ISSN 1977-0944

Gazzetta ufficiale

dell'Unione europea

C 320

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Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

61° anno
10 settembre 2018


Sommario

pagina

 

I   Risoluzioni, raccomandazioni e pareri

 

RACCOMANDAZIONI

 

Consiglio

2018/C 320/01

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 del Belgio e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 del Belgio

1

2018/C 320/02

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Bulgaria e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Bulgaria

7

2018/C 320/03

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Repubblica ceca e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Repubblica ceca

12

2018/C 320/04

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Danimarca e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Danimarca

16

2018/C 320/05

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Germania e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Germania

19

2018/C 320/06

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 dell'Estonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 dell'Estonia

24

2018/C 320/07

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 dell'Irlanda e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 dell'Irlanda

27

2018/C 320/08

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Spagna e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Spagna

33

2018/C 320/09

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Francia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Francia

39

2018/C 320/10

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Croazia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Croazia

44

2018/C 320/11

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 dell'Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 dell'Italia

48

2018/C 320/12

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 di Cipro e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 di Cipro

55

2018/C 320/13

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Lettonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Lettonia

60

2018/C 320/14

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Lituania e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Lituania

64

2018/C 320/15

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 del Lussemburgo e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 del Lussemburgo

68

2018/C 320/16

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 dell'Ungheria e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 dell'Ungheria

72

2018/C 320/17

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 di Malta e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 di Malta

76

2018/C 320/18

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 dei Paesi Bassi e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 dei Paesi Bassi

80

2018/C 320/19

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 dell'Austria e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 dell'Austria

84

2018/C 320/20

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Polonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Polonia

88

2018/C 320/21

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 del Portogallo e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 del Portogallo

92

2018/C 320/22

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Romania e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Romania

98

2018/C 320/23

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Slovenia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Slovenia

103

2018/C 320/24

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Slovacchia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Slovacchia

107

2018/C 320/25

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Finlandia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Finlandia

112

2018/C 320/26

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 della Svezia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Svezia

116

2018/C 320/27

Raccomandazione del Consiglio, del 13 luglio 2018, sul programma nazionale di riforma 2018 del Regno Unito e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 del Regno Unito

119


IT

 


I Risoluzioni, raccomandazioni e pareri

RACCOMANDAZIONI

Consiglio

10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/1


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 del Belgio e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 del Belgio

(2018/C 320/01)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui il Belgio non è stato annoverato tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, il Belgio dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa al Belgio 2018, nella quale sono stati valutati i progressi compiuti dal Belgio nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(4)

Il 27 aprile 2018 il Belgio ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

Il Belgio è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetto alla regola del debito. Nel programma di stabilità 2018 il governo prevede un graduale miglioramento del saldo nominale, che passa da un disavanzo dell'1,0 % del PIL nel 2017 a un avanzo dello 0,1 % del PIL nel 2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine, fissato a una posizione di bilancio in pareggio in termini strutturali, dovrebbe essere raggiunto entro il 2020. Tuttavia, il saldo strutturale ricalcolato (6) continua a indicare un disavanzo pari allo 0,2 % nel 2020. Secondo il programma di stabilità 2018, dopo aver raggiunto il picco di quasi il 107 % nel 2014 ed essere sceso a circa il 103 % nel 2017, il rapporto tra debito pubblico e PIL dovrebbe diminuire al 94,6 % entro il 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Le misure a sostegno degli obiettivi di disavanzo pianificati a partire dal 2019 non sono invece state illustrate in modo esauriente; secondo le previsioni di primavera 2018 della Commissione questo fattore contribuisce, a politiche invariate, al previsto deterioramento del saldo strutturale nel 2019.

(7)

Il 23 maggio 2018 la Commissione ha pubblicato una relazione a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, TFUE perché nel 2017 il Belgio non ha compiuto progressi sufficienti verso la conformità con il parametro per la riduzione del debito. Sulla base dell'esame di tutti i fattori pertinenti, poiché attualmente non si dispone di dati sufficientemente solidi per concludere che il Belgio registra una deviazione significativa nel 2017 e nel biennio 2016-2017, la relazione non ha potuto concludere con certezza se il criterio del debito stabilito dal trattato e dal regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio (7) sia soddisfatto o meno. La Commissione valuterà nuovamente la conformità con il parametro per la riduzione del debito sulla base dei dati ex post per il 2018 che saranno comunicati nella primavera del 2019.

(8)

Il programma di stabilità 2018 indica che nel 2017 le misure relative alla sicurezza hanno avuto un impatto significativo sul bilancio e fornisce elementi di prova sufficienti della portata e della natura di tali costi di bilancio supplementari. Secondo la Commissione, le spese aggiuntive ammissibili ammontano nel 2017 allo 0,02 % del PIL per le misure relative alla sicurezza. Questa spesa aggiuntiva rientra nell'ambito di applicazione delle disposizioni dell'articolo 5, paragrafo 1, e dell'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97, dato che la gravità della minaccia terroristica è un evento inconsueto che ha rilevanti ripercussioni sulle finanze pubbliche del Belgio e visto che la sostenibilità non sarebbe compromessa se si consentisse una deviazione temporanea dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. Pertanto, al fine di tenere conto di questi costi supplementari, l'aggiustamento richiesto verso l'obiettivo di bilancio a medio termine per il 2017 è stato ridotto.

(9)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato al Belgio di assicurare un tasso nominale di crescita della spesa pubblica primaria netta (8) non superiore all'1,6 % nel 2018, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL. Nel contempo, si affermava che la valutazione del documento programmatico di bilancio per il 2018 e la successiva valutazione dei risultati di bilancio nel 2018 avrebbero dovuto tenere debitamente conto dell'obiettivo di realizzare una politica di bilancio il cui orientamento contribuisse sia a rafforzare la ripresa in corso, sia ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche del Belgio. Sulla scorta della sua valutazione circa la solidità della ripresa in Belgio, effettuata nell'ambito del parere sul documento programmatico di bilancio del Belgio per il 2018, tenendo debitamente conto delle sfide in materia di sostenibilità cui il paese è confrontato, la Commissione non ritiene necessario esaminare nessun elemento aggiuntivo a tale riguardo. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2018 e nel biennio 2017-2018 vi è il rischio di una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato verso l'obiettivo di bilancio a medio termine.

(10)

Per il 2019, in considerazione del rapporto debito pubblico/PIL del paese al di sopra del 60 % del PIL e del previsto divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale dello 0,4 %, in linea con l'aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL imposto dalla matrice comune di aggiustamento concordata nell'ambito del patto di stabilità e crescita, il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non dovrebbe essere superiore all'1,8 % del PIL. A politiche invariate, vi è un rischio di deviazione significativa dal suddetto requisito nel 2019 e nel biennio 2018-2019. Ad una prima analisi si prevede che il Belgio non soddisferà la regola del debito nel 2018 e nel 2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che a partire dal 2018 il Belgio debba adottare i necessari provvedimenti per conformarsi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. L'impiego di eventuali entrate straordinarie per ridurre ulteriormente il rapporto debito pubblico/PIL rappresenterebbe una risposta prudente.

(11)

La sostenibilità delle finanze pubbliche rimane una sfida. Anche se le riforme pensionistiche adottate nel 2015 hanno rappresentato un passo importante per affrontare i rischi a lungo termine dell'invecchiamento, la relazione 2018 sull'invecchiamento demografico evidenzia un aumento maggiore del previsto della spesa a lungo termine connessa all'invecchiamento, sia per le pensioni che per l'assistenza di lunga durata. Si prevede che la spesa pensionistica sarà aumentata di 2,9 punti percentuali del PIL nel 2070, a fronte di un aumento di 1,3 punti percentuali nel 2060 (e di una diminuzione di 0,1 punti percentuali del PIL in media per l'Unione) registrato nel precedente aggiornamento. A tale riguardo, la piena attuazione della tabella di marcia per le riforme stabilita dal governo potrebbe contribuire ad affrontare tali rischi. Inoltre, la spesa per l'assistenza di lunga durata dovrebbe aumentare, passando da un livello del 2,3 % del PIL già superiore alla media dell'Unione al 4,0 % del PIL entro il 2070. Se si riducesse la frammentazione della struttura organizzativa dell'assistenza di lunga durata, che è dovuta alla distribuzione delle competenze tra diversi livelli amministrativi, si potrebbe aumentare l'efficienza della spesa in questo settore.

(12)

Un efficace coordinamento di bilancio è fondamentale in uno Stato membro a struttura federale come il Belgio, in cui gran parte delle competenze di spesa è stata devoluta alle amministrazioni subnazionali. Per migliorare il coordinamento interno e recepire la componente di bilancio del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria (il «patto di bilancio»), nel 2013 il governo federale ha concluso con le regioni e le comunità un accordo di cooperazione allo scopo di definire su base pluriennale percorsi di bilancio generali e individuali, sorvegliati dal Consiglio superiore delle finanze. Il fatto che sia stato raggiunto un accordo su singoli obiettivi di bilancio da conseguire entro il 2020 è positivo. Manca però ancora un accordo formale sugli obiettivi di bilancio annuali a tutti i livelli di governo. Sono stati compiuti progressi riguardo all'istituzione di garanzie sufficienti per l'indipendenza del Consiglio superiore delle finanze.

(13)

Il contenimento della spesa potrebbe svolgere un ruolo più incisivo per il risanamento di bilancio. La spesa pubblica totale in percentuale del PIL è al di sopra della media della zona euro. Nonostante il loro potenziale di stimolo della crescita sul lungo periodo, gli investimenti pubblici sono bassi rispetto agli standard europei, in particolare in rapporto alla spesa pubblica totale. Oltre a un volume limitato di capitale pubblico, si registra anche un deterioramento della qualità delle infrastrutture pubbliche. Le revisioni della spesa possono contribuire a una ripartizione più intelligente delle spese e sostenere un risanamento favorevole alla crescita. A livello regionale, soltanto le Fiandre prevedono di introdurre un approccio di revisione della spesa nella procedura di bilancio. Inoltre, nessun livello di governo in Belgio è attualmente vincolato da norme nazionali in materia di spesa, ad eccezione di un massimale per la spesa sanitaria. Si tratta di un fattore in controtendenza rispetto all'adozione sempre più frequente di tali norme in tutta l'Unione il quale impedisce il risanamento di bilancio basato sulla spesa. Inoltre, i contributi versati al sistema belga di garanzia dei depositi non vengono investiti in un portafoglio separato di attività a basso rischio.

(14)

Nonostante una posizione patrimoniale complessivamente favorevole, la distribuzione del debito e delle attività tra le famiglie belghe evidenzia alcune sacche di vulnerabilità. A causa di un periodo prolungato in cui i prezzi delle abitazioni sono aumentati più rapidamente del reddito disponibile, accompagnato dal continuo aumento dell'indebitamento delle famiglie, la situazione finanziaria delle famiglie si è indebolita. Nell'aprile 2018 è stata attuata una misura macroprudenziale, incentrata in primo luogo sulla resilienza del settore bancario, per affrontare l'aumento dei rischi sistemici connessi al settore degli immobili residenziali. In futuro, il quadro nazionale per il processo decisionale macroprudenziale potrebbe essere migliorato in modo da aumentare la capacità dell'autorità macroprudenziale di ricorrere tempestivamente agli strumenti macroprudenziali. Attualmente i prezzi delle abitazioni sembrano essere leggermente sopravvalutati.

(15)

Come indicato nella raccomandazione per la zona euro, la lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva è fondamentale per impedire distorsioni della concorrenza tra le imprese, assicurare un trattamento equo dei contribuenti e tutelare le finanze pubbliche. Le ricadute delle strategie di pianificazione fiscale aggressiva tra gli Stati membri impongono un'azione coordinata delle politiche nazionali ad integrazione della legislazione dell'Unione. Il precedente sistema di deduzione fondato sugli «interessi nozionali» che poggiava sul capitale proprio è stato sostituito da un sistema incrementale. Il nuovo sistema che, come la deduzione per la crescita e gli investimenti proposta nell'ambito della base imponibile comune per l'imposta sulle società, ha una base incrementale, sarà limitato al capitale proprio incrementale calcolato sulla base di una media di cinque anni. Tale modifica è volta a contribuire alla neutralità di bilancio della riforma dell'imposta sulle società e a sopperire al rischio che il sistema sia utilizzato per una pianificazione fiscale aggressiva, fermo restando l'obiettivo di attenuare il problema della distorsione a favore del debito nella tassazione delle imprese. L'elaborazione attualmente in corso di un quadro normativo antiabuso mira a fugare le preoccupazioni relative all'assenza di norme specifiche in materia. Si tratta di uno sviluppo positivo. Tale quadro sarà attentamente controllato per garantire che le nuove norme prendano in considerazione tutte le forme di abuso. Sulla base di scambi recenti, la Commissione porterà avanti il dialogo costruttivo per lottare contro le strategie di pianificazione fiscale aggressiva attuate dai contribuenti.

(16)

La recente crescita economica è stata fonte di occupazione. La crescita dell'occupazione è stata vigorosa nel 2017 e il tasso di disoccupazione è attualmente vicino ai livelli pre-crisi. Tuttavia, per quanto riguarda il tasso di occupazione nella fascia di età compresa tra 20 e 64 anni (68,5 % nel 2017), il Belgio è ancora distante dal conseguimento del suo obiettivo della strategia Europa 2020 (73,2 %). Sono stati compiuti progressi limitati nella partecipazione dei gruppi svantaggiati al mercato del lavoro, in quanto l'inattività e la disoccupazione si riscontrano prevalentemente tra le persone scarsamente qualificate, le persone provenienti da un contesto migratorio e i lavoratori anziani, il che fa supporre che l'integrazione nel mercato del lavoro sia ostacolata da fattori tanto strutturali quanto di appartenenza a determinati gruppi. In particolare, le persone provenienti da un contesto migratorio, che costituiscono un'ampia percentuale della popolazione in età lavorativa, continuano ad ottenere risultati sfavorevoli sul mercato del lavoro e vi rappresentano quindi un grande potenziale inutilizzato. Nel 2016 il tasso di occupazione delle persone nate al di fuori dell'UE risultava pari al 49,1 %, ossia inferiore di oltre 20 punti percentuali a quello degli autoctoni (con un divario ancora più pronunciato per le donne). Le misure di attivazione potrebbero aiutare le persone provenienti da contesti svantaggiati, ma vi sono elementi per poter affermare che tali misure non sono ugualmente efficaci per tutti i gruppi della popolazione. Benché siano state adottate misure per contribuire a integrare i nuovi arrivati e ad affrontare il problema della discriminazione, si registra ancora una mancanza di coordinamento tra i diversi ambiti di intervento e i livelli politici per affrontare la sfida dell'integrazione delle persone provenienti da un contesto migratorio sul mercato del lavoro. Permangono forti disparità regionali nelle prestazioni del mercato del lavoro.

(17)

Nonostante gli sforzi volti a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, permangono forti disincentivi al lavoro per alcuni gruppi, come le famiglie monoparentali a salario medio o i secondi percettori di reddito. Malgrado le misure adottate in passato, nel 2016 il cuneo fiscale per una famiglia monoparentale con salario medio risultava ancora tra i più elevati dell'Unione. Anche la trappola della disoccupazione per coloro che percepiscono salari bassi (67 % del salario medio per una famiglia monoparentale) è tra le più elevate dell'Unione. Permangono forti disincentivi fiscali per i secondi percettori di reddito, principalmente donne.

(18)

La percentuale di posti vacanti è tra le più elevate dell'Unione, il che dimostra un grande squilibrio tra la domanda e l'offerta di competenze legato, tra l'altro, alla bassa mobilità e, soprattutto nella regione bilingue di Bruxelles, alle insufficienti conoscenze linguistiche. La partecipazione all'apprendimento permanente è bassa. Un maggiore impegno da parte delle singole persone e dei datori di lavoro verso l'apprendimento permanente è fondamentale per consentire alle persone di gestire le transizioni tra posti di lavoro.

(19)

Le riforme scolastiche che stanno introducendo le comunità fiamminga e francofona hanno permesso di realizzare alcuni progressi per quanto riguarda le pari opportunità di partecipazione a un'istruzione e a una formazione professionale di qualità. Tuttavia, nonostante i buoni risultati medi ottenuti rispetto alla dimensione internazionale, permangono le forti disuguaglianze di lunga data nel campo dell'istruzione. I risultati scolastici degli alunni di 15 anni mostrano una significativa variazione legata all'ambiente socioeconomico e allo status di migrante. Destano preoccupazione le differenze nei risultati tra le comunità fiamminga e francofona e la bassa rappresentanza dei gruppi svantaggiati fra gli studenti con risultati migliori in scienze, lettura e matematica. Gli ampi divari di rendimento tra le scuole vanno di pari passo con le disparità in termini di opportunità di istruzione. La percentuale di diplomati dell'istruzione terziaria è elevata, ma si riscontrano disparità nell'accesso a un'istruzione di qualità, carenze nelle competenze e disparità regionali. La proporzione di laureati in ambito scientifico, tecnologico e matematico è una delle più basse nell'Unione e le carenze in questi settori potrebbero diventare un grave ostacolo alla crescita e all'innovazione. La penuria di insegnanti desta preoccupazione, ma le riforme in materia di formazione degli insegnanti procedono a rilento. È necessario adeguare lo sviluppo professionale continuo degli insegnanti. Sia la comunità fiamminga che quella francofona hanno intrapreso importanti riforme dei loro sistemi di istruzione. L'attuazione di tali riforme è prevista per il prossimo decennio e oltre. Tuttavia, alla fine del 2017 le Fiandre hanno deciso di posticipare di un anno l'entrata in vigore di misure fondamentali di tali riforme. L'impatto delle riforme e delle misure dipenderà in gran parte dalla loro effettiva attuazione e dal loro monitoraggio.

(20)

Sono state varate solo riforme limitate per ovviare al quadro normativo restrittivo nel settore dei servizi. Le Fiandre hanno abolito la legislazione sullo stabilimento per una serie di professioni artigianali. Tuttavia, alcuni servizi professionali continuano ad essere fortemente regolamentati. Ne consegue che la concorrenza in questi settori è modesta e si registrano bassi tassi di ingresso di nuove imprese sul mercato. Nel settore dell'edilizia, vengono imposti regimi di autorizzazione orizzontali per l'accesso al mercato e, nonostante le misure adottate in questi ultimi anni, le licenze edilizie continuano a essere complesse. I tassi di ricambio nel settore edile belga sono ben al di sotto della media dell'Unione, il che potrebbe essere sintomo di una concorrenza insufficiente in questo settore. Ciò incide anche sulla realizzazione di importanti progetti infrastrutturali. Si registrano inoltre notevoli restrizioni nel settore dei servizi di trasporto stradale e ferroviario. La debole crescita della produttività dell'economia belga è riconducibile in gran parte alla scarsa crescita della produttività nel settore dei servizi. Le restrizioni normative si ripercuotono negativamente anche sugli utenti di questi servizi, in particolare il settore manifatturiero. Una riforma strutturale più approfondita dei principali settori dei servizi contribuirebbe a stimolare la crescita della produttività, essenziale per garantire la crescita futura e la sostenibilità delle finanze pubbliche.

(21)

Sono stati compiuti progressi limitati anche riguardo al funzionamento del commercio al dettaglio. Malgrado le recenti riforme, il settore risente ancora delle restrizioni normative che incidono sul suo rendimento e scoraggiano gli investimenti. I prezzi di numerose categorie di prodotti continuano a essere più alti che negli Stati membri limitrofi. Sono necessari ulteriori sforzi per rendere l'ambiente economico competitivo e favorevole agli investimenti affinché i consumatori ottengano una scelta più ampia di prodotti e prezzi più bassi. Nell'aprile 2018 la Commissione ha proposto buone pratiche per guidare le riforme degli Stati membri del settore del commercio al dettaglio.

(22)

L'imprenditorialità in Belgio rimane bassa, nonostante le riforme attuate negli ultimi anni e le misure di recente attuazione il cui impatto non è ancora stato valutato. Il dinamismo imprenditoriale langue e il tasso di creazione di imprese è tra i più bassi in Europa, di gran lunga inferiore alla media dell'Unione, accompagnato da un basso tasso di distruzione. Inoltre, l'onere amministrativo per le imprese rimane pesante ed è caratterizzato da procedure complesse e da un basso livello di certezza normativa.

(23)

Nel settore dei servizi pubblici digitali, il Belgio si colloca nella media. Mentre occupa una buona posizione globale nello sviluppo dell'economia digitale, è a un livello medio quanto ai servizi pubblici digitali. La struttura federale del Belgio pone difficoltà specifiche alla creazione di servizi di e-government coerenti e su scala nazionale. L'esistenza di sistemi disparati che non sono necessariamente interoperabili comporta delle perdite. Il sistema giudiziario suscita tuttora gravi preoccupazioni, in particolare per quanto riguarda il ritardo negli interventi, la digitalizzazione e l'attendibilità, la comparabilità e l'uniformità dei dati giudiziari. La realizzazione di iniziative volte a digitalizzare alcuni servizi per tutti gli organi giurisdizionali, quali e-Box o e-Deposit, è indietro rispetto al calendario previsto. Tuttavia, finché non sarà applicato un sistema uniforme di codificazione in tutti gli organi giurisdizionali, l'attendibilità e la comparabilità dei dati relativi all'efficienza dei procedimenti giudiziari rimarranno limitate.

(24)

Malgrado recenti riforme, il sistema fiscale belga resta complesso. La riforma dell'imposta sul reddito delle società consentirà di ridurre le aliquote previste per legge e contribuirà a semplificare il sistema. Tuttavia, vengono mantenute numerose esenzioni e incentivi distorsivi, come dimostra la tendenza all'aumento del numero globale di agevolazioni fiscali. Si potrebbero sfruttare meglio le possibilità offerte dallo spostamento del carico fiscale verso basi imponibili più favorevoli alla crescita. Le entrate derivanti da imposte ambientali sono tra le più basse dell'Unione. Il passaggio a una fiscalità veramente «verde» presenta invece numerose potenzialità, ad esempio per ovviare al trattamento fiscale favorevole concesso ai veicoli aziendali, i quali generano inquinamento atmosferico, congestione del traffico e emissioni di gas a effetto serra.

(25)

Sono stati registrati progressi limitati per quanto riguarda la congestione del traffico. La mobilità risente della carenza di investimenti pubblici nelle infrastrutture, degli incentivi fiscali distorsivi e della mancanza di concorrenza nel settore dei trasporti, fattori che provocano gravi problemi di congestione e ostacolano la crescita della produttività. Anno dopo anno si registra un aggravamento della congestione del traffico stradale, che scoraggia gli investimenti esteri e provoca notevoli costi sociali, economici e ambientali. Le sfide più urgenti riguardano il completamento e l'ammodernamento delle infrastrutture del trasporto ferroviario e stradale, in particolare attorno ad Anversa e Bruxelles e al loro interno. Si registrano inoltre notevoli restrizioni nel settore dei servizi di trasporto stradale e ferroviario. Le autorità possono incoraggiare un utilizzo più efficiente delle infrastrutture esistenti e un trasferimento modale dal trasporto individuale verso alternative di trasporto collettivo e a basse emissioni.

(26)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica del Belgio, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte al Belgio negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica del Belgio, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(27)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (9) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che il Belgio adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi l'1,8 % nel 2019, il che si traduce in un aggiustamento strutturale annuo pari allo 0,6 % del PIL. Sfruttare le entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL. Portare avanti le riforme pensionistiche previste e contenere l'aumento previsto della spesa per l'assistenza di lunga durata. Dare piena attuazione dell'accordo di cooperazione del 2013 per il coordinamento delle politiche di bilancio a tutti i livelli di governo. Migliorare l'efficienza e la composizione della spesa pubblica a tutti i livelli di governo per liberare risorse per gli investimenti pubblici, in particolare effettuando revisioni della spesa.

2.

Eliminare i disincentivi al lavoro e rafforzare l'efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro, in particolare per le persone poco qualificate, le persone provenienti da un contesto migratorio e i lavoratori anziani. Portare avanti le riforme in materia di istruzione e formazione, in particolare favorendo l'equità e aumentando la percentuale di laureati in ambito scientifico, tecnologico e matematico e in ingegneria.

3.

Ridurre l'onere normativo e amministrativo al fine di incentivare l'imprenditorialità e rafforzare la concorrenza nel settore dei servizi, in particolare del commercio al dettaglio, dell'edilizia e dei servizi professionali. Affrontare le crescenti sfide in materia di mobilità, in particolare attraverso investimenti in infrastrutture di trasporto nuove o in quelle esistenti e il potenziamento di incentivi all'uso dei mezzi di trasporto collettivo e a basse emissioni.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  Saldo corretto per il ciclo al netto delle misure una tantum e temporanee, ricalcolato dalla Commissione utilizzando la metodologia concordata.

(7)  Regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi (GU L 209 del 2.8.1997, pag. 6).

(8)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(9)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/7


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Bulgaria e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Bulgaria

(2018/C 320/02)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Bulgaria è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Bulgaria 2018, nella quale sono stati valutati i progressi compiuti dalla Bulgaria nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (3), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Bulgaria presenta squilibri macroeconomici. Alle vulnerabilità del settore finanziario si aggiungono il debito elevato e i crediti deteriorati nel settore delle imprese, in un contesto di adeguamento incompleto del mercato del lavoro.

(3)

Il 19 aprile 2018 la Bulgaria ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di convergenza 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni. Il programma nazionale di riforma 2018 della Bulgaria comprende impegni a breve e medio termine e affronta le sfide individuate nella relazione per paese del 2018. Il programma annuncia, in particolare, misure volte a rafforzare la vigilanza nel settore bancario e non bancario, a migliorare il regime di insolvenza e a ridurre le carenze residue fra quelle individuate nelle prove di stress del 2016. Sono inoltre previste misure per migliorare la riscossione delle imposte e affrontare il problema dell'economia sommersa, rendere più mirate le politiche attive del mercato del lavoro, rafforzare la protezione sociale e affrontare diverse sfide nei settori della sanità e dell'istruzione. Nel complesso, l'effettiva attuazione del programma nazionale di riforma 2018 contribuirebbe alla correzione degli squilibri.

(4)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(5)

La Bulgaria è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Partendo da un avanzo nominale dello 0,9 % del PIL nel 2017, il programma di convergenza 2018 del governo mira a raggiungere un bilancio equilibrato nel 2018 e un avanzo pari allo 0,3 % del PIL nel 2019, allo 0,5 % nel 2020 e allo 0,2 % nel 2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine — un disavanzo strutturale dell'1 % del PIL — dovrebbe continuare ad essere raggiunto, con un margine, durante l'intero periodo coperto dal programma. Secondo il programma di convergenza 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire gradualmente dal 25,4 % del PIL nel 2017 al 19,4 % nel 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Secondo le previsioni di primavera 2018 della Commissione, il saldo strutturale dovrebbe continuare a registrare un avanzo, diminuendo però dallo 0,9 % del PIL nel 2017 allo 0,5 % del PIL nel 2018, e rimanere allo stesso livello nel 2019. Il saldo strutturale dovrebbe quindi rimanere al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine in entrambi gli anni. Nel complesso, il Consiglio è del parere che la Bulgaria rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2018 e nel 2019.

(6)

È estremamente importante aumentare l'efficienza della politica di bilancio. Il gettito fiscale e l'osservanza degli obblighi tributari stanno migliorando, ma questo è dovuto più al miglioramento delle prospettive economiche che al miglioramento dell'amministrazione e della riscossione delle imposte. L'efficienza della spesa pubblica in alcuni settori è scarsissima. Le riforme nel campo della gestione delle finanze pubbliche sono importanti al riguardo e le attuali condizioni economiche e di bilancio sono particolarmente favorevoli alla loro realizzazione. I risultati economici delle imprese statali sono modesti rispetto ad altri paesi della regione e al settore privato, e costituiscono inoltre una fonte di incertezza e di rischio per le finanze pubbliche, perché gli arretrati di tali imprese sono passività potenziali. Nel complesso, la governance delle imprese statali rimane problematica e non rispetta gli standard internazionali. Le riforme in questo settore sono inoltre molto importanti per il contesto imprenditoriale.

(7)

La solidità del settore finanziario è in costante miglioramento, nonostante le vulnerabilità residue. Pur essendo stati ridotti, i crediti deteriorati delle imprese rimangono elevati. Le riserve di capitale sono in media buone, il che lascia margine per un risanamento dei bilanci. Si osservano progressi significativi per quanto riguarda il miglioramento della vigilanza nel settore finanziario, ma alcune misure importanti devono ancora essere attuate integralmente. È essenziale ridurre i rischi rimanenti associati all'esposizione delle parti collegate e migliorare la valutazione delle attività per rafforzare ulteriormente i bilanci e aumentare la resilienza delle banche e delle società di assicurazioni.

(8)

L'inefficacia del regime di insolvenza rallenta la riduzione dell'indebitamento del settore privato e il riassorbimento dei crediti deteriorati. Le procedure sono lunghe e il tasso di recupero è basso. Mancano ancora alcuni degli elementi necessari per un quadro funzionante, in particolare le norme sull'esdebitazione e sulla concessione di una seconda possibilità agli imprenditori entro un termine ragionevole dopo il fallimento. L'assenza di strumenti per la raccolta e il monitoraggio adeguato dei dati impedisce di valutare l'efficacia delle procedure vecchie o nuove, anche per la ristrutturazione delle imprese.

(9)

I livelli del lavoro non dichiarato rimangono alti, con implicazioni considerevoli in termini di gettito fiscale, condizioni di lavoro e adeguatezza del reddito dopo il pensionamento. Di recente la Bulgaria ha adottato una serie di misure volte a migliorare la situazione, tra cui contratti giornalieri nel settore agricolo, una migliore cooperazione tra autorità di bilancio e autorità del lavoro e maggiori sforzi per accrescere la consapevolezza delle conseguenze negative per i dipendenti. L'efficienza di queste misure dipenderà dalla loro effettiva attuazione. Accelerare la transizione verso l'economia formale è di fondamentale importanza per promuovere una crescita inclusiva e garantire a tutti condizioni di lavoro eque.

(10)

Il mercato del lavoro è migliorato, ma presenta ancora problemi. Il tasso di occupazione è tornato ai livelli pre-crisi e il tasso di disoccupazione è al di sotto della media dell'Unione. Ciò nonostante, non tutte le persone in età lavorativa beneficiano allo stesso modo degli sviluppi positivi del mercato occupazionale. I disoccupati di lunga durata, i giovani inattivi, i Rom e le persone che vivono nelle regioni più povere e nelle zone rurali hanno tuttora notevoli difficoltà ad inserirsi o a reinserirsi nel mercato del lavoro. L'invecchiamento e la diminuzione della popolazione, a cui si aggiunge un tasso di attività inferiore alla media dell'Unione, determinano una carenza di manodopera e di competenze, compromettendo quindi le prospettive a lungo termine dell'economia. Sarebbe quindi opportuno concentrarsi maggiormente sulla riqualificazione e sulla formazione. La partecipazione al mercato del lavoro e l'occupabilità potrebbero essere migliorate mediante una combinazione di misure di sensibilizzazione, politiche attive del mercato del lavoro e servizi sociali efficaci.

(11)

Le disparità in termini di reddito e accesso ai servizi (istruzione, sanità e alloggi) e il rischio di povertà o di esclusione sociale rimangono fra i più elevati dell'Unione. Nel 2016 due quinti della popolazione erano a rischio di povertà o di esclusione sociale, mentre il reddito del 20 % più ricco delle famiglie era pari a quasi otto volte quello del 20 % più povero. La spesa per la protezione sociale è modesta, anche per quanto riguarda il regime di reddito minimo generale la cui copertura e adeguatezza sono limitate, così come il suo impatto in termini di riduzione della povertà e delle disuguaglianze. Manca un meccanismo obiettivo per la revisione dei livelli delle prestazioni sociali. Nonostante i recenti miglioramenti relativi all'adeguatezza delle prestazioni di assistenza sociale e delle pensioni minime, il sistema di protezione sociale non assicura livelli di sostegno sufficienti ai gruppi più vulnerabili o svantaggiati, come i Rom, i minori, gli anziani, le persone con disabilità e gli abitanti delle zone rurali. L'erogazione dei servizi sociali rimane carente e la loro integrazione con i servizi del mercato del lavoro e altri servizi è incompleta.

(12)

Non esiste un meccanismo chiaro e trasparente per la fissazione del salario minimo e negli ultimi sei anni la percentuale di lavoratori retribuiti al livello minimo è più che raddoppiata. L'assenza di un meccanismo di questo genere può impedire di trovare il giusto equilibrio tra sostegno all'occupazione e alla competitività e tutela dei redditi da lavoro. Essa crea inoltre un'incertezza che può incidere negativamente sulla prevedibilità delle condizioni in cui operano le imprese. Nell'intento di ovviare al problema, il governo ha presentato proposte relative a un meccanismo per la fissazione del salario minimo, ma le parti sociali non hanno raggiunto un accordo in proposito. Le previsioni di bilancio del governo comprendevano inoltre aumenti del salario minimo fino al 2020. Nel 2018 la Bulgaria ha ratificato la Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro concernente la fissazione dei salari minimi. Questo potrebbe costituire un buon punto di partenza per la creazione di un meccanismo obiettivo.

(13)

L'accesso limitato all'assistenza sanitaria dovuto alla bassa spesa pubblica, alla distribuzione disomogenea delle limitate risorse e alla scarsa copertura dell'assicurazione sanitaria costituisce tuttora un problema serio. Il basso livello della spesa pubblica deve essere compensato da un'elevata spesa privata, principalmente sotto forma di pagamenti diretti. La percentuale di bulgari non coperti da un'assicurazione sanitaria è elevata rispetto alla percentuale relativa alla maggior parte degli Stati membri. Le differenze fra i distretti nella distribuzione dei medici e il basso numero di infermieri costituiscono ancora un problema. È invece positiva la recente diminuzione del numero di medici che lasciano la Bulgaria. Per ovviare a queste carenze si dovrebbe ricorrere a misure quali la strategia nazionale per la sanità.

(14)

Nonostante le misure adottate di recente per modernizzare il sistema di istruzione, i risultati scolastici sono mediocri e fortemente influenzati dallo status socioeconomico. I bambini provenienti da famiglie svantaggiate, in particolare i Rom, non godono di pari opportunità. Gli elevati livelli di abbandono scolastico incidono negativamente sulla futura occupabilità e sul funzionamento del mercato del lavoro. La disponibilità di asili, scuole e classi etnicamente misti costituisce ancora un problema per l'offerta di un'istruzione di qualità nell'ambito del sistema scolastico generale. La riforma dei programmi di studio mira a migliorare i risultati scolastici e le competenze digitali. Il livello delle competenze digitali rimane tuttavia uno dei più bassi dell'Unione e varia a seconda dei gruppi socioeconomici. Nonostante le misure adottate di recente, la pertinenza dell'istruzione e della formazione professionale rispetto alle esigenze del mercato del lavoro rimane insufficiente. È in corso la riforma dell'istruzione superiore, ma non sarà facile ovviare alla carenza di competenze visti gli squilibri dei profili dei laureati tra i diversi settori. La partecipazione degli adulti all'apprendimento è molto bassa, malgrado la necessità di migliorare le competenze. In un contesto di invecchiamento pronunciato fra gli insegnanti, sono state varate misure per ovviare alle future carenze. Nonostante i recenti miglioramenti, i programmi di formazione degli insegnanti devono essere ulteriormente potenziati.

(15)

Molte delle misure contenute nella strategia nazionale in materia di appalti pubblici sono state intraprese, ma le autorità nazionali dovrebbero adoperarsi con maggiore impegno per garantirne l'effettiva attuazione. A detta delle associazioni di imprese e delle organizzazioni non governative, la situazione generale nel settore degli appalti pubblici ha già iniziato a migliorare. Tuttavia, la trasparenza e la corruzione destano ancora preoccupazione. Il maggior ricorso all'aggiudicazione diretta e il numero elevato di offerte singole potrebbero compromettere notevolmente la trasparenza e l'efficacia del sistema. È in corso la prima valutazione indipendente delle nuove funzioni di controllo dell'agenzia per gli appalti pubblici. Sarebbero necessari aggiornamenti periodici per ottimizzare ulteriormente tali funzioni. I problemi rimanenti in termini di capacità amministrativa, anche a livello comunale, impongono di adoperarsi con ulteriore impegno per promuovere la professionalizzazione e la standardizzazione e di prendere seriamente in considerazione le possibilità offerte dalle centrali di committenza. L'aggregazione della domanda potrebbe inoltre migliorare l'efficacia e generare risparmi in relazione al sistema di appalti nel settore sanitario. Occorrerà un'ulteriore riflessione su come prevenire i ritardi nell'attuazione dei grandi progetti pubblici.

(16)

Le carenze strutturali e la notevole frammentazione del sistema di ricerca, sviluppo e innovazione ne limitano il contributo alla produttività e alla crescita. Il settore manifatturiero è ancora dominato dai segmenti a bassa tecnologia e l'innovazione è molto limitata. Il livello della spesa pubblica e delle imprese per la ricerca e lo sviluppo è particolarmente basso. La lentezza nell'attuazione delle riforme ostacola il passaggio a un sistema orientato all'innovazione. Sebbene il paese vanti un gran numero di università e istituti di ricerca, solo pochi di essi ottengono risultati scientifici di qualità. La commercializzazione della ricerca rimane un chiaro punto debole. Il sistema di finanziamento della ricerca risente della mancanza di bandi di gara aperti, di valutazioni internazionali e di modalità di concessione dei finanziamenti agli istituti di ricerca sulla base dei risultati. La cooperazione pubblico-privato nel settore della ricerca e dello sviluppo è limitata. Il prestigioso «Sofia Tech Park» presenta ancora diversi problemi, tra cui: governance inefficiente, gestione instabile, utilizzazione insufficiente delle infrastrutture scientifiche e mancanza di un impegno finanziario a lungo termine da parte del governo. La trasformazione strutturale, associata a una governance efficace e a un livello stabile di risorse pubbliche per la ricerca e l'innovazione, può massimizzare l'impatto sulla produttività e sulla crescita e agevolare la transizione dell'economia verso attività con un maggior valore aggiunto, in linea con la strategia di specializzazione intelligente.

(17)

Il contesto imprenditoriale deve essere ulteriormente migliorato. È stata adottata una serie di riforme, la cui attuazione pratica accusa però un certo ritardo. Il settore delle imprese presenta ancora problemi di corruzione, carenze istituzionali e offerta insufficiente di manodopera. La riforma della pubblica amministrazione e l'introduzione dell'e-government procedono a rilento. Una maggiore trasparenza, norme più chiare e una prospettiva a lungo termine potrebbero migliorare la governance nel settore pubblico. Il ruolo del dialogo sociale può inoltre evolversi ulteriormente, all'occorrenza con l'aiuto delle autorità pubbliche. Le carenze infrastrutturali si rispecchiano nella scarsa efficacia e nelle prestazioni insufficienti del settore dei trasporti. Il mercato del trasporto ferroviario di passeggeri ha risentito anche della mancanza di una concorrenza effettiva. Devono ancora essere adottate misure mirate ed efficaci per ridurre l'inquinamento atmosferico.

(18)

Nel 2017 la Bulgaria ha continuato ad adoperarsi per riformare il suo sistema giudiziario e ovviare alle carenze nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. Le nuove elezioni del Consiglio superiore della magistratura hanno confermato l'impatto positivo delle riforme costituzionali e legislative attuate nel 2015 e nel 2016. Sono state adottate riforme del codice penale per migliorare il sistema di perseguimento dei casi di corruzione ad alto livello e sono all'esame ulteriori riforme. All'inizio del 2018 è stata adottata una legge che istituisce una nuova autorità anticorruzione unica per rafforzare la prevenzione e la dissuasione della corruzione ad alto livello. Nell'ambito del meccanismo di cooperazione e verifica, la Commissione continua a monitorare la riforma giudiziaria e la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata in Bulgaria. Questi ambiti, pertanto, non sono contemplati dalle raccomandazioni specifiche per paese rivolte alla Bulgaria, ma sono pertinenti per lo sviluppo di un contesto imprenditoriale positivo nel paese.

(19)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Bulgaria, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di convergenza 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Bulgaria negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Bulgaria, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(20)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza 2018 ed è del parere (5) che la Bulgaria rispetterà il patto di stabilità e crescita.

(21)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di convergenza 2018. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti 2 e 3,

RACCOMANDA che la Bulgaria adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Migliorare la riscossione delle imposte e l'efficienza della spesa pubblica, anche accelerando l'attuazione di misure volte a ridurre l'economia informale. Potenziare il quadro sulla governance delle imprese statali in linea con le buone pratiche internazionali.

2.

Adottare misure di follow-up in seguito alla revisione del settore finanziario e attuare i piani d'azione in materia di vigilanza per rafforzare il controllo e la stabilità del settore. Assicurare una valutazione adeguata delle attività, comprese le garanzie bancarie, rafforzando le procedure di esame e di audit. Portare a termine la riforma del regime di insolvenza e promuovere un mercato secondario efficiente per i crediti deteriorati.

3.

Aumentare l'occupabilità dei gruppi svantaggiati attraverso il miglioramento delle competenze e il potenziamento delle misure di attivazione. Aumentare l'offerta di un'istruzione inclusiva e di qualità nell'ambito del sistema scolastico generale, in particolare per i Rom e gli altri gruppi svantaggiati. In linea con la strategia nazionale per la sanità e con il relativo piano d'azione, migliorare l'accesso ai servizi sanitari, anche riducendo le prestazioni non rimborsabili e affrontando il problema della carenza di operatori sanitari. Introdurre un meccanismo di revisione del reddito minimo periodico e trasparente per migliorarne la copertura e l'adeguatezza.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/12


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Repubblica ceca e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Repubblica ceca

(2018/C 320/03)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Repubblica ceca non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Repubblica ceca 2018, nella quale sono stati valutati i progressi compiuti dalla Repubblica ceca nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (3), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 30 aprile 2018 la Repubblica ceca ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di convergenza 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(5)

La Repubblica ceca è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel suo programma di convergenza 2018 il governo prevede un avanzo di bilancio in termini nominali nel periodo 2018-2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine — ossia un disavanzo strutturale dell'1,0 % del PIL — continuerà ad essere rispettato con un margine durante l'intero periodo di riferimento del programma. Secondo il programma di convergenza 2018 il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire progressivamente fino a scendere al 29,9 % nel 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. I rischi che gravano sul conseguimento degli obiettivi di bilancio sembrano sostanzialmente compensati, con un aumento superiore al previsto degli investimenti pubblici e un'ulteriore crescita delle retribuzioni del settore pubblico. Secondo le previsioni di primavera 2018 della Commissione, il saldo strutturale dovrebbe diminuire per attestarsi a circa lo 0,9 % del PIL nel 2018 e allo 0,2 % del PIL nel 2019, restando al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine. Nel complesso, il Consiglio è del parere che la Repubblica ceca rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2018 e 2019.

(6)

A lungo termine la Repubblica ceca continua a evidenziare rischi medi per la sostenibilità di bilancio. Se i costi dell'invecchiamento demografico costituiranno una sfida per l'assistenza sanitaria e l'assistenza a lungo termine, le modifiche del sistema pensionistico meritano un'attenzione particolare. Le proiezioni aggiornate delle spese connesse all'invecchiamento della popolazione indicano un aumento più elevato rispetto a quanto previsto nella «Relazione 2015 sull'invecchiamento demografico». La spesa pensionistica dovrebbe aumentare, passando dall'8,2 % del PIL nel 2016 al 10,9 % del PIL nel 2070. Tale previsto aumento è principalmente riconducibile all'età pensionabile massima stabilita dalla legge, fissata a 65 anni. L'allineamento dell'età pensionabile prevista per legge alla speranza di vita non è infatti automatico; al contrario, il governo dovrà rivedere tale limite massimo ogni cinque anni, a partire dal 2019. Dal momento che tale aspetto è lasciato alla discrezionalità del governo, le attuali proiezioni della spesa pensionistica non tengono conto delle revisioni dell'età pensionabile. Inoltre, l'indicizzazione delle pensioni è ora più generosa, giacché considera il 50 % della crescita dei salari reali anziché il 33 %, come avveniva in passato. L'impatto di queste modifiche sulla spesa sarà pari a 2 punti percentuali del PIL nel 2070. Anche altre modifiche, attualmente in discussione, quali l'innalzamento dell'importo base delle pensioni e l'aumento delle pensioni per i pensionati più anziani, peggiorano gli indicatori di sostenibilità. Per quanto riguarda la spesa sanitaria pubblica, le proiezioni indicano che a lungo termine dovrebbe aumentare di 1,1 punti percentuali del PIL, al di sopra dell'aumento medio dell'Unione, stimato in 0,9 punti percentuali. In questo contesto, ci sono segnali di un uso inefficiente delle risorse per quanto riguarda le spese per le prestazioni sanitarie ambulatoriali e ospedaliere.

(7)

La nuova legge sulla responsabilità di bilancio in vigore dall'inizio del 2017, che ha istituito un consiglio di bilancio indipendente, ha notevolmente rafforzato il quadro di bilancio della Repubblica ceca. Un progetto di legge sugli audit indipendenti, intesa ad affrontare il pendente recepimento della direttiva 2011/85/UE del Consiglio (5), si trova attualmente nella fase della consultazione interservizi.

(8)

La Banca nazionale ceca può formulare raccomandazioni sui massimali macroprudenziali dei crediti ipotecari, ma i suoi poteri sanzionatori sono limitati poiché non ha l'autorità formale per farli rispettare. Benché rispettino determinati limiti a livello aggregato, le banche ceche non hanno pienamente aderito agli orientamenti del 2016 della Banca nazionale ceca. L'esistenza di massimali giuridicamente vincolanti avrebbe il probabile effetto di aumentare la conformità delle banche ceche, garantendo la stabilità finanziaria e riducendo i rischi per i mutuatari. Una proposta legislativa di modifica della legge sulla Banca nazionale ceca dovrebbe essere discussa dal parlamento nel 2018.

(9)

La Repubblica ceca incontra tuttora difficoltà nel migliorare la trasparenza e l'efficienza dell'aggiudicazione degli appalti pubblici e nel prevenire la corruzione. Sebbene siano state adottate alcune misure per migliorare il quadro degli appalti pubblici, il livello della concorrenza rimane preoccupante, in quanto quasi la metà di tutti i bandi di gara si traduce alla fine in una procedura ad offerta unica. Al tempo stesso, l'entrata in vigore dell'obbligatorietà dell'uso di procedure elettroniche può contribuire ad accrescere la trasparenza e l'efficienza. Le autorità ceche hanno investito nella piattaforma statale per gli appalti elettronici (lo «Strumento elettronico nazionale»), il cui uso dovrebbe diventare sempre più intuitivo e affidabile. Essa si aggiunge alle piattaforme private di servizio al mercato ceco. Resta ancora ampio margine per eliminare gli ostacoli amministrativi e sfruttare il potenziale di appalti pubblici aggregati e strategici in modo da migliorare l'impiego del denaro pubblico. Le autorità centrali e locali hanno avviato iniziative mirate per formare il personale che tratta le procedure di appalto. Tuttavia, l'istituzione di misure in materia di appalti congiunti e l'acquisizione di competenze specializzate in determinati settori costituiscono ancora notevoli problemi. Inoltre, la corruzione attiva e passiva sono preoccupazioni costanti per le imprese e i cittadini. Sebbene siano state adottate diverse riforme importanti della strategia di lotta contro la corruzione, alcune tematiche rimangono irrisolte.

(10)

Le prestazioni dell'amministrazione elettronica (e-government) rimangono inferiori alla media dell'Unione, ma sono state adottate misure legislative pertinenti per assicurare l'aumento dell'accessibilità e della disponibilità dei relativi servizi. Alcune iniziative su vasta scala dovrebbero essere introdotte nel 2018; la loro riuscita dipende tuttavia dalla capacità delle autorità di fare opera di sensibilizzazione e fornire soluzioni di facile uso.

(11)

Alcuni oneri amministrativi e normativi, riguardanti soprattutto i permessi edilizi e la complessità dei regimi fiscali, stanno frenando gli investimenti. Va riconosciuto, tuttavia, che le autorità hanno approvato una modifica della legge sull'edilizia che semplifica la procedura di autorizzazione edilizia, includendo la valutazione di impatto ambientale nella decisione di lottizzazione o nel permesso congiunto di lottizzazione e costruzione. Non è ancora chiaro, tuttavia, se ciò possa semplificare anche le procedure relative ai grandi progetti infrastrutturali, poiché varie altre autorizzazioni non sono state incluse in tale sistema autorizzativo congiunto. Una modifica della legge in vigore che disciplina la costruzione di infrastrutture nel settore dei trasporti è attualmente all'esame del parlamento. Nonostante siano state apportate alcune modifiche al sistema fiscale per migliorare il sistema di riscossione delle imposte, la normativa e le aliquote fiscali rappresentano, più di prima, aspetti preoccupanti per l'attività imprenditoriale. Il nuovo governo ha indicato le possibili modifiche atte ad incrementare la trasparenza e semplificare il sistema fiscale, compresi i lavori in corso per modernizzare la legislazione sull'imposta sul reddito. I costi della conformità sono aumentati leggermente e rimangono superiori alla media dell'Unione. Anche se ha comportato un aumento del gettito fiscale, la «dichiarazione ai fini di controllo dell'imposta sul valore aggiunto» ha aumentato il tempo necessario per adempiere agli obblighi fiscali. Nonostante la notevole riduzione delle ore di lavoro necessarie per conformarsi al codice fiscale rispetto al passato, la Repubblica ceca si trova comunque tra i paesi con le peggiori prestazioni in tal senso. Inoltre, le nuove aliquote ridotte dell'imposta sul valore aggiunto potrebbero accrescere la complessità del regime IVA, in particolare per le piccole e medie imprese.

(12)

Benché l'economia ceca si stia spostando verso attività ad alta intensità di conoscenza, numerosi ostacoli permangono nello sviluppo di un sistema di ricerca e innovazione efficiente. L'aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo (R&S) delle imprese è trainato principalmente dagli investimenti diretti esteri. Le spese per R&S delle imprese nazionali sono diminuite nel corso degli ultimi due anni. Nonostante i notevoli investimenti pubblici in R&S, la Repubblica ceca registra risultati inferiori alla media in termini di qualità della base scientifica pubblica. Sono state adottate misure per sviluppare collegamenti tra università e imprese e migliorare le prestazioni della base scientifica pubblica, ma finora i risultati sono stati modesti e le riforme devono ancora essere attuate integralmente. Inoltre, la governance del sistema di ricerca e innovazione rimane frammentata.

