ISSN 1977-0944

doi:10.3000/19770944.C_2011.372.ita

Gazzetta ufficiale

dell'Unione europea

C 372

European flag  

Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

54o anno
20 dicembre 2011


Numero d'informazione

Sommario

pagina

 

I   Risoluzioni, raccomandazioni e pareri

 

RISOLUZIONI

 

Consiglio

2011/C 372/01

Risoluzione del Consiglio su un'agenda europea rinnovata per l'apprendimento degli adulti

1

2011/C 372/02

Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, sulla rappresentanza degli Stati membri dell'UE presso il consiglio di fondazione dell'AMA e sul coordinamento delle posizioni dell'UE e degli Stati membri prima delle riunioni dell'AMA

7

 

IV   Informazioni

 

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

 

Consiglio

2011/C 372/03

Conclusioni del Consiglio sulla dimensione orientale della partecipazione e della mobilità dei giovani

10

2011/C 372/04

Conclusioni del Consiglio sulla tutela dei minori nel mondo digitale

15

2011/C 372/05

Conclusioni del Consiglio in materia di competenze culturali e creative e loro ruolo nella costituzione del capitale intellettuale europeo

19

2011/C 372/06

Conclusioni del Consiglio sul ruolo delle attività di volontariato nello sport per promuovere la cittadinanza attiva

24

2011/C 372/07

Conclusioni del Consiglio sulle competenze linguistiche ai fini di una maggiore mobilità

27

2011/C 372/08

Conclusioni del Consiglio su un criterio di riferimento nel settore della mobilità per l'apprendimento

31

2011/C 372/09

Conclusioni del Consiglio sulla modernizzazione dell'istruzione superiore

36

IT

 


I Risoluzioni, raccomandazioni e pareri

RISOLUZIONI

Consiglio

20.12.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 372/1


Risoluzione del Consiglio su un'agenda europea rinnovata per l'apprendimento degli adulti

2011/C 372/01

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

CONSIDERANDO QUANTO SEGUE:

La strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva riconosce che l'apprendimento permanente e lo sviluppo delle competenze sono elementi chiave per rispondere all'attuale crisi economica, all'invecchiamento demografico e alla più ampia strategia economica e sociale dell'Unione europea.

La crisi ha evidenziato il notevole ruolo che l'apprendimento degli adulti (1) può svolgere per realizzare gli obiettivi di Europa 2020 consentendo agli adulti, in particolare ai lavoratori scarsamente qualificati e ai lavoratori più anziani, di migliorare la capacità di adattarsi ai cambiamenti nel mercato del lavoro e nella società. L'apprendimento degli adulti costituisce un mezzo per l'aggiornamento e la riqualificazione delle persone confrontate a disoccupazione, ristrutturazioni o transizioni nella carriera e contribuisce in modo rilevante all'inclusione sociale, alla cittadinanza attiva e allo sviluppo personale,

VISTI:

1.

la risoluzione del Parlamento europeo del 16 gennaio 2008 sull'educazione degli adulti: non è mai troppo tardi per apprendere, che esorta gli Stati membri a facilitare l'acquisizione di conoscenze e ad introdurre una cultura dell'apprendimento permanente, in particolare attuando politiche sull'uguaglianza di genere destinate a rendere l'istruzione per gli adulti più attraente, accessibile ed efficace;

2.

le conclusioni del Consiglio del 22 maggio 2008 (2) sull'istruzione destinata agli adulti, che hanno stabilito per la prima volta una serie di priorità comuni da affrontare nel settore dell'istruzione destinata agli adulti, hanno spianato la strada verso una cooperazione europea rafforzata tra i vari soggetti e hanno proposto una serie di misure specifiche per il periodo 2008-2010 (qui di seguito il «piano d'azione») intese ad aumentare la partecipazione all'istruzione degli adulti e a migliorarne la qualità;

3.

la risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 21 novembre 2008 — Integrare maggiormente l'orientamento permanente nelle strategie di apprendimento permanente, che ha sottolineato l'importanza dell'orientamento come processo continuo che mette in grado i cittadini di ogni età, nell'arco della vita, di identificare le proprie capacità, le proprie competenze e i propri interessi, prendere decisioni in materia di istruzione, formazione e occupazione nonché gestire i loro percorsi personali di vita nelle attività di istruzione e formazione, nel mondo professionale e in qualsiasi altro ambiente;

4.

le conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 (3), che hanno istituito un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione («ET 2020») pienamente coerente con la strategia Europa 2020 e i cui quattro obiettivi — apprendimento permanente e mobilità; qualità ed efficacia; equità, coesione sociale e cittadinanza attiva; creatività ed innovazione — sono altrettanto pertinenti per l'apprendimento degli adulti;

5.

la relazione congiunta 2010 del Consiglio e della Commissione sull'attuazione del programma di lavoro «Istruzione e formazione 2010» (4) che ha sottolineato che nel campo dell'educazione degli adulti è comunque importante che l'offerta copra l'intera gamma delle competenze chiave e ha rilevato che una delle sfide principali è far in modo che tutti i discenti possano usufruire di metodologie innovative, comprese quelle nel settore dell'apprendimento degli adulti;

6.

le iniziative faro Europa 2020:

un'agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro, che esorta gli Stati membri a garantire che i cittadini acquisiscano le competenze necessarie per il proseguimento della formazione e il mercato del lavoro attraverso l'insegnamento generale, professionale e superiore nonché attraverso l'apprendimento degli adulti,

la piattaforma europea contro la povertà, che propone lo sviluppo di un'istruzione innovativa per le comunità svantaggiate, per consentire a chi si trova in condizioni di povertà ed esclusione sociale di vivere in modo dignitoso e partecipare attivamente alla società,

l'Unione dell'innovazione, che promuove l'eccellenza nel campo dell'istruzione e dello sviluppo delle competenze allo scopo di garantire una crescita futura derivante dall'innovazione in materia di prodotti, servizi e modelli aziendali in un'Europa che deve far fronte all'invecchiamento demografico e a forti pressioni concorrenziali;

7.

le conclusioni del Consiglio dell' 11 maggio 2010 sulla dimensione sociale dell'istruzione e della formazione (5), che hanno rilevato che l'ampliamento dell'accesso all'istruzione degli adulti può creare nuove possibilità di inclusione attiva e migliorare la partecipazione sociale;

8.

la decisione del Consiglio del 21 ottobre 2010 sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione (6) che intende promuovere efficaci incentivi all'apprendimento permanente sia degli occupati che dei disoccupati, «garantendo in tal modo ad ogni adulto la possibilità di riconvertirsi o migliorare la propria qualifica»;

9.

le conclusioni del Consiglio del 18-19 novembre 2010 su una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale (IFP) (7), che hanno incoraggiato attivamente una maggiore partecipazione delle persone all'istruzione e alla formazione professionale continua, un maggiore investimento nello sviluppo delle risorse umane, nella formazione interna all'azienda e nell'apprendimento basato sul lavoro, e una più stretta collaborazione tra istituiti di formazione e datori di lavoro, in particolare per la formazione dei lavoratori scarsamente qualificati,

SI COMPIACE DEL FATTO CHE:

siano stati avviati i lavori su tutti i settori prioritari del piano d'azione 2008-2010, anche se con ritmi diversi in ogni paese:

le riforme in materia di apprendimento degli adulti sono sempre più ancorate all'evoluzione generale dell'istruzione e della formazione, segnatamente allo sviluppo dei quadri nazionali delle qualifiche e delle strategie in materia di apprendimento permanente,

la garanzia della qualità si è posta come questione importante nell'ambito dell'apprendimento degli adulti e sono in atto progressi nello sviluppo del profilo professionale e della formazione dei professionisti dell'apprendimento degli adulti, nonché nell'accreditamento degli operatori del settore e nel miglioramento dei servizi di orientamento per gli adulti,

le opportunità di avvicinamento e di apprendimento sono sempre più mirate alle persone con i livelli inferiori di qualifiche, dando loro in tal modo migliori prospettive di inserimento nel lavoro e nella società,

l'apprendimento non formale e informale, che rappresenta una gran parte dell'apprendimento degli adulti, è riconosciuto e convalidato sempre più, ma ci si avvale ancora troppo poco delle opportunità di convalida,

sono stati compiuti i primi passi per migliorare il monitoraggio del settore dell'apprendimento degli adulti.

RICONOSCE NONDIMENO CHE:

Per affrontare le conseguenze a breve e a lungo termine della crisi economica, occorre che gli adulti potenzino periodicamente le proprie abilità e competenze personali e professionali. Data l'attuale instabilità del mercato del lavoro e la necessità di ridurre il rischio di esclusione sociale, ciò è vero soprattutto per le persone con scarse competenze e qualifiche. Tuttavia, tutti gli adulti — inclusi quelli altamente qualificati — possono trarre notevole beneficio dall'apprendimento permanente.

Si registra eppure un crescente consenso sul fatto che l'apprendimento degli adulti è attualmente l'anello debole dello sviluppo dei sistemi nazionali di apprendimento permanente. La partecipazione all'apprendimento degli adulti ha continuato a diminuire, passando dal 9,8 % delle persone di età compresa fra i 25 e i 64 anni nel 2005 a solo il 9,1 % nel 2010; ne consegue che il raggiungimento dell'aumentato obiettivo «ET2020» del 15 % entro il 2020 rappresenta una sfida ancor più ardua. È necessario pertanto esaminare ostacoli quali la mancanza di motivazione e la penuria di strutture di assistenza per aiutare donne e uomini a conciliare le responsabilità familiari e professionali con l'apprendimento.

Come in altri settori, l'apprendimento degli adulti dovrebbe accettare il passaggio a una politica basata sui risultati dell'apprendimento in cui il discente autonomo è una figura centrale, indipendentemente dal luogo in cui apprende — al lavoro, a casa, nella comunità locale, nell'ambito di attività di volontariato o negli istituti d'istruzione e di formazione —, e sviluppare il modello sfaccettato di governance che ciò impone.

Perché il settore dell'apprendimento degli adulti sia in grado di sostenere la strategia Europa 2020, rimane ancora molto da fare riguardo a un finanziamento effettivo ed efficace, riguardo all'offerta di seconde opportunità e all'acquisizione delle competenze di base, quali l'alfabetizzazione e l'alfabetizzazione numerica, ma anche le competenze digitali, riguardo all'apprendimento mirato per i migranti, per i giovani che abbandonano prematuramente la scuola, per i giovani inoccupati e al di fuori di qualsiasi ciclo di istruzione o formazione (NEET) e per le persone con disabilità e gli adulti più anziani, nonché riguardo alla cooperazione con i datori di lavoro, le parti sociali e la società civile.

L'attuazione del piano d'azione ha inoltre evidenziato la difficoltà di monitorare adeguatamente il settore dell'apprendimento degli adulti, per via della mancanza di dati statistici sufficienti e di valutazione delle misure politiche. L'elaborazione di politiche fondate su elementi concreti nel settore dell'apprendimento degli adulti richiede dati globali e comparabili su tutti gli aspetti chiave dell'apprendimento degli adulti, sistemi di monitoraggio efficaci, cooperazione tra le diverse agenzie e attività di ricerca di elevata qualità,

RITIENE QUANTO SEGUE:

L'apprendimento permanente abbraccia il periodo da prima della scuola a dopo la pensione (8). L'apprendimento degli adulti è un elemento essenziale del ciclo dell'apprendimento permanente che copre l'intera gamma di attività di apprendimento formale, non formale e informale, sia generale che professionale, intraprese da adulti dopo aver lasciato il ciclo dell'istruzione e della formazione iniziali.

Per trarre vantaggio dai risultati del piano d'azione 2008-2010 integrando al tempo stesso le iniziative politiche esistenti nel settore dell'istruzione scolastica, dell'istruzione superiore (processo di Bologna) e dell'IFP (processo di Copenaghen), è necessaria una rinnovata «agenda europea per l'apprendimento degli adulti» finalizzata a consentire a tutti gli adulti di sviluppare e migliorare le proprie abilità e competenze durante tutta la vita.

L'apprendimento degli adulti può contribuire in modo significativo a realizzare gli obiettivi di Europa 2020 volti a portare al di sotto del 10 % l'abbandono prematuro dei sistemi di istruzione e formazione. Si dovrebbe quindi prestare particolare attenzione a migliorare l'offerta ai numerosi europei scarsamente qualificati cui mira la strategia Europa 2020, a partire dall'alfabetizzazione e dall'alfabetizzazione numerica e dalle misure della seconda opportunità come precursori della qualificazione per il lavoro e la vita in generale. Acquisire competenze di base come fondamento per lo sviluppo delle competenze chiave per l'apprendimento permanente (9), affrontare il problema dell'abbandono scolastico (10) e risolvere questioni quali l'istruzione e l'inclusione sociale dei migranti, dei Rom e di altri gruppi svantaggiati richiedono un'azione concertata nell'ambito sia dell'istruzione scolastica che dell'istruzione destinata agli adulti.

Si dovrebbe al tempo stesso riconoscere e sostenere il contributo sostanziale che l'apprendimento degli adulti può apportare allo sviluppo economico — aumentando la produttività, la competitività, la creatività, l'innovazione e l'imprenditorialità.

A tale riguardo, inoltre, si avverte acutamente la necessità di aumentare gli sforzi volti a conseguire l'obiettivo fissato nella strategia Europa 2020 di assicurare che almeno il 40 % dei giovani adulti completi l'istruzione terziaria o di livello equivalente. Rispondere a tale sfida contribuirebbe a sviluppare un'economia competitiva fondata sulla conoscenza e sull'innovazione che si avvalga pienamente delle risorse e del capitale umano,

CHIEDE PERTANTO:

L'adozione di un'agenda europea rinnovata per l'apprendimento degli adulti che continuerà, integrerà e consoliderà i lavori svolti nel settore dell'apprendimento degli adulti nell'ambito dei quattro obiettivi strategici individuati dal Consiglio nel quadro strategico «ET2020». Benché s'incentri inizialmente sul periodo 2012-2014 (cfr. allegato), l'agenda dovrebbe essere considerata nel contesto di una visione a più lungo termine dell'apprendimento degli adulti che — nel periodo fino al 2020 — cercherà di dare maggiore visibilità al settore in generale e, più specificamente, di:

i)

aumentare le possibilità per gli adulti, a prescindere dal genere e dalla situazione personale e familiare, di accedere ad opportunità di apprendimento di elevata qualità in ogni momento della vita, al fine di promuovere lo sviluppo personale e professionale, la responsabilizzazione, l'adattabilità, l'occupabilità e la partecipazione attiva alla società;

ii)

sviluppare un approccio nuovo all'istruzione e formazione per adulti che sia incentrato sui risultati dell'apprendimento e sulla responsabilità e autonomia del discente;

iii)

promuovere tra gli adulti una maggiore consapevolezza del fatto che l'apprendimento è un impegno permanente cui dedicarsi periodicamente nell'arco della vita e in particolare nei periodi di disoccupazione o di transizione nella carriera;

iv)

incoraggiare lo sviluppo di sistemi efficaci di orientamento permanente e di sistemi integrati per la convalida dell'apprendimento non formale e informale;

v)

assicurare l'offerta globale di istruzione e formazione formale e non formale di elevata qualità per adulti che punti all'acquisizione delle competenze chiave o che porti a ottenere qualifiche a tutti i livelli del quadro europeo delle qualifiche (EQF), con il sostegno della società civile e delle parti sociali, così come delle autorità locali;

vi)

assicurare modalità flessibili adatte alle diverse esigenze di formazione degli adulti, compresi la formazione interna all'azienda e l'apprendimento basato sul luogo di lavoro;

vii)

sensibilizzare maggiormente i datori di lavoro al fatto che l'apprendimento degli adulti contribuisce a promuovere la produttività, la competitività, la creatività, l'innovazione e l'imprenditorialità e costituisce un fattore importante per il miglioramento dell'occupabilità e della mobilità dei loro dipendenti nel mercato del lavoro;

viii)

incoraggiare gli istituti di istruzione superiore ad accogliere gruppi di discenti meno tradizionali, quali i discenti adulti, come mezzo per manifestare responsabilità sociale e una maggiore apertura verso la collettività in generale, nonché per rispondere alle sfide demografiche e alle esigenze di una società che invecchia;

ix)

promuovere il ruolo delle parti sociali e della società civile nell'espressione delle esigenze di formazione e nello sviluppo delle opportunità di apprendimento degli adulti nonché ottimizzare il coinvolgimento delle autorità centrali, regionali e locali;

x)

promuovere un'assegnazione equilibrata di risorse per l'istruzione e la formazione in tutto l'arco della vita sulla base di responsabilità condivise e di un impegno pubblico forte, in particolare per le seconde opportunità e lo sviluppo delle competenze di base;

xi)

coinvolgere le parti sociali e sensibilizzarle ai benefici, anche per loro, dell'apprendimento sul luogo di lavoro, compresa l'offerta di competenze di base;

xii)

rivolgere agli anziani un'offerta di un apprendimento ben sviluppata al fine di promuovere l'invecchiamento attivo, autonomo e sano e per sfruttare le loro conoscenze, la loro esperienza e il capitale sociale e culturale che rappresentano a vantaggio della società in generale;

xiii)

impegnarsi fermamente al fine di promuovere l'apprendimento per gli adulti come mezzo per favorire la solidarietà tra i vari gruppi di età (ad esempio mediante un «patto intergenerazionale») e tra le culture e le persone di tutte le estrazioni,

INVITA PERTANTO GLI STATI MEMBRI A:

1.

concentrare gli sforzi per il periodo 2012-2014 sui settori prioritari dettagliati nell'allegato, contribuendo in tal modo ad attuare le quattro priorità del quadro strategico «ET2020» secondo il contesto e la legislazione nazionali;

2.

assicurare un collegamento efficace con i pertinenti ministeri e le parti interessate, le parti sociali, le aziende, le organizzazioni non governative pertinenti e le organizzazioni della società civile ai fini di una maggiore coerenza tra le politiche a favore dell'apprendimento degli adulti e le politiche socioeconomiche più generali;

3.

cooperare attivamente a livello di UE al fine di sostenere l'attuazione efficace dei settori prioritari summenzionati, in particolare:

i)

facendo pieno uso degli strumenti dell'apprendimento permanente convenuti a livello UE per promuovere la partecipazione degli adulti all'apprendimento;

ii)

utilizzando le opportunità offerte dal programma di apprendimento permanente — in particolare nell'ambito dei programmi Grundtvig e Leonardo da Vinci — e dal programma che seguirà a decorrere dal 2014 nonché, se del caso, dai fondi strutturali e altri strumenti, al fine di cofinanziare iniziative di sostegno;

iii)

facendo ricorso al metodo di coordinamento aperto, con il sostegno della Commissione e tramite le reti europee pertinenti, per promuovere l'apprendimento reciproco e lo scambio delle buone prassi e di esperienze nel settore dell'apprendimento degli adulti;

iv)

designando un coordinatore nazionale al fine di agevolare la cooperazione con gli altri Stati membri e la Commissione nell'attuazione dell'agenda per l'apprendimento degli adulti;

E INVITA LA COMMISSIONE A:

collaborare con gli Stati membri e sostenerli nell'elaborazione e nell'attuazione dell'agenda europea rinnovata per l'apprendimento degli adulti e, specificamente, nella realizzazione delle priorità per il periodo 2012-2014 precisate nell'allegato I, in particolare:

i)

garantendo la complementarità e la coerenza tra le iniziative politiche intraprese in conformità della presente risoluzione e quelle sviluppate negli altri processi politici pertinenti nell'ambito del quadro strategico «ET2020», nel processo di Copenaghen, nel processo di Bologna, nell'agenda UE di modernizzazione per l'istruzione superiore e in iniziative quali quelle sull'alfabetizzazione e sull'abbandono scolastico che richiedono un approccio concertato che coinvolga l'istruzione scolastica e l'apprendimento degli adulti, e promuovendo la dimensione dell'apprendimento degli adulti nell'ambito di ciascuna di esse;

ii)

instaurando un legame stretto permanente con i coordinatori nazionali designati negli Stati membri e negli altri paesi partecipanti;

iii)

consentendo agli Stati membri e alle organizzazioni che sostengono l'apprendimento degli adulti di condividere le informazioni sulle politiche e sulle prassi rispettive e sulla valutazione delle stesse, attraverso l'organizzazione di attività di apprendimento tra pari e di rassegne, conferenze, workshop e altri strumenti adeguati, e — nei limiti delle risorse disponibili — migliorando la raccolta dei dati relativi all'apprendimento degli adulti nell'ambito del quadro coerente aggiornato di indicatori e parametri di riferimento previsto per il 2013;

iv)

potenziando la base di conoscenze sull'apprendimento degli adulti in Europa attraverso l'ordinazione di studi e il rafforzamento della capacità delle esistenti strutture di ricerca pertinenti per l'analisi delle questioni relative all'apprendimento degli adulti, compresi la cooperazione con Eurydice, il Cedefop e altre istituzioni pertinenti, e il pieno uso delle loro capacità di informazione e di ricerca;

v)

proseguendo e potenziando la cooperazione con le organizzazioni internazionali pertinenti quali l'OCSE (in particolare usando i risultati del programma per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti), le Nazioni Unite (in particolare l'UNESCO) e il Consiglio d'Europa, nonché altre iniziative regionali o mondiali pertinenti quali il centro di apprendimento permanente Europa-Asia (ASEM);

vi)

sfruttando i fondi disponibili a livello europeo per sostenere l'attuazione dell'agenda per l'apprendimento degli adulti;

vii)

riferendo sull'attuazione dell'agenda nell'ambito della relazione congiunta «ET2020».


