4.11.2004   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

L 330/125


DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO,

del 21 aprile 2004,

sulla chiusura dei conti del sesto, settimo e ottavo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2002

(2004/722/CE)

IL PARLAMENTO EUROPEO,

visti i bilanci finanziari e conti di gestione del sesto, settimo e ottavo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2002 [COM(2003) 475 - C5-0496/2003],

vista la relazione annuale della Corte dei conti sulle attività del sesto, del settimo e dell'ottavo Fondo europeo di sviluppo, corredata delle risposte delle istituzioni, per l'esercizio 2002 (C5-0584/2003) (1),

vista la dichiarazione di affidabilità della Corte dei conti sui Fondi europei di sviluppo (C5-0584/2003),

viste le raccomandazioni del Consiglio del 9 marzo 2004 relative alla concessione del discarico alla Commissione per la gestione finanziaria dei Fondi europei di sviluppo per l'esercizio 2002 (C5-0146/2004, C5-0147/2004, C5-0148/2004),

visto l'articolo 33 dell'accordo interno, del 20 dicembre 1995, tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento ed alla gestione degli aiuti della Comunità nel quadro del secondo protocollo finanziario della quarta convenzione ACP-CE (2),

visto l'articolo 74 del regolamento finanziario del 16 giugno 1998 applicabile alla cooperazione per il finanziamento dello sviluppo a norma della quarta convenzione ACP-CE (3),

visti gli articoli 93 e 93 bis, terzo trattino, e l'allegato V del regolamento interno,

visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e il parere della commissione per lo sviluppo e la cooperazione (A5-0183/2004),

1.

osserva che la situazione finanziaria del sesto, settimo e ottavo Fondo europeo di sviluppo era, al 31 dicembre 2002, la seguente:

Utilizzo cumulato delle risorse dei FES al 31 dicembre 2002

(milioni di EUR)

 

Situazione fine 2001

Esecuzione di bilancio nel corso dell'esercizio 2002

Situazione fine 2002

 

Importo globale

Tasso di esecuzione (4)

Sesto FES

Settimo FES

Ottavo FES (5)

Importo globale

Sesto FES

Settimo FES

Ottavo FES (5)

Importo globale

Tasso di esecuzione (4)

A — RISORSE  (6)

32 797,3

 

 

 

 

0,0

7 829,1

11 511,7

13 499,6

32 840,4

 

B - UTILIZZO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. Impegni primari

28 152,8

85,8

2,8

126,0

1 639,6

1 768,4

7 484,7

10 928,7

11 507,8

29 921,2

91,1

Aiuto programmabile

15 648,6

 

1,2

151,0

660,2

812,5

4 875,5

5 754,4

5 831,1

16 461,1

 

Aiuto non programmabile

9 324,5

 

- 1,1

- 15,6

574,4

557,7

2 511,2

3 667,4

3 703,6

9 882,2

 

Adeguamento strutturale e sostegno macroeconomico

2 726,1

 

0,0

- 0,6

405,0

404,3

6,0

1 151,4

1 973,1

3 130,5

 

Su trasferimenti di FES precedenti

453,6

 

2,7

- 8,8

0,0

- 6,1

92,0

355,5

0,0

447,5

 

2. Impegni secondari

22 681,3

69,2

33,5

328,1

1 781,3

2 142,9

7 318,9

9 985,4

7 519,9

24 824,2

75,6

Aiuto programmabile

11 282,7

 

36,3

212,6

890,7

1 139,7

4 741,8

4 973,7

2 706,8

12 422,4

 

Aiuto non programmabile

8 716,9

 

- 4,2

99,2

403,2

498,2

2 483,0

3 549,4

3 182,6

9 215,1

 

Adeguamento strutturale e sostegno macroeconomico

2 298,7

 

- 0,7

- 1,0

487,3

485,7

5,3

1 148,6

1 630,5

2 784,4

 

Trasferimenti tra FES

383,0

 

2,0

17,3

0,0

19,3

88,7

313,6

0,0

402,3

 

3. Pagamenti

19 683,6

60,0

48,5

326,1

1 478,1

1 852,7

7 235,1

9 232,4

5 068,9

21 536,4

65,6

Aiuto programmabile

9 739,4

 

46,3

239,2

650,0

935,5

4 669,0

4 488,1

1 517,8

10 674,9

 

Aiuto non programmabile

7 512,6

 

1,3

56,5

467,7

525,5

2 475,1

3 315,9

2 247,1

8 038,1

 

Adeguamento strutturale e sostegno macroeconomico

2 088,5

 

- 0,1

8,5

360,4

368,8

5,3

1 148,0

1 304,0

2 457,4

 

Trasferimenti tra FES

343,1

 

1,0

21,9

0,0

22,9

85,7

280,4

0,0

366,0

 

C - Ancora da versare (B1-B3)

8 469,2

25,8

 

 

 

 

249,6

1 696,3

6 438,9

8 384,8

25,5

D - Saldo disponibile (A-B1)

4 644,5

14,2

 

 

 

 

344,4

583,0

1 991,8

2 919,2

8,9

2.

incarica il suo presidente di trasmettere la presente decisione alla Commissione, al Consiglio, alla Corte di giustizia, alla Corte dei conti e alla Banca europea per gli investimenti e di provvedere alla loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (serie L).

