ISSN 1977-0944

Gazzetta ufficiale

dell'Unione europea

C 299

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Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

59° anno
18 agosto 2016


Numero d'informazione

Sommario

pagina

 

I   Risoluzioni, raccomandazioni e pareri

 

RACCOMANDAZIONI

 

Consiglio

2016/C 299/01

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Italia

1

2016/C 299/02

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Spagna e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Spagna

7

2016/C 299/03

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 del Regno Unito e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 del Regno Unito

12

2016/C 299/04

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Polonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Polonia

15

2016/C 299/05

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Germania e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Germania

19

2016/C 299/06

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Repubblica ceca e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Repubblica ceca

23

2016/C 299/07

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 di Cipro e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 di Cipro

27

2016/C 299/08

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Bulgaria e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Bulgaria

32

2016/C 299/09

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 del Belgio e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 del Belgio

36

2016/C 299/10

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 dei Paesi Bassi e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dei Paesi Bassi

41

2016/C 299/11

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Estonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Estonia

45

2016/C 299/12

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Ungheria e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 dell'Ungheria

49

2016/C 299/13

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Svezia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Svezia

53

2016/C 299/14

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Austria e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Austria

57

2016/C 299/15

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Slovacchia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Slovacchia

61

2016/C 299/16

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Irlanda e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Irlanda

65

2016/C 299/17

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Lituania e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Lituania

69

2016/C 299/18

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Romania e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Romania

73

2016/C 299/19

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Finlandia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Finlandia

79

2016/C 299/20

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Lettonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Lettonia

83

2016/C 299/21

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Danimarca e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Danimarca

87

2016/C 299/22

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Slovenia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Slovenia

90

2016/C 299/23

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Croazia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Croazia

96

2016/C 299/24

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 del Lussemburgo e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 del Lussemburgo

101

2016/C 299/25

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 di Malta e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 di Malta

105

2016/C 299/26

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 del Portogallo e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 del Portogallo

109

2016/C 299/27

Raccomandazione del Consiglio, del 12 luglio 2016, sul programma nazionale di riforma 2016 della Francia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Francia

114


IT

 


I Risoluzioni, raccomandazioni e pareri

RACCOMANDAZIONI

Consiglio

18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/1


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Italia

(2016/C 299/01)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui l'Italia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, l'Italia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa all'Italia 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dall'Italia sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che l'Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare, la crescita modesta della produttività ostacola il recupero di competitività e complica la riduzione dell'elevato rapporto debito pubblico/PIL. Risulta particolarmente importante agire per ridurre il rischio di ripercussioni negative sull'economia italiana e, considerate le sue dimensioni, di ricadute negative sull'Unione economica e monetaria.

(3)

Il 28 aprile 2016 l'Italia ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

L'Italia è sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito transitoria nel periodo 2013-2015 e alla regola del debito a partire dal 2016. Il programma di stabilità prevede che il rapporto debito pubblico/PIL raggiunga un picco nel 2015, attestandosi al 132,7 % per poi diminuire gradualmente fino al 123,8 % nel 2019. Secondo le previsioni di primavera 2016 della Commissione, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe stabilizzarsi nel 2016, per poi cominciare a scendere leggermente solo nel 2017. Per l'Italia è fondamentale attuare il vasto programma di privatizzazioni presentato dalle autorità italiane, dato il suo previsto contributo allo sforzo di riduzione del debito. Mentre nel 2015 il processo di privatizzazione è stato attuato secondo i piani, l'obiettivo di ricavarne proventi pari allo 0,5 % l'anno nel periodo 2016-2018 e allo 0,3 % nel 2019 pare molto ambizioso, in considerazione fra l'altro dei ritardi subiti da alcuni piani di privatizzazione. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è plausibile.

(6)

Il 18 maggio 2016 la Commissione ha pubblicato una relazione a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, TFUE, perché nel 2015 l'Italia non ha compiuto progressi sufficienti verso l'osservanza della regola del debito. Tenuto conto di tutti i fattori pertinenti, l'analisi giungeva alla conclusione che il criterio del debito doveva essere considerato soddisfatto. La Commissione riesaminerà tale valutazione in un'altra relazione a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, TFUE alla luce delle sue previsioni di autunno 2016, una volta che disporrà di ulteriori informazioni sulla ripresa del percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine per il 2017.

(7)

A primavera 2015 all'Italia è stata concessa una deviazione temporanea pari a 0,4 punti percentuali di PIL dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine richiesto nel 2016, per tenere conto di significative riforme strutturali con ricadute positive sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. Nel documento programmatico di bilancio 2016 l'Italia ha chiesto un'ulteriore deviazione pari a 0,1 punti percentuali di PIL dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine richiesto nel 2016, per tenere conto di altre riforme strutturali con ricadute positive sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. I dettagli alla base di tutte queste riforme sono stati esposti nel programma nazionale di riforma 2016 dell'Italia, il quale conferma ampiamente il previsto programma di riforma. Gli ambiti della riforma che il programma presenta come aventi un impatto sulla sostenibilità delle finanze pubbliche comprendono: i) la pubblica amministrazione e la semplificazione; ii) i mercati dei prodotti e dei servizi; iii) il mercato del lavoro; iv) la giustizia civile; v) l'istruzione; vi) lo spostamento del carico fiscale; vii) provvedimenti per ridimensionare lo stock dei crediti deteriorati e riformare le procedure d'insolvenza; viii) la revisione della spesa pubblica come misura di finanziamento. Secondo le stime delle autorità, che appaiono plausibili, l'impatto di tutte queste riforme sul PIL reale è pari a 2,2 punti percentuali entro il 2020. Se attuate integralmente e tempestivamente, queste riforme avranno effetti positivi sulla sostenibilità delle finanze pubbliche. Si può attualmente ritenere che l'Italia possa beneficiare nel 2016 dell'integralità della deviazione temporanea richiesta, pari a 0,5 punti percentuali di PIL, a condizione che dia adeguata attuazione alle riforme concordate, aspetto che sarà monitorato nell'ambito del semestre europeo e subordinato alle condizioni esposte nel considerando 10.

(8)

Nel documento programmatico di bilancio 2016 l'Italia ha chiesto un'ulteriore deviazione pari a 0,3 punti percentuali di PIL dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine richiesto nel 2016, per tenere conto della spesa nazionale per gli investimenti in progetti cofinanziati dall'UE. Le informazioni riportate nel programma di stabilità 2016 paiono confermare che in Italia la deviazione dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 è effettivamente usata per aumentare gli investimenti, ma persistono dubbi sulla fattibilità di realizzare nel 2016 investimenti cofinanziati per l'integralità dell'importo previsto. Si può attualmente ritenere che l'Italia possa beneficiare nel 2016 di una deviazione temporanea pari a 0,25 punti percentuali di PIL, a condizione che realizzi adeguatamente gli investimenti previsti e subordinatamente alle condizioni esposte nel considerando 10. La Commissione effettuerà una valutazione ex post per verificare quale sia l'importo effettivo della spesa nazionale per progetti di investimento cofinanziati e quale sia la tolleranza cui l'Italia è a tal fine ammissibile nell'ambito della cosiddetta «clausola sugli investimenti».

(9)

Il programma di stabilità 2016 qualifica come notevoli le ripercussioni sul bilancio dell'afflusso eccezionale di rifugiati e delle misure di sicurezza eccezionali, che dovrebbero essere considerati un evento inconsueto al di fuori del controllo del governo ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 1, e dell'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97. A parere della Commissione, l'effetto aggiuntivo sul bilancio è in linea con le stime indicate nel programma di stabilità ed è quantificabile in 0,03 % del PIL nel 2015 e in 0,04 % del PIL nel 2016 per la spesa connessa ai rifugiati e in 0,06 % del PIL nel 2016 per le misure di sicurezza. L'Italia ha chiesto al riguardo una deviazione temporanea dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine. Le disposizioni di cui all'articolo 5, paragrafo 1, e all'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97 tengono conto di tali spese supplementari, in quanto l'afflusso dei rifugiati e la gravità della minaccia terroristica sono eventi eccezionali, le loro ripercussioni sulle finanze pubbliche italiane sono rilevanti e la sostenibilità non risulterebbe compromessa consentendo una deviazione temporanea dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine. L'avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine richiesto per il 2015 è stato pertanto ridotto per tener conto dei costi supplementari legati ai rifugiati. Per quanto riguarda il 2016, la valutazione finale, anche per gli importi ammissibili, sarà effettuata nella primavera del 2017 sulla base dei rilevamenti di dati forniti dalle autorità italiane.

(10)

Nel parere sul documento programmatico di bilancio 2016 dell'Italia, la Commissione ha annunciato che, nel contesto della «valutazione globale» di una possibile deviazione dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine, avrebbe tenuto conto dell'eventuale ammissibilità dell'Italia a godere della flessibilità consentita dal patto di stabilità e crescita, considerando in particolare se la deviazione dal percorso di avvicinamento sia effettivamente usata per aumentare gli investimenti, se vi siano piani credibili per la ripresa del percorso di avvicinamento all'obiettivo a medio termine e se siano compiuti progressi nel programma di riforme strutturali, tenuto conto delle raccomandazioni del Consiglio. In considerazione dei progressi compiuti nel programma di riforme strutturali, degli investimenti programmati e dell'impegno del governo ad assicurare il rispetto del percorso di avvicinamento all'obiettivo a medio termine nel 2017, che la Commissione valuterà nuovamente in autunno, la Commissione valuta che l'Italia sia ammissibile a un'ulteriore tolleranza di 0,35 punti percentuali di PIL per il 2016.

(11)

Stando alle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il previsto peggioramento strutturale del – 0,7 % del PIL nel 2016 indica il rischio che, anche tenuto conto della deviazione consentita per gli investimenti e l'attuazione delle riforme strutturali, l'Italia si discosti dagli obblighi che le impone il braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. A politiche invariate, per il 2017 le previsioni della Commissione indicano uno sforzo strutturale pari a zero nell'anno, con conseguente rischio di deviazione significativa dall'aggiustamento strutturale dello 0,6 % del PIL richiesto. Si prevede che l'Italia non si conformerà alla regola del debito nel 2016 e nel 2017.

(12)

Nel complesso, in base alla valutazione del programma di stabilità 2016 e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio è del parere che l'Italia rischi di non ottemperare alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. La Commissione valuterà nuovamente se l'Italia ottemperi al percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine richiesto alla luce delle proprie previsioni di autunno 2016, una volta che disporrà di ulteriori informazioni sulla ripresa in Italia del percorso di avvicinamento all'obiettivo a medio termine per il 2017, compreso il documento programmatico di bilancio 2017.

(13)

Nonostante siano in corso iniziative per riformare il quadro di bilancio, finora sono stati realizzati interventi solo limitati per assicurare che l'esercizio di revisione della spesa pubblica contribuisca al risanamento di bilancio. In particolare sono stati ridimensionati ulteriormente gli obiettivi della revisione della spesa pubblica, mentre l'efficacia complessiva dell'esercizio risente del fatto che la revisione non sia integrata completamente nel processo di bilancio. Si prevede che questa lacuna sia colmata dal completamento della riforma generale del processo di bilancio avviata fin dal 2009, che dovrebbe scaturire in un maggiore orientamento del processo di bilancio verso le prestazioni. Per migliorare la sostenibilità del debito pubblico è altresì importante accelerare l'attuazione del programma di privatizzazioni. Il sistema tributario italiano rappresenta un ostacolo per l'efficienza economica e deve tuttora fronteggiare varie sfide, collegate al livello molto basso di rispetto dell'obbligo tributario e agli annosi problemi della revisione delle agevolazioni fiscali, in particolare per le aliquote ridotte dell'imposta sul valore aggiunto, e dell'aggiornamento dei valori catastali. Tutti questi aspetti della legge delega di riforma fiscale non sono stati attuati affatto o lo sono stati solo in parte. Sviluppi recenti, ad esempio l'abolizione dell'imposta patrimoniale sulla prima casa, paiono inoltre incoerenti con l'obiettivo di allargare la base imponibile e di trasferire il carico fiscale dai fattori produttivi al patrimonio e al consumo.

(14)

La riforma della pubblica amministrazione è un passo importante che, se saranno adottati e attuati i necessari decreti legislativi, permetterà all'Italia di cogliere i benefici attesi in termini di maggiore efficienza e migliore qualità nel settore pubblico. Di particolare importanza per risolvere la cause profonde delle inefficienze sono i decreti legislativi sulle imprese di Stato e sui servizi pubblici locali, proposti dal governo a gennaio 2016, e l'imminente decreto sul pubblico impiego. Nonostante i provvedimenti adottati di recente per intensificare la lotta contro la corruzione, che prevedono tra l'altro l'inasprimento delle sanzioni e l'estensione dei termini di prescrizione per determinati reati di corruzione, manca ancora quella revisione sistematica dell'istituto della prescrizione raccomandata da tempo. Altro problema rilevante è la frode contabile. Quanto al sistema giudiziario, restano da superare le grandi sfide della durata dei procedimenti e dell'elevato numero di cause pendenti nella giustizia civile e commerciale. Un monitoraggio attento degli effetti dei provvedimenti adottati negli ultimi anni per risolvere questi problemi permetterà di valutare meglio se occorra integrarli con altri interventi.

(15)

Sono stati compiuti progressi nel miglioramento della qualità degli attivi nel settore bancario. Nonostante l'incremento dei crediti deteriorati sia rallentato negli ultimi mesi, lo stock complessivo di tali crediti resta molto consistente e continua a esercitare pressione sulla redditività e sulle risorse delle banche. A questo si aggiunge il fatto che in Italia la disciplina dell'insolvenza e del recupero crediti non aiuta un riassorbimento sufficientemente rapido dei crediti deteriorati. A partire da metà 2015 sono state adottate varie leggi per semplificare e accelerare le procedure di insolvenza e di pignoramento ed è stato proposto un progetto di legge delega volto a una riforma organica della disciplina del fallimento, ma gli effetti di queste riforme sulla durata delle procedure e sui valori dei recuperi non sono ancora evidenti. Da inizio 2015 l'Italia ha adottato vari provvedimenti per colmare le lacune riscontrate nel governo societario delle banche italiane, soprattutto per quanto riguarda le grandi banche popolari, le banche aventi come azionisti fondazioni bancarie e le piccole banche di credito cooperativo. L'attuazione integrale di queste riforme contribuirebbe a migliorare la resilienza del settore e a allocare con maggiore efficienza il credito all'economia reale. La scarsa efficienza in termini di costi che caratterizza il settore bancario rappresenta un ostacolo per la redditività e la generazione di capitale interno, problema acuito dal contesto di bassa crescita e bassi tassi di interesse. Il nuovo quadro UE sulla risoluzione delle banche (5) ha modificato il profilo di rischio delle obbligazioni bancarie e il fatto che queste siano detenute in alta percentuale dalla clientela al dettaglio italiana evidenzia l'importanza di un'alfabetizzazione finanziaria generalizzata.

(16)

Nel 2015 l'Italia ha riformato in profondità le regole e le istituzioni del mercato del lavoro con il cosiddetto «Jobs Act». Per attivare le persone più distanti dal mercato del lavoro, in particolare disoccupati di lunga durata e giovani, è fondamentale attuare la riforma delle politiche attive del mercato del lavoro. Attualmente l'Italia si trova di fronte a una serie di sfide amministrative, politiche e collegate alle risorse, per superare le quali dovrà, in particolare, potenziare i servizi pubblici per l'impiego e monitorare attentamente l'erogazione del servizio. È stato riformato il sistema dei contratti di apprendistato per estenderlo anche agli adulti collocati in esubero e per ampliare le opportunità per i giovani, ma l'attuazione è ancora in corso. In Italia la contrattazione di secondo livello non è ancora sviluppata a sufficienza: risulta quindi ostacolata l'adozione a livello di impresa di soluzioni innovative in grado di aumentare la produttività e di rapportare meglio la retribuzione alla situazione del mercato del lavoro. In questo settore gli interventi devono essere effettuati in consultazione con le parti sociali e nel rispetto delle prassi nazionali. Le parti sociali non hanno ancora trovato un accordo sulla riforma della contrattazione collettiva. Secondo il programma nazionale di riforma, tale riforma è attesa entro fine 2016. Il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro è fra i più bassi dell'UE. La presenza femminile è preponderante nei lavori atipici e precari; le donne costituiscono la maggioranza dei lavoratori atipici e rischiano di essere particolarmente interessate dall'economia informale. L'effetto combinato del sistema tributario e del sistema assistenziale scoraggia dal lavorare le persone che costituirebbero la seconda fonte di reddito, problema che la nuova legge sul lavoro (Jobs Act) non affronta efficacemente. Anche la penuria di servizi di assistenza alla persona a prezzi accessibili ostacola la partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne che si prendono cura di figli o parenti anziani. I livelli di povertà sono elevati (oltre un quarto degli italiani è a rischio di povertà o di esclusione sociale) e la prestazione di assistenza sociale resta carente e frammentaria. L'adozione e l'attuazione della strategia nazionale di lotta contro la povertà e una razionalizzazione della spesa sociale potrebbero segnare i primi passi verso la progressiva introduzione di un adeguato sistema di assistenza sociale basato sul principio dell'inclusione attiva, a livello nazionale e senza produrre effetti sostanziali sul bilancio. Per quanto riguarda la riforma dell'istruzione i progressi sono stati considerevoli: la riforma della scuola è stata adottata a luglio 2015, mentre i decreti attuativi dovranno essere adottati entro gennaio 2017.

(17)

I progressi nella promozione della concorrenza nel settore dei servizi sono stati limitati. Al momento la legge annuale sulla concorrenza 2015 è ancora in discussione in Parlamento. Nel corso dell'iter parlamentare varie disposizioni sono state attenuate, ad esempio riguardo alle professioni legali. Vari settori godono ancora di eccessivo protezionismo o sono ancora soggetti a una disciplina eccessivamente minuziosa, in particolare le professioni regolamentate, la sanità, il trasporto pubblico locale e i taxi, i porti e gli aeroporti. Il commercio al dettaglio si scontra con una serie di inefficienze derivanti dalla rigidità della regolamentazione del mercato. Il sistema di aggiudicazione pubblica delle concessioni demaniali per la condotta di attività economiche non promuove la concorrenza, in particolare perché l'assegnazione delle licenze non scaturisce da procedure competitive e trasparenti. Le misure di apertura dei mercati devono essere sostenute da un contesto favorevole all'attività imprenditoriale. Sulla semplificazione sono stati compiuti progressi nel quadro dell'Agenda per la semplificazione 2015-2017, grazie a cui la cooperazione fra amministrazione centrale ed enti locali è ora più agevole e snella. Tuttavia, in Italia il contesto imprenditoriale resta insufficientemente orientato alla crescita e agli investimenti e risente della frammentarietà e stratificazione di leggi e regolamenti emanati da diversi livelli amministrativi. Gli operatori economici restano oppressi da oneri amministrativi e regolamentari. Ai punti di forza relativi alla creazione di impresa o alla risoluzione in caso di insolvenza fanno da contraltare le debolezze in materia di licenze edilizie, esecuzione dei contratti, pagamento delle imposte o ottenimento di credito. Anche l'attuazione della strategia nazionale sugli appalti pubblici adottata a inizio 2016 potrebbe concorrere a colmare alcune carenze sistemiche e diffuse.

(18)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dell'Italia che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte all'Italia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dell'Italia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 5.

(19)

Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (6) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(20)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 5,

RACCOMANDA che l'Italia adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

limitare nel 2016 la deviazione temporanea dall'aggiustamento dello 0,5 % del PIL richiesto verso l'obiettivo di bilancio a medio termine all'importo pari allo 0,75 % del PIL concesso per gli investimenti e l'attuazione delle riforme strutturali, a condizione di riprendere il percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2017; conseguire un aggiustamento annuo di bilancio verso l'obiettivo di bilancio a medio termine pari allo 0,6 % del PIL o più nel 2017; completare la riforma del processo di bilancio nel corso del 2016 e assicurare che la revisione della spesa ne costituisca parte integrante; assicurare l'attuazione puntuale del programma di privatizzazioni e usare le conseguenti entrate straordinarie per accelerare la riduzione del debito pubblico; trasferire il carico fiscale dai fattori di produzione al consumo e al patrimonio; ridurre numero e portata delle agevolazioni fiscali e completare la riforma del catasto entro il primo semestre 2017; attuare provvedimenti per migliorare il rispetto dell'obbligo tributario, anche mediante sistemi elettronici di fatturazione e pagamento;

2.

attuare la riforma della pubblica amministrazione adottando e applicando tutti i decreti legislativi necessari, in particolare in materia di riforma delle imprese di proprietà pubblica, servizi pubblici locali e gestione delle risorse umane; potenziare la lotta contro la corruzione, anche riformando l'istituto della prescrizione entro fine 2016; ridurre la durata dei procedimenti civili dando attuazione alle riforme e assicurando una gestione efficiente delle cause;

3.

accelerare il ridimensionamento dello stock dei crediti deteriorati, anche migliorando ulteriormente la disciplina dell'insolvenza e del recupero crediti; completare rapidamente l'attuazione delle riforme in corso in materia di governo societario nel settore bancario;

4.

attuare la riforma delle politiche attive del mercato del lavoro, in particolare rafforzando l'efficienza dei servizi per l'impiego; incentivare al lavoro le persone che costituirebbero la seconda fonte di reddito; adottare e attuare la strategia nazionale di lotta contro la povertà e rivedere e razionalizzare la spesa sociale;

5.

adottare e attuare rapidamente la legge sulla concorrenza rimasta in sospeso; intervenire ulteriormente per aumentare la concorrenza nelle professioni regolamentate, nei trasporti, nella sanità, nel commercio al dettaglio e nell'aggiudicazione delle concessioni.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  Direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento e che modifica la direttiva 82/891/CEE del Consiglio, e le direttive 2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE, 2012/30/UE e 2013/36/UE e i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 648/2012, del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 173 del 12.6.2014, pag. 190).

(6)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/7


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Spagna e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Spagna

(2016/C 299/02)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Spagna è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha anche adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Spagna dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Spagna 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Spagna presenta squilibri macroeconomici. In particolare, l'elevato debito estero e interno, sia pubblico che privato, continua a generare vulnerabilità in un contesto di elevata disoccupazione. È importante intervenire per ridurre il rischio di ripercussioni negative sull'economia spagnola e, considerate le sue dimensioni, di ricadute negative sull'Unione economica e monetaria. Nonostante il miglioramento del saldo delle partite correnti, non si prevede che le passività nette verso l'estero raggiungano rapidamente livelli prudenti. La riduzione dell'indebitamento del settore privato è in corso ed è aiutata in parte da condizioni di crescita favorevoli, ma le esigenze di riduzione dell'indebitamento sono elevate e il debito pubblico resta alto. Nonostante le misure adottate riguardo al settore finanziario e al quadro in materia di insolvenza per le imprese e le persone fisiche, sono necessari ulteriori interventi per quanto riguarda l'innovazione e le competenze e il rispetto del patto di stabilità e crescita.

(3)

Il 29 aprile 2016 la Spagna ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il 30 aprile 2016 il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

[La Spagna è attualmente soggetta al braccio correttivo del patto di stabilità e crescita. Nel suo programma di stabilità 2016, la Spagna prevede di raggiungere gli obiettivi di disavanzo nominale del 3,6 % del PIL nel 2016 e del 2,9 % del PIL nel 2017. Il disavanzo eccessivo sarebbe quindi corretto con un anno di ritardo rispetto a quanto raccomandato attualmente dal Consiglio, poiché gli obiettivi relativi allo sforzo di bilancio e al saldo nominale non sono stati conseguiti nel 2014 e nel 2015. Questi obiettivi presuppongono che siano integralmente realizzati i risparmi permanenti a livello di amministrazione centrale e regionale pari allo 0,4 % del PIL, annunciati in risposta alla raccomandazione autonoma della Commissione del 9 marzo 2016. Il disavanzo dovrebbe poi continuare a ridursi, scendendo all'1,6 % del PIL nel 2019. Tuttavia, non si prevede di raggiungere l'obiettivo a medio termine di una posizione di bilancio in pareggio in termini strutturali nel periodo coperto dal programma di stabilità. In particolare, il saldo strutturale ricalcolato dovrebbe migliorare in misura solo marginale nel 2016 e nel 2017 (circa il — 2

Formula

 % del PIL) e ridursi lentamente per arrivare al — 2

Formula

 % del PIL nel 2019. Il rapporto debito pubblico/PIL è sceso solo marginalmente nel 2015 arrivando al 99,2 % e dovrebbe scendere lievemente nel 2016 e nel 2017 e in modo più deciso nei due anni successivi, arrivando al 96 % del PIL nel 2019, con il saldo primario che passa in avanzo. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile per il 2016 e 2017 e abbastanza ottimistico per gli anni successivi ed è stato approvato dall'autorità indipendente spagnola competente per il bilancio (Autoridad Independiente de Responsabilidad Fiscal — AIReF) Le previsioni della primavera 2016 della Commissione prospettano un disavanzo pari al 3,9 % del PIL nel 2016 e al 3,1 % del PIL nel 2017, al di sopra quindi degli obiettivi di disavanzo nominale fissati nel programma di stabilità. La Spagna non dovrebbe quindi riuscire a correggere il disavanzo eccessivo entro il 2016, come raccomandato dal Consiglio. I rischi relativi agli obiettivi di disavanzo del programma sono legati principalmente alle incertezze circa la messa in atto dei risparmi derivanti dalle misure di marzo/aprile 2016. Poiché si prevede un leggero aumento del disavanzo strutturale in entrambi gli anni, lo sforzo di bilancio non è in linea con quando previsto dal patto di stabilità e crescita. Sulla base della valutazione del programma di stabilità e tenendo conto delle previsioni della primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che la Spagna rischia di non ottemperare alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. Sono necessarie pertanto ulteriori misure per assicurare la conformità nel 2016 e nel 2017.

(6)

Conformemente all'articolo 10, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio (5), la Commissione controllerà regolarmente l'attuazione delle misure adottate dalla Spagna in ottemperanza all'ultima raccomandazione formulata dal Consiglio ai sensi dell'articolo 126, paragrafo 7, del TFUE: pertanto la Commissione raccomanderà al Consiglio i provvedimenti adeguati da adottare nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi.

(7)

Dal 2012 la Spagna sta rafforzando il proprio quadro di bilancio, tra l'altro per prevenire scostamenti e fare in modo che tutti i livelli di governo rispettino i propri obiettivi in materia di disavanzo, debito e spesa. Inoltre, a metà 2015 è stata adottata a livello regionale una regola (da applicare su base volontaria e resa obbligatoria per la maggior parte delle regioni nel 2016) per limitare l'aumento della spesa sanitaria e farmaceutica e a novembre 2015 il governo e l'industria farmaceutica hanno siglato un accordo per favorire la razionalizzazione della spesa per prodotti farmaceutici. Ciononostante nel 2015 la maggioranza delle regioni e il settore della sicurezza sociale si sono discostati ampiamente dai loro obiettivi di bilancio nazionali. Le norme in materia di spesa previste dalla legge di stabilità non sono state rispettate dai sottosettori delle amministrazioni centrali, regionali e locali e si è registrato un ulteriore aumento della spesa per i prodotti farmaceutici, in particolare negli ospedali, anche escludendo l'incidenza delle nuove terapie contro l'epatite C.

(8)

Nel settore degli appalti pubblici, la Spagna ottiene buoni risultati per quanto riguarda la qualità della legislazione e l'accessibilità delle procedure di ricorso. Sono stati compiuti sforzi per razionalizzare l'aggiudicazione degli appalti pubblici, in particolare attraverso meccanismi di aggiudicazione congiunta. Esistono tuttavia differenze tra le amministrazioni nell'attuazione delle norme in materia di appalti pubblici, la cui corretta applicazione è ostacolata da meccanismi di controllo insufficienti. Il numero di presunte violazioni della normativa UE in materia di appalti pubblici comunicate alla Commissione negli ultimi anni è relativamente alto. Inoltre, la Corte dei conti spagnola ha evidenziato alcune carenze, come l'uso frequente della procedura negoziata senza pubblicazione, la modifica ripetuta dei contratti, la parcellizzazione degli appalti e l'insufficiente precisione e chiarezza di alcuni documenti di gara e delle decisioni amministrative.

(9)

La Spagna ha compiuto notevoli progressi nella ristrutturazione del settore finanziario. È stata messa in atto la legge sulle casse di risparmio volta a rafforzarne la governance e a ridurre le quote di controllo detenute dalle fondazioni bancarie. L'attuazione di piani per la ristrutturazione di banche sovvenzionate dallo Stato è ben avviata. La Banca di Spagna ha modificato l'attuale disciplina contabile per gli enti creditizi e ha adottato un nuovo quadro per la società di gestione patrimoniale spagnola SAREB, grazie al quale quest'ultima potrà gestire correttamente la riduzione di valore del capitale e allineare le proprie politiche di riduzione dell'indebitamento a ipotesi di mercato credibili.

(10)

Le riforme del mercato del lavoro realizzate negli ultimi anni hanno reso l'occupazione più reattiva alla crescita, con la ripresa della creazione di posti di lavoro grazie a una maggiore flessibilità e al persistere della moderazione salariale. I contratti collettivi hanno seguito questa tendenza, anche sulla scia dell'accordo interprofessionale siglato a giugno 2015. La recente crescita dell'occupazione complessiva è dovuta essenzialmente ai contratti a tempo determinato, anche se si registra un lento aumento di contratti a tempo indeterminato. Gli incentivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato restano tuttavia limitati e la percentuale di lavoratori temporanei resta tra le più alte dell'Unione; questi ultimi hanno inoltre scarse opportunità di passare a un contratto a tempo indeterminato. La brevità dei contratti a tempo determinato limita gli incentivi a investire in capitale umano e ciò ostacola l'aumento della produttività. Benché in rapido calo, la disoccupazione resta molto elevata, soprattutto tra i giovani, e anche la durata media del periodo di disoccupazione è estremamente elevata. Il problema rischia di divenire cronico a causa del persistere di un alto tasso di disoccupazione di lunga durata, con conseguenze negative sulle condizioni lavorative e sociali. Quasi il 60 % dei disoccupati di lunga durata è scarsamente qualificato; sono pertanto necessarie adeguate politiche attive e passive per il mercato del lavoro e strategie di formazione per contrastare il diffuso squilibrio tra la domanda e l'offerta di competenze e prevenire la svalutazione delle competenze all'interno di questo gruppo di disoccupati. L'interazione con i datori di lavoro nella fase di elaborazione dei programmi di formazione è ancora scarsa.

(11)

L'efficacia delle misure di attivazione e delle misure attive del mercato del lavoro dipende fortemente dalla capacità dei servizi per l'impiego di mettere a punto e offrire un sostegno personalizzato ai beneficiari. La messa in atto delle recenti riforme riguardanti le politiche attive del mercato del lavoro progredisce con lentezza ed è limitata la capacità dei servizi pubblici per l'impiego di fornire una consulenza efficace e personalizzata e di assistere nella ricerca di un impiego. La cooperazione tra i servizi pubblici per l'impiego regionali e le agenzie di collocamento private resta limitata. Inoltre, la cooperazione tra i servizi per l'impiego e i servizi sociali varia da regione a regione, il che ostacola l'offerta di assistenza coordinata alle persone più distanti dal mercato del lavoro, in particolare i beneficiari del reddito minimo. Sussistono notevoli disparità tra le regioni per quanto riguarda i regimi di sostegno al reddito, per esempio a livello di modalità di erogazione, requisiti di ammissibilità, copertura e adeguatezza, mentre le difficoltà di trasferimento delle prestazioni sociali ostacolano la mobilità occupazionale tra le regioni. Inoltre, le informazioni sul passaggio dai regimi di reddito minimo a un posto di lavoro sono scarse. Attualmente la Spagna sta redigendo una mappa dei regimi regionali e nazionali di sostegno al reddito esistenti nel paese che comprenderà i livelli sia regionali che nazionali. Nonostante l'introduzione di alcune misure, l'efficacia degli assegni familiari e per l'alloggio ai fini della riduzione della povertà è limitata e l'assenza di servizi per l'infanzia e di servizi di assistenza a lungo termine adeguati ed economicamente accessibili scoraggia in particolare le donne dall'accettare un posto di lavoro.

(12)

Le modifiche sempre più rapide nella composizione settoriale dell'occupazione registrate in Spagna dal 2008 sono accompagnate da un crescente squilibrio tra la domanda e l'offerta di competenze. Il livello complessivamente basso delle competente frena il passaggio verso attività a maggiore valore aggiunto e ostacola l'aumento della produttività. Nonostante l'alto tasso di istruzione terziaria, le competenze a disposizione non sono sufficientemente allineate alle esigenze del mercato del lavoro e i tassi di occupabilità dei neolaureati sono tra i più bassi in Europa, con una percentuale elevata di neolaureati che svolgono attività lavorative per le quali non è richiesto un diploma universitario. Inoltre, nonostante il leggero miglioramento degli ultimi cinque anni, in parte favorito da iniziative volte ad aumentare la rappresentanza delle imprese nei consigli di amministrazione universitari, la cooperazione tra università e imprese resta debole. La scarsa mobilità dei laureati, la rigidità del sistema di governance delle università e gli ostacoli amministrativi incontrati dagli Uffici per il trasferimento dei risultati della ricerca (Oficinas de transferencia de resultados de investigación) concorrono a impedire una maggiore cooperazione.

(13)

La politica spagnola in materia di ricerca e innovazione si trova ad affrontare numerose sfide. L'interazione tra ricerca pubblica e privata è inadeguata. L'intensità di R&S (ovverosia la spesa per R&S rispetto al PIL) e i risultati in materia di innovazione della Spagna sono in continuo calo, in un contesto in cui le imprese innovative sono relativamente poche e gli incentivi alla collaborazione tra la ricerca pubblica e le imprese sono scarsi. I risultati della Spagna sono scarsi rispetto alla maggior parte degli indicatori di innovazione. Il divario rispetto all'insieme dell'Unione in termini di intensità di spesa per R&S è significativo in particolar modo per gli investimenti in R&S del settore privato (0,6 % in Spagna contro l'1,3 % dell'Unione nel suo insieme). In Spagna il ricorso al capitale di rischio, soprattutto nella fase di avvio, non è ancora diffuso. Lo scarso coordinamento tra le politiche spagnole in materia di R&I e un panorama regionale frammentato di enti e programmi, volti a promuovere le attività di innovazione e ad accrescere la cooperazione tra imprese e comunità scientifica, creano sfide significative per le imprese, soprattutto per quelle più piccole. Il basso livello di coinvolgimento delle imprese nelle attività di innovazione potrebbe essere indice di una mancanza di capacità di assorbimento e del fatto che mancano i presupposti e gli incentivi propizi all'innovazione. Come evidenziato dalla revisione paritetica 2014 del sistema spagnolo di ricerca e innovazione a cura del Comitato per lo Spazio europeo della ricerca (CSER), i sistemi di ricerca pubblica più efficaci si fondano su livelli di valutazione e rendicontabilità più elevati di quelli riscontrati in Spagna. In tale contesto l'assegnazione di fondi pubblici istituzionali per le università e gli enti pubblici di ricerca non si basa di solito sui risultati in tema di R&I e non incoraggia quindi il miglioramento della qualità e della pertinenza dei risultati scientifici.

(14)

Le imprese spagnole sono mediamente di piccole dimensioni, il che spiega il persistere di una produttività bassa dell'economia. La crescita delle imprese, se unita a miglioramenti in termini di capitale umano, di innovazione, di tecnologia, di accesso ai finanziamenti e di efficacia della giustizia, è in grado di generare produttività aggregata. Nel 2015 si è registrata una crescita degli investimenti delle imprese, sostenuta dal dinamismo della domanda, da bassi costi di finanziamento e dal risanamento in corso della situazione finanziaria delle imprese e delle famiglie. La Spagna ha adottato una serie di misure per favorire la crescita delle imprese. Ad esempio, la recente legge sul finanziamento delle imprese dovrebbe facilitare l'accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese (PMI). Inoltre, la valutazione preventiva del potenziale impatto della nuova legislazione sulle PMI è stata resa obbligatoria. Tuttavia, per avviare un'impresa e determinate attività economiche sono ancora necessari tempi relativamente lunghi e numerose autorizzazioni.

(15)

In Spagna le grosse differenze tra le regioni quanto a pratiche normative, comprese quelle necessarie per il rilascio di licenze commerciali, possono limitare la capacità di crescita delle imprese. La legge sull'unità del mercato mira a ridurre gli ostacoli all'accesso alle attività economiche e al loro esercizio in tutte le regioni della Spagna e a migliorare la normativa. Questa legge potrebbe essere determinante per rimuovere gli ostacoli agli investimenti e per facilitare il rilascio di licenze commerciali, agevolare le operazioni commerciali e favorire la crescita delle imprese. L'attuazione della legge sull'unità del mercato richiede la piena collaborazione di tutte le amministrazioni. L'attuazione della legge, al suo terzo anno di applicazione, avviene però a rilento da parte delle amministrazioni regionali. Analogamente, i vantaggi della riforma del 2014 riguardante il settore del commercio al dettaglio dipendono dall'adozione, da parte delle amministrazioni regionali, dei necessari atti di esecuzione. Inoltre, affrontare gli ostacoli che si frappongono all'accesso al settore dei servizi professionali potrebbe contribuire a migliorare la produttività in altri settori che utilizzano gli stessi fattori produttivi. Fatto salvo il recepimento della direttiva servizi nel diritto spagnolo, non sono stati compiuti progressi in merito alla riforma orizzontale del quadro normativo per le professioni regolamentate e gli ordini professionali, tranne nell'ambito della certificazione dei progetti da parte di un ordine professionale. La riforma prevista nei successivi programmi di riforma nazionale non è stata adottata. Tale riforma intendeva stabilire le professioni per le quali è necessaria l'iscrizione a un ordine professionale, aumentare la trasparenza e la rendicontabilità degli ordini professionali, liberalizzare attività indebitamente riservate e a salvaguardare l'unità del mercato per quanto riguarda l'accesso ai servizi professionali e il loro esercizio in Spagna.

(16)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi della politica economica della Spagna che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Spagna negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Spagna, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme, offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 4.

(17)

Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (6) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(18)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità. Le raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 4,

RACCOMANDA che la Spagna adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

correggere in modo duraturo il disavanzo eccessivo conformemente alla decisioni o raccomandazioni pertinenti nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi, adottando le misure strutturali necessarie e destinando tutte le entrate impreviste alla riduzione del disavanzo e del debito; attuare a tutti i livelli amministrativi gli strumenti previsti dalla legge quadro di bilancio; migliorare i meccanismi di controllo delle procedure pubbliche di appalto e il coordinamento delle politiche in materia di appalti tra i vari livelli di governo;

2.

adottare ulteriori misure per migliorare l'integrazione nel mercato del lavoro, concentrando l'attenzione sul sostegno personalizzato e rafforzando l'efficacia delle misure di formazione; aumentare la capacità dei servizi per l'impiego regionali e rafforzarne il coordinamento con i servizi sociali; colmare le lacune e livellare le disparità tra i regimi di reddito minimo e migliorare i regimi di assistenza alle famiglie, compreso l'accesso a servizi per l'infanzia e a servizi di assistenza a lungo termine di qualità;

3.

adottare ulteriori misure per migliorare la pertinenza dell'istruzione terziaria rispetto al mercato del lavoro, anche incentivando la cooperazione tra università, imprese e istituti di ricerca; aumentare i finanziamenti concessi sulla base dei risultati agli enti pubblici di ricerca e alle università e incentivare gli investimenti in R&S del settore privato;

4.

accelerare l'attuazione della legge sull'unità del mercato a livello regionale; garantire l'attuazione delle misure di riforma adottate per il settore del commercio al dettaglio da parte delle regioni autonome; adottare la riforma prevista per i servizi e gli ordini professionali.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  Regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi (GU L 209 del 2.8.1997, pag. 6).

(6)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/12


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 del Regno Unito e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 del Regno Unito

(2016/C 299/03)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui il Regno Unito è stato annoverato tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa al Regno Unito 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che il Regno Unito non presenta squilibri macroeconomici. L'elevato debito delle famiglie, l'alto livello dei prezzi immobiliari e i forti disavanzi delle partite correnti possono rappresentare dei punti di vulnerabilità. Tuttavia, la situazione finanziaria delle famiglie è solida a livello aggregato e la resilienza del settore bancario continua a migliorare. A breve termine, si rileva un miglioramento della capacità delle famiglie e dell'economia in generale di affrontare rischi quali uno shock dei tassi d'interesse o uno shock dell'occupazione. Se le iniziative del governo stanno esercitando un certo impatto sull'offerta di alloggi, gli squilibri tra offerta e domanda abitativa continuano ad essere considerevoli. I rischi connessi all'elevato disavanzo delle partite correnti sono attenuati da un quadro istituzionale favorevole e da un basso livello di passività in valuta estera. L'aumento del disavanzo è stato determinato dalla tendenza ascendente del disavanzo sui redditi primari e dovrebbe ridursi con l'attenuarsi delle condizioni cicliche sfavorevoli.

