ISSN 1977-0944 |
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Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 141 |
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Edizione in lingua italiana |
Comunicazioni e informazioni |
63° anno |
Sommario |
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I Risoluzioni, raccomandazioni e pareri |
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RISOLUZIONI |
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Comitato delle regioni |
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138a sessione plenaria del CdR, 11.2.2020 – 12.2.2020 |
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2020/C 141/01 |
Risoluzione del Comitato europeo delle regioni — Strategia annuale di crescita sostenibile 2020 |
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2020/C 141/02 |
Risoluzione del Comitato europeo delle regioni sulla Conferenza sul futuro dell’Europa |
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2020/C 141/03 |
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PARERI |
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Comitato delle regioni |
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138a sessione plenaria del CdR, 11.2.2020 – 12.2.2020 |
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2020/C 141/04 |
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2020/C 141/05 |
Parere del Comitato europeo delle regioni — Pacchetto Allargamento 2019 |
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2020/C 141/06 |
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2020/C 141/07 |
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2020/C 141/08 |
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2020/C 141/09 |
IT |
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I Risoluzioni, raccomandazioni e pareri
RISOLUZIONI
Comitato delle regioni
138a sessione plenaria del CdR, 11.2.2020 – 12.2.2020
29.4.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 141/1 |
Risoluzione del Comitato europeo delle regioni — Strategia annuale di crescita sostenibile 2020
(2020/C 141/01)
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR),
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vista la comunicazione della Commissione europea Strategia annuale di crescita sostenibile 2020 (1); |
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vista la propria risoluzione del 9 ottobre 2019 sul tema Il semestre europeo 2019 e la prospettiva dell’analisi annuale della crescita 2020 (2); |
Integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nel semestre europeo
1. |
accoglie con favore la strategia annuale di crescita sostenibile 2020 quale punto di partenza per l’integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nel semestre europeo, giacché fornisce a quest’ultimo il necessario orizzonte a lungo termine e una prospettiva più vasta che va al di là delle preoccupazioni puramente economiche; |
2. |
ritiene che per utilizzare la strategia annuale di crescita sostenibile come strumento di coordinamento delle politiche per attuare il Green Deal europeo sarà necessario un profondo cambiamento nella governance e nella mentalità che accompagnano il processo del semestre europeo nel suo complesso, oltre a un riorientamento del semestre in funzione della titolarità sul campo; |
3. |
sottolinea che per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile è necessario affrontare con un approccio onnicomprensivo tutte le dimensioni dello sviluppo sostenibile (competitività, inclusività, ambiente, buon governo), che sono più ampie del Green Deal; per perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile sarà necessaria la coerenza strategica nella gestione dei compromessi e delle sfide distributive. Ciò comprende anche il rafforzamento delle dimensioni culturali e sociali della creazione di conoscenze, della loro condivisione, e dell’innovazione. Il semestre europeo dovrebbe consentire a tutti i livelli di governo e ai soggetti interessati pertinenti, che operano in partenariato, di individuare e affrontare tali compromessi, evitando una mentalità a compartimenti stagni e garantendo la coerenza, nonché integrando gli obiettivi di sviluppo sostenibile in tutti i settori di intervento; |
4. |
accoglie con favore l’annuncio secondo cui le relazioni per paese e i programmi nazionali di riforma avranno sezioni specifiche per il monitoraggio degli obiettivi di sviluppo sostenibile e la valutazione delle politiche correlate, e le raccomandazioni specifiche per paese tratteranno i contributi specifici dei paesi agli obiettivi di sviluppo sostenibile; nota che l’integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nel semestre europeo deve tenere conto dei diversi punti di partenza territoriali e richiede una base statistica adeguata per monitorare gli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello regionale; |
5. |
chiede un calendario chiaro e traguardi chiari, temporalmente definiti e misurabili, per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile riguardo le azioni previste sia nell’ambito del Green Deal che della strategia annuale di crescita sostenibile; sottolinea che la definizione di tali obiettivi e calendari dovrebbe avvenire attraverso un processo misto dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto, in cui tutti i livelli di governo e le parti interessate dovrebbero lavorare in partenariato; |
6. |
condivide l’orientamento generale delle raccomandazioni rivolte agli Stati membri della zona euro, ma osserva che esse forniscono solo un sostegno modesto alle aspirazioni in materia di inverdimento e di integrazione veicolate dagli obiettivi di sviluppo sostenibile e dal Green Deal e che non pongono un accento sufficiente sulle sfide politiche derivanti dalle effettive differenze territoriali tra i punti di partenza; |
7. |
osserva che il piano di investimenti per un’Europa sostenibile mira a mobilitare 1 000 miliardi di euro di investimenti sostenibili nel prossimo decennio; si rammarica tuttavia del fatto che tale piano consista per lo più di un insieme di misure, iniziative e strumenti di finanziamento preesistenti o già pianificati, raccolti adesso sotto un’unica voce; teme pertanto che detto piano possa non essere in grado di mobilitare le risorse finanziarie e il coordinamento necessari per garantire un’efficace realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile in Europa entro il 2030; in quest’ottica, chiede un’ulteriore valutazione dei costi effettivi associati alla transizione verso lo sviluppo sostenibile e un piano più dettagliato sul finanziamento di tali costi; bisognerebbe dedicare speciale attenzione alla promozione di iniziative di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato in materia di innovazione sotto la guida delle città e delle regioni; |
8. |
sottolinea la necessità di rivedere il Patto di stabilità e crescita onde consentire una contabilità differenziata delle risorse necessarie a finanziare gli investimenti pubblici di tutti i livelli di governo rivolti ad attuare il Green Deal; |
9. |
condivide il giudizio secondo cui le riforme strutturali negli Stati membri, nei settori strategici pertinenti per la realizzazione degli obiettivi del trattato e delle politiche dell’UE, sono fondamentali per la convergenza e la competitività dell’UE, anche sul piano dell’approfondimento del mercato unico. Il semestre europeo fornisce un quadro utile per promuovere tali riforme, purché il campo di applicazione delle riforme strutturali ammissibili ai finanziamenti dell’UE sia definito conformemente al principio di sussidiarietà e a condizione che gli enti locali e regionali siano coinvolti in tale processo in qualità di partner a pieno titolo. |
La dimensione territoriale del semestre europeo
10. |
si compiace dell’attenzione dedicata alle crescenti disparità regionali e alle relative sfide per la crescita e la coesione tra gli Stati membri e al loro interno; sottolinea che le differenze tra i punti di partenza incidono pesantemente sul modo in cui gli Stati membri e le loro regioni concepiscono e attuano le rispettive politiche in materia di sostenibilità; rileva che le differenze territoriali dovrebbero essere affrontate mediante politiche basate sul territorio, sostenute da valutazioni d’impatto territoriale; |
11. |
mette in evidenza l’aumentata rilevanza delle relazioni per paese, in particolare dell’allegato D, che fornirà orientamenti per le politiche di investimento a livello regionale e locale, comprese quelle finanziate nell’ambito della politica di coesione e del Fondo per una transizione giusta; rileva che, in base ai risultati di un’indagine condotta dal CdR presso le associazioni nazionali che rappresentano le città e le regioni dinanzi ai loro governi nazionali, gli enti locali e regionali non sono stati sufficientemente coinvolti dai rispettivi governi nazionali nella preparazione e nella discussione dell’allegato D a livello politico, e che spesso l’allegato D non fornisce un quadro preciso del loro fabbisogno di investimenti; |
12. |
ribadisce l’esigenza di una coerenza e di un coordinamento forti tra il semestre europeo e la politica di coesione, per conseguire gli obiettivi di sostenibilità e di inclusione sociale del Green Deal; i costi della transizione verso lo sviluppo sostenibile non devono essere a carico dei più vulnerabili; pertanto, il meccanismo per una transizione giusta deve fornire un sostegno su misura alle persone e alle regioni più colpite, in particolare a quelle che dipendono fortemente dai combustibili fossili — come le regioni con sistemi energetici isolati — e dalle industrie ad alta intensità energetica, nonché a quelle che stanno subendo le conseguenze sociali ed economiche del cambiamento di modello energetico dopo aver rispettato gli impegni presi per la decarbonizzazione; accoglie inoltre con favore la governance, basata sul regolamento recante disposizioni comuni, del Fondo per una transizione giusta, e chiede criteri di ripartizione chiari e obiettivi. |
La dimensione sociale del semestre europeo
13. |
sostiene l’integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nella pianificazione per la strategia economica sostenibile, in particolare perché la realizzazione degli obiettivi corrisponde in gran parte all’attuazione dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali; si compiace pertanto della recente comunicazione Un’Europa sociale forte per transizioni giuste (3), e chiede una rapida presentazione del piano d’azione per l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali; |
14. |
invita la Commissione a proporre ulteriori azioni per ridurre il divario di genere nei livelli di occupazione e di retribuzione; |
15. |
accoglie con favore l’inclusione di una dimensione regionale nell’ultima relazione comune sull’occupazione, che si richiama al Quadro europeo di valutazione della situazione sociale regionale del CdR del settembre 2019; |
16. |
condivide la preoccupazione della Commissione per gli effetti negativi dell’invecchiamento della popolazione e di altre sfide demografiche (come la bassa densità della popolazione e la sua dispersione, la diminuzione del numero di giovani e l’abbassamento del tasso di natalità) e la invita a tenere conto dei suggerimenti avanzati nel proprio parere sul tema Cambiamenti demografici: proposte per misurare e contrastare gli effetti negativi nelle regioni dell’UE e in quello sul tema Risposta dell’UE alla sfida demografica. |
La governance del semestre europeo
17. |
osserva che il modello di crescita dell’UE potrà contribuire con successo alle finalità generali sancite dagli obiettivi di sviluppo sostenibile e dal Green Deal solo se viene garantito un adeguato coordinamento con gli enti locali e regionali. Ribadisce la necessità di accrescere la titolarità del semestre europeo sul campo, per renderlo più efficace a fronte del nuovo e ambizioso obiettivo dell’UE di perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile, anche perché, secondo l’OCSE, il 65 % dei 169 traguardi degli obiettivi di sviluppo sostenibile non può essere raggiunto senza un pieno coinvolgimento degli enti locali e regionali e un pieno coordinamento con essi. Affinché il semestre europeo possa tener fede alle sue promesse, occorrerebbe coinvolgere in veste di partner tutti i livelli di governo e le parti interessate, andando oltre le attuali pratiche che sono principalmente basate su consultazioni nelle ultime fasi del processo relativo al semestre. Questo approccio di partenariato dovrebbe essere adottato con urgenza e dovrebbe portare alla localizzazione dell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile tramite finalità e traguardi basati sul territorio, da raggiungere secondo i relativi calendari; ciò richiede una maggiore concentrazione sugli impegni operativi nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile, e valutazioni volontarie locali dei processi di attuazione di tali obiettivi; |
18. |
sottolinea che il semestre europeo fornisce attualmente orientamenti sulla programmazione degli investimenti che saranno cofinanziati dai fondi strutturali e di investimento europei, oltre che sullo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività che è stato proposto. Segnala tuttavia il rischio che l’approccio centralizzato dall’alto che è proprio del semestre europeo imponga vincoli eccessivi all’approccio decentrato dal basso e alle politiche basate sul territorio della politica di coesione dell’UE; chiede inoltre che vi sia coerenza tra l’approccio di programmazione pluriennale della politica di coesione e il semestre europeo; |
19. |
invita l’UE a coordinare efficacemente i processi di governance del semestre europeo e la politica di coesione dell’UE sulla base dei medesimi principi di partenariato e di governance multilivello; ricorda il proprio parere sui legami tra la politica di coesione e il semestre europeo; rinnova la propria proposta di un codice di condotta (4), volto a coinvolgere gli enti locali e regionali nel semestre europeo come partner a pieno titolo, che sia simile al codice di condotta sul partenariato di cui al regolamento recante disposizioni comuni per il periodo 2014-2020; sottolinea l’esigenza di promuovere il ricorso alle politiche finanziate dall’UE per lo sviluppo di capacità da parte degli enti locali e regionali, e ricorda il proprio recente parere su tale argomento (5); si rammarica che la relazione annuale di monitoraggio sull’attuazione del programma di sostegno alle riforme strutturali del 2018 non fornisca dati sul ricorso al programma da parte degli enti locali e regionali; |
20. |
osserva inoltre che gli stessi obiettivi di sviluppo sostenibile richiedono un coinvolgimento attivo delle parti interessate, compresi gli enti locali e regionali. Occorrerebbe pertanto che, al termine del mandato della piattaforma multilaterale sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, venissero definite nuove forme, non meno ambiziose, di coinvolgimento delle parti interessate nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, anche attraverso il semestre europeo; |
21. |
incarica il proprio presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione europea, al Parlamento europeo, alla presidenza croata del Consiglio dell’UE e al presidente del Consiglio europeo. |
Bruxelles, 12 febbraio 2020
Il presidente del Comitato europeo delle regioni
Apostolos TZITZIKOSTAS
(1) https://ec.europa.eu/info/publications/2020-european-semester-annual-sustainable-growth-strategy_it
(2) https://webapi2016.cor.europa.eu/v1/documents/cor-2019-03856-00-00-res-tra-it.docx/content
(3) COM(2020) 14 final.
(4) Parere del Comitato europeo delle regioni — Migliorare la governance del semestre europeo: un codice di condotta per il coinvolgimento degli enti locali e regionali. Relatore Rob Jonkman (NL/ECR). Adottato l’11 maggio 2017 (GU C 306 del 15.9.2017, pag. 24).
(5) Parere del Comitato europeo delle regioni — Migliorare la capacità amministrativa degli enti locali e regionali per rafforzare gli investimenti e le riforme strutturali nel periodo 2021-2027. Relatrice Manuela Bora (IT/PSE). Adottato il 4 dicembre 2019 (GU C 79 del 10.3.2020, pag. 25).
29.4.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 141/5 |
Risoluzione del Comitato europeo delle regioni sulla Conferenza sul futuro dell’Europa
(2020/C 141/02)
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI
considerando quanto segue:
a) |
la legittimità democratica dell’Unione europea risiede nella fiducia dei cittadini nei loro rappresentanti eletti a livello europeo, nazionale, regionale e locale; |
b) |
la democrazia rappresentativa è il fondamento del progetto europeo; la maggiore affluenza alle urne registrata in occasione delle elezioni europee del 2019 ha dimostrato che i cittadini sono fortemente interessati alla definizione degli affari europei; tutti i livelli di governo devono rispondere alle nuove sfide e sviluppare nuovi modi di coinvolgere i cittadini; |
c) |
ogni anno negli Stati membri dell’UE si svolgono elezioni a livello nazionale, regionale e locale, e tali elezioni rappresentano un’opportunità per comunicare ai cittadini il modo in cui le politiche europee incidono su tutti i livelli di governance, contribuendo così a rafforzare la credibilità dell’UE agli occhi dei cittadini stessi; |
d) |
il ruolo cruciale degli enti locali e regionali è dimostrato dal fatto che sono responsabili della metà di tutti gli investimenti pubblici, di un terzo della spesa pubblica e di un quarto delle entrate fiscali nell’UE; |
Il Comitato europeo delle regioni (CdR)
1. |
accoglie con favore l’iniziativa della Commissione europea, del Parlamento europeo e del Consiglio di istituire la Conferenza sul futuro dell’Europa, ed è impaziente di contribuire a conseguire risultati concreti e di agire realizzando benefici tangibili per i cittadini dell’UE; |
2. |
ritiene che la Conferenza rappresenti un’opportunità per individuare le misure di cui l’UE ha bisogno per aumentare la sua capacità di produrre risultati e per rafforzare il suo funzionamento democratico, in linea con il nuovo principio di sussidiarietà attiva; |
3. |
sottolinea che gli oltre un milione di rappresentanti eletti a livello locale e regionale in tutta l’Unione dovrebbero essere coinvolti sia nella definizione delle politiche dell’UE che nel collegare l’UE ai suoi cittadini; per accrescere la visibilità del processo, il CdR si impegna a promuovere dibattiti su questioni riguardanti l’UE nei parlamenti regionali e nei consigli comunali; |
4. |
si compiace delle misure proposte per stabilire il contatto con i cittadini e sottolinea l’importanza di dibattiti tematici aperti e di ampio respiro; sostiene pienamente l’idea che importanti elementi della Conferenza dovrebbero essere decentrati per coinvolgere, attivamente e direttamente, aree e popolazioni al di là delle capitali europee e nazionali. A tal fine, il CdR fornirà sostegno ai suoi membri nell’organizzazione di eventi locali incentrati sui temi della Conferenza, e metterà a punto strumenti per raccogliere i risultati e i suggerimenti provenienti da tali dibattiti e trasmetterli alla Conferenza; |
5. |
chiede che i centri Europe Direct siano coinvolti nella Conferenza sul futuro dell’Europa e siano considerati «poli» regionali di partecipazione, in considerazione del loro ambito di azione e del fatto che il loro ruolo principale è quello di far meglio conoscere le questioni europee ai cittadini in generale. I centri Europe Direct vantano un’esperienza importante nella promozione dei dibattiti, per cui costituirebbero un pilastro fondamentale per garantire che la Conferenza sul futuro dell’Europa sia ampia, articolata e arricchita da diversi pareri; |
6. |
sottolinea la necessità di garantire il pluralismo e l’inclusività nel processo della Conferenza, e sostiene pienamente la proposta del Parlamento europeo di un duplice approccio: una sessione plenaria a livello istituzionale e una serie di agorà dei cittadini e relative attività decentrate, con la necessità di garantire il collegamento più stretto tra i due approcci; ribadisce che, per stimolare un dibattito approfondito, la Conferenza e le attività collaterali devono rispecchiare la diversità esistente in Europa; |
7. |
suggerisce di far sì che la Conferenza accolga i contributi provenienti dagli strumenti di democrazia partecipativa esistenti a livello locale e regionale, per integrare i canali della democrazia rappresentativa. Tra questi figurano, in particolare, i dialoghi con i cittadini e i forum di cittadini, sperimentati con successo in varie regioni, i cui partecipanti sono stati selezionati casualmente e riuniti in modo equilibrato; in tali contesti si è rivelata valida anche una combinazione di forum di cittadini e forum di esperti; |
8. |
ritiene che, anche dopo la fine della Conferenza, l’UE debba continuare a impegnarsi direttamente con i suoi cittadini, sulla base di un’ampia esperienza ricavata da modelli partecipativi, onde istituire un meccanismo strutturato permanente per il dialogo a livello di base. Tale meccanismo deve essere accompagnato da un dialogo su tematiche di attualità in cui i gruppi di destinatari possono essere di volta in volta diversi; |
9. |
condivide il giudizio secondo cui è necessario coinvolgere i giovani nella Conferenza sul futuro dell’Europa e dedicare loro particolare attenzione per mettere in rilievo il futuro orientamento del progetto europeo, e sottolinea che tutte le proposte avanzate dalla Conferenza devono riflettere le preoccupazioni delle generazioni future; |
10. |
chiede una specifica attenzione per le principali sfide cui l’Unione europea fa fronte attualmente, e un dibattito «dal basso» sugli argomenti della Conferenza, tra cui, ma non solo: le sfide ambientali e climatiche, la giustizia sociale, lo sviluppo sostenibile, la trasformazione digitale, la migrazione, la comunità dei valori europea, l’economia e l’occupazione, la coesione territoriale e i cambiamenti che sarà necessario apportare alle politiche, ai processi, alle istituzioni e alle risorse dell’UE, compreso il ruolo della democrazia e dell’autonomia a livello locale e regionale, per consentire all’Unione di rispondere alle esigenze e alle aspettative dei cittadini su tali questioni; al fine di attuare in modo adeguato i risultati della Conferenza, eventuali modifiche dei Trattati UE non dovrebbero essere escluse; |
11. |