Il segretario generale

Julian PRIESTLEY

Il presidente

Pat COX


(1)  GU C 286 del 28.11.2003, pag. 325.

(2)  GU L 156 del 29.5.98, pag. 108.

(3)  GU L 191 del 7.7.1998, pag. 53.

(4)  In percentuale delle risorse.

(5)  Di cui 732,9 milioni di EUR di impegni primari, 347,4 milioni di EUR di impegni secondari e 97,7 milioni di EUR di pagamenti per l'attuazione anticipata dell'accordo di Cotonou.

(6)  Dotazione iniziale del sesto, settimo e ottavo FES (di cui 60 milioni di EUR di contributo speciale BEI), interessi, risorse varie e trasferimenti da FES precedenti.


RISOLUZIONE

del Parlamento europeo recante le osservazioni che costituiscono parte integrante della decisione che concede il discarico alla Commissione per la gestione finanziaria del sesto, settimo e ottavo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2002

IL PARLAMENTO EUROPEO,

visti i bilanci finanziari e conti di gestione del sesto, settimo e ottavo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2002 [COM(2003) 475 - C5-0496/2003],

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e alla Corte dei conti, del 7 agosto 2003, sulle informazioni finanziarie sul sesto, settimo e ottavo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2002 [COM(2003) 491 - C5-0619/2003],

vista la relazione annuale della Corte dei conti sulle attività del sesto, del settimo e dell'ottavo Fondo europeo di sviluppo, corredata delle risposte delle istituzioni, per l'esercizio 2002 (C5-0584/2003) (1),

vista la dichiarazione di affidabilità della Corte dei conti sui Fondi europei di sviluppo (C5-0584/2003),

vista la relazione annuale 2003 della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla politica di sviluppo della CE e sull'esecuzione dell'assistenza esterna nel 2002 [COM(2003) 527],

vista la sua risoluzione del 1o marzo 2001 sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo dal titolo «La politica di sviluppo della Comunità europea» (2),

vista la relazione annuale di attività dell'ufficio di cooperazione EuropAid per il 2002,

viste le raccomandazioni del Consiglio del 9 marzo 2004 relative alla concessione del discarico alla Commissione per la gestione finanziaria dei Fondi europei di sviluppo per l'esercizio 2002 (C5-0146/2004, C5-0147/2004, C5-0148/2004),

visto l'articolo 33 dell'accordo interno, del 20 dicembre 1995, tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento ed alla gestione degli aiuti della Comunità nel quadro del secondo protocollo finanziario della quarta convenzione ACP-CE (3),

visto l'articolo 74 del regolamento finanziario del 16 giugno 1998 applicabile alla cooperazione per il finanziamento dello sviluppo a norma della quarta convenzione ACP-CE (4),

visti gli articoli 93 e 93 bis, terzo trattino, e l'allegato V del regolamento interno,

visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e il parere della commissione per lo sviluppo e la cooperazione (A5-0183/2004);

A.

considerando che, a norma dell'articolo 74 del regolamento finanziario del 16 giugno 1998, la Commissione adotta ogni misura utile per dare seguito alle osservazioni di cui alle decisioni di discarico e, su richiesta del Parlamento europeo, presenta una relazione sulle misure adottate a seguito di tali osservazioni,

B.

considerando che l'attuale Commissione, il cui mandato ha avuto inizio nel settembre 1999, ha avviato nel maggio 2000 (5) una riforma della gestione dell'assistenza esterna CE e, nel novembre 2000 (6), una riforma della politica di sviluppo della CE,

C.

considerando che l'accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000 (accordo di Cotonou) (7) entrato in vigore il 1o aprile 2003, ha riformato gli aiuti agli Stati ACP e posto maggiormente l'accento sulla riduzione della povertà,

D.

considerando che, a causa del lungo processo di ratifica dell'accordo di Cotonou, il nono Fondo europeo di sviluppo (FES) per il periodo 2000-2005 non era entrato in vigore alla fine del 2002, obbligando la Commissione a utilizzare durante tale esercizio risorse dell'ottavo Fondo per avviare decisioni di finanziamento basate sulla programmazione per il nono FES,

