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dell'Unione europea

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Serie C


C/2023/1323

22.12.2023

Parere del Comitato europeo delle regioni — La COP 28 dell’UNFCCC: il ruolo degli enti subnazionali nel portare avanti le ambizioni climatiche

(parere d'iniziativa)

(C/2023/1323)

Relatore:

Rafał TRZASKOWSKI (PL/PPE), sindaco di Varsavia

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR)

1.

esprime preoccupazione per i risultati allarmanti della relazione di sintesi AR6 del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), che rappresenta un severo monito del fatto che, anche in presenza di drastiche riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra, in questo secolo il riscaldamento globale sarà superiore alla soglia di 1,5 oC;

2.

ricorda che l’IPCC riconosce che un’efficace governance multilivello è un fattore chiave dell’azione per il clima, che richiede processi decisionali inclusivi nella pianificazione e nell’attuazione e l’assegnazione di risorse adeguate, nonché un riesame, un monitoraggio e una valutazione istituzionali;

3.

accoglie con favore la decisione, adottata in occasione della 27a conferenza delle parti dell’UNFCCC (COP 27), di istituire nuove modalità di finanziamento in risposta alle perdite e ai danni; si rammarica che la COP 27 non abbia raggiunto un consenso per includere un percorso chiaro e decisivo volto a limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 oC, compreso un obiettivo che preveda il picco delle emissioni globali entro il 2025 e la rapida eliminazione graduale dei combustibili fossili;

4.

sottolinea che tutti i percorsi globali previsti dalla relazione dell’IPCC che limitano il riscaldamento globale a 1,5 oC comportano riduzioni rapide e consistenti delle emissioni di gas a effetto serra in tutti i settori, e che le strategie di mitigazione volte a conseguire tali riduzioni comprendono la transizione dai combustibili fossili a fonti energetiche a basse o zero emissioni di carbonio, misure sul versante della domanda e il miglioramento dell’efficienza, la riduzione delle emissioni diverse dalla CO2 e l’introduzione di metodi di rimozione del diossido di carbonio (CDR) per controbilanciare le emissioni residue di gas a effetto serra;

5.

esprime preoccupazione per il fatto che quella del 2023 sia stata l’estate più calda mai registrata a livello mondiale (1): molte regioni e città hanno dovuto affrontare temperature senza precedenti ed eventi meteorologici estremi che hanno avuto effetti devastanti sulle comunità e sugli ecosistemi naturali; sottolinea che qualsiasi ritardo nell’attuazione di misure efficaci tese a mitigare i cambiamenti climatici e adattarvisi amplificherà ulteriormente i rischi climatici, con un conseguente aumento della perdita di biodiversità, dei rischi per la salute e delle perdite e danni permanenti; osserva che la sintesi per i responsabili delle politiche urbane della sesta relazione di valutazione dell'IPCC sottolinea che le città e le aree urbane subiranno gli effetti più significativi dei cambiamenti climatici e che gli enti locali e regionali si trovano già ad affrontare fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti e sempre più gravi;

6.

sottolinea che le città e le regioni sono alleati fondamentali per promuovere ulteriormente l’ambizione, sia nelle fasi di preparazione che durante le COP, in quanto grazie a esse i negoziatori nazionali possono avere fiducia che gli obiettivi dell’accordo di Parigi siano attuati sul campo; ricorda che le città sono responsabili di oltre il 70 % delle emissioni globali di gas a effetto serra e consumano circa l’80 % dell’energia mondiale (2) e che gli enti locali e regionali sono il livello più vicino ai cittadini, e pertanto garantiscono visibilità e credibilità all’azione per il clima;

7.

sottolinea che le città e le regioni si stanno ponendo all’avanguardia di un’azione ambiziosa contro i cambiamenti climatici, nonostante le crescenti responsabilità di cui sono investite. Ciò è dimostrato dalla relazione d'impatto 2022 del Patto globale dei sindaci per il clima e l'energia (GCoM), nella quale si evidenzia che oltre 12 500 firmatari del GCoM in 144 paesi stanno già affrontando i cambiamenti climatici migliorando l’efficienza e la sufficienza energetiche, investendo nelle energie rinnovabili, affrontando la questione dell’accesso all’energia e adattandosi ai cambiamenti climatici;