fa propria la proposta, avanzata nella posizione del Parlamento europeo sulla Conferenza sul futuro dell’Europa (P9_TA-PROV (2020) 0010), che nel corso dell’intera Conferenza si tengano diverse agorà tematiche dei cittadini, che rispecchino le priorità di intervento e che siano composte al massimo da 200-300 cittadini con un minimo di tre per Stato membro, calcolandone la composizione secondo il principio della proporzionalità degressiva; condivide inoltre la preoccupazione del Parlamento europeo che la selezione dei cittadini partecipanti, sulla totalità dei cittadini dell’UE, sia effettuata su base casuale da istituzioni indipendenti negli Stati membri, conformemente ai criteri summenzionati; |
12. |
è convinto che, al fine di mobilitare il sostegno dei cittadini all’integrazione europea e di coinvolgerli maggiormente nei processi decisionali dell’UE, sia essenziale, nel corso dei dibattiti alla Conferenza, porre l’accento sull’ulteriore sviluppo del concetto di cittadinanza europea basata sui diritti individuali nel sistema europeo di governance multilivello; |
13. |
sottolinea le proprie preoccupazioni in merito alle posizioni espresse finora dalla Commissione europea e dal Consiglio dei ministri, poiché mancano di chiarezza e di ambizione sulla portata e sul processo della Conferenza sul futuro dell’Europa, e in particolare sulla partecipazione degli enti locali e regionali dell’Unione europea e del Comitato delle regioni; |
14. |
ritiene che la Conferenza debba avere come obiettivo chiaro la formulazione di proposte legislative concrete o di modifiche dei Trattati dell’UE, che verrebbero poi discusse durante la campagna elettorale per le elezioni del Parlamento europeo del 2024 in vista di una futura Convenzione; |
15. |
si compiace della composizione proposta per la plenaria della Conferenza, che sarebbe formata da membri del Parlamento europeo, della Commissione europea, dei governi dei 27 Stati membri, dei parlamenti nazionali e del Comitato europeo delle regioni; chiede che il CdR sia rappresentato da almeno otto membri con pieno diritto di voto; ravvisa inoltre la necessità di una rappresentanza paritaria delle seconde camere dei parlamenti nazionali, che in molti Stati membri sono composte da rappresentanti delle regioni; |
16. |
chiede che il comitato direttivo della Conferenza garantisca l’equilibrio politico e istituzionale tra tutti i livelli di governance, includendo nelle proprie file un membro del Comitato europeo delle regioni, che potrebbe essere assistito da un membro del personale del CdR distaccato presso la segreteria congiunta; |
17. |
accoglie con favore la proposta di coinvolgere nelle discussioni sul futuro dell’Europa anche i rappresentanti locali e regionali dei paesi candidati all’adesione; |
18. |
invita il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione a integrare i principi delineati nella presente risoluzione nella loro dichiarazione congiunta ed esprime l’intenzione di diventare firmatario di tale dichiarazione; |
19. |
incarica il suo presidente di trasmettere la presente risoluzione al presidente del Parlamento europeo, alla presidente della Commissione europea, al presidente del Consiglio europeo e alla presidenza croata del Consiglio dell’UE. |
Bruxelles, 12 febbraio 2020
Il presidente del Comitato europeo delle regioni
Apostolos TZITZIKOSTAS
29.4.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 141/8 |
Risoluzione del Comitato europeo delle regioni sul programma di lavoro della Commissione europea per il 2020
(2020/C 141/03)
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR),
considerando:
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il programma di lavoro della Commissione europea per il 2020 (1), |
— |
il protocollo di cooperazione con la Commissione europea del febbraio 2012, |
— |
la risoluzione del CdR in merito alle Proposte del Comitato europeo delle regioni per la nuova legislatura dell’Unione europea del 27 giugno 2019, |
1. |
ribadisce la necessità di coinvolgere i rappresentanti locali e regionali e i cittadini europei nell’elaborazione e nell’attuazione delle politiche dell’UE, in particolare attraverso la corretta applicazione della sussidiarietà attiva e della governance multilivello, |
2. |
chiede con urgenza che si arrivi un accordo sul quadro finanziario pluriennale (QFP) per garantire che i nuovi programmi dell’UE siano avviati nei tempi previsti. Esorta la Commissione, parallelamente ai suoi sforzi di negoziazione con l’autorità di bilancio, a presentare un piano di emergenza per evitare un’eventuale interruzione dei programmi in caso di adozione tardiva del QFP; |
3. |
ribadisce con fermezza l’invito ad assicurare che l’importo totale del futuro QFP sia pari almeno all’1,3 % del reddito nazionale lordo (RNL) dell’UE-27, in modo da garantire un bilancio che sia all’altezza delle esigenze, delle aspettative e delle preoccupazioni dei cittadini dell’UE, comprese le nuove priorità fissate nel Green Deal europeo; |
4. |
invita la Commissione a monitorare attentamente l’applicazione del codice di condotta sul partenariato nella preparazione degli accordi e dei programmi di partenariato per il periodo 2021-2027 e ad assicurare che il coinvolgimento degli enti locali e regionali costituisca un partenariato a pieno titolo. I principi di partenariato e di governance multilivello dovrebbero anche essere fonte di ispirazione per la governance del semestre europeo, per garantirne l’efficacia e la legittimità, tanto più che il semestre fornisce orientamenti per i programmi della politica di coesione per il periodo 2021-2027; |
5. |
accoglie con favore l’impegno della Commissione ad attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile tramite la loro integrazione nel semestre europeo, come raccomandato dal CdR, e la loro inclusione nell’approccio globale del Green Deal europeo. |
Green Deal europeo
6. |
invita la Commissione a coinvolgere in modo coerente gli enti locali e regionali in tutte le normative e iniziative del Green Deal europeo, a partire dal Patto europeo per il clima. A sua volta, il CdR intende sostenere pienamente l’attuazione del Green Deal e lo sviluppo del Patto per il clima mediante misure e iniziative coordinate e trasversali, allo scopo di garantire che siano basati sulla governance multilivello e sulla legittimità territoriale e che nessuna persona o regione venga lasciata indietro; |
7. |
ribadisce l’invito alla Commissione a garantire che la legislazione europea sul clima si fondi su un’analisi approfondita dell’impatto e dei benefici, accompagnata da piani concreti di finanziamento, che offrano un’indicazione chiara del ruolo degli enti locali e regionali e presentino un calendario ben definito per la revisione degli obiettivi relativi al raggiungimento della neutralità climatica; |
8. |
invita la Commissione a inserire il necessario sostegno agli enti locali e regionali nell’attuazione delle politiche di adattamento nella nuova strategia di adattamento dell’UE; |
9. |
invita la Commissione a garantire che negli Stati membri, al momento di valutare i piani nazionali definitivi per l’energia e il clima nel giugno 2020, vengano avviati un dialogo e una consultazione pubblica multilivello sul clima e l’energia. Si impegna a istituire un forum degli enti locali e regionali e delle parti interessate che cooperi con la Commissione e gli Stati membri per dare un riscontro sull’attuazione delle misure e delle iniziative relative al Green Deal, nonché per avanzare suggerimenti sulle proposte legislative; |
10. |
accoglie con favore la proposta di un «impegno di non nuocere all’ambiente», che dovrebbe coinvolgere esplicitamente il CdR. L’iniziativa dovrebbe consentire a) l’integrazione dei criteri di sostenibilità in tutte le politiche, in tutte le priorità macroeconomiche, in tutti gli strumenti finanziari dell’UE, nel semestre europeo e nel quadro finanziario pluriennale 2021-2027, al fine di garantire che tutta la legislazione sia coerente con gli obiettivi del Green Deal, e b) l’individuazione e l’eliminazione di ostacoli e incongruenze nella legislazione dell’UE. Il CdR contribuirà a questo obiettivo attraverso iniziative quali la rete di hub regionali; |
11. |
invita la Commissione a continuare a sostenere pienamente le iniziative di successo già avviate, come il Patto dei sindaci, l’Agenda urbana per l’UE, Energia pulita per le isole dell’UE, e molte altre iniziative regionali, nazionali e transfrontaliere; |
12. |
accoglie con favore gli sforzi della Commissione europea volti a decarbonizzare il settore energetico attraverso la strategia per l’integrazione settoriale intelligente, l’ondata di ristrutturazioni e le energie rinnovabili offshore. In tale contesto, i possibili effetti negativi delle ristrutturazioni ai fini dell’efficienza energetica andrebbero evitati o compensati per tutelare gli inquilini, i consumatori vulnerabili e le famiglie a rischio di povertà energetica. Il CdR ribadisce inoltre l’invito ad adottare un’agenda europea per l’edilizia abitativa. Tale agenda proattiva, facendo eco all’iniziativa dei cittadini europei Housing for all («Alloggi per tutti»), dovrebbe tra l’altro riguardare aspetti della riforma degli aiuti di Stato, la questione dei meccanismi di regolamentazione dei canoni di locazione e gli effetti di esclusione (crowding out) sui mercati immobiliari da parte delle piattaforme digitali; |
13. |
accoglie con favore l’inclusione di proposte per rendere verdi le città europee e aumentare la biodiversità nelle aree urbane, compresa la nuova iniziativa Green City Accord. È favorevole all’elaborazione di un’ambiziosa strategia dell’UE sulla biodiversità per il periodo successivo al 2020 e sostiene la posizione dell’UE alla COP 15 della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica per garantire che gli enti locali e regionali siano ufficialmente riconosciuti come partner fondamentali nell’elaborazione, nell’attuazione e nel monitoraggio delle misure necessarie per arrestare la perdita di biodiversità e il degrado dei servizi ecosistemici; |
14. |
accoglie con favore la preparazione di un nuovo piano d’azione per l’economia circolare, che deve essere ambizioso, con scadenze ben precise e basato sulla scienza, nonché prefiggersi la prevenzione come priorità assoluta, in linea con la gerarchia dei rifiuti dell’UE. Attende con interesse, in tale contesto, la proposta legislativa volta a consentire ai consumatori di svolgere un ruolo attivo nella transizione ecologica; |
15. |
richiama l’attenzione sulla necessità di affrontare tutte le sfide interconnesse nel tentativo di creare un ambiente non tossico, e attende con impazienza di poter dare il proprio contributo alla stesura del piano d’azione per l’inquinamento zero di aria, acqua e suolo, la cui adozione è prevista nel 2021; |
16. |
accoglie con favore l’impegno della Commissione a definire una nuova visione a lungo termine per le zone rurali e si unisce al Parlamento europeo (2) nella richiesta di adottare un’agenda dell’UE per le zone rurali e un approccio equilibrato e globale allo sviluppo territoriale europeo, in modo che le esigenze delle zone rurali siano integrate in tutte le pertinenti politiche europee, come indicato nella dichiarazione sullo sviluppo rurale adottata a Cork; |
17. |
sottolinea che gli enti locali e regionali svolgeranno un ruolo importante nell’attuazione della futura PAC e nella già annunciata strategia «Dal produttore al consumatore», anche rendendo più ecologici («verdi») gli appalti pubblici, promuovendo un’alimentazione sana, organizzando attività di sensibilizzazione in materia di spreco alimentare e attuando misure concrete sul terreno. Il CdR ritiene che la strategia «Dal produttore al consumatore» rappresenti un’opportunità unica per aumentare la coerenza delle politiche, incoraggiare la transizione verso sistemi alimentari più sostenibili e rafforzare la dimensione ambientale della PAC. Nell’ambito di tale strategia andrebbe definito un piano d’azione che stabilisca degli obiettivi quantificati per ridurre i pesticidi chimici di almeno il 30 % entro il 2027 e i fertilizzanti azotati di sintesi, nonché per aumentare la quantità di terreni coltivati in modo organico, incrementare il consumo di frutta e verdura e ridurre il tasso di obesità nell’UE; |
18. |
invita la Commissione europea ad aumentare le informazioni fornite ai consumatori mediante marchi di qualità ecologica europei armonizzati e norme comuni per promuovere il passaggio al consumo sostenibile, facilitando gli acquisti verdi e incentivando le imprese a sviluppare e migliorare la loro sostenibilità; chiede un sistema europeo di etichettatura nutrizionale per sostenere scelte più sane per i consumatori dell’UE; |
19. |
invita la Commissione a elaborare un piano d’azione per promuovere la pastorizia nell’UE; |
20. |
chiede un’agenda strategica globale per tutti i settori marittimi europei volta a sostenere la decarbonizzazione di tali industrie e un approccio sostenibile alla pesca e alla produzione alimentare, nonché a preservare il vantaggio competitivo delle regioni marittime europee; |
21. |
ritiene che le comunità costiere dovrebbero essere coinvolte nella definizione delle politiche per la governance sostenibile delle risorse oceaniche, al fine di affrontare le sfide globali a livello locale; |
22. |
chiede una strategia forestale dell’UE dopo il 2020 aggiornata per garantire un coordinamento a livello UE delle politiche che hanno un impatto sulla silvicoltura e gettare le basi per un piano d’azione dell’UE sulla deforestazione e sul degrado forestale, al fine di ridurre l’impatto ambientale del consumo di prodotti e materie prime nell’UE; |
23. |
sostiene il piano europeo di lotta contro il cancro e sottolinea che la prevenzione, la diagnosi e il trattamento sono, di norma, effettuati nelle comunità locali dei pazienti; ciò fa sì che il coinvolgimento significativo degli enti locali e regionali rappresenti la chiave del successo di questa iniziativa; |
24. |
si aspetta che una nuova strategia farmaceutica per l’Europa migliori l’accessibilità e l’abbordabilità dei prodotti farmaceutici in tutte le regioni dell’UE, offrendo innovazione ai pazienti e rafforzando la leadership industriale europea; |
25. |
invita la Commissione europea a intensificare la cooperazione in materia di malattie prevenibili da vaccino e a coinvolgere gli enti locali e regionali nei lavori preparatori per una proposta della Commissione relativa a una tessera/un passaporto delle vaccinazioni comune per i cittadini dell’UE; |
26. |
ribadisce la richiesta di applicare all’intero spettro della legislazione dell’UE il principio per cui non vi è alcuna soglia «sicura» per l’esposizione agli interferenti endocrini di ogni genere, e chiede di vietare i bisfenoli e gli ftalati in tutti i materiali a contatto con gli alimenti; |
27. |
invita la Commissione a inserire la resilienza alle catastrofi tra gli elementi chiave dello sviluppo sostenibile, come pure a garantire che tale aspetto sia preso in considerazione nei futuri finanziamenti e progetti dell’UE, e che sia rafforzata la capacità degli enti locali e regionali in materia di riduzione del rischio di catastrofi, preparazione alle catastrofi e gestione delle catastrofi; |
28. |
invita la Commissione, in linea con l’iniziativa dei cittadini europei «Fairosene», a presentare una proposta di revisione della tassazione dell’energia che elimini le sovvenzioni per i combustibili fossili, assicuri condizioni di parità sostenibili tra i diversi modi di trasporto e permetta di ridurre la tassazione delle energie rinnovabili, rendendole più economiche rispetto ai combustibili fossili; esorta il Consiglio ad adottare rapidamente la proposta legislativa relativa all’imposta sul valore aggiunto (IVA), in modo che gli Stati membri possano fare un uso più mirato delle aliquote IVA per riflettere le accresciute ambizioni ambientali; |
29. |
sottolinea la necessità di evitare la concorrenza sleale da parte di paesi terzi con livelli inferiori di ambizione climatica. Si rammarica profondamente che nel programma di lavoro non sia menzionata l’intenzione della Commissione di proporre un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere per determinati settori; |
30. |
accoglie con favore l’ambizione del piano di investimenti per un’Europa sostenibile lanciato dalla Commissione di mobilitare 1 000 miliardi di EUR nel prossimo decennio. Deplora, tuttavia, che il piano stesso risulti meno ambizioso nella pratica — essendo costituito in gran parte da un riconfezionamento di misure preesistenti e già pianificate — e non disponga di risorse supplementari; |
31. |
accoglie con favore l’intenzione della Commissione di garantire, a seguito della revisione in corso delle norme e degli orientamenti sugli aiuti di Stato, una maggiore flessibilità per le regioni interessate dalla transizione giusta e per gli investimenti nella sostenibilità; |
32. |
sottolinea il ruolo fondamentale della politica di coesione quale principale strumento finanziario del bilancio dell’UE per conseguire gli obiettivi del Green Deal. Occorre inoltre prestare particolare attenzione a garantire la complementarità e la coerenza del nuovo Fondo per una transizione giusta con gli altri fondi. Conferma, a tale proposito, che l’Alleanza per la coesione continuerà ad accompagnare l’adozione e l’attuazione delle iniziative della politica di coesione e il processo di programmazione; |
33. |
accoglie con favore l’intenzione della Commissione di presentare una strategia per una mobilità sostenibile e intelligente al fine di modernizzare e rendere «verde» il settore dei trasporti; sottolinea che i finanziamenti per le infrastrutture di trasporto e la ricerca dovrebbero essere collegati ai fattori di sostenibilità. Conferma la propria volontà di collaborare con i servizi competenti della Commissione allo sviluppo di soluzioni pratiche per incentivare e facilitare la decarbonizzazione della mobilità nelle zone urbane e rurali dell’Unione; |
34. |
invita la Commissione a semplificare il sistema generale di gestione della politica di coesione a tutti i livelli di governance, in modo da ridurre gli oneri amministrativi per le autorità di gestione e i beneficiari con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità e l’efficacia dei finanziamenti. Esorta inoltre la Commissione ad adottare una serie supplementare di indicatori, come l’indice di progresso sociale, per integrare l’indicatore del PIL in modo da rispecchiare meglio lo sviluppo socioeconomico reale delle regioni e realizzare una distribuzione più equa dei finanziamenti della politica di coesione. Sottolinea l’importanza di aumentare la visibilità dei risultati dei progetti finanziati dall’UE, al fine di mostrare più chiaramente i vantaggi che essi comportano per la vita quotidiana dei cittadini europei. |
Affrontare la transizione digitale
35. |
richiama l’attenzione sulle prospettive territoriali per il mercato unico e sull’assoluta necessità di promuovere la coesione digitale. Ritiene pertanto che la creazione di una rete di poli dell’innovazione digitale assicuri una copertura sufficiente per tutte le regioni; |
36. |
è dell’avviso che l’attuale quadro normativo dell’UE applicabile all’economia collaborativa o delle piattaforme richieda un accurato aggiornamento. In particolare, il CdR si aspetta che la «legge sui servizi digitali» affronti la questione cruciale dello status delle piattaforme e dell’accesso ai dati, e specifichi i criteri di interesse generale; |
37. |
attende con interesse il varo, nel terzo trimestre del 2020, di un indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) a livello locale/regionale; |
38. |
sottolinea che occorre definire le necessità future di investimento nella connettività a banda larga a livello locale e regionale e propone di mettere a punto, di concerto con la Commissione e la Banca europea per gli investimenti, nuove modalità di finanziamento e di sostegno delle infrastrutture TIC nelle zone svantaggiate; |
39. |
raccomanda l’attuazione e l’aggiornamento dell’agenda europea per le competenze come pure l’aggiornamento del piano d’azione per l’istruzione digitale; |
40. |
invita la Commissione europea a rivedere il quadro normativo dell’Unione europea per l’intelligenza artificiale quale importante aspetto della ricerca e dell’innovazione, nonché dei servizi pubblici. Tale riesame dovrebbe riflettere un approccio antropocentrico allo sviluppo tecnologico e assicurare il rispetto dei valori e dei principi europei, garantendo che i cittadini europei mantengano il pieno controllo sui loro dati personali; |
41. |
accoglie con favore l’enfasi posta sul «rafforzamento della cibersicurezza» e chiede alla Commissione di tenere conto, in tutte le sue riflessioni, anche dei sistemi gestiti dagli enti locali e regionali; |
42. |
ritiene essenziale una strategia globale a lungo termine per l’industria europea. Tale strategia deve sostenere la transizione digitale, consentire a tutti i componenti dell’industria di contribuire pienamente alla creazione di un’economia circolare e climaticamente neutra, e fondarsi su un approccio basato sul territorio e incentrato sul rafforzamento e il collegamento degli ecosistemi regionali; |
43. |
attende con interesse la pubblicazione della relazione sugli ostacoli al mercato unico, e si aspetta che fornisca un quadro chiaro e completo degli ostacoli più gravi che impediscono alle imprese europee, in particolare alle PMI, e ai cittadini di beneficiare appieno del mercato unico. Invita inoltre la Commissione a proporre misure per eliminare gli ostacoli individuati e a semplificare il quadro normativo generale dell’UE. Sottolinea il ruolo fondamentale della specializzazione intelligente per collegare le principali missioni dell’UE, quali l’adattamento ai cambiamenti climatici e la transizione industriale, con gli ecosistemi locali e regionali di innovazione, e raccomanda una stretta cooperazione tra il CdR, la Commissione e il Centro comune di ricerca (JRC) al fine di rafforzare ulteriormente tale concetto; |
44. |
ritiene che le attività di ricerca e innovazione, sostenute dal consistente programma Orizzonte Europa e da molti strumenti di finanziamento nazionali, debbano altresì garantire che nessuna regione o città sia lasciata indietro ed evitare che continui, ai livelli recentemente osservati, la fuga di talenti e di investimenti a elevato valore aggiunto dalle regioni periferiche europee verso le grandi città e le regioni industriali già consolidate. |
Riforme sociali ed economiche
45. |
sostiene l’obiettivo generale di un’Europa sociale forte per transizioni giuste, e intende contribuire alla piena attuazione territoriale del pilastro europeo dei diritti sociali e promuovere un lavoro dignitoso per tutti, che costituisce la base essenziale per uno sviluppo socioeconomico equo e sostenibile, anche per quanto riguarda le proposte annunciate che prevedono di regolamentare il lavoro su piattaforma, fissare un salario minimo, pianificare un regime di riassicurazione contro la disoccupazione, favorire la riqualificazione, rafforzare la garanzia per i giovani e attuare la garanzia per l’infanzia; |