(13)

Sistemi d'istruzione e formazione inclusivi e di qualità sono di primaria importanza in considerazione dell'aumento delle strozzature presenti nel mercato del lavoro ceco. Il contesto socioeconomico degli studenti continua a influenzare fortemente i risultati scolastici. Misure di istruzione inclusiva devono essere ancora attuate pienamente, in particolare per i minori Rom. La carenza di insegnanti qualificati, combinata alle proiezioni demografiche, indica che l'assunzione e il mantenimento degli insegnanti potrebbero diventare più problematici. Il progetto di nuovo sistema di carriera degli insegnanti, che avrebbe collegato la carriera e lo stipendio allo sviluppo professionale continuo, non è stato approvato dal parlamento. Le retribuzioni degli insegnanti rimangono basse rispetto a quelle di altri lavoratori dipendenti che hanno conseguito un titolo universitario, ma ulteriori aumenti salariali sono previsti nei prossimi anni. La professione di insegnante rimane pertanto relativamente poco attraente per i giovani di talento. Infine, il successo della riforma volta a rendere l'istruzione più inclusiva (introdotta nel 2016 con il sostegno del Fondo sociale europeo) dipenderà dalla disponibilità di finanziamenti nazionali sufficienti e sostenibili, dalla formazione avanzata di insegnanti e assistenti nonché dalla sensibilizzazione dell'opinione pubblica ai vantaggi di un'istruzione inclusiva.

(14)

La Repubblica ceca registra buoni risultati per quanto riguarda il mercato del lavoro. Il tasso di occupazione è aumentato costantemente nel corso degli ultimi sei anni e il tasso di disoccupazione è sceso notevolmente. Il potenziale di donne, lavoratori scarsamente qualificati e persone disabili resta però sottoutilizzato; in un contesto di carenza di manodopera, vi è chiaramente margine per accrescerne la partecipazione al mercato del lavoro. I differenziali occupazionali e retributivi di genere rimangono elevati, nonostante i recenti provvedimenti che hanno reso più flessibile il congedo parentale e aumentato il numero di strutture di assistenza all'infanzia. Il tasso di occupazione femminile rimane nettamente inferiore a quello maschile. La maternità ha ancora un impatto considerevole sulla partecipazione al mercato del lavoro, tenuto conto della scarsa disponibilità di servizi per l'infanzia accessibili, del diritto a lunghi congedi parentali, del limitato ricorso alle modalità di lavoro flessibili e della mancanza di strutture di assistenza di lungo periodo. Nel 2016 soltanto il 4,7 % dei bambini di età inferiore a tre anni frequentava strutture di assistenza all'infanzia ufficiali. Anche se rappresentano una piccola percentuale della popolazione, il tasso di occupazione dei lavoratori scarsamente qualificati rimane nettamente inferiore a quello dei lavoratori con qualifiche professionali medie e alte. Analogamente, il tasso di occupazione delle persone con disabilità è inferiore alla media dell'Unione, nonostante i tassi di disoccupazione generale al minimo storico e le carenze del mercato del lavoro. Ciò potrebbe indurre a utilizzare il potenziale lavorativo dei disabili. A motivo delle loro limitate capacità, i servizi pubblici per l'impiego non riescono attualmente a fornire un sostegno personalizzato e continuo alle persone in cerca di lavoro. Rafforzare le capacità di informazione e di attivazione dei servizi pubblici per l'impiego, insieme a politiche attive del mercato del lavoro efficienti e mirate e a servizi individualizzati, contribuirebbe ad aumentare la partecipazione di tali gruppi. Le iniziative volte all'aggiornamento delle competenze (anche digitali) potrebbero migliorare l'accesso al mercato del lavoro.

(15)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Repubblica ceca, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di convergenza 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Repubblica ceca negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Repubblica ceca, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(16)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza 2018 ed è del parere (6) che la Repubblica ceca rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita,

RACCOMANDA che la Repubblica ceca adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Migliorare la sostenibilità di bilancio a lungo termine, in particolare del sistema pensionistico. Affrontare le carenze riscontrate nelle pratiche in materia di appalti pubblici, in particolare consentendo una concorrenza più basata sulla qualità e attuando le misure di lotta alla corruzione.

2.

Ridurre l'onere amministrativo che grava sugli investimenti, anche accelerando le procedure autorizzative per i lavori di infrastrutture. Rimuovere le strozzature che ostacolano la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione, in particolare aumentando la capacità di innovazione delle imprese nazionali. Rafforzare la capacità del sistema scolastico di fornire un'istruzione inclusiva di qualità, anche promuovendo la professione di insegnante. Promuovere l'occupazione femminile, di lavoratori scarsamente qualificati e di persone disabili, anche migliorando l'efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  Direttiva 2011/85/UE del Consiglio, dell'8 novembre 2011, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 41).

(6)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/16


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Danimarca e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Danimarca

(2018/C 320/04)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Danimarca non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Danimarca 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Danimarca nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (3), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 24 aprile 2018 la Danimarca ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di convergenza 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(5)

La Danimarca è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di convergenza 2018 il governo intende raggiungere un disavanzo nominale dello 0,7 % del PIL nel 2018 e di continuare a rispettare l'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dello 0,5 % del PIL, durante tutto il periodo di riferimento fino al 2025. Secondo il programma di convergenza 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere al 35,6 % nel 2018 per raggiungere il 34,2 % nel 2020, prima di risalire a quasi il 40 % entro il 2025. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile nel periodo di riferimento del programma. In base alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, il saldo strutturale dovrebbe registrare un avanzo dello 0,3 % del PIL nel 2018 e dello 0,9 % del PIL nel 2019, lievemente al di sopra dell'obiettivo del programma di convergenza 2018 e al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine. Nel complesso, il Consiglio è del parere che la Danimarca rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2018 e nel 2019.

(6)

La garanzia della disponibilità di manodopera in concomitanza della sfida demografica e far fronte alle carenze di manodopera in certi settori sono prerequisiti per la crescita sostenibile in Danimarca. Le riforme volte ad aumentare i tassi di partecipazione e di completamento dell'istruzione e della formazione professionale, insieme a misure per sviluppare meglio le competenze digitali, determineranno probabilmente una maggiore offerta di lavoratori specializzati. A tal proposito sarebbero inoltre utili misure volte a includere nel mercato del lavoro i gruppi emarginati e svantaggiati. Questo vale per i giovani aventi un basso livello di istruzione, le persone con ridotte capacità lavorative e disabili nonché le persone provenienti da un contesto migratorio. Le recenti misure di inserimento nel mondo del lavoro sono state avviate lentamente ma sembrano migliorare la situazione dei rifugiati appena arrivati. L'integrazione dei bambini provenienti da un contesto migratorio nel sistema educativo resta una sfida di rilievo, che si traduce in risultati scolastici inferiori alla media rispetto ad altri bambini.

(7)

Per sostenere la crescita economica, mantenere il livello di protezione sociale relativamente alto della Danimarca e garantire la competitività del paese è fondamentale un'elevata crescita della produttività. Anche se il livello di produttività della Danimarca è elevato rispetto ad altri Stati membri, la crescita della produttività è da tempo in declino ed esiste un'ampia gamma di possibili ostacoli alla crescita della produttività (identificati anche dal consiglio danese per la produttività e dall'autorità danese della concorrenza). In particolare alcuni servizi orientati al mercato interno sono stati caratterizzati da una produttività stagnante: nel 2017 il governo ha adottato unicamente misure di portata limitata per aumentare la concorrenza del settore, mentre alcuni ambiti, come le banche ipotecarie, non sono esposti alla concorrenza estera. Una concorrenza debole in diversi settori di servizi orientati al mercato interno (per es. vendita al dettaglio, finanza, distribuzione di servizi pubblici, trasporti e prodotti farmaceutici all'ingrosso) pesa ancora sulla produttività, gli investimenti e la creazione di posti di lavoro.

(8)

In seguito a diversi anni di incrementi sostanziali dei prezzi immobiliari, emergono rischi di sopravvalutazione, in particolare nelle principali aree urbane. Il Comitato europeo per il rischio sistemico ha emesso un avvertimento a otto paesi dell'Unione, compresa la Danimarca, indicando l'esistenza di vulnerabilità di medio termine nel settore degli immobili residenziali a causa di un incremento dei prezzi abbinato a un elevato indebitamento delle famiglie. Nel 2017 le famiglie hanno continuato a ridurre il loro debito, che però resta fra i più elevati dell'Unione (in percentuale del PIL), oltre quanto ritenuto sostenibile dai fondamentali economici e dalle soglie prudenziali, secondo le stime della Commissione. Inoltre la proporzione di prestiti ipotecari con un elevato rapporto mutuo concesso/reddito è in forte aumento dal 2013, in particolare a Copenaghen e dintorni. Le autorità danesi hanno adottato diverse nuove misure macroprudenziali per limitare ulteriormente il rischio di sottoscrizione di prestiti ipotecari rischiosi (in vigore fra il 2018 e il 2020) e hanno introdotto una riforma dell'imposta immobiliare (in vigore dal 2021) per correggere gli squilibri regionali dei prezzi degli alloggi. Tuttavia, la combinazione di un elevato rapporto debito/reddito, un debito elevato avente un alto livello di sensibilità del tasso di interesse e prezzi immobiliari potenzialmente sopravvalutati aumenta il rischio di una correzione di prezzo che potrebbe nuocere all'economia reale e al settore bancario.

(9)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Danimarca, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di convergenza 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Danimarca negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Danimarca, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(10)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza 2018 ed è del parere (5) che la Danimarca rispetterà il patto di stabilità e crescita,

RACCOMANDA che la Danimarca adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Incrementare la concorrenza nei settori di servizi orientati al mercato interno, ad esempio per quanto riguarda la distribuzione di servizi pubblici e il settore finanziario.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/19


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Germania e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Germania

(2018/C 320/05)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Germania è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Germania dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni di cui ai punti 1 e 2.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Germania 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Germania nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Germania presenta squilibri macroeconomici. In particolare, il persistere di un elevato avanzo delle partite correnti ha rilevanza transfrontaliera ed è indice di un basso livello di investimenti in relazione al risparmio sia nel settore privato che in quello pubblico. L'avanzo, registrato principalmente nei confronti di paesi non appartenenti all'Unione, si è leggermente ridotto dal 2016 e dovrebbe diminuire gradualmente nei prossimi anni grazie alla ripresa della domanda interna, pur rimanendo a livelli storicamente elevati nel periodo oggetto della previsione. Sebbene il paese stia progressivamente passando a una crescita maggiormente trainata dalla domanda interna, il consumo e gli investimenti costituiscono tuttora una percentuale modesta del PIL, nonostante le condizioni cicliche e di finanziamento favorevoli e il fabbisogno di investimenti infrastrutturali per i quali vi è un margine di bilancio. Le diverse misure adottate per potenziare gli investimenti pubblici non hanno ancora determinato un aumento sostenibile di tali investimenti in percentuale del PIL. Anche i progressi nell'attuazione delle raccomandazioni riguardanti altri settori sono limitati.

(4)

La Germania ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 il 30 aprile 2018 e il programma di stabilità 2018 il 19 aprile 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

La Germania è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito. Nel suo programma di stabilità 2018 il governo prevede un avanzo di bilancio tra l'1 e l'1 

Formula

 % del PIL per il periodo 2018-2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale pari allo 0,5 % del PIL, continuerà a essere rispettato con un margine durante l'intero periodo di riferimento del programma. Secondo il programma di stabilità il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire progressivamente fino a scendere al 53 % nel 2021. Il programma di stabilità elenca e descrive diverse misure previste dall'accordo di coalizione del marzo 2018, per un importo pari in generale a circa l'1 

Formula

 % del PIL nel periodo 2018-2021, ma tali misure non sono ancora incluse nelle proiezioni del programma di stabilità poiché non sono state ancora adottate. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio, che non è stato convalidato da un ente indipendente, è plausibile (6). Sulla base delle previsioni di primavera 2018 della Commissione, il saldo strutturale di bilancio dovrebbe registrare un avanzo pari all'1,2 % del PIL nel 2018 e dell'1,0 % del PIL nel 2019, rimanendo al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine. Il debito pubblico dovrebbe continuare a registrare una decisa tendenza al ribasso. Nel complesso, il Consiglio è del parere che la Germania rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2018 e nel 2019. Allo stesso tempo, nel rispetto dell'obiettivo a medio termine, rimane margine per utilizzare le politiche strutturali e di bilancio al fine di conseguire una sostenuta tendenza all'aumento degli investimenti pubblici e privati, in particolare nei settori dell'istruzione, della ricerca e dell'innovazione.

(7)

Gli investimenti pubblici effettivi sono aumentati considerevolmente nel periodo 2015-2017, una tendenza che riflette gli sforzi compiuti dal governo per rafforzare gli investimenti. Tuttavia, la crescita degli investimenti pubblici è ancora modesta in proporzione al PIL e a livello comunale permane un ritardo significativo, stimato al 4 % del PIL. Lo stock di capitale pubblico è ancora in calo in proporzione al PIL, a causa di investimenti netti negativi a livello comunale (circa 6 miliardi di EUR all'anno nel periodo 2010-2016). Per recuperare il ritardo a livello comunale sarebbero necessari investimenti pubblici annui aggiuntivi pari allo 0,3 % del PIL nei prossimi dieci anni. Gli investimenti in percentuale dello stock di capitale nel settore delle amministrazioni pubbliche e gli investimenti pubblici in percentuale della spesa pubblica sono inferiori alla media della zona euro. Nel 2017 è diventata operativa un'agenzia di servizi istituita per sostenere gli investimenti pubblici a livello comunale, ma sono ancora necessari sforzi supplementari per ovviare al ritardo accumulato. Ciò indica, insieme alla favorevole situazione di bilancio, che esiste un margine per aumentare gli investimenti a tutti i livelli di governo e in particolare a quello regionale e comunale.

(8)

Nel 2016 la spesa pubblica per l'istruzione si è attestata al 4,2 % del PIL, al di sotto della media dell'Unione del 4,7 %. Nello stesso anno la spesa per l'istruzione e la ricerca si è attestata al 9,0 % del PIL e quindi al di sotto dell'obiettivo nazionale del 10 %. Ciò corrisponde a una carenza di investimenti pari a circa 33 miliardi di EUR. Sebbene la spesa per l'istruzione sia cresciuta in termini reali, persiste un significativo ritardo negli investimenti. Allo stesso tempo, sfide quali l'aumento del numero di studenti, la carenza di insegnanti e l'ulteriore espansione dell'istruzione e della cura della prima infanzia richiedono adeguati finanziamenti pubblici. Spese supplementari in materia di istruzione, ricerca e innovazione sono essenziali per la crescita potenziale della Germania.

(9)

La digitalizzazione dell'economia tedesca procede a rilento e il paese deve far fronte a sfide considerevoli. Vi è un evidente divario digitale tra zone urbane e zone rurali per quanto riguarda l'internet ad alta velocità (l'accesso di prossima generazione fino a 30 Mbit) e la copertura (solo il 54 % nelle zone rurali). La Germania è in ritardo per quanto riguarda la diffusione della banda larga ad altissima velocità (> 100 Mbit). Solo una piccola parte del territorio tedesco (7,3 %) è coperta da reti di accesso in fibra ottica ad alta prestazione, rispetto a una media dell'Unione del 26,8 %. Per contro, il potenziamento delle attuali reti in rame (vectoring) continua ad essere la soluzione tecnologica preferita dall'operatore storico dominante. Molti servizi fanno affidamento sulla connettività ad altissima velocità e, nel 2017, il 25,3 % delle imprese tedesche riteneva la connessione internet troppo lenta per le loro effettive esigenze imprenditoriali. La carenza di questo tipo di connettività frena gli investimenti, in particolare quelli delle piccole e medie imprese, molte delle quali sono situate in zone rurali e semirurali. Anche le prestazioni offerte dai servizi pubblici digitali e dai servizi sanitari online (e-Health) sono ben al di sotto della media dell'Unione.

(10)

Gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo da parte delle imprese sono in crescita e la Germania è prossima a raggiungere il suo obiettivo di intensità delle attività di ricerca e sviluppo previsto nel quadro di Europa 2020. Tuttavia, gli investimenti si concentrano sempre più al livello delle grandi imprese e nel settore manifatturiero ad alta e media tecnologia, mentre il contributo delle piccole e medie imprese è in declino. Sono state adottate diverse misure volte a rafforzare l'attività imprenditoriale, in particolare attirando gli investimenti privati in capitale di rischio. Tuttavia, il mercato del venture capital in Germania rimane meno sviluppato di quello di altri paesi leader dell'innovazione a livello internazionale.

(11)

Nonostante alcuni miglioramenti negli ultimi anni, il sistema fiscale della Germania rimane inefficiente, in particolare a causa della sua complessità e perché distorce il processo decisionale, ad esempio in materia di investimenti, finanziamento e partecipazione al mercato del lavoro. La Germania ricorre in maniera piuttosto massiva alle imposte dirette per aumentare le entrate e vi è spazio per ridurre un'imposizione diretta distorsiva o per passare a imposte meno distorsive, quali le imposte sugli immobili, sulle successioni e sui consumi. Nel 2015 il livello delle imposte e dei contributi sociali sul reddito da lavoro era il sesto più alto nell'Unione. Il costo del capitale e l'aliquota media effettiva dell'imposta sul reddito delle società, che differiscono tra le regioni, sono tra i più elevati dell'Unione (28,2 % come aggregato nazionale, rispetto a una media dell'Unione del 20,9 %). A causa dell'interazione tra l'imposta sul reddito delle società, l'imposta locale sul commercio e la sovrattassa di solidarietà, il sistema di tassazione delle imprese è complesso, con elevati costi di amministrazione fiscale e distorce il livello e la localizzazione degli investimenti. Inoltre, l'imposta sul reddito delle società distorce le decisioni di finanziamento, con una tendenza a privilegiare il finanziamento mediante il debito. Tale distorsione è al settimo posto nell'Unione. Una riduzione dei costi del capitale proprio potrebbe favorire gli investimenti privati e il mercato dei capitali di rischio, che rimane relativamente poco sviluppato. Inoltre, le disposizioni per il riporto delle perdite sono ancora relativamente rigide, limitando l'importo al 60 % del reddito imponibile di un dato anno.

(12)

In Germania la regolamentazione è ancora molto restrittiva, soprattutto per quanto riguarda i servizi alle imprese, le professioni regolamentate e le formalità amministrative per la prestazione transfrontaliera di servizi. Restrizioni importanti riguardano, tra l'altro, la forma giuridica e i requisiti in materia di partecipazioni. I tassi di abbandono in settori chiave dei servizi alle imprese, quali le attività legali e la contabilità e le attività degli studi di architettura e ingegneria, sono al di sotto della media dell'Unione, mentre i margini operativi lordi in rapporto al fatturato in tali settori sono al di sopra della media, il che è indice di scarse pressioni concorrenziali. Poiché i servizi hanno il ruolo di fattori produttivi intermedi, una regolamentazione meno restrittiva in questo settore aumenta la produttività delle industrie ad alta intensità di servizi a valle.

(13)

Le prestazioni del mercato tedesco del lavoro sono state molto forti. La disoccupazione è scesa al minimo storico del 3,6 % nel quarto trimestre del 2017 e l'occupazione ha raggiunto il 79,8 %. Il livello della disoccupazione giovanile (6,8 % nel 2017) è fra i più bassi dell'Unione. La Germania presenta una carenza sempre maggiore di manodopera qualificata, mentre rimane poco utilizzato il potenziale sul mercato del lavoro di determinati gruppi. La percentuale di persone che lavora a tempo parziale, in particolare donne, persone provenienti da un contesto migratorio e persone con responsabilità di assistenza, è tra le più alte dell'Unione. Per quanto riguarda le donne, tra i fattori cruciali figurano i disincentivi a lavorare per un numero maggiore di ore, unitamente alla mancanza di sufficienti strutture di assistenza all'infanzia e di scuole a tempo pieno. Ulteriori disincentivi a lavorare più ore sono generati da norme specifiche in materia fiscale - in particolare per il secondo percettore di reddito e i lavoratori a basso reddito - e dagli effetti di lock-in della soglia di reddito di 450 EUR per i mini-job. La Germania ha uno dei cunei fiscali più elevati sulle persone a basso reddito, la maggior parte delle quali sono donne. L'elevata percentuale di donne che lavorano a tempo parziale va di pari passo con uno dei più ampi divari di genere relativi all'occupazione a tempo parziale nell'Unione (37,5 % contro una media dell'Unione del 23,1 %). Ciò contribuisce a un divario retributivo di genere molto forte in Germania.

(14)

La crescita dei salari nominali è rimasta moderata nel 2017 attestandosi al 2,4 %, nonostante i livelli eccezionalmente bassi di disoccupazione e l'alto tasso di posti vacanti. Questo tasso di crescita dei salari nominali piuttosto modesto è in parte il risultato del lento aumento della produttività nel settore dei servizi, della scarsa copertura della contrattazione collettiva in alcuni settori e della riduzione della disoccupazione strutturale. La reazione all'aumento dell'inflazione è stata moderata, con una crescita dei salari reali che è scesa dall'1,8 % del 2016 allo 0,7 % del 2017. I contratti collettivi di inizio 2018 potrebbero comportare un'accelerazione salariale e sarà opportuno monitorare gli sviluppi in questo ambito. Il tasso di lavoratori a basso reddito rimane elevato e vi è margine per aumentare il numero di ore lavorate nei decili retributivi più bassi. L'aumento dell'immigrazione non ha impedito la crescita salariale nelle fasce retributive più basse. L'introduzione del salario minimo legale nel 2015, e il suo successivo incremento nel 2017, ha aumentato le retribuzioni nei livelli più bassi di reddito. Nell'attuale tornata di trattative salariali, in aggiunta agli aumenti retributivi, le parti sociali si stanno concentrando sulla flessibilità dell'orario di lavoro.

(15)

In generale la Germania ha un solido sistema di protezione sociale. Tuttavia, il tasso di rischio di povertà in relazione alla popolazione totale è costantemente aumentato fino al 2015 prima che si registrasse una leggera inversione di tendenza nel 2016. Anche le disparità di reddito hanno iniziato a diminuire nel 2015, con un modesto calo del rapporto S80/S20 dovuto all'aumento del reddito delle famiglie più povere. Anche il recente calo della povertà tra la popolazione attiva nel 2016 è stato modesto e ha interessato solo gli uomini.

(16)

La Germania può migliorare la permanenza dei lavoratori più anziani sul mercato del lavoro, il che aumenterebbe il reddito nella vecchiaia, incrementerebbe il prodotto potenziale, costituirebbe una misura di adattamento a un mercato del lavoro teso e ridurrebbe la necessità di risparmio precauzionale per la vecchiaia. I rischi per la sostenibilità di bilancio sono attualmente bassi, in gran parte grazie a un avanzo primario relativamente elevato. Tuttavia, in base alla relazione 2018 sull'invecchiamento demografico, la Germania dovrebbe avere uno dei maggiori incrementi della spesa per le pensioni nell'Unione fino al 2070. Attestatosi al 17,6 % nel 2016, il rischio di povertà in età avanzata (oltre i 65 anni) era superiore alla media dell'Unione del 14,7 %. In futuro, il deterioramento dell'adeguatezza delle pensioni del primo pilastro obbligatorio dovrebbe aumentare tale rischio, in particolare per i lavoratori a basso reddito, le persone con contratti atipici e quelle con interruzioni nel loro percorso occupazionale. Il divario pensionistico tra i generi è uno dei più importanti dell'Unione. Al tempo stesso, mentre il tasso di occupazione delle persone tra i 60 e i 64 anni (58,4 % nel 2017) è tra i più elevati dell'Unione, il tasso di occupazione delle persone tra i 65 e i 69 anni si è posizionato nel terzo intermedio degli Stati membri (16,1 %).

(17)

Il contesto socioeconomico continua a determinare in maniera considerevole i risultati scolastici e l'integrazione nel mercato del lavoro. Nelle materie scientifiche contribuisce a una differenza di rendimento pari a tre anni di scolarizzazione tra il quartile sociale più basso e quello più alto, secondo il programma per la valutazione internazionale degli studenti nel 2015. I dati nazionali confermano una situazione sostanzialmente simile anche per quanto riguarda l'istruzione primaria. Gli studenti provenienti da un contesto migratorio devono far fronte a sfide particolari. Le probabilità che essi non raggiungano risultati sufficienti nelle competenze di base, abbandonino prematuramente la scuola o interrompano l'università sono molto più alte di quelle degli studenti nati nel paese. Non è valorizzato appieno nemmeno il potenziale sul mercato del lavoro delle persone provenienti da un contesto migratorio. Nel 2017 il tasso di occupazione delle persone non cittadine dell'Unione (tra i 20 e i 64 anni) è stato inferiore di oltre 27 punti percentuali rispetto ai cittadini tedeschi (e di 32 punti percentuali per le donne non cittadine dell'Unione). La partecipazione dei dipendenti all'apprendimento degli adulti costituisce motivo di preoccupazione per le prestazioni future del mercato del lavoro, in particolare per quanto concerne la popolazione adulta di 7,5 milioni di persone scarsamente qualificate che non hanno competenze di base in lettura e scrittura.

(18)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Germania, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Germania negli anni precedenti. Ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Germania, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(19)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 ed è del parere (7) che la Germania rispetterà il patto di stabilità e crescita.

(20)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti 1 e 2,

RACCOMANDA che la Germania adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Nel rispetto dell'obiettivo a medio termine, utilizzare le politiche strutturali e di bilancio per conseguire una sostenuta tendenza all'aumento degli investimenti pubblici soprattutto nell'istruzione, nella ricerca e nell'innovazione a tutti i livelli di governo e in particolare ai livelli regionale e comunale. Intensificare gli sforzi per assicurare la disponibilità di infrastrutture a banda larga ad altissima capacità su scala nazionale. Migliorare l'efficienza del sistema fiscale e la sua capacità di attirare investimenti. Rafforzare la concorrenza nei settori dei servizi alle imprese e delle professioni regolamentate.

2.

Ridurre i disincentivi a lavorare più ore, tra cui l'elevato cuneo fiscale, soprattutto per le fasce retributive basse e per il secondo percettore di reddito. Adottare misure atte a incoraggiare il prolungamento della vita lavorativa. Creare le condizioni per promuovere una maggiore crescita dei salari nel rispetto del ruolo delle parti sociali. Migliorare i risultati scolastici e il livello delle competenze dei gruppi svantaggiati.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  In conformità del regolamento sulle proiezioni economiche del governo federale (Vorausschätzungsverordnung) emanato dal ministero per l'Economia e l'energia di concerto con il ministero delle Finanze con effetto a decorrere dal luglio 2018, il gruppo di progetto sulle previsioni economiche comuni (Gemeinschaftsdiagnose) è stato dichiarato l'ente indipendente responsabile di valutare le proiezioni economiche alla base del documento programmatico di bilancio e dei programmi di stabilità ai sensi della legge sulle proiezioni economiche (Vorausschätzungsgesetz).

(7)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/24


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 dell'Estonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 dell'Estonia

(2018/C 320/06)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui l'Estonia non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, l'Estonia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni che seguono, in particolare quella di cui al punto 1.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa all'Estonia 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dall'Estonia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che l'Estonia non presenta squilibri macroeconomici.

(4)

Il 26 aprile 2018 l'Estonia ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

L'Estonia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Il governo intende passare da un disavanzo delle amministrazioni pubbliche dello 0,3 % del PIL (2017) a un avanzo dello 0,2 % del PIL nel 2018 e dello 0,5 % del PIL nel 2019, per poi progredire verso un bilancio in pareggio negli anni successivi. L'obiettivo di bilancio a medio termine è un disavanzo strutturale dello 0,5 % del PIL. Secondo il programma di stabilità 2018, il disavanzo strutturale ricalcolato (6) dovrebbe ammontare allo 0,8 % del PIL nel 2018 e allo 0,4 % del PIL nel 2019, e negli anni successivi dovrebbe persistere un leggero disavanzo. Il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe restare al di sotto del 9 % del PIL nel 2018 e nel 2019, scendendo al 5,3 % del PIL entro il 2022. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è favorevole. I rischi negativi legati alle entrate previste riguardano principalmente alcune delle misure che non sono ben specificate, che interessano tutti gli anni di riferimento del programma.

(7)

Per il 2018 è stato raccomandato all'Estonia di attenersi all'obiettivo di bilancio a medio termine. Ciò è in linea con un tasso massimo di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (7) del 6,1 %, corrispondente a un deterioramento del saldo strutturale consentito dello 0,2 % del PIL. Sulla base delle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2018 vi è il rischio di una qualche deviazione da tale requisito. Per il 2019, in considerazione del previsto divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale del 2,7 % del PIL e della crescita prevista del PIL inferiore al tasso di crescita potenziale stimato, in linea con l'aggiustamento strutturale dello 0,6 % del PIL imposto dalla matrice comune di aggiustamento concordata nell'ambito del patto di stabilità e crescita, il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non dovrebbe essere superiore al 4,1 % del PIL. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, a politiche invariate, vi è il rischio di una qualche deviazione dal suddetto requisito nel 2019 e nel biennio 2018-2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che l'Estonia debba essere pronta ad adottare misure supplementari per garantire la conformità nel 2018 e nel 2019.

(8)

Fornire una rete di sicurezza sociale più adeguata, sostenuta da una migliore erogazione dei servizi, resta una sfida importante per l'Estonia. La spesa dell'Estonia per la protezione sociale (circa il 16 % del PIL) è inferiore alla media dell'Unione (circa il 28 % del PIL). L'impatto dei trasferimenti sociali sulla riduzione della povertà sta migliorando ma resta scarso e al di sotto della media dell'Unione. L'Estonia lamenta ancora un elevato tasso di persone a rischio di povertà, in particolare tra le persone con disabilità, le famiglie senza occupati e gli anziani, soprattutto quelli che vivono da soli. Nonostante i recenti miglioramenti, le disuguaglianze di reddito pari al 5,6 % nel 2016 sono ancora superiori alla media dell'Unione (5,2 % nel 2016). Sono state adottate alcune misure per fornire adeguate prestazioni familiari alle famiglie numerose, che hanno ulteriormente ridotto la povertà infantile. Il sussidio di reddito minimo è stato aumentato e accompagnato da incentivi per la reintegrazione nel mondo del lavoro. Il pagamento di un'indennità di 115 EUR alle persone con pensioni basse che vivono da sole è stato il primo passo per far fronte al problema dell'elevato tasso di rischio di povertà di tale gruppo. È superiore alla media dell'Unione (10,1 %) anche il divario esistente tra le persone con e senza disabilità (20,9 % nel 2016) in relazione al rischio di povertà o di esclusione sociale. Il finanziamento di servizi di assistenza a lungo termine non risponde alle esigenze di una popolazione che invecchia. L'impatto della riforma amministrativa in corso sull'erogazione di servizi di qualità elevata resta da verificare.

(9)

Il divario retributivo di genere (25,3 %) è ancora uno dei più alti dell'Unione, sebbene si stia riducendo. L'equilibrio tra vita professionale e vita privata è favorito dalle recenti modifiche relative al congedo parentale e al sistema di indennità. Tali modifiche, la cui attuazione è prevista tra il 2018 e il 2020, dovrebbero incentivare le donne a riprendere l'attività lavorativa prima del previsto, contribuendo così a ridurre il divario retributivo di genere. La proposta sulla seconda fase della riforma del congedo parentale è in corso di discussione. Il dialogo costante con le parti sociali e il rafforzamento della loro capacità, tenuto conto dei bassissimi tassi di iscritti, restano importanti in questo e in altri ambiti. Le modifiche della legge sulla parità di genere volte a migliorare la trasparenza delle retribuzioni non sono ancora state adottate e, in ogni caso, sarebbero applicabili solo agli enti pubblici. Lo strumento per analizzare le differenze retributive di genere non sarà sviluppato prima del 2019.

(10)

La crescita lenta della produttività in Estonia è imputabile ai risultati modesti del paese in materia di ricerca, tecnologia e innovazione. Secondo quanto riferito dalle imprese estoni, solo lo 0,5 % di esse ha effettuato attività di ricerca nel 2016; l'intensità di R&S delle imprese corrisponde infatti solo allo 0,7 % del PIL, equivalente alla metà della media dell'Unione (1,3 %). Inoltre, diversi indicatori che misurano l'innovazione - come le piccole e medie imprese che creano nuovi prodotti e processi o innovano a livello intra-aziendale - hanno registrato un notevole peggioramento negli ultimi anni. Sebbene l'economia sia caratterizzata da alcune attività ad alto valore aggiunto e ad alta intensità di conoscenze, l'intensità di R&S delle imprese, i collegamenti tra mondo scientifico e imprenditoriale e la capacità innovativa e tecnologica delle imprese restano scarsi. La spesa del settore pubblico in ricerca, tecnologia e innovazione è da sempre al di sopra della media dell'Unione. Tuttavia, l'insufficiente definizione delle priorità nel campo della ricerca pubblica rappresenta un problema. L'Estonia ha attuato diverse misure per migliorare i risultati dell'economia in relazione alla ricerca e all'innovazione, ma ottimizzarne l'impatto è difficile.

(11)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dell'Estonia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte all'Estonia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dell'Estonia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(12)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (8) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che l'Estonia adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi il 4,1 % nel 2019, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL. Migliorare l'adeguatezza della rete di sicurezza sociale, in particolare per le persone più anziane e per le persone con disabilità. Adottare misure per ridurre il divario retributivo di genere, anche migliorando la trasparenza delle retribuzioni nel settore privato.

2.

Promuovere la ricerca e l'innovazione, in particolare fornendo incentivi efficaci per ampliare la base di innovazione.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  Saldo corretto per il ciclo al netto delle misure una tantum e temporanee, ricalcolato dalla Commissione utilizzando la metodologia concordata.

(7)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(8)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/27


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 dell'Irlanda e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 dell'Irlanda

(2018/C 320/07)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui l'Irlanda è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, l'Irlanda dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni di cui ai punti 1 e 2.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa all'Irlanda 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dall'Irlanda nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che l'Irlanda presenta squilibri macroeconomici. In particolare, gli stock elevati di debito privato e pubblico e le passività nette verso l'estero costituiscono vulnerabilità. Si sono tuttavia registrati miglioramenti sostanziali. Il notevole aumento della produttività registrato gli anni scorsi ha determinato un miglioramento della competitività e un saldo positivo delle partite correnti, con una conseguente rapida diminuzione dell'elevato stock di passività nette verso l'estero. La forte crescita economica continua a sostenere la riduzione dell'indebitamento del settore privato il cui stock rimane però elevato, anche se nel valutare il debito delle imprese si deve tener conto della notevole influenza delle attività delle imprese multinazionali, mentre il debito delle famiglie è giudicato sostanzialmente in linea con i fondamentali. Il debito pubblico dovrebbe mantenersi su una traiettoria discendente e il disavanzo si sta avvicinando al pareggio. I prezzi delle abitazioni sono in rapido aumento, anche se i livelli di partenza erano probabilmente sottostimati, il che rafforza anche la situazione finanziaria delle famiglie. Le banche sono state opportunamente ricapitalizzate e la loro redditività sta migliorando gradualmente. Pur rimanendo elevato, lo stock di crediti deteriorati continua a diminuire. Sono state prese misure per ovviare a queste vulnerabilità, ma in alcuni casi ci vorrà tempo prima che producano gli effetti auspicati.

(4)

L'Irlanda ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 il 18 aprile 2018 e il programma di stabilità 2018 il 30 aprile 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

L'Irlanda è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola transitoria del debito. Nel programma di stabilità 2018 il governo prevede che il disavanzo nominale scenda leggermente allo 0,2 % del PIL nel 2018 e continui a migliorare gradualmente in seguito, fino a raggiungere un avanzo dello 0,4 % del PIL nel 2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dello 0,5 % del PIL, dovrebbe essere conseguito dal 2019 in poi. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe ridursi al 66 % nel 2018 e continuare a diminuire fino a raggiungere il 58,7 % nel 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Allo stesso tempo, le misure a sostegno degli obiettivi di disavanzo pianificati a partire dal 2019 non sono state illustrate in modo sufficientemente dettagliato.

(7)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato all'Irlanda di assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi il 2,4 % nel 2018, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL. Nel contempo il Consiglio ha dichiarato che è necessario prestare attenzione alla realizzazione di una politica di bilancio il cui orientamento contribuisca sia a rafforzare la ripresa in corso, sia a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche irlandesi. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, vi è il rischio di una qualche deviazione dall'aggiustamento di bilancio raccomandato nel 2018 e nel biennio 2017-2018.

(8)

Nel 2019 l'Irlanda dovrebbe raggiungere il suo obiettivo di bilancio a medio termine. Ciò è coerente con un tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (6) che non superi il 5,3 % (7), corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,1 % del PIL. Sulla base delle previsioni di primavera 2018 della Commissione, il saldo strutturale dovrebbe raggiungere un disavanzo dello 0,4 % del PIL nel 2019, superiore all'obiettivo di bilancio a medio termine. Si prevede che l'Irlanda si conformi alla regola transitoria del debito nel 2018 e alla regola del debito nel 2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che l'Irlanda debba essere pronta ad adottare ulteriori provvedimenti per assicurare la conformità nel 2018, e che nel 2019 rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Alla luce della differenza fra la misurazione del PIL e della produzione interna in Irlanda con il corrispondente impatto sul rapporto debito pubblico/PIL, delle attuali condizioni congiunturali e dei maggiori rischi esterni dell'Irlanda, l'impiego di eventuali entrate straordinarie per ridurre ulteriormente il rapporto debito pubblico/PIL rappresenterebbe una risposta prudente.

(9)

Le finanze pubbliche hanno registrato un ulteriore miglioramento sulla scia di un robusto aumento della crescita della produzione; permangono tuttavia rischi di volatilità delle entrate ed esiste un margine per rendere le entrate più resilienti alle fluttuazioni economiche e agli shock negativi. Limitare l'entità e il numero delle agevolazioni fiscali e ampliare la base imponibile migliorerebbe la stabilità delle entrate in caso di volatilità economica. Alcune misure fiscali recenti si sono tuttavia focalizzate su tagli e sgravi e sembrano aver ulteriormente incrementato la dipendenza da fonti di reddito altamente procicliche. l'Irlanda dispone inoltre di un ulteriore potenziale per migliorare le modalità con cui il suo sistema fiscale può sostenere gli obiettivi ambientali.

(10)

Come indicato nella raccomandazione per la zona euro 2018, la lotta contro le strategie di pianificazione fiscale aggressiva è fondamentale per impedire distorsioni della concorrenza fra imprese, assicurare un trattamento equo dei contribuenti e tutelare le finanze pubbliche. Le ricadute delle strategie di pianificazione fiscale aggressiva tra gli Stati membri impongono un'azione coordinata delle politiche nazionali ad integrazione della legislazione dell'Unione. L'elevato livello dei pagamenti di canoni e dividendi in percentuale del PIL indica che le imprese attive nella pianificazione fiscale aggressiva sfruttano le norme tributarie nazionali. Il ricorso limitato alle ritenute alla fonte sui pagamenti di dividendi, interessi e royalty in uscita (vale a dire effettuati da residenti nell'Unione a residenti in un paese terzo) da parte di società con sede in Irlanda può far sì che tali pagamenti sfuggano del tutto all'imposizione fiscale se non sono tassati nella giurisdizione di riscossione. Inoltre, le imprese possono fruire di alcune disposizioni contenute nei trattati fiscali bilaterali conclusi fra l'Irlanda e alcuni altri paesi al fine di aggirare la nuova normativa sulla residenza fiscale adottata dall'Irlanda nel 2015 ed è necessaria un'ulteriore analisi della questione. Gli esiti della consultazione avviata dall'Irlanda in seguito al riesame indipendente del codice tributario delle imprese saranno importanti per elaborare le riforme fiscali previste. La Commissione prende atto dei recenti progressi annunciati o adottati, quali le misure adottate per affrontare a livello nazionale la pianificazione fiscale aggressiva o le eventuali misure di difesa contro le giurisdizioni non collaborative iscritte nell'elenco. Sulla base dei recenti scambi la Commissione proseguirà il dialogo costruttivo per lottare contro le strategie di pianificazione fiscale aggressiva.

(11)

Permangono i rischi per la sostenibilità sul lungo termine connessi al costo dell'invecchiamento. L'Irlanda ha introdotto alcune significative misure di efficienza, come un accordo per il contenimento dei costi con l'industria farmaceutica, un sistema di gestione finanziaria e i finanziamenti basati sulle attività. Sono state anche adottate alcune misure intese a migliorare la disponibilità dell'assistenza sanitaria di base. Il sistema sanitario irlandese è tuttavia costoso e deve affrontare numerose sfide, aggravate dal rapido invecchiamento della popolazione. Inoltre i servizi di assistenza di base e territoriale non sono ancora in grado di alleviare la pressione crescente sulla capacità e sui costi dell'assistenza ospedaliera. La transizione prevista verso un'assistenza sanitaria universale deve essere sostenuta da un bilancio pluriennale e da un migliore controllo della spesa. Sono inoltre essenziali le informazioni ottenute attraverso un riesame della spesa globale per quanto concerne l'efficienza e l'efficacia del settore sanitario. Si dovrebbe inoltre tenere in considerazione il rafforzamento del ruolo di filtro dell'assistenza di base per ovviare al sovraffollamento degli ospedali irlandesi. Nonostante un'ampia gamma di riforme volte a contenere la spesa pubblica per le pensioni, il disavanzo del sistema pensionistico nel suo complesso dovrebbe crescere significativamente nel lungo termine. È essenziale una tempestiva attuazione del calendario presentato per riformare il sistema pensionistico al fine di rafforzare la sostenibilità di bilancio del sistema pensionistico irlandese.

(12)

Gli anni di modesti investimenti dopo la crisi economica gravano sulla disponibilità di infrastrutture adeguate nei settori dei trasporti, dell'energia pulita, dei servizi idrici, dell'edilizia e delle telecomunicazioni. Persistono carenze sul versante dell'offerta, abbinate a una domanda in crescita, che continuano far salire i prezzi degli immobili. Sebbene i prezzi non appaiano sopravvalutati nel 2016, permangono problemi di accessibilità economica. Se non affrontate, le problematiche che limitano la disponibilità di alloggi potrebbero contribuire ad aumentare gli squilibri. Il miglioramento delle infrastrutture, unito alla pianificazione territoriale, costituisce un elemento cruciale per un'adeguata risposta in termini di offerta abitativa, per il rafforzamento degli investimenti privati, la crescita della produttività e uno sviluppo economico regionale equilibrato. Sarà inoltre essenziale investire in infrastrutture per i settori dell'energia pulita, dei trasporti pubblici puliti e dell'acqua nonché intensificare gli sforzi nel settore delle energie rinnovabili e dell'economia circolare affinché l'Irlanda riesca a effettuare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente sotto il profilo ambientale. Il piano di sviluppo nazionale 2018-2027 e il quadro di riferimento nazionale per la pianificazione, che fanno parte della «strategia Irlanda 2040», saranno elementi fondamentali nella giusta direzione, una volta messi in opera e attuati in stretta collaborazione con le parti interessate.

(13)

Gli sforzi in corso volti ad attenuare i cambiamenti climatici non consentiranno all'Irlanda di realizzare i propri obiettivi climatici nell'ambito Europa 2020. Si sono registrati solo progressi limitati per quanto riguarda la decarbonizzazione di comparti chiave dell'economia, principalmente nell'agricoltura, nei trasporti su strada e nel settore residenziale. Per l'Irlanda sarà quindi necessario usufruire delle flessibilità disponibili per rispettare la decisione sulla condivisione dello sforzo, come l'acquisto di assegnazioni da altri Stati membri. Le proiezioni nazionali pubblicate nel 2017 sottolineano l'entità degli sforzi aggiuntivi necessari: si prevede che le emissioni nell'ambito della decisione sulla condivisione dello sforzo (che fissa gli obiettivi annui vincolanti delle emissioni di gas a effetto serra per gli Stati membri per il periodo 2013-2020) aumenteranno fino al 2025 prima di attestarsi a un livello lievemente inferiore rispetto alle emissioni del 2005, sulla base delle politiche esistenti. Recentemente l'Irlanda ha adottato un piano nazionale di mitigazione che stabilisce un calendario verso un'economia a basso tenore di carbonio e un quadro di riferimento coerente per affrontare le sfide persistenti nel settore energetico. Nella situazione attuale tuttavia il piano presenta poche nuove misure di mitigazione specifiche. Il quadro di riferimento nazionale per la pianificazione contiene anche una componente climatica, a riprova del fatto che un'adeguata pianificazione territoriale costituirà un elemento cruciale della mitigazione dei cambiamenti climatici, considerato che la popolazione è ampiamente dispersa e che l'Irlanda possiede solo un numero esiguo di importanti aree urbane, tutte colpite da gravi problemi relativi al traffico e ai trasporti pubblici. Infine, il piano di sviluppo nazionale 2018-2027 e la sua attuazione pratica svolgeranno un ruolo essenziale nella decarbonizzazione dell'economia. Il piano determinerà in effetti in che misura saranno mobilizzati ulteriori mezzi per la decarbonizzazione del settore energetico, la diffusione delle fonti di energia rinnovabili e il miglioramento dei trasporti pubblici e dell'efficienza energetica.

(14)

Per l'Irlanda garantire una crescita inclusiva resta una sfida. La disoccupazione è scesa al 6,7 % nel 2017, tuttavia alcuni gruppi restano ancora lontani dal mercato del lavoro e sono socialmente esclusi. Il sistema previdenziale e quello tributario sono molto efficaci nel contenere la povertà e la disuguaglianza e l'Irlanda ha adottato misure volte a incentivare l'occupazione, riducendo gradualmente le indennità e i versamenti supplementari. Il tasso nazionale di rischio di povertà e di esclusione sociale resta elevato ed è collegato all'elevata proporzione di persone che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro (quasi il doppio rispetto alla media dell'Unione e la più alta nell'UE: 18,2 % rispetto al 10,5 % nel 2016). Si tratta di un dato che riguarda prevalentemente le famiglie monoparentali. Quasi tre quarti delle persone che non lavorano in Irlanda sono inattive. Nel 2016 sono lievemente diminuiti i tassi di rischio di povertà e di esclusione sociale complessivo e relativo all'infanzia, che restano tuttavia superiori alla media dell'Unione. Di conseguenza, l'Irlanda deve portare a termine l'attuazione del suo piano d'azione per le famiglie disoccupate, anche migliorando il sostegno integrato alle persone più distanti dal mercato del lavoro. L'offerta di alloggi sociali esige un'attenzione continua per centrare obiettivi ambiziosi e rispondere all'elevata domanda.

(15)

L'accesso a un'assistenza per l'infanzia a tempo pieno, di qualità e a costi contenuti resta una sfida. Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, i costi dell'assistenza per l'infanzia in Irlanda, rispetto alle retribuzioni, nel 2015 erano i più alti dell'Unione per le famiglie monoparentali e i secondi più alti dell'Unione per le coppie. L'elevato costo dell'assistenza per l'infanzia può ostacolare l'accesso all'occupazione retribuita, in particolare per le famiglie a basso reddito, comprese quelle monoparentali. Ciò incide negativamente sul tasso di occupazione femminile, che nel 2016 si attestava al 65,4 %, vicino alla media dell'Unione. Il parlamento sta mettendo a punto una legge relativa al regime unico di assistenza per l'infanzia, ma sono già evidenti ritardi nell'attuazione. Si è inoltre promossa la qualità dell'erogazione dell'assistenza per l'infanzia, in particolare attraverso iniziative intese a garantire solide competenze del personale.

(16)

Nel 2016 le differenze fra i tassi di occupazione dei lavoratori poco, mediamente e altamente qualificati erano tra le più elevate dell'Unione e il tasso di occupazione della forza lavoro poco qualificata è inferiore di 10 punti percentuali rispetto a prima della crisi. Di conseguenza e in relazione ai cambiamenti nelle attività economiche, gli squilibri tra domanda e offerta di competenze e la carenza di competenze si accentuano in diversi settori. Questo aumenta l'esigenza di accelerare le strategie e le misure di miglioramento del livello delle competenze. L'Irlanda presenta in particolare un basso livello di partecipazione all'apprendimento continuo fra gli occupati scarsamente qualificati, il che li rende vulnerabili ai cambiamenti della domanda di lavoro. L'Irlanda presenta nel complesso uno dei livelli più bassi di competenze digitali dell'Unione, in netto contrasto con l'elevata proporzione di laureati in ambiti quali scienza, tecnologia, ingegneria e matematica che escono dal sistema educativo superiore nazionale. L'Irlanda presenta anche uno dei tassi di occupazione più bassi dell'Unione delle persone disabili.

(17)

La crescita della produttività in Irlanda è dovuta principalmente alle imprese multinazionali. Il divario di prestazione in termini di produttività fra tali imprese e le imprese locali irlandesi, per la maggior parte piccole e medie imprese, è in aumento. L'elevata mobilità internazionale di alcune multinazionali e le attuali incertezze possono mettere a repentaglio la sostenibilità e la resilienza dell'economia irlandese a lungo termine. Una recente ricerca ha rivelato che le imprese di proprietà irlandese traggono un beneficio limitato in termini di aumento della produttività, innovazione e risultati dell'esportazione dalle attività delle multinazionali in Irlanda. Tuttavia le imprese irlandesi che svolgono attività di R&S beneficiano delle ricadute dalle multinazionali. Incentivi pubblici per attività di R&S e per aumentare la disponibilità di lavoratori qualificati per le piccole e medie imprese irlandesi stimolerebbero la diffusione delle nuove tecnologie presso tali imprese. Inoltre, come ribadito dall'Irish National Competitiveness Council, per garantire la competitività delle imprese irlandesi è necessario limitare la crescita di taluni fattori e delle spese legali in particolare. Le barriere nel mercato dei servizi giuridici continuano a costituire una sfida, poiché ostacolano la concorrenza e aumentano i costi per i destinatari del servizio. Tali costi incidono principalmente sulle piccole imprese, in quanto incrementano le spese legali delle controversie. Non vi è ancora nessuna normativa di attuazione relativa alla nuova legge sui servizi giuridici. Le consultazioni pubbliche, che costituiscono un prerequisito per attuare la normativa, stanno subendo importanti ritardi.