8.

sottolinea che il primo bilancio globale deve guidare tutte le parti e i soggetti interessati non contraenti su un percorso che li porti ad accelerare con urgenza e in modo trasparente l’azione per il clima; ritiene che detto bilancio rappresenti un’opportunità preziosa per intensificare l’azione per il clima operando a tutti i livelli di governance e in tutti i settori, promuovendo la fiducia, il coinvolgimento dei cittadini, la trasparenza e la responsabilità; sottolinea che, sebbene sia necessario dare prova di ambizione nell’innalzare il livello dei nostri obiettivi climatici, nessuna azione intrapresa deve mettere a rischio la sostenibilità sociale ed economica, i posti di lavoro di qualità e la nostra industria; le azioni intraprese dovrebbero essere tese alla creazione di nuovi posti di lavoro verdi e al rilancio delle economie locali; in tal senso un’attenzione particolare va rivolta alle regioni carbonifere e ad alta intensità di carbonio, come pure alle regioni ultraperiferiche, per garantire una transizione giusta;

9.

riconosce la necessità fondamentale di rafforzare l’ambizione di alcune parti e di affrontare le sfide specifiche che interessano le regioni meno sviluppate nella lotta ai cambiamenti climatici, al fine di garantire una transizione verde e giusta. Chiede un sostegno mirato, lo sviluppo di capacità e investimenti in tali regioni per garantire la loro partecipazione significativa all’azione per il clima e agli sforzi di costruzione della resilienza.

Un’opportunità per l’UE: adoperarsi per proseguire la cooperazione prima, durante e dopo la COP 28

10.

accoglie con favore il successo della cooperazione con la Commissione europea e i colegislatori in occasione della COP 27 e ribadisce il suo impegno a rafforzare le sinergie e a promuovere l’impegno degli enti locali e regionali nei processi dell’UNFCCC; invita la Commissione europea a sostenere ulteriormente la partecipazione degli ambasciatori del Patto europeo per il clima alla COP 28;

11.

invita la presidenza spagnola del Consiglio dell’UE a riconoscere, nelle conclusioni del Consiglio sui preparativi per la COP 28, la leadership degli enti locali e regionali nell’accelerare e nell’ampliare l’azione di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, assicurando nel contempo un coinvolgimento efficace dei cittadini nel processo trasformativo verso stili di vita e modelli di consumo e produzione sostenibili; la invita altresì a sottolineare la necessità di un maggiore coinvolgimento degli enti locali e regionali nel processo di aggiornamento e di attuazione dei contributi determinati a livello nazionale (NDC), dei piani nazionali di adattamento (PAN) e delle strategie a lungo termine;

12.

accoglie con favore il riconoscimento del ruolo dei governi subnazionali nella risoluzione del Parlamento europeo sulla COP 27 e incoraggia il Parlamento europeo a sviluppare ulteriormente questi messaggi nella sua risoluzione sulla COP 28; sottolinea l’importanza di una forte azione coordinata tra la delegazione del Parlamento europeo e quella del CdR alla COP 28, che garantisca un riferimento al ruolo delle città e delle regioni nei documenti finali della COP 28;

13.

riconosce il ruolo pionieristico assunto dall’UE con l’impegno a diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, i progressi compiuti nell’adozione del pacchetto «Pronti per il 55 %» e gli sforzi volti a rafforzare l’obiettivo di riduzione almeno del 55 % per il 2030; sottolinea l’importanza di sfruttare appieno il processo di revisione dei PNEC quale strumento efficace per attuare gli obiettivi del pacchetto «Pronti per il 55 %»; è pronto a contribuire attivamente alla definizione di un nuovo obiettivo climatico dell’UE per il 2040 in linea con l’urgenza dell’emergenza climatica; sottolinea che molte città e regioni hanno già fissato obiettivi più ambiziosi per conseguire la neutralità climatica ben prima del 2040; evidenzia al tempo stesso la necessità di sostenere i cittadini più vulnerabili attraverso una transizione sostenibile equa e inclusiva intesa anche a ridurre drasticamente la povertà energetica;