E.

considerando che l'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, nella sua riunione dell'11-15 ottobre 2003 a Roma (Italia) ha adottato una risoluzione (8) sull'utilizzazione del Fondo europeo di sviluppo, in cui si invita la Commissione ad accelerare l'esecuzione degli stanziamenti,

Dichiarazione di affidabilità

1.

nota che la Corte dei conti ritiene che le entrate iscritte in contabilità, gli importi assegnati ai Fondi europei di sviluppo (FES), gli impegni e i pagamenti dell'esercizio finanziario siano, nell'insieme, legittimi e regolari;

2.

rileva che la Corte dei conti ha formulato il suo parere sulla base di un'analisi e di una valutazione dei sistemi di supervisione e di controllo della Commissione nonché sulla base dei controlli effettuati, per quanto concerne le operazioni sottostanti, a Bruxelles e, in loco, in sei Paesi ACP;

3.

sostiene l'approccio della Corte dei conti che consiste nell'accordare notevole priorità all'analisi dei sistemi di supervisione e di controllo;

4.

sostiene l'intenzione della Corte dei conti di effettuare controlli in loco negli Stati ACP; invita la Corte dei conti a garantire che tutte le delegazioni della Commissione vengano visitate e controllate entro un numero limitato di anni;

5.

rileva che la Corte dei conti formula osservazioni critiche per quanto concerne:

a)

il fatto che la Commissione non ha sufficientemente affrontato le deficienze riguardanti il mandato, la stesura di relazioni e il monitoraggio delle relazioni di audit su operazioni del FES;

b)

alcuni controlli chiave non sono sempre stati eseguiti in modo affidabile dall'ordinatore nazionale e/o dal capo della delegazione;

c)

non esistono informazioni sul monitoraggio né indicatori di prestazione quanto alla evoluzione della qualità della gestione delle finanze pubbliche negli Stati ACP per cui la Corte dei conti non può pronunciarsi sull'utilizzazione dell'aiuto di bilancio diretto;

d)

il direttore generale dell'Ufficio di cooperazione EuropeAid (AIDCO) non disponeva di informazioni sufficienti quando, nella relazione annuale di attività dell'AIDCO per il 2002, ha dichiarato senza formulare alcuna riserva che le procedure di controllo istituite fornivano le garanzie necessarie in merito alla legittimità e alla regolarità delle operazioni sottostanti;

Dichiarazione del direttore generale dell'AIDCO

6.

rileva con soddisfazione che la relazione annuale di attività e la dichiarazione del direttore generale dell'AIDCO per il 2002 riguardavano anche il FES, sebbene la carta degli ordinatori allora non fosse estesa alle transazioni del FES; rileva anche, tuttavia, che la Corte dei conti ritiene che, dal punto di vista metodologico, il direttore generale dell'AIDCO non disponesse ancora di tutte le informazioni necessarie sulla realtà, la legittimità e la regolarità delle operazioni sul campo, riguardo ai seguenti elementi:

a)

la gestione dei fondi da parte degli Stati ACP non aveva ancora formato oggetto di un'analisi dei rischi e di una valutazione formalizzata, in specie nell'ambito del ricorso all'aiuto al bilancio. L'AIDCO non poteva ancora misurare il grado di applicazione effettiva della norma di controllo interno n. 17 sulla sorveglianza per quanto attiene alle operazioni gestite dalle delegazioni e dagli ordinatori nazionali;

b)

l'ambito e i risultati degli audit esterni non erano né misurati, né analizzati. Questi audit esterni non erano ancora inclusi nella sfera di applicazione della norma di controllo interno n. 21, che riguarda le relazioni di audit;

c)

gli importi da recuperare non erano contabilizzati e non erano sempre identificati. Non era così garantita la liquidazione corretta degli anticipi;

invita il direttore generale dell'AIDCO a porre rimedio alle carenze di cui sopra evidenziate dalla Corte dei conti;

7.

rileva che il commissario per lo sviluppo e l'aiuto umanitario non ritiene che gli spetti il compito di verificare che il direttore generale dell'AIDCO includa una dichiarazione affidabile nella relazione annuale di attività dell'AIDCO;

8.

non ritiene che il parere del commissario per lo sviluppo e l'aiuto umanitario sulla questione sia conforme al codice di condotta dei commissari e dei dipartimenti, secondo cui «i direttori generali devono rispondere dinanzi ai loro commissari della corretta esecuzione degli orientamenti politici stabiliti dalla Commissione e dal commissario»;

9.

