure di valutazione inter pares e di selezione, sulla base dei principi stabiliti dal consiglio scientifico, e provvederà alla gestione finanziaria e scientifica delle sovvenzioni.
Le spese amministrative e per il personale del CER (relative al consiglio scientifico e alla struttura esecutiva specifica) saranno ispirate ad una gestione snella ed economicamente efficace; le spese amministrative saranno mantenute al minimo e non saranno superiori al 5 % del totale dello stanziamento per il CER, compatibilmente con l'obiettivo di assicurare le risorse necessarie per un'attuazione di elevata qualità al fine di portare al massimo i finanziamenti per la ricerca di frontiera.
La Commissione europea agirà da garante della piena autonomia ed integrità del CER. Assicurerà che il CER operi in conformità dei principi di eccellenza scientifica, autonomia, efficienza e trasparenza e che segua rigorosamente la strategia e la metodologia di attuazione stabilite dal consiglio scientifico. La Commissione redigerà, in cooperazione con il Consiglio scientifico, una relazione annuale sull'operato del CER e sulla realizzazione degli obiettivi e la sottoporrà al Parlamento europeo e al Consiglio.
Il CER avrà facoltà di condurre propri studi strategici finalizzati alla preparazione e al sostegno delle sue attività operative. In particolare, potrà procedere a consultazioni concernenti azioni europee, intergovernative e nazionali in modo da programmare le proprie attività alla luce di altre ricerche a livello europeo e nazionale.
L'attuazione e la gestione delle attività saranno riesaminate e valutate costantemente per verificarne le realizzazioni e adeguare e migliorare le procedure sulla base dell'esperienza maturata. Nel quadro della valutazione intermedia di cui all'articolo 7, paragrafo 2 si procederà anche ad un riesame indipendente delle strutture e dei meccanismi del CER, sulla base dei criteri di eccellenza scientifica, autonomia, efficienza e trasparenza e con il pieno coinvolgimento del consiglio scientifico. Questo comprenderà il processo e i criteri di selezione dei membri del consiglio scientifico. Il riesame verterà esplicitamente sui vantaggi e svantaggi di una struttura fondata su un'agenzia esecutiva e una struttura fondata sull'articolo 171 del trattato. Sulla base di tale riesame, le strutture e i meccanismi suddetti dovrebbero essere se del caso modificati. La Commissione garantirà che venga svolto e presentato non appena possibile al Parlamento europeo e al Consiglio tutto il necessario lavoro di preparazione, comprese eventuali proposte legislative ritenute necessarie, come richiesto dal trattato, per il passaggio alle strutture eventualmente modificate. A tal fine il programma quadro sarà adattato o completato in codecisione a norma dell'articolo 166, paragrafo 2 del trattato. La relazione sullo stato di avanzamento di cui all'articolo 7, paragrafo 2, che precede la valutazione intermedia, esporrà le prime conclusioni sul funzionamento del CER.
III PERSONE
Obiettivo
Rafforzare, quantitativamente e qualitativamente, il potenziale umano della ricerca e della tecnologia in Europa, promuovendo l'ingresso nella professione di ricercatore, incoraggiando i ricercatori europei a rimanere in Europa e attirandovi ricercatori provenienti dal mondo intero, rendendo l'Europa più attraente per i migliori ricercatori. Sulla base dell'esperienza acquisita con le azioni «Marie Curie» nell'ambito dei precedenti programmi quadro, tale obiettivo sarà conseguito istituendo una serie coerente di azioni «Marie Curie», tenendo conto in particolare del valore aggiunto europeo in termini di impatto sullo Spazio europeo della ricerca. Queste azioni sono destinate ai ricercatori in tutte le fasi della loro carriera, dalla formazione iniziale, rivolta soprattutto ai giovani, alla formazione continua fino allo sviluppo professionale nel settore pubblico e privato. Si cercherà inoltre di aumentare la partecipazione delle ricercatrici, promuovendo le pari opportunità in tutte le azioni «Marie Curie», concependole in modo tale da assicurare ai ricercatori un adeguato equilibrio della vita professionale e privata e agevolando la ripresa del lavoro dopo un periodo di interruzione.
Motivazione
La disponibilità di ricercatori altamente qualificati e in grande numero costituisce una condizione necessaria per far progredire la scienza e sostenere l'innovazione, ma rappresenta altresì un fattore importante per attirare e sostenere gli investimenti nella ricerca da parte di organismi pubblici e privati. Sullo sfondo di una crescente competitività a livello mondiale, lo sviluppo di un mercato del lavoro aperto e libero da ogni forma di discriminazione in Europa per i ricercatori e la diversificazione delle competenze e delle carriere dei ricercatori sono fondamentali per mantenere una circolazione proficua dei ricercatori e delle loro conoscenze, sia all'interno dell'Europa che su scala mondiale. Saranno introdotte misure speciali intese ad incoraggiare i giovani ricercatori e a sostenere le prime fasi della carriera scientifica, come anche misure volte a ridurre il fenomeno della «fuga di cervelli», come, ad esempio, l'erogazione di contributi per la reintegrazione dei ricercatori.
La mobilità, sia transnazionale sia intersettoriale, che può essere incentivata mediante la partecipazione del comparto industriale e l'apertura delle carriere di ricercatore e delle cariche accademiche a livello europeo, rappresenta una componente essenziale dello Spazio europeo della ricerca ed è un fattore indispensabile per aumentare le capacità e le prestazioni europee nella ricerca. La competizione internazionale tra ricercatori continuerà a svolgere un ruolo centrale per assicurare la più elevata qualità di ricerca possibile nell'ambito di questa attività. L'intensificazione della mobilità dei ricercatori e il rafforzamento delle risorse degli istituti in grado di attrarre ricercatori provenienti da altri paesi sono fattori atti a promuovere i centri di eccellenza nell'intera Unione europea. Al fine di assicurare la formazione e la mobilità nell'ambito di nuovi settori tecnologici e di ricerca, sarà garantito un coordinamento adeguato con altre parti del settimo programma quadro e si cercherà di creare sinergie con altre politiche comunitarie, ad esempio l'istruzione, la coesione e l'occupazione. La sezione S«cienza e società» nell'ambito del programma «Capacità» prevede azioni volte a collegare l'insegnamento delle scienze alle opportunità di occupazione, nonché le azioni di ricerca e coordinamento sui nuovi metodi di didattica delle scienze.
Attività
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Formazione iniziale dei ricercatori, per migliorare le loro prospettive di carriera, tanto nel settore privato che pubblico, mediante l'ampliamento delle loro competenze scientifiche e generiche, comprese quelle concernenti il trasferimento tecnologico e l'imprenditorialità, e per attirare un maggior numero di giovani verso la carriera scientifica. Questa attività sarà attuata tramite le reti «Marie Curie» con l'obiettivo primario di superare la frammentazione e rafforzare a livello europeo la formazione iniziale e lo sviluppo della carriera dei ricercatori. Si prevede un sostegno a favore dell'integrazione dei migliori ricercatori nella fase iniziale di carriera nelle équipe di ricercatori di chiara fama. I membri delle reti transnazionali devono sfruttare le loro competenze complementari tramite programmi di formazione integrati. Nell'ambito del sostegno si potranno assumere ricercatori nella fase iniziale della loro carriera, predisporre azioni di formazione per ricercatori esterni alla rete e cattedre universitarie e/o posti di dirigenza industriale a vario livello, ai fini del trasferimento della conoscenza e della supervisione. |
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Formazione continua e evoluzione delle carriere per sostenere lo sviluppo della carriera dei ricercatori con esperienza. Al fine di integrare o acquisire nuove conoscenze e competenze o di migliorare la mobilità inter/pluridisciplinare e/o intersettoriale, si prevede un sostegno a favore dei ricercatori che hanno particolare necessità di acquisire conoscenze ulteriori/complementari, dei ricercatori che rientrano nell'attività professionale dopo un periodo di inattività e dei ricercatori che desiderano essere (re)integrati in un posto di ricerca a lungo termine in Europa, anche nel loro paese di origine, dopo un'esperienza di mobilità transnazionale/internazionale. Questa azione sarà attuata tramite borse di studio individuali concesse direttamente a livello comunitario e tramite il cofinanziamento di programmi regionali, nazionali o internazionali laddove essi soddisfano i criteri del valore aggiunto europeo, della trasparenza e dell'apertura. |
Inizialmente, la modalità di cofinanziamento sarà attuata su scala limitata fintantoché non sia acquisita la necessaria esperienza.