(18)

Anche se il settore finanziario nazionale è sulla buona strada di una ripresa sostenuta, le questioni legate al passato generano tuttora vincoli. Sebbene l'Irlanda abbia continuato a progredire nella riduzione dei crediti deteriorati, il loro rapporto sul totale dei crediti lordi (11,2 % nel settembre 2017) resta fra i più alti nell'Unione. L'eccesso di debito, la concentrazione del mercato e la maggiore incertezza in alcuni settori dell'esportazione gravano sulla domanda di credito delle piccole e medie imprese, che continua a stagnare. È fondamentale ridurre gli arretrati a lungo termine, dei quali quelli che risalgono a oltre due anni fa nel 2017 rappresentavano circa il 60 % del totale dei crediti ipotecari in arretrato. La riduzione degli arretrati a lungo termine potrebbe inoltre contribuire ad affrontare il problema del debito eccessivo, che riduce gli incentivi affinché le imprese, in particolare piccole e medie, utilizzino il credito a fini più produttivi. Sebbene la sua relazione del quarto trimestre del 2017 sui crediti ipotecari in arretrato e sugli espropri nel settore residenziale abbia rilevato che circa l'87 % dei prestiti ipotecari ristrutturati sono conformi alle disposizioni, la Banca centrale irlandese ha evidenziato che le ristrutturazioni che prevedono una riduzione temporanea dei pagamenti sono particolarmente soggette a nuovi inadempimenti. La sostenibilità degli espropri e delle svalutazioni dei crediti come misure di ultima ratio potrebbe essere migliorata e integrata da un quadro di riferimento forte a tutela del consumatore, che salvaguardi gli sviluppi positivi nelle cessioni di prestiti ipotecari sul mercato secondario così come la durabilità delle soluzioni di ristrutturazione del credito.

(19)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dell'Irlanda, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte all'Irlanda negli anni precedenti. Ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dell'Irlanda, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(20)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (8) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(21)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3,

RACCOMANDA che l'Irlanda adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Raggiungere l'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2019. Utilizzare entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL. Limitare l'entità e il numero delle agevolazioni fiscali e ampliare la base imponibile. Affrontare l'incremento previsto della spesa connessa all'invecchiamento aumentando l'efficacia in termini di costi del sistema sanitario e proseguendo nella riforma del sistema pensionistico prevista.

2.

Garantire l'attuazione tempestiva ed efficace del piano di sviluppo nazionale, anche per quanto riguarda l'energia pulita, i trasporti, gli alloggi, i servizi idrici e un'assistenza di qualità all'infanzia a prezzi accessibili. Conferire la priorità al miglioramento del livello delle competenze della popolazione adulta in età lavorativa, con un'attenzione particolare per le competenze digitali.

3.

Promuovere la crescita della produttività delle imprese irlandesi, in particolare delle piccole e medie imprese, promuovendo la ricerca e l'innovazione attraverso politiche mirate, forme più dirette di finanziamento e una maggior cooperazione strategica con le multinazionali straniere, i centri di ricerca e le università. Promuovere riduzioni più rapide e durevoli degli arretrati a lungo termine utilizzando i mercati secondari, basandosi sulle iniziative per le famiglie più vulnerabili e, se necessario, facendo ricorso alla cancellazione delle esposizioni non recuperabili.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa. Il parametro di riferimento per la spesa dell'Irlanda rispecchia l'aggiustamento apportato per correggere una distorsione del tasso di riferimento a 10 anni della crescita potenziale, dovuta all'aumento eccezionalmente elevato della crescita del PIL reale nel 2015. Seguendo l'approccio adottato dalle autorità irlandesi nei loro calcoli relativi al bilancio 2017, la Commissione ha preso in considerazione la media dei tassi potenziali di crescita nel 2014 e nel 2016.

(7)  Come nel 2018, il parametro di riferimento per la spesa rispecchia l'aggiustamento apportato per correggere una distorsione del tasso di riferimento a 10 anni della crescita potenziale, dovuta all'aumento eccezionalmente elevato della crescita del PIL reale nel 2015.

(8)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/33


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Spagna e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Spagna

(2018/C 320/08)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Spagna è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Spagna dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Spagna 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Spagna nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Spagna presenta squilibri macroeconomici. In particolare, gli ingenti stock di debito estero e interno, sia pubblico che privato, in un contesto di elevata disoccupazione, continuano a costituire un punto debole di rilevanza transfrontaliera. Il riequilibrio esterno prosegue grazie agli avanzi delle partite correnti registrati dal 2013, sostenuti da miglioramenti strutturali nell'andamento degli scambi. Tuttavia, le passività nette verso l'estero restano elevate. Prosegue anche la riduzione del debito del settore privato, sostenuta da condizioni di crescita favorevoli, ma permane l'esigenza di ridurre l'indebitamento. Un settore finanziario più sano stimola l'attività economica. Nonostante la forte crescita del PIL nominale, il debito pubblico in percentuale del PIL si sta riducendo solo con lentezza. Pur continuando a diminuire rapidamente, il tasso di disoccupazione rimane molto elevato e il notevole grado di segmentazione del mercato del lavoro impedisce una crescita più rapida della produttività del lavoro. Dopo il forte impulso di riforma tra il 2012 e il 2015, i progressi compiuti nel dare seguito alle raccomandazioni sono stati più limitati. L'attuale situazione economica offre l'opportunità di effettuare le riforme ancora necessarie allo scopo di rendere l'economia spagnola più resiliente e di favorire l'aumento della produttività.

(4)

La Spagna è attualmente nel braccio correttivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di stabilità 2018 la Spagna prevede di correggere il disavanzo eccessivo entro il 2018, in linea con la decisione (UE) 2017/984 del Consiglio che intima alla Spagna di adottare le misure per la riduzione del disavanzo ritenute necessarie per correggere la situazione di disavanzo eccessivo (5). Il saldo delle amministrazioni pubbliche dovrebbe continuare a migliorare raggiungendo un avanzo dello 0,1 % del PIL nel 2021. Il programma di stabilità 2018 include tutte le misure previste dal progetto di legge di bilancio trasmesso al parlamento il 3 aprile 2018 e misure aggiuntive annunciate a fine aprile 2018. Non si prevede di raggiungere l'obiettivo di bilancio a medio termine di una posizione di bilancio in pareggio in termini strutturali nel periodo coperto dal programma di stabilità 2018. Secondo il programma di stabilità 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire attestandosi al 97,0 % nel 2018, al 95,2 % nel 2019 e all'89,1 % nel 2021. Le ipotesi macroeconomiche del programma di stabilità 2018 sono plausibili. In generale, il previsto conseguimento degli obiettivi di disavanzo nominale si basa sempre sul presupposto che le prospettive economiche rimangano molto favorevoli e che la spesa pubblica cresca in misura inferiore al PIL nominale. I rischi per il conseguimento degli obiettivi di bilancio riguardano una crescita delle entrate più forte e un aumento della spesa più contenuto rispetto a quanto indicato nelle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nonché la possibile materializzazione di ulteriori passività potenziali.

(5)

Nella decisione (UE) 2017/984 il Consiglio ha chiesto alla Spagna di porre fine alla situazione di disavanzo eccessivo entro il 2018 e, in particolare, di ridurre il disavanzo pubblico portandolo al 4,6 % del PIL nel 2016, al 3,1 % del PIL nel 2017 e al 2,2 % del PIL nel 2018. Sulla base delle previsioni di primavera 2016 aggiornate della Commissione, tale miglioramento del saldo delle amministrazioni pubbliche è considerato coerente con un peggioramento del saldo strutturale dello 0,4 % del PIL nel 2016 e con un miglioramento dello 0,5 % del PIL sia nel 2017 che nel 2018. La Spagna ha raggiunto un disavanzo nominale pari al 3,1 % del PIL nel 2017, come richiesto dalla decisione (UE) 2017/984 del Consiglio. Sulla base delle previsioni di primavera 2018 della Commissione, il disavanzo nominale dovrebbe scendere al 2,6 % del PIL nel 2018, superando dello 0,4 % del PIL l'obiettivo di disavanzo nominale fissato nel programma di stabilità 2018 e quello stabilito dal Consiglio. Rispetto al programma di stabilità 2018, le previsioni di primavera 2018 della Commissione ipotizzano una crescita più bassa delle entrate pubbliche e una spesa un po' più elevata. Secondo le previsioni di primavera 2018 della Commissione, il saldo strutturale dovrebbe peggiorare dello 0,3 % del PIL nel 2018 (in un contesto di misure a incremento del disavanzo quali previste nel progetto di legge di bilancio per il 2018 trasmesso al parlamento il 3 aprile 2018), e registrare solo un lieve miglioramento nel 2019. Pertanto, lo sforzo di bilancio nel 2018 e cumulato nel periodo 2016-2018 presumibilmente non sarà garantito. Sebbene stia favorendo la riduzione del disavanzo, l'espansione economica non è utilizzata per rafforzare in modo strutturale le finanze pubbliche. Di conseguenza, nel suo parere sul documento programmatico di bilancio aggiornato della Spagna per il 2018 la Commissione ha concluso che il piano è sostanzialmente conforme alle disposizioni del patto di stabilità e crescita, poiché le previsioni di primavera 2018 della Commissione ipotizzano la tempestiva correzione del disavanzo eccessivo, ma è espansivo.

(6)

Nel 2019, qualora dovesse realizzare una correzione tempestiva e duratura del disavanzo eccessivo, la Spagna sarebbe sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita e alla regola transitoria del debito. In considerazione del rapporto debito pubblico/PIL del paese al di sopra del 60 % del PIL e del previsto divario positivo tra prodotto effettivo e prodotto potenziale del 2,3 % del PIL, in linea con l'aggiustamento strutturale annuo dell'1,0 % del PIL imposto dalla matrice comune di aggiustamento concordata nell'ambito del patto di stabilità e crescita, la spesa pubblica primaria netta nominale (6) dovrebbe ridursi almeno dello 0,3 % nel 2019. Nel contempo, vi sono segnali di una sottostima della capacità inutilizzata dell'economia. Nel 2019 la Spagna dovrebbe continuare a registrare uno dei tassi di disoccupazione più elevati dell'Unione, destinato a contenere le pressioni salariali (soprattutto nel settore privato), mentre l'inflazione dovrebbe restare ben al di sotto del 2 %. Ciò è indice di un persistente ristagno nel mercato del lavoro. Inoltre, anche se la valutazione da parte della Commissione della plausibilità del divario tra prodotto effettivo e potenziale non contrassegna come non plausibili le stime del divario tra prodotto effettivo e potenziale basate sulla metodologia concordata, essa indica una gamma piuttosto ampia di plausibili stime di tale divario per la Spagna. Su tale base, un aggiustamento strutturale annuo dello 0,65 % del PIL, corrispondente a un tasso massimo di crescita della spesa pubblica primaria netta dello 0,6 %, risulta opportuno. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, a politiche invariate, vi è un rischio di deviazione significativa dall'aggiustamento di bilancio richiesto nel 2019. Inoltre, non si prevede che la Spagna possa rispettare i requisiti della regola transitoria del debito nel 2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che la Spagna debba essere pronta ad adottare ulteriori provvedimenti per assicurare la conformità nel 2018, e che a partire dal 2019 debba adottare i necessari provvedimenti per conformarsi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. L'impiego di eventuali entrate straordinarie per ridurre ulteriormente il rapporto debito pubblico/PIL rappresenterebbe una risposta prudente.

(7)

Nella decisione (UE) 2017/984 il Consiglio ha inoltre chiesto alla Spagna di adottare misure volte a migliorare il suo quadro di bilancio, al fine di aumentare l'automaticità dei meccanismi di prevenzione e correzione delle deviazioni rispetto agli obiettivi di bilancio e potenziare il contributo della regola di spesa della legge di stabilità al risanamento di bilancio. Tuttavia, il programma di stabilità 2018 non prevede piani per rafforzare la regola della spesa interna, né misure per aumentare per legge l'automaticità dei meccanismi correttivi e preventivi. Il Consiglio ha inoltre richiesto alla Spagna di adottare misure volte a migliorare il quadro per la politica in materia di appalti pubblici. La Spagna ha fatto progressi con l'adozione, nel novembre 2017, di una nuova legge sui contratti del settore pubblico. Tuttavia, la nuova legislazione potrà aumentare l'efficienza e la trasparenza degli appalti pubblici solo se sarà attuata in tempi rapidi e in maniera ambiziosa attraverso la definizione della nuova struttura di governance e il miglioramento dei meccanismi di controllo delle procedure di appalto a tutti i livelli di governo. In particolare, la prossima strategia nazionale in materia di appalti pubblici dovrebbe specificare i controlli ex ante ed ex post che la nuova struttura sarà tenuta ad effettuare. Nel giugno 2017 il governo ha commissionato all'organismo di bilancio indipendente una revisione della spesa per determinate sovvenzioni del settore pubblico. La Commissione monitora l'attuazione della revisione, che dovrebbe concludersi entro l'inizio del 2019.

(8)

Il 27 aprile 2018 la Spagna ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(9)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (7), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(10)

L'occupazione ha continuato a crescere a ritmo sostenuto in Spagna, anche grazie agli effetti delle precedenti riforme del mercato del lavoro e della moderazione salariale. Il tasso di disoccupazione continua a scendere, ma resta ben al di sopra dei livelli pre-crisi ed è tra i più alti dell'Unione. Ciò comporta un grande potenziale inespresso in termini di competenze, in particolare per i giovani disoccupati. I disoccupati senza lavoro da più di un anno stanno diminuendo in percentuale, ma sono ancora il 44,5 % di tutti i disoccupati. La Spagna ha adottato una serie di iniziative strategiche per estendere il sostegno individuale ai disoccupati di lunga durata e per aiutare i giovani ad accedere al mercato del lavoro e migliorarne l'occupabilità, in particolare aumentando il numero di beneficiari della garanzia per i giovani. L'efficacia di queste misure dipende anche dalla capacità dei servizi pubblici regionali per l'impiego e il sociale di fornire sostegno personalizzato a coloro che cercano lavoro, capacità che sta migliorando solo con lentezza. Vi è inoltre margine per una maggiore cooperazione con i datori di lavoro, in particolare attraverso l'aumento della percentuale di offerte di lavoro gestite dai servizi per l'impiego, una migliore definizione del profilo delle persone in cerca di lavoro e una migliore corrispondenza tra le esigenze di queste ultime e le esigenze dei datori di lavoro. Nel contempo, si dovrebbero proseguire gli sforzi per migliorare il coordinamento dei servizi per l'impiego e dei servizi sociali, che ha registrato progressi nel 2017.

(11)

La percentuale di dipendenti assunti con contratti a tempo determinato è tra le più alte dell'Unione e comprende soprattutto i giovani e i lavoratori scarsamente qualificati. I contratti a tempo determinato sono spesso a breve termine e raramente sono il primo passo verso un contratto a tempo indeterminato. L'ampio ricorso a questo tipo di contratti, anche nei settori meno soggetti alle attività stagionali o cicliche, può frenare l'aumento della produttività ed è spesso associato a minori diritti in termini di prestazioni sociali e a un aumento del rischio di povertà. I contratti a tempo indeterminato sono aumentati come percentuale della crescita occupazionale netta negli ultimi due anni, ma sono necessarie ulteriori misure per incentivare la transizione dai contratti di lavoro a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato. Il sistema di incentivi all'assunzione è ancora frammentato e non mira a promuovere in modo efficace l'occupazione a tempo indeterminato. La Spagna ha adottato un piano per ridurre il ricorso ai contratti a tempo determinato nel settore pubblico, ma la sua attuazione è appena agli inizi e deve essere accelerata per conseguire l'obiettivo dell'8 % fissato per il 2019. Il numero di contratti a tempo determinato convertiti in contratti a tempo indeterminato è aumentato grazie al rafforzamento della capacità degli ispettorati del lavoro e della loro efficacia nel combattere gli abusi, ma ciò non sembra aver dissuaso i datori di lavoro dal fare ampio uso dei contratti a termine. La tavola rotonda tripartita istituita all'inizio del 2017 per discutere della qualità dell'occupazione non ha ancora avanzato proposte concrete. Il coinvolgimento delle parti sociali nell'elaborazione delle politiche è aumentato di recente, ma vi è ancora margine per ulteriori miglioramenti.

(12)

La crescita economica e la creazione di posti di lavoro stanno contribuendo a ridurre la percentuale di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale, che tuttavia resta al di sopra della media dell'Unione, come pure le disparità di reddito. La povertà lavorativa è fonte di preoccupazione, soprattutto nelle famiglie i cui membri sono assunti con contratti temporanei o a tempo parziale. La percentuale di povertà infantile, sebbene in diminuzione, resta molto elevata. L'impatto dei trasferimenti sociali diversi dalle pensioni sulla riduzione della povertà è inferiore alla media dell'Unione e in diminuzione. I sistemi di garanzia del reddito sono caratterizzati da grandi disparità nelle condizioni di accesso a livello regionale, nonché dalla frammentazione in una molteplicità di sistemi nazionali rivolti a differenti gruppi di persone in cerca di lavoro e gestiti da amministrazioni diverse. Di conseguenza, numerose persone bisognose non ricevono aiuto. In seguito al recente studio di valutazione dell'efficacia dei sistemi di garanzia del reddito nazionali e regionali non è stato ancora approvato alcun piano d'azione. Il lancio della carta sociale universale dovrebbe aumentare la trasparenza delle prestazioni sociali concesse e agevolare la partecipazione alle misure di attivazione associate, anche se non permetterà di ovviare direttamente alle carenze dei sistemi esistenti. Anche l'efficacia delle prestazioni familiari è scarsa e la copertura è disuguale. Il sistema pensionistico spagnolo riveste un ruolo importante nel mantenimento della qualità della vita delle persone anziane, che di conseguenza sono esposte a un rischio di povertà di molto inferiore a quello che minaccia le generazioni più giovani. In rapporto alla remunerazione, le pensioni attuali sono tra le più alte dell'Unione. Le ipotesi della relazione 2018 sull'invecchiamento demografico e della relazione 2018 sull'adeguatezza delle pensioni (8) indicano che le riforme del 2011 e del 2013 hanno contribuito a garantire la sostenibilità e la relativa adeguatezza delle pensioni nel lungo periodo. Tuttavia, gli aumenti delle pensioni e il rinvio del fattore della sostenibilità proposti durante il processo di adozione del progetto di bilancio 2018 mettono in discussione l'impegno a favore di queste riforme. Allo stesso tempo, queste misure non affrontano la sfida principale per l'adeguatezza del reddito dei futuri pensionati, che è connessa piuttosto all'elevato tasso di disoccupazione e alla segmentazione del mercato del lavoro.

(13)

Facendo fronte alle carenze nella capacità di innovazione delle imprese spagnole si potrebbe accrescerne la produttività. I risultati nel campo dell'innovazione e l'aumento della produttività sono ostacolati dal persistere di livelli di investimento nelle attività di ricerca e sviluppo modesti, il che rende altamente improbabile il conseguimento dell'obiettivo relativo all'intensità di ricerca e sviluppo di Europa 2020, fissato al 2 %. Questa tendenza è confermata dal tasso di esecuzione del bilancio pubblico per la ricerca e lo sviluppo, che è basso e in calo. Mentre la governance delle politiche nazionali in materia di ricerca e innovazione sta diventando più efficiente, in parte grazie alla nuova Agenzia di Stato per la ricerca, il coordinamento nazionale-regionale nella concezione, nell'attuazione e nella valutazione delle politiche resta debole. Lo sviluppo di una cultura della valutazione per misurare in modo sistematico l'efficacia dei programmi e delle politiche di sostegno consentirebbe di trarre insegnamenti dalle politiche e di creare sinergie tra i diversi livelli di governo.

(14)

La limitata capacità di innovazione delle imprese spagnole è imputabile anche alla mancata corrispondenza tra domanda e offerta di competenze, che influenza negativamente il potenziale a lungo termine di crescita della produttività. La sottoqualificazione e la sovraqualificazione in ambito lavorativo sono diffuse. Nonostante il netto miglioramento registrato nell'ultimo decennio, il tasso di abbandono scolastico è ben al di sopra della media dell'Unione. Insieme ai risultati scolastici, esso varia notevolmente da regione a regione e può pregiudicare la parità di opportunità. I programmi mirati volti ad eliminare queste disparità finora hanno sortito solo effetti limitati. Il patto sociale e politico nazionale in tema di istruzione, finalizzato a una profonda riforma del sistema scolastico, è ancora in fase di negoziazione. Nel frattempo, è necessario favorire lo sviluppo professionale degli insegnanti riducendo i contratti a tempo determinato e destinando maggiori risorse alla loro formazione. Allo stesso tempo, i laureati in particolare incontrano difficoltà a trovare un'occupazione adeguata e stabile nel mercato del lavoro. Una maggiore cooperazione tra il mondo dell'istruzione e le imprese potrebbe favorire l'accesso dei giovani laureati al mercato del lavoro, fornendo nel contempo alle imprese le competenze di cui hanno bisogno per rafforzare la loro capacità di innovazione. In questo contesto, la proposta relativa a una nuova strategia digitale nazionale riconosce la necessità di migliorare le competenze digitali. Le sfide da affrontare riguardano il basso numero di specialisti in tecnologie dell'informazione e della comunicazione e la promozione del ruolo dei sistemi scolastici nel miglioramento delle competenze digitali. La riqualificazione dei lavoratori in termini di competenze digitali consentirebbe inoltre alle imprese spagnole di restare competitive nel contesto di un'economia sempre più digitalizzata.

(15)

Anche le disparità normative nell'ambiente imprenditoriale agiscono da freno all'aumento della produttività. Nel contesto attuale, le disparità normative e le restrizioni nell'ambiente imprenditoriale contribuiscono a mantenere elevati i mark-up, riducendo la mobilità geografica delle imprese e dei lavoratori e limitando l'aumento della produttività. La legge sull'unità del mercato, volta a risolvere questo problema, è stata attuata solo in parte. È necessario migliorare il monitoraggio dell'applicazione di tale legge a livello regionale e locale e rafforzare il ruolo delle conferenze settoriali. La medesima legge ha introdotto il principio in base al quale la conformità ad alcuni requisiti in una parte del territorio consentirebbe alle imprese di operare su tutto il territorio. In diverse sentenze emesse nel 2017 la Corte costituzionale ha ritenuto che tale principio non è valido in assenza di norme minime comuni o equivalenti per accedere a un'attività economica o esercitarla. In considerazione di queste sentenze, la definizione di norme comuni o equivalenti in tutto il territorio potrebbe contribuire al conseguimento degli obiettivi di tale legge. Inoltre, la cooperazione tra i diversi livelli di governo dovrebbe essere migliorata in tutte le fasi dell'attuazione per contrastare più efficacemente gli effetti negativi della frammentazione per le imprese. Dovrebbero essere accelerate le attività del comitato per il programma «Legiferare meglio», istituito per assicurare che la normativa sia allineata all'acquis dell'Unione sui servizi. Nel pacchetto sui servizi adottato nel gennaio 2017 sono state inoltre evidenziate le restrizioni che riguardano alcune professioni regolamentate, come quelle degli ingegneri civili e degli architetti, per le quali ad oggi non sono state intraprese misure specifiche.

(16)

Più in generale, il miglioramento della qualità delle istituzioni potrebbe rafforzare la fiducia nell'economia spagnola e accentuare i benefici derivanti dalle misure adottate per rafforzare l'aumento della produttività. Sono stati compiuti progressi per quanto riguarda la trasparenza del finanziamento dei partiti, la dichiarazione della situazione patrimoniale e la comunicazione dei conflitti di interesse. Il contesto imprenditoriale ha beneficiato anche dei progressi compiuti nella lotta contro la corruzione, sebbene permangano preoccupazioni in questo ambito. Inoltre, la percezione dell'indipendenza del sistema giudiziario è migliorata presso i cittadini e le imprese. Si stanno compiendo sforzi per migliorare ulteriormente l'efficienza del sistema giudiziario e bisogna proseguire su questa strada. Nonostante alcuni progressi realizzati in questo vasto ambito, permane l'esigenza di accrescere la fiducia nelle istituzioni a tutti i livelli di governo.

(17)

L'ulteriore potenziamento delle infrastrutture per il trasporto, l'energia e l'acqua favorirebbe la coesione territoriale, una migliore integrazione nel mercato comune e l'aumento della produttività. C'è carenza di investimenti nei collegamenti transfrontalieri dei settori dei trasporti e dell'energia e nelle infrastrutture idriche. Le infrastrutture del trasporto ferroviario di passeggeri e merci potrebbero essere utilizzate meglio. I diversi scartamenti presenti in Spagna, Portogallo e Francia sono un importante ostacolo al miglioramento dei collegamenti ferroviari, sebbene di recente siano state completate nuove tratte che utilizzano lo scartamento standard prevalente a livello internazionale. Sono state riscontrate carenze anche nei collegamenti ferroviari per il trasporto merci fra i principali porti delle coste atlantiche e mediterranee e le aree industriali interne. La connettività insufficiente impedisce inoltre di conseguire una maggiore integrazione nei mercati dell'energia elettrica e del gas dell'Unione. Sono necessari ulteriori investimenti nelle infrastrutture per migliorare la gestione delle risorse idriche, ad esempio per il trattamento delle acque reflue, la riduzione delle perdite nelle reti e il miglioramento dell'approvvigionamento idrico. Ne deriverebbero vantaggi per la Spagna in termini ambientali, economici e sociali.

(18)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Spagna, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Spagna negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Spagna, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(19)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (9) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(20)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3,

RACCOMANDA che la Spagna adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Garantire la conformità con la decisione (UE) 2017/984 del Consiglio che, nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi, intima l'adozione di misure, comprese quelle volte ad assicurare l'applicazione del quadro di bilancio e degli appalti pubblici a tutti i livelli di governo, per poi assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi lo 0,6 % nel 2019, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,65 % del PIL. Utilizzare entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL.

2.

Provvedere affinché i servizi per l'impiego e i servizi sociali abbiano la capacità di fornire un effettivo sostegno alle persone in cerca di lavoro, anche attraverso una migliore cooperazione con i datori di lavoro. Favorire la transizione verso contratti a tempo indeterminato. Migliorare l'assistenza alle famiglie e aumentare l'efficacia dei sistemi di garanzia del reddito, affrontando il problema delle lacune, semplificando i sistemi nazionali e riducendo le disparità nelle condizioni di accesso ai sistemi regionali. Ridurre l'abbandono scolastico e le disparità regionali per quanto concerne i risultati scolastici, in particolare mediante un migliore sostegno a studenti e insegnanti.

3.

Aumentare gli investimenti pubblici nella ricerca e nell'innovazione ed effettuare regolarmente valutazioni delle politiche di sostegno nel settore al fine di accertarne l'efficacia. Intensificare la cooperazione tra mondo dell'istruzione e imprese per ridurre il problema della mancata corrispondenza tra domanda e offerta di competenze. Proseguire l'attuazione della legge sull'unità del mercato provvedendo affinché, a tutti i livelli di governo, le norme che disciplinano l'accesso alle attività economiche e il loro esercizio, in particolare per i servizi, siano conformi ai principi sanciti in tale legge e migliorando la cooperazione tra le amministrazioni.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  GU L 148 del 10.6.2017, pag. 38.

(6)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(7)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(8)  Commissione europea (2018), Relazione 2018 sull'adeguatezza delle pensioni: adeguatezza del reddito attuale e futuro nella terza età nell'UE, volume I e volume II - Relazione congiunta preparata dal Comitato per la protezione sociale (CPS) e dalla Commissione europea (DG EMPL), Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo, 2018.

(9)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/39


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Francia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Francia

(2018/C 320/09)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Francia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Francia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni che seguono, in particolare quelle di cui ai punti 1 e 2.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Francia 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Francia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Francia presenta squilibri macroeconomici. In particolare, le vulnerabilità derivano da un debito pubblico elevato e da una debole dinamica della competitività in un contesto di bassa crescita della produttività. Il rischio di ripercussioni negative sull'economia francese e, considerate le sue dimensioni, di ricadute negative sull'Unione economica e monetaria è particolarmente consistente.

(4)

Il 25 aprile 2018 la Francia ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

A seguito della correzione tempestiva e duratura del disavanzo eccessivo e della decisione (UE) 2018/924 del Consiglio (6) di abrogare la procedura per i disavanzi eccessivi, la Francia è nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola transitoria del debito. Nel programma di stabilità 2018 il governo prevede un miglioramento graduale del saldo delle amministrazioni pubbliche, che dovrebbe passare dal – 2,6 % del PIL nel 2017 al + 0,3 % del PIL nel 2022. Non si prevede di raggiungere l'obiettivo di bilancio a medio termine - un disavanzo strutturale dello 0,4 % del PIL - nell'arco del periodo coperto dal programma di stabilità 2018. Secondo il programma di stabilità 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere dal 97,0 % del PIL nel 2017 all'89,2 % nel 2022. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Tuttavia, le misure necessarie per sostenere gli obiettivi di disavanzo pianificati a partire dal 2019 non sono state illustrate in modo sufficientemente dettagliato.

(7)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato alla Francia di assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (7) non superi l'1,2 % nel 2018, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL. Nel contempo, si affermava che la valutazione del documento programmatico di bilancio per il 2018 e la successiva valutazione dei risultati di bilancio nel 2018 avrebbero dovuto tenere debitamente conto dell'obiettivo di realizzare una politica di bilancio il cui orientamento contribuisse sia a rafforzare la ripresa in corso, sia ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche. Sulla scorta della sua valutazione circa la solidità della ripresa in Francia, effettuata nell'ambito del parere sul documento programmatico di bilancio della Francia per il 2018, tenendo debitamente conto delle sfide in materia di sostenibilità cui il paese è confrontato, la Commissione non ritiene necessario esaminare nessun elemento aggiuntivo a tale riguardo. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2018 vi è il rischio di una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato verso l'obiettivo di bilancio a medio termine.

(8)

Per il 2019, in considerazione del rapporto debito pubblico/PIL del paese al di sopra del 60 % del PIL e del previsto divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale dello 0,6 %, in linea con l'aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL imposto dalla matrice comune di aggiustamento concordata nell'ambito del patto di stabilità e crescita, il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non dovrebbe essere superiore all'1,4 % del PIL. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, a politiche invariate, vi è un rischio di deviazione significativa dal suddetto requisito nel 2019 e nel biennio 2018-2019. Ad una prima analisi si prevede che la Francia non soddisferà la regola transitoria del debito nel 2018 e nel 2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che a partire dal 2018 debbano essere adottati i necessari provvedimenti per conformarsi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. L'impiego di eventuali entrate straordinarie per ridurre ulteriormente il rapporto debito pubblico/PIL rappresenterebbe una risposta prudente.

(9)

Il livello della spesa pubblica in Francia è il più alto dell'Unione. Il rapporto spesa/PIL dovrebbe attestarsi al 56,0 % nel 2018, ossia 10,6 punti percentuali al di sopra della media dell'Unione. Sebbene la strategia di risanamento negli ultimi anni abbia beneficiato principalmente del calo dei tassi di interesse e dei tagli agli investimenti pubblici, è improbabile che il contesto caratterizzato da bassi tassi d'interesse continui anche nel medio termine e la riduzione degli investimenti produttivi potrebbe danneggiare il futuro potenziale economico. Le revisioni della spesa dal 2014 non si sono tradotte in risparmi significativi e i vantaggi in termini di efficienza sono stati limitati a causa della mancanza di opportune misure di follow-up e dello scarso livello di titolarità politica. La più recente strategia di revisione della spesa è stata abbandonata e sarà sostituita dal programma Azione Pubblica 2022 (Action Publique 2022), i cui principi sono definiti nel mandato conferito dal governo nell'ottobre 2017. Il comitato Azione Pubblica 2022 (Comité Action Publique 2022) dovrebbe redigere una relazione prima dell'estate 2018 e analizzare le misure necessarie da adottare. Tuttavia, non sono state ancora proposte misure ben definite e, in tale contesto, si otterranno nuovi risparmi solo a partire dal 2020. Gli interventi volti a rispondere alle attuali esigenze in termini di risanamento di bilancio nel medio-breve termine trarrebbero vantaggio dalla rapida attuazione delle misure di riduzione della spesa.

(10)

Attualmente esistono in Francia 37 regimi pensionistici diversi, che riguardano diversi gruppi di lavoratori e funzionano in base a differenti serie di regole. La progressiva unificazione delle regole consentirebbe di migliorare la trasparenza del sistema, rafforzare l'equità intergenerazionale e agevolare la mobilità dei lavoratori. L'armonizzazione dei criteri di calcolo contribuirebbe altresì a controllare meglio la spesa pubblica. Mentre le riforme pensionistiche già adottate dovrebbero ridurre il livello della spesa pubblica per le pensioni nel lungo termine, un sistema pensionistico più semplice e più efficiente permetterebbe di generare ulteriori risparmi e contribuirebbe ad attenuare i rischi relativi alla sostenibilità delle finanze pubbliche nel medio termine. Secondo un recente studio della Fondation pour la recherche sur les administrations et les politiques publiques (iFRAP), l'allineamento dei diversi regimi pensionistici nel settore pubblico e in quello privato potrebbe produrre un risparmio a livello di spesa pubblica di oltre 5 miliardi di EUR entro il 2022.

(11)

Il tasso di disoccupazione è diminuito, passando dal 10,4 % del 2015 al 9,4 % nel 2017, e secondo le previsioni dovrebbe ridursi ulteriormente nei prossimi anni, mentre il tasso di occupazione è salito al 70,6 % nel 2017. Tuttavia, le condizioni del mercato del lavoro per i giovani, i lavoratori scarsamente qualificati e le persone provenienti da un contesto migratorio (sia della prima che della seconda generazione) sono ancora relativamente più difficili. Nel 2017 solo il 55,6 % delle persone nate al di fuori dell'UE (di età compresa tra 20 e 64 anni) aveva un lavoro: 17,0 punti percentuali in meno rispetto alle persone nate in Francia. Gli abitanti delle zone più svantaggiate (Quartiers de la politique de la ville), comprese le persone provenienti da un contesto migratorio, continuano a incontrare difficoltà sul mercato del lavoro. Nonostante le misure adottate, l'impatto del contesto socioeconomico e migratorio sui risultati scolastici è relativamente alto e ostacola l'integrazione del mercato del lavoro. Vi sono anche segnali indicanti il ricorso a pratiche discriminatorie sul mercato del lavoro. Un efficace sostegno attivo all'occupazione - che comprende la formazione linguistica, l'orientamento professionale intensivo, il sostegno all'assunzione e un'azione più decisa per contrastare le pratiche discriminatorie - è fondamentale per promuovere le pari opportunità sul mercato del lavoro.

(12)

La legge sul lavoro del 2016, che modernizza il dialogo sociale e garantisce i percorsi professionali, è volta a migliorare la capacità delle imprese di adattarsi ai cicli economici e a ridurre la percentuale di lavoratori assunti con contratti a tempo determinato. Anche se il numero delle persone assunte con contratti a tempo indeterminato è aumentato, la segmentazione del mercato del lavoro continua a rappresentare un problema ed è necessario promuovere la transizione verso forme di occupazione a tempo indeterminato. In tale contesto è importante completare l'attuazione dell'ambizioso programma di riforma, attualmente in corso, che comprende la riforma del diritto del lavoro adottata di recente, la prevista revisione del sistema per le indennità di disoccupazione e la riforma del sistema di istruzione e formazione professionale, incluso l'apprendistato.

(13)

La graduale attuazione delle misure finalizzate a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro ha migliorato a partire dal 2013 la competitività della Francia in termini di costi, ma le perdite accumulate in passato non sono state ancora completamente recuperate. Considerando la retribuzione media, nel 2016 le aliquote della contribuzione sociale a carico del datore di lavoro erano ancora tra le più alte dell'Unione in proporzione al costo totale del lavoro. Le attuali misure per ridurre il costo del lavoro dovrebbero ulteriormente consolidarsi e rafforzarsi a partire dal 2019, con l'annunciata conversione del credito di imposta per la competitività e l'occupazione (CICE) in una riduzione generalizzata dei contributi sociali per i datori di lavoro e l'introduzione di ulteriori riduzioni per le retribuzioni più basse allo scopo di promuovere l'occupazione delle persone scarsamente qualificate.

(14)

Dal 2013 la retribuzione minima in Francia ha subito un'evoluzione conforme alle norme in materia di indicizzazione, senza aumenti ad hoc. Di conseguenza, è aumentata più lentamente rispetto ai salari di riferimento (1,23 % nel 2017, rispetto all'1,31 % per la retribuzione media), in un contesto di bassa inflazione e aumento delle retribuzioni contenuto. Mentre la retribuzione minima, rispetto alla retribuzione media, è alta se comparata a quella degli altri paesi del mondo, il costo del lavoro retribuito al minino è stato tagliato in misura significativa grazie alle riduzioni dei contributi sociali. Tali riduzioni saranno rafforzate e rese permanenti a partire dal 2019. Sebbene l'indicizzazione della retribuzione minima sia importante per preservare il potere di acquisto dei lavoratori, il meccanismo attuale (unico nell'Unione) potrebbe limitare gli adeguamenti retributivi all'evoluzione delle condizioni, con potenziali conseguenze negative in termini di competitività. Un gruppo di esperti indipendenti effettua con cadenza annuale una valutazione della retribuzione minima in Francia e formula pareri non vincolanti sull'evoluzione della stessa. Nel 2017 il gruppo ha raccomandato la revisione del meccanismo di indicizzazione, ad esempio limitandolo unicamente all'indicizzazione sulla base dell'inflazione.

(15)

L'attuale sistema di istruzione e formazione professionale iniziale non favorisce sufficientemente l'integrazione nel mercato del lavoro, in particolare perché una percentuale considerevole di studenti è spinta verso percorsi con limitate prospettive occupazionali. Inoltre, i risultati scolastici degli studenti francesi che seguono corsi di istruzione e formazione professionale sono molto più scarsi rispetto alla media dell'Unione, mentre i risultati degli studenti che seguono corsi di istruzione generale sono di gran lunga migliori. In tale contesto, le misure volte ad incoraggiare gli apprendistati, associati a migliori prospettive occupazionali, insieme alle misure finalizzate al miglioramento dei risultati scolastici, sono essenziali per favorire l'occupazione giovanile e promuovere le pari opportunità. Allo stesso tempo è importante migliorare l'accesso alla formazione continua per i lavoratori scarsamente qualificati e le persone in cerca di lavoro e promuovere il conseguimento di qualifiche più elevate, con il sostegno di opportuni orientamenti. In considerazione di tali sfide e, in particolare, della necessità di migliorare la governance del sistema, garantire la pertinenza per il mercato del lavoro, la qualità e l'accesso alla formazione e le transizioni nel mercato del lavoro, il 27 aprile 2018 il governo ha presentato un progetto di legge di riforma dell'apprendistato e del sistema di istruzione e formazione professionale continua. Inoltre, il programma nazionale di riforma 2018 conferma l'intenzione di attuare un piano di investimenti da 14 miliardi di EUR per le competenze e apre la strada a una riforma complementare dell'istruzione professionale iniziale di tipo scolastico.

(16)

Complessivamente il sistema di protezione sociale produce buoni risultati. Le disparità di reddito in seguito ai trasferimenti sono inferiori alla media dell'Unione e, nonostante un recente aumento, il numero di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale resta relativamente basso. Per alcuni gruppi tuttavia - in particolare per le famiglie monoparentali, le persone nate al di fuori dell'Unione e le persone che vivono nelle aree urbane più degradate - il rischio di povertà è più alto. L'accesso a un alloggio adeguato per le persone che vivono in condizioni di povertà continua a destare preoccupazione. Nonostante i recenti miglioramenti, l'edilizia popolare è ancora insufficiente in alcune zone.

(17)

A dispetto delle riforme in corso volte a ridurre la pressione fiscale sulle imprese e a favorire gli investimenti produttivi, il sistema fiscale francese continua ad essere caratterizzato da un alto grado di complessità, e le agevolazioni fiscali, le imposte inefficaci e le imposte sulla produzione ostacolano il buon funzionamento del contesto imprenditoriale. Il numero elevato di agevolazioni fiscali (credito d'imposta, esenzioni, sgravi fiscali) costituisce un ulteriore fardello per le imprese, soprattutto le PMI, poiché si traduce in un aumento dei costi di conformità e in una maggiore incertezza. Esso genera inoltre costi di controllo aggiuntivi per l'amministrazione fiscale. Le agevolazioni fiscali, che aumenteranno ulteriormente in numero e in valore con la legge finanziaria del 2018, dovrebbero passare dai 93 miliardi di EUR del 2017 a 99,8 miliardi di EUR nel 2018 (4,2 % del PIL). Inoltre, sono state individuate circa 192 imposte che generano entrate modeste (meno di 150 milioni di EUR l'anno), ma dal 2014 ne è stato eliminato solo un numero molto ridotto (8). Infine, la Francia presenta imposte molto elevate sulla produzione nell'Unione (9) (3,1 % del PIL nel 2016), che consistono principalmente in imposte sul capitale e sul lavoro prelevate sulle imprese a motivo dell'esercizio dell'attività di produzione, indipendentemente dai loro risultati economici.

(18)

I servizi al mercato hanno rappresentato oltre il 50 % del valore aggiunto, il 40 % dell'occupazione e il 20 % del valore aggiunto dell'industria manifatturiera nelle esportazioni nel 2016. Tuttavia, sebbene abbia un impatto sull'intera economia, la concorrenza nei servizi al mercato è ancora ostacolata da requisiti normativi e oneri amministrativi, che incidono peraltro negativamente sulle prospettive di crescita delle imprese. Purché sufficientemente ambiziose e pienamente attuate, le riforme nel settore dei servizi potrebbero avere un considerevole impatto economico positivo. Nel definire le priorità degli sforzi di riforma, è importante tener conto dell'importanza economica e dei risultati dei sottosettori dei servizi. Un approccio basato sugli indicatori utilizzato per individuare le riforme prioritarie nei settori dei servizi evidenzia una serie di servizi alle imprese (attività di architettura e ingegneria, attività legali e contabili, servizi amministrativi e di supporto), il commercio al dettaglio, i servizi alberghieri e di ristorazione e i servizi sanitari. Nell'ambito specifico dei servizi professionali, la legge per la crescita, l'attività e le pari opportunità economiche («legge Macron») del 6 agosto 2015 ha ridotto le restrizioni per un numero limitato di professioni, soprattutto quelle forensi. Vi è ancora margine per ulteriori riforme in materia di servizi professionali. Ulteriori riforme potrebbero riguardare anche le restrizioni all'ingresso e all'esercizio (ad esempio, riserve di attività, restrizioni in materia di diritti di voto, restrizioni alla partecipazione azionaria, restrizioni multidisciplinari e restrizioni in termini di numero chiuso), che sono considerate eccessive. Le riforme per ovviare ai principali ostacoli alla crescita delle imprese potrebbero includere la rimozione degli effetti di soglia connessi ai criteri relativi alle dimensioni e la riduzione degli oneri amministrativi che gravano sulle imprese. Infine, il miglioramento della copertura della banda larga veloce in Francia aumenterebbe la capacità del paese di beneficiare dei vantaggi dell'economia digitale.

(19)

Secondo il quadro europeo di valutazione dell'innovazione, i risultati della Francia in termini di innovazione restano al di sotto di quelli registrati dai paesi dell'Unione che sono leader in questo settore, nonostante il livello relativamente elevato del sostegno pubblico. In particolare, il miglioramento dell'efficienza dei sistemi pubblici di sostegno, tra cui il credito d'imposta a favore delle attività di ricerca e sviluppo (Crédit d'Impôt Recherche) stimolerebbe risultati migliori nel campo dell'innovazione. A tale riguardo, è necessario tener conto dei risultati delle valutazioni in corso per migliorare la formulazione delle misure di sostegno pubblico per l'innovazione. Il trasferimento delle conoscenze tra la ricerca pubblica e le imprese è tuttora una sfida da superare, il che limita lo sfruttamento commerciale dei risultati della ricerca. Rispetto agli altri Stati membri dell'Unione, i risultati della Francia in termini di co-pubblicazioni pubblico-private e attività di ricerca e sviluppo pubbliche finanziate dalle imprese sono scarsi. Vi è la possibilità di rafforzare i meccanismi di trasferimento tra mondo accademico e industria semplificando la ricerca svolta in collaborazione e incentivando la mobilità dei ricercatori.

(20)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Francia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Francia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Francia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(21)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (10) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(22)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3,

RACCOMANDA che la Francia adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Assicurare che nel 2019 il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi l'1,4 %, il che equivarrebbe a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL. Usare le entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL. Realizzare i risparmi in materia di spesa nel 2018 e specificare in maniera dettagliata gli obiettivi e le nuove misure necessarie nell'ambito dell'iniziativa Azione pubblica 2022, affinché possano tradursi in concreti risparmi di spesa e misure volte a migliore l'efficienza nel bilancio 2019. Unificare progressivamente le regole dei diversi sistemi pensionistici esistenti al fine di renderli più equi e sostenibili.

2.

Proseguire le riforme del sistema di istruzione e formazione professionale al fine di rafforzarne la pertinenza per il mercato del lavoro e migliorare l'accesso alla formazione, in particolare per i lavoratori scarsamente qualificati e le persone in cerca di lavoro. Promuovere le pari opportunità e l'accesso al mercato del lavoro, anche per le persone provenienti da un contesto migratorio e le persone che vivono nelle aree svantaggiate. Assicurare che il salario minimo segua un'evoluzione in linea con la creazione di posti di lavoro e la competitività.

3.

Semplificare il sistema fiscale, limitando il ricorso alle agevolazioni fiscali, eliminando le imposte inefficaci e riducendo le imposte sulla produzione cui sono assoggettate le imprese. Ridurre gli oneri regolamentari e amministrativi per aumentare la concorrenza nel settore dei servizi e promuovere la crescita delle imprese. Intensificare gli sforzi per migliorare i risultati del sistema di innovazione, in particolare migliorando l'efficienza dei sistemi pubblici di sostegno e potenziando il trasferimento delle conoscenze tra gli istituti di ricerca pubblici e le imprese.

Fatto a Bruxelles, il del 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  Decisione (UE) 2018/924 del Consiglio, del 22 giugno 2018, che abroga la decisione 2009/414/CE sull'esistenza di un disavanzo eccessivo in Francia (GU L 164 del 29.6.2018, pag. 44).

(7)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(8)  Inspection Générale des Finances (2014), Les taxes à faible rendement.

(9)  Le imposte sulla produzione devono essere considerate come «altre tasse sulla produzione» secondo Eurostat (categoria D29).

(10)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/44


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Croazia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Croazia

(2018/C 320/10)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Croazia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Croazia 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Croazia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (3), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Croazia presenta tuttora squilibri macroeconomici eccessivi, pur se in fase di riduzione. Le vulnerabilità sono legate ai livelli ancora elevati del debito pubblico, privato ed estero, tutto in gran parte denominato in valuta estera. Resta elevato il livello dei crediti deteriorati, in particolare nelle società non finanziarie. Il potenziale di crescita della Croazia resta insufficiente per consentire un aggiustamento duraturo e nel complesso si sono registrati scarsi progressi nell'attuazione delle misure strategiche intese ad affrontare un'utilizzazione della manodopera cronicamente scarsa e la crescita lenta della produttività. La competitività e gli investimenti restano ostacolati da un ambiente imprenditoriale restrittivo e la frammentazione della pubblica amministrazione grava sull'efficienza dei servizi pubblici.

(3)

Il 26 aprile 2018 la Croazia ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di convergenza 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(5)

La Croazia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito. Partendo da un avanzo delle amministrazioni pubbliche dello 0,8 % del PIL nel 2017, il programma di convergenza 2018 prevede che il saldo nominale registri un disavanzo dello 0,5 % del PIL nel 2018 per migliorare gradualmente verso un avanzo dello 0,5 % del PIL nel 2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dell'1,75 % del PIL, dovrebbe essere superato durante tutto il periodo di riferimento. Secondo il programma di convergenza 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere dal 78,0 % del PIL nel 2017 al 75,1 % del PIL nel 2018 e continuare a diminuire fino al 65,9 % nel 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Gli obiettivi di bilancio previsti paiono tuttavia prudenti. Le previsioni di primavera 2018 della Commissione indicano che il saldo delle amministrazioni pubbliche nel 2018 e nel 2019 sarà pari rispettivamente allo 0,7 % e allo 0,8 % del PIL.

(6)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato alla Croazia di attenersi all'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018. Sulla base delle previsioni di primavera 2018 della Commissione si prevede che il saldo strutturale dovrebbe attestarsi a – 0,3 % del PIL nel 2018 e a – 0,6 % del PIL nel 2019, restando a un livello superiore rispetto all'obiettivo di bilancio a medio termine. Stando alle previsioni, la Croazia dovrebbe rispettare la regola del debito nel 2018 e nel 2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che la Croazia rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2018 e nel 2019.

(7)

L'adozione prevista della legislazione fondamentale per migliorare il quadro di riferimento di bilancio della Croazia è attesa da tempo. Le lacune nell'elaborazione della regola di bilancio numerica la rendono inefficace ai fini della pianificazione di bilancio e il ruolo della commissione per la politica di bilancio in veste di organo indipendente è ancora debole. Il livello ancora elevato del debito pubblico in Croazia e la sua esposizione ai rischi di cambio comportano la necessità di disporre di prassi robuste per una buona gestione del debito. Nel 2017 la funzione di gestione del debito è stata rafforzata ed è stata elaborata una strategia di gestione del debito, che richiede aggiornamenti a cadenza regolare. L'introduzione di un'imposta sui beni immobili già legiferata è stata posticipata, senza indicazione in merito alla sua eventuale attuazione. Ne consegue che in Croazia la proporzione del gettito derivante dall'imposta ricorrente sui beni immobili è bassa. Tale imposta creerebbe un margine per migliorare complessivamente la capacità della riscossione dei tributi di favorire la crescita, garantendo nel contempo una fonte di entrate stabile e prevedibile per le amministrazioni locali.

(8)

Nel 2017 il mercato del lavoro croato ha proseguito la sua ripresa. Restano tuttavia ancora sostanzialmente inferiori alla media dell'Unione i tassi di occupazione e di attività, ostacolando così la crescita potenziale. Attualmente, l'età pensionabile legale è di 62 anni per le donne e 65 anni per gli uomini. La convergenza e l'innalzamento dell'età pensionabile legale sono lenti e solo nel 2038 entrambi i sessi dovrebbero raggiungere l'età pensionabile di 67 anni. Inoltre, i lavoratori più anziani possono beneficiare di molti percorsi di prepensionamento e il sistema pensionistico prevede diversi regimi pensionistici speciali con condizioni di pensionamento più favorevoli. Le responsabilità di cura che incombono alle donne contribuiscono ulteriormente alla loro bassa partecipazione al mercato del lavoro. La modesta durata media della vita lavorativa che ne deriva comporta una scarsa adeguatezza delle pensioni attuali e future nonché rischi di povertà in vecchiaia. Le misure annunciate per promuovere il prolungamento della vita attiva non sono ancora state attuate.

(9)

Anche se in Croazia esiste una struttura di dialogo sociale, l'attuale interazione fra le autorità e le parti interessate nel processo preparatorio delle strategie è limitato e per la maggior parte circoscritto a osservazioni in forma scritta in merito alle misure proposte dal governo. Inoltre la frammentazione dei sindacati ne limita la complessiva capacità di impegno nel dialogo sociale.