46. |
invita la Commissione a dare seguito alle conclusioni della presidenza finlandese sull’«economia del benessere», che ravvisa nel benessere dei cittadini sia un bene intrinseco sia un fattore determinante per la crescita macroeconomica e il progresso; |
47. |
accoglie con favore la creazione, da parte della Commissione, della dimensione regionale del quadro europeo di valutazione della situazione sociale, e chiede che tali sforzi siano intensificati in futuro attraverso una maggiore cooperazione con gli Stati membri; |
48. |
chiede che sia varato un piano d’azione per l’economia sociale che proponga, tra l’altro, una definizione giuridica trasversale di «impresa sociale» e metta a punto uno statuto europeo per le imprese sociali e solidali; |
49. |
accoglie con favore la comunicazione della Commissione e l’apertura di una consultazione pubblica sulla revisione del quadro di governance economica, compreso il patto di stabilità e crescita (PSC). Tale revisione della governance economica dell’UE rappresenta un’opportunità quanto mai necessaria per migliorare le norme di bilancio dell’UE introducendo una «regola d’oro» per gli investimenti sostenibili, compresi i finanziamenti che nel quadro dei fondi strutturali e d’investimento verrebbero destinati all’attuazione del Green Deal; |
50. |
invita la Commissione a dare priorità al rafforzamento delle capacità degli enti locali e regionali nel quadro del programma di sostegno alle riforme strutturali e del prossimo programma di sostegno alle riforme, come richiesto nel parere adottato il 4 dicembre 2019 (3); |
51. |
sottolinea la necessità di continuare a lavorare all’approfondimento dell’UEM, in particolare completando l’Unione bancaria e destinando stanziamenti di bilancio sufficienti allo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività (BICC), nonché compiendo progressi verso un regime europeo di riassicurazione delle indennità di disoccupazione; |
52. |
ribadisce l’invito ad elaborare una nuova comunicazione sul turismo sostenibile in Europa. |
Un’Europa più forte nel mondo
53. |
accoglie con favore l’intenzione della Commissione di lanciare un’ampia iniziativa sulla riforma dell’OMC a seguito della prossima conferenza ministeriale di detta organizzazione nel giugno 2020. Sottolinea che questo passo è tanto più importante alla luce degli attuali sviluppi internazionali, che indicano un aumento del protezionismo e del sostegno alle società internazionali mediante sovvenzioni statali. Accoglie quindi con favore anche la proposta di elaborare un libro bianco su uno strumento relativo alle sovvenzioni estere; |
54. |
esprime preoccupazione per quanto affermato nel progetto di relazione intermedia sulla valutazione d’impatto per la sostenibilità dell’accordo commerciale con il Mercosur, ossia che il settore industriale e dei servizi dell’UE saranno i più avvantaggiati dall’accordo, mentre l’agricoltura e le zone rurali dell’UE saranno le più colpite dagli effetti negativi previsti; |
55. |
evidenzia che gli enti locali e regionali contribuiscono a rafforzare la buona governance e la democrazia locale nel vicinato dell’UE, e invita la Commissione ad incrementare il pacchetto di assistenza finanziaria per gli enti locali e regionali dei paesi partner, in particolare per le iniziative tra pari di sviluppo delle capacità, in linea con i risultati della valutazione del sostegno offerto dall’UE agli enti locali e regionali nelle regioni del vicinato e dell’allargamento (2010-2018); |
56. |
accoglie con favore il piano d’azione annunciato sulla parità di genere e l’emancipazione femminile nelle relazioni esterne, e contribuisce agli obiettivi di tale piano tramite la particolare attenzione che viene riservata all’emancipazione delle donne nel quadro dell’Assemblea regionale e locale euromediterranea (ARLEM); |
57. |
incoraggia la Commissione e gli Stati membri a sostenere la cooperazione transfrontaliera tra gli enti regionali e locali dell’Unione europea e dei paesi partner, anche nella forma di gruppi europei di cooperazione territoriale (GECT) e strategie macroregionali europee; |
58. |
ritiene che il processo di allargamento debba continuare ad essere una priorità dell’UE e che gli enti regionali e locali dei paesi dell’allargamento debbano partecipare ancora di più ai preparativi per l’adesione. Il riesame del metodo seguito nei negoziati di adesione dovrebbe tener conto di tali preoccupazioni. Attraverso le attività dei comitati consultivi misti, il CdR intende aiutare i paesi candidati ad integrarsi meglio nelle principali politiche dell’UE prima dell’adesione; |
59. |
conviene sul fatto che il partenariato orientale (PO) dovrebbe essere rafforzato alla luce delle consultazioni sul suo futuro, e continuerà a impegnarsi per far avanzare i suoi obiettivi al di là delle capitali e al livello di governance più vicino ai cittadini; |
60. |
sottolinea l’importanza dei soggetti locali e regionali e delle loro iniziative di cooperazione decentrata nel conseguimento dell’Agenda 2030 e degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Invita la Commissione europea a fornire un sostegno costante a tali iniziative e ad accrescerne la visibilità; |
61. |
si rammarica che nel programma di lavoro per il 2020 non vi sia alcun riferimento al vicinato meridionale; fa rilevare che quest’anno ricorre il 25o anniversario della dichiarazione di Barcellona e chiede alla Commissione europea di tenere conto di questa opportunità unica per proporre una rinnovata agenda dell’UE per il vicinato meridionale, verso una regione e comunità mediterranea innovativa, interculturale e inclusiva che sappia far fronte alle nuove sfide all’orizzonte 2030; |
62. |
ribadisce la necessità di promuovere le piattaforme di apprendimento online, aumentare la disponibilità di corsi online aperti nel settore della protezione civile e favorire la creazione di reti di conoscenze e competenze. Sostiene fermamente, in tale contesto, la creazione e la diffusione della rete europea di conoscenze in materia di protezione civile. |
Valori europei
63. |
invita la Commissione europea a rafforzare gli strumenti UE esistenti per monitorare e proteggere lo Stato di diritto e a mettere in atto, ove possibile, un meccanismo unico di monitoraggio orizzontale per lo Stato di diritto, la democrazia e i diritti fondamentali. Il meccanismo dovrebbe essere basato sul maggior numero possibile di fonti diverse, compresi gli enti locali e regionali, la società civile organizzata e i singoli individui; |
64. |
esorta la Commissione a continuare a sostenere sia lo scambio delle migliori pratiche e dell’esperienza tra i diversi livelli di governo nella lotta al populismo e all’estremismo, sia la promozione di una cultura dei diritti umani, integrata da fondi, competenze e orientamenti pratici per le autorità nazionali, regionali e locali, al fine di proteggere i nostri sistemi democratici; |
65. |
attende con interesse l’iniziativa relativa ad un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, e sottolinea l’urgente necessità di un approccio globale alle politiche in materia di migrazione, integrazione e asilo, basato sui principi del rispetto dei diritti umani fondamentali e della solidarietà. Allo stesso tempo, l’UE dovrebbe continuare ad adoperarsi per proteggere le proprie frontiere esterne al fine di evitare la migrazione illegale e combattere la tratta di esseri umani; |
66. |
è favorevole alla presentazione di un nuovo piano d’azione per l’integrazione e l’inclusione e sottolinea il ruolo fondamentale svolto dagli enti locali e regionali nel facilitare l’integrazione. Accoglie con favore il recente, graduale, aumento del sostegno della Commissione europea direttamente accessibile agli enti locali; chiede che tale sostegno sia rafforzato e che siano messi a disposizione degli enti locali e regionali maggiori finanziamenti diretti e semplificati per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti regolari e dei rifugiati. Si impegna a rafforzare ulteriormente la cooperazione tra il CdR, la Commissione europea e gli altri partner dell’iniziativa e della rete «Città e regioni per l’integrazione»; |
67. |
accoglie con favore l’intenzione della Commissione europea di lavorare in stretta cooperazione con gli enti regionali e le autorità nazionali per fare in modo che lo spazio europeo dell’istruzione diventi realtà entro il 2025, sostiene l’obiettivo di creare uno spazio per l’apprendimento, lo studio e la ricerca senza frontiere e sottolinea la necessità di promuovere la circolazione dei cervelli e la riemigrazione; |
68. |
sottolinea che la nuova Agenda europea per la cultura completa e rafforza l’identità europea, che è complementare alle identità nazionali e regionali, riconoscendo la diversità culturale e linguistica dell’Europa, rafforzando i settori culturali e creativi europei e intensificando le loro relazioni con partner di paesi terzi. Il CdR incoraggia inoltre la Commissione europea a sostenere l’iniziativa dell’Unesco sul patrimonio culturale e l’UE, volta a utilizzare il patrimonio mondiale come strumento per migliorare la sostenibilità economica e sociale delle zone rurali in Europa; |
69. |
accoglie con favore la «nuova strategia in materia di sicurezza», annunciata da tempo, e la direttiva sulla protezione delle infrastrutture critiche, e chiede che al loro interno vengano inserite tutte le iniziative e le strategie intraprese dagli enti locali e regionali nel campo della protezione civile. |
Rafforzare la democrazia europea
70. |
accoglie con favore il riconoscimento da parte della Commissione europea del ruolo svolto dai livelli subnazionali di governo nel sistema democratico dell’Unione. Il CdR ribadisce, da parte sua, la forte volontà delle regioni e delle città d’Europa di partecipare alla democrazia europea e al processo decisionale dell’UE in qualità di partner a pieno titolo, e di contribuire all’attuazione dei principi della governance multilivello, della sussidiarietà attiva e della proporzionalità; |
71. |
accoglie con favore l’imminente Conferenza sul futuro dell’Europa. Sottolinea che il coinvolgimento attivo del CdR negli organi direttivi e nella plenaria della Conferenza apporterà un valore aggiunto al processo, consentendo agli enti locali e regionali e ai cittadini di avviare un dialogo costruttivo con l’UE, da cui dovrebbero scaturire proposte concrete per migliorare l’efficacia e il funzionamento democratico dell’UE; |
72. |
accoglie con favore l’impegno della Commissione europea di attuare le politiche in modo trasparente ed efficiente e di garantire che apportino benefici tangibili, evitando al contempo oneri amministrativi eccessivi. Ribadisce il proprio sostegno generale al programma «Legiferare meglio» e si aspetta che il principio «one in, one out» non venga applicato in modo meccanico. Il CdR attende con impazienza di sviluppare la cooperazione con la Commissione europea attraverso la propria rete di hub regionali sul riesame dell’attuazione delle politiche dell’UE sul campo; |
73. |
sottolinea l’importanza di un forte ruolo di coordinamento per la Commissione europea nell’attuazione dell’agenda urbana per l’UE. Il CdR considera una Carta di Lipsia rinnovata come un ulteriore passo verso il collegamento dell’agenda urbana per l’UE con l’agenda «Legiferare meglio» della Commissione europea e il Green Deal; |
74. |
chiede una strategia europea globale sul cambiamento demografico, alla quale il CdR intende contribuire analizzando l’impatto di tale fenomeno su gruppi diversi di persone e regioni; |
75. |
accoglie con favore la creazione di un portafoglio specifico in materia di parità nel collegio dei commissari. Ricorda che gli enti locali e regionali svolgono un ruolo cruciale per quanto riguarda la parità di genere: parità di retribuzione per lo stesso lavoro, ripartizione equa delle responsabilità di assistenza, congedi parentali e di assistenza adeguatamente retribuiti, riduzione del divario retributivo e pensionistico, fine della violenza contro le donne e bilancio di genere. Chiede che siano adottate misure concrete a tal fine nei suddetti settori quale strumento per emancipare le donne, a partire dal livello locale e regionale; |
76. |
incarica il suo presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione europea, al Parlamento europeo, alle presidenze croata e tedesca del Consiglio dell’UE e al presidente del Consiglio europeo. |
Bruxelles, 12 febbraio 2020
Il presidente del Comitato europeo delle regioni
Apostolos TZITZIKOSTAS
(1) COM(2020) 37 final.
(2) Risoluzione del Parlamento europeo del 3 ottobre 2018 su come affrontare le esigenze specifiche delle zone rurali, montane e periferiche.
(3) https://webapi2016.cor.europa.eu/v1/documents/cor-2019-02043-00-01-ac-tra-it.docx/content
PARERI
Comitato delle regioni
138a sessione plenaria del CdR, 11.2.2020 – 12.2.2020
29.4.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 141/15 |
Parere del Comitato europeo delle regioni — Rafforzare lo Stato di diritto nell’Unione — Programma d’azione
(2020/C 141/04)
|
RACCOMANDAZIONI POLITICHE
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI
Osservazioni generali
1. |
manifesta apprezzamento per la proposta della Commissione, che riconosce e valorizza lo Stato di diritto come presupposto del processo di integrazione europea e come valore fondamentale dell’Unione, affermato dai Trattati e comune alle tradizioni costituzionali degli Stati membri; sottolinea che le iniziative indicate dalla Commissione per la promozione dei principi dello Stato di diritto, per la prevenzione di possibili violazioni di questi principi e per una risposta proporzionata in caso di loro inosservanza integrano positivamente il sistema attuale; |
2. |
condivide che il controllo del rispetto dello Stato di diritto, pur spettando in prima battuta ai singoli Stati membri, sia una responsabilità condivisa da questi e dall’Unione; l’articolo 2 TUE rappresenta una base giuridica certa per l’esercizio di questo controllo da parte delle istituzioni dell’Unione europea; |
3. |
sottolinea inoltre che un ruolo importante nel rafforzamento dello Stato di diritto spetta alla società civile e alle autorità regionali e locali («LRA»): queste ultime costituiscono un livello fondamentale di legittimazione democratica e dovrebbero costantemente promuovere la cultura dello Stato di diritto e monitorare l’osservanza dei principi ad esso collegati. Le LRA possono contribuire alle attività di divulgazione proposte dalla Commissione e possono altresì agire come fonti di informazione per il monitoraggio che essa intende esercitare; da parte sua, il CdR può agevolare e coordinare lo sforzo delle LRA nel rafforzamento dello Stato di diritto, ad esempio incitandole a stipulare accordi tra i partiti in merito ad aspetti della democrazia locale ritenuti non negoziabili e che saranno difesi congiuntamente se attaccati; |
4. |
sottolinea che il rispetto dello Stato di diritto deve essere garantito nell’interesse di ogni persona, in quanto è esso stesso presupposto per l’esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali che l’ordinamento dell’Unione attribuisce ai singoli; il rafforzamento dello Stato di diritto negli Stati membri si traduce in un rafforzamento dei diritti garantiti a ogni persona; |
5. |
è convinto che un sistema completo di tutela dello Stato di diritto richieda un controllo sugli Stati membri, ma anche un monitoraggio sulle istituzioni dell’Unione; ritiene pertanto che il sistema di controllo del rispetto dello Stato di diritto, predisposto dall’Unione, debba essere integrato da meccanismi esterni all’Unione stessa. Pur consapevole delle difficoltà giuridiche da superare, il CdR apprezza quindi l’intenzione della Commissione di riavviare il processo di adesione dell’Unione alla CEDU, come richiesto dall’articolo 6, paragrafo 2, TUE; |
6. |
accoglie positivamente la precisa indicazione nella comunicazione degli elementi che caratterizzano lo Stato di diritto, quali l’indipendenza della magistratura, la tutela dei diritti fondamentali, la presenza di una società civile attiva e il pluralismo dei media. Si tratta di elementi essenziali per garantire la fiducia reciproca fra gli Stati membri, il corretto funzionamento dell’Unione, la leale collaborazione tra Unione e Stati membri e, soprattutto, la piena osservanza dei diritti che i cittadini traggono dal sistema giuridico dell’Unione europea; |
7. |
sottolinea che il rispetto dello Stato di diritto, la garanzia dei diritti fondamentali e l’osservanza dei principi di democrazia sono elementi strettamente connessi e dipendono l’uno dall’altro, e devono essere osservati, tutelati e rafforzati a tutti i livelli di governo: il CdR invita pertanto la Commissione ad assicurare che i meccanismi per proteggere lo Stato di diritto, in particolare il sistema annuale di monitoraggio, tengano in debita considerazione il rischio di violazioni dei diritti fondamentali e di allontanamento dai principi democratici negli Stati membri, a tutti i livelli di governo; |
8. |
rammenta alla Commissione che, nel valutare il rispetto dei principi dello Stato di diritto da parte degli Stati membri, occorre anche considerare le peculiarità e le tradizioni giuridiche degli ordinamenti nazionali; |
9. |
ricorda che i cittadini dell’Unione hanno il diritto di ricorrere a organi giurisdizionali, che devono essere e devono apparire indipendenti. Ferma restando la competenza degli Stati membri a disciplinare l’organizzazione e il funzionamento della magistratura, gli standard di efficienza dei sistemi giurisdizionali statali e le garanzie di indipendenza dei giudici che applicano il diritto dell’Unione devono essere equivalenti; il CdR invita la Commissione a continuare a svolgere un controllo costante sulle possibili violazioni dell’indipendenza della magistratura; |
10. |
fa presente che occorre garantire che tutti gli Stati membri dell’UE siano soggetti al medesimo livello di controllo, senza alcuna differenziazione sulla base di criteri aggiuntivi; |
11. |
evidenzia che la libertà e il pluralismo dei media sono componenti essenziali dello Stato di diritto; invita pertanto la Commissione a svolgere un controllo costante sulle possibili ingerenze dei pubblici poteri sui media e ad intervenire con gli strumenti ad essa riconosciuti dai Trattati nel caso di violazioni della libertà di informazione; |
12. |
osserva che l’esercizio indipendente e professionale del giornalismo risulta minacciato dall’appropriazione senza corrispettivo dei contenuti giornalistici da parte delle piattaforme digitali, come pure dalla tendenza a ricercare sui social media informazioni e notizie, che però non vengono verificate e risultano in molti casi prive di riscontro, se non del tutto infondate e manipolate; |
13. |
ricorda pertanto la necessità di evitare la de-professionalizzazione del giornalismo, di sostenere economicamente i media indipendenti di qualità, di valorizzare il giornalismo investigativo e proteggere chi svolge questa particolare attività giornalistica, e di promuovere sistemi di riscontro della fondatezza delle notizie divulgate attraverso le piattaforme online. Il CdR suggerisce di valorizzare e di rafforzare le esperienze di monitoraggio già avviate dalla Commissione; Il CdR suggerisce di valorizzare e di rafforzare le esperienze di monitoraggio già avviate dalla Commissione; |
14. |
sottolinea che minacce serie allo Stato di diritto possono derivare non soltanto da autorità statuali, ma anche da grandi operatori economici privati attivi nei media e nell’economia digitale. La Commissione non può ignorare le minacce al pluralismo dei media, al diritto a un’informazione corretta e verificata, come pure al libero esercizio del diritto di voto, che l’economia digitale può produrre. Un’apposita sezione della relazione annuale proposta dalla Commissione potrebbe essere dedicata ai rischi di violazioni commesse da soggetti non statuali. |
Invito alla considerazione della risoluzione del CdR del 22 e 23 marzo 2017
15. |
chiede che, nell’attuazione delle sue proposte, la Commissione tenga in massima considerazione i criteri che il CdR ha indicato nella risoluzione del 22 e 23 marzo 2017 sul tema Stato di diritto nell’UE da un punto di vista locale e regionale; |
16. |
sottolinea che il rispetto dei principi dello Stato di diritto richiede un efficace contrasto della corruzione e l’impiego corretto e trasparente dei fondi dell’Unione; le frodi nella gestione di questi finanziamenti devono essere rapidamente segnalate alle autorità giurisdizionali e perseguite con rigore a tutti i livelli; |
17. |
accoglie con favore la proposta che il rafforzamento dei principi dello Stato di diritto possa derivare da procedure che condizionano l’erogazione dei fondi dell’Unione al pieno rispetto di questi principi; |
18. |
sottolinea l’importanza di evitare che i meccanismi di controllo del rispetto dello Stato di diritto possano essere percepiti come una sanzione per le comunità statali, regionali e locali e possano pregiudicare il senso di appartenenza di queste comunità alla casa comune europea; |
19. |
osserva, a tal riguardo, che la riduzione dei finanziamenti dell’Unione destinati alle LRA potrebbe configurarsi come una sanzione inflitta a livelli di governance che non sono responsabili delle violazioni dei principi dello Stato di diritto contestate dalla Commissione. Inoltre, l’ipotizzata riduzione dei fondi potrebbe essere percepita dai beneficiari e, più in generale, dai cittadini delle comunità coinvolte, come una sanzione ingiustificata, perché non collegata a specifiche violazioni nella realizzazione di progetti finanziati. Queste misure potrebbero quindi alimentare un senso di ostilità nei confronti delle istituzioni dell’Unione europea; |
20. |
ritiene pertanto che la condizionalità dei fondi dovrebbe costituire una soluzione da utilizzare soltanto nell’ipotesi di violazioni gravi e sistemiche; nei casi in cui questa misura dovesse essere adottata, andrebbero fatte emergere con chiarezza, davanti all’opinione pubblica delle comunità coinvolte, le gravi responsabilità delle autorità che hanno provocato la riduzione dei finanziamenti; |
21. |
ritiene comunque prioritari i meccanismi di dialogo politico e di monitoraggio, che pongano sullo stesso piano gli Stati membri e che consentano di prevenire violazioni dello Stato di diritto. |
Valutazioni sul sistema annuale di monitoraggio del rispetto dello Stato di diritto
22. |