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Partenariati e passerelle tra industria e università: il sostegno ai programmi di cooperazione a lungo termine tra istituti accademici e organizzazioni industriali, in particolare le PMI, comprese le tradizionali industrie manifatturiere, stimolerà la mobilità intersettoriale e a migliorare la condivisione delle conoscenze tramite partenariati di ricerca congiunti, favoriti dall'assunzione di ricercatori esperti nel partenariato, da distaccamenti di personale tra i due settori e dall'organizzazione di manifestazioni. |
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La dimensione internazionale, per aumentare la qualità della ricerca europea attirando i ricercatori di talento dai paesi extraeuropei e promuovendo la collaborazione di reciproca utilità con ricercatori provenienti da paesi terzi. Tale attività sarà attuata tramite borse internazionali «in uscita» (con una fase di rientro obbligatorio), borse internazionali «in entrata» e partenariati finalizzati allo scambio di ricercatori. Saranno sostenute le iniziative comuni tra le organizzazioni europee e le organizzazioni dai paesi limitrofi dell'UE e dei paesi con i quali la Comunità ha concluso accordi scientifici e tecnologici. L'attività prevede misure volte a contrastare il fenomeno della «fuga di cervelli» dai paesi in via di sviluppo e dalle economie emergenti e misure volte a creare reti di ricercatori europei che lavorano all'estero. Queste azioni saranno attuate in coordinamento con le attività internazionali svolte nell'ambito dei programmi «Cooperazione» e «Capacità». |
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Azioni specifiche per sostenere la creazione di un autentico mercato del lavoro europeo per i ricercatori, eliminando gli ostacoli alla mobilità e migliorando la prospettiva di carriera dei ricercatori in Europa. Saranno incentivati anche istituti pubblici che promuovono la mobilità, la qualità e il profilo dei loro ricercatori. Inoltre, saranno erogate sovvenzioni per sensibilizzare il pubblico alle azioni Marie Curie e alle loro finalità. |
IV CAPACITÀ
Questa parte del settimo programma quadro migliorerà le capacità di ricerca e di innovazione in tutta Europa e ne garantirà un utilizzo ottimale. Tale finalità sarà conseguita tramite le seguenti azioni:
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ottimizzare l'uso e lo sviluppo delle infrastrutture per la ricerca; |
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potenziare le capacità di innovazione delle PMI e la loro capacità di trarre benefici dalle attività di ricerca; |
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sostenere lo sviluppo di raggruppamenti regionali orientati alla ricerca; |
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esprimere il potenziale di ricerca esistente nelle regioni di convergenza e nelle regioni ultraperiferiche dell'UE; |
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avvicinare la scienza e la società in vista di un'armoniosa integrazione della scienza e della tecnologia nella società europea; |
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sostenere lo sviluppo coerente delle politiche in materia di ricerca; |
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attuare azioni orizzontali e misure a favore della cooperazione internazionale. |
INFRASTRUTTURE DI RICERCA
Obiettivo
Ottimizzare l'uso e lo sviluppo delle migliori infrastrutture di ricerca esistenti in Europa; contribuire alla creazione in tutti i campi della scienza e della tecnologia di nuove infrastrutture di ricerca di interesse paneuropeo, necessarie alla comunità scientifica europea per rimanere all'avanguardia nella ricerca e tali da aiutare le imprese a rafforzare la loro base di conoscenze e il loro know-how tecnologico.
Motivazione
Le infrastrutture di ricerca rivestono un'importanza crescente nel progresso delle conoscenze e della tecnologia e del loro sfruttamento. L'importanza di queste infrastrutture è già comprovata in settori quali l'energia, la fisica spaziale e la fisica delle particelle, e sta crescendo in altri settori. Ad esempio, le sorgenti radioattive, le banche dati della genomica e quelle relative alle scienze sociali, gli osservatori per le scienze ambientali e spaziali, i sistemi di imaging o le clean room per lo studio e lo sviluppo di nuovi materiali o della nanoelettronica sono strumenti indispensabili per le attività di ricerca. Tali infrastrutture sono costose, il loro sviluppo richiede un'ampia gamma di competenze tecniche e dovrebbero essere utilizzate e sfruttate da una vasta comunità di scienziati e imprese-clienti su scala europea.
La definizione di un'impostazione europea nei confronti delle infrastrutture di ricerca, comprese le infrastrutture elettroniche di calcolo e di comunicazione e le infrastrutture virtuali, così come lo svolgimento di attività in questo settore a livello di Unione, possono contribuire in modo significativo ad accrescere il potenziale di ricerca europeo e lo sfruttamento dei risultati ottenuti, nonché contribuire a sviluppare lo Spazio europeo della ricerca.
Mentre gli Stati membri continueranno a svolgere un ruolo centrale nello sviluppo e finanziamento delle infrastrutture, la Comunità può e deve agire da catalizzatore e da leva, garantendo un più ampio e più efficiente accesso e utilizzo delle infrastrutture presenti nei diversi Stati membri, incentivando lo sviluppo di tali infrastrutture e la loro connessione in rete in modo coordinato e promuovendo lo sviluppo, nel medio e lungo termine, di nuove infrastrutture di ricerca di interesse paneuropeo. A questo proposito, il Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca (European Strategy Forum on Research Infrastructures — ESFRI) svolge un ruolo chiave nell'identificare le esigenze e fornire una tabella di marcia per le infrastrutture di ricerca europee.
Attività
Le attività svolte in questo settore verteranno su tutti gli aspetti della scienza e della tecnologia. La loro attuazione avverrà in stretta cooperazione con le attività svolte nelle aree tematiche al fine di assicurare che tutte le azioni varate a livello europeo nell'ambito della Comunità rispondano al fabbisogno di infrastrutture di ricerca di ciascun settore ineteressato, compresa la cooperazione internazionale.
Le attività saranno le seguenti:
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Sostegno alle infrastrutture di ricerca esistenti
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Sostegno alle nuove infrastrutture di ricerca
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I progetti di infrastrutture proposti ai fini di un finanziamento saranno selezionati sulla base di una serie di criteri, che comprendono in particolare:
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incapacità degli strumenti esistenti di conseguire l'obiettivo; |
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il valore aggiunto del sostegno finanziario comunitario; |
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la capacità di offrire un servizio in risposta alle esigenze degli utenti della comunità scientifica (università e imprese) in tutta Europa, con un valore aggiunto per lo Spazio europeo della ricerca; |
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l'eccellenza scientifica; |
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la rilevanza a livello internazionale; |
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il contributo alla capacità di sviluppo tecnologico; |
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il contributo allo sviluppo di «raggruppamenti di eccellenza orientati alla ricerca»; |
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la fattibilità tecnologica e organizzativa; |
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la possibilità di istituire partenariati europei e il forte impegno finanziario e di altra natura degli Stati membri e delle altre principali parti interessate, nonché la possibilità di fruire di prestiti della BEI e dei fondi strutturali; |
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la stima dei costi di costruzione e di gestione operativa. |
Per quanto riguarda la costruzione di nuove infrastrutture, si dovrebbe tener conto ove opportuno del potenziale in termine di eccellenza scientifica delle regioni di convergenza nonché delle regioni ultraperiferiche. Sarà assicurato un efficiente coordinamento degli strumenti finanziari della Comunità, in particolare il settimo programma quadro e i fondi strutturali.
RICERCA A FAVORE DELLE PMI
Obiettivi
Rafforzare la capacità di innovazione delle PMI europee e il loro contributo allo sviluppo di prodotti e mercati basati sulle nuove tecnologie, aiutandole ad esternalizzare le attività di ricerca, incrementare le proprie attività in questo settore, ampliare le loro reti, sfruttare meglio i risultati della ricerca, acquisire un know-how tecnologico e colmare il divario esistente tra ricerca e innovazione.
Motivazione
Le PMI sono al centro dell'industria europea. Dovrebbero costituire un elemento fondamentale del sistema di innovazione e della catena di trasformazione delle conoscenze in nuovi prodotti, processi e servizi. Confrontate ad una crescente concorrenza nel mercato interno e globale, le PMI europee devono potenziare l'intensità di conoscenze e ricerca, rafforzare lo sfruttamento della ricerca, espandere le loro attività imprenditoriali su mercati più vasti e sviluppare a livello internazionale le loro reti di conoscenza. La maggior parte degli interventi degli Stati membri in relazione alle PMI non incoraggiano né sostengono la cooperazione transnazionale finalizzata alla ricerca o i trasferimenti di tecnologie. Si impongono delle azioni a livello di UE per integrare e rafforzare l'impatto delle azioni varate a livello nazionale e regionale. Oltre alle azioni menzionate nel seguente paragrafo, la partecipazione delle PMI sarà promossa e agevolata nell'insieme del settimo programma quadro, che terrà anche in debito conto le specifiche necessità di tale tipo di impresa.
Attività
Le azioni specifiche a sostegno delle PMI sono destinate a sostenere PMI o associazioni di PMI che hanno necessità di esternalizzare le loro attività di ricerca. Si tratta principalmente di PMI a bassa-media tecnologia che dispongono di poca o nessuna capacità di ricerca. Le PMI ad alta intensità di ricerca possono partecipare in qualità di fornitori di servizi di ricerca o appaltare esternamente la ricerca ad integrazione della loro capacità interna. Le azioni verteranno su tutti gli aspetti della scienza e della tecnologia con un approccio «bottom-up». Le azioni comprenderanno il sostegno alla dimostrazione e ad altre attività volte ad agevolare lo sfruttamento dei risultati della ricerca, assicurando la complementarità con il programma quadro «Competitività e innovazione». Gli strumenti finanziari saranno distribuiti in base a due meccanismi:
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ricerca per le PMI: sostenere piccoli gruppi di PMI innovative affinché risolvano problemi tecnologici comuni o complementari. |
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Ricerca per le associazioni di PMI: sostenere le associazioni di PMI e i raggruppamenti di PMI affinché sviluppino soluzioni tecniche a problemi comuni ad un gran numero di PMI in determinati settori industriali o segmenti della catena del valore. |
Si porrà l'accento sul sostegno a progetti di ricerca. Sarà inoltre concesso un sostegno ai programmi nazionali che forniscono strumenti finanziari alle PMI o ad associazioni di PMI al fine di elaborare proposte di azioni nel quadro della Ricerca a favore delle PMI. Nel corso dell'attuazione del programma quadro comunitario di RST saranno assicurate la complementarità e la sinergia con le azioni nell'ambito del programma quadro per la competitività e l'innovazione.
Il programma quadro «Competitività e innovazione» incoraggerà ed agevolerà la partecipazione delle PMI al settimo programma quadro mediante i suoi servizi orizzontali di sostegno alle imprese e all'innovazione. Sarà garantita la complementarità e la sinergia con altri programmi comunitari.