(10)

Nonostante recenti miglioramenti, la quota di popolazione a rischio di povertà o di esclusione sociale resta elevata, con disparità territoriali accentuate fra le regioni. Gli anziani, i lavoratori poco qualificati e i disabili ne sono particolarmente colpiti. Il sistema di protezione sociale evidenzia lacune in termini di efficacia ed equità. Le prestazioni sociali hanno una limitata capacità di riduzione della povertà. L'assenza di coordinamento fra le istituzioni e la ridotta capacità di bilancio delle amministrazioni locali meno avvantaggiate si traducono in un'erogazione disomogenea delle prestazioni sociali.

(11)

La Croazia presenta risultati inferiori alla media dell'Unione per quanto riguarda gli investimenti nell'istruzione, nella cura e nell'educazione della prima infanzia, nelle competenze di base, nella percentuale di persone con un titolo di istruzione e nella pertinenza dell'istruzione e della formazione professionale con il mercato del lavoro. La Croazia ha avviato l'attuazione di diverse riforme delineate nella strategia sull'istruzione, la scienza e la tecnologia. La riforma dei percorsi scolastici dovrebbe incidere positivamente sulla qualità dell'istruzione croata, se attuata per intero e coerentemente con le altre azioni della strategia. La pertinenza dei programmi di istruzione e formazione professionale con il mercato del lavoro sembra limitata, come indica il fatto che oltre la metà dei disoccupati iscritti al collocamento è titolare di un diploma nell'ambito di tali programmi. È necessario un migliore coordinamento fra le autorità pubbliche e i datori di lavoro al fine di identificare le competenze richieste. Il sistema di istruzione per gli adulti che mira ad agevolare l'inclusione nel mercato del lavoro si caratterizza per un numero di fornitori ampio e distribuito in modo non uniforme in tutto il paese, mentre i programmi non sono adeguatamente valutati. La partecipazione ai programmi di istruzione e formazione per adulti offerti nell'ambito delle misure relative alle politiche attive del mercato del lavoro resta troppo bassa.

(12)

La frammentazione territoriale della pubblica amministrazione croata e l'ampia distribuzione di competenze fra i suoi diversi livelli pesano sull'efficienza dell'erogazione dei servizi e sulla spesa pubblica. Molte amministrazioni locali non posseggono capacità finanziarie e amministrative adeguate per svolgere funzioni decentralizzate. Gli indicatori dell'efficienza della pubblica amministrazione delineano una prestazione inferiore alla media dell'Unione che ostacola l'elaborazione e l'attuazione delle politiche pubbliche e un uso più efficiente dei Fondi strutturali e d'investimento europei. La prevista riduzione del numero degli uffici locali dell'amministrazione centrale e la razionalizzazione del sistema di agenzie statali sono state ulteriormente posticipate. L'assenza di coerenza dei quadri per la fissazione delle retribuzioni della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici ostacola l'uguaglianza di trattamento e il controllo della spesa retributiva del settore pubblico da parte del governo. La legislazione prevista ai fini della loro armonizzazione è stata ulteriormente posticipata alla metà del 2018. Le autorità hanno compiuto i primi passi per integrare alcune funzioni fra ospedali al fine di migliorare l'efficienza dell'erogazione dei servizi e l'accesso alle cure sanitarie. Tuttavia, un modello inefficace di finanziamento del sistema sanitario comporta l'accumulo di debiti, connessi in particolare alle cure ospedaliere.

(13)

Le imprese statali mantengono un'ampia presenza nell'economia. Le misure intese a migliorarne la governance hanno registrato progressi lenti e tali imprese continuano a funzionare con bassi livelli di produttività e redditività. È stata adottata una nuova legislazione per la gestione e la vendita delle attività statali.

(14)

Nel novembre del 2017 si è assistito alla conclusione di un riesame indipendente della qualità degli attivi della Banca croata per la ricostruzione e lo sviluppo. Considerata l'importanza della Banca per attuare gli strumenti finanziari dell'Unione e il piano di investimenti per l'Europa nonché il suo crescente impegno nelle attività di prestito diretto, gli esiti del riesame dovrebbero essere impiegati per rafforzare il quadro regolamentare e di vigilanza nonché la governance dalla Banca.

(15)

Gli oneri amministrativi e i prelievi parafiscali continuano a gravare sull'ambiente imprenditoriale. La riduzione degli oneri amministrativi ha registrato progressi costanti ma a ritmo lento. I tagli dei prelievi parafiscali sono stati limitati e la trasparenza è scarsa, in quanto non sono mai stati effettuati aggiornamenti regolari del registro né valutazioni d'impatto dei tagli previsti.

(16)

Il piano d'azione contro la corruzione per il biennio 2017-2018 deve essere attuato integralmente al fine di produrre risultati a fronte degli obiettivi della strategia contro la corruzione 2015-2020. Diversi elementi fondamentali necessitano di ulteriori miglioramenti, in particolare l'obbligo di dichiarazione della situazione patrimoniale e - dei conflitti di interesse, la sensibilizzazione relativamente ai canali di denuncia delle irregolarità e l'effettivo controllo dei rischi nelle procedure d'appalto, che restano vulnerabili alla corruzione a causa di un'ampia quota di appaltatori interni presso le imprese statali.

(17)

Una regolamentazione restrittiva dei mercati delle merci e dei servizi, in particolare l'elevato numero di professioni eccessivamente regolamentate, ostacola la concorrenza. L'allentamento normativo è stato lento a causa della forte resistenza da parte dei gruppi di interesse.

(18)

La lentezza dei procedimenti giudiziari e i considerevoli arretrati continuano a gravare sulla qualità e l'efficienza del sistema giudiziario quindi sull'ambiente imprenditoriale. La diminuzione osservata degli arretrati è dovuta per la maggior parte a un afflusso minore di nuove cause, piuttosto che a una risoluzione più rapida delle stesse. Nonostante i miglioramenti, le comunicazioni elettroniche restano sottoutilizzate nelle controversie e nei procedimenti per insolvenza.

(19)

Alcuni sforzi mirati volti a riformare il sistema nazionale per la scienza e l'innovazione sono in fase di attuazione attraverso la strategia croata per la specializzazione intelligente. Le responsabilità politiche a sostegno della scienza e dell'innovazione sembrano non coordinate, andando quindi a indebolire l'attuazione di tale strategia. Analogamente, le principali università sono dotate di strutture di governance altamente frammentate e di regolamentazioni rigide. La collaborazione fra gli istituti di ricerca e l'imprenditoria è debole. Non esistono un monitoraggio e una valutazione sistematici dell'impatto delle politiche per la ricerca e l'innovazione, il che ne ostacola la fissazione delle priorità. Il sistema di educazione terziaria potrebbe trarre beneficio dagli incentivi per migliorarne la qualità e la pertinenza con il mondo del lavoro.

(20)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Croazia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di convergenza 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Croazia negli anni precedenti. Ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Croazia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(21)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza 2018 ed è del parere (5) che la Croazia rispetterà il patto di stabilità e crescita.

(22)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di convergenza 2018. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 4,

RACCOMANDA che la Croazia adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Potenziare il quadro di bilancio, anche mediante il rafforzamento del mandato e dell'indipendenza della commissione per la politica di bilancio. Introdurre un'imposta ricorrente sui beni immobili.

2.

Disincentivare il prepensionamento, accelerare la transizione verso un'età pensionabile legale più elevata e allineare alle norme del regime generale le prestazioni pensionistiche applicabili a specifiche categorie. Condurre a buon fine la riforma del sistema di istruzione e formazione per migliorarne la qualità e la pertinenza con il mercato del lavoro sia per i giovani che per gli adulti. Consolidare i benefici sociali e migliorarne la capacità di riduzione della povertà.

3.

Ridurre la frammentazione territoriale della pubblica amministrazione, razionalizzare la distribuzione funzionale delle competenze e rafforzare la capacità di elaborare e attuare le politiche pubbliche. In consultazione con le parti sociali, introdurre quadri armonizzati in materia di fissazione delle retribuzioni in tutta la pubblica amministrazione e nei servizi pubblici.

4.

Migliorare la governance delle imprese statali e intensificare la vendita delle imprese statali e degli elementi dell'attivo non produttivi. Ridurre significativamente gli oneri che gravano sulle imprese derivanti dai prelievi parafiscali e dalle complesse prescrizioni amministrative e legislative. Potenziare la concorrenza nei settori dei servizi alle imprese e delle professioni regolamentate. Ridurre la durata dei procedimenti giudiziari e migliorare le comunicazioni elettroniche presso gli organi giudiziari.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 41.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/48


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 dell'Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 dell'Italia

(2018/C 320/11)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui l'Italia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, l'Italia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 4.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa all'Italia 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dall'Italia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che l'Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare, l'elevato debito pubblico e la dinamica ancora debole della produttività comportano rischi di rilevanza transfrontaliera, in un quadro caratterizzato da un volume di crediti deteriorati elevato, ma in calo, e da un tasso di disoccupazione alto, seppure in via di diminuzione. Risulta particolarmente importante la necessità di agire per ridurre il rischio di ripercussioni negative sull'economia italiana e, date le sue dimensioni e la sua rilevanza transfrontaliera, sull'Unione economica e monetaria.

(4)

Il 16 maggio 2018 l'Italia ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

L'Italia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito. Il programma di stabilità 2018 presentato dal governo uscente è basato su un quadro tendenziale, nell'ipotesi di politiche invariate. Secondo le autorità italiane il disavanzo nominale dovrebbe migliorare, passando dal 2,3 % del PIL nel 2017 all'1,6 % nel 2018 e allo 0,8 % nel 2019, raggiungendo una posizione di sostanziale equilibrio entro il 2020. Secondo il programma l'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia il pareggio di bilancio in termini strutturali, dovrebbe essere raggiunto entro il 2020 e mantenuto nel 2021, mentre il saldo strutturale ricalcolato (6) indica un leggero disavanzo strutturale (0,2 % del PIL) in entrambi gli anni. Secondo il programma di stabilità 2018, dopo il lieve calo registrato nel 2017 (dal 132,0 % del PIL nel 2016 al 131,8 %) il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe continuare a scendere di un punto percentuale del PIL dal 130,8 nel 2018 per attestarsi al 122,0 % nel 2021, anche grazie a proventi delle privatizzazioni pari allo 0,3 % all'anno per il periodo 2018-2020. Tuttavia, gli obiettivi in materia di privatizzazioni non sono stati raggiunti negli ultimi anni. Nell'ipotesi di politiche invariate, le previsioni di primavera 2018 della Commissione prospettano una crescita del PIL reale più bassa e un disavanzo più elevato per il 2019 rispetto a quanto previsto nel programma di stabilità 2018. Infatti, le previsioni della Commissione non comprendono l'aumento dell'IVA (0,7 % del PIL) previsto per legge come «clausola di salvaguardia» per conseguire gli obiettivi di bilancio nel 2019.

(7)

A causa della non conformità dell'Italia alla regola del debito nel 2016 e nel 2017, come evidenziata da una prima analisi, il 23 maggio 2018 la Commissione ha pubblicato una relazione preparata a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, TFUE. Sulla base dell'esame di tutti i fattori pertinenti, la relazione conclude che il criterio del debito stabilito dal trattato e dal regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio (7) al momento debba essere ritenuto soddisfatto e che l'avvio di una procedura per i disavanzi eccessivi non è pertanto giustificato, soprattutto in considerazione della conformità ex post dell'Italia con il braccio preventivo nel 2017. La Commissione valuterà nuovamente la conformità sulla base dei dati ex post per il 2018 che saranno comunicati nella primavera del 2019.

(8)

Il programma di stabilità 2018 indica che l'afflusso eccezionale di rifugiati e la tutela del territorio dai rischi sismici hanno un impatto significativo sul bilancio e fornisce elementi di prova sufficienti della portata e della natura di tali costi di bilancio supplementari. Secondo la Commissione, le spese aggiuntive ammissibili ammontano nel 2017 allo 0,16 % del PIL per l'afflusso eccezionale di rifugiati e allo 0,19 % del PIL per la tutela del territorio dai rischi sismici. Questa spesa aggiuntiva rientra nell'ambito di applicazione delle disposizioni dell'articolo 5, paragrafo 1, e dell'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97, dato che l'afflusso di rifugiati e i rischi sismici sono eventi inconsueti che hanno rilevanti ripercussioni sulle finanze pubbliche dell'Italia e visto che la sostenibilità non sarebbe compromessa se si consentisse una deviazione temporanea dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. Pertanto, al fine di tenere conto di questi costi supplementari, l'aggiustamento richiesto verso l'obiettivo di bilancio a medio termine per il 2017 è stato ridotto.

(9)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato all'Italia di assicurare un tasso nominale di riduzione della spesa pubblica primaria netta (8) pari ad almeno lo 0,2 % nel 2018, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL. Nel contempo, si affermava che la valutazione del documento programmatico di bilancio per il 2018 e la successiva valutazione dei risultati di bilancio nel 2018 avrebbero dovuto tenere debitamente conto dell'obiettivo di realizzare una politica di bilancio il cui orientamento contribuisse sia a rafforzare la ripresa in corso, sia ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche. Sulla scorta della sua valutazione circa la solidità della ripresa in Italia, effettuata nell'ambito del parere sul documento programmatico di bilancio dell'Italia per il 2018, tenendo debitamente conto delle sfide in materia di sostenibilità cui il paese è confrontato, per il 2018 la Commissione ritiene necessario uno sforzo strutturale di bilancio pari almeno allo 0,3 % del PIL, senza margini aggiuntivi di deviazione su un anno. Questo valore corrisponde a un tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superiore allo 0,5 %. Se si tiene conto di questo elemento nella valutazione complessiva, stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2018 vi è il rischio di una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato verso l'obiettivo di bilancio a medio termine.

(10)

Per il 2019, in considerazione del rapporto debito pubblico/PIL del paese al di sopra del 60 % del PIL e del previsto divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale dello 0,5 %, in linea con l'aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL imposto dalla matrice di aggiustamento concordata nell'ambito del patto di stabilità e crescita, il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non dovrebbe essere superiore allo 0,1 % del PIL. A politiche invariate, vi è un rischio di deviazione significativa dal suddetto requisito nel 2019 e nel biennio 2018-2019. Ad una prima analisi si prevede che l'Italia non soddisferà la regola del debito nel 2018 e nel 2019. Inoltre, un elevato rapporto debito pubblico/PIL attorno al 130 % del PIL implica che ingenti risorse devono essere destinate a coprire il servizio del debito, a scapito di voci aventi un maggiore effetto di stimolo della crescita, tra cui l'istruzione, l'innovazione e le infrastrutture. Nel complesso, il Consiglio è del parere che a partire dal 2018 l'Italia debba adottare i necessari provvedimenti per conformarsi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. L'impiego di eventuali entrate straordinarie per ridurre ulteriormente il rapporto debito pubblico/PIL rappresenterebbe una risposta prudente.

(11)

La spesa pubblica dell'Italia per le pensioni di vecchiaia, attestandosi attorno al 15 % del PIL, è attualmente tra le più elevate dell'Unione. Le passività implicite derivanti dall'invecchiamento demografico sono state limitate dalle passate riforme del sistema pensionistico, migliorando la sostenibilità a lungo termine dell'Italia anche mediante il progressivo adeguamento dell'età pensionabile alle aspettative di vita. Tuttavia, i bilanci 2017 e 2018 contengono disposizioni che segnano una parziale inversione di rotta rispetto a tali riforme. Gli ultrasessantacinquenni in Italia rappresentano una quota di popolazione superiore alla media dell'Unione e destinata a crescere ulteriormente nel tempo, con un conseguente peggioramento dell'indice di dipendenza degli anziani. Di conseguenza, la spesa pensionistica è destinata ad aumentare a medio termine. L'elevato peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica impone anche un contenimento delle altre spese sociali, incluse quelle finalizzate alla lotta contro la povertà, e di elementi di spesa a favore della crescita, come l'istruzione, il cui peso in percentuale della spesa pubblica è andato riducendosi sin dai primi anni 2000. Nel rispetto dei principi di equità e proporzionalità, si potrebbero conseguire risparmi consistenti intervenendo su pensioni di importo elevato che non corrispondono ai contributi versati.

(12)

Il sistema fiscale italiano grava molto su capitale e lavoro, con effetti negativi sulla crescita economica. Nonostante la recente estensione di incentivi fiscali mirati, la pressione fiscale sui fattori di produzione è ancora tra le più alte dell'Unione, con effetti negativi su investimenti e occupazione. Vi sono margini per ridurre tale pressione senza gravare sul bilancio dello Stato, trasferendo il carico fiscale verso imposte meno penalizzanti per la crescita, come quelle sul patrimonio e sui consumi. L'imposta patrimoniale ricorrente sulla prima casa è stata abrogata nel 2015, anche per i nuclei familiari più abbienti. Inoltre, i valori catastali sono in gran parte non aggiornati ed è ancora in itinere la riforma tesa ad allinearli ai valori di mercato correnti. Il numero e l'entità delle agevolazioni fiscali, in particolare per le aliquote ridotte dell'imposta sul valore aggiunto, sono particolarmente elevati e la loro razionalizzazione è stata rinviata, sebbene fosse prevista dalla normativa nazionale. Vi è inoltre margine per ridurre l'onere sulle imprese e le famiglie in regola, riducendo la complessità del regime tributario e aumentando il livello complessivo di adempimento degli obblighi fiscali. L'estensione dell'obbligo di fatturazione elettronica per tutte le operazioni del settore privato a partire dal 2019 costituisce un passo in avanti in questa direzione. Tuttavia, sono stati innalzati i limiti legali per i pagamenti in contanti, misura che potrebbe scoraggiare l'uso dei pagamenti elettronici la cui obbligatorietà può migliorare l'adempimento degli obblighi fiscali. L'Istituto nazionale di statistica italiano stima che l'economia sommersa ammonti circa al 12,6 % del PIL nel 2015, ma non sono previste azioni strategiche per affrontare questo problema. Il 15,9 % circa dell'occupazione totale è parzialmente o completamente non dichiarato, con picchi prossimi al 50 % in alcuni settori.

(13)

Durante la crisi gli investimenti hanno subito un forte calo e non sono ancora tornati ai volumi del 2007. Nonostante l'aumento registrato nel 2017, il livello degli investimenti è ancora basso rispetto a quello di altri paesi dell'Unione. Gli investimenti privati sono particolarmente bassi, a causa di fattori strutturali. Tra questi figurano un contesto imprenditoriale meno favorevole, i vincoli di carattere finanziario connessi a un mercato dei capitali non adeguatamente sviluppato, le condizioni restrittive per i crediti bancari e la penuria di lavoratori altamente qualificati dovuta, tra gli altri motivi, alla fuga dei cervelli e alle scarse possibilità di formazione continua. Attività immateriali, come ricerca e sviluppo, innovazione e formazione dei lavoratori, sono fondamentali per la produttività e la crescita economica e possono contribuire a spiegare le differenze di produttività tra paesi. Tuttavia, gli investimenti in questo tipo di attività rimangono al di sotto della media dell'Unione a causa del gran numero di microimprese, della mancanza di specializzazione in settori ad alta intensità di conoscenza, del basso tasso di digitalizzazione e di competenze digitali limitate. Al tempo stesso, la spesa pubblica complessiva in ricerca e sviluppo è stata ridotta. Il finanziamento delle piccole e medie imprese continua a essere fortemente dipendente dal settore bancario e l'erogazione di crediti rimane modesta, nonostante costi di finanziamento a livelli storicamente bassi. Vi sono inoltre importanti differenze regionali in termini di investimenti in ricerca e sviluppo, di capacità di avvalersi della recente politica di incentivazione per le imprese innovative e di qualità dell'istruzione. Sulla base dell'attuale valutazione dei risultati delle diverse misure settoriali stabilite nell'ambito delle iniziative «Finanza per la crescita» e «Industria/Impresa 4.0», sembrerebbe opportuno creare una strategia di lungo periodo a sostegno degli investimenti, che sia in grado di rafforzare i diversi fattori che sostengono l'innovazione, tra cui la disponibilità di credito, una solida base per la ricerca, l'istruzione superiore e competenze adeguate. Parrebbe analogamente opportuno prendere in considerazione le differenze esistenti, a livello regionale, nel sistema industriale e nel sistema dell'istruzione.

(14)

L'efficienza del sistema giudiziario italiano ha registrato solo un lieve miglioramento negli ultimi anni e la durata dei procedimenti, specialmente nei gradi di giudizio più elevati, continua a destare preoccupazione. Per esempio, nel 2016 il tempo necessario per definire i contenziosi civili e commerciali era ancora uno dei più lunghi dell'Unione in tutti i gradi di giudizio. L'arretrato presso la Corte Suprema di Cassazione ha continuato ad aumentare ed è ancora uno dei più elevati pro capite nell'Unione. Un'importante legge delega intesa a snellire i procedimenti civili e ad assicurare una più efficace deterrenza rispetto a processi vessatori è ferma in Parlamento da due anni. Inoltre, tra le misure introdotte per ridurre il contenzioso e rafforzare la disciplina procedurale, il rito sommario non è divenuto il procedimento automatico nelle corti d'appello e il ricorso al filtro di inammissibilità per gli appelli rimane incoerente e limitato in secondo grado, senza riuscire così a produrre l'attesa riduzione delle cause in entrata. Anzi, nel 2016 il numero totale di cause civili in entrata è aumentato sia in primo che in secondo grado, anche a causa del costante aumento dei tassi di appello. Una quota crescente dei ricorsi per Cassazione è stata dichiarata inammissibile nel 2016, confermando la recente tendenza al rialzo. Sulla capacità della Corte di Cassazione di trattare le cause in entrata ha inciso negativamente un aumento considerevole delle cause non penali in entrata, in particolare tributarie, fenomeno che potrebbe compromettere il ruolo della Corte. Fare rispettare adeguatamente le norme di disciplina procedurale, incluse quelle contro l'uso improprio dei ricorsi, potrebbe anche contribuire a rendere più corretto ed efficiente il funzionamento del sistema giudiziario.

(15)

La corruzione resta una sfida importante per il contesto imprenditoriale e il settore degli appalti pubblici in Italia. Il paese ha migliorato il proprio quadro anticorruzione rivedendo l'istituto della prescrizione, estendendo la protezione dei whistleblower (informatori) ai lavoratori del settore privato e allineando ulteriormente il reato di corruzione tra privati alle norme internazionali. Sebbene non interrompa i termini di prescrizione dopo la condanna in primo grado, come raccomandato dal gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d'Europa, la riforma dell'istituto della prescrizione adottata potrebbe ridurre il ricorso ad abusi del contenzioso in ambito penale come tattica attuata dagli avvocati per ritardare i gradi di giudizio. In tal modo potrebbe attenuare un timore di lunga data che le cause di corruzione cadano in prescrizione dopo la condanna in primo grado. Una giustizia penale più efficiente potrebbe migliorare la repressione della corruzione. Nel 2014 l'Italia aveva nell'Unione il numero più elevato di cause penali in entrata e pendenti in secondo e terzo grado, anche a causa di uno dei più alti tassi di ricorso per Cassazione, con il risultato di una durata dei procedimenti penali tra le più lunghe. Incentivare il ricorso a procedimenti abbreviati e scoraggiare gli abusi del processo potrebbe pertanto contribuire a rendere più efficaci la giustizia penale e la lotta contro la corruzione. Inoltre, l'autorità nazionale anticorruzione svolge un ruolo fondamentale nell'attuazione del nuovo quadro anticorruzione.

(16)

Accrescere la qualità dell'amministrazione pubblica italiana avrebbe un impatto positivo sul contesto imprenditoriale e sugli investimenti, così come sulla capacità delle imprese di sfruttare le opportunità di innovazione. La notevole disparità regionale nella reattività delle amministrazioni alle esigenze delle imprese indica che in specifici settori gli imprenditori fronteggiano maggiori difficoltà nello svolgere la loro attività. Nel 2015 è stata adottata un'ampia legge delega di riforma della pubblica amministrazione che potrebbe contribuire a migliorarne l'efficienza a vantaggio dell'economia. Alla fine del 2017 l'attuazione della riforma è stata completata e deve ora essere applicata, in particolare nelle regioni che presentano maggiori carenze. Per quanto riguarda la normativa sulle imprese partecipate da pubbliche amministrazioni, la riforma mira ad assicurare un migliore allineamento con le norme che disciplinano le imprese private. Gli obiettivi dichiarati sono: razionalizzare le imprese di proprietà pubblica mediante fusione, aggregazione di quelle in perdita e privatizzazione; accrescere l'efficienza delle imprese rimanenti; evitare in futuro la proliferazione di imprese di proprietà di enti centrali o locali non essenziali. L'applicazione del nuovo quadro è fondamentale per il conseguimento di tali obiettivi. Inoltre, i servizi pubblici locali sono al riparo dalla concorrenza (nel mercato e per il mercato), il che determina inefficienze e ridotta qualità dei servizi, limitando la soddisfazione dei consumatori. La riforma della pubblica amministrazione del 2015 prevedeva anche un nuovo quadro di riforma della gestione dei servizi pubblici locali. A novembre 2016 la Corte Costituzionale ha tuttavia dichiarato l'incostituzionalità della procedura seguita per l'adozione di alcuni decreti legislativi, compreso quello in materia di servizi pubblici locali. Poiché il termine del decreto è scaduto nel novembre 2016, occorre una nuova iniziativa legislativa.

(17)

Il miglioramento del contesto in cui operano le imprese agevolerebbe l'imprenditorialità e migliori condizioni concorrenziali favorirebbero anch'esse un'allocazione più efficiente delle risorse e aumenti di produttività. La legge annuale sulla concorrenza del 2015 è stata adottata ad agosto 2017 e deve essere attuata correttamente. Tuttavia, permangono ostacoli rilevanti alla concorrenza in alcuni settori, tra cui i servizi professionali, i trasporti pubblici locali, le ferrovie e il settore della distribuzione. Un aumento delle procedure competitive per l'aggiudicazione dei contratti di servizio pubblico e delle concessioni per l'accesso ai beni pubblici avrebbe un impatto positivo sulla qualità dei servizi. Nel settore degli appalti pubblici la recente riforma porterà benefici solo se sarà ultimata in tempi rapidi, se i piani per le procedure di appalto elettroniche e di aggregazione degli appalti saranno applicati in modo coerente e se sarà effettivamente attivato l'organo centrale di aggregazione per il coordinamento della politica sugli appalti, la cosiddetta cabina di regia per gli appalti pubblici.

(18)

La fiducia del mercato nei confronti delle banche italiane è aumentata a seguito delle misure adottate nel 2017 nei confronti di molte delle banche più fragili. Per effetto del miglioramento delle condizioni economiche e della spinta esercitata dalla vigilanza sono stati registrati progressi nella riduzione dei crediti deteriorati, ma lo stock accumulato in passato rimane elevato e continua a gravare sulla redditività delle banche e sulla loro capacità di generare capitale al loro interno. Il ritmo con cui vengono eliminati i crediti deteriorati, anche mediante l'approfondimento del mercato secondario dei crediti deteriorati, deve essere mantenuto al fine di rafforzare ulteriormente la stabilità finanziaria e l'erogazione di credito all'economia reale. Andrebbero altresì sostenute ulteriori misure di ristrutturazione e risanamento dei bilanci, in particolare quelli delle banche piccole e di secondo livello. Ciò significa affrontare anche il nodo della loro redditività, strutturalmente bassa, mediante una generale riduzione dei costi e l'ottimizzazione dei modelli aziendali.

(19)

Considerando che sono in corso diverse riforme relative al governo societario, la piena attuazione delle riforme delle grandi banche popolari e delle piccole banche cooperative rafforzerebbe lo stato di salute generale del settore bancario. I quadri in materia di insolvenza ed escussione delle garanzie continuano a non essere sufficientemente favorevoli alla rinegoziazione e alla ristrutturazione rapide dei crediti deteriorati. Adottare e attuare tempestivamente le necessarie misure legislative per la riforma in materia di insolvenza contribuirebbe ad affrontare le carenze strutturali. Ancora non ci si avvale delle misure adottate nel 2016 per accelerare l'escussione delle garanzie da parte delle banche. Il quadro per l'escussione extragiudiziale delle garanzie non è ancora pienamente applicabile alle famiglie e lo è solo di recente per quanto riguarda le imprese.

(20)

Nonostante i progressi compiuti grazie a diverse misure adottate nel corso degli ultimi anni, l'accesso al credito continua a frenare gli investimenti e il finanziamento della crescita, in particolare per le piccole e medie imprese. Il finanziamento delle imprese continua a dipendere in prevalenza dal settore bancario, mentre il mercato dei capitali è poco sviluppato rispetto ad altri paesi dell'Unione. La percentuale di finanziamento con capitale di rischio tra le piccole e medie imprese è particolarmente bassa rispetto alla media dell'Unione. L'introduzione dell'incentivo alla capitalizzazione delle imprese con capitale proprio, il cosiddetto «aiuto alla crescita economica», ha costituito una riforma importante, ma il tasso di riferimento è stato successivamente ridotto, il che ha attenuato il suo impatto positivo. Promuovere l'accesso delle imprese ai mercati finanziari sarebbe essenziale per diversificarne le fonti di finanziamento e promuovere gli investimenti e la crescita.

(21)

Negli ultimi anni le istituzioni del mercato del lavoro hanno subito una sostanziale riforma. Le condizioni del mercato del lavoro sono in costante miglioramento, il numero degli occupati è infatti aumentato dell'1,2 % nel 2017 arrivando a oltre 23 milioni di persone, ossia ai livelli pre-crisi. Lo scorso anno il tasso di occupazione (20-64 anni) è cresciuto fino a superare il 62 %, anche se spinto prevalentemente dall'occupazione a tempo determinato. Tuttavia, il dato si attesta ancora nettamente al di sotto della media dell'Unione. Il tasso di disoccupazione è sceso all'11,2 % nel 2017, ma il totale delle ore lavorate è ancora notevolmente inferiore ai livelli precedenti la recessione. Nonostante i miglioramenti, la disoccupazione di lunga durata e quella giovanile restano elevate, comportando rischi per la coesione sociale e la crescita. Attestandosi al 20,1 % nel 2017, la percentuale di giovani non occupati né inseriti in un percorso di istruzione o formazione è ancora tra le più alte dell'Unione e soggetta al persistere di importanti differenze regionali.

(22)

La contrattazione a livello aziendale o territoriale rimane limitata, anche a causa della prevalenza sul territorio nazionale di piccole imprese. Ciò può frenare il rapido adeguamento delle retribuzioni alle condizioni economiche locali. Alla fine di febbraio 2018, Confindustria e le tre principali organizzazioni sindacali italiane (CGIL, CISL e UIL) hanno firmato un accordo quadro che sottolinea il ruolo della contrattazione di secondo livello, aumentando la certezza del diritto mediante la definizione di norme più chiare per la rappresentanza delle parti sociali nelle trattative. Le agevolazioni fiscali sugli aumenti salariali legati alla produttività stabiliti da accordi di secondo livello sono state rafforzate nel 2017, ma la loro efficacia è di difficile valutazione. Mentre il numero totale di contratti collettivi è in aumento, solo una piccola parte di essi viene firmata dalle principali sigle sindacali e dalle organizzazioni dei datori di lavoro.

(23)

La riforma delle politiche attive del mercato del lavoro delineata dal Jobs Act ha compiuto progressi modesti nel 2017. La formazione e la riqualificazione rivestono particolare importanza alla luce della maggiore flessibilità nel mercato del lavoro italiano e della quota crescente di contratti a tempo determinato. Non sono ancora stati attuati standard di servizio generalmente vincolanti e i servizi per l'impiego risentono della carenza di personale e di un monitoraggio inadeguato, benché la nuova legge di bilancio per il 2018 abbia assegnato alle regioni risorse finanziarie e umane supplementari per i servizi pubblici per l'impiego. Aumentare il numero degli effettivi, garantendo che siano sufficientemente qualificati per i servizi per l'impiego e i servizi sociali, è cruciale anche per la corretta attuazione del piano di lotta alla povertà introdotto nel 2018 e per «Garanzia per i giovani» che mira a offrire rapidamente ai giovani in difficoltà offerte di lavoro o formazione adeguate.

(24)

Il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro, benché in crescita, resta uno dei più bassi dell'Unione. L'impatto delle misure di recente adozione, incentrate su una prestazione in denaro per ogni nuovo nato indipendente dal reddito, non è oggetto di valutazione delle autorità italiane. I dati lasciano presumere che queste misure potrebbero non essere efficaci per accrescere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Inoltre, è poco probabile che questi trasferimenti determinino un aumento del tasso di natalità, che è a livelli molto bassi da vent'anni. Manca una strategia globale per conciliare vita familiare e vita professionale. Tali aspetti trovano riscontro nella mancanza di parità di genere nell'impostazione del congedo parentale, nella penuria di modalità di lavoro flessibili e nell'insufficienza di adeguati servizi di assistenza all'infanzia e di altra assistenza alle famiglie che siano economicamente accessibili e di qualità.

(25)

L'introduzione di misure per valorizzare il capitale umano e le competenze migliorerebbe l'occupabilità e risponderebbe alle future esigenze del mercato del lavoro. La qualità generale dell'istruzione scolastica in Italia sta migliorando, sebbene persistano ampie disparità regionali. La percentuale di studenti che abbandonano la scuola senza conseguire un titolo di studio rimane al di sopra della media dell'Unione, in particolare fra gli studenti nati all'estero (30,1 % contro la media dell'Unione del 19,4 %). L'attuazione della riforma della scuola procede secondo le previsioni mentre l'istruzione e la formazione professionali registrano miglioramenti. L'istruzione terziaria, fortemente sottofinanziata, con una spesa pubblica che rappresenta meno dello 0,4 % del PIL, è caratterizzata da tassi di abbandono elevati e da una durata degli studi prolungata. Di conseguenza, la diffusione di questo livello d'istruzione è tra le più basse dell'Unione (26,9 % della popolazione di età compresa tra i 30 e i 34 anni). Il tasso di partecipazione ai programmi di formazione per adulti è in aumento ma rimane tra i più bassi dell'Unione, specialmente tra gli adulti meno qualificati. Il miglioramento delle competenze e la riqualificazione dovrebbero essere incentivate, mentre i datori di lavoro dovrebbero essere incoraggiati a offrire al personale maggiori opportunità di apprendimento. Sarà di fondamentale importanza l'attuazione della strategia nazionale generale per le competenze, avviata nell'ottobre 2017.

(26)

A differenza di quanto accade nel resto dell'Unione, il tasso di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale, in particolare bambini, lavoratori a tempo determinato e migranti, ha continuato ad aumentare e nel 2016 è stato pari al 30 %, ben al di sopra della media dell'Unione. Le disparità di reddito sono elevate e in crescita. Nel 2016 il reddito del 20 % delle famiglie più ricche è stato 6,3 volte maggiore di quello del 20 % delle famiglie più povere. Questo rapporto è addirittura superiore per le persone in età lavorativa, poiché viene escluso l'impatto ridistributivo delle pensioni. L'introduzione di una nuova misura permanente per la lotta alla povertà (il reddito di inclusione) rappresenta un importante passo avanti nelle politiche sociali. Concepito come un trasferimento universale per coloro che soddisfano determinate condizioni, il reddito di inclusione dovrebbe aumentare l'effetto, attualmente modesto, delle prestazioni sociali sulla riduzione della povertà. La misura è basata su meccanismi di governance solidi e sarà oggetto di valutazione sistematica. Soprattutto, essa prevede anche un notevole rafforzamento dei servizi sociali del paese, che presentano carenze di organico. Una più stretta cooperazione tra i servizi sociali e i servizi pubblici per l'impiego, così come lo stanziamento di risorse sufficienti, saranno fondamentali per la corretta attuazione della riforma. Il reddito di inclusione sostituisce il precedente assegno sociale di disoccupazione (ASDI), un primo passo verso la razionalizzazione della spesa sociale. Il sistema italiano di assistenza sanitaria prevede una copertura universale e la salute della popolazione è complessivamente buona, anche se una percentuale elevata di persone riferisce di non poter accedere alle cure mediche necessarie e persistono differenze regionali nella qualità e nell'organizzazione dell'assistenza. L'Italia ha compiuto alcuni sforzi per garantire un accesso adeguato all'assistenza sanitaria, in particolare rivedendo e ampliando il pacchetto di prestazioni minime garantite.

(27)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dell'Italia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte all'Italia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dell'Italia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(28)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (9) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(29)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 4,

RACCOMANDA che l'Italia adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi lo 0,1 % nel 2019, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL. Utilizzare entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL. Spostare la pressione fiscale dal lavoro, in particolare riducendo le agevolazioni fiscali e riformando i valori catastali non aggiornati. Intensificare gli sforzi per ridurre l'economia sommersa, in particolare potenziando i pagamenti elettronici obbligatori mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti. Ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica al fine di creare margini per l'altra spesa sociale.

2.

Ridurre la durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio razionalizzando e facendo rispettare le norme di disciplina procedurale, incluse quelle già prese in considerazione dal legislatore. Aumentare l'efficacia della prevenzione e repressione della corruzione riducendo la durata dei processi penali e attuando il nuovo quadro anticorruzione. Assicurare il rispetto del nuovo quadro normativo per le imprese di proprietà pubblica e accrescere l'efficienza e la qualità dei servizi pubblici locali. Affrontare le restrizioni alla concorrenza, in particolare nel settore dei servizi, anche mediante una nuova legge annuale sulla concorrenza.

3.

Mantenere il ritmo della riduzione dell'elevato stock di crediti deteriorati e sostenere ulteriori misure di ristrutturazione e risanamento dei bilanci delle banche, anche per gli istituti di piccole e medie dimensioni, e attuare tempestivamente la riforma in materia di insolvenza. Migliorare l'accesso delle imprese ai mercati finanziari.

4.

Accelerare l'attuazione della riforma delle politiche attive del lavoro per garantire parità di accesso a servizi di assistenza nella ricerca di lavoro e alla formazione. Incoraggiare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso una strategia globale, razionalizzando le politiche di sostegno alle famiglie ed estendendo la copertura delle strutture di assistenza all'infanzia. Promuovere la ricerca, l'innovazione, le competenze digitali e le infrastrutture mediante investimenti meglio mirati e accrescere la partecipazione all'istruzione terziaria professionalizzante.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  Saldo corretto per il ciclo al netto delle misure una tantum e temporanee, ricalcolato dalla Commissione utilizzando la metodologia concordata.

(7)  Regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi (GU L 209 del 2.8.1997, pag. 6).

(8)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(9)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/55


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 di Cipro e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 di Cipro

(2018/C 320/12)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui Cipro è stato annoverato tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, Cipro dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni di cui ai punti 1, 3 e 5.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa a Cipro 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti da Cipro nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che Cipro presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare, è fondamentale che il paese affronti i grossi squilibri sotto forma di un eccessivo debito privato, pubblico ed estero e l'elevato livello dei crediti deteriorati.

(4)

Cipro ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 il 19 aprile 2018 e il programma di stabilità 2018 il 30 aprile 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

Cipro è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetto alla regola del debito. Nel programma di stabilità 2018 il governo prevede un avanzo di bilancio in termini nominali pari all'1,7 % del PIL nel 2018 e di poco inferiore al 2,0 % del PIL nel periodo di riferimento del programma. L'obiettivo di bilancio a medio termine, fissato a una posizione di bilancio in pareggio in termini strutturali, dovrebbe essere raggiunto nel periodo 2018-2021. Dopo essere sceso a circa il 97,5 % del PIL nel 2017, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe raggiungere il 105,6 % nel 2018 e diminuire costantemente nel periodo successivo, fino a raggiungere l'88 % entro il 2021, conformemente al programma di stabilità per il 2018. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Alle ipotesi macroeconomiche contenute nel programma di stabilità sono associati rischi di revisione al ribasso, legati principalmente all'elevato livello di crediti deteriorati nel settore finanziario.

(7)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato a Cipro di attenersi all'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018. Ciò è in linea con un tasso massimo di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (6) dell'1,9 % nel 2018, il che corrisponde a un deterioramento consentito del saldo strutturale dello 0,4 % del PIL. Sulla base delle previsioni di primavera 2018 della Commissione, il saldo strutturale di bilancio dovrebbe registrare un avanzo pari allo 0,8 % del PIL nel 2018 e dello 0,5 % del PIL nel 2019, rimanendo al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine. Si prevede che Cipro soddisferà la regola transitoria del debito nel 2018 e la regola del debito nel 2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che, stando alle proiezioni, Cipro rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2018 e nel 2019. Al tempo stesso, l'andamento della spesa dovrebbe essere oggetto di un attento monitoraggio a breve e medio termine, in particolare alla luce di eventuali rischi futuri per la solidità delle entrate.

(8)

Nonostante i recenti sforzi fatti in materia di servizi di e-government, qualità normativa e mobilità del personale, l'inefficienza della pubblica amministrazione resta problematica e incide sull'ambiente in cui operano le imprese. Non sono ancora state adottate proposte legislative significative intese a risolvere la questione; esse includono progetti di legge sulla riforma della pubblica amministrazione e delle amministrazioni locali. Carenze del quadro di governance degli enti pubblici potrebbero facilitare l'accumulo delle sopravvenienze passive pubbliche e ostacolare la capacità di investimento nei principali servizi pubblici, quali le telecomunicazioni e l'energia. Il contenimento delle retribuzioni del settore pubblico è stato un fattore determinante per il risanamento di bilancio di Cipro. Tuttavia, l'attuale accordo collettivo che limita la crescita delle retribuzioni del settore pubblico giunge a termine nel 2018 e deve ancora essere trovata una soluzione più duratura.

(9)

Una strategia nazionale e un piano d'azione di lotta alla corruzione sono stati adottati nel dicembre 2017. L'organismo anticorruzione esistente non dispone tuttora di risorse adeguate, ma il governo sta prendendo in considerazione l'istituzione di una nuova agenzia indipendente. Varie iniziative legislative, come i progetti di legge sulla protezione degli informatori, le attività di lobbying e le dichiarazioni patrimoniali, sono attualmente all'esame del parlamento e, se adottate, contribuirebbero anch'esse a potenziare il quadro anticorruzione.

(10)

Come indicato nella raccomandazione per la zona euro 2018, la lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva è fondamentale per impedire distorsioni della concorrenza, assicurare un trattamento equo dei contribuenti e tutelare le finanze pubbliche. Le ricadute delle strategie di pianificazione fiscale aggressiva tra gli Stati membri impongono un'azione coordinata delle politiche nazionali ad integrazione della legislazione dell'Unione. I livelli elevati (rispetto al PIL) dei dividendi e interessi versati suggeriscono che le norme fiscali cipriote siano sfruttate da imprese che praticano una pianificazione fiscale aggressiva. L'assenza di ritenute alla fonte su dividendi, interessi e, in molti casi, pagamenti di royalty in uscita (cioè da parte di residenti nell'Unione a residenti in paesi terzi) da parte di società stabilite a Cipro a favore di persone residenti in un paese terzo può comportare che, se non sono tassati nemmeno nella giurisdizione di riscossione, tali pagamenti in uscita sfuggano in toto all'imposizione fiscale. L'assenza di tali imposte, combinata alle norme in materia di residenza fiscale delle società, può facilitare la pianificazione fiscale aggressiva. Sebbene contribuiscano a ridurre la distorsione a favore del debito, i regimi di deduzione degli interessi nozionali possono anche essere utilizzati a fini di elusione fiscale, in mancanza di effettive norme contro gli abusi. La Commissione prende nota delle positive misure recentemente annunciate o adottate (l'annunciata revisione delle norme in materia di residenza fiscale delle società e le modifiche previste delle disposizioni relative ai prezzi di trasferimento). Sulla base dei recenti scambi, la Commissione proseguirà il dialogo costruttivo finalizzato a contrastare le strategie di pianificazione fiscale aggressiva.

(11)

Le inefficienze nel sistema giudiziario continuano a pregiudicare l'esecuzione dei contratti e la rapida risoluzione delle controversie in materia civile e commerciale. La complessità delle procedure civili e lo scarso livello di esecuzione delle decisioni giudiziarie incidono negativamente sulla propensione delle banche ad avvalersi dei quadri normativi in materia di escussione delle garanzie e insolvenza per ridurre il loro stock di prestiti deteriorati. Una serie di riforme è stata avviata per affrontare i problemi più critici del sistema giudiziario, in particolare la scarsa informatizzazione dei tribunali e la mancanza di una formazione continua per i giudici.

(12)

Il ricorso ai nuovi quadri normativi in materia di escussione delle garanzie e insolvenza rimane limitato, il che compromette gli sforzi intesi a ridurre i crediti deteriorati. Un gruppo di lavoro di portatori di interessi è stato istituito per rivedere l'attuazione di tali quadri normativi e misurarne i risultati. Alcune misure amministrative sono state adottate per ridurre l'arretrato nel rilascio dei titoli di proprietà. Tuttavia, permangono consistenti arretrati e manca ancora una soluzione strutturale per eliminare le carenze del sistema delle transazioni immobiliari (vale a dire il rilascio e il trasferimento dei titoli di proprietà).

(13)

L'elevato livello di crediti deteriorati resta il principale punto debole del settore bancario e incide sull'offerta di credito. Le banche incontrano tuttora ostacoli nel far valere le loro pretese nei confronti dei mutuatari inadempienti e la debole disciplina in materia di rimborsi rimane problematica. Nel 2017 i prestiti in sofferenza sono diminuiti, anche se in modo disomogeneo tra le banche, a seguito di una ristrutturazione del debito mediante cancellazioni e operazioni di conversione del debito in attività. Permangono incertezze in merito alla sostenibilità dei piani di riduzione delle banche, poiché i nuovi default nei rimborsi e le nuove ristrutturazioni dei crediti rimangono elevati ed aumenta l'esposizione diretta delle banche al mercato immobiliare. Questi fattori indicano che è necessario attuare in tempi rapidi una strategia di più ampio respiro al fine di accelerare il risanamento dei bilanci delle banche, tenendo conto delle conseguenze sociali per i gruppi vulnerabili e di incentivi attentamente definiti per rafforzare la disciplina in materia di rimborsi. Nell'ambito di questa strategia, appaiono necessarie modifiche legislative atte a consentire un'efficace esecuzione dei crediti e a facilitare la vendita degli stessi, nonché relative alla protezione del mutuatario e all'introduzione delle aste elettroniche. Inoltre, la governance e la capacità amministrativa in materia di vigilanza dei fondi assicurativi e pensionistici continuano ad essere deboli. Il governo intende presentare disegni di legge per affrontare il problema nel corso del 2018.

(14)

L'attuazione del piano d'azione per la crescita ha comportato alcuni progressi in materia di investimenti strategici, di imprenditorialità e di una migliore regolamentazione. Tuttavia, alcune importanti riforme si sono bloccate, in particolare per quanto riguarda la concessione delle autorizzazioni di progetti di investimento. L'accesso al finanziamento è migliorato, grazie ad alcuni progressi sotto l'aspetto dei requisiti in materia di garanzie, ma rimane un problema rilevante, in particolare per le piccole e medie imprese. Le misure di sostegno finanziario si basano principalmente sulle sovvenzioni. Fonti alternative di finanziamento quali il capitale di rischio, il finanziamento con capitale proprio e il finanziamento partecipativo rimangono marginali per le imprese cipriote. Gli sforzi di privatizzazione, volti ad attirare investimenti stranieri in grado di migliorare la produttività, sono stati sospesi in molti casi e solo pochi progetti di privatizzazione stanno gradualmente procedendo (ad esempio, il porto di Larnaca).

(15)

L'occupazione è in aumento e la disoccupazione è in rapida diminuzione, anche se resta elevata tra i giovani e i disoccupati di lunga durata. Proseguono gli sforzi volti a migliorare la capacità amministrativa dei servizi pubblici per l'impiego. Tuttavia, fornire servizi ai datori di lavoro, ripartire i clienti nelle corrette categorie, garantire un orientamento e l'attivazione personalizzati, anche per i percettori del reddito minimo garantito, rimangono attività problematiche. La percentuale di giovani (15-24 anni) che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo è ancora una delle più elevate dell'Unione. Le misure di sensibilizzazione e di aiuto tempestivo e su misura per i giovani sono limitate, come confermato dal modesto numero di giovani che partecipano ai pertinenti programmi di attivazione.

(16)

La modernizzazione del settore dell'istruzione prosegue ma incontra ancora significativi ostacoli. Recenti sviluppi positivi includono una revisione approfondita dei programmi scolastici e l'attuazione di un nuovo sistema di nomina degli insegnanti. La spesa per l'istruzione a Cipro è superiore alla media dell'Unione, il che denota un forte impegno a favore dell'istruzione, della formazione e dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Tuttavia, i risultati scolastici rimangono modesti e l'abbandono scolastico, sebbene nettamente inferiore alla media dell'Unione, è notevolmente aumentato. La partecipazione all'istruzione e alla formazione professionale è bassa, la riforma del sistema di valutazione degli insegnanti non è stata ancora adottata e un'elevata percentuale di laureati del ciclo d'istruzione terziario continua a occupare posti che non richiedono necessariamente un titolo accademico.

(17)

Cipro ha compiuto progressi sostanziali in materia di assistenza sanitaria adottando la legislazione che istituisce il nuovo sistema sanitario nazionale. Il nuovo sistema intende migliorare l'accesso, introdurre la copertura sanitaria universale, ridurre l'elevato livello di prestazioni non rimborsabili e aumentare l'efficienza dei servizi sanitari nel settore pubblico. Il sistema dovrebbe diventare pienamente operativo nel 2020, ma rimangono gravi problemi da risolvere per quanto riguarda la sua attuazione e il fabbisogno di investimenti. Occorre proseguire gli sforzi intesi a evitare eventuali superamenti dei costi, modernizzare e migliorare l'efficienza dei prestatori di assistenza sanitaria, compresa l'assistenza sanitaria di base, introdurre servizi sanitari online e istituire una Organizzazione nazionale dei farmaci. Il livello dei servizi di assistenza a lungo termine è basso e continua a rappresentare una sfida a motivo dell'invecchiamento della popolazione.

(18)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica di Cipro, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte a Cipro negli anni precedenti. Ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica di Cipro, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(19)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 ed è del parere (7) che Cipro rispetterà il patto di stabilità e crescita.

(20)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 5,

RACCOMANDA che Cipro adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Adottare riforme legislative incisive volte a migliorare l'efficienza nel settore pubblico, in particolare per quanto riguarda il funzionamento della pubblica amministrazione e la governance degli enti pubblici e delle amministrazioni locali.

2.

Intensificare gli sforzi per migliorare l'efficienza del sistema giudiziario attraverso la revisione delle procedure di diritto civile, una maggiore specializzazione dei tribunali e l'istituzione di un sistema di giustizia elettronica pienamente operativo. Adottare misure per rendere pienamente operativi i quadri normativi in materia di escussione delle garanzie e insolvenza e assicurare sistemi affidabili e veloci per il rilascio di titoli di proprietà e il trasferimento dei diritti immobiliari.

3.