(1)  Ai fini del presente testo, il termine «apprendimento degli adulti» copre l'intera serie di attività di apprendimento formale, non formale e informale, sia generale che professionale, intraprese da adulti dopo aver lasciato il ciclo di istruzione e di formazione iniziale.

(2)  GU C 140 del 6.6.2008, pag. 10.

(3)  GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.

(4)  GU C 117 del 6.5.2010, pag. 1.

(5)  GU C 135 del 26.5.2010, pag. 2.

(6)  GU L 308 del 24.11.2010, pag. 46.

(7)  GU C 324 dell'1.12.2010, pag. 5.

(8)  Risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 sull’apprendimento permanente (GU C 163 del 9.7.2002, pag. 1).

(9)  GU L 394 del 30.12.2006, pag. 10.

(10)  Come sottolinea la raccomandazione del Consiglio del giugno 2011 (GU C 191 dell'1.7.2011, pag. 1).


ALLEGATO

AGENDA EUROPEA PER L'APPRENDIMENTO DEGLI ADULTI

Settori prioritari per il periodo 2012-2014

Tenuto conto delle circostanze specifiche esistenti in ciascuno Stato membro e secondo le priorità nazionali, si invitano gli Stati membri, eventualmente coadiuvati dalla Commissione, a concentrarsi sui settori qui indicati che meglio rispondono alle loro esigenze specifiche.

1.   Fare in modo che l'apprendimento permanente e la mobilità divengano una realtà

Per favorire e ampliare la partecipazione degli adulti all'apprendimento permanente, in risposta all'obiettivo convenuto dall'UE di ottenere il 15 % di partecipazione all'apprendimento degli adulti nonché per contribuire a portare al 40 % la percentuale di giovani in possesso di qualifiche dell'istruzione terziaria o di livello equivalente, si invitano gli Stati membri a concentrarsi:

sulla stimolazione della domanda e sullo sviluppo di sistemi d'informazione e di orientamento generali e di facile accesso, integrati da strategie di avvicinamento efficaci volte a sensibilizzare e motivare i potenziali discenti, con particolare riguardo ai gruppi svantaggiati, ai giovani che abbandonano prematuramente la scuola, ai giovani inoccupati e al di fuori di qualsiasi ciclo di istruzione o formazione (NEET), agli adulti scarsamente qualificati, specie quelli che hanno difficoltà a leggere e scrivere, e affiancati da seconde opportunità che conducano a una qualifica di livello EQF riconosciuta,

sulla promozione dell'impegno dei datori di lavoro a favore dell'apprendimento basato sul luogo di lavoro al fine di sviluppare sia le competenze professionali specifiche che competenze più ampie, anche mediante orari di lavoro più flessibili,

sulla promozione di percorsi di apprendimento flessibili per gli adulti, compreso un accesso più ampio all'istruzione superiore per le persone prive di qualifiche di accesso tradizionali, e sulla diversificazione della gamma di opportunità di apprendimento degli adulti offerte dagli istituti di istruzione superiore,

sulla creazione di sistemi pienamente funzionali di convalida dell'apprendimento non formale e informale e sulla promozione del loro uso da parte di adulti di tutte le età e a tutti i livelli di qualifica nonché da parte delle imprese e di altre organizzazioni.

2.   Migliorare la qualità e l'efficacia dell'istruzione e della formazione

Al fine di sviluppare un settore solido dell'apprendimento degli adulti, si invitano gli Stati membri a concentrarsi:

sullo sviluppo della garanzia della qualità per gli operatori del settore dell'apprendimento degli adulti, ad esempio mediante sistemi di accreditamento, tenendo conto dei quadri/parametri di qualità già esistenti in altri settori,

sul miglioramento della qualità del personale del settore dell'istruzione per gli adulti, ad esempio definendo i profili di competenza, istituendo sistemi efficaci per la formazione iniziale e lo sviluppo professionale e agevolando la mobilità di insegnanti, formatori e altro personale che opera in questo settore,

sull'introduzione di un sistema affidabile e trasparente per il finanziamento dell'apprendimento degli adulti, basato sulla responsabilità condivisa tramite un livello elevato di impegno pubblico a favore del settore e il sostegno a coloro che non possono pagare, sulla distribuzione equilibrata dei fondi su tutto il ciclo dell'apprendimento permanente, sul contributo adeguato al finanziamento da parte di tutti i soggetti e sull'esame di mezzi innovativi per un finanziamento più efficiente ed efficace,

sullo sviluppo di meccanismi per assicurare che l'offerta di istruzione rispecchi meglio le esigenze del mercato del lavoro e che permetta di acquisire le qualifiche e di sviluppare le nuove competenze che aumentano la capacità delle persone di adattarsi alle nuove necessità di un contesto in mutazione,

sull'intensificazione della cooperazione e del partenariato tra tutti i soggetti dell'apprendimento degli adulti, segnatamente le autorità pubbliche, i vari operatori nell'ambito delle opportunità di apprendimento degli adulti, le parti sociali e le organizzazioni della società civile, specie a livello regionale e locale nel contesto dello sviluppo di «regioni di apprendimento» e di centri di apprendimento locale.

3.   Promuovere l'equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva attraverso l'apprendimento degli adulti

Al fine di sviluppare la capacità del settore dell'apprendimento degli adulti di promuovere la coesione sociale e di offrire alle persone che ne hanno bisogno una seconda opportunità di apprendimento e nella vita, nonché per contribuire a ridurre a meno del 10 % la percentuale di persone che abbandonano prematuramente l'istruzione e la formazione, si invitano gli Stati membri a concentrarsi:

sul miglioramento delle competenze degli adulti in materia di alfabetizzazione e alfabetizzazione numerica, sullo sviluppo dell'alfabetizzazione digitale e sull'offerta di possibilità per gli adulti di sviluppare le competenze di base e le forme di alfabetizzazione necessarie per partecipare attivamente alla società moderna (quali l'alfabetizzazione economica e finanziaria, la sensibilizzazione civica, culturale, politica e ambientale, l'apprendimento di uno stile di vita sano, la consapevolezza dei consumi e dei media),

sull'aumento dell'offerta di apprendimento degli adulti e sull'incoraggiamento del coinvolgimento personale, al fine di rafforzare l'inclusione sociale e la partecipazione attiva alla comunità e alla società, sul miglioramento dell'accesso all'apprendimento degli adulti per i migranti, i Rom e i gruppi svantaggiati, nonché sull'offerta di apprendimento a rifugiati e richiedenti asilo, compreso eventualmente l'apprendimento della lingua del paese ospitante,

sull'incremento delle opportunità di apprendimento per gli adulti più anziani nell'ambito dell'invecchiamento attivo, compresi il volontariato e la promozione di forme innovative di apprendimento intergenerazionale e di iniziative per sfruttare le conoscenze, le abilità e le competenze degli anziani a beneficio della società nel suo insieme,

sulla risposta alle esigenze di apprendimento delle persone con disabilità e delle persone in situazioni specifiche di esclusione dall'apprendimento, quali i degenti in ospedali o in case di cura oppure i carcerati, e sull'apporto alle stesse di un adeguato sostegno in materia di orientamento.

4.   Incoraggiare la creatività e l'innovazione degli adulti e i loro ambiti di apprendimento

Al fine di sviluppare pedagogie nuove e ambiti di apprendimento creativo nel settore dell'apprendimento degli adulti e per promuovere tale apprendimento come mezzo per incrementare la creatività e la capacità innovativa dei cittadini, si invitano gli Stati membri a concentrarsi:

sulla promozione dell'acquisizione di competenze trasversali fondamentali, quali «imparare ad imparare», spirito d'iniziativa e imprenditorialità, e della consapevolezza e espressione culturale, in particolare applicando il quadro europeo delle competenze chiave nell'ambito del settore dell'apprendimento degli adulti,

sul rafforzamento del ruolo delle organizzazioni culturali (quali i musei, le biblioteche, ecc.), della società civile, delle organizzazioni sportive e di altri organi come contesti creativi e innovativi per l'apprendimento non formale e informale degli adulti,

sul miglior uso delle TIC nell'ambito dell'apprendimento degli adulti come mezzo di ampliamento dell'accesso e di miglioramento della qualità dell'offerta, ad esempio utilizzando le nuove opportunità di insegnamento a distanza e la creazione di strumenti e di piattaforme di apprendimento elettronico al fine di raggiungere nuovi gruppi bersaglio, in particolare quelli con esigenze specifiche o che vivono in zone isolate.

Al fine di sostenere i settori prioritari in linea con i quattro obiettivi strategici del quadro «ET2020», si invitano inoltre gli Stati membri a contribuire a migliorare la raccolta, la comparabilità e l'analisi delle informazioni e dei dati sull'apprendimento degli adulti a livello europeo, nazionale, regionale e locale.

5.   Migliorare la base di conoscenze sull'apprendimento degli adulti e monitorare il settore

Si invitano gli Stati membri a concentrarsi:

sulla partecipazione attiva e sull'attuazione dei messaggi chiave emersi da importanti indagini e studi internazionali, quali l'indagine sull'istruzione degli adulti, l'indagine sulla formazione professionale continua e il programma di valutazione internazionale delle competenze degli adulti,

sull'intensificazione degli sforzi per raccogliere dati di riferimento sufficienti, ad esempio, sulla partecipazione, sugli operatori, sul finanziamento, sui risultati e sui vantaggi più ampi dell'apprendimento per gli adulti e la società, e sull'estensione della copertura dei dati alla fascia di età al di là dei 64 anni tenendo conto del prolungamento della vita lavorativa,

sul potenziamento del monitoraggio e della valutazione d'impatto dello sviluppo e delle prestazioni del settore dell'apprendimento degli adulti a livello europeo, nazionale, regionale e locale sfruttando meglio, laddove possibile, gli strumenti esistenti,

sull'intensificazione della ricerca e dell'analisi approfondita di questioni concernenti l'apprendimento degli adulti, sull'estensione del campo della ricerca al fine di comprendere ambiti nuovi e sulla promozione di un'analisi più interdisciplinare e prospettica,

sull'elaborazione di rapporti sulle politiche in materia di apprendimento degli adulti nell'ambito della relazione congiunta su «ET2020».


20.12.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 372/7


Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, sulla rappresentanza degli Stati membri dell'UE presso il consiglio di fondazione dell'AMA e sul coordinamento delle posizioni dell'UE e degli Stati membri prima delle riunioni dell'AMA

2011/C 372/02

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA E I RAPPRESENTANTI DEI GOVERNI DEGLI STATI MEMBRI,

RICORDANDO:

(1)

le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 4 dicembre 2000, sulla lotta contro il doping (1);

(2)

le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 18 novembre 2010, sul ruolo dell'UE nella lotta internazionale contro il doping (2).

CONSTATANO QUANTO SEGUE:

(1)

L'Unione europea e i suoi Stati membri dovrebbero essere in condizione di esercitare le loro competenze e svolgere i rispettivi ruoli durante la preparazione, la negoziazione e l'adozione, tra l'altro, di norme, standard e orientamenti da parte dell'Agenzia mondiale antidoping (di seguito «AMA»).

(2)

È necessario prevedere modalità pratiche per la partecipazione dell'Unione europea e dei suoi Stati membri ai lavori dell'AMA, nonché per il coordinamento delle loro posizioni prima delle riunioni dell'AMA.

(3)

Il coordinamento delle posizioni del continente europeo prima delle riunioni dell'AMA si realizza nell'ambito del Consiglio d'Europa, nel dovuto rispetto dell'eventuale legislazione UE applicabile.

(4)

V'è una forte esigenza di continuità nella rappresentanza degli Stati membri dell'UE presso il consiglio di fondazione dell'AMA, che è sostenuta da un mandato politico e da un adeguato livello di competenze.

CONVENGONO DI CONSEGUENZA QUANTO SEGUE:

(1)

I rappresentanti degli Stati membri dell'UE in seno al consiglio di fondazione dell'AMA sono di livello ministeriale e i seggi sono assegnati come segue:

un seggio dovrebbe essere assegnato a uno degli Stati membri che formano il trio di presidenza in carica,

un seggio dovrebbe essere assegnato a uno degli Stati membri che formano il trio di presidenza successivo,

un seggio dovrebbe essere assegnato congiuntamente dagli Stati membri riuniti in sede di Consiglio ad una persona responsabile a livello ministeriale per lo sport, dotata di esperienza e conoscenze appropriate (di seguito «esperto a livello governativo»).

(2)

Se del caso, i rappresentanti degli Stati membri possono essere accompagnati da esperti dello Stato membro che esercita la presidenza e/o della Commissione.

(3)

Le disposizioni sulla rappresentanza degli Stati membri dell'UE presso il consiglio di fondazione dell'AMA, quali illustrate nell'allegato I, entrano in vigore a decorrere dal 1o gennaio 2013.

(4)

Si applicano gli orientamenti di condotta tra il Consiglio, gli Stati membri e la Commissione sulla preparazione delle riunioni dell'AMA figuranti nell'allegato II.

(5)

Entro il 31 dicembre 2015 il Consiglio e i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, riesaminano l'esperienza acquisita nell'applicazione della presente risoluzione e valutano se siano necessari adattamenti delle disposizioni stabilite dalla stessa.


(1)  GU C 356 del 12.12.2000, pag. 1.

(2)  GU C 324 dell’1.12.2010, pag. 18.


ALLEGATO I

Disposizioni sulla rappresentanza degli Stati membri dell'UE presso il consiglio di fondazione dell'AMA

Gli Stati membri dell'UE convengono il seguente sistema di rappresentanza:

RAPPRESENTANTI DEGLI STATI MEMBRI CHE FORMANO IL TRIO DI PRESIDENZA IN CARICA E SUCCESSIVO

Gli Stati membri che formano il trio di presidenza in carica scelgono, previa consultazione interna, uno di loro quale rappresentante degli Stati membri dell'UE nel consiglio di fondazione dell'AMA. Lo Stato membro prescelto designa, in base alle sue procedure interne, un rappresentante a tal fine. Il rappresentante è la persona responsabile a livello ministeriale per lo sport in quel determinato Stato membro. Lo Stato membro prescelto per fornire un rappresentante e il relativo nominativo sono notificati al segretariato generale del Consiglio dell'UE.

Qualora il rappresentate cessi le sue funzioni a livello ministeriale, lo Stato membro designa un sostituto a livello ministeriale.

Le norme summenzionate si applicano anche agli Stati membri che formano il trio di presidenza successivo.

Il mandato dei suddetti rappresentanti ha una durata di 3 anni.

Il rappresentante degli Stati membri che formano il trio di presidenza successivo continua a esercitare le sue funzioni anche una volta che quest'ultimo entra in carica, al fine di garantire la continuità e il mantenimento della durata triennale del mandato.

ESPERTO A LIVELLO GOVERNATIVO DESIGNATO CONGIUNTAMENTE DAGLI STATI MEMBRI RIUNITI IN SEDE DI CONSIGLIO

Le candidature a rappresentante con funzione di esperto sono presentate dagli Stati membri entro un mese prima della sessione del Consiglio dell'UE durante la quale avverrà la designazione. Le candidature non dovrebbero comprendere ministri degli Stati membri che formano il trio di presidenza in carica o successivo. Le candidature a rappresentante con funzione di esperto sono inviate al segretariato generale del Consiglio dell'UE.

La prima designazione del membro del consiglio di fondazione dell'AMA, effettuata nelle modalità di cui sopra, avverrà al più tardi in occasione della sessione di novembre 2012 del Consiglio «Istruzione, gioventù, cultura e sport» dell'UE.

Il mandato del rappresentante ha una durata di 3 anni.

Qualora il rappresentante cessi le sue funzioni a livello ministeriale nel proprio Stato membro, viene avviata una nuova procedura di designazione. Il rappresentante in carica continua a esercitare le sue funzioni fino al completamento della nuova procedura di designazione.

NORME TRANSITORIE

Le norme esistenti in materia di rappresentanza degli Stati membri dell'UE presso il consiglio di fondazione dell'AMA si applicano fino al 31 dicembre 2012.

La durata del mandato del rappresentante nominato da Irlanda, Lituania e Grecia è abbreviata a 18 mesi con decorrenza dal 1o gennaio 2013.

PROCEDURA DI APPROVAZIONE DA PARTE DEGLI STATI MEMBRI RIUNITI IN SEDE DI CONSIGLIO

L'esperto a livello governativo e gli Stati membri scelti dal trio di presidenza in carica e successivo per designare rappresentanti in seno al consiglio di fondazione dell'AMA sono sottoposti all'approvazione, comunicata con sufficiente anticipo, da parte degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio.

I nominativi di tutti i membri del consiglio di fondazione dell'AMA che sono rappresentanti degli Stati membri dell'UE sono notificati all'AMA tramite il segretariato generale del Consiglio dell'UE.


ALLEGATO II

Orientamenti di condotta tra il Consiglio, gli Stati membri e la Commissione sulla preparazione delle riunioni dell'AMA

Considerando che alla luce dell'acquis dell'UE e del dovere di leale cooperazione, ove opportuno le posizioni dell'UE e dei suoi Stati membri sui temi trattati nelle riunioni dell'AMA sono coordinate, sotto la guida della presidenza, in modo efficace e con sufficiente anticipo rispetto alle riunioni dell'AMA,

il Consiglio, gli Stati membri e la Commissione convengono i seguenti orientamenti di condotta:

NATURA E AMBITO DI APPLICAZIONE DEGLI ORIENTAMENTI

I presenti orientamenti di condotta si applicano alla preparazione di tutte le riunioni del consiglio di fondazione dell'AMA.

I presenti orientamenti di condotta stabiliscono le disposizioni tra il Consiglio, gli Stati membri e la Commissione per la preparazione di tali riunioni e anche delle riunioni del Consiglio d'Europa preliminari (Comitato europeo ad hoc per l'Agenzia mondiale antidoping).

PROCESSO DI COORDINAMENTO

Il processo di coordinamento dovrebbe iniziare con un'analisi dell'ordine del giorno della riunione dell'AMA svolta congiuntamente dalla presidenza di turno del Consiglio, assistita dal segretariato generale del Consiglio dell'UE, e dalla Commissione europea.

La presidenza elabora un progetto completo di dichiarazione sulla posizione tenendo in considerazione le presenti disposizioni e la proposta della Commissione europea sulle materie che rientrano nelle competenze dell'UE.

La dichiarazione sulla posizione è preparata dal Gruppo «Sport» e approvata, di norma, dal Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper), salvo in casi urgenti.

RELAZIONI CON IL CONSIGLIO D'EUROPA

In occasione delle riunioni del Comitato europeo ad hoc per l'Agenzia mondiale antidoping (1) il rappresentante della presidenza presenta la dichiarazione sulla posizione relativa ai punti su cui è stata elaborata una posizione. La Commissione europea presenta la posizione dell'UE nei casi in cui quest'ultima è competente ed esiste una posizione concordata secondo le disposizioni pertinenti del trattato.

L'UE e i suoi Stati membri dovrebbero cercare di inglobare tale posizione nella dichiarazione sulla posizione del continente europeo elaborata dal Comitato europeo ad hoc per l'Agenzia mondiale antidoping.

COORDINAMENTO AD HOC

Ogniqualvolta ve ne sia necessità si può procedere a un coordinamento ad hoc tra l'UE e i suoi Stati membri, di norma sotto la guida della presidenza. Ciò può avvenire a margine delle riunioni del Comitato europeo ad hoc per l'Agenzia mondiale antidoping o dell'AMA.

INTERVENTO E VOTAZIONE

I rappresentanti degli Stati membri dell'UE possono intervenire e votare su questioni in conformità delle posizioni convenute.