REGIONI DELLA CONOSCENZA
Obiettivi
Rafforzare il potenziale di ricerca delle regioni europee, in particolare promuovendo e sostenendo lo sviluppo, in tutta Europa, dei «raggruppamenti regionali orientati alla ricerca», che associano università, istituti di ricerca, imprese e autorità regionali.
Motivazione
Sempre più si riconosce l'importanza del ruolo che le regioni svolgono nel panorama della ricerca e dello sviluppo dell'UE. La politica e le attività in materia di ricerca a livello regionale sono spesso basate sullo sviluppo di raggruppamenti che associano operatori del settore pubblico e di quello privato. L'azione pilota concernente le «Regioni della conoscenza» ha dimostrato la dinamica di questa evoluzione e la necessità di sostenere e promuovere lo sviluppo di tali strutture.
Le azioni intraprese in questo settore consentiranno alle regioni europee di potenziare la loro capacità di investire nella RST e effettuare attività di ricerca e, al contempo, incrementare il loro potenziale affinché i rispettivi operatori possano essere fattivamente coinvolti nei progetti di ricerca europea agevolando la creazione di raggruppamenti regionali a favore dello sviluppo regionale in Europa. Le azioni agevoleranno la creazione di raggruppamenti regionali che contribuiranno allo sviluppo dello Spazio europeo della ricerca.
Attività
La nuova iniziativa «Regioni della conoscenza» coinvolgerà e riunirà gli operatori regionali che partecipano ad attività di ricerca quali università, centri di ricerca, imprese, autorità pubbliche (consigli regionali o agenzie di sviluppo regionale). I progetti verteranno sull'analisi comune dei programmi di ricerca dei raggruppamenti regionali (di concerto con altre attività concernenti la questione più vasta dei raggruppamenti regionali di innovazione) e sull'elaborazione di una serie di strumenti volti ad integrarli in specifiche attività di ricerca, anche mediante un «tutorato» delle regioni con un profilo di ricerca meno avanzato da parte delle regioni altamente sviluppate e il sostegno alle regioni della conoscenza emergenti.
Ciò comporterà misure volte a migliorare il collegamento in rete delle attività di ricerca e l'accesso alle fonti di finanziamento per la ricerca, oltre ad una maggiore integrazione e un migliore collegamento degli operatori del settore e delle istituzioni nelle economie regionali. Tali attività saranno attuate con stretto riferimento alle politiche regionali comunitarie (fondi strutturali) e al programma quadro per la competitività e l'innovazione, nonché ai programmi di istruzione e formazione.
Nel contesto della specifica attività relativa alle «Regioni della conoscenza» si cercheranno sinergie con la politica regionale comunitaria nonché con i pertinenti programmi nazionali e regionali, segnatamente per quanto riguarda le regioni di convergenza e ultraperiferiche.
POTENZIALE DI RICERCA
Obiettivo
Incentivare la realizzazione del pieno potenziale di ricerca dell'Unione allargata esprimendo e sviluppando l'eccellenza esistente o emergente nelle regioni di convergenza e ultraperiferiche dell'UE (16) e aiutando a rafforzare le capacità dei loro ricercatori in modo che possano partecipare con successo alle attività di ricerca a livello comunitario.
Motivazione
L'Europa non sfrutta appieno il suo potenziale di ricerca, tanto meno nelle regioni meno avanzate, lontane dal centro dello sviluppo industriale e di ricerca europeo. Per aiutare i ricercatori e le istituzioni di queste regioni, sia nel settore pubblico che in quello privato, a contribuire alle attività generali di ricerca in Europa, beneficiando al contempo delle conoscenze e esperienze maturate in altre regioni europee, la presente azione mira a instaurare le condizioni che permetteranno loro di sfruttare il loro potenziale e intende contribuire alla piena realizzazione dello Spazio europeo della ricerca nell'Unione allargata. Tali azioni si fonderanno su misure realizzate in passato, quali i Centri europei di eccellenza, negli ex paesi in via di adesione ed ex paesi candidati nell'ambito del Quinto programma quadro, e le borse di ospitalità Marie Curie per il trasferimento delle conoscenze.
Attività
L'azione in questo settore comporterà il sostegno a:
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distacchi transnazionali nei due sensi di ricercatori tra organismi selezionati nelle regioni di convergenza e uno o più organismi partner; sostegno a centri selezionati di eccellenza esistenti o emergenti ai fini dell'assunzione di ricercatori esperti «in entrata», compresi i dirigenti, provenienti da altri paesi; |
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acquisizione e sviluppo di attrezzature di ricerca e sviluppo di un ambiente materiale che consenta il pieno sfruttamento del potenziale intellettuale presente nei centri di eccellenza esistenti o emergenti selezionati nelle regioni di convergenza; |
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organizzazione di workshop e conferenze per facilitare il trasferimento delle conoscenze; attività promozionali e iniziative volte alla diffusione ed al trasferimento dei risultati delle ricerche in altri paesi e sui mercati internazionali; |
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«meccanismi di valutazione» mediante i quali qualsiasi centro di ricerca nelle regioni di convergenza può ottenere da parte di esperti internazionali indipendenti una valutazione del livello di qualità delle sue ricerche in generale e delle sue infrastrutture. |
Si cercheranno forti sinergie con la politica regionale comunitaria. Le azioni sostenute a questo titolo individueranno le necessità e le opportunità di rafforzare le capacità di ricerca dei centri di eccellenza esistenti ed emergenti nelle regioni di convergenza che possono essere obiettivi realizzabili tramite i fondi strutturali e di coesione.
Si punterà a conseguire sinergie anche con il programma quadro «Competitività e innovazione», allo scopo di promuovere la commercializzazione regionale della R&ST in collaborazione con le imprese.
LA SCIENZA NELLA SOCIETÀ
Obiettivo
Allo scopo di costruire una società europea della conoscenza aperta, efficace e democratica, l'obiettivo è incentivare l'integrazione armoniosa della ricerca scientifica e tecnologica e le relative politiche in materia di ricerca nel tessuto sociale europeo, incoraggiando la riflessione e il dibattito su scala europea sul tema della scienza e della tecnologia, nonché il loro rapporto con l'intero spettro della società e della cultura.
Motivazione
L'influenza della scienza e della tecnologia sulla vita di tutti i giorni sta diventando sempre più profonda. Prodotti dell'attività sociale, plasmati da fattori sociali e culturali, la scienza e la tecnologia rimangono comunque un settore remoto, lontano dalle preoccupazioni quotidiane di una vasta parte della popolazione e dei responsabili politici, e continuano ad essere oggetto di malintesi. Gli aspetti controversi relativi alle tecnologie emergenti dovrebbero essere affrontati dalla società sulla base di una discussione informata che porti a scelte e decisioni fondate.
Attività
L'ampia iniziativa integrata intrapresa in questo settore comprenderà il sostegno a:
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un rafforzamento e miglioramento del sistema scientifico europeo e affronterà le seguenti questioni: migliore uso e monitoraggio dell'impatto delle consulenze e delle competenze scientifiche nella formulazione delle politiche (compresa la gestione dei rischi); futuro delle pubblicazioni scientifiche; agevolazione dell'accesso alle stesse per il pubblico interessato; misure di salvaguardia dei settori scientifici esposti al rischio di pratiche abusive nonché frodi, fiducia e autoregolamentazione; |
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un impegno più ampio dei ricercatori e della popolazione in generale, compresa la società civile organizzata, sulle questioni attinenti alla scienza, in modo da anticipare e chiarire gli aspetti politici e sociali, comprese le questioni etiche; |
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una riflessione e discussione sul tema della scienza e della tecnologia e del loro ruolo nella società, sulla base di discipline quali la storia, la sociologia e la filosofia della scienza e della tecnologia; |
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una ricerca di genere, compresa l'integrazione della dimensione di genere in tutti i settori della ricerca e la promozione del ruolo delle donne nella ricerca e negli organi decisionali in ambito scientifico; |
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la creazione di un ambiente aperto che sappia suscitare la curiosità dei bambini e dei giovani per le scienze, intensificando l'istruzione scientifica a tutti i livelli, comprese le scuole, e promuovendo l'interesse e la piena partecipazione alle scienze tra i giovani provenienti da ogni settore; |
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un rafforzamento del ruolo della ricerca condotta presso le università ed altri istituti d'istruzione superiore e del loro impegno nelle sfide poste dalla globalizzazione; |
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una migliore interazione nella comunicazione e comprensione reciproca tra il mondo scientifico e il più vasto pubblico dei responsabili politici, dei mezzi di comunicazione e della popolazione in generale, aiutando gli scienziati a comunicare e a presentare con maggiore efficacia il loro lavoro e sostenendo l'informazione, le pubblicazioni e i mezzi di comunicazione scientifici. |
Tali attività assumeranno principalmente la forma di progetti di ricerca, studi, collegamenti in rete e scambi, eventi pubblici e iniziative, premi, inchieste e raccolta di dati. In molti casi comporteranno partenariati internazionali con organizzazioni di paesi terzi.
SOSTENERE LO SVILUPPO COERENTE DELLE POLITICHE IN MATERIA DI RICERCA
Obiettivi
Accrescere l'efficacia e la coerenza delle politiche nazionali e comunitarie in materia di ricerca e la loro articolazione con altre politiche, migliorando l'impatto della ricerca pubblica e i suoi collegamenti con l'industria e rafforzando il sostegno pubblico e il suo effetto leva sugli investimenti da parte del settore privato.
