—

annullare la decisione del Garante europeo della protezione dei dati (in prosieguo: il «GEPD») dell'8 marzo 2024, adottata a seguito dell'indagine sull'utilizzo di Microsoft 365 da parte della Commissione europea (caso 2021-0518) (in prosieguo: la «decisione impugnata»);

—

in subordine, annullare il punto 592.1 della decisione impugnata; e

—

condannare il GEPD alle spese.

1.

Primo motivo, vertente su errori di diritto e di fatto nella constatazione di violazioni delle disposizioni del regolamento (UE) 2018/1725 sulla limitazione della finalità [articolo 4, paragrafo 1, lettera b), articolo 4, paragrafo 3, articolo 6, articolo 9, articolo 26, paragrafo 1, articolo 29, paragrafo 3, lettera a) e articolo 30].

2.

Secondo motivo, vertente su errori di diritto e di fatto nella constatazione di violazioni delle disposizioni del regolamento (UE) 2018/1725 relative ai trasferimenti internazionali [articolo 4, paragrafo 2, articolo 29, paragrafo 3, lettera a), articolo 46, articolo 47 e articolo 48, paragrafi 1 e 3, lettera a)].

3.

Terzo motivo, vertente su errori di diritto e di fatto nella constatazione di violazioni delle disposizioni del regolamento (UE) 2018/1725 relative alle divulgazioni non autorizzate [articolo 4, paragrafo 1, lettera f), articolo 29, paragrafo 3, lettera a), articolo 33, paragrafi 1 e 2, e articoli 36 e 49)].

4.

Quarto motivo, vertente su un errore di diritto che il GEPD avrebbe commesso imponendo misure correttive sproporzionate basate su presunzioni infondate di violazioni del regolamento (UE) 2018/1725, e prima di completare le fasi operative necessarie per verificare le sue presunzioni e valutare l'impatto delle misure correttive proposte.