(3)

Il 24 marzo 2016 il Regno Unito ha presentato il suo programma nazionale di riforma e il suo programma di convergenza 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente per tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Il Regno Unito è attualmente sottoposto al braccio correttivo del patto di stabilità e crescita. Se opererà una correzione duratura del disavanzo eccessivo nel 2016-2017, a partire dal 2017-2018 il Regno Unito sarà sottoposto al braccio preventivo e alla regola del debito transitoria. Nel programma di convergenza 2015-2016 il governo prevede che nel 2016-2017 il disavanzo nominale sia inferiore al 3 % del PIL e che si riduca ulteriormente, arrivando al 2,0 % del PIL, entro il 2017-2018. Il disavanzo strutturale ricalcolato (4) indica un miglioramento strutturale pari a 0,6 punti percentuali del PIL nel 2015-2016, a 0,9 punti percentuali del PIL nel 2016-2017 e a 0,7 punti percentuali del PIL nel 2017-2018. Il programma di convergenza non comprende un obiettivo di bilancio a medio termine. Stando al programma di convergenza, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe calare dall'88,9 % del 2015-2016 all'88,3 % nel 2016-2017 per poi scendere ulteriormente all'87,1 % nel 2017-2018. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è plausibile. Le misure a sostegno degli obiettivi previsti in termini di disavanzo nel 2016-2017 e nel 2017-2018 sono sufficientemente specificate. È invece più incerto l'impatto di alcune misure programmate nel 2017-2018, la cui incidenza sul bilancio è stimata allo 0,2 % circa del PIL. Stando alle previsioni di primavera 2016 della Commissione, nel 2015-2016 il Regno Unito dovrebbe aver raggiunto il disavanzo nominale raccomandato del 4,1 % del PIL e realizzato lo sforzo di bilancio raccomandato. Si prevede che il Regno Unito corregga il disavanzo eccessivo entro il termine del 2016-2017, come raccomandato dal Consiglio, pur non rispettando l'obiettivo raccomandato del 2,7 % del PIL relativo al disavanzo nominale. Nel periodo coperto dalla procedura per i disavanzi eccessivi dovrebbe essere realizzato, su base cumulativa, uno sforzo di bilancio leggermente inferiore a quanto raccomandato. Si prevede che nel 2017-2018, a politiche invariate, il Regno Unito realizzi l'aggiustamento raccomandato verso l'obiettivo di bilancio minimo a medio termine. Si prevede inoltre che il Regno Unito rispetti la regola del debito transitoria nel 2017-2018. In base alla valutazione del programma di convergenza e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che il Regno Unito rispetterà sostanzialmente le disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(6)

La produttività nel Regno Unito ristagna dal 2008. Questo è riconducibile a vari fattori come gli scarsi investimenti di capitale, la carenza di competenze, il disallineamento tra domanda e offerta di competenze e i mutamenti nella composizione dell'economia verso settori aziendali meno produttivi. In questo contesto si deve tener conto anche delle sfide connesse all'insufficiente disponibilità di alloggi, specialmente nelle zone geografiche ad alta crescita economica. Il documento strategico governativo «Fixing the foundations- creating a prosperous nation» del luglio 2015 prevede misure di ampia portata. Vista la persistenza di certi ostacoli agli investimenti e considerato il basso livello di investimenti pubblici e privati nel Regno Unito, le azioni strategiche intraprese dal governo per innalzare il livello delle competenze, promuovere l'innovazione e incentivare gli investimenti nelle infrastrutture giungono tempestive, ferma restando l'importanza di un'attuazione efficace. Una delle principali sfide in materia di investimenti è la realizzazione di infrastrutture di rete adeguate. Il piano nazionale per le infrastrutture, che è stato aggiornato nel marzo 2016, fornisce informazioni dettagliate sull'andamento dei progetti infrastrutturali all'interno di un quadro coerente. Il piano presuppone un aumento dei finanziamenti privati per gran parte degli investimenti. L'attuazione, il monitoraggio, la trasparenza e la rendicontabilità sono di fondamentale importanza. Nonostante le diverse iniziative adottate dal governo, la domanda di alloggi continua a superare l'offerta, come dimostra il livello elevato, e in aumento, dei prezzi immobiliari. La carenza di alloggi è particolarmente sentita nelle regioni in rapida espansione di Londra e del sud-est. L'uso del suolo si basa sui principi del quadro nazionale di pianificazione territoriale, e un'attuazione efficace del sistema di pianificazione riformato potrebbe agevolare la costruzione di un maggior numero di alloggi.

(7)

Nel Regno Unito il mercato del lavoro rimane dinamico. Nel 2015 il tasso di occupazione (fascia di età 20-64) ha raggiunto il 76,9 %, mentre il tasso di disoccupazione è ulteriormente diminuito arrivando al 5,3 %. Si osserva un'ulteriore diminuzione anche del tasso di disoccupazione giovanile e del numero di giovani che non lavorano né seguono un percorso scolastico o formativo. Tuttavia, vi è ancora margine per migliorare le prospettive per i lavoratori inattivi, sottoccupati e poco qualificati. Il miglioramento delle prospettive di progressione sul mercato del lavoro e l'offerta di percorsi più chiari per l'acquisizione di nuove competenze aiuterebbero le persone relegate in impieghi poco retribuiti e/o con un orario lavorativo ridotto, ovviando inoltre alla carenza di competenze riscontrata in alcuni settori dell'economia, come ad esempio l'edilizia. Dovrà essere prestata particolare attenzione al buon uso delle risorse provenienti dal contributo per l'apprendistato. Occorrerà attuare tempestivamente le proposte volte a migliorare l'assistenza all'infanzia e affrontare il problema della disponibilità dei relativi servizi a costi accessibili.

(8)

Nell'ambito del semestre europeo, la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica del Regno Unito che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di convergenza e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte al Regno Unito negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica del Regno Unito, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione europea nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(9)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza e il suo parere (5) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che il Regno Unito adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

adoperarsi per correggere in modo duraturo il disavanzo eccessivo entro il 2016-2017; una volta corretto il disavanzo eccessivo, conseguire un aggiustamento di bilancio dello 0,6 % del PIL nel 2017-2018 verso l'obiettivo di bilancio minimo a medio termine;

2.

ovviare alla carenza di investimenti nelle infrastrutture di rete, anche realizzando le priorità del piano nazionale per le infrastrutture; prendere ulteriori provvedimenti per aumentare l'offerta di alloggi, anche attuando le riforme del quadro nazionale di pianificazione territoriale;

3.

ovviare allo squilibrio tra domanda e offerta di competenze e favorire lo sviluppo delle competenze, anche migliorando la qualità degli apprendistati; migliorare ulteriormente la disponibilità di servizi di assistenza all'infanzia a costi accessibili, di qualità elevata e a tempo pieno.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(4)  Il saldo strutturale ricalcolato dalla Commissione in base alle informazioni contenute nel programma di convergenza, secondo la metodologia concordata.

(5)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/15


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Polonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Polonia

(2016/C 299/04)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Polonia non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Polonia in cui si valutano i progressi compiuti dal paese nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 e i progressi compiuti dalla Polonia verso la realizzazione degli obiettivi nazionali fissati dalla strategia Europa 2020.

(3)

Il 28 aprile 2016 la Polonia ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di convergenza 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

La Polonia è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di convergenza 2016 il governo prevede che il disavanzo nominale aumenti dal 2,6 % del PIL nel 2015 al 2,9 % del PIL nel 2017, prima di scendere all'1,3 % del PIL nel 2019. L'obiettivo di bilancio a medio termine, un disavanzo pari all'1 % del PIL in termini strutturali, non dovrebbe essere conseguito entro il 2019, periodo coperto dal programma. In base al programma di convergenza il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe aumentare, passando dal 51,3 % nel 2015 al 52,5 % nel 2017 prima di scendere al 50,4 % nel 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è plausibile nel 2016 e favorevole in seguito. Stando alle previsioni di primavera 2016 della Commissione, vi è il rischio di una deviazione significativa rispetto all'aggiustamento raccomandato sia nel 2016 che, nell'ipotesi di politiche invariate, nel 2017. In base alla valutazione del programma di convergenza e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene vi sia il rischio che la Polonia non rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Saranno pertanto necessarie ulteriori misure per garantirne il rispetto nel 2016 e nel 2017.

(6)

La Polonia è l'unico Stato membro che non dispone di un consiglio di bilancio pienamente indipendente e che non prevede di istituirne uno, nonostante disponga di istituzioni di bilancio indipendenti che svolgono alcune delle sue funzioni. Oltre al freno al debito pubblico previsto dalla costituzione polacca, nel 2013 la Polonia ha introdotto una norma per la stabilizzazione della spesa, applicata pienamente per la prima volta nel bilancio 2015. La norma tuttavia è stata modificata nel dicembre 2015 e consentirà un aumento della spesa, in particolare nell'attuale contesto di bassa inflazione. Vi sono significativi rischi per la stabilità di bilancio a lungo termine dovuti a una posizione iniziale di bilancio sfavorevole e al previsto aumento dei costi legati all'invecchiamento della popolazione in relazione alla spesa nel settore sanitario. Da una prospettiva di sostenibilità del debito, a politiche invariate il rischio di bilancio a medio termine è elevato, a causa del previsto aumento dello stock del debito.

(7)

Il gettito IVA del 2015 in percentuale del PIL dovrebbe essere rimasto basso, nonostante le misure introdotte finora, che comprendono il meccanismo di inversione contabile e la responsabilità condivisa delle imprese nei settori sensibili. L'aumento della riscossione dell'IVA e la lotta alla frode in materia di IVA sono prioritari per il governo ed è allo studio una strategia al riguardo che dovrebbe prevedere misure quali nuovi strumenti informatici per individuare e combattere la frode in materia di IVA e una riforma dell'amministrazione fiscale. Nel gennaio 2017 sarà introdotto un tetto inferiore per i pagamenti in contanti tra imprese. La Polonia deve ancora affrontare l'annoso problema dell'inefficienza dell'amministrazione tributaria. Il tasso dei costi di riscossione, ossia i costi amministrativi per entrata fiscale netta riscossa, è il più alto dell'Unione.

(8)

La Polonia continua ad applicare aliquote IVA ridotte a un'ampia gamma di beni e servizi. Ciò contribuisce alle mancate entrate e riduce l'efficienza del sistema dell'IVA. È stato dimostrato che aliquote IVA ridotte non rappresentano un efficace strumento di politica sociale, soprattutto poiché non sono destinate nello specifico alle famiglie vulnerabili, bensì a tramutarsi in significativi sussidi per i contribuenti più facoltosi. Le prestazioni sociali e l'imposta sul reddito dovrebbero essere maggiormente mirate e quindi più consone per conseguire gli obiettivi di ridistribuzione. Le mancate entrate potenziali dovute alle aliquote IVA ridotte e alle esenzioni facoltative sono tra le più alte dell'Unione.

(9)

Nonostante i recenti miglioramenti, il mercato del lavoro polacco deve affrontare problemi importanti, quali l'invecchiamento della forza lavoro, la bassa produttività e un'elevata segmentazione del mercato del lavoro. Questi problemi vanno ad aggiungersi alle lacune del sistema dell'istruzione. Sebbene negli ultimi anni sia stato significativamente migliorato, il sistema dell'istruzione ancora non riesce a dare agli studenti le competenze trasversali necessarie a un mercato del lavoro in rapida evoluzione e all'innovazione. Il livello mediamente basso dell'educazione superiore e scientifica polacca ha conseguenze negative sulla qualità dell'insegnamento. Il grado di internazionalizzazione dell'istruzione superiore polacca è molto limitato in termini di numero di studenti stranieri e partecipazione a collaborazioni scientifiche internazionali. Il modello di finanziamento dell'istruzione superiore non promuove in misura sufficiente la qualità, poiché si basa ampiamente su graduatorie passate e variabili quantitative come il numero degli studenti o dei docenti. I datori di lavoro lamentano la mancanza di competenze trasversali dei laureati, quali la capacità di risolvere problemi, il pensiero critico o la capacità di lavorare in gruppo. La partecipazione all'apprendimento permanente è bassa e l'istruzione e la formazione professionali non soddisfano le esigenze di mercato.

(10)

Sebbene la disponibilità e la partecipazione all'istruzione prescolare siano aumentate in modo significativo negli ultimi anni, la disponibilità di servizi di accoglienza per la prima infanzia resta agli ultimi posti nell'Unione. L'innalzamento dell'età di scolarizzazione obbligatoria a sette anni e l'eliminazione dell'obbligo per i bambini di cinque anni di frequentare la scuola materna, unito alla nuova indennità familiare, possono avere conseguenze negative sulla partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto delle donne, e necessitano di un monitoraggio attento.

(11)

Nonostante un forte aumento dei contratti a tempo indeterminato nel 2015, in Polonia l'incidenza dei contratti a tempo determinato è tra le più elevate dell'Unione. Di recente la Polonia ha adottato una serie di misure per affrontare la segmentazione del mercato del lavoro. È stata introdotta una modifica al codice del lavoro, sono stati aumentati i contributi sociali legati ad alcuni contratti di diritto civile e nel gennaio 2017 dovrebbe essere introdotta una retribuzione oraria minima per i lavoratori con contratti di diritto civile. Tuttavia, alcune caratteristiche del codice del lavoro disincentivano i datori di lavoro ad assumere dipendenti a tempo indeterminato e il ricorso a questi contratti resta limitato. Ciò è dovuto principalmente alla complessità della regolamentazione sul lavoro e agli elevati costi impliciti dei licenziamenti nell'ambito di tali contratti, tra cui elevati costi procedurali, costi associati a meccanismi di risoluzione delle controversie lenti e incerti e a disposizioni quali la tutela speciale dei lavoratori più anziani rispetto ai licenziamenti.

(12)

I trattamenti previdenziali preferenziali per specifici settori, in particolare i regimi previdenziali altamente sovvenzionati per agricoltori e minatori, hanno elevate incidenze sui costi di bilancio e possono contribuire a ridurre la mobilità del lavoro. Il numero degli affiliati al regime previdenziale speciale per gli agricoltori è lentamente diminuito dal 2007 e il governo ritiene che nel 2019 ammonterà a 1,18 milioni di persone, mentre il numero di beneficiari di pensione, pari a 1,229 milioni, probabilmente aumenterà fino al 2018. Dal 2011 la percentuale della spesa del bilancio dello Stato destinata al regime KRUS nel PIL è rimasta costante all'1 %. Per gli agricoltori non vi è un obbligo fiscale generale o l'obbligo di disporre di un sistema di contabilità e l'autofinanziamento del regime KRUS è basso. Nel 2014 in Polonia le aziende agricole erano 1,382 milioni, di cui il 52 % al di sotto dei 5 ettari (GUS), I minatori sono esenti dal sistema pubblico generale di previdenza a contribuzione definita, con speciali coefficienti moltiplicatori delle pensioni preferenziali, che rappresentano un costo annuo significativo per le finanze pubbliche di oltre lo 0,5 % del PIL. Le prospettive demografiche sfavorevoli si sono già tradotte in una riduzione della popolazione attiva. È pertanto fondamentale mantenere la tendenza positiva nell'occupazione, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori più anziani, anche nell'ottica di salvaguardare l'adeguatezza e la sostenibilità del sistema pubblico di previdenza. Sebbene negli ultimi anni si sia innalzata, l'età media effettiva di pensionamento resta significativamente al di sotto dell'età pensionabile legale. Pertanto, un innalzamento dell'età pensionabile effettiva è fondamentale per l'adeguatezza sociale a lungo termine delle pensioni future e per la stabilità delle finanze pubbliche, nonché per aumentare la partecipazione al mercato del lavoro.

(13)

Nonostante i considerevoli investimenti degli ultimi anni, permangono strozzature e lacune nelle reti energetiche, dei trasporti e delle comunicazioni. L'attività di investimento è frenata da ostacoli relativi al funzionamento della pubblica amministrazione, alla tassazione, al contesto per le attività di ricerca, sviluppo e innovazione e alla lenta esecuzione dei contratti. Le debolezze nella capacità gestionale e amministrativa si ripercuotono negativamente sulla rapida attuazione dei progetti di investimento nel settore ferroviario e di altri progetti in infrastrutture energetiche, di trasporto e per le telecomunicazioni. L'economia polacca è ancora ad alta intensità energetica e di CO2 e il miglioramento dell'efficienza energetica avrebbe rilevanti vantaggi potenziali. Gli impianti per la produzione di energia stanno invecchiando e dipendono ancora in larga misura dal carbone. La rete elettrica non è sufficientemente collegata ai paesi confinanti. Il regime di sostegno alle energie rinnovabili, che sarebbe dovuto entrare in vigore il 1o gennaio 2016, è stato rimandato, creando un'incertezza degli investimenti. I fattori principali che ostacolano gli investimenti, in particolare per quanto riguarda l'edilizia, sono una copertura molto bassa e l'instabilità della pianificazione territoriale, soprattutto a livello locale, nonché l'eccesso di regolamentazione e le incoerenze regolamentari e amministrative che impediscono il rilascio delle licenze edilizie.

(14)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Polonia che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di convergenza e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Polonia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Polonia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(15)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza e il suo parere (4) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Polonia adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

conseguire un aggiustamento annuo di bilancio dello 0,5 % del PIL verso l'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e nel 2017. Rafforzare il quadro di bilancio, anche mediante l'istituzione di un consiglio di bilancio indipendente. Migliorare la riscossione tributaria, garantendo un migliore rispetto delle norme sull'IVA, e limitare il ricorso estensivo ad aliquote IVA ridotte.

2.

Garantire la sostenibilità e l'adeguatezza del sistema previdenziale e accrescere la partecipazione al mercato del lavoro, cominciando dalla riforma degli accordi previdenziali preferenziali, rimuovendo gli ostacoli a forme di lavoro più stabili e rendendo l'istruzione e la formazione più rilevanti per il mercato del lavoro.

3.

Adottare misure per eliminare gli ostacoli agli investimenti nelle infrastrutture energetiche, dei trasporti e dell'edilizia e migliorare la copertura della pianificazione territoriale a livello locale.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(4)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/19


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Germania e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Germania

(2016/C 299/05)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Germania è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Germania dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Germania 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Germania sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha adottato una comunicazione che presenta i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Germania presenta squilibri macroeconomici. In particolare, l'elevato e persistente avanzo delle partite correnti riflette un eccesso di risparmio e investimenti modesti sia nel settore privato che in quello pubblico. La debolezza degli investimenti interni frena il potenziale di crescita e la forte dipendenza dalla domanda estera comporta rischi macroeconomici in un contesto di domanda estera modesta. Considerata la sua entità, l'avanzo delle partite correnti ha inoltre ricadute negative sui risultati economici della zona euro. Ridurre tale avanzo mediante un aumento degli investimenti consentirebbe di aumentare il potenziale di crescita della Germania e contribuirebbe a sostenere la ripresa nella zona euro.

(3)

Il 15 aprile 2016 la Germania ha presentato il suo programma di stabilità 2016 e il 29 aprile 2016 il suo programma nazionale di riforma. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di avvalersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

La Germania è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito. Nel suo programma di stabilità 2016 il governo prevede una posizione di bilancio in pareggio in termini nominali nel periodo 2016-2020. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale pari allo 0,5 % del PIL, continuerà ad essere rispettato con un margine durante l'intero periodo di riferimento del programma. Secondo il programma di stabilità il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire progressivamente fino a scendere al 59

Formula

 % nel 2020. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio, che non è stato convalidato da un ente indipendente, è plausibile. Secondo le previsioni di primavera 2016 della Commissione, il saldo strutturale dovrebbe registrare un avanzo pari allo 0,4 % del PIL nel 2016 e nel 2017, superando l'obiettivo di bilancio a medio termine. Possibili deviazioni future, comprese quelle necessarie per rispondere alle esigenze di investimenti pubblici, sarebbero valutate rispetto all'obbligo di mantenere il saldo strutturale in linea con l'obiettivo di bilancio a medio termine. Il debito lordo dovrebbe continuare a registrare una decisa tendenza al ribasso, oltrepassando quanto richiesto dalla regola del debito. Ciò creerà un margine per rilanciare gli investimenti pubblici. In base alla sua valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che la Germania dovrebbe essere in linea con le disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(6)

Sebbene il governo federale abbia adottato diverse misure per aumentare gli investimenti infrastrutturali nei prossimi anni, tali fondi non sembrano ancora in grado di innescare una tendenza duratura all'aumento degli investimenti pubblici e di soddisfare il fabbisogno di investimenti infrastrutturali. Gli investimenti fissi netti hanno continuato a restare decisamente negativi a livello comunale, denotando carenza di investimenti. La spesa complessiva per l'istruzione e la ricerca è aumentata solo leggermente negli ultimi anni e nel 2015 potrebbe non aver raggiunto l'obiettivo nazionale del 10 % del PIL. Se vuole assicurare la propria competitività, è fondamentale che la Germania continui a investire nell'istruzione, nella ricerca e nell'innovazione. Dato che nel 2016-2017 il bilancio dovrebbe rimanere in pareggio in termini sia nominali che strutturali, continua ad esservi sufficiente margine di bilancio per un aumento degli investimenti pubblici senza infrangere le regole del patto di stabilità e crescita e il freno al debito nazionale. La riforma del sistema pensionistico contribuirebbe a garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. L'attuale progetto di perequazione fiscale è complesso e tende a ridurre gli incentivi per migliorare le entrate dei singoli Länder. Il riesame in corso delle relazioni a livello federale in materia di bilancio offre l'opportunità di rafforzare il quadro di bilancio, anche garantendo investimenti pubblici sufficienti a tutti i livelli di governo, in particolare per i comuni. L'attuale proposta di compromesso convenuta tra i Länder semplificherebbe la perequazione fiscale orizzontale. Tuttavia, la proposta resta vaga per quanto riguarda una più approfondita separazione delle competenze di spesa e non è sufficiente per aumentare l'autonomia a livello delle entrate. Allo stesso tempo sono utilizzati solo in misura limitata strumenti alternativi al tradizionale finanziamento pubblico delle infrastrutture dei trasporti, anche tramite i partenariati pubblico-privato. Inoltre, la complessa ripartizione delle responsabilità in materia di pianificazione tra i vari livelli di governo, le strozzature connesse alla capacità amministrativa e le complicate procedure di autorizzazione costituiscono altrettante barriere agli investimenti. Un uso più efficiente degli appalti pubblici potrebbe altresì avere un impatto positivo sugli investimenti, dato che il volume dei bandi di gara pubblicati a livello dell'UE resta molto al di sotto della media UE.

(7)

La complessità del regime di tassazione delle società continua a scoraggiare gli investimenti del settore privato, mentre rimane elevata la pressione fiscale complessiva sulle società, che comprende l'imposta locale sul commercio (Gewerbesteuer) e la maggiorazione di solidarietà. L'imposta locale sul commercio è fonte di inefficienze a causa dell'inclusione nella base imponibile di elementi diversi dagli utili. Il sistema fiscale favorisce il finanziamento tramite debito rispetto a quello tramite capitale, con l'indicatore della «distorsione a favore del debito» che nel 2015 era l'ottavo in ordine di grandezza a livello di Unione. La quota delle imposte sui consumi relativamente favorevoli alla crescita e delle imposte ricorrenti sugli immobili nella tassazione totale è rimasta stabile tra il 2007 e il 2014, attestandosi a circa il 28-29 %, una percentuale modesta rispetto alla media dell'Unione del 32-33 % circa. Inoltre, anziché privilegiare imposte patrimoniali ricorrenti meno distorsive, è proseguita la tendenza all'aumento delle imposte sulla compravendita di immobili. Le iniziative prese per modernizzare l'amministrazione fiscale si sono limitate all'adozione da parte del governo federale di norme volte a semplificare le procedure amministrative in materia fiscale. Lo scambio automatico dei dati fiscali tra le amministrazioni dei 16 Länder, che potrebbe migliorare l'efficienza delle verifiche fiscali, ancora non esiste. In generale, le carenze strutturali e i ritardi nella modernizzazione sono all'origine di un'efficienza relativamente scarsa dell'amministrazione fiscale e di inefficienze nella riscossione delle imposte.

(8)

Le condizioni di finanziamento in Germania sono in generale favorevoli. Tuttavia, il mercato dei capitali di rischio resta poco sviluppato rispetto ai livelli internazionali e le condizioni quadro di natura fiscale ne potrebbero limitare l'entità. Migliorare l'accesso al capitale di rischio è importante per stimolare l'attività imprenditoriale, anche in settori ad alta tecnologia e per i servizi ad elevata intensità di conoscenze. Il governo federale ha varato una serie di misure volte a migliorare le condizioni per i capitali di rischio e ulteriori misure sono all'esame. Inoltre, una revisione del quadro regolamentare per il capitale di rischio potrebbe contribuire a stimolare gli investimenti privati, compresi quelli di investitori esteri.

(9)

L'azione politica per stimolare la concorrenza nel settore dei servizi, specialmente quelli professionali, è stata limitata. La Germania è uno degli Stati membri che presentano notevoli ostacoli normativi nel settore dei servizi. Regolamentazioni restrittive dei mercati dei prodotti incidono sui prezzi e sulla produttività. Una bassa produttività della manodopera e ricarichi elevati dei prezzi indicano che la Germania ha un notevole margine di manovra per migliorare le prestazioni dei servizi professionali. Problemi nel settore dei servizi alle imprese derivano da obblighi di autorizzazione, restrizioni concernenti le attività multidisciplinari, requisiti assicurativi e tariffe fisse. Continuano ad essere imposti anche la forma giuridica e i requisiti in materia di partecipazioni. Il piano d'azione presentato dalla Germania a seguito della valutazione reciproca sull'accesso alle professioni regolamentate e il loro esercizio propone soltanto un numero limitato di misure, mentre vi è chiaramente margine per proposte più ambiziose.

(10)

Sebbene le prestazioni del mercato del lavoro siano in generale molto forti, in particolare con la disoccupazione ai minimi storici, si stanno profilando carenze di manodopera e di competenze connesse all'invecchiamento della popolazione che richiedono il pieno impiego dell'attuale forza lavoro. Poiché tali tendenze rappresentano una sfida non solo per il mercato del lavoro, ma anche in termini di sostenibilità e adeguatezza del sistema pensionistico, appare indispensabile offrire maggiori incentivi per il pensionamento posticipato. Il tasso di rischio di povertà tra gli anziani (16,3 % nel 2014) è superiore alla media dell'UE(13,8 %) e si sta gradualmente riducendo il tasso di sostituzione del regime pensionistico legale; al contempo i tassi di iscrizione a regimi pensionistici del secondo o terzo pilastro sono troppo bassi per attenuare tale rischio. Il numero dei beneficiari di sostegno pubblico al reddito minimo modulato in funzione del reddito del pensionato è quasi raddoppiato tra il 2003 e il 2014. Tuttavia, le proposte per migliorare gli incentivi per il pensionamento posticipato (Flexi-Rente) non sono ancora state formalizzate. Resta da vedere con quale efficacia esse potranno contrastare gli incentivi al prepensionamento introdotti nel 2014.

(11)

Il potenziale del mercato del lavoro di alcune categorie, specialmente donne e persone provenienti da un contesto migratorio, rimane sottoutilizzato e continuano a esistere disincentivi al lavoro, soprattutto per le persone che costituiscono la seconda fonte di reddito. Caratteristiche specifiche del sistema fiscale e di assicurazione sanitaria scoraggiano queste ultime dall'accettare un impiego o dall'aumentare l'orario di lavoro. Questo spiega in parte la scarsa percentuale di donne che lavorano a tempo pieno e il fatto che la Germania registri una delle medie più basse di ore lavorate dalle donne nell'Unione nonostante l'alto tasso di occupazione femminile. Nonostante una lieve transizione dai «mini-job» a posti di lavoro regolari, quale effetto collaterale dell'introduzione del salario minimo, circa sette milioni di persone sono ancora impiegate in mini-job (per 5 milioni delle quali il mini-job è la sola attività remunerata). L'esenzione dei mini-job dall'imposta sul reddito delle persone fisiche, e in molti casi da tutti i contributi previdenziali a carico dei dipendenti, può inoltre scoraggiare i lavoratori dal passare a impieghi la cui retribuzione superi la soglia dei mini-job, cioè 450 EUR al mese. Tale disincentivo in molti casi è ancora più forte per i coniugi soggetti al sistema di dichiarazione fiscale congiunta. L'impatto positivo sui redditi delle famiglie e sui consumi dovuto al lieve aumento di diverse indennità e alla restituzione del drenaggio fiscale potrebbe essere controbilanciato in larga misura da maggiori contributi sociali a carico dei dipendenti. Il cuneo fiscale al livello del salario minimo è elevato in confronto ad altri Stati membri, con la conseguente riduzione del reddito all'estremità inferiore della scala salariale. Una riduzione dei contributi di sicurezza sociale a carico dei dipendenti o delle imposte sui redditi delle persone fisiche, anche attraverso indennità o rimborsi mirati, comporterebbe un alleggerimento di tale cuneo fiscale, aumentando a sua volta il reddito disponibile di coloro che percepiscono salari bassi e incrementando quindi le possibilità di consumo.

(12)

L'elevato afflusso di rifugiati registrato l'anno scorso comporta una serie di conseguenze sociali ed economiche per la Germania. Se è vero che, a breve termine, l'afflusso di rifugiati è destinato ad aumentare la spesa pubblica e la domanda interna, innalzando quindi il PIL, l'effetto a medio termine sull'occupazione e la crescita dipende dalla riuscita dell'integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro e nella società, anche grazie a misure sul piano dell'istruzione. La questione figura ai primi posti dell'agenda politica a livello sia dell'UE che degli Stati membri e sarà monitorata e analizzata attentamente, anche nella relazione per paese 2017.

(13)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Germania che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Germania negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Germania, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(14)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e ritiene (5) che la Germania dovrebbe rispettare il patto di stabilità e crescita.

(15)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3,

RACCOMANDA che la Germania adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

conseguire una sostenuta tendenza all'aumento degli investimenti pubblici, soprattutto nelle infrastrutture, nell'istruzione, nella ricerca e nell'innovazione, rispettando l'obiettivo a medio termine; migliorare la struttura delle relazioni a livello federale in materia di bilancio per accrescere gli investimenti pubblici, in particolare a livello comunale;

2.

ridurre le inefficienze del sistema fiscale, in particolare attraverso la revisione della tassazione delle società e dell'imposta locale sul commercio, modernizzare l'amministrazione tributaria e rivedere il quadro normativo per il capitale di rischio; intensificare i provvedimenti volti a stimolare la concorrenza nel settore dei servizi, in particolare nei settori dei servizi alle imprese e delle professioni regolamentate;

3.

aumentare gli incentivi per il pensionamento posticipato e ridurre i disincentivi al lavoro per le persone che costituiscono la seconda fonte di reddito; ridurre il cuneo fiscale elevato per coloro che percepiscono salari bassi e agevolare il passaggio dai mini-job a posti di lavoro regolari.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/23


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Repubblica ceca e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Repubblica ceca

(2016/C 299/06)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Repubblica ceca non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Repubblica ceca 2016 nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

L'11 maggio 2016 la Repubblica ceca ha presentato il suo programma di convergenza 2016 e il 12 maggio ha presentato il proprio programma nazionale di riforma 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

La Repubblica ceca è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di convergenza 2016 il governo prevede un lieve deterioramento del saldo nominale a – 0,6 % del PIL nel 2016 e un'ampia stabilizzazione a – 0,5 % del PIL a partire dal 2017. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale pari all'1 % del PIL, continua a essere rispettato per il periodo di riferimento del programma. In base al programma di convergenza il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe restare al 41,1 % nel 2016 e scendere al 39,3 % nel 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è plausibile. Le misure necessarie al conseguimento degli obiettivi di disavanzo previsti a partire dal 2017 in poi non sono state sufficientemente specificate. Stando alle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il saldo strutturale dovrebbe attestarsi a – 0,7 % nel 2016 e a – 0,9 % del PIL nel 2017 al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine. Gli eventuali scostamenti futuri sarebbero valutati rispetto all'obbligo di mantenere il saldo strutturale all'obiettivo di bilancio a medio termine. In base alla valutazione del programma di convergenza e tenendo conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che la Repubblica ceca debba rispettare le disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(6)

A lungo termine vi sono rischi medi per la sostenibilità di bilancio della Repubblica ceca che derivano principalmente dalle proiezioni dell'impatto della spesa pubblica legata all'invecchiamento della popolazione, soprattutto nel settore sanitario, ma anche in quello pensionistico. Le misure previste o adottate di recente per modificare il sistema pensionistico, se attuate, porterebbero a un deterioramento delle finanze pubbliche a lungo termine. In primo luogo, nel febbraio 2016 il governo ha adottato una legislazione che gli consente di adeguare il meccanismo di indicizzazione delle pensioni in modo più flessibile. In secondo luogo, sono in discussione alcune proposte per fissare l'età pensionabile legale a 65 anni e istituire un meccanismo periodico di revisione dell'età pensionabile. Non vi sono al momento piani per aumentare la bassa età pensionabile legale. Per quanto riguarda la sanità, il previsto aumento della spesa a lungo termine è anch'esso fonte di preoccupazione. La Repubblica ceca deve far fronte a sfide nel miglioramento della governance e dell'efficacia in termini di costi del proprio sistema sanitario, sebbene diverse misure siano attualmente in varie fasi di attuazione. Gli indicatori segnalano un elevato consumo di beni e servizi e un ricorso relativamente elevato alle cure ospedaliere, più costose dei servizi ambulatoriali. I dati medici disponibili non sembrano essere usati in modo efficace per la pianificazione e la razionalizzazione delle capacità delle cure ospedaliere. Il sistema di rimborsi delle cure ospedaliere è in fase di revisione a causa di varie carenze, quali il campione ridotto di ospedali utilizzati per il calcolo dei tassi di riferimento. Non sono ancora state esplorate in misura sufficiente le opzioni per potenziare il coordinamento delle cure ambulatoriali, migliorare il ruolo di filtro dei medici di famiglia e limitare il ricorso non necessario ai servizi ambulatoriali.

(7)

Il quadro di bilancio della Repubblica ceca è tra i più deboli dell'Unione. Nel febbraio 2015 il governo ha approvato un pacchetto di riforme che affronta le principali lacune in questo settore ma si attende ancora la ratifica del parlamento. Il pacchetto intende recepire nella legislazione nazionale la direttiva 2011/85/UE del Consiglio (4). La riforma proposta prevede di rafforzare i limiti di spesa e di collegarli direttamente all'obiettivo di bilancio a medio termine. Ai sensi della riforma il governo sarebbe tenuto ad adottare un bilancio che salvaguardi la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche e verrebbe istituito un consiglio di bilancio con il compito di monitorare le finanze pubbliche e aumentare la trasparenza.

(8)

Nella Repubblica ceca gli investimenti, che restano al di sotto della media dell'UE in termini pro capite, sono altamente concentrati nella regione della capitale. Gli ostacoli amministrativi e normativi continuano a gravare sull'efficienza del contesto imprenditoriale e ostacolano gli investimenti. Esistono strozzature specifiche nell'attuazione dei progetti infrastrutturali nel settore dei trasporti e dell'energia. Inoltre, l'assorbimento dei fondi dell'UE nel periodo di programmazione 2007-2013 è stato lento, principalmente a causa di procedure complesse, lacune nei sistemi di gestione e di controllo, inefficienze nelle procedure di appalto pubblico e della debole capacità amministrativa degli organismi coinvolti nell'attuazione dei progetti. Per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto, tra gli ostacoli amministrativi agli investimenti si annoverano le lunghe procedure per rilasciare concessioni d'uso dei suoli e i ritardi dovuti alle procedure di ricorso dinanzi all'ufficio antimonopolio. Per quanto riguarda l'efficienza energetica, i programmi pubblici per ridurre l'intensità energetica sono stati frammentari e non efficienti sotto il profilo dei costi. Da alcune indicazioni risulta che il risparmio energetico non sta aumentando in linea con il piano d'azione nazionale per l'efficienza energetica. Per quanto riguarda i servizi, sono state rilevate alcune restrizioni regolamentari. Questo vale in particolare per alcuni dei settori dei servizi professionali individuali, per cui gli ostacoli all'entrata e all'esercizio sembrano superiori alla media dell'UE. Lo scarso utilizzo di servizi pubblici online di qualità ostacola anche il contesto imprenditoriale e riflette lacune strutturali. I servizi di amministrazione digitale non utilizzano appieno le possibilità tecnologiche per migliorarne la fruizione da parte degli utenti e il loro livello di sofisticazione è tra i più bassi dell'Unione. Gli elementi a disposizione indicano un incidenza relativamente elevata dell'evasione fiscale nella Repubblica ceca. La soluzione di questo problema, soprattutto per quanto riguarda l'IVA, è una priorità politica. Tuttavia non sono previste misure per ridurre i costi relativamente elevati associati al pagamento delle imposte o per semplificare il sistema fiscale. I servizi di precompilazione offerti dalle autorità fiscali sono limitati. I contribuenti utilizzano in misura limitata i sistemi per la presentazione elettronica delle dichiarazioni dei redditi, sebbene siano stati compiuti alcuni progressi per quanto riguarda l'IVA. Inoltre i costi della riscossione fiscale sono relativamente elevati, stando alle più recenti relazioni internazionali. I contributi sociali elevati a carico del datore di lavoro contribuiscono a un livello generale elevato della pressione fiscale sul lavoro, mentre la diversificazione in altri ambiti, quali le imposte patrimoniali, è limitata.

(9)

Una serie di indicatori segnala carenze significative della pubblica amministrazione. Sono stati compiuti alcuni progressi nell'adozione di misure legislative e non legislative nell'ambito del piano anticorruzione del 2015. La legge sul registro dei contratti è stata approvata dal Parlamento nel novembre 2015. La sua tempestiva attuazione e il suo ulteriore sviluppo migliorerebbero la trasparenza e l'efficacia sotto il profilo dei costi degli appalti pubblici. Tuttavia alcune dei principali provvedimenti anticorruzione, quali una modifica della legge sul conflitto di interessi e una nuova legge sul finanziamento dei partiti politici, sono ancora in sospeso. Diverse misure adottate sono di difficile attuazione e hanno un impatto limitato, mentre una serie di misure previste sono continuamente rimandate al successivo piano d'azione. Nonostante alcuni sforzi profusi per affrontare le lacune, vi è margine di miglioramento nelle prestazioni del sistema ceco degli appalti pubblici per quanto riguarda la concorrenza e dunque un uso migliore del denaro pubblico. Ciò è dovuto in parte alla mancanza di una preparazione adeguata degli operatori che sovraintendono allo svolgimento degli appalti e ad un'attenzione insufficiente ai criteri qualitativi nell'aggiudicazione dei contratti. Il settore pubblico si basa in larghissima misura su procedure non competitive, che hanno una limitata capacità di attirare offerenti, mentre sono raramente utilizzate gli appalti aggregati Tuttavia l'attuazione delle direttive in materia di appalti pubblici recepite di recente che riguardano le procedure di appalto modernizzate dovrebbe consentire di introdurre un approccio strategico e basato su dati concreti nelle politiche per gli appalti pubblici in termini di professionalizzazione, aggregazione degli acquisti pubblici, maggiore attenzione ai criteri qualitativi e all'integrità degli operatori

(10)

Negli ultimi anni gli investimenti in R&S sono aumentati in modo significativo, ma i risultati restano deboli e la sostenibilità dell'infrastruttura di R&S desta preoccupazioni. Il sistema di ricerca ceco sta attuando in questo momento riforme a lungo rimandate ma sostanziali, in particolare per quanto riguarda la valutazione e i finanziamenti. Il meccanismo di finanziamento esistente è frammentato, con un coordinamento insufficiente tra i pertinenti organismi e una divisione poco chiara delle responsabilità e delle priorità. È in fase di elaborazione un quadro di valutazione generale per la ricerca e lo sviluppo, con collegamenti ai finanziamenti, ma i progressi sono lenti. Limitati sono stati gli sforzi compiuti per migliorare i legami tra università e imprese. Questi legami sono indeboliti da un quadro di valutazione degli istituti di ricerca pubblici che non tiene conto del livello di cooperazioni con le imprese.

(11)

La riforma dell'istruzione superiore è stata adottata dal parlamento nel gennaio 2016. L'attrattiva delle professioni dell'insegnamento resta problematica, a causa anche delle retribuzioni relativamente basse, e a ciò si unisce l'invecchiamento del corpo insegnante. È in fase di elaborazione un nuovo sistema di carriera degli insegnanti e del personale pedagogico per migliorare l'attrattiva della professione, ma la sua attuazione è stata rimandata. I risultati scolastici sono in genere buoni, ma fortemente influenzati dal retroterra socioeconomico degli studenti. Gli scarsi risultati scolastici dei gruppi svantaggiati, in particolare della comunità rom, destano serie preoccupazioni. Secondo le stime un'ampia percentuale di bambini rom abbandona precocemente la scuola. Numerosi bambini rom ricevono l'istruzione al di fuori delle scuole ordinarie e, di conseguenza, raggiunge standard di apprendimento inferiori rispetto ai bambini del resto della popolazione. Le opportunità di formazione che consentano agli insegnanti di affrontare questo problema non sono sufficientemente sviluppate. Solo una bassa percentuale di insegnanti partecipa infatti ad attività di sviluppo professionale relative all'insegnamento dei gruppi misti e all'istruzione inclusiva. È stato adottato un numero significativo di misure legislative e amministrative mirate all'istruzione inclusiva che cominciano a essere attuate. Tali misure intendono contribuire a colmare il divario nel successo e nei risultati scolastici tra i bambini rom e non rom. Nel marzo 2016 il parlamento ha adottato le modifiche della legge sull'istruzione che hanno esteso l'obbligo scolastico fino all'ultimo anno di istruzione prescolastica e hanno garantito un posto all'asilo nido per i bambini più piccoli. Tuttavia, le disuguaglianze nel sistema dell'istruzione rappresentano un ostacolo al miglioramento della qualità del capitale umano e limitano anche i risultati nel mondo del lavoro nelle fasi successive della vita.

(12)

Nella Repubblica ceca la situazione del mercato del lavoro è migliorata ma ulteriori progressi nel tasso di occupazione dipenderanno da una maggiore partecipazione da parte dei gruppi sottorappresentati, tra cui le donne con bambini piccoli, i lavoratori poco qualificati e i membri della comunità rom. Le attività di sensibilizzazione dei servizi pubblici per l'impiego, insieme a politiche attive del mercato del lavoro adeguate e ben mirate e a servizi individualizzati, contribuirebbero ad aumentare la partecipazione dei gruppi vulnerabili. La partecipazione al mercato del lavoro delle donne con bambini piccoli è frenata da una persistente mancanza di servizi per l'infanzia accessibili e di qualità, in particolare per i bambini fino a tre anni, e dalla diffusione limitata di orari di lavoro flessibili. Negli ultimi anni sono state adottate alcune misure per colmare queste lacune, ma sono necessari sforzi più sostanziali.

(13)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Repubblica ceca che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di convergenza e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Repubblica ceca negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Repubblica ceca, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'UE nel suo insieme, offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(14)

Alla luce di questa valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza e ritiene (5) che la Repubblica ceca dovrebbe rispettare le disposizioni del patto di stabilità e crescita,

RACCOMANDA che la Repubblica ceca adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

adottare misure per assicurare la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche, alla luce dei futuri rischi in ambito sanitario; adottare una legislazione che rafforzi il quadro di bilancio;

2.

ridurre gli ostacoli amministrativi e normativi agli investimenti, in particolare nei settori dei trasporti e dell'energia, e aumentare la disponibilità di servizi di amministrazione digitale; adottare le riforme anticorruzione in sospeso e migliorare le procedure di appalto pubblico;

3.

rafforzare la governance del sistema di ricerca e sviluppo e agevolare i collegamenti tra le università e le imprese; migliorare l'attrattiva delle professioni dell'insegnamento e adottare misure per aumentare l'inclusione dei bambini svantaggiati, compresi i rom, nelle scuole ordinarie e nell'istruzione prescolastica; eliminare gli ostacoli a una maggiore partecipazione al mercato del lavoro da parte dei gruppi sottorappresentati, in particolare le donne.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(4)  Direttiva 2011/85/UE del Consiglio, dell'8 novembre 2011, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 41).