14.

sottolinea che la crisi climatica dovrebbe essere integrata in tutte le politiche europee, che pertanto dovrebbero essere tutte «a prova di clima», come stabilito nella normativa europea sul clima;

15.

riafferma il suo impegno a contribuire alla leadership dell’UE nei negoziati internazionali sul clima attraverso una diplomazia subnazionale rafforzata in materia di clima e a coinvolgere tutti i propri organi per le relazioni esterne (ARLEM, Corleap, comitati consultivi misti, cooperazione inter pares) al fine di garantire che gli impegni assunti a livello globale si traducano in azioni concrete sul campo.

Promuovere le azioni locali di mitigazione e adattamento per conseguire gli obiettivi dell’accordo di Parigi

Azioni di mitigazione

16.

sottolinea che l’obiettivo della sicurezza energetica globale non deve essere considerato un’alternativa agli obiettivi dell’accordo di Parigi ed esorta le parti a non cercare compromessi tra detti obiettivi, ad accelerare la transizione verso le energie rinnovabili, a promuovere una produzione di energia sicura e sostenibile a basse emissioni di carbonio e, infine, ad eliminare gradualmente l’uso dei combustibili fossili senza imporre costi sproporzionatamente elevati alle città e alle regioni che dipendono da tali combustibili;

17.

ribadisce il principio di una transizione giusta e fa rilevare il ruolo centrale dei governi subnazionali nell’accelerare una transizione energetica giusta e pulita, che sia socialmente compatibile con i contesti e le esigenze locali e regionali e intesa ad evitare la povertà energetica e di mobilità; sottolinea l’importanza fondamentale della riqualificazione e del miglioramento delle competenze, in particolare dei settori della forza lavoro in transizione;

18.

ribadisce che ai sensi dell’accordo di Parigi la sicurezza alimentare non deve essere messa a repentaglio e che le parti dell’accordo devono compiere sforzi per eliminare la povertà;

19.

invita tutte le parti a tenere conto dell’efficacia in termini di costi e della neutralità tecnologica nel conseguire le riduzioni e gli assorbimenti delle emissioni di gas a effetto serra e nell’aumentare la resilienza, al fine di garantire la tecnologia più appropriata e adeguata alle loro esigenze mantenendo nel contempo un sistema energetico stabile, affidabile e diversificato con costi sostenibili per i cittadini;

20.

riafferma il saldo impegno degli enti locali e regionali ad accelerare l’azione per il clima, i quali talvolta danno prova di maggiore ambizione rispetto ai governi nazionali (3), come dimostrato dalle città e dalle regioni in iniziative quali Race to Zero, Race to Resilience, la missione Transizioni urbane di Mission Innovation, i percorsi di azione per il clima, il Patto globale dei sindaci, i Green Deal locali e reti quali ICLEI, Regions4, Under2 Coalition, C40, Alleanza per il clima e molte altre;

21.

sottolinea che, all’interno dell’UE, oltre 11 000 comuni firmatari del Patto dei sindaci si stanno adoperando per ridurre le emissioni, rafforzare la resilienza e affrontare la povertà energetica, e che oltre 100 città che partecipano alla missione dell’UE per le 100 città intelligenti e a impatto climatico zero sono impegnate a conseguire la neutralità climatica entro il 2030;

22.

mette in risalto l’importanza dell’integrazione verticale nelle politiche in materia di clima ed esorta le parti a includere impegni, azioni e risultati subnazionali in materia di clima nei loro NDC e nei loro PAN; osserva che gli enti locali e regionali hanno mandati e responsabilità in settori chiave responsabili delle emissioni, come i trasporti e l’uso del suolo, e che è necessario monitorare i progressi in tali settori per conseguire gli obiettivi nazionali;