RELAZIONI

Il rappresentante degli Stati membri dell'UE presso il consiglio di fondazione dell'AMA designato dal trio di presidenza in carica riferisce circa i risultati della riunione del consiglio di fondazione dell'AMA alla successiva sessione del Consiglio «Istruzione, gioventù, cultura e sport» dell'UE.

Il rappresentante degli Stati membri dell'UE presso il consiglio di fondazione dell'AMA designato dal trio di presidenza in carica dovrebbe presentare al gruppo «Sport» del Consiglio una relazione scritta sui risultati della riunione del consiglio di fondazione dell'AMA.


(1)  Il Comitato europeo ad hoc per l'Agenzia mondiale antidoping, istituito nel luglio 2003, è responsabile del coordinamento delle posizioni di tutte le parti della convenzione culturale europea relativamente alle questioni attinenti all'AMA. Le riunioni ordinarie del Comitato europeo ad hoc per l'Agenzia mondiale antidoping sono convocate immediatamente prima o dopo le riunioni del gruppo di monitoraggio della convenzione contro il doping e, ove possibile, almeno una settimana prima delle riunioni ordinarie del consiglio di fondazione dell'AMA e del comitato esecutivo.


IV Informazioni

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

Consiglio

20.12.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 372/10


Conclusioni del Consiglio sulla dimensione orientale della partecipazione e della mobilità dei giovani

2011/C 372/03

IL CONSIGLIO E I RAPPRESENTANTI DEI GOVERNI DEGLI STATI MEMBRI, RIUNITI IN SEDE DI CONSIGLIO,

RAMMENTANDO QUANTO SEGUE:

1.

L’articolo 165 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea dispone che l’azione dell’Unione europea sia intesa a favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e di animatori di attività socioeducative e a incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell’Europa.

2.

Il trattato sul funzionamento dell’Unione europea ha permesso all’UE di rafforzare l’azione della sua politica estera; la cooperazione con i paesi confinanti può adesso essere ampliata per abbracciare un’intera gamma di questioni in maniera integrata e più efficace.

3.

La mobilità è molto importante per promuovere la comprensione reciproca e lo sviluppo economico, sensibilizzando al tempo stesso ai diversi atteggiamenti nei confronti della vita e alle diverse situazioni dei giovani in tutta Europa. Tra l’altro, la mobilità è indispensabile per lo scambio di idee, la diffusione dell’innovazione, l’approccio alle questioni occupazionali e sociali, la creazione di solide relazioni tra le persone, il sostegno allo sviluppo personale e lo stimolo all’acquisizione di competenze trasversali, nonché per promuovere competenze interculturali e lottare contro i pregiudizi; è oltre tutto fondamentale per valorizzare il potenziale di tutti i giovani e conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020.

4.

Nel contesto di un aumento globale della mobilità, che induce frequenti interazioni tra persone di diverse nazionalità, culture, religioni e convinzioni personali, l’Unione europea riveste un ruolo crescente a livello internazionale nella promozione del rispetto della democrazia, della libertà, dell’uguaglianza e dei diritti umani, oltre che di standard adeguati di dialogo interculturale.

5.

Nel quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018) sono state incluse la «partecipazione» e «i giovani nel mondo» come due settori di intervento prioritari.

6.

Dal 5 al 7 settembre 2011 si è tenuta a Varsavia, Polonia, la Conferenza sulla gioventù dell’UE, nel corso della quale è stato posto un accento particolare sulle seguenti esigenze:

la cooperazione intersettoriale tra le ONG giovanili e i responsabili politici, nonché ulteriori ricerche per valutare l’impatto della cooperazione e della mobilità in ambito giovanile,

informazioni accessibili riguardo agli Stati membri dell’UE e i paesi dell’Europa orientale e della regione del Caucaso, mediante canali on line e off line,

il superamento degli ostacoli in materia di visti, che rimangono l’intralcio più persistente alla cooperazione giovanile tra l’UE e i paesi limitrofi,

il rafforzamento e l’espansione delle risorse e dei programmi, quali il programma «Gioventù in azione», al fine di concentrarsi maggiormente sulle questioni relative alla mobilità ed il coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali,

priorità alla partecipazione dei giovani alla vita democratica in Europa nelle politiche dell’UE, ad esempio avviando programmi speciali che sostengono la cooperazione giovanile tra i paesi dell’Europa orientale e gli Stati membri dell’UE.

RICONOSCONO CHE:

7.

L’allargamento dell’Unione europea il 1o maggio 2004 ha comportato un mutamento storico per l’Unione in termini politici, geografici ed economici, rafforzando ulteriormente la necessità di cooperazione tra l’UE e i suoi vicini, inclusi i paesi dell’Europa orientale (1).

8.

La politica europea di vicinato (PEV) (2) dell’Unione europea, recentemente valutata e inclusa in un nuovo quadro con la comunicazione dal titolo: «Una risposta nuova a un vicinato in mutamento», fissa obiettivi ambiziosi che si fondano su un impegno a favore di valori condivisi e sull’attuazione effettiva delle riforme politiche, economiche e istituzionali; gli sviluppi e la trasformazione in senso democratico attualmente in corso nell’ambito dei paesi più vicini all’Unione europea verso oriente e verso sud hanno accresciuto l’importanza strategica della politica europea di vicinato, nonché delle misure che rafforzano la società civile e offrono maggiori opportunità di scambi e di contatti interpersonali, in particolare tra i giovani.

9.

In tale contesto, il partenariato orientale (PO) (3) è un’iniziativa d’importanza strategica per la stabilità e la sicurezza sia dei paesi dell’Europa orientale che partecipano alla PEV che per l’UE nel suo complesso. Obiettivo importante del partenariato è il rafforzamento della società civile, che è uno dei fondamenti di uno stato democratico efficiente. Tale area di cooperazione, che include partecipazione dei giovani e collaborazione tra loro, dovrebbe avere un ruolo di ancora maggior rilievo nell’ambito del PO.

10.

L’agevolazione dei contatti interpersonali e il rafforzamento del dialogo con la società civile sono considerati elementi fondamentali del partenariato UE-Russia per la modernizzazione (4).

11.

Quale importante passo avanti, l’Unione europea ha già previsto di rilasciare permessi di soggiorno speciali ai cittadini dei paesi terzi che chiedono di essere ammessi nel territorio di uno Stato membro per partecipare ad attività di volontariato (5).

12.

Il Consiglio europeo ha recentemente sottolineato la necessità di istituire partenariati per la mobilità con i paesi dell’Europa orientale e meridionale (6). In vista della futura configurazione di tali partenariati occorre tenere conto dell’intensificarsi della mobilità dei giovani per l’apprendimento, incluso l’apprendimento non formale in un altro paese, sotto forma, ad esempio, di attività socioeducative, quali gli scambi tra i giovani e le attività di volontariato.

13.

I programmi di scambio per la gioventù sono uno strumento valido, in particolare per i giovani con minori opportunità, per acquisire esperienze interculturali e sviluppare competenze personali e linguistiche.

14.

Lo sviluppo della cooperazione internazionale tra giovani, operatori e animatori socioeducativi provenienti dall’Unione europea e dai paesi dell’Europa orientale è un contributo rilevante che permette di rafforzare la fiducia nella regione, e contribuisce pertanto a plasmare i futuri rapporti in Europa di fronte a potenziali difficoltà.

15.

La politica europea di vicinato comprende le attività dell’Unione europea e degli Stati membri relative ai sedici paesi confinanti con l’UE. In tale contesto, e considerato il loro potenziale contributo ai processi di democratizzazione in corso, si potrebbe prevedere di attuare iniziative simili a quelle illustrate nel presente documento nelle relazioni con i paesi del Mediterraneo meridionale.

RICONOSCONO LE SEGUENTI NECESSITÀ GENERALI:

16.

Sostenere la cooperazione giovanile internazionale, il dialogo e la comprensione reciproca tra i giovani, gli operatori e gli animatori socioeducativi dell’Unione europea e dei paesi dell’Europa orientale quale strumento importante di sostegno alla cittadinanza europea e ai processi di democratizzazione.

17.

Agevolare l’accesso dei giovani alla mobilità per l’apprendimento, sia per quanto riguarda i giovani, gli operatori e gli animatori socioeducativi dei paesi dell’Europa orientale che vengono nell’Unione europea, come pure i giovani cittadini dell’Unione europea che si recano in un paese dell’Europa orientale.

18.

Incoraggiare l’apprendimento reciproco tra gli Stati membri, le organizzazioni giovanili e i giovani nel settore della cooperazione con i paesi terzi, in particolare i paesi dell’Europa orientale, tramite la sensibilizzazione alle politiche giovanili e il miglioramento della qualità dell’informazione sulle opportunità di mobilità e l’accesso a queste ultime.

CONVENGONO PERTANTO QUANTO SEGUE:

19.

Il sostegno alla mobilità nei due sensi e una maggiore partecipazione dei giovani, degli operatori e degli animatori socioeducativi provenienti dall’Unione europea e dai paesi dell’Europa orientale alle attività di apprendimento non formale può portare numerosi vantaggi:

a)

ai giovani, sviluppandone capacità e competenze affinché migliorino la loro occupabilità, apprendano approcci innovativi e sviluppino la comprensione di altre culture in un mondo sempre più globalizzato e multiculturale, e dando loro l’opportunità di riflettere su come aumentare la propria partecipazione alla vita democratica in vari contesti;

b)

alle organizzazioni della società civile, in particolare alle organizzazioni giovanili e a quelle che operano con e per i giovani, grazie a un effettivo apprendimento tra pari su come dare un ruolo più attivo ai giovani e aumentarne la partecipazione, intensificando la loro cooperazione in diversi settori;

c)

alle comunità dell’UE che accolgono i giovani dei paesi dell’Europa orientale e alle comunità locali di tale regione che accolgono i giovani provenienti dall’UE, soprattutto per lo sviluppo delle loro competenze interculturali;

d)

alle famiglie e ai gruppi di pari dei giovani partecipanti alla mobilità, dopo il loro ritorno nei paesi di origine, in termini di percezione dell’UE e di sensibilità interculturale;

e)

alla società civile dei paesi dell’Europa orientale anche grazie all’esperienza acquisita riguardo a una cultura della democrazia e alle informazioni ottenute sugli aspetti pratici della vita democratica, nonché lo sviluppo sostenibile e la promozione di valori comuni quali la reciproca comprensione, la democrazia, la solidarietà e il rispetto dei diritti umani;

f)

all’Europa nel suo insieme, incrementando il capitale intellettuale che forgerà e influenzerà ulteriormente la società civile.

20.

Il sostegno alla partecipazione attiva dei giovani nella società, alla mobilità transfrontaliera e ai contatti tra le persone favorirà gli scambi di idee, la diffusione delle innovazioni e la creazione di partenariati, e potrà pertanto stimolare cambiamenti nel lungo periodo riducendo le disparità socioeconomiche tra le società.

21.

Il sostegno alla diffusione di strumenti d’informazione di qualità, lo scambio di buone prassi tra l’UE e i paesi dell’Europa orientale e l’accesso all’informazione sulle organizzazioni partner affidabili contribuirebbero a consolidare la creazione di reti, ad approfondire la cooperazione tra le organizzazioni giovanili nell’UE e nei paesi dell’Europa orientale e a garantire la sicurezza di coloro che partecipano a tale cooperazione; i centri di risorse SALTO (Support for Advanced Learning and Training Opportunities — Sostegno, apprendimento avanzato e opportunità di formazione) ed Eurodesk rappresentano, a questo riguardo, un’importante rete d’appoggio.

22.

Lo sviluppo ulteriore e la promozione delle attività di volontariato e socioeducative e dell’imprenditorialità possono incidere positivamente sull’occupabilità dei giovani e favorirne la partecipazione attiva nella società.

23.

La distanza geografica può in alcuni casi costituire un ostacolo alla cooperazione e alla mobilità: bisognerebbe pertanto sviluppare maggiormente la possibilità di mobilità virtuale per garantire l’accesso e lo scambio d’informazioni riguardo alla partecipazione e all’occupabilità dei giovani.

24.

Una maggiore mobilità e cooperazione dipendono in gran parte dall’interesse e dalle conoscenze del paese partner e, in particolare, dalla cultura della sua gioventù nel suo complesso; per aumentare tale interesse e il livello di conoscenza è particolarmente importante presentare e promuovere la cultura per motivare i giovani a collaborare tra di loro.

25.

I giovani possono ritenere che la scarsa preparazione nelle lingue straniere sia un notevole ostacolo alla comunicazione. I programmi europei in materia d’istruzione e gioventù sono degli strumenti, tra i numerosi esistenti, per migliorare la conoscenza delle lingue da parte dei giovani e occorre promuovere l’apprendimento delle lingue straniere.

26.

Un più facile accesso ai visti per i giovani provenienti dai paesi terzi, in particolare quelli dell’Europa orientale, può essere reso possibile dagli accordi di facilitazione del rilascio dei visti, tra gli strumenti più efficaci per stimolare la mobilità in generale.

27.

L’esperienza e le competenze del Consiglio d’Europa nel collaborare con i paesi dell’Europa orientale ne fanno un partner importante per la realizzazione di attività cui partecipano i giovani provenienti da tali paesi, e il partenariato per la gioventù tra l’Unione europea e il Consiglio d’Europa ha costituito un valido strumento per la promozione di sinergie tra l’Unione europea e il Consiglio d’Europa.

28.

Gli attuali programmi e strumenti che sostengono la mobilità, soprattutto all’interno dell’Unione europea, potrebbero essere rafforzati ed estesi a tali giovani, volontari, operatori socioeducativi e altre persone che lavorano con i giovani dei paesi dell’Europa orientale o che desiderano collaborare con tali paesi; ciò riguarda in particolare il programma «Gioventù in azione», il programma per l’apprendimento permanente, il partenariato per la gioventù tra l’Unione europea e il Consiglio d’Europa, incluso il Centro europeo di conoscenze sulle politiche della gioventù, la rete di centri di risorse SALTO (Sostegno, apprendimento avanzato e opportunità di formazione), l’Eurodesk e il Portale europeo per i giovani.

29.

Anche il Forum europeo della gioventù e le organizzazioni giovanili a tutti i livelli possono, nelle loro attività, svolgere un ruolo fondamentale rappresentando e difendendo le necessità e gli interessi dei giovani nel contesto della cooperazione tra i giovani dei paesi dell’UE e i loro omologhi della regione dell’Europa orientale.

30.

L’esperienza acquisita nella cooperazione con altre regioni vicine dovrebbe essere utilizzata per definire gli strumenti di cooperazione giovanile con i paesi dell’Europa orientale.

INVITANO PERTANTO GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE EUROPEA, NEI LIMITI DELLE RISPETTIVE COMPETENZE, A:

31.

Promuovere gli scambi tra i giovani e i programmi di mobilità per i giovani e le organizzazioni giovanili, inclusi i volontari, gli operatori socioeducativi, i ricercatori e quelli che lavorano con i giovani nei paesi dell’UE e nei paesi vicini, soprattutto quelli dell’Europa orientale, condividendo buone prassi di cooperazione tra le organizzazioni attive nel settore della gioventù, affinché tutti i giovani possano avere un’opportunità di mobilità e partecipazione in Europa.

32.

Ridurre gli ostacoli alla mobilità e alla partecipazione, promuovendo tra l’altro l’apprendimento delle lingue straniere, sostenendo la diffusione di informazioni di qualità in questo settore, ecc.

33.

Fornire informazioni circa il settore d’intervento «i giovani nel mondo» nella relazione sulla gioventù 2012 e nelle successive relazioni dell’UE sulla gioventù.

34.

Valutare i risultati dello studio sulla partecipazione dei giovani alla vita democratica in Europa, che sarà completato nel 2012, incentrandosi in particolare sulle eventuali implicazioni per i giovani dell’UE e dei paesi dell’Europa orientale, e condividere i risultati dei programmi di ricerca sui giovani e la partecipazione giovanile al fine di accrescere le conoscenze sui giovani.

35.

Esaminare la possibilità di continuare a organizzare scambi di buone prassi nel settore delle politiche giovanili tra i paesi dell’Europa orientale e quelli dell’UE, in collaborazione con il Consiglio d’Europa e altre organizzazioni internazionali al fine di promuovere la partecipazione e la mobilità dei giovani.

INVITANO GLI STATI MEMBRI A:

36.

Partecipare attivamente alle piattaforme multilaterali del partenariato orientale, soprattutto alla piattaforma 4 «Contatti interpersonali», nel cui ambito si potrebbe sostenere lo sviluppo di iniziative a favore dei giovani.

37.

Rafforzare la cooperazione intersettoriale tra i diversi ambiti di attività e le autorità pertinenti per continuare a riflettere sugli ostacoli che si frappongono alla mobilità nei due sensi dei giovani provenienti da paesi contemplati nella politica europea di vicinato, trovando ad esempio possibili modalità per semplificare il rilascio dei visti ai giovani dei paesi dell’Europa orientale, ove e quando opportuno.

38.

Approfittare della cooperazione con le strutture d’informazione dei giovani, quali Eurodesk e l’Agenzia europea per l’informazione e la consulenza dei giovani (ERYICA), e avvalersi del Centro europeo di conoscenze sulle politiche della gioventù (EKCYP) per promuovere le opportunità di partecipazione e mobilità.

INVITANO LA COMMISSIONE A:

39.

Sostenere e rafforzare la dimensione orientale nei futuri programmi dell’UE per la gioventù, lasciando impregiudicati i negoziati sul quadro finanziario pluriennale.

40.

Continuare a promuovere la cooperazione giovanile tra l’UE e i paesi del Partenariato orientale nel quadro del programma per la gioventù del Partenariato orientale.

41.

Adattare il Portale europeo per i giovani per renderlo utile e accessibile a tutti i giovani di tutta Europa, anche dei paesi dell’Europa orientale.

42.

Valutare la possibilità di sviluppare, nei limiti della propria sfera di competenza, l’iniziativa europea della carta «Youth on the Move», per includere i giovani di tutta Europa, compresi quelli dei paesi dell’Europa orientale.


(1)  Ai fini del presente documento per paesi dell’Europa orientale s’intendono i seguenti: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova, Ucraina e Russia.

(2)  Il quadro PEV comprende 16 dei paesi più vicini all’UE: Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Egitto, Georgia, Israele, Giordania, Libano, Libia, Moldova, Marocco, Territori palestinesi occupati, Siria, Tunisia e Ucraina.

(3)  L’iniziativa del PO include i seguenti paesi: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica moldova e Ucraina.

(4)  http://eeas.europa.eu/russia/index_en.htm

(5)  Direttiva 2004/114/CE del Consiglio del 13 dicembre 2004.

(6)  Conclusioni del Consiglio europeo del 23-24 giugno 2011 (EUCO 23/11).


ALLEGATO

Contesto politico

Direttiva 2004/114/CE del Consiglio, del 13 dicembre 2004, relativa alle condizioni di ammissione dei cittadini di paesi terzi per motivi di studio, scambio di alunni, tirocinio non retribuito o volontariato.

Decisione del Consiglio, del 27 novembre 2009, relativa all’Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva (2011) (2010/37/CE).

Decisione n. 1719/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 novembre 2006, che istituisce il programma «Gioventù in azione» per il periodo 2007-2013.

Conclusioni del Consiglio europeo del 23-24 giugno 2011 (EUCO 23/11).

Risoluzione del Consiglio, del 27 novembre 2009, su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018) (GU C 311 del 19.12.2009).

Raccomandazione del Consiglio, del 18 novembre 2008, relativa alla mobilità dei giovani volontari nell’Unione europea (doc. 14825/08).

Conclusioni del Consiglio, del 19 novembre 2010, sull’iniziativa «Youth on the move» — un approccio integrato in risposta alle sfide cui sono confrontati i giovani (2010/C 326/05).

Raccomandazione del Consiglio, del 28 giugno 2011, Youth on the Move — Promuovere la mobilità dei giovani per l’apprendimento (2011/C 199/01).

Risoluzione del Consiglio, del 19 maggio 2011, sulla promozione di forme nuove ed effettive di partecipazione di tutti i giovani alla vita democratica in Europa (2011/C 169/01).

Comunicazione della Commissione «Europa 2020 — Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» [COM(2010) 2020].

Comunicazione congiunta dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione europea sul riesame della politica europea di vicinato, «Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento» [COM(2011) 303].

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, del 3 dicembre 2008, intitolata «Partenariato orientale» [COM(2008) 823].

Comunicazione congiunta al Consiglio europeo, al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale [COM(2011) 200].