mette in dubbio il valore di una tale dichiarazione dal momento che una critica seria all'approccio assunto nell'elaborare la dichiarazione stessa non comporta alcuna conseguenza per un direttore generale;

Aiuto di bilancio

10.

rileva che l'aiuto di bilancio ha visto aumentare la sua percentuale di impegni primari eseguiti che è passata dal 14 % nel 2001 al 23 % nel 2002; rileva che la Commissione intende aumentare ancora tale percentuale negli anni a venire;

11.

riconosce che l'aiuto di bilancio può contribuire efficacemente a realizzare gli obiettivi di riduzione della povertà e di migliore di gestione delle finanze pubbliche nei paesi beneficiari, tra l'altro aumentando la responsabilità propria del paese beneficiario;

12.

rileva che, conformemente all'accordo di Cotonou, l'aiuto di bilancio diretto a sostegno delle riforme macroeconomiche o settoriali è accordato quando (9):

a)

la gestione della spesa pubblica è sufficientemente trasparente, responsabile ed efficace;

b)

sono in atto politiche macroeconomiche o settoriali ben definite, istituite dal paese in questione e approvate dai suoi finanziatori principali; e

c)

gli appalti pubblici sono aperti e trasparenti;

13.

riconosce che i fondi di sostegno al bilancio, una volta liberati per uno Stato ACP, sono spesi e controllati secondo procedure di controllo nazionali, anziché secondo procedure del FES; è consapevole della necessità che ne deriva di modificare le procedure di follow-up della Commissione, passando da controlli e verifiche tradizionali delle operazioni a una valutazione dello stato della gestione delle finanze pubbliche basata su informazioni di monitoraggio e indicatori di risultato; rileva tuttavia che la Corte dei conti trova che i criteri utilizzati per liberare fondi di sostegno al bilancio consistano essenzialmente in indicatori macroeconomici ma forniscono soltanto informazioni parziali circa la gestione delle finanze pubbliche, e che non vengono fornite un'analisi e una valutazione distinte e chiare della qualità della gestione delle finanze pubbliche;

14.

è profondamente preoccupato per il fatto che la Commissione intensifichi il ricorso all'aiuto di bilancio nel momento stesso in cui la Corte dei conti — in assenza di informazioni sul monitoraggio e di indicatori di risultato quanto all'evoluzione della qualità della gestione delle finanze pubbliche nei Paesi ACP — non è ancora in grado di esprimere un parere sull'utilizzazione da parte degli Stati ACP dell'aiuto diretto di bilancio;

15.

è informato che altri donatori intensificano il ricorso all'aiuto di bilancio e che la Commissione coopera con tali donatori, in particolare la Banca mondiale, all'elaborazione di indicatori di risultato;

16.

invita la Commissione a continuare a cooperare con altri donatori al fine di garantire un loro approccio armonizzato nei confronti dei Paesi ACP e ciò non solo in materia di indicatori di risultato ma anche per quanto riguarda i requisiti imposti agli Stati ACP in materia, ad esempio, di controlli e relazioni;

17.

approva fermamente l'intenzione della Corte dei conti di adottare nel 2004 una relazione speciale sull'utilizzazione dell'aiuto di bilancio;

18.

chiede alla Commissione di includere nella sua comunicazione concernente le informazioni finanziarie sul FES per l'esercizio 2003 un elenco dei paesi che beneficiano di un aiuto di bilancio indicando se quote di tale aiuto siano state trattenute; chiede alla Commissione di indicare altresì in tale comunicazione, per ciascun paese che beneficia di un aiuto di bilancio diretto, se siano state rispettate le tre condizioni principali poste per beneficiare di tale aiuto che sono enunciate all'articolo 61, paragrafo 2, dell'accordo di Cotonou;

19.

chiede alla Commissione di comunicare entro il 1o settembre 2004 lo stato di avanzamento dei lavori nel quadro del programma relativo a spese pubbliche e responsabilità finanziaria (PEFA), in particolare la data prevista per la conclusione di un accordo su un elenco definitivo di indicatori di risultato in materia di gestione delle finanze pubbliche;

20.

invita la Commissione — nell'ottica dei prossimi negoziati su eventuali modifiche dell'accordo di Cotonou — ad avviare un dialogo con gli Stati ACP sulla possibilità di subordinare la concessione dell'aiuto di bilancio a un impegno da parte del paese beneficiario di destinare a misure di sostegno istituzionale l'equivalente del 5-10 % dell'importo complessivo ricevuto a titolo dell'aiuto di bilancio;

Istituzioni superiori di controllo

21.

ricorda la sua posizione per quanto riguarda la necessità di associare all'audit del FES le istituzioni superiori di controllo degli Stati ACP (10);

22.

