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ISSN 1977-0944 |
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Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 115 |
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Edizione in lingua italiana |
Comunicazioni e informazioni |
60° anno |
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IV Informazioni |
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INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA |
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Consiglio |
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2017/C 115/01 |
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IT |
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IV Informazioni
INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA
Consiglio
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11.4.2017 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 115/1 |
RELAZIONE ANNUALE SULL’ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA DELL’UE VOLTA A COMBATTERE L’ACCUMULAZIONE E IL TRAFFICO ILLECITI DI ARMI LEGGERE E DI PICCOLO CALIBRO E RELATIVE MUNIZIONI — AZIONI NEL 2015
(2017/C 115/01)
SOMMARIO
| Introduzione | 3 |
| Azioni internazionali | 3 |
| Azione 1: partecipazione dell’UE alla seconda riunione di esperti governativi sul programma d’azione delle Nazioni Unite per prevenire, combattere e sradicare il commercio illegale di armi leggere e di piccolo calibro in tutti i suoi aspetti | 3 |
| Azione 2: iARMS — sostegno alla creazione e alla gestione di una banca dati sul rintracciamento e la localizzazione delle armi da fuoco smarrite, rubate, trafficate e contrabbandate (iARMS) | 3 |
| Azione 3: iTrace — meccanismo mondiale di segnalazione sulle armi leggere e di piccolo calibro e su altre armi e munizioni convenzionali illegali volto a ridurre il rischio del loro commercio illegale | 4 |
| Azione 4: attività dell’UE a sostegno dell’attuazione del trattato sul commercio di armi nell’ambito della strategia europea in materia di sicurezza | 5 |
| Azione 5: promozione dell’efficacia dei controlli sulle esportazioni di armi mediante la promozione tra i paesi terzi dei principi e criteri della posizione comune 2008/944/PESC | 6 |
| Azione 6: lotta al traffico illecito di armi transnazionale mediante l’attuazione della convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale (UNTOC) e del suo protocollo sulle armi da fuoco. | 6 |
| Azioni regionali | 7 |
| Azione 7: attività del SEESAC (Centro dell’Europa sudorientale per il controllo delle SALW) relative al disarmo e al controllo delle armi nell’Europa sudorientale. | 7 |
| Azione 8: progetto di distruzione degli ordigni e residuati bellici esplosivi in Bosnia-Erzegovina (EXPLODE). | 9 |
| Azione 9: attività per la riduzione del rischio di traffico illegale ed eccessiva accumulazione di SALW nella regione coperta dall’Organizzazione sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). | 10 |
| Azione 10: attività connesse alla sicurezza fisica e alla gestione delle scorte per la riduzione del rischio di traffico illegale di SALW e relative munizioni nella regione del Sahel. | 11 |
| Azione 11: attività RECSA a sostegno della lotta contro l’accumulazione e il commercio illeciti di armi da fuoco e munizioni in Africa. | 11 |
| Azione 12: sostegno alle autorità libiche per proteggere le scorte di armi e munizioni convenzionali. | 11 |
| Azione 13: sostegno dell’UE al mandato dell’ECOWAS per la pace, la sicurezza e la stabilità della regione — programmi pilota di raccolta di armi. | 12 |
| Azione 14: sostegno dell’UE al programma centroamericano di controllo delle armi leggere e di piccolo calibro (CASAC). | 12 |
| Azione 15: sostenere l’attuazione di strategie per la sicurezza in America centrale nell’opera di contrasto e prevenzione dei reati connessi alle armi leggere e di piccolo calibro e della violenza armata. | 13 |
| Azioni nel quadro degli accordi/dialoghi strutturati | 13 |
| Azione 16: SALW nel quadro dei dialoghi politici con i paesi terzi e le organizzazioni regionali e clausole relative alle SALW. | 13 |
| Azioni all’interno dell’Unione europea | 14 |
| Azione 17: iniziative della Commissione europea contro il traffico illecito di armi da fuoco. | 14 |
| ALLEGATO | 16 |
Introduzione
La presente relazione sullo stato di avanzamento dei lavori relativi all’attuazione della strategia dell’UE volta a combattere l’accumulazione e il traffico illeciti di armi leggere e di piccolo calibro (SALW) e relative munizioni riguarda le azioni dell’EU a sostegno dell’attuazione del piano d’azione contenuto nella strategia svolte nel 2015. La relazione è stata redatta dalla divisione del SEAE «Non proliferazione, disarmo e controllo delle armi», di concerto con altri servizi competenti del SEAE e della Commissione europea.
Nel periodo oggetto della relazione, l’UE ha continuato a sostenere l’attuazione di un’ampia gamma di progetti volti a combattere il commercio illegale e l’accumulazione eccessiva di SALW e relative munizioni. L’UE ha inoltre continuato a promuovere numerose questioni inerenti alle SALW e alle relative munizioni in tutti i consessi multilaterali e nell’ambito dei dialoghi politici che intrattiene con i paesi terzi nel contesto dei pertinenti strumenti internazionali, quali il programma d’azione delle Nazioni Unite per prevenire, combattere e sradicare il commercio illegale di armi leggere e di piccolo calibro in tutti i suoi aspetti (programma d’azione), lo strumento internazionale che permette agli Stati di identificare e rintracciare, in maniera tempestiva e affidabile, le armi leggere e di piccolo calibro illegali (strumento internazionale per il rintracciamento) e il protocollo delle Nazioni Unite contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi da fuoco, loro parti e componenti e munizioni, addizionale alla convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale (protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco). La prevenzione del commercio illegale di armi è anche uno degli obiettivi fondamentali del trattato sul commercio delle armi (ATT), che è entrato in vigore il 24 dicembre 2014, e che integra e rafforza il programma d’azione.
La relazione segue la struttura del piano d’azione della strategia dell’UE sulle SALW. Il testo del piano d’azione è riportato in corsivo e in un riquadro.
ATTUAZIONE DEL PIANO D’AZIONE CONTENUTO NELLA STRATEGIA DELL’UE IN MATERIA DI SALW
Piano d’azione:
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1) |
un multilateralismo efficace per sviluppare meccanismi universali, regionali e nazionali contro l’offerta e la diffusione destabilizzante delle SALW e relative munizioni |
Sul piano internazionale
Promuovere l’attuazione del programma d’azione delle Nazioni Unite al fine di prevenire, combattere e sradicare il commercio illegale di armi leggere e di piccolo calibro in tutti i suoi aspetti.
Azione 1: partecipazione dell’UE alla seconda riunione di esperti governativi sul programma d’azione delle Nazioni Unite per prevenire, combattere e sradicare il commercio illegale di armi leggere e di piccolo calibro in tutti i suoi aspetti (PoA MGE2, 1-5 giugno 2015 a New York).
L’UE ha partecipato attivamente alla seconda riunione degli esperti governativi sul programma d’azione. Nella sua dichiarazione, l’UE ha messo in rilievo il ruolo dei nuovi sviluppi nella tecnologia e nella progettazione di SALW per migliorare la marcatura, il rintracciamento e la registrazione delle armi e ha manifestato la disponibilità a sostenere progetti volti a esaminare concretamente la possibilità di utilizzare le nuove tecnologie per la messa in sicurezza delle SALW. L’UE ha inoltre accolto con favore i maggiori sforzi della comunità internazionale per monitorare più efficacemente l’attuazione degli embarghi sulle armi e migliorare ulteriormente la sua capacità diagnostica nel settore della lotta al commercio illecito e alla diversione di SALW. Al riguardo, l’UE ha accolto con favore la risoluzione n. 2220 (2015) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle armi leggere e di piccolo calibro, adottata il 22 maggio 2015. L’UE ha inoltre accolto con favore il maggiore scambio di informazioni e la cooperazione investigativa tra le autorità incaricate dell’applicazione della legge in relazione alla circolazione internazionale delle armi da fuoco illegali e i maggiori sforzi per rintracciare le SALW e le munizioni illegali in regioni colpite da conflitti, menzionando le banche dati iArms e iTrace (cfr. infra).