Accelerare la riduzione dei crediti deteriorati attuando una strategia globale, comprensiva di modifiche legislative che garantiscano un'effettiva esecuzione dei crediti e facilitino la vendita degli stessi. Integrare e rafforzare la vigilanza delle imprese di assicurazione e dei fondi pensione.

4.

Dare priorità all'attuazione dei principali elementi del piano d'azione per la crescita, in particolare l'accelerazione degli investimenti strategici, e adottare ulteriori misure per migliorare l'accesso ai finanziamenti delle piccole e medie imprese. Migliorare le prestazioni delle imprese di proprietà dello Stato, anche riprendendo la realizzazione di progetti di privatizzazione.

5.

Completare le riforme volte ad aumentare la capacità e l'efficacia dei servizi pubblici per l'impiego e rafforzare le misure di sensibilizzazione e il sostegno all'attivazione a favore dei giovani non occupati né impegnati in attività di istruzione o formazione. Portare a termine la riforma del sistema di istruzione e formazione, compresa la valutazione degli insegnanti e azioni intese ad aumentare la capacità dell'istruzione e della formazione professionale. Adottare misure per assicurare che il sistema sanitario nazionale diventi pienamente operativo nel 2020, come previsto.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(7)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/60


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Lettonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Lettonia

(2018/C 320/13)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Lettonia non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Lettonia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni che seguono, in particolare quelle di cui ai punti 1 e 2.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Lettonia 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Lettonia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(4)

La Lettonia ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 l'11 aprile 2018 e il programma di stabilità 2018 il 16 aprile 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

La Lettonia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di stabilità 2018 il governo prevede un deterioramento del saldo nominale da un disavanzo dello 0,5 % del PIL nel 2017 a un disavanzo dello 0,9 % del PIL nel 2018 e nel 2019 prima che venga conseguito un miglioramento che permetterà di arrivare allo 0,4 % del PIL nel 2020 e nel 2021. Questo percorso dovrebbe essere coerente con l'obiettivo di bilancio a medio termine di un disavanzo strutturale dell'1 % del PIL e con gli scostamenti consentiti in virtù della clausola relativa alla riforma delle pensioni e alla riforma strutturale del settore sanitario. Il disavanzo strutturale di bilancio ricalcolato (6) dovrebbe aumentare, passando dal – 1,2 % del PIL del 2017 al – 1,7 % del PIL nel 2018 per poi diminuire passando al – 1,5 % del PIL nel 2019. Secondo il programma di stabilità 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire passando dal 40,1 % nel 2017 al 36 % nel 2021. Le proiezioni di crescita del PIL contenute nel programma di stabilità 2018 appaiono marcatamente ottimistiche per il 2018 e plausibili per il 2019 rispetto alle previsioni della Commissione. I rischi gravanti sulla situazione di bilancio sono orientati al ribasso a causa delle previsioni ottimistiche per quanto riguarda il gettito derivante dalle misure di miglioramento del rispetto dell'obbligo tributario.

(7)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato alla Lettonia di raggiungere il suo obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018, tenuto conto degli importi ammissibili relativi all'attuazione della riforma sistemica delle pensioni e delle riforme strutturali per i quali è stata accordata una deviazione temporanea. Ciò è in linea con un tasso massimo di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (7) del 6,0 % nel 2018, il che corrisponde a un deterioramento consentito del saldo strutturale dello 0,3 % del PIL. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2018 vi è il rischio di una deviazione significativa dall'obiettivo di bilancio a medio termine. Tale rischio, tuttavia, può essere più basso nel 2018 per effetto del risultato migliore del previsto registrato nel 2017. Al tempo stesso, lo strumento di plausibilità basato sulle previsioni di primavera 2018 della Commissione segnala un elevato livello di incertezza per quanto riguarda le stime, basate sulla metodologia comune, del divario tra prodotto effettivo e potenziale per la Lettonia. Qualora vengano confermati, tali valori saranno presi in considerazione nella valutazione ex post per il 2018 che sarà effettuata nella primavera del 2019.

(8)

Nel 2019 la Lettonia dovrebbe raggiungere il suo obiettivo di bilancio a medio termine, tenuto conto dello scostamento temporaneo consentito nel periodo 2017-2019 per l'attuazione della riforma strutturale nel settore sanitario. Ciò è in linea con un tasso massimo di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta pari al 4,3 % nel 2019, corrispondente a un miglioramento richiesto del saldo strutturale pari allo 0,4 % del PIL. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, vi è il rischio di una deviazione significativa dal suddetto requisito nel 2019 e nel biennio 2018-2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che a partire dal 2018 la Lettonia debba adottare i necessari provvedimenti per conformarsi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(9)

In Lettonia vi sono forti disparità di reddito. Nel 2017 il rapporto tra i redditi del 20 % dei nuclei familiari più ricchi e i redditi del 20 % dei nuclei più poveri si attestava a 6,3, uno tra i valori più elevati dell'Unione, dal momento che la ridistribuzione attraverso il sistema fiscale e previdenziale è più limitata. Il regime fiscale lettone è stato sottoposto a revisione e la progressività dell'imposta sul reddito delle persone fisiche aumentata; tuttavia, il cuneo fiscale sui lavoratori a basso reddito è ancora relativamente alto e scoraggia l'occupazione formale. La riforma fiscale risulta carente per quanto riguarda lo spostamento dell'imposizione verso fonti con minor incidenza negativa sulla crescita e il raggiungimento dell'obiettivo strategico dichiarato di incrementare la quota di gettito fiscale nel PIL. L'apporto modesto del gettito fiscale al PIL limita le risorse destinate all'erogazione sostenibile di servizi pubblici e all'inclusione sociale. Il potenziale in termini di generazione di entrate dell'imposizione su immobili e capitali è sottoutilizzato rispetto ad altri paesi dell'Unione. Nonostante alcuni progressi nella lotta all'evasione, il rispetto dell'obbligo tributario continua a costituire un grave problema.

(10)

Le carenze delle reti di sicurezza sociale determinano un'alta percentuale di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale e segnalano i problemi esistenti per quanto riguarda il reddito minimo, le pensioni e l'inclusione delle persone con disabilità. I tassi di povertà tra le persone con disabilità e gli anziani sono aumentati negli ultimi anni e sono tra i più alti dell'Unione. La riforma dei livelli minimi di reddito, annunciata nel 2014, non è stata realizzata e ciò si ripercuote negativamente sulle famiglie più povere. La congruità delle prestazioni di assistenza sociale è aumentata solo lievemente e rimane scarsa. Le pensioni minime di vecchiaia non sono state aumentate dal 2006. La quota di persone che versano in una situazione di grave disagio abitativo è tra le più elevate dell'Unione e l'edilizia sociale è scarsa.

(11)

Il mercato del lavoro si sta restringendo a causa di sviluppi demografici sfavorevoli e dell'emigrazione. Se la crescita dell'occupazione risente del calo dell'offerta di manodopera, le opportunità di lavoro variano tra le regioni e in funzione dei livelli di competenza. La riforma dei programmi di istruzione professionalizzante e di formazione professionale al fine di allinearli alle competenze richieste dalla società attuale è andata avanti. Tuttavia, si richiede un impegno ulteriore per attuare pienamente la riforma e aumentare il tasso di partecipazione all'istruzione professionalizzante e alla formazione professionale, sia iniziale che continua. Con la partecipazione delle parti sociali e delle imprese si è incominciato ad attuare il nuovo approccio di apprendimento basato sul lavoro. Tuttavia, pochi studenti si sono iscritti al programma. La partecipazione degli adulti all'apprendimento è aumentata solo lievemente e quella dei disoccupati alle misure attive per il mercato del lavoro è inferiore a quella della maggior parte degli altri Stati membri. In un contesto caratterizzato da un alto tasso di disoccupazione fra i lavoratori poco qualificati ciò desta preoccupazione. In un ambito più ampio, potenziare le capacità delle parti sociali è importante per promuoverne il coinvolgimento.

(12)

Sono state apportate riforme al sistema sanitario. L'aumento dei finanziamenti per l'assistenza sanitaria dovrebbe permettere di superare alcune restrizioni all'accesso dovute ai limiti annui delle prestazioni e ai lunghi tempi di attesa. Tuttavia, il finanziamento pubblico per l'assistenza sanitaria rimane ben al di sotto della media dell'Unione e devono essere ancora attuate misure volte ad aumentare l'efficienza, tra cui misure efficaci di prevenzione, la razionalizzazione del settore ospedaliero, il potenziamento dell'assistenza sanitaria di base e la promozione della gestione della qualità. I risultati in ambito sanitario sono relativamente modesti e l'accesso rapido per tutti e a prezzi ragionevoli resta un problema. L'alto numero di prestazioni non rimborsabili e la divisione dei servizi sanitari in due pacchetti («completo» e «minimo») rischiano di limitare l'accesso di alcuni gruppi di persone e di avere ripercussioni negative sulla salute dei cittadini.

(13)

Le carenze qualitative a livello di regolamentazione e la scarsa efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione incidono negativamente sul contesto imprenditoriale. Nel 2017, per rendere più snello e professionale il settore pubblico, il governo ha adottato un piano di riforma ambizioso mirante a migliorare l'efficienza riducendo il personale e centralizzando le funzioni di supporto, sviluppando al contempo il ricorso al sistema di retribuzione sulla base dei risultati e migliorando la trasparenza. Tale piano è tuttavia limitato all'amministrazione centrale, nonostante il fatto che potrebbero essere ottenuti notevoli incrementi di efficienza anche a livello comunale. Le imprese statali, che rappresentano una quota considerevole dell'economia, sono coordinate a livello governativo. Mentre le imprese di proprietà del governo centrale sono vincolate a un regime di governo societario centralizzato, i porti e le imprese di proprietà dei comuni rimangono fuori da questo meccanismo.

(14)

In Lettonia la corruzione continua a intralciare il contesto imprenditoriale e la prevenzione dei conflitti di interesse rimane rigida e formalistica. Il ritardo nel legiferare in materia di protezione degli informatori incide negativamente sulla responsabilità e l'efficienza della pubblica amministrazione. La regolamentazione delle procedure di insolvenza è stata notevolmente rafforzata nel corso degli ultimi anni, limitando le possibilità di abuso. Tuttavia, il Consiglio della magistratura ha incoraggiato l'apertura di indagini, attraverso il riesame di alcuni casi, in merito ad accuse relative ad abusi passati nel sistema di insolvenza. Ha raccomandato di migliorare la valutazione dei titoli dei giudici e di rivedere le misure disciplinari attualmente in vigore.

(15)

Le banche lettoni i cui servizi sono rivolti a clienti non residenti sono esposte a un alto rischio di coinvolgimento in operazioni di riciclaggio. Ciò pregiudica l'integrità e può ledere la reputazione del settore finanziario lettone e compromettere gli investimenti e la crescita economica. Il quadro normativo antiriciclaggio è stato di recente consolidato; sarà necessario un impegno continuo per conseguire un miglioramento sostenibile. La Lettonia ha adottato di recente una legge finalizzata a ridurre considerevolmente l'esposizione del settore finanziario lettone al rischio di riciclaggio. In tale quadro rivestono un'importanza di primo piano il miglioramento dello scambio di informazioni tra gli istituti finanziari e le autorità di contrasto e la limitazione delle operazioni con società di comodo. Occorrerà monitorare le conseguenze e l'efficacia di questa legge.

(16)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Lettonia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Lettonia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Lettonia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(17)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (8) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Lettonia adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Raggiungere l'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2019, tenuto conto degli importi ammissibili relativi all'attuazione delle riforme strutturali per i quali è stata accordata una deviazione temporanea. Ridurre l'imposizione fiscale per i lavoratori a basso reddito spostandola verso altre fonti, in particolare verso capitali e immobili, e migliorando il rispetto dell'obbligo tributario.

2.

Migliorare la congruità dei livelli minimi di reddito, delle pensioni minime di vecchiaia e del sostegno al reddito per le persone con disabilità. Accrescere l'importanza attribuita dal mercato del lavoro all'istruzione professionalizzante e alla formazione professionale e promuovere il miglioramento delle competenze dei lavoratori scarsamente qualificati e delle persone in cerca di lavoro. Migliorare l'accessibilità, la qualità e l'efficacia in termini di costi del sistema sanitario.

3.

Potenziare l'efficienza del settore pubblico, in particolare per quanto riguarda le autorità locali e le imprese pubbliche. Rafforzare la responsabilità della pubblica amministrazione mediante misure per la protezione degli informatori, la prevenzione dei conflitti di interesse e il seguito dato ai risultati dell'attuale valutazione di procedure di insolvenza del passato.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  Saldo corretto per il ciclo al netto delle misure una tantum e temporanee, ricalcolato dalla Commissione utilizzando la metodologia concordata.

(7)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(8)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/64


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Lituania e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Lituania

(2018/C 320/14)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Lituania non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Lituania dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni che seguono, in particolare quella di cui al punto 1.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Lituania 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Lituania nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(4)

La Lituania ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 il 26 aprile 2018 e il programma di stabilità 2018 il 30 aprile 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

La Lituania è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel suo programma di stabilità 2018, il governo prevede di mantenere un disavanzo nominale pari allo 0,6 % del PIL tra il 2018 e il 2020, prima della diminuzione allo 0,3 % del PIL, prevista per il 2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine - ossia un disavanzo dell'1 % del PIL in termini strutturali - dovrebbe essere raggiunto per l'intero periodo di programmazione. Nel 2016 e nel 2017 alla Lituania è stata inoltre concessa una deviazione temporanea a causa dell'attuazione della riforma sistematica delle pensioni e di alcune riforme strutturali. Tali deviazioni vengono prorogate per un periodo di tre anni. Secondo il programma di stabilità 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire, passando dal 39,7 % del PIL nel 2017 al 35,3 % nel 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Al tempo stesso, le misure a sostegno degli obiettivi fissati in termini di avanzo a partire dal 2019 non sono state illustrate in modo sufficientemente dettagliato.

(7)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato alla Lituania, per il 2017, di attenersi al suo obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018, tenuto conto degli importi ammissibili relativi all'attuazione della riforma sistemica delle pensioni e delle riforme strutturali per i quali è stata accordata una deviazione temporanea. Ciò è in linea con un tasso massimo di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (6) del 6,4 % nel 2018, corrispondente a un deterioramento consentito del saldo strutturale dello 0,6 % del PIL. Sulla base delle previsioni di primavera 2018 della Commissione, il disavanzo strutturale previsto per la Lituania dovrebbe attestarsi allo 0,7 % del PIL nel 2018 e allo 0,6 % del PIL nel 2019. Il saldo strutturale dovrebbe quindi rimanere al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine in entrambi gli anni. Nel complesso, il Consiglio è del parere che la Lituania rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2018 e nel 2019.

(8)

Il gettito delle imposte ambientali e delle imposte patrimoniali ricorrenti rimane al di sotto della media dell'Unione. La Lituania ha intrapreso una riforma delle imposte patrimoniali, introducendo nel sistema un elemento di progressività, ed ha abolito le esenzioni dalle accise per il carbone e il coke utilizzati per il riscaldamento. È però ancora possibile ampliare la base imponibile a fonti meno penalizzanti per la crescita. Sebbene in questi ultimi anni la Lituania abbia compiuto progressi a livello di riscossione delle imposte, il divario relativo all'imposta sul valore aggiunto rimane uno dei più ampi dell'Unione. La Lituania sta adottando ulteriori misure per contrastare l'evasione fiscale e migliorare il rispetto dell'obbligo tributario e le misure che ha recentemente attuato stanno dando i primi risultati positivi. Il miglioramento ulteriore del rispetto dell'obbligo tributario permetterebbe di aumentare le entrate di bilancio e contribuirebbe a migliorare l'equità del sistema fiscale.

(9)

Con l'introduzione nel 2018 di una nuova formula di indicizzazione delle pensioni, che collega le pensioni alla crescita della massa salariale, la quota della spesa pubblica per il sistema pensionistico rispetto al PIL dovrebbe rimanere costante fino al 2040, garantendo così la sostenibilità di bilancio del sistema pensionistico lituano. Tuttavia, tale situazione dipende in larga misura dalla diminuzione delle indennità, in quanto il coacervo delle retribuzioni dovrebbe aumentare ad un ritmo più contenuto rispetto ai salari, a causa della rapida contrazione della popolazione in età lavorativa. Tale situazione solleva preoccupazioni circa l'adeguatezza delle pensioni, che è già tra le più basse dell'Unione. Non è chiaro, inoltre, in che modo la riforma funzionerà nella pratica, in quanto il governo è tenuto per legge a proporre misure in caso di diminuzione del tasso di sostituzione. Se il tasso di sostituzione rimanesse invariato, il totale della spesa per le pensioni espresso in percentuale del PIL aumenterebbe di quasi il 45 % entro la fine degli anni 2040, mettendo a dura prova le finanze pubbliche. Risulta pertanto importante chiarire le incertezze giuridiche relative alla legislazione in materia pensionistica e garantire la sostenibilità di bilancio a lungo termine del sistema pensionistico, affrontando nel contempo il problema del basso livello di adeguatezza che lo caratterizza.

(10)

Il mercato del lavoro sta diventando teso a rapido ritmo, a causa di una robusta crescita economica che coincide con sviluppi demografici sfavorevoli e un aumento dell'emigrazione, che determinano già fenomeni di carenza di competenze. Per far fronte ad una situazione di questo tipo è necessario un sistema di istruzione e di formazione in grado di offrire a tutti gli utenti le competenze pertinenti. Benché le riforme varate nel corso dell'ultimo anno abbiano permesso di procedere nella giusta direzione, è importante che la Lituania attui le riforme se vuole che i risultati del proprio sistema di istruzione e formazione migliorino. Le norme di finanziamento e all'accreditamento relative al settore lituano dell'istruzione terziaria contribuiscono ad aumentare il numero di persone in possesso di un diploma di istruzione terziaria, ma rappresentano al tempo stesso una fonte di preoccupazioni sulla qualità, frammentazione e rilevanza per il mercato del lavoro. Il consolidamento del settore universitario, se associato ad una modifica delle norme di finanziamento e accreditamento, dovrebbe contribuire a risolvere gli attuali problemi. Va inoltre sottolineato che le persistenti pressioni demografiche hanno inciso negativamente sull'efficienza del sistema scolastico e reso più urgente la necessità di garantire parità di accesso a un'istruzione inclusiva e di qualità. Per risolvere il problema del rendimento inferiore alla media che gli scolari lituani evidenziano nelle competenze di base, sono necessarie riforme in materia di formazione iniziale, carriera e condizioni di lavoro degli insegnanti, che devono essere accompagnate da altre riforme idonee a elevare gli aspetti qualitativi del settore.

(11)

La scarsa partecipazione degli adulti alle iniziative di apprendimento permanente in Lituania indica che tale settore non è ancora sufficientemente sviluppato e che non permette all'economia di beneficiare dello sviluppo delle competenze, dell'innovazione e di una migliore integrazione delle persone svantaggiate (ad esempio, gli anziani e gli adulti disoccupati o inattivi) nel mercato del lavoro. Nonostante gli investimenti nelle infrastrutture, i contenuti dei programmi dei corsi di istruzione e formazione professionale sono spesso obsoleti e andrebbe garantito un maggiore allineamento con le esigenze dei mercati del lavoro locali e regionali. L'apprendimento basato sul lavoro è ancora in fase iniziale di sviluppo e la sua diffusione potrebbe essere ampliata. Le misure proposte nel quadro delle politiche attive del mercato del lavoro contengono una più ampia offerta di formazione, ma tale offerta potrebbe essere ulteriormente rafforzata. Le recenti riforme e misure adottate in questo settore non hanno finora permesso di ottenere risultati significativi. In un contesto più ampio, il rafforzamento della capacità delle parti sociali è importante per incoraggiarne il coinvolgimento.

(12)

I risultati ottenuti nel settore dell'assistenza sanitaria rimangono insoddisfacenti ed incidono negativamente sulla produttività, sulla competitività dell'economia e sulla qualità della vita. Nell'offerta dei servizi sanitari, le strutture ospedaliere occupano una posizione troppo centrale ed esistono margini per un ulteriore rafforzamento dell'assistenza primaria. Per rendere più efficace l'assistenza sanitaria è necessario procedere ad un'ulteriore razionalizzazione delle risorse e all'adozione di misure volte a migliorare la qualità dell'assistenza sia ospedaliera che primaria. Le politiche di prevenzione delle malattie e di promozione della salute dovrebbero ridurre i comportamenti a rischio in maniera più efficace e rapida. Tuttavia, tali politiche rimangono poco consistenti e la collaborazione intersettoriale poco sviluppata. Inoltre, la rendicontabilità non è sufficientemente integrata a livello comunale. La forte dipendenza dalle prestazioni non rimborsabili, il basso livello delle spese sanitarie e l'allocazione inefficiente delle risorse limitano l'efficienza del sistema sanitario.

(13)

L'elevata percentuale di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale e la marcata disparità di reddito, restano per la Lituania problemi gravi che incidono sulle sue prospettive di crescita economica, minacciano la coesione sociale e potrebbero incentivare l'emigrazione. Nonostante la crescita economica costante, gli anziani, le persone con disabilità, i bambini, le famiglie monoparentali e i disoccupati sono i più esposti al rischio di povertà e di esclusione sociale. Il potere correttivo del sistema fiscale e previdenziale lituano è uno dei più bassi dell'Unione. Mentre sono stati compiuti i primi passi importanti per combattere la povertà e le disparità di reddito, il paese ha ancora un lungo cammino da percorrere per convergere verso le medie dell'Unione in materia di povertà e di disparità di reddito. Il cuneo fiscale relativamente elevato per i lavoratori a basso reddito potrebbe limitare l'incentivo a lavorare e aumentare il rischio di povertà e le disparità. I livelli di povertà e disuguaglianza potrebbero essere abbassati incentivando la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare tra le persone appartenenti a gruppi vulnerabili e a basso reddito, e aumentando, grazie ad una migliore riscossione delle imposte, il potere correttivo del sistema fiscale e previdenziale. Tali misure potrebbero inoltre aumentare l'equità sociale.

(14)

Dopo un periodo di risultati modesti che si protraeva dal 2012, la crescita della produttività ha fatto segnare una netta ripresa nel 2017, alleviando le pressioni sulla competitività di costo. Tuttavia, tale miglioramento è trainato in larga misura dal settore privato. A livello di miglioramento dell'efficienza degli investimenti pubblici, sono stati realizzati solo progressi limitati. In particolare, l'efficienza della spesa pubblica a favore di ricerca e sviluppo e la cooperazione tra imprese e i centri di ricerca scientifica rimangono basse. Gli investimenti pubblici in R&S sono addirittura diminuiti significativamente nel 2016. La frammentazione del coordinamento e della governance della politica di ricerca e innovazione crea inefficienze e impedisce alle imprese di beneficiare appieno della varietà dei regimi di sostegno. L'attuazione più decisa della riforma in corso sull'organizzazione e il finanziamento del settore della ricerca pubblica dovrebbero contribuire a conseguire un uso più efficiente delle risorse disponibili.

(15)

La Lituania ha compiuto progressi per quanto riguarda il rafforzamento del suo quadro di prevenzione della corruzione, adottando una serie di atti legislativi in materia di gruppi di interesse e di protezione degli informatori sia per i lavoratori del settore pubblico che per quelli del settore privato. Tuttavia, l'attuazione di tale legislazione continua a rimanere problematica. La corruzione nel settore sanitario continua a suscitare preoccupazioni, nonostante risultati di tutto rispetto ottenuti dal programma «mani pulite» varato dal governo.

(16)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Lituania, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Lituania negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Lituania, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(17)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 ed è del parere (7) che la Lituania rispetterà il patto di stabilità e crescita,

RACCOMANDA che la Lituania adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Migliorare il rispetto degli obblighi tributari e ampliare la base imponibile per comprendere fonti meno penalizzanti per la crescita. Garantire la sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico, affrontando nel contempo il problema dell'adeguatezza delle pensioni.

2.

Migliorare la qualità, l'efficienza e la rilevanza per il mercato del lavoro dei sistemi di istruzione e formazione, compreso l'apprendimento degli adulti. Migliorare l'efficacia del sistema di assistenza sanitaria favorendo il passaggio dall'assistenza ospedaliera alle cure ambulatoriali, rafforzando le misure di prevenzione delle malattie, anche a livello locale, ed aumentando la qualità e l'accessibilità economica delle cure. Migliorare l'architettura del sistema fiscale e previdenziale per ridurre la povertà e le disparità di reddito.

3.

Stimolare la crescita della produttività migliorando l'efficienza degli investimenti pubblici, garantendo un efficace coordinamento da parte del governo delle politiche relative a ricerca e innovazione e ponendo rimedio alle lacune e alle inefficienze delle misure statali a sostegno della cooperazione tra centri di ricerca scientifica e imprese.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(7)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/68


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 del Lussemburgo e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 del Lussemburgo

(2018/C 320/15)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui il Lussemburgo non è stato annoverato tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, il Lussemburgo dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 2.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa al Lussemburgo 2018, nella quale sono valutati alcuni dei progressi compiuti dal paese nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(4)

Il 30 aprile 2018 il Lussemburgo ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

Il Lussemburgo è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel suo programma di stabilità 2018 il governo prevede un calo del saldo nominale dall'1,5 % del PIL nel 2017 all'1,1 % del PIL nel 2018, seguito quindi da un aumento quasi costante, per raggiungere un avanzo pari al 2,4 % del PIL nel 2022. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale pari allo 0,5 % del PIL, continuerà a essere rispettato con un margine durante l'intero periodo di riferimento del programma. Secondo il programma di stabilità 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe rimanere nettamente al di sotto del valore di riferimento del 60 % del PIL stabilito dal trattato. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è favorevole per il periodo fino al 2020 e plausibile per il periodo successivo. Sulla base delle previsioni di primavera 2018 della Commissione, il saldo strutturale dovrebbe registrare un avanzo pari allo 0,8 % del PIL nel 2018 e allo 0,3 % del PIL nel 2019, inferiore, in particolare nel 2019, a quello del programma di stabilità 2018 ma pur sempre superiore all'obiettivo di bilancio a medio termine. Nel complesso, il Consiglio è del parere che il Lussemburgo rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2018 e nel 2019.

(7)

L'economia lussemburghese continua a crescere in modo sano e, dalla recessione mondiale del 2009, ha ottenuto risultati migliori rispetto alla zona euro nel suo complesso. Il settore finanziario resta il principale motore della crescita economica e continua a essere robusto e redditizio, come dimostrano i notevoli avanzi sia nel saldo dei servizi che nelle partite correnti. Il contributo relativo del settore estero alla crescita del PIL reale rappresentava in media il 61 % nel periodo 2013-2016, nonostante saldi negativi ricorrenti della bilancia commerciale. Il Lussemburgo è un creditore netto del resto del mondo e alla fine del 2016 le attività e le passività lorde estere hanno raggiunto i 10 500 miliardi di EUR. Le autorità nazionali hanno attuato ulteriormente misure macroprudenziali e di vigilanza e gli intermediari finanziari interessati si stanno adeguando al mutato quadro di riferimento strategico nazionale e dell'Unione.

(8)

Come indicato nella raccomandazione per la zona euro, la lotta contro le strategie di pianificazione fiscale aggressiva è essenziale per evitare le distorsioni della concorrenza fra imprese, applicare un trattamento equo dei contribuenti e salvaguardare le finanze pubbliche. Le ricadute delle strategie di pianificazione fiscale aggressiva tra gli Stati membri impongono un'azione coordinata delle politiche nazionali ad integrazione della legislazione dell'Unione. Nonostante la dimensione del suo settore finanziario, l'elevato livello dei dividendi, degli interessi e delle royalty pagati in percentuale del PIL indica che la normativa tributaria del paese è impiegata dalle imprese impegnate nella pianificazione fiscale aggressiva. La maggioranza degli investimenti esteri diretti è detenuta da «società veicolo». L'assenza di ritenute alla fonte sui pagamenti di interessi e royalty in uscita (vale a dire effettuati da residenti nell'Unione a residenti in un paese terzo) e l'esenzione dalle ritenute alla fonte per i pagamenti di dividendi in alcune circostanze può far sì che tali pagamenti sfuggano del tutto all'imposizione fiscale se non sono tassati nella giurisdizione di riscossione. La Commissione prende atto dei progressi compiuti dal Lussemburgo, ad esempio l'adozione di un regime di brevetti attraente sotto il profilo fiscale, in linea con le norme internazionali. Sulla base dei recenti scambi con le autorità lussemburghesi, la Commissione proseguirà il dialogo costruttivo per lottare contro le strategie di pianificazione fiscale aggressiva.

(9)

Da diversi decenni le autorità lussemburghesi si impegnano attivamente per diversificare l'economia, potenziando determinati settori, compresi il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e il settore spaziale. Tenuto conto dell'elevato costo del lavoro nel paese, le attività a maggior valore aggiunto hanno il potenziale per sbloccare fonti di crescita alternative. Il successo della diversificazione dell'economia nazionale dipende quindi in gran parte dai settori meno sensibili ai livelli del costo del lavoro. Essi si fondano largamente sulla ricerca e l'innovazione, che tendono a presentare un'elevata intensità di tecnologia e conoscenze. Questa strategia è stata recentemente potenziata. Sono in corso di attuazione progetti di investimento pubblici di ampio respiro, compresi la ricerca e sviluppo nonché la regolamentazione del mercato, fra le altre misure, al fine di sviluppare tali settori prioritari. Fra il 2000 e il 2016 il Lussemburgo ha quintuplicato la propria spesa per ricerca e sviluppo, per raggiungere lo 0,60 % del PIL. Tali investimenti hanno portato il Lussemburgo a creare rapidamente un efficiente sistema di ricerca pubblica. Tuttavia, sebbene gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo siano superiori alla media della zona euro, gli investimenti privati in tale settore e i risultati dell'innovazione, misurati secondo il quadro europeo di valutazione dell'innovazione, hanno registrato un declino costante. La struttura dell'economia nazionale spiega parzialmente la minore intensità di ricerca e sviluppo delle imprese in un confronto a livello internazionale, in quanto i settori che rappresentano la parte più consistente del PIL del paese (ossia i servizi e in particolare il settore finanziario) tradizionalmente investono meno in ricerca e sviluppo. Questa tendenza è tuttavia più marcata in Lussemburgo rispetto alla media dell'Unione e l'intensità di ricerca e sviluppo delle imprese è scesa allo 0,64 % del PIL nel 2016, rispetto all'1,5 % del PIL nel 2000. La tendenza al ribasso degli investimenti privati indica che permangono ostacoli in questo settore. Questo dato indica altresì che gli sforzi pubblici nel campo della ricerca e sviluppo non producono ricadute positive sugli investimenti delle imprese. Di conseguenza, il potenziamento delle capacità di ricerca pubblica deve essere integrato meglio in un approccio globale all'ecosistema innovativo. Nel 2017 è stata adottata una nuova legge intesa a rinnovare i regimi di aiuto per la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione, ampliando così la portata degli aiuti pubblici disponibili.

(10)

Si prevede che il Lussemburgo non rispetterà l'obiettivo 2020 di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. L'inquinamento atmosferico e la congestione del traffico nelle ore di punta costituiscono gravi problemi per il paese e aggravano le concentrazioni di diossido di azoto e le emissioni di gas a effetto serra. Nel 2015 oltre la metà delle emissioni di gas a effetto serra era generata dal settore dei trasporti. Il basso livello di imposizione dei carburanti, l'elevato numero di veicoli aziendali e l'alto livello dei prezzi immobiliari costituiscono alcuni dei principali fattori alla radice dell'importante utilizzo delle automobili e dell'aumento del numero di lavoratori transfrontalieri. Le aliquote dell'imposta sul carburante per il trasporto sono tra le più basse dell'Unione e offrono un incentivo per l'aumento del consumo del carburante, comprese le vendite transfrontaliere. Recenti misure hanno tuttavia stimolato lo sviluppo di una mobilità più sostenibile, in particolare attraverso la riforma fiscale del 2016 e anche attraverso investimenti significativi nei trasporti pubblici. Le sfide più urgenti riguardano in particolare il completamento e l'ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie.

(11)

Il Lussemburgo è impegnato a ridurre le restrizioni normative nel settore dei servizi alle imprese. Misure recenti si sono incentrate in particolare sulle professioni di architetto e di ingegnere e sono state annunciate ulteriori riforme volte a ridurre ulteriormente le restrizioni in questi settori. Inoltre, la cosiddetta «legge omnibus» adottata nel marzo del 2017 ha introdotto misure di semplificazione amministrativa, che consentono fra l'altro l'esame orizzontale delle procedure amministrative. Permangono tuttavia ostacoli normativi nel settore dei servizi per le imprese. L'assenza di una specifica procedura di valutazione di equivalenza per i requisiti di assicurazione professionale, che consenta una copertura assicurativa equivalente da parte di prestatori di servizi provenienti da altri Stati, può costituire una fonte di restrizioni. La professione di avvocato in particolare è disciplinata da una normativa altamente restrittiva rispetto alla media dell'Unione. L'ampia portata delle attività riservate incide sulla fornitura di servizi di consulenza giuridica da parte di avvocati o di altri prestatori, in particolare per quanto riguarda i servizi online. Altre restrizioni riguardano la forma giuridica e i requisiti in materia di partecipazione azionaria, le norme sull'incompatibilità e le restrizioni multidisciplinari.

(12)

Permangono preoccupazioni relativamente alla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche a causa del previsto aumento dei costi legati all'invecchiamento. Il Lussemburgo prevede un forte aumento della proporzione della popolazione anziana che sarà dipendente entro il 2070 e, secondo le proiezioni realizzate nel 2016 dall'Ispettorato generale della previdenza sociale, il saldo operativo del sistema pensionistico si troverà in una situazione di disavanzo entro il 2023. Tuttavia, gli avanzi attuali e passati del sistema pensionistico sono stati accantonati e le riserve accumulate sarebbero in grado di garantire la sostenibilità del sistema per ulteriori 20 anni. Secondo la relazione 2018 sull'invecchiamento demografico, i costi connessi all'invecchiamento dovrebbero aumentare di 13 punti percentuali di PIL fra il 2016 e il 2070, superando le soglie di sostenibilità, in particolare a causa delle pensioni, che rappresentano 8,9 punti percentuali di PIL. La spesa per le cure di lunga durata in proporzione del PIL è una delle più elevate fra gli Stati membri. Nonostante la riforma adottata nel 2017, si prevede che entro il 2070 tale spesa aumenterà di 3 punti percentuali rispetto al livello attuale.

(13)

Il tasso di occupazione dei lavoratori anziani resta particolarmente basso e sono necessarie ulteriori misure per migliorarne l'occupabilità e le opportunità lavorative. È altresì importante garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. I regimi di prepensionamento che agevolano l'uscita anticipata dei lavoratori dal mercato del lavoro restano ampiamente diffusi e il 59,2 % delle nuove pensioni concesse è costituito da pensioni anticipate. Una legge intesa a sopprimere un regime di prepensionamento è stata promulgata nel dicembre 2017 ma la sua incidenza netta sull'età media effettiva di pensionamento e sulla spesa è incerta, in quanto agevola le condizioni di altri regimi di prepensionamento. Tali risultati scarsi del mercato del lavoro sono parzialmente riconducibili ai disincentivi finanziari a lavorare, che sono relativamente elevati per questo gruppo. Per incoraggiare l'occupazione dei lavoratori più anziani è necessaria una strategia che comprenda misure volte ad aiutare i lavoratori a rimanere nell'occupazione attiva più a lungo. Il «patto delle età», un progetto di legge inteso a incoraggiare le imprese con più di 150 dipendenti ad assumere e a mantenere in attività i lavoratori più anziani attraverso misure di gestione dell'età, presentato al Parlamento nell'aprile 2014, non è stato ancora adottato. Per quanto riguarda l'istruzione, il Lussemburgo deve affrontare il notevole impatto del contesto socioeconomico degli studenti sugli esiti del percorso educativo. È altresì importante rispondere alla forte domanda di competenze altamente specializzate.

(14)

I prezzi immobiliari hanno continuato a crescere e possono compromettere la capacità del paese di attrarre e a mantenere una forza lavoro qualificata, un'ampia parte della quale è composta da cittadini di altri paesi. Le pressioni dei prezzi degli alloggi derivano da un'asimmetria di fondo fra la domanda e l'offerta. Sul versante dell'offerta, l'insufficiente disponibilità di terreni e l'assenza di incentivi affinché i privati vendano terreni o immobili sembrano costituire un ostacolo alla creazione di nuovi alloggi. Sono necessari ulteriori lavori per promuovere gli investimenti nell'edilizia residenziale aumentando gli incentivi a stimolare le vendite immobiliari, migliorando le procedure amministrative per la concessione di licenze edilizie e offrendo alloggi sociali economicamente accessibili. La riforma fiscale recentemente adottata sulle plusvalenze generate dalla vendita di immobili e l'aggiornamento del programma di alloggi sociali non sembrano destinati ad aumentare l'offerta di alloggi, tenuto conto della tendenza costante all'aumento dei prezzi. Sul versante della domanda, l'elevata crescita della popolazione e dell'occupazione fanno aumentare i prezzi. La situazione del mercato degli alloggi peggiora inoltre il problema della congestione del traffico e dell'inquinamento. Inoltre, l'incremento dei prezzi immobiliari si ripercuote sull'indebitamento delle famiglie, destando preoccupazioni in merito alla sostenibilità del loro debito. L'indebitamento delle famiglie è aumentato rapidamente negli ultimi 10 anni, per raggiungere un valore stimato pari al 165 % del reddito disponibile nel 2016, il che riflette l'inflazione nel settore degli immobili, in quanto circa l'80 % del debito delle famiglie è composto da mutui ipotecari. Tuttavia, il Lussemburgo ha già introdotto le pertinenti misure macroprudenziali al fine di ridurre in modo significativo i rischi potenziali per la stabilità finanziaria. In seguito alle proposte del Comitato nazionale per il rischio sistemico, il governo ha recentemente presentato anche un progetto di legge che prevede un quadro per misure basate sui mutuatari finalizzate ad evitare un incremento della vulnerabilità delle famiglie, che tuttavia deve essere ancora approvato dal Parlamento.

(15)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica del Lussemburgo, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte al Lussemburgo negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica del Lussemburgo, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(16)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 ed è del parere (6) che il Lussemburgo rispetterà il patto di stabilità e crescita,

RACCOMANDA che il Lussemburgo adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Aumentare il tasso di occupazione dei lavoratori più anziani, potenziandone le opportunità di lavoro e l'occupabilità, limitando ulteriormente il prepensionamento anche al fine di migliorare la sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico.

2.

Ridurre ulteriormente le restrizioni normative nel settore dei servizi alle imprese.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/72


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 dell'Ungheria e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 dell'Ungheria

(2018/C 320/16)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui l'Ungheria non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa all'Ungheria 2018, nella quale sono stati valutati i progressi compiuti dall'Ungheria nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (2), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 30 aprile 2018 l'Ungheria ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di convergenza 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(5)

L'Ungheria è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito. Nel programma di convergenza 2018 il governo prevede un peggioramento del disavanzo nominale dal 2,0 % nel 2017 al 2,4 % nel 2018 e un suo successivo miglioramento graduale fino a raggiungere lo 0,5 % del PIL entro il 2022. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dell'1,5 % del PIL, dovrebbe essere raggiunto entro il 2020. In base al saldo strutturale ricalcolato (4), tale obiettivo verrebbe raggiunto entro il 2022. Secondo il programma di convergenza, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire gradualmente per attestarsi appena sotto il 60 % entro la fine del 2022. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è favorevole, il che presenta notevoli rischi per il conseguimento degli obiettivi in materia di disavanzo.

(6)

Il programma di convergenza 2018 indica un significativo impatto sul bilancio delle misure relative alla sicurezza nel 2017 e fornisce elementi di prova adeguati in merito alla portata e alla natura di tali costi di bilancio aggiuntivi. Secondo la Commissione, la spesa supplementare ammissibile per le misure relative alla sicurezza è stata pari allo 0,17 % del PIL nel 2017. Le disposizioni di cui all'articolo 5, paragrafo 1, e all'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97 ammettono tale spesa supplementare, poiché la gravità della minaccia terroristica è un evento inconsueto che ha ripercussioni rilevanti sulle finanze pubbliche dell'Ungheria e la sostenibilità non risulterebbe compromessa da una deviazione temporanea dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. Pertanto, al fine di tenere conto di questi costi supplementari, l'aggiustamento richiesto verso l'obiettivo di bilancio a medio termine per il 2017 è stato ridotto.

(7)

Il 12 luglio 2016 il Consiglio ha raccomandato all'Ungheria di conseguire nel 2017 un aggiustamento annuo di bilancio dello 0,6 % del PIL verso l'obiettivo di bilancio a medio termine, a meno che tale obiettivo non fosse rispettato con uno sforzo minore. Sulla base dei dati relativi ai risultati di bilancio 2017, si è rilevato che l'Ungheria presentava una deviazione significativa rispetto al percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. In conformità dell'articolo 121, paragrafo 4, TFUE e dell'articolo 10, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97, il 23 maggio 2018 la Commissione ha rivolto all'Ungheria un avvertimento, data la deviazione significativa dall'obiettivo di bilancio a medio termine osservata nel 2017. Il 22 giugno 2018 giugno il Consiglio ha adottato la relativa raccomandazione (5), che conferma che l'Ungheria è tenuta ad adottare le misure necessarie a garantire che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (6) non superi il 2,8 % nel 2018, pari a un aggiustamento strutturale annuo dell'1 % del PIL. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, vi è il rischio di una deviazione dallo sforzo raccomandato.

(8)

Per il 2019, in considerazione del rapporto debito pubblico/PIL del paese al di sopra del 60 % del PIL e del previsto divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale del 2,3 %, in linea con l'aggiustamento strutturale annuo dello 0,75 % del PIL imposto dalla matrice comune di aggiustamento concordata nell'ambito del patto di stabilità e crescita, il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non dovrebbe essere superiore al 3,9 % del PIL. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2019 vi è il rischio di una deviazione significativa da tale requisito. Nel complesso, il Consiglio è del parere che, alla luce delle prospettive di bilancio in forte deterioramento, serviranno a partire dal 2018 ulteriori significative misure per ottemperare alle disposizioni del patto di stabilità e crescita, in linea con la raccomandazione rivolta all'Ungheria il 22 giugno 2018 al fine di correggere la deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine.

(9)

Il tasso di occupazione complessivo è nettamente migliorato e l'andamento favorevole dell'economia offre l'opportunità di reinserire soprattutto i disoccupati nel mercato del lavoro. Il divario di genere in termini occupazionali è ampio, soprattutto nella fascia di età 25-39 anni, in parte dovuto alla limitata offerta di servizi di assistenza all'infanzia di qualità. La frequenza di strutture per l'infanzia da parte di bambini di età inferiore ai 3 anni si colloca ad un livello ben inferiore all'obiettivo di Barcellona e alla media dell'Unione. Anche se il programma di lavori socialmente utili rimane la principale politica attiva del mercato del lavoro, il fatto che il numero dei partecipanti si sia notevolmente ridotto rappresenta uno sviluppo positivo. Tuttavia, il programma resta poco mirato poiché la sua efficacia nel reinserire i partecipanti nel mercato del lavoro aperto continua a essere limitata tenuto conto della situazione occupazionale. Le politiche attive del mercato del lavoro, che si concentrano maggiormente su miglioramento delle competenze e riqualificazione, sono poco sviluppate.

(10)

La percentuale di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale è scesa al 26,3 % nel 2016, ma rimane superiore alla media dell'Unione. I minori in generale sono più esposti alla povertà rispetto alle altre fasce di età. Il livello del reddito minimo garantito è inferiore al 50 % della soglia di povertà per nucleo familiare e si colloca tra i più bassi dell'UE. L'adeguatezza delle indennità di disoccupazione è molto limitata: la durata massima di 3 mesi è tra le più brevi nell'UE e rappresenta soltanto circa un quarto del tempo medio necessario per trovare un lavoro. Inoltre, gli importi delle indennità sono tra i più bassi dell'UE.

(11)

In Ungheria le strutture e i processi del dialogo sociale rimangono poco sviluppati e non permettono un coinvolgimento significativo delle parti sociali nell'elaborazione e nell'attuazione delle politiche. Le carenze nell'impegno dei vari interlocutori e la scarsa trasparenza hanno un impatto sul fondamento fattuale e la qualità delle politiche, creando incertezza per gli investitori e un rallentamento della convergenza.

(12)

Sono state attuate misure per migliorare il sistema fiscale, ma permangono alcuni problemi. Sebbene in calo, il cuneo fiscale sul lavoro, soprattutto per certi gruppi a basso reddito, rimane elevato rispetto al resto dell'Unione. La generale complessità del sistema fiscale, associata alla presenza costante di imposte settoriali con effetti distorsivi, resta un punto debole. Misure contro le strategie di pianificazione fiscale aggressiva sono essenziali per impedire distorsioni della concorrenza tra le imprese, garantire il trattamento equo dei contribuenti e salvaguardare le finanze pubbliche. Le ricadute delle strategie di pianificazione fiscale aggressiva tra gli Stati membri impongono un'azione coordinata delle politiche nazionali ad integrazione della legislazione dell'Unione. L'Ungheria registra afflussi e deflussi di capitali relativamente elevati attraverso società veicolo, che sono disgiunti dall'economia reale. L'assenza di ritenute alla fonte sui pagamenti di dividendi, interessi e royalty in uscita (vale a dire effettuati da residenti nell'Unione a residenti in un paese terzo) da parte di società con sede in Ungheria può far sì che tali pagamenti sfuggano del tutto all'imposizione fiscale se non sono tassati nella giurisdizione di riscossione. La Commissione prende atto che l'Ungheria riconosce che le operazioni di pagamento in uscita, se attuate in modo abusivo, possano comportare una pianificazione fiscale aggressiva. Sulla base dei recenti scambi, la Commissione continuerà il suo dialogo costruttivo per contrastare le strategie di pianificazione fiscale aggressiva.

(13)

Ostacoli normativi nel settore dei servizi, in particolare nel commercio al dettaglio, incidono sulle prestazioni del comparto e ostacolano una ripartizione efficiente delle risorse, la produttività e l'innovazione. Permane la tendenza ad affidare alcuni servizi ad imprese pubbliche appositamente costituite, a scapito della libera concorrenza. Un ulteriore problema deriva dall'imprevedibilità del quadro giuridico, specie nel settore del commercio al dettaglio, che negli ultimi anni ha dovuto far fronte a frequenti modifiche alla normativa. Poiché sono spesso elaborate in funzione del fatturato o della superficie commerciale, le norme proposte interessano soprattutto le catene straniere della distribuzione. Ciò accresce l'incertezza tra gli operatori del settore e può scoraggiare gli investimenti. Serve un contesto normativo stabile e favorevole alla concorrenza. In Ungheria la regolamentazione restrittiva delle professioni rimane significativa, specie per quanto riguarda professioni chiave come i servizi legali e contabili.

(14)

La prevenzione e la repressione della corruzione continuano a destare preoccupazione. Secondo diversi indicatori, l'esposizione dell'Ungheria alla corruzione sarebbe aumentata negli ultimi anni e i rischi di corruzione potrebbero ripercuotersi negativamente sulle potenzialità di crescita del paese. Il funzionamento delle procure è di fondamentale importanza per la lotta alla corruzione e al riciclaggio di denaro sporco, ma se risultano essere state applicate con un certo successo misure per combattere la piccola corruzione, risulta insufficiente l'impegno ad avviare indagini su casi ad alto livello. La scarsa trasparenza e le restrizioni all'accesso alle informazioni costituiscono un ulteriore ostacolo per le misure volte a prevenire la corruzione. Sono stati adottati importanti provvedimenti nel campo degli appalti pubblici, ma restano margini per migliorare ulteriormente la trasparenza e la concorrenza delle gare d'appalto. Ciò potrebbe essere conseguito, tra l'altro, rendendo accessibili al pubblico i dati acquisiti dal sistema degli appalti elettronici.

(15)

In campo scolastico, i risultati per le competenze di base sono ben al di sotto della media dell'Unione, specie per i minori provenienti da un contesto socioeconomico svantaggiato. Gli alunni vengono smistati precocemente in diversi tipi di scuole, per cui si registrano ampi divari in termini di risultati scolastici e percorsi professionali. I gruppi di minori svantaggiati, in particolare i rom, tendono a concentrarsi nelle scuole secondarie professionali, che presentano livelli più bassi per le competenze di base e tassi di abbandono scolastico più elevati, nonché prospettive professionali con retribuzioni mediamente inferiori. Il tasso di abbandono scolastico è aumentato in media al 12,4 % ed è particolarmente elevato tra i ragazzi rom. Queste sfide sono tanto più pressanti se l'obiettivo è il conseguimento di un'istruzione inclusiva e di qualità. Il calo delle iscrizioni e l'elevato tasso di abbandono nell'istruzione terziaria ridurranno ulteriormente il numero dei diplomati in un momento in cui la domanda di manodopera altamente qualificata è in aumento.

(16)

Nonostante gli attuali sforzi tesi a migliorare la sanità pubblica, persistono scarsi risultati in campo sanitario, aggravati da stili di vita non salutari, che esercitano un impatto negativo sul capitale umano. I bassi livelli di spesa sanitaria, associati a una ripartizione inefficiente delle risorse, limitano l'efficacia del sistema sanitario ungherese. Questo aspetto, insieme all'elevata quota delle prestazioni non rimborsabili, ha implicazioni negative sull'equità del sistema e sul diritto di accedere tempestivamente a un'assistenza sanitaria preventiva e terapeutica di buona qualità e a costi accessibili. La carenza di operatori sanitari contribuisce ad ostacolare l'accesso all'assistenza, anche se i recenti aumenti salariali hanno attenuato il problema. Gli attuali sforzi di riforma sono intesi a limitare l'uso eccessivo di servizi ospedalieri, dovuto soprattutto al fatto che i medici di base non sono adeguatamente attrezzati per filtrare l'accesso a tali servizi. Un'ulteriore razionalizzazione dell'uso delle risorse ospedaliere, abbinata a investimenti mirati per rafforzare i servizi di assistenza primaria, consentirebbe di ridurre le disparità di accesso alle cure, di accrescere l'efficienza del sistema e di migliorare i risultati in campo sanitario.

(17)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dell'Ungheria, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di convergenza 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte all'Ungheria negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dell'Ungheria, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(18)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza 2018 e il suo parere (7) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che l'Ungheria adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Garantire nel 2018 la conformità alla raccomandazione del Consiglio del 22 giugno 2018 al fine di correggere la deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. Assicurare che nel 2019 il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi il 3,9 %, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,75 % del PIL.

2.