Motivazione
Aumentare gli investimenti nel settore della ricerca e dello sviluppo fino all'obiettivo del 3 % e migliorarne l'efficacia è una delle principali priorità della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Pertanto, la definizione di politiche efficaci volte ad accrescere gli investimenti pubblici e privati nel settore della ricerca rappresenta una delle principali preoccupazioni delle autorità pubbliche, nella prospettiva di accelerare la transizione verso un'economia competitiva basata sulla conoscenza. Ciò richiede un'adattabilità delle politiche di ricerca, la mobilitazione di una vasta gamma di strumenti, il coordinamento delle iniziative attraverso le frontiere nazionali e l'impiego di altre politiche atte a creare condizioni migliori per la ricerca.
Attività
Le attività intraprese in questo ambito integreranno le attività di coordinamento previste dal programma di cooperazione e saranno volte a migliorare la coerenza e l'incidenza delle politiche e delle iniziative regionali, nazionali e comunitarie (ad es. programmi di finanziamento, legislazione, raccomandazioni e orientamenti). Le attività saranno le seguenti:
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il monitoraggio e l'analisi delle politiche pubbliche e delle strategie industriali nel campo della ricerca, compreso il loro impatto e lo sviluppo di indicatori volti a produrre informazioni e dati a sostegno della definizione, dell'attuazione, della valutazione e del coordinamento transnazionale delle politiche; |
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il rafforzamento, su base volontaria, del coordinamento delle politiche nel settore della ricerca mediante azioni volte ad attuare il «metodo aperto di coordinamento» (OMC) e iniziative di cooperazione transnazionale di tipo «bottom-up» intraprese a livello nazionale o regionale su temi di interesse comune. |
ATTIVITÀ DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Per diventare competitiva e svolgere un ruolo trainante a livello mondiale, la Comunità europea ha bisogno di una politica internazionale forte e coerente in materia di scienza e tecnologia. Le azioni internazionali realizzate a titolo dei diversi programmi nell'ambito del settimo programma quadro saranno attuate nel contesto di una strategia globale di cooperazione internazionale.
Tale politica internazionale persegue tre obiettivi interdipendenti:
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sostenere la competitività europea mediante partenariati strategici con paesi terzi in settori scientifici selezionati e invitando i migliori scienziati dei paesi terzi a lavorare in e con l'Europa; |
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agevolare i contatti con i partner dei paesi terzi per favorire un migliore accesso alle ricerche condotte nel mondo; |
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affrontare problemi specifici che colpiscono i paesi terzi o problemi di portata mondiale, sulla base dell'interesse e dei vantaggi reciproci. |
La cooperazione con i paesi terzi nell'ambito del settimo programma quadro coinvolgerà in particolare i seguenti gruppi di paesi:
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i paesi candidati; |
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i paesi confinanti con l'UE, i paesi partner mediterranei, i paesi dei Balcani occidentali (17) e i paesi dell'Europa dell'Est e dell'Asia centrale (18); |
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i paesi in via di sviluppo, con particolare attenzione alle specifiche necessità di ciascuno dei paesi o delle regioni in questione (19); |
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le economie emergenti. |
Le azioni di cooperazione internazionale di orientamento tematico saranno svolte nell'ambito del programma «Cooperazione». Le azioni internazionali concernenti il potenziale umano saranno condotte nell'ambito del programma «Persone».
Nell'ambito del programma «Capacità» saranno attuate azioni di sostegno orizzontale e misure vertenti su argomenti che non rientrano in un'area tematica o interdisciplinare specifica contemplata nel programma «Cooperazione» e potrebbero essere integrate, in un numero limitato di casi, da azioni di cooperazione specifiche di interesse reciproco. Si cercherà di migliorare la coerenza delle attività nazionali sostenendo il coordinamento dei programmi nazionali in materia di cooperazione scientifica internazionale. Tenuto conto dell'esperienza acquisita con l'INTAS e sulla base dei lavori svolti da questa associazione nell'ambito della cooperazione con i paesi dell'Europa orientale e dell'Asia centrale, saranno intraprese nell'ambito del presente programma e dei programmi «Cooperazione» e «Persone» attività che offrano continuità.
Sarà assicurato il coordinamento generale delle azioni di cooperazione internazionale nell'ambito dei diversi programmi del settimo programma quadro, nonché con altri strumenti comunitari.
AZIONI NON NUCLEARI DEL CENTRO COMUNE DI RICERCA (CCR)
Obiettivo
Fornire un supporto scientifico e tecnico orientato alle esigenze dei clienti nel processo di elaborazione delle politiche comunitarie, facilitando l'attuazione e il controllo delle politiche esistenti e rispondendo alle nuove esigenze strategiche.
Motivazione
L'indipendenza del CCR dagli interessi particolari, tanto privati che nazionali, assieme alle competenze tecniche di cui dispone, consente al Centro di favorire la comunicazione e la ricerca del consenso tra le parti interessate (associazioni industriali, gruppi di azione in materia ambientale, autorità competenti degli Stati membri, altri istituti di ricerca, ecc.) e i responsabili dell'elaborazione delle politiche, soprattutto a livello comunitario e in particolare con il Parlamento europeo. Grazie al sostegno scientifico e tecnologico che offre, il CCR contribuisce a rendere il processo decisionale delle politiche comunitarie più efficace, trasparente e basato su validi fondamenti scientifici. Se e quando opportuno le attività di ricerca realizzate dal CCR dovrebbero essere coordinate con le attività di ricerca realizzate nell'ambito dei temi del programma specifico «Cooperazione», al fine di evitare sovrapposizioni e doppioni.
Il CCR rafforzerà la sua posizione nel settore della ricerca europea. Facilitando l'accesso alle sue strutture da parte di ricercatori europei e non europei, compresi ricercatori all'inizio della loro attività, intensificherà la sua cooperazione con altre organizzazioni di ricerca pubbliche e private, migliorerà continuamente la qualità scientifica delle sue attività e contribuirà in modo più scientifico alla formazione, che resterà un'importante priorità per il CCR.
L'utilità e la credibilità del sostegno del CCR alle politiche comunitarie sono strettamente collegate alla qualità delle sue competenze scientifiche e alla sua integrazione nella comunità scientifica internazionale. Pertanto, il CCR continuerà ad investire nelle attività di ricerca e di istituzione di reti con altri centri di eccellenza in settori rilevanti. Parteciperà ad azioni indirette relative a tutti i settori della ricerca, prestando particolare attenzione ai sistemi di riferimento scientifici comuni, alla creazione di reti, alla formazione e alla mobilità, alle infrastrutture di ricerca e alla partecipazione alle Piattaforme tecnologiche e agli strumenti di coordinamento, nella misura in cui possiede le competenze necessarie per apportare un valore aggiunto.
Il CCR continuerà a promuovere attivamente l'integrazione dei nuovi Stati membri e dei paesi candidati nelle sue attività alla stregua degli Stati membri dell'UE dei 15.
Attività
Le priorità del CCR verteranno su settori che rivestono importanza strategica per l'Unione e nei quali il suo contributo si traduce in un elevato valore aggiunto. Continuerà a fornire sostegno scientifico e tecnico alle politiche comunitarie in settori chiave quali lo sviluppo sostenibile, i cambiamenti climatici, i prodotti alimentari, l'energia, i trasporti, le sostanze chimiche, i metodi alternativi alla sperimentazione animale, la politica in materia di ricerca, le tecnologie dell'informazione, i metodi e i materiali di riferimento, la biotecnologia, i rischi, i pericoli e le ripercussioni socioeconomiche. Le sue attività saranno intensificate nei settori di principale interesse per la Comunità:
— |
Prosperità in una società ad alto coefficiente di conoscenze
|
— |
Solidarietà e gestione responsabile delle risorse
|
— |
Libertà, sicurezza e giustizia
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— |
|
(1) Nell'intero settimo programma quadro, il termine «PMI» comprende anche le microimprese.
(2) In particolare con le attività svolte dalla struttura intergovernativa EUREKA. Inoltre l'esperienza acquisita dai raggruppamenti EUREKA potrebbe essere importante per le iniziative tecnologiche congiunte nei settori connessi.
(3) Ivi compreso il sostegno finanziario per le attività di amministrazione e coordinamento delle attività COST.
(4) Il temine «bioeconomia» comprende tutte le industrie ed i settori economici che producono, gestiscono e sfruttano, in un modo o nell'altro, risorse biologiche e relativi servizi, industrie di produzione o di consumo, come l'agricoltura, i prodotti alimentari, la pesca, la silvicoltura ecc.
(5) «Le scienze della vita e la biotecnologia — Una strategia per l'Europa»; COM(2002)0027.
(6) La ricerca complementare concernente la gestione sostenibile e la conservazione delle risorse naturali rientra nell'ambito del tema «Ambiente» (che comprende i cambiamenti climatici).
(7) COM(2000)0769.
(8) COM(2005)0265.
(9) COM(2006)0105.
(10) La ricerca complementare concernente la produzione e l'uso delle risorse biologiche è ripresa nell'ambito del tema «Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie».
(11) I programmi di ricerca delle pertinenti piattaforme tecnologiche europee saranno presi in considerazione nelle diverse attività.
(12) COM(2001)0370.
(13) L'industria aeronautica europea investe il 14 % del suo fatturato nella ricerca, l'industria automobilistica europea quasi il 5 % e il vantaggio competitivo di cui gode il settore cantieristico europeo deriva interamente dalla RST.
(14) ACARE: Consiglio consultivo per la ricerca aeronautica in Europa (Advisory Council for Aeronautics Research in Europe). Avviato nel 2001, è il primo esempio operativo di una piattaforma tecnologica; ERRAC: Comitato consultivo europeo per la ricerca ferroviaria (European Rail Research Advisory Council); ERTRAC: Comitato consultivo europeo di ricerca sul trasporto su strada (European Road Transport Research Advisory Council); Piattaforma tecnologica WATERBORNE (WATERBORNE Technology Platform).