ricorda che il principio di pari trattamento di tutti gli Stati membri rappresenta un presupposto dell’intero processo di integrazione europea; in quest’ottica il CdR saluta favorevolmente la proposta di creare un sistema di monitoraggio annuale che riguardi tutti gli Stati membri; |
23. |
sottolinea che un monitoraggio esercitato su tutti gli Stati membri fa emergere con chiarezza che l’obiettivo dell’Unione è difendere valori comuni, e non contestare modelli di organizzazione delle istituzioni statali, predisposti da singoli Stati membri nell’esercizio delle loro competenze; inoltre, un controllo trasversale dà evidenza del fatto che scostamenti, più o meno significativi, dai principi dello Stato di diritto possono verificarsi in ogni Stato membro; |
24. |
sottolinea l’importanza di garantire un’adeguata partecipazione degli Stati membri all’istituzione del sistema di monitoraggio dello Stato di diritto e alla procedura di monitoraggio in sé; |
25. |
insiste sul fatto che l’attuazione del sistema di monitoraggio annuale deve essere considerata una priorità dalla nuova Commissione. Il CdR invita pertanto la Commissione ad attivarsi subito e a mettere in campo le risorse necessarie in termini di finanziamenti e di personale; altrettanto rapidamente dovrebbero essere individuati nei singoli Stati membri i punti di contatto, i quali dovrebbero operare coinvolgendo anche le LRA e la società civile; |
26. |
sottolinea l’importanza di parametri oggettivi e trasparenti per poter svolgere il monitoraggio in maniera corretta; la giurisprudenza della Corte di giustizia ricopre un ruolo centrale nell’elaborazione di questi parametri. Il CdR suggerisce lo sviluppo degli schemi utilizzati nell’ambito del quadro di valutazione della giustizia, l’uso e l’affinamento dell’elenco di criteri per la valutazione dello Stato di diritto (Rule of law checklist) elaborato dalla Commissione di Venezia e, più in generale, la valorizzazione delle esperienze maturate dagli organi del Consiglio d’Europa; |
27. |
in linea con quanto indicato dal Parlamento europeo nella risoluzione del 25 ottobre 2016, il CdR insiste sull’opportunità del coordinamento e, laddove possibile, dell’integrazione in un unico meccanismo di monitoraggio degli strumenti di valutazione già previsti a livello di Unione in materia di Stato di diritto, democrazia e diritti fondamentali; |
28. |
ritiene molto importante che il monitoraggio sia fondato su un sistema di segnalazione delle possibili violazioni aperto ai contributi del maggior numero possibile di fonti pertinenti, incluse le LRA, il mondo accademico, ma anche di privati e della società civile organizzata; |
29. |
condivide che la regia del sistema di monitoraggio debba essere mantenuta dalla Commissione; solleva tuttavia la questione del ruolo che l’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione potrebbe e dovrebbe svolgere nell’ambito del monitoraggio annuale. Il CdR invita la Commissione a valutare se una modifica del mandato dell’Agenzia sia necessaria per sfruttarne appieno il potenziale. |
Proposte concrete per un maggior coinvolgimento del CdR e delle autorità regionali e locali nel rafforzamento dello Stato di diritto nell’Unione
30. |
propone di rafforzare il coinvolgimento del CdR, delle LRA e della società civile nella promozione della cultura del rispetto dello Stato di diritto; |
31. |
osserva che la manifestazione annuale per la promozione dello Stato di diritto, proposta dalla Commissione, dovrebbe essere il punto di arrivo di una serie di incontri, svolti a livello regionale e statale, che culminino nella manifestazione comune a livello di Unione; il CdR invita pertanto la Commissione ad organizzare, in collaborazione con le LRA e con gli Stati membri, incontri regionali sullo Stato di diritto che precedano e preparino l’evento annuale; |
32. |
rileva che la manifestazione annuale non dovrebbe tenersi necessariamente a Bruxelles: una città o una regione europea, a turno, potrebbe ospitare questa manifestazione. Il CdR propone pertanto alla Commissione di individuare ogni anno una «Città dello Stato di diritto», presso la quale svolgere l’evento annuale; |
33. |
ritiene che i fondi attualmente previsti per la società civile e per i media indipendenti nel quadro finanziario pluriennale dovrebbero essere notevolmente aumentati. Una parte di questi finanziamenti dovrebbe essere destinata ai media locali; |
34. |
osserva che, oltre alle reti giudiziarie europee, nelle attività di promozione e di monitoraggio proposte dalla Commissione dovrebbero essere coinvolti anche gli ordini e le associazioni degli avvocati. A livello locale, l’avvocato è percepito come il primo argine contro possibili abusi e violazioni dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali; inoltre, le associazioni di avvocati sono distribuite su tutto il territorio dell’Unione e sono articolate su tutti i livelli di governance europea (locale, regionale, statale e dell’Unione); |
35. |
sottolinea che, nelle attività di promozione e di monitoraggio proposte dalla Commissione, dovrebbero altresì essere associati gli ombudsmen, molto diffusi a livello locale e regionale. Questi organismi di garanzia dovrebbero essere coinvolti nella raccolta di informazioni, come pure negli incontri e nelle manifestazioni regionali per la promozione dei principi dello Stato di diritto; |
36. |
apprezza molto l’intenzione della Commissione di sostenere le università e i centri di ricerca per lo studio dei temi relativi allo Stato di diritto; ritiene che contributi significativi andrebbero indirizzati a ricercatori che operano in Stati membri nei quali i principi dello Stato di diritto risultano, sulla base di parametri certi, più a rischio. Parte dell’attività finanziata dovrebbe riguardare la divulgazione di questi principi presso le comunità regionali e locali, anche con il coinvolgimento della società civile organizzata; |
37. |
sottolinea che attraverso la gestione dei fondi dell’Unione migliaia di amministratori e operatori locali sono chiamati a familiarizzarsi con le regole e con le strategie dell’Unione; il CdR ritiene che le LRA che gestiscono fondi dell’Unione dovrebbero formare i loro funzionari anche sui temi collegati allo Stato di diritto; |
38. |
osserva che, valorizzando la propria esperienza nella divulgazione delle politiche dell’Unione e coordinandosi con le iniziative già esistenti, il CdR potrebbe organizzare — con il sostegno della Commissione europea e in collaborazione con il CESE — eventi di formazione per funzionari e operatori locali; |
39. |
in particolare, il CdR propone di valutare l’utilità di un progetto pilota per applicare a un gruppo selezionato di LRA un elenco di criteri per la valutazione dello Stato di diritto (basato su quello elaborato dalla Commissione di Venezia). Nei limiti delle risorse a disposizione dell’istituzione, l’iniziativa potrebbe seguire uno dei modelli di rete già supportato dal CdR, come ad esempio la rete di controllo sulla sussidiarietà o gli hub regionali; un ristretto numero di città e di regioni potrebbe, su base volontaria, realizzare una verifica del rispetto dei principi dello Stato di diritto da parte delle proprie autorità e dei propri uffici; il CdR potrebbe definire un elenco di parametri da applicare e coordinare l’attività di auto-verifica da parte delle LRA, le quali si impegnerebbero a coinvolgere in questa attività partner locali, come le università, i difensori civici, gli ordini degli avvocati e la società civile organizzata. |
Conclusioni
40. |
Alla luce delle considerazioni sopra svolte, il CdR:
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Bruxelles, 12 febbraio 2020
Il presidente del Comitato europeo delle regioni
Apostolos TZITZIKOSTAS
29.4.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 141/20 |
Parere del Comitato europeo delle regioni — Pacchetto Allargamento 2019
(2020/C 141/05)
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RACCOMANDAZIONI POLITICHE
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI
Osservazioni generali
1. |
Prende atto con grande interesse della comunicazione 2019 sulla politica di allargamento dell’UE che la Commissione europea ha pubblicato assieme alle relazioni per paese riguardanti i paesi candidati (Albania, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia), alla relazione sul Kosovo (*1), nonché al parallelo parere sulla domanda di adesione della Bosnia-Erzegovina all’Unione europea; |
2. |
appoggia pienamente il riconoscimento, da parte della Commissione europea, del fatto che l’allargamento è nell’interesse politico ed economico dell’UE e per la sua sicurezza, quale investimento geostrategico nella pace, stabilità, sicurezza e crescita economica di tutta l’Europa; |
3. |
si compiace che i leader dell’UE abbiano ribadito il loro sostegno inequivocabile alla prospettiva europea dei Balcani occidentali e che i paesi partner dei Balcani occidentali, in occasione del vertice UE-Balcani occidentali tenutosi a Sofia nel maggio del 2018, abbiano riaffermato il loro impegno a perseguire con determinazione tale scelta strategica; |
4. |
si compiace che la proposta della Commissione europea relativa allo strumento di assistenza preadesione (IPA III) nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 preveda un’attuazione più strategica e dinamica dell’assistenza, riservando una particolare attenzione alle priorità fondamentali; |
5. |
esorta, in tale contesto, la Commissione europea a proseguire i lavori con i governi nazionali dei paesi candidati, compresi quelli potenziali candidati, allo scopo di ideare strumenti specifici volti a sviluppare le capacità degli enti locali e regionali dei Balcani occidentali, per permettere a tali enti territoriali di impiegare efficacemente i finanziamenti stanziati, nonché di colmare il divario strutturale nella loro capacità di cofinanziare e prefinanziare le fasi di preparazione e attuazione dei progetti sostenuti dall’UE; |
6. |
ribadisce che sono essenziali riforme efficaci della pubblica amministrazione nei paesi dei Balcani occidentali, anche in rapporto al decentramento fiscale, per migliorare la buona governance a livello locale, per dare agli enti locali e regionali i mezzi per sviluppare e fornire servizi di qualità ai cittadini, in collaborazione con gli stessi, per rendere possibile il loro coinvolgimento nella cooperazione regionale e nelle relazioni di buon vicinato, nonché per attuare programmi ambiziosi, a livello europeo e mondiale, in materia di sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici. |
Osservazioni specifiche per paese
7. |
Accoglie favorevolmente lo storico accordo di Prespa, sottoscritto dalla Macedonia del Nord e dalla Grecia nel giugno del 2018, che ha risolto la controversia sulla denominazione che durava da 27 anni; |
8. |
si compiace che il Consiglio abbia convenuto di rispondere ai progressi compiuti dall’Albania e dalla Macedonia del Nord nei settori stabiliti all’unanimità nel quadro delle conclusioni del Consiglio del giugno 2018, e che sia stato definito un percorso da seguire per avviare i negoziati di adesione con i due paesi; |
9. |
si rammarica che le elezioni locali tenutesi in Albania nel giugno del 2019 siano state contrassegnate dal boicottaggio dell’opposizione e dalla scarsa affluenza alle urne; ribadisce a questo proposito che il processo di allargamento è fondato sul merito e dipende dal rispetto dei principi della democrazia e degli altri criteri di Copenaghen; |
10. |
esprime profonda preoccupazione per il fatto che le ulteriori decisioni del Consiglio sull’Albania e la Macedonia del Nord siano state inizialmente rinviate da giugno a ottobre 2019, ed è profondamente deluso per la decisione, presa dal Consiglio europeo in quella data, di rinviare ulteriormente l’avvio dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l’Albania, due paesi che hanno entrambi dimostrato un impegno costante a favore del percorso europeo; deplora altresì che tale decisione non sia stata presa sulla base di valutazioni specifiche relative ai progressi compiuti da ciascun paese candidato, e avverte che l’assenza di un segnale positivo nei confronti dei due paesi candidati potrebbe anche avere ripercussioni negative a livello locale e regionale; raccomanda infine che tale questione venga risolta prima del vertice UE-Balcani occidentali in programma per il maggio 2020 a Zagabria; |
11. |
appoggia pienamente la risoluzione che il Parlamento europeo ha adottato il 24 ottobre 2019 (1) in merito all’avvio di negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l’Albania, ed esorta vivamente il Consiglio a tenere conto del fatto che una strategia di allargamento dell’UE credibile deve motivare e tener fede ai risultati conseguiti che sono stati precedentemente concordati da tutte le parti, e fornire una prospettiva solida e credibile per tutti i paesi interessati; |
12. |
teme che la mancanza di progressi in rapporto all’allargamento dell’UE possa ripercuotersi direttamente anche sulla sicurezza e sul benessere dell’Unione stessa, in quanto tutti i paesi dei Balcani occidentali potrebbero essere progressivamente spinti verso quei paesi terzi che stanno già cercando di aumentare la loro influenza nella regione, come la Russia e la Cina; |
13. |
rileva con preoccupazione che la Serbia e il Montenegro devono ancora agire con maggiore determinazione in settori cruciali, in particolare per neutralizzare la polarizzazione della scena politica, anche a livello locale; |
14. |
esorta tutti i soggetti politici e i livelli di governo in Serbia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina a lavorare in stretto partenariato per l’attuazione delle raccomandazioni dell’OSCE/ODIHR sul miglioramento del quadro elettorale locale, e ad impegnarsi a creare un ambiente politico locale trasparente e inclusivo che sia basato su un dibattito interpartitico non macchiato da pressioni politiche e da intimidazioni degli oppositori politici; |
15. |
invita la Commissione europea ad affrontare, nei negoziati di adesione con la Serbia, la questione della presunta intimidazione di funzionari democraticamente eletti appartenenti a partiti di opposizione, in particolare nei comuni di Paraćin, Šabac e Čajjina; |
16. |
osserva che la Bosnia-Erzegovina non soddisfa ancora in misura sufficiente i criteri di Copenaghen, e conviene che i negoziati di adesione dovrebbero essere avviati quando il paese avrà raggiunto un livello di allineamento sufficiente in questo campo; |
17. |
ribadisce la profonda preoccupazione e il grande sgomento per il fatto che Mostar sia l’unico comune della Bosnia-Erzegovina in cui dal 2008 non si tengono elezioni locali; |
18. |
tenuto conto che la Bosnia-Erzegovina ha presentato domanda di adesione all’UE, chiede in particolare ai leader politici locali di Mostar e della Federazione di Bosnia-Erzegovina di porre fine a questa inaudita violazione dei principi sanciti dall’articolo 3 della Carta europea dell’autonomia locale, che è vincolante per tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa, tra cui figura la Bosnia-Erzegovina; |
19. |
sottolinea che la mancata soluzione dell’impasse elettorale di Mostar impedisce concretamente alla Bosnia-Erzegovina di aderire all’UE, dato che dopo l’eventuale adesione questa situazione costituirebbe una violazione dell’articolo 40 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, poiché i cittadini dell’UE che risiedono nel paese sarebbero privati del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali; |
20. |
ricorda che la Commissione europea ha confermato nel luglio del 2018 che il Kosovo ha soddisfatto tutti i parametri di riferimento sulla liberalizzazione dei visti che erano stati approvati dal Consiglio; |
21. |
accoglie favorevolmente il sostegno che il Parlamento europeo ha dato, nel settembre del 2018 e nel marzo del 2019, alla proposta della Commissione europea di liberalizzare i visti per i titolari di un passaporto kosovaro, sostegno che il PE ha ribadito nel settembre del 2019 nel quadro del nuovo mandato della Commissione per le libertà civili; |
22. |
invita il Consiglio a trattare con urgenza il tema della liberalizzazione dei visti con il Kosovo, che rimane l’unico paese dei Balcani occidentali per i cui cittadini si rende ancora necessario un visto al fine di recarsi in uno Stato membro dell’UE; |
23. |
osserva con rammarico che in Turchia la situazione dei diritti umani ha continuato a deteriorarsi pesantemente, con gravi regressi nei settori dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali; deplora altresì l’indebolimento del sistema di bilanciamento dei poteri a livello politico, indebolimento che è la conseguenza dell’entrata in vigore di una serie di modifiche costituzionali; |
24. |
prende atto delle conclusioni del Consiglio «Affari generali» del giugno 2018, in cui si afferma che i negoziati di adesione della Turchia sono giunti di fatto a un punto morto e che non si può prendere in considerazione l’apertura o la chiusura di altri capitoli, né sono previsti ulteriori lavori intesi alla modernizzazione dell’unione doganale; deplora che la Turchia continui a non conformarsi alle disposizioni del protocollo aggiuntivo dell’accordo di associazione con l’UE e a non riconoscere la Repubblica di Cipro; in tale contesto, ricorda le proprie preoccupazioni e raccomandazioni in merito a Cipro che sono state già esposte in modo particolareggiato nel proprio parere sul Pacchetto Allargamento 2018. Osserva inoltre con rammarico che, malgrado i ripetuti richiami dell’Unione europea alla Turchia affinché cessi le attività illegali nel Mediterraneo orientale, questo paese continua le sue attività di perforazione nelle acque territoriali cipriote. Ribadisce pertanto la propria piena solidarietà a Cipro per quanto riguarda il suo riconoscimento a livello internazionale, nonché il rispetto della sua sovranità e dei suoi diritti conformemente al diritto internazionale; |
25. |
ricorda l’importanza di risolvere la situazione di Varosia conformemente a quanto indicato in precedenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, tra cui la risoluzione 550 (1984) e la risoluzione 789 (1992), e ribadisce che non dovrebbero essere intraprese azioni che non sono conformi a tali risoluzioni; |
26. |
esprime grande preoccupazione per la legalità e l’integrità del processo elettorale in Turchia e, in particolare, per la decisione, presa nel 2019 dal Consiglio elettorale supremo di questo paese, di indire nuove elezioni locali a İstanbul, nonché per la decisione delle autorità turche di sostituire i sindaci metropolitani democraticamente eletti a Diyarbakır, Mardin e Van con governatori provinciali di nomina governativa che operano come sindaci metropolitani; condanna con fermezza ulteriori atti di repressione nei confronti di membri e dipendenti di consigli comunali, atti che sono incompatibili con lo spirito e i principi della Carta europea dell’autonomia locale; |
27. |
riconosce che la Turchia rimane un partner fondamentale per l’UE nel campo della migrazione e dei rifugiati, e ribadisce la propria convinzione secondo cui una parte dei fondi stanziati dall’UE dovrebbe essere destinata agli enti locali e regionali che sono direttamente coinvolti nella gestione dei flussi migratori alimentati da sfollati e rifugiati. L’accordo di riammissione UE-Turchia dovrebbe essere attuato pienamente ed efficacemente in rapporto a tutti gli Stati membri anche se, ad avviso del CESE, nel campo della giustizia e degli affari interni rimane essenziale la cooperazione con tutti gli Stati membri dell’UE; |
28. |
invita gli enti locali e regionali dell’UE a rafforzare ulteriormente la cooperazione con i loro omologhi nei paesi candidati e potenziali candidati, e ad accompagnarli nel loro percorso verso una maggiore integrazione europea e un potenziamento delle loro capacità istituzionali e amministrative a livello territoriale, oltre che della loro capacità di promuovere e rispettare i valori e principi europei; |
29. |
ricorda, a tale proposito, il ruolo insostituibile svolto dalle associazioni nazionali degli enti locali e regionali, oltre che dalla Rete delle associazioni degli enti locali dell’Europa sudorientale (NALAS), che possono sostenere gli enti territoriali nell’attuazione delle riforme della pubblica amministrazione, nonché nel rafforzamento delle loro capacità al fine di migliorare l’esercizio delle competenze e la fornitura di servizi pubblici a livello locale. |
Ruolo degli enti locali e regionali nel processo di allargamento
30. |
Sottolinea che i principi europei di sussidiarietà, proporzionalità e governance multilivello dovrebbero essere applicati anche al processo di allargamento dell’Unione europea; |
31. |
dichiara che, ai fini dell’inclusività e sostenibilità del processo di allargamento, la partecipazione degli enti territoriali è essenziale. La riuscita dell’allargamento dell’UE ai Balcani occidentali dipenderà dal costante appoggio dei cittadini e dall’impegno degli enti locali e regionali nel generare l’auspicato impatto sostenibile a livello territoriale tramite un partenariato congiunto tra il governo centrale e gli enti locali e regionali, oltre che con l’Unione europea; |
32. |
ricorda che oltre il 60 % dell’acquis dell’UE viene attuato a livello locale e che, nell’attuale quadro finanziario pluriennale, quasi un terzo del bilancio totale dell’UE è destinato alla politica di coesione, che si rivolge a tutte le regioni e città dell’Unione europea; |
33. |
sottolinea che gli enti locali e regionali hanno un ruolo importante da svolgere nel processo di allargamento, non solo per quanto riguarda i criteri politici, ma anche come motori della crescita economica e dello sviluppo sostenibile nei rispettivi territori, oltre che come fornitori di servizi pubblici di qualità per i loro cittadini; |
34. |
afferma, in tale contesto, che il conferimento agli enti territoriali degli strumenti necessari per adempiere alla loro funzione rappresenta un elemento fondamentale non solo per l’attuazione sostenibile della strategia di allargamento dell’UE ai Balcani occidentali, ma anche per una riuscita integrazione europea in futuro; |
35. |
accoglie favorevolmente il riconoscimento, da parte della Commissione europea, della necessità sia di tener conto del ruolo svolto dagli enti territoriali che di trovare un opportuno bilanciamento tra i poteri del governo centrale e quelli degli enti locali e regionali, in modo da sostenere al meglio l’attuazione delle riforme e la fornitura di servizi ai cittadini; |
36. |
ribadisce il proprio rammarico, già espresso nel parere sul pacchetto Allargamento 2018, per la mancanza di proposte politiche specifiche riguardanti gli enti locali e regionali; |