Piano d’azione: sostenere l’adozione di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per il rintracciamento e la marcatura delle SALW e relative munizioni.
Azione 2: iARMS — sostegno alla creazione e alla gestione di una banca dati sul rintracciamento e la localizzazione delle armi da fuoco smarrite, rubate, trafficate e contrabbandate (iARMS)
Nel quadro della componente a lungo termine dello strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP), l’UE ha altresì continuato a fornire assistenza finanziaria a INTERPOL per l’elaborazione e l’entrata in funzione di una banca dati sul rintracciamento e la localizzazione delle armi da fuoco smarrite, rubate, trafficate e contrabbandate (iARMS) tramite il sistema Interpol I-24/7 al fine di agevolare lo scambio di informazioni e la cooperazione investigativa a livello regionale e transregionale tra i servizi di contrasto. Nel dicembre 2014 il progetto è entrato nella terza fase, che dovrebbe terminare nel dicembre 2016, con l’obiettivo di consolidare i traguardi raggiunti durante le prime due fasi, promuovere l’utilizzo di iARMS in tutto il mondo e sfruttare le sinergie con sistemi correlati, all’interno e all’esterno dell’UE. A tutto agosto 2015, 144 paesi membri di Interpol avevano creato conti per i funzionari incaricati dell’applicazione della legge, registrando un totale di 1 619 conti utente. Nella banca dati sono stati caricati 763 537 dati relativi ad armi da fuoco smarrite, rubate, trafficate o contrabbandate. I funzionari incaricati dell’applicazione della legge hanno effettuato 6 697 ricerche e hanno presentato 4 296 richieste di rintracciamento mediante il sistema iARMS. Le ricerche hanno prodotto 50 risposte positive, delle quali 5 erano confermate e 45 erano oggetto di indagine all’autunno 2015. Hanno ricevuto risposta 872 richieste di rintracciamento. Interpol ha utilizzato i dati del sistema iARMS per analizzare le rotte del traffico conosciute in entrata e in uscita da Panama.
L’efficienza della banca dati dipende dalla precisione dei contenuti e dall’utilizzo regolare da parte di utenti esperti. Al fine di migliorare la qualità dei contenuti e l’utilizzo sistematico, il progetto ha svolto attività di formazione per gli utenti di iARMS destinata a consentire a questi ultimi di eseguire azioni specifiche all’interno della banca dati, relative alla creazione, aggiornamento, ricerca e comunicazione dei dati e alla gestione delle richieste di rintracciamento e fornisce diversi servizi di assistenza. Sono state realizzate sette sessioni di formazione; in cinque casi si è trattato di formazioni regionali (in Camerun per l’Africa occidentale, a El Salvador per l’America latina, nello Zimbabwe per l’Africa meridionale e due a Lione per l’Europa) e in due casi di workshop nazionali (in Portogallo e in Francia).
Piano d’azione: rafforzare e appoggiare i meccanismi di sanzioni e di regimi di sorveglianza delle sanzioni.
Azione 3: iTrace — meccanismo mondiale di segnalazione sulle armi leggere e di piccolo calibro e su altre armi e munizioni convenzionali illegali volto a ridurre il rischio del loro commercio illegale (decisione 2013/698/PESC del Consiglio (1) e decisione 2015/1908/PESC del Consiglio (2))
Dal 2013 l’UE sostiene iTrace, un meccanismo mondiale di segnalazione sulle SALW e su altre armi e munizioni convenzionali illegali, attuato dalla Conflict Armament Research (CAR). Il sistema mira a rintracciare SALW e relative munizioni illegali tramite ricerche sul campo nelle regioni colpite da conflitti, in cui i servizi di contrasto locali spesso non dispongono di capacità di rintracciamento. La CAR lavora in stretto collegamento con i governi, con i gruppi di sorveglianza delle sanzioni e le operazioni di sostegno della pace dell’ONU, e fornisce loro assistenza tecnica. Le informazioni sui modelli di traffico e diversione rivelati da iTrace servono a migliorare l’efficacia delle misure di controllo delle armi, quali il controllo delle esportazioni e la gestione delle scorte. L’iniziativa ha lo scopo di identificare e arrestare la diversione. iTrace ha inoltre l’obiettivo di contribuire a sorvegliare l’attuazione dell’ATT, fornire informazioni complete a sostegno del riesame di tale attuazione e rafforzare la capacità dei governi nazionali di prevedere l’impatto delle decisioni di rilascio delle licenze di esportazione di armi.
Nel 2015 la CAR ha condotto indagini sul campo nell’ambito di iTrace in Repubblica centrafricana, Ciad, Repubblica democratica del Congo, Colombia, Costa d’Avorio, Egitto, Iraq, Giamaica, Libano, Libia, Mali, Myanmar, Nepal, Nigeria, Somalia, Somaliland, Sud Sudan, Sudan, Siria, Emirati arabi uniti e Uganda. In totale, le squadre investigative della CAR hanno documentato più di 130 000 articoli (armi, munizioni, imballaggi, veicoli e materiale connesso). La CAR procede ininterrottamente alla verifica e all’inserimento di queste informazioni nel sistema iTrace.
Inoltre, sempre nel 2015 la CAR ha presentato iTrace in occasione di un’ampia gamma di eventi internazionali in diverse regioni del mondo, tra cui:
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la conferenza del SEESAC sul rilascio delle licenze di esportazione di armi a Tirana, Albania; |
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l’UNSOM, in Somalia; |
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l’UNMAS a Bamako, Mali; |
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la JIEDDA (Agenzia di difesa comune contro gli ordigni esplosivi improvvisati) e l’agenzia di intelligence della Difesa (DIA), a Washington DC; |
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il centro Stimson per la sicurezza mondiale, a Washington DC; |
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la missione militare consultiva dell’UE nella Repubblica centrafricana (EUMAM RCA), a Bangui; |
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la delegazione UE a Beirut; |
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e in due presentazioni alla seconda riunione di esperti governativi sul programma di azione. |
La CAR ha inoltre rafforzato la condivisione di informazioni con i gruppi di sorveglianza delle sanzioni dell’ONU, fornendo assistenza diretta a sei di essi. Tali gruppi hanno indicato i risultati del progetto iTrace in quattro recenti relazioni al Consiglio di sicurezza: Al-Qaeda e individui ed entità ad essa associate (S/2014/815), il gruppo di esperti sulla Repubblica democratica del Congo (S/2015/19), il gruppo di esperti sul Sudan (S/2015/31) e il gruppo di esperti sulla Costa d’Avorio (S/2015/252).
Infine, la serie Dispacci dal campo della CAR serie ha avuto ampia diffusione nei media internazionali. Tra di essi vanno segnalati due dispacci pubblicati durante il periodo di riferimento: le armi dello Stato islamico a Kobane, che riferisce i dettagli delle armi catturate alle forze dello Stato islamico e documentate da una squadra investigativa della CAR in 48 siti all’interno e nei dintorni di Kobane, e armi e munizioni paracadutate alle forze dello SPLA-IO nel Sud Sudan, che fornisce la prova della fornitura di armi da parte del Sudan alle forze ribelli del Sud Sudan.
L’UE ha garantito il proprio sostegno alla seconda fase del progetto iTrace attraverso la nuova decisione del Consiglio (2015/1908/PESC) adottata il 22 ottobre 2015.