23.

rileva che nell’UE i contributi degli enti locali e regionali al conseguimento degli obiettivi nazionali dovrebbero essere formalmente riconosciuti includendo un invito agli Stati membri dell’UE a quantificare l’azione subnazionale nella prossima revisione del regolamento sulla governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima;

24.

accoglie con favore le raccomandazioni del gruppo di esperti ad alto livello sugli impegni per le zero emissioni nette degli enti non statali (4), sottolineando la necessità di elaborare norme più rigorose e più chiare per gli impegni per l’azzeramento delle emissioni nette da parte delle imprese, delle istituzioni finanziarie, delle città e delle regioni; incoraggia le parti a facilitare l’accesso ai dati e a sostenere gli enti locali e regionali con strumenti e capacità per sviluppare scenari basati sui dati, monitorare i progressi e attuare politiche basate su dati scientifici, in grado di allineare più efficacemente gli obiettivi nazionali e i piani locali.

25.

ribadisce l’impegno degli enti locali e regionali a condividere ampiamente le loro conoscenze, competenze, gli insegnamenti tratti e il loro potere di innovazione nell’azione per il clima al fine di contribuire agli sforzi nazionali e internazionali volti a conseguire gli obiettivi di Parigi;

26.

sottolinea l’importanza di programmi globali di sviluppo delle competenze e di istruzione a livello locale per dotare le comunità, e in particolare i gruppi vulnerabili, delle conoscenze e delle competenze necessarie per compiere gli sforzi di adattamento e di mitigazione dei cambiamenti climatici. Esorta i governi e i soggetti interessati a dare priorità alle iniziative di riqualificazione e miglioramento delle competenze all’interno delle comunità locali.

Adattamento ai cambiamenti climatici

27.

accoglie con favore la decisione adottata in occasione della COP 27 di avviare la messa a punto di un quadro per l’obiettivo mondiale di adattamento (GGA) e ribadisce che gli enti locali e regionali sono gli attori più adatti a definire gli obiettivi di adattamento, in quanto hanno una conoscenza diretta delle esigenze e soluzioni in termini di resilienza della loro popolazione e dei loro territori; raccomanda pertanto vivamente alle parti di elaborare PAN basati su azioni subnazionali;

28.

ricorda che nell’UE, tra il 1980 e il 2020, le catastrofi naturali hanno colpito quasi 50 milioni di persone e hanno causato ogni anno perdite economiche mediamente pari a 12 miliardi di EUR (5); riconosce la distribuzione ineguale di tali perdite, che danneggia le città e le regioni che si trovano già ad affrontare difficoltà quali la bassa crescita economica, il declino demografico o l’elevata disoccupazione giovanile;

29.

chiede approcci di adattamento guidati a livello locale che consentano alle comunità interessate di agire come principali agenti del cambiamento e insiste sull’importanza di ridurre i rischi e gli effetti dell’«adattamento inadeguato»; osserva che i cambiamenti climatici colpiscono in modo sproporzionato i più vulnerabili, tra cui i bambini, gli anziani, le persone con disabilità e i gruppi indigeni, nonché le persone che vivono in condizioni vulnerabili (come le zone di conflitto o altre zone colpite in modo sproporzionato dai cambiamenti climatici);

30.

sottolinea che le relazioni dell’IPCC riconoscono che la capacità delle donne di lottare contro i cambiamenti climatici e di adattarvisi è spesso limitata a causa del ruolo che ricoprono nella famiglia e nella società, delle barriere istituzionali e delle norme sociali; incoraggia le parti a continuare a portare avanti una politica climatica attenta alle problematiche di genere, facendo avanzare l’attuazione del programma di lavoro di Lima sulle questioni di genere e il piano d’azione sulla parità di genere e garantendo una pari rappresentanza delle donne nei processi decisionali; è fermamente convinto che le donne non debbano essere viste come beneficiari vulnerabili, ma come attori efficaci nella mitigazione dei cambiamenti climatici e nell’adattamento agli stessi;