(15) L'ESFRI è stato istituito nell'aprile 2002. L'ESFRI riunisce i rappresentanti dei 25 Stati membri dell'UE, designati dai Ministri responsabili per la ricerca, nonché un rappresentante della Commissione. I paesi associati al programma quadro per la ricerca sono stati invitati ad aderire al Forum nel 2004.
(16) Le regioni di convergenza sono quelle individuate all'articolo 5 del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione (GU L 210 del 31.7.2006, pag. 25). Tale concetto include le regioni dell'obiettivo di convergenza, le regioni ammissibili ai finanziamenti del Fondo di coesione e le regioni ultraperiferiche.
(17) Diversi dai paesi candidati associati.
(18) In precedenza chiamati nuovi Stati indipendenti: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Kazakstan, Kirghizistan, Moldova, Russia, Tagikistan, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan.
(19) Tenendo presente che l'America Latina comprende sia paesi in via di sviluppo sia economie emergenti.
ALLEGATO II
RIPARTIZIONE INDICATIVA TRA I PROGRAMMI
La ripartizione indicativa tra i programmi è la seguente (in milioni di EUR):
|
32 413 |
||
Salute |
6 100 |
||
Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie |
1 935 |
||
Tecnologie dell'informazione e della comunicazione |
9 050 |
||
Nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione |
3 475 |
||
Energia |
2 350 |
||
Ambiente (ivi compresi i cambiamenti climatici) |
1 890 |
||
Trasporti (ivi compresa l'aeronautica) |
4 160 |
||
Scienze socioeconomiche e umanistiche |
623 |
||
Spazio |
1 430 |
||
Sicurezza |
1 400 |
||
|
7 510 |
||
|
4 750 |
||
|
4 097 |
||
Infrastrutture di ricerca |
1 715 |
||
Ricerca a favore delle PMI |
1 336 |
||
Regioni della conoscenza |
126 |
||
Potenziale di ricerca |
340 |
||
Scienza nella società |
330 |
||
Sviluppo coerente di politiche di ricerca |
70 |
||
Attività di cooperazione internazionale |
180 |
||
|
1 751 |
||
TOTALE |
50 521 |
Disposizioni particolari relative al meccanismo di finanziamento con ripartizione del rischio (RSFF)
I bilanci indicativi per i programmi «Cooperazione» e «Capacità» comprendono contributi alla BEI per la costituzione dell'RSFF di cui all'allegato III. Le decisioni del Consiglio che adottano i programmi specifici fonti di contributo stabiliranno, tra l'altro, le modalità di esecuzione secondo cui la Commissione deciderà come ridistribuire ad altre attività del programma quadro il contributo comunitario all'RSFF, e le entrate da esso generate, non utilizzati dalla BEI.
Il settimo programma quadro apporterà all'RSFF un contributo massimo di 500 milioni di EUR all'RSFF fino al 2010. Per il periodo 2010-2013, vi sarà la possibilità di mobilizzare fino ad un ulteriore importo di 500 milioni di EUR a seguito della valutazione del Parlamento europeo e del Consiglio a norma della procedura descritta all'articolo 7, paragrafo 2 della presente decisione sulla base di una relazione della Commissione contenente informazioni sulla partecipazione delle PMI e delle università, sull'adempimento dei criteri di selezione del settimo programma quadro, il tipo di progetti sostenuti e la domanda per lo strumento in questione, la durata della procedura di autorizzazione, i risultati dei progetti e la distribuzione dei fondi.
All'importo reso disponibile dal settimo programma quadro deve associarsi un importo equivalente proveniente dalla BEI. Il contributo deriverà dai programmi «Cooperazione» (fino a un massimo di 800 milioni di EUR con contributo proporzionale di tutte le priorità tematiche, tranne la ricerca relativa alle scienze socioeconomiche e umanistiche) e «Capacità» (fino a 200 milioni di EUR dalla linea per le infrastrutture di ricerca).
L'importo sarà messo progressivamente a disposizione della BEI tenendo conto del livello della domanda.
Ai fini di un avvio rapido con una massa critica di risorse, sarà progressivamente stanziato nel bilancio un importo dell'ordine di 500 milioni di EUR per il periodo precedente la valutazione intermedia del settimo programma quadro, di cui all'articolo 7, paragrafo 2 della presente decisione.
(1) Comprese le Iniziative tecnologiche congiunte (corredate del piano finanziario, ecc.) e la parte delle attività di coordinamento e di cooperazione internazionale da finanziare nell'ambito dei temi.
(2) Lo scopo è quello di far sì che almeno il 15% dei fondi disponibili nell'ambito del settore «Cooperazione» del programma sia destinato alle PMI.
ALLEGATO III
MECCANISMI DI FINANZIAMENTO
Azioni indirette
Le attività che beneficeranno del sostegno del settimo programma quadro saranno finanziate tramite una serie di «meccanismi di finanziamento». Tali meccanismi saranno utilizzati, da soli o in combinazione tra loro, per finanziare azioni realizzate tramite il programma quadro.
Le decisioni relative ai programmi specifici, i programmi di lavoro e gli inviti a presentare proposte specificheranno, se del caso:
— |
il tipo o i tipi di meccanismi utilizzati per finanziare le diverse azioni; |
— |
le categorie di partecipanti (ad esempio, gli istituti di ricerca, le università, le imprese, le PMI e le autorità pubbliche) che ne sono destinatarie; |
— |
i tipi di attività (quali ricerca e sviluppo tecnologico, dimostrazione, gestione, formazione, divulgazione e altre attività correlate) che possono essere finanziate tramite ciascun meccanismo. |
Ove siano applicabili più meccanismi di finanziamento, i programmi di lavoro possono precisare quale meccanismo debba essere utilizzato per il tema oggetto dell'invito a presentare proposte.
I meccanismi di finanziamento sono i seguenti:
a) |
A sostegno delle azioni realizzate principalmente sulla base degli inviti a presentare proposte:
|
b) |
Per sostenere le azioni attuate in forza delle decisioni del Consiglio e del Parlamento europeo (o del Consiglio in consultazione con il Parlamento europeo), sulla base di una proposta della Commissione, la Comunità fornirà un sostegno finanziario alle iniziative su grande scala che beneficiano di una pluralità di finanziamenti.
|
La Comunità darà esecuzione ai meccanismi di finanziamento descritti nella parte a) in conformità delle disposizioni del regolamento che sarà adottato a norma dell'articolo 167 del trattato, delle pertinenti misure di aiuto di Stato, in particolare la disciplina comunitaria per gli aiuti di Stato alla ricerca e allo sviluppo, nonché delle regole internazionali applicabili in questo campo. Conformemente al citato quadro internazionale, dovrà essere possibile adeguare di volta in volta la portata e la forma della partecipazione finanziaria del programma quadro, in particolare se si prevede l'intervento di altre fonti di finanziamento del settore pubblico, anche comunitarie quali la BEI.
Oltre al sostegno finanziario diretto concesso ai partecipanti alle azioni di ricerca e sviluppo europee, la Comunità deve facilitare l'accesso di questi ultimi al finanziamento con ricorso al credito mediante il «meccanismo di finanziamento con ripartizione del rischio» concedendo una sovvenzione alla BEI. La sovvenzione comunitaria sarà utilizzata dalla BEI, partner nella ripartizione del rischio, per contribuire alla dotazione e all'allocazione dei capitali destinati al finanziamento dei prestiti e delle garanzie sulle risorse proprie. Non vi sarà alcun impegno ulteriore per il bilancio comunitario. Fatte salve e nel rispetto delle modalità che saranno stabilite dal regolamento adottato a norma dell'articolo 167 del trattato e delle decisioni del Consiglio che adottano i programmi specifici, il meccanismo consentirà alla BEI di aumentare l'ammontare dei finanziamenti per le azioni di ricerca e sviluppo europee (ad esempio iniziative tecnologiche congiunte, progetti di grandi dimensioni compresi i progetti Eureka, nuove infrastrutture di ricerca e progetti realizzati dalle PMI) in modo da contribuire a ovviare alle carenze del mercato.
Per i partecipanti ad un'azione indiretta stabiliti in una regione in ritardo di sviluppo (regioni di convergenza e regioni ultraperiferiche (1)), ogniqualvolta sia possibile e opportuno sarà attivato un finanziamento complementare dei Fondi strutturali. Nel caso della partecipazione di organismi dei paesi candidati, un contributo supplementare dagli strumenti finanziari di preadesione può essere concesso a condizioni analoghe. Le disposizioni finanziarie dettagliate relative alle azioni della parte «Infrastrutture di ricerca» del programma «Capacità» del settimo programma quadro saranno definite in modo da assicurare un'effettiva complementarità tra il finanziamento comunitario per la ricerca e altri strumenti nazionali e comunitari, in particolare i Fondi strutturali.
Azioni dirette
Le attività intraprese dalla Comunità e attuate dal Centro comune di ricerca sono definite azioni dirette.
(1) Le regioni di convergenza sono quelle individuate all'articolo 5 del regolamento (CE) n. 1083/2006. Tale concetto include le regioni dell'obiettivo di convergenza, le regioni ammissibili ai finanziamenti dal Fondo di coesione e le regioni ultraperiferiche.
30.12.2006 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
L 412/42 |
DICHIARAZIONI DELLA COMMISSIONE
Articolo 6
Per il 7o programma quadro, la Commissione europea propone di mantenere lo stesso quadro etico di riferimento del 6o programma per quanto riguarda le decisioni in materia di finanziamento UE delle ricerche sulle cellule staminali embrionali umane.
La Commissione europea propone di mantenerlo in quanto, in base all'esperienza accumulata, ha consentito di elaborare un approccio responsabile in un settore scientifico molto promettente e ha dimostrato di funzionare adeguatamente nell'ambito di un programma di ricerca a cui partecipano ricercatori di molti paesi in cui esistono normative alquanto diverse.