rileva che la Corte dei conti deplora la mancanza di un approccio strutturato e chiaro da parte della Commissione per contribuire al rafforzamento delle istituzioni nazionali di controllo e di audit;

23.

chiede alla Commissione di includere in una comunicazione concernente le informazioni finanziarie sul FES per l'esercizio 2003 informazioni relative ai fondi destinati a progetti che coinvolgono le istituzioni superiori di controllo;

24.

invita la Commissione a prendere in considerazione di prevedere una condizione in virtù della quale, prima che l'aiuto finanziario possa essere accordato, lo Stato ACP interessato debba accettare di attuare un programma pluriennale in vista della creazione e/o del potenziamento di un istituzione superiore di controllo;

Decentralizzazione della gestione dell'aiuto e del sostegno

25.

si compiace che la Commissione assegni risorse e poteri decisionali alle sue delegazioni; si aspetta che ciò contribuisca ad aumentare ancora l'esecuzione degli impegni e dei pagamenti rispetto al livello raggiunto dalla Commissione nel 2002; è consapevole che l'esercizio di deconcentrazione è in corso e che, secondo le previsioni, la deconcentrazione dovrebbe essere pienamente operativa nel 2004;

26.

sottolinea che la strategia della Commissione in materia di audit e valutazione deve riflettere l'evoluzione della gestione dell'aiuto e del sostegno e fondarsi su una valutazione dei rischi; sottolinea che i controlli e le valutazioni devono essere indipendenti e di alta qualità; chiede alla Commissione di trasmettere il suo documento di lavoro sulla valutazione dei rischi non appena ultimato e al più tardi per il 1o luglio 2004;

27.

sottolinea che i capi di delegazione devono garantire che i controlli chiave vengano effettuati e adottare misure in caso in cui l'ordinatore nazionale non ottemperi all'obbligo di effettuare tali controlli; teme che le delegazioni non dispongano di personale sufficientemente qualificato per conformarsi ai nuovi obblighi in materia di controllo finanziario;

28.

è preoccupato che la visione d'insieme delle sedi centrali quanto alle attività di audit e di valutazione portate avanti in sede di delegazione sia insufficiente; rileva che è prevista l'integrazione delle attività del FES nel sistema CRIS nel corso della prima metà del 2004; prende atto della preoccupazione della Corte dei conti, secondo cui non è probabile che il sistema CRIS rimedi alle carenze relative ai mandati, alla stesura delle relazioni e al seguito dato alle relazioni di audit; chiede alla Commissione di comunicare entro il 1o settembre 2004: 1) se il processo di collegamento del sistema OLAS al sistema CRIS ha avuto buon esito e 2) se gli audit relativi ai fondi FES sono stati inclusi nel sistema CRIS;

29.

deplora che la Commissione non raccolga in modo sistematico gli audit e le valutazioni provenienti dalle delegazioni e che quindi non sia stata in grado di reagire tempestivamente alla richiesta del relatore di ricevere talune relazioni di audit e di valutazione; ritiene che ciò conferma che le sedi centrali non dispongono di una visione d'insieme delle attività di audit e di valutazione; rileva che gli elenchi di audit ricevuti dal relatore contenevano in alcuni casi informazioni erronee circa i prezzi di un audit, l'entità del progetto sottostante, ecc.; ritiene che ciò confermi ancora una volta che le sedi centrali non dispongono di una visione d'insieme riguardo alle attività di audit;

30.

chiede alla Commissione di presentare entro il 1o luglio 2004 un piano strutturato che indichi come le sedi centrali debbano verificare i controlli effettuati dalle delegazioni nel quadro di un sistema di gestione deconcentrata; sottolinea che audit finanziari e valutazioni dovrebbero essere coordinati, controllati e seguiti dalle sedi centrali; è particolarmente preoccupato per l'apparente mancanza di seguito sistematico degli audit e delle valutazioni;

31.

chiede alla Commissione di presentare entro il 1o luglio 2004 un elenco degli audit e delle valutazioni effettuati nel 2003 dalle delegazioni e dalle sedi centrali e di indicare in che modo audit e valutazioni siano stati seguiti; sottolinea che l'elenco richiesto deve includere unicamente audit e valutazioni effettivamente realizzati e non semplicemente programmati;

32.

rileva che la Commissione non è certa di disporre di informazioni complete concernenti le valutazioni effettuate dalle delegazioni (11); chiede alla Commissione di indicare, quando trasmetterà l'elenco delle valutazioni effettuate nel 2003, in che modo tale situazione sarà stata risolta;

Esecuzione, RAL e iscrizione in bilancio

33.