31.

accoglie con favore l’osservazione generale n. 26 del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza riguardante i diritti dei minori e l’ambiente, la quale riserva un’attenzione particolare ai cambiamenti climatici; osserva che gli enti locali e regionali sono il livello più idoneo per affrontare gli impatti differenziati dei cambiamenti climatici sui bambini, garantire i loro diritti, sostenere un’azione per il clima attenta ai bambini e alle questioni di genere nonché attuare politiche che garantiscano il pieno rispetto e il pieno godimento dei diritti umani dei minori;

32.

sottolinea che, nonostante i progressi compiuti in occasione della COP 27 con l’avvio dell’agenda di adattamento di Sharm el-Sheikh, gli attuali flussi finanziari globali per l’adattamento sono insufficienti, e incoraggia le parti a presentare obiettivi e piani credibili per la mobilitazione di questo capitale;

33.

accoglie con favore l’inclusione della biodiversità tra i temi all’esame del quadro GGA: dato che i cambiamenti climatici danneggiano gravemente e distruggono la biodiversità, la protezione e il ripristino della biodiversità contribuiscono anch’essi all’adattamento ai cambiamenti climatici; in linea con il piano di attuazione di Sharm el-Sheikh, incoraggia le parti a considerare soluzioni basate sulla natura quali strumenti chiave a sostegno della mitigazione dei cambiamenti climatici e dell’adattamento ad essi, che producono nel contempo notevoli benefici collaterali in termini di salute e qualità della vita; a tale proposito, fa rilevare l’impatto devastante che la guerra illegale di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha avuto sulla biodiversità, distruggendo ecosistemi fondamentali, con effetti gravissimi sugli animali e sulle persone;

34.

mette in rilievo l’importanza di affrontare le interconnessioni tra clima, biodiversità e obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS); è impegnato a favore degli sforzi in corso per allineare e coordinare i processi tra l’UNFCCC, la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CBD) e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite al fine di promuovere sinergie e armonizzazione.

Perdite e danni

35.

accoglie con favore i progressi compiuti in occasione della COP 27 nel rendere operativa la rete di Santiago e la decisione di istituire nuove modalità di finanziamento per far fronte alle perdite e ai danni nei paesi in via di sviluppo che sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici e stanno già subendo danni irreversibili da essi causati, che saranno esacerbati negli anni a venire; ricorda che gli enti locali e regionali hanno già dato prova di leadership nell’affrontare le perdite e i danni, come evidenziano gli impegni finanziari della Scozia e della Vallonia, che dimostrano come la cooperazione tra il Nord e il Sud del mondo si stia facendo più ambiziosa;

36.

sottolinea che gli enti locali e regionali svolgono un ruolo essenziale nella diagnosi, nella valutazione e nella definizione delle risposte sulla base dei migliori dati disponibili riguardanti le esigenze, i rischi e le minacce che riguardano la loro popolazione e i loro territori, come sottolineato nell’azione pratica del governo scozzese per affrontare le perdite e i danni;

37.

rileva che l’erogazione decentrata di finanziamenti per perdite e danni attraverso gli enti locali può garantire che i finanziamenti siano più facilmente disponibili a livello locale in caso di shock e che gli investimenti siano orientati a rispondere alle condizioni locali e incanalati più efficacemente verso le priorità dei cittadini.