(1) |
La decisione concernente il 7o programma quadro esclude espressamente dal finanziamento comunitario tre settori di ricerca:
|
(2) |
Non sarà finanziata alcuna attività che risulti vietata in tutti gli Stati membri. Non saranno finanziate in uno Stato membro attività proibite in tale paese. |
(3) |
La decisione concernente il 7o PQ e le disposizioni per il quadro etico che disciplinano il finanziamento comunitario della ricerca sulle cellule staminali embrionali umane non comportano alcun giudizio di valore in merito al quadro normativo o etico che disciplina tali ricerche negli Stati membri. |
(4) |
Negli inviti a presentare proposte, la Commissione non richiede esplicitamente l'uso di cellule staminali embrionali umane. La decisione di utilizzare cellule staminali umane, adulte o embrionali, spetta ai ricercatori in funzione dell'obiettivo che intendono conseguire. Nella pratica, gran parte dei fondi comunitari per la ricerca sulle cellule staminali è destinata a cellule staminali adulte e non vi è motivo che la situazione cambi nell'ambito del 7o PQ. |
(5) |
I progetti che prevedono l'utilizzazione di cellule staminali embrionali umane devono superare una valutazione scientifica nell'ambito della quale degli esperti indipendenti del settore esaminano la necessità di utilizzare questo tipo di cellule per conseguire gli obiettivi scientifici perseguiti. |
(6) |
Le proposte che superano la valutazione scientifica sono successivamente oggetto di un esame etico rigoroso organizzato dalla Commissione europea. In tale esame si tiene conto dei principi contenuti nella Carta UE dei diritti fondamentali e nelle convenzioni internazionali in materia come la Convenzione del Consiglio d'Europa sui diritti umani e la biomedicina firmata a Oviedo il 4 aprile 1997 e i suoi protocolli aggiuntivi e la Dichiarazione universale sul genoma umano e i diritti umani adottata dall'UNESCO. L'esame etico è utile anche per accertare che le proposte rispettino la normativa dei paesi in cui saranno effettuate le ricerche in questione. |
(7) |
In determinati casi l'esame etico può svolgersi nel corso della realizzazione del progetto. |
(8) |
Tutti i progetti che comportano l'utilizzo di cellule staminali embrionali umane devono ottenere l'approvazione dei comitati etici nazionali o locali responsabili, prima dell'avvio dei lavori. Tutte le regole e le procedure nazionali devono essere rispettate, anche in materia di consenso parentale e assenza di incentivi finanziari ecc. Si controllerà anche se il progetto contiene riferimenti a licenze e a misure di controllo che le autorità competenti dello Stato membro in cui si svolge la ricerca dovranno adottare. |
(9) |
Le singole proposte che superano la valutazione scientifica, gli esami etici nazionali o locali e l'esame etico europeo possono essere presentate, ai fini dell'approvazione, agli Stati membri che si riuniscono sotto forma di comitato di regolamentazione. I progetti che comportano l'uso di cellule staminali embrionali umane e non ottengono l'approvazione degli Stati membri non beneficeranno di finanziamenti. |
(10) |
La Commissione europea continuerà a operare per rendere pienamente accessibili a tutti i ricercatori i risultati della ricerca comunitaria sulle cellule staminali, a vantaggio dei pazienti di tutti i paesi. |
(11) |
La Commissione europea sosterrà le azioni e le iniziative che contribuiranno al coordinamento e alla razionalizzazione della ricerca sulle cellule staminali embrionali umane (HESC) secondo un approccio etico responsabile. In particolare la Commissione finanzierà un registro europeo delle linee cellulari staminali embrionali umane. Il sostegno a favore di tale registro consentirà di monitorare le cellule staminali embrionali umane esistenti in Europa e di ottimizzarne l'uso da parte dei ricercatori, contribuendo al contempo ad evitare superflue derivazioni di nuove linee cellulari staminali. |
(12) |
La Commissione europea manterrà le pratiche attuali e non presenterà al comitato di regolamentazione proposte di progetti comprendenti attività di ricerca che prevedono la distruzione di embrioni umani, anche se ciò avviene per la produzione di cellule staminali. Il mancato finanziamento di questa fase della ricerca non impedirà alla Comunità di finanziare fasi successive che comportano l'uso di cellule staminali embrionali umane. |
Tema «Energia»
I dieci temi del programma Cooperazione comprendono attività di ricerca che stanno alla base della formulazione, attuazione e valutazione delle politiche comunitarie alle quali la Commissione attribuisce un ruolo determinante. La Commissione accoglie positivamente l'importanza che il Parlamento europeo riserva alla politica energetica in generale e alla promozione dell'efficienza energetica e alle fonti di energia rinnovabili in particolare. Per consentire al Parlamento di seguire l'attuazione del programma, la Commissione intende proseguire la politica di trasparenza e continuare a fornire le informazioni necessarie. Le informazioni sui progetti finanziati dal programma quadro saranno interamente disponibili al pubblico su Internet. In particolare, almeno ogni due anni si cercherà di offrire una presentazione esauriente dei progetti che si occupano dell'uso razionale ed efficiente dell'energia e del ruolo delle fonti energetiche rinnovabili.
Idee
Nell'ambito della relazione sullo stato di avanzamento citata all'articolo 7, paragrafo 2, che precede la valutazione intermedia, la Commissione presenterà al Parlamento europeo e al Consiglio, entro la prima metà del 2008, una comunicazione sulla metodologia e sui criteri applicabili alla valutazione che gli esperti indipendenti dovranno realizzare sulle strutture e sui meccanismi del Consiglio Europeo della Ricerca. Eventualmente, la Commissione presenterà una proposta volta ad adeguare il programma quadro.
30.12.2006 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
L 412/44 |
DECISIONE N. 1983/2006/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 18 dicembre 2006
relativa all'anno europeo del dialogo interculturale (2008)
IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l'articolo 151, paragrafo 5, primo trattino,
vista la proposta della Commissione,
visto il parere del Comitato economico e sociale europeo (1),
visto il parere del Comitato delle regioni (2),
deliberando secondo la procedura di cui all'articolo 251 del trattato (3),
considerando quanto segue:
(1) |
Secondo il trattato che la istituisce, la Comunità europea ha il compito di creare un'unione sempre più stretta tra i popoli dell'Europa e di contribuire allo sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune. |
(2) |
L'effetto combinato degli allargamenti successivi dell'Unione europea (UE), della maggiore mobilità dovuta al mercato unico, dei flussi migratori vecchi e nuovi, dell'intensificazione degli scambi con il resto del mondo attraverso il commercio, l'istruzione, le attività ricreative e la globalizzazione in generale, accresce le interazioni tra cittadini europei e quanti vivono nell'UE e le diverse culture, lingue, etnie e religioni in Europa e altrove. |
(3) |
I cittadini europei e tutti coloro che vivono nell'UE in modo temporaneo o permanente dovrebbero pertanto avere l'opportunità di partecipare al dialogo interculturale e realizzarsi pienamente in una società diversa, pluralista, solidale e dinamica, non soltanto in Europa, ma in tutto il mondo. |
(4) |
Al centro del progetto europeo, è importante fornire i mezzi per il dialogo interculturale e il dialogo tra i cittadini per rafforzare il rispetto della diversità culturale e rispondere alle complesse esigenze delle nostre società e della coesistenza di identità culturali e credi diversi. È inoltre importante sottolineare il contributo delle varie culture al patrimonio e al modo di vivere degli Stati membri dell'UE e riconoscere che la cultura e il dialogo interculturale costituiscono gli strumenti per eccellenza per imparare a vivere insieme armoniosamente. |
(5) |
Il dialogo interculturale contribuisce così alla realizzazione di varie priorità strategiche dell'UE, in particolare:
|
(6) |
Il dialogo interculturale costituisce una dimensione importante di molteplici politiche e strumenti comunitari, nei settori dei fondi strutturali, dell'istruzione, dell'apprendimento permanente, della gioventù, della cultura, della cittadinanza e dello sport, della parità di genere, dell'occupazione e degli affari sociali, della lotta contro le discriminazioni e l'esclusione sociale, della lotta contro il razzismo e la xenofobia, dell'asilo e dell'integrazione degli immigrati, dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile, della politica audiovisiva e della ricerca. |
(7) |
Esso costituisce altresì un aspetto di rilievo crescente nelle relazioni esterne dell'UE, in particolare con i paesi in fase di adesione e candidati all'adesione, i paesi dei Balcani occidentali, i paesi candidati ad accordi di associazione con l'UE, i paesi partner della politica europea di vicinato e altri paesi terzi, in particolare i paesi in via di sviluppo. |
(8) |
Sulla base di esperienze e iniziative comunitarie, è fondamentale promuovere la partecipazione ad un dialogo interculturale di ogni cittadino, uomo e donna in modo paritetico, di ogni Stato membro e della società europea nel suo insieme, specie tramite la cooperazione strutturata con la società civile. Questa impostazione contribuisce a creare un sentimento d'identità europea integrando le differenze e dando forma ai vari aspetti dell'appartenenza a una comunità. |
(9) |
Ai fini della presente decisione, la nozione di «cittadinanza attiva europea» non dovrebbe applicarsi ai soli cittadini dell'UE secondo la definizione dell'articolo 17 del trattato CE, ma ad ogni persona che viva in modo permanente o temporaneo nell'UE. |
(10) |
I valori comuni dell'UE sono quelli definiti nell'articolo 6 del trattato sull'Unione europea. |
(11) |