(5)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/27


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 di Cipro e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 di Cipro

(2016/C 299/07)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2 e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Cipro è stato soggetto a un programma di aggiustamento macroeconomico fino al 31 marzo 2016, ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 2, della decisione di esecuzione 2013/463/UE del Consiglio (3). A norma dell'articolo 12 del regolamento (UE) n. 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), Cipro è stato esonerato dal monitoraggio e dalla valutazione del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche per la durata del programma. Essendo uscito dal programma, Cipro è ora pienamente reintegrato nel quadro del semestre europeo.

(2)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui annunciava che la situazione di Cipro sarebbe stata oggetto di valutazione nell'ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici al termine del programma di aggiustamento macroeconomico. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (5). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, Cipro dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(3)

Il 7 aprile 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa a Cipro 2016, nella quale sono valutate la situazione economica e sociale del paese e le sfide che esso deve affrontare dopo l'uscita dal programma di aggiustamento macroeconomico il 31 marzo 2016, nonché i suoi progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. Il 7 aprile 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che Cipro presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare, è fondamentale che il paese affronti i grossi squilibri di stock sotto forma di un eccessivo debito privato, pubblico ed estero e l'elevato livello dei crediti deteriorati.

(4)

Il 28 aprile 2016 Cipro ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il 13 maggio 2016, in ritardo rispetto alla scadenza, il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(5)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (6), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(6)

In seguito all'abrogazione della procedura per i disavanzi eccessivi, Cipro è sottoposto al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetto alla regola del debito transitoria. Secondo le stime, il saldo strutturale nel 2015 registra un avanzo che raggiunge l'1,7 % del PIL e supera nella stessa misura l'obiettivo a medio termine. Secondo le previsioni di primavera 2016 della Commissione, l'obiettivo di bilancio a medio termine dovrebbe continuare ad essere raggiunto anche nel 2016. Tuttavia, nell'ipotesi di politiche invariate, esiste il rischio di una qualche deviazione rispetto all'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2017. È previsto un deterioramento del saldo strutturale di Cipro superiore a quanto autorizzato dalla regola del debito transitoria. In base alla sua valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni della primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che Cipro rischi di non rispettare le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Saranno quindi necessari ulteriori interventi per garantire il rispetto delle disposizioni del patto nel 2017.

(7)

Nel quadro del suo programma di aggiustamento macroeconomico Cipro ha messo in atto importanti riforme di bilancio/strutturali. Devono essere ancora adottati alcuni atti di diritto derivato relativi alle procedure di preparazione del bilancio, agli obblighi per gli aggiustamenti di bilancio intra-annuali e alle responsabilità degli agenti incaricati del controllo degli impegni. Inoltre, il settore pubblico presenta ancora inefficienze. In particolare le retribuzioni dell'amministrazione pubblica sono tra le più alte (in percentuale del PIL) della zona euro, mentre gli indicatori di efficienza restano mediocri a causa della mancanza di incentivi alla mobilità e di incentivi legati ai risultati. I servizi forniti dallo Stato (telecomunicazioni, energia) sono molto costosi e tuttora relativamente protetti dalla concorrenza. Nell'ambito del programma di aggiustamento macroeconomico, Cipro si è impegnato ad adottare un meccanismo vincolante per limitare gli aumenti di stipendio dei dipendenti pubblici in modo da garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. Il progetto di legge è stato preparato e presentato alla Camera dei rappresentanti, ma non è ancora stato adottato. Nell'ambito del programma di aggiustamento macroeconomico, per migliorare l'efficienza del settore pubblico sono stati presentati, ma non ancora adottati, una riforma orizzontale dell'amministrazione pubblica, un progetto di riforma delle amministrazioni locali e una nuova legge sulla governance degli enti statali.

(8)

L'indebitamento del settore privato di Cipro rimane eccessivo. Benché i quadri rivisti in materia di insolvenza e pignoramento costituiscano un importante passo avanti per bilanciare i diritti dei mutuatari e dei creditori, è ancora possibile migliorarne l'efficienza ed estenderne l'utilizzo. Un certo numero di lacune nel funzionamento di tali quadri impedisce di avviare una riduzione sostenibile del debito privato e di accelerare la riduzione dei crediti deteriorati. Tale situazione pesa anche sulla capacità di offrire una seconda opportunità agli imprenditori. Si riscontrano varie lacune anche nella messa in atto delle soluzioni di ristrutturazione del debito del settore privato. È altresì importante che vengano adottate tutte le disposizioni e le norme di procedura civile necessarie affinché la normativa in materia di insolvenza sia effettivamente attuata. Per essere pienamente operativo, il servizio per le insolvenze deve dotarsi di personale adeguato, di un'infrastruttura informatica appropriata e di un numero sufficiente di curatori fallimentari preparati e abilitati. Inoltre, la messa a punto di sistemi affidabili e rapidi per il rilascio e il trasferimento di titoli di proprietà è fondamentale per evitare l'accumulo di arretrati e per fornire garanzie agli acquirenti, assicurando la corretta determinazione dei diritti di proprietà e contribuendo al ripristino della fiducia nel mercato immobiliare.

(9)

Cipro deve affrontare notevoli sfide legate al funzionamento del sistema giudiziario. Procedure giudiziarie inefficienti e una capacità limitata hanno causato seri ritardi nel trattamento delle cause, ostacolando la messa in atto dei quadri in materia di insolvenza e pignoramento ed indebolendo il contesto imprenditoriale nel suo insieme. In attesa di una riforma del codice di procedura civile, il trattamento e l'esecuzione delle sentenze giudiziarie, nonché la riduzione dell'arretrato accumulato procedono con lentezza.

(10)

Sono stati compiuti progressi significativi nell'ambito del programma di aggiustamento macroeconomico volto a ripristinare la fiducia nel sistema finanziario di Cipro. Ciononostante Cipro deve ancora risolvere la questione di come ripristinare le normali condizioni per l'erogazione di prestiti all'economia e per la riduzione di crediti deteriorati, che rappresentano circa il 55 % del totale dei prestiti alle famiglie e alle società non finanziarie. L'elevato indebitamento delle imprese le rende meno competitive e incide sulla loro capacità di investire e crescere. Nonostante i progressi compiuti, gli sforzi delle banche per ristrutturare il debito di mutuatari solvibili non hanno ancora prodotto risultati concreti e la costituzione di accantonamenti per le loro esposizioni deteriorate resta relativamente limitata. Le lacune riscontrate nell'applicazione dei contratti e nella disciplina in materia di rimborsi gravano sulla capacità di far fronte a inadempimenti strategici e di arginare la costituzione di crediti deteriorati. Le banche hanno un accesso limitato alle informazioni sul reddito e sul patrimonio dei debitori, nonostante la creazione del registro dei crediti.

(11)

Cipro ha compiuto molti progressi per far uscire l'economia dalla recessione, ma il livello degli investimenti rimane basso e il potenziale di crescita economica è limitato. Nell'ambito del programma, Cipro ha adottato un piano d'azione per la crescita, inteso a migliorare la competitività, ad aumentare gli incentivi all'innovazione e a stimolare gli investimenti creando un ambiente più trasparente ed efficiente per le imprese e semplificando le procedure di rilascio per le licenze e le autorizzazioni. L'attuazione del piano di privatizzazione e il rafforzamento delle autorità nazionali di regolamentazione mirano ad attirare investimenti stranieri in grado di rilanciare la produttività. Le possibilità di accesso ai finanziamenti per le imprese di nuova formazione e le PMI sono molto limitate, in un contesto in cui le condizioni creditizie delle banche sono rigide e mancano fonti alternative di finanziamento. L'accesso al finanziamento potrebbe essere facilitato da un maggiore coordinamento degli strumenti UE, quali i fondi strutturali e di investimento europei, il Fondo europeo per gli investimenti strategici e i programmi di finanziamento dell'UE.

(12)

La ripresa del mercato del lavoro è iniziata nel 2015, ma il tasso di disoccupazione, seppure in calo, resta elevato. In particolare, la disoccupazione giovanile e di lunga durata sono fonte di preoccupazione. Sono state adottate alcune misure in materia di politiche attive del mercato del lavoro e dei servizi pubblici per l'impiego. Tuttavia, i servizi pubblici per l'impiego non dimostrano ancora di essere in grado di rispondere alla domanda, di fornire assistenza e consulenza di qualità nella ricerca di un impiego e di coinvolgere i giovani non iscritti alle liste di collocamento. I programmi volti a rafforzare la capacità amministrativa dei servizi pubblici per l'impiego, compreso l'aumento del numero dei consulenti del lavoro specializzati che rispondono direttamente alle esigenze dei clienti, hanno subito ritardi. L'efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro è limitata dallo scarso monitoraggio effettivo della qualità dei programmi in corso.

(13)

La partecipazione dei giovani ai corsi di istruzione e di formazione professionale rimane bassa e i datori di lavoro non sono coinvolti nel sistema di istruzione. Tuttavia, in linea con la strategia per l'istruzione e la formazione professionale, alcune misure sono in fase di attuazione.

(14)

Cipro non dispone di una copertura sanitaria universale e il suo sistema di assistenza sanitaria non fornisce un accesso adeguato ed efficace alle cure. Le limitate risorse pubbliche disponibili per l'assistenza sanitaria fanno sì che il numero di esigenze di assistenza insoddisfatte (a causa dei costi ma anche delle prestazioni non rimborsabili) sia molto più alto rispetto agli altri Stati membri dell'UE. L'uso delle risorse può essere migliorato. Tra le misure considerate pertinenti (ma non ancora adottate) per migliorare l'adeguatezza e l'efficacia in termini di costi del sistema sanitario cipriota figurano una maggiore autonomia degli ospedali pubblici e la creazione di un sistema sanitario nazionale.

(15)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica di Cipro, che ha pubblicato nella relazione per paese 2016, e ha valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma di Cipro. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica di Cipro, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme, offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 5.

(16)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (7) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(17)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 5,

RACCOMANDA che Cipro adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

rispettare l'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e nel 2017, dopo aver corretto il disavanzo eccessivo; adottare, entro la fine del 2016, un meccanismo vincolante che fissi il tasso di aumento della retribuzione dei dipendenti pubblici; adottare, entro la fine del 2016, la riforma orizzontale dell'amministrazione pubblica e la legge sulla governance degli enti statali e attuare la riforma delle amministrazioni locali; adottare, entro la fine del 2016, gli atti di diritto derivato necessari al completamento del nuovo quadro di bilancio;

2.

rimuovere, entro giugno 2017, gli ostacoli alla piena attuazione dei quadri in materia di insolvenza e pignoramento e garantire risorse adeguate al servizio per le insolvenze; garantire sistemi affidabili e celeri per il rilascio di titoli di proprietà e il trasferimento dei diritti immobiliari; aumentare la capacità e l'efficienza del sistema giudiziario; riformare il codice di procedura civile;

3.

adottare, entro il 2016, misure aggiuntive volte a garantire una diminuzione dei crediti deteriorati e valutazioni accurate delle garanzie reali ai fini dell'accantonamento; ampliare la gamma delle informazioni disponibili ai creditori ed aumentare le informazioni attualmente fornite per rendere pienamente efficace il registro dei crediti;

4.

rimuovere gli ostacoli agli investimenti, in particolare mettendo in atto il piano d'azione per la crescita, portando avanti il piano di ristrutturazione e rafforzando le autorità nazionali di regolamentazione; adottare misure per migliorare l'accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese;

5.

accrescere la capacità dei servizi pubblici per l'impiego e i loro servizi di assistenza a disoccupati di lunga durata; rafforzare le azioni rivolte ai disoccupati non iscritti nelle liste di collocamento; adottare una legge per la riforma del settore ospedaliero e portare avanti la prevista attuazione della copertura sanitaria universale.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  Decisione di esecuzione 2013/463/UE del Consiglio, del 13 settembre 2013, che approva il programma di aggiustamento macroeconomico per Cipro e abroga la decisione 2013/236/UE (GU L 250 del 20.9.2013, pag. 40).

(4)  Regolamento (UE) n. 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri nella zona euro che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria (GU L 140 del 27.5.2013, pag. 1).

(5)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(6)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(7)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/32


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Bulgaria e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Bulgaria

(2016/C 299/08)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Bulgaria è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Bulgaria 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Bulgaria sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha adottato una comunicazione in cui presenta i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Bulgaria presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare, l'economia è caratterizzata da fragilità tuttora esistenti nel settore finanziario e da un elevato indebitamento delle imprese in un contesto di elevata disoccupazione.

(3)

Il 15 aprile 2016 la Bulgaria ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di convergenza 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

La Bulgaria è attualmente soggetta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel suo programma di convergenza 2016, il governo prevede un graduale miglioramento del saldo nominale (– 1,9 % del PIL nel 2016 e – 0,2 % del PIL nel 2019). L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dell'1 % del PIL, dovrebbe essere conseguito a partire dal 2017. Secondo il programma di convergenza, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe raggiungere un picco del 31,8 % nel 2018 per poi scendere al 30,8 % nel 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si basano le proiezioni di bilancio è leggermente favorevole. Le misure necessarie per sostenere i previsti obiettivi di disavanzo dal 2017 in poi non sono state sufficientemente specificate. Sulla base delle previsioni della primavera 2016 della Commissione, vi è il rischio di una qualche deviazione dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine sia nel 2016 che nel 2017 a politiche invariate. In base alla sua valutazione del programma di convergenza e tenendo conto delle previsioni della primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che la Bulgaria riuscirà in linea di massima a rispettare le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Saranno tuttavia necessarie altre misure per assicurare la conformità sia nel 2016 che nel 2017.

(6)

La Bulgaria ha compiuto alcuni progressi nel dar seguito alla raccomandazione, che le è stata rivolta l'anno scorso, di rendere più efficiente la spesa sanitaria, in particolare producendo una mappa sanitaria nazionale che consentirà di pianificare la spesa sanitaria in base a criteri territoriali e alle esigenze della popolazione. Il sistema sanitario bulgaro si trova ad affrontare importanti sfide, tra cui accesso limitato, scarse dotazioni finanziarie e scarsa qualità dei risultati in campo sanitario. Nonostante i recenti sforzi volti a migliorare la riscossione delle imposte, l'economia sommersa continua a rappresentare un problema importante che incide sulle entrate pubbliche. Il lavoro sommerso, compresa la dichiarazione dei redditi incompleta e l'evasione dei contributi di sicurezza sociale, distorce il mercato del lavoro e riduce il gettito fiscale.

(7)

Alcune pratiche commerciali incaute nel settore finanziario, specie in quello bancario, associate a una vigilanza inefficiente, hanno creato condizioni favorevoli all'accumulo di squilibri. Il completamento, in modo trasparente e nel rispetto delle migliori prassi internazionali, del riesame avviato di recente dei settori bancario, assicurativo e dei fondi pensione e l'adozione delle necessarie azioni di follow-up rafforzeranno la fiducia nel settore finanziario. Inoltre, un impegno costante volto a migliorare la vigilanza finanziaria, sia nel settore bancario sia negli altri settori, avrà un ruolo importante nel rafforzare il sistema finanziario e nel fare in modo che sostenga la ripresa macroeconomica, di cui si vedono i primi segnali.

(8)

Il mercato del lavoro ha registrato una ripresa modesta, ma le carenze ancora riscontrabili continuano a ostacolare la crescita e limitano la capacità di aggiustamento dell'economia. L'aggiustamento del mercato del lavoro è ostacolato dal carattere strutturale della disoccupazione di lunga durata, dalla diminuzione e dall'invecchiamento della forza lavoro, dalla scarsa partecipazione al mercato del lavoro e dagli squilibri tra domanda e offerta di competenze. Sebbene si registri un graduale miglioramento sul fronte dell'occupazione, restano grandi sfide da affrontare, che riguardano ad esempio i disoccupati di lunga durata e i giovani non occupati né inseriti in un percorso di istruzione o formazione. Le politiche attive del mercato del lavoro potrebbero svolgere un ruolo più incisivo nell'aiutare questi gruppi ad accedere al mercato del lavoro. L'attivazione delle persone che beneficiano di prestazioni sociali è ostacolata dalla frammentazione delle diverse agenzie che erogano le prestazioni sociali e i servizi di integrazione nel mercato del lavoro, nonché dalla loro scarsa cooperazione. Sono stati sviluppati, nel quadro di un progetto pilota, appositi centri per l'impiego e l'assistenza sociale che combinano i servizi dell'agenzia di collocamento e quelli dell'agenzia per l'assistenza sociale, ma nessuna decisione è stata ancora adottata per attuare il progetto su più vasta scala dopo la sua conclusione nel dicembre 2016.

(9)

Sebbene sia ancora il più basso tra i paesi dell'Unione, il salario minimo in Bulgaria è aumentato notevolmente dal 2011 ma l'assenza di criteri oggettivi per la sua determinazione genera incertezza. Nonostante il lavoro del governo e delle parti sociali in questo campo, la Bulgaria ancora non dispone di orientamenti chiari o di criteri trasparenti per la determinazione del salario minimo che tengano conto del suo impatto sulla creazione di posti di lavoro, sulle condizioni sociali e sulla competitività.

(10)

I tassi di rischio di povertà o di esclusione sociale, come pure i livelli di disuguaglianza, sono ancora molto alti in Bulgaria. I progressi nella lotta alla povertà e all'esclusione sociale sono ostacolati dalle persistenti sfide che riguardano l'integrazione dei Rom nel mercato del lavoro, l'agevolazione del passaggio dalla scuola al lavoro e il miglioramento della copertura e dell'efficacia delle politiche sociali, sanitarie e relative al mercato del lavoro. Il regime di reddito minimo generale fornisce livelli molto limitati di sostegno e raggiungimento della popolazione. Il livello delle indennità è al di sotto della soglia di povertà e non è stato aumentato in linea con l'evoluzione del salario medio e di quello minimo degli ultimi anni. Le stime riguardanti la copertura indicano che molti dei beneficiari previsti in realtà non ricevono le prestazioni. Una capacità maggiore di raggiungere i gruppi destinatari, nel rispetto della responsabilità di bilancio, consentirebbe di alleviare la povertà.

(11)

La capacità del sistema scolastico di includere i gruppi vulnerabili e di trasmettere agli studenti le competenze necessarie è limitata. I gruppi vulnerabili, ad esempio i Rom e gli alunni meno abbienti, continuano a scontrarsi con grandi difficoltà nell'accesso all'istruzione e nel completamento degli studi. Il livello di iscrizione tra i Rom, a tutti i livelli di istruzione, è molto più basso di quello registrato tra le comunità non Rom. Il tasso di abbandono scolastico è in continuo aumento ed è particolarmente elevato nelle aree rurali e nelle regioni meno sviluppate. Rimuovere gli ostacoli alla partecipazione all'istruzione della prima infanzia per i bambini svantaggiati è essenziale per migliorare i risultati scolastici e prevenire l'abbandono. Una nuova legge sull'istruzione prescolare e scolare adottata dal parlamento nel settembre 2015 rappresenta un importante passo verso una riforma globale del sistema scolastico. L'attuazione di questa normativa, unita a misure mirate volte a superare gli ostacoli di natura non legislativa alla piena partecipazione dei gruppi svantaggiati all'istruzione, dovrebbe contribuire ad aumentare il potenziale di crescita dell'economia bulgara e a rafforzare la coesione sociale a lungo termine. I tassi di iscrizione e di completamento degli studi nell'istruzione terziaria sono in aumento e il tasso di occupazione dei neolaureati sta registrando un lento miglioramento, pur restando nettamente al di sotto della media UE.

(12)

I rischi derivanti dall'elevato indebitamento delle imprese e gli ostacoli alla riduzione dell'indebitamento restano significativi. Il regime di insolvenza esistente fornisce un margine ridotto per un efficace processo di rinegoziazione del debito e fa poco per porre rimedio all'elevato indebitamento delle imprese. Riforme volte a semplificare le procedure di insolvenza delle imprese potrebbero migliorare la riduzione dell'indebitamento e aprire la strada a nuovi prestiti e investimenti.

(13)

Il sistema degli appalti pubblici in Bulgaria continua a risentire di debolezze strutturali, compresi irregolarità sistematiche nelle procedure di appalto, mancanza di capacità amministrativa e meccanismi di controllo inefficienti, alle quali vanno ad aggiungersi sistematici ricorsi giudiziari che spesso ritardano la realizzazione di opere sul territorio. Il passaggio agli appalti pubblici completamente elettronici ha compiuto solo progressi limitati. Le carenze del sistema bulgaro degli appalti pubblici hanno portato all'interruzione dei pagamenti e a rettifiche finanziarie nei programmi di finanziamento dell'UE, oltre ad incidere sul più vasto contesto imprenditoriale.

(14)

Politiche instabili e la mancanza di fiducia nelle principali istituzioni pubbliche, come ad esempio il sistema giudiziario, penalizzano notevolmente gli investimenti nell'economia del paese. La lentezza nell'attuazione delle riforme della pubblica amministrazione e delle riforme in settori specifici come la ricerca, l'innovazione e l'energia ostacola il miglioramento del contesto per gli investimenti. Sebbene la Bulgaria abbia adottato un quadro strategico per riformare e modernizzare la pubblica amministrazione, i progressi sono lenti e l'attuazione delle misure è spesso posticipata. La nuova legislazione non è soggetta a una valutazione sistematica dell'impatto, anche se si è notato un certo impegno per cambiare questa situazione. Frequenti modifiche al quadro giuridico creano incertezza e incidono sul contesto imprenditoriale. La corruzione continua a destare serie preoccupazioni e la risposta delle autorità nazionali al problema è tuttora ostacolata dalla debolezza e della frammentazione delle istituzioni. Nel quadro del meccanismo di cooperazione e verifica, la Bulgaria riceve raccomandazioni in materia di riforma giudiziaria e lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. Si tratta di questioni di importanza fondamentale per l'intero contesto imprenditoriale che non sono affrontate nelle raccomandazioni specifiche per paese rivolte alla Bulgaria.

(15)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Bulgaria che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di convergenza e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Bulgaria negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Bulgaria, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 4.

(16)

Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza e il suo parere (4) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(17)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di convergenza. Le raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 4,

RACCOMANDA che la Bulgaria adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

conseguire un aggiustamento annuo di bilancio verso l'obiettivo di bilancio a medio termine pari allo 0,5 % del PIL nel 2016 e nel 2017; migliorare ulteriormente la riscossione delle imposte e adottare misure volte a ridurre le dimensioni dell'economia informale, compreso il lavoro sommerso;

2.

completare, entro la fine del 2016, la verifica della qualità degli attivi e le prove di stress delle banche; completare, entro la fine del 2016, la verifica dei bilanci e le prove di stress delle imprese di assicurazione e la verifica degli attivi dei fondi pensione privati; adottare, secondo necessità, le azioni di follow-up in tutti e tre i settori e continuare a migliorare la vigilanza nel settore bancario e non bancario;

3.

rafforzare e integrare l'assistenza sociale, compresi i pertinenti servizi sociali, e le politiche attive del mercato del lavoro, in particolare per i disoccupati di lunga durata e i giovani non occupati né inseriti in un percorso di istruzione o formazione; aumentare l'offerta di istruzione di qualità per i gruppi svantaggiati, compresi i Rom; aumentare l'efficienza del sistema sanitario migliorando l'accesso, la dotazione finanziaria e i risultati in campo sanitario; stabilire, in consultazione con le parti sociali, orientamenti e criteri per la determinazione del salario minimo; aumentare la copertura e l'adeguatezza del regime di reddito minimo;

4.

riformare il regime di insolvenza per velocizzare le procedure di risanamento e risoluzione e migliorarne l'efficacia e la trasparenza; potenziare la capacità degli organi giurisdizionali per quanto riguarda le procedure di insolvenza; rafforzare la capacità dell'agenzia per gli appalti pubblici e delle amministrazioni aggiudicatrici e migliorare la concezione e il controllo delle procedure di appalto pubblico, in particolare dando piena attuazione alla strategia nazionale per lo sviluppo del settore degli appalti pubblici (2014-2020); accelerare l'introduzione degli appalti elettronici.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(4)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/36


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 del Belgio e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 del Belgio

(2016/C 299/09)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui il Belgio è stato annoverato tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, il Belgio dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa al Belgio 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che il Belgio non presenta squilibri macroeconomici. L'indebolita competitività esterna del paese unitamente a un forte indebitamento pubblico può porre rischi in futuro. Sviluppi recenti indicano tuttavia un miglioramento della competitività. Misure correttive — tra cui la moderazione salariale e la riduzione dei contributi previdenziali — hanno comportato un rallentamento della crescita del costo del lavoro. Il debito pubblico non è in calo, ma i rischi a breve termine sembrano essere contenuti.

(3)

Il 29 aprile 2016 il Belgio ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Il programma di stabilità 2016 indica che l'incidenza sul bilancio dell'eccezionale afflusso di rifugiati nel 2015 e nel 2016 e delle eccezionali misure di sicurezza nel 2016 è stata significativa e fornisce prove adeguate circa la portata e la natura dei costi di bilancio supplementari. Secondo la Commissione, le spese supplementari ammissibili per i rifugiati sono ammontate allo 0,03 % del PIL nel 2015, mentre l'incidenza aggiuntiva nel 2016 è stimata allo 0,17 % del PIL per le spese connesse ai rifugiati e allo 0,12 % del PIL per le misure di sicurezza. Le disposizioni di cui all'articolo 5, paragrafo 1, e all'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97 tengono conto di tali spese supplementari, in quanto l'afflusso dei rifugiati e la gravità della minaccia terroristica sono eventi eccezionali, le loro ripercussioni sulle finanze pubbliche del Belgio sono rilevanti e la sostenibilità non risulterebbe compromessa consentendo una deviazione temporanea dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine. L'aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine richiesto per il 2015 è stato pertanto ridotto per tener conto dei costi supplementari legati ai rifugiati. Per quanto riguarda il 2016, la valutazione finale, anche per gli importi ammissibili, sarà effettuata nella primavera del 2017 sulla base dei rilevamenti di dati forniti dalle autorità belghe.

(6)

Il Belgio è attualmente sottoposto al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetto alla regola del debito transitoria. Il 18 maggio 2016 la Commissione ha pubblicato una relazione a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del TFUE, perché nel 2015 il Belgio non ha compiuto progressi sufficienti verso l'osservanza della regola del debito. L'analisi giungeva alla conclusione che il criterio del debito poteva considerarsi doveva essere considerato soddisfatto. Nel programma di stabilità 2016 il governo prevede un graduale miglioramento del saldo nominale da un disavanzo del 2,6 % del PIL nel 2015 al -0,2 % del PIL nel 2019. L'obiettivo di bilancio a medio termine rivisto, fissato a una posizione di bilancio in pareggio in termini strutturali, dovrebbe essere raggiunto entro il 2018. Tuttavia, il saldo strutturale ricalcolato (5) continua ad indicare un disavanzo strutturale pari allo 0,4 % del PIL nel 2018. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe raggiungere un picco del 106,2 % del PIL nel 2016 e diminuire al 99,6 % entro il 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è plausibile. benché le misure a sostegno degli obiettivi di disavanzo pianificati a partire dal 2017 non siano state illustrate in modo sufficientemente dettagliato. Sulla base delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, se le politiche restano invariate vi è il rischio di una deviazione significativa dall'aggiustamento raccomandato nel 2016, nonché congiuntamente nel 2016 e nel 2017. Escludendo l'incidenza sul bilancio dell'afflusso eccezionale di rifugiati e delle eccezionali misure di sicurezza, la deviazione prevista nel 2016 non è significativa. Non si prevede che il Belgio rispetti la regola del debito transitoria nel 2016 né, alla fine del periodo di transizione, il parametro di riferimento della riduzione del debito nel 2017. In base alla valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio è del parere che il Belgio rischi di non ottemperare alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. Nel 2016 e nel 2017 saranno quindi necessari ulteriori interventi per garantire il rispetto di dette disposizioni.

(7)

L'elevato debito pubblico si accompagna a deboli prestazioni sul piano delle esportazioni e della competitività. Le prestazioni esterne sono andate deteriorandosi dal 2000, come dimostrano le perdite di quote sul mercato mondiale, una tendenza aggravata da esportazioni orientate principalmente verso mercati meno dinamici. Sebbene la tendenza negativa registrata per le quote di mercato sia stata arrestata negli ultimi anni, le perdite accumulate restano consistenti. Anche la specializzazione in segmenti di mercato più fortemente esposti alla concorrenza sui prezzi compromette la capacità di esportazione del paese. Quest'aspetto è difficilmente conciliabile con l'alto costo del lavoro in Belgio. Fino a poco tempo fa, i costi unitari del lavoro sono aumentati rapidamente a causa della bassa crescita della produttività e, in particolare, della rapida crescita dei salari. Quest'ultima è riconducibile a taluni elementi del sistema di fissazione dei salari. Da un lato, i margini per la crescita dei salari reali sono stati ripetutamente fissati a un livello troppo elevato. D'altro, l'inflazione ha ripetutamente superato sia le aspettative che i tassi registrati nei paesi limitrofi. La differenza strutturale dei tassi di inflazione di base tra il Belgio e i paesi limitrofi è causata principalmente da una maggiore crescita del prezzo dei servizi e dal funzionamento non ottimale del mercato al dettaglio. L'inflazione si è tradotta in una crescita dei salari a causa della prassi generale di indicizzazione automatica dei salari. Presi insieme, questi fattori hanno minato l'efficacia di un sistema di fissazione dei salari fortemente coordinato. Per arrestare il declino della competitività e il suo impatto negativo sull'andamento delle esportazioni e dell'occupazione, negli ultimi anni le autorità belghe sono intervenute nel processo di fissazione dei salari. Sono state imposte misure di moderazione salariale, compresi limiti agli aumenti dei salari reali e la sospensione dei regimi di indicizzazione salariale. Sono inoltre in fase di attuazione delle riduzioni dei contributi previdenziali. Tuttavia, per garantire la sostenibilità di tale correzione, occorre varare riforme strutturali del quadro regolamentare per la fissazione dei salari in linea con le raccomandazioni del Consiglio degli anni passati. Sebbene il governo intenda rivedere la legge del 1996 relativa alla promozione dell'occupazione e alla salvaguardia della competitività (Loi relative à la promotion de l'emploi et à la sauvegarde préventive de la compétitivité), che costituisce la base su cui le parti sociali fissano ogni due anni la «norma salariale», finora sono stati realizzati solo scarsi progressi. Formalizzare il legame tra salari e produttività contribuirebbe a consolidare i miglioramenti recenti e a scongiurare il ripetersi dei problemi incontrati in passato.

(8)

Sono stati compiuti alcuni progressi riguardo al funzionamento globale del mercato del lavoro. Gli incentivi all'occupazione sono stati rafforzati da misure volte a ridurre il cuneo fiscale e da modifiche del sistema delle indennità di disoccupazione. Le notevoli differenze in termini di occupazione tra gruppi specifici della popolazione restano tuttavia alla base di un impiego cronicamente inefficiente della manodopera, in particolare fra i lavoratori poco qualificati, i giovani, i lavoratori più anziani e le persone provenienti da un contesto migratorio. Inoltre, le aliquote d'imposta marginali per entrare o rientrare nel mercato del lavoro sono all'origine di inattività e salari bassi per coloro che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare o per determinati tipi di nucleo familiare, come i single e le famiglie monoparentali. È perciò importante specificare meglio e attuare politiche volte a incoraggiare il passaggio dall'inattività o dalla disoccupazione all'occupazione. Le disuguaglianze nell'istruzione legate al contesto socio-economico sono tra le più profonde nell'Unione e gli scarsi risultati scolastici spiegano in parte i risultati insoddisfacenti sul mercato del lavoro delle persone provenienti da un contesto migratorio. Le riforme dell'istruzione in corso di attuazione intendono contrastare in particolare l'abbandono scolastico e migliorare la disponibilità di assistenza e istruzione rivolte alla prima infanzia. Le autorità competenti cercano di migliorare la qualità e la pertinenza dei sistemi di formazione professionale. Queste riforme potrebbero agevolare la transizione verso un'economia ad alto contenuto di conoscenza e sempre più orientata ai servizi e ridurre gli squilibri tra domanda e offerta di competenze e la carenza persistente di manodopera in alcune professioni. Inoltre, i tassi di attività e di occupazione decisamente bassi dei lavoratori più anziani richiedono politiche atte a promuovere l'invecchiamento attivo e a sostenere la domanda del mercato del lavoro per i lavoratori più anziani. Potrebbero essere infine giustificate misure fiscali supplementari per agevolare l'entrata nel mondo del lavoro.

(9)

Vi è ancora un ampio margine per migliorare la dimensione non legata ai costi della competitività esterna. Per salvaguardare e innalzare i livelli di benessere attuali, occorre concentrarsi maggiormente sull'incremento della produttività e sugli investimenti in capitale basato sulla conoscenza. Per far ciò occorre puntare su prodotti e servizi associati che si situano più in alto nella catena del valore, a partire da prestazioni migliori in termini di innovazione e dalla messa a frutto dei risultati di R&S. Nonostante disponga di un sistema pubblico di ricerca di alta qualità, il Belgio ha un numero relativamente limitato di imprese in rapida crescita in settori innovativi. Il contesto imprenditoriale si scontra altresì con oneri amministrativi e normativi che impediscono la creazione e l'espansione delle imprese. Gli obblighi inerenti alla struttura dell'azionariato e le restrizioni al diritto di voto, alla forma giuridica e alle attività multidisciplinari frenano il dinamismo di mercato per i servizi alle imprese. Le restrizioni operative e le restrizioni in merito al luogo in cui i dettaglianti possono aprire l'esercizio producono effetti analoghi nel settore del commercio al dettaglio. Vi sono inoltre carenze per quanto riguarda l'efficienza del sistema giudiziario, con una scarsa diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Nel loro insieme, questi fattori costituiscono gravi ostacoli agli investimenti privati. Le infrastrutture di qualità scadente e le persistenti strozzature compromettono anche la crescita della produttività e gli investimenti. La rete dei trasporti presenta la carenza di investimenti più importante. La posizione geografica del Belgio, insieme alla presenza di organizzazioni internazionali, ha consentito al paese di attirare un numero elevato di centri di distribuzione, basi logistiche e sedi internazionali di diverse società. Va tuttavia acuendosi il problema della congestione del traffico nelle ore di punta, il che rende il paese meno attraente per gli investitori stranieri e causa notevoli costi economici e ambientali. Si prevede inoltre che il Belgio non sarà conforme al suo obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2020; il paese presenta gravi problemi di inquinamento atmosferico. Data l'elevata concentrazione di attività economiche attorno alla capitale e ai porti, le sfide più urgenti sono il miglioramento delle infrastrutture di base del trasporto ferroviario e stradale e la creazione dei collegamenti mancanti tra i principali centri economici. Allo stesso tempo, è importante affrontare il problema della congestione nelle ore di punta mediante il miglioramento dei servizi di trasporto pubblico, una migliore gestione del traffico nonché l'eliminazione delle distorsioni del mercato e degli incentivi fiscali controproducenti, quali il trattamento favorevole riservato ai veicoli aziendali.

(10)

Un'altra sfida riguarda l'adeguatezza della produzione interna di energia elettrica e la sicurezza dell'approvvigionamento in generale. Le interruzioni impreviste di vari impianti nucleari hanno suscitato preoccupazioni quanto all'equilibrio da trovare tra domanda e offerta di energia elettrica, mentre la revisione costante del calendario per la graduale eliminazione del parco nucleare ha creato un clima poco propizio all'adozione di decisioni di investimento a lungo termine. Ciò ha comportato un aumento delle importazioni mentre la sicurezza dell'approvvigionamento è sempre più compromessa. Anche se i rischi per l'approvvigionamento a breve termine si sono attenuati, il fabbisogno di investimento a più lungo termine rimane forte. Oltre a nuove importanti capacità di produzione all'interno del paese e un ulteriore aumento delle interconnessioni, occorre mettere a punto reti intelligenti per sviluppare la gestione della domanda. Tenuto conto dei tempi lunghi necessari per realizzare progetti di grande portata nel settore dell'energia e dell'elevato fabbisogno di capacità di sostituzione nel prossimo decennio, sarà necessaria un'azione rapida, in particolare per istituire un quadro giuridico adeguato che promuova l'aumento delle capacità di produzione.

(11)

Il Belgio ha realizzato qualche progresso nella riforma del sistema fiscale, in particolare trasferendo l'imposizione fiscale dal lavoro ad altre basi imponibili, il che ridurrà gradualmente il cuneo fiscale che grava sul lavoro. Anche la riduzione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e dei contributi sociali a carico del datore di lavoro aiuterà a restringere il divario esistente. Tuttavia, il sistema tributario resta complesso, con basi imponibili erose da specifiche esenzioni, detrazioni e riduzioni di aliquota, il che comporta in alcuni casi perdite di entrate, distorsioni economiche e un pesante onere amministrativo. Inoltre, il trasferimento dell'onere fiscale non sembra essere neutro dal punto di vista del bilancio. Vi è ancora un ampio margine per migliorare l'impostazione del sistema fiscale mediante un ulteriore ampliamento della base imponibile, permettendo così di ridurre sia le aliquote previste per legge che le distorsioni. Vi è inoltre un grande potenziale per un trasferimento favorevole all'ambiente del carico fiscale in considerazione, tra l'altro, del trattamento fiscale favorevole riservato ai veicoli aziendali e alle carte carburante, che concorrono all'inquinamento, alla congestione del traffico e alle emissioni di gas a effetto serra.

(12)

Negli ultimi anni il Belgio ha compiuto importanti progressi per riformare il sistema pensionistico. La legge del 10 agosto 2015 relativa all'aumento dell'età pensionabile, ai requisiti per il pensionamento anticipato e all'età minima per le pensioni di reversibilità fissa una nuova età minima pensionabile e criteri concernenti la durata della carriera per le pensioni ordinarie. Tuttavia, anche dopo le recenti riforme l'aumento previsto del rapporto spesa pensionistica/PIL resta elevato. Un collegamento automatico all'evoluzione della speranza di vita, come raccomandato in passato, ridurrebbe i rischi per la sostenibilità a medio e lungo termine. A questo proposito, il governo ha annunciato l'intenzione di introdurre un regime pensionistico basato sui crediti, che potrebbe consentire la messa in atto di meccanismi di adeguamento automatico in risposta agli sviluppi demografici. Tali questioni continueranno ad essere monitorate da vicino nel quadro del semestre europeo.

(13)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica del Belgio, che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte al Belgio negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica del Belgio, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'UE nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(14)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (6) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che il Belgio adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

pervenire a un aggiustamento annuo di bilancio pari almeno allo 0,6 % del PIL verso l'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e nel 2017; sfruttare le entrate impreviste per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL; convenire una distribuzione degli obiettivi di bilancio tra i vari livelli di governo, con forza esecutiva; semplificare il sistema fiscale ed eliminare le agevolazioni fiscali distorsive;

2.

effettuare, in consultazione con le parti sociali, la revisione prevista della legge del 1996 sulla promozione dell'occupazione e la salvaguardia della competitività; garantire che i salari possano evolvere in linea con la produttività; garantire l'efficacia delle politiche di attivazione del mercato del lavoro; portare avanti le riforme in materia di istruzione e formazione professionale e fornire sostegno alla formazione per i gruppi svantaggiati, in particolare quella rivolta alle persone provenienti da un contesto migratorio;

3.

stimolare la capacità di innovare, in particolare promuovendo gli investimenti nel capitale basato sulla conoscenza; accrescere la concorrenza nei settori dei servizi alle imprese e del commercio al dettaglio eliminando le restrizioni ingiustificate a livello operativo e quelle riguardanti il luogo di apertura dell'esercizio; ovviare alle carenze di investimento nelle infrastrutture di trasporto e nella capacità di generazione di energia.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  Saldo strutturale ricalcolato dalla Commissione in base alle informazioni contenute nel programma di stabilità, secondo la metodologia concordata.

(6)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/41


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 dei Paesi Bassi e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dei Paesi Bassi

(2016/C 299/10)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui i Paesi Bassi sono stati annoverati tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, i Paesi Bassi dovrebbero assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa ai Paesi Bassi 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dai Paesi Bassi sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che i Paesi Bassi presentano squilibri macroeconomici. È fondamentale affrontare il problema dello stock particolarmente voluminoso del debito delle famiglie. L'importante e persistente avanzo delle partite correnti, riconducibile a caratteristiche strutturali dell'economia e alle politiche concernenti le società non finanziarie, rimane un problema, anche tenuto conto delle ricadute sugli altri Stati membri della zona euro.

(3)

Il 28 aprile 2016 i Paesi Bassi hanno presentato il programma nazionale di riforma 2016 e il loro programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

I Paesi Bassi sono attualmente soggetti al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita e alla regola del debito transitoria. Nel programma di stabilità per il 2016 il governo prevede un graduale miglioramento del saldo nominale fino a raggiungere lo 0,1 % del PIL nel 2019. Allo stesso tempo prevede un deterioramento del saldo strutturale ricalcolato (5) nel 2016 (– 1,4 % del PIL) e un successivo miglioramento. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dello 0,5 % del PIL, dovrebbe essere raggiunto nel 2019. Tuttavia, in base al saldo strutturale ricalcolato, l'obiettivo di bilancio a medio termine sarebbe già conseguito a partire dal 2018. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe raggiungere il 65,4 % nel 2016, per poi scendere gradualmente al 58,9 % nel 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è plausibile. Stando alle previsioni della primavera 2016 della Commissione, sussiste il rischio di un certo scostamento da quanto prescritto dal braccio preventivo nel 2016 e nel periodo 2016-2017 a politiche invariate. Si prevede che i Paesi Bassi si conformino alla regola del debito transitoria nel 2016 e, al termine del periodo di transizione, al parametro di riferimento per la riduzione del debito nel 2017. Sulla base della valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni della primavera 2016 della Commissione, il Consiglio è del parere che i Paesi Bassi rispetteranno in linea di massima le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Ciononostante saranno necessarie ulteriori misure per assicurare la conformità sia nel 2016 che nel 2017.