Piano d’azione: sostenere il rafforzamento dei controlli sulle esportazioni e la promozione dei criteri del codice di condotta per le esportazioni di armi.
Il controllo su esportazioni, importazioni, transito e trasbordo di armi è essenziale per prevenire la diversione di SALW e il loro uso per attività criminali o terroristiche: il programma d’azione delle Nazioni Unite è esplicito a tale riguardo. L’UE sostiene pertanto gli Stati, su loro richiesta, nel rafforzamento dei rispettivi sistemi di controllo dei trasferimenti di armi. Le attività dei progetti si svolgono in tutto il mondo e comprendono l’assistenza all’elaborazione della legislazione, alla formazione e allo scambio di migliori pratiche tra gli incaricati del controllo delle esportazioni. Il soggetto attuatore è l’ufficio federale tedesco per l’economia e il controllo delle esportazioni (BAFA), assistito da funzionari incaricati del controllo delle esportazioni provenienti da altri Stati membri dell’UE. La norma internazionale applicata per la sensibilizzazione al controllo delle esportazioni di armi è il trattato sul commercio delle armi. Anche i paesi beneficiari del vicinato dell’UE possono richiedere assistenza per familiarizzarsi con il sistema di controllo delle esportazioni dei materiali di armamento dell’UE di cui alla posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio (3).
Azione 4: attività dell’UE a sostegno dell’attuazione del trattato sul commercio di armi nell’ambito della strategia europea in materia di sicurezza (decisione 2013/768/PESC del Consiglio (4)).
Per contribuire all’attuazione e universalizzazione del trattato sul commercio delle armi, nel 2013 il Consiglio dell’UE ha adottato un ambizioso programma di sostegno per i paesi non appartenenti all’UE. Tale programma assiste, su richiesta, una serie di paesi non appartenenti all’UE nel rafforzamento dei loro sistemi di trasferimento di armi in linea con i requisiti del trattato sul commercio delle armi. Il progetto è attuato dall’Ufficio federale tedesco per l’economia e il controllo delle esportazioni (BAFA).
Nel 2015 sono state effettuate visite di assistenza relativa all’ATT in Giamaica (gennaio), Perù (maggio), Senegal (febbraio), Burkina Faso (luglio), Ghana (luglio), nelle Filippine (gennaio) e in Georgia (settembre). In tutti questi paesi ha avuto luogo la prima visita di valutazione delle esigenze al fine di individuare i settori prioritari per una cooperazione specifica. Le squadre di sostegno dell’UE hanno incontrato le principali parti interessate nazionali coinvolte nell’attuazione dell’ATT e, in taluni paesi, i settori prioritari selezionati sono già stati indicati e trattati in una tabella di marcia per l’assistenza che orienterà la cooperazione con l’UE nel lungo periodo.
Oltre alle visite di assistenza, sono stati organizzati quattro workshop regionali nel quadro delle attività dell’UE a sostegno dell’attuazione dell’ATT:
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per i membri dell’ECOWAS e cinque paesi vicini (Mauritania, Camerun, Ciad, Gabon e Guinea equatoriale) a Dakar il 5-6 maggio 2015; |
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per gli Stati membri del Centro regionale delle Nazioni Unite per la pace e il disarmo in Asia e nel Pacifico (UNRCPD) (ad eccezione di Tagikistan, Turkmenistan, Kazakhstan, Kirghizistan e Uzbekistan), a Manila il 10-11 maggio 2015; |
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per i paesi africani (ad eccezione di Mauritania, Camerun, Ciad, Gabon, Guinea equatoriale) a Pretoria il 23-24 settembre 2015; |
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in Togo, nel quadro delle attività ad hoc per i paesi, si è svolto un Séminaire de Sensibilisation des Parlementaires sur le Traité sur le Commerce des Armes il 15-16 ottobre 2015. |
L’inclusione delle SALW nell’ambito di applicazione dell’ATT è fondamentale e la realizzazione di verifiche più rigorose sui trasferimenti internazionali legali di SALW attraverso, ad esempio, garanzie e controlli più severi sugli utenti finali nonché misure per limitare la diversione può ridurre ulteriormente il rischio che le SALW siano dirottate verso mercati illegali. In questo modo l’ATT andrà ad integrare e a rafforzare anche altri pertinenti strumenti dell’ONU, quali il programma d’azione e il protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco.
Azione 5: promozione dell’efficacia dei controlli sulle esportazioni di armi mediante la promozione tra i paesi terzi dei principi e criteri della posizione comune 2008/944/PESC (decisioni del Consiglio 2012/711/PESC (5) e 2015/2309/PESC (6))
L’attuazione della decisione 2012/711/PESC del Consiglio relativa al sostegno alle attività dell’Unione volte a promuovere tra i paesi del vicinato dell’UE il controllo delle esportazioni di armi e i principi e i criteri della posizione comune 2008/944/PESC è stata completata nel dicembre 2014. Le attività di sensibilizzazione in materia di controllo delle esportazioni di armi sono state realizzate dall’Ufficio federale tedesco per l’economia e il controllo delle esportazioni (BAFA). Tale azione faceva seguito all’azione comune 2009/2012/PESC. Una nuova decisione del Consiglio (2015/2309/PESC) a sostegno di un efficace controllo delle esportazioni di armi è stato adottata il 10 dicembre 2015 e il Consiglio ne ha affidato al BAFA l’attuazione tecnica.
L’obiettivo della decisione è quello di promuovere l’efficacia dei controlli sulle esportazioni di armi da parte di paesi non appartenenti all’UE in linea con i principi fissati non solo nella posizione comune 2008/944/PESC, ma anche nel trattato sul commercio delle armi, e sostenere gli sforzi di tali paesi a livello interno e regionale al fine di rendere il commercio di armi convenzionali più responsabile e trasparente. I paesi beneficiari di tali azioni comprendono i paesi dell’Europa sudorientale (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro e Serbia); i paesi mediterranei nordafricani interessati dalla politica europea di vicinato (Algeria, Egitto, Libia, Marocco e Tunisia) e i paesi dell’Europa orientale e del Caucaso interessati dalla politica europea di vicinato (Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina).
Piano d’azione: promuovere la ratifica del protocollo contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi da fuoco
Azione 6: lotta al traffico illecito di armi transnazionale mediante l’attuazione della convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale (UNTOC) e del suo protocollo sulle armi da fuoco.
Questo programma è stato finanziato tramite la componente a lungo termine dello strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP), che affronta le minacce globali e transregionali ed era noto in precedenza come lo strumento per la stabilità (IfS). È stato attuato dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), dal marzo 2011 al luglio 2015, con l’obiettivo di prevenire e contrastare il commercio illecito transnazionale di armi da fuoco, promuovendo la ratifica e l’attuazione del protocollo sulle armi da fuoco. Il programma ha riguardato otto paesi dell’Africa occidentale e sette del Sud America e dei Caraibi e ha fornito sostegno legislativo su misura ai paesi aderenti al progetto per aiutarli a modificare o adottare nuove norme interne per l’attuazione delle disposizioni del protocollo sulle armi da fuoco.
Il progetto ha fornito assistenza legislativa a cinque paesi dell’Africa occidentale: Benin, Burkina Faso, Mauritania, Senegal, Togo e a cinque paesi del Sud America: Argentina, Bolivia, Ecuador, Paraguay e Uruguay, nella revisione e nella stesura di leggi nazionali, e in alcuni di essi (Benin, Togo, Mauritania e Senegal) per finalizzare il processo di redazione e presentazione del progetto di legge alle autorità competenti ai fini della successiva adozione legislativa. In Argentina l’assistenza legislativa si è incentrata sull’inclusione del reato di traffico illecito nel nuovo progetto di codice penale.