20.12.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 372/15


Conclusioni del Consiglio sulla tutela dei minori nel mondo digitale

2011/C 372/04

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

RICORDANDO il contesto politico nel quale s'iscrive la materia, riepilogato nell'allegato delle presenti conclusioni,

ACCOGLIE CON INTERESSE:

la relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'applicazione della raccomandazione del Consiglio, del 24 settembre 1998, concernente lo sviluppo della competitività dell'industria dei servizi audiovisivi e d'informazione europei attraverso la promozione di strutture nazionali volte a raggiungere un livello comparabile e efficace di tutela dei minori e della dignità umana (1), e della raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, relativa alla tutela dei minori e della dignità umana e al diritto di rettifica relativamente alla competitività dell'industria europea dei servizi audiovisivi e d'informazione in linea (2) — TUTELA DEI MINORI NEL MONDO DIGITALE (3) — e, in particolare, il fatto che la relazione affronta le attuali sfide per la tutela dei minori poste dai mezzi di comunicazione in linea e digitali,

PRENDE ATTO:

della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo per collegare l’Europa (4),

SOTTOLINEA CHE:

1.

per massimizzare le opportunità offerte dai media audiovisivi e da internet è necessario un ambiente mediatico sicuro per i minori che sia fondato sui principi di dignità umana, sicurezza e rispetto della vita privata;

2.

l'alfabetizzazione mediatica e la sensibilizzazione sono strumenti importanti capaci di migliorare in misura sostanziale le competenze digitali dei minori, dei genitori e degli insegnanti nonché di sviluppare il loro approccio critico ai contenuti audiovisivi e in linea; dati i rapidi cambiamenti che avvengono nell'ambiente digitale è tuttavia importante potenziare gli sforzi al riguardo;

3.

le misure contro i contenuti in linea illeciti, ad esempio la pedopornografia, comportano approcci diversi dalle misure atte a prevenire che i minori entrino in contatto con contenuti in linea nocivi;

4.

è importante che gli Stati membri, la Commissione, l'industria audiovisiva e i fornitori di servizi in linea siano consapevoli delle nuove sfide per la tutela e la responsabilizzazione dei minori legate all'evoluzione in atto nel settore dei servizi audiovisivi e d'informazione in linea, nonché degli strumenti esistenti per farvi fronte;

5.

se negli Stati membri ci si adopera per promuovere attivamente varie misure intese a garantire una tutela e una responsabilizzazione migliori dei minori, persiste non di meno la preoccupazione che il livello di tutela e di alfabetizzazione mediatica conseguito sia generalmente insufficiente e che alcune di queste misure manchino di continuità;

RICONOSCE CHE:

1.

se l'indipendenza dei media deve essere rispettata, l'industria dei media svolge non di meno un ruolo cruciale nel sensibilizzare, tutelare e responsabilizzare i minori nel mondo digitale;

2.

gli Stati membri hanno approcci diversi alla tutela dei minori e alla promozione dello sviluppo di buone pratiche e norme nel settore dei media, ove l'autoregolamentazione e la coregolamentazione rappresentano due delle soluzioni possibili;

3.

i sistemi tecnici (quali filtri, sistemi di verifica dell'età, strumenti di controllo genitoriale), pur non rappresentando di per sé una soluzione, possono costituire — se applicati in maniera efficace — mezzi adeguati per fornire ai minori l'accesso a contenuti adatti alla loro età;

4.

la sensibilizzazione e l'alfabetizzazione mediatica hanno dimostrato di essere strumenti importanti per migliorare la capacità dei minori di far fronte a potenziali rischi incontrati nel mondo digitale;

5.

il programma «Internet più sicuro» e i progetti finanziati in quell'ambito, ad esempio EU Kids Online (5) o INSAFE (6), si sono dimostrati validi ai fini della sensibilizzazione e della ricerca;

6.

i siti di socializzazione in rete sono sempre più popolari tra i minori e offrono grandi opportunità nei contesti privati ed educativi, ma presentano anche rischi potenziali;

7.

sono state adottate misure intese a vietare i contenuti illeciti e ad affrontare i contenuti nocivi, in particolare attraverso impegni volontari assunti dai fornitori di servizi e contenuti, misure che si sono dimostrate uno dei mezzi efficaci per migliorare la sicurezza dei minori nel mondo digitale;

8.

i centri per la denuncia dei contenuti illeciti [linee telefoniche dirette (7)] possono contribuire a individuare e perseguire i contenuti illeciti e possono permettere agli utenti di denunciare siffatti contenuti in internet;

9.

la direttiva sui servizi di media audiovisivi contiene disposizioni sulla tutela dei minori in ordine ai servizi di media audiovisivi sia lineari che non lineari;

INVITA GLI STATI MEMBRI, NEL DOVUTO RISPETTO DELLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE, A:

1.

continuare ad adoperarsi per la tutela dei minori promuovendo un ampio ricorso a campagne di sensibilizzazione all'indirizzo di minori, genitori, insegnanti e altri soggetti che lavorano con i minori, nonché promuovendo la coerenza nell'insegnamento della sicurezza in linea e nell'alfabetizzazione mediatica nelle scuole come negli istituti di educazione e cura della prima infanzia;

2.

incoraggiare i fornitori di contenuti mediatici in linea, i fornitori di servizi internet, i siti di socializzazione in rete e i forum di discussione in linea a tenere pienamente conto della tutela dei minori nella progettazione dei servizi, a sviluppare codici di condotta e ad aderirvi;

3.

incoraggiare lo sviluppo, l'etichettatura e l'accesso a contenuti di qualità e adatti ai minori;

4.

incoraggiare l'uso di idonei strumenti tecnologici per la tutela dei minori (ad esempio motori di ricerca dedicati, controlli genitoriali) e assicurare l'ampia disponibilità e la facilità d'uso di tali strumenti;

5.

monitorare le attuali misure di lotta ai contenuti illeciti e nocivi, al fine di garantirne l'efficacia;

6.

garantire un'applicazione più ampia e frequente dei sistemi di autoregolamentazione (ad esempio PEGI e PEGI in linea) ai videogiochi in linea e non in linea e un'attuazione più rigorosa delle classificazioni in base all'età sul mercato al dettaglio per impedire le vendite di videogiochi in linea e non in linea ai minori;

7.

rafforzare la cooperazione riguardo ai contenuti internet illeciti e nocivi provenienti da altri Stati membri e da paesi terzi, ad esempio mediante accordi con i paesi terzi nel caso di contenuti illeciti e mediante scambio di buone pratiche nel caso di contenuti nocivi;

8.

proseguire nell'attuazione delle line telefoniche dirette per segnalare contenuti in linea illeciti entro il 2013 (8), migliorarne l'efficacia, ad esempio sostenendo lo scambio di buone pratiche riguardo alle interazioni con le autorità incaricate dell'applicazione della legge, diffonderne la conoscenza e l'accessibilità presso gli utenti di internet, e controllarle attentamente;

INCORAGGIA LE PARTI INTERESSATE A:

1.

coinvolgere ulteriormente utenti e, in caso, autorità pubbliche nel processo di preparazione o revisione di misure di autoregolamentazione (codici di condotta) da parte dell'industria audiovisiva e dei fornitori di servizi internet, nonché nel monitoraggio di tali misure;

2.

sottoscrivere orientamenti quali l'accordo europeo sulla socializzazione in rete più sicura, applicarli in modo coerente, monitorarne l'attuazione, nonché garantire un ricorso più diffuso alle impostazioni automatiche di tutela della vita privata («privacy by default») per i minori che usano un sito di socializzazione in rete al fine di tutelare la sicurezza dei minori stessi;

3.

proseguire lo sviluppo e l'attuazione di regimi di autoregolamentazione che tengano pienamente conto della tutela dei minori nella progettazione dei servizi e negli strumenti messi a disposizione degli utenti, sviluppare codici di condotta per la tutela dei minori, aderirvi e attuarli;

4.

sviluppare un codice di condotta paneuropeo relativo alla vendita ai minori di videogiochi, rispettando appieno la regolamentazione nazionale del settore.

INVITA LA COMMISSIONE A:

1.

basarsi sui finanziamenti e le azioni in corso nel settore effettuati, soprattutto, attraverso il programma «Internet più sicuro», al fine di creare le infrastrutture e i servizi appropriati a livello europeo per condividere risorse e strumenti intesi a tutelare i minori e a mettere minori, genitori, insegnanti e altri operatori nelle condizioni di utilizzare internet e le nuove tecnologie in modo sicuro e responsabile;

2.

considerare di avviare un dialogo con le parti interessate e in cooperazione con gli Stati membri sulle modalità con le quali dar seguito alla relazione della Commissione sull'applicazione delle raccomandazioni del 1998 e del 2006 in questo settore;

3.

avvalersi appieno dei risultati della relazione della Commissione sull'applicazione delle raccomandazioni concernenti la tutela dei minori del 1998 e del 2006 nel contesto delle imminenti iniziative connesse a tale tutela, in particolare nel settore dei media in linea;

INVITA GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE, NELL'AMBITO DEI RISPETTIVI SETTORI DI COMPETENZA, A:

1.

sostenere le autorità incaricate dell'applicazione della legge nel miglioramento delle procedure di individuazione, denuncia e ritiro delle pagine web che contengono o diffondono pedopornografia fornendo, in caso, adeguate risorse finanziarie e umane e formando il personale (9);

2.

adoperarsi per comprendere meglio, attraverso indagini e ricerche, l'impatto positivo e negativo dell'uso dei media in linea e digitali, compresi i videogiochi, sui minori;

3.

promuovere la sensibilizzazione e l'insegnamento della sicurezza in linea nelle scuole, come pure negli istituti di educazione e cura della prima infanzia;

4.

promuovere l'alfabetizzazione mediatica e la «competenza digitale» (10), competenza chiave per l'apprendimento permanente, sia all'interno che all'esterno dell'ambito scolastico;

5.

aggiornare i lavori e rafforzare l'attuazione degli orientamenti per la qualità dei contenuti in linea per i minori nel contesto di partenariati pubblico-privati, nonché tramite la promozione di attività di alfabetizzazione mediatica;

6.

incoraggiare maggiore coerenza in tutta l'Europa nei sistemi di classificazione in base all'età e di codifica dei contenuti usati dagli Stati membri, ammettendo nel contempo differenze culturali tra Stati membri;


(1)  GU L 270 del 7.10.1998, pag. 48.

(2)  GU L 378 del 27.12.2006, pag. 72.

(3)  14268/11 + ADD 1 - COM(2011) 556 definitivo, SEC(2011) 1043 definitivo.

(4)  COM(2011) 665.

(5)  www.eukidsonline.net

(6)  Rete europea di centri di sensibilizzazione (www.saferinternet.org).

(7)  Ad esempio INHOPE (the International Association of Internet Hotlines).

(8)  Azione 40 dell'agenda europea del digitale.

(9)  Si veda la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia, che abroga la decisione quadro 2004/68/GAI del Consiglio [PE-CONS 51/11].

(10)  Si veda la raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente.


ALLEGATO

Contesto politico

Nell'adottare le presenti conclusioni il Consiglio rammenta, in particolare, i documenti seguenti:

la comunicazione della Commissione del 19 maggio 2010 intitolata «Un'agenda digitale europea» (1), in cui si rileva che «rafforzare la sicurezza nella società digitale è una responsabilità comune, degli individui quanto degli enti pubblici e privati, sia a livello nazionale che a livello mondiale» e le conclusioni del Consiglio del 31 maggio 2010 sull'agenda digitale europea (2),

la direttiva 2010/13/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 marzo 2010, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi) (3),

la comunicazione della Commissione del 22 aprile 2008 sulla protezione dei consumatori, in particolare dei minori, per quanto riguarda l'utilizzo dei videogiochi (4),

la decisione n. 1351/2008/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, relativa a un programma comunitario pluriennale per la protezione dei bambini che usano Internet e altre tecnologie di comunicazione (5),

le conclusioni del Consiglio del 27 novembre 2009 relative all'alfabetizzazione mediatica nell'ambiente digitale (6), con cui il Consiglio rispondeva alla raccomandazione della Commissione del 20 agosto 2009 sull'alfabetizzazione mediatica nell'ambiente digitale per un'industria audiovisiva e dei contenuti più competitiva e per una società della conoscenza inclusiva (7),

le conclusioni del Consiglio del 22 maggio 2008 su un approccio europeo all'alfabetizzazione mediatica nell'ambiente digitale (8),

la comunicazione della Commissione del 20 dicembre 2007 su un approccio europeo all'alfabetizzazione mediatica nell'ambiente digitale (9).


(1)  9981/1/10 — COM(2010) 245 definitivo/2.

(2)  Doc. 10130/10.

(3)  GU L 95 del 15.4.2010, pag. 1.

(4)  Doc. 8805/08 — COM(2008) 207 definitivo.

(5)  GU L 348 del 24.12.2008, pag. 118.

(6)  GU C 301 dell'11.12.2009, pag. 12

(7)  GU L 227 del 29.8.2009, pag. 9.

(8)  GU C 140 del 6.6.2008, pag. 8.

(9)  COM (2007) 833 definitivo.


20.12.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 372/19


Conclusioni del Consiglio in materia di competenze culturali e creative e loro ruolo nella costituzione del capitale intellettuale europeo

2011/C 372/05

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

RAMMENTANDO:

la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente (1),

le conclusioni del Consiglio del 22 maggio 2008 sulle competenze interculturali (2),

le conclusioni del Consiglio del 27 novembre 2009 sulla promozione di una generazione creativa — sviluppare la creatività e la capacità d’innovazione dei bambini e dei giovani mediante l’espressione culturale e l’accesso alla cultura (3),

la decisione del Consiglio del 21 ottobre 2010 sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione (4), in particolare l’orientamento 8,

le conclusioni del Consiglio sull’iniziativa faro Europa 2020: «L’Unione dell’innovazione: accelerare la trasformazione dell’Europa attraverso l’innovazione in un mondo in rapido mutamento» (2010) (5),

la raccomandazione del Consiglio del 28 giugno 2011 sulle politiche di riduzione dell’abbandono scolastico (6),

le conclusioni del Consiglio sul contributo della cultura all’attuazione della strategia Europa 2020 (2011) (7),

l’ulteriore contesto politico riepilogato nell’allegato I alle presenti conclusioni nonché le migliori pratiche e prove presentate durante la conferenza «Competenze nella cultura» (Varsavia, 18-20 luglio 2011) (8).

RITIENE CHE:

tra le competenze culturali e creative rientrino la competenza chiave della consapevolezza ed espressione culturale (9) e le competenze interculturali (10).

SOTTOLINEA CHE:

le competenze culturali e creative comportano la capacità di acquisire, usare e cambiare la cultura e sono pertanto essenziali affinché le diverse culture in Europa possano prosperare e affinché ne sia preservata e protetta la ricchezza,

la competenza chiave della consapevolezza ed espressione culturale ha un ruolo di rilievo nell’apprendimento permanente ed, essendo un’importante competenza trasversale, è essenziale ai fini dell’acquisizione di altre competenze chiave per l’apprendimento permanente,

negli Stati membri esistono diversi programmi e iniziative a sostegno delle competenze culturali e creative, i quali contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di molteplici politiche,

tuttavia, al fine di rafforzare la cooperazione intersettoriale occorre creare condizioni generali più favorevoli per lo sviluppo di partenariati creativi sempre più efficaci (11).

CONVIENE che le competenze culturali e creative sono alla base della creatività e dell’innovazione, che a sua volta contribuisce a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Ciò è dovuto al fatto che tali competenze possono contribuire a quanto segue:

la costituzione del capitale intellettuale (12), sempre più riconosciuto quale nuova fonte di crescita e competitività in Europa,

tutte le forme di innovazione, soprattutto quella non tecnologica e sociale (13), grazie al loro impatto sulla produzione e sulla domanda, nonché sul successo progettuale, produttivo e commerciale di prodotti e servizi innovativi,

lo sviluppo — oltre che per aumentare al massimo gli effetti di ricaduta — delle industrie culturali e creative, dal momento che esse si concretizzano nelle competenze di artisti e creatori nonché del pubblico e dei consumatori,

l’istruzione, la formazione e la preparazione a posti di lavoro inclusi quelli altamente qualificati che richiedono abilità sociali, all’occupabilità in tutte le fasi pertinenti della vita e all’efficace funzionamento e sviluppo delle aziende,

migliori livelli di istruzione complessivi, riduzione dell’abbandono scolastico e migliori prospettive di inclusione sociale, grazie al loro notevole impatto in termini di motivazione e socializzazione e possibilità per gli allievi di scoprire e sviluppare i propri talenti.

INVITA GLI STATI MEMBRI A:

compiere opera di sensibilizzazione e incoraggiare il riconoscimento delle azioni pertinenti nonché diffondere le migliori pratiche tra responsabili politici, enti culturali ed educativi, imprese e organizzazioni non governative a livello nazionale, regionale e locale in merito al ruolo che lo sviluppo di competenze culturali e creative, in particolare la competenza fondamentale della consapevolezza e dell’espressione culturale, possono ricoprire, in particolare per quanto riguarda:

l’acquisizione di altre competenze chiave per l’apprendimento permanente,

la riduzione dell’abbandono scolastico,

la promozione dell’occupabilità e della produttività in una prospettiva di apprendimento permanente,

il conseguimento degli obiettivi del quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione («ET 2020»), in particolare l’obiettivo strategico 4 (14),

la promozione della creatività e dell’innovazione, in particolare l’innovazione non tecnologica,

la progettazione di politiche efficaci in materia di gioventù,

la realizzazione degli obiettivi delle politiche relative all’istruzione e alle cure nella prima infanzia,

il rafforzamento della coesione sociale e dell’inclusione di diversi gruppi interessati,

lo sviluppo di orientamenti che abbiano un impatto positivo sulla vita sociale e professionale, contribuiscano a migliorare la qualità della vita, rafforzino le prospettive di inclusione sociale e promuovano stili di vita sostenibili,

adottare misure al livello più appropriato al fine di favorire l’emergere di partenariati creativi volti a sviluppare competenze culturali e creative,

affrontare questioni relative allo sviluppo sociale ed economico approfondendo lo studio del metodo seguito dai programmi a lungo termine stabiliti da enti culturali ed educativi come pure organizzazioni non governative, anche nel quadro di sperimentazioni didattiche volte a rafforzare il potere di attrazione delle scuole e potenziare la motivazione degli allievi.

INVITA LA COMMISSIONE:

nell’attuazione delle azioni e dei programmi attuali e futuri e fatte salve le discussioni sul futuro quadro finanziario pluriennale, a:

sostenere i partenariati creativi progettati per stimolare le competenze culturali e creative,

prendere in considerazione le esigenze specifiche delle piccole e microimprese culturali e creative, nonché l’importanza di sostenere tali imprese, in particolare quelle di nuova istituzione e quelle guidate da giovani imprenditori,

aumentare il sostegno alla mobilità e alla formazione transfrontaliera (e alla formazione dei formatori) in materia di sviluppo della cooperazione tra cultura e istruzione per artisti, insegnanti, animatori, operatori giovanili e volontari,

fornire periodicamente informazioni sulla ricerca e gli studi, condotti nell’ambito di programmi di ricerca e innovazione dell’UE, relativi alla cooperazione europea nel settore della cultura,

nell’attuazione dell’iniziativa faro «L’Unione dell’innovazione», compreso il Forum europeo sulle attività orientate al futuro, tener conto delle competenze culturali e creative quali fattori delle attuali sfide sociali, dello sviluppo del capitale intellettuale europeo e dell’innovazione sociale,

collaborare con gli Stati membri per esaminare in che modo migliorare gli indicatori esistenti prestando particolare attenzione ai settori della creatività, dell’innovazione e dello spirito imprenditoriale (15),

al fine di favorire lo sviluppo delle competenze culturali e creative e i loro effetti positivi.