Continuare a semplificare il sistema fiscale, in particolare riducendo le imposte settoriali. Migliorare la qualità e la trasparenza del processo decisionale attraverso un efficace dialogo sociale e il coinvolgimento delle altre parti interessate, nonché conducendo periodicamente adeguate valutazioni d'impatto. Rafforzare il quadro anticorruzione, rafforzare l'attività di perseguimento e migliorare la trasparenza e la concorrenza negli appalti pubblici, tra l'altro sviluppando ulteriormente il sistema degli appalti elettronici. Rafforzare la concorrenza, la stabilità normativa e la trasparenza nel settore dei servizi, in particolare nel commercio al dettaglio.

3.

Liberare riserve di manodopera migliorando la qualità delle politiche attive del mercato del lavoro. Migliorare i risultati scolastici e aumentare la partecipazione dei gruppi svantaggiati, in particolare dei rom, a un'istruzione inclusiva di qualità nel sistema scolastico generale. Migliorare l'adeguatezza e la copertura dell'assistenza sociale e delle indennità di disoccupazione.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(3)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(4)  Saldo corretto per il ciclo al netto delle misure una tantum e temporanee, ricalcolato dalla Commissione utilizzando la metodologia concordata.

(5)  Raccomandazione del Consiglio, del 22 giugno 2018, al fine di correggere la deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine in Ungheria (GU C 223 del 27.6.2018, pag. 1).

(6)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(7)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/76


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 di Malta e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 di Malta

(2018/C 320/17)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui Malta non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (2) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, Malta dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione sulla politica economica della zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni che seguono, in particolare quella di cui al punto 1. Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa a Malta 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti da Malta nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (3), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 13 aprile 2018 Malta ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(5)

Malta è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di stabilità 2018 il governo prevede di mantenere una posizione di bilancio in attivo in termini nominali nel periodo 2018-2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia una posizione di bilancio in pareggio in termini di PIL, continuerà a essere rispettato con un margine positivo durante l'intero periodo di riferimento del programma. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe rimanere al di sotto del valore di riferimento del 60 % del PIL stabilito dal trattato e diminuire gradualmente passando dal 50,8 % del PIL nel 2017 al 36 % circa nel 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile per il 2018-2019 e favorevole per il 2020-2021. Secondo le previsioni di primavera 2018 della Commissione, il saldo strutturale di bilancio dovrebbe registrare un avanzo pari allo 0,6 % del PIL nel 2018 e all'1,1 % del PIL nel 2019, rimanendo al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine. Nel complesso, il Consiglio è del parere che Malta rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2018 e nel 2019. Al tempo stesso, l'andamento della spesa dovrebbe essere oggetto di un attento monitoraggio a breve e medio termine, in particolare alla luce di eventuali rischi futuri per la solidità delle entrate.

(6)

Come indicato nella raccomandazione per la zona euro del 2018, la lotta contro le strategie di pianificazione fiscale aggressiva è fondamentale per impedire distorsioni della concorrenza fra imprese, assicurare un trattamento equo dei contribuenti e tutelare le finanze pubbliche. Le ricadute delle strategie di pianificazione fiscale aggressiva tra gli Stati membri impongono un'azione coordinata delle politiche nazionali ad integrazione della legislazione dell'Unione. L'assenza di ritenute alla fonte sui pagamenti di dividendi, interessi e royalty in uscita (vale a dire effettuati da residenti nell'Unione a residenti in un paese terzo) da parte di società con sede a Malta può far sì che tali pagamenti sfuggano del tutto all'imposizione fiscale se non sono tassati nel paese di riscossione. Mentre il nuovo regime di deduzione di interessi nozionali contribuirà a ridurre la distorsione a favore del debito, la carenza di norme antiabuso, unita a un tasso elevato e a un regime fondato sugli stock, potrebbe aprire la strada all'elusione fiscale. L'esistenza di alcune disposizioni nelle convenzioni fiscali bilaterali tra Malta e altri Stati membri, insieme con il sistema fiscale di Malta, che prevede che le imprese che sono residenti ma non domiciliate nel suo territorio nazionale vengano tassate alla fonte e sulla base di rimesse, può spingere alcune imprese a servirsene a fini di elusione fiscale. La Commissione prende atto dell'impegno di combattere contro la pianificazione fiscale aggressiva assunto da Malta. Sulla base dei recenti scambi la Commissione proseguirà il dialogo costruttivo per lottare contro le strategie di pianificazione fiscale aggressiva.

(7)

La sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche di Malta resta problematica. Ciò è dovuto interamente all'incidenza sul bilancio dei costi connessi all'invecchiamento della popolazione, quali le pensioni e l'assistenza sanitaria e di lunga durata. Il sistema pensionistico deve far fronte alla duplice sfida di garantire la sostenibilità, garantendo al contempo adeguati redditi da pensione. Le prospettive di sostenibilità a lungo termine per le spese pensionistiche sono migliorate, grazie soprattutto a una valutazione maggiormente positiva del potenziale di crescita a lungo termine di Malta. Tuttavia, le misure introdotte nel bilancio 2016 hanno avuto un impatto solo limitato sulla sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico, che resta quindi un aspetto problematico. Inoltre, nonostante l'introduzione di misure volte a migliorare la congruità delle pensioni, la disparità di genere nella copertura delle pensioni resta elevata. Il funzionamento del sistema sanitario è migliorato e i tempi di attesa sono in fase di riduzione. Permangono tuttavia problemi per quanto riguarda la ridistribuzione di risorse e attività tra le strutture ospedaliere e quelle dell'assistenza sanitaria di base. L'assetto istituzionale dell'assistenza sanitaria di base grava sia sulle strutture ospedaliere che su quelle di pronto soccorso. L'assistenza ospedaliera e quella di base non sono ben coordinate e l'utilizzazione del pronto soccorso resta inefficace. L'accesso a medicinali innovativi continua a costituire un problema, anche in termini di bilancio. Sono state intraprese iniziative per far fronte alla domanda crescente di un sistema di assistenza a lungo termine, come l'incentivazione di servizi basati sulla collettività e di assistenza domestica.

(8)

Sono stati compiuti alcuni progressi nel miglioramento della cooperazione transfrontaliera. Tuttavia, l'autorità maltese per i servizi finanziari ha ancora problemi di carenza di organico e la sua capacità di controllare un sistema finanziario transfrontaliero di grandi dimensioni - e in particolare il settore non bancario - desta preoccupazioni. Inoltre, il settore dei servizi - e in particolare l'industria del gioco d'azzardo online - pur avendo contribuito in modo significativo alla crescita economica del paese, potrebbe rappresentare un problema per l'integrità del sistema finanziario e richiedere un quadro di disposizioni severe in materia di lotta contro il riciclaggio. Di recente Malta ha recepito la 4a direttiva antiriciclaggio; l'efficacia della sua attuazione resta ancora da valutare. Inoltre, in seguito al recepimento della direttiva nel diritto nazionale, le autorità maltesi hanno recentemente presentato una strategia integrata per la lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Tra le altre azioni, è stato istituito un comitato di coordinamento nazionale per la lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, composto da rappresentanti del governo e di altre autorità nazionali competenti. Tuttavia, rimangono ancora problemi da affrontare per garantire un'applicazione corretta ed efficace del quadro normativo di recente adottato.

(9)

Nel contesto della forte crescita economica e delle riforme a sostegno dell'occupazione femminile e dell'aggiornamento delle competenze della forza lavoro, la partecipazione al mercato del lavoro a Malta è ulteriormente migliorata. Tuttavia, l'elevato divario di genere nei livelli di occupazione e la scarsa partecipazione al mercato del lavoro delle donne di età superiore ai trent'anni e delle persone con disabilità continuano a rappresentare un problema. Il modo in cui il congedo di paternità e il congedo parentale sono concepiti rimane relativamente carente, ma è importante ai fini dell'equilibrio di genere per quanto riguarda le responsabilità di assistenza e di un maggiore sostegno alle donne che lavorano. Aumenta il deficit di manodopera e permangono squilibri tra domanda e offerta di competenze. Una parte consistente della forza lavoro maltese è ancora poco qualificata, mentre è in aumento il ricorso a manodopera straniera per far fronte alle carenze di manodopera e di competenze. Le iniziative politiche promosse per il mercato del lavoro, la qualificazione e l'inclusione sociale dovrebbero continuare a essere portate avanti, ma occorre che esse tengano conto delle informazioni scaturite dal monitoraggio e dalla valutazione dei risultati.

(10)

Il tasso di abbandono scolastico (pari al 18,8 % nel 2017) rimane tra i più elevati dell'Unione e si riscontrano scarsi miglioramenti rispetto all'anno precedente. A Malta si registra altresì il tasso di abbandono scolastico più elevato per le persone con disabilità (50 %, il doppio della media dell'Unione). Inoltre, sui risultati dell'apprendimento incidono fortemente il contesto socioeconomico, il tipo di scuola e lo stato di disabilità. Il divario per quanto riguarda i risultati in ambito scientifico tra gli studenti delle scuole con i risultati più scarsi e quelli delle scuole con i risultati migliori è uno dei più elevati nell'Unione e corrisponde a 1,5 volte la media dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. La percentuale di studenti con risultati insufficienti in matematica, scienze e lettura è la quarta tra le più elevate nell'Unione. È necessario un approccio globale per migliorare la qualità della didattica e ridurre le disparità tra i risultati scolastici delle diverse categorie sociali e dei diversi tipi di scuole.

(11)

Una solida crescita economica ha aumentato la pressione sulle infrastrutture e sulle risorse naturali. In particolare, il settore dei trasporti stradali deve far fronte a difficoltà considerevoli per quanto riguarda le infrastrutture e la sostenibilità a lungo termine. La carenza di infrastrutture di trasporto e i costi dovuti all'aumento della congestione stradale costituiscono un ostacolo agli investimenti. L'aumento del numero dei veicoli e in generale del traffico determina un aumento delle emissioni di gas a effetto serra e incide negativamente sulla qualità dell'aria. Tali fattori possono anche avere un impatto negativo sul turismo, che rappresenta un importante pilastro dell'economia di Malta. Pertanto, la necessità di affrontare il divario infrastrutturale va di pari passo con la necessità di soluzioni di trasporto pulite. Nel 2016 il governo ha adottato una strategia nazionale e un piano generale operativo per i trasporti da realizzare rispettivamente entro il 2050 ed entro il 2025. Ha inoltre annunciato un progetto da 700 milioni di EUR per ammodernare la rete stradale. Insieme, queste misure dovrebbero ridurre i costi economici della congestione del traffico di meno del 20 %. L'aumento dell'attività economica può aggravare le strozzature infrastrutturali, mettendo ancor più sotto pressione le risorse ambientali. Inoltre, il piano non riesce a stabilire un obiettivo chiaro per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dai trasporti e non propone un efficace sistema di monitoraggio per l'attuazione delle misure comunicate (oltre a un ciclo di revisione quinquennale). È pertanto importante fissare obiettivi e attuare misure per ridurre in modo sostanziale la congestione del traffico e le emissioni di gas a effetto serra dovute ai trasporti entro il 2025, prevedendo un monitoraggio periodico dei progressi compiuti.

(12)

I problemi legati alle dimensioni del paese e alla sua situazione insulare rendono la necessità di progredire verso un'economia più circolare particolarmente pressante. Investimenti intelligenti possono contribuire a ridurre la pressione sulle vulnerabili risorse naturali dell'isola. Ad esempio, la difficoltà di smaltimento dei rifiuti da costruzione e demolizione, se non affrontata, può deteriorare la qualità dell'ambiente e diminuire le attrattive del paese come destinazione turistica. Pur restando nel gruppo dei paesi fanalino di coda in termini di ecoinnovazione (26a nell'Unione nel 2016 mentre era 18a nel 2013, secondo l'indice dell'ecoinnovazione), Malta ha le potenzialità per mobilitare investimenti al fine di creare o adottare soluzioni innovative per incrementare l'efficienza energetica e delle risorse nel settore dell'edilizia e migliorare la gestione dei rifiuti e delle acque reflue. In particolare, sono necessari miglioramenti nella gestione dei rifiuti, oltre a investimenti in impianti di riciclaggio per i rifiuti da costruzione e demolizione e all'effettuazione di controlli per combattere le discariche illegali o lo scarico in mare di rifiuti da costruzione e demolizione.

(13)

Il sistema giudiziario continua a dover far fronte a diversi problemi per quanto riguarda l'efficienza; si rende necessario rafforzare il quadro giuridico e istituzionale per la lotta contro la corruzione al fine di garantire un'elevata qualità del contesto imprenditoriale. Le carenze in termini di governance per la lotta contro la corruzione possono ripercuotersi negativamente sul clima imprenditoriale e incidere sugli investimenti. Occorre che l'impegno di Malta per la lotta contro la corruzione risulti più efficace, in particolare per quanto riguarda le indagini e il perseguimento della corruzione. Migliorare il quadro di governance è fondamentale per preservare la reputazione di Malta e la sua attrattiva come destinazione di investimenti internazionali.

(14)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica di Malta, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte a Malta negli anni precedenti. Ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica di Malta, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(15)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 ed è del parere (5) che Malta rispetterà il patto di stabilità e crescita,

RACCOMANDA che Malta adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Rafforzare il quadro generale di governance migliorando la vigilanza nazionale degli enti finanziari a vocazione internazionale autorizzati a Malta, garantendo l'effettiva applicazione del quadro antiriciclaggio e continuando a intensificare la lotta contro la corruzione.

2.

Garantire la sostenibilità dell'assistenza sanitaria e dei sistemi pensionistici, anche innalzando l'età pensionabile prevista per legge e limitando il prepensionamento.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(3)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

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Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/80


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 dei Paesi Bassi e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 dei Paesi Bassi

(2018/C 320/18)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui i Paesi Bassi sono stati annoverati tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, i Paesi Bassi dovrebbero assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni di cui ai punti 1 e 2.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa ai Paesi Bassi 2018, nella quale sono valutati alcuni dei progressi compiuti dal paese nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che i Paesi Bassi presentano squilibri macroeconomici. In particolare, il paese registra il più elevato avanzo delle partite correnti (in media triennale) in rapporto al PIL di tutti gli Stati membri della zona euro, che indica una ripartizione subottimale delle risorse e offre opportunità per incrementare la crescita e il benessere. Il debito del settore privato, più specificamente il volume del debito ipotecario delle famiglie e il debito delle imprese multinazionali, è elevato. La situazione debitoria delle famiglie accresce la vulnerabilità agli shock finanziari.

(4)

I Paesi Bassi hanno presentato il programma nazionale di riforma 2018 il 30 aprile 2018 e il programma di stabilità 2018 il 26 aprile 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

I Paesi Bassi sono attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di stabilità 2018 il governo prevede di ridurre l'avanzo delle amministrazioni pubbliche dall'1,1 % del PIL nel 2017 allo 0,3 % del PIL nel 2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dello 0,5 % del PIL, continuerà ad essere rispettato durante l'intero periodo di riferimento del programma. Secondo il programma di stabilità 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe ridursi al 44,0 % del PIL nel 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Secondo le previsioni di primavera 2018 della Commissione, il saldo strutturale di bilancio dovrebbe diminuire da un avanzo dello 0,5 % del PIL nel 2017 a un disavanzo dello 0,1 % del PIL nel 2018 e dello 0,3 % del PIL nel 2019, restando al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine. Il debito delle amministrazioni pubbliche dovrebbe continuare a registrare una decisa tendenza al ribasso, inferiore al valore di riferimento sancito dal trattato. Nel complesso, il Consiglio è del parere che i Paesi Bassi rispetteranno le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2018 e nel 2019. Al contempo, nel rispetto dell'obiettivo a medio termine, esiste un margine per aumentare gli investimenti pubblici e privati in ricerca, sviluppo e innovazione utilizzando le politiche di bilancio e strutturali.

(7)

Oltre a un settore della ricerca e dello sviluppo efficiente, i Paesi Bassi vantano un sistema di istruzione e un'infrastruttura scientifica di alto livello, che rappresentano una solida base per stimolare la capacità di crescita e di innovazione attraverso l'istruzione e attività di ricerca e sviluppo. Sono stati annunciati sostanziosi investimenti supplementari che potrebbero contribuire a stabilizzare l'intensità delle attività di ricerca e sviluppo pubbliche e private. Non è ancora sicuro che i Paesi Bassi raggiungano gli obiettivi della strategia Europa 2020, in particolare per quanto riguarda gli investimenti in ricerca e sviluppo e nelle energie rinnovabili.

(8)

Nel far fronte all'elevato indebitamento delle famiglie una sfida fondamentale è costituita dal mercato immobiliare, in cui le modalità di finanziamento degli immobili residenziali e di risparmio del settore sono condizionati dalle rigidità e dagli incentivi distorsivi che si sono accumulati nel corso dei decenni. Dal 2012 sono state attuate diverse misure che hanno parzialmente migliorato la situazione. Nel 2017 il governo ha annunciato l'intenzione di accelerare la riduzione della deducibilità fiscale degli interessi sui mutui ipotecari a decorrere dal 2020. Tuttavia, la mancanza di un segmento medio ben funzionante sul mercato della locazione incoraggia le famiglie ad acquistare anziché affittare, con il risultato che si registrano livelli elevati del rapporto debito/reddito e una vulnerabilità finanziaria tra i giovani. Il settore dell'edilizia popolare è uno dei più sviluppati nell'Unione ma gli alloggi non sempre sono occupati da coloro che ne hanno effettivamente bisogno. Dato che le società di edilizia popolare non aumentano i canoni di locazione tanto rapidamente quanto sarebbe consentito per legge, le famiglie a reddito elevato rimangono a vivere nelle case popolari. Sebbene il governo abbia annunciato l'intenzione di sostenere l'offerta di alloggi a prezzi accessibili sul mercato privato della locazione, non sono stati ancora comunicati piani concreti in merito.

(9)

Come indicato nella raccomandazione per la zona euro, la lotta contro le strategie di pianificazione fiscale aggressiva è essenziale per evitare le distorsioni della concorrenza fra imprese, applicare un trattamento equo dei contribuenti e salvaguardare le finanze pubbliche. Le ricadute delle strategie di pianificazione fiscale aggressiva tra gli Stati membri impongono un'azione coordinata delle politiche nazionali ad integrazione della legislazione dell'Unione. L'elevato livello dei dividendi, delle royalty e degli interessi versati tramite i Paesi Bassi indica che la normativa tributaria del paese è impiegata dalle imprese impegnate nella pianificazione fiscale aggressiva. Gran parte degli stock di investimenti diretti esteri è detenuta da «società veicolo». L'assenza di ritenute alla fonte sui pagamenti di royalty e interessi in uscita (vale a dire effettuati da residenti nell'Unione a residenti in un paese terzo) può far sì che tali pagamenti sfuggano del tutto all'imposizione fiscale se non sono tassati nella giurisdizione di riscossione. Anche la mancanza di alcune norme antiabuso, soprattutto nel caso dei soggetti ibridi, può facilitare la pianificazione fiscale aggressiva. La Commissione riconosce che l'impegno dei Paesi Bassi a contrastare la pianificazione fiscale aggressiva come previsto nel programma di riforma in materia di fiscalità, con l'introduzione di una ritenuta alla fonte sui pagamenti di interessi, royalty e dividendi in caso di abuso o di pagamenti verso paesi a basso tasso di imposizione, rappresenta un passo avanti per ridurre la pianificazione fiscale aggressiva e dovrebbe essere attuato rapidamente e attentamente monitorato. Sulla base dei recenti scambi con le autorità dei Paesi Bassi, la Commissione proseguirà il dialogo costruttivo per lottare contro le strategie di pianificazione fiscale aggressiva.

(10)

Malgrado un basso tasso di disoccupazione e un numero elevato di posti vacanti, la crescita nominale dei salari è stata contenuta (pari all'1,5 % nel 2017), un livello inferiore rispetto a quanto ci si potrebbe attendere in base all'inflazione, alla produttività e al tasso di disoccupazione. La crescita moderata dei salari può essere in parte collegata al lento aumento della produttività, al perdurare di una situazione di ristagno sul mercato del lavoro e a un aggravamento della sua segmentazione. Nel 2017 il governo ha adottato diverse misure di bilancio che riducono gli oneri fiscali sul lavoro e mirano ad accrescere il reddito netto disponibile delle famiglie attive. L'ulteriore rafforzamento del reddito netto disponibile delle famiglie, che crea le condizioni per promuovere la crescita dei salari, e la riforma del secondo pilastro del sistema pensionistico, perché sia più trasparente, più equo dal punto di vista intergenerazionale e più resiliente agli shock, potrebbero sostenere la domanda interna e contribuire al riequilibrio della zona euro.

(11)

Il recente aumento dell'occupazione può essere largamente ascrivibile all'aumento del numero di persone assunte con contratti a tempo determinato e dei lavoratori autonomi. La percentuale elevata, e in aumento, dei contratti a tempo determinato, come pure il rapido incremento del lavoro autonomo senza dipendenti, si collocano in un contesto di grandi disparità in termini di regolamentazione del lavoro applicabile e tutela del lavoro e di differenze in materia di legislazione fiscale e della sicurezza sociale. Malgrado le misure adottate e le altre annunciate di recente, alcuni di questi fattori continuano a offrire ai lavoratori incentivi finanziari che li spingono a lavorare come autonomi o ne favoriscono l'assunzione con contratti a tempo determinato. Inoltre, l'applicazione delle misure per contrastare il lavoro autonomo fittizio è stata sospesa fino al 2020. I lavoratori autonomi sono spesso sottoassicurati per l'invalidità, la disoccupazione e la vecchiaia, il che potrebbe incidere sulla sostenibilità a lungo termine del sistema di previdenza sociale.

(12)

Nonostante un mercato del lavoro nel complesso ben funzionante, vi è ancora un potenziale inutilizzato di forza lavoro. In particolare, rimangono una sfida importante il numero elevato di donne che lavorano a tempo parziale e la situazione occupazionale delle persone provenienti da un contesto migratorio. Il tasso di occupazione dei migranti nati al di fuori dell'UE è di 20,6 punti percentuali inferiore a quello delle persone nate nei Paesi Bassi, con una percentuale persino maggiore per le donne.

(13)

L'aumento del tasso di risparmio delle famiglie negli ultimi anni è dovuto in parte a un aumento dei risparmi nel secondo pilastro del sistema pensionistico (regimi complementari privati obbligatori), sul quale ha inciso il contesto regolamentare. Un'adeguata distribuzione intra- e intergenerazionale dei costi e dei rischi in aggiunta alle norme già adottate sull'indicizzazione e sulle riserve finanziarie (quadro di valutazione finanziaria) aiuterebbe le famiglie a destinare le loro risorse economiche in un modo più favorevole alla crescita. Il governo ha confermato l'intenzione di riformare in misura considerevole il secondo pilastro pensionistico al fine di migliorare la copertura e creare un sistema più trasparente, flessibile ed equo sotto il profilo attuariale. Per quanto riguarda la sostenibilità di bilancio, la relazione 2018 sull'invecchiamento demografico evidenzia un rischio medio per la sostenibilità di bilancio a lungo termine, in quanto la spesa per l'assistenza di lunga durata dovrebbe aumentare dal 3,5 % al 6,0 % del PIL entro il 2070.

(14)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dei Paesi Bassi, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte ai Paesi Bassi negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dei Paesi Bassi, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(15)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 ed è del parere (6) che i Paesi Bassi rispetteranno il patto di stabilità e crescita.

(16)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti 1 e 2,

RACCOMANDA che i Paesi Bassi adottino provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Nel rispetto dell'obiettivo a medio termine, aumentare gli investimenti pubblici e privati in ricerca, sviluppo e innovazione utilizzando le politiche di bilancio e strutturali. Adottare misure volte a ridurre la propensione all'indebitamento delle famiglie e le restanti distorsioni nel mercato dell'edilizia abitativa, in particolare sostenendo lo sviluppo di un mercato privato della locazione.

2.

Ridurre gli incentivi a far uso dei contratti a tempo determinato e dei lavoratori autonomi senza dipendenti, promuovendo un'adeguata protezione sociale per i lavoratori autonomi, e contrastare il lavoro autonomo fittizio. Creare le condizioni per promuovere un aumento della crescita dei salari, nel rispetto del ruolo delle parti sociali. Garantire che il secondo pilastro del sistema pensionistico sia più trasparente, più equo dal punto di vista intergenerazionale e più resiliente agli shock.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/84


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 dell'Austria e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 dell'Austria

(2018/C 320/19)

Il CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui l'Austria non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (2) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, l'Austria dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 2.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa all'Austria 2018, nella quale sono stati valutati i progressi compiuti dall'Austria nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (3), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(4)

L'Austria ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 il 25 aprile 2018 e il programma di stabilità 2018 il 21 marzo 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

L'Austria è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito. Nel suo programma di stabilità 2018 il governo prevede un miglioramento del saldo nominale che passa da un disavanzo dello 0,7 % del PIL nel 2017 a un avanzo dello 0,4 % del PIL nel 2022. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dello 0,5 % del PIL a partire dal 2017, dovrebbe essere conseguito nel 2019. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire progressivamente passando dal 78,1 % del PIL nel 2017 al 62,2 % del PIL nel 2022. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è favorevole nel 2018 e plausibile successivamente. I rischi principali alla base della pianificazione di bilancio a medio termine sono alcune misure politiche discrezionali previste a partire dal 2020, come, ad esempio, l'annunciata riforma dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, i cui effetti netti di bilancio non sono stati ancora pienamente precisati.

(7)

Il programma di stabilità indica che l'impatto sul bilancio dell'eccezionale afflusso di rifugiati e delle misure relative alla sicurezza è considerevole e documenta in modo adeguato la portata e la natura di tali costi di bilancio aggiuntivi. Secondo la Commissione, nel 2017 la spesa aggiuntiva ammissibile per l'afflusso eccezionale di rifugiati ammonta allo 0,03 % del PIL, mentre non si sono registrati ulteriori costi per le misure relative alla sicurezza. Tale spesa aggiuntiva rientra nell'ambito di applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 5, paragrafo 1, e all'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97, dato che l'afflusso di rifugiati e la gravità della minaccia terroristica sono eventi inconsueti che hanno rilevanti ripercussioni sulle finanze pubbliche austriache e visto che la sostenibilità non sarebbe compromessa se si consentisse una deviazione temporanea dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. L'aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine richiesto per il 2017 è stato pertanto ridotto per tener conto dei costi aggiuntivi legati ai rifugiati.

(8)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato all'Austria di assicurare che lo scostamento dall'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018 sia limitato all'importo ammissibile accordato per l'impatto sul bilancio dell'afflusso eccezionale di rifugiati e le misure relative alla sicurezza. Ciò è in linea con un tasso massimo di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta pari al 3,3 % nel 2018, corrispondente a un deterioramento del saldo strutturale consentito dello 0,2 % del PIL. Tenendo conto degli importi ammissibili accordati, le previsioni di primavera 2018 della Commissione indicano il rischio di una certa deviazione da tale requisito nel 2018 e complessivamente nel periodo 2017-2018.

(9)

Nel 2019 l'Austria dovrebbe raggiungere il suo obiettivo di bilancio a medio termine, tenuto conto degli importi ammissibili legati ad eventi inconsueti per i quali è stata accordata una deviazione temporanea. Ciò è in linea con un tasso massimo di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta del 2,9 %, corrispondente a un miglioramento del saldo strutturale dello 0,3 % del PIL. Sulla base delle previsioni di primavera 2018 della Commissione, a politiche invariate, per l'Austria vi è il rischio di una deviazione significativa da tale requisito nel 2019, dovuta alla deviazione complessiva del periodo 2018-2019. Allo stesso tempo, secondo le proiezioni, nel 2019 l'Austria si discosterà dello 0,1 % del PIL dal suo obiettivo a medio termine. Si prevede inoltre che l'Austria rispetterà la regola del debito nel 2018 e nel 2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che l'Austria deve essere pronta ad adottare ulteriori provvedimenti per assicurare la conformità nel 2018, e che nel 2019 dovrebbe adottare le misure necessarie per rispettare le regole del patto di stabilità e crescita.

(10)

In base alla relazione 2018 sull'invecchiamento demografico, il previsto aumento della spesa per le pensioni, la sanità e l'assistenza a lungo termine presenta un rischio medio per la sostenibilità delle finanze pubbliche a medio e lungo termine. La spesa pubblica per le pensioni in Austria è superiore alla media dell'Unione (13,8 % rispetto all'11,2 % del PIL nel 2016) e dovrebbe aumentare ulteriormente entro il 2070 (0,5 % rispetto al – 0,2 % del PIL). Le recenti riforme hanno fornito con successo incentivi per andare in pensione più tardi. Tuttavia, senza un aumento dell'età pensionabile prevista per legge, l'ulteriore accumulo di diritti alle prestazioni legato all'estensione della vita lavorativa non migliora la sostenibilità a lungo termine. L'età pensionabile prevista per legge a 60 anni per le donne è fra le più basse dell'Unione e sarà solo gradualmente adeguata a partire dal 2024 per raggiungere l'armonizzazione con l'età pensionabile prevista per gli uomini solo a partire dal 2033. In termini generali, un aumento dell'età pensionabile prevista per legge e una limitazione del prepensionamento contribuirebbero alla sostenibilità del sistema pensionistico in un contesto di invecchiamento demografico.

(11)

La spesa sanitaria pubblica è al di sopra della media dell'Unione (7 % rispetto al 6,8 % del PIL nel 2016) e dovrebbe aumentare in misura maggiore rispetto alla media dell'Unione (1,3 % rispetto allo 0,9 % del PIL) per raggiungere l'8,3 % del PIL entro il 2070. Entro il 2070 è previsto un raddoppiamento della spesa per l'assistenza a lungo termine, che dall'1,9 % dovrebbe passare al 3,8 % del PIL. Con l'introduzione di massimali di spesa attraverso la legge di perequazione finanziaria del 2017 e la riforma per rafforzare l'assistenza sanitaria di base e ridurre il ricorso al settore ospedaliero l'Austria ha iniziato ad affrontare la questione della sostenibilità. Il numero ancora elevato di enti di assicurazione sanitaria costituisce un'opportunità per ulteriori risparmi relativi ai costi amministrativi e di governance. Inoltre, appalti pubblici più efficaci (ad esempio, gare di appalto a livello dell'Unione, l'uso di criteri di aggiudicazioni diversi dal prezzo e l'aggregazione interregionale degli appalti) aiuterebbero a migliorare la qualità e l'efficienza in termini di costi. Nel settore dell'assistenza a lungo termine, recenti misure politiche, quali la decisione di abolire il ricorso al patrimonio privato per finanziare l'assistenza ospedaliera di lunga durata, dovrebbero aumentare le spese, invece di contenerle.

(12)

La legge di perequazione finanziaria del 2017 ha contribuito a semplificare i rapporti di bilancio tra i diversi livelli di governo, avviando un finanziamento basato sui compiti, il che semplifica la distribuzione dei trasferimenti intergovernativi e attribuisce una fonte propria di entrate ai Länder. Tuttavia, nonostante questi sforzi di riforma, il quadro di bilancio rimane opaco e persiste un notevole squilibrio tra spese e creazione del gettito, una situazione che offre scarsi incentivi per l'aumento dell'efficienza a livello subnazionale.

(13)

Nonostante la riforma tributaria del 2016, l'onere fiscale sul lavoro rimane elevato ed è destinato ad aumentare progressivamente qualora gli scaglioni di imposta non siano indicizzati in base all'inflazione. Le persone con redditi più elevati hanno tratto benefici relativamente ampi dalla riforma rispetto alle persone con redditi più bassi e l'onere fiscale rimane alto per le persone a basso reddito. Inoltre gli uomini hanno tratto maggiori benefici dalla riforma rispetto alle donne. Le fonti di entrate ritenute meno penalizzanti per la crescita, quali le imposte patrimoniali ricorrenti, sembrano sottoutilizzate, soprattutto perché la base imponibile è obsoleta. Il gettito delle imposte patrimoniali ricorrenti in Austria è basso, pari allo 0,2 % del PIL, rispetto alla media dell'Unione dell'1,6 % del PIL nel 2016. Lo spostamento dell'onere fiscale dal lavoro a fonti di entrate meno penalizzanti potrebbe aiutare ad affrontare il problema.

(14)

Il mercato del lavoro funziona bene, ma permangono sfide per gruppi specifici (ad esempio, le donne e le persone provenienti da un contesto migratorio). Il tasso di occupazione delle donne è elevato in generale, ma i risultati del mercato del lavoro in termini di occupazione a tempo pieno rimangono piuttosto scarsi. Il tasso di occupazione femminile a tempo parziale (20-64 anni), pari al 47,9 % nel 2017, rimane uno dei più elevati dell'Unione (media dell'Unione: 31,1 %). Le problematiche relative all'accesso a strutture formali di cura dell'infanzia, in particolare al di fuori delle aree urbane, contribuiscono a questo risultato. L'alta percentuale di donne che lavorano a tempo parziale, dovuta in gran parte agli importanti compiti non retribuiti svolti dalle donne, come la cura di figli e familiari, e retribuzioni orarie inferiori contribuiscono a un elevato divario retributivo di genere. Ciò ha un impatto diretto sull'accumulo dei diritti pensionistici delle donne, determinando un notevole divario pensionistico.

(15)

I risultati scolastici degli studenti svantaggiati non sono migliorati. Permane un ampio divario tra gli studenti provenienti da un contesto migratorio e gli altri. Nel 2016 i test nazionali hanno confermato che circa un quarto degli alunni dell'ultimo anno dell'istruzione secondaria inferiore non soddisfa, o soddisfa solo in parte, gli standard educativi in tedesco. Gli ultimi test internazionali hanno inoltre confermato carenze crescenti nella lettura per gli studenti che provengono da un ambiente socio-economico basso o da un contesto migratorio. Dal confronto dei risultati del Programma per la valutazione internazionale degli studenti (PISA) del 2012 con quelli del 2015 emerge che la quota di studenti con risultati insufficienti è aumentata in tutti e tre i principali ambiti oggetto dell'indagine, vale a dire matematica, lettura e scienze. I risultati ottenuti dagli allievi nati in Austria supera quello dei migranti di prima generazione di un livello pari a tre anni di scolarizzazione.

(16)

Sebbene in Austria la produttività sia elevata,, la sua crescita è stata debole negli ultimi anni, nonostante i notevoli sforzi compiuti dal paese, quali, ad esempio, gli investimenti in ricerca e sviluppo (R&S) e il miglioramento del quadro per le start-up. Ulteriori leve per sostenere la crescita della produttività sono la digitalizzazione delle imprese, la crescita delle imprese e la concorrenza nel settore dei servizi. L'Austria presenta notevoli norme restrittive e ostacoli all'accesso per quanto riguarda l'offerta di servizi alle imprese e le professioni regolamentate. Di tali norme e ostacoli fanno parte requisiti specifici in materia di partecipazioni, un ampio ventaglio di attività riservate e restrizioni interdisciplinari. Uno sforzo costante per ridurre gli oneri e il previsto riesame della legge austriaca sulle licenze commerciali (Gewerbeordnung) sono strumenti importanti per affrontare il problema.

(17)

Una maggiore concorrenza nel settore dei servizi permetterebbe all'Austria di affrontare meglio le sfide legate alla diffusione delle tecnologie digitali e dei modelli imprenditoriali, in particolare a livello di micro, piccole e medie imprese la cui digitalizzazione è particolarmente importante per il paese in quanto tali imprese costituiscono la struttura portante dell'economia austriaca. Iniziative quali «KMU digitale» e «AT: net» e l'attuazione della tabella di marcia digitale in Austria sono di fondamentale importanza. Un'ulteriore questione riguarda l'espansione delle attività delle imprese, in particolare di quelle fortemente innovative. Vi sono strozzature per quanto riguarda il finanziamento delle fasi più avanzate di espansione di tali imprese, ad esempio sotto forma di venture capital e di accesso ai mercati pubblici dei capitali. Le imprese a forte crescita, tra cui quelle digitali, sono fondamentali per la diffusione di nuove tecnologie e di nuovi modelli commerciali e quindi per la crescita della produttività.

(18)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dell'Austria, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte all'Austria negli anni precedenti. Ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dell'Austria, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(19)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (5) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che l'Austria adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Raggiungere il suo obiettivo di bilancio a medio termine nel 2019, tenuto conto degli importi ammissibili relativi ad eventi inconsueti per i quali è stata accordata una deviazione temporanea. Garantire la sostenibilità dell'assistenza sanitaria e dell'assistenza a lungo termine e dei sistemi pensionistici, anche innalzando l'età pensionabile prevista per legge e limitando il prepensionamento. Rendere i servizi pubblici più efficienti, anche mediante l'allineamento delle competenze di finanziamento e di spesa.

2.

Ridurre il cuneo fiscale soprattutto per le persone a basso reddito, spostando l'onere fiscale su fonti di reddito meno penalizzanti per la crescita. Migliorare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Migliorare le competenze di base dei giovani svantaggiati e delle persone provenienti da un contesto migratorio. Sostenere la crescita della produttività stimolando la digitalizzazione delle imprese e la crescita delle società e riducendo gli ostacoli normativi nel settore dei servizi.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(3)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/88


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Polonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Polonia

(2018/C 320/20)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Polonia non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Polonia 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Polonia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (3), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 26 aprile 2018 la Polonia ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di convergenza 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(5)

La Polonia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di convergenza 2018 il governo prevede un graduale miglioramento del saldo nominale, che passa da un disavanzo dell'1,7 % del PIL nel 2017 allo 0,7 % del PIL nel 2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo dell'1,0 % del PIL in termini strutturali, probabilmente non verrà raggiunto entro il 2021, ossia nel periodo di riferimento del programma di convergenza. Il saldo strutturale ricalcolato (5) indica un disavanzo pari all'1,3 % del PIL nel 2021. Secondo il programma di convergenza 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire, passando dal 50,6 % del PIL nel 2017 al 50,4 % del PIL nel 2018 e quindi al 46,0 % entro il 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è prudente per il 2018 e plausibile successivamente.

(6)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato alla Polonia di assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (6) non superi il 3,7 % nel 2018, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,5 % del PIL. Nel contempo, si affermava che la valutazione del documento programmatico di bilancio per il 2018 e la successiva valutazione dei risultati di bilancio nel 2018 avrebbero dovuto tenere debitamente conto dell'obiettivo di realizzare una politica di bilancio il cui orientamento contribuisse sia a rafforzare la ripresa in corso, sia ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche. La Commissione ha effettuato una valutazione qualitativa della solidità della situazione economica in Polonia, tenendo debitamente conto delle sfide in materia di sostenibilità. Su tale base si è concluso che non occorre esaminare nessun elemento aggiuntivo. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2018 vi è il rischio di una deviazione significativa dall'aggiustamento raccomandato.

(7)

Per il 2019, in considerazione del previsto divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale dell'1,5 % del PIL, in linea con l'aggiustamento strutturale dello 0,6 % del PIL imposto dalla matrice comune di aggiustamento concordata nell'ambito del patto di stabilità e crescita, il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non dovrebbe essere superiore al 4,2 % del PIL. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2019 vi è il rischio di una deviazione significativa da tale requisito. Nel complesso, il Consiglio è del parere che a partire dal 2018 la Polonia debba adottare i necessari provvedimenti per conformarsi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(8)

Date le pressioni su vari settori della spesa a cui la Polonia sarà esposta nel medio e lungo periodo, in particolare a causa dell'invecchiamento demografico, occorrono nuovi meccanismi per valutare l'efficienza e l'efficacia della spesa pubblica e agevolare la ridistribuzione delle risorse. A tal fine il governo ha iniziato a lavorare alla riforma della procedura di bilancio, in particolare per rinsaldare il quadro di bilancio a medio termine e introdurre esercizi di revisione della spesa nella procedura di bilancio. La Polonia è l'unico Stato membro che non dispone di un vero e proprio consiglio di bilancio indipendente e che, a quanto risulta, non prevede di istituirne uno, nonostante esistano enti indipendenti che svolgono alcune delle funzioni tipicamente espletate dai consigli di bilancio. La relazione per paese 2018 non rileva alcun progresso della Polonia verso un contenimento della diffusione delle aliquote ridotte dell'imposta sul valore aggiunto. Il ministero delle finanze polacco lavora tuttavia a una semplificazione delle modalità con cui le aliquote applicabili sono assegnate ai diversi beni e servizi.

(9)

Negli ultimi anni il mercato del lavoro polacco ha registrato una performance forte, con tassi di occupazione in continuo aumento. La partecipazione alla forza lavoro di taluni gruppi, in particolare le donne, i lavoratori poco qualificati e quelli più anziani, è tuttavia rimasta bassa rispetto ad altri Stati membri. Vari interventi politici recenti hanno avuto l'effetto di attenuare gli incentivi al lavoro, in particolare per le donne e i lavoratori anziani. Gli incentivi a lavorare offerti dal sistema polacco di protezione sociale sono insufficienti. Pur avendo ridotto la povertà e le disuguaglianze, le prestazioni per figli a carico si sono già ripercosse negativamente sulla partecipazione dei genitori al mercato del lavoro, soprattutto per le donne, perché l'entità delle prestazioni e gli strumenti limitati di accertamento delle condizioni economiche controbilanciano gli incentivi al lavoro insiti in altre prestazioni sociali. Un ulteriore ostacolo alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro è rappresentato dalla percentuale di bambini di età inferiore a tre anni inseriti in strutture formali di assistenza all'infanzia, che resta tra le più basse dell'Unione. Il limitato sostegno su cui possono contare le persone che prestano assistenza a lungo termine impedisce loro di accedere al mercato del lavoro. L'abbassamento dell'età pensionabile prevista per legge ha incentivato alcuni lavoratori anziani a uscire dalla forza lavoro. La migrazione da paesi extraunionali concorre a soddisfare l'aumento della domanda di lavoro.

(10)

In un percorso complementare per sostenere sia la partecipazione alla forza lavoro sia la capacità innovativa dell'economia è opportuno dotare scolari e adulti delle capacità e competenze atte a favorire l'occupazione in un mercato del lavoro in rapida evoluzione. Il tasso di partecipazione degli adulti all'istruzione e alla formazione è molto inferiore alla media dell'Unione. Questa circostanza, associata a carenze nelle competenze digitali così come nelle competenze alfabetiche e aritmetico-matematiche, in particolare tra gli adulti con grado di istruzione inferiore al terziario, ostacola l'occupabilità delle persone. Non è ancora possibile quantificare l'effetto prodotto sui livelli di competenze dagli interventi politici operati di recente e ancora in programma, quali le modifiche dell'organizzazione dell'istruzione generale, della formazione professionale e dell'istruzione superiore.

(11)

La Polonia ha continuato a adottare misure volte a superare la segmentazione del mercato del lavoro, limitando le possibilità di abuso del lavoro temporaneo, aumentando i contributi sociali per determinati contratti di lavoro atipico e introducendo per alcuni di questi contratti una retribuzione oraria minima. Da fine 2016 il numero e la percentuale dei contratti a tempo indeterminato sono in aumento, ma la percentuale di contratti temporanei resta tra le più alte dell'Unione. Nel codice del lavoro riformato potrebbero essere inserite alcune altre modifiche normative inerenti al dualismo del mercato del lavoro. Emerge come potenziale problema la questione della copertura previdenziale dei lavoratori autonomi e delle persone impiegate con determinati contratti atipici, soprattutto dal punto di vista dell'adeguatezza delle pensioni future. Dal 2015 sono state introdotte varie misure per migliorare la copertura previdenziale dei lavoratori autonomi e delle persone impiegate con contratti atipici.

(12)

L'età media di pensionamento è aumentata negli ultimi anni in conseguenza delle riforme varate in precedenza, come la revoca delle possibilità di pensionamento anticipato e l'aumento graduale dell'età pensionabile legale. Ai fini della crescita economica a medio termine e dell'adeguatezza e sostenibilità di bilancio del sistema pensionistico è essenziale che l'età di pensionamento effettiva continui ad aumentare. Il recente abbassamento dell'età pensionabile prevista per legge, a 60 anni per le donne e a 65 per gli uomini, va tuttavia in direzione contraria. L'età pensionabile delle donne giudici dei tribunali ordinari è stata invece allineata a quella degli uomini, a 65 anni, in linea con la richiesta avanzata dalla Commissione. Il sistema di previdenza sociale speciale per gli agricoltori, il cui sovvenzionamento rappresenta un costo pari a quasi l'1 % del PIL, è uno dei motivi della scarsa mobilità del lavoro e della disoccupazione occulta in agricoltura.

(13)

Per ottenere in Polonia risultati migliori in termini di salute occorre migliorare l'accesso alla sanità e aumentarne l'efficacia. L'esigenza insoddisfatta di cure mediche dichiarata dalla persona stessa è fra le più alte dell'Unione e particolarmente lunghi sono i tempi di attesa per determinati interventi. Il numero di posti letto negli ospedali è relativamente elevato, ma non è distribuito in modo ottimale dal punto di vista geografico. Le cure ambulatoriali e l'assistenza sanitaria di base sono in genere sottosviluppate e i medici generici sono incentivati a delegare diagnosi e cure agli specialisti. La soluzione di questi problemi è particolarmente complessa, perché in Polonia il livello di finanziamento pubblico e il numero di medici e infermieri in alcune specializzazioni sono ben al di sotto della media dell'Unione. Nel 2017 sono state avviate iniziative per distribuire le risorse sanitarie in modo più efficiente, ma non se ne vedono ancora gli effetti.

(14)

Accrescere la capacità di innovazione nell'economia è fondamentale per consentire alla Polonia di salire nella catena del valore globale, sostenendo quindi le potenzialità di miglioramento del tenore di vita. A tal fine occorre un'azione politica su numerosi fronti, in un processo graduale che spazierà sull'arco di vari anni. Fra i settori fondamentali d'intervento si annoverano l'affidabilità del quadro normativo, l'incentivazione della spesa delle imprese in R&S, il consolidamento della base scientifica, anche attraverso riforme dell'istruzione terziaria, e la promozione di uno scambio intenso di conoscenze e di una collaborazione stretta tra le imprese e gli istituti di ricerca. In quest'ultimo ambito rientra anche la presenza di condizioni propizie alla commercializzazione dei risultati della ricerca, sviluppata e sostenuta con finanziamenti pubblici. Varie misure sono già state attuate in questi settori e altre sono programmate dal governo.

(15)

La qualità della normativa risente della rapidità con cui questa viene modificata e del limitato ricorso alle consultazioni pubbliche, e in particolare delle parti sociali, riguardo a una serie di leggi fondamentali, fattori che peraltro aumentano anche l'incertezza per le imprese. In questo contesto è essenziale anche garantire lo stato di diritto e l'indipendenza della magistratura. Si ricorda che nel dicembre 2017 la Commissione ha presentato al Consiglio una proposta motivata per constatare l'esistenza di un evidente rischio di violazione grave dello stato di diritto da parte della Polonia. La certezza del diritto e la fiducia nella qualità e prevedibilità delle politiche e delle istituzioni in termini normativi, fiscali e di altro tipo sono fattori importanti che possono determinare un aumento del tasso d'investimento. Lo svolgimento di approfondite valutazioni d'impatto ex ante ed ex post e la condotta di consultazioni pubbliche, e in particolare delle parti sociali, strutturate e realizzate adeguatamente potrebbero concorrere a migliorare la qualità della legislazione, limitare la necessità di modifiche successive e, quindi, aumentare la prevedibilità del contesto normativo. Potrebbero contribuire anche a contenere gli effetti collaterali delle nuove leggi nel breve periodo, ad esempio l'aumento temporaneo degli oneri amministrativi derivanti dalla modifica della normativa fiscale.

(16)

La rete stradale si è sviluppata rapidamente grazie ai finanziamenti dell'Unione, ma il tasso di mortalità stradale resta tra i più elevati dell'Unione. Nelle città la mobilità è sempre più problematica, con ingorghi e inquinamento atmosferico dovuti all'aumento del numero di autovetture e alla vetustà di gran parte del parco automobilistico. Gli attuali incentivi all'uso di modalità di trasporto collettivo, a basso livello di emissioni e attivo non sono sufficienti per affrontare queste sfide. La realizzazione dei progetti ferroviari cofinanziati dall'Unione continua a scontrarsi con strozzature rilevanti, soprattutto in termini di limitata capacità del settore edile e di carenze istituzionali del gestore dell'infrastruttura ferroviaria. Sebbene il governo preveda di aggiornare un documento strategico in materia, attualmente non sono disponibili informazioni sufficienti in merito a una visione strategica per lo sviluppo a lungo termine - oltre il 2023 - delle reti di trasporto relativamente a tutte le modalità. In tale documento dovrebbero essere individuati e attribuiti con chiarezza i rispettivi ruoli. Inoltre, nonostante gli investimenti degli ultimi anni, permangono strozzature e lacune nelle reti e infrastrutture energetiche.

(17)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Polonia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di convergenza 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Polonia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Polonia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(18)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza 2018 e il suo parere (7) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Polonia adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi il 4,2 % nel 2019, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL. Adottare provvedimenti volti ad aumentare l'efficienza della spesa pubblica, anche migliorando la procedura di bilancio.

2.

Adottare misure volte ad aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, anche migliorando l'accesso all'assistenza all'infanzia e promuovendo le competenze d'interesse per il mercato del lavoro, in particolare attraverso l'apprendimento degli adulti, e a rimuovere gli ostacoli che ancora intralciano forme più stabili di occupazione. Garantire la sostenibilità e l'adeguatezza del sistema pensionistico adottando misure volte ad innalzare l'età di pensionamento effettiva e riformando i regimi pensionistici preferenziali.

3.

Rafforzare la capacità innovativa dell'economia, anche sostenendo una collaborazione più stretta tra le imprese e gli istituti di ricerca. Migliorare il contesto normativo, in particolare prevedendo la condotta di consultazioni pubbliche, e in particolare delle parti sociali, come parte dell'iter legislativo.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306, del 23.11.2011, pag.25).

(3)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  Saldo corretto per il ciclo al netto delle misure una tantum e temporanee, ricalcolato dalla Commissione utilizzando la metodologia concordata.

(6)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(7)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/92


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 del Portogallo e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 del Portogallo

(2018/C 320/21)

Il CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui il Portogallo è stato annoverato tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, il Portogallo dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa al Portogallo 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal Portogallo nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che il Portogallo presenta squilibri macroeconomici. In particolare, gli ingenti stock di passività nette verso l'estero e del debito pubblico e privato e l'elevata proporzione di crediti deteriorati rappresentano punti deboli in un contesto di bassa crescita della produttività. Per garantire l'aggiustamento delle passività nette verso l'estero occorrono una posizione prudente delle partite correnti e il mantenimento degli incrementi della competitività. I rapporti debito privato/PIL continuano a diminuire, rispetto agli elevati livelli di partenza, grazie alla ripresa della crescita nominale e a flussi di credito lievemente negativi, e il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe essersi avviato su un percorso discendente in un contesto di persistenti esigenze di riduzione dell'indebitamento. Gli interventi nel settore finanziario hanno contribuito a ridurre i rischi per la stabilità, sebbene le banche continuino ad essere penalizzate dalla scarsa redditività e da uno stock di crediti deteriorati elevato, anche se in calo. È indispensabile accelerare la crescita della produttività per migliorare le prospettive di competitività, riduzione dell'indebitamento e crescita potenziale. La disoccupazione è in rapida diminuzione da diversi anni. Permangono lacune a livello di politiche, specie per quanto riguarda l'attuazione delle misure previste per ridurre il numero di crediti deteriorati e migliorare il contesto imprenditoriale. Occorrerà monitorare l'adozione e l'attuazione di diversi piani di riforma, tra cui misure volte a ovviare alla segmentazione del mercato del lavoro e riforme di bilancio strutturali per migliorare la sostenibilità delle finanze pubbliche.