37. |
invita la Commissione europea a proporre politiche, strumenti e meccanismi concreti per il coinvolgimento degli enti locali e regionali dei Balcani occidentali, allo scopo di rafforzarne il ruolo quale livello di governance più vicino ai cittadini; |
38. |
invita la Commissione europea a sviluppare uno strumento che sostenga concretamente un efficace potenziamento delle capacità degli enti locali e regionali nei Balcani occidentali, al fine di armonizzare le loro politiche pubbliche a livello territoriale con l’acquis dell’UE attraverso un’apposita formazione, l’apprendimento tra pari e lo scambio di buone pratiche non solo in tutta la regione considerata, ma anche con gli enti omologhi nell’UE, secondo il modello dello Strumento per l’amministrazione locale (LAF), del programma di formazione regionale o di un Erasmus per i rappresentanti locali e regionali; |
39. |
esorta nuovamente la Commissione a estendere il programma di supporto per il miglioramento della governabilità e della gestione (SIGMA) ai livelli infrastatali dell’amministrazione nei paesi candidati e potenziali candidati, allo scopo sia di definire modelli decentrati per le riforme della pubblica amministrazione che di sostenere il miglioramento della governance e della gestione pubblica a livello locale, in vista dell’attuazione dell’acquis dell’UE; |
40. |
invita nuovamente la Commissione europea a predisporre modalità operative ad hoc che consentano l’utilizzo del programma TAIEX e del meccanismo di gemellaggio a fini di cooperazione tra gli enti locali e regionali degli Stati membri e gli enti omologhi dei paesi candidati e potenziali candidati; |
41. |
esprime la propria disponibilità a collaborare strettamente con la nuova Commissione europea, e in particolare con il commissario per il Vicinato e l’allargamento, per quanto riguarda l’attuazione e l’utilizzo concreti di questi strumenti a livello locale e regionale. |
Stato di diritto e diritti fondamentali
42. |
Ribadisce che il rispetto dei criteri di Copenaghen deve continuare a costituire il fattore principale per valutare l’idoneità dei paesi candidati a diventare Stati membri dell’UE, e appoggia pienamente il principio di una condizionalità equa e rigorosa e il principio «partire dalle questioni fondamentali»; |
43. |
osserva con grande preoccupazione che il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche e il conseguimento di progressi credibili in materia di Stato di diritto continuano a rappresentare una questione molto impegnativa nella maggior parte dei paesi candidati e potenziali candidati; |
44. |
è altresì preoccupato, in tale contesto, per la crescente ostilità manifestata in questi paesi nei confronti della società civile, nonché per i passi indietro nel campo della libertà di espressione e dell’indipendenza dei mezzi d’informazione; |
45. |
mette in evidenza che gli enti locali e regionali, per effetto della loro vicinanza ai cittadini, svolgono un ruolo cruciale nella promozione e nel rispetto dei valori europei, e che essi sono in prima linea nella lotta contro il razzismo e l’incitamento all’odio, nella protezione dei gruppi vulnerabili e delle minoranze, nonché nella promozione della coesione sociale; |
46. |
è profondamente convinto che gli enti locali e regionali possano svolgere un ruolo più incisivo nella definizione della scena politica locale e dello spazio politico pubblico, e che possano assumersi la loro parte di responsabilità nell’affrontare alcune delle carenze in materia di Stato di diritto e diritti fondamentali, come sottolineato dalla Commissione europea; |
47. |
sollecita gli enti locali e regionali dei paesi candidati e potenziali candidati a impegnarsi maggiormente per conseguire risultati tangibili nei seguenti campi: |
47.1. |
creare un contesto positivo e favorevole al funzionamento della società civile a livello locale, e coinvolgere le organizzazioni della società civile nell’elaborazione partecipativa delle politiche a livello locale, |
47.2. |
combattere ogni forma di discriminazione fondata su qualsiasi motivo, nello spirito della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, e specialmente quella nei confronti delle persone con disabilità, dei gruppi vulnerabili e delle minoranze etniche, in particolare i Rom, |
47.3. |
lottare contro l’esclusione, l’emarginazione e la discriminazione delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali, nonché contro l’incitamento all’odio e la violenza nei confronti di tali gruppi, |
47.4. |
migliorare la rappresentanza delle donne in tutti gli ambiti della governance pubblica a livello locale e regionale e, in generale, assicurare la parità di genere, nonché prevenire e contrastare la discriminazione e ogni forma di violenza nei confronti delle donne; |
48. |
invita la Commissione europea a riconoscere il ruolo degli enti locali e regionali nell’affrontare le questioni fondamentali a livello locale, ad agevolare lo sviluppo delle loro capacità e competenze in materia di Stato di diritto e diritti fondamentali, e a sostenerli fornendo strumenti e meccanismi concreti per svolgere tale ruolo. |
Ruolo degli enti locali e regionali nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
49. |
Fa riferimento al proprio recente parere sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) quale base per una strategia a lungo termine dell’UE per un’Europa sostenibile entro il 2030, in cui si sottolinea che per il raggiungimento del 65 % dei 169 traguardi rientranti nei 17 OSS è necessario il compatto coinvolgimento delle regioni e delle città; |
50. |
ricorda che l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno richiede che tutti i livelli di governo garantiscano l’integrazione trasversale e la concezione di politiche basate sul territorio che siano improntate al sostegno reciproco e fautrici di coesione; |
51. |
ricorda altresì che gli enti locali e regionali hanno un ruolo fondamentale da svolgere nel conseguimento degli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, e che l’azione a favore del clima a livello locale è di importanza cruciale per l’attenuazione dei cambiamenti climatici e l’adattamento ad essi, oltre che per la creazione a livello locale di opportunità per investimenti e una crescita di tipo sostenibile; |
52. |
è pertanto convinto che il Patto dei sindaci per il clima e l’energia, in quanto movimento dal basso, possa essere il motore che consentirà alle città di ogni dimensione dei paesi dei Balcani occidentali di apportare il loro contributo alla realizzazione dell’accordo di Parigi, dell’Agenda 2030 e degli obiettivi di sviluppo sostenibile tramite la localizzazione di questi obiettivi; |
53. |
esorta la Commissione europea a migliorare il coinvolgimento dei paesi dei Balcani occidentali (e in particolare dei loro enti locali e regionali) nello sviluppo futuro del Patto dei sindaci per il clima e l’energia, o nelle corrispondenti iniziative nazionali o regionali che interessano il livello locale e regionale, e ad avvalersi del potenziale delle associazioni nazionali di enti territoriali — oltre che della Rete di associazioni degli enti locali dell’Europa sudorientale (NALAS) — per facilitare la definizione e attuazione di piani locali in materia di azione per il clima, efficienza energetica e mobilità urbana sostenibile, nonché di altri strumenti strategici a livello locale e regionale tesi all’attuazione dell’Agenda 2030. |
Bruxelles, 12 febbraio 2020
Il presidente del Comitato europeo delle regioni
Apostolos TZITZIKOSTAS
(*1) Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 (1999) dell’UNSC e con il parere della CIG sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
(1) Risoluzione PE 2019/2883(RSP)
29.4.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 141/25 |
Parere del Comitato europeo delle regioni — Il contributo delle regioni e delle città allo sviluppo dell’Africa
(2020/C 141/06)
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RACCOMANDAZIONI POLITICHE
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI
Considerazioni di fondo
1. |
ricorda che una politica di sviluppo sostenibile e una politica efficace di sviluppo dipendono da, e incidono su, molte altre tematiche e politiche, come ad esempio il sostegno generale alla creazione di rapporti personali e di quadri di cooperazione tra enti locali ed enti regionali, le politiche sociali e sanitarie, la gestione dei flussi migratori, la sicurezza, il sostegno allo sviluppo economico sostenibile, e in particolare alle piccole e medie imprese, la promozione degli scambi di conoscenze, la buona amministrazione ecc. In molti di questi ambiti gli enti locali e regionali sono attori chiave, sia nell’UE che fuori di essa, ragion per cui è cruciale sviluppare nuove idee sui modi in cui essi possono contribuire allo sviluppo sostenibile, soprattutto in Africa; |
2. |
chiede che l’UE adotti un approccio globale, e sottolinea che, affinché le misure proposte abbiano successo, è indispensabile instaurare una stretta cooperazione con i partner pertinenti nei paesi africani e con gli organismi internazionali, ad esempio l’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR) (1) o l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM) (2); |
3. |
osserva che una cooperazione su vasta scala in materia di economia e sviluppo costituisce uno dei modi per affrontare le cause profonde della migrazione verso l’UE, e sottolinea che fare fronte al complesso problema della migrazione, con le sue molteplici implicazioni, richiede e richiederà lo stanziamento di un volume considerevole di risorse pubbliche nell’UE. Un approccio di questo tipo potrebbe anche contribuire a ridurre le percezioni negative (sul piano sociale e della sicurezza) della migrazione nell’UE e ad attenuare determinate tensioni, presenti nelle società europee, che alimentano l’estremismo politico e sociale. |
Attività e pareri del Comitato delle regioni fino ad oggi
4. |
rammenta quindi il lavoro di grande rilievo già svolto dal Comitato delle regioni, e in particolare i pareri elaborati da Hans Janssen, Peter Bossman e Jesús Gamallo Aller (3), e propone gli spunti di riflessione in appresso indicati, nonché alcune misure più concrete per migliorare le condizioni di vita e promuovere lo sviluppo sostenibile in Africa, al fine di contribuire a ridurre le pressioni che spingono gli individui a migrare (4); |
5. |
ribadisce il suo sostegno alla proposta di istituire uno strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) quale fonte essenziale di finanziamenti per un sostegno mirato allo sviluppo sostenibile, e reitera la richiesta di istituire, non solo nel quadro di tale strumento, programmi speciali con bilanci propri (5), volti a sostenere le attività delle città e delle regioni dell’UE nel campo dello sviluppo, compresi vari progetti a lungo termine in Africa. Idealmente, tali programmi potrebbero essere direttamente gestiti da regioni di ogni parte dell’UE, e coinvolgerebbero in modo facile ed efficace le città, i comuni, le imprese e le organizzazioni senza scopo di lucro di tali regioni in progetti intesi, conformemente agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (6), a migliorare le condizioni di vita in territori specifici; |
6. |
sottolinea che tali programmi dovrebbero essere concepiti come interventi a lungo termine, in modo da consentire a tutti i partecipanti di impegnarsi nel lungo periodo; |
7. |
per incoraggiare le regioni, e in particolare quelle che non hanno già un’esperienza specifica in materia di cooperazione allo sviluppo, a partecipare a tali programmi, questi dovrebbero prevedere un sistema di incentivi e un’assistenza tecnica; |
8. |
è convinto che la creazione di tali programmi speciali potrebbe consentire alle regioni, alle città, alle imprese, alle ONG e ai cittadini europei che vivono nei territori interessati di aumentare le loro possibilità di essere attivi nella promozione dello sviluppo sostenibile al di fuori dell’UE, di approfondire la loro conoscenza della vita in altre parti del mondo, in particolare in Africa, e di sviluppare opportunità imprenditoriali nel corso di tale processo; |
9. |
propone che tali programmi siano basati su inviti alla partecipazione rivolti alle regioni, con un particolare accento sulla cooperazione transfrontaliera, al fine di mettere in comune l’esperienza, le risorse umane e il know-how; |
10. |
chiede che tali programmi siano i più semplici possibili dal punto di vista amministrativo. |
Costruire rapporti personali e accrescere le capacità come strumento fondamentale per sostenere un’efficace cooperazione allo sviluppo
11. |
ricorda che determinate regioni ultraperiferiche dell’UE mantengono stretti legami storici con l’Africa, oltre ad avere acquisito esperienza in ambiti di interesse per i loro vicini, e chiede di sfruttare al massimo le opportunità di cooperazione tra entrambi i lati della frontiera, utilizzando, con la massima flessibilità, le possibilità offerte per il prossimo periodo nel quadro della cooperazione territoriale europea (CTE) e dello NDICI; |
12. |
ritiene fondamentale trarre il massimo vantaggio dalla cooperazione e dalle alleanze stabilite dai comuni e dalle regioni dell’Unione europea con i loro omologhi africani, al fine di integrarvi un’impostazione imperniata sulla coerenza tra le politiche, nonché le conoscenze in materia di sviluppo e di cooperazione regionale e l’innovazione (in linea con la strategia di specializzazione intelligente); |
13. |
sottolinea che, per la sostenibilità a lungo termine dei progetti, è essenziale rafforzare il più possibile le capacità e i rapporti diretti tra i cittadini, al fine di garantire la titolarità dei progetti per entrambe le parti aumentando così il loro impatto sui cittadini interessati; |
14. |
è convinto che la mobilità, come pure il rafforzamento e l’ampliamento di rapporti di autentico partenariato, attraverso i rappresentanti (e poi direttamente tra gli abitanti) delle regioni, delle città e dei comuni dei paesi dell’UE e dell’Unione africana (UA) sia essenziale per ottenere un ampio sostegno alla realizzazione dei progetti da parte del grande pubblico. Gli enti e gli organismi locali sono tra le istanze politiche più rispettate e legittimate per realizzare nella pratica progetti destinati a migliorare la qualità della vita in Africa; |
15. |
constata, sulla base dell’esperienza acquisita dai suoi membri, che rapporti personali sufficientemente solidi, attivi e diversificati tra responsabili politici, società civile e cittadini sono essenziali in quanto costituiscono la base per progetti specifici, nonché per la loro sostenibilità a lungo termine e il loro funzionamento; |
16. |
è convinto che una sensibilizzazione efficace riguardo alle condizioni di vita reali dei comuni cittadini, sia nell’UE che in Africa, sia uno strumento importante in grado di ridimensionare l’interesse per la migrazione irregolare verso l’Europa. Tale attività non può essere svolta soltanto dai media, ma deve essere realizzata il più possibile anche nel quadro di rapporti tra pari, ad esempio scambi diretti tra enti locali e regionali, che possono promuovere una migliore comprensione reciproca delle diverse realtà culturali e socioeconomiche e migliorare l’attuazione dei progetti di sviluppo; queste relazioni devono pertanto essere sviluppate e sostenute finanziariamente; |
17. |
è favorevole al più ampio contributo possibile da parte degli enti regionali e locali anche in quegli Stati membri dell’UE che non intrattengono attualmente rapporti intensi di cooperazione allo sviluppo con i paesi africani. Un tale contributo potrebbe dare luogo ad un’applicazione più ampia, diversificata ed efficace dei progetti e delle attività volti a promuovere lo sviluppo sostenibile nei paesi africani, rafforzando nel contempo la legittimità di tale cooperazione agli occhi dei cittadini di questi Stati membri. Per colmare le carenze culturali e linguistiche, si raccomanda anche di istituire partenariati trilaterali a livello regionale e locale. |
Un approccio olistico alla cooperazione con le regioni e gli enti locali africani come base per il successo a lungo termine
18. |
sottolinea che il trasferimento dell’esperienza acquisita dagli enti territoriali europei nella gestione dei compiti quotidiani relativi all’amministrazione diretta del territorio e nella cooperazione reciproca, soprattutto transfrontaliera, rientra, insieme al concetto olistico di una cooperazione non incentrata esclusivamente sullo sviluppo, tra gli strumenti efficaci per migliorare le condizioni di vita nei paesi dell’UA; |
19. |
osserva pertanto che i progetti di condivisione delle buone pratiche, come l’iniziativa di Nicosia del CdR, rappresentano uno strumento utile per instaurare una cooperazione diretta e concreta tra i partner dell’UE e dei paesi terzi a livello locale e regionale (7); |
20. |
propone che i progetti gestiti dalle regioni dell’UE puntino a uno stretto partenariato con imprese, ONG o esperti di tali regioni, in cooperazione con gli enti locali e le loro aziende, nonché imprese, organizzazioni e lavoratori africani locali. Tali progetti devono essere mirati agli obiettivi di sviluppo sostenibile (8) (pianificazione urbana, approvvigionamento e trattamento delle risorse idriche, gestione dei rifiuti e loro riutilizzo nell’economia circolare ecc.) e rispondere in modo flessibile e duraturo alle esigenze delle comunità; |
21. |
è consapevole del fatto che l’attuazione di progetti volti a promuovere lo sviluppo sostenibile in Africa è un’attività molto complessa, impegnativa e spesso rischiosa; e ritiene pertanto che, per sostenere le città e regioni dell’UE nei loro progetti di cooperazione, occorra creare strumenti aggiuntivi, incentrati sulla sostenibilità dei progetti, sulla sicurezza e sulla promozione di attività congiunte che ne incentivino e stabilizzino l’attuazione a lungo termine; |
22. |
propone che i progetti, la condivisione di buone pratiche e le altre attività siano volti in particolare a stabilizzare la situazione dei giovani e la posizione delle donne nella società (9) (sia in quanto gruppi sociali che come singoli, anche attraverso un’attuazione tra pari) e ne agevolino in tal modo lo sviluppo personale, rendendoli più fiduciosi in un futuro migliore e quindi anche più capaci di contribuire alla sostenibilità del loro ambiente locale; |
23. |
ritiene che le piccole e medie imprese siano il fondamento di una società civile moderna, funzionale e stabile, e pertanto propone di realizzare, oltre ai progetti volti a promuovere la creazione di PMI in Africa, anche attività quali tirocini nell’UE, scambi di personale, l’eventuale creazione di imprese comuni europee e africane e ogni altra iniziativa che porti a un aumento dell’occupazione nelle piccole imprese; |
24. |
è consapevole della necessità, da un lato, di promuovere soluzioni locali nei settori dell’occupazione, dell’imprenditorialità, della sanità, della protezione ambientale e di altre attività, ma anche, dall’altro, di contribuire a rafforzare gli scambi commerciali reciproci, l’imprenditoria e la cooperazione a livello internazionale; |
25. |
osserva che l’obiettivo di tutte le attività è quello di contribuire a migliorare la qualità della vita dei singoli, delle famiglie e delle comunità locali al fine di promuovere la crescita del ceto medio quale elemento portante di una società stabile e sana; |
26. |
riconosce che il successo dei progetti volti a promuovere lo sviluppo sostenibile dovrebbe essere favorito da attività d’informazione sulle esperienze dell’UE, dei suoi Stati membri e dei loro enti locali e regionali che possano rivelarsi utili per i partner locali. Inoltre, è importante individuare persone di contatto che siano in grado di cooperare alla realizzazione dei progetti oppure di aiutare i giovani, le scuole e gli organismi interessati a trovare partner adeguati per condividere esperienze, tirocini ecc.; |
27. |
propone di utilizzare le tecnologie di comunicazione disponibili e i social network per diffondere informazioni il più possibile affidabili nel modo più ampio e personalizzato possibile, sulla base di fonti ufficiali dell’UE e delle sue regioni, al fine di ridurre l’impatto della cattiva informazione e della disinformazione sia nell’UE che nei paesi africani; |
28. |
ritiene che, in futuro, il rafforzamento delle relazioni e della cooperazione tra le regioni dell’UE e dell’UA possa portare a un miglioramento qualitativo delle relazioni euro-africane anche a livello di singoli paesi dell’UE e dell’UA. Rapporti di partenariato fra pari nuovi e più stretti potrebbero consentire altre forme importanti di cooperazione e uno sviluppo economico e sociale progressivo, contribuendo anche alla riduzione delle pressioni migratorie. |
Progetti pilota come necessità per la verifica pratica dei presupposti teorici del parere
29. |
sottolinea la propria convinzione secondo cui l’UE dovrebbe pensare a livello globale e agire a livello locale, e ritiene che il modo di procedere fondamentale per attuare tale piano debba essere sempre quello dal basso verso l’alto. Il presente parere sottolinea pertanto la necessità di utilizzare l’esperienza degli enti regionali e locali europei, come pure quella delle imprese e degli esperti, per garantire, in cooperazione con i loro omologhi africani, una realizzazione efficace delle attività e dei progetti; |
30. |
considerato che l’obiettivo del parere è contribuire il più possibile allo sviluppo sostenibile della società nelle città e nelle comunità locali dei paesi africani, chiede che siano lanciati al più presto progetti pilota e altre attività correlate, strumenti indispensabili per avviare con successo un sostegno a lungo termine per i paesi africani che consenta di ridurre, per motivi politici e di sicurezza, l’interesse a ricorrere alla migrazione irregolare non solo nell’UE ma anche all’interno del continente africano. |
Bruxelles, 12 febbraio 2020
Il presidente del Comitato europeo delle regioni
Apostolos TZITZIKOSTAS
(1) https://www.unhcr.org/
(2) https://www.iom.int/
(3) Vicinato e resto del mondo, Hans Janssen, 2018; Fondo Asilo e migrazione, Peter Bossman, 2018; La migrazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale, Hans Janssen, 2017; Quadro di partenariato con i paesi terzi in materia di migrazione, Peter Bossman 2017; Proposta relativa a un nuovo consenso europeo in materia di sviluppo: il nostro mondo, la nostra dignità, il nostro futuro, Jesús Gamallo Aller 2017; Protezione dei profughi nella regione di origine: una nuova prospettiva, Hans Janssen, 2016; Un’esistenza dignitosa per tutti: dalla visione all’azione collettiva, Hans Janssen 2015.