ritiene che il livello di risorse del FES inutilizzate, attualmente pari a 11,3 miliardi di EUR (12) sia deplorevole per un fondo che mira ad assistere i paesi più poveri del mondo; è consapevole dei fattori che limitano la capacità della Commissione ad affrontare questo problema, come la responsabilità dell'ordinatore nazionale (ON) per l'approvazione delle fatture, la necessità di ottenere l'accordo dell'ON per i disimpegni, le circostanze che impediscono l'esecuzione di programmi in alcuni paesi in crisi e la mancanza di un limite temporale per l'utilizzazione dei fondi; riconosce il valore delle modifiche del regolamento finanziario e dei nuovi accordi finanziari miranti a mantenere il RAL sotto controllo per il nono FES; sottolinea il fatto che numerosi di questi problemi sarebbero risolti qualora il FES venisse fatto rientrare nel bilancio comunitario;

34.

rileva che alla fine del 2002 le risorse non ancora impegnate a titolo del sesto, settimo e ottavo FES ammontavano a 2,9 miliardi di EUR (ossia l'8,9 % del totale delle risorse) anche se erano rispettivamente 17, 12 e 5 anni che i tre FES erano entrati in vigore;

35.

rileva che gli impegni secondari (contratti) e i pagamenti eseguiti ammontavano rispettivamente a 2,1 miliardi di EUR e a 1,9 miliardi di EUR per cui il livello è rimasto relativamente elevato rispetto agli anni precedenti; è altresì consapevole del fatto che i più elevati livelli di esecuzione sono dovuti essenzialmente al maggior ricorso al sostegno di bilancio;

36.

nota che alla fine del 2002 gli impegni ancora da liquidare, o RAL (reste à liquider) ammontavano a 8,4 miliardi di EUR, 1,2 miliardi di EUR dei quali erano considerati come RAL anormale (13);

37.

chiede alla Commissione di includere nella sua relazione concernente le informazioni finanziarie sui FES per l'esercizio 2003 una tabella che riporti il RAL per settore e per anno di impegno nonché informazioni concernenti il livello del RAL anormale e le misure adottate nel 2003 per ridurre tale RAL anormale;

38.

si compiace della comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo «Verso la piena integrazione della cooperazione con i Paesi ACP nel bilancio dell'UE» dell'8 ottobre 2003 COM (2003) 590;

39.

ritiene opportuno iscrivere il FES in bilancio, cioè integrarlo nel bilancio generale dell'Unione europea al fine di dargli lo stesso status delle altre parti dell'acquis comunitario e di rimediare all'attuale deficit democratico;

40.

sottolinea che — oltre all'importanza politica dell'iscrizione in bilancio — l'integrazione del FES nel bilancio generale dell'Unione europea può comportare considerevoli vantaggi in materia di gestione di bilancio: per esempio un'esecuzione più efficace dovuta alla possibilità di armonizzare le procedure esistenti, un livello più elevato di flessibilità nell'esecuzione, un livello più elevato di trasparenza per quanto concerne l'aiuto comunitario totale evitando altresì le attuali complicazioni connesse alle misure di transizione tra FES;

41.

rileva che un nuovo protocollo finanziario che succeda al nono FES deve essere determinato nello stesso momento in cui saranno avviati i negoziati concernenti rispettivamente nuove prospettive finanziarie per l'Unione europea ed eventuali modifiche dell'Accordo di Cotonou, il che offrirà un'opportunità eccezionale per iscrivere in bilancio il FES;

42.

invita la Commissione e gli Stati membri a decidere e a effettuare senza indugio l'iscrizione in bilancio del FES;

43.

ritiene essenziale che la Commissione continui ad accelerare l'esecuzione degli impegni e dei pagamenti a titolo del FES affinché la Comunità europea e i suoi Stati membri possano onorare gli impegni politici presi nei confronti dei Paesi ACP e ridurre al minimo le possibili complicazioni connesse all'iscrizione in bilancio del FES;

44.

invita la Commissione ad avviare con i Paesi ACP un dialogo su come eliminare il RAL tenendo conto dei problemi specifici che potrebbero porsi in relazione all'iscrizione in bilancio;

45.

sottolinea che l'iscrizione in bilancio del FES non deve portare a una riduzione del totale degli importi disponibili per gli Stati ACP; chiede alla Commissione di garantire la trasparenza in modo che l'autorità di discarico continui a poter verificare il livello dei fondi destinati agli obiettivi fissati dall'accordo di Cotonou;

Riduzione della povertà

46.

richiama l'attenzione sul principale obiettivo della politica di sviluppo della Comunità e cioè la riduzione della povertà e la sua futura eradicazione (14) e sottolinea il fatto che la Commissione e tutti gli Stati membri hanno approvato gli Obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) quale mezzo con cui raggiungere questo obiettivo; riconosce inoltre che occorre controllare attentamente se i settori sanitario e dell'istruzione ricevono risorse adeguate a livello nazionale;