Dagli impegni all’attuazione: colmare le lacune per conseguire gli obiettivi dell’accordo di Parigi accelerando l’azione a livello locale e subnazionale

38.

osserva che investire nell’azione locale per il clima porterà alla creazione di nuovi posti di lavoro verdi, al rilancio delle economie locali e alla riduzione dei tassi di disoccupazione, nonché a comunità più sane e a maggiori benefici economici legati alla salute;

39.

sottolinea la necessità di verificare l’impatto sul clima di tutti i flussi finanziari e di passare dall’impegno finanziario all’erogazione dei finanziamenti per il clima, e chiede con forza che gli enti locali e regionali abbiano accesso diretto a tali finanziamenti, in quanto ciò è essenziale per fornire soluzioni mirate ed efficaci che affrontino le sfide, uniche nel loro genere, cui sono confrontate le comunità all’interno dei rispettivi territori;

40.

raccomanda vivamente di aumentare il sostegno diretto e l’assistenza tecnica agli enti locali e regionali; insiste sull’importanza di sostenere lo sviluppo di capacità e programmi di formazione mirati per facilitare l’uso dei fondi per il clima e le opzioni di finanziamento attraverso la creazione di canali chiari per l’attuazione;

41.

accoglie con favore le missioni dell’UE sulle città intelligenti e a impatto climatico zero e sull’adattamento ai cambiamenti climatici, in quanto modelli replicabili che potrebbero essere esportati non solo all’interno dell’UE ma anche in altre regioni del mondo; invita la Commissione europea a proporre finanziamenti diretti attraverso la missione dell’UE sulle Città intelligenti e a impatto climatico zero per attuare i progetti del Green Deal sul campo;

42.

sottolinea l’importanza di mobilitare risorse finanziarie provenienti da tutte le fonti, compresi i settori pubblico e privato a livello regionale, nazionale e internazionale; riconosce il ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali e delle banche multilaterali di sviluppo nella mobilitazione dei finanziamenti per il clima e invita tali istituzioni a garantire che gli enti locali e regionali abbiano un accesso semplificato ai finanziamenti senza oneri amministrativi inutili;

43.

mette in rilievo la necessità di una cooperazione più stretta con gli enti locali e regionali nella definizione delle pertinenti misure di bilancio in linea con il riconoscimento, da parte dell’accordo di Parigi, dell’«importanza di approcci non di mercato, integrati, olistici ed equilibrati per consentire una cooperazione volontaria, che siano messi […] a disposizione delle parti per assisterle nell’attuazione dei loro contributi determinati a livello nazionale […] in modo coordinato ed efficace» (6), e sottolinea che ciò incoraggerebbe le parti, gli enti locali e regionali, il settore privato e la società civile a impegnarsi attivamente nella ricerca, nello sviluppo e nell’attuazione di approcci non di mercato;

44.

chiede un maggiore coordinamento per rispondere alle campagne di disinformazione volte a screditare l’azione locale per il clima, nonché risorse adeguate per sensibilizzare, costruire capacità e coinvolgere le comunità locali nell’azione per il clima.

Dal riconoscimento al partenariato: catalizzare i contributi subnazionali ai processi dell’UNFCCC

45.

accoglie con favore l’avvio dell’iniziativa della presidenza della COP 27 «Resilienza urbana sostenibile per la prossima generazione» (SURGe), nonché l’organizzazione della prima riunione ministeriale sull’urbanizzazione e il clima e invita la presidenza degli Emirati arabi uniti a proseguire tale riunione ministeriale in occasione della COP 28 e a partecipare attivamente all’iniziativa SURGe;

46.

accoglie con favore l’impegno della presidenza della COP 28 a garantire la prima delegazione globale di sindaci in occasione del vertice mondiale sull’azione per il clima e a includere le priorità e i contributi locali in materia di clima nel programma della COP 28;

47.

accoglie con favore il comunicato dei ministri del clima, dell’energia e dell’ambiente del G7 (2023), nel quale si riconosce il ruolo fondamentale degli attori subnazionali nella realizzazione della trasformazione verso economie a zero emissioni nette, resilienti ai cambiamenti climatici, circolari e rispettose della natura, e l’istituzione della tavola rotonda del G7 sulle azioni subnazionali in materia di clima che informerà il G20 e la COP 28;

48.