INVITA GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE, NELL’AMBITO DELLE RISPETTIVE COMPETENZE, e fatte salve le discussioni sul futuro quadro finanziario pluriennale, a:

aumentare l’inclusione e il riconoscimento del potenziale della consapevolezza e dell’espressione culturale nell’apprendimento permanente, nonché nelle politiche e nei programmi rivolti alla gioventù, compreso il lavoro per un maggiore riconoscimento di simili competenze acquisite attraverso l’apprendimento non formale e informale,

prestare maggiore attenzione all’apprendimento interculturale e ai partenariati creativi nella cooperazione con paesi terzi, soprattutto per quanto riguarda i programmi rivolti ai giovani,

sfruttare appieno le reti d’informazione esistenti per fornire migliori informazioni circa le attività efficaci per lo sviluppo delle competenze culturali e creative tra i giovani,

tener conto del contributo delle competenze culturali e creative come base per posti di lavoro sostenibili e l’innovazione sociale, allo scopo di avvalersi appieno delle possibilità offerte dall’iniziativa faro «Unione dell’innovazione» e dal Fondo sociale europeo,

se del caso, rafforzare ulteriormente l’ infrastruttura culturale (16) investendo nella stessa, anche attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale,

condurre maggiori ricerche per valutare l’impatto potenziale e reale delle competenze culturali e creative sulle questioni strategiche di cui al primo punto in neretto della voce «Invita gli Stati membri a»,

garantire che i gruppi di esperti in materia di cultura e istruzione e altri gruppi di esperti, inclusi quelli del metodo di coordinamento aperto (MCA), adottino le misure definite nell’allegato II delle presenti conclusioni,

contribuire alla relazione sull’andamento dei lavori dell’MCA nell’ambito della relazione sulla gioventù 2012, che valuta il primo ciclo di lavoro triennale della strategia dell’UE a favore della gioventù, e alle successive relazioni nel campo d’azione «creatività e cultura»,

scambiare informazioni sul reale impatto delle presenti conclusioni del Consiglio, anche nel quadro della relazione finale sui risultati del piano di lavoro per la cultura 2011-2014.


(1)  GU L 394 del 30.12.2006, pag. 10.

(2)  GU C 141 del 7.6.2008, pag. 14.

(3)  GU C 301 dell’11.12.2009, pag. 9.

(4)  GU L 308 del 24.11.2010, pag. 46.

(5)  Doc. 17165/10.

(6)  GU C 191 dell’1.7.2011, pag. 1.

(7)  GU C 175 del 15.6.2011, pag. 1.

(8)  http://competencesinculture.pl/en/

(9)  «Consapevolezza dell’importanza dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni in un’ampia varietà di mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti dello spettacolo, la letteratura e le arti visive». La raccomandazione 2006/962/CE relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente specifica ulteriormente le conoscenze, abilità e attitudini essenziali legate a tale competenza.

(10)  «Le conoscenze, le abilità e le attitudini di particolare importanza per le competenze interculturali sono quelle connesse con le seguenti competenze chiave: comunicazione nelle lingue straniere, competenze sociali e civiche e consapevolezza ed espressione culturali». (Conclusioni del Consiglio del 22 maggio 2008 sulle competenze interculturali).

(11)  «I “partenariati creativi” tra cultura e settori come l’istruzione e la formazione, gli affari, la ricerca o il settore pubblico permettono il trasferimento di competenze creative dal settore culturale ad altri settori». (Fonte: conclusioni sul piano di lavoro per la cultura 2011-2014).

(12)  Per capitale intellettuale si intende l’insieme delle risorse intangibili di persone, imprese, comunità, regioni e istituzioni che, se utilizzate in modo adeguato, possono essere l’origine del benessere presente e futuro del paese. Il capitale intellettuale è costituito dal capitale sociale, umano, relazionale e strutturale.

(13)  «Si tratta di trarre vantaggio dall’ingegnosità di enti di beneficenza, associazioni e imprenditori sociali per trovare nuovi modi di soddisfare esigenze di natura sociale non soddisfatte in modo adeguato dal mercato o dal settore pubblico per determinare i cambiamenti di condotta necessari per affrontare i principali problemi cui dovrà far fronte la nostra società». (Fonte: comunicazione della Commissione sull’iniziativa faro Europa 2020 «L’Unione dell’innovazione»).

(14)  Obiettivo strategico 4: incoraggiare la creatività e l’innovazione, compresa l’imprenditorialità, a tutti i livelli dell’istruzione e della formazione.

(15)  Cfr. pagina 6, punto 4, delle conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione.

(16)  L’infrastruttura culturale, nella sua dimensione fisica e digitale, è la base materiale della partecipazione ed attività culturale. Ne sono esempi gallerie, musei, teatri, centri culturali, librerie, spazi polivalente nonché i loro equivalenti virtuali nell’ambiente digitale.


ALLEGATO I

Contesto politico futuro:

conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione («ET 2020») (1),

raccomandazione del Consiglio del 13 luglio 2010 sugli orientamenti di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dell’Unione, in particolare l’orientamento 4 (2),

conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, sul piano di lavoro per la cultura 2011-2014 (3),

conclusioni del Consiglio del 19 novembre 2010 sull’accesso dei giovani alla cultura (4),

risoluzione del Consiglio del 21 novembre 2008 relativa a una strategia europea per il multilinguismo (5),

conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 sulla cultura come catalizzatore per la creatività e l’innovazione (6),

risoluzione del Consiglio del 27 novembre 2009 su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018) (7),

relazione finale del gruppo di lavoro sulle sinergie tra la cultura e l’istruzione, in particolare l’educazione artistica (8),

comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull’iniziativa faro Europa 2020 «L’Unione dell’innovazione» (9),

comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un’agenda per nuove competenze e per l’occupazione: un contributo europeo verso la piena occupazione (10).


(1)  GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.

(2)  GU L 191 del 23.7.2010, pag. 28.

(3)  GU C 325 del 2.12.2010, pag. 1.

(4)  GU C 326 del 3.12.2010, pag. 2.

(5)  GU C 320 del 16.12.2008, pag. 1.

(6)  Doc. 8749/1/09 REV 1.

(7)  GU C 311 del 19.12.2009, pag. 1.

(8)  http://ec.europa.eu/culture/key-documents/doc/MOCedu_final_report_en.pdf

(9)  Doc. 14035/10.

(10)  Doc. 17066/1/10 REV 1.


ALLEGATO II

Misure specifiche da adottare in relazione ai gruppi di esperti, inclusi i gruppi del metodo di coordinamento aperto:

il futuro gruppo dell’MAC sulla promozione dei partenariati creativi (1) tiene conto dei partenariati creativi intesi a favorire la consapevolezza e l’espressione culturale e del loro contributo al buon esito del quadro ET 2020,

il futuro gruppo dell’MAC sullo sviluppo della competenza chiave «consapevolezza ed espressione culturali» (2) tiene in considerazione le presenti conclusioni nel contesto dell’acquisizione di altre competenze chiave per l’apprendimento permanente e la riduzione dell’abbandono scolastico,

entrambi i gruppi summenzionati condividono i risultati del loro lavoro con i pertinenti gruppi di altri settori, tra cui quelli relativi al riconoscimento dell’apprendimento non formale, a «imparare a imparare» e alle competenze creative, alle abilità civiche e alla cittadinanza attiva, all’alfabetizzazione mediatica, all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a fini didattici, alla formazione all’imprenditorialità e all’abbandono scolastico e cooperino per quanto possibile con tali gruppi mediante le riunioni dei presidenti e lo scambio di resoconti delle riunioni,

tutti i gruppi competenti fungano da canali attivi per la diffusione dei risultati delle migliori pratiche e delle ricerche pertinenti condotte a livello di Stati membri e di UE.


(1)  Piano di lavoro per la cultura 2011-2014, priorità C.

(2)  Piano di lavoro per la cultura 2011-2014, priorità A.


20.12.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 372/24


Conclusioni del Consiglio sul ruolo delle attività di volontariato nello sport per promuovere la cittadinanza attiva

2011/C 372/06

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

RICORDANDO:

la dichiarazione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio il 5 maggio 2003«Il valore sociale dello sport per i giovani» (1),

la decisione del Consiglio, del 27 novembre 2009, relativa all’Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva (2), che sottolinea i seguenti obiettivi:

creare condizioni favorevoli che agevolino il volontariato nell'Unione europea,

dare alle associazioni di volontariato gli strumenti per operare e migliorare la qualità della loro azione,

ricompensare e riconoscere le attività di volontariato,

sensibilizzare i cittadini riguardo al valore e all'importanza del volontariato,

le conclusioni del Consiglio, del 18 novembre 2010, sul ruolo dello sport quale fonte e motore dell'inclusione sociale attiva (3),

la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Sviluppare la dimensione europea dello sport» (4) e lo studio del 2010 dal titolo «Il volontariato nell'Unione europea», dai quali emerge che nell'UE il volontariato nello sport è estremamente diversificato; i due documenti sono incentrati sugli aspetti giuridici e le fonti di finanziamento in questo settore e richiamano inoltre l'attenzione sulla necessità di formare i volontari,

la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Comunicazione sulle politiche dell'UE e il volontariato: riconoscere e promuovere le attività di volontariato transfrontaliero nell'UE» (5),

la risoluzione del 20 maggio 2011 del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, su un piano di lavoro dell'Unione europea per lo sport per il 2011-2014 (6),

le conclusioni del Consiglio del 3 ottobre 2011«Il ruolo delle attività di volontariato nella politica sociale» (7),

la conferenza di esperti «Dal volontariato alla Leadership nello sport», svoltasi il 13 e 14 settembre 2011 a Varsavia (Polonia), durante la quale è stata prestata particolare attenzione alle questioni seguenti:

il bagaglio di eredità ed esperienza delle principali manifestazioni sportive e come questo possa essere successivamente sfruttato nelle attività quotidiane di volontariato nello sport,

la possibilità di impiegare le squadre di volontari esistenti nella ricerca di addetti per le manifestazioni sportive future,

la necessità di sostenere il riconoscimento e la convalida delle attività di volontariato nello sport,

la necessità di incoraggiare l'apprendimento reciproco e lo scambio di buone pratiche.

RICONOSCE QUANTO SEGUE:

1.

Tenuto conto della situazione specifica di ciascuno Stato membro e di tutte le forme di volontariato, i termini «attività di volontariato» si riferiscono a tutti i tipi di attività di volontariato, formali, non formali o informali, intraprese in base alla libera volontà, scelta e motivazione di una persona e senza scopo di lucro. Esse arrecano beneficio al singolo volontario, alle comunità e alla società nel suo insieme. Sono inoltre uno strumento che consente alle persone e alle associazioni di rispondere alle necessità e alle preoccupazioni di carattere umano, sociale, intergenerazionale o ambientale e sono spesso realizzate a sostegno di un'organizzazione senza scopo di lucro o di un'iniziativa basata sulla comunità (8).

2.

Le attività di volontariato devono essere distinte chiaramente dal lavoro retribuito e non dovrebbero in nessun modo sostituirsi ad esso (9). Esse non dovrebbero perpetuare le disuguaglianze di genere nel lavoro retribuito e non retribuito e non possono incoraggiare la riduzione del tempo di lavoro del lavoratore né il suo ritiro dal mercato del lavoro.

3.

Le attività di volontariato non possono sostituire la responsabilità generale che incombe allo Stato di garantire e contemplare diritti economici, sociali e culturali.

4.

Per garantire lo Stato di diritto e il pieno rispetto dell'integrità dell'individuo, le attività di volontariato devono essere soggette alla legislazione vigente e rispettare pienamente i diritti e le libertà universali e fondamentali.

CONSIDERANDO QUANTO SEGUE:

1.

Lo sport è il maggior movimento della società civile nell'UE. Le attività e le strutture senza scopo di lucro basate sul volontariato sono un presupposto fondamentale per l'offerta di servizi sportivi nella maggior parte degli Stati membri.

2.

Le attività di volontariato nello sport sono tra le forme di attività sociale più allettanti e popolari in Europa e fanno parte del patrimonio sociale dello sport. L'organizzazione di manifestazioni sportive, anche da parte di professionisti e da enti sportivi di tipo commerciale, così come le attività sportive svolte giorno per giorno in molti Stati membri, si fondano sui volontari e sulle attività di volontariato.

3.

Le attività di volontariato nello sport contribuiscono alla cittadinanza attiva e all'integrazione di cittadini provenienti da contesti diversi, contribuendo a migliorare la comprensione e il rispetto mediante la lingua universale dello sport e a mettere in pratica i valori e i principi fondamentali dell'Unione europea, ossia solidarietà, sviluppo sostenibile, dignità umana, uguaglianza e sussidiarietà, promuovendo quindi l'identità europea.

4.

La partecipazione alle attività di volontariato nello sport apporta nuove competenze ai cittadini, contribuendo in tal modo, tra le altre cose, a migliorarne l'occupabilità e a rafforzarne il senso di appartenenza alla società e può costituire un catalizzatore dei cambiamenti sociali.

5.

Le attività di volontariato nello sport possono contribuire alla crescita e al rafforzamento del capitale sociale attraverso lo sviluppo di una rete sociale basata sulla fiducia e la cooperazione.

6.

Le attività di volontariato nello sport favoriscono atteggiamenti sociali positivi fondati sui valori elaborati mediante lo sport, quali:

il fair play,

il lavoro di squadra,

la perseveranza,

la responsabilità,

la leadership,

la tolleranza,

il rispetto degli altri, e

la capacità di superare gli ostacoli.

7.

Il settore dello sport, insieme alle attività di volontariato nello sport, ha un valore economico e sociale quantificabile e significativo alle economie nazionali, con un potenziale per stimolare la crescita e l'occupazione in tutta l'Unione europea.

8.

La promozione dello sviluppo del volontariato nello sport persegue gli obiettivi dell'Anno europeo delle attività di volontariato (2011) e continua a realizzare gli obiettivi dell'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale (2010), nonché a contribuire agli obiettivi dell'Anno europeo dell'invecchiamento attivo (2012).

9.

Le attività di volontariato nello sport possono fornire un impulso allo sviluppo e alla promozione dell'attività fisica a tutti i livelli, determinando un aumento del benessere dei cittadini e riducendo le malattie legate allo stile di vita.

10.

Le attività di volontariato nello sport sono un fattore significativo che contribuisce alla mobilità dei cittadini mediante l'acquisizione di competenze e l'approfondimento dell'esperienza nell'ambito di attività connesse allo sport in altri Stati membri, nonché allo sviluppo dell'identità europea e alla promozione dei valori dell'UE oltre i suoi confini.

11.

Le attività di volontariato nello sport possono contribuire a realizzare gli obiettivi globali della strategia Europa 2020 aumentando la mobilità e rendendo possibili attività che accrescono l'occupabilità, migliorano la salute pubblica e promuovono l'inclusione sociale, l'istruzione e l'invecchiamento attivo.

IN QUESTO CONTESTO INVITA GLI STATI MEMBRI DELL'UE E LE PARTI INTERESSATE DEL SETTORE DELLO SPORT, CIASCUNO PER LE PROPRIE COMPETENZE E NEL RISPETTO DELL'AUTONOMIA DELLE ORGANIZZAZIONI SPORTIVE, A:

1.

Creare condizioni favorevoli allo sviluppo delle attività di volontariato nello sport sulla base, in particolare, dei seguenti elementi:

lo scambio di buone pratiche tra Stati membri e associazioni sportive,

il rispetto dell'autonomia delle associazioni sportive, pur garantendo loro un sostegno adeguato a livello degli Stati membri,

la necessità di garantire che ai volontari nel settore dello sport sia offerta la necessaria formazione e fornita l'opportunità di usufruire in modo sicuro dei benefici del volontariato.

2.

Contribuire a promuovere un'immagine positiva del volontariato nello sport e delle attività di volontariato in questo settore.

3.

Considerare le attività di volontariato nello sport come uno strumento importante per l'incremento delle competenze e delle capacità. A tal fine, è necessario:

adottare misure adeguate per individuare le competenze e le capacità acquisite tramite esperienze di apprendimento non formali e informali legate alle attività di volontariato nello sport ed esaminare le possibilità di aumentarne il riconoscimento e la convalida nel quadro dei sistemi di qualifiche nazionali, con riferimento al quadro europeo delle qualifiche (EQF),

adoperarsi per consultare il movimento sportivo e le associazioni di volontariato nella fase preparatoria delle azioni.

4.

Incoraggiare la cooperazione tra le autorità governative e le associazioni sportive a livello locale, nazionale ed europeo al fine di costituire reti per risolvere i problemi comuni cui sono confrontate le attività di volontariato.

5.

Promuovere le attività di volontariato nello sport come forma di apprendimento non formale e informale al fine di acquisire nuove capacità e competenze, nonché come parte di una prospettiva di carriera duplice per gli atleti insieme con l'educazione formale.

6.

Incentivare le attività di volontariato nelle sport, ad esempio avviando campagne di sensibilizzazione e di promozione di atteggiamenti positivi nei confronti dei volontari.

7.

Incanalare il potenziale dei volontari impegnati nell'organizzazione di eventi sportivi in attività a lungo termine a tutti i livelli sportivi.

8.

Vagliare l'eventuale valore aggiunto di un sistema di ricompensa che riconosca i progetti di volontariato più innovativi nel settore dello sport.

INCORAGGIA GLI STATI MEMBRI DELL'UE E LA COMMISSIONE EUROPEA, CIASCUNO PER LE PROPRIE COMPETENZE, NEL RISPETTO DEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ E TENENDO CONTO DELLA RISPETTIVA STRUTTURA ISTITUZIONALE, A:

1.

adoperarsi per eliminare indebiti ostacoli allo sviluppo di attività di volontariato nello sport, oneri amministrativi inutili compresi;

2.

analizzare lo sviluppo degli sport basato su attività di volontariato all'interno dell'Unione europea, compresa la ricerca relativa all'impatto economico e sociale;

3.

scambiare conoscenze, esperienze e migliori pratiche nel settore del volontariato nello sport;

4.

promuovere lo sviluppo del volontariato nello sport nell'ambito delle politiche e strategie nazionali ed europee in materia di sport, affari sociali, istruzione e occupazione;

5.

esplorare le possibilità che consentirebbero alle attività di volontariato nello sport di contribuire ai progetti sovvenzionati da fondi dell'UE ed elaborare meccanismi che permettano un'adeguata valutazione di tali attività;

6.

integrare, ove opportuno, aspetti del volontariato nello sport nelle attività di vari gruppi di esperti istituiti in conformità del piano di lavoro dell'Unione europea per lo sport;

7.

incoraggiare lo sviluppo del volontariato nello sport mediante una cooperazione intersettoriale tra entità pubbliche e private e organizzazioni della società civile nei settori dello sport, della sanità, della cultura, dell'istruzione, della gioventù e della politica sociale a livello locale, nazionale ed europeo.

INVITA LA COMMISSIONE EUROPEA A:

1.

prestare un'attenzione specifica alle attività di volontariato e alla capacità di organizzazioni sportive senza scopo di lucro di accedere alla prossima generazione di programmi dell'UE, fatti salvi i negoziati sul quadro finanziario pluriennale;

2.

individuare i fattori di successo, le migliori pratiche e i settori che richiedono una cooperazione più stretta a livello dell'UE, compresi gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo del volontariato nello sport;

3.

valutare gli eventuali impatti delle nuove proposte legislative dell'UE sulle attività di volontariato nello sport.


(1)  GU C 134 del 7.6.2003 pag. 5.

(2)  GU L 17 del 22.1.2010.

(3)  GU C 326 del 3.12.2010.

(4)  COM(2011) 12 definitivo.

(5)  COM(2011) 568 definitivo.

(6)  GU C 162 dell'1.6.2011.

(7)  Doc. 14061/1/11 REV 1.

(8)  Decisione del Consiglio del 27 novembre 2009 relativa all'Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva, pag. 1.

(9)  Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 16 maggio 2007, concernente la realizzazione degli obiettivi comuni per le attività di volontariato dei giovani (GU C 241 del 20.9.2008, pag. 1).