(4) Fondazione Mo Ibrahim: https://mo.ibrahim.foundation/sites/default/files/2020-01/2019_Forum_Report_2.pdf.
(5) Vicinato e resto del mondo, Hans Janssen, 2018.
(6) OSS dell’ONU: https://www.undp.org/content/undp/en/home/sustainable-development-goals.html.
(7) Iniziativa di Nicosia: https://cor.europa.eu/it/our-work/Pages/Libya.aspx.
(8) OSS dell’ONU: https://www.undp.org/content/undp/en/home/sustainable-development-goals.html.
(9) Fondazione Mo Ibrahim: https://mo.ibrahim.foundation/sites/default/files/2020-01/2019_Forum_Report_2.pdfport.pdf.
29.4.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 141/29 |
Parere del Comitato europeo delle regioni — Verso quartieri e piccole comunità sostenibili — Le politiche ambientali al livello subcomunale
(2020/C 141/07)
|
RACCOMANDAZIONI POLITICHE
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI
A. Comprendere i quartieri e le piccole comunità sostenibili
1. |
si compiace per la natura integrativa degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, in particolare dell’obiettivo n. 11 Città e comunità sostenibili che mira esplicitamente a «rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili»; |
2. |
intende mettere in primo piano il ruolo chiave della governance multilivello democratica e inclusiva in partenariato tra tutti i livelli, compresi, ove necessario, anche i livelli subcomunali in cui esistono entità e modelli diversi con strutture, competenze e risorse più o meno formalizzate; coinvolgere tali livelli in una governance multilivello potrebbe rivelarsi molto utile sia per lo sviluppo e per l’effettiva attuazione delle politiche che per la legittimità del sistema democratico stesso; osserva che quanto detto sopra vale in modo particolare per le politiche in settori che rispondono a serie preoccupazioni dei cittadini e in cui sia le sfide che le risposte politiche hanno un impatto diretto sulla vita dei cittadini, quali le questioni ambientali e i cambiamenti climatici; |
3. |
rammenta i numerosi sforzi in atto volti a promuovere comunità sostenibili, che richiedono una trasformazione socioculturale per affrontare nuove forme di disuguaglianze sociali, economiche e ambientali. Tra questi sforzi figurano, per citarne solo alcuni, l’Agenda urbana dell’UE e i suoi partenariati, la Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili, la Carta e gli impegni di Aalborg, la Dichiarazione basca, la Nuova agenda urbana; |
4. |
esorta, coerentemente con la priorità n. 1 del CdR per il 2015-2020 Creare posti di lavoro e crescita sostenibile nelle città e nelle regioni per migliorare la qualità di vita dei cittadini, a promuovere il concetto di comunità sostenibile in modo da coinvolgere tutti i territori di tale comunità e garantire che anche le aree meno ricche possano accedere alle opportunità necessarie per lo sviluppo di soluzioni sostenibili; |
5. |
sottolinea che il concetto di comunità sostenibili proposto dovrebbe essere finalizzato al risanamento di zone povere o vulnerabili unendo obiettivi sociali e ambientali, coerentemente con il proprio parere sul tema Il settimo programma di azione in materia di ambiente e le città sostenibili; |
6. |
rimanda al proprio parere sul tema Verso un 8o Programma d’azione in materia di ambiente, volto a garantire che le politiche ambientali dell’UE tengano conto delle esigenze di tutte le tipologie di comunità; |
7. |
ritiene che il buon esito dell’attuazione di molte politiche ambientali nazionali e dell’UE dipenda dalla loro appropriazione da parte delle comunità al livello subcomunale e dal contributo che queste apportano; |
8. |
sottolinea che importanti specificità ambientali sono riscontrabili al livello sia comunale che subcomunale. Le sfide ambientali possono avere effetti specifici nelle diverse unità subcomunali; rileva pertanto che è importante sviluppare a ogni livello approcci onnicomprensivi che tengano debitamente conto di soluzioni maggiormente localizzate o differenziate che potrebbero richiedere risposte e contributi specifici; |
9. |
rileva che la responsabilità per il livello subcomunale spetta ai livelli di governance di ciascuno Stato membro competenti per tale livello, che devono anche garantirne il coinvolgimento. Gli enti locali e regionali competenti hanno una responsabilità importante per tutto il loro territorio, la quale deve essere rispettata; invita tali enti a coinvolgere e sostenere attivamente i livelli subcomunali nell’attuazione della politica ambientale e a permettere ai cittadini locali di rendere le loro comunità più sostenibili; |
10. |
riconosce la molteplicità di termini utilizzati in relazione a queste tipologie di comunità, tra cui frazione, quartiere, distretto, circoscrizione, sezione, villaggio, parrocchia (civile) e borgo. Tali termini possono riferirsi a unità amministrative o a comunità prive di ruolo amministrativo. Nel presente parere si utilizzano quindi in maniera equivalente le espressioni «subcomunale» e «sotto il livello locale»; |
11. |
riconosce i diversi contesti in cui si trovano le piccole comunità, dai quartieri urbani ai distretti rurali, dalle aree ad alta densità demografica a quelle scarsamente popolate e dalle zone benestanti a quelle svantaggiate; |
12. |
sottolinea, segnatamente, la necessità di tenere conto di situazioni territoriali specifiche, collegate a particolari sfide ambientali. A causa della loro perifericità, tali zone presentano talvolta caratteristiche naturali uniche che conferiscono loro un’importanza ecologica eccezionale:
|
13. |
riconosce l’importanza dei piccoli comuni, ma sottolinea che il presente parere si concentra sulle piccole comunità al livello subcomunale che si trovano ad affrontare molteplici sfide. Le comunità subcomunali potrebbero non disporre di: i) un rappresentante eletto che segua l’impatto ambientale di un progetto per garantire il rispetto della legislazione ambientale dell’UE; ii) uno spazio pubblico per discutere la partecipazione a un progetto o un’attività dell’UE o di come attuare una politica dell’UE a livello locale; e iii) un bilancio per coprire anche costi minimi o competenze tecniche necessarie per conoscere le modalità di accesso ai finanziamenti dell’UE; |
14. |
evidenzia la diversità delle forme istituzionali esistenti sotto il livello locale, tra cui, ma non solo, gli organismi pubblici ufficiali, le altre forme di partecipazione organizzate dalle autorità pubbliche o in collaborazione con esse, i comitati locali e i gruppi di attivisti; |
15. |
sottolinea che il livello subcomunale, proprio a causa della molteplicità delle forme organizzative presenti sul territorio degli Stati membri e della sua organizzazione spesso meno formalizzata, offre un grande potenziale in termini di sperimentazione partecipativa e democratica per sviluppare nuove forme di coinvolgimento e di comunicazione (come le comunità di quartiere, i comitati di villaggio, i laboratori e i forum partecipativi); ricorda che sono soprattutto le attività collegate all’ambiente e ai cambiamenti climatici ad avere un enorme potenziale di mobilitazione dei cittadini in tal senso; |
16. |
riconosce il ruolo delle organizzazioni di base volontarie dei cittadini delle piccole comunità nelle associazioni e nei comitati locali che hanno l’obiettivo di lavorare su una specifica unica questione ambientale o, più in generale, di promuovere azioni sostenibili. Sebbene tali gruppi possano riunire risorse, competenze, energia e motivazione, gli enti locali e regionali possono, dal canto loro, svolgere un ruolo chiave nel conferire ad essi autonomia e responsabilità attraverso un sostegno tecnico e finanziario e mediante consultazioni periodiche. |
B. Percorsi per rafforzare la politica ambientale al livello subcomunale
Nell’ambito dei settori di applicazione
Sviluppo a basse emissioni
17. |
rileva che le comunità al livello subcomunale sono in genere le più direttamente interessate da questioni ambientali quali la qualità dell’aria o il rumore, in quanto hanno scarso controllo sulle decisioni relative ai trasporti e alla mobilità, e osserva che tali questioni sono distribuite in modo diseguale sui territori. È fondamentale che nei meccanismi di monitoraggio ambientale sia possibile disaggregare i dati al livello subcomunale, in modo da consentire l’adozione di misure e soluzioni mirate; |
18. |
sostiene lo sviluppo di un quadro orientativo coerente al livello subcomunale e in particolare per le isole, in relazione alla mitigazione dei cambiamenti climatici, in maniera da agevolare la loro transizione verso fonti energetiche rinnovabili e pulite. Si potrebbe trarre ispirazione dall’integrazione del Patto delle isole nel Patto dei sindaci per il clima e l’energia e si potrebbero coinvolgere le iniziative in corso, come l’iniziativa Energia pulita per le isole dell’UE e il progetto Interreg Climate Active Neighbourhoods. |
Sviluppo basato sulla natura
19. |
incoraggia il coinvolgimento delle piccole comunità (in particolare quelle insulari, montane o rurali) nella gestione delle aree naturali, che spesso non coincidono con i confini comunali. Tale coinvolgimento potrebbe aumentare il senso di appropriazione a livello locale delle scelte di politica ambientale e ridurre i conflitti attorno a questioni quali l’utilizzo del suolo. La partecipazione potrebbe ulteriormente accrescere la consapevolezza dei vantaggi socioeconomici offerti dalle aree naturali protette, siano esse siti Natura 2000 o zone analoghe; |
20. |
sostiene il ruolo delle comunità al livello subcomunale nell’attuazione delle soluzioni basate sulla natura, in particolare i corridoi e le cinture verdi, l’arborizzazione urbana e le aree naturali periurbane. Queste iniziative dovrebbero fornire un accesso equo alla natura e ai suoi benefici in termini di salute umana, mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ad essi, nonché una maggiore resilienza ai rischi naturali o di origine antropica. |
Sviluppo circolare
21. |
chiede un sostegno tecnico su misura da parte dei pertinenti livelli di governance per le piccole comunità, per attuare pratiche sostenibili di trattamento delle acque reflue e di gestione dei rifiuti e per affrontare anche l’inquinamento marino e costiero grazie a strategie per l’azzeramento dei rifiuti; chiede inoltre di promuovere iniziative già in atto, come, ad esempio, il progetto dell’OCSE a sostegno delle città e delle regioni in materia di economia circolare; |
22. |
incoraggia lo sviluppo di misure a sostegno di pratiche socialmente innovative al livello subcomunale, che vanno dai gruppi di prestito che condividono oggetti e utensili a livello locale, ai gruppi di riparazione che consentono agli aderenti di riparare articoli che altrimenti verrebbero scartati. |
Sviluppo resiliente
23. |
promuove la diffusione di interventi a livello di microclima per l’adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare nei quartieri urbani densamente edificati. Tali interventi possono comprendere iniziative a basso costo, ma anche soluzioni più complesse a livello di quartiere, come la disconnessione di edifici dalla rete fognaria per migliorare la gestione delle acque piovane. Interventi di questo tipo hanno il potenziale di aumentare la resilienza delle aree subcomunali sensibili ai rischi naturali, alleviando la pressione sulle infrastrutture critiche; |
24. |
incoraggia i membri del CdR a promuovere i sistemi alimentari rigenerativi, che producono benefici ecologici, economici e sociali al livello subcomunale e oltre (ad esempio, orti di scuole o comunità locali, agricoltura sostenuta dalla comunità locale o metodi agricoli innovativi); |
25. |
sottolinea che il turismo sostenibile rappresenta un’opportunità di crescita per le piccole comunità, come indicato nella nota informativa sulle zone scarsamente popolate e sottopopolate (Sparsely populated and under-populated areas) del Servizio di ricerca del Parlamento europeo e in precedenti pareri del CdR sul turismo (1) e il patrimonio culturale (2). |
Sviluppo equo e incentrato sui cittadini
26. |
esorta l’UE a riconoscere il ruolo delle forme molteplici e innovative di democrazia partecipativa nella promozione di comunità sostenibili, in particolare a livello subcomunale. Tale potenziale potrebbe essere ulteriormente rafforzato se si prende espressamente in considerazione l’aspetto dell’innovazione democratica nelle pertinenti componenti delle politiche ambientali dell’UE o in quanto elemento del sostegno di progetti da parte dell’Unione; |
27. |
richiama l’attenzione sugli sforzi proficui e ormai di lunga data dell’Agenda 21 locale (LA21), quale punto di partenza per l’inclusione del livello subcomunale nella politica ambientale. Negli ultimi decenni le iniziative della LA21 hanno sostenuto gli enti locali nell’attuazione di strategie e azioni per la sostenibilità a livello locale, attraverso la condivisione di metodi, strumenti e buone pratiche. |
Nell’ambito dei processi politici
Riconoscimento
28. |
è fermamente convinto che l’UE debba tenere conto delle esigenze e dei contributi specifici delle piccole comunità subcomunali nella formulazione e nell’attuazione delle sue politiche ambientali; |
29. |
propone di individuare meccanismi che consentano di tenere conto delle questioni subcomunali nell’elaborazione dei pareri del CdR e di portarle all’attenzione delle istituzioni e degli organi dell’UE, nonché di sviluppare una più stretta cooperazione con le organizzazioni e reti adeguate che si occupano di strutture subcomunali o le rappresentano a livello dell’UE; |
30. |
incoraggia i membri del CdR a interagire personalmente con le comunità subcomunali nei rispettivi territori, a portare le loro esperienze per discuterle in seno al CdR e a integrarle nei loro lavori, in particolare nei pareri del Comitato, negli scambi inter pares e, potenzialmente, nella piattaforma tecnica per la cooperazione ambientale (iniziativa congiunta della DG Ambiente e del Comitato europeo delle regioni); |
31. |
intende fare esplicito riferimento alle comunità al livello subcomunale nelle priorità del CdR per il periodo successivo al 2020; |
32. |
rammenta l’impegno generale dell’UE a favore della coesione sociale, economica e ambientale, in particolare allo scopo di ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni (sia insulari che continentali), conformemente all’articolo 174 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), e sottolinea il ruolo importante dei livelli subcomunali di governance riguardo a questo aspetto; |
33. |
raccomanda di valutare la possibilità di ampliare il Portale sulla divisione dei poteri aggiungendo, laddove pertinente, una sezione supplementare per ciascuno Stato membro interessato che comprenda le entità sotto il livello locale, a partire da un’analisi del ruolo di tali entità nelle politiche in materia di ambiente e di cambiamenti climatici; |
34. |
chiede alla Commissione europea di valutare la possibilità di istituire un premio «Quartiere sostenibile», al fine di incoraggiare le comunità locali a partecipare alla gestione del proprio territorio, nonché di organizzare un evento, unico o ricorrente, per promuovere l’interazione con le piccole comunità, quale una «Giornata europea dei villaggi e dei quartieri sostenibili». |
Sensibilizzazione
35. |
si offre di promuovere un più ampio riconoscimento dell’importanza del livello subcomunale nella politica ambientale locale tra le altre istituzioni e gli altri organi dell’UE. A tal fine potrebbe patrocinare l’inclusione di tale livello nei futuri documenti strategici e nella revisione delle strategie in corso da parte delle istituzioni e degli organi dell’UE; |
36. |
è a favore della sensibilizzazione del livello subcomunale attraverso i progetti di ricerca e innovazione dell’UE (Orizzonte 2020 e Orizzonte Europa), nonché attraverso una cooperazione con l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) e i servizi di ricerca dell’UE; |
37. |
si impegna a portare avanti un dialogo con la Commissione europea, anche nel quadro della piattaforma tecnica per la cooperazione ambientale, al fine di garantire che le piccole comunità al livello subcomunale siano adeguatamente tenute in considerazione nell’attuazione di specifiche politiche ambientali dell’UE. Ciò potrebbe basarsi sugli sforzi già compiuti dalla DG ENV e da altre DG per fornire documenti di orientamento e strumenti incentrati sulle piccole comunità e sui quartieri. |
Comunicazione e divulgazione
38. |
conviene sull’idea di valutare la possibilità di rendere disponibile sul sito web del CdR materiale sulle reti e sulle attività dell’UE di particolare interesse per le piccole comunità, fornendo informazioni sulle reti, i programmi e gli eventi e raccogliendo i contributi pertinenti; |
39. |
si impegna a valutare le modalità per promuovere il riconoscimento dei risultati ambientali ottenuti a livello delle piccole comunità, evidenziando le buone pratiche e incoraggiando la riproduzione di soluzioni sostenibili. Ciò comprende l’esame dell’integrazione nei sistemi di riconoscimento esistenti e nei premi conferiti a livello dell’UE, in linea con le pratiche applicate per l’assegnazione dei premi Capitale verde europea e Foglia verde europea, dei premi Natura 2000, del premio Azione trasformatrice e dei premi Settimana europea per la riduzione dei rifiuti; |
40. |
evidenzia l’importanza di includere l’argomento dell’attuazione ambientale nelle comunità al livello subcomunale nel tema annuale o nel programma di eventi ricorrenti a livello dell’UE sull’ambiente, quali la Settimana verde, la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti o la Settimana europea delle regioni e delle città; |
41. |
sostiene l’impiego adeguato delle TIC per collegare meglio le comunità subcomunali sia tra loro che con i rispettivi enti locali, al fine di promuovere la partecipazione democratica e il processo decisionale. |
Finanziamento
42. |
sottolinea l’importanza di consentire agli attori subcomunali di accedere ai programmi di finanziamento dell’UE. Alcuni di questi sono già specificamente concepiti per il livello dei quartieri, come il programma Urbact, che promuove lo scambio europeo e l’apprendimento per lo sviluppo urbano sostenibile. A tale proposito, chiede che al personale delle comunità al livello subcomunale venga impartita una formazione adeguata affinché sia possibile conseguire un impiego efficiente dei fondi dell’UE; |
43. |
ravvisa nello sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) e nei gruppi di azione Leader degli strumenti specifici per mobilitare e coinvolgere maggiormente il livello subcomunale nel perseguimento dello sviluppo a lungo termine e nella realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020; |
44. |
incoraggia la Commissione europea a valutare il modo migliore per garantire che le piccole comunità possano contribuire ai progetti finanziati dall’UE volti a promuovere la sostenibilità al livello subcomunale e possano trarre beneficio da essi. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto attraverso: i) l’inclusione di riferimenti specifici alle piccole comunità nei documenti di orientamento e nei manuali; ii) l’elaborazione e la pubblicazione di inviti a manifestare interesse e/o programmi di lavoro destinati specificamente alle comunità al livello subcomunale; e iii) la semplificazione e la razionalizzazione delle norme finanziarie e di ammissibilità per incoraggiare e facilitare la partecipazione di tali comunità (ad esempio, la riassegnazione di fondi) al fine di promuovere lo sviluppo armonioso dell’insieme dell’Unione (articolo 174 del TFUE). |
Bruxelles, 12 febbraio 2020
Il presidente del Comitato europeo delle regioni
Apostolos TZITZIKOSTAS
(1) NAT-VI/009 (GU C 185 del 9.6.2017, pag. 15).