47.

rileva che la formula di base richiede che il 35 % venga stanziato «principalmente all'istruzione e alla salute» che sono i due settori più prominenti nell'ambito degli OSM; osserva che i dati riferiti per gli impegni 2002 del CAS in questi settori (15) rimangono lontani da questo obiettivo e che le condizionalità del programma di adeguamento strutturale quasi sicuramente non potranno colmare un divario così ampio; esprime preoccupazione per le cifre fornite per gli impegni del FES (16) in questi settori; invita la Commissione a migliorare le sue prestazioni in questo settore nei prossimi anni;

48.

deplora che la Commissione non abbia fornito un'analisi del suo contributo verso il raggiungimento degli OSM ma che abbia limitato il suo studio (17) alla misurazione dei progressi compiuti dai paesi in via di sviluppo verso il raggiungimento di questo obiettivo; ritiene che la valutazione dell'efficacia dei programmi della Commissione è ostacolata dalla mancanza di tale analisi; chiede che un'analisi dell'efficacia dell'aiuto venga inserita nella revisione di medio periodo dell'accordo di Cotonou;

Programmazione

49.

si compiace con la Commissione per i risultati della sua valutazione sulla partecipazione degli attori non statali (ANS) al processo di programmazione per il nono FES, da cui risulta che sono state effettuate consultazioni in 62 paesi su un totale di 68; rileva tuttavia che soltanto in 36 di tali paesi sono stati effettuati cambiamenti ai documenti strategici provvisori, sollevando dubbi in merito all'impatto delle consultazioni nei rimanenti casi; chiede in particolare una consultazione regolare e formale dei parlamenti ACP e dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE;

Contratti CESD

50.

rileva che, nel quadro del Comesa (mercato comune dell'Africa orientale e australe), numerosi contratti finanziati dal FES sono stati conclusi con una delle società che è al centro dello scandalo Eurostat; rileva che la relazione finale del SAI, risalente all'ottobre 2003, mette in luce gravi problemi concernenti tali contratti;

51.

deplora che i costanti consigli di Eurostat a favore del ricorso ai servizi del CESD, non abbiano suscitato preoccupazioni in sede AIDCO nonostante quanto si sapesse a livello interno in merito alla società; rileva che si tratta di un altro esempio di trasparenza inadeguata e di mancanza di comunicazione tra servizi della Commissione;

52.

reputa estremamente insoddisfacente che, prima che lo scandalo Eurostat scoppiasse nel luglio 2003, AIDCO non abbia emesso un ordine di recupero per un importo di 200 000 EUR dovuto dal 1999: si aspetta dalla Commissione che comunichi al più presto al Parlamento europeo se l'ordine di recupero di 324 088 EUR (interessi maturati) nei confronti del CESD ha avuto un seguito;

53.

si compiace tuttavia del fatto che l'AIDCO abbia posto fine alle sue relazioni contrattuali con la società in questione;

Segretariato ACP

54.

ricorda che nella sua relazione annuale per l'esercizio 2000 la Corte dei conti aveva formulato serie critiche in relazione al segretariato ACP nonché all'accordo di finanziamento per il periodo 2000-2004 firmato dalla Commissione il 9 marzo 2000 che prevedeva un importo di 18 000 000 di EUR da destinare al segretariato ACP;

55.

ricorda la sua risoluzione sul discarico per l'esercizio 2000 (18) che invitava la Commissione a informare il segretariato ACP in merito al fatto che in ogni caso era tenuto a conformarsi alle sentenze definitive dei tribunali belgi su questioni ancora in sospeso;

56.

è consapevole del fatto che, invocando l'immunità diplomatica, il segretariato ACP non si è ancora conformato ad una sentenza dei tribunali belgi secondo cui doveva versare emolumenti ad un ex dipendente; rileva che il segretariato ACP ha presentato appello alla Corte di cassazione belga; non concorda col fatto che l'immunità diplomatica consenta al segretariato ACP di non assumersi le sue responsabilità in quanto datore di lavoro;

57.

rileva che l'attuale accordo di finanziamento con il segretariato ACP scadrà alla fine del 2004; invita la Commissione ad includere in qualsiasi futuro accordo di finanziamento un meccanismo che garantisca la sospensione dell'accordo stesso qualora il segretariato ACP non rispettasse una sentenza definitiva della Corte belga;

58.

chiede alla Commissione di informare l'autorità di discarico entro il 1o luglio 2004 sui risultati dei contatti che, come sopra richiesto, saranno stati presi con il segretariato ACP nonché in merito al previsto contenuto di una proposta relativa ad un futuro accordo di finanziamento del segretariato ACP;