(6)

Il recente aumento dell'occupazione può essere interamente ascrivibile all'aumento del numero di persone assunte con contratti a tempo determinato e del numero di lavoratori autonomi. Sebbene i Paesi Bassi abbiano adottato misure per far fronte al problema, è necessario un approccio di più ampio respiro. I bassi tassi di transizione da contratti a tempo determinato a contratti a tempo indeterminato continuano a comportare un rischio di segmentazione del mercato del lavoro. La percentuale elevata e crescente di contratti a tempo determinato s'iscrive in un contesto di grandi differenze in termini di disposizioni in materia di tutela dell'occupazione che riguardano i contratti a tempo determinato, da un lato, e i contratti a tempo indeterminato, dall'altro. I lavoratori autonomi senza dipendenti sono spesso sottoassicurati per l'invalidità, la disoccupazione e la vecchiaia, il che potrebbe incidere sulla sostenibilità a lungo termine del sistema di previdenza sociale. Sono state introdotte diverse misure per ridurre le divergenze tra i contratti a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato. Condizioni fiscali favorevoli e l'esenzione dall'obbligo di pagare determinati contributi sociali continuano a fornire incentivi finanziari per il lavoro autonomo.

(7)

Nel far fronte all'elevato indebitamento delle famiglie una sfida fondamentale è costituita dal mercato immobiliare, in cui le rigidità e gli incentivi distorsivi che si sono accumulati nel corso dei decenni hanno condizionato le modalità di finanziamento degli immobili residenziali e i comportamenti di risparmio del settore. La tendenza delle famiglie a contrarre mutui ipotecari lordi dando come garanzia il patrimonio immobiliare è dovuta a incentivi fiscali di vecchia data, in particolare la deducibilità fiscale degli interessi sui mutui ipotecari. Per porre rimedio, almeno in parte, a questa situazione dal 2012 è stata attuata una serie di misure, che tuttavia non sono state rafforzate come consigliato nella raccomandazione del Consiglio per il 2015. Lo sviluppo di un mercato privato degli affitti ben funzionante è ostacolato dalle sovvenzioni negli altri sottosettori degli alloggi. Il settore dell'edilizia popolare è uno dei più sviluppati nell'Unione ma gli alloggi non sempre sono assegnati a coloro che ne hanno veramente bisogno. Nel settore è stata introdotta una maggiore differenziazione dei canoni d'affitto in base al reddito. Le società edili dovranno separare le attività di interesse economico generale (l'edilizia popolare) dalle altre attività. Dato che i problemi correlati ad alcuni incentivi distorsivi che collegano gli affitti al reddito sul mercato dell'edilizia popolare sono stati risolti, è opportuno che questa parte della raccomandazione del Consiglio per il 2015 sposti l'attenzione sul monitoraggio della situazione. Allo stesso tempo, permangono notevoli distorsioni sul mercato degli immobili residenziali, il che continua a causare la propensione all'indebitamento delle famiglie. Sono necessari ulteriori progressi su questi aspetti.

(8)

Oltre alle distorsioni del mercato degli alloggi, i contributi non fiscali obbligatori versati al secondo pilastro del sistema pensionistico pesano sul reddito disponibile delle famiglie. Il secondo pilastro del sistema pensionistico vanta buoni risultati in termini di qualità e adeguatezza, ma presenta aspetti negativi che riguardano l'equità intergenerazionale, la trasparenza e la resilienza agli shock economici. Negli ultimi anni la sostenibilità del sistema pensionistico è stata migliorata con l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni entro il 2021 e il suo collegamento alla speranza di vita negli anni successivi. In media, i contributi pensionistici sono stati ridotti dopo la riduzione del tasso di accumulazione massimo esente da tasse. Un'adeguata distribuzione intra- e intergenerazionale dei costi e dei rischi in aggiunta alle norme già adottate sull'indicizzazione e sulle riserve finanziarie (quadro di valutazione finanziario) aiuterebbe le famiglie a destinare le risorse economiche in modo più favorevole alla crescita. Il governo ha annunciato l'intenzione di riformare in misura considerevole il secondo pilastro pensionistico con la partecipazione delle parti sociali, al fine di creare un sistema più trasparente e più equo sotto il profilo attuariale.

(9)

Durante la crisi economica c'è stato un sensibile calo degli investimenti, al quale ha fatto seguito un recupero solo parziale. La debolezza degli investimenti in tutti i settori dell'economia, imputabile a un ridimensionamento del mercato immobiliare e alle scelte in materia di risanamento di bilancio, sembra avere una forte connotazione ciclica. Sebbene gli ostacoli agli investimenti paiano trascurabili, il basso livello di investimenti nel settore edile e nelle energie rinnovabili sembra legato all'incertezza che pesa sui mercati e a fattori normativi. Nonostante un miglioramento delle condizioni creditizie, i rischi connessi alla concessione di nuovi prestiti sono amplificati nell'attuale contesto finanziario. La spesa pubblica in ricerca e sviluppo è in calo dal 2014, mentre quella del settore privato resta limitata. Nel 2015 il Consiglio ha pertanto raccomandato ai Paesi Bassi di riorientare la spesa pubblica verso investimenti in R&S e di adoperarsi per migliorare la spesa del settore privato a favore delle attività di R&S. La spesa pubblica e privata in R&S risulta modesta in considerazione del livello di istruzione, di formazione accademica e di sviluppo economico.

(10)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dei Paesi Bassi che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte ai Paesi Bassi negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dei Paesi Bassi, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme, offrendo un contributo a livello di UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(11)

Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (6) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

(12)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nella raccomandazione di cui al punto 3,

RACCOMANDA che i Paesi Bassi adottino provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

limitare lo scostamento dall'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e conseguire un aggiustamento annuo di bilancio dello 0,6 % del PIL nel 2017; dare priorità nella spesa pubblica al sostegno agli investimenti in ricerca e sviluppo;

2.

sormontare i restanti ostacoli all'assunzione di personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato e agevolare il passaggio dai contratti a tempo determinato ai contratti a tempo indeterminato; affrontare la questione del forte aumento dei lavoratori autonomi senza dipendenti, anche riducendo le distorsioni fiscali a favore del lavoro autonomo senza compromettere l'imprenditorialità e favorendo l'accesso dei lavoratori autonomi a una protezione sociale di costo accessibile;

3.

adottare misure per rendere il secondo pilastro del sistema pensionistico più trasparente, più equo dal punto di vista intergenerazionale e più resiliente agli shock; adottare misure volte a ridurre le restanti distorsioni nel mercato dell'edilizia abitativa e la propensione all'indebitamento delle famiglie, in particolare attraverso la riduzione della deducibilità fiscale degli interessi sui mutui ipotecari.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  Saldo strutturale ricalcolato dalla Commissione in base alle informazioni contenute nel programma di stabilità, secondo la metodologia concordata.

(6)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/45


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Estonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Estonia

(2016/C 299/11)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui l'Estonia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha anche adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, l'Estonia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa all'Estonia 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che l'Estonia non presenta squilibri macroeconomici.

(3)

Il 28 aprile 2016 l'Estonia ha presentato il suo programma di stabilità 2016 e il 10 marzo 2016 il suo programma nazionale di riforma 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di avvalersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

L'Estonia è attualmente soggetta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di stabilità 2016 il governo prevede un disavanzo nominale pari a circa lo 0,5 % del PIL nel periodo 2016-2018 e, successivamente, un pareggio di bilancio. In termini strutturali l'Estonia continua a soddisfare l'obiettivo di bilancio a medio termine — ossia il pareggio strutturale — per tutto il periodo del programma. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe rimanere attorno al 10 % del PIL nel 2017 per scendere a circa il 9

Formula

% del PIL nel 2020. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è plausibile per il 2016, ma ottimistico per il 2017. Sulla base delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il saldo strutturale dovrebbe passare da un avanzo dello 0,6 % del PIL nel 2015 al pareggio di bilancio nel 2016 per poi registrare un lieve disavanzo pari allo 0,2 % del PIL nel 2017, un andamento che può essere considerato vicino all'obiettivo di bilancio a medio termine. Ulteriori deviazioni sarebbero valutate rispetto all'obbligo di mantenere il saldo strutturale conforme all'obiettivo di bilancio a medio termine. In base alla sua valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che l'Estonia dovrebbe rispettare le disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(6)

Il paese ha adottato importanti misure per migliorare la partecipazione al mercato del lavoro anche mediante l'attuazione della riforma sulla capacità lavorativa. Entrata in vigore nel gennaio 2016, la riforma sarà pienamente attuata a partire dal gennaio 2017 e aumenterà l'offerta complessiva di manodopera. Il reinserimento delle persone che sono rimaste fuori dal mercato del lavoro per un lungo periodo rappresenta in questo ambito una sfida particolare. Sono in fase di realizzazione nuove misure di politica attiva del mercato del lavoro volte ad agevolare l'accesso e la permanenza sul mercato del lavoro dei beneficiari della riforma sulla capacità lavorativa, mentre sono state apportate modifiche anche al regime di sostegno finanziario.

(7)

L'Estonia ha preso provvedimenti per migliorare gli incentivi al lavoro, riducendo la pressione fiscale sul lavoro per tutte le fasce di reddito, compresi i lavoratori a basso reddito. Tutti questi interventi possono aver contribuito al fatto che, rispetto alla media dell'UE, l'Estonia registra un tasso di disoccupazione più basso e un tasso di occupazione più alto per i lavoratori poco qualificati. Tra le misure già adottate figura un ulteriore rimborso fiscale per i lavoratori a basso reddito, previsto a partire dal 2017. Ciò comporta però elevate aliquote d'imposta marginali effettive e rischia di creare una trappola del basso salario e incoraggiare il versamento del «fuori busta». Solo dopo che saranno state valutate sarà possibile conoscere l'incidenza di queste misure.

(8)

L'attuazione della strategia di formazione permanente 2020, insieme al programma di istruzione e formazione professionale per il periodo 2015-2018, ha contribuito ad aumentare la partecipazione all'istruzione e alla formazione professionali e la loro pertinenza per il mercato del lavoro. La percentuale di studenti di corsi di istruzione e formazione professionale che seguono un apprendistato dovrebbe aumentare, ma i tassi di abbandono dei corsi rimangono una fonte di preoccupazione.

(9)

Permangono carenze di posti nelle scuole per la prima infanzia e nelle strutture di assistenza per la fascia di età da 0 a 3 anni, ma la situazione sta migliorando, poiché ogni anno vengono creati posti supplementari.

(10)

L'Estonia ha il più alto divario retributivo di genere nell'Unione, pari al 28,3 % nel 2014. Ciò crea il rischio di non sfruttare appieno le potenzialità delle donne. Alcuni fattori che determinano tale divario sono, tra l'altro, la segregazione professionale e settoriale di genere del mercato del lavoro, la mancanza di trasparenza delle retribuzioni nel settore privato e un'interruzione di carriera più lunga per le donne dovuta alle responsabilità familiari. Il governo ha annunciato una serie di misure per affrontare il problema del divario retributivo di genere. Le misure in programma, che devono ancora essere adottate e attuate, comprendono tra l'altro il miglioramento della raccolta dei dati, l'assegnazione agli ispettorati del lavoro del compito di monitorare il modo in cui i datori di lavoro applicano il principio della parità di retribuzione, la promozione della trasparenza salariale, gli incentivi ai padri affinché usufruiscano di parte del congedo parentale e il miglioramento dell'accesso alle strutture per l'infanzia. Il piano sociale 2016-2023 prevede una serie di obiettivi in materia di uguaglianza di genere, con misure volte a combattere la segregazione di genere nel mercato del lavoro e a lottare contro gli stereotipi. Sono attesi effetti positivi per la partecipazione delle donne al mercato del lavoro da alcune misure in programma per alleggerire l'onere delle cure a carico delle famiglie e inserire i prestatori di cure nel mercato del lavoro.

(11)

In Estonia l'accesso ai servizi pubblici non è garantito in tutti i comuni e l'offerta di servizi di qualità in settori quali i trasporti, l'istruzione, l'assistenza di lunga durata per gli anziani e altri servizi sociali a livello locale rimane una sfida. Nel marzo 2016 il governo ha presentato al Parlamento il progetto di riforma amministrativa che dovrebbe aprire la strada a una riforma dell'amministrazione locale. La riforma prevede fusioni sia volontarie che avviate dal governo, al fine di offrire servizi accessibili e di qualità e garantire una governance più efficiente e competente. La modifica della legge sull'assistenza sociale fissa requisiti minimi per nove servizi sociali, ma la sua attuazione è a rischio a causa di carenze nell'erogazione dei servizi da parte dei comuni. La proposta di riforma dell'amministrazione locale non è stata ancora adottata.

(12)

Il rapporto investimenti/PIL dell'Estonia nel settore pubblico e in quello privato è uno dei più elevati dell'UE. Permangono tuttavia alcune sfide per migliorare ulteriormente il contesto per gli investimenti nel paese. L'Estonia ha avviato misure per attuare la strategia di ricerca, sviluppo e innovazione denominata «Un'Estonia basata sulla conoscenza» e la strategia per la crescita dell'imprenditorialità, che insieme costituiscono il quadro della specializzazione intelligente. Garantire buone sinergie fra queste due strategie può contribuire a stimolare gli investimenti privati nella ricerca, nello sviluppo e nell'innovazione, soprattutto poiché gli investimenti delle imprese nel campo della ricerca e delle tecnologie sono scesi allo 0,6 % del PIL nel 2014 e l'Estonia difficilmente riuscirà a raggiungere l'obiettivo del 3 % del PIL a favore di ricerca, sviluppo e innovazione nel 2020. Il numero di imprese che cooperano con istituti di ricerca è limitato e le domande di brevetti sono poche. Nel frattempo, negli ultimi anni la struttura globale delle esportazioni di prodotti manifatturieri estoni sembra essersi spostata su beni di scarso valore. Le carenze di manodopera e di competenze possono ostacolare investimenti di maggiore entità nei settori ad alta tecnologia.

(13)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dell'Estonia che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte all'Estonia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dell'Estonia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti 1 e 2.

(14)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e ritiene che l'Estonia dovrebbe rispettare il patto di stabilità e crescita,

RACCOMANDA che l'Estonia adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

garantire l'erogazione e l'accessibilità di servizi pubblici di elevata qualità, in particolare dei servizi sociali, a livello locale, tra l'altro grazie all'adozione e all'attuazione della proposta di riforma dell'amministrazione locale; adottare e attuare misure per ridurre il divario retributivo di genere, comprese quelle previste dal piano sociale;

2.

promuovere gli investimenti privati nella ricerca, nello sviluppo e nell'innovazione, anche rafforzando la cooperazione tra il mondo accademico e le imprese.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/49


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Ungheria e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 dell'Ungheria

(2016/C 299/12)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui l'Ungheria è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa all'Ungheria 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che l'Ungheria non presenta squilibri macroeconomici eccessivi. Nonostante le preoccupazioni ancora persistenti per le esigenze di rinnovo del debito estero e la quota di crediti deteriorati, i rischi legati alle passività estere ed interne sono stati ridotti.

(3)

Il 29 aprile 2016 l'Ungheria ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di convergenza 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Il programma di convergenza indica che l'incidenza sul bilancio dell'eccezionale afflusso di rifugiati è significativa e un addendum del 6 maggio dimostra adeguatamente la portata e la natura di tali costi di bilancio supplementari. Secondo la Commissione le spese ammissibili aggiuntive ammontavano allo 0,04 % del PIL nel 2015 e attualmente non si prevedono ulteriori costi incrementali nel 2016. Le disposizioni di cui all'articolo 5, paragrafo 1, e all'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97 consentono di tenere conto di tali spese supplementari, in quanto l'afflusso di rifugiati è un evento eccezionale, il suo impatto sulle finanze pubbliche ungheresi è considerevole e la sostenibilità non risulterebbe compromessa consentendo una deviazione temporanea dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. L'aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine richiesto per il 2015 è stato pertanto ridotto per tener conto di tali costi. Per quanto riguarda il 2016, la valutazione finale, anche per gli importi ammissibili, sarà effettuata nella primavera del 2017 sulla base dei rilevamenti di dati forniti dalle autorità ungheresi.

(6)

L'Ungheria è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito. Nel suo programma di convergenza 2016 il governo prevede che il disavanzo nominale aumenterà al 2,4 % del PIL entro il 2017 per quindi diminuire gradualmente fino all'1,2 % entro il 2020. Il governo prevede un miglioramento graduale del saldo strutturale al fine di realizzare l'obiettivo di bilancio a medio termine riveduto, ossia un disavanzo dell'1,5 % del PIL in termini strutturali, entro il 2019. Il disavanzo strutturale ricalcolato (4) resterebbe tuttavia superiore all'obiettivo di bilancio a medio termine. Secondo il programma di convergenza, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere gradualmente dal 75,3 % nel 2015 fino ad attestarsi al di sotto del 65 % nel 2020. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano queste proiezioni di bilancio è sostanzialmente plausibile fino al 2017 e diviene sempre più favorevole in seguito. Le misure a sostegno degli obiettivi di disavanzo pianificati a partire dal 2017 non sono state illustrate in modo sufficientemente dettagliato, in particolare per il periodo successivo al 2017. Sulla base delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, esiste un rischio elevato di deviazione significativa dall'aggiustamento necessario nel 2016 nonché, nell'ipotesi di politiche invariate, nel 2016 e nel 2017 considerati congiuntamente. Nel contempo si prevede che l'Ungheria rispetterà il parametro di riferimento per la riduzione del debito nel 2016 e nel 2017. In base alla valutazione del programma di convergenza e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio è del parere che l'Ungheria rischi di non ottemperare alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. Saranno pertanto necessarie misure in entrambi gli anni per garantire la conformità.

(7)

Sono stati ridotti gli squilibri finanziari interni e il sistema bancario è diventato meno vulnerabile, persistono tuttavia delle sfide. Si sono registrati importanti progressi nella riduzione del debito del settore privato, in precedenza per la maggior parte denominato in valuta estera. I prestiti alle famiglie hanno mostrato segni di ripresa ma deve ancora verificarsi un'inversione di rotta per i prestiti alle imprese. La redditività del settore bancario è in ripresa, grazie a un ambiente economico in miglioramento e a una moderazione delle precedenti politiche in materia di tassazione bancaria. Le banche restano tuttavia prudenti nell'erogazione dei prestiti anche se sono ben capitalizzate e dotate di forte liquidità. Per le banche la principale sfida che permane è ridurre la quota, ancora elevata, dei crediti deteriorati che ostacolano l'erogazione di nuovi prestiti e che sottopongono a pressione i profitti. I rischi di passività potenziali legati all'aumento della partecipazione azionaria dello Stato nel settore bancario sono ancora elevati.

(8)

Nonostante i notevoli recenti miglioramenti relativi alle politiche e all'amministrazione fiscali, la dipendenza dell'Ungheria da specifiche imposte settoriali resta un potenziale ostacolo agli investimenti. L'elaborazione selettiva di queste imposte genera distorsioni intersettoriali. Anche se altre imposte settoriali specifiche restano in essere, il prelievo sugli istituti di credito è stato considerevolmente ridotto e sono state abrogate le aliquote progressive sugli oneri in materia di ispezione alimentare. Il cuneo fiscale sul lavoro per i lavoratori a basso reddito è ancora importante, in particolare per coloro che non hanno figli, e può incidere negativamente sulla loro occupabilità, oltre che ostacolare gli investimenti. Sono state adottate azioni per ridurre il cuneo fiscale (compresi il taglio di un punto percentuale dell'aliquota uniforme dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e l'aumento delle agevolazioni fiscali a favore delle famiglie per i lavoratori con due figli). Tuttavia le misure non sono sufficientemente mirate per incidere in modo significativo sui lavoratori a basso reddito. Vi è margine per trasferire l'onere impositivo dal lavoro a settori meno distorsivi per la crescita. Sono state adottate diverse misure per migliorare il rispetto degli obblighi tributari e ridurne i costi, benché questi restino elevati Nonostante i recenti miglioramenti, l'Ungheria deve continuare a far fronte a sfide relative all'efficienza della riscossione delle imposte. Il governo ha annunciato un'importante riforma istituzionale, da avviare nel 2016, mirata all'efficienza dell'amministrazione tributaria.

(9)

Si sono registrati progressi modesti in merito alla promozione della concorrenza e della trasparenza nel settore degli appalti pubblici (per esempio con l'adozione della nuova legge sugli appalti pubblici, la cui conformità alla legislazione unionale deve ancora essere valutata), mentre i cambiamenti legislativi imprevedibili e gli oneri amministrativi ostacolano le imprese private e gli investimenti. L'elevato numero di procedure negoziate senza pubblicazione e l'assegnazione dei contratti con un unico offerente mostrano che persiste un basso livello di concorrenza nel settore degli appalti. Nel maggio 2016 il governo ha elaborato una strategia per gli appalti elettronici, di cui occorre monitorare l'attuazione e gli effetti migliorativi su efficienza e trasparenza, mentre sussiste ancora il rischio di corruzione. Sarebbero necessarie modifiche affinché il nuovo programma nazionale di lotta alla corruzione per il 2015-2018 sia più efficace nel prevenire la corruzione nelle istituzioni pubbliche e nell'applicare sanzioni dissuasive. Il governo non ha rinnovato l'impegno in precedenza assunto di rivedere la legge del 2013 sui segnalanti, che difetta di disposizioni per proteggere adeguatamente gli informatori dalle rappresaglie. La finalità del programma anticorruzione di rivedere il sistema di dichiarazione delle attività non è sufficientemente ambiziosa e le nuove modifiche legislative votate nel 2015 hanno introdotto ulteriori restrizioni all'accesso del pubblico alle informazioni. Il governo ha adottato azioni per ridurre gli oneri amministrativi ma la regolamentazione restrittiva in alcuni settori dei servizi, abbinata a un ambiente regolamentare volatile, resta una preoccupazione per le imprese e genera quindi incertezza per gli investitori. Le restrizioni allo stabilimento e quelle operative che gravano sul settore del commercio al dettaglio costituiscono significative barriere all'entrata e all'espansione. Il ricarico nel settore del commercio al dettaglio in Ungheria è il terzo più alto nell'Unione ed è stato in crescita continua nell'ultimo decennio, mentre l'indicatore dell'efficienza allocativa è fra i più bassi dell'Unione.

(10)

I recenti sviluppi del mercato del lavoro in Ungheria sono favorevoli e la disoccupazione è tornata ai livelli antecedenti alla crisi. La creazione di posti di lavoro nel settore privato è in aumento ma il programma di lavori socialmente utili ha anch'esso contribuito a ridurre la disoccupazione. Il programma rappresenta la principale politica attiva del mercato del lavoro in Ungheria. Il relativo onere per il bilancio è più che quadruplicato negli ultimi cinque anni. Il programma non sembra tuttavia migliorare a sufficienza il reintegro dei partecipanti nel mercato del lavoro aperto. Nella prima metà del 2015 il tasso di riuscita relativo al passaggio da tale programma verso l'occupazione regolare si attestava al 13,1 %, ma circa il 60 % dei partecipanti che avevano abbandonato il programma in quel periodo vi faceva ritorno entro 180 giorni. Vi un rischio concreto di intrappolare i partecipanti nel programma, in particolare i lavoratori meno qualificati e coloro che abitano in regioni svantaggiate. Benché il programma sia destinato ai disoccupati di lunga durata e alle persone meno qualificate e ai disoccupati che vivono in zone svantaggiate, nel 2015 il 47 % dei partecipanti era in possesso di diploma di istruzione secondaria o terziaria. La quota di disoccupati inseriti in lavori socialmente utili è inoltre significativa nelle regioni aventi un mercato del lavoro ben funzionante. Si prevede che la recente riforma del servizio pubblico per l'impiego ne farà uno strumento meno efficace. La complessità amministrativa delle modalità di gestione (attualmente la responsabilità del servizio pubblico per l'impiego è ripartita fra quattro ministeri) può compromettere significativamente una direzione efficace e un maggior orientamento al risultato. La durata massima delle indennità di disoccupazione (tre mesi) è la più breve dell'Unione ed è considerevolmente più breve del tempo medio necessario a ritrovare un'occupazione. Gli indicatori di povertà stanno migliorando ma restano elevati, in particolare fra le persone più svantaggiate, soprattutto i rom e i minori. L'adeguatezza e la copertura dell'assistenza sociale restano una sfida e le recenti riforme potrebbero restringere ulteriormente le condizioni di accesso a una parte di indennità.

(11)

La prestazione media degli studenti ungheresi per quanto riguarda le competenze di base era inferiore alla media UE secondo l'ultima indagine PISA (Programma per la valutazione internazionale degli studenti) dell'OCSE condotta nel 2012 e la proporzione di alunni con scarse competenze è aumentata fra il 2009 e il 2012. L'influenza del contesto socioeconomico e dell'ubicazione della scuola sulle prestazioni scolastiche è fra le più forti dell'Unione. La selettività del sistema scolastico approfondisce i divari di prestazione fra gli studenti di diversi tipi di scuole e questi divari vanno ampliandosi nel tempo. L'assenza di pari condizioni di accesso a un'istruzione ordinaria di qualità è particolarmente grave per i rom. Fatta eccezione per l'istruzione della prima infanzia che ha visto un netto miglioramento negli ultimi anni, permangono ampi divari fra i tassi di completamento dei rom e quelli dei non rom a tutti gli altri livelli, ossia nell'istruzione primaria, secondaria e terziaria. L'abbandono scolastico fra i rom resta elevato. L'Ungheria ha introdotto un certo numero di misure intese ad affrontare la scarsità di competenze in modo più efficace. Mancano tuttavia dettagli importanti relativamente all'attuazione di queste misure, il che rende difficoltosa la valutazione del loro potenziale impatto. Si deve ancora sviluppare un approccio sistemico per promuoverne l'istruzione ordinaria inclusiva. Deve ancora essere pubblicato il piano di attuazione annunciato sulla strategia contro l'abbandono scolastico. La transizione fra le diverse forme e fasi dell'istruzione resta difficile e l'attuazione delle recenti riforme dell'istruzione professionalizzante dovrebbe mirare ad agevolare le transizioni.

(12)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dell'Ungheria che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di convergenza e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte all'Ungheria negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dell'Ungheria, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme, offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(13)

Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza e il suo parere (5) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che l'Ungheria adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

alla luce dell'elevato rischio di una deviazione significativa, conseguire un aggiustamento di bilancio annuo pari allo 0,3 % del PIL verso l'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e dello 0,6 % del PIL nel 2017, a meno che l'obiettivo di bilancio a medio termine sia rispettato con uno sforzo inferiore, adottando le misure strutturali necessarie;

2.

ridurre ulteriormente le specifiche imposte settoriali e ridurre il cuneo fiscale per i lavoratori a basso reddito; rafforzare la trasparenza e la concorrenza negli appalti pubblici attraverso gli appalti elettronici, una maggior pubblicazione delle gare e un ulteriore miglioramento del quadro di riferimento per la lotta alla corruzione; migliorare il contesto regolamentare relativo al settore dei servizi e del commercio al dettaglio affrontando il problema della regolamentazione restrittiva e garantendo la prevedibilità;

3.

agevolare la transizione dal programma di lavori socialmente utili verso il mercato del lavoro primario e rafforzare le altre politiche attive del mercato del lavoro; migliorare l'adeguatezza e la copertura dell'assistenza sociale e delle indennità di disoccupazione; adottare misure volte a migliorare i risultati scolastici e a incrementare la partecipazione dei gruppi svantaggiati, in particolare dei rom, all'istruzione ordinaria inclusiva.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(4)  Il saldo strutturale ricalcolato dalla Commissione in base alle informazioni contenute nel programma di convergenza, secondo la metodologia concordata.

(5)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/53


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Svezia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Svezia

(2016/C 299/13)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Svezia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Svezia 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alla raccomandazione specifica per paese adottata dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Svezia presenta squilibri macroeconomici. In particolare, l'elevato e crescente debito delle famiglie, associato a prezzi delle abitazioni a loro volta elevati e in aumento in un contesto di flussi di credito positivi, comporta rischi di correzioni disordinate con implicazioni per l'economia reale e il settore bancario. Sono state adottate misure a livello macroprudenziale, che potrebbero tuttavia risultare insufficienti. Permangono lacune per quanto riguarda la tassazione dell'edilizia abitativa, l'ammortamento dei mutui ipotecari e il funzionamento dell'offerta abitativa e del mercato delle locazioni.

(3)

Il 28 aprile 2016 la Svezia ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di convergenza 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

La Svezia è attualmente soggetta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Stando al programma di convergenza 2016, il governo intende raggiungere un saldo nominale dello 0,4 % del PIL e continuare a conseguire l'obiettivo a medio termine, che corrisponde a un disavanzo strutturale dell'1 % del PIL, per l'intero periodo di riferimento del programma. In base al programma di convergenza il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe ridursi al 42,5 % nel 2016 e continuare a contrarsi gradualmente fino al 39,1 % nel 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio del programma è plausibile fino al 2016 e cauto per gli sviluppi successivi. Secondo le previsioni della primavera 2016 della Commissione, il saldo strutturale si attesterà a – 0,5 % del PIL nel 2016 e a – 0,9 % del PIL nel 2017, superando l'obiettivo di bilancio a medio termine. Eventuali scostamenti futuri saranno valutati alla luce dell'obbligo di mantenere il saldo strutturale al livello dell'obiettivo di bilancio a medio termine. Sulla base della valutazione del programma di convergenza e tenuto conto delle previsioni della primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che la Svezia rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(6)

Nel paese l'indebitamento delle famiglie ha raggiunto livelli molto elevati, registrando uno dei tassi di crescita più alti dell'Unione negli ultimi dieci anni. Stando alle stime della Riksbank (la Banca centrale di Svezia), il rapporto tra debito delle famiglie e reddito annuo disponibile è stato del 175 % nel 2015, mentre in termini di PIL era pari all'87 %. La Svezia presenta uno dei più elevati incentivi fiscali per l'acquisto di abitazioni di proprietà nell'Unione a causa delle imposte fondiarie relativamente contenute e dell'elevata deducibilità degli interessi ipotecari. L'elevato indebitamento delle famiglie costituisce un rischio per la stabilità macroeconomica. Il governo ha adottato alcune misure per contenere tale indebitamento, tra cui norme volte a imporre requisiti obbligatori di ammortamento sui nuovi prestiti ipotecari, che il Parlamento ha adottato il 23 marzo 2016. L'adozione di questa misura fondamentale è stata notevolmente ritardata a causa di questioni sollevate in merito al mandato legale dell'autorità macroprudenziale svedese in relazione all'introduzione di tale obbligo. Se non sarà rivisto il quadro giuridico delle competenze dell'autorità macroprudenziale, sussiste il rischio che possano subire ritardi anche ulteriori misure eventualmente necessarie per contrastare l'aumento degli squilibri nel paese. Infine, il governo non ha intrapreso nessuna azione per adeguare gli incentivi fiscali, ad esempio con la riduzione della deducibilità fiscale degli interessi sui mutui ipotecari o con il riesame della tassazione degli immobili.

(7)

Il mercato abitativo svedese rappresenta ancora una potenziale fonte di instabilità. I prezzi delle abitazioni sono aumentati a ritmo quasi costante nel corso degli ultimi 20 anni, come testimoniano in particolare le aree metropolitane di Stoccolma e di Göteborg. I prezzi degli immobili residenziali continuano ad aumentare, non soltanto a causa di fondamentali solidi, come la crescita del reddito disponibile, ma anche in ragione di inefficienze strutturali del mercato degli immobili residenziali. L'offerta di alloggi è limitata da un uso inefficiente dell'attuale patrimonio immobiliare, da un elevato livello di controllo delle locazioni, da una scarsa concorrenza nel settore edile, da un'insufficiente disponibilità di terreni per nuove costruzioni e da lunghe e complesse procedure di pianificazione. L'attuale assetto dell'imposta sulle plusvalenze realizzate con la vendita di immobili limita le potenzialità per un uso più efficiente del parco immobiliare esistente. Le inefficienze strutturali comportano un'insufficienza di investimenti nell'edilizia abitativa e una diffusa carenza di alloggi, oltre a contribuire a un persistente aumento dei prezzi delle abitazioni. La scarsità di alloggi a prezzi accessibili limita anche la mobilità sul mercato del lavoro e vincola l'effettiva integrazione dei migranti nel mercato del lavoro. Il governo ha adottato una serie di misure, tra cui l'aumento dei finanziamenti pubblici per investimenti nel settore dell'edilizia abitativa e la semplificazione di alcune procedure di pianificazione. Nel dicembre 2015, da un'indagine sulla concorrenza nel settore delle costruzioni è emersa una serie di possibili misure, finalizzate, ad esempio, a una maggiore trasparenza nel settore dei contratti di edilizia popolare. Tuttavia il governo non ha compiuto progressi nella riforma del sistema di fissazione dei canoni di locazione.

(8)

Nonostante la performance relativamente buona sul fronte degli investimenti, la Svezia si trova ad affrontare sfide che possono avere un impatto negativo sulla competitività a lungo termine del paese. In particolare, le inefficienze strutturali del mercato abitativo ostacolano gli investimenti nel settore. Gli investimenti in infrastrutture volti a migliorare i collegamenti intra- e interurbani sono insufficienti, in considerazione delle limitazioni dovute alla carenza di alloggi.

(9)

Secondo l'indagine PISA, la Svezia è il paese OCSE che negli ultimi dieci anni ha registrato il declino più pronunciato dei risultati scolastici dei quindicenni. I risultati attuali sono inferiori alla media UE ed OCSE. La performance in calo in ambito scolastico rischia, a lungo termine, di esercitare pressioni sulla competitività e sulla capacità di innovazione del paese. Un importante divario nei risultati tra gli studenti a seconda che provengano o meno da un contesto migratorio va ad aggiungersi alle difficoltà in questo ambito. Questo divario va affrontato con particolare attenzione alla luce dell'importante afflusso di nuovi giovani migranti che dovranno essere integrati nel sistema di istruzione. La combinazione tra meccanismi di finanziamento in ambito scolastico poco chiari e un monitoraggio non sistematico dell'uso dei finanziamenti in diversi livelli del sistema scolastico ostacolano un uso efficiente delle risorse. Il governo ha mobilitato ulteriori finanziamenti per migliorare i risultati scolastici e l'equità nel settore, oltre ad adottare misure per integrare i nuovi migranti nel sistema educativo.

(10)

L'elevato afflusso di rifugiati negli ultimi anni ha avuto diverse conseguenze sociali ed economiche in Svezia. Se è vero che nel breve periodo l'afflusso di rifugiati è destinato ad aumentare la spesa pubblica e a incrementare la domanda interna, con una conseguente crescita del PIL, l'effetto a medio termine sull'occupazione e sulla crescita dipende dall'esito della loro integrazione nel mercato del lavoro e a livello sociale, anche grazie a sostegni in ambito istruttivo. Questo aspetto è una priorità nell'agenda politica sia dell'UE, sia del governo svedese, e sarà monitorato e analizzato con attenzione, tra l'altro in sede di relazione per paese 2017.

(11)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Svezia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di convergenza e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Svezia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Svezia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nella raccomandazione di cui al punto 1.

(12)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza della Svezia ed è del parere (4) che la Svezia rispetterà il patto di stabilità e crescita.

(13)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di convergenza. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nella raccomandazione di cui al punto1,

RACCOMANDA che la Svezia adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

contrastare l'aumento del debito delle famiglie adeguando gli incentivi fiscali, in particolare limitando gradualmente la deducibilità fiscale dei pagamenti degli interessi sui mutui ipotecari o aumentando le imposte patrimoniali ricorrenti; garantire che l'autorità macroprudenziale abbia il mandato legale per l'attuazione di misure tempestive di salvaguardia della stabilità finanziaria; promuovere gli investimenti nel settore dell'edilizia abitativa e migliorare l'efficienza del mercato abitativo, con l'introduzione di una maggiore flessibilità nella fissazione dei prezzi dei canoni di locazione e con la revisione dell'assetto dell'imposta sulle plusvalenze per facilitare un maggior numero di operazioni immobiliari.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(4)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/57


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Austria e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Austria

(2016/C 299/14)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui l'Austria è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha anche adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, l'Austria dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa all'Austria 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che l'Austria non presenta squilibri macroeconomici.

(3)

L'Austria ha presentato il 26 aprile 2016 il suo programma nazionale di riforma 2016 e il 27 aprile 2016 il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Stando al programma di stabilità, l'impatto sul bilancio dell'afflusso eccezionale di rifugiati è significativo. Il programma documenta in maniera adeguata la portata e la natura di tali costi di bilancio supplementari. Secondo la Commissione, la spesa supplementare ammissibile è stata pari allo 0,09 % del PIL nel 2015 ed è attualmente stimata allo 0,26 % del PIL per il 2016. Questi importi rispecchiano una revisione al rialzo delle stime contenute nel documento programmatico di bilancio 2016, che prevedevano una spesa supplementare equivalente a circa lo 0,08 % del PIL nel 2015 e allo 0,16 % del PIL nel 2016. Le disposizioni di cui all'articolo 5, paragrafo 1, e dell'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97 tengono conto di tale spesa supplementare, in considerazione della natura eccezionale dell'afflusso dei rifugiati, del suo notevole impatto sulle finanze pubbliche austriache e del fatto che la sostenibilità non sarebbe compromessa dalla concessione di uno scostamento dal percorso di aggiustamento verso il raggiungimento dell'obiettivo a lungo termine. Nel 2015, avendo raggiunto il suo obiettivo a medio termine, l'Austria non si è avvalsa della possibilità di deviazione temporanea. Tuttavia, al fine di garantire anche all'Austria la stessa possibilità di una deviazione temporanea concessa agli altri paesi che non hanno ancora raggiunto il proprio obiettivo a medio termine, l'Austria sarà autorizzata a scostarsi dal suo obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e nel 2017 per l'importo ritenuto ammissibile per il 2015. Nell'ipotesi di un eventuale ulteriore scostamento nel 2016, nella primavera 2017 si procederà a una valutazione definitiva, che riguarderà anche gli importi ammissibili, sulla base dei dati osservati e forniti dalle autorità austriache.

(6)

L'Austria è attualmente soggetta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita e alla regola del debito transitoria. Nel programma di stabilità 2016, il governo austriaco prevede di ridurre il disavanzo nominale all'1,6 % del PIL nel 2016, per giungere gradualmente allo 0,4 % del PIL nel 2020. In base alle stime, l'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dello 0,45 % del PIL entro il 2016, rivisto allo 0,5 % a partire dal 2017, dovrebbe essere raggiunto a partire dal 2018. Tuttavia, in base al saldo strutturale ricalcolato, l'obiettivo di bilancio a medio termine sarebbe raggiunto soltanto a partire dal 2019. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe raggiungere un picco del 86,2 % nel 2015 e diminuire gradualmente al 76,6 % nel 2020. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è plausibile. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio del programma è plausibile, benché le misure a sostegno degli obiettivi di disavanzo pianificati a partire dal 2017 non siano state illustrate in modo sufficientemente dettagliato. Sulla base delle previsioni della primavera 2016 della Commissione, nel 2016 sussiste il rischio di una certa deviazione. Tuttavia, nell'eventualità in cui anche l'impatto supplementare dell'afflusso eccezionale di rifugiati attualmente previsto per il 2016 sia escluso dalla valutazione, all'Austria dovrebbe essere richiesta una conformità con il patto di stabilità e crescita nel 2016. A politiche invariate, nel 2017 vi è un rischio di deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato. Tuttavia, l'entità dello scostamento previsto nel 2017 non sarebbe più a un livello significativo, alla luce dell'ulteriore concessione legata all'impatto sul bilancio dell'afflusso dei rifugiati che potrebbe essere accordata per il 2016. Si prevede che l'Austria si conformi alla regola del debito transitoria nel 2016 e, al termine del periodo di transizione, al parametro di riferimento per la riduzione del debito nel 2017. Sulla base della propria valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che vi sia il rischio che l'Austria non rispetti le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Nel 2016 e nel 2017 saranno necessarie pertanto ulteriori misure per garantire la conformità.

(7)

L'effetto sul bilancio della recente riforma fiscale continua a rappresentare un elemento di incertezza. In sede di adozione di misure che garantiscano la sostenibilità di bilancio è necessario tenere conto del fatto che, nonostante le recenti riforme, l'onere fiscale sull'occupazione rimane elevato e che l'Austria ha un elevato cuneo fiscale rispetto ad altri paesi europei. Nel contempo sono sottoutilizzate le fonti di tassazione più favorevoli alla crescita, che consentirebbero di ridurre l'onere fiscale sul lavoro. Un contributo alla soluzione di questo problema potrebbe giungere da interventi volti a ridurre l'onere fiscale sul lavoro grazie a uno spostamento dello stesso su fonti che hanno una minore incidenza negativa sulla crescita.

(8)

Nel 2015 il tasso di occupazione delle persone di un'età compresa tra i 55 e i 64 anni era pari al 46,3 % (media UE: 53,3 %), al 19o posto tra gli Stati membri. Ulteriori misure intese ad innalzare l'età pensionabile effettiva sono in vigore dal 2014, con un effetto moderato. Resta da vedere se tali misure consentiranno di invertire una tendenza che vede l'Austria arretrata rispetto alla media dell'Unione nel medio periodo in termini di età pensionabile effettiva. Inoltre, la durata del percepimento della pensione è in aumento in ragione di una maggiore aspettativa di vita. L'età pensionabile legale delle donne sarà estesa e allineata solo gradualmente a quella degli uomini a partire dal 2024 e fino al 2033. In Austria l'aumento dell'età pensionabile legale non è ancora correlato alla crescita dell'aspettativa di vita. Secondo le stime della Commissione, nel 2040 la spesa per le pensioni aumenterà dello 0,8 % del PIL rispetto al 2013. In una prospettiva a lungo termine (2060), la spesa per le pensioni dovrebbe aumentare dello 0,5 % del PIL. Analogamente, la spesa per la sanità dovrebbe aumentare dell'1 % del PIL tra il 2013 e il 2040 e dell'1,3 % del PIL nel 2060. Questo effetto, in combinazione con il previsto incremento della spesa per l'assistenza di lunga durata, espone la sostenibilità di bilancio dell'Austria a un rischio di media entità.

(9)

Gli accordi di bilancio nei vari livelli di governo (federale, statale e locale) sono complessi e in diverse aree di competenza, ad esempio l'assistenza sanitaria, le responsabilità per le entrate e le spese non sono allineate. Se da un lato, stando ai dati 2014 dell'OCSE, i governi sub-nazionali sono responsabili di politiche che costituiscono una spesa pubblica totale pari al 16 % del PIL, la quota delle imposte sub-nazionali è limitata a circa il 2 % del PIL. Questo quadro complesso è oneroso e rischia di indebolire la disciplina di bilancio. L'allocazione di risorse tra i tre livelli di governo è attualmente oggetto di negoziazioni per il periodo a partire dal 2017 e fornisce pertanto l'opportunità di affrontare la questione.