(2) SEDEC/VI-035 (GU C 361 del 5.10.2018, pag. 31).
29.4.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 141/34 |
Parere del Comitato europeo delle regioni — La fuga dei cervelli nell’Unione europea: affrontare la sfida a tutti i livelli
(2020/C 141/08)
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RACCOMANDAZIONI POLITICHE
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI
1. |
sottolinea che la libertà di circolazione dei cittadini e dei lavoratori costituisce la base su cui si fonda il mercato interno e una delle principali libertà riconosciute dai Trattati europei. I cittadini e i lavoratori devono poter circolare liberamente all’interno dell’UE, spostandosi tuttavia su base volontaria e non perché spinti ad abbandonare i loro territori anche a causa delle scarse opportunità economiche; |
2. |
osserva che la sfida consiste nel raggiungere un equilibrio, in termini giuridici e politici, tra due principi essenziali dell’Unione europea: la libera circolazione dei lavoratori e la convergenza economica e sociale tra le regioni; |
3. |
ricorda che il fenomeno della fuga di cervelli nell’Unione europea è una questione complessa, che richiede una risposta politica pragmatica da parte sia dell’Unione che degli Stati membri. Tale risposta dovrebbe affrontare tutti gli aspetti di tale fenomeno (ad esempio l’afflusso di cervelli, lo spreco di cervelli, la circolazione di cervelli, la remigrazione), tenendo conto anche dei diversi livelli, spesso interconnessi, ai quali servono interventi e soluzioni, ossia i livelli locale, regionale, nazionale e sovranazionale (europeo); |
4. |
ritiene che, in relazione alle soluzioni proposte, i responsabili decisionali a tutti i livelli debbano riconoscere e prendere in considerazione il fatto che la fuga di cervelli, oltre a rappresentare un problema di natura tecnica, che richiede una risposta amministrativa o strategica, è anche una questione politica. Se non verrà affrontato, questo fenomeno avrà effetti permanenti e a lungo termine sul futuro dell’Unione europea e diventerà probabilmente un ostacolo per la coesione territoriale; |
5. |
constata che la fuga di cervelli è direttamente innescata dagli attuali squilibri sociali ed economici tra le regioni dell’UE. Studi empirici (1) (2) (3) individuano una serie di fattori di spinta e di attrazione e rilevano, nelle regioni di accoglienza, l’esistenza di un mercato del lavoro più attraente, di opportunità occupazionali più diversificate e in generale di una migliore qualità complessiva della vita, a fronte di una situazione diametralmente opposta nelle regioni di partenza. Questo è un altro motivo per il quale il futuro QFP dovrebbe concentrare le risorse sulla correzione dello squilibrio tra regioni di partenza e di accoglienza nel quadro della politica di coesione; |
6. |
sottolinea la necessità di una stretta associazione tra la politica di coesione, intesa ad affrontare tali squilibri e a promuovere uno sviluppo più uniforme in tutta l’UE, e le misure previste per far fronte alla fuga di cervelli. Due dei principali obiettivi della strategia Europa 2020, ovvero aumentare la percentuale di occupati e migliorare l’inclusione sociale, hanno una rilevanza diretta ai fini della creazione delle condizioni favorevoli che ridurranno la fuga di cervelli. Altri obiettivi della strategia Europa 2020, quali l’innovazione e l’aumento del numero di coloro che ottengono un’istruzione terziaria, sono potenzialmente in grado di favorire l’afflusso e il rientro dei cervelli, attraendo e stimolando persone di talento; |
7. |
osserva che la fuga di cervelli e i fenomeni correlati devono essere compresi e valutati a livello UE nel contesto della governance multilivello. Se, in tale ambito d’intervento delle politiche europee, le caratteristiche della governance multilivello rappresenteranno un ostacolo o un’opportunità dipenderà in gran parte da come l’UE e le sue istituzioni agiranno in qualità di facilitatori e coordinatori della definizione e della diffusione di tali politiche; |
8. |
sottolinea che, pur essendo spesso percepita come un problema politico nazionale o sovranazionale, a causa dell’ampia portata e della gravità dei suoi effetti, la fuga di cervelli può essere affrontata con successo a livello subnazionale. Gli enti territoriali locali e regionali svolgono un ruolo cruciale in questo senso, essendo le comunità locali direttamente interessate dalle conseguenze della fuga di cervelli: la perdita di una forza lavoro giovane e istruita rappresenta un’enorme sfida per le comunità locali in tutta l’Unione; |
9. |
osserva che gli enti locali degli Stati membri rappresentano il livello di governo più adatto per elaborare e attuare politiche in materia di fuga di cervelli. Le comunità locali, essendo sistemi dai confini relativamente ben definiti, permettono di analizzare il problema con maggiore facilità e di adottare soluzioni su misura. Inoltre, gli enti locali possono monitorare e valutare più agevolmente il successo delle politiche a livello locale; |
10. |
rileva che dall’esperienza e dalle capacità di queste amministrazioni subnazionali si possono trarre molti spunti per l’elaborazione delle politiche a livello UE; |
11. |
ritiene che l’esperienza diretta degli enti locali nel far fronte alla fuga di cervelli e i relativi esempi di successi ottenuti e di buone pratiche potrebbero rivelarsi utili per lo sviluppo di una politica coerente a livello dell’UE. Gli enti locali e regionali possono andare al di là di una definizione generale e astratta delle questioni da affrontare con le politiche e fornire soluzioni concrete ed efficaci. Devono solo comprendere meglio gli sforzi e le iniziative volti ad affrontare il problema della fuga di cervelli al di là dei confini amministrativi delle comunità che essi rappresentano e impegnarsi nella cooperazione regionale e interregionale; |
12. |
sottolinea che i problemi cui devono far fronte le regioni di partenza e quelle di accoglienza sono diversi e devono pertanto essere affrontati di conseguenza. Tale distinzione è importante in quanto le politiche a livello sovranazionale dovrebbero mirare ad agevolare soluzioni vantaggiose per tutti, o quanto meno a limitare quelle svantaggiose per entrambe le regioni di partenza e di accoglienza (spreco di cervelli); |
13. |
richiama l’attenzione sul rischio che la fuga di cervelli rappresenta per la sostenibilità a lungo termine del progetto europeo. Le regioni di partenza hanno un doppio problema: da un lato hanno bisogno di convergenza (per colmare il divario con le regioni di accoglienza) ma, dall’altro lato, stanno perdendo forza lavoro qualificata. A lungo termine, qualsiasi cambiamento o transizione verso un modello economico sostenibile e competitivo basato sull’economia della conoscenza e sui prodotti ad alto valore aggiunto appare molto difficile da realizzare in uno scenario in cui si accentuano le disparità tra regioni di partenza e di accoglienza. Se non affrontate, le disparità aumenteranno ulteriormente e ne scaturirà un circolo vizioso di «disintegrazione». Secondo l’indice di competitività globale, attualmente gli Stati membri dell’UE orientale e meridionale sono tra i paesi del mondo meno capaci di trattenere i propri talenti; |
14. |
sottolinea che, sebbene le istituzioni europee abbiano introdotto meccanismi per ridurre le disparità, questi approcci sono stati efficaci solo in parte. Considerato che la fuga di cervelli è in aumento, e tenuto conto delle sue dimensioni geografiche ed economiche, è necessario un diverso tipo di iniziativa o di sforzo, in grado di affrontare direttamente i fattori di spinta derivanti dai percorsi di crescita specifici delle regioni di partenza che rendono tali regioni non sufficientemente attraenti per quella parte della forza lavoro che ha un grado elevato di istruzione; |
15. |
osserva che il divario tra istruzione e mercato del lavoro è uno dei problemi associati alla fuga di cervelli. L’istruzione è chiaramente un settore in cui i miglioramenti possono contribuire ad attenuare gli effetti negativi della fuga di cervelli. Gli enti locali e regionali dovrebbero prestare maggiore attenzione a questo aspetto, in collaborazione con le autorità nazionali ed europee. Inoltre, i sistemi di istruzione devono tener conto delle variabili dinamiche del mercato del lavoro e della sua crescente diversificazione per consentire un ritorno sugli investimenti effettuati nel capitale umano di un paese o di una regione, ritorno che viene meno con la fuga dei cervelli; |
16. |
richiama l’attenzione su un fenomeno che deve essere monitorato da vicino, ovvero la questione dei bambini lasciati a casa da genitori in cerca di un lavoro migliore all’estero. Si tratta di un effetto diretto della fuga di cervelli che ha implicazioni a lungo termine; |
17. |
sottolinea l’importanza del programma Erasmus+, del FSE+ e di programmi analoghi per la creazione di opportunità accademiche e professionali per individui di talento, nonché per la creazione di reti e partenariati internazionali in tutta Europa e non solo in determinati hub regionali e per sostenere l’attuazione concreta del pilastro europeo dei diritti sociali. Il nuovo sostegno fornito dalla Commissione per aumentare il bilancio del programma Erasmus+ è un passo nella giusta direzione; |
18. |
ritiene che, per affrontare la questione della fuga di cervelli, occorrano una leadership forte e un coordinamento dei diversi sforzi intrapresi dalle giurisdizioni nazionali. L’obiettivo fondamentale è trovare soluzioni specifiche per creare reti di cooperazione, contrastare il discorso politico populista e rafforzare l’integrazione europea. Ulteriori interventi a livello di Stati membri e di Unione europea dovrebbero concentrarsi sul coordinamento e sulla facilitazione e/o il sostegno degli sforzi a livello subnazionale, creando un vasto consenso sui modi in cui la fuga di cervelli dovrebbe essere analizzata e affrontata, così da realizzare una situazione vantaggiosa per tutte le parti interessate; |
19. |
sottolinea la necessità di individuare una serie di questioni strategiche fondamentali per quanto riguarda la fuga di cervelli, in modo che, nelle politiche pubbliche, i responsabili decisionali possano evitare inutili duplicazioni di intervento. Tali questioni strategiche devono essere strutturate in modo tale da garantire che le misure politiche abbiano un impatto visibile e da sostenere politiche che si traducano in azioni concrete; |
20. |
raccomanda di individuare e attuare diversi tipi di risposte per ogni sottocomponente del fenomeno della fuga di cervelli (afflusso di cervelli, spreco di cervelli, circolazione di cervelli e remigrazione). Ciascuno di questi aspetti richiede infatti soluzioni diverse e specifiche, ed è molto importante non adottare un approccio globale per tutte le sottocomponenti. La mancanza di soluzioni su misura può indurre a emettere dichiarazioni e/o fissare obiettivi generici e astratti, difficili da tradurre in pratica nella vita reale; |
21. |
apprezza il fatto che alcune regioni e città stiano già attuando soluzioni creative per attrarre e trattenere i talenti. Le politiche in questione spaziano dal sostegno alla ricollocazione di persone di talento verso queste regioni e città a misure più sofisticate che comportano lo sviluppo di reti transnazionali di imprenditori. L’UE deve sostenere programmi o iniziative volti a migliorare l’apprendimento tra diversi enti locali e regionali europei; |
22. |
ritiene che gli attori locali e regionali siano fondamentali per affrontare il problema della fuga di cervelli; l’attrazione e il mantenimento di una forza lavoro altamente qualificata possono essere garantiti utilizzando correttamente gli strumenti di sviluppo territoriale integrato della politica di coesione; |
23. |
raccomanda che gli enti locali e regionali, in collaborazione con le autorità nazionali e dell’UE, promuovano politiche e strumenti volti a sviluppare l’imprenditorialità locale, il lavoro autonomo e modelli alternativi di sviluppo delle imprese che aumentino l’attrattiva delle regioni di partenza; |
24. |
raccomanda che gli enti locali e regionali assicurino il collegamento, sulla base di una valutazione realistica dei fabbisogni, tra le risorse specifiche dei rispettivi territori e i talenti e le politiche che sono necessari; |
25. |
suggerisce che gli enti locali e regionali istituiscano alleanze locali che coinvolgano tutte le parti interessate (autorità pubbliche, imprese, università, ONG ecc.) sì da essere in grado di elaborare e attuare politiche locali che contribuiscano ad attenuare la fuga di cervelli. Dovrebbero essere sostenute e organizzate riunioni periodiche delle parti interessate. Le riunioni dovrebbero essere utilizzate come sedi di discussione e considerazione di soluzioni locali e contestualizzate, sulla base di storie di successo di altre località e/o giurisdizioni; |
26. |
osserva che un rigoroso processo di pianificazione strategica a livello locale e regionale può essere importante per correlare la mobilità delle risorse umane ai piani di sviluppo a medio e lungo termine, oltre che per fornire una solida base per la cooperazione con altre autorità regionali, nazionali ed europee; |
27. |
auspica che vi sia una migliore comprensione delle ragioni e degli ostacoli che impediscono a coloro che in passato sono emigrati di tornare nel loro luogo di origine, nonché del modo in cui le autorità pubbliche possono contribuire a ridurre tali ostacoli. Ciò potrebbe avere un effetto trasformatore, cosicché la fuga di cervelli potrebbe appunto trasformarsi in circolazione di cervelli o remigrazione; |
28. |
raccomanda che l’azione a livello subnazionale sia integrata e coordinata con quella degli Stati membri e dell’Unione, nel rispetto del principio di sussidiarietà. L’integrazione degli sforzi intrapresi a vari livelli è fondamentale per il successo della politica dell’UE. È opportuno sviluppare politiche e programmi per integrare e facilitare il coordinamento tra l’azione degli enti locali e regionali, da un lato, e quella degli Stati membri e dell’Unione, dall’altro. Ciò vale per tutti i settori interessati dalla fuga di cervelli (istruzione, coesione, sviluppo regionale, digitalizzazione ecc.). È necessario istituire un meccanismo a livello dell’UE specificamente concepito per promuovere l’integrazione e il coordinamento delle misure politiche sulla fuga di cervelli; |
29. |
propone che gli enti locali e regionali acquisiscano piena consapevolezza della portata del fenomeno e conducano valutazioni realistiche e rigorose delle caratteristiche di ciascun settore interessato dalla fuga di cervelli. Un processo di elaborazione delle politiche e delle decisioni basato su elementi concreti è l’unico modo per elaborare soluzioni efficaci. Una valutazione realistica del fenomeno della fuga di cervelli a livello di ciascuna regione può aiutare le autorità pubbliche che si trovano ad affrontare problemi simili o connessi a sostituire la concorrenza con la cooperazione, e potrebbe migliorare il coordinamento, tra tutte le parti interessate, degli sforzi in corso e delle risorse esistenti; |
30. |
ritiene che le procedure rapide per il riconoscimento dei diplomi e delle competenze e/o abilità potrebbero contribuire notevolmente a ridurre gli sprechi di cervelli. La digitalizzazione e l’interconnessione degli archivi è un’operazione possibile e necessaria in questo contesto, che può far leva su diverse iniziative dell’UE, compreso l’imminente sistema di credenziali Europass con firma digitale. Inoltre, accoglie con favore l’iniziativa della Commissione europea per uno spazio europeo dell’istruzione entro il 2025, in cui l’apprendimento, lo studio e la ricerca non siano ostacolati dalle frontiere, e nel contempo sottolinea la necessità di mettere in atto meccanismi per favorire la circolazione dei cervelli e la remigrazione; |
31. |
raccomanda alla Commissione europea di intensificare gli sforzi per ridurre le disparità regionali, che sono una delle principali cause della fuga di cervelli. I fondi di coesione svolgono un ruolo cruciale nel sostenere le nostre regioni e i nostri territori che devono far fronte a queste disparità. Politiche e strumenti su misura che affrontino direttamente tali disparità tra l’Europa orientale e meridionale e i paesi occidentali, nonché tra le regioni all’interno degli Stati membri, sono essenziali per eliminare una delle principali cause della fuga di cervelli. L’impegno politico della Commissione (4) a garantire un salario minimo equo è particolarmente rilevante, soprattutto nelle regioni di partenza, in quanto una misura siffatta consentirebbe di affrontare il problema del tenore di vita e delle condizioni di lavoro e avrebbe un impatto diretto sulla qualità della vita. La politica di coesione dell’UE per il periodo 2021-2027 dovrebbe essere una politica di investimento a lungo termine per tutte le regioni, incentrata sul superamento dei divari economici, sociali e regionali e in linea con il principio di partenariato e un approccio basato sul territorio. La politica di coesione dovrebbe essere coordinata meglio con le altre politiche dell’UE, in modo che vi sia parità di condizioni. Il coordinamento verticale delle diverse fonti di finanziamento dovrebbe essere migliorato a livello dell’UE nella governance della politica e dei programmi di coesione dopo il 2020, in modo da garantire una maggiore coerenza tra i programmi ai diversi livelli di governance e di pianificazione nel breve e medio termine (5); |
32. |
raccomanda l’elaborazione e l’attuazione a livello locale e regionale di politiche realistiche volte ad attrarre, trattenere e riconquistare una forza lavoro istruita. Un concetto strategico fondamentale è la qualità della vita: come indicato, il miglioramento della qualità della vita è uno strumento molto efficace per attirare e trattenere una forza lavoro istruita. È consigliabile e auspicabile che le misurazioni della qualità della vita siano condotte regolarmente e in modo strutturato, in modo da fornire valide informazioni agli enti regionali e locali in merito ai settori in cui sia eventualmente necessario intervenire; |
33. |
suggerisce che le autorità locali, regionali, nazionali e dell’UE si concentrino su approcci funzionali per invertire l’emigrazione e attrarre lavoratori (6): tra questi figurano la costruzione di un’economia della conoscenza, il miglioramento dell’attrattiva delle regioni, lo sviluppo di strategie di diaspora e l’attuazione di un approccio funzionale nella governance urbana; |
34. |
ritiene che le autorità locali, regionali, nazionali e dell’UE debbano prestare particolare attenzione all’eliminazione dei fattori strutturali che aggravano la fuga di cervelli (infrastrutture/autostrade, qualità dei servizi, accesso alla tecnologia ecc.); |
35. |
sottolinea la necessità di sviluppare un approccio europeo integrato alla fuga di cervelli, sulla base di valutazioni realistiche e di attività di cooperazione e coordinamento a livello locale/regionale, nazionale e dell’Unione. Analogamente, servono politiche coordinate su scale diverse negli ambiti rilevanti per la fuga di cervelli, tra i quali l’istruzione, la digitalizzazione, la coesione e le politiche economiche; |
36. |
ritiene fondamentale che gli enti locali e regionali comprendano l’importanza del ruolo delle università, ma anche dei fornitori di istruzione e formazione professionale, nello sviluppo locale nell’ambito dell’economia basata sulla conoscenza. Le autorità pubbliche devono sviluppare partenariati con le università ed essere consapevoli della necessità di sostenere le università, anche attraverso investimenti nelle infrastrutture locali. Occorre garantire la massima affinità possibile tra gli obiettivi strategici delle università e quelli delle autorità pubbliche; |
37. |
osserva che i partenariati tra imprese private (interessate nella R&S), enti locali e università sono importanti motori della crescita e dello sviluppo a livello locale, che dovrebbero essere inclusi nell’attuale obiettivo della Commissione di rendere più facile per le piccole imprese diventare grandi innovatori attraverso una strategia per le PMI; |
38. |
è preoccupato per il rischio di un aumento delle disuguaglianze tra le città e regioni che trarranno enormi benefici dal programma quadro per la ricerca e l’innovazione e le altre, e avverte che le azioni intraprese per colmare il divario tra le regioni (affinché queste possano far fronte a sfide come quella demografica) e per favorire l’accesso di tutti al programma Orizzonte Europa sono insufficienti (7); |
39. |
ritiene che la connettività digitale e la specializzazione intelligente possano avere effetti positivi in termini di fuga di cervelli. Le strategie regionali per lo sviluppo e la specializzazione intelligenti possono essere incentrate sul vantaggio competitivo esistente o creato in una regione. La connettività digitale e lo sviluppo dell’alfabetizzazione digitale dovrebbero essere elementi essenziali dei nuovi sforzi della Commissione volti ad aggiornare il piano d’azione per l’istruzione digitale; |
40. |
sottolinea che le autorità locali possono elaborare e attuare un gran numero di misure volte ad aumentare e sviluppare la resilienza individuale delle comunità, in particolare in caso di difficoltà economiche come la disoccupazione. La resilienza individuale e la capacità di adattamento e superamento dei periodi di disagio possono essere sostenute mediante programmi di miglioramento delle competenze e di riqualificazione, come quelli sostenuti tramite l’agenda dell’UE per le competenze, misure volte a promuovere l’imprenditorialità e le piccole imprese, programmi educativi e comunitari per studenti e giovani i cui genitori lavorano all’estero ecc; |
41. |
raccomanda che la Commissione europea sostenga attivamente, in stretta collaborazione con il Comitato europeo delle regioni, il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri dell’UE, gli sforzi degli enti pubblici locali e regionali per contrastare la fuga di cervelli. L’Unione è un’entità politica e amministrativa complessa, e si impone pertanto un’attenta analisi delle sue responsabilità e capacità in materia di fuga di cervelli. La discussione del ruolo dell’Unione implica sia la determinazione delle sue responsabilità che l’individuazione dei migliori strumenti disponibili a livello dell’UE; |
42. |
ritiene che il fatto che un(a) «lavoratore/lavoratrice dipendente rientri nel proprio paese di origine dopo un periodo di tempo trascorso all’estero» debba essere considerato come un punto di forza del suo profilo professionale e debba quindi essere visibile ai fornitori di occupazione durante il processo di selezione pertinente. |
Bruxelles, 12 febbraio 2020
Il presidente del Comitato europeo delle regioni
Apostolos TZITZIKOSTAS
(1) Comitato europeo delle regioni, 2018. Affrontare la fuga dei cervelli: la dimensione locale e regionale.