20.12.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 372/27


Conclusioni del Consiglio sulle competenze linguistiche ai fini di una maggiore mobilità

2011/C 372/07

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

VISTO QUANTO SEGUE:

1.

le conclusioni del Consiglio europeo di Barcellona del 15-16 marzo 2002, in cui si chiede di intraprendere ulteriori azioni per migliorare la padronanza delle competenze di base, segnatamente mediante l'insegnamento di almeno due lingue straniere sin dall'infanzia (1);

2.

le conclusioni del Consiglio del 19 maggio 2006 sull'indicatore europeo di competenza linguistica (2), in cui si ribadisce che le competenze in lingua straniera, oltre a concorrere a favorire la comprensione reciproca tra i popoli, sono un requisito fondamentale per una forza lavoro mobile e contribuiscono alla competitività dell'economia dell'Unione europea;

3.

la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente (3), che include la comunicazione nelle lingue straniere tra le competenze chiave necessarie per la realizzazione personale, la cittadinanza attiva, la coesione sociale e l'occupabilità in una società della conoscenza;

4.

le conclusioni del Consiglio del 25 maggio 2007 relative ad un quadro coerente di indicatori e parametri di riferimento per monitorare i progressi nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona in materia di istruzione e formazione (4), che invitano la Commissione a esaminare ulteriormente lo sviluppo di indicatori relativi alle conoscenze linguistiche;

5.

la raccomandazione del Consiglio, del 20 novembre 2008, relativa alla mobilità dei giovani volontari nell'Unione europea (5), che raccomanda agli Stati membri di assicurare una maggiore sensibilizzazione dei giovani all'importanza delle competenze interculturali e dell'apprendimento delle lingue al fine di ridurre le barriere alla loro mobilità transfrontaliera;

6.

la risoluzione del Consiglio, del 21 novembre 2008, relativa a una strategia europea per il multilinguismo (6), che invita gli Stati membri a promuovere il multilinguismo per rafforzare la coesione sociale, il dialogo interculturale e la costruzione europea, la competitività dell'economia europea e la mobilità e l'occupabilità delle persone, nonché a promuovere le lingue dell'Unione europea nel mondo;

7.

le conclusioni del Consiglio, del 12 maggio 2009, su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione («ET 2020») (7), che individuano come priorità per il periodo 2009-2011 la necessità di dare ai cittadini gli strumenti per comunicare in due lingue, oltre alla lingua materna, la necessità di incoraggiare l'apprendimento delle lingue, se del caso, nell'istruzione e formazione professionale (IFP) e per gli adulti, e la necessità di fornire ai lavoratori migranti l'opportunità di apprendere la lingua del paese ospitante;

8.

la relazione congiunta 2010 del Consiglio e della Commissione sull'attuazione del programma di lavoro «Istruzione e formazione 2010» (8), che rileva la necessità di rafforzare le competenze chiave nell'istruzione e formazione professionale e nell'educazione degli adulti e, in particolare, la necessità di dare maggiore rilievo in questi ambiti alla comunicazione nelle lingue straniere;

9.

la strategia Europa 2020 adottata dal Consiglio europeo il 17 giugno 2010 (9) e le sue due iniziative faro: Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione  (10), che riconosce il potenziale contributo delle competenze linguistiche a un mercato del lavoro più dinamico, e Youth on the Move  (11), in cui si sottolinea che saranno inevitabilmente necessarie migliori conoscenze linguistiche per rendere la mobilità al tempo stesso possibile e conveniente;

10.

la raccomandazione del Consiglio, del 28 giugno 2011, relativa alla promozione della mobilità dei giovani per l'apprendimento (12), che riconosce l'importanza dell'apprendimento delle lingue e dell'acquisizione di competenze interculturali sin dai primi anni di studio, incoraggiando una preparazione di qualità sul piano linguistico e culturale per la mobilità nel settore dell'istruzione sia generale sia professionale,

RAMMENTANDO QUANTO SEGUE:

il Consiglio europeo di Barcellona del 2002 ha individuato nelle competenze linguistiche una componente essenziale di un'economia competitiva basata sulla conoscenza; la conoscenza delle lingue straniere costituisce una competenza utile per la vita di tutti i cittadini dell'UE, in quanto consente loro di godere dei vantaggi economici e sociali della libera circolazione all'interno dell'Unione;

fornire l'accesso alla mobilità più ampio possibile per tutti, compresi i gruppi svantaggiati, e ridurre i rimanenti ostacoli alla mobilità costituiscono uno dei principali obiettivi strategici della politica UE in materia di istruzione e formazione;

se, da un lato, la libera circolazione dei lavoratori nel mercato unico dell'UE può contribuire a ridurre lo squilibrio tra competenze della forza lavoro ed esigenze del mercato del lavoro, dall'altro, l'apprendimento e la mobilità professionale continuano ad essere gravemente ostacolati da una conoscenza limitata delle lingue straniere,

RIBADENDO QUANTO SEGUE:

sebbene la responsabilità dell'organizzazione e dei contenuti dei sistemi di istruzione e di formazione spetti ai singoli Stati membri, la cooperazione europea svolge un utile ruolo nell'individuazione delle competenze linguistiche da sviluppare nonché delle metodologie più efficaci e delle condizioni più favorevoli a tale scopo,

E ALLA LUCE DELLA

conferenza della presidenza sul tema delle competenze linguistiche per il successo professionale e sociale in Europa, svoltasi a Varsavia nel settembre 2011, nonché della conferenza dei ministri dell'UE competenti per l'istruzione obbligatoria, tenutasi a Danzica nell'ottobre 2011,

RILEVA

il lavoro che gli Stati membri stanno compiendo nel quadro del metodo di coordinamento aperto, con il sostegno della Commissione, al fine di rafforzare il contributo che l'istruzione linguistica può fornire al miglioramento dell'occupabilità dei giovani in un mercato del lavoro in cui la conoscenza delle lingue straniere può costituire un notevole vantaggio,

le attività della piattaforma delle imprese per il multilinguismo, istituita dalla Commissione per favorire un uso migliore delle competenze linguistiche come mezzo per aumentare la competitività delle imprese dell'UE, specialmente quella delle piccole e medie imprese,

i risultati della piattaforma della società civile sul multilinguismo relativi alla possibilità di garantire opportunità di apprendimento linguistico permanente per tutti, al fine di migliorare l'inclusione sociale dei cittadini provenienti da ambienti svantaggiati e di promuovere la diversità linguistica e il dialogo interculturale,

ACCOGLIE CON FAVORE

la relazione della Commissione sull'attuazione della risoluzione del Consiglio del 21 novembre 2008 relativa a una strategia europea per il multilinguismo, che illustra nel dettaglio le iniziative assunte e i progressi compiuti nella promozione dell'apprendimento delle lingue e della diversità linguistica,

l'aggiornamento 2011 dell'inventario delle azioni comunitarie nel campo del multilinguismo, che classifica le attività intraprese dai vari servizi della Commissione in questo campo negli ultimi tre anni, in cui si sottolinea con forza che la politica per il multilinguismo migliora l'occupabilità dei cittadini dell'UE e la competitività delle sue imprese,

la pubblicazione della guida alle politiche Language learning at pre-primary school level — making it efficient and sustainable (Rendere efficiente e sostenibile l'apprendimento delle lingue a livello di scuola materna), che rappresenta un passo avanti nella sensibilizzazione all'importanza dell'apprendimento delle lingue sin dall'infanzia,

la pubblicazione della relazione Providing communication skills for the labour market (Fornire competenze comunicative per il mercato del lavoro) a seguito dell'attività svolta dal gruppo tematico sulle lingue per trovare lavoro nell'ambito del «ET2020»,

CONVIENE CHE:

1.

la mobilità per l'apprendimento — vale a dire la mobilità transnazionale volta all'acquisizione di nuove conoscenze, capacità e competenze — è uno dei mezzi importanti attraverso i quali i cittadini possono incrementare le proprie possibilità di occupazione, potenziare la propria consapevolezza interculturale, la propria creatività e il proprio sviluppo personale, nonché partecipare attivamente alla società;

2.

una buona padronanza delle lingue straniere è una competenza chiave essenziale per farsi strada nel mondo e nel mercato del lavoro moderni. Il multilinguismo non fa solo parte del patrimonio europeo, ma rappresenta anche un'opportunità per sviluppare una società aperta, rispettosa della diversità culturale e pronta alla cooperazione;

3.

mantenere e sviluppare — nel quadro delle risorse disponibili — strumenti e programmi europei a sostegno dell'apprendimento delle lingue in contesti di istruzione sia formale che non formale può contribuire a potenziare l'apprendimento e la mobilità professionale;

4.

mentre i programmi linguistici generali aiutano a sviluppare competenze comunicative essenziali per l'uso quotidiano, metodologie come l'apprendimento integrato di lingua e contenuto (CLIL), sia nell'istruzione generale sia nell'istruzione e formazione professionale, possono essere particolarmente efficaci per potenziare la mobilità e l'occupabilità dei lavoratori;

5.

per promuovere il CLIL, insegnanti e formatori — in particolare nell'istruzione e formazione professionale — dovrebbero essere incoraggiati ad acquisire competenze linguistiche di alta qualità e dovrebbero disporre di risorse didattiche di alta qualità;

6.

una scelta più ampia di lingue, anche quelle meno diffuse e quelle di paesi limitrofi, dovrebbe essere offerta, ove possibile e opportuno, a tutti i livelli di istruzione in una prospettiva di apprendimento permanente e dovrebbero essere forniti al riguardo maggiori informazioni e orientamenti da parte delle pertinenti istituzioni linguistiche e culturali;

7.

lo sviluppo di competenze linguistiche tra le persone, in particolare i bambini, in condizioni socioeconomiche svantaggiate, gli immigrati e i Rom, o tra coloro con bisogni educativi speciali può contribuire ad assicurare una migliore inclusione sociale e uno sviluppo professionale futuro;

8.

l'insegnamento e l'apprendimento linguistico di alta qualità — ad esempio la formazione linguistica specializzata e finalizzata all'occupazione — sono essenziali per l'internazionalizzazione degli istituti d'istruzione superiore e il miglioramento dell'occupabilità dei laureati;

9.

prevedere l'apprendimento delle lingue lungo tutto l'arco della vita, anche in età avanzata, è importante anche in vista delle attuali tendenze demografiche e della necessità di garantire pari opportunità a una crescente percentuale di cittadini anziani dell'UE,

INVITA GLI STATI MEMBRI A:

1.

intensificare gli sforzi per conseguire l'obiettivo di Barcellona, ad esempio potenziando l'offerta, la qualità e la pertinenza dell'insegnamento delle lingue nell'istruzione generale, nell'istruzione e formazione professionale e nell'istruzione superiore, nonché nel contesto dell'apprendimento permanente;

2.

riconoscere l'importanza di valutare i risultati dell'insegnamento e dell'apprendimento delle lingue come un aspetto importante del processo di garanzia della qualità;

3.

migliorare la formazione iniziale e continua degli insegnanti di lingue e quella degli insegnanti di altre materie in ambito linguistico, nonché potenziare e agevolare la loro mobilità, eliminando, per quanto possibile, le barriere amministrative;

4.

incoraggiare forme innovative di cooperazione europea, sperimentazione e nuovi approcci all'insegnamento e all'apprendimento delle lingue, come l'apprendimento integrato di lingua e contenuto (compreso in scuole bilingui), le opportunità di mobilità a fini di immersione linguistica e, ove opportuno, un uso più ampio delle TIC anche in ambienti di apprendimento creativo delle lingue;

5.

ampliare, ove possibile e opportuno, la scelta delle lingue offerte nell'istruzione e nella formazione, promuovere l'insegnamento delle lingue meno diffuse e (specialmente nelle regioni di frontiera) di quelle dei paesi limitrofi, al fine di agevolare gli scambi culturali, sociali ed economici;

6.

prendere in considerazione l'ipotesi di includere, ove opportuno, una dimensione culturale nei programmi di studio delle lingue come componente importante per la futura mobilità scolastica e professionale;

7.

promuovere misure destinate ad aiutare bambini e adulti provenienti da un contesto migratorio o Rom ad imparare la lingua ufficiale (o le lingue ufficiali) del paese ospitante e, se diversa, la lingua d'insegnamento. Inoltre, esplorare le possibilità di permettere ai bambini provenienti da tali contesti di mantenere e sviluppare la conoscenza della propria lingua materna;

8.

esaminare come riconoscere e convalidare le competenze nella propria lingua materna dei bambini e degli adulti provenienti da un contesto migratorio;

9.

incoraggiare le scuole e gli istituti professionali e di istruzione superiore ad adottare approcci integrati all'insegnamento e all'apprendimento delle lingue;

10.

promuovere il dialogo tra il mondo dell'istruzione e quello del lavoro tenendo maggiormente conto delle esigenze del mercato del lavoro in materia di lingue, offrendo un regolare orientamento ad alunni e studenti in tutto il loro percorso educativo e sostenendo l'apprendimento delle lingue sul posto di lavoro;

11.

esplorare le possibilità di partenariati pubblico-privati intesi a garantire l'offerta di competenze linguistiche adatte al mercato del lavoro, in particolare come mezzo per preparare alla mobilità e ai tirocini aziendali all'estero;

12.

incoraggiare la promozione di iniziative di apprendimento delle lingue e di contesti propizi all'apprendimento delle lingue,

INVITA LA COMMISSIONE A:

1.

sostenere gli sforzi degli Stati membri nel settore dell'insegnamento e dell'apprendimento delle lingue, sfruttando pienamente i programmi e gli strumenti dell'UE in materia di istruzione e formazione;

2.

ampliare il lavoro sulla politica linguistica avviato nel primo ciclo di lavoro di «ET 2020» nell'ambito del gruppo tematico sull'apprendimento precoce delle lingue, includendo altri livelli di istruzione (primaria, secondaria ecc.), prestando nel contempo particolare attenzione anche ai settori dell'istruzione e della formazione professionale e dell'educazione degli adulti;

3.

valutare l'opportunità di presentare una proposta — basandosi sui risultati dell'indagine europea sulle competenze linguistiche, la cui pubblicazione è prevista per il 2012, e operando nel quadro delle risorse disponibili — in vista di un possibile parametro di riferimento per le competenze linguistiche, al fine di promuovere il continuo miglioramento dell'insegnamento delle lingue;

4.

lanciare e divulgare studi e indagini su scala europea riguardanti le metodologie e gli strumenti di apprendimento delle lingue, tenendo conto degli aspetti qualitativi ed evitando di imporre nuovi oneri e costi amministrativi, e mettere i risultati a disposizione degli operatori e dei decisori nazionali;

5.

sostenere e facilitare lo scambio di informazioni in merito alle risorse accessibili per l'apprendimento delle lingue e incoraggiare gli Stati membri a utilizzare nella pratica gli orientamenti e gli strumenti sviluppati nell'ambito della politica linguistica dell'UE;

6.

continuare a sostenere la piattaforma delle imprese per il multilinguismo e analoghe iniziative dei soggetti interessati,

INVITA ALTRESÌ GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE A:

1.

sostenere la mobilità a fini di apprendimento delle lingue, per aiutare i discenti a superare le barriere linguistiche iniziali e motivarli ad acquisire competenza in almeno due lingue straniere;

2.

scambiare esperienze e migliori prassi al fine di migliorare l'efficacia con cui l'insegnamento delle lingue fornisce ai giovani la giusta combinazione di competenze linguistiche e la capacità di continuare ad acquisire nuove competenze conformemente alle esigenze e agli interessi futuri, promuovendo le lingue attraverso le piattaforme esistenti e future e reti di insegnanti e formatori;

3.

sottolineare la necessità di contenuti linguistici specifici, a fini professionali, in particolare nell'istruzione e formazione professionale e nell'istruzione superiore, come mezzo per potenziare la mobilità e l'occupabilità;

4.

sviluppare ulteriormente strumenti — operando nel quadro delle risorse disponibili e riducendo al minimo gli oneri amministrativi — per monitorare i progressi compiuti nel settore dell'apprendimento delle lingue, raccogliendo dati sia qualitativi sia quantitativi, al fine di individuare le prassi più efficaci e i settori in cui sono necessari miglioramenti;

5.

esplorare le possibilità — tenendo conto delle buone prassi esistenti — di migliorare il riconoscimento e la convalida delle competenze linguistiche acquisite attraverso l'istruzione non formale e informale;

6.

considerare l'utilizzo del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER) del Consiglio d'Europa al fine di:

promuovere legami più stretti tra il QCER e i quadri delle qualifiche a livello nazionale ed europeo,

ampliare le possibilità di certificazione delle competenze acquisite da alunni e studenti al termine dell'istruzione obbligatoria e nell'istruzione superiore;

7.

fornire un collegamento tra le qualifiche di istruzione e formazione professionale che comprendono competenze linguistiche e il QCER, sfruttando al contempo le risorse e l'esperienza di tutte le pertinenti istituzioni europee e parti interessate, in particolare il Consiglio d'Europa e il suo Centro europeo delle lingue vive;

8.

continuare a fornire sostegno, mediante i programmi dell'UE in materia di istruzione, formazione e gioventù, alla cooperazione tra istituti di istruzione nonché a programmi di scambio destinati ad alunni e studenti, anche provenienti dall'istruzione e dalla formazione professionale, allo scopo di aiutarli a migliorare le loro competenze linguistiche;

9.

sostenere, se del caso, sia a livello nazionale che tramite la cooperazione a livello europeo, lo sviluppo di materiale pedagogico e didattico per le lingue meno insegnate;

10.

fatti salvi i prossimi negoziati, valutare l'opportunità di attribuire carattere prioritario all'apprendimento delle lingue nella prossima generazione di programmi UE in materia di istruzione e formazione.


(1)  Doc. SN 100/02, pag. 19, punto 44, secondo trattino.

(2)  GU C 172 del 25.7.2006, pag. 1.

(3)  GU L 394 del 30.12.2006, pag. 10.

(4)  GU C 311 del 21.12.2007, pag. 13.

(5)  GU C 319 del 13.12.2008, pag. 8.

(6)  GU C 320 del 16.12.2008, pag. 1.

(7)  GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.

(8)  GU C 117 del 6.05.2010, pag. 1.

(9)  Doc. EUCO 13/10.

(10)  Doc. 17066/1/10 REV 1.

(11)  Doc. 13729/1/10 REV 1.

(12)  GU C 199 del 7.7.2011, pag. 1.


20.12.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 372/31


Conclusioni del Consiglio su un criterio di riferimento nel settore della mobilità per l'apprendimento

2011/C 372/08

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

VISTE

la risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 14 dicembre 2000, relativa al piano d'azione per la mobilità (1),

la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 luglio 2001, relativa alla mobilità nella Comunità degli studenti, delle persone in fase di formazione, di coloro che svolgono attività di volontariato, degli insegnanti e dei formatori (2),

la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa alla mobilità transnazionale nella Comunità a fini di istruzione e formazione professionale: Carta europea di qualità per la mobilità (3),

le conclusioni del Consiglio, del 25 maggio 2007, relative a un quadro coerente di indicatori e parametri di riferimento per monitorare i progressi nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona in materia di istruzione e formazione (4),

la raccomandazione del Consiglio, del 20 novembre 2008, relativa alla mobilità dei giovani volontari nell'Unione europea (5),

le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio il 21 novembre 2008, sulla mobilità dei giovani (6),

le conclusioni del Consiglio, del 12 maggio 2009, su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione («ET 2020») (7);

la risoluzione del Consiglio, del 27 novembre 2009, su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018) (8),

le conclusioni del Consiglio, del 16 marzo 2010, sulla strategia Europa 2020 (9),

le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 18 novembre 2010, sulle priorità per una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale per il periodo 2011-2020 (10),

le conclusioni del Consiglio, del 19 novembre 2010, sull'iniziativa «Youth on the move» — un approccio integrato in risposta alle sfide cui sono confrontati i giovani (11),

le conclusioni del Consiglio, del 14 febbraio 2011, sul ruolo dell'istruzione e della formazione nell'attuazione della strategia Europa 2020 (12),

la raccomandazione del Consiglio, del 28 giugno 2011, intitolata: «Youth on the move» — Promuovere la mobilità dei giovani per l'apprendimento (13),

le conclusioni del Consiglio, del 28 novembre 2011, sulla dimensione orientale della partecipazione e della mobilità dei giovani,

la relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 7 luglio 2011: Valutazione intermedia del programma per l'apprendimento permanente (14),

E ALLA LUCE DEI

risultati della conferenza della presidenza sulla mobilità per l'apprendimento svoltasi a Sopot dal 17 al 19 ottobre 2011,

RAMMENTANDO QUANTO SEGUE:

è generalmente riconosciuto che la mobilità per l'apprendimento contribuisce a incrementare l'occupabilità dei giovani attraverso l'acquisizione delle capacità e delle competenze chiave, comprese soprattutto le competenze linguistiche e la comprensione interculturale, ma anche le competenze sociali e civiche, l'imprenditorialità, la capacità di risolvere i problemi e la creatività in generale. Oltre a fornire una valida esperienza alle persone interessate, la mobilità per l'apprendimento può contribuire a migliorare la qualità generale dell'istruzione, specialmente attraverso una più stretta cooperazione tra gli istituti d'insegnamento. Inoltre essa può contribuire a rafforzare un senso d'identità e di cittadinanza europee;

Per tali motivi, fornire il più ampio accesso possibile alla mobilità per tutti, compresi i gruppi svantaggiati, e ridurre gli ostacoli rimanenti alla mobilità costituiscono uno degli obiettivi strategici principali della politica dell'UE nel settore dell'istruzione e della formazione.