(10)

L'Austria presenta tradizionalmente uno dei tassi di disoccupazione più contenuti dell'Unione. Il dato è tuttavia in aumento dal 2011 e nel 2015 ha raggiunto il 5,7 %. Anche il tasso di disoccupazione giovanile è basso: nel 2015 risultava senza lavoro il 10,6 % delle persone attive di età compresa tra i 15 e i 24 anni. L'Austria evidenzia anche un elevato tasso di occupazione. Tuttavia, se da un lato il tasso di occupazione femminile è pari al 70,2 % — rappresentando un dato al di sopra della media dell'UE — una quota relativamente elevata di donne lavora a tempo parziale in ragione del tempo da dedicare ai figli o all'assistenza di persone anziane. Ciò contribuisce a uno dei più ampi divari remunerativi tra i generi a livello di Unione e a un elevato divario tra i generi in ambito pensionistico. Per i lavoratori più maturi (di un'età compresa tra i 55 e i 64 anni) il tasso di occupazione è inferiore alla media dell'UE.

(11)

L'Austria ha già superato i suoi obiettivi nazionali di Europa 2020 per quanto riguarda l'istruzione. Nel 2015 il tasso di abbandono scolastico era pari al 7,3 % e il tasso di persone con un'istruzione terziaria era del 38,7 %. Tuttavia, i risultati scolastici dipendono in ampia misura dal contesto socioeconomico. La mobilità scolastica intergenerazionale è tra le più basse di tutti i paesi OCSE per cui sono disponibili dati. Il tasso di abbandono scolastico tra gli studenti provenienti da un contesto migratorio è più di tre volte superiore a quello di chi non proviene da detto contesto. Il quadro è reso ancora più complesso dalla sfida costituita dall'integrazione nel sistema di istruzione e formazione di giovani rifugiati e migranti che hanno un'età da scuola dell'obbligo e superiore.

(12)

Mentre le sfide per le banche austriache si pongono sia sui mercati interni, sia su quelli esteri, l'azione di vigilanza a livello nazionale ed europeo ha contribuito a ridurre i rischi di deterioramento della qualità degli attivi nell'Europa centrale, orientale e sudorientale. Per quanto riguarda la ristrutturazione e la liquidazione degli enti finanziari in difficoltà, i rischi di bilancio sono già stati incorporati nei conti pubblici. Sebbene non possano essere esclusi ulteriori rischi, quelli già preventivati sembrano essere circoscritti a specifici problemi pregressi per un numero limitato di enti.

(13)

L'Austria presenta un tasso di investimento più elevato rispetto alla media dell'UE per tutti i componenti del PIL, escluse le abitazioni. Tuttavia, gli investimenti in Austria si sono rivelati deboli sin dal 2012, nonostante la liquidità delle imprese e condizioni di finanziamento favorevoli. Per stimolare gli investimenti e la crescita, è opportuno rimuovere l'eccessiva burocrazia e altri ostacoli. Ad esempio, le barriere normative e gli oneri amministrativi nel settore della prestazione di servizi ostacolano la creazione di nuove imprese. Per quanto riguarda gli ostacoli alla creazione di imprese interdisciplinari, come indicato nelle raccomandazioni specifiche per paese del 2015, l'Austria ha iniziato a vagliare opzioni di miglioramento, ma non ha ancora preso decisioni. Nell'ambito dei servizi alle imprese, le sfide nascono in particolare dai requisiti di autorizzazione restrittivi e, in merito a determinate professioni, dalle limitazioni legate alla forma giuridica e alla partecipazione azionaria, da cui conseguono una scarsa dinamicità dei mercati e una crescita negativa della produttività. Il piano d'azione presentato dall'Austria a seguito della valutazione reciproca in materia di accesso ed esercizio delle professioni regolamentate propone soltanto un numero limitato di azioni, lasciando un chiaro margine per proposte più ambiziose.

(14)

L'elevato afflusso di rifugiati registrato l'anno scorso ha una serie di conseguenze sociali ed economiche per l'Austria. Se è vero che, nel breve periodo, l'afflusso di rifugiati è destinato ad aumentare la spesa pubblica e la domanda interna, sostenendo il PIL, a medio termine l'effetto sull'occupazione e sulla crescita dipenderà dal grado di efficacia dell'integrazione nel mercato del lavoro e nella società di queste persone, anche attraverso un sostegno educativo. Questo aspetto è trattato in maniera prioritaria nell'agenda politica a livello sia dell'Unione che degli Stati membri e sarà monitorato e analizzato attentamente, anche nella relazione per paese 2017.

(15)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dell'Austria che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte all'Austria negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dell'Italia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(16)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (5) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che l'Austria adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

garantire che lo scostamento dall'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e nel 2017 sia limitato alla concessione legata all'impatto sul bilancio dell'eccezionale afflusso di rifugiati nel 2015 e che, a tale fine, sia raggiunto un aggiustamento di bilancio annuale dello 0,3 % del PIL nel 2017, salvo nel caso in cui l'obiettivo di bilancio a medio termine sia raggiunto con un minore sforzo; garantire la sostenibilità del sistema di assistenza sanitaria e del sistema pensionistico, allineando l'età pensionabile legale all'evoluzione dell'aspettativa di vita; semplificare e razionalizzare le relazioni e le responsabilità in materia di bilancio tra i vari livelli di governo;

2.

aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro; adottare provvedimenti volti a migliorare il rendimento scolastico dei giovani svantaggiati, in particolare quelli provenienti da un contesto migratorio;

3.

ridurre, nel settore dei servizi, gli ostacoli amministrativi e normativi agli investimenti, come i requisiti di autorizzazione restrittivi e le limitazioni legate alla forma giuridica e alla partecipazione azionaria, e gli ostacoli alla creazione di imprese interdisciplinari.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/61


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Slovacchia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Slovacchia

(2016/C 299/15)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Slovacchia non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha anche adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Slovacchia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Slovacchia 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 29 aprile 2016 la Slovacchia ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

La Slovacchia è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di stabilità 2016 il governo prevede di migliorare il saldo strutturale portandolo a – 1,9 % del PIL nel 2016 e poi, gradualmente, a – 1,3 % del PIL nel 2017. Secondo il programma di stabilità, l'obiettivo di bilancio a medio termine — un disavanzo strutturale dello 0,5 % del PIL — verrebbe raggiunto nel 2019. Stando al programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe arrivare al 52,9 % nel 2016 e diminuire ulteriormente al 47,3 % nel 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si basano queste proiezioni di bilancio è plausibile. Tuttavia, le misure necessarie per sostenere gli obiettivi previsti in termini di disavanzo dal 2017 in poi non sono state sufficientemente specificate. Stando alle previsioni di primavera 2016 della Commissione, nel 2016 la Slovacchia rischia una qualche deviazione rispetto all'obiettivo di bilancio a medio termine, mentre nel 2017, a politiche invariate, dovrebbe realizzare l'aggiustamento raccomandato. In base alla sua valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che la Slovacchia rispetterà sostanzialmente le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Occorreranno tuttavia ulteriori misure per garantire la conformità nel 2016. L'adozione, più volte rimandata, di massimali di spesa vincolanti e l'attuazione del programma di ottimizzazione delle risorse per aumentare l'efficienza della spesa pubblica, programmando revisioni della spesa in ambiti selezionati, sarebbero di fondamentale importanza a tal fine.

(6)

La sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche costituisce tuttora un problema in Slovacchia, soprattutto a causa del previsto aumento dei costi connessi all'invecchiamento della popolazione in termini di assistenza sanitaria e pensioni. Stando alle previsioni, l'aumento della spesa pensionistica in Slovacchia da qui al 2060 sarà uno dei più elevati dell'Unione a causa dell'invecchiamento della popolazione. In Slovacchia l'età pensionabile prevista dalla legge è relativamente bassa, in parte a causa di fattori legati alla speranza di vita. La spesa sanitaria è la principale fonte dei costi legati all'invecchiamento della popolazione. Nel lungo periodo la spesa sanitaria pubblica dovrebbe registrare un forte aumento, seppur da un livello di partenza relativamente basso. Nonostante alcuni miglioramenti, gli indicatori sanitari rimangono alquanto mediocri in Slovacchia. Per aumentare l'efficienza del settore sanitario in termini di costi il governo ha preso misure riguardanti sia le cure ospedaliere che le cure ambulatoriali. Proseguono gli sforzi volti a introdurre un modello integrato di assistenza. Il successo della riforma dipenderà probabilmente dal coinvolgimento delle principali parti interessate, dall'integrazione dei centri medici e degli ospedali e dall'adeguata disponibilità di personale. Nonostante le misure adottate per limitare l'ulteriore incremento del debito negli ospedali pubblici, la situazione finanziaria di diversi ospedali è ancora critica. Rimane il problema di invertire totalmente la tendenza negativa della spesa, ad esempio ristrutturando la capacità ospedaliera, introducendo un sistema di rimborso prospettico e aumentando la concorrenza negli appalti pubblici sanitari. Per quanto riguarda le cure ambulatoriali, l'insufficiente ruolo di «guardiani» dei medici generici, dovuto in parte a una divisione non ottimale delle competenze tra generici e specialisti, favorisce il ricorso a cure specialistiche più costose. Nel settore tributario, le misure adottate dal governo per lottare contro la frode fiscale hanno contribuito a migliorare la riscossione delle imposte, specie per quanto riguarda l'imposta sul valore aggiunto (IVA). Il divario dell'IVA rimane tuttavia elevato, il che dimostra l'esistenza di un problema di adempimento dell'obbligo tributario. Il fatto che negli ultimi anni si sia posto un forte accento sulla riscossione dell'IVA ha fatto sì che venisse prestata meno attenzione ad altri importanti settori della fiscalità, come l'imposizione sui redditi. Inoltre, a causa della centralità attribuita alle attività di accertamento, non sono stati sviluppati a sufficienza altri ruoli dell'amministrazione tributaria, come il recupero dei crediti fiscali. Questo indica che vi è margine per migliorare l'allocazione delle risorse all'interno del sistema tributario. Non è ancora stata elaborata una strategia per la definizione degli obiettivi in materia di adempimento dell'obbligo tributario.

(7)

Nonostante i miglioramenti osservati sul mercato del lavoro grazie alla buona ripresa economica e alle recenti misure politiche, la disoccupazione di lunga durata costituisce ancora un problema. Il tasso di disoccupazione di lunga durata rimane uno dei più elevati dell'Unione (7,6 % contro il 4,3 % per l'intera Unione nel terzo trimestre del 2015). Le categorie più colpite sono i rom emarginati, i lavoratori poco qualificati e i giovani. Per lottare contro la disoccupazione sono state prese misure in materia di istruzione e formazione professionale, posti di lavoro sovvenzionati e orientamento professionale. Il buon esito della maggior parte di queste riforme dipenderà tuttavia dalla capacità del servizio pubblico per l'impiego. Nonostante la riorganizzazione dell'ufficio centrale del lavoro e il miglioramento dell'accesso alla formazione, l'introduzione di un sostegno personalizzato per i disoccupati di lunga durata e i gruppi vulnerabili continua a porre problemi. La partecipazione dei rom al mercato del lavoro slovacco rimane bassissima e l'innalzamento del loro tasso di occupazione procede a rilento. La loro bassa partecipazione al mercato del lavoro è dovuta, tra l'altro, al basso livello d'istruzione, alle scarse competenze e alla discriminazione. Il basso tasso di occupazione delle donne in età di procreare è riconducibile alla lunghezza del congedo parentale (fino a tre anni), alla mancanza di strutture per l'infanzia, specialmente per i bambini di età inferiore a tre anni, ai costi elevati di queste strutture e all'uso limitato degli orari di lavoro flessibili. Permangono inoltre disparità regionali: il tasso di disoccupazione nella Slovacchia orientale è ancora il doppio di quello di Bratislava. Per quanto riguarda la gestione dei servizi del mercato del lavoro, le misure adottate negli ultimi mesi non prevedono un approccio specifico per affrontare i problemi strutturali del mercato del lavoro slovacco.

(8)

Il sistema di istruzione non è concepito in modo da rafforzare il potenziale economico della Slovacchia. I risultati scolastici sono mediocri rispetto agli standard internazionali e hanno registrato un ulteriore peggioramento, dovuto in gran parte alla preparazione inadeguata degli insegnanti e alla scarsa attrattività della professione. Sebbene lo stipendio degli insegnanti sia stato aumentato del 4 % nel 2016, le basse retribuzioni e la formazione pratica insufficiente contribuiscono a rendere la professione poco attraente per i giovani. La normativa antisegregazione di recente adozione deve ancora essere applicata per introdurre cambiamenti positivi e aumentare la partecipazione dei rom all'istruzione tradizionale, compresa quella prescolare.

(9)

La pubblica amministrazione è tuttora inefficiente. La sua organizzazione rigida e frammentata impedisce un coordinamento efficace. L'adozione della strategia per la gestione delle risorse umane nell'ottobre 2015 è uno sviluppo positivo, ma la nuova legge sulla funzione pubblica, indispensabile per la sua attuazione, non è ancora stata adottata. Il governo ha preso diversi provvedimenti per lottare contro la corruzione, che tuttavia hanno avuto finora un impatto limitato. La Slovacchia ha ottenuto, in particolare, risultati limitati per quanto riguarda l'avvio di procedimenti penali e il perseguimento dei casi di corruzione, comprese le pratiche illecite negli appalti pubblici. Sono state abbreviate le procedure di rilascio delle licenze edilizie per i grandi progetti infrastrutturali e di investimento. La concorrenza basata sulla qualità è limitata dalla governance non consolidata, dalla mancanza di procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici definite in base a elementi concreti, dalla scarsa professionalità, dai conflitti di interessi, dai capitolati d'oneri «su misura» e dall'uso eccessivo di criteri di aggiudicazione basati sul prezzo più basso. Il persistere di carenze nel campo degli appalti pubblici incide sull'efficienza dell'allocazione delle risorse pubbliche. L'attività delle imprese in Slovacchia risente delle frequenti modifiche della legislazione e della complessità delle procedure e degli obblighi amministrativi. I notevoli ostacoli amministrativi e normativi relativi ad alcuni servizi professionali e alle industrie di rete, le carenze rilevate in settori quali l'esecuzione dei contratti e la risoluzione in caso d'insolvenza e le preoccupazioni di lunga data in merito alla qualità del sistema giudiziario nuocciono al contesto imprenditoriale e scoraggiano gli investimenti. Sono state prese alcune misure per agevolare l'attività delle imprese, come la creazione del Centro per una migliore regolamentazione nell'ottobre 2015 e l'entrata in funzione del Centro nazionale per le imprese all'inizio del 2016. L'adozione dello Small Business Act (SBA) nell'ambito della strategia per lo sviluppo delle PMI è stata tuttavia rinviata.

(10)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Slovacchia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Slovacchia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Slovacchia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme, offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(11)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (5) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Slovacchia adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

conseguire un aggiustamento di bilancio annuo dello 0,25 % del PIL nel 2016, verso l'obiettivo di bilancio a medio termine, e dello 0,5 % del PIL nel 2017; migliorare l'efficienza in termini di costi del settore sanitario; adottare misure volte a migliorare il rispetto dell'obbligo tributario;

2.

migliorare le misure di attivazione per i disoccupati di lunga durata e gli altri gruppi svantaggiati, offrendo anche servizi personalizzati e una formazione mirata; promuovere l'occupazione femminile, in particolare ampliando l'offerta di servizi di assistenza all'infanzia di qualità a costi accessibili; migliorare i risultati scolastici rendendo più attraente la professione di insegnante e aumentando la partecipazione dei bambini rom all'istruzione tradizionale sin dalla prima infanzia;

3.

consolidare la governance, incentivare il passaggio da una concorrenza basata solo sui prezzi a una concorrenza basata sulla qualità e potenziare il perseguimento delle pratiche illecite negli appalti pubblici; migliorare la trasparenza, la qualità e l'efficacia della gestione delle risorse umane nella pubblica amministrazione, in particolare con l'adozione di una nuova legge sulla funzione pubblica, e l'efficienza del sistema giudiziario; adottare un piano globale per eliminare gli ostacoli amministrativi e normativi all'attività delle imprese.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/65


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Irlanda e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Irlanda

(2016/C 299/16)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui l'Irlanda è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, l'Irlanda dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa all'Irlanda 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dall'Irlanda sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che l'Irlanda presenta squilibri macroeconomici. In particolare, nonostante i miglioramenti, gli elevati stock di passività nette verso l'estero e di debito pubblico e privato costituiscono un punto debole che occorre affrontare.

(3)

Il 29 aprile 2016 l'Irlanda ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

L'Irlanda è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita e alla regola del debito transitoria, in seguito all'abrogazione della procedura per i disavanzi eccessivi. Nel suo programma di stabilità 2016, basato sull'ipotesi di politiche invariate, il governo prevede un miglioramento graduale del bilancio nominale fino a conseguire un avanzo dello 0,4 % del PIL nel 2018. L'obiettivo di bilancio a medio termine rivisto, ossia un disavanzo strutturale dello 0,5 % del PIL, dovrebbe essere conseguito nel 2018. Tuttavia, la variazione annuale del saldo strutturale ricalcolato (5) pari allo 0,1 % del PIL nel 2016 non assicura progressi sufficienti verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. Stando al programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere all'88,2 % nel 2016 e continuare a diminuire arrivando all'85,5 % nel 2017. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è plausibile, ma le necessarie misure a sostegno degli obiettivi di disavanzo pianificati dal 2017 in poi non sono state dettagliate a sufficienza. In base alle previsioni della primavera 2016 della Commissione, sussiste il rischio di un certo scostamento dall'aggiustamento di bilancio raccomandato nel 2016, mentre l'Irlanda dovrebbe risultare conforme nel 2017 a politiche invariate. Si prevede che il paese si conformi alla regola del debito transitoria nel 2016 e nel 2017. In base alla sua valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni della primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che l'Irlanda dovrebbe rispettare in linea di massima le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Ciononostante, saranno necessarie ulteriori misure per assicurare la conformità nel 2016.

(6)

Gli sforzi volti ad allargare la base imponibile sono stati limitati e le misure fiscali recenti si sono focalizzate su tagli e sgravi. Sono necessari ulteriori progressi per rendere il sistema fiscale più efficiente e propizio alla crescita. Le autorità irlandesi conducono un programma continuo di revisione delle agevolazioni fiscali, i cui risultati sono pubblicati in una relazione annuale. Il processo di revisione tuttavia non riguarda le agevolazioni fiscali correlate all'IVA e c'è ancora margine per ampliare la base imponibile mediante un aumento delle imposte meno distorsive.

(7)

Il sistema sanitario si trova ancora di fronte a sfide critiche, quali l'efficacia in termini di costi, la parità di accesso e la sostenibilità. Alcuni elementi della riforma stanno progredendo, ma la spesa per i prodotti farmaceutici, in particolare a causa del costo elevato dei farmaci disponibili presso un unico fornitore, continua a pesare sull'efficacia in termini di costi. La gestione finanziaria e i sistemi d'informazione restano deboli e persiste la disparità di accesso all'assistenza sanitaria di base. Circa il 40 % della popolazione può accedere gratuitamente al medico generico, mentre il restante 60 % deve sostenere l'intero costo del servizio. Sulla riforma generale del sistema sanitario pesa una grande incertezza, in quanto il modello dell'assicurazione sanitaria universale è in crisi.

(8)

Al fine di promuovere una crescita duratura ed equilibrata in futuro, è necessario far fronte alle esigenze in termini di infrastrutture. Dopo un picco del 5,2 % del PIL nel 2008, gli investimenti pubblici sono crollati all'1,8 % del PIL nel 2013 prima di registrare una leggera ripresa nel 2014, pur restando ben al di sotto della media dell'UE. Inoltre, la crisi sembra aver causato un cambiamento strutturale della composizione della spesa pubblica, con una diminuzione della spesa per gli investimenti e un aumento delle spese correnti. Nel periodo 2010-2013 le spese in conto capitale ammontavano in media appena al 4,8 % del totale, meno della metà della media a lungo termine registrata nel periodo 1995-2008. La drastica riduzione degli investimenti pubblici nel corso di sette anni ha avuto un impatto negativo sulla qualità e sull'adeguatezza dell'infrastruttura e sul sostegno pubblico agli investimenti immateriali. Importanti carenze riguardano gli alloggi, le risorse idriche, i trasporti pubblici e la capacità di mitigazione del cambiamento climatico. Nelle principali aree urbane del paese la domanda di nuovi alloggi supera ampiamente l'offerta. Di conseguenza, i prezzi e gli affitti degli immobili residenziali nelle aree urbane sono aumentati notevolmente nel 2014, per poi segnare un rallentamento della crescita nel 2015. Attualmente non vi sono elementi che attestino la presenza di una sopravvalutazione, ma i vincoli che limitano il settore edile e l'offerta di abitazioni, compresi alcuni limiti correlati alle infrastrutture pubbliche, possono comportare rischi di squilibrio qualora non vengano risolti. Il riorientamento della spesa pubblica ha inciso anche sul sostegno del settore pubblico alle attività di R&S e innovazione, che nel 2014 era inferiore ai livelli del 2007. Attualmente, in termini di investimenti pubblici in R&S come percentuale del PIL, l'Irlanda occupa il ventiduesimo posto tra i paesi dell'Unione, il che incide negativamente sulla competitività delle PMI.

(9)

La disoccupazione è scesa al di sotto della media dell'UE e nel marzo 2016 era pari all'8,6 %. Tuttavia, la disoccupazione di lunga durata e la bassa intensità di lavoro delle famiglie continuano a destare preoccupazione. In particolare, benché il tasso di disoccupazione di lunga durata sia calato negli ultimi anni, nel quarto trimestre del 2015 la percentuale di disoccupati di lungo periodo risultava ancora alta (56,3 %) e superiore alla media dell'UE del 48,3 %. Nel 2014 (dati comparabili più recenti) la percentuale di persone che vivevano in famiglie con un'intensità di lavoro molto bassa (21,1 %) era la più alta dell'UE, con una maggiore prevalenza del fenomeno nelle famiglie monoparentali. La percentuale di minori (0 — 17 anni) a rischio di povertà o di esclusione sociale è scesa al 30,3 % nel 2014, ma rimane superiore alla media dell'UE del 27,8 %. Nel caso delle famiglie monoparentali la percentuale è molto più alta (62,5 % nel 2014) rispetto alla media dell'UE (48,2 %).

(10)

L'Irlanda ha avviato l'attuazione del programma JobPath per far fronte alle esigenze dei disoccupati di lungo periodo e sta sviluppando un approccio di attivazione per incoraggiare chi ha le potenzialità e il desiderio di svolgere un ruolo più attivo nella forza lavoro. Resta aperta la sfida di estendere i servizi di accompagnamento al lavoro a coloro che sono tradizionalmente esclusi dal mercato del lavoro, comprese le persone disabili e quelle con responsabilità di assistenza e cura. Nel complesso, il sistema previdenziale è riuscito a contenere gli effetti della crisi sulla povertà e la disuguaglianza, ma permangono gli ostacoli a una crescita inclusiva. Sono stati fatti passi avanti per quanto riguarda la graduale riduzione delle indennità, ma rimangono preoccupazioni riguardo alle trappole dell'inattività per alcune famiglie. In Irlanda i costi netti per la custodia dei figli in percentuale delle retribuzioni sono tra i più alti dell'Unione (i secondi più alti per le coppie e i più alti in assoluto per le famiglie monoparentali). Permangono le preoccupazioni circa la qualità delle disposizioni relative all'offerta di servizi per l'infanzia: ad esempio, nel 2014 la percentuale di laureati occupati nel settore dell'istruzione e dell'assistenza alla prima infanzia (15 %) risultava ancora ben al di sotto del livello raccomandato. Persistono gli squilibri tra domanda e offerta di competenze e in alcune aree è emersa una carenza di competenze, mentre le opportunità di miglioramento delle competenze e di riqualificazione restano insufficienti; inoltre, il taglio della spesa per l'istruzione potrebbe avere un impatto negativo sui risultati scolastici in futuro.

(11)

L'elevato indebitamento del settore privato riflette gli attuali problemi di svalutazione dei crediti. Alla fine del giugno 2015 il debito non consolidato del settore privato risultava pari al 266,3 % del PIL, registrando quindi un valore di molto superiore alla media della zona euro. Anche se i crediti deteriorati sono in diminuzione grazie alla ripresa economica e alle attività di ristrutturazione, alla fine del 2015 in Irlanda si registrava ancora una delle quote più alte di crediti deteriorati, pari a oltre il 16 % di tutti i crediti delle banche nazionali. Inoltre, alla fine del 2015 il 14,7 % dello stock dei crediti ipotecari aveva arretrati di pagamento, mentre gli arretrati superiori ai due anni ammontavano a quasi il 10 % del saldo del prestito ipotecario totale. Nonostante i progressi compiuti, la natura in larga misura temporanea della ristrutturazione dei prestiti ipotecari evidenzia il rischio di un nuovo default, soprattutto in caso di deterioramento macroeconomico o di shock esterno. Anche i prestiti concernenti immobili commerciali detenuti dalle banche nazionali e i prestiti di imprese e PMI continuano a destare preoccupazione, con una percentuale di prestiti deteriorati pari rispettivamente al 37,3 % e al 13,8 %. Nonostante i progressi compiuti, una ristrutturazione sostenibile di questi conti richiederà molto più tempo e un maggiore impegno. Restano scarsamente utilizzate le procedure di insolvenza per le persone fisiche, il fallimento, l'examinership (la protezione del tribunale prevista dalla legislazione irlandese per le imprese in difficoltà) e altri mezzi di alleggerimento del debito volti a ripristinare la vitalità di famiglie e imprese. L'introduzione del registro centrale del credito è stata lenta, sebbene sia fondamentale per sostenere l'erogazione prudente di prestiti.

(12)

È stata promulgata la legge di regolamentazione dei servizi legali (Legal Services Regulation Act) del 2015, ma le concessioni effettuate a favore delle professioni legali in una fase tardiva del processo hanno ridotto notevolmente le ambizioni iniziali della riforma. L'attuazione del nuovo quadro è appena iniziata ed è troppo presto per avere l'assoluta certezza che possa promuovere la concorrenza e ridurre i costi. I servizi legali costituiscono un fattore produttivo per tutti i settori dell'economia e il loro costo incide sulla competitività del paese. Può essere realizzata l'effettiva riduzione dei costi soltanto se le disposizioni del quadro normativo previsto volte a rafforzare la concorrenza e a ridurre i costi diventeranno legge in seguito ai processi di consultazione pubblica o verranno integrate nei regolamenti emessi dall'autorità di regolamentazione dei servizi legali (Legal Services Regulatory Authority).

(13)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dell'Irlanda che ha pubblicato nella relazione per paese del 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte all'Irlanda gli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dell'Irlanda, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(14)

Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (6) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(15)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti 1 e 3,

RACCOMANDA che l'Irlanda adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

conseguire, a seguito della correzione del disavanzo eccessivo, un aggiustamento di bilancio annuale verso l'obiettivo di bilancio a medio termine pari allo 0,6 % del PIL nel 2016 e nel 2017; utilizzare i guadagni inaspettati derivanti da condizioni economiche e finanziarie solide e dalla cessione di attivi per accelerare la riduzione del debito; ridurre la vulnerabilità alle fluttuazioni e agli shock economici, anche allargando la base imponibile; migliorare la qualità della spesa, in particolare aumentando l'efficacia in termini di costi del sistema sanitario e dando priorità alla spesa pubblica in conto capitale per la ricerca e lo sviluppo e per le infrastrutture pubbliche, in particolare i trasporti, i servizi idrici e gli alloggi;

2.

ampliare e accelerare l'attuazione delle politiche di attivazione per aumentare l'intensità di lavoro delle famiglie e contrastare il rischio di povertà infantile; adottare misure volte a incentivare l'occupazione riducendo gradualmente le indennità e i pagamenti supplementari; aumentare l'offerta di servizi per l'infanzia a tempo pieno, di qualità e a prezzi accessibili;

3.

mettere a punto soluzioni di ristrutturazione durature per ridurre i crediti deteriorati, al fine di assicurare la sostenibilità del debito delle famiglie e incoraggiare i creditori a ridurre il debito delle imprese eccessivamente indebitate ma ancora vitali; accelerare la graduale introduzione di un registro centrale del credito pienamente operativo per tutte le categorie di creditori e debitori.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  Il saldo strutturale ricalcolato dalla Commissione in base alle informazioni contenute nel programma di convergenza, secondo la metodologia concordata.

(6)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

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C 299/69


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Lituania e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Lituania

(2016/C 299/17)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Lituania non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Lituania dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Lituania, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 29 aprile 2016 la Lituania ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Nel programma di stabilità 2016 la Lituania ha chiesto una deviazione temporanea pari allo 0,6 % del PIL dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo a medio termine richiesto nel 2017 per tenere conto di significative riforme strutturali con ricadute positive sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. Tuttavia, in attesa dell'accordo definitivo, permane l'incertezza sul pacchetto di misure di riforma e sulla sua attuazione. Pertanto, sebbene disponga di un margine di bilancio sufficiente per beneficiare di una deviazione temporanea, la Lituania non sembra soddisfare il criterio di ammissibilità relativo all'attuazione della riforma per poter avvalersi della clausola sulle riforme strutturali. Inoltre attualmente è impossibile valutare la plausibilità dell'impatto della riforma previsto dal governo. Pertanto l'impatto di queste riforme non trova ancora riscontro nell'aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine richiesto per il 2017.

(6)

La Lituania è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di stabilità per il 2016 il governo prevede un miglioramento del saldo nominale da un disavanzo dello 0,8 % del PIL nel 2016 a un avanzo dello 0,9 % del PIL nel 2019. Il saldo strutturale (ricalcolato (5)) è destinato a rimanere, nel 2016 e successivamente, al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo dell'1 % del PIL in termini strutturali. Il percorso di aggiustamento include la riforma sistemica delle pensioni del 2016 ma non tiene conto delle riforme strutturali previste per il 2017. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere dal 39,9 % del 2016 al 35,7 % del 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Le misure necessarie a sostegno degli obiettivi di disavanzo programmati a partire dal 2018 non sono ancora state illustrate in modo sufficientemente dettagliato. Sulla base delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il saldo strutturale dovrebbe essere pari a – 1,2 % del PIL nel 2016, il che può essere considerato vicino all'obiettivo di bilancio a medio termine, per attestarsi a – 0,8 % del PIL nel 2017, superando così l'obiettivo di bilancio a medio termine. Sulla base della valutazione del programma di stabilità e tenendo conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, la Lituania dovrebbe ottemperare alle disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(7)

Il calo della popolazione in età lavorativa, causato dall'invecchiamento, da condizioni di salute precarie e da un livello significativo di emigrazione netta, può compromettere il potenziale di crescita della Lituania e, in ultima analisi, il suo futuro percorso di convergenza, mettendo nel contempo a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico e di quello delle cure a lungo termine. Entro il 2030 è prevista una perdita cumulativa del 35 % della popolazione in età lavorativa. Questa tendenza, se non invertita, comprometterà la disponibilità di forza lavoro adeguata e la sostenibilità della crescita economica a lungo termine e dei sistemi di previdenza sociale, in particolare di quello pensionistico.

(8)

Le tendenze demografiche evidenziano la necessità di una riforma complessiva del sistema pensionistico lituano che affronti i rischi a medio termine in materia di sostenibilità e adeguatezza. Il livello di povertà tra le persone anziane in Lituania è tra i più elevati dell'Unione. Tuttavia ad oggi non è in vigore alcun meccanismo di indicizzazione delle pensioni erogate da enti pubblici e la spesa per le pensioni di assicurazione sociale è relativamente bassa. Il parlamento non ha ancora adottato il progetto di legge proposto dal governo per introdurre un meccanismo di indicizzazione, collegare l'età pensionabile all'evoluzione della speranza di vita a partire dal 2026 e migliorare le modalità di finanziamento della componente base delle pensioni di assicurazione sociale.

(9)

In Lituania le condizioni di salute sono fra le più precarie dell'Unione europea. In particolare il tasso di mortalità della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni è il più elevato dell'Unione, il che incide in maniera significativa sulla manodopera potenzialmente disponibile e sulla produttività del lavoro. Tra le carenze del sistema sanitario figurano l'eccessivo ricorso ai ricoveri ospedalieri e il basso livello di spesa per la prevenzione e la sanità pubblica. Vi è la necessità di affrontare la tendenza demografica negativa.

(10)

È importante che la Lituania rafforzi gli investimenti in capitale umano al fine di contrastare alcune delle conseguenze negative della contrazione della popolazione in età lavorativa e di sostenere la transizione del paese verso un'economia a più alto valore aggiunto. Sebbene il livello di istruzione sia aumentato, un'elevata percentuale di alunni presenta competenze di base insufficienti. Dovrebbero essere proseguiti gli sforzi per assicurare un'elevata qualità dell'insegnamento, che è essenziale per far fronte allo scarso rendimento scolastico degli alunni e alle carenze del sistema scolastico. Anche per quanto concerne l'istruzione superiore si riscontrano problematiche inerenti alla qualità dell'insegnamento e alla sua capacità di promuovere l'innovazione. Il persistere di un basso livello di partecipazione degli adulti all'apprendimento pregiudica gli sforzi intesi a migliorare la qualità del capitale umano e ad aumentare la produttività. In alcuni settori dell'economia vi sono già segnali di una carenza di personale qualificato che, secondo le previsioni, è destinata ad accentuarsi nel futuro. Un forte aumento dei salari e un rallentamento della crescita della produttività potrebbero indebolire la competitività a livello di costi. È quindi importante adeguare maggiormente l'istruzione al mercato del lavoro, razionalizzare la struttura e il finanziamento del sistema scolastico, sviluppare l'apprendimento permanente e rendere le politiche attive del mercato del lavoro più mirate ed efficaci. La Lituania ha preso provvedimenti per migliorare le misure attive per il mercato del lavoro e altri servizi di sostegno alle persone in cerca di impiego, ma vi sono ancora margini per un maggiore orientamento verso gruppi specifici, quali in particolare i disoccupati di lunghissima durata e coloro che sono privi delle competenze necessarie. La spesa per misure strategiche efficaci per il mercato del lavoro resta limitata e le reti di sicurezza sociale lituane sono deboli. Il 27 % circa della popolazione lituana è a rischio di povertà o di esclusione sociale, e le disparità di reddito sono tra le più elevate dell'Unione. Il governo prevede di migliorare la copertura e l'adeguatezza dei sussidi di disoccupazione e delle prestazioni assistenziali, ma la relativa legislazione non è ancora stata adottata.

(11)

Il parlamento sta lavorando ad una revisione completa del codice del lavoro e del modello sociale al fine di aumentare la flessibilità delle relazioni industriali e di fornire maggiori garanzie, ma la legislazione in materia non è ancora stata adottata. Ai fini dell'attuazione della riforma è importante coinvolgere le parti sociali e ampliare il dialogo sociale.

(12)

Gli investimenti registrano una lenta ripresa dall'inizio della crisi economica e nei prossimi anni saranno sostenuti dai fondi strutturali e di investimento dell'UE. Tuttavia l'adozione e l'assorbimento delle nuove tecnologie non si sono diffusi in tutta l'economia e il basso livello di innovazione ostacola la crescita della produttività. Anche il livello degli investimenti privati in ricerca e innovazione è basso, forse a causa dell'insufficienza degli incentivi destinati a tal fine alle imprese e della cooperazione tra pubblico e privato. Potenziare gli investimenti privati potrebbe attenuare i rischi connessi alla dipendenza degli investimenti pubblici della Lituania in ricerca e innovazione dai fondi strutturali e di investimento dell'UE. Il sistema di istruzione terziaria presenta carenze in termini di qualità e innovazione e collabora in misura limitata con università e centri di ricerca esteri. La frammentarietà, le sovrapposizioni e le duplicazioni che caratterizzano il sistema della ricerca e dell'innovazione impediscono alla Lituania di raggiungere la massa critica di capacità di ricerca e sviluppo necessaria per aumentare le conoscenze innovative. È necessario aumentare gli incentivi per l'innovazione e la cooperazione tra il mondo accademico e le imprese, anche investendo nel capitale umano e lavorando al suo sviluppo, il che potrebbe aumentare il livello dei trasferimenti di tecnologia all'economia reale. Migliorare la limitata capacità delle imprese lituane di assorbire conoscenze esterne e utilizzarle a fini commerciali aumenterebbe il livello di innovazione.

(13)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Lituania che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Lituania negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Lituania, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(14)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (6) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Lituania adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

assicurare che lo scostamento dall'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e nel 2017 sia limitato alla tolleranza legata alla riforma sistemica delle pensioni; ridurre l'onere fiscale che grava sui lavoratori a basso reddito spostandolo verso altre fonti con una minore incidenza negativa sulla crescita e migliorare il rispetto dell'obbligo tributario, in particolare in materia di IVA;

2.

potenziare gli investimenti in capitale umano e porre rimedio alla carenza di competenze adeguando maggiormente l'istruzione al mercato del lavoro, migliorando la qualità dell'insegnamento e mediante l'apprendimento degli adulti; potenziare la portata e l'efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro; rafforzare il ruolo dei meccanismi del dialogo sociale; migliorare le prestazioni del sistema sanitario potenziando le cure ambulatoriali, la prevenzione delle malattie e la promozione della salute; migliorare la copertura e l'adeguatezza dei sussidi di disoccupazione e delle prestazioni assistenziali;

3.

adottare misure volte a rafforzare la produttività e a migliorare l'adozione e l'assorbimento delle nuove tecnologie in tutti i settori dell'economia; migliorare il coordinamento delle politiche per l'innovazione e incoraggiare gli investimenti privati, anche mediante lo sviluppo di metodi di finanziamento alternativi.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  Saldo strutturale ricalcolato dalla Commissione in base alle informazioni contenute nel programma di stabilità, secondo la metodologia concordata.

(6)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/73


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Romania e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Romania

(2016/C 299/18)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Romania è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Romania 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Romania sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Romania non presenta squilibri macroeconomici.

(3)

Il 28 aprile 2016 la Romania ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di convergenza 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Il terzo programma di assistenza finanziaria a sostegno della bilancia dei pagamenti (2013-2015) è terminato nel settembre 2015 senza che fosse stato completato alcun riesame. Non è stata portata a termine neanche la terza missione di riesame formale (16-30 giugno 2015) intesa a valutare il rispetto delle condizioni del programma. Sebbene in diversi ambiti si sia registrato qualche progresso, i risultati dei programmi precedenti e del programma attuale sono stati parzialmente vanificati negli ambiti fondamentali. Il 1o ottobre 2015 è iniziata la sorveglianza post-programma, che continuerà fino a quando non sarà stato rimborsato almeno il 70 % del prestito concesso nell'ambito del primo programma a sostegno della bilancia dei pagamenti, cioè almeno fino alla primavera del 2018.

(6)

La Romania è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel suo programma di convergenza 2016, il governo prevede un deterioramento del saldo nominale da – 0,7 % del PIL nel 2015 a – 2,9 % nel 2016 e nel 2017. È previsto anche un deterioramento del saldo strutturale. Il programma prevede uno scostamento dall'obiettivo di bilancio a medio termine — un disavanzo strutturale dell'1 % del PIL — che era stato raggiunto nel 2014 e nel 2015 e non prevede di riallinearvisi entro il suo completamento. Secondo il programma di convergenza, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe rimanere al di sotto del 40 % durante il periodo di riferimento. Lo scenario macroeconomico su cui si basano le proiezioni di bilancio è plausibile per il 2016 e leggermente favorevole per il 2017. Le previsioni di primavera 2016 della Commissione indicano un rischio di deviazione significativa nel 2016 e, a politiche invariate, nel 2017. Le previsioni di primavera 2016 della Commissione prospettano inoltre per il 2017 un disavanzo pubblico pari al 3,4 % del PIL, superiore al valore di riferimento del 3 % del PIL stabilito dal trattato. In base alla valutazione del programma di convergenza e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che la Romania rischi di non ottemperare alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. Pertanto, nel 2016 e nel 2017 dovranno essere adottate misure supplementari per garantire la conformità.

(7)

Il quadro di bilancio della Romania contiene disposizioni solide, ma non viene applicato in modo efficace nella pratica. Nessuna delle recenti misure di bilancio a incremento del disavanzo è stata presentata e adottata nell'ambito del normale processo di bilancio. Nel 2015 non è stato rispettato l'obbligo di includere una valutazione d'impatto, verificata dal ministero delle finanze, per le nuove iniziative legislative che aumentano la spesa pubblica o riducono le entrate pubbliche, di rispettare i massimali di spesa e di proporre misure compensative per le riduzioni delle entrate. In pratica, il consiglio di bilancio dispone di pochissimo tempo per reagire alle proposte di bilancio e le sue posizioni e raccomandazioni non vengono tenute nella debita considerazione. La legge di bilancio 2016 punta un disavanzo di bilancio del 2,95 % del PIL, che porterà a una deviazione significativa rispetto all'obiettivo a medio termine. Questo costituisce uno scostamento dal quadro di bilancio nazionale.

(8)

Sono state intraprese diverse misure per migliorare la riscossione delle imposte e il rispetto dell'obbligo tributario, tra cui i registratori di cassa obbligatori, il rafforzamento delle norme sui pagamenti in contanti, una nuova procedura di apertura della partita IVA, l'intensificazione delle revisioni contabili da parte dell'amministrazione fiscale (ANAF) e l'attuale riorganizzazione dell'ANAF. Il paese, tuttavia, deve ancora far fronte a un'elevata evasione fiscale e a un basso livello di adempimento dell'obbligo tributario. Il lavoro sommerso e la dichiarazione di redditi di un ammontare inferiore a quello reale continuano a incidere sul gettito fiscale e a generare distorsioni nell'economia. L'efficacia delle misure volte a ridurre il lavoro sommerso, comprese quelle adottate dall'ispettorato del lavoro, rimane limitata.

(9)

La legge che equipara l'età pensionabile per uomini e donne è all'esame del parlamento dal 2013. La sua adozione incrementerebbe considerevolmente la partecipazione delle donne più anziane al mercato del lavoro, riducendo il divario dell'età di pensionamento tra uomini e donne e attenuando il loro rischio trovarsi in una situazione di povertà in età avanzata.