Per quanto riguarda lo sviluppo di capacità, i funzionari incaricati dell’applicazione della legge dall’Africa occidentale (Ghana, Senegal, Burkina Faso, Benin e Togo) e del Sud America (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Ecuador e Paraguay) sono stati formati in materia di azione investigativa e penale contro il traffico di armi da fuoco. I corsi hanno fornito ai professionisti del diritto penale un solido bagaglio di competenze chiave necessarie per indagare sul traffico di armi da fuoco e su altri reati connessi alle armi da fuoco.
Inoltre, il progetto ha costantemente cercato di avviare il dialogo con gli organismi della società civile e i parlamentari a livello nazionale e regionale al fine di accrescere la consapevolezza sulle questioni relative alle SALW e rafforzare la partecipazione e la supervisione della società civile nell’attuazione delle strategie sulle armi da fuoco. È proseguito il dialogo con le organizzazioni della società civile sia attraverso il loro coinvolgimento nelle attività di assistenza legislativa sia attraverso l’organizzazione di specifici moduli di formazione per le ONG. L’UNODC ha inoltre continuato a raccogliere e analizzare dati sulle armi da fuoco sequestrate, loro parti e componenti e munizioni ai fini della realizzazione di uno studio sul traffico di armi da fuoco avviata alla fine del 2013. Lo studio mira a migliorare la comprensione del problema del traffico di armi da fuoco, rivelare possibili rotte del commercio illegale di tali armi, individuare tendenze nuove o emergenti in materia di traffico di armi da fuoco, nonché stabilire l’interconnessione e la transnazionalità del fenomeno. Il conseguente «Studio sulla natura transnazionale del traffico di armi da fuoco e sulle rotte e il modus operandi utilizzati» è stato pubblicato alla fine del 2015 (7).
1) Un multilateralismo efficace per sviluppare meccanismi universali, regionali e nazionali contro l’offerta e la diffusione destabilizzante delle SALW e relative munizioni
Piano d’azione: sul piano regionale
Progetto di assistenza specifica dell’UE ai paesi terzi e alle organizzazioni regionali
a) Balcani occidentali
Azione 7: attività del SEESAC (Centro dell’Europa sudorientale per il controllo delle SALW) relative al disarmo e al controllo delle armi nell’Europa sudorientale (decisione 2013/730/PESC del Consiglio (8))
Il Centro dell’Europa sudorientale per il controllo delle armi leggere e di piccolo calibro (SEESAC) opera per rafforzare le capacità delle parti interessate nazionali e regionali ai fini del controllo e della riduzione della proliferazione e dell’uso illecito di SALW, contribuendo così ad aumentare la stabilità, la sicurezza e lo sviluppo nell’Europa sudorientale e nell’Europa orientale. Il SEESAC agisce sotto il mandato del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) e del Consiglio di cooperazione regionale (RCC).
La decisione 2013/730/PESC del Consiglio è già il terzo atto adottato a sostegno delle attività del SEESAC relative al controllo delle SALW dopo le azioni comuni del Consiglio 2002/842/PESC (9) e 2010/179/PESC (10). Il SEESAC sta realizzando le attività previste nell’attuale decisione del Consiglio in Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Kosovo (11), Repubblica di Moldova, Montenegro e Repubblica di Serbia.
Sicurezza fisica e gestione delle scorte
Nel 2015, il SEESAC ha completato con successo l’installazione (avviata nel 2014) di diciannove porte di sicurezza in quattro siti di deposito del ministero della difesa della Bosnia-Erzegovina. Dopo una missione di valutazione e una visita in loco nella Repubblica di Moldova, è stato convenuto con il ministero della difesa di procedere al rafforzamento della sicurezza in due depositi di SALW e munizioni a Chisinau e Bulboaca. Nell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia viene portato avanti nell’ambito del progetto il miglioramento delle condizioni di sicurezza nei due depositi di Orman ed Erebino. Nel marzo 2015 è stato organizzato con successo nell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia un corso di cinque giorni sulla sicurezza fisica e la gestione delle scorte: questa attività è stata importante non solo poiché ha migliorato le conoscenze in materia del personale addetto alla sicurezza delle scorte ma anche in quanto ha aumentato gli investimenti del progetto nelle opere di potenziamento delle infrastrutture di sicurezza dei depositi. Inoltre, il SEESAC ha iniziato a pianificare la formazione regionale in materia di sicurezza fisica e gestione delle scorte al fine di rafforzare le capacità del personale incaricato della gestione delle scorte di SALW/munizioni.
Distruzione di SALW in eccedenza e relative munizioni
Nella prima parte del 2015, il SEESAC ha ricevuto la conferma definitiva da parte del ministero della difesa in Albania che sarebbero state distrutte 5 400 armi attraverso il progetto. Inoltre, in due distinti eventi sono stati distrutti in Montenegro e Kosovo 2 656 esemplari di armi leggere e di piccolo calibro e 2 048 parti e componenti, con il sostegno del SEESAC, per celebrare la giornata internazionale per la distruzione di armi da fuoco del 9 luglio. L’andamento delle attività nell’ambito di questa componente ha subito tuttavia un rallentamento nella Repubblica di Moldova, in Serbia e nell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia a causa dell’instabilità politica e/o di cambiamenti nell’organico.
Miglioramento della marcatura e del rintracciamento delle SALW
Sono state potenziate le capacità di marcatura e rintracciamento in tutta la regione. In Albania, sono stati distribuiti presso 6 direzioni di polizia e 27 stazioni di polizia del paese 56 computer, 56 UPS, 28 stampanti e 9 scanner, mentre 72 utenti sono stati formati all’uso del software per la registrazione elettronica delle armi. Le visite di controllo effettuate dal SEESAC in 49 stazioni di polizia albanesi hanno mostrato che il nuovo registro elettronico delle armi è operativo e che ha notevolmente migliorato la registrazione delle armi da parte della polizia. Inoltre, è stata impartita una formazione a 166 operatori di polizia sulle procedure operative standard per il rintracciamento delle SALW in occasione di otto workshop organizzati in tutto il Kosovo.
Nell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia il sostegno ha consentito a una delegazione di esperti del ministero degli interni di assistere all’applicazione pratica del registro elettronico delle armi da fuoco presso il ministero degli interni austriaco e di indicare le sue problematiche tecniche e legislative. In Bosnia-Erzegovina è stata consegnata ed è attualmente in uso la serie completa delle attrezzature richieste.
Promozione di una cooperazione più stretta a livello regionale sulle questioni inerenti alle SALW
In Serbia, sono state completate positivamente l’acquisizione e l’installazione di attrezzature presso il laboratorio balistico del centro nazionale forense, mentre è stata organizzata con successo a Belgrado la terza riunione della SEEFEN (rete di esperti di armi da fuoco dell’Europa sudorientale) alla quale hanno partecipato esperti di alto livello sulle armi da fuoco provenienti da servizi di polizia, amministrazioni doganali e procure. La SEEFEN è stata citata anche nella relazione biennale del segretario generale delle Nazioni Unite sulle SALW quale esempio di buona pratica in materia di cooperazione tra servizi investigativi e di contrasto incentrata sullo scambio di informazioni. Il SEESAC ha inoltre rafforzato i partenariati strategici con Europol e Interpol. Infine, ha avuto luogo la prima giornata di azione congiunta tra la SEEFEN e l’UE che segna l’inizio importante di una cooperazione più stretta tra la regione dell’Europa sudorientale, Europol e gli Stati membri dell’UE.