(2) Commissione europea, direzione generale Occupazione, affari sociali e inclusione, direzione D — Mobilità dei lavoratori, 2018 Annual Report on Intra-EU Labour Mobility (Relazione annuale 2018 sulla mobilità del lavoro intra-UE).
(3) Atoyan, R., Christiansen, L., Dizioli, A., Ebeke, C., Ilahi, N., Ilyina, A., Mehrez, G., Qu, H., Raei, F., Rhee, A. e Zakharova, D., Emigration and Its Economic Impact on Eastern Europe («L’emigrazione e il suo impatto economico sull’Europa dell’Est»), documento di riflessione dei servizi del FMI, luglio 2016.
(4) Ursula von der Leyen, Un’Unione più ambiziosa — Il mio programma per l’Europa, pag. 9.
(5) ESPON, 2019, Addressing Labour Migration Challenges in Europe («Affrontare le sfide in materia di migrazione dei lavoratori in Europa»), pag. 18.
(6) Idem, pag. 17-18.
(7) COR-2018-03891.
29.4.2020 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 141/39 |
Parere del Comitato europeo delle regioni — La cultura in una Unione più ambiziosa: il ruolo delle regioni e delle città
(2020/C 141/09)
|
RACCOMANDAZIONI POLITICHE
IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI
1. |
ritiene necessario implementare un concetto ampio di cultura e di diversità culturale dell’Europa, che vada oltre la mera conservazione e protezione del patrimonio materiale, e che aiuti a percepire i cambiamenti sociali e culturali che attraversano la società europea; |
2. |
è consapevole del ruolo che le città e le regioni possono avere, con una visione pluralista ed innovativa della cultura, coinvolgendo maggiormente i cittadini nei processi di crescita culturale, fornendo loro gli strumenti per essere attori partecipi. Sottolinea a tal fine la necessità di salvaguardare la libertà di espressione artistica, che è una condizione essenziale per la democrazia, e il diritto di tutti i cittadini ad avere accesso a espressioni culturali diverse: un aspetto, questo, che è fondamentale per il benessere delle società (1). Consapevole di ciò, è dell’avviso che le azioni nel campo della cultura debbano promuovere la capacità dell’arte e della cultura di essere una forza libera e indipendente nella società; invita tutti i livelli di governo e le istituzioni europee a sostenere gli sforzi volti a rafforzare la capacità degli artisti di rispondere alle minacce e all’odio che essi rischiano di dover affrontare nella sfera pubblica; |
3. |
invita la Commissione a includere la cultura tra le priorità politiche da perseguire nel nuovo mandato, e il Consiglio a sostenere nell’ambito del nuovo QFP l’assegnazione di risorse adeguate destinate a favorire a livello locale e regionale la promozione, la gestione, la fruizione e lo sviluppo del patrimonio culturale; |
4. |
invita la Commissione a valorizzare e promuovere l’uso delle risorse culturali, soprattutto da parte dei giovani, anche in un’ottica di sviluppo socioeconomico ed occupazionale. |
Il contesto: l’impegno dell’UE per la promozione della cultura a livello locale e regionale
5. |
evidenzia che i Trattati sanciscono l’impegno dell’UE a rispettare «la ricchezza della sua diversità culturale» e impegnano l’UE ad incoraggiare la cooperazione tra Stati membri, ad integrare l’azione di questi nel «miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e della storia dei popoli europei», nella «conservazione e creazione artistica e letteraria, compreso il settore audiovisivo», ed attribuiscono all’UE la competenza a sostenere l’azione degli Stati membri nei settori della cultura, del turismo, dell’istruzione, della formazione professionale, della gioventù e dello sport, sempre nel rispetto del principio di sussidiarietà; |
6. |
esprime apprezzamento per la decisione della Commissione di dar continuazione all’attuale programma Europa creativa come programma autonomo, assicurando nel settore della cultura un quadro finanziario autonomo per garantire la continuità dei risultati del periodo 2014-2020; |
7. |
sottolinea come la nuova agenda europea per la cultura completi e rafforzi l’identità europea attraverso il riconoscimento della diversità delle culture europee, il rafforzamento dei settori culturali e creativi europei e le loro relazioni con partner al di fuori dell’Europa; |
8. |
sottolinea che l’Anno europeo del patrimonio culturale 2018 ha registrato una rilevante partecipazione sul campo, con migliaia di attività che si sono svolte in tutta Europa, incoraggiando la condivisione e l’apprezzamento per il patrimonio culturale europeo come risorsa condivisa, sensibilizzando sulla storia e sui valori comuni europei, rafforzando l’identità europea e il senso di appartenenza a uno spazio comune europeo, promuovendo l’inclusione; |
9. |
ritiene che, in linea con la Convenzione europea sul paesaggio e la nuova agenda europea per la cultura, gli obiettivi generali per l’Anno europeo del patrimonio culturale 2018 potrebbero essere arricchiti includendo una forte componente per lo sviluppo territoriale, sotto forma di strategie culturali regionali e locali che coinvolgano la promozione del turismo culturale sostenibile; |
10. |
esprime apprezzamento per il quadro d’azione europeo sul patrimonio culturale, presentato nel dicembre 2018, che comprende cinque pilastri volti a determinare un reale cambiamento nel modo in cui apprezziamo, preserviamo e promuoviamo il patrimonio culturale europeo; |
11. |
ricorda che la Commissione ha sostenuto il settore della cultura, oltre che con i precedenti programmi Cultura e MEDIA, anche attraverso i finanziamenti della politica di coesione, il programma COSME, il programma Orizzonte 2020, e che ulteriori strumenti di sostegno figurano in «Erasmus+», nel Fondo sociale europeo, nel Fondo europeo di sviluppo regionale; |
12. |
invita la Commissione ad assicurare che anche nell’ambito della programmazione dei fondi europei sia applicato il principio dell’integrazione degli investimenti in cultura nelle differenti politiche dell’Unione, evitando di considerare la cultura come una mera politica di settore e riconoscendone il ruolo rispetto a tutte le dimensioni della coesione (economica, sociale e territoriale). Sottolinea a tal fine l’importanza di rafforzare le sinergie tra la cultura e altre politiche quali il turismo, la politica regionale, l’istruzione, la gioventù e la R&S; |
13. |
invita la Commissione e gli Stati membri, come pure le loro autorità di gestione, ad aumentare, nella nuova programmazione dei fondi europei a favore delle aree in ritardo di sviluppo, gli investimenti a favore della cultura, prevedendo anche il sostegno di azioni di «restituzione ai cittadini» del patrimonio diffuso mediante il partenariato pubblico-privato no profit e il rafforzamento dei presidi culturali di base (in particolare biblioteche di pubblica lettura); |
14. |
ritiene importante incrementare gli investimenti in campo culturale come già previsto per i programmi Europa creativa ed Erasmus+. Occorre dare rilevanza adeguata al ruolo centrale delle regioni e delle città nei processi d’integrazione sostenendo i partenariati pubblico-privati no profit, anche al fine di incentivare le buone pratiche di gestione; |
15. |
rileva che il negoziato per la politica di coesione post 2020 costituisce un punto di partenza chiaro ed inequivocabile per strutturare una strategia utile a realizzare obiettivi ambiziosi, con la previsione del raddoppio di importanti programmi europei che hanno un impatto diretto sulle politiche culturali quali Europa creativa ed Erasmus. |
Il ruolo degli enti regionali e locali
16. |
sottolinea che ogni Stato membro dell’UE ha nel proprio territorio delle aree che sono state riconosciute «siti patrimonio mondiale» dall’Unesco —siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale e naturale — e che, complessivamente, nei 27 Stati membri dell’UE sono presenti 381 «siti patrimonio mondiale» su un totale di 1 121 siti a livello mondiale; |
17. |
sottolinea che il patrimonio culturale esistente sui territori degli Stati membri risulta diffuso e si presenta in molti casi difficilmente accessibile e con significativi problemi di conservazione e fruizione; |
18. |
invita la Commissione e gli Stati membri, come pure le loro autorità di gestione, a sostenere lo sforzo di tutela e salvaguardia fisica dei beni culturali, in particolare per garantire la conservazione attiva del patrimonio diffuso, localizzato nei territori interni o marginali, e difficilmente accessibile; |
19. |
evidenzia l’importanza del turismo culturale, che promuove il valore intrinseco della cultura e, al tempo stesso, contribuisce ampiamente allo sviluppo territoriale. Sottolinea a tal fine la necessità di un approccio integrato al turismo culturale, anche nell’ambito delle strategie di specializzazione intelligente, al fine di razionalizzarne l’impatto sui territori e garantirne la sostenibilità. A tal fine, il CdR fa riferimento al sistema europeo di indicatori per il turismo (ETIS) della Commissione europea, che può contribuire a misurare i risultati ottenuti dalle destinazioni turistiche culturali in termini di sostenibilità, e chiede un suo aggiornamento periodico; |
20. |
esprime apprezzamento per il crescente interesse e impegno degli enti locali e regionali in tutta Europa a promuovere negli Stati membri visioni ed azioni condivise. Auspica che iniziative analoghe a quanto realizzato con la Carta di Agrigento, sottoscritta da centinaia di sindaci, dai presidenti delle regioni italiane e condivisa da associazioni particolarmente rappresentative, possano essere tenute in altri paesi; |
21. |
è consapevole della necessità di coinvolgere maggiormente i cittadini nei processi di crescita culturale, fornendo loro gli strumenti per essere attori partecipi. Il Comitato è inoltre consapevole del contributo che la cultura e la diversità culturale possono apportare allo sviluppo sostenibile, come riconosciuto nell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (2), e si impegna a lavorare per renderli fattori abilitanti fondamentali di tale sviluppo a livello locale e regionale. |
Obiettivi prioritari degli enti regionali e locali
22. |
invita le regioni e le città europee, come pure le organizzazioni e le reti nel settore del patrimonio culturale regionale, a trarre ispirazione dal quadro d’azione per sviluppare diffuse ed efficaci azioni e piani strategici in materia di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale; |
23. |
rileva che gli enti locali e regionali rappresentano i livelli di governo nei quali avviare iniziative volte alla conoscenza del patrimonio culturale europeo, tanto dei soggetti in età scolare quanto degli adulti, e in particolare di quanti intendono stabilirsi in uno Stato membro; |
24. |
considera la conoscenza e la fruizione del patrimonio culturale europeo, inteso come insieme delle molteplici espressioni culturali, sociali e creative, eredità e lascito delle generazioni che ci hanno preceduto, nonché delle tradizioni e dei costumi dei popoli europei, quale strumento per consolidare la cittadinanza europea, intesa quale momento di integrazione ed inclusione sociale; |
25. |
ritiene necessario rafforzare a livello europeo le iniziative a favore della conoscenza e dell’accesso al patrimonio culturale europeo in quanto componente essenziale per consolidare la cittadinanza europea e promuovere il senso di appartenenza delle persone all’Europa; |
26. |
sottolinea il contributo che possono offrire le reti di città, l’apprendimento tra pari e i gemellaggi tra comuni quanto alla promozione e alla sensibilizzazione ai temi della cittadinanza, quali strumenti di adesione alla vita civica e di integrazione, soprattutto in relazione ai nuovi Stati membri; |
27. |
chiede un aumento degli investimenti nella cultura e nei piani di uso e gestione partecipata e sostenibile del patrimonio culturale, ivi compreso quello dismesso o abbandonato, all’interno della nuova Agenda urbana 2030, valorizzando le iniziative innovative promosse dai comuni e i processi di cooperazione promossi dagli attori territoriali; |
28. |
propone di rafforzare ulteriormente il riferimento al ruolo chiave degli enti locali e regionali nel promuovere e valorizzare la vita artistica e culturale delle loro comunità e chiede di rafforzare la partecipazione degli enti regionali e locali al programma. In tale contesto, sottolinea la necessità di garantire il giusto equilibrio tra la destinazione delle risorse per i grandi progetti su larga scala e le misure e attività di finanziamento incentrate a livello locale e regionale, anche da parte delle PMI; |
29. |
invita la Commissione a facilitare l’accesso dei cittadini alla cultura e ai luoghi della memoria, incentivando i consumi culturali, con particolare riferimento alle giovani generazioni, sviluppando politiche integrate di educazione e formazione lungo l’intero arco della vita e favorendo il coinvolgimento delle comunità territoriali nelle iniziative culturali; |
30. |
ritiene opportuno sostenere l’industria culturale e creativa, con particolare riferimento alle azioni collegate con la conoscenza e la fruizione del patrimonio che riescano a produrre risultati in termini di qualità, occupazione, innovazione digitale e inclusione sociale e a quelle relative allo sviluppo, in una dimensione europea, delle arti visive e dello spettacolo; |
31. |
è consapevole dell’importanza di capitalizzare le opportunità digitali per promuovere la cultura in maniera interattiva e avvicinare tutte le fasce sociali, soprattutto i giovani, in quanto futuri custodi e promotori del patrimonio culturale; |
32. |
invita la Commissione a sostenere lo sviluppo delle relazioni in campo culturale fra i paesi del Mediterraneo, anche con riferimento alle azioni di diplomazia culturale; |
33. |
sottolinea l’importanza della cooperazione transfrontaliera e interregionale nel settore della cultura, dal momento che il patrimonio culturale va al di là delle frontiere (3). Il CdR evidenzia a tal fine il ruolo chiave degli enti locali e regionali, anche nell’attuazione della componente culturale delle strategie macroregionali; |
34. |
sottolinea, al fine di agevolare la conoscenza e la fruizione del patrimonio culturale europeo, la necessità di migliorare lo scambio di dati ed informazioni tra le amministrazioni pubbliche operanti nei paesi dell’Unione, nonché la comunicazione di queste ultime con i cittadini; |
35. |
invita la Commissione ad intraprendere azioni specifiche volte alla promozione dell’effettiva partecipazione e fruizione da parte dei cittadini europei al patrimonio culturale diffuso sul territorio degli Stati membri, favorendo in particolare il pieno accesso alle informazioni come presupposto per la loro partecipazione attiva e sostenendo la costituzione di una specifica piattaforma informativa; |
36. |
impegna le città e le regioni europee, con la funzione che le capacità amministrative loro assegnano, ad esplorare da protagonisti primari modelli di innovazione socioeconomica basati sulla cultura e a promuovere iniziative aperte alla società civile e alle associazioni, tendenti a coinvolgere i cittadini nello sviluppo della cultura e nella salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali materiali e immateriali. |
Bruxelles, 12 febbraio 2020
Il presidente del Comitato europeo delle regioni
Apostolos TZITZIKOSTAS
(1) https://en.unesco.org/creativity/sites/creativity/files/artistic_freedom_pdf_web.pdf
(2) https://sustainabledevelopment.un.org/post2015/transformingourworld
(3) Ad esempio gli itinerari culturali del Consiglio d’Europa (https://www.coe.int/it/web/cultural-routes/about) o l’iniziativa dell’Unesco «Viaggi nei siti patrimonio mondiale — Europa» (https://visitworldheritage.com/en/eu).