(10)

Le condizioni sul mercato del lavoro sono migliorate nel 2015. La disoccupazione è bassa e il tasso di occupazione sta aumentando. La disoccupazione di lunga durata è al di sotto della media UE. Permangono tuttavia notevoli sfide, specie per quanto riguarda il numero elevato di giovani che non lavorano né seguono un percorso scolastico o formativo, e le possibilità di attivazione di queste persone sono limitate.

(11)

L'Agenzia nazionale per l'occupazione accusa ritardi per quanto riguarda l'offerta di servizi personalizzati alle persone in cerca di un impiego e, nonostante l'obbligo di segnalarle i posti vacanti, offre servizi limitati per i datori di lavoro. È stata adottata una procedura per offrire un sostegno personalizzato a varie categorie di disoccupati, che però non viene ancora applicata. La collaborazione tra servizi per l'occupazione e servizi sociali è estremamente limitata, il che rende ancora più difficile l'attivazione dei beneficiari dell'assistenza sociale.

(12)

Il salario minimo, che è uno dei più bassi dell'Unione, è stato notevolmente aumentato dal 2013 e la mancanza di criteri obiettivi per la sua fissazione è fonte di incertezza. È stato istituito un gruppo di lavoro a tre incaricato di lavorare sulla riforma della fissazione del salario minimo, ma mancano ancora orientamenti o criteri chiari che tengano conto del suo impatto sulla creazione di occupazione, delle condizioni sociali e della competitività. Il dialogo sociale rimane globalmente insufficiente.

(13)

La Romania presenta i rischi di povertà o di esclusione sociale più elevati dell'Unione. L'attivazione del mercato del lavoro per le persone beneficiarie dell'assistenza sociale è molto limitata, specialmente nelle zone rurali. Il fatto che l'indice di riferimento sociale, in base al quale è calcolato l'importo delle prestazioni sociali, non venga aggiornato periodicamente in funzione del contesto economico potrebbe incidere col tempo sull'adeguatezza delle prestazioni. La legge sul reddito minimo d'integrazione, che dovrebbe rendere più mirate e adeguate le prestazioni e l'attivazione del mercato del lavoro per i relativi beneficiari, è all'esame del parlamento per adozione. Diverse misure del «pacchetto antipovertà» del governo mirano tuttavia ad affrontare questo problema mediante un approccio integrato (istruzione, sanità, alloggi, protezione sociale e trasporti).

(14)

La Romania presenta ancora problemi a livello di istruzione. Sono state elaborate diverse strategie riguardanti l'apprendimento permanente, l'istruzione e la formazione professionale, l'istruzione terziaria e l'abbandono scolastico precoce. Tuttavia il tasso di abbandono scolastico precoce rimane nettamente al di sopra della media UE, in parte a causa dei notevoli ritardi nell'attuazione della strategia approvata nel 2015. I programmi di prevenzione e di recupero sono limitati. I gruppi vulnerabili come i rom e i bambini provenienti da famiglie povere hanno tuttora difficoltà a seguire e completare un'istruzione di qualità, specialmente nelle zone rurali. Per quanto riguarda l'istruzione e l'assistenza alla prima infanzia, la Romania ha preso provvedimenti per promuovere l'iscrizione dei bambini svantaggiati alla scuola materna (dai 3 ai 6 anni). L'offerta di servizi di assistenza alla prima infanzia per i bambini da 0 a 3 anni rimane limitata. La legislazione recentemente adottata per estendere le disposizioni sul congedo parentale e l'inadeguatezza degli incentivi al lavoro potrebbero ostacolare ulteriormente la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. La partecipazione all'istruzione secondaria superiore di tipo professionale e alla formazione professionale è al di sopra della media UE, ma i tassi di abbandono scolastico rimangono elevati. Il tasso di istruzione terziaria sta aumentando, ma la qualità dell'istruzione superiore e la sua pertinenza per il mercato del lavoro sono scarse. La partecipazione ai corsi per adulti è bassissima.

(15)

In Romania i risultati in campo sanitario sono mediocri. La speranza di vita alla nascita è nettamente al di sotto della media UE sia per gli uomini che per le donne. L'accesso all'assistenza sanitaria e il ricorso eccessivo alle cure ospedaliere costituiscono tuttora un serio problema. Il ricorso diffuso ai pagamenti informali riduce l'accesso all'assistenza sanitaria per le persone a basso reddito. La Romania ha preso misure per migliorare l'accesso per i pensionati a basso reddito e le persone che vivono in comunità lontane e isolate. Si sta sviluppando una rete di mediatori sociali e sanitari ed è stato presentato un disegno di legge sui servizi a livello di comunità. La deistituzionalizzazione delle persone con disabilità costituisce tuttora un problema.

(16)

La Romania ha preso provvedimenti per ovviare alla carenza di finanziamenti e all'uso inefficiente delle risorse pubbliche nel settore sanitario. Queste riforme comprendevano la liquidazione degli arretrati nel settore sanitario, il rafforzamento della sostenibilità della spesa farmaceutica, il ricorso a soluzioni di e-health, il miglioramento del finanziamento del sistema sanitario, l'elaborazione di una strategia per trasferire le risorse dalle cure ospedaliere alle cure preventive e all'assistenza primaria e la centralizzazione delle procedure di appalto. Tuttavia, la mancanza di capacità amministrativa sta ritardando l'attuazione della strategia nazionale 2014-2020 per la sanità. L'efficienza del sistema sanitario risente, in particolare, dei ritardi registrati nella razionalizzazione del settore ospedaliero e nel passaggio dalle cure ospedaliere alle cure ambulatoriali, che sono meno costose.

(17)

In Romania le disparità di sviluppo più accentuate sono quelle tra zone urbane e zone rurali. Nelle zone rurali i risultati sono meno buoni in termini di occupazione, prestazioni sociali, sanità e istruzione e l'accesso all'istruzione, ai servizi medici, ai servizi di base e ai servizi pubblici è nettamente più limitato dall'inadeguatezza e dalla frammentazione della capacità amministrativa locale. Al tempo stesso, lo sviluppo socioeconomico delle zone rurali è frenato dall'insufficiente sviluppo delle infrastrutture di trasporto e dall'estensione limitata dei trasporti pubblici e privati, a cui si aggiungono le elevate spese di spostamento dei pendolari e l'accesso limitato alle infrastrutture a banda larga. Il basso valore aggiunto dell'agricoltura e la mancanza di diversificazione economica nelle zone rurali frenano lo sviluppo di un'economia rurale sostenibile. Gran parte della forza lavoro rurale è impiegata nell'agricoltura di sussistenza o di semisussistenza; altre caratteristiche del settore sono la disoccupazione sommersa o il lavoro familiare non retribuito, la scarsa produttività e la povertà. Un pacchetto antipovertà, finanziato prevalentemente con fondi UE, prevede un approccio integrato alla lotta contro la povertà, anche nelle zone rurali. Non è ancora stato dato seguito alla programmata creazione di squadre integrate a livello di comunità, che offrano diversi servizi integrati alle comunità svantaggiate.

(18)

L'attuazione del quadro strategico per la pubblica amministrazione, in vigore dal 2014, è stata lenta nel 2015. Nel 2016 sono state intraprese alcune iniziative fondamentali per rendere più trasparente ed efficace il funzionamento della pubblica amministrazione. Tuttavia, i ritardi registrati nell'adozione di un approccio generale e trasparente alla gestione delle risorse umane, specialmente a livello di assunzioni/nomine, valutazione, retribuzioni, evoluzione di carriera per tutte le categorie e formazione, lasciano spazio a un approccio arbitrario per le procedure e le decisioni fondamentali. In aggiunta all'instabilità delle strutture organizzative, questo ha un impatto negativo sull'indipendenza e sulla professionalità della pubblica amministrazione, e quindi anche sulla sua efficacia ed efficienza. La complessità delle procedure amministrative, l'inefficienza del sistema degli appalti pubblici e la diffusa corruzione ostacolano l'erogazione dei servizi (compresi quelli di e-government) ai cittadini e alle imprese. Rimane insufficiente il ricorso alla pianificazione strategica, alla programmazione di bilancio, alle prassi in materia di consultazione e a una definizione delle politiche basata su elementi concreti. Questi fattori frenano l'attuazione di politiche importanti in un gran numero di ambiti, compreso l'uso efficace dei fondi UE disponibili e di altre fonti di sostegno finanziario.

(19)

Le imprese di Stato, che dominano i settori economici fondamentali, sono generalmente poco efficienti. Queste imprese, particolarmente diffuse nei principali settori infrastrutturali, rappresentano il 44 % del fatturato e il 77 % dell'occupazione nel settore dell'energia, contro il 24 % e il 28 % nel settore dei trasporti. L'ordinanza governativa di emergenza n. 109/2011 sul governo societario delle imprese di Stato è stata convertita in legge il 10 maggio 2016, con l'introduzione di modifiche che ne garantiscono il migliore allineamento alle buone prassi internazionali. La Romania ha ripreso ad assumere manager professionisti per sostituire i dirigenti ad interim presso diverse imprese di Stato, ma i progressi sono stati più lenti di quanto annunciato inizialmente. Accelerando l'adozione dei bilanci annuali e l'approvazione e la pubblicazione dei bilanci annuali sottoposti a revisione si migliorerebbero la trasparenza e la rendicontabilità delle imprese di Stato. È in preparazione una nuova legge sulle privatizzazioni, che potrebbe tuttavia contenere disposizioni in conflitto con la legislazione sul governo societario. Destano particolare preoccupazione le sovrapposizioni fra le competenze del commissario straordinario per la privatizzazione e i dirigenti delle imprese.

(20)

Malgrado gli sforzi profusi dalle istituzioni giudiziarie per combattere la corruzione nelle alte sfere, il fenomeno della corruzione è ancora presente in molti settori economici e coinvolge funzionari nominati ed eletti a tutti i livelli di governo, funzionari statali e dipendenti degli enti pubblici. Le principali riforme giudiziarie sono in fase di attuazione, ma destano ancora preoccupazione l'elevato carico di lavoro dei tribunali, i problemi di prevedibilità e di corretta esecuzione delle sentenze e le pressioni esterne sulla magistratura. Nell'ambito del meccanismo di cooperazione e verifica vengono rivolte alla Romania raccomandazioni relative alla riforma giudiziaria e alla lotta contro la corruzione, per cui questi ambiti non sono contemplati dalle raccomandazioni specifiche per paese indirizzate alla Romania.

(21)

Sebbene la sua solidità finanziaria sia migliorata, il settore finanziario rimane vulnerabile alle iniziative legislative nazionali. La legge sull'esdebitazione di recente adozione, che prevede l'applicazione retroattiva agli stock di prestiti esistenti, potrebbe porre problemi a diversi enti creditizi e rallentare l'erogazione dei prestiti. La legge potrebbe aumentare i rischi per la stabilità del settore finanziario con ripercussioni sull'intera economia. Fra gli altri sviluppi che potrebbero avere un impatto negativo sulle banche figurano la proposta di convertire i prestiti in valuta estera in prestiti in moneta locale e alcune decisioni giudiziarie sulle clausole contrattuali abusive nei contratti di prestito.

(22)

L'insufficienza o la qualità mediocre delle infrastrutture costituiscono i fattori più problematici per l'attività delle imprese in Romania e frenano il commercio e lo sviluppo economico. Sebbene ultimamente la situazione sia lievemente migliorata, la Romania è ancora all'ultimo posto fra i paesi della regione in termini di qualità percepita delle infrastrutture nei settori dei trasporti e delle comunicazioni. La sua rete stradale e autostradale è limitata rispetto agli altri paesi della regione e alle dimensioni del paese. L'adozione del piano generale per i trasporti e la riforma delle ferrovie sono state più volte posticipate.

(23)

Dal 2008 il livello degli investimenti pubblici è diminuito, nonostante l'ampia disponibilità di finanziamenti, specie da fondi UE. Nel 2015 questa tendenza si è invertita ma si prevede, a partire dal 2016, un rallentamento degli investimenti pubblici poiché l'attuazione del programma per il periodo 2014-2020 non è ancora stata pienamente avviata e non vi sono sufficienti progetti maturi in preparazione. La Romania si è recentemente adoperata, e lo sta ancora facendo, per rafforzare la collaborazione interministeriale, riorganizzare il sistema degli appalti pubblici e migliorare la pianificazione e l'attuazione dei progetti di investimento. Ciononostante, la preparazione dei progetti di investimento pubblici rimane inadeguata ed esposta a ingerenze esterne. La selezione dei progetti è tuttora ostacolata dall'assenza di una pianificazione e di priorità strategiche a lungo termine, dalla necessità di conciliare le posizioni di un gran numero di decisori, dai limitati poteri di controllo dell'unità incaricata della valutazione degli investimenti pubblici presso il ministero delle finanze pubbliche e dalla mancanza di criteri di selezione nel programma nazionale per lo sviluppo locale.

(24)

Malgrado i miglioramenti significativi registrati in termini di competitività di costo e risultati commerciali, la competitività non legata ai costi della Romania rappresenta tuttora una sfida. Le barriere strutturali ostacolano la transizione verso un'economia a maggior valore aggiunto e limitano la capacità della Romania di promuovere una crescita sostenibile. La complessità delle procedure amministrative, l'instabilità delle politiche fiscali e di bilancio e il debole contesto imprenditoriale continuano a incidere sulle decisioni in materia di investimenti. La diffusa evasione fiscale e il lavoro sommerso riducono il gettito fiscale e generano distorsioni nell'economia. L'accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese rimane limitato.

(25)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Romania che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di convergenza e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Romania negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Romania, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme, offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 4.

(26)

Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza e il suo parere (4) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Romania adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

limitare la deviazione rispetto all'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e conseguire un aggiustamento di bilancio annuo dello 0,5 % del PIL nel 2017, a meno che l'obiettivo di bilancio a medio termine non sia rispettato con uno sforzo minore; garantire l'applicazione del quadro di bilancio e rafforzare ulteriormente l'adempimento dell'obbligo tributario e la riscossione delle imposte; evitare che le iniziative legislative compromettano la certezza giuridica e mettano a repentaglio la stabilità finanziaria; all'occorrenza, prendere provvedimenti per attenuare tali rischi;

2.

potenziare i servizi offerti dall'Agenzia nazionale per l'occupazione ai datori di lavoro e alle persone in cerca di un impiego, in particolare adattando i servizi ai profili di queste persone, collegandoli maggiormente ai servizi di assistenza sociale, compresi i servizi sociali, ed estendendoli ai giovani non registrati; stabilire, in consultazione con le parti sociali, criteri obiettivi per determinare il salario minimo; prendere provvedimenti per ridurre il fenomeno dell'abbandono scolastico precoce e aumentare l'offerta di un'istruzione di qualità, specialmente fra i rom; adottare la parificazione dell'età pensionabile per gli uomini e le donne;

3.

ridurre i pagamenti informali nel settore della sanità e migliorare la disponibilità delle cure ambulatoriali; rafforzare l'indipendenza e la trasparenza della gestione delle risorse umane nella pubblica amministrazione; semplificare le procedure amministrative per le imprese e i cittadini; migliorare il governo societario delle imprese di Stato;

4.

migliorare l'accesso ai servizi pubblici integrati, potenziare le infrastrutture di base e incentivare la diversificazione economica, in particolare nelle zone rurali; adottare e attuare il piano generale per i trasporti; migliorare l'individuazione e la preparazione dei progetti prioritari.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(4)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/79


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Finlandia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Finlandia

(2016/C 299/19)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Finlandia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha anche adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Finlandia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Finlandia 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Finlandia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare, è essenziale affrontare la perdita di competitività di costo accumulatasi nel corso degli anni, dovuta principalmente al fatto che la crescita dei salari ha superato per lungo tempo quella della produttività, portando a un drastico deterioramento delle partite correnti tra il 2008 e il 2012. L'analisi ha inoltre evidenziato notevoli rischi a medio e lungo termine per la sostenibilità delle finanze pubbliche già in difficoltà.

(3)

Il 14 aprile 2016 la Finlandia ha presentato il programma nazionale di riforma 2016 e il programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Il programma di stabilità 2016 indica un significativo impatto sul bilancio dell'eccezionale afflusso di rifugiati e fornisce elementi di prova adeguati in merito alla portata e alla natura di tali costi di bilancio aggiuntivi. Secondo la Commissione la spesa supplementare ammissibile è stata pari allo 0,05 % del PIL nel 2015 ed è attualmente stimata allo 0,2 % del PIL per il 2016. Le disposizioni di cui all'articolo 5, paragrafo 1, e all'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97 tengono conto di questa spesa supplementare poiché l'afflusso di rifugiati è un evento eccezionale, il suo impatto sulle finanze pubbliche della Finlandia è significativo e consentire una deviazione temporanea dal percorso di aggiustamento all'obiettivo di bilancio a medio termine non comprometterebbe la sostenibilità. Pertanto, al fine di tenere conto di questi costi, l'aggiustamento richiesto verso l'obiettivo di bilancio a medio termine per il 2015 è stato ridotto. Per quanto riguarda il 2016, nella primavera del 2017 sarà effettuata una valutazione conclusiva, anche per quanto concerne gli importi ammissibili, sulla base dei dati osservati trasmessi dalle autorità finlandesi.

(6)

La Finlandia è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Il 18 maggio 2016 la Commissione ha pubblicato una relazione a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del TFUE, poiché il debito pubblico finlandese aveva superato il valore di riferimento del 60 % del PIL nel 2015. Dalle conclusioni dell'analisi è emerso che il criterio del debito dovrebbe essere considerato soddisfatto. Nel programma di stabilità 2016 il governo prevede un miglioramento del saldo nominale a – 2,5 % del PIL nel 2016 e a – 1,3 % del PIL nel 2020. Il governo prevede di raggiungere l'obiettivo di bilancio a medio termine — ossia un disavanzo dello 0,5 % del PIL in termini strutturali — entro il 2019. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe raggiungere un picco del 67,4 % nel 2019 e diminuire al 67,2 % nel 2020. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Le misure necessarie al raggiungimento dell'obiettivo di bilancio a medio termine entro il 2019 non sono state illustrate in modo sufficientemente dettagliato. Sulla base delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, nel 2016 vi è il rischio di una qualche deviazione dall'aggiustamento raccomandato. Le conclusioni relative al 2016 non cambierebbero laddove l'impatto di bilancio dell'eccezionale afflusso di rifugiati fosse escluso dalla valutazione. A politiche invariate nel 2017 vi è il rischio di una deviazione significativa dall'aggiustamento raccomandato. Il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe continuare ad aumentare, raggiungendo il 66,9 % nel 2017. Sulla base della sua valutazione del programma di stabilità e tenendo conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che la Finlandia potrebbe non ottemperare alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. Ne consegue che per garantire la conformità saranno necessarie ulteriori misure nel 2016 e nel 2017.

(7)

A causa dell'invecchiamento della popolazione e della contrazione della forza lavoro, la spesa per le pensioni, la sanità e l'assistenza a lungo termine dovrebbe aumentare, passando dal 23,1 % nel 2013 al 26,9 % del PIL entro il 2030. Nel gennaio 2016 la Finlandia ha adottato una riforma delle pensioni che collegherà l'età pensionabile prevista dalla legge all'evoluzione della speranza di vita a partire dal 2027. I servizi sociali e sanitari prestati dai comuni ammontano al 10 % del PIL. In assenza di una riforma del sistema, la spesa dovrebbe subire un incremento del 2,4 % annuo in termini nominali e aumentare in percentuale del PIL. Le linee generali di un'ampia riforma amministrativa e della ristrutturazione dei servizi sanitari e sociali sono già state concordate. Tra i principali obiettivi della riforma figura la riduzione di 3 miliardi di EUR del divario di sostenibilità a lungo termine grazie a un miglior controllo dei costi. Tale obiettivo sarà conseguito attraverso l'integrazione dei servizi, il ricorso a soggetti più grandi per l'organizzazione dei servizi e la digitalizzazione. Prima che la riforma possa essere attuata come previsto a partire dal 2019, è ancora necessario precisarne tutti i dettagli e mettere in atto i piani di gestione del cambiamento. Il governo ha annunciato che le misure di attuazione della riforma saranno presentate alla fine del 2016. Considerando i tempi stretti e la portata della riforma, la sua attuazione non sarà agevole. È quindi importante che le proposte legislative siano adottate in maniera tempestiva.

(8)

Per ripristinare la competitività della Finlandia è necessario migliorare sotto vari aspetti il funzionamento del mercato del lavoro. A livello aggregato gli aumenti salariali sono stati moderati dalla sigla dell'accordo salariale concluso a livello centrale alla fine del 2013. In virtù dell'accordo, l'aumento su base annua dei salari negoziati è sceso dall'1,3 % del quarto trimestre del 2013 allo 0,5 % del quarto trimestre del 2015. Nel giugno 2015 le parti sociali hanno deciso di prorogare l'accordo per il 2016. Tuttavia la crescita della produttività del lavoro non è stata ancora ripristinata e quindi il costo nominale del lavoro per unità di prodotto dovrebbe aumentare, anche se con maggiore lentezza. I negoziati condotti per ristabilire la competitività di costo hanno portato alla conclusione di un patto di competitività tra le parti sociali il 29 febbraio 2016. Tuttavia per poter essere attuato questo accordo dovrà prima essere tradotto in accordi settoriali. Il patto di competitività sarà integrato da misure concordate tra le parti sociali per garantire una maggiore flessibilità del mercato del lavoro e un nuovo modello di crescita dei salari, ancorando le retribuzioni a quelle dei settori che devono affrontare la concorrenza esterna. È importante che le misure concernenti il mercato del lavoro siano attuate in modo tale da rispettare pienamente il ruolo delle parti sociali.

(9)

A causa del calo della popolazione in età lavorativa è essenziale migliorare il tasso di partecipazione al mercato del lavoro. Ciò richiede continui sforzi per integrare nel mercato del lavoro i lavoratori più anziani, i giovani, i disoccupati di lunga durata e i soggetti poco qualificati. Il tasso di occupazione è diminuito di oltre due punti percentuali, passando da un picco pre-crisi del 70,6 % nel 2008 al 68,5 % nel 2015, mentre la disoccupazione è aumentata dal 6,4 % al 9,4 %. Il tasso di occupazione delle persone anziane è in graduale miglioramento, ma rimangono in essere alcuni percorsi di uscita anticipata dal mondo del lavoro sotto forma di prestazioni di disoccupazione estese per i lavoratori anziani erogate fino al pensionamento (lo «scivolo della disoccupazione»); se non saranno ridotti, questo potrebbe limitare l'impatto positivo della riforma del sistema pensionistico adottata nel 2016. Gli effetti delle modifiche ai parametri dello scivolo della disoccupazione, operate nella precedente riforma delle pensioni, saranno valutati nel 2019. La disoccupazione di lunga durata è aumentata considerevolmente tra il 2008 e il 2014, passando dall'1,2 % all'1,9 % del totale della forza lavoro, nonostante da quest'ultima siano usciti molti dei disoccupati di lunga durata. La disoccupazione giovanile è aumentata, attestandosi al 22,4 % nel 2015. I lavoratori che subiscono maggiormente le conseguenze del mediocre funzionamento del mercato del lavoro sono quelli poco qualificati. La riduzione del bilancio per le politiche attive del mercato del lavoro in un momento in cui vi è una richiesta crescente di tali misure potrebbe compromettere la possibilità per i suddetti gruppi di riprendere l'attività lavorativa. In termini di attivazione, il complesso sistema previdenziale con i diversi tipi di indennità può portare a livelli significativi di inattività e bassi salari. In considerazione dei tagli al bilancio per le politiche attive del mercato del lavoro è particolarmente importante affrontare queste trappole e introdurre incentivi positivi che incoraggino ad accettare proposte di lavoro, ad esempio favorendo la possibilità di coniugare lavoro e indennità. L'arrivo in Finlandia nel 2015 di un numero relativamente elevato di migranti e rifugiati potrebbe servire a contrastare gli effetti dell'invecchiamento demografico, a condizione però che questi siano integrati con successo nel mercato del lavoro e nel sistema scolastico. L'incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro presenta dei problemi, in parte dovuti al cambiamento strutturale dell'economia dato che i nuovi posti di lavoro vengono creati in aree geografiche e settori diversi rispetto a quelli in cui sono andati perduti. Sono necessarie misure atte ad aumentare l'offerta di alloggi a prezzi accessibili nella zona di Helsinki e politiche efficaci per aiutare i lavoratori ad aggiornare le proprie competenze e a trovare lavoro.

(10)

In Finlandia il contesto imprenditoriale è equivalente o migliore rispetto a quello di altre economie avanzate. Tuttavia la mancanza di concorrenza, in particolare nei servizi destinati principalmente al mercato interno, come la vendita al dettaglio e i trasporti, incide sulla competitività globale dell'economia finlandese. Le imprese ritengono che l'ingresso e la crescita in alcuni mercati siano ostacolati da un eccesso di obblighi normativi. È necessario affrontare questa situazione di eccessiva regolamentazione al fine di promuovere l'imprenditorialità e gli investimenti. Nel settore del commercio al dettaglio, la riforma della normativa in materia di pianificazione fisserà regole più flessibili per quanto concerne le dimensioni e l'ubicazione dei negozi. Prosegue la ristrutturazione nel settore dei beni e servizi scambiabili, il quale trarrebbe vantaggio dalla creazione di nuovi mercati, prodotti e servizi, in particolare quelli ad alto valore aggiunto. Il cambiamento strutturale potrebbe essere agevolato da politiche a sostegno della crescita, dell'internazionalizzazione e dell'innovazione delle imprese. Nell'autunno 2015 sono state approvate modifiche legislative che dovrebbero però essere attuate per la maggior parte soltanto tra il 2016 e il 2018. Il governo ha annunciato ulteriori riforme strutturali per rafforzare la concorrenza sul mercato.

(11)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Finlandia che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Finlandia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Finlandia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(12)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (5) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(13)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti 2 e 3,

RACCOMANDA che la Finlandia adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

pervenire a un aggiustamento di bilancio annuale verso l'obiettivo di bilancio a medio termine pari almeno allo 0,5 % del PIL nel 2016 e allo 0,6 % del PIL nel 2017; usare le eventuali entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL; assicurare l'adozione e l'attuazione tempestive della riforma amministrativa al fine di migliorare l'efficacia in termini di costi dei servizi sociali e sanitari;

2.

nel rispetto del ruolo delle parti sociali, assicurare che il sistema di fissazione delle retribuzioni rafforzi la contrattazione salariale a livello locale ed elimini le rigidità, favorendo la competitività e un approccio maggiormente improntato al settore delle imprese esportatrici; offrire maggiori incentivi affinché vengano accettati i posti di lavoro e assicurare misure attive per il mercato del lavoro che siano sufficienti e mirate, anche per coloro che provengono da un contesto migratorio; adottare misure volte a ridurre le disparità regionali e l'inadeguatezza delle competenze;

3.

proseguire gli sforzi intesi ad aumentare la concorrenza nei servizi, compresi quelli al dettaglio; promuovere l'imprenditorialità e gli investimenti, anche riducendo gli oneri amministrativi e regolamentari, per favorire la crescita della produzione ad alto valore aggiunto.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/83


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Lettonia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Lettonia

(2016/C 299/20)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Lettonia non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni tra le economie dell'Unione economica e monetaria, la Lettonia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Lettonia 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Lettonia, sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015, sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 14 aprile 2016 la Lettonia ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di avvalersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Nel programma di stabilità 2016 la Lettonia ha chiesto una deviazione temporanea dello 0,5 % del PIL rispetto al percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2017, onde tenere conto di significative riforme strutturali con ricadute positive sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche, in particolare per quanto riguarda la riforma sanitaria in corso basata sulla strategia sanitaria per il periodo 2014-2020. I dettagli della riforma sono sintetizzati nel programma di stabilità. L'obiettivo è incrementare i finanziamenti per il settore sanitario al 4 % del PIL entro il 2020 rispetto al 3 % del PIL nel 2015. La piena attuazione della riforma dovrebbe innalzare il tasso di occupazione dello 0,6 % e il livello del PIL del 2,2 % entro il 2023, con un'incidenza positiva sulla sostenibilità delle finanze pubbliche a lungo termine. L'impatto positivo sulla crescita e sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche è ritenuto plausibile. Si ritiene che la Lettonia abbia i requisiti per beneficiare della deviazione temporanea richiesta nel 2017 a condizione che dia adeguata attuazione alle riforme concordate, aspetto che sarà monitorato nell'ambito del semestre europeo. L'entità della deviazione temporanea consentita è tuttavia subordinata al rispetto del parametro minimo di riferimento (ossia un disavanzo strutturale dell'1,7 % del PIL). Di conseguenza, le previsioni di primavera 2016 della Commissione indicano che esiste un margine per un'ulteriore deviazione temporanea dello 0,1 % del PIL nel 2017.

(6)

La Lettonia è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di stabilità 2016 il governo prevede un graduale miglioramento del saldo nominale fino a raggiungere lo 0,5 % del PIL nel 2019. Il percorso di aggiustamento previsto verso l'obiettivo di bilancio a medio termine — ossia un disavanzo dell'1 % del PIL in termini strutturali — tiene conto delle deviazioni richieste in connessione con la riforma sistemica delle pensioni nel 2017 e nel 2018 e con le grandi riforme strutturali nel settore sanitario nel periodo 2017-2019. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe salire al 40 % nel 2016, per poi scendere al 38 % nel 2018. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio del programma è plausibile. Tuttavia, le misure necessarie per sostenere gli obiettivi di disavanzo pianificati a partire dal 2017 non sono state illustrate in modo sufficientemente dettagliato. Stando alle previsioni di primavera 2016 della Commissione, la valutazione complessiva indica il rischio di una certa deviazione nel 2016 e, a politiche invariate, congiuntamente nel 2016 e nel 2017. Nel complesso, in base alla valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio è del parere che la Lettonia dovrebbe sostanzialmente rispettare le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Saranno tuttavia necessari altri interventi per garantire la conformità nel 2016.

(7)

L'offerta di lavoro è compromessa da un calo della popolazione in età lavorativa mentre la crescita salariale è superiore alla produttività, minacciando la competitività di costo. Per sostenere la competitività sono quindi necessarie misure atte ad aumentare l'occupabilità e a migliorare il capitale umano.

(8)

Il tasso di rischio di povertà e di esclusione sociale della Lettonia è tra i più elevati dell'UE. Sono in corso lavori preparatori per l'introduzione di un reddito minimo, ma la sua attuazione è ancora incerta e la sua applicazione universale procrastinata a causa di costi per le finanze pubbliche. Inoltre, la congruità delle prestazioni di assistenza sociale non è stata migliorata dal 2009, rendendo difficile una reale riduzione della povertà. La riforma dell'importo di reddito minimo dovrebbe ridurre l'attuale frammentazione dell'assistenza sociale e costituire un incentivo per l'occupazione.

(9)

La copertura delle misure di attivazione rimane bassa, in particolare per i disoccupati di lunga durata. Unitamente a servizi di assistenza sanitaria carenti e a servizi sociali insufficienti, questa situazione ostacola il reinserimento sul mercato del lavoro. Un maggior ricorso a misure di attivazione porterebbe ad un aumento dell'occupazione.

(10)

I bisogni di gran parte della popolazione in termini di assistenza sanitaria rimangono insoddisfatti a causa dello scarso finanziamento pubblico nel settore, di carenze strutturali intrinseche, dei costi elevati delle prestazioni non rimborsabili e di un rapporto non ottimale tra costo ed efficacia. Se i casi medici critici hanno ottenuto priorità di accesso all'assistenza sanitaria, vincoli finanziari limitano in generale la prestazione dei servizi.

(11)

La Lettonia ha compiuto progressi nella riforma del sistema d'istruzione superiore, soprattutto grazie a incentivi che premiano la qualità e alla creazione di un sistema indipendente di accreditamento; occorre tuttavia migliorare l'istruzione e la formazione professionale, in particolare procedendo alla riforma dei curricoli di apprendimento e istituendo un quadro normativo per l'apprendimento basato sul lavoro di cui vanno migliorate la qualità e la disponibilità; le parti sociali possono svolgere un ruolo importante nello sviluppo di tali programmi, come menzionato nella legge sulla formazione professionale.

(12)

Gli investimenti sono ostacolati da carenze nell'innovazione e nell'ambiente imprenditoriale oltre che dalla contrazione della forza lavoro. Scarsi impulsi all'innovazione e una base di ricerca frammentata impediscono una transizione rapida ed effettiva della Lettonia verso attività con valore aggiunto e intensità di conoscenza maggiori. Costituiscono inoltre un freno agli investimenti anche la carente protezione degli investitori offerta dal sistema di insolvenza e le inefficienze della pubblica amministrazione.

(13)

Il governo ha preso provvedimenti per ridurre l'attuale frammentazione della base della ricerca pubblica, migliorarne la qualità e accrescere la capacità innovativa delle imprese del settore. Sebbene si registrino progressi, gli investimenti pubblici e privati in ricerca e innovazione rimangono a livelli molto bassi rispetto alla media dell'UE. Occorre proseguire il consolidamento della base di ricerca e aumentare in parallelo il numero dei ricercatori e la qualità della ricerca. La piena attuazione delle riforme basate sulle strategie di specializzazione intelligente e il pieno uso di tutti gli strumenti di politica esistenti incentiverebbero gli investimenti privati nell'innovazione.

(14)

Il regime di insolvenza è percepito dalle imprese come un ostacolo agli investimenti, dato che i tassi di recupero delle attività sono bassi e i curatori fallimentari scarsamente vigilati.

(15)

La Lettonia ha adottato diverse iniziative di successo per migliorare l'efficienza e la qualità del sistema giudiziario. Per quanto esauriente, la disciplina per la prevenzione dei conflitti di interessi per i funzionari pubblici è tuttavia complessa e rigida e privilegia l'osservanza formale rispetto al merito individuale. Inoltre, l'Ufficio per il contrasto e la prevenzione della corruzione risulta indebolito da tensioni interne che lo destabilizzano e minano la fiducia dell'opinione pubblica nelle sue operazioni mettendone in dubbio la volontà di trattare prioritariamente casi di corruzione di alto profilo.

(16)

Le inefficienze generali della pubblica amministrazione — dovute soprattutto a un avvicendamento relativamente forte del personale, ritardi nella riforma del servizio pubblico e una gestione debole dei progetti — non contribuiscono a un clima favorevole agli investimenti. Le retribuzioni del settore pubblico non sono correlate in modo adeguato alle responsabilità.

(17)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Lettonia che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Lettonia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Lettonia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 3.

(18)

Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (5) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Lettonia adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

garantire che la deviazione dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e nel 2017 sia limitata ai contributi collegati alla riforma sistemica delle pensioni e all'importante riforma strutturale nel settore sanitario; ridurre il cuneo fiscale per i lavoratori a basso reddito trasferendo l'imposizione fiscale favorevole alla crescita verso le imposte ambientali e patrimoniali e migliorando il rispetto dell'obbligo tributario;

2.

rendere più adeguate le prestazioni di assistenza sociale e potenziare le misure a sostegno dei beneficiari per trovare e conservare un lavoro, anche attraverso una maggiore copertura delle misure di attivazione; accelerare la riforma dei curricoli di apprendimento della formazione professionale, stabilire — con il coinvolgimento delle parti sociali — un quadro normativo per l'apprendimento basato sul lavoro e aumentarne l'offerta; migliorare l'accessibilità, la qualità e l'efficacia in termini di costi del sistema sanitario;

3.

proseguire il consolidamento degli enti di ricerca e incentivare gli investimenti privati nell'innovazione; rafforzare il sistema di prevenzione dei conflitti di interessi e istituire un quadro giuridico comune per tutti i dipendenti pubblici; aumentare gli obblighi di rendicontazione e il controllo pubblico dei curatori fallimentari.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/87


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Danimarca e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Danimarca

(2016/C 299/21)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Danimarca non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Danimarca 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 26 aprile 2016 la Danimarca ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di convergenza 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

La Danimarca è attualmente soggetta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel suo programma di convergenza 2016 il governo prevede un miglioramento del saldo nominale, in modo da conseguire il pareggio di bilancio nel 2020. L'obiettivo di bilancio a medio termine — ossia un disavanzo dello 0,5 % del PIL in termini strutturali — dovrebbe essere conseguito nel 2016. Sulla base del programma di convergenza, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe attestarsi al 35,1 % nel 2020. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile. Secondo le previsioni di primavera 2016 della Commissione, la Danimarca dovrebbe conseguire l'aggiustamento di bilancio raccomandato nel 2016 e nel 2017. Sulla base della valutazione del programma di convergenza e tenendo conto delle previsioni della primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che la Danimarca riuscirà a rispettare le disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(6)

Garantire la disponibilità di manodopera in un contesto di invecchiamento della popolazione è un presupposto per una crescita sostenibile in Danimarca. Negli ultimi anni è stata messa in atto una serie di riforme fondamentali del mercato del lavoro volte in particolare ad aumentare gli incentivi al lavoro e a migliorare l'efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro. Tali riforme potrebbero permettere alla Danimarca di conseguire l'obiettivo nazionale per l'occupazione previsto nel quadro della strategia Europa 2020 e contribuire alla sostenibilità del modello di protezione sociale danese. È invece lungi dall'essere raggiunto l'obiettivo nazionale di inclusione sociale fissato nell'ambito della stessa strategia, che prevede la riduzione del numero di persone che vivono in famiglie a bassissima intensità di lavoro. L'inclusione nel mercato del lavoro e l'aumento dell'occupabilità dei gruppi svantaggiati restano sfide aperte che interessano soprattutto le persone provenienti da un contesto migratorio al di fuori dell'UE, compresi quelli che risiedono in Danimarca da lungo tempo, e i giovani con un basso livello di istruzione. Le misure di inserimento nel mondo del lavoro convenute nel quadro delle negoziazioni tripartite del 2016 potrebbero migliorare la situazione dei rifugiati e dei migranti arrivati di recente. Tuttavia, dovranno essere adottate misure supplementari per inserire efficacemente nel mercato del lavoro altri gruppi marginalizzati.

(7)

Per mantenere il livello di protezione sociale relativamente alto della Danimarca è fondamentale migliorare la crescita della produttività, che stagna ormai da due decenni. Uno dei fattori all'origine di questa situazione è la persistente mancanza di concorrenza nel settore dei servizi, in particolare nel commercio al dettaglio e nell'edilizia. La Danimarca deve pertanto aumentare gli sforzi per migliorare la produttività nel settore dell'edilizia, rimuovendo le barriere e garantendo sistemi proporzionati di autorizzazione, ove siano necessari. Deve inoltre allentare le restrizioni relative al commercio al dettaglio, in particolare mettendo in atto le riforme proposte dal governo.

(8)

In Danimarca il livello generale degli investimenti rimane basso a seguito di un forte calo degli investimenti privati durante la crisi economica. Questa situazione è in parte dovuta all'esiguità degli investimenti in immobili residenziali dopo lo scoppio della bolla immobiliare e alle capacità inutilizzate nel settore delle imprese. Un potenziamento degli investimenti potrebbe aiutare la Danimarca a consolidare la crescita economica e ad aumentare la produttività. Nei settori dei servizi e della ricerca sono stati individuati ostacoli agli investimenti. I settori del commercio al dettaglio e dell'edilizia presentano barriere all'ingresso che incidono sulla concorrenza e sulla crescita della produttività. Gli sforzi per trasformare i risultati della ricerca universitaria in innovazione per le imprese potrebbero essere potenziati.

(9)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Danimarca che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di convergenza e il programma nazionale di riforma nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Danimarca negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Danimarca, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'UE nel suo insieme, offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 2.

(10)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza e il suo parere (4) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che la Danimarca adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

rispettare l'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e conseguire un aggiustamento annuo di bilancio verso l'obiettivo di bilancio a medio termine pari allo 0,25 % del PIL nel 2017;

2.

aumentare la produttività e gli investimenti del settore privato migliorando la concorrenza nel settore interno dei servizi, in particolare agevolando l'accesso ai mercati del commercio al dettaglio e dell'edilizia; favorire la cooperazione tra imprese e università.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(4)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/90


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Slovenia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Slovenia

(2016/C 299/22)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Slovenia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Slovenia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Slovenia 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Slovenia sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Slovenia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. Le carenze del settore bancario, l'indebitamento delle imprese, la mancanza di investimento e i rischi di sostenibilità di bilancio a lungo termine rappresentano punti vulnerabili che devono essere affrontati. Il settore bancario sloveno ha ritrovato la fiducia. Tuttavia la crescita del credito resta negativa e il livello dei crediti deteriorati resta relativamente elevato. È fondamentale che la Slovenia affronti i rischi per la sostenibilità di bilancio derivanti dalle crescenti pressioni sui sistemi sanitario e pensionistico e che riduca il debito pubblico in aumento. È necessario ridurre ulteriormente gli ostacoli agli investimenti, in particolare nel settore della pubblica amministrazione. Vi è la necessità di rafforzare il coinvolgimento delle parti sociali nell'elaborazione delle politiche e nell'attuazione delle riforme strutturali, in particolare per quanto concerne le pensioni, la sanità, l'assistenza di lunga durata e il mercato del lavoro.

(3)

Il 15 aprile 2016 la Slovenia ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Il programma di stabilità 2016 della Slovenia indica che l'incidenza sul bilancio dell'afflusso eccezionale di rifugiati è significativo e dimostra adeguatamente la portata e la natura di tali costi di bilancio supplementari. Secondo la Commissione le spese aggiuntive ammissibili ammontavano allo 0,06 % del PIL nel 2015 e sono attualmente stimate allo 0,07 % del PIL nel 2016. Le disposizioni di cui all'articolo 5, paragrafo 1, e all'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97 consentono di tenere conto di tali spese supplementari, in quanto l'afflusso di rifugiati è un evento eccezionale, il suo impatto sulle finanze pubbliche slovene è considerevole e la sostenibilità non risulterebbe compromessa consentendo una deviazione temporanea dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine. Tale disposizione non è applicabile per il 2015, anno in cui la Slovenia era sottoposta alla procedura per i disavanzi eccessivi, tuttavia nella primavera 2017 sarà effettuata una valutazione del 2016, comprensiva degli importi ammissibili, in base ai dati osservati comunicati dalle autorità slovene.