sostiene l’iniziativa del governo francese di introdurre le COP regionali, una raccomandazione formulata dal CdR fin dal 2021 (7), poiché esse garantiscono ai cittadini e alle imprese la titolarità del Green Deal e della lotta contro i cambiamenti climatici, ma consentono anche di raccogliere informazioni sul campo che potrebbero essere trasmesse ai livelli nazionale e internazionale, fornendo conoscenze concrete e buone pratiche a livello locale; il CdR invita gli altri Stati membri dell’UE a prendere in considerazione l’introduzione di tale pratica anche nei loro territori;

49.

mette in rilievo il ruolo cruciale del raggruppamento delle amministrazioni locali e comunali (Local Governments and Municipal Authorities — LGMA) nel riunire le voci degli enti locali e regionali a livello globale e nel rafforzare continuamente una rete mondiale di governi subnazionali disposti a lottare contro i cambiamenti climatici; invita tutte le parti a sfruttare i partenariati e la collaborazione con il raggruppamento delle LGMA e con il partenariato di Marrakech per l’azione globale per il clima, nonché con i campioni del clima ad alto livello;

50.

invita i campioni ad alto livello a valutare la possibilità di estendere le Settimane regionali del clima all’Europa nel prossimo futuro;

51.

accoglie con favore l’adozione del quadro globale di Kunming-Montreal per la biodiversità in occasione della COP 15 della CBD e l’approvazione del ruolo chiave degli enti locali nel contribuire a tale quadro, in particolare attraverso l’inclusione formale dei governi subnazionali quali partner chiave nello sviluppo e nell’attuazione delle strategie e dei piani d’azione nazionali in materia di biodiversità; incoraggia vivamente le parti dell’accordo di Parigi ad adottare disposizioni analoghe a questo approccio esemplare;

52.

si impegna a fungere da collegamento diretto, fornendo accesso alle informazioni e aggiornamenti regolari ai propri membri e agli enti locali e regionali in Europa sulla preparazione e sull’andamento dei negoziati, durante e dopo la COP 28; accoglie con favore la collaborazione e il sostegno di altre istituzioni dell’UE nel fornire regolarmente tali informazioni, avvicinando gli enti locali e regionali ai negoziati internazionali in materia di clima.

Bruxelles, 10 ottobre 2023

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Vasco ALVES CORDEIRO


(1)   Summer 2023: the hottest on record | Copernicus [Estate 2023: la più calda mai registrata].

(2)  Piano strategico UN-Habitat 2020-2023.

(3)  Ad esempio, il 75 % delle città della rete C40 sta riducendo le emissioni più rapidamente della rispettiva media nazionale.

(4)   Integrity matters: net zero commitments by businesses, financial institutions, cities and regions [L’integrità è importante: impegni per l’azzeramento delle emissioni nette da parte di imprese, istituzioni finanziarie, città e regioni].

(5)   Overview of natural and man-made disaster risks the European Union may face: 2020 edition [Panoramica dei rischi di calamità naturali o provocate dall’uomo che l’Unione europea può trovarsi ad affrontare: edizione 2020].

(6)  L’articolo 6 dell’accordo di Parigi consente ai paesi di cooperare volontariamente per conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti nei rispettivi NDC. A norma dell’articolo 6, un paese può trasferire i crediti di carbonio derivanti dalla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per aiutare uno o più paesi a conseguire gli obiettivi climatici. L’articolo 6, paragrafo 8, riconosce gli approcci non di mercato volti a promuovere la mitigazione e l’adattamento, introducendo la cooperazione attraverso i finanziamenti, il trasferimento di tecnologie e il rafforzamento delle capacità, laddove non si verifichi uno scambio di riduzioni delle emissioni.

(7)  Parere del Comitato europeo delle regioni: «Un traguardo climatico 2030 più ambizioso per l’Europa in vista della COP 26» (GU C 440 del 29.10.2021, pag. 25).


ELI: http://data.europa.eu/eli/C/2023/1323/oj

ISSN 1977-0944 (electronic edition)