(4)

Il 27 aprile 2018 il Portogallo ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni. Il programma di stabilità 2018 prevede un solido percorso discendente del rapporto debito pubblico/PIL. Il programma nazionale di riforma 2018 del Portogallo comprende impegni a breve e medio termine e affronta le sfide individuate nella relazione per paese del 2018. In particolare, annuncia misure nei settori delle qualifiche e dell'innovazione, che possono dare impulso alla produttività e accrescere il valore delle esportazioni portoghesi. La strategia presentata per ridurre i crediti deteriorati, unitamente all'azione volta a promuovere la capitalizzazione delle imprese, contribuisce alla riduzione dell'indebitamento dell'economia portoghese e al risanamento dei bilanci delle banche. Nel complesso, l'effettiva attuazione dei programmi presentati contribuirebbe alla correzione degli squilibri.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

Il Portogallo è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetto alla regola transitoria del debito. Nel suo programma di stabilità 2018 il Portogallo intende raggiungere un disavanzo nominale dello 0,7 % e dello 0,2 % del PIL rispettivamente nel 2018 e nel 2019, e un ulteriore miglioramento che dovrebbe far registrare un avanzo dell'1,4 % del PIL entro il 2021. Tali previsioni non comprendono il potenziale impatto a incremento del disavanzo derivante da misure di sostegno alle banche a partire dal 2019. Si prevede di raggiungere l'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un avanzo strutturale dello 0,25 % del PIL, entro il 2020. Secondo il programma di stabilità 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe raggiungere il 122,2 % nel 2018 e il 118,4 % nel 2019, per poi attestarsi al 107,3 % nel 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile per il 2018, ma favorevole per gli anni successivi. Allo stesso tempo, le misure a sostegno degli obiettivi di disavanzo pianificati a partire dal 2018 non sono state illustrate in modo sufficientemente dettagliato.

(7)

Il programma di stabilità 2018 del Portogallo indica che gli incendi su larga scala che si sono verificati nel 2017 hanno avuto un impatto significativo sul bilancio e fornisce elementi di prova sufficienti della portata e della natura di tali costi di bilancio supplementari. In particolare, il programma di stabilità 2018 indica che il bilancio 2018 include spese eccezionali per un importo pari a circa lo 0,07 % del PIL in relazione a misure preventive per la tutela del territorio nazionale contro gli incendi. Il programma di stabilità 2018 prevede spese connesse alla gestione dell'emergenza, classificate come misure una tantum, e alla prevenzione. A causa del carattere integrato di tali spese e del legame diretto con i grandi incendi boschivi del 2017, potrebbe essere preso in considerazione un trattamento specifico delle spese per la prevenzione degli incendi in applicazione della «clausola sugli eventi inconsueti». Secondo la Commissione, la spesa aggiuntiva ammissibile ammonta nel 2018 allo 0,07 % del PIL per le misure di prevenzione. Questa spesa aggiuntiva rientra nell'ambito di applicazione delle disposizioni dell'articolo 5, paragrafo 1, e dell'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97, dato che gli incendi su vasta scala senza precedenti sono considerati eventi inconsueti che hanno rilevanti ripercussioni sulle finanze pubbliche del Portogallo e visto che la sostenibilità non sarebbe compromessa se si consentisse una deviazione temporanea dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. La valutazione finale, in particolare per gli importi ammissibili, sarà effettuata nella primavera del 2019 sulla base dei dati relativi al 2018 forniti dalle autorità portoghesi.

(8)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato al Portogallo di assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (6) non superi lo 0,1 % nel 2018, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo almeno dello 0,6 % del PIL. Nel contempo, si affermava che la valutazione del documento programmatico di bilancio per il 2018 e la successiva valutazione dei risultati di bilancio nel 2018 avrebbero dovuto tenere debitamente conto dell'obiettivo di realizzare una politica di bilancio il cui orientamento contribuisse sia a rafforzare la ripresa in corso, sia ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche. Sulla scorta della sua valutazione circa la solidità della ripresa in Portogallo, effettuata nell'ambito del parere sul documento programmatico di bilancio del Portogallo per il 2018, tenendo debitamente conto delle sfide in materia di sostenibilità cui il paese è confrontato, la Commissione non ritiene necessario esaminare nessun elemento aggiuntivo a tale riguardo. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, vi è il rischio di una deviazione significativa dall'aggiustamento raccomandato nel 2018 e nel biennio 2017-2018.

(9)

Per il 2019, in considerazione del rapporto debito pubblico/PIL del paese al di sopra del 60 % del PIL e del previsto divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale dell'1,3 %, in linea con l'aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL imposto dalla matrice comune di aggiustamento concordata nell'ambito del patto di stabilità e crescita, il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non dovrebbe essere superiore allo 0,7 % del PIL. A politiche invariate, vi è un rischio di deviazione significativa dal suddetto requisito nel 2019 e nel biennio 2018-2019. Allo stesso tempo, si prevede che il Portogallo soddisferà la regola transitoria del debito nel 2018 e nel 2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che a partire dal 2018 il Portogallo debba adottare i necessari provvedimenti per conformarsi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. L'impiego di eventuali entrate straordinarie per ridurre ulteriormente il rapporto debito pubblico/PIL rappresenterebbe una risposta prudente.

(10)

Per garantire la sostenibilità del debito pubblico è necessario un risanamento di bilancio duraturo attraverso un miglioramento strutturale delle finanze pubbliche, che sarà conseguito grazie al rafforzamento della riscossione delle entrate e dei controlli sulla spesa. Al fine di rafforzare i controlli sulla spesa sono fondamentali l'effettiva applicazione della legge sul controllo degli impegni, una rigorosa e tempestiva attuazione della legge quadro di bilancio e il proseguimento degli sforzi di revisione e razionalizzazione della spesa. La pianificazione e l'esecuzione del bilancio rimangono una sfida di notevole portata, in particolare nel settore sanitario, dove i pagamenti tardivi (arretrati) continuano ad essere molto elevati, il che evidenzia anche carenze nel controllo contabile e nelle prassi gestionali. Per un risanamento di bilancio duraturo occorrerebbe affrontare l'aumento dei costi, già elevati, connessi con l'invecchiamento della popolazione. Nel medio periodo si prevede che i maggiori rischi di bilancio legati all'invecchiamento siano imputabili in larga misura ai costi di finanziamento delle pensioni, mentre i costi sanitari creeranno pressioni più forti nel lungo periodo. Misure volte a migliorare la sostenibilità a medio termine del sistema pensionistico, unitamente a una strategia globale per affrontare i costi sanitari dell'invecchiamento, contribuirebbero a far fronte a tali rischi.

(11)

Analogamente, il controllo della spesa, la gestione del debito e il miglioramento della sostenibilità finanziaria complessiva delle imprese di proprietà dello Stato potrebbero contribuire in maniera significativa al miglioramento strutturale delle finanze pubbliche. Sebbene l'utile netto complessivo continui ad essere negativo, i risultati operativi delle imprese di proprietà dello Stato hanno evidenziato un generale miglioramento negli ultimi anni, tranne nel settore sanitario, dove sono peggiorati. Anche il debito non consolidato totale delle società pubbliche incluse nel settore delle amministrazioni pubbliche resta elevato, pari al 18,3 % del PIL alla fine del 2017. È in corso l'introduzione di misure per migliorare il monitoraggio delle imprese di proprietà dello Stato, ma il loro impatto resta da valutare. Un piano di gestione del debito e di ricapitalizzazione di queste imprese dovrebbe ridurre l'indebitamento e i costi per interessi, ma i buoni incentivi potrebbero essere rafforzati garantendo un quadro prevedibile e trasparente per trasferimenti di bilancio limitati.

(12)

Prosegue la ripresa del mercato del lavoro portoghese, in linea con il rafforzamento dei risultati economici. Nel 2017 sono stati creati oltre 150 000 posti di lavoro e il tasso di occupazione (20-64 anni) ha raggiunto il 73,4 %, ritornando ai livelli pre-crisi. Il tasso di disoccupazione è sceso in misura considerevole ed è ora al di sotto della media della zona euro. Anche il tasso di disoccupazione di lunga durata è diminuito rapidamente, pur rimanendo relativamente elevato. Oltre alle politiche attive del mercato del lavoro già in atto, alle esenzioni contributive e a un modello di servizio pubblico di collocamento basato su un'assistenza personalizzata alle persone in cerca di lavoro, nel 2018 il Portogallo istituirà anche gli sportelli unici per l'impiego. Ciò potrebbe svolgere un ruolo di primo piano nel garantire una copertura più ampia delle misure di attivazione. Anche gli indicatori relativi alla povertà e alla disuguaglianza sono ulteriormente migliorati. Il tasso di rischio di povertà o di esclusione sociale si sta avvicinando alla media dell'Unione e a partire dal 2015 è aumentata la quota di reddito percepita dal 20 % più povero. Tuttavia, il livello della disparità di reddito è ancora elevato. Inoltre, l'efficacia dei trasferimenti sociali (pensioni escluse) nel far uscire le persone dalla povertà è bassa, l'adeguatezza del regime di reddito minimo, pur essendo migliorata, rimane limitata e l'accessibilità economica delle abitazioni costituisce una sfida crescente per le famiglie a basso reddito.

(13)

Nonostante un aumento significativo del numero di posti di lavoro a tempo indeterminato nel 2017, la percentuale di lavoratori temporanei è rimasta stabile al 22 %, ancora uno dei livelli più elevati nell'Unione. Nel 2017, circa l'82 % dei lavoratori temporanei si trovava in tale situazione non per scelta. Sebbene un numero maggiore di persone passi da lavori a tempo determinato a lavori a tempo indeterminato, i contratti temporanei rimangono la norma per i disoccupati che trovano un posto di lavoro. Inoltre, durante la crisi è aumentato il già ampio divario salariale tra i lavoratori a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato. Le misure per favorire la creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato (ad esempio Contrato-Emprego) e le esenzioni contributive per l'assunzione di persone appartenenti a gruppi vulnerabili si sono rivelate efficaci ma avevano una copertura limitata. Alcuni aspetti della legislazione a tutela dell'occupazione e farraginose procedure giudiziarie possono ancora scoraggiare le assunzioni con contratti a tempo indeterminato. Tuttavia, attualmente non è prevista alcuna azione per rivedere il quadro giuridico in materia di licenziamenti. Il governo ha in programma misure per affrontare la segmentazione del mercato del lavoro attraverso una discussione tripartita con le parti sociali.

(14)

Il livello complessivo delle competenze della popolazione adulta rimane tra i più bassi nell'Unione e frena il potenziale di innovazione e la competitività del paese. Ciò include anche le competenze digitali: nel 2017 solo il 50 % dei cittadini tra i 16 e i 74 anni possedeva competenze digitali di base o di poco superiori (contro una media dell'Unione del 57 %). A tal proposito sono stati avviati alcuni programmi (in particolare Qualifica e l'iniziativa nazionale per le competenze digitali Incode 2030), ma la loro efficacia nel migliorare le competenze di base (matematiche, alfabetiche e digitali) dei lavoratori e, in ultima analisi, nell'aumentare la produttività, dipenderà dalla copertura e dalla qualità della formazione offerta, al di là del riconoscimento delle competenze. Sebbene i dati indichino che i recenti aumenti del salario minimo (pari ad un aumento cumulativo del 18,3 % dal 2014) non hanno danneggiato il tasso di occupazione tra i lavoratori scarsamente qualificati, il forte aumento del numero di lavoratori interessati, fino al 20,4 % nel terzo trimestre del 2017, ha determinato un aumento della compressione salariale. Questo minaccia di ridurre il premio salariale per le competenze, in particolare tra i lavoratori scarsamente e mediamente qualificati, riducendo così gli incentivi per i lavoratori scarsamente qualificati a investire nell'istruzione e nella formazione. Il governo sta monitorando da vicino l'andamento dei salari minimi in collaborazione con le parti sociali.

(15)

L'abbandono scolastico precoce resta più elevato rispetto alla media dell'Unione, ma con una tendenza al ribasso a lungo termine, in parte grazie a misure in corso di attuazione volte a incoraggiare il successo scolastico e a ridurre i tassi di abbandono. I risultati scolastici continuano a migliorare, ma vi sono problemi di equità in quanto le percentuali di studenti con risultati insufficienti differiscono in modo significativo tra il quartile socioeconomico inferiore e quello superiore. Il numero dei laureati (30-34 anni) è sceso dal 34,6 % nel 2016 al 33,9 % nel 2017, ben al di sotto dell'obiettivo nazionale del 40 % entro il 2020. Nonostante l'elevata occupabilità dei laureati in materie scientifiche, ingegneria, tecnologie e matematica, l'assorbimento di studenti in questi settori è basso.

(16)

Sebbene negli ultimi anni vi siano stati sviluppi positivi nel sistema di ricerca e innovazione portoghese, in particolare in termini di quantità e qualità delle risorse umane e della produzione scientifica, nel complesso permangono notevoli ostacoli alla creazione di una cultura e delle condizioni favorevoli per una maggiore cooperazione tra il mondo accademico e quello imprenditoriale. Tra gli ostacoli si annoverano difficoltà nel trasferimento delle conoscenze e delle tecnologie e nella commercializzazione dei risultati della ricerca, nonché percorsi di carriera che non incentivano sufficientemente i ricercatori a sfruttare le opportunità offerte dalla «ricerca imprenditoriale» e le possibilità di collaborazione con l'industria. Una maggiore sensibilizzazione e più chiarezza per quanto concerne la proprietà intellettuale nella relazione tra mondo accademico e imprese potrebbero contribuire a ridurre i tempi di realizzazione degli obiettivi contrattuali, a monetizzare le conoscenze scientifiche e a rafforzare il loro potenziale economico.

(17)

È in fase di attuazione una strategia complessiva per accelerare la riduzione delle attività deteriorate. Ciò ha contribuito a ridurre la percentuale di crediti deteriorati dal 17,2 % dei crediti lordi alla fine del 2016 al 13,3 % nel quarto trimestre del 2017. I crediti alle imprese deteriorati sono motivo di particolare preoccupazione, in quanto rappresentano circa i due terzi dello stock totale di crediti deteriorati. La percentuale dei crediti alle imprese deteriorati rimane alta, pari al 25,2 % dei crediti lordi. La risoluzione delle attività deteriorate è fondamentale per liberare l'offerta di credito per nuovi investimenti e per una crescita sostenibile. Tuttavia, le procedure per le imprese insolventi e mercati secondari sottili per le attività deteriorate continuano a rappresentare importanti impedimenti nella riduzione della percentuale di crediti deteriorati. Sebbene gli aumenti di capitale, unitamente agli sforzi in corso per ridurre i costi e ad alcuni sviluppi positivi più recenti riguardanti i crediti deteriorati, stiano migliorando le prospettive del settore finanziario, la redditività rimane bassa, l'esposizione al debito sovrano elevata e le riserve di capitale deboli.

(18)

L'accesso ai finanziamenti costituisce ancora una grande sfida per l'economia portoghese. Ottenere un accesso stabile ai finanziamenti, e in particolare al capitale proprio, è considerata una delle sfide principali per le imprese portoghesi, resa ancora più complessa dalle pressioni per la riduzione dell'indebitamento. In termini relativi, le fonti di finanziamento alternative restano di scarsa rilevanza. Negli ultimi anni sono stati avviati nuovi programmi e linee di credito, unitamente a ulteriori semplificazioni del contesto imprenditoriale, ma vi è ancora margine di miglioramento. Al tempo stesso, per quanto in calo, i crediti deteriorati e il debito delle imprese rimangono elevati: migliorare l'allocazione dei capitali a favore di imprese più produttive andrebbe a vantaggio del contesto degli investimenti.

(19)

Nonostante i progressi compiuti nell'introduzione di una semplificazione amministrativa per le questioni orizzontali che hanno un impatto sulla vita quotidiana dei cittadini e delle imprese, ostacoli settoriali di carattere normativo e amministrativo continuano a frenare gli investimenti e l'efficiente allocazione delle risorse. Tra le riforme settoriali indispensabili al riguardo figurano la modifica dell'iter procedurale con la riduzione dei termini per i processi decisionali, la deroga al principio dell'approvazione tacita solo in casi molto limitati e la sostituzione dei regimi di autorizzazione che richiedono la presentazione di numerosi documenti con «dichiarazioni di responsabilità». Gli oneri amministrativi nel settore edilizio dovrebbero essere portati ad un livello proporzionale ai costi effettivi. Anche se la concorrenza negli appalti pubblici resta limitata, il codice rivisto in materia di appalti pubblici mira a promuovere la trasparenza, la concorrenza e una migliore gestione degli appalti pubblici. L'attuazione delle nuove norme dovrebbe essere monitorata, in particolare per quanto concerne l'impatto delle norme più restrittive sull'utilizzo delle aggiudicazioni dirette. Nonostante il continuo miglioramento dell'efficienza del sistema giudiziario portoghese, la durata dei procedimenti dinanzi ai giudici amministrativi rimane un problema. Inoltre, la corruzione e la mancanza di trasparenza sono ancora percepite come motivi di preoccupazione da parte delle imprese. Nonostante gli ulteriori progressi per quanto riguarda il perseguimento dei casi di corruzione, gli sforzi volti a migliorare la cultura dell'integrità nelle istituzioni pubbliche non hanno finora portato a risultati sufficienti.

(20)

Successivamente al programma di assistenza finanziaria le riforme del quadro normativo sono state scarse, il che ha arrestato o talvolta addirittura invertito il corso delle riforme concordate in quel contesto. Ai gruppi societari è fatto divieto di fornire servizi professionali diversi. I regolamenti interni che disciplinano determinati servizi professionali alle imprese, in particolare i servizi giuridici, sono meno ambiziosi della legge quadro in aspetti determinanti, quali la forma giuridica, l'assetto azionario, la gestione, la pubblicità e le pratiche multidisciplinari. La riforma dell'autorizzazione e della registrazione dei prestatori di servizi edili non è stata pienamente integrata da un alleggerimento dei controlli per i servizi di installazione e dei controlli sugli edifici.

(21)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica del Portogallo, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte al Portogallo negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica del Portogallo, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(22)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (7) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(23)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3,

RACCOMANDA che il Portogallo adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi lo 0,7 % nel 2019, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL. Sfruttare le entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL. Rafforzare il controllo della spesa, l'efficacia in termini di costi e una programmazione adeguata di bilancio, in particolare nel settore della sanità, con un accento particolare sulla riduzione degli arretrati negli ospedali. Migliorare la sostenibilità finanziaria delle imprese di proprietà dello Stato, in particolare aumentandone l'utile netto complessivo e riducendo il debito.

2.

Promuovere un ambiente che favorisca le assunzioni con contratti a tempo indeterminato, in particolare mediante una revisione della disciplina giuridica, in consultazione con le parti sociali. Aumentare il livello di competenze della popolazione adulta, compresa l'alfabetizzazione digitale, rafforzando ed ampliando la portata della componente di formazione nei programmi di qualificazione per gli adulti. Aumentare la diffusione dell'istruzione superiore, in particolare nel campo della scienza e della tecnologia.

3.

Aumentare l'efficienza delle procedure di insolvenza e di recupero e ridurre gli ostacoli al mercato secondario dei crediti deteriorati. Migliorare l'accesso ai finanziamenti per le imprese. Ridurre gli oneri amministrativi abbreviando i termini procedurali, facendo maggiormente ricorso all'approvazione tacita e diminuendo gli obblighi in materia di presentazione dei documenti. Eliminare le persistenti restrizioni normative assicurando una corretta applicazione della legge quadro sulle professioni fortemente regolamentate. Aumentare l'efficienza dei tribunali amministrativi, anche riducendo la durata dei procedimenti.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(7)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/98


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Romania e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Romania

(2018/C 320/22)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Romania non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Romania 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Romania nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (2), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

La Romania ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 il 10 maggio 2018 e il programma di convergenza 2018 il 14 maggio 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(5)

La Romania è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel suo programma di convergenza 2018, il governo prevede un disavanzo nominale del 2,95 % del PIL per il 2018, che secondo le previsioni si ridurrà in seguito progressivamente fino a raggiungere l'1,45 % del PIL nel 2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dell'1 % del PIL, probabilmente non verrà raggiunto entro il 2021, ossia entro l'anno in cui termina il programma. Il saldo strutturale ricalcolato dovrebbe raggiungere il -2,1 % nel 2021. Secondo il programma di convergenza, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe rimanere al di sotto del 40 % fino al 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è favorevole. Inoltre, le misure a sostegno degli obiettivi di disavanzo pianificati non sono state illustrate in modo sufficientemente dettagliato.

(6)

Il 16 giugno 2017 il Consiglio ha concluso, ai sensi dell'articolo 121, paragrafo 4, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea («TFUE»), che nel 2016 in Romania è stata rilevata una deviazione significativa dall'obiettivo di bilancio a medio termine. In considerazione di tale deviazione significativa, il 16 giugno 2017 il Consiglio ha raccomandato alla Romania di adottare le misure necessarie a garantire che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (4) non superi il 3,3 % nel 2017, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,5 % del PIL. Il 5 dicembre 2017 il Consiglio ha concluso che la Romania non aveva adottato azioni efficaci in risposta alla raccomandazione del Consiglio del 16 giugno 2017 e ha formulato una raccomandazione riveduta. Con la nuova raccomandazione il Consiglio ha chiesto alla Romania di adottare le misure necessarie a garantire che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi il 3,3 % nel 2018, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,8 % del PIL. Il 22 giugno 2018 il Consiglio (5) ha concluso che la Romania non aveva adottato azioni efficaci in risposta alla raccomandazione del Consiglio del 5 dicembre 2017. Inoltre, i dati relativi ai risultati di bilancio 2017 hanno evidenziato che la Romania presentava una deviazione significativa rispetto all'aggiustamento raccomandato nel 2017.

In conformità dell'articolo 121, paragrafo 4, TFUE e dell'articolo 10, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97, il 23 maggio 2018 la Commissione ha rivolto alla Romania un avvertimento, data la deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine osservata nel 2017. Il 22 giugno 2018 il Consiglio ha adottato la relativa raccomandazione (6), che conferma che la Romania è tenuta ad adottare le misure necessarie a garantire che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi il 3,3 % nel 2018, pari a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,8 % del PIL. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2018 vi è il rischio di una deviazione da tale raccomandazione.

(7)

Per quanto riguarda il 2019, il 22 giugno 2018 il Consiglio ha raccomandato alla Romania di adottare le misure necessarie a garantire che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi il 5,1 %, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,8 % del PIL. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2019 vi è il rischio di una deviazione da tale requisito. Le previsioni di primavera 2018 della Commissione prospettavano inoltre un disavanzo pubblico pari al 3,4 % del PIL per il 2018 e al 3,8 % per il 2019, valori superiori al valore di riferimento del 3 % del PIL stabilito dal trattato. Nel complesso, il Consiglio è del parere che, alla luce delle prospettive di bilancio in forte deterioramento, serviranno a partire dal 2018 ulteriori significative misure per ottemperare alle disposizioni del patto di stabilità e crescita, in linea con la raccomandazione rivolta alla Romania il 22 giugno 2018 al fine di correggere la deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine.

(8)

La programmazione di bilancio della Romania ignora sistematicamente le prescrizioni previste dal proprio quadro di bilancio, nonostante la necessità di una politica di bilancio responsabile. La legge rumena sulla responsabilità di bilancio recepisce il patto di bilancio nella legislazione nazionale. Le norme di tale legge sono ben concepite ma nella pratica vengono ripetutamente trascurate. Nel 2016 il disavanzo strutturale è aumentato, passando al di sopra di quanto previsto dall'obiettivo di medio termine, infrangendo la regola del disavanzo. Tanto nel bilancio del 2017 che in quello del 2018 l'obiettivo relativo al disavanzo nominale era prossimo al 3 % del PIL, valori che indicano un peggioramento del saldo strutturale, contrariamente a quanto prevede la regola. Le due rettifiche di bilancio effettuate nel 2017 non hanno rispettato le norme che vietano, rispettivamente, gli aumenti dei massimali del disavanzo nominale e del disavanzo primario e gli aumenti di personale e della spesa pubblica totale nel corso dell'anno fiscale in corso. Inoltre, come si è verificato negli anni precedenti, nel 2017 l'aggiornamento della strategia di bilancio è stato comunicato al Parlamento con grande ritardo rispetto al termine prescritto, con conseguente riduzione dei tempi della programmazione fiscale.

(9)

Il rispetto degli obblighi tributari rimane basso, in particolare per quanto riguarda l'imposta sul valore aggiunto. L'anno scorso la Romania ha conseguito progressi limitati nel dar seguito alla raccomandazione specifica per paese di rafforzare il rispetto dell'obbligo tributario e la riscossione dei tributi. Per quanto riguarda l'imposta sul valore aggiunto, la differenza tra il gettito previsto in linea teorica e il gettito effettivamente riscosso rimane molto elevata. Per migliorare il rispetto degli obblighi, le autorità hanno introdotto la scissione dei pagamenti, una possibilità che rimane facoltativa, tranne per le società insolventi e i contribuenti con significative passività in essere relative all'imposta sul valore aggiunto. Tuttavia, la misura deve ancora produrre risultati significativi. L'introduzione di registratori di cassa elettronici connessi al sistema informatico dell'amministrazione fiscale non è ancora avvenuta.

(10)

La situazione del settore finanziario è migliorata, ma alcuni sviluppi vanno monitorati. Il settore bancario risulta ben capitalizzato e la qualità degli attivi è migliorata. Tuttavia, varie iniziative legislative in corso, che rischiano di incidere negativamente sull'eliminazione dei crediti deteriorati e sui crediti e investimenti, necessitano di un attento monitoraggio. La recente riduzione dei contributi ai fondi pensione prefinanziati del secondo pilastro ha attenuato le preoccupazioni di bilancio a breve termine, ma potrebbe avere implicazioni negative per lo sviluppo dei mercati dei capitali.

(11)

Il mercato del lavoro ha evidenziato una certa tensione a causa dell'aumento dell'occupazione associato alla riduzione della forza lavoro causata dall'invecchiamento demografico e dall'emigrazione. La Romania dispone allo stesso tempo di un considerevole potenziale di manodopera inutilizzato e diversi gruppi sociali, come i giovani, i rom, i disoccupati di lungo periodo e i disabili hanno difficoltà di accesso al mercato del lavoro. L'anno scorso, la Romania ha registrato pochi progressi nel dar seguito alla raccomandazione specifica per paese di rafforzare le politiche mirate di attivazione e i servizi pubblici integrati per adattarli meglio alle persone più lontane dal mercato del lavoro. Nonostante l'aumento degli incentivi finanziari per i programmi di mobilità, la partecipazione alle politiche attive del mercato del lavoro è rimasta molto bassa, a fronte di oneri amministrativi elevati. I progetti di lavori pubblici di interesse locale sono riusciti soltanto in misura limitata a fornire le competenze pertinenti e ad agevolare la transizione verso forme di occupazione standard. Non esistono sistemi di gestione dei fascicoli relativi ai disoccupati di lunga durata e ai beneficiari dell'assistenza sociale. La cooperazione dei servizi pubblici per l'impiego con i fornitori di servizi sociali ed educativi e con i fornitori esterni è stata limitata.

(12)

Il rischio di povertà e di esclusione sociale è rimasto molto elevato. Le famiglie con bambini, le persone con disabilità, i rom e la popolazione rurale sono risultati particolarmente colpiti. Permane una marcata disparità tra i redditi, anche a causa del limitato impatto del regime fiscale e previdenziale sull'attenuazione delle disparità tra i redditi di mercato. L'indice di riferimento sociale, che costituisce un punto di riferimento per il calcolo delle più importanti prestazioni sociali, non è più aggiornato dal 2008. La legge sul reddito minimo di inclusione, la cui entrata in vigore era prevista per il 2018, avrebbe comportato l'aumento del livello di copertura e di adeguatezza dell'assistenza sociale, ma la sua entrata in vigore è stata rinviata di oltre un anno. L'età pensionabile inferiore delle donne si traduce in una riduzione dei diritti pensionistici, aggravando la povertà degli anziani e lo squilibrio occupazionale tra i generi.

(13)

Il coinvolgimento delle parti sociali nella concezione e nell'attuazione delle riforme economiche e sociali è stato molto limitato. Spesso, i pareri delle parti sociali non vengono presi in considerazione, anche quando sono convergenti. In Romania, il quadro per la contrattazione collettiva non favorisce la creazione di un sistema efficace di relazioni tra lavoratori e datori di lavoro. Il dialogo sociale è caratterizzato da un basso livello di contrattazione collettiva, soprattutto a livello settoriale, e da un basso livello di iscrizione alle organizzazioni sindacali e alle associazioni dei datori di lavoro. Tra i principali fattori che ostacolano l'efficacia del dialogo sociale vi sono il livello elevato delle soglie di rappresentatività e la vaghezza delle definizioni dei settori. Ad oggi, le modifiche legislative per migliorare il quadro di riferimento hanno permesso di registrare progressi modesti.

(14)

Negli ultimi anni, il salario minimo è stato più volte aumentato in modo discrezionale. Rispetto al 2015, il salario minimo netto è aumentato di oltre il 60 %. Il fatto che nel 2017 il 30 % circa dei lavoratori abbia percepito il salario minimo dimostra che la distribuzione salariale è altamente compressa. La proposta di adottare un meccanismo oggettivo relativo agli aumenti del salario minimo è stata approvata dalle parti sociali, ma non è stata attuata dal governo.

(15)

L'offerta delle competenze non è adeguata alle esigenze dell'economia. I modesti livelli delle competenze di base e digitali hanno un impatto negativo sulla competitività, sull'occupazione e sulla convergenza. La partecipazione ai programmi di istruzione degli adulti è stata molto bassa. Non è stato attivato alcun meccanismo per adeguare le politiche attive del mercato del lavoro alle competenze richieste e le capacità di prevedere le esigenze future in termini di competenze e di calcolare l'impatto previsto delle nuove tecnologie sono deboli. L'istruzione e la formazione professionali non rappresentano una scelta prioritaria e non sono sufficientemente allineate alle esigenze del mercato del lavoro e alle strategie di specializzazione regionali o settoriali.

(16)

I risultati insoddisfacenti del sistema scolastico esacerbano le grandi disparità in termini di opportunità e indeboliscono le prospettive di crescita a lungo termine per la Romania. L'offerta di un'istruzione generale di qualità e l'accesso ad essa rimangono un problema, in particolare per i rom e per i bambini delle zone rurali. La metodologia di monitoraggio per contrastare la segregazione scolastica non è ancora stata sviluppata e la percentuale di allievi che abbandonano la scuola o i corsi di formazione è in calo, ma sempre elevata. È in fase di elaborazione un meccanismo di allerta precoce per individuare i bambini a rischio di abbandono scolastico, all'interno del quale però alla qualità dell'istruzione non viene riconosciuta la dovuta importanza. Nonostante siano state adottate alcune misure, la garanzia della qualità in materia di istruzione scolastica e universitaria è problematica. Il tasso di istruzione terziaria è molto basso. Gli investimenti nell'istruzione sono relativamente bassi e in particolare le scuole svantaggiate sono prive di sostegno adeguato.

(17)

Lo stato di salute della popolazione è migliorato, ma rimane al di sotto degli standard dell'Unione. L'accesso all'assistenza sanitaria rimane problematico, con conseguente impatto negativo sullo sviluppo dei bambini, sull'occupabilità della forza lavoro e sulla salute degli anziani. L'esiguità dei finanziamenti e l'uso inefficiente delle risorse limitano l'efficacia del sistema sanitario, che soffre inoltre di una significativa carenza di medici e infermiere. L'accesso all'assistenza sanitaria è limitato dalla prevalenza dei pagamenti informali e dalla distanza dalle infrastrutture sanitarie. La Romania ha compiuto qualche progresso nel dar seguito alla raccomandazione specifica per paese di ridurre i pagamenti informali ed è in fase di attuazione un meccanismo di controllo, anche se la sua efficacia deve ancora essere valutata. Il seguito dato alla raccomandazione specifica per paese di privilegiare le cure ambulatoriali ha sinora registrato progressi modesti. L'attuazione della strategia sanitaria nazionale è ostacolata dall'instabilità delle priorità e da una programmazione inadeguata degli investimenti.

(18)

Nell'elaborazione, nell'attuazione e nel monitoraggio delle politiche, la pianificazione strategica, il processo di consultazione pubblica e la valutazione dell'impatto normativo restano deboli, con la conseguenza che la qualità e la prevedibilità della normativa risultano pregiudicate. Inoltre, le frequenti rettifiche apportate alle normative, ad esempio le modifiche del codice tributario, incidono negativamente sul contesto imprenditoriale. Il coinvolgimento dei portatori di interesse nella concezione e nell'attuazione delle riforme è insufficiente e viene raramente organizzato un vero e proprio dialogo, sebbene le apposite strutture istituzionali esistano. Il meccanismo che tiene conto dei pareri dei portatori di interesse espressi nel contesto delle consultazioni pubbliche non garantisce che venga loro dato un seguito adeguato. Recentemente, ad esempio, è stata ignorata una proposta relativa a un meccanismo oggettivo di aumento del salario minimo, che era stata approvata dalle parti sociali e che avrebbe permesso di risolvere un problema evocato in una raccomandazione specifica per paese. In materia di riforme della pubblica amministrazione, non sono stati raggiunti risultati concreti. L'adozione della pertinente normativa sulla gestione delle risorse umane nella pubblica amministrazione è stata rimandata. Il segretariato generale del governo svolge un ruolo limitato nel processo di controllo della qualità strutturale delle politiche.

(19)

La scarsa qualità delle infrastrutture, che interessa anche i settori dei trasporti, della gestione dei rifiuti e dello smaltimento delle acque reflue, limita le prospettive di crescita della Romania. Gli investimenti pubblici sono caratterizzati da scarsa efficienza, in particolare per quanto riguarda la preparazione dei progetti e l'individuazione dei progetti prioritari. Le condizioni generali e l'affidabilità delle infrastrutture delle reti stradale, ferroviaria e delle vie navigabili rimangono insoddisfacenti e la riforma del settore dei trasporti procede a un ritmo molto lento. Anche i progressi relativi alle riforme del settore della gestione dei rifiuti sono lenti, così come quelli che riguardano lo smaltimento dei rifiuti solidi e delle acque reflue. Il piano generale relativo ai trasporti e il piano nazionale di gestione dei rifiuti dovrebbero prevedere una tabella di marcia stabile per gli investimenti e rafforzare la capacità amministrativa settoriale, ma l'allineamento tra l'elaborazione dei progetti e la pianificazione strategica è stata finora limitato. La Romania ha conseguito progressi limitati nel dar seguito alla raccomandazione specifica per paese di migliorare l'individuazione dei progetti prioritari e la preparazione degli investimenti pubblici.

(20)

L'efficienza e la trasparenza degli appalti pubblici rimangono di fondamentale importanza per affrontare i principali problemi della Romania, tra cui l'efficienza della spesa pubblica, la lotta contro la corruzione e la promozione dell'innovazione e della crescita sostenibile e inclusiva. La Romania ha registrato alcuni progressi nel dar seguito alla raccomandazione specifica per paese di attuare la strategia in materia di appalti pubblici, ma il relativo piano non è ancora stato pienamente attuato. Analogamente, il problema del miglioramento dell'efficienza e dell'uso strategico degli appalti pubblici e il potenziamento delle revisioni contabili e dei sistemi di controllo delle frodi non è stato ancora risolto. La sostenibilità delle misure adottate e l'irreversibilità delle riforme necessitano di un monitoraggio costante. Il problema dell'efficienza e della trasparenza degli appalti pubblici riguarda in particolare gli investimenti nelle grandi infrastrutture sanitarie previsti per gli ospedali regionali di Iași, Cluj e Craiova.

(21)

Le imprese statali svolgono un ruolo chiave in alcuni settori infrastrutturali cruciali, ad esempio nei settori dell'energia e del trasporto ferroviario, ma dal punto di vista operativo e finanziario i risultati non sono all'altezza di quelli ottenuti dai concorrenti del settore privato. Recentemente, il governo societario delle imprese statali ha subito un notevole indebolimento, vanificando i progressi compiuti rispetto alle raccomandazioni specifiche per paese del 2015 e del 2016. Non solo l'attuazione della nuova normativa è stata lenta, ma attualmente si registrano anche tentativi di escludere alcune imprese dal suo campo di applicazione. Inoltre, la pubblicazione dei dati finanziari relativi alle imprese statali ha subito ritardi. Di conseguenza, le condizioni essenziali per la promozione dell'uso efficiente delle risorse pubbliche non risultano rispettate e vengono concessi margini per l'adozione di decisioni di investimento inappropriate. Nel febbraio 2018 la Corte costituzionale ha invitato il Parlamento a rivedere le deroghe di cui sopra.

(22)

Gli sviluppi registrati nel corso dell'ultimo anno hanno ampiamente rimesso in discussione l'irreversibilità e la sostenibilità dei progressi sostanziali compiuti dalla Romania in materia di riforma del sistema giudiziario e di lotta contro la corruzione ad alto livello. Per avere condotto azioni di lotta alla corruzione, l'indipendenza della magistratura è minacciata e le istituzioni giudiziarie e il contesto giuridico sono sottoposti a pressioni, con conseguente rallentamento dei progressi relativi ai rimanenti problemi. L'attuazione della strategia nazionale anticorruzione 2016-2020, nell'ambito della quale sono state messe a punto ulteriori misure per prevenire e combattere la corruzione, procede a livello tecnico, ma è necessario un sostegno politico più concreto, in quanto i problemi di governance e di corruzione persistono a tutti i livelli del settore pubblico e figurano tra le principali difficoltà che le imprese si trovano ad affrontare.

(23)

Nell'ambito del meccanismo di cooperazione e verifica, la Commissione continua a monitorare la riforma giudiziaria e la lotta contro la corruzione in Romania. Tali ambiti non sono pertanto oggetto delle raccomandazioni specifiche per paese rivolte alla Romania, ma sono importanti per lo sviluppo di un ambiente socioeconomico positivo nel paese.

(24)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Romania, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di convergenza 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Romania negli anni precedenti. Ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Romania, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(25)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza 2018 e il suo parere (7) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Romania adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Garantire la conformità alla raccomandazione del Consiglio del 22 giugno 2018 al fine di correggere la deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. Assicurare la completa attuazione del quadro di bilancio. Rafforzare il rispetto degli obblighi fiscali e la riscossione dei tributi.

2.

Completare la riforma del reddito minimo di inserimento. Migliorare il funzionamento del dialogo sociale. Garantire che il salario minimo venga definito sulla base di criteri oggettivi. Favorire il miglioramento delle competenze e migliorare l'accesso a un'istruzione generale di qualità, in particolare per i rom e i bambini delle zone rurali. Migliorare l'accesso all'assistenza sanitaria, anche privilegiando le cure ambulatoriali.

3.

Aumentare la prevedibilità del processo decisionale, facendo sistematicamente ed efficacemente ricorso alle valutazioni dell'impatto delle regolamentazioni e alla consultazione dei portatori di interesse, coinvolgendo questi ultimi nelle fasi di progettazione e attuazione delle riforme. Migliorare la preparazione dei progetti delle grandi infrastrutture, individuando i progetti prioritari e accelerandone la realizzazione, in particolare nei settori dei trasporti e dello smaltimento dei rifiuti e delle acque reflue. Migliorare la trasparenza e l'efficienza degli appalti pubblici. Migliorare il governo societario delle imprese statali.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(3)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(4)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(5)  Decisione (UE) 2018/293 del Consiglio, del 22 giugno 2018, che stabilisce che la Romania non ha adottato azioni efficaci in risposta alla raccomandazione del Consiglio del 5 dicembre 2017 (GU L 164 del 29.6.2018, pag. 42).

(6)  Raccomandazione del Consiglio, del 22 giugno 2018, al fine di correggere la deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine in Romania (GU C 223 del 27.6.2018, pag. 3).

(7)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/103


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Slovenia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Slovenia

(2018/C 320/23)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Slovenia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Slovenia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni che seguono, in particolare quella di cui al punto 1.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Slovenia 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Slovenia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Slovenia non presenta squilibri macroeconomici.

(4)

La Slovenia ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 il 13 aprile 2018 e il programma di stabilità 2018 il 26 aprile 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

La Slovenia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola transitoria del debito. Il programma di stabilità 2018 è stato presentato dal governo in carica per gli affari correnti e si fonda sull'ipotesi di politiche invariate. Secondo tale programma, il governo prevede un miglioramento dell'avanzo nominale che si attesta allo 0,4 % del PIL nel 2018 per raggiungere lo 0,9 % del PIL nel 2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un avanzo dello 0,25 % del PIL, non dovrebbe essere raggiunto entro il 2021, nell'ipotesi di politiche invariate. Secondo il programma di stabilità 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere al 69,3 % del PIL nel 2018 e continuare a calare fino a raggiungere il 58,3 % del PIL nel 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile.

(7)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato alla Slovenia di assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (6) non superi lo 0,6 % nel 2018, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dell'1,0 % del PIL. Nel contempo, si affermava che la valutazione del documento programmatico di bilancio per il 2018 e la successiva valutazione dei risultati di bilancio nel 2018 avrebbero dovuto tenere debitamente conto dell'obiettivo di realizzare una politica di bilancio il cui orientamento contribuisse sia a rafforzare la ripresa in corso, sia ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche. Sulla scorta della sua valutazione circa la solidità della ripresa in Slovenia, effettuata nell'ambito del parere sul documento programmatico di bilancio della Slovenia per il 2018, tenendo debitamente conto delle sfide in materia di sostenibilità cui il paese è confrontato, per il 2018 la Commissione ritiene necessario uno sforzo strutturale di bilancio pari almeno allo 0,6 % del PIL, senza margini aggiuntivi di deviazione su un anno. Questo valore corrisponde a un tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superiore all'1,5 %. Se si tiene conto di questo elemento nella valutazione complessiva, stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2018 vi è il rischio di una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato verso l'obiettivo di bilancio a medio termine.

(8)

Per il 2019, in considerazione del rapporto debito pubblico/PIL del paese al di sopra del 60 % del PIL e del previsto divario positivo tra prodotto effettivo e prodotto potenziale del 4,1 %, in linea con l'aggiustamento strutturale annuo dell'1,0 % del PIL imposto dalla matrice comune di aggiustamento concordata nell'ambito del patto di stabilità e crescita, il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non dovrebbe essere superiore al 2,2 % del PIL. Nel contempo, vi sono forti indicazioni del fatto che la capacità inutilizzata dell'economia è sottovalutata, con un'inflazione che dovrebbe raggiungere il 2 % nel 2019, una sottoccupazione superiore ai livelli pre-crisi e investimenti in aumento in seguito a una forte contrazione durante gli anni di crisi. Inoltre, lo strumento di plausibilità indica altresì che esiste un grado elevato di incertezza riguardo alle stime del divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale basate sulla metodologia comune. Su questa base appare appropriato un aggiustamento strutturale annuo dello 0,65 % del PIL, corrispondente a un tasso di crescita massimo della spesa pubblica primaria netta del 3,1 %. A politiche invariate, vi è un rischio di deviazione significativa dal suddetto requisito nel 2019 e nel biennio 2018-2019. Si prevede che la Slovenia si conformi alla regola transitoria del debito nel 2018 e alla regola del debito nel 2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che a partire dal 2018 la Slovenia debba adottare i necessari provvedimenti per conformarsi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(9)

Il governo ha presentato alcune proposte di riforma del sistema sanitario. Il progetto di legge sulla sanità e l'assicurazione sanitaria, che costituisce l'elemento centrale della riforma e che garantirà il finanziamento del sistema sanitario nel lungo termine, è stato presentato al Consiglio economico e sociale per consultazione nel dicembre 2017, ma non è stato adottato prima delle elezioni, il che ne rende incerte le prospettive di adozione. Un progetto di legge sull'assistenza a lungo termine è in corso di elaborazione per fare dell'assistenza a lungo termine un nuovo pilastro della sicurezza sociale, complementare ad altri sistemi di sicurezza sociale (sanità, assistenza sociale e sicurezza delle pensioni). Restano incerte le modalità con le quali la Slovenia aumenterà l'efficacia in termini di costi, l'accessibilità e la qualità dell'assistenza in futuro. Nel 2017 sono state adottate proposte volte a modificare la legge sulla professione medica, la legge sui servizi sanitari, la legge sui diritti dei pazienti e la legge che stabilisce misure d'intervento per garantire la stabilità finanziaria delle istituzioni del settore della sanità pubblica; tutte queste proposte devono ora essere attuate al fine di garantire l'accessibilità e la qualità dell'assistenza. Sono stati adottati i primi provvedimenti per attuare il piano nazionale per il sistema sanitario per il periodo 2016-2025. Vengono gradualmente aperti ambulatori di medicina generale; un sistema di valutazione delle tecnologie sanitarie dovrebbe essere attuato entro il 2020 e le soluzioni di sanità elettronica (eHealth) consentiranno di migliorare il monitoraggio in tutto il paese. Inoltre, i vantaggi derivanti da un miglior coordinamento delle procedure di appalto pubblico nel settore sanitario dovrebbero rendere l'assegnazione degli appalti più efficiente sotto il profilo dei costi.

(10)

Nel luglio 2017 il Consiglio economico e sociale ha adottato all'unanimità un documento denominato «Punti di partenza per la modernizzazione del sistema delle pensioni e assicurazioni di invalidità nella Repubblica di Slovenia», che delinea le diverse misure per realizzare pensioni adeguate e un sistema pensionistico sostenibile e trasparente. Tuttavia, manca ancora un piano d'azione concreto per l'adozione di tali misure e, nonostante un accordo tra le parti sociali e il governo per adottare la riforma entro il 2020, il relativo periodo transitorio non è ancora stato indicato. Permangono sfide per: garantire la sostenibilità e l'adeguatezza a lungo termine del sistema pensionistico, adeguando l'età pensionabile legale e promuovendo il pensionamento posticipato; aumentare la copertura dei regimi pensionistici complementari; affrontare adeguatamente i cambiamenti nei percorsi di carriera e ridurre i rischi di povertà legati alla vecchiaia.

(11)

La crescita economica è proseguita e le tendenze sociali e occupazionali sono ulteriormente migliorate. La percentuale delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale si è ridotta, ma resta superiore alla media dell'Unione per quanto riguarda gli anziani, e in particolare le donne. L'occupazione ha continuato a crescere e la disoccupazione è ulteriormente diminuita. Ci sono tuttavia segni di carenza di manodopera in diverse professioni. La disoccupazione di lunga durata permane a un livello superiore ai livelli pre-crisi e rappresenta ancora quasi la metà del totale dei disoccupati. Permangono le sfide in particolare per quanto riguarda i lavoratori più anziani, che presentano i tassi di attività e di occupazione tra i più bassi dell'Unione. La società slovena sta invecchiando rapidamente, il che significa che la popolazione in età lavorativa e l'offerta di lavoro sono in calo. In risposta a questa tendenza, il governo ha elaborato una strategia di «invecchiamento attivo», i cui piani d'azione concreti mancano ancora.

(12)

L'invecchiamento della popolazione sottolinea la necessità di aumentare la partecipazione all'apprendimento degli adulti, in calo dal 2010, e particolarmente bassa fra i lavoratori più anziani e poco qualificati. Il miglioramento delle competenze attraverso misure di apprendimento permanente aumenterebbe l'occupabilità, in particolare dei lavoratori scarsamente qualificati e in età più avanzata. Il tasso di occupazione dei lavoratori scarsamente qualificati è migliorato, ma resta inferiore ai livelli pre-crisi e alla media dell'Unione. La valutazione delle politiche attive del mercato del lavoro rivela che la maggior parte dei programmi è efficace, tuttavia la spesa in questo settore e il tasso di partecipazione dei disoccupati ai programmi restano limitati. Sebbene la riforma del mercato del lavoro del 2013 abbia chiaramente aiutato alcuni gruppi vulnerabili a inserirsi nel mondo del lavoro, l'occupazione temporanea resta un problema.

(13)

Sono state adottate misure per migliorare le modalità di finanziamento delle imprese in Slovenia e fornire loro alternative ai crediti bancari. Tuttavia, l'impossibilità di fare affidamento sul credito delle banche rappresenta una sfida costante per i finanziamenti, in particolare per le piccole e medie imprese, per le quali l'accesso ai finanziamenti continua ad essere un ostacolo alla crescita. Le misure attuali non hanno ancora migliorato il finanziamento, in particolare per le imprese innovative. Vi è solo un piccolo numero di imprese a forte crescita in Slovenia ed esse non ricevono il sostegno sufficiente per crescere. Il capitale di rischio come forma di finanziamento azionario è in aumento, partendo tuttavia da un livello molto basso. Le imprese innovative trarrebbero inoltre vantaggio da una ricerca pubblica più efficiente ma attualmente questa si scontra con la difficoltà di attrarre talenti stranieri e nazionali e risente della mancanza di finanziamenti basati sui risultati. Il livello degli investimenti privati rimane relativamente basso in Slovenia rispetto ad altri paesi comparabili e necessita di sforzi mirati per migliorare ulteriormente le condizioni quadro per gli investimenti, in particolare nei settori a forte potenziale di incremento della produttività.

(14)

Le aziende sono frenate da oneri normativi e amministrativi ancora elevati. La burocrazia è considerata uno dei fattori più problematici per l'imprenditoria in Slovenia. I problemi sono essenzialmente legati all'incertezza e alla complessità delle procedure fiscali, ma non sono limitati a questo settore: in materia di contenzioso commerciale ci vuole tuttora un anno affinché una causa sia oggetto di udienza dinanzi a un giudice. La Slovenia ha creato uno strumento per contribuire a ridurre gli oneri amministrativi e sta compiendo progressi nella sua attuazione. Una parte importante di tale attuazione non è ancora stata svolta.

(15)

Analogamente, la Slovenia è solo agli inizi della lotta contro l'elevato livello di regolamentazione restrittiva in alcuni settori dei servizi. Sono state realizzate riforme per liberalizzare i requisiti professionali per gli architetti e gli ingegneri civili, ma rimangono irrisolte altre questioni individuate dai servizi della Commissione. Le riforme sarebbero vantaggiose anche per le imprese manifatturiere slovene che dipendono dall'apporto di servizi concorrenziali.