È essenziale assicurare la complementarità e un'impostazione orizzontale di tutte le azioni comunitarie, nazionali, regionali e locali che comportano una forte dimensione di dialogo interculturale, visto che l'anno europeo del dialogo interculturale contribuirà a renderle più visibili e coerenti. La pianificazione di azioni a livello sia comunitario sia nazionale deve tener conto, se del caso, dell'esperienza maturata con le azioni realizzate nell'ambito dell'anno europeo delle pari opportunità per tutti (2007). |
(12) |
L'anno europeo del dialogo interculturale dovrebbe anche contribuire a integrare il dialogo interculturale quale priorità orizzontale e trasversale delle politiche, nelle azioni e nei programmi comunitari enucleando e condividendo le migliori prassi nella sua promozione. Un riconoscimento visibile delle prassi e dei progetti migliori nel settore del dialogo interculturale incoraggerà le parti interessate e promuoverà l'idea in seno alla società civile. |
(13) |
Potrebbe essere sviluppata, se del caso, la cooperazione con altre istituzioni internazionali, come il Consiglio d'Europa e l'UNESCO, in particolare per tener conto della loro esperienza e competenza nella promozione del dialogo interculturale. |
(14) |
Occorrerà altresì garantire la complementarità tra l'anno europeo del dialogo interculturale e tutti gli aspetti esterni delle iniziative di promozione del dialogo interculturale sviluppate nei quadri appropriati, comprese quelle con i paesi dell'EFTA parti dell'accordo SEE, i paesi dei Balcani occidentali e i paesi partner della politica europea di vicinato. Sarà inoltre importante assicurare la complementarità con ogni altra iniziativa di cooperazione con i paesi terzi, in particolare con i paesi in via di sviluppo, che sia pertinente per gli obiettivi dell'anno europeo del dialogo interculturale. |
(15) |
Le azioni di dialogo interculturale da sviluppare nell'ambito degli strumenti pertinenti in materia di relazioni esterne dovrebbero fra l'altro riflettere l'interesse reciproco connesso con lo scambio di esperienze e di valori coi paesi terzi e promuovere la conoscenza reciproca, il rispetto e la comprensione delle rispettive culture. |
(16) |
La presente decisione si rivolge agli Stati membri. I paesi candidati all'adesione dovrebbero essere strettamente associati alle azioni intraprese nell'ambito dell'anno europeo del dialogo interculturale attraverso iniziative di promozione dello sviluppo del dialogo interculturale nei quadri pertinenti di cooperazione e di dialogo, in particolare nel contesto del dialogo tra le società civili dell'UE e di tali paesi (4). |
(17) |
La presente decisione stabilisce, per tutta la durata dell'azione, una dotazione finanziaria che costituisce per l'autorità di bilancio, nel quadro della procedura di bilancio annuale, il riferimento privilegiato, ai sensi del punto 37 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (5). |
(18) |
Le misure necessarie per l'attuazione della presente decisione sono adottate secondo la decisione 1999/468/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, recante modalità per l'esercizio delle competenze di esecuzione conferite alla Commissione (6). Un comitato consultivo è ritenuto appropriato al tipo e alla portata dell'azione prevista. |
(19) |
Poiché gli obiettivi della presente decisione non possono essere realizzati in misura sufficiente dagli Stati membri e possono dunque, a causa della necessità, in particolare, di partenariati multilaterali e di scambi transnazionali su scala comunitaria, essere realizzati meglio a livello comunitario, la Comunità può intervenire in base al principio di sussidiarietà sancito dall'articolo 5 del trattato. La presente decisione si limita a quanto è necessario per conseguire tali obiettivi in ottemperanza al principio di proporzionalità enunciato nello stesso articolo, |
HANNO ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
Oggetto
L'anno 2008 è proclamato «anno europeo del dialogo interculturale» per contribuire a dare espressione e un elevato profilo a un processo sostenuto di dialogo interculturale che continuerà oltre l'anno stesso.
Articolo 2
Obiettivi
1. Gli obiettivi generali dell'anno europeo del dialogo interculturale sono di contribuire a:
— |
promuovere il dialogo interculturale come processo in cui quanti vivono nell'UE possono migliorare la loro capacità di adattarsi ad un ambiente culturale più aperto ma anche più complesso in cui, nei diversi Stati membri e anche all'interno di ciascuno di essi, coesistono identità culturali e credenze diverse; |
— |
mettere in evidenza il dialogo interculturale come opportunità di contribuire a una società pluralistica e dinamica, in Europa e nel mondo intero, e da essa trarre profitto; |
— |
sensibilizzare quanti vivono nell'UE, in particolare i giovani, all'importanza di sviluppare una cittadinanza europea attiva e aperta sul mondo, rispettosa della diversità culturale e fondata sui valori comuni dell'UE definiti nell'articolo 6 del trattato UE e nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea; |
— |
porre in risalto il contributo delle varie culture ed espressioni della diversità culturale al patrimonio e ai modi di vita degli Stati membri. |
2. Gli obiettivi specifici dell'anno europeo del dialogo interculturale sono i seguenti:
— |
cercare di sensibilizzare quanti vivono nell'UE, in particolare i giovani, all'importanza di partecipare al dialogo interculturale nella vita quotidiana; |
— |
adoperarsi per identificare, condividere e dare un riconoscimento europeo visibile alle migliori pratiche di promozione del dialogo interculturale in tutta l'UE, in particolare tra i giovani e i bambini; |
— |
rafforzare il ruolo dell'istruzione come mezzo importante per insegnare la diversità, aumentare la comprensione delle altre culture e sviluppare competenze e migliori prassi sociali, nonché mettere in evidenza il ruolo centrale dei mezzi di comunicazione nella promozione del principio di uguaglianza e della comprensione reciproca; |
— |
rendere più visibili e coerenti e promuovere tutti i programmi e le azioni della Comunità che contribuiscono al dialogo interculturale e assicurarne la continuità; |
— |
contribuire ad esplorare nuovi approcci al dialogo interculturale che implichino la cooperazione di un'ampia varietà di attori dei diversi settori. |
Articolo 3
Contenuto dei provvedimenti
I provvedimenti adottati per conseguire gli obiettivi di cui all'articolo 2 sono specificati nell'allegato.
Essi comprendono la realizzazione delle seguenti attività o un sostegno alle stesse:
a) |
manifestazioni e iniziative di portata europea che mirano a promuovere il dialogo interculturale, coinvolgendo direttamente o raggiungendo in altro modo il maggior numero possibile di persone, e mettono in rilievo le realizzazioni e le esperienze sul tema dell'anno europeo del dialogo interculturale; |
b) |
manifestazioni ed iniziative a livello nazionale e regionale con una forte dimensione europea dirette a promuovere gli obiettivi dell'anno europeo del dialogo interculturale, coinvolgendo direttamente o raggiungendo in altro modo il maggior numero possibile di persone con specifico riferimento ad azioni relative all'educazione civica e alla percezione dell'altro nella sua differenza; |
c) |
campagne d'informazione e di promozione, in particolare in cooperazione con organi d'informazione e organizzazioni della società civile a livello comunitario e nazionale per diffondere i messaggi chiave relativi agli obiettivi dell'anno europeo del dialogo interculturale e al riconoscimento delle migliori prassi, soprattutto tra i giovani e i bambini; |
d) |
indagini e studi su scala comunitaria o nazionale e consultazioni con reti transnazionali e con le parti interessate della società civile al fine di valutare e documentare la preparazione, l'efficacia e l'impatto dell'anno europeo del dialogo interculturale per gettare le basi dei suoi sviluppi a lungo termine. |
Articolo 4
Cooperazione degli Stati membri
Ogni Stato membro designa un organismo nazionale di coordinamento o un organismo amministrativo equivalente, incaricato di organizzare la partecipazione di questo Stato membro all'anno europeo del dialogo interculturale e comunica alla Commissione la sua designazione entro un mese dall'adozione della presente decisione.
Ogni Stato membro provvede a che il summenzionato organismo associ in modo appropriato le varie parti interessate al dialogo interculturale a livello nazionale, regionale e locale.
Il succitato organismo provvede al coordinamento, a livello nazionale, delle azioni relative all'anno europeo del dialogo interculturale.
Articolo 5
Attuazione
1. Le misure necessarie per l'attuazione della presente decisione sono adottate secondo la procedura di cui all'articolo 6, paragrafo 2.
2. Occorre rivolgere un'attenzione particolare alla cooperazione con le istituzioni europee, in particolare il Parlamento europeo.
Articolo 6
Comitato
1. La Commissione è assistita da un comitato.
2. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applicano gli articoli 3 e 7 della decisione 1999/468/CE, tenendo conto delle disposizioni dell'articolo 8 della stessa.
3. Il comitato adotta il proprio regolamento interno.
4. I rappresentanti nazionali nel comitato sono nominati, di preferenza, dall'organismo nazionale di coordinamento di cui all'articolo 4.
Articolo 7
Disposizioni finanziarie
1. Le misure di portata comunitaria di cui alla parte A dell'allegato possono essere sovvenzionate, fino a un importo pari all'80 % del loro costo totale, dal bilancio generale dell'Unione europea.
2. Le misure di cui alla parte B dell'allegato possono essere sovvenzionate, fino a un importo pari al 50 % del loro costo totale, dal bilancio generale dell'Unione europea, secondo la procedura di cui all'articolo 8.
3. Le misure di portata comunitaria di cui alla parte C dell'allegato danno luogo a un appalto pubblico o alla concessione di sovvenzioni finanziate dal bilancio generale dell'Unione europea.
Articolo 8
Procedura di presentazione e di selezione delle domande
1. Le decisioni di concessione di sovvenzioni sono prese dalla Commissione secondo la procedura di cui all'articolo 6, paragrafo 2. La Commissione assicura una ripartizione equa ed equilibrata tra gli Stati membri e tra i diversi settori di attività interessati, tenendo conto al tempo stesso della qualità dei progetti proposti.