La decisione del Consiglio ha altresì conferito al SEESAC il mandato di facilitare la creazione di una rete regionale sulle armi da fuoco. Di conseguenza, si è tenuta a Budva in Montenegro la quarta riunione regionale delle commissioni in materia di SALW. In maggio il SEESAC ha avviato il compendio della normativa sulle armi nell’Europa sudorientale che mira a sostenere l’armonizzazione della normativa sul controllo e sulle esportazioni di armi nell’Europa sudorientale. È pubblicamente disponibile online nelle lingue originali e in inglese. Il progetto ha inoltre facilitato: 1) due visite di scambio tra membri del ministero della difesa della Bosnia-Erzegovina e gli omologhi albanesi e tra operatori dei servizi di polizia albanesi e gli omologhi kosovari; 2) uno scambio a livello di esperti tra funzionari presso le commissioni nazionali in materia di SALW di Bosnia-Erzegovina, Serbia e Montenegro e rappresentanti di vari ministeri competenti della Moldova. Le riunioni, tenutesi nella Repubblica di Moldova, sono state l’occasione per i funzionari della Moldova di acquisire nuove conoscenze e competenze su aspetti specifici del controllo delle armi, nonché sull’istituzione della propria commissione in materia di SALW. Inoltre, è stata avviato lo sviluppo dell’analisi di genere dei documenti della politica nazionale nel settore del controllo delle SALW nell’Europa sudorientale.
Promozione della raccolta e della registrazione delle SALW detenute illegalmente da civili nell’Europa sudorientale
Nel corso del 2015 il SEESAC ha continuato a sostenere la realizzazione di campagne di raccolta di SALW e di sensibilizzazione nei Balcani occidentali. Nel 2015 il SEESAC ha continuato a fornire sostegno tecnico e specialistico al Montenegro e alla Serbia nella realizzazione delle campagne pubbliche di legalizzazione e raccolta/sensibilizzazione in materia di armi. Dall’inizio della campagna sono stati restituiti dai civili in Montenegro circa 1 004 esemplari di armi da fuoco, 153 mine e ordigni esplosivi, 577 esemplari di armi e 14 963 proiettili di vario calibro. Alla fine della campagna un totale di 7 545 SALW e ordigni esplosivi è stato sottratto ai flussi illegali in Serbia. Inoltre in Serbia sono stati formati 200 operatori di polizia sull’attuazione della nuova legge relativa alle armi e munizioni, mentre 13 giornalisti appartenenti ai principali organi di stampa dell’Europa sudorientale sono stati formati all’individuazione di SALW e munizioni.
Il SEESAC applica un approccio attento a una prospettiva di genere alle sue attività di controllo delle SALW. Nei Balcani le armi da fuoco detenute (legalmente o illegalmente) da privati contribuiscono in maniera significativa alla violenza domestica, come strumenti di violenza letale contro le donne in particolare, ma anche come fattore scatenante di violenza domestica non armata. Il SEESAC promuove attivamente pari opportunità per le donne nei servizi di contrasto e la creazione di unità di polizia di sole donne per affrontare specificamente i casi di violenza domestica. Nell’ambito delle attività di sensibilizzazione in merito ai pericoli legati alle armi da fuoco in casa e di promozione del possesso responsabile di armi («sicurezza fisica e gestione delle scorte a domicilio»), il SEESAC ha constatato che una campagna basata sul genere destinata alle donne è molto più efficace per conseguire i risultati auspicati. In vista di promuovere la prospettiva di genere e convincere le parti interessate nelle attività relative al controllo delle armi il SEESAC sottolinea l’importanza di ricerche e di dati su come la violenza armata abbia un impatto di genere e richieda una risposta basata sul genere al fine di ottenere risultati positivi.
Azione 8: Progetto di distruzione degli ordigni e residuati bellici esplosivi in Bosnia-Erzegovina (EXPLODE)
È proseguita anche nel 2015 l’attuazione del progetto di follow-up nell’ambito della componente «risposta alle crisi» dello strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP), incentrato sulla sicurezza, la protezione e le prospettive di sviluppo delle persone e comunità locali colpite da esplosioni accidentali nei siti di deposito delle munizioni in Bosnia-Erzegovina. Si è stimato che la Bosnia-Erzegovina detenga oltre 24 000 tonnellate di scorte di munizioni militari, di cui oltre 17 000 tonnellate sono chimicamente instabili e presentano un elevato rischio di esplosioni incontrollate che potrebbero portare a perdite umane e avere anche conseguenze negative per la regione. Il ministero della difesa della Bosnia-Erzegovina non possiede capacità, mezzi e risorse finanziarie sufficienti a garantire l’adozione di norme adeguate presso gli impianti di stoccaggio e pertanto conta sul sostegno dell’UE e internazionale per contribuire ad accelerare lo sminamento e la distruzione di ordigni inesplosi e residuati bellici esplosivi nonché a garantire meglio la sicurezza delle scorte.
Gli interventi realizzati nel quadro di questo progetto hanno consentito di compiere notevoli progressi nella riduzione delle scorte di munizioni. Sono state smaltite quantità significative di sistemi a razzo utilizzando le capacità e i servizi dell’industria della difesa (Pretis) nel periodo compreso fra ottobre e dicembre 2015. Nell’ambito degli sforzi congiunti del progetto EXPLODE/Pretis, sono state smaltite 4 641 unità di sistemi a razzo secondo modalità sicure, anche sotto il profilo ambientale. Per la fine dell’attuazione del progetto EXPLODE, saranno stati compiuti passi significativi verso lo smaltimento di munizioni pericolose in eccedenza. Entro la fine di agosto 2016 si prevede lo smaltimento di fosforo bianco, complessi sistemi a razzo e mine anticarro. Sotto l’egida del progetto e delle sue attività dedicate allo sviluppo di capacità, i lavori hanno coinvolto nel 2015 oltre 100 partecipanti, consentendo di apportare competenze tecniche mirate ai partner del progetto nel settore della gestione delle scorte e di allineare le loro pratiche con gli orientamenti tecnici internazionali sulle munizioni. Nell’ambito della componente «potenziamento dell’infrastruttura» si è intervenuti a livello della sicurezza in 68 impianti. Gli impianti sono stati potenziati e resi conformi agli standard di sicurezza internazionali. Inoltre, l’impianto di smaltimento TROM di munizioni militari a Doboj è stato migliorato in termini di sicurezza sul lavoro, rischi di esplosioni accidentali e sotto il profilo della sicurezza generale. EXPLODE è stato attuato in stretto coordinamento con le attività del SEESAC.
b) Regione dell’OSCE
Azione 9: Attività per la riduzione del rischio di traffico illegale ed eccessiva accumulazione di SALW nella regione coperta dall’Organizzazione sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) (decisione 2012/662/PESC del Consiglio (12))
Nel periodo oggetto della relazione sono proseguite anche le attività per la riduzione del rischio di traffico illegale ed eccessiva accumulazione di SALW nella regione coperta dall’Organizzazione sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).
Gestione delle scorte
Riguardo al previsto miglioramento della sicurezza dei depositi di scorte di armi e munizioni convenzionali nel Kirghizistan, l’OSCE, dopo l’adozione da parte delle istituzioni nazionali competenti del quadro normativo per l’attuazione delle attività nel paese, ha concluso la procedura di gara per la selezione di imprese in vista della costruzione e del miglioramento della sicurezza di un deposito di scorte a Koi-Tash (opere avviate nell’agosto 2015) e della ricostruzione di tre depositi esistenti (avviata nel settembre 2015).