(6)

In seguito all'abrogazione della procedura per i disavanzi eccessivi, la Slovenia è sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito transitoria. Nel programma di stabilità 2016 il governo prevede di realizzare un miglioramento graduale del saldo nominale dal 2,2 % nel 2016 allo 0,4 % del PIL nel 2019. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un obiettivo di bilancio in termini strutturali che non rispetta i requisiti del patto di stabilità e crescita, dovrebbe essere realizzato nel 2020, oltre l'orizzonte di riferimento del programma. Tuttavia, il saldo strutturale ricalcolato (5) indica un disavanzo strutturale pari all'1,2 % del PIL nel 2019. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere all'80,2 % del PIL nel 2016 e continuare a calare fino al 73,8 % del PIL nel 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano queste proiezioni di bilancio è plausibile. Tuttavia non sono state sufficientemente esplicitate le misure necessarie a sostenere gli obiettivi di disavanzo nominale programmati per il 2017 e gli anni successivi. Secondo le previsioni di primavera 2016 della Commissione, il divario tra prodotto effettivo e potenziale nel 2017 è stimato all'1,8 % del PIL, mentre la crescita potenziale è prevista all'1,1 % e la crescita del PIL reale al 2,3 % del PIL. Alla luce di quanto esposto, si ritiene che nel 2017 la Slovenia sia in una «fase favorevole», il che impone un aggiustamento strutturale pari all'1 % del PIL. Tuttavia, nel caso della Slovenia, permane un'incertezza significativa relativa al calcolo della crescita potenziale e del divario tra prodotto effettivo e potenziale a causa della peculiare situazione del mercato del lavoro, della contrazione particolarmente ampia nel periodo 2008-2013 e dell'attuazione delle riforme strutturali. Stime alternative del divario tra prodotto effettivo e potenziale su un orizzonte temporale più lungo, che riflettono la revisione in corso del metodo di stima, indicano per la Slovenia un profilo in tal senso più regolare, il che indica che sarebbe prematuro concludere che l'economia slovena si trovi in una «fase favorevole» nel 2017. Nella fase attuale sembra pertanto più opportuno richiedere nel 2017 uno sforzo strutturale in linea con le condizioni relative a «tempi normali». Emerge il rischio di un certo scostamento dall'aggiustamento raccomandato verso l'obiettivo a medio termine nel 2016 e, nell'ipotesi di politiche invariate, un rischio di deviazione significativa nel 2017. Le conclusioni per il 2016 resterebbero identiche se la valutazione non tenesse conto dell'incidenza sul bilancio della massiccia affluenza di rifugiati. Si prevede che la Slovenia si conformi alla regola del debito transitoria nel 2016 e che si conformi a grandi linee nel 2017. In base alla valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio è del parere che vi sia il rischio che la Slovenia non ottemperi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. Saranno pertanto necessarie ulteriori misure volte a garantire la conformità nel 2016 e nel 2017.

(7)

Nel luglio 2015 il parlamento ha adottato la legge sulle regole di bilancio. Deve tuttavia ancora essere nominato un consiglio di bilancio indipendente con il compito di monitorare l'attuazione delle regole. Resta inoltre in sospeso la revisione della legge sulle finanze pubbliche necessaria per rendere pienamente operativa la legge sulle regole di bilancio e per dare forza di legge all'approccio pluriennale all'elaborazione del bilancio.

(8)

Il livello elevato del debito pubblico, ben superiore al 60 % del PIL, rende la Slovenia vulnerabile agli shock della crescita nominale e dei tassi d'interesse. Nel contempo la popolazione slovena sta invecchiando più rapidamente di quella della maggior parte degli Stati membri. La Slovenia si trova a dover affrontare rischi elevati in merito alla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche, considerando che ha l'indicatore di divario di sostenibilità a lungo temine più elevato di tutti gli Stati membri, dovuto all'incremento previsto della spesa pubblica connessa alle pensioni, alla sanità e all'assistenza di lunga durata. La spesa pubblica prevista per le pensioni è la più elevata fra gli Stati membri e si stima che aumenterà dall'11,8 % nel 2013 al 15,3 % del PIL nel 2060. Si stima che fra il 2013 e il 2060 l'indice di dipendenza degli anziani dovrebbe più che raddoppiare, esercitando una notevole pressione sul sistema pensionistico. Le passività implicite stimate connesse al costo dell'invecchiamento riflettono le sfide a lungo termine per quanto riguarda una popolazione che invecchia. In futuro è inoltre prevedibile che si verifichino problemi di adeguatezza per chi ha lavorato con carriere a tempo parziale, con un numero crescente di persone con carriere incomplete o brevi, anche a causa della tardiva entrata nel mercato del lavoro, del lavoro intermittente e a bassa densità contributiva. Nell'aprile 2016 è stato pubblicato un libro bianco sulle pensioni che fungerà da base per un'ampia consultazione pubblica. Gli esiti della consultazione saranno inseriti in una nuova riforma delle pensioni che dovrebbe essere adottata durante l'attuale legislatura, iniziando da un accordo rapido con le parti sociali in merito agli elementi chiave della riforma, ossia l'età pensionabile, il livello delle pensioni, l'indicizzazione e l'ottimizzazione del secondo pilastro.

(9)

La spesa pubblica per l'assistenza di lunga durata dovrebbe più che raddoppiare entro il 2060 a causa dell'invecchiamento della popolazione, il che si traduce in una sfida di rilievo per la sostenibilità del bilancio nazionale. La quota di popolazione di età pari o superiore a 80 anni dovrebbe triplicare, passando dal 4,6 % nel 2013 al 12,4 % nel 2060. Fra il 2003 e il 2013 la spesa generale per l'assistenza di lunga durata è aumentata dell'85 %, con una spesa privata in crescita più rapida rispetto a quella pubblica. In Slovenia non esiste un sistema integrato di assistenza di lunga durata. La Slovenia concentra la spesa sulle prestazioni formali in natura, la maggioranza delle quali è diretta alle strutture sanitarie piuttosto che all'assistenza a domicilio, anche se entrambi i dati risultano inferiori alla media UE. Esiste un margine significativo per aumentare l'efficienza in termini di costi del sistema sanitario grazie a un rafforzamento delle misure intese innanzitutto a migliorare l'assistenza primaria come forma di filtro, spostando l'assistenza dal paziente ospedalizzato al paziente ambulatoriale, migliorando l'efficienza e la gestione degli ospedali, migliorando i processi di appalto e di pagamento per i servizi sanitari, sviluppando una migliore informazione sui costi per adeguare i raggruppamenti omogenei di diagnosi importati e sviluppando ulteriormente un quadro di riferimento per monitorare la qualità. La quota di appalti congiunti è bassa ed esiste una forte attenzione per il criterio di assegnazione secondo il «prezzo più basso». È stato portato a termine un riesame comprensivo del sistema sanitario e alla fine del 2015 il governo ha adottato la risoluzione sul piano nazionale per la sanità 2016-2025, approvata dal parlamento nel marzo 2016. La risoluzione costituisce un piano strategico per lo sviluppo del sistema sanitario. Alcune delle sue misure sono in fase di attuazione, mentre sono in fase di preparazione, e devono ancora essere presentate, proposte di altre fondamentali misure di esecuzione vincolanti. Non è inoltre chiaro se la riforma affronterà questioni essenziali, quali i sistemi di stabilizzatori automatici integrati intesi ad ammortizzare le fluttuazioni di reddito durante un ciclo economico o l'accesso e la qualità dei servizi erogati. L'adozione della legge sull'assistenza di lunga durata e della legge sulla sanità e l'assicurazione sanitaria è stata ripetutamente ritardata e l'attuale calendario di adozione per la seconda metà del 2016 appare ottimistico.

(10)

La prestazione del mercato del lavoro sta gradualmente migliorando e le condizioni sociali si sono stabilizzate. La creazione di posti di lavoro è aumentata in modo considerevole e la disoccupazione è in calo. Restano tuttavia problematici i tassi di partecipazione dei lavoratori poco qualificati e dei lavoratori anziani. La disoccupazione di lunga durata interessa ancora oltre la metà dei disoccupati, con una quota significativa di essi costituita da persone scarsamente qualificate o di età superiore a 50 anni. Gli orientamenti per l'attuazione delle misure attive della politica del mercato del lavoro per il 2016-2020 costituiscono il proseguimento dell'approccio finora seguito, mentre la spesa in questo settore resta bassa. Nel novembre del 2015 sono state adottate esenzioni temporanee dai contributi sociali a carico dei datori di lavoro per i lavoratori di età superiore a 55 anni recentemente assunti. Nel 2016 si prevede la presentazione di ulteriori misure intese a prolungare la vita lavorativa, fra le quali l'adattamento dell'ambiente lavorativo, rilevanti anche per la sostenibilità del sistema pensionistico. La crescita delle retribuzioni è rimasta in linea con gli incrementi di produttività e ha continuato a sostenere la competitività esterna. Nel novembre del 2015 il parlamento ha approvato una legge proposta dai sindacati che ha ridefinito il reddito minimo per escludere alcuni bonus. Di conseguenza le organizzazioni dei datori di lavoro si sono ritirate dall'accordo sociale indebolendo considerevolmente il dialogo sociale.

(11)

Si sono registrati progressi in merito al riassorbimento dei crediti deteriorati, anche se questi restano a livelli elevati rispetto al periodo anteriore alla crisi. La Slovenia ha attuato diverse misure strategiche volte a migliorare la sostenibilità del settore bancario. Fra queste si annoverano il rafforzamento della capacità di riassorbimento delle banche e l'introduzione di misure per stabilire obiettivi specifici per ridurre i crediti deteriorati. La Slovenia ha inoltre introdotto diverse misure di gestione del rischio di credito. Risultati positivi sono attesi entro la metà del 2016. Tuttavia le priorità a breve termine restano l'ulteriore risoluzione dei crediti deteriorati e la gestione del rischio di credito. La ristrutturazione operativa e finanziaria delle grandi società è stata portata a termine e gli accordi generali di ristrutturazione sono soggetti a monitoraggio continuo. La società di gestione delle attività bancarie (DUTB) è pienamente operativa, con la definizione della sua strategia per il periodo 2017-2022. Anche se la DUTB ha compiuto progressi in merito alla gestione del portafoglio prestiti, permane un rischio significativo per la sostenibilità delle finanze pubbliche. Nel 2015 le attività della DUTB hanno contribuito per l'1 % del PIL al disavanzo pubblico del 2,9 %. Il controllo delle attività della DUTB appare insufficiente, dato che le autorità hanno notevolmente sottostimato dello 0,7 % del PIL il disavanzo della DUTB nel 2015 e sono apparse non essere al corrente del livello delle cancellazioni eseguite dalla DUTB. Sono altresì disponibili ulteriori strumenti per la ristrutturazione. Sulla scia dei progressi sostanziali nella ristrutturazione delle grandi società, la Slovenia ha avviato la ristrutturazione di diverse PMI. Attualmente le banche applicano gli orientamenti per la ristrutturazione delle PMI. Si sono registrati progressi per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti per le PMI e le microimprese, tuttavia l'accesso alle fonti di finanziamento alternative, come il venture capital, resta limitato. Le piccole imprese sono ancora largamente dipendenti dal credito bancario nonostante la maggiore disponibilità sul mercato di strumenti di debito e di equity. Si tratta quindi di un segmento molto vulnerabile agli sviluppi del mercato dei crediti.

(12)

Negli ultimi anni la crescita degli investimenti è stata modesta, il che ha limitato i risultati economici e le stime di crescita futura per il paese. Gli investimenti privati sono notevolmente diminuiti durante la crisi economica e da allora la loro quota del PIL è andata diminuendo. Poiché gli investimenti pubblici sono fortemente dipendenti dalle dinamiche dei fondi UE, sono necessari maggiori investimento produttivi per stimolare e sostenere la crescita economica. Negli ultimi due anni gli investimenti diretti esteri in Slovenia sono cresciuti in modo significativo, soprattutto grazie all'accresciuto sforzo di privatizzazione. Tuttavia l'ambiente imprenditoriale sloveno trova ancora ostacoli nella riduzione della leva finanziaria attualmente in corso nonché nel livello elevato degli oneri amministrativi, in particolare in materia di edilizia, pianificazione territoriale e conformità fiscale, ma anche a causa della rigorosa regolamentazione sull'accesso e sull'esercizio delle professioni regolamentate, che impedisce il flusso di investimenti in entrata. Per facilitare l'attività imprenditoriale in Slovenia sono necessarie un'accresciuta fiducia delle imprese nonché l'ulteriore eliminazione delle inefficienze della pubblica amministrazione e degli oneri burocratici generati da una moltitudine di leggi e di regolamenti oltre che dalle frequenti modifiche legislative. È stata attuata circa la metà delle misure di riduzione degli oneri amministrativi stabilite dal documento unico del governo, ma sono state procrastinate alcune misure pertinenti, in particolare in materia di concessione edilizia e di pianificazione territoriale.

(13)

La strategia 2015-2020 per lo sviluppo della pubblica amministrazione, adottata nel quadro della conformità della Slovenia alle condizioni preliminari per accedere ai fondi strutturali e di investimento europei per il 2014-2020, interessa diversi settori, il che rende essenziale il coordinamento interministeriale per una sua attuazione corretta e tempestiva. Nel febbraio 2016 il governo ha adottato la seconda relazione intermedia sull'attuazione del programma «Tolleranza zero della corruzione», nella cui attuazione si sono registrati alcuni progressi. Sono state tuttavia ritardate alcune misure del programma (appalti pubblici congiunti per la sanità, esame della criminalità nel settore bancario e adozione della legge sull'integrità e la prevenzione della corruzione). La modifica prevista della legge sull'integrità e la prevenzione della corruzione darà l'opportunità di migliorare il funzionamento della commissione per la prevenzione della corruzione, affrontando le questioni di credibilità e di efficienza del suo operato. Nel sistema giudiziario, la durata dei processi è stata ulteriormente ridotta e il numero di casi pendenti è stato ridotto dai livelli iniziali molto elevati, in parte grazie a un numero ridotto di nuove cause. La diminuzione è inoltre in una certa misura determinata dalle modifiche del trattamento procedurale e statistico dei casi di esecuzione. La Corte suprema continua ad aggiornare i processi commerciali nei tribunali e a riformare i sistemi di gestione delle cause. Nonostante un miglioramento del regime di insolvenza, che offre alle imprese opportunità di riorganizzazione, le procedure di liquidazione restano lunghe e inefficienti.

(14)

La partecipazione dello Stato nell'economia resta elevata. Lo Stato rappresenta il principale datore di lavoro, gestore di attività e detentore del debito delle imprese in Slovenia. In risposta alle raccomandazioni formulate per la Slovenia fra il 2012 e il 2015 in merito, il paese ha elaborato un nuovo quadro di riferimento per la holding sovrana slovena (SDH), che comprende una strategia sulla gestione delle proprietà di Stato, in insieme di criteri di prestazione delle attività nonché un piano di gestione per il 2016. Questo sistema integra il nuovo codice della governance societaria per le imprese di Stato adottato alla fine del 2014. La strategia conferma la portata dell'attuale livello di partecipazione dello Stato nell'economia e sposta l'attenzione verso una migliore prestazione delle imprese di Stato. Pertanto l'attuazione del quadro di riferimento riveduto da parte della SDH riveste ancora maggior importanza per garantire la separazione fra la proprietà statale e le funzioni regolamentari nonché la gestione professionale delle imprese di Stato. Questo, in abbinamento con l'ulteriore privatizzazione di attività selezionate, dovrebbe ridurre le passività potenziali del bilancio in questo ambito. La privatizzazione della Nova Ljubljanska Banka (NLB) dovrebbe essere varata nel 2016, in linea con il piano di gestione della SDH.

(15)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Slovenia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Slovenia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Slovenia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 4.

(16)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (6) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(17)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti 1, 3 e 4,

RACCOMANDA che la Slovenia adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

conseguire, a seguito della correzione del disavanzo eccessivo, un aggiustamento di bilancio annuale verso l'obiettivo di bilancio a medio termine pari allo 0,6 % del PIL nel 2016 e nel 2017; fissare un obiettivo di bilancio a medio termine che rispetti i requisiti del patto di stabilità e crescita; rafforzare il quadro di bilancio mediante la nomina di un consiglio di bilancio indipendente e la modifica della legge sulle finanze pubbliche; portare a termine e attuare la riforma dei sistemi di assistenza di lunga durata e della sanità rendendoli più efficienti in termini di costi per garantire la sostenibilità a lungo termine di cure accessibili e di qualità; adottare entro la fine del 2017 le misure necessarie volte ad assicurare la sostenibilità a lungo termine e l'adeguatezza del sistema pensionistico;

2.

in consultazione con le parti sociali, aumentare l'occupabilità dei lavoratori poco qualificati e dei lavoratori anziani, anche grazie a misure mirate di formazione continua e di attivazione;

3.

migliorare le condizioni di finanziamento per le imprese solvibili, anche attraverso l'agevolazione della risoluzione durevole dei crediti deteriorati e l'accesso a fonti di finanziamento alternative; garantire la corretta attuazione della strategia della società di gestione delle attività bancarie (DUTB);

4.

adottare misure intese a modernizzare l'amministrazione pubblica e a ridurre gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese; migliorare la gestione e i risultati delle imprese di Stato.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  Saldo strutturale ricalcolato dalla Commissione in base alle informazioni contenute nel programma di stabilità, secondo la metodologia concordata.

(6)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/96


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Croazia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2016 della Croazia

(2016/C 299/23)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Croazia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Croazia 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dalla Croazia sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Croazia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare, è fondamentale affrontare le vulnerabilità connesse all'elevato livello del debito pubblico, del debito delle imprese ed del debito esterno nel contesto di un'elevata disoccupazione. Fra le altre debolezze che richiedono un'apposita azione strategica si annoverano la governance di bilancio, la governance delle imprese di Stato, l'efficienza della pubblica amministrazione e la risoluzione dei crediti deteriorati.

(3)

Il 28 aprile 2016 la Croazia ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di convergenza 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni. Il programma nazionale di riforma presenta un programma di riforme alquanto ambizioso che, se attuato integralmente, entro i termini indicati, contribuirebbe ad affrontare gli squilibri macroeconomici. Esso delinea le misure pertinenti per migliorare la gestione delle finanze pubbliche, il settore della sanità e l'ambiente imprenditoriale, impegnandosi inoltre in ambiziose riforme della pubblica amministrazione, del sistema delle pensioni e della protezione sociale nonché nel miglioramento della governance delle imprese di Stato. Sulla base della valutazione degli impegni della Croazia, attualmente non vi è necessità di accelerare la procedura per gli squilibri macroeconomici.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

La Croazia è attualmente soggetta al braccio correttivo del patto di stabilità e crescita. Nel suo programma di convergenza 2016 il governo prevede che il disavanzo nominale sarà inferiore al 3 % del PIL, si attesterà al 2,6 % del PIL nel 2016 per diminuire ulteriormente fino all'1 % del PIL entro il 2019. Il governo prevede inoltre di raggiungere l'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo dell'1,75 % del PIL in termini strutturali, durante l'intero periodo di riferimento del programma. Il rapporto debito pubblico/PIL ha raggiunto un picco dell'86,7 % nel 2015 ma, secondo il programma di convergenza, si prevede che diminuirà gradualmente all'80 % nel 2019. Al valore nominale le proiezioni del rapporto debito pubblico/PIL contenute nel programma sono conformi al parametro di riferimento per la riduzione del debito. Tuttavia, mentre lo scenario macroeconomico su cui si fondano queste proiezioni di bilancio è plausibile in termini reali, la crescita del PIL nominale è superiore a quanto stimato nelle previsioni della Commissione, in particolare per il 2016. La riduzione prevista del rapporto debito pubblico/PIL si fonda pertanto su proiezioni favorevoli della crescita nominale e include inoltre significativi aggiustamenti stock-flussi a riduzione del debito derivati dalla vendita di attività finanziarie non specificate a sufficienza. Inoltre le misure necessarie a sostenere gli obiettivi di disavanzo programmati a partire dal 2017 sono per la maggior parte imprecisate. Sulla base delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il disavanzo pubblico dovrebbe raggiungere il 2,7 % del PIL nel 2016, in linea con l'obiettivo di disavanzo nominale inserito nella raccomandazione del Consiglio del 21 gennaio 2014 a norma dell'articolo 126, paragrafo 7, del TFUE. Si prevede che sarà realizzato lo sforzo di bilancio raccomandato nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi. Per contro le previsioni della Commissione non indicano la conformità al parametro di riferimento per la riduzione del debito nella configurazione prospettica. Laddove un aggiustamento strutturale pari allo 0,2 % del PIL nel 2017 sarebbe sufficiente per raggiungere l'obiettivo di bilancio a medio termine, un aggiustamento strutturale di maggiore entità sarebbe necessario per garantire la conformità al parametro di riferimento per la riduzione del debito. In particolare, sembrerebbe opportuno un aggiustamento superiore allo 0,5 % del parametro di riferimento del PIL, considerati il debito elevato e le attuali condizioni cicliche in Croazia. Attualmente si stima che il saldo strutturale dovrebbe deteriorarsi dello 0,2 % del PIL nel 2017. In base alla valutazione del programma di convergenza e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio è del parere che la Croazia rischi di non ottemperare alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. Sono pertanto necessarie misure volte a garantirne il rispetto nel 2017.

(6)

La programmazione di bilancio della Croazia continua a soffrire di importanti carenze nonostante alcuni miglioramenti apportati dalla modifica del 2015 della legge di bilancio. I collegamenti fra il quadro di bilancio pluriennale e i bilanci annuali restano deboli e non vi sono regole chiare in materia di modifica dei piani finanziari nel corso dell'anno. La programmazione strategica delle singole unità di bilancio non è soggetta a un controllo sistematico e non sostiene a sufficienza l'allineamento delle priorità delle politiche con gli obiettivi di bilancio a medio termine. Il processo di bilancio presta poca attenzione alle consistenti operazioni fuori bilancio e agli adeguamenti contabili che incidono sul disavanzo e sul debito pubblici. Sono attualmente in fase di revisione le regole di bilancio numeriche. Una delle principali sfide è renderle più operative e meglio allineate con il patto di stabilità e crescita. Sono inoltre necessari sforzi per migliorare la base statistica della programmazione di bilancio.

(7)

La commissione per la politica di bilancio, responsabile di monitorare la conformità con le regole di bilancio a livello nazionale, è strettamente legata alle autorità nazionali di bilancio e dispone di un organico insufficiente. Queste condizioni non consentono di garantirne l'indipendenza politica e funzionale. Per il terzo trimestre del 2016 è stata annunciata una revisione dell'assetto istituzionale e del mandato della commissione per la politica di bilancio.

(8)

La Croazia ha avviato la riforma del sistema delle imposte comunali, presentata come un passo verso una più ampia riforma dell'imposizione sui beni immobili. Il gettito complessivo delle imposte ricorrenti sui beni immobili e delle imposte comunali rappresenta una quota relativamente bassa del PIL.

(9)

Le principali sfide sono costituite dall'elevato livello degli arretrati d'imposta, dalla frode all'IVA e dall'economia sommersa. Sono in fase di adozione misure volte a migliorare il rispetto degli obblighi tributari, incluso lo sviluppo di un sistema di gestione del rischio di conformità. Vi sono tuttavia pochi elementi a riprova dell'efficacia delle misure adottate.

(10)

Lo stock di debito pubblico è elevato e ancora in crescita, il che rende indispensabile l'adozione di un approccio proattivo e lungimirante alla gestione del debito pubblico. Si prevede di adottare presto una strategia per la gestione del debito per il periodo 2016-2018. Alla Croazia manca tuttavia ancora un approccio più globale alla gestione del debito che comprenda, fra l'altro, revisioni annuali che tengano conto degli sviluppi del mercato, un'opportuna strategia di gestione del debito e il rafforzamento della funzione per svolgere i compiti associati.

(11)

Un'ampia quota della popolazione in età lavorativa non partecipa al mercato del lavoro. Una delle principali ragioni è data dal prepensionamento, anche fra gli uomini nella prima età adulta. Il prepensionamento è possibile a partire da cinque anni interi prima dell'età pensionabile stabilita per legge mentre gli incentivi finanziari a lavorare fino e oltre tale età sono scarsi. Il sistema pensionistico è inoltre caratterizzato da un certo numero di disposizioni speciali per categorie specifiche di lavoratori e da generose opzioni di prepensionamento per alcune occupazioni. L'età pensionabile stabilita per legge per uomini e donne è stata allineata per raggiungere i 67 anni, ma solo in modo lento. Sia l'attuale che la futura adeguatezza delle pensioni sono basse e generano elevati rischi di povertà in età avanzata, in particolare per coloro che hanno avuto una vita lavorativa breve.

(12)

Il problema dell'elevata inattività è aggravato dall'elevato tasso di disoccupazione; lo scarso utilizzo del potenziale della forza lavoro ostacola la crescita. La disoccupazione giovanile resta un'importante fonte di preoccupazione, che sottolinea le carenze del sistema dell'istruzione, mentre esiste ancora un margine di miglioramento dell'efficacia, del monitoraggio e della valutazione dalla «Garanzia per i giovani». I tassi di disoccupazione di lunga durata sono recentemente calati ma risultano ancora il doppio della media UE. La partecipazione all'apprendimento permanente resta molto bassa a causa di un sistema di istruzione degli adulti non adeguatamente sviluppato.

(13)

Si registrano differenze regionali nella spesa pro capite per la protezione sociale nonché incoerenze relative ai criteri di ammissibilità ai regimi generali di protezione sociale e a quelli rivolti a categorie speciali. Inoltre solo una modesta quota del bilancio complessivo per la protezione sociale è speso per il regime nazionale di reddito minimo. Questo si traduce in inefficienze e offre una protezione insufficiente alle fasce più povere. La riforma del sistema di protezione sociale ha subito svariati ritardi per quanto attiene al consolidamento di diverse indennità e all'istituzione di sportelli unici amministrativi per la prestazione dei servizi previdenziali.

(14)

La distribuzione funzionale delle competenze della pubblica amministrazione fra i livelli nazionale e locale è complessa e il sistema è frammentato. L'allocazione di funzioni amministrative decentrate non è coerente con le capacità di bilancio delle unità locali responsabili. Questo rende le unità locali fortemente dipendenti dai trasferimenti del governo centrale lasciando spazio a importanti disparità regionali nell'erogazione dei servizi pubblici. La frammentazione della pubblica amministrazione grava sull'erogazione dei servizi, sull'ambiente imprenditoriale e sull'efficienza della spesa pubblica. In sostanza la riforma della pubblica amministrazione non ha compiuto sostanziali progressi. Era stato introdotto un quadro di riferimento per la fusione su base volontaria delle unità amministrative locali senza prevedere incentivi a tal fine. La razionalizzazione del sistema delle agenzie di Stato procede lentamente.

(15)

Le retribuzioni del settore pubblico sono disciplinate da disposizioni non uniformi, fra le diverse istituzioni pubbliche, della definizione della complessità delle mansioni, dei benefici accessori e delle integrazioni di reddito, il che limita il controllo del governo sulla spesa per le retribuzioni e grava sull'efficienza del settore pubblico. A causa della quota relativamente elevata dell'occupazione totale nel settore pubblico, l'andamento delle retribuzioni in questo settore è rilevante anche per il resto dell'economia.

(16)

La proprietà statale delle imprese è una presenza forte nell'economia. Le carenze gestionali, compresa l'assenza di un adeguato monitoraggio delle prestazioni, continuano a tradursi in una redditività significativamente inferiore delle imprese di Stato rispetto alle imprese private, che incide negativamente sulle finanze pubbliche. La quotazione in borsa delle imprese di Stato può contribuire a migliorarne la gestione, in particolare promuovendo meccanismi di comunicazione e di controllo interno. L'anno scorso si sono compiuti passi modesti per aprire le imprese di Stato alla proprietà privata.

(17)

La banca croata per la ricostruzione e lo sviluppo (HBOR), ossia la banca di promozione nazionale, entità di proprietà statale, potrebbe svolgere un ruolo essenziale nella ripresa del paese, in quanto le sue attività potrebbero avere un'incidenza sostanziale sulla promozione degli investimenti, affrontando nel contempo le carenze del mercato. È necessario disporre di un quadro giuridico e di un governo societario sano al fine di contenere il rischio associato alle sue attività, in particolare poiché la HBOR è sempre più impegnata sul fronte dei prestiti diretti.

(18)

Il riesame indipendente della qualità delle attività del portafoglio crediti della HBOR che le autorità intendono effettuare nel 2017 rappresenta un elemento per affrontare le suddette sfide. Nel frattempo è necessario rafforzare il monitoraggio e i meccanismi di responsabilità applicabili alla HBOR.

(19)

Il tasso di assorbimento dei fondi strutturali e d'investimento europei è stato finora basso a causa di fattori quali un'insufficiente capacità amministrativa, procedure complesse e un numero limitato di progetti pronti per essere attuati.

(20)

L'ambiente imprenditoriale croato continua a soffrire di gravi carenze che gravano sul clima degli investimenti. Questo ambiente è ancora ostacolato da molti oneri parafiscali per le imprese. L'ambiente regolamentare resta restrittivo per i fornitori di servizi e per le professioni regolamentate. Esistono restrizioni all'accesso e all'esercizio di talune professioni regolamentate, comprese le professioni legali e di consulenza tributaria. La Croazia ha riesaminato l'esigenza e la proporzionalità di tali restrizioni ma gli esiti dell'azione sono stati ritardati. Le professioni regolamentate e le imprese patiscono inoltre elevati oneri amministrativi.

(21)

Gravano inoltre sull'ambiente imprenditoriale l'instabilità regolamentare e una bassa qualità percepita della legislazione. Problematiche sono la qualità e l'efficienza del sistema giudiziario e dei tribunali di commercio in particolare, a causa di procedimenti lenti, cospicui arretrati e una giurisprudenza incoerente. I sistemi delle tecnologie per la comunicazione non sono adeguatamente sviluppati, in particolare nella comunicazione con le parti durante i procedimenti giudiziari e il rilascio elettronico di documenti giudiziari.

(22)

La risoluzione dei crediti deteriorati è essenziale per affrontare il debito eccessivo dell'economia. A tal proposito sono stati compiuti passi importanti grazie al rafforzamento del quadro di pre-insolvenza e del regime di insolvenza per le imprese e all'adozione una procedura d'insolvenza personale. L'incidenza dei nuovi quadri normativi richiede un monitoraggio dettagliato. Tuttavia l'incertezza del diritto nel trattamento tributario delle cancellazioni costituisce ancora una barriera alla rapida liquidazione degli stock di crediti deteriorati delle banche.

(23)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Croazia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di convergenza e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Croazia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Croazia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 5.

(24)

Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza e il suo parere (4) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

(25)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di convergenza. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 5,

RACCOMANDA che la Croazia adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

garantire una correzione duratura del disavanzo eccessivo entro il 2016; conseguire quindi un aggiustamento annuo di bilancio almeno pari allo 0,6 % del PIL nel 2017; usare le eventuali entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL; entro settembre 2016 rafforzare le regole di bilancio numeriche nonché rafforzare l'indipendenza e il mandato della commissione per la politica di bilancio; entro la fine del 2016 migliorare la programmazione di bilancio e rafforzare il quadro di bilancio pluriennale. Entro la fine del 2016 avviare la riforma dell'imposizione ricorrente sui beni immobili; rafforzare il quadro di riferimento per la gestione del debito pubblico; adottare e avviare una strategia per la riduzione del debito per il 2016-2018;

2.

entro la fine del 2016 adottare misure intese a scoraggiare il prepensionamento, accelerare la transizione verso un'età pensionabile legale più elevata e allineare le disposizioni relative alle pensioni per specifiche categorie alle regole del regime generale; prevedere adeguate misure di riqualificazione e di riconversione per rafforzare l'occupabilità della popolazione in età lavorativa, con un'attenzione particolare ai disoccupati poco qualificati e ai disoccupati di lunga durata; consolidare le indennità previdenziali, compresi i regimi speciali, allineando i criteri di ammissibilità e integrandone l'amministrazione, con un'attenzione per coloro che ne hanno maggior bisogno;

3.

entro la fine del 2016 iniziare a ridurre la frammentazione e migliorare la distribuzione funzionale delle competenze nella pubblica amministrazione al fine di migliorare l'efficienza e ridurre le disparità territoriali dell'erogazione dei servizi; in consultazione con le parti sociali, armonizzare i quadri in materia di fissazione delle retribuzioni in tutta la pubblica amministrazione e nei servizi pubblici; anticipare il processo di dismissione delle attività statali e rafforzare il monitoraggio della prestazione delle imprese di Stato e la responsabilità dei loro consigli d'amministrazione, anticipando anche la quotazione delle azioni delle imprese di Stato;

4.

ridurre significativamente gli oneri parafiscali; rimuovere le restrizioni regolamentari ingiustificate all'accesso e all'esercizio delle professioni regolamentate; ridurre gli oneri amministrativi per le imprese;

5.

adottare misure volte a migliorare la qualità e l'efficienza del sistema giudiziario nei tribunali commerciali e amministrativi: agevolare la risoluzione dei crediti deteriorati, in particolare migliorando il trattamento fiscale della risoluzione di tali crediti.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(4)  A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/101


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 del Lussemburgo e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 del Lussemburgo

(2016/C 299/24)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui il Lussemburgo non è stato annoverato tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, il Lussemburgo dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa al Lussemburgo, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 29 aprile 2016 il Lussemburgo ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Il Lussemburgo è attualmente soggetto al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel suo programma di stabilità 2016 il governo intende realizzare il pareggio di bilancio nel 2017 nonché modesti avanzi in seguito, raggiungendo lo 0,4 % del PIL entro il 2020. L'obiettivo di bilancio a medio termine continuerà a essere soddisfatto durante l'intero periodo programmatico. Tuttavia, nel suo programma di stabilità il Lussemburgo annuncia che l'obiettivo di bilancio a medio termine passerà da un avanzo strutturale dello 0,5 % del PIL fino al 2016 a un disavanzo strutturale dello 0,5 % del PIL dal 2017. Secondo il programma di stabilità il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe aumentare gradualmente fino al 23,5 % del PIL nel 2020. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano queste proiezioni di bilancio è plausibile, fatta eccezione per il 2017 e il 2018, in cui è favorevole. In base alle previsioni di primavera 2016 della Commissione, l'avanzo strutturale dovrebbe diminuire fino all'1,4 % del PIL nel 2016 per raggiungere lo 0,3 % del PIL nel 2017, situandosi così al di sopra dell'obiettivo di bilancio a medio termine. Le possibili deviazioni future sarebbero valutate rispetto al requisito di mantenere il saldo strutturale pari all'obiettivo di bilancio a medio termine, tenendo in considerazione l'esigenza di garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche, in particolare nel settore delle pensioni. In base alla sua valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che il Lussemburgo rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(6)

Le autorità lussemburghesi hanno annunciato le linee principali di un'ampia riforma fiscale che dovrebbe entrare in vigore nel 2017. La riforma prevede modifiche principalmente nel settore della tassazione diretta, sia per le persone fisiche, sia per le persone giuridiche. Tale riforma mira a ridurre gradualmente l'aliquota dell'imposta sulle società (per incrementare la competitività) e a introdurre una maggiore progressività dell'imposta sulle persone fisiche (per incrementare l'equità). Nel contempo, l'aumento di alcune agevolazioni fiscali, in particolare per quanto riguarda gli alloggi, comporta il rischio di restringere la base imponibile. Alcuni sviluppi di ordine internazionale possono inoltre incidere sull'elaborazione del sistema tributario lussemburghese, sottolineando la fragilità di almeno una parte delle entrate tributarie. Per garantirne la prevedibilità vi è margine per ampliare ulteriormente la base imponibile, in particolare rivedendo l'attuale basso livello impositivo sui beni immobili e ricorrendo maggiormente a fonti alternative, compresa l'imposizione ambientale. A tal proposito l'abrogazione dell'intellectual property box consente un certo ampliamento della base imponibile delle società. L'adozione e la realizzazione delle riforme fiscali continuerà a essere oggetto di attento monitoraggio nell'ambito del semestre europeo.

(7)

Le autorità lussemburghesi hanno cercato di diversificare l'economia, riconoscendo i rischi associati alla forte dipendenza dal settore finanziario. Tenuto conto dell'elevato livello del costo del lavoro nel paese, le attività a maggior valore aggiunto hanno il potenziale di sbloccare fonti di crescita alternative. Il successo della diversificazione dell'economia nazionale dipende quindi in gran parte dai settori meno sensibili ai livelli del costo del lavoro. Essi si fondano largamente sulla ricerca e l'innovazione che tendono a presentare un'elevata intensità di tecnologia e conoscenze. Un'ulteriore espansione del settore dei servizi non finanziari, che già conosce gran successo, potrebbe anch'essa contribuire a diversificare l'economia. La riduzione o l'eliminazione delle barriere esistenti agli investimenti e all'innovazione che limitano lo sviluppo economico sarebbe in grado di sbloccare il potenziale innovante e stimolare la diversificazione. Mentre gli investimenti pubblici sono superiori alla media della zona euro, gli investimenti privati sono invece inferiori alla media. Sostenere un elevato livello di investimenti è essenziale per mantenere le prospettive di crescita. L'analisi della relazione per paese mostra che il Lussemburgo è il paese che nell'Unione presenta la regolamentazione più rigorosa in materia di servizi alle imprese e di stabilimento del commercio al dettaglio. Le principali restrizioni riguardano i requisiti relativi alla partecipazione azionaria, i diritti di voto e le limitazioni multidisciplinari del settore dei servizi alle imprese nonché i requisiti operativi e di stabilimento nel settore della vendita al dettaglio.

(8)

L'aumento continuo dei prezzi dell'immobiliare negli ultimi decenni, congiuntamente alle forti dinamiche demografiche e occupazionali previste per i prossimi anni, potrebbe tradursi in un ostacolo per le stime della crescita demografica e occupazionale. Questo è tanto più probabile quanto più che l'economia dipende in larga parte dal contributo dei lavoratori altamente qualificati provenienti dai paesi limitrofi che costituiscono circa un terzo degli occupati complessivi. Il dinamismo dei prezzi dell'immobiliare residenziale è dovuto a uno sfasamento fra la domanda e l'offerta, in particolare all'assenza di alloggi disponibili ed economicamente accessibili. L'insufficienza di terreni edificabili per costruire nuovi alloggi nonché una prestazione amministrativa subottimale delle procedure di rilascio delle concessioni edilizie ostacolano la flessibilità dell'offerta immobiliare. È anche probabile che una proporzione importante delle sovvenzioni fiscali esistenti nell'ambito delle vigenti politiche sia capitalizzata nei prezzi degli alloggi, tenuto conto della rigidità dell'offerta abitativa. Si potrebbero inoltre aumentare gli sforzi intesi a fornire abitazioni sociali a prezzi accessibili. L'attuale mercato immobiliare non solo dissuade le famiglie dallo stabilire la residenza in Lussemburgo, ma aggrava anche il problema della congestione del traffico e dell'inquinamento. Le nuove proiezioni demografiche contenute nella relazione del 2015 sull'invecchiamento costituiscono un'ulteriore pressione per rimuovere le strozzature agli investimenti nel settore dei trasporti e degli alloggi e dovrebbero riflettersi nei quattro piani settoriali di prossima pubblicazione, ossia in tema di alloggio, trasporti, zone di attività economica e paesaggi verdi.

(9)

La realizzazione della diversificazione economica può essere limitata dal fatto che gli sviluppi retributivi in alcuni settori potrebbero non essere in linea con gli sviluppi produttivi, il che limita ulteriormente i settori che possono essere interessati, essenzialmente quelli ad alto valore aggiunto. Durante l'ultimo decennio, i costi del lavoro per unità di prodotto in Lussemburgo sono cresciuti più rapidamente che nella maggior parte degli Stati membri della zona euro. L'indicizzazione automatica dei redditi estesa a tutti i settori dell'economia svolge un ruolo nel limitare la variazione retributiva intersettoriale e può far sì che i differenziali di produttività del lavoro non siano presi in considerazione. Tuttavia l'ambiente a bassa inflazione di lunga durata ha ritardato lo scatto degli aggiustamenti retributivi automatici e ha contribuito a modesti sviluppi dei redditi. Parallelamente ai deboli sviluppi retributivi e al forte aumento del prodotto, sono state abbattute le perdite di competitività in termini di costi. In tale contesto è garantito il monitoraggio dello sviluppo dei redditi.

(10)

Le passività legate all'invecchiamento demografico restano un rischio sul lungo periodo, in particolare per quanto riguarda i costi legati alle pensioni. Il Lussemburgo ha compiuto progressi limitati per quanto attiene alla riduzione del divario fra l'età pensionabile stabilita per legge e quella effettiva, limitando il prepensionamento. Nel luglio 2015 è stato presentato al Parlamento un progetto di legge che modifica i regimi di prepensionamento. Tuttavia, mentre sarà abolito un regime, saranno parzialmente allentate le condizioni di accesso agli altri regimi di prepensionamento. Nel luglio 2015 è stata adottata la legge sulla riclassificazione dei lavoratori con disabilità lavorative, entrata in vigore il 1o gennaio 2016. La legge ha aumentato le possibilità per i lavoratori con disabilità lavorative di restare nel mercato del lavoro e di conseguenza prevede una riduzione del numero di persone che aderiscono a un regime di prepensionamento. Il prepensionamento resta molto diffuso e gli incentivi a lavorare più a lungo sono limitati. Manca a tutt'oggi una vera e propria strategia dell'età per mantenere occupati i lavoratori più anziani e fornire incentivi e competenze per farli ritornare al lavoro. Il «patto delle età», inteso a promuovere la permanenza dei lavoratori più anziani nelle imprese con oltre 150 dipendenti, è ancora in fase di dibattito parlamentare.

(11)

Secondo la riforma delle pensioni del 2012, ogni cinque anni dall'adozione della riforma si dovrebbe procedere a un esercizio di monitoraggio e valutazione della sostenibilità del sistema pensionistico. Il governo ha confermato la sua intenzione di anticipare la valutazione al 2016 anziché al 2017, come previsto in origine, e ha creato il gruppo di lavoro sulle pensioni per effettuare tale valutazione. Non vi sono stati progressi nel collegamento dell'età pensionale stabilita per legge alla speranza di vita, come raccomandato in precedenza dal Consiglio. Il Lussemburgo si distingue come l'unico Stato membro che non ha previsto di innalzare l'età pensionabile stabilita per legge e l'età di prepensionamento nel periodo 2013-2060. Nella relazione del 2015 sull'invecchiamento, l'aumento previsto della spesa legata all'invecchiamento è rivisto al ribasso ma la revisione è quasi esclusivamente motivata da proiezioni demografiche più favorevoli in un contesto in cui non sono state adottate nuove riforme. Anche dopo la revisione, l'aumento previsto della spesa pensionistica resta il più elevato nell'Unione. Il Lussemburgo si trova inoltre ad affrontare i rischi connessi all'aumento previsto della spesa per le cure di lunga durata, una delle più elevate in rapporto al PIL fra tutti gli Stati membri, elemento che a sua volta sembra provocato dal fatto che, secondo le previsioni, entro il 2060 la percentuale della popolazione dipendente registrerà l'aumento più alto di tutta l'Unione. Sono stati svolti lavori preparatori per una riforma volta a garantire la sostenibilità dell'assicurazione per le cure di lunga durata.