(16)

Un sistema di appalti pubblici efficiente è fondamentale per il controllo dei costi e il miglioramento della qualità nel settore sanitario della Slovenia. Il potenziamento della centralizzazione delle procedure di appalto e di altre forme di aggregazione degli appalti pubblici, come l'aggiudicazione congiunta tra ospedali, è fondamentale per garantire una buona qualità delle forniture di prodotti innovativi a prezzi competitivi.

(17)

La Slovenia incontra notevoli difficoltà di inefficienza in materia di appalti pubblici. La concorrenza tra gli offerenti è relativamente bassa, come emerge dal numero esiguo di offerte ricevute per ogni gara e dall'alto tasso di procedure negoziate senza indire un bando di gara, il che riduce anche la trasparenza. La professionalizzazione di quanti partecipano a tali appalti è bassa e non vi sono sufficienti garanzie contro la corruzione e la collusione tra gli offerenti. In particolare, l'indipendenza della Commissione nazionale di revisione è limitata, in conseguenza della procedura di nomina dei suoi membri. Sebbene le autorità ritengano che la criminalità economica e la corruzione abbiano determinato danni significativi negli ultimi anni, alcune riforme anticorruzione sono ancora in sospeso.

(18)

In Slovenia il coinvolgimento dello Stato nell'economia è ancora elevato, in particolare nel settore finanziario. I piani di privatizzazione già pubblicati sono stati attuati lentamente. I progressi nelle privatizzazioni aumenterebbero la redditività delle imprese nel lungo periodo e ridurrebbero i rischi per le finanze pubbliche.

(19)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Slovenia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Slovenia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Slovenia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(20)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (7) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Slovenia adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi il 3,1 % nel 2019, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,65 % del PIL. Adottare e attuare la legge sulla sanità e l'assicurazione sanitaria e adottare la prevista riforma dell'assistenza di lunga durata. Garantire la sostenibilità e l'adeguatezza a lungo termine del sistema pensionistico, anche innalzando l'età pensionabile legale e limitando il prepensionamento. Aumentare l'occupabilità dei lavoratori scarsamente qualificati e in età più avanzata, mediante misure di apprendimento permanente e di reinserimento nel mondo del lavoro.

2.

Sviluppare fonti alternative di finanziamento per le imprese in rapida crescita. Eliminare le barriere all'ingresso sul mercato attraverso la revisione della regolamentazione del mercato dei prodotti e limitando gli oneri amministrativi. Rafforzare la concorrenza, la professionalizzazione e la supervisione indipendente in materia di appalti pubblici. Effettuare le privatizzazioni secondo i piani esistenti.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(7)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/107


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Slovacchia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Slovacchia

(2018/C 320/24)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Slovacchia non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Slovacchia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni che seguono, in particolare quella di cui al punto 1.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Slovacchia 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Slovacchia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(4)

Il 25 aprile 2018 la Slovacchia ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

La Slovacchia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di stabilità 2018 il governo prevede di ridurre il disavanzo nominale allo 0,8 % del PIL nel 2018 per poi scendere gradualmente fino allo 0,0 % del PIL nel 2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dello 0,5 % del PIL, dovrebbe essere conseguito nel 2020. Secondo il programma di stabilità 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire gradualmente dal 49,3 % nel 2018 al 43,3 % entro il 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Al tempo stesso, le misure a sostegno degli obiettivi fissati in termini di disavanzo a partire dal 2019 non sono state illustrate in modo esauriente. Il bilancio comprende una categoria generica di spesa denominata «riserve di bilancio» che rappresenta una percentuale non trascurabile (0,7 % del PIL) e può essere usata per operazioni ad hoc, con l'effetto di ridurre la prevedibilità nell'esecuzione del bilancio.

(7)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato alla Slovacchia di assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (6) non superi il 2,9 % nel 2018, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,5 % del PIL. Nel contempo, si affermava che la valutazione del documento programmatico di bilancio per il 2018 e la successiva valutazione dei risultati di bilancio nel 2018 avrebbero dovuto tenere debitamente conto dell'obiettivo di realizzare una politica di bilancio il cui orientamento contribuisse sia a rafforzare la ripresa in corso, sia ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche. Sulla scorta della sua valutazione circa la solidità della ripresa in Slovacchia, effettuata tenendo debitamente conto delle sfide in materia di sostenibilità cui il paese è confrontato, la Commissione non ritiene necessario esaminare nessun elemento aggiuntivo a tale riguardo. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2018 vi è il rischio di una deviazione significativa da tale raccomandazione.

(8)

Per il 2019, in considerazione del previsto divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale dell'1,2 % del PIL, in linea con l'aggiustamento strutturale dello 0,5 % del PIL imposto dalla matrice comune di aggiustamento concordata nell'ambito del patto di stabilità e crescita, il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non dovrebbe essere superiore al 4,1 % del PIL. A politiche invariate, per la Slovacchia vi è il rischio di una deviazione significativa da tale requisito nel 2019, dovuta alla deviazione complessiva del periodo 2018-2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che a partire dal 2018 la Slovacchia debba adottare i necessari provvedimenti per conformarsi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(9)

Le finanze pubbliche della Slovacchia sono ancora esposte a rischi a lungo termine. La spesa sanitaria costituisce tuttora un rischio per la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche, nella misura in cui l'aumento dell'efficienza dei costi dell'assistenza sanitaria resta una sfida. Nel lungo periodo la spesa sanitaria pubblica dovrebbe aumentare di 1,2 punti percentuali del PIL, al di sopra dell'aumento medio dell'Unione, stimato in 0,9 punti percentuali. Il sistema pensionistico è andato migliorando in termini di sostenibilità a lungo termine, principalmente grazie all'innalzamento automatico dell'età pensionabile, che ha ridotto il previsto aumento a lungo termine della spesa connessa all'invecchiamento demografico.

(10)

Nonostante le misure adottate per migliorare l'efficienza economica nella sanità, in particolare attraverso la revisione della spesa nell'ottica del rapporto qualità/prezzo, persistono ampi margini di razionalizzazione dell'uso delle risorse. Non si vedono progressi nei piani di una vasta riforma della sanità volta alla razionalizzazione dei servizi, al miglioramento della gestione delle risorse ospedaliere e a una maggiore efficienza del sistema assistenziale. Il consumo di servizi ospedalieri resta elevato, con alti tassi di ricovero per malattie croniche e tassi di dimissione superiori alla media dell'Unione, a cui si accompagnano tassi relativamente bassi di occupazione dei posti letto. Sebbene un potenziamento dell'assistenza di base sia in grado di sgravare gli ospedali, il sistema risente di una penuria di medici generici, aggravata dalla disomogeneità della loro distribuzione sul territorio. Ai fini della prestazione del servizio in futuro, preoccupa anche la composizione anagrafica della popolazione dei medici generici. Varie disposizioni volte a migliorare l'efficacia della sanità in termini di costi sono ancora nella fase di sviluppo, come la piena introduzione di un sistema di pagamento basato su raggruppamenti omogenei per diagnosi e l'effettiva operatività del sistema di sanità elettronica. Al riguardo sono probabili ulteriori ritardi e problemi di attuazione in futuro.

(11)

Le entrate di bilancio aumentano grazie a una rapida crescita economica e sono in corso iniziative per migliorare il rispetto dell'obbligo tributario e colmare il profondo divario nell'imposta sul valore aggiunto che contraddistingue la Slovacchia. Sono aumentati gli incentivi fiscali per promuovere l'R&S, mentre l'imposizione sul patrimonio rimane fonte di entrate modeste. Un programma evolutivo di revisione della spesa pubblica in tutti i settori fondamentali si sta rivelando essere uno strumento efficace e rigoroso per migliorare il rapporto costo/efficacia in tale ambito.

(12)

Continua l'andamento positivo del mercato del lavoro, caratterizzato da un'occupazione in crescita e da una disoccupazione a livelli storicamente bassi. La disoccupazione di lunga durata rimane tuttavia una delle più elevate nell'Unione e colpisce in particolare gruppi svantaggiati quali i lavoratori poco qualificati, i giovani e i rom emarginati. In conseguenza del miglioramento della situazione sul mercato del lavoro, affiora una penuria di manodopera qualificata in alcuni settori dell'economia. Le disparità regionali nel mercato del lavoro sono forti: la Slovacchia orientale registra il tasso di disoccupazione più alto, mentre la penuria di forza lavoro è concentrata nella parte occidentale del paese. La Slovacchia ha iniziato ad attuare il piano d'azione sull'inserimento dei disoccupati di lunga durata, che è sostenuto dal Fondo sociale europeo. Il piano introduce in particolare servizi personalizzati, consulenza sociale e un nuovo sistema di profilazione di base. La fase attuativa non è tuttavia ancora sfociata in miglioramenti strutturali significativi. Permangono lacune nella collaborazione con i partner privati e le organizzazioni non governative finalizzata a sgravare i servizi pubblici per l'impiego e la consulenza personalizzata è ancora agli albori. La segmentazione approssimativa dei disoccupati di lungo periodo non permette di determinare con precisione le misure di attivazione necessarie. Benché potenziati, i programmi di formazione e riqualificazione restano insufficienti e non sono ancora adeguatamente mirati ai disoccupati di lunga durata e ai gruppi svantaggiati. La partecipazione degli adulti all'apprendimento è ancora molto bassa e per i gruppi svantaggiati è poco sviluppata l'istruzione della seconda opportunità. I criteri di ammissibilità alle prestazioni di disoccupazione sono rigorosi e le prestazioni sono elargite per un periodo breve. Ne consegue un basso tasso di copertura dei disoccupati di breve durata.

(13)

Lo squilibrio occupazionale e il divario retributivo tra i generi sono ben al di sopra della media dell'Unione. Il basso tasso di occupazione delle donne in età feconda è uno dei motivi per cui raramente gli uomini usufruiscono di un congedo parentale di lunga durata, al quale si aggiungono la scarsa diffusione di soluzioni lavorative flessibili e le difficoltà di accesso e di costo che contraddistinguono le strutture di assistenza all'infanzia. La percentuale di bambini, in particolare di età inferiore a tre anni, inseriti in strutture di assistenza all'infanzia, è estremamente bassa.

(14)

Il sistema di istruzione non contribuisce a sufficienza allo sviluppo socioeconomico della Slovacchia ed è sottofinanziato a tutti i livelli. È urgente affrontare le sfide della qualità dei risultati scolastici, della partecipazione dei rom all'istruzione tradizionale inclusiva e dell'effettiva integrazione degli studenti di estrazione socioeconomica svantaggiata nei percorsi di istruzione e formazione. I risultati scolastici e il livello delle competenze di base continuano ad essere modesti rispetto agli standard internazionali e fortemente dipendenti dall'estrazione socioeconomica dello studente. Il tasso di abbandono scolastico è basso ma in aumento e in tale contesto le disparità regionali sono forti. Nonostante il programmato aumento delle retribuzioni di un 6 % l'anno fino al 2020, l'insegnamento resta una professione di scarsa attrattiva, in parte a causa della limitata offerta di formazione iniziale e di possibilità di sviluppo professionale. L'attuazione delle misure volte a aumentare la partecipazione degli alunni rom all'istruzione tradizionale inclusiva è minima, a causa dell'insufficiente sostegno finanziario, dell'inadeguatezza del monitoraggio e delle carenze formative degli insegnanti nelle tematiche interculturali.

(15)

La pubblica amministrazione è ancora gravata da inefficienze e strozzature causate dalla scarsa cooperazione interministeriale e dalla mancanza di neutralità politica nella funzione pubblica. L'attuazione della legge sul pubblico impiego sta partendo lentamente, ma non se ne vede ancora l'effetto in termini di miglioramento della gestione delle risorse umane. Per quanto riguarda la gestione dei fondi dell'Unione, la capacità e l'efficienza dell'amministrazione restano limitate ed elevato rimane l'avvicendamento del personale, in parte per motivi legati al ciclo politico. È in atto nondimeno un tentativo di superamento della situazione col ruolo rafforzato di coordinamento attribuito all'Ufficio del vice primo ministro, che funge da stabilizzatore offrendo continuità e competenze istituzionali per gli organismi di attuazione.

(16)

I fondi SIE svolgono un ruolo irrinunciabile nel superamento delle sfide fondamentali che riguardano il miglioramento della competitività, della crescita e dell'occupazione in Slovacchia. Come confermano le verifiche effettuate, nel 2017 la Slovacchia ha perduto 26 milioni di EUR di finanziamenti per la ricerca e l'innovazione, a causa soprattutto di problemi nell'applicazione dei criteri di selezione e nella selezione dei valutatori. Se non introduce misure adeguate per accelerare l'attuazione, il paese corre il grosso rischio di perdere un'ulteriore parte del finanziamento assegnatogli. Benché siano ormai stati selezionati progetti per oltre la metà della dotazione complessiva per l'attuale periodo di programmazione, concretamente ai beneficiari sono stati corrisposti pagamenti pari soltanto all'11 % della dotazione prevista.

(17)

La scarsa efficienza della pubblica amministrazione si riversa anche su altri settori, fra cui l'energia e l'ambiente. I tassi di riciclaggio sono molto bassi e la qualità dell'aria rimane relativamente scarsa. La gestione sostenibile delle foreste è un problema sempre più pressante. Il settore energetico risente di un'eccessiva regolamentazione e non sempre le politiche energetiche sono perfettamente allineate agli obiettivi climatici ed energetici dell'Unione.

(18)

La Slovacchia ha compiuto importanti passi verso il buon funzionamento del sistema degli appalti pubblici. Sono state prese iniziative per introdurre criteri qualitativi di aggiudicazione. Entro ottobre 2018 dovrebbero essere pronti gli strumenti elettronici obbligatori per l'espletamento delle procedure di appalto pubblico. Tutti i progetti finanziati dai fondi SIE sono stati sottoposti a verifiche preliminari complete, benché non ottimali sotto il profilo dell'efficienza. Mancano tuttavia ancora risultati soddisfacenti in materia di controlli interni, trasparenza, digitalizzazione, professionalizzazione e appalti pubblici strategici e sostenibili dal punto di vista ambientale. Questa situazione trova riscontro nei punteggi ottenuti dalla Slovacchia nelle pratiche anticoncorrenziali, che, nonostante i miglioramenti, restano lievemente al di sopra della media dell'Unione. I segnali indicatori dell'impegno a combattere la corruzione restano soltanto limitati. Oltre la metà delle imprese considera la corruzione un fenomeno diffuso negli appalti pubblici gestiti dalle autorità nazionali.

(19)

In Slovacchia la qualità del contesto imprenditoriale risente fortemente della corruzione, della complessità delle procedure amministrative, dell'eccesso di regolamentazione e della relativa rapidità di evoluzione, così come delle preoccupazioni in merito alla governance di vari enti di regolamentazione. Dopo aver perso terreno in alcuni raffronti internazionali, la Slovacchia ha individuato una serie di misure atte a migliorare la qualità del contesto imprenditoriale e a rilanciare gli investimenti. Ha inoltre rafforzato il regime delle valutazioni d'impatto della regolamentazione, estendendone l'impiego negli ultimi anni. È stata infine adottata di recente una nuova strategia sulla qualità della regolamentazione, denominata RIA (Regulatory Impact Assessment – «Valutazione d'impatto della regolamentazione») 2020. Nel settore dei servizi professionali permangono ostacoli regolamentari di rilievo, con restrizioni più limitanti rispetto alla media dell'Unione per architetti, ingegneri, consulenti fiscali, avvocati, consulenti in proprietà industriale, agenti immobiliari e guide turistiche. Nella comunicazione della Commissione, del 10 gennaio 2017, relativa alle raccomandazioni di riforma per la regolamentazione dei servizi professionali si sono rivolte alla Slovacchia raccomandazioni per il superamento degli ostacoli normativi. La Slovacchia non ha tuttavia comunicato di aver compiuto progressi nell'affrontare tali restrizioni.

(20)

Nel complesso non si è registrato alcun progresso nell'intensificazione della lotta alla corruzione. La percezione del fenomeno resta diffusa e il perseguimento dei relativi reati è ancor meno frequente che in passato. La percezione del fenomeno corruttivo è ulteriormente peggiorata con l'omicidio di un giornalista investigativo e la rivelazione dei risultati delle indagini che aveva condotto su una vasta gamma di casi di corruzione di alto livello. La percentuale di casi di alto livello per cui è avviata l'azione penale è estremamente bassa. Tuttora gli operatori di polizia e i pubblici ministeri non sono tenuti a rispondere del loro operato, il che ostacola la lotta alla corruzione e l'attività investigativa sui casi sensibili.

(21)

Nonostante alcuni miglioramenti dell'efficienza, per la Slovacchia resta problematico migliorare l'efficacia del sistema giudiziario, anche in termini di indipendenza. Persistono preoccupazioni circa l'indipendenza della magistratura, comprese le procedure di nomina dei giudici a tutti i livelli del sistema.

(22)

Sebbene la promozione dell'innovazione sia in grado di stimolare la competitività e agevolare la transizione a un'economia basata sulla conoscenza, la capacità d'innovazione slovacca resta modesta, come emerge dalla bassissima intensità di R&S nelle imprese (0,40 % del PIL nel 2016). In Slovacchia opera un vasto settore manifatturiero a media/alta tecnologia, ma finora le società multinazionali che lo occupano in prevalenza hanno palesato un interesse soltanto limitato a condurre attività di R&S, mentre la percentuale di piccole e medie imprese che svolgono al loro interno attività d'innovazione è risultata nel 2016 essere in Slovacchia (13,9 %) molto inferiore rispetto all'Unione nel suo insieme (28,8 %).

(23)

Gli investimenti pubblici nella ricerca e nell'innovazione sono aumentati sensibilmente tra il 2009 e il 2015 grazie all'impiego dei fondi SIE. Le inefficienze del contesto della ricerca slovacco hanno impedito di sfruttare tali investimenti in tutte le loro potenzialità. La gestione politica generale nel settore resta debole nonostante il rafforzamento del ruolo attribuito all'Ufficio del vice primo ministro per il coordinamento della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione. La frammentarietà del sistema e la debolezza gestionale, con responsabilità ripartite tra vari ministeri e agenzie esecutive spesso poco coordinati, comporta sistematicamente un rinvio delle riforme. L'introduzione di misure atte a stimolare il trasferimento delle conoscenze, potenziare le capacità di ricerca nell'industria e migliorare la collaborazione tra imprese e università procede a rilento.

(24)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Slovacchia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Slovacchia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Slovacchia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(25)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (7) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

RACCOMANDA che la Slovacchia adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi il 4,1 % nel 2019, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,5 % del PIL. Attuare misure per migliorare l'efficacia in termini di costi della sanità e sviluppare una strategia più efficace per la forza lavoro del settore sanitario.

2.

Potenziare le misure di attivazione e riqualificazione delle competenze, tra cui un'offerta qualitativamente valida di formazione mirata e servizi personalizzati per i gruppi svantaggiati, in particolare dando attuazione al piano d'azione per i disoccupati di lunga durata. Promuovere l'occupazione femminile, in particolare ampliando l'offerta di servizi di assistenza all'infanzia di qualità a prezzi abbordabili. Migliorare la qualità e l'inclusività dell'istruzione, anche aumentando la partecipazione dei bambini rom all'istruzione tradizionale sin dalla prima infanzia.

3.

Intensificare l'uso di criteri qualitativi e legati ai costi sul ciclo di vita negli appalti pubblici. Lottare contro la corruzione, anche dando effettiva attuazione alla normativa vigente e aumentando la rendicontabilità fra gli operatori di polizia e i pubblici ministeri. Migliorare l'efficienza del sistema giudiziario, in particolare preservando l'indipendenza nelle procedure di nomina dei giudici. Ricomporre la frammentazione del sistema pubblico della ricerca e stimolare l'innovazione nell'imprenditoria, compreso nelle piccole e medie imprese.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(7)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/112


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Finlandia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2018 della Finlandia

(2018/C 320/25)

Il CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Finlandia non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 22 marzo 2018. Il 14 maggio 2018 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (3) («raccomandazione per la zona euro»).

(2)

In quanto Stato membro la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Finlandia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni che seguono, in particolare quella di cui al punto 3.

(3)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Finlandia 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Finlandia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (4), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(4)

Il 13 aprile 2018 la Finlandia ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di stabilità 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

La Finlandia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito. Nel programma di stabilità 2018 il governo prevede un saldo nominale di -0,6 % del PIL nel 2018, invariato rispetto all'anno precedente. Secondo il governo, il saldo dovrebbe migliorare nel 2019 e negli anni successivi, raggiungendo un lieve avanzo nel 2020 e nel 2021. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo dello 0,5 % del PIL in termini strutturali, è stato superato nel 2017. Tuttavia, il saldo strutturale ricalcolato (6) dovrebbe aumentare in misura marginale, allo 0,6 % del PIL, nel periodo 2018-2019, per poi registrare una flessione. Il rapporto debito pubblico/PIL ha raggiunto il picco del 63,6 % nel 2015 ed è diminuito al 61,4 % nel 2017. Secondo il programma di stabilità 2018, il rapporto debito/PIL dovrebbe continuare a ridursi fino a raggiungere il 56,7 % del PIL nel 2021. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio risulta sostanzialmente plausibile. I rischi principali per le proiezioni di bilancio si riferiscono allo sforamento dei costi iniziali connessi alla prevista riforma dei servizi sociali e sanitari.

(7)

Il programma di stabilità 2018 ricorda che i costi relativi all'afflusso eccezionale di rifugiati sono aumentati e hanno avuto una notevole incidenza sul bilancio nel periodo 2015-2016. Secondo il programma di stabilità 2017, tali costi sarebbero dovuti calare dello 0,15 % del PIL nel 2017, un dato che non è stato confermato dal programma di stabilità 2018 e che quindi non è stato preso in considerazione dalla Commissione. Inoltre, nel 2017 alla Finlandia è stata concessa una deviazione temporanea pari allo 0,5 % del PIL dal percorso di aggiustamento richiesto verso l'obiettivo di bilancio a medio termine per tenere conto di importanti riforme strutturali, in particolare la riforma delle pensioni e il patto per la competitività del 2017, con ricadute positive sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. Nel 2017 alla Finlandia è stata anche concessa una deviazione temporanea dello 0,1 % del PIL per far fronte alla spesa nazionale destinata agli investimenti in progetti cofinanziati dall'Unione. Per quanto riguarda quest'ultima deviazione, uno dei criteri di ammissibilità è che la totalità degli investimenti pubblici non subisca una flessione. I dati relativi ai risultati per il 2017 indicano un calo degli investimenti pubblici nel 2017 rispetto all'esercizio precedente, mentre gli investimenti connessi ai fondi dell'Unione, secondo le stime, sono rimasti stabili. Pertanto, per il 2017 la Finlandia non è più considerata ammissibile a beneficiare di una deviazione temporanea dello 0,1 % del PIL in relazione alle spese nazionali destinate agli investimenti in progetti cofinanziati dall'Unione. Le restanti deviazioni temporanee dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine sono riportate per coprire un periodo di tre anni. Di conseguenza, le deviazioni temporanee nell'ambito delle clausole sugli eventi inconsueti e sulle riforme strutturali ammontano allo 0,67 % del PIL nel 2018 e allo 0,5 % del PIL nel 2019.

(8)

Il Consiglio ha raccomandato alla Finlandia di garantire che nel 2018 la deviazione dall'obiettivo di bilancio a medio termine sia limitata alla tolleranza legata all'impatto sul bilancio degli eventi inconsueti (concessa nel 2016), nonché alle tolleranze connesse all'attuazione delle riforme strutturali e agli investimenti (concesse nel 2017). Ciò è in linea con un tasso massimo di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta dell'1,9 % nel 2018, il che corrisponde a un deterioramento consentito del saldo strutturale dello 0,1 % del PIL. Sulla base delle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2018 vi è il rischio di una qualche deviazione dall'aggiustamento di bilancio raccomandato. Tuttavia, i risultati migliori del previsto per il 2017 consentono attualmente di ritenere che la distanza dall'obiettivo a medio termine possa essere inferiore alle tolleranze concesse legate alle clausole sugli eventi inconsueti e sulle riforme strutturali. Se confermata, tale tendenza verrà presa in considerazione nella valutazione ex post per il 2018.

(9)

In base alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2019 la Finlandia dovrebbe garantire che la deviazione dall'obiettivo di bilancio a medio termine sia limitata alla tolleranza legata all'impatto sul bilancio dell'attuazione delle riforme strutturali per cui è stata concessa una deviazione temporanea nel 2017. Ciò è in linea con un tasso massimo di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta del 2,9 %, il che corrisponde a un deterioramento consentito del saldo strutturale dello 0,2 % del PIL. A politiche invariate, si prevede che la Finlandia rispetterà il requisito entro il 2019. Si prevede inoltre che la Finlandia si conformerà al parametro per la riduzione del debito nel 2018 e 2019. Nel complesso, il Consiglio è del parere che la Finlandia debba essere pronta ad adottare ulteriori provvedimenti per assicurare la conformità nel 2018, e che nel 2019 rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(10)

A causa dell'invecchiamento della popolazione e della contrazione della forza lavoro, la spesa per le pensioni, la sanità e l'assistenza a lungo termine dovrebbe aumentare, passando dal 22 % del PIL del 2016 al 24 % del PIL entro il 2030. La riforma amministrativa e la riforma dei servizi sociali e sanitari, attualmente all'esame del parlamento, puntano a ridurre l'aumento della spesa in questo settore, garantendo, tra gli altri obiettivi, la parità di accesso all'assistenza sanitaria e la riduzione dei tempi di attesa per i pazienti, specie nelle zone svantaggiate o periferiche. Una percentuale di persone superiore alla media dell'Unione riferisce di non poter accedere alle cure mediche necessarie. In particolare, le persone escluse dalla forza lavoro incontrano difficoltà nell'ottenere le cure mediche necessarie. A partire dal 2020 la responsabilità dei servizi sociali e sanitari finlandesi passerà a un nuovo livello di pubblica amministrazione regionale, le contee. La riforma permetterà di mettere in comune le risorse per consentire un uso più efficace a livello della contea. Inoltre un maggiore ricorso ai servizi digitali ed elettronici dovrebbe aumentare la produttività. Infine, i servizi sociali e di assistenza sanitaria primaria saranno disponibili presso centri sociali e sanitari sia pubblici che privati. Ciò dovrebbe permettere una maggiore libertà di scelta per i pazienti, mentre la concorrenza tra i prestatori di servizi dovrebbe comportare una riduzione dei costi. Il conseguimento di questi ambiziosi obiettivi dipenderà anche dalle scelte operate durante la fase di attuazione della riforma.

(11)

Attestandosi al 74 % del totale della popolazione in età lavorativa (20-64 anni), nel 2017 il tasso di occupazione in Finlandia risulta relativamente basso rispetto agli altri paesi nordici. Anche la partecipazione al mercato del lavoro è stata inferiore, in particolare per le donne, i lavoratori maschi poco qualificati e i soggetti provenienti da un contesto migratorio. Inoltre, nel 2017 resta elevato il tasso di disoccupazione strutturale, pari a circa il 7,5 % della forza lavoro complessiva. Per far crescere l'occupazione, in aggiunta alle recenti misure adottate dal governo finlandese, servono maggiori incentivi ad accettare un impiego e politiche attive del mercato del lavoro.

(12)

Le trappole dell'inattività e della disoccupazione continuano a rappresentare un ostacolo a un più ampio uso della forza lavoro. L'inattività è spesso indotta dal sistema delle prestazioni e dalla combinazione dei diversi tipi di indennità. L'assistenza sociale e le indennità di alloggio costituiscono una componente importante della trappola. Queste ed altre prestazioni decadono molto rapidamente all'aumentare del reddito, con il rischio che la ripresa del lavoro possa non rivelarsi sufficientemente remunerativa. La complessità delle norme inerenti alle prestazioni e delle pratiche amministrative è ritenuta la causa delle notevoli trappole della disoccupazione o «trappole burocratiche». L'incertezza sul livello delle prestazioni e il tempo necessario per ripristinarle riducono l'attrattiva dei lavori a tempo parziale o a breve termine. Infine, nonostante la recente ripresa dell'edilizia residenziale, la mancanza di alloggi a prezzi accessibili nei centri in crescita potrebbe costituire un ulteriore ostacolo alla mobilità del lavoro. L'esperimento in corso sul reddito minimo, i cui primi risultati sono attesi per il 2019, dovrebbe fornire alcune indicazioni per la revisione del sistema di sicurezza sociale. È all'esame una riforma del sistema di congedo parentale per accrescere il tasso di occupazione delle donne in età fertile e promuovere la parità di genere. Si sta inoltre preparando un registro dei redditi in tempo reale, che potrebbe costituire un'opportunità per migliorare l'efficienza dei servizi pubblici e livellare le prestazioni in modo efficace.

(13)

Le pratiche di fissazione dei salari si stanno evolvendo verso la contrattazione a livello settoriale e locale. Poiché le imprese si trovano spesso ad affrontare vincoli molto diversi, ciò dovrebbe consentire una maggiore differenziazione dei salari tra le imprese, garantendo che gli aumenti dei salari reali siano in linea con l'incremento della produttività e sostenendo nel contempo migliori risultati occupazionali. Secondo i più recenti accordi salariali conclusi tra la fine del 2017 e l'inizio del 2018, le organizzazioni imprenditoriali hanno maggiori opportunità di ricorrere alla contrattazione locale. Alcuni ostacoli persistono per i datori di lavoro che non appartengono a nessuna organizzazione. Sono stati osservati alcuni primi risultati positivi, dal momento che lo stato attuale delle recenti trattative salariali indica un risultato dall'effetto globalmente neutro sulla competitività di costo. In pratica, nonostante l'assenza di un coordinamento formale sugli accordi salariali, sembra emergere un modello finlandese che collega l'incremento delle retribuzioni nel settore dei beni e servizi non scambiabili con gli aumenti concordati nel settore dei beni e servizi scambiabili.

(14)

Con il ritorno dell'attività economica e dell'occupazione ai livelli pre-crisi, la più bassa occupabilità dei disoccupati e degli inattivi è destinata a diventare un importante problema che potrebbe rallentare la ripresa del mercato del lavoro, compromettendo la sostenibilità a lungo termine della società del benessere finlandese. La situazione richiede adeguati servizi integrati di attivazione e riabilitazione per i disoccupati e gli inattivi. Al tempo stesso, le risorse destinate ai servizi pubblici per l'impiego, in particolare alle attività di consulenza, sono al di sotto della media dell'Unione. I servizi per i disoccupati, specie quelli con minori prospettive professionali, sono dispersi tra una serie di erogatori diversi. L'integrazione o un migliore coordinamento permetterebbe di produrre una catena ininterrotta di servizi (sportello unico per disoccupati o inattivi). È necessario proseguire gli sforzi per garantirne il reinserimento degli inattivi nel mercato del lavoro, specie di coloro che sono nella fascia di età 25-49 anni e dei soggetti provenienti da un contesto migratorio. I migranti potrebbero compensare in parte l'attuale calo della popolazione in età lavorativa, a condizione che vengano ben inseriti nel mercato del lavoro e nella società finlandese. Infine, la carenza di manodopera sta crescendo, probabilmente a seguito dei cambiamenti strutturali in corso nell'economia, come l'invecchiamento della popolazione. Ne deriva la necessità di un costante investimento nell'istruzione degli adulti e nella formazione professionale per consentire la mobilità del lavoro e ridurre gli squilibri tra domanda e offerta di competenze.

(15)

Il governo ha adottato misure per promuovere l'imprenditoria e le start-up e ha inoltre migliorato la disponibilità di prestiti e garanzie all'esportazione per le piccole e medie imprese. Inoltre, i disoccupati possono ora ricevere le indennità di disoccupazione durante i primi mesi di avvio di un'impresa, un'iniziativa che è destinata ad essere tanto più efficace se combinata con attività di formazione e orientamento, ma la cui breve durata potrebbe limitarne l'impatto. Permangono inoltre alcune lacune nella protezione sociale degli imprenditori e dei lavoratori autonomi, e il rischio di povertà per questi ultimi resta elevato rispetto ai dipendenti.

(16)

Il debito delle famiglie si colloca ad un livello storicamente elevato (67 % del PIL nel 2016). Essendo prevalentemente a tasso variabile, tale debito costituisce un rischio in caso di aumento dei tassi d'interesse a medio termine. Il credito al consumo sta aumentando rapidamente, e una quota crescente è concessa da banche estere, enti finanziari diversi dagli istituti di credito, società di piccolo prestito e prestiti «peer-to-peer». L'Autorità di vigilanza finanziaria finlandese ha adottato una serie di misure volte a contenere l'aumento dell'indebitamento delle famiglie. Tuttavia, a breve non è prevista nessuna riduzione attiva dell'indebitamento, soprattutto perché i tassi d'interesse restano bassi e la fiducia dei consumatori è buona. La mancanza di un registro completo dei crediti (contenente informazioni sia positive che negative sui debitori) può impedire alle banche di avere un quadro chiaro dell'indebitamento complessivo delle famiglie.

(17)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Finlandia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Finlandia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Finlandia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(18)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2018 e il suo parere (7) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Finlandia adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Raggiungere il suo obiettivo di bilancio a medio termine nel 2019, tenuto conto degli importi ammissibili relativi all'attuazione delle riforme strutturali per i quali è stata accordata una deviazione temporanea. Assicurare l'adozione e l'attuazione della riforma amministrativa per migliorare l'efficacia in termini di costi e favorire la parità di accesso ai servizi sociali e sanitari.

2.

Migliorare gli incentivi ad accettare un impiego e garantire servizi adeguati e ben integrati per i disoccupati e gli inattivi.

3.

Rafforzare il monitoraggio del debito delle famiglie, anche prevedendo la creazione di un sistema di registrazione dei crediti.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 179 del 25.5.2018, pag. 1.

(4)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(5)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(6)  Saldo corretto per il ciclo al netto delle misure una tantum e temporanee, ricalcolato dalla Commissione utilizzando la metodologia concordata.

(7)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/116


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 della Svezia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 della Svezia

(2018/C 320/26)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Svezia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Svezia 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Svezia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (3), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati lo stesso 7 marzo 2018. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Svezia presenta squilibri macroeconomici. In particolare, i livelli sovrastimati dei prezzi delle abitazioni, sommati all'aumento costante del debito delle famiglie, pongono rischi di una correzione disordinata. Il debito delle famiglie, che era già elevato, continua a crescere. I prezzi delle abitazioni registrano un aumento rapido e praticamente ininterrotto da circa 20 anni. Nell'ultimo trimestre del 2017 si è registrata una crescita negativa. Sulla base degli indicatori di valutazione i prezzi delle abitazioni rimangono tuttavia molto elevati rispetto ai fondamentali. Sebbene le banche siano considerate adeguatamente capitalizzate, una correzione disordinata potrebbe incidere anche sul settore finanziario, perché le banche hanno un'esposizione sempre maggiore ai mutui ipotecari. In questo caso, potrebbero esservi effetti di ricaduta nei paesi vicini, viste le interconnessioni finanziarie sistemiche. Negli ultimi anni sono stati adottati provvedimenti per contenere la crescita dei mutui ipotecari ed incentivare la costruzione di alloggi. Tuttavia, le misure finora adottate non sono bastate per ovviare alla sopravvalutazione del settore dell'edilizia abitativa e permangono lacune fondamentali in termini di politiche, in particolare per quanto riguarda gli incentivi fiscali per l'acquisto delle abitazioni e il funzionamento del mercato dell'offerta abitativa e della locazione.

(3)

Il 27 aprile 2018 la Svezia ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di convergenza 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(5)

La Svezia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di convergenza 2018 il governo intende raggiungere un avanzo pari all'1,0 % del PIL nel 2018 e continuare a conseguire l'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dell'1 % del PIL, durante tutto il periodo di riferimento del programma. Secondo il programma di convergenza 2018, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe ridursi al 37,3 % nel 2018 e continuare a diminuire fino a raggiungere il 29,0 % nel 2021. La crescita dell'economia e il buono stato di salute delle finanze pubbliche dovrebbero essere i principali fattori determinanti della diminuzione del rapporto debito pubblico/PIL. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Secondo le previsioni di primavera 2018 della Commissione, il saldo strutturale di bilancio dovrebbe registrare un avanzo dello 0,7 % del PIL nel 2018 e un avanzo dell'1,0 % del PIL nel 2019, rimanendo al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine. In base alla valutazione del programma di convergenza 2018 e tenendo conto delle previsioni di primavera 2018 della Commissione, il Consiglio è del parere che la Svezia rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2018 e nel 2019.

(6)

Partito da livelli già elevati, l'indebitamento delle famiglie non ha smesso di crescere. È cresciuto del 7,0 % nel 2017, fino a raggiungere l'86 % circa del PIL e il 184 % del reddito disponibile, percentuali tra le più elevate dell'Unione. Dopo essersi leggermente contratto nel 2016, il rapporto medio debito/reddito disponibile per i nuovi mutuatari è nuovamente risalito nel 2017, raggiungendo il 411 % e stabilendo un nuovo record. La crescita del debito delle famiglie è dovuta essenzialmente all'aumento del volume dei mutui ipotecari, che a loro volta dipendono dai prezzi elevati delle abitazioni e da alcune distorsioni strutturali che favoriscono gli investimenti immobiliari finanziati da mutui ipotecari. I livelli di indebitamento sono distribuiti in modo disomogeneo, con le famiglie giovani e a basso reddito che si trovano a sopportare un onere del debito particolarmente pesante rispetto al reddito. In questi ultimi anni la Svezia ha adottato diverse misure macroprudenziali. Tra queste misure rientrano la fissazione di limiti al rapporto prestito/valore, la modifica delle soglie minime del fattore di ponderazione dei rischi applicate dalle banche e l'introduzione di una regola formale di ammortamento dei mutui ipotecari nel giugno 2016. Nel marzo 2018 è entrato in vigore un nuovo requisito rafforzato di ammortamento dei mutui ipotecari caratterizzati da un elevato rapporto debito/reddito disponibile. La Svezia ha inoltre adottato una legislazione che rafforza il mandato giuridico dell'autorità macroprudenziale (Finansinspektionen). Il nuovo mandato, operativo dal febbraio 2018, permette all'autorità di reagire in maniera più rapida, con una gamma più ampia di possibili misure, ai rischi associati all'aumento dell'indebitamento delle famiglie. Le azioni di politica macroprudenziale sinora adottate non sembrano avere avuto un impatto significativo sulla crescita del credito ipotecario. La graduale limitazione della deducibilità fiscale dei pagamenti degli interessi sui mutui ipotecari o l'aumento delle imposte patrimoniali ricorrenti contribuirebbero a frenare la crescita del debito delle famiglie, ma il governo non ha compiuto nessun progresso in merito.

(7)

Nel 2017 l'economia svedese ha evidenziato una decisa crescita, pari al 2,4 % circa, alimentata da una forte domanda interna. Gli investimenti, trainati dagli investimenti immobiliari, sono cresciuti del 6,0 % (su base annua) nel corso dei primi tre trimestri, dando alla crescita un contributo particolarmente rilevante. Nonostante un forte aumento della costruzione di alloggi negli ultimi anni, l'offerta rimane carente, in particolare per quanto riguarda gli alloggi economicamente accessibili intorno alle grandi città. La scarsità di alloggi a prezzi accessibili può anche ridurre la mobilità sul mercato del lavoro e l'effettiva integrazione dei migranti nello stesso e contribuire alla disparità tra le generazioni.

(8)

Dopo due decenni di forte aumento dei prezzi delle abitazioni, il mercato residenziale ha registrato un calo graduale nell'autunno 2017, ma i prezzi restano al di sopra dei fondamentali. Tra i fattori determinanti si possono citare gli incentivi fiscali che riguardano l'acquisto delle abitazioni e l'accensione dei mutui ipotecari e condizioni di credito accomodanti associate a tassi di ammortamento dei mutui ipotecari relativamente bassi. Inoltre, la penuria di alloggi dipende anche da alcune inefficienze strutturali, tra cui la scarsa concorrenza nel settore edile, dovuta alla presenza di barriere all'ingresso al mercato per le piccole imprese e le imprese straniere, e il controllo che i grandi immobiliaristi riescono ad esercitare sulle risorse fondiarie. Esistono inoltre ostacoli che rendono difficile l'uso efficiente del parco abitativo esistente. Nel mercato della locazione, gli affitti inferiori ai prezzi di mercato hanno l'effetto di vincolare la clientela o di generare disparità tra chi è già inserito nel mercato locativo e chi non lo è. Nel mercato delle abitazioni di proprietà, le imposte sulle plusvalenze riducono la mobilità dei proprietari. Le autorità svedesi continuano ad attuare gradualmente il piano in 22 punti volto a stimolare la costruzione di alloggi e migliorare l'efficienza del mercato immobiliare. Non sono state tuttavia adottate misure politiche significative per introdurre una maggiore flessibilità nella determinazione dei prezzi degli affitti o per modificare l'assetto dell'imposta sulle plusvalenze.

(9)

Un'economia avanzata necessita di lavoratori altamente qualificati; in settori quali l'edilizia, l'istruzione, la sanità, le scienze, l'ingegneria e le tecnologie dell'informazione e della comunicazione stanno emergendo fenomeni di carenza di manodopera. In tale contesto, vi sono ancora problemi irrisolti, ad esempio l'integrazione nel mercato del lavoro delle persone provenienti da un contesto migratorio, in particolare le donne. Il tasso di occupazione delle donne nate al di fuori dell'UE è notevolmente inferiore rispetto al tasso relativo alla popolazione generale. Il divario in termini di risultati scolastici tra gli alunni provenienti da contesti socioeconomici diversi si sta allargando. L'integrazione dei nuovi alunni migranti nel sistema scolastico necessita di un attento monitoraggio, così come la crescente penuria di insegnanti.

(10)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Svezia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di convergenza 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Svezia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Svezia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(11)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza 2018 ed è del parere (5) che la Svezia rispetterà il patto di stabilità e crescita.

(12)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di convergenza 2018. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Svezia adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Affrontare i rischi associati all'elevato indebitamento delle famiglie, riducendo gradualmente la deducibilità fiscale dei pagamenti degli interessi dei mutui ipotecari o aumentando le imposte patrimoniali ricorrenti. Stimolare l'edilizia abitativa nelle aree in cui è più pressante ovviare alla penuria di alloggi, in particolare eliminando gli ostacoli alla costruzione, e migliorare l'efficienza del mercato immobiliare, anche introducendo una maggiore flessibilità nella determinazione dei prezzi degli affitti e modificando l'assetto dell'imposta sulle plusvalenze.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


10.9.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 320/119


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 13 luglio 2018

sul programma nazionale di riforma 2018 del Regno Unito e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2018 del Regno Unito

(2018/C 320/27)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 22 novembre 2017 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2018. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 22 marzo 2018 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 22 novembre 2017 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui il Regno Unito non è stato annoverato tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 7 marzo 2018 è stata pubblicata la relazione per paese relativa al Regno Unito 2018, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal Regno Unito nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio l'11 luglio 2017 (3), il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 29 marzo 2017 il Regno Unito ha notificato al Consiglio europeo l'intenzione di uscire dall'Unione. Salvo che un accordo di recesso ratificato preveda una data diversa o che, a norma dell'articolo 50, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea, il Consiglio europeo all'unanimità decida, d'intesa con il Regno Unito, di posporre la cessazione dell'applicazione dei trattati, la totalità del diritto primario e derivato dell'Unione cesserà di applicarsi al Regno Unito il 30 marzo 2019 alle ore 00.00 (ora dell'Europa centrale). A partire da quel momento il Regno Unito sarà un paese terzo. Sono in corso negoziati finalizzati ad un recesso ordinato, anche in termini di un periodo transitorio sino alla fine del 2020, nel quale il diritto dell'Unione continui ad applicarsi nei confronti del Regno Unito e al suo interno.

(4)

Il 30 aprile 2018 il Regno Unito ha presentato il programma nazionale di riforma 2018 e il programma di convergenza 2018. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente, onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei («fondi SIE») per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.

(6)

Il Regno Unito è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetto alla regola transitoria del debito. Nel programma di convergenza 2017-2018 il governo prevede un calo del disavanzo nominale, che passerebbe dal 2,2 % del PIL nel 2017-2018 all'1,8 % del PIL nel 2018-2019 e quindi all'1,7 % del PIL nel 2019-2020. Il programma di convergenza non comprende un obiettivo di bilancio a medio termine. Secondo il programma di convergenza, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe stabilizzarsi in linea di massima attorno all'85,5 % dal 2017-2018 al 2019-2020, per poi scendere all'84,8 % del PIL nel 2021-2022. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Benché le misure necessarie per sostenere gli obiettivi previsti in termini di disavanzo siano complessivamente ben specificate, le sempre maggiori pressioni che in vari settori gravano sulla spesa pubblica comportano un rischio per il conseguimento della riduzione del disavanzo programmata.

(7)

L'11 luglio 2017 il Consiglio ha raccomandato al Regno Unito di assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta (5) non superi l'1,8 % nel 2018-2019, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL. Il Consiglio ha altresì dichiarato che occorre tener presente l'obiettivo di conseguire una situazione di bilancio che contribuisca sia a rafforzare la ripresa in corso sia ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche del Regno Unito. Stando alle previsioni di primavera 2018 della Commissione, nel 2018-2019 vi è il rischio di una qualche deviazione dai requisiti del braccio preventivo.

(8)

Per il 2019-2020, in considerazione del rapporto debito pubblico/PIL del paese al di sopra del 60 % del PIL e del previsto divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale dello 0,4 %, in linea con l'aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL imposto dalla matrice comune di aggiustamento concordata nell'ambito del patto di stabilità e crescita, il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non dovrebbe essere superiore all'1,6 % del PIL. A politiche invariate, si prevede che il Regno Unito rispetterà il requisito nel 2019-2020. In considerazione dello scostamento annuale consentito dello 0,25 %, ad una prima analisi si prevede che il Regno Unito rispetterà la regola transitoria del debito nel 2018-2019 e nel 2019-2020. Nel complesso, il Consiglio è del parere che a partire dal 2018-2019 il Regno Unito debba essere pronto ad adottare ulteriori provvedimenti per conformarsi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(9)

L'offerta netta di abitazioni su base annua continua ad aumentare sullo sfondo delle varie iniziative avviate dal governo per stimolare il mercato immobiliare e di una ripresa ciclica. L'offerta resta tuttavia molto al di sotto della domanda stimata e la disponibilità di un numero sufficiente di alloggi continua a rappresentare una sfida impegnativa per il Regno Unito. Questo stato di cose è collegato all'alto grado di rigore e complessità della regolamentazione del mercato fondiario. La penuria di abitazioni e il loro costo elevato costituiscono un problema particolarmente acuto nelle zone in cui la domanda è forte ed in crescita, come nei centri urbani e aree contigue. Consapevole del problema, il governo si è dato obiettivi ambiziosi di aumento dell'offerta nei prossimi anni. Nel contempo ha ribadito l'impegno di limitare lo sviluppo attorno ai centri urbani. Il numero di abitazioni di proprietà è diminuito sensibilmente fra i giovani, alimentando le disparità tra le generazioni.

(10)

La produttività del lavoro è bassa e immobile. Grandi comparti dell'economia hanno risultati relativamente modesti nei principali fattori di stimolo della produttività: competenze, investimenti e efficienza dei processi. Anche la capacità delle reti di trasporto stradale, ferroviario e aereo del Regno Unito subisce pressioni forti e in aumento.

(11)

Sebbene i dati principali del mercato del lavoro restino positivi nella maggior parte dei parametri, la qualità dell'occupazione è preoccupante sotto alcuni aspetti. Si tratta di problemi che riguardano lo sviluppo delle competenze, talune forme di lavoro atipiche, la retribuzione, la produttività, la partecipazione al mercato del lavoro e la povertà in età lavorativa. Su tutti questi aspetti gli annunci e sviluppi politici sono stati notevoli. È essenziale garantire la coerenza nelle relative politiche. Per quanto riguarda le competenze, finora l'azione si è concentrata sugli apprendistati e sulle riforme dell'istruzione tecnica. Insistere nei due casi sull'aspetto qualitativo potrebbe generare un effetto moltiplicatore duraturo sia sulla società sia sull'economia. Poiché il Regno Unito è tra gli Stati membri che soddisfano già oltre due terzi delle bozze di criteri del quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità, risulta fattibile definire e monitorare obiettivi di qualità, ad esempio attraverso la tracciatura dei percorsi di carriera dopo la laurea. Occorre destinare alle possibilità di apprendimento permanente, soprattutto per le persone bloccate al livello occupazionale d'ingresso, risorse paragonabili a quelle stanziate per gli apprendistati e per i nuovi «T Levels» a favore dei giovani in abbandono scolastico.

(12)

In futuro occorrerà prestare attenzione anche ai temi della protezione e inclusione sociali. Sono in via di attuazione riforme dell'assistenza all'infanzia, ma potrà risultare necessario aumentare l'offerta, soprattutto per i bambini fino a tre anni. Non si sono ancora dispiegati tutti gli effetti di alcune riforme del sistema previdenziale e dei relativi tagli, specie per quanto riguarda le famiglie inserite nel mondo del lavoro.

(13)

Nell'ambito del semestre europeo 2018, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica del Regno Unito, che ha pubblicato nella relazione per paese 2018. Ha altresì valutato il programma di convergenza 2018, il programma nazionale di riforma 2018 e il seguito dato alle raccomandazioni rivolte al Regno Unito negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica del Regno Unito, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell'Unione alle future decisioni nazionali.

(14)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza 2018 e il suo parere (6) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che il Regno Unito adotti provvedimenti nel 2018 e nel 2019 al fine di:

1.

Assicurare che il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi l'1,6 % nel 2019-2020, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL.

2.

Aumentare l'offerta di abitazioni, soprattutto nelle zone più richieste, anche tramite ulteriori riforme del sistema delle licenze edilizie.

3.

Soddisfare le esigenze di competenze e di progressione fissando obiettivi in termini di qualità ed efficacia degli apprendistati e investendo maggiormente nel miglioramento delle competenze delle persone già inserite nel mondo del lavoro.

Fatto a Bruxelles, il 13 luglio 2018

Per il Consiglio

Il presidente

H. LÖGER


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 261 del 9.8.2017, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  La spesa pubblica primaria netta si compone della spesa pubblica totale al netto della spesa per interessi, della spesa relativa a programmi dell'Unione interamente coperta da entrate provenienti da fondi dell'Unione e delle modifiche non discrezionali nella spesa per le indennità di disoccupazione. La formazione lorda di capitale fisso finanziata a livello nazionale è spalmata su un periodo di quattro anni. Rientrano nel calcolo le misure discrezionali in materia di entrate o gli aumenti delle entrate obbligatori per legge, mentre sono escluse le misure una tantum sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda la spesa.

(6)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.