Distruzione di SALW in eccedenza
Sono state intraprese in Kirghizistan e Bielorussia attività di distruzione di SALW in eccedenza per impedirne la diversione verso il commercio illegale. In Kirghizistan, dopo un anno di esami e consultazioni, nell’agosto 2015 il governo ha approvato il decreto che dispone lo smaltimento delle armi in eccedenza. Questo processo è stato sostenuto dall’OSCE che ha tenuto cinque tavole rotonde con tutte le agenzie competenti in possesso di SALW nel paese e ha messo a disposizione esperti per la stesura del decreto. L’attuazione del decreto era subordinata all’elaborazione e all’adozione di direttive da parte del governo (settembre-ottobre 2015), cui ha fatto seguito la distruzione effettiva delle armi in eccedenza in Kirghizistan (novembre 2015).
Per quanto riguarda la Bielorussia, in cui le consultazioni con il ministero della difesa hanno portato all’individuazione di circa 12 000 SALW in eccedenza, l’OSCE fornirà tramite l’UNDP in Bielorussia attrezzature per lo smaltimento delle SALW in eccedenza. Dopo varie riunioni, l’OSCE e il ministero della difesa hanno raggiunto un accordo sulle attrezzature necessarie ed è stato deciso che l’OSCE avrebbe fornito al ministero della difesa bielorusso 3 macchine per il taglio al plasma ad aria, 3 tavole di saldatura, 6 carrelli elevatori a forca, 3 presse da pavimento, 3 smerigliatrici angolari, 6 seghe circolari ed equipaggiamento di sicurezza (occhiali di sicurezza, dispositivi di protezione dell’udito/cuffie antirumore, caschi per la saldatura ecc.). L’acquisizione delle attrezzature sarà effettuata dall’UNDP in Bielorussia. Sono proseguite le attività previste dal progetto per migliorare la sicurezza fisica dei depositi di SALW all’interno di due siti di deposito di ampie dimensioni situati a Homiel e Kolasava. I lavori di installazione di sistemi di allarme antincendio e di sicurezza sono stati pressoché completati nel sito di Homiel e uno dei depositi di SALW a Kolasava è stato riparato. È stata organizzata una gara d’appalto internazionale per importanti lavori di riparazione in uno dei depositi di SALW situati a Kolasava.
Marcatura, registrazione e rintracciamento
Per quanto riguarda l’introduzione del software per gli inventari delle SALW al fine di migliorare la gestione delle scorte, la registrazione e la tracciabilità delle armi, è stata messa a punto una nuova versione del software, sulla base dell’esame dell’applicazione effettuato e dei riscontri forniti da esperti in Bosnia-Erzegovina, Bielorussia, Repubblica di Moldova e Tagikistan. L’applicazione è stata inoltre tradotta in lingua rumena e tagika. L’OSCE ha organizzato anche corsi di formazione per i membri delle forze armate della Bosnia-Erzegovina sull’uso dell’applicazione aggiornata per la registrazione. L’applicazione è stata presentata anche ai ministeri della difesa della Georgia e dell’Ucraina. Sono stati inoltre forniti al ministero della difesa della Repubblica di Moldova 30 computer e 30 stampanti, mentre nei giorni 13-17 luglio e 19-23 ottobre membri delle forze armate moldove sono stati formati all’uso dell’applicazione per la registrazione. Il 25 settembre 2015, al termine di un periodo di prova iniziale, il dipartimento per le tecnologie dell’informazione del ministero della difesa della Georgia ha presentato un elenco di quesiti concernenti le funzionalità del software e ha chiesto una formazione sull’uso dell’applicazione, impartita nell’ottobre 2015. Nel novembre 2015 sono state impartite ai funzionari del ministero della difesa del Tagikistan ulteriori formazioni e una «formazione dei formatori» ha avuto luogo in Kirghizistan.
c) Africa
Azione 10: attività connesse alla sicurezza fisica e alla gestione delle scorte per la riduzione del rischio di traffico illegale di SALW e relative munizioni nella regione del Sahel (decisione 2014/912/PESC del Consiglio (13))
Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato la decisione 2014/912/PESC, definendo un progetto di 36 mesi che deve essere cofinanziato dall’Ufficio per gli affari del disarmo dell’ONU (UNODA) e attuato dal Centro regionale delle Nazioni Unite per la pace e il disarmo in Africa (UNREC). Il progetto mira a contribuire alla sicurezza e alla stabilità nella regione del Sahel fornendo assistenza a Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania, Niger e Nigeria per prevenire la diversione e il traffico illegale di SALW e relative munizioni di proprietà statale, migliorandone la sicurezza fisica e la gestione delle scorte. In particolare, essa mira a sostenere i paesi destinatari nell’operare un aggiornamento della legislazione, delle procedure amministrative e delle procedure operative standard pratiche, a fondamento di una maggiore sicurezza fisica e una migliore gestione delle scorte, in linea con gli standard internazionali in materia di migliori prassi, e presterà inoltre sostegno diretto alla realizzazione delle attività relative alla gestione e alla sicurezza delle scorte, anche tramite il ripristino dei depositi, la distruzione delle SALW eccedenti, obsolete o illegali e la sperimentazione di nuove tecnologie. L’attuazione di tali attività è iniziata nel 2016.
Azione 11: attività RECSA a sostegno della lotta contro l’accumulazione e il commercio illeciti di armi da fuoco e munizioni in Africa.
Con i finanziamenti della componente a lungo termine dello strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP), l’UE ha proseguito l’attuazione del progetto a sostegno della lotta contro l’accumulazione e il commercio illeciti di armi da fuoco e relative munizioni in Africa, tramite il Centro regionale sulle armi leggere e di piccolo calibro nella regione dei Grandi laghi e nel Corno d’Africa (RECSA), con sede a Nairobi. Il progetto ha contribuito all’attuazione della componente «pace e sicurezza» della strategia comune Africa-UE. Dopo la prima fase del progetto che si è conclusa nel giugno 2013 e che ha sostenuto, tra l’altro, le strutture istituzionali e le capacità legislative in diversi paesi dell’Africa orientale, è stata avviata nel luglio 2013 la seconda fase del progetto con l’obiettivo di migliorare le capacità dei paesi africani di attuare e coordinare efficacemente i loro sforzi contro la proliferazione e il traffico illeciti di SALW. Il progetto è proseguito con una combinazione di attività di creazione di capacità istituzionali accompagnate da una serie di attività di gestione efficace delle SALW (marcatura delle armi, registrazione, gestione e distruzione delle scorte) e di elaborazione di informazioni. Il progetto ha inoltre previsto un’ampia gamma di attività di sensibilizzazione come seminari e workshop volti a fornire informazioni su tutti gli aspetti del protocollo di Nairobi e su altre norme internazionali pertinenti e strumenti regionali e subregionali. Nell’ambito di visite mirate alla sensibilizzazione il RECSA ha inoltre fornito consulenza ai paesi destinatari in merito al quadro politico e giuridico della lotta contro la proliferazione delle SALW nonché alla creazione e al modus operandi di istituzioni nazionali sulle SALW, come le commissioni nazionali in materia di SALW e i punti focali nazionali. Il RECSA ha inoltre sostenuto la Repubblica del Congo e il Malawi nell’elaborazione di piani d’azione nazionali in materia di SALW. Il RECSA ha altresì fornito macchine per la marcatura a Ghana, Mali, Somalia e Sudan nonché formazione sulle tecniche di marcatura delle armi e sui software pertinenti a Costa d’Avorio, Ghana, Ruanda, Seychelles e Togo.