(12)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica del Lussemburgo, che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte al Lussemburgo negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica del Lussemburgo, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme, offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti 1 e 2.

(13)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità ed è del parere (5) che il Lussemburgo dovrebbe rispettare il patto di stabilità e crescita,

RACCOMANDA che il Lussemburgo adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

garantire la sostenibilità a lungo termine delle pensioni pubbliche innalzando l'età pensionabile effettiva, limitando il prepensionamento e incrementando gli incentivi a lavorare più a lungo nonché allineando l'età pensionabile stabilita per legge all'evoluzione della speranza di vita;

2.

rimuovere gli ostacoli agli investimenti e all'innovazione che limitano lo sviluppo economico del settore dei servizi alle imprese; affrontare le strozzature che ostacolano gli investimenti nel settore degli alloggi.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/105


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 di Malta e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 di Malta

(2016/C 299/25)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (2), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Malta non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, Malta dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa a Malta 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti da Malta sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.

(3)

Il 15 aprile 2016 Malta ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Malta è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito. Nel programma di stabilità 2016 il governo prevede che il saldo nominale aumenti fino a registrare un avanzo dello 0,1 % del PIL entro il 2019. Il saldo strutturale migliorerà gradualmente e Malta conseguirà il proprio obiettivo di bilancio a medio termine, ossia una posizione di bilancio in pareggio in termini strutturali, entro il 2019. Stando al programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere al 62,6 % nel 2016 e calare ulteriormente al 55,5 % nel 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è plausibile per il 2016 e cauto per il biennio 2017-2019. Tuttavia, le misure necessarie per sostenere gli obiettivi di disavanzo previsti dal 2017 in poi non sono state sufficientemente specificate. Sulla base delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, vi è il rischio elevato di una deviazione significativa rispetto all'aggiustamento raccomandato verso l'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2015 e nel 2016 considerati insieme, dovuta essenzialmente ad uno scostamento nel 2015 che deve essere corretto nel 2016, e nell'ipotesi di politiche invariate nel 2017. Lo scostamento nel 2015 si spiega in parte con il forte aumento degli investimenti dovuti in larga misura all'assorbimento eccezionalmente elevato dei fondi dell'UE prima della fine del periodo di programmazione 2007-2013. Al fine di ridurre la deviazione del biennio 2015-2016, il programma di stabilità 2016 prevede misure supplementari per il 2016 che non potevano essere già inserite nelle previsioni di primavera della Commissione. Tali misure intendono ridurre la spesa primaria (dello 0,16 % del PIL), soprattutto nell'ambito della retribuzione dei dipendenti, dei consumi intermedi e dei trasferimenti di capitali. Sono state riviste inoltre le stime di alcune misure in materia di entrate per il periodo 2016-2019, onde riflettere dati più aggiornati e l'impatto effettivo delle misure per il 2015. Nel loro insieme le misure hanno un impatto in termini di riduzione del disavanzo dello 0,2 % del PIL. Rispetto alle previsioni della Commissione, l'inclusione di dette misure migliorerebbe lo sforzo strutturale e il pilastro del saldo strutturale indicherebbe in media una qualche deviazione nel biennio 2015-2016, mentre permarrebbe il rischio di una deviazione significativa nel 2017. Malta dovrebbe conformarsi al parametro per la riduzione del debito sia nel 2016 che nel 2017. Sulla base della valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che vi sia il rischio che Malta non rispetti le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Nel 2016 e nel 2017 saranno necessarie pertanto ulteriori misure per garantirne il rispetto.

(6)

La sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche di Malta resta problematica, principalmente a causa dell'incidenza sul bilancio dei costi connessi all'invecchiamento della popolazione, quali le pensioni e l'assistenza sanitaria e di lunga durata. Il sistema pensionistico deve far fronte alla doppia sfida di garantire la sostenibilità, garantendo al contempo adeguati redditi da pensione. Nel 2013 la spesa per le pensioni è stata inferiore alla media dell'UE, attestandosi al 9,6 % del PIL, ma dovrebbe salire al 12,8 % entro il 2060, diventando una delle più alte dell'Unione. Nel marzo 2016 il governo ha adottato diverse misure per affrontare la sostenibilità e l'adeguatezza del sistema pensionistico, ma l'incidenza sul bilancio non è ancora stata valutata. Al fine di migliorare l'adeguatezza del sistema, la pensione minima nazionale contributiva continua ad aumentare nel 2016, nell'ottica di raggiungere il 60 % del reddito mediano entro il 2027 e di estenderne la copertura. L'efficacia della riforma dipenderà dalla salvaguardia dell'occupabilità delle coorti più anziane. Oltre alle pensioni, la spesa pubblica per l'assistenza sanitaria e di lunga durata dovrebbe aumentare più rapidamente rispetto alla media dell'UE, rispettivamente al 2,1 % e all'1,2 % del PIL. Le autorità hanno adottato una strategia per il sistema sanitario nazionale e sono impegnate nella revisione della spesa sanitaria per migliorarne l'efficienza. Tuttavia, i risparmi generati da questi sforzi devono ancora concretizzarsi. La sostenibilità a lungo termine trarrebbe beneficio dall'utilizzo dei potenziali risparmi per affrontare la prevista crescita della spesa.

(7)

Sono stati effettuati investimenti significativi, ma i risultati dell'istruzione e della formazione sono ancora al di sotto degli obiettivi e influiscono negativamente sulla qualità dell'offerta di lavoro e il tasso di partecipazione al mercato del lavoro. Il livello di istruzione della forza lavoro maltese è tra i più bassi dell'Unione. Malta sta attuando una strategia globale per l'apprendimento permanente, ma la partecipazione ai programmi di apprendimento permanente è ancora limitata, soprattutto tra coloro che hanno un basso livello di istruzione. Le sfide in questo ambito comprendono la sensibilizzazione mirata, un migliore accesso alla formazione e i partenariati tra gli istituti di istruzione e formazione e i datori di lavoro. Nel 2015 è stato approvato un «avviso legale» che istituisce l'Institute for Education, un istituto per lo sviluppo professionale continuo degli insegnanti. Tra i principali obiettivi dell'istituto: i) trasmettere agli insegnanti le competenze necessarie alle loro attività professionali quotidiane, ii) fungere da polo di incontro e condivisione delle esperienze per gli insegnanti e iii) promuovere la leadership scolastica. L'istituto sta diventando operativo e dovrebbe diventare il principale motore nell'affrontare le esigenze di sviluppo professionale degli insegnanti. I progressi in questo ambito dovranno essere monitorati.

(8)

A parte progetti isolati su larga scala nel biennio 2014-2015, a Malta gli investimenti sono stati modesti, il che riflette i cambiamenti strutturali dell'economia e le strozzature. Ciò è dovuto principalmente alla crescente importanza dei settori di servizi con un impiego più ridotto di capitali, che riduce le esigenze di investimento future dell'economia. Permangono tuttavia alcune sfide che si ripercuotono sull'attività di investimento nel paese, quali l'insufficiente capacità di innovare, le strozzature in materia di competenze, le inefficienze nella pubblica amministrazione e nel sistema giudiziario, gli oneri regolamentari e la significativa congestione del traffico.

(9)

Le infrastrutture logistiche e di trasporto costituiscono uno dei principali ostacoli agli investimenti esteri. I costi esterni del trasporto sostenuti dall'economia maltese sono sostanziali e derivano principalmente da un uso non efficiente della rete di trasporti del paese e dalla mancanza di alternative reali all'utilizzo delle autovetture private. Inoltre il numero elevato di veicoli privati, l'inquinamento e il traffico congestionato creano problemi per la sostenibilità del settore del trasporto nazionale. Non sono ancora state attuate strategie complessive in materia di trasporti, sebbene lo sviluppo di una strategia e di un piano generale nazionali per i trasporti siano una condizione preliminare per accedere ai fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020, che saranno utilizzati per cofinanziare gli investimenti nei trasporti.

(10)

Il governo ha adottato varie misure per migliorare l'accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese (PMI). Le misure erano orientate a fornire investimenti in equity e in venture capital, che negli ultimi anni erano stati individuati come strozzature. Inoltre, le future misure comprendono l'istituzione di un registro centrale del credito e una banca per lo sviluppo nonché il lancio da parte della Borsa maltese di una piattaforma pensata nello specifico per aiutare le PMI a raccogliere fondi sui mercati dei capitali. Permangono difficoltà nell'accesso a strumenti non bancari, ma a Malta le PMI beneficiano di un contesto dei finanziamenti migliore rispetto a molte altre imprese analoghe dell'UE.

(11)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica di Malta che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte a Malta negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica di Malta, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 2.

(12)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (5) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1,

RACCOMANDA che Malta adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

considerato l'alto rischio di una deviazione significativa, conseguire un aggiustamento annuo di bilancio dello 0,6 % del PIL verso l'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2016 e nel 2017, adottando le misure strutturali necessarie; intensificare le misure volte a garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche;

2.

adottare misure per rafforzare l'offerta di manodopera, in particolare attraverso una maggiore partecipazione delle persone meno qualificate all'apprendimento permanente.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/109


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 del Portogallo e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 del Portogallo

(2016/C 299/26)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui il Portogallo è stato annoverato tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche la raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, il Portogallo dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa al Portogallo 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal Portogallo sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che il Portogallo presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare, l'ingente stock delle passività nette verso l'estero e del debito pubblico e privato e l'elevata percentuale di crediti deteriorati rappresentano punti di vulnerabilità in un contesto di elevata disoccupazione. Le politiche continuano a presentare carenze per quanto riguarda i mercati del prodotto e dei servizi, la ristrutturazione del debito delle imprese, alcuni aspetti fiscali e aree particolari del mercato del lavoro.

(3)

Il 29 aprile 2016 il Portogallo ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni. Il programma nazionale di riforma del Portogallo mostra una volontà sufficiente nell'affrontare gli squilibri eccessivi, delinea misure adeguate per promuovere la competitività e contribuire a ridurre il debito privato e fa riferimento alle sfide individuate nella relazione per paese 2016 e alle raccomandazioni relative alla zona euro, concentrandosi sulla necessità di rilanciare gli investimenti e di assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche. Se attuate in maniera integrale e rapida, queste misure dovrebbero contribuire a far fronte agli squilibri macroeconomici del Portogallo. In base alla valutazione degli impegni politici del Portogallo, non vi è attualmente l'esigenza di attivare la fase successiva della procedura per gli squilibri macroeconomici.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

Il Portogallo è attualmente soggetto al braccio correttivo del patto di stabilità e crescita. Il paese non ha corretto il disavanzo eccessivo entro il termine del 2015 e non ha realizzato lo sforzo di bilancio raccomandato dal Consiglio. Nel programma di stabilità 2016 il governo prevede di correggere il disavanzo eccessivo e di conseguire un disavanzo nominale del 2,2 % del PIL nel 2016. Una volta conseguita una correzione duratura del disavanzo eccessivo, il Portogallo sarà soggetto al braccio preventivo e alla regola del debito transitoria. Tra il 2016 e il 2020 il saldo strutturale (ricalcolato (5)) dovrebbe migliorare solo di circa lo 0,35 % del PIL all'anno, valore inferiore allo 0,6 % del PIL richiesto, e non si prevede che l'obiettivo di bilancio a medio termine — ossia un avanzo strutturale dello 0,25 % del PIL — sia raggiunto entro i limiti temporali del programma. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere al 124,8 % nel 2016 per continuare a diminuire fino a raggiungere il 110,3 % nel 2020. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è piuttosto ottimistico. Inoltre, le misure a sostegno degli obiettivi di disavanzo pianificati a partire dal 2017 non sono state illustrate in modo sufficientemente dettagliato. Secondo le previsioni di primavera 2016 della Commissione, il disavanzo pubblico dovrebbe raggiungere il 2,7 % del PIL nel 2016, attestandosi al di sotto del valore di riferimento del 3 % del PIL fissato nel trattato, e il 2,3 % del PIL nel 2017. Poiché il disavanzo strutturale dovrebbe aumentare leggermente nel 2016 e nel 2017, lo sforzo di bilancio non è in linea con i requisiti del patto di stabilità e crescita. Non si prevede inoltre che il Portogallo rispetti la regola del debito transitoria nel 2017. In base alla valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni di primavera 2016 della Commissione, il Consiglio è del parere che il Portogallo rischi di non ottemperare alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. Saranno quindi necessari ulteriori interventi per garantire la conformità nel 2016 e nel 2017.

(6)

Conformemente all'articolo 10, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio, la Commissione controllerà regolarmente l'attuazione delle misure adottate dal Portogallo in ottemperanza alla raccomandazione del Consiglio del 21 giugno 2013 ai sensi dell'articolo 126, paragrafo 7, del TFUE: pertanto la Commissione raccomanderà al Consiglio i provvedimenti adeguati da adottare nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi.

(7)

Un'attuazione tempestiva e rigorosa della nuova legge quadro di bilancio e della legge sul controllo degli impegni, unitamente a ulteriori progressi in materia di riscossione delle entrate e controllo della spesa, potrebbero contribuire in modo significativo al conseguimento dell'aggiustamento di bilancio richiesto. Il Portogallo deve far fronte alla duplice sfida di conseguire la sostenibilità finanziaria a lungo termine del sistema sanitario e mantenere nel contempo il livello di accesso all'assistenza sanitaria migliorando l'efficacia del sistema. La percentuale di spesa pubblica per la sanità del Portogallo rispetto alla spesa sanitaria totale dell'Unione è tra le più basse, ma l'aumento previsto della spesa sanitaria pubblica del paese (del 2,5 % del PIL entro il 2060) è il più alto. Le misure globali tese ad affrontare le sfide legate alla sostenibilità a lungo termine del settore della sanità non sono ancora state messe in atto: si tratta di misure volte a promuovere la prevenzione delle malattie e le politiche in materia di sanità pubblica nonché a garantire l'assistenza sanitaria di base nella fase iniziale e meno onerosa. A breve termine è importante assicurare un'accurata programmazione ed esecuzione di bilancio negli ospedali per liquidare gli arretrati. La sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico è stata oggetto delle recenti riforme, ma resta aperta la questione della sua sostenibilità a breve e medio termine. Il sistema pubblico delle pensioni è caratterizzato da una forte dipendenza dagli storni di bilancio ed è caratterizzato da disuguaglianze tra generazioni. La sostenibilità di bilancio delle imprese di Stato, in particolare nel settore dei trasporti, è tuttora messa a rischio da ritardi di esecuzione e lacune politiche. Per realizzare economie di bilancio è fondamentale aumentare l'efficacia delle misure previste nei rispettivi piani di ristrutturazione.

(8)

Il paese si è impegnato a fondo per contrastare l'evasione fiscale migliorando ulteriormente l'efficacia dell'amministrazione tributaria. Sono in corso di adozione misure per lottare contro la frode fiscale, per migliorare lo scambio di informazioni con gli istituti finanziari e per rafforzare il quadro antiriciclaggio. Nonostante i progressi compiuti, vi è ancora margine per migliorare ulteriormente il rispetto dell'obbligo tributario. Una riforma dell'amministrazione tributaria per aumentarne l'efficienza contribuirebbe anche a stimolare gli investimenti.

(9)

L'evoluzione salariale generale è stata moderata, in linea con l'alto tasso di disoccupazione e la necessità di promuovere il riequilibrio esterno nonché con la crescita della produttività nel medio periodo. La contrattazione collettiva a livello settoriale ha sostenuto questa tendenza, anche se le caratteristiche del sistema di contrattazione collettiva limitano ancora la portata dell'adattamento al livello aziendale. In un contesto di bassa inflazione ed elevata disoccupazione, a gennaio 2016 il salario minimo è stato portato da 505 a 530 EUR al mese e dovrebbe arrivare gradualmente a 600 EUR al mese nel 2019 (quattordici mensilità). Il Portogallo si colloca in posizione intermedia nella classifica UE dei salari minimi rispetto alla media salariale, ma figura tra i paesi con il salario minimo più alto rispetto al salario mediano. Questo dato suggerisce che la distribuzione salariale in Portogallo è ampiamente orientata verso i salari più bassi e che un ulteriore incremento del salario minimo potrebbe rapidamente espandere la quota di lavoratori interessati, che nel 2016 è arrivata a essere quasi pari a un quarto di tutti i lavoratori dipendenti. Se da un lato ciò potrebbe contribuire a ridurre l'intensità della povertà lavorativa, dall'altro causa un aumento della compressione della struttura salariale, con una pressione al rialzo sui salari generali. Una tale situazione, se non accompagnata da aumenti della produttività, potrebbe compromettere le prospettive occupazionali e concorrenziali, in particole per i settori ad alta intensità di manodopera, e rischia di ridurre gli incentivi a investire nelle competenze.

(10)

Nonostante il persistere di alcuni problemi di attuazione, la ripresa del mercato portoghese del lavoro è continuata nel 2014 e nel 2015 e sono stati fatti notevoli sforzi per riformare le politiche di attivazione, modernizzare il servizio pubblico per l'impiego e aumentare l'apertura verso i giovani non iscritti nelle liste di collocamento. Alla luce del recente deterioramento della situazione sociale, con particolare riguardo per il livello crescente di povertà infantile, sono state prese importanti misure anche per rafforzare l'assistenza sociale, soprattutto nei settori del reddito minimo, degli assegni per figli a carico e delle pensioni minime. L'impatto di queste misure nella riduzione dell'intensità della povertà deve essere valutato. Ciononostante, l'assorbimento del gran numero di disoccupati di lunga durata resa problematico, il che incide negativamente sulla crescita economica e sulla situazione sociale. Vi è margine per una maggiore attivazione dei disoccupati di lunga durata attraverso politiche mirate del mercato del lavoro e un aumento del coordinamento tra servizi sociali e servizi per l'impiego. La ripresa ha generato molti nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato ma la segmentazione del mercato del lavoro resta importante. La percentuale di lavoratori a tempo determinato è tra le più alte in Europa e il tasso di transizione da contratti a tempo determinato a contratti a tempo indeterminato è basso.

(11)

L'elevato indebitamento del settore privato resta un grande punto vulnerabile dell'economia portoghese e le condizioni di finanziamento delle piccole e medie imprese permangono difficili. Sono stati compiuti alcuni progressi per ridurre il debito eccessivo delle imprese e permettere al settore privato di ridurre la leva finanziaria, ma il debito del settore privato del Portogallo resta uno dei più alti dell'Unione ed è un grosso ostacolo agli investimenti e alla crescita del prodotto potenziale. Le società non finanziarie stanno risanando i loro bilanci, ma in misura minore rispetto alle famiglie. Il livello elevato e crescente di crediti deteriorati nel settore delle imprese pesa sul bilancio sia del settore finanziario che di quello non finanziario e è un grande freno agli investimenti. Sono state adottate misure a vari livelli per risolvere il problema dell'indebitamento delle imprese, ma i risultati stentano ad arrivare. La distorsione a favore del debito nella tassazione delle imprese resta elevata. Negli ultimi anni il governo ha cercato di risolvere questo problema introducendo norme sulla sottocapitalizzazione e un incentivo al capitale proprio delle imprese. Tuttavia nel 2015 la differenza nel costo del capitale (prima e dopo l'imposizione) tra gli investimenti finanziati tramite debito e quelli finanziati tramite capitale proprio era ancora tra le più alte dell'Unione. L'accesso al credito permane costoso e difficile per le imprese, in particolare per le piccole e medie imprese e per le nuove imprese. Fonti alternative di finanziamento quali private equity, capitale di rischio, crowdfunding e business angel sono poco sfruttate e per niente sviluppate.

(12)

Nonostante i progressi, gli ostacoli normativi e la scarsa capacità istituzionale continuano a frenare la crescita, la competitività e gli investimenti delle imprese. L'efficienza del sistema giudiziario portoghese è limitata, soprattutto in caso di contenziosi tributari. Il sistema portoghese degli appalti pubblici vanta un alto grado di trasparenza. Tuttavia, stando ai dati di «BASE», una piattaforma online dedicata, le amministrazioni aggiudicatrici portoghesi fanno spesso ricorso alla procedura di aggiudicazione diretta: basti pensare che nel periodo 2013-2015 circa l'87,3 % di tutti gli appalti pubblici è stato aggiudicato mediante questa procedura, il che rappresenta il 47 % del valore totale degli appalti aggiudicati. La questione della trasparenza rimane una sfida per i contratti di concessione e per i partenariati pubblico-privato, in particolare a livello locale e regionale. La task force per i partenariati pubblico-privato (UTAP) del ministero delle Finanze monitora alcuni partenariati pubblico-privato gestiti dall'amministrazione centrale, ma non svolge alcuna attività di controllo sulle concessioni e sui partenariati pubblico-privato regionali e locali. Le riforme del settore portuale sono ancora soggette a ritardi di attuazione e l'ingresso di nuovi soggetti resta difficoltoso. La registrazione di una nuova impresa è stata resa più facile mentre la procedura di concessione di licenze permane gravosa e la complessità delle procedure amministrative mina la fiducia degli investitori. Le sfide ancora aperte riguardano le procedure di accesso al mercato dell'edilizia, il rilascio di concessioni edilizie e l'effettiva applicazione di norme semplificate per la concessione delle autorizzazioni ambientali. Gli ostacoli normativi in alcuni settori di servizi alle imprese impediscono un'allocazione efficace delle risorse, in particolare per quanto riguarda i servizi legali. Le disposizioni che regolamentano gli ordini professionali, in particolare gli statuti e i regolamenti interni, sono restrittive e possono risultare tali da impedire l'accesso alla professione a persone fisiche e giuridiche. Ciò riguarda in particolare le professioni legali, ambito nel quale prevalgono tra l'altro restrizioni in materia di pubblicità e attività multidisciplinari.

(13)

Il Portogallo non eccelle nella cooperazione tra mondo scientifico e mondo delle imprese né nella commercializzazione del sapere. Gli ostacoli alla cooperazione tra mondo accademico e imprese sono tanti e legati sia ad aspetti normativi che burocratici nonché alla mancanza di incentivi alla cooperazione nel sistema accademico. Ciò va a scapito dell'occupabilità dei laureati e dell'innovazione. Il lancio del nuovo ciclo breve di studi tecnici superiori (TeSPs) ha offerto nuove opportunità di cooperazione tra gli istituti politecnici e gli operatori economici regionali, ma i programmi universitari sono esclusi dal processo di modernizzazione.

(14)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica del Portogallo che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte al Portogallo negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica del Portogallo, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 5.

(15)

Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (6) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(16)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 5,

RACCOMANDA che il Portogallo adotti provvedimenti nel 2016 e nel 2017 al fine di:

1.

correggere in modo duraturo il disavanzo eccessivo conformemente alla decisioni o raccomandazioni pertinenti nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi, adottando le misure strutturali necessarie e destinando tutte le entrate impreviste alla riduzione del disavanzo e del debito; conseguire in seguito un aggiustamento di bilancio annuo pari almeno allo 0,6 % del PIL; realizzare entro febbraio 2017 una revisione completa della spesa e rafforzare il controllo della spesa, l'efficacia dei costi e una programmazione adeguata di bilancio a ogni livello di amministrazione pubblica; garantire la sostenibilità a lungo termine del settore sanitario, senza compromettere l'accesso all'assistenza sanitaria di base; ridurre la dipendenza del sistema pensionistico dagli storni di bilancio; riorientare i piani di ristrutturazione in corso delle imprese di Stato entro il 2016;

2.

fare in modo, in consultazione con le parti sociali, che il salario minimo segua un'evoluzione consona agli obiettivi di promozione dell'occupazione e della competitività nei vari settori;

3.

garantire l'attivazione efficace dei disoccupati di lunga durata e migliorare il coordinamento tra servizi per l'impiego e servizi sociali; incentivare maggiormente le imprese a effettuare assunzioni con contratti a tempo indeterminato;

4.

adottare, entro ottobre 2016, misure volte ad agevolare il risanamento dei bilanci degli enti creditizi e affrontare il problema dell'alto livello dei crediti deteriorati; ridurre la distorsione a favore del debito nella tassazione delle imprese e migliorare l'accesso ai finanziamenti per le nuove imprese e le piccole e medie imprese attraverso il mercato dei capitali;

5.

aumentare la trasparenza e l'efficacia del sistema di appalti pubblici per quanto riguarda i partenariati pubblico-privato e le concessioni; migliorare e velocizzare, entro il 2016, le procedure amministrative e di concessione delle licenze, ridurre i tempi dei contenzioni tributari e ridurre gli ostacoli normativi, soprattutto nel settore dei servizi alle imprese; favorire la cooperazione tra le università e le imprese.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  Saldo strutturale ricalcolato dalla Commissione in base alle informazioni contenute nel programma di stabilità, secondo la metodologia concordata.

(6)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


18.8.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/114


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2016

sul programma nazionale di riforma 2016 della Francia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 della Francia

(2016/C 299/27)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2016. Il Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016 ha approvato le priorità indicate nell'analisi annuale della crescita. Il 26 novembre 2015 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Francia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha anche adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016 e adottata dal Consiglio l'8 marzo 2016 (3). In quanto paese la cui moneta è l'euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell'Unione economica e monetaria, la Francia dovrebbe assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tale raccomandazione.

(2)

Il 26 febbraio 2016 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Francia 2016, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese sia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 14 luglio 2015 sia verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì i risultati dell'esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'8 marzo 2016 la Commissione ha presentato i risultati dell'esame approfondito. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Francia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare, con una crescita moderata e una bassa inflazione, la Francia presenta un debito pubblico elevato e in aumento, associato a una perdita di competitività. Risulta particolarmente importante agire per ridurre il rischio di ripercussioni negative sull'economia francese e, considerate le sue dimensioni, di ricadute negative sull'Unione economica e monetaria.

(3)

Il 29 aprile 2016 la Francia ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2016 e il suo programma di stabilità 2016. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(4)

La programmazione dei fondi strutturali e d'investimento europei per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. In applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), ove necessario per sostenere l'attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere ad uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica.

(5)

La Francia è attualmente soggetta al braccio correttivo del patto di stabilità e crescita. Nel programma di stabilità 2016 il governo prevede di correggere il disavanzo eccessivo entro il 2017, in linea con la raccomandazione del Consiglio del 10 marzo 2015. Il disavanzo nominale dovrebbe diminuire ulteriormente, arrivando all'1,2 % del PIL nel 2019. L'obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale dello 0,4 % del PIL, dovrebbe essere raggiunto entro il 2018. Secondo il programma di stabilità, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe raggiungere un picco del 96,5 % nel 2017, per poi scendere al 93,3 % nel 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è sostanzialmente plausibile, benché le misure a sostegno degli obiettivi di disavanzo pianificati a partire dal 2017 non siano state illustrate in modo sufficientemente dettagliato. Stando alle previsioni della primavera 2016 della Commissione, il disavanzo nominale dovrebbe raggiungere il 3,4 % del PIL nel 2016, in linea con l'obiettivo di disavanzo raccomandato dal Consiglio nel 2015. Nel 2017, a politiche invariate, il disavanzo nominale dovrebbe raggiungere il 3,2 % del PIL, mettendo a rischio il rispetto del termine per la correzione del disavanzo eccessivo. Si prevede che lo sforzo di bilancio raccomandato non verrà conseguito nel 2016 e nel 2017 poiché la strategia di risanamento perseguita dalla Francia si basa principalmente sul miglioramento delle condizioni cicliche e sul mantenimento del contesto di bassi tassi di interesse, che esulano dal controllo delle autorità, determinando in tal modo rischi di conformità. In base alla sua valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni della primavera 2016 della Commissione, il Consiglio ritiene che, anche se è attualmente previsto che la Francia consegua l'obiettivo nominale nel 2016, il paese rischi di non rispettare le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Saranno pertanto necessarie ulteriori misure per assicurare una correzione duratura del disavanzo eccessivo entro il 2017.

(6)

Il rapporto debito pubblico/PIL in Francia è tra i più alti dell'Unione, malgrado un leggero calo nel 2015, resta notevolmente al di sopra della media della zona euro. La Francia sta attuando un piano per ridurre la spesa pubblica di 50 miliardi di EUR rispetto alla crescita tendenziale del periodo tra il 2015 e il 2017 a tutti i livelli dell'amministrazione pubblica, ma le misure previste potrebbero non conseguire una riduzione significativa della spesa. L'efficacia di tale piano potrebbe essere rafforzata indicando in dettaglio le misure a sostegno della riduzione della spesa, facendo attenzione affinché le misure di risparmio tengano conto dell'inflazione prossima allo zero.

(7)

Ci sono ancora sfide da affrontare per ridurre ulteriormente il rapporto spesa/PIL secondo quanto programmato, poiché il processo di individuazione di vaste aree in cui realizzare potenziali risparmi non ha dato sufficienti risultati e l'esercizio di revisione della spesa ha dato finora un esito modesto. Nel settore dell'edilizia abitativa, la Francia spende quasi il doppio rispetto ai paesi europei comparabili, senza ottenere tuttavia risultati palesemente migliori sul mercato degli alloggi. La capacità di investimento potrebbe essere preservata grazie all'effetto combinato dell'attuazione della prevista riduzione delle sovvenzioni erogate agli enti locali da parte del governo centrale e di un maggiore controllo della spesa delle amministrazioni locali, in particolare attraverso un contenimento dell'aumento dei costi amministrativi degli enti locali. Le revisioni della spesa potrebbero essere uno strumento appropriato per individuare tali risparmi. Inoltre la recente riforma dell'amministrazione degli enti locali ha il potenziale per rafforzare l'efficienza del sistema nel medio e lungo termine.

(8)

Non è possibile realizzare a breve termine economie di una certa entità senza tagliare sensibilmente l'aumento della spesa sociale, che rappresenta oltre la metà della spesa pubblica complessiva. La sostenibilità del sistema pensionistico è stata migliorata grazie all'accordo del 2015 sui regimi pensionistici complementari, ma potrebbero continuare a esistere disavanzi nel breve e nel medio periodo, soprattutto in presenza di condizioni macroeconomiche negative. Inoltre, le riforme già adottate dovrebbero ridurre il livello della spesa pubblica per il sistema pensionistico, attualmente elevato, solo dopo il 2025. La Francia ha fissato obiettivi ambiziosi per il 2016 e il 2017 per limitare l'aumento della spesa sanitaria. Tali obiettivi potrebbero essere integrati da ulteriori sforzi per individuare possibili miglioramenti in termini di efficienza nel medio e lungo termine.

(9)

Sono state adottate misure strategiche per ridurre i costi del lavoro e migliorare i margini delle imprese tramite un credito d'imposta per 20 miliardi di EUR a favore della competitività e dell'occupazione e l'ulteriore riduzione di 10 miliardi di EUR dei contributi sociali a carico del datore di lavoro nel contesto del patto di responsabilità e solidarietà. La formula di questi provvedimenti, che rappresentano l'1,5 % del PIL e contribuiscono ad avvicinare la Francia alla media della zona euro in termini di costo del lavoro, potrebbe minarne l'efficacia. I risultati delle valutazioni previste delle misure di riduzione dei costi contribuiranno alle decisioni sulle formule future, per far sì che tali misure permettano di conseguire gli obiettivi previsti in termini di efficienza. L'effetto sulla determinazione del salario e sull'occupazione è di particolare interesse per queste valutazioni.

(10)

Nell'attuale situazione di elevata disoccupazione sussiste il rischio che il costo del lavoro a salario minimo ostacoli l'assunzione di lavoratori scarsamente qualificati. Mentre il salario minimo è alto rispetto a quello mediano, il costo del lavoro a salario minimo è stato ridotto grazie alle esenzioni dai contributi sociali. L'aumento del salario minimo comporta aumenti salariali per la maggioranza delle categorie di lavoratori e il rischio di creare una compressione salariale verso l'alto. A causa del meccanismo di indicizzazione dei minimi salariali esistono circoli viziosi tra l'aumento dei salari medi e le variazioni dal salario minimo, il che comporta ritardi nell'attuazione del necessario adeguamento salariale in risposta alla situazione economica precaria.

(11)

Le recenti riforme hanno offerto ai datori di lavoro la flessibilità solo parziale di scostarsi dai contratti di settore. Ciò riguarda tutti gli aspetti delle condizioni d'impiego — compresi i salari, l'orario di lavoro e le condizioni di lavoro e di occupazione — e limita le possibilità per le imprese di adattare la forza lavoro alle loro esigenze. Allo stato attuale, i settori possono impedire alle imprese di stabilire caso per caso, ferma restando la trattativa con le parti sociali, a quali condizioni l'orario di lavoro possa scostarsi dai contratti di settore. L'accoglimento di deroghe ai contratti di settore e alle norme giuridiche generali sulle condizioni di impiego, tramite la contrattazione a livello aziendale, potrebbe essere agevolato, in consultazione con le parti sociali.

(12)

Nel 2015 il tasso di disoccupazione è salito al 10,4 %. La disoccupazione è più elevata tra i giovani, i cittadini di paesi terzi e i lavoratori meno qualificati. La struttura del mercato del lavoro è sempre più polarizzata: i lavoratori con un grado di istruzione elevato sono assunti con contratto a tempo indeterminato, mentre i posti di lavoro scarsamente qualificati (la cui percentuale è costante) diventano sempre più precari. La percentuale di contratti a tempo determinato di durata inferiore a un mese rispetto al totale delle assunzioni è aumentata fino a raggiungere quasi il 70 % nel 2015. Il quadro giuridico che disciplina i contratti di lavoro, in particolare le norme sul licenziamento per i contratti a tempo indeterminato, potrebbe contribuire all'elevata segmentazione del mercato del lavoro. Il deterioramento del mercato del lavoro è un problema di lunga data che ha messo a dura prova la sostenibilità del sistema delle indennità di disoccupazione. Le previsioni del febbraio 2016 prospettavano un disavanzo pari a 4,5 miliardi di EUR nel 2015, 4,2 miliardi di EUR nel 2016 e 3,6 miliardi di EUR nel 2017. Ciò determinerebbe un ulteriore aumento del debito del sistema da 25,8 miliardi di EUR nel 2015 a 30 miliardi di EUR nel 2016 e 33,6 miliardi di EUR nel 2017. Il calcolo delle prestazioni favorisce una serie di posti di lavoro a tempo pieno e di breve durata rispetto agli impieghi a tempo parziale e di lunga durata e crea incentivi che incoraggiano i datori di lavoro a offrire posti di lavoro a breve termine, da integrare con prestazioni accessorie. Inoltre, la strutturazione del sistema delle indennità di disoccupazione, in particolare per quanto riguarda le condizioni di ammissibilità e la regressività dei sussidi, può disincentivare il ritorno al lavoro.

(13)

Il passaggio dalla scuola al lavoro resta difficile e a risentirne di più sono i giovani meno qualificati. La scelta dell'apprendistato sta diminuendo tra le categorie scarsamente qualificate in un contesto di strategie regionali differenziate e di scarsa capacità del sistema di adattarsi alle nuove necessità economiche. Resta insufficiente l'offerta di formazione per i disoccupati, i lavoratori meno qualificati e i dipendenti delle PMI. Le riforme in corso nel campo della formazione professionale, incluse quelle sulla governance, gli incentivi e la consulenza, e il nuovo piano di formazione mirato per i disoccupati devono ancora essere realizzate appieno e dovrebbero essere rafforzate. L'insufficiente cooperazione fra i vari soggetti coinvolti nella formazione professionale continua impedisce un'efficiente assegnazione delle risorse. Il conto personale di attività, che sarà istituito a breve, potrà contribuire a ribilanciare l'accesso.

(14)

Il contesto imprenditoriale francese continua ad essere di livello medio, in particolare per quanto riguarda gli oneri di natura regolamentare, rispetto ai quali la Francia si situa in fondo alle classifiche internazionali. Il programma di semplificazione prosegue secondo i piani, ma i progressi nell'attuazione non sono omogenei, soprattutto per quanto riguarda le misure concernenti le imprese, e permangono problemi da affrontare in diverse aree.

(15)

L'economia francese presenta una percentuale sproporzionatamente elevata di piccole imprese rispetto agli altri Stati membri, il che limita il loro livello di produttività. Le recenti iniziative volte ad attenuare l'impatto dei requisiti dimensionali non dovrebbero influire in modo significativo sulla crescita delle aziende, in particolare tenuto conto della loro portata limitata e della natura temporanea di alcune misure. Di conseguenza, gli effetti soglia continueranno a limitare la crescita delle imprese francesi.

(16)

La concorrenza nei servizi è migliorata in alcuni settori, ma in altri continuano ad esserci ostacoli, in particolare nel settore dei servizi alle imprese, dato che una percentuale significativa di questi servizi non è stata toccata dalle recenti riforme, e nel settore delle industrie di rete. Una serie di barriere all'accesso e di regolamentazioni, insieme alle tariffe, ostacolano l'attività economica nelle professioni regolamentate e pesano sulla produttività di altri settori che utilizzano questi servizi. L'adozione della legge Macron nel 2015 ha ridotto alcuni ostacoli ma altri sforzi sono necessari. Ulteriori problemi derivano dall'applicazione restrittiva degli obblighi di autorizzazione.

(17)

La Francia continua a presentare ritardi rispetto ai leader dell'innovazione dell'UE, nonostante la generosità dei finanziamenti pubblici in questo ambito. Negli ultimi 15 anni i sistemi pubblici sono stati caratterizzati da inflazione e instabilità, il che desta preoccupazioni circa il coordinamento generale, la coerenza e l'efficienza di tali sistemi. Ciò riguarda in particolare le PMI.

(18)

Il rapporto gettito fiscale/PIL è uno dei più alti dell'Unione. La composizione del gettito fiscale non favorisce la crescita economica, in quanto incide in misura significativa sui fattori di produzione ma relativamente poco sul consumo. Le imposte sulle società hanno registrato un lieve calo a partire dal 2014 e la Francia ha iniziato ad avvicinarsi alla media UE in termini di tassazione ambientale, ma il gettito fiscale dell'IVA resta basso, sia come percentuale del PIL sia come percentuale della tassazione totale a causa delle aliquote d'imposta basse, dell'applicazione diffusa di aliquote ridotte e della frequenza elevata di esenzioni rispetto alla media UE. Oltre a proseguire l'abolizione progressiva della sovrattassa di solidarietà sulle imprese e la soppressione dell'imposta straordinaria sul reddito delle società, devono ancora essere precisate nel dettaglio le misure concrete per raggiungere l'obiettivo annunciato di abbassare l'aliquota di legge sul reddito delle società al 28 % nel 2020.

(19)

Il sistema fiscale è molto complesso. Esistono ancora molte imposte inefficaci, che producono entrate modeste o nulle, e l'imposizione sui redditi delle persone fisiche è particolarmente complessa, il che genera costi amministrativi elevati. Nonostante l'introduzione nella legge sulla programmazione delle finanze pubbliche 2014-2019 dell'obbligo di valutare e monitorare regolarmente la spesa fiscale, la riduzione della spesa fiscale prospettata per il 2016 è modesta dopo diversi anni in cui è aumentata.

(20)

Nel complesso, gli ostacoli agli investimenti privati sono di modesta entità: quelli principali sono i pesanti oneri normativi e le aliquote d'imposta elevate sulle società. Gli investimenti potrebbero essere favoriti dal miglioramento del contesto imprenditoriale, attraverso la riduzione delle imposte sulla produzione e il reddito delle società nonché la semplificazione del sistema fiscale. Tutte le misure adottate per migliorare la competitività di costo e non di costo delle imprese francesi hanno il potenziale per aumentare i livelli di investimento e incentivare le imprese a investire in capitale fisico e umano, al fine di aumentare la produttività. Il potenziale di crescita a lungo termine è inoltre limitato dalla debolezza degli investimenti nelle attività di innovazione.

(21)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Francia che ha pubblicato nella relazione per paese 2016. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte alla Francia negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Francia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le sue raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 5.

(22)

Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (5) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(23)

Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 5,

RACCOMANDA che la Francia adotti provvedimenti nel periodo 2016-2017 al fine di:

1.

garantire la correzione duratura del disavanzo eccessivo entro il 2017 adottando le misure strutturali necessarie e destinando alla riduzione del disavanzo e del debito tutte le entrate impreviste; indicare in dettaglio i tagli alla spesa programmati per gli anni a venire e intensificare gli sforzi per aumentare le economie generate dalla revisione della spesa pubblica, anche a livello di spesa per gli enti locali, entro la fine del 2016; rafforzare le valutazioni indipendenti delle politiche pubbliche al fine di individuare gli incrementi di efficienza in tutti i comparti della pubblica amministrazione;

2.

mantenere nel tempo le riduzioni del costo del lavoro e fare in modo che il salario minimo segua un'evoluzione consona alla creazione di posti di lavoro e alla competitività; riformare il diritto del lavoro per incentivare maggiormente i datori di lavoro ad assumere con contratti a tempo indeterminato;

3.

migliorare i collegamenti tra il settore dell'istruzione e il mercato del lavoro, soprattutto riformando l'apprendistato e la formazione professionale, con particolare attenzione ai posti di lavoro scarsamente qualificati; intervenire, entro la fine del 2016, riformando il sistema delle indennità di disoccupazione per ripristinarne la sostenibilità di bilancio e per incentivare maggiormente il ritorno al lavoro;

4.

rimuovere le barriere all'attività nel settore dei servizi, in particolare nel settore dei servizi alle imprese e delle professioni regolamentate; intervenire per semplificare e migliorare l'efficacia delle politiche di innovazione; riformare ulteriormente, entro la fine del 2016, i criteri relativi alle dimensioni previsti dalla normativa che impediscono la crescita delle imprese e continuare a semplificare le regole amministrative, di bilancio e contabili delle imprese mettendo in atto il programma di semplificazione;

5.

intervenire per ridurre il carico fiscale sulla produzione e per abbassare l'aliquota di legge sul reddito delle società, allargando nel contempo la base imponibile sui consumi, in particolare per quanto riguarda l'IVA; eliminare le agevolazioni fiscali inefficienti, rimuovere le imposte che producono entrate modeste o nulle e adottare la riforma della ritenuta alla fonte dell'imposta sui redditi delle persone fisiche entro il 2016.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2016

Per il Consiglio

Il presidente

P. KAŽIMÍR


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(3)  GU C 96 dell'11.3.2016, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

(5)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.