59.

invita la Corte dei conti a dar seguito alle osservazioni che ha formulato nella sua relazione annuale relativa all'esercizio 2000 per quanto riguarda il segretariato ACP; invita la Corte dei conti a esaminare nel contempo se le assemblee parlamentari paritetiche ACP-UE siano organizzate conformemente al principio di sana gestione finanziaria;

Fondo per la pace (Peace Facility)

60.

prende atto della decisione del Consiglio dei ministri ACP-CE dell'11 dicembre 2003 sull'utilizzazione di 250 milioni di EUR, provenienti dalla dotazione destinata allo sviluppo a lungo termine del nuovo FES, per la creazione di un Fondo per la pace in Africa;

61.

si compiace della creazione di un Fondo per la pace in Africa ma è preoccupato per il rischio di vederlo utilizzato per altri fini rispetto a quelli previsti, ad esempio spese militari; invita la Commissione a portare avanti con il Parlamento un dialogo sull'impiego del Fondo per la pace in l'Africa nel quadro globale della politica di sviluppo;

62.

chiede alla Commissione di specificare nei suoi conti annuali gli importi destinati al Fondo per la pace in Africa e di informare l'autorità di discarico — su base annuale e in tempo utile perché se ne possa tener conto nella procedura di discarico — sulla gestione degli aiuti e di fornire anche informazioni sulle singole attività finanziate;

CDE

63.

rileva che nel protocollo finanziario dell'accordo di Cotonou vengono riservati 90 milioni di EUR per il CDE (Centro di sviluppo delle imprese, in precedenza chiamato Centro per lo sviluppo dell'industria); constata che lo status giuridico del CDE non è chiaro e che i suoi obiettivi non sono ben definiti; deplora che persistano carenze gestionali e debolezze nel controllo interno ed esterno malgrado le reiterate critiche formulate in vari audit nel corso degli ultimi anni; chiede alla Commissione di dare seguito alle critiche sollevate dagli audit della Commissione stessa e dalla relazione annuale della Corte dei conti per il 2002.


(1)  GU C 286 del 28.11.2003, pag. 325.

(2)  GU C 277 dell'1.10.2001, pag. 130.

(3)  GU L 156 del 29.5.98, pag. 108.

(4)  GU L 191 del 7.7.1998, pag. 53.

(5)  Cfr. comunicazione alla Commissione sulla riforma della gestione dell'assistenza esterna approvata dalla Commissione il 16 maggio 2000.

(6)  Cfr. dichiarazione del Consiglio e della Commissione sulla politica di sviluppo dell'Unione europea adottata dal Consiglio affari generali (sviluppo) il 10 novembre 2000.

(7)  GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3.

(8)  GU C 26 del 29.1.2004, pag. 17.

(9)  Accordo di Cotonou, articolo 61, paragrafo 2.

(10)  Paragrafi da 21 a 24 della risoluzione corredata dei commenti che formano parte della decisione che concede il discarico alla Commissione per l'esecuzione del bilancio del sesto, settimo e ottavo Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2001 (GU L 148 del 16.6.2003, pag. 3).

(11)  Cfr. risposta della Commissione alla domanda 75 del questionario alla Commissione concernente il discarico 2002 - Parte II (PE 328.732/FIN2): «È impossibile dire con certezza in che misura l'elenco in allegato, basato su informazioni fornite dalle delegazioni della CE nei Paesi ACP, sia completo.»

(12)  2,9 miliardi di EUR sono ancora da impegnare mentre 8,4 miliardi di EUR sono pagamenti in sospeso.

(13)  Il RAL anormale è definito come gli impegni sui quali non è stato concluso nessun contratto o non è stato effettuato alcun pagamento nel corso degli ultimi due anni nonché gli impegni contratti prima del 1997 e non ancora pagati (cfr. comunicazione sopra menzionata della Commissione concernente le informazioni finanziarie sul sesto, settimo e ottavo Fondo europeo di sviluppo 2002, sezione 3, punto 1).

(14)  Politica di sviluppo dell'Unione europea, conclusioni della 2 304a riunione del Consiglio sviluppo, del 10 novembre 2000.

(15)  Il 4,1 % per l'istruzione e il 3,0 % per la sanità. Questi dati includono il sostegno di bilancio per settori specifici.

(16)  1 % per l'istruzione e 4 % per la sanità.

(17)  Cfr. relazione annuale sulla politica di sviluppo della CE e sull'esecuzione dell'assistenza esterna nel 2002, capitolo 3.

(18)  GU L 158 del 17.6.2002, pag. 28.