Azione 12: sostegno alle autorità libiche per proteggere le scorte di armi e munizioni convenzionali (decisione 2013/320/PESC del Consiglio (14))
Il 24 giugno 2013 il Consiglio ha deciso di fornire fino a 5 milioni di EUR di assistenza dell’UE per aiutare le autorità libiche a proteggere il loro ingente volume di scorte di armi e munizioni convenzionali. L’UE intendeva offrire questa assistenza per aiutare le autorità responsabili in Libia a frenare l’ulteriore diffusione incontrollata di armi e munizioni convenzionali che continua ad alimentare l’insicurezza in Libia, nei paesi vicini e nella regione in generale. Il progetto, così come era concepito, prendeva atto della complessa situazione politica e delle conseguenti sfide per la Libia, come pure della necessità di garantire la titolarità nazionale e la partecipazione dei partner locali alle decisioni. La durata prevista del progetto era di cinque anni. Purtroppo, vista la situazione della sicurezza in Libia che si è considerevolmente deteriorata dal luglio 2014, la decisione 2013/320/PESC del Consiglio è stata abrogata dalla decisione (PESC) 2015/1521 del Consiglio (15) nel settembre 2015.
Azione 13: sostegno dell’UE al mandato dell’ECOWAS per la pace, la sicurezza e la stabilità della regione — programmi pilota di raccolta di armi
In considerazione del fatto che l’Africa occidentale è una regione prioritaria a causa della diffusione di SALW legata al conflitto in Libia e della situazione della sicurezza in Nigeria e stante il bisogno urgente di azioni globali di disarmo, smobilitazione e reinserimento nelle regioni del fiume Mano e del Sahel/Sahara a sostegno della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) ai fini dell’attuazione della convenzione ECOWAS sulle armi leggere e di piccolo calibro, le loro munizioni e altri materiali affini, nel terzo trimestre del 2014 è stato avviato un nuovo progetto finanziato dal Fondo europeo di sviluppo (FES). Il progetto mira a raccogliere SALW e a promuovere progetti di sviluppo conferendo maggiore responsabilità alla popolazione nelle comunità pilota situate in regioni selezionate di sei Stati membri dell’ECOWAS. Questa azione triennale, che durerà fino al 2017 e riceverà finanziamenti dell’UE pari a 5,56 milioni di EUR, rientra nell’ambito del programma «Sostegno dell’UE al mandato dell’ECOWAS per la pace, la sicurezza e la stabilità della regione» ed è attuata dall’UNDP. Il progetto attuerà «programmi pilota di raccolta di armi» («disarmo e sviluppo delle comunità» oppure «armi per lo sviluppo») in due gruppi di 6 paesi, ovvero il Niger settentrionale e il Mali, da una parte, e l’Unione del fiume Mano (Costa d’Avorio occidentale, Guinea forestale, Liberia orientale, Sierra Leone nord-orientale), dall’altra, che integreranno altre iniziative già in corso di attuazione nell’ambito della strategia europea per la sicurezza e lo sviluppo nel Sahel. Le attività del progetto comprendono la sensibilizzazione della comunità ai danni collegati alla diffusione illegale di armi di piccolo calibro e alla violenza armata, il rafforzamento delle capacità delle istituzioni di sicurezza e delle comunità al fine di migliorare la sicurezza e soprattutto la promozione della consegna/raccolta volontaria di armi in cambio di progetti di sviluppo nella comunità.
d) America centrale
Azione 14: sostegno dell’UE al programma centroamericano di controllo delle armi leggere e di piccolo calibro (CASAC)
L’UE ha proseguito l’attuazione del progetto che sostiene il programma centroamericano di controllo delle armi leggere e di piccolo calibro (CASAC). Nell’ambito della componente a lungo termine dello strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace, il progetto, precedentemente attuato dal PNUS, è entrato nella seconda fase di sostegno nel settembre 2012, con la commissione di sicurezza del Sistema di integrazione centroamericano (SICA) quale partner esecutivo l’Instituto de Enseñanza para el Desarrollo Sostenible. La concezione del progetto si basa su conclusioni ampiamente accettate riguardanti i principali fattori che generano violenza nell’America centrale, ad esempio il traffico di droga, la violenza e le bande criminali giovanili, e l’ampia disponibilità di armi illegali. Nonostante la finalità specifica dei due programmi del CASAC sia far fronte al traffico illegale di SALW, il progetto tiene conto anche delle attività di criminalità organizzata associate, come il traffico di stupefacenti, esseri umani e veicoli, quali temi da includere nella maggior parte delle sue attività di formazione e ricerca. In generale, l’incidenza del CASAC II è per lo più evidente negli aspetti del controllo delle SALW relativi all’applicazione della legge, sulla base del presupposto che il sequestro delle armi che circolano nella regione porterebbe non solo alla riduzione di sofferenze, dolori e traumi inflitti alle vittime, ma anche a un possibile rilancio della crescita economica. Il contributo del progetto dell’UE all’iniziativa del CASAC mira a stabilire il fondamento di una struttura regionale e di una strategia a lungo termine per combattere il traffico illecito di armi in America centrale, a livello sia nazionale che regionale. Il progetto è attuato in America centrale e nei paesi vicini, con particolare attenzione a 8 Stati membri del SICA (Belize, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama e Repubblica dominicana).
Con un anno di anticipo rispetto al completamento del progetto, il CASAC II ha superato i risultati attesi in termini di: i) maggiore cooperazione operativa regionale contro l’accumulazione, il possesso e il contrabbando di SALW; ii) potenziamento delle unità nazionali sul controllo di armi da fuoco e le indagini penali per quanto concerne i sistemi di registrazione e il controllo delle SALW, al fine di intensificare lo scambio di informazioni a livello della regione e il monitoraggio del traffico di SALW mediante l’offerta di formazione, tecnologia e attrezzature; iii) miglioramento del coordinamento, della normalizzazione e dell’attuazione di strumenti internazionali, regionali e nazionali relativi alle SALW. Tali obiettivi sono stati conseguiti mediante l’organizzazione di varie attività indirizzate a tutti i paesi del SICA:
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corsi nazionali in materia di smantellamento delle strutture, organizzazioni e reti di traffico illegale delle SALW nell’ambito della Strategia per la sicurezza dell’America centrale (ESCA); in materia di identificazione delle armi da fuoco e loro parti nei bagagli e nei contenitori per il trasporto di merci e in materia di tracciamento mediante iARMS, prelievo del DNA e rilevamento delle impronte digitali. |
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Indagini nazionali sul traffico di armi e sulle operazioni regionali sul traffico di SALW (ORCA — Operativos Regionales para Control de Armas). La terza operazione ORCA ha portato all’arresto di 6 014 persone e alla confisca di 13 003 armi, 101 383 munizioni e 155 esplosivi. |
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Progetto di leggi tipo sulle armi da fuoco e sostegno alle operazioni di 8 CNM di Interpol (uffici nazionali). |
Azione 15: sostenere l’attuazione di strategie per la sicurezza in America centrale nell’opera di contrasto e prevenzione dei reati connessi alle armi leggere e di piccolo calibro e della violenza armata
Dal gennaio 2012 al giugno 2015 l’Unione europea ha inoltre finanziato un progetto regionale denominato «Sostenere l’attuazione di strategie per la sicurezza in America centrale nell’opera di contrasto e prevenzione dei reati connessi alle armi leggere e di piccolo calibro e della violenza armata». Il progetto era rivolto a 6 paesi dell’America centrale (Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama) e aveva l’obiettivo di contribuire all’attuazione della Strategia per la sicurezza dell’America centrale (ESCA) con riferimento alla sua componente di lotta contro la criminalità e prevenzione della violenza armata connessa all’utilizzo di SALW. Più specificamente il progetto era volto a: i) favorire la definizione di un piano d’azione per l’attuazione della CASS a livello nazionale; ii) rafforzare le commissioni nazionali per il controllo delle SALW e la prevenzione della violenza armata (la CNM — Comisión Nacional Multidisciplinar); iii) promuovere il dibattito e lo scambio di esperienze su questioni frontaliere relative alla lotta al traffico illegale di armi; iv) istituire un meccanismo di monitoraggio affinché la società civile vigili sugli impegni assunti dagli Stati. L’Instituto de Enseñanza para el Desarrollo Sostenible (IEPADES) è stato designato quale partner esecutivo del progetto i cui principali beneficiari sono: i governi dei paesi dell’America centrale, il SICA, la società civile degli Stati dell’America centrale organizzata nella Rete centroamericana per la costruzione della pace e la sicurezza umana (REDCEPAZ). Il progetto è stato finanziato tramite lo strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace.