2. Le domande di sovvenzione, presentate ai sensi dell'articolo 7, paragrafo 2, sono presentate alla Commissione dall'organismo di cui all'articolo 4.
Articolo 9
Organizzazioni internazionali
Ai fini dell'anno europeo del dialogo interculturale, la Commissione può cooperare con le organizzazioni internazionali appropriate, in particolare con il Consiglio d'Europa e l'UNESCO, cercando con scrupolo di garantire la visibilità della partecipazione dell'UE.
Articolo 10
Ruolo della Commissione
1. La Commissione assicura la coerenza tra le misure previste dalla presente decisione e le altre azioni e iniziative comunitarie.
2. La Commissione si adopera affinché i paesi candidati siano associati all'anno europeo del dialogo interculturale sulla base della loro partecipazione a numerosi programmi comunitari che comprendono una dimensione di dialogo interculturale e sviluppando iniziative specifiche nei quadri adeguati, in particolare nell'ambito del dialogo tra le società civili dell'UE e di paesi candidati.
3. La Commissione assicura la complementarità tra le misure adottate per raggiungere gli obiettivi dell'anno europeo del dialogo interculturale e le iniziative che possono essere sviluppate in quadri pertinenti di cooperazione e di dialogo, con i paesi dell'EFTA parti dell'accordo SEE, i paesi dei Balcani occidentali e i paesi partner della politica europea di vicinato.
4. La Commissione assicura la complementarità con ogni altra iniziativa di cooperazione con i paesi terzi, in particolare con i paesi in via di sviluppo, pertinenti per gli obiettivi di dialogo interculturale per l'anno europeo.
Articolo 11
Bilancio
1. La dotazione finanziaria per l'attuazione della presente decisione per il periodo dal 1o gennaio 2007 al 31 dicembre 2008 è pari a 10 000 000 EUR. L'azione preparatoria deve limitarsi al 30 % del bilancio globale.
2. Gli stanziamenti annuali sono autorizzati dall'autorità di bilancio entro i limiti del quadro finanziario.
Articolo 12
Tutela degli interessi finanziari della Comunità
1. La Commissione assicura che, quando sono attuate azioni finanziate a norma della presente decisione, gli interessi finanziari della Comunità sono salvaguardati mediante l'applicazione di misure preventive contro la frode, la corruzione e qualsiasi altra attività illegale, controlli efficaci e il recupero degli importi indebitamente versati e, quando sono accertate irregolarità, mediante l'applicazione di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive, a norma dei regolamenti (CE, Euratom) n. 2988/95 del Consiglio, del 18 dicembre 1995, relativo alla tutela degli interessi finanziari delle Comunità (7), del regolamento (Euratom, CE) n. 2185/96 del Consiglio, dell'11 novembre 1996, relativo ai controlli e alle verifiche sul posto effettuati dalla Commissione ai fini della tutela degli interessi finanziari delle Comunità europee contro le frodi e altre irregolarità (8), e del regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 1999, relativo alle indagini svolte dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) (9).
2. Per quanto riguarda le azioni comunitarie finanziate a norma della presente decisione, per irregolarità ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 2 del regolamento (CE, Euratom) n. 2988/95 s'intende qualsiasi violazione di una disposizione del diritto comunitario o qualsiasi inadempimento di un obbligo contrattuale derivante da un'azione o da un'omissione di un operatore economico che abbia o possa avere come conseguenza un pregiudizio al bilancio generale dell'Unione europea o a bilanci gestiti dalle Comunità, attraverso una spesa indebita.
3. La Commissione riduce, sospende o recupera l'importo del contributo finanziario a favore di un'azione se accerta irregolarità, in particolare l'inosservanza delle disposizioni della presente decisione, della decisione individuale o del contratto che assegna il contributo finanziario in questione, o se risulta che, senza che sia stata chiesta l'approvazione della Commissione, l'azione è stata oggetto di una modifica rilevante incompatibile con la natura o con le condizioni d'attuazione della suddetta azione.
4. Qualora non siano state rispettate le scadenze o qualora la realizzazione di un'azione giustifichi solo una parte del sostegno concesso, la Commissione invita il beneficiario a comunicarle osservazioni entro un termine prestabilito. Qualora il beneficiario non fornisca spiegazioni adeguate, la Commissione può annullare il sostegno finanziario residuo e procedere al recupero dei fondi già erogati.
5. Tutti gli importi indebitamente versati sono restituiti alla Commissione. Gli importi non restituiti a tempo debito sono maggiorati dei relativi interessi di mora, alle condizioni stabilite dal regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio, del 25 giugno 2002, che stabilisce il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee (10).
Articolo 13
Vigilanza
1. Per ogni azione finanziata a norma della presente decisione il beneficiario trasmette relazioni tecniche e finanziarie sullo stato di avanzamento dei lavori. Entro tre mesi dal completamento dell'azione è inoltre trasmessa una relazione finale. La Commissione stabilisce la forma e l'oggetto delle relazioni.
2. Per un periodo di cinque anni dopo l'ultimo pagamento relativo ad un'azione, il beneficiario del sostegno finanziario tiene a disposizione della Commissione tutti i documenti giustificativi relativi alle spese sostenute in relazione a tale azione.
3. La Commissione adotta tutte le misure necessarie per verificare che i progetti finanziati siano realizzati correttamente e nel rispetto delle disposizioni della presente decisione e del regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002.
Articolo 14
Seguito e valutazione
Entro il 31 dicembre 2009 la Commissione presenta una relazione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'attuazione, i risultati e la valutazione generale delle misure di cui all'articolo 3 per fungere da base a future politiche, misure ed azioni dell'UE in tale settore.
Articolo 15
Entrata in vigore
La presente decisione entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.
Articolo 16
Destinatari
Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, addì 18 dicembre 2006
Per il Parlamento europeo
Il presidente
J. BORRELL FONTELLES
Per il Consiglio
Il presidente
J.-E. ENESTAM
(1) GU C 185 dell'8.8.2006, pag. 42.
(2) GU C 206 del 29.8.2006, pag. 44.
(3) Parere del Parlamento europeo del 1o giugno 2006, (non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale), posizione comune del Consiglio del 14 novembre 2006 (non ancora pubblicata nella Gazzetta ufficiale) e posizione del Parlamento europeo del 12 dicembre 2006 (non ancora pubblicata nella Gazzetta ufficiale).
(4) Cfr. la comunicazione della Commissione del 29 giugno 2005 al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa al dialogo tra le società civili dell'UE e dei paesi candidati.
(5) GU C 139 del 14.6.2006, pag. 1.
(6) GU L 184 del 17.7.1999, pag. 23. Decisione modificata dalla decisione 2006/512/CE (GU L 200 del 22.7.2006, pag. 11).
(7) GU L 312 del 23.12.1995, pag. 1.
(8) GU L 292 del 15.11.1996, pag. 2.
(9) GU L 136 del 31.5.1999, pag. 1.
(10) GU L 248 del 16.9.2002, pag. 1.
ALLEGATO
MISURE DI CUI ALL'ARTICOLO 3
A. Cofinanziamento di azioni su scala comunitaria
Un numero limitato di azioni emblematiche di portata europea miranti alla sensibilizzazione, specie dei giovani, agli obiettivi dell'anno europeo del dialogo interculturale può fruire di un contributo comunitario fino all'80 % del costo totale.
Queste azioni possono in particolare consistere in manifestazioni, tra cui manifestazioni comunitarie di apertura e di chiusura dell'anno europeo del dialogo interculturale in cooperazione con le presidenze in esercizio nel corso dell'anno 2008.
Indicativamente, circa il 30 % della dotazione finanziaria totale sarà destinato a queste azioni.
B. Cofinanziamento di azioni su scala nazionale
Azioni a livello nazionale con una forte dimensione europea possono soddisfare le condizioni richieste per fruire di un contributo comunitario fino al 50 % del costo totale.
Queste azioni possono riguardare in particolare il cofinanziamento di un'iniziativa nazionale per Stato membro.
Indicativamente, circa il 30 % della dotazione finanziaria totale sarà destinato a queste azioni.
C. Azioni su scala comunitaria
1) |
Azioni di informazione e di promozione comprendenti:
|
2) |
Altre azioni: Indagini, studi su scala comunitaria e consultazioni con reti transnazionali e con i soggetti interessati della società civile al fine di valutare e di riferire sulla preparazione per l'anno europeo del dialogo interculturale e gettare le basi dei suoi sviluppi a lungo termine. |
3) |
Il finanziamento assumerà generalmente la forma di acquisto diretto di beni e di servizi tramite gare con procedura aperta e/o ristretta; potrà anche avvenire tramite sovvenzioni. Le risorse finanziarie dedicate alla voce C non superano il 40 % della dotazione finanziaria totale. |
D) Azioni che fruiscono di un sostegno comunitario non finanziario
La Comunità concederà un sostegno non finanziario, compresa l'autorizzazione scritta di utilizzare il logo, una volta elaborato, e altri materiali associati all'anno europeo del dialogo interculturale, ad iniziative di organismi pubblici o privati che garantiscano alla Commissione che tali iniziative, attuate nel corso del 2008, possono contribuire in misura rilevante al raggiungimento degli obiettivi dell'anno europeo del dialogo interculturale. Le iniziative organizzate in paesi terzi in associazione o in cooperazione con l'anno europeo del dialogo interculturale e non finanziate nell'ambito dello stesso potranno anch'esse fruire del sostegno non finanziario della Comunità e utilizzare il logo e altri materiali associati all'anno europeo del dialogo interculturale.