RILEVA:

l'invito formulato dal Consiglio alla Commissione nella raccomandazione del 2006 relativa alla Carta europea di qualità per la mobilità a migliorare o sviluppare, in stretta collaborazione con le autorità competenti, dati statistici specifici del genere sulla mobilità ai fini dell'istruzione e della formazione (15),

la relazione sulla mobilità del forum di esperti di alto livello del giugno 2008 e la relativa proposta secondo cui la mobilità per l'apprendimento dovrebbe essere un'opportunità fornita a tutti i giovani in Europa,

l'obiettivo relativo alla mobilità per l'apprendimento nell'istruzione superiore stabilito ai sensi del processo di Bologna a Lovanio/Louvain-La-Neuve ad aprile 2009,

il Libro verde della Commissione del luglio 2009 intitolato «Promuovere la mobilità dei giovani per l'apprendimento» (16),

il comunicato di Bruges del dicembre 2010 e le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, sulle priorità per una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale per il periodo 2011-2020 (17) che prevedono che,i sistemi IFP europei debbano offrire opportunità notevolmente incrementate per la mobilità transnazionale entro il 2020,

il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 24 maggio 2011, sullo sviluppo di criteri di riferimento nei settori dell'istruzione per l'occupabilità e della mobilità per l'apprendimento (18),

le conclusioni del Consiglio, del 28-29 novembre 2011, sulle competenze linguistiche ai fini di una maggiore mobilità.

RICONOSCE QUANTO SEGUE:

la mobilità per l'apprendimento contribuisce allo sviluppo personale e professionale dei giovani e incrementa l'occupabilità e la competitività, come dimostrato non solo dai programmi dell'UE nei settori dell'istruzione, della formazione e della gioventù, ma anche da una serie di studi internazionali qualitativi in materia di mobilità per l'apprendimento,

un criterio di riferimento europeo (19) nel settore della mobilità per l'apprendimento accompagnato da indicatori pertinenti (20) potrebbe contribuire a incoraggiare e monitorare i progressi degli Stati membri verso il conseguimento dell'obiettivo già convenuto (21) di maggiore mobilità nonché a individuare esempi di buone prassi e sostenere lo sviluppo di iniziative di apprendimento tra pari,

la raccolta di dati per valutare i progressi in merito al criterio di riferimento europeo nel settore della mobilità per l'apprendimento dovrebbe essere svolta nei limiti delle risorse disponibili,

al fine di tenere conto dei diversi contesti educativi tale criterio di riferimento dovrebbe operare una distinzione tra due aree principali:l'istruzione superiore e l'IFP iniziale,

è altresì importante corredare il criterio di riferimento di un indicatore che riguardi qualsiasi tipo di mobilità per l'apprendimento vissuta dai giovani, inclusa la mobilità che si attua in contesti formali e non formali.

INVITA GLI STATI MEMBRI,

prendendo in considerazione le diverse situazioni nei singoli Stati membri,

1)

ad adottare, tenendo conto delle disposizioni della raccomandazione del Consiglio, del 28 giugno 2011, sulla promozione della mobilità dei giovani per l'apprendimento, le misure a livello sia nazionale che europeo intese a incrementare la mobilità per l'apprendimento e a realizzare il criterio di riferimento europeo esposto nell'allegato;

2)

sulla base delle fonti e degli strumenti disponibili, e riducendo al minimo oneri e costi amministrativi, a migliorare la raccolta di dati sulla mobilità per l'apprendimento nell'ambito di tutti i cicli dell'insegnamento superiore, dell'istruzione e della formazione professionale iniziale, e della mobilità per l'apprendimento dei giovani in generale al fine di valutare i progressi in merito al criterio di riferimento europeo e all'indicatore di cui all'allegato;

3)

a promuovere l'attuazione e l'uso dei programmi e degli strumenti dell'UE messi a punto per sostenere la mobilità per l'apprendimento e l'apprendimento permanente, inclusi Europass, Youthpass, EQF, ECTS e ECVET.

INVITA LA COMMISSIONE A

1)

collaborare con gli Stati membri e a sostenerli, in particolare con l'aiuto di Eurostat, al fine di migliorare la disponibilità di indicatori e di statistiche pertinenti nel periodo fino al 2020. A tal fine si dovrebbe fare il miglior uso possibile dei dati statistici e delle indagini sulle famiglie disponibili, al fine di ridurre al minimo oneri e costi amministrativi;

2)

esaminare, in particolare mediante relazioni periodiche, il grado di realizzazione degli obiettivi in materia di mobilità fissati nell'ambito del quadro «ET 2020»;

3)

riferire entro il 2015 al Consiglio, allo scopo di riesaminare e, se necessario, rivedere il criterio di riferimento europeo sulla mobilità per l'apprendimento delineato nell'allegato.

INVITA PERTANTO GLI STATI MEMBRI, CON IL SOSTEGNO DELLA COMMISSIONE, A

1)

monitorare i progressi e i rendimenti nel settore della mobilità transfrontaliera per l'apprendimento a livello nazionale ed europeo, anche raccogliendo informazioni qualitative relative ad esempi di buone prassi, e così porre le basi per l'elaborazione di politiche fondate su elementi concreti;

2)

riguardo alla mobilità per l'apprendimento nell'istruzione superiore, operando nell'ambito delle risorse disponibili e in stretta sinergia con il processo di Bologna, migliorare la raccolta di dati sulla mobilità degli studenti (compresa la mobilità dei crediti e dei titoli) in tutti i cicli provenienti da fonti amministrative e da altre fonti, specie al termine degli studi, per valutare i progressi in merito al criterio di riferimento nel settore della mobilità di cui all'allegato (Parte I-1);

3)

riguardo alla mobilità per l'apprendimento nell'IFP iniziale: utilizzare al meglio le indagini sulle famiglie disponibili, al fine di raccogliere i tipi di dati sulla mobilità per l'apprendimento necessari per sostenere il criterio di riferimento di cui all'allegato (Parte I-2);

4)

riguardo alla mobilità per l'apprendimento dei giovani in generale: utilizzare al meglio le indagini sulle famiglie disponibili, al fine di raccogliere i dati necessari a sviluppare un indicatore sul totale della mobilità per l'apprendimento formale e non formale, inclusi i dati disaggregati sulla mobilità non formale, al fine di completare il quadro operativo degli indicatori dell'UE in materia di gioventù (22) e possibilmente estendere il criterio di riferimento della mobilità per l'apprendimento al fine di includere la mobilità dei giovani in generale in una data futura (Parte II dell'allegato);

5)

esaminare la possibilità di usare le indagini disponibili sugli insegnanti di ogni grado di istruzione, al fine di sviluppare indicatori sulla mobilità degli insegnanti e possibilmente estendere il criterio di riferimento della mobilità per l'apprendimento al fine di includere la mobilità degli insegnanti (23) in una data futura.


(1)  GU C 371 del 23.12.2000, pag. 4.

(2)  GU L 215 del 9.8.2001, pag. 30.

(3)  GU L 394 del 30.12.2006, pag. 5.

(4)  GU C 311 del 21.12.2007, pag. 13.

(5)  GU C 319 del 13.12.2008, pag. 8.

(6)  GU C 320 del 16.12.2008, pag. 6.

(7)  GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.

(8)  GU C 311 del 19.12.2009, pag. 1.

(9)  Doc. 7586/10.

(10)  GU C 324 del 1o.12.2010, pag. 5.

(11)  GU C 326 del 3.12.2010, pag. 9.

(12)  GU C 70 del 4.3.2011, pag. 1.

(13)  GU C 199 del 7.7.2011, pag. 1.

(14)  Doc. 12668/11.

(15)  Cfr. nota 3.

(16)  COM(2009) 329 definitivo.

(17)  Cfr. nota 10.

(18)  Doc. 10697/11 — SEC(2011) 670 defin.

(19)  Come delineato nel quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione del 2009, si tratta di un livello di riferimento del rendimento medio europeo che non deve essere considerato un obiettivo concreto che ciascun paese deve raggiungere, bensì un obiettivo collettivo al raggiungimento del quale gli Stati membri sono invitati a contribuire (cfr. nota 7).

(20)  Da stabilire nel quadro del Sistema statistico europeo.

(21)  Cfr. le conclusioni del Consiglio del 20 e 21 novembre 2008 sulla mobilità dei giovani (cfr. nota 6).

(22)  Doc. 8320/11 — SEC(2011) 401 definitivo.

(23)  Come indicato nel quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione del 2009 (Cfr. nota 7).


ALLEGATO

UN LIVELLO DI RIFERIMENTO DEL RENDIMENTO MEDIO EUROPEO

(«Criterio di riferimento europeo»)

NEL SETTORE DELLA MOBILITÀ PER L'APPRENDIMENTO

Per monitorare i progressi e identificare le sfide, nonché per contribuire all'elaborazione di politiche fondate su elementi concreti, gli Stati membri hanno convenuto nel 2009 sull'opportunità che i livelli di riferimento del rendimento medio europeo («criteri di riferimento europei») sostengano gli obiettivi delineati nelle conclusioni del Consiglio adottate il 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione (1). All'epoca si sono concordati cinque criteri di riferimento europei ed è stato chiesto alla Commissione di presentare proposte su ulteriori criteri di riferimento, anche sulla mobilità per l'apprendimento.

Avendo esaminato le proposte contenute nel documento di lavoro dei servizi della Commissione del 24 maggio 2011 (2), gli Stati membri concordano ora altresì sul seguente criterio di riferimento della mobilità per l'apprendimento, che opera una distinzione tra due aree principali — l'istruzione superiore e l'IFP iniziale. Il criterio di riferimento europeo della mobilità per l'apprendimento nelle due aree in appresso delineate integra quelli già adottati nel maggio 2009. In quanto tali, essi dovrebbero basarsi unicamente su dati comparabili e tenere conto delle diverse situazioni nei singoli Stati membri. Essi non dovrebbero essere considerati obiettivi concreti che i singoli paesi debbano raggiungere entro il 2020. Gli Stati membri sono invece invitati ad esaminare, sulla base delle priorità nazionali e tenendo conto dell'evoluzione della congiuntura economica, come e in quale misura possono contribuire al raggiungimento collettivo del criterio di riferimento europeo nelle aree delineate in appresso mediante azioni nazionali.

Inoltre dovrebbe essere sviluppato un indicatore della mobilità per l'apprendimento dei giovani in generale nel contesto dell'apprendimento formale e non formale, ai fini della possibile estensione del criterio di riferimento della mobilità per l'apprendimento in modo da includere, in una data futura, la mobilità per l'apprendimento dei giovani che ha luogo in qualsiasi contesto.

La mobilità per l'apprendimento è definita come mobilità fisica e tiene in considerazione la mobilità nel mondo.

I.   CRITERIO DI RIFERIMENTO DELLA MOBILITÀ PER L'APPRENDIMENTO

1.    Mobilità per l'apprendimento nell'istruzione superiore

Per incrementare la partecipazione degli studenti dell'istruzione superiore alla mobilità per l'apprendimento:

Entro il 2020 una media UE di almeno il 20 % di diplomati dell'istruzione superiore dovrebbe aver trascorso un periodo di studio o di formazione connesso all'istruzione superiore (compresi i tirocini) all'estero, per un minimo di 15 crediti ECTS o una durata minima di tre mesi.

Periodi più brevi possono essere presi in considerazione per la misurazione dei livelli della mobilità nazionale, purché essi siano riconosciuti dal singolo Stato membro nel contesto di un programma di mobilità di qualità e siano registrati separatamente.

Per assicurare la qualità e la convergenza con il processo di Bologna, gli Stati membri e la Commissione sono invitati a lavorare con gli organi competenti di Bologna al fine di stabilire limiti armonizzati per il numero di crediti ECTS e la durata minima dello studio.

Gli Stati membri sono incoraggiati ad assicurare il pieno riconoscimento dei periodi di studio all'estero.

2.    Mobilità per l'apprendimento nell'istruzione e nella formazione professionale iniziale (IFPI)

Per incrementare la partecipazione degli studenti dell'istruzione e della formazione professionale iniziale alla mobilità per l'apprendimento:

Entro il 2020, una media UE di almeno il 6 % di persone tra i 18 e i 34 anni con una qualifica di istruzione e di formazione professionale iniziale dovrebbe avere trascorso un periodo di studio o di formazione connesso all'IFPI (inclusi i tirocini) all'estero con una durata minima di due settimane  (3) , o inferiore se documentato da Europass.

Al fine di garantire la qualità gli Stati membri sono incoraggiati a utilizzare gli strumenti pertinenti, come Europass e i sistemi ECVET e EQAVET.

Se necessario, il criterio di riferimento, compresi la relativa definizione e il livello perseguito, dovrebbe essere riesaminato/riveduto entro il 2015.

II.   INDICATORE DELLA MOBILITÀ PER L'APPRENDIMENTO DEI GIOVANI IN GENERALE

Si tratta di un indicatore globale della mobilità per l'apprendimento che permette di registrare ogni tipo di esperienza di apprendimento all'estero in cui i giovani sono coinvolti. Riguarda la mobilità per l'apprendimento di qualsiasi durata all'interno dei sistemi formali di istruzione e formazione e a ogni livello, nonché la mobilità per l'apprendimento in contesti non formali, compresi gli scambi tra giovani o le attività di volontariato.


(1)  Cfr. nota 7.

(2)  Doc. 10697/11.

(3)  = 10 giorni lavorativi.


20.12.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 372/36


Conclusioni del Consiglio sulla modernizzazione dell'istruzione superiore

2011/C 372/09

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

CONSIDERANDO QUANTO SEGUE:

1.

I sistemi di istruzione superiore svolgono un ruolo fondamentale nella creazione di conoscenza che è alla base dello sviluppo della persona e della società e nella promozione della cittadinanza attiva.

2.

La strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, adottata nel giugno 2010 (1), ha fissato l'obiettivo specifico del miglioramento dei livelli di istruzione, in particolare aumentando la percentuale di giovani che hanno completato con successo l'istruzione terziaria o equivalente almeno al 40 % entro il 2020.

3.

La dichiarazione di Bologna del 19 giugno 1999 ha istituito un processo intergovernativo volto alla costruzione di uno spazio europeo dell'istruzione superiore attivamente sostenuto dall'Unione europea, e i ministri responsabili dell'istruzione superiore dei paesi partecipanti, riuniti a Lovanio e a Louvain-la-Neuve il 28 e 29 aprile 2009, hanno chiesto che gli istituti d'istruzione superiore (2) modernizzino ulteriormente le loro attività nel periodo fino al 2020.

4.

La direttiva 2004/114/CE del Consiglio, del 13 dicembre 2004, ha stabilito le condizioni e le regole per l'ammissione dei cittadini di paesi terzi che si recano nel territorio degli Stati membri per un periodo superiore a tre mesi per motivi di studio, scambio di alunni, tirocinio non retribuito o volontariato (3).

5.

La direttiva 2005/71/CE del Consiglio, del 12 ottobre 2005, definisce le condizioni per l’ammissione dei ricercatori dei paesi terzi negli Stati membri per una durata superiore a tre mesi ai fini della realizzazione di un progetto di ricerca nell’ambito di una convenzione di accoglienza con un istituto di ricerca (4).

6.

La risoluzione del Consiglio del 23 novembre 2007 sulla modernizzazione delle università per la competitività dell'Europa in un'economia globale della conoscenza (5), ha invitato gli Stati membri a promuovere l'internazionalizzazione degli istituti d'istruzione superiore incoraggiando la garanzia della qualità mediante valutazioni indipendenti e valutazioni inter pares delle università, accrescendo la mobilità, promuovendo il ricorso a diplomi congiunti e doppi e agevolando il riconoscimento delle qualifiche e dei periodi di studio.

7.

Nelle conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione (6), si afferma che per sostenere gli sforzi degli Stati membri volti a modernizzare l'istruzione superiore e sviluppare uno spazio europeo dell’istruzione superiore, si dovrebbe tendere altresì a una stretta sinergia con il processo di Bologna, in particolare per quanto riguarda gli strumenti di garanzia della qualità, di riconoscimento, di mobilità e di trasparenza.

8.

Le conclusioni del Consiglio e dei Rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio del 26 novembre 2009 sullo sviluppo del ruolo dell'educazione in un triangolo della conoscenza perfettamente funzionante (7), individuano la necessità di riformare ulteriormente le strutture di governo e di finanziamento delle università prevedendo una maggiore autonomia e responsabilità, per agevolare una maggiore diversificazione delle fonti di reddito e una collaborazione più efficace con il mondo dell'impresa, nonché di dotare le università dei mezzi necessari per essere parte del triangolo della conoscenza su scala mondiale.

9.

Le conclusioni del Consiglio dell'11 maggio 2010 sull'internazionalizzazione dell'istruzione superiore (8), invitano la Commissione a sviluppare una strategia internazionale dell'UE in materia d'istruzione superiore che miri a migliorare la coerenza e la complementarità delle iniziative di cooperazione internazionale in corso a livello sia nazionale che di UE e che continui a promuovere l'attrattiva dell'istruzione superiore, della ricerca e dell'innovazione europee nelle attività esterne dell'UE.

10.

Le conclusioni del Consiglio del 7 giugno 2010 sulle nuove competenze per nuovi lavori: prospettive per il futuro (9), sottolineano l'esigenza di promuovere una crescita inclusiva e di aiutare le persone di qualsiasi età ad anticipare e gestire il cambiamento dotandole delle capacità e competenze adeguate.

11.

Le conclusioni del Consiglio del 19 novembre 2010 sull'iniziativa Youth on the move  (10), invitano a migliorare la qualità e l'attrattiva dell'istruzione a tutti i livelli, in particolare nell'ambito dell'istruzione superiore.

12.

Le conclusioni del Consiglio del 26 novembre 2010 sull'Unione dell'innovazione per l'Europa (11) pongono l'accento sull'importanza di dare priorità agli investimenti in istruzione, formazione e ricerca, nonché di avvalersi pienamente del capitale intellettuale dell'Europa al fine di garantire competitività e crescita di lungo termine.

13.

Le conclusioni del Consiglio europeo del 4 febbraio 2011 invitano ad attuare un approccio strategico e integrato per promuovere l'innovazione e trarre pieno vantaggio dal capitale intellettuale dell'Europa, a beneficio dei cittadini, delle imprese — in particolare le PMI — e dei ricercatori (12).

14.

Le conclusioni del Consiglio del 14 febbraio 2011 sul ruolo dell'istruzione e della formazione nell'attuazione della strategia Europa 2020  (13), sottolineano che gli istituti di istruzione superiore dovrebbero cercare di aumentare la qualità e la pertinenza dell'insegnamento che offrono in modo da incoraggiare una più vasta fascia di cittadini a partecipare all'istruzione superiore, e che andrebbe promossa una cooperazione rafforzata tra istituti di istruzione superiore, istituti di ricerca e imprese, al fine di consolidare il triangolo della conoscenza quale base per un'economia più innovativa e creativa.

15.

Le conclusioni del Consiglio del 19 maggio 2011 su un quadro UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020 (14), invitano gli Stati membri a stabilire o continuare a perseguire i loro obiettivi, dedicando particolare attenzione alla necessità di garantire effettiva parità di accesso all'istruzione di qualità, compresa l'istruzione superiore.

16.

Le conclusioni del Consiglio del 31 maggio 2011 sullo sviluppo dello spazio europeo della ricerca (SER) attraverso i gruppi correlati al SER (15), rilevano che i notevoli progressi conseguiti nell'attuazione del SER dovrebbero tradursi nel proseguimento dell'approccio globale e strategico per trarre pieno vantaggio dal capitale intellettuale dell'Europa.

17.

La raccomandazione del Consiglio del 28 giugno 2011: Youth on the Move — Promuovere la mobilità dei giovani per l'apprendimento (16), rileva che la mobilità dei discenti può contribuire ad una maggiore apertura dei sistemi e degli istituti di istruzione e formazione, nonché allo sviluppo della loro dimensione europea e internazionale e al miglioramento della loro accessibilità e efficacia. Essa può anche rafforzare la competitività dell'Europa contribuendo alla costruzione di una società ad alto contenuto di conoscenza.

18.

Le conclusioni del Consiglio del 28 novembre 2011 su un criterio di riferimento nel settore della mobilità per l'apprendimento mirano a incrementare la percentuale degli studenti dell'istruzione superiore che partecipano alla mobilità per l'apprendimento e definiscono limiti quantitativi e qualitativi per misurare i periodi di studio o di formazione connessi all'istruzione superiore trascorsi all'estero.

19.

L'Unione europea vanta una lunga tradizione di cooperazione con i paesi terzi sulla base di una serie di politiche e strumenti in cui l'istruzione superiore svolge un ruolo sempre maggiore. La cooperazione nell'ambito dell'istruzione superiore occupa inoltre una posizione di spicco in quadri di cooperazione multilaterali quali il partenariato orientale, l'Unione per il Mediterraneo o la dimensione settentrionale e la cooperazione con i Balcani occidentali.

ALLA LUCE DELLA:

1.

Prima conferenza ministeriale SER su Intellectual Capital — Creative Impact (Capitale intellettuale — impatto creativo), tenutasi a Sopot il 20 luglio 2011, che ha sottolineato il ruolo dalle università nel mondo globalizzato come fonte di conoscenza e di pensiero creativo, specialmente per i settori di ricerca strategici incentrati sulle sfide attuali.

2.

Conferenza della presidenza sulla modernizzazione dell'istruzione superiore, tenutasi a Sopot il 24-25 ottobre 2011, che ha sottolineato la necessità di modernizzare i sistemi di istruzione superiore, in particolare di fronte alle sfide attuali, come la concorrenza globale e le tendenze demografiche.

ACCOGLIE CON FAVORE:

la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 20 settembre 2011, intitolata «Sostenere la crescita e l'occupazione — un progetto per la modernizzazione dei sistemi d'istruzione superiore in Europa» (17).

RICONOSCE QUANTO SEGUE:

1.

Nel contesto economico attuale, l'istruzione superiore (compresa l'istruzione e formazione professionale terziaria) è chiamata a svolgere, in virtù dei suoi collegamenti con la ricerca e l'innovazione, un ruolo cruciale nel fornire il capitale umano altamente qualificato e nel promuovere l'indispensabile attività di ricerca di cui l'Europa ha bisogno per assicurare lavoro, crescita economica e prosperità.

2.

Non sempre le qualifiche dei laureati corrispondono alle necessità del mercato del lavoro e della società. I datori di lavoro del settore pubblico e di quello privato segnalano sempre più squilibri e difficoltà nell'individuare persone atte a rispondere alle esigenze in costante evoluzione dell'economia della conoscenza.

3.

L'Europa ha bisogno di un numero ben più elevato di ricercatori qualificati e di ricercatori con esperienza al di fuori del mondo accademico, anche provenienti dal settore privato, per favorire economie a più alta intensità di ricerca e potenziare così l'innovazione e la competitività.

4.

Ampliare la partecipazione all'istruzione superiore richiede una maggiore attenzione alle sfide legate alla qualità e alla diversità.

5.

La forza degli istituti di istruzione superiore europei risiede nella loro diversità, nell'offerta di istruzione e ricerca pertinenti, di alta qualità e sostenibili nonché nel collegamento tra autonomia degli istituti, responsabilità verso tutte le parti interessate e capacità di adattarsi a circostanze mutevoli. Oltre alle loro due missioni tradizionali dell'insegnamento e della ricerca, sta acquisendo crescente rilievo una terza missione che consiste nella creazione di collegamenti tra gli istituti e le imprese, anche a livello regionale, e che comprende la responsabilità sociale.

6.

Tuttavia la capacità degli istituti europei d'istruzione superiore di svolgere il loro ruolo nella società e di contribuire alla prosperità dell'Europa resta sottoutilizzata: l'Europa rimane indietro nella competizione mondiale verso la conoscenza e il talento, mentre gli investimenti delle economie emergenti nell'istruzione superiore aumentano rapidamente.

7.

Nello stesso tempo, gli istituti di istruzione superiore tendono troppo spesso ad entrare in competizione in troppe discipline, mentre solo pochi di essi eccellono in settori specifici in cui la concorrenza mondiale è forte.

8.

Gli istituti di istruzione superiore devono dunque continuare a portare avanti riforme interne basate sulla scelta di missioni istituzionali legate alle tipologie di capitale intellettuale che essi rappresentano e cogliere le opportunità per definire sé stessi rispetto ad altri istituti nazionali.

9.

L'autonomia degli istituti è necessaria per promuoverne la diversità istituzionale nell'ambito dei sistemi nazionali di istruzione superiore: occorre diversificare ruoli e missioni degli istituti al fine di promuovere l'eccellenza nell'ambito degli istituti di istruzione superiore.

CONVIENE QUANTO SEGUE:

1.

La principale responsabilità dell'attuazione e promozione delle riforme nel settore dell'istruzione superiore spetta agli Stati membri e agli istituti d'istruzione stessi. Tuttavia, il processo di Bologna e il successivo sviluppo dello spazio europeo dell’istruzione superiore, l'agenda UE per la modernizzazione dei sistemi di istruzione superiore e la creazione dello Spazio europeo della ricerca mostrano che le sfide e le risposte politiche necessarie trascendono le frontiere nazionali e che la cooperazione europea può dare un contributo significativo in termini di sostegno finanziario, analisi delle politiche basata su dati concreti e scambio di buone pratiche.

2.

La qualità e la pertinenza dell'istruzione superiore sono una condizione essenziale per trarre pieno vantaggio dal capitale intellettuale dell'Europa.

3.

La qualità dell'istruzione e della ricerca è un elemento chiave per realizzare con successo la modernizzazione dei sistemi di istruzione superiore in Europa.

4.

Rafforzare il triangolo della conoscenza, ossia istruzione, ricerca e innovazione, è un presupposto fondamentale per consentire all'istruzione superiore di contribuire all'occupazione e alla crescita, per riformare le strutture di governance e di finanziamento nonché per aumentare la sua attrattiva internazionale.

5.

Lo sviluppo dello Spazio europeo della ricerca aumenta la complementarità tra sistemi nazionali per migliorare il rapporto costo/efficacia degli investimenti nella ricerca e per intensificare gli scambi e la cooperazione tra istituti che collaborano nel triangolo della conoscenza.

6.

La mobilità internazionale degli studenti, dei ricercatori e del personale, che è aumentata da quando è stato avviato lo spazio europeo dell'istruzione superiore, ha ripercussioni favorevoli sulla qualità e interessa tutti i settori fondamentali di riforma. Tuttavia, essa può anche costituire una sfida per i sistemi di istruzione che subiscono afflussi consistenti di studenti, o per i paesi minacciati dalla «fuga dei cervelli», che si traduce nel fatto che molte persone di talento scelgono di studiare all'estero e in seguito di rimanervi.

7.

Attrarre i migliori studenti, accademici e ricercatori dall'esterno dell'UE e sviluppare nuove forme di cooperazione transnazionale sono requisiti fondamentali per rendere lo spazio europeo dell'istruzione superiore e lo Spazio europeo della ricerca destinazioni ambite nella corsa globale verso la conoscenza e il talento.

8.

Il coinvolgimento dei datori di lavoro e degli altri soggetti interessati nella definizione e nella realizzazione dei programmi è essenziale al fine di migliorare la qualità e la pertinenza dell'istruzione superiore.

9.

L'investimento pubblico, sostenuto da ulteriori fonti di finanziamento, dovrebbe rimanere il fondamento di un'istruzione superiore sostenibile, specialmente alla luce dell'attuale crisi finanziaria in Europa.

INVITA PERTANTO GLI STATI MEMBRI — CONFORMEMENTE ALLE PRASSI NAZIONALI — A COLLABORARE CON GLI ISTITUTI DI ISTRUZIONE SUPERIORE, RISPETTANDONE L'AUTONOMIA, E CON TUTTI I SOGGETTI INTERESSATI AL FINE DI:

1.

Intensificare gli sforzi per aumentare il livello di qualificazione nell'istruzione superiore e raggiungere l'obiettivo principale di Europa 2020 in materia d'istruzione, ossia che almeno il 40 % delle persone tra i 30 e i 34 anni nell'UE sia in possesso di un diploma d'istruzione terziaria o equivalente, considerata la stima secondo cui, entro il 2020, il 35 % di tutti i posti di lavoro nell'UE richiederanno qualifiche elevate (18).

2.

Definire chiaramente i percorsi che consentono di accedere all'istruzione superiore dopo una formazione professionale o altri tipi d'insegnamento, nonché i meccanismi volti a riconoscere la formazione e l'esperienza precedenti, acquisite al di fuori del settore formale dell'istruzione e formazione, in particolare affrontando le sfide connesse all'attuazione e all'uso dei quadri nazionali di qualifiche collegati al Quadro europeo delle qualifiche.

3.

Promuovere lo sviluppo sistematico di strategie efficaci per assicurare l'accesso dei gruppi svantaggiati e sottorappresentati, in particolare migliorando le attività di sensibilizzazione e fornendo informazioni più trasparenti sulle opportunità e sugli sbocchi dell'istruzione, nonché un orientamento migliore per garantire la scelta giusta negli studi.

4.

Accrescere gli sforzi per ridurre al minimo i tassi di abbandono nell'insegnamento superiore migliorando la qualità, la pertinenza e l'attrattiva dei corsi, in particolare attraverso l'apprendimento incentrato sugli studenti e la prestazione di sostegno, orientamento e consulenza dopo l'ingresso.

5.

Fare in modo che un aiuto finanziario mirato sia accessibile ai potenziali studenti provenienti da ambienti a basso reddito.

6.

Incoraggiare l'utilizzazione delle proiezioni in materia di competenze e di crescita, nonché i dati concernenti l'occupazione tra i laureati (in particolare il monitoraggio dei loro risultati occupazionali) al momento dell'elaborazione, realizzazione e valutazione dei corsi e incoraggiare maggiore flessibilità nell'elaborazione dei programmi di studio, inclusi i percorsi di apprendimento interdisciplinari, in una prospettiva di potenziamento dell'occupabilità dei laureati.

7.

Incoraggiare l'adozione di approcci incentrati sugli studenti riguardo all'insegnamento e all'apprendimento, riconoscendo le necessità di un corpo studentesco caratterizzato dalla diversità e promuovendo una più ampia diversificazione delle modalità di studio, anche mediante un uso efficace delle TIC.

8.

Incoraggiare gli istituti d'istruzione superiore a investire nello sviluppo professionale continuo del loro personale e a valorizzare l'eccellenza nell'insegnamento.

9.

Lottare contro gli stereotipi ed eliminare gli ostacoli tuttora incontrati dalle donne per raggiungere i livelli più alti nel terzo ciclo universitario e nella ricerca — soprattutto in alcune discipline e in posti direttivi — per liberare talenti non ancora sfruttati.

10.

Collegare, se del caso, il finanziamento nazionale dei programmi di dottorato al rispetto dei principi applicabili alla formazione innovativa per il dottorato (19) e sostenere lo sviluppo delle opportunità di carriera dei ricercatori.

11.

Stimolare lo sviluppo di competenze imprenditoriali, creative e innovative in tutte le discipline e in tutti i cicli e promuovere l'innovazione nell'istruzione superiore attraverso una maggiore interattività dei contesti di apprendimento e il rafforzamento dell'infrastruttura dedicata al trasferimento delle conoscenze.

12.

Incoraggiare, se del caso, un ruolo maggiore della ricerca interdisciplinare negli istituti di istruzione superiore e intensificare le interconnessioni tra l'istruzione superiore e la ricerca, affinché il triangolo della conoscenza funzioni in modo più efficace.

13.

Oltre alle missioni di insegnamento e di ricerca dell'istruzione superiore è necessario incoraggiare l'ulteriore sviluppo delle attività della terza missione, quali la condivisione delle conoscenze e l'innovazione, l'impegno nella comunità, l'apprendimento permanente e la pertinenza rispetto allo sviluppo regionale e locale.

14.

Incoraggiare il partenariato e la collaborazione con le imprese, ad esempio attraverso dispositivi di valorizzazione, tirocini e apprendistati, misure d'incentivazione della cooperazione multidisciplinare e tra le varie organizzazioni, e la riduzione degli ostacoli regolamentari e amministrativi ai partenariati tra istituti di istruzione superiore e altri soggetti pubblici e privati. L'efficace trasferimento della conoscenza verso il mercato, e in questo contesto il continuum tra ricerca di base e ricerca applicata, può essere ottenuto mediante l'attuazione di politiche pubbliche volte a agevolare i partenariati tra un'ampia gamma di soggetti.

15.

Rafforzare i legami tra istituti di istruzione superiore, datori di lavoro e istituzioni del mercato del lavoro in modo da tenere maggiormente conto delle necessità del mercato del lavoro nei programmi di studio, migliorare la corrispondenza tra competenze e occupazione ed elaborare politiche attive del mercato del lavoro volte a favorire l'occupazione tra i laureati.

16.

Aumentare la qualità grazie alla mobilità e alla cooperazione transnazionale, ad esempio:

a.

integrando in modo più sistematico nei programmi la mobilità a fini di apprendimento, ove opportuno, e garantendo il riconoscimento effettivo dei crediti d'insegnamento ottenuti all'estero, attraverso un efficace uso degli strumenti per la trasparenza, come il sistema europeo di accumulazione e trasferimento dei crediti (ECTS), il supplemento al diploma, la garanzia della qualità e il quadro europeo delle qualifiche;

b.

eliminando gli ostacoli superflui al cambio di istituto tra i livelli di laurea e laurea magistrale, nonché alla cooperazione e agli scambi transnazionali;

c.

migliorando l'accesso, le condizioni di occupazione e le possibilità di evoluzione per gli studenti, i ricercatori e i docenti di paesi extra UE, ad esempio risolvendo, ove possibile, le questioni amministrative relative alle difficoltà connesse con l'ottenimento di visti;

d.

provvedendo affinché i sistemi di garanzia della qualità contemplino adeguatamente l'istruzione in franchising;

e.

promuovendo una più ampia cooperazione istituzionale, anche sviluppando corsi finalizzati all'ottenimento di diplomi doppi o congiunti.

17.

Incoraggiare una governance e sistemi di finanziamento più flessibili negli istituti di istruzione superiore, con meccanismi collegati ai risultati e alla concorrenza, e promuovere la professionalizzazione della gestione interna.

18.

Facilitare l'accesso ad altre fonti di finanziamento, ivi compreso, ove appropriato, attraverso l'utilizzazione di fondi pubblici per mobilitare l'investimento privato e altri investimenti pubblici.

SI COMPIACE DELL'INTENZIONE DELLA COMMISSIONE DI:

1.

Sostenere gli Stati membri negli sforzi di riforma dei sistemi di istruzione superiore, sfruttando pienamente i programmi dell'UE in materia di istruzione e formazione e mediante un miglioramento della base di conoscenze comprovate, analisi dettagliate e una maggiore trasparenza, ad esempio:

a.

sviluppando, in consultazione con le parti interessate, uno strumento per la trasparenza indipendente basato sulle prestazioni per redigere una classifica degli istituti di istruzione superiore («U-Multirank») che tenga conto della specificità dei sistemi di istruzione superiore nazionali e riconosca la diversità degli istituti di istruzione superiore in Europa, e che permetta altresì agli utenti di creare classifiche pluridimensionali personalizzate;

b.

continuando a migliorare la conoscenza dell'istruzione superiore e del mercato del lavoro, in particolare i dati relativi alla mobilità a fini di apprendimento e agli sbocchi professionali in Europa (operando nel quadro delle risorse disponibili e minimizzando gli oneri amministrativi), nonché fornendo orientamento specifico sul rafforzamento delle competenze di base e trasversali e sul modo di ovviare allo squilibrio delle competenze;

c.

analizzando l'impatto di diverse strategie di finanziamento sulla diversificazione, l'efficacia e l'equità dei sistemi d'istruzione superiore, nonché sulla mobilità degli studenti;

d.

creando un gruppo di esperti ad alto livello per analizzare i temi determinanti per la modernizzazione dell'istruzione superiore, iniziando con la promozione dell'eccellenza nell'insegnamento, nella prospettiva di relazionare in merito entro il 2013.

2.

Facilitare una maggiore mobilità a fini di apprendimento rafforzando l'ECTS e i meccanismi di garanzia della qualità, allo scopo di migliorare il riconoscimento.

3.

Proporre, senza pregiudicare i prossimi negoziati sul futuro programma dell'UE in materia di istruzione, formazione e gioventù, un programma di mobilità nel quadro dell'Erasmus a livello di laurea magistrale (Erasmus Masters Degree Mobility Scheme), allo scopo di facilitare la mobilità, l'eccellenza e l'accesso a un finanziamento abbordabile che permetta agli studenti di studiare per la laurea magistrale in un altro Stato membro, indipendentemente dall'estrazione sociale.

4.

Sostenere l'analisi dei flussi di mobilità e degli sviluppi nell'istruzione in franchising.

5.

Promuovere, insieme agli Stati membri, lo sviluppo coerente dello Spazio europeo della ricerca e dello spazio europeo dell'istruzione superiore e puntare a rafforzare le sinergie tra l'UE e il processo di Bologna, anche avvalendosi del programma post-2013 nel settore dell'istruzione e della formazione, al fine di contribuire alla realizzazione dell'obiettivo di «mobilità del 20 %» stabilito dal processo di Bologna e dall'UE.

6.

Continuare a sviluppare l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) adottando la proposta di un nuovo programma strategico in materia di innovazione, che delineerà il futuro e le priorità dell'EIT e presenterà proposte relative a nuove CCI, in particolare al fine di aumentare il potenziale di innovazione degli istituti d'istruzione superiore in collaborazione con le imprese.

7.

Sostenere l'attuazione di procedure di assunzione aperte e trasparenti e incoraggiare la mobilità transnazionale e transettoriale dei ricercatori promuovendo il Quadro europeo per le carriere della ricerca e l'iniziativa europea EURAXESS — Researchers in Motion  (20).

8.

Rafforzare, nell'ambito delle azioni Marie Curie, i programmi di mobilità rivolti agli studenti di dottorato, compreso il sostegno alla reintegrazione, e promuovere un programma di dottorati industriali europei al fine di sostenere la ricerca applicata.

9.

Proporre un quadro qualitativo per i tirocini al fine di aiutare gli studenti e i laureati ad acquisire le conoscenze pratiche necessarie per il mondo del lavoro e disporre di un'offerta di apprendistati più ampia e di migliore qualità.

10.

Promuovere l'UE come destinazione di studi e di ricerca per i migliori talenti del mondo, nel rispetto della diversità degli istituti d'istruzione superiore, e sviluppare i contatti nel campo dell'istruzione superiore con partner esterni all'Unione, allo scopo di rafforzare i sistemi nazionali di istruzione superiore, il dialogo politico, la mobilità e il riconoscimento accademico, anche tramite la strategia di allargamento, la politica europea di vicinato, il partenariato orientale, il partenariato euromediterraneo, la cooperazione con i Balcani occidentali, l'approccio globale alla migrazione e il forum politico di Bologna.

11.

Elaborare una strategia internazionale dell'UE in materia di istruzione superiore per agevolare la realizzazione dei suddetti obiettivi, aumentando la sensibilizzazione e visibilità a livello internazionale ed instaurando un dialogo con i partner per rafforzare le relazioni e potenziare lo sviluppo di capacità nel settore dell'istruzione superiore.

12.

Rafforzare l'impatto a lungo termine del finanziamento dell'UE per la modernizzazione dell'istruzione superiore migliorando la complementarità tra i diversi strumenti di finanziamento, segnatamente il futuro programma UE nei campi dell'istruzione, della formazione e della gioventù, il programma quadro per la ricerca e l'innovazione Orizzonte 2020 e gli strumenti della politica di coesione europea.


(1)  EUCO 13/10

(2)  Per tener conto della diversità linguistica e delle tradizioni e prassi nazionali, il termine utilizzato comprende l'insieme degli istituti di istruzione terziaria, in particolare le università, le università specializzate in scienze applicate, gli istituti di tecnologia, le «grandes écoles», le scuole di commercio, le scuole di ingegneria, gli istituti tecnologici universitari, le scuole superiori, le scuole professionali, i politecnici, le accademie ecc.

(3)  GU L 375 del 23.12.2004, pag. 12.

(4)  GU L 289 del 3.11.2005, pag. 15.

(5)  Doc 16096/1/07 REV 1.

(6)  GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.

(7)  GU C 302 del 12.12.2009, pag. 3.

(8)  GU C 135 del 26.5.2010, pag. 12.

(9)  Doc. 10841/10.

(10)  GU C 326 del 3.12.2010, pag. 9.

(11)  Doc. 17165/10.

(12)  Doc. EUCO 2/11, punto 16, pag. 6.

(13)  GU C 70 del 4.3.2011, pag. 1.

(14)  Doc. 10658/11.

(15)  Doc. 11032/11.

(16)  GU C 199 del 7.7.2011, pag. 1.

(17)  Doc. 14198/11 + ADD 1.

(18)  Relazione Cedefop 2010.

(19)  Relazione adottata dal gruppo direttivo SER sulle risorse umane e la mobilità in maggio e ultimata il 27 giugno 2011.

(20)  Relazione adottata dal gruppo direttivo SER sulle risorse umane e la mobilità nel maggio 2011 e ultimata il 21 luglio 2011.