Piano d’azione:
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1) |
un multilateralismo efficace per sviluppare meccanismi universali, regionali e nazionali contro l’offerta e la diffusione destabilizzante delle SALW e relative munizioni Nel quadro degli accordi/dialoghi strutturati |
Azione 16: SALW nel quadro dei dialoghi politici con i paesi terzi e le organizzazioni regionali e clausole relative alle SALW
Le questioni relative alle SALW sono state inserite nel programma dei vari dialoghi politici che l’UE intrattiene periodicamente con paesi terzi e nella cooperazione con organizzazioni regionali. Durante il periodo oggetto della relazione, l’inviato speciale del SEAE sulla non proliferazione e il disarmo, Jacek Bylica, ha tenuto riunioni di dialogo politico sulla non proliferazione e il disarmo con il Brasile, l’Egitto e la Lega degli Stati arabi, il Giappone, gli Stati Uniti, Israele e la Repubblica di Corea. Ha inoltre tenuto una serie di altre consultazioni bilaterali con vari attori, anche a margine di eventi quali la conferenza di revisione del TNP del 2015 a New York.
In linea con le conclusioni del Consiglio sull’inclusione di un elemento concernente le SALW negli accordi tra l’UE e i paesi terzi, adottate nel dicembre 2008, si sono svolti ulteriori negoziati sull’inclusione degli elementi concernenti le SALW negli accordi pertinenti con Cuba, il Giappone, la Malaysia e a dicembre sono cominciati i negoziati con l’Armenia. Tra le altre cose, tali negoziati contribuiscono efficacemente ad accrescere la consapevolezza sulla politica dell’UE in materia di SALW, forniscono un forum per migliorare la comprensione reciproca delle pertinenti posizioni e contribuiscono all’avvio di futuri dialoghi a livello politico e di esperti. Tali colloqui individuano inoltre possibili settori di cooperazione futura e incoraggiano i paesi partner a compiere progressi concreti riguardo all’effettiva attuazione dei pertinenti strumenti internazionali sul controllo delle SALW.
Piano d’azione:
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1) |
un multilateralismo efficace per sviluppare meccanismi universali, regionali e nazionali contro l’offerta e la diffusione destabilizzante delle SALW e relative munizioni |
Nell’Unione
Azione 17: iniziative della Commissione europea contro il traffico illecito di armi da fuoco
Nel 2015 la Commissione ha proseguito l’attuazione delle azioni contenute nella comunicazione intitolata «Le armi da fuoco e la sicurezza interna dell’UE: proteggere i cittadini e smantellare il traffico illecito» (16), che ha adottato il 21 ottobre 2013.
È inoltre in corso l’attuazione del piano d’azione dell’UE sulle armi da fuoco per il periodo 2014-2017, adottato dal Consiglio nel dicembre 2013. Europol ha istituito un punto focale per il traffico di armi da fuoco e sta elaborando un’analisi approfondita della questione mentre l’Accademia europea di polizia ha realizzato specifici corsi di formazione sulle armi da fuoco.
Nel novembre 2015 gli attentati terroristici di Parigi hanno conferito un enorme senso di urgenza ai lavori per attuare l’Agenda europea sulla sicurezza, che è stata adottata il 28 aprile 2015 (17). La Commissione ha accelerato la realizzazione di interventi relativi alla lotta contro il terrorismo e la radicalizzazione, in particolare per far fronte al problema del traffico e dell’utilizzo di armi da fuoco ed esplosivi. Nella settimana successiva agli attacchi di Parigi la Commissione ha adottato due importanti proposte di atti legislativi: la revisione della direttiva 91/477/CEE [COM(2015) 750 final] (18) sulle armi da fuoco, e il regolamento di esecuzione (UE) 2015/2403 della Commissione (19) sulla disattivazione delle armi da fuoco.
Il 2 dicembre 2015 la Commissione ha adottato un piano d’azione per potenziare la lotta contro il traffico e l’uso illecito di armi ed esplosivi [COM(2015) 624 final] (20). Tale serie di misure si basa su quattro priorità e definisce le azioni necessarie che devono essere integrate nelle attività finora elaborate per colmare le lacune in tutte le fasi dell’azione di contrasto: valutazione delle nuove minacce, azioni operative più mirate, pieno utilizzo di strumenti per lo scambio di informazioni e cooperazione internazionale.
Al fine di migliorare la sicurezza degli esplosivi, è una priorità assoluta garantire la piena attuazione del regolamento (UE) n. 98/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (21) sui precursori di esplosivi, che blocca l’accesso alle sostanze chimiche pericolose e consente tempestive indagini della polizia su transazioni sospette e altri incidenti. A tal fine è importante consolidare la forte cooperazione con gli Stati membri e il dialogo con gli operatori della catena di approvvigionamento dei precursori. Inoltre, la Commissione prevede di anticipare la revisione del regolamento, inizialmente prevista per il 2017, e di considerare ulteriori misure al fine di inasprire le restrizioni e i controlli sui precursori di esplosivi.
Si considera anche l’impatto delle nuove tecnologie sulla potenziale disponibilità di armi da fuoco ed esplosivi. La Commissione promuoverà una valutazione globale dell’impatto delle nuove innovazioni tecnologiche in collaborazione con l’industria delle armi da fuoco e i servizi di contrasto nazionali pertinenti. È questo il caso delle stampanti 3D, delle vendite online e del rischio di diversione del commercio legale.
Il piano d’azione comprende anche un capitolo specifico sull’azione esterna e sul processo di allargamento per affrontare la cooperazione con i paesi terzi e la minaccia di diversione dagli stessi. La Commissione sta valutando la possibilità di rafforzare le attività operative con i partner dei Balcani occidentali in linea con il piano d’azione sulle armi da fuoco adottato nel 2014. L’attuale instabilità nella regione MENA, in particolare i persistenti conflitti in Libia e in Siria, si è tradotta negli ultimi anni in un drastico aumento del traffico illecito di armi da fuoco verso la regione. La Commissione ha già avviato un dialogo volto a esaminare una possibile cooperazione futura con tali paesi dato che un’improvvisa ed enorme domanda di armi da fuoco nell’immediato vicinato dell’UE costituisce per quest’ultima una notevole minaccia a lungo termine per la sicurezza, che deve essere affrontata con urgenza. Particolare attenzione è inoltre rivolta al futuro dialogo con la regione del Sahel e la Lega araba e le organizzazioni internazionali.
(1) GU L 320 del 30.11.2013, pag. 34.
(2) GU L 278 del 23.10.2015, pag. 15.
(3) GU L 335 del 13.12.2008, pag. 99.
(4) GU L 341 del 18.12.2013, pag. 56.
(5) GU L 321 del 20.11.2012, pag. 62.
(6) GU L 326 dell’11.12.2015, pag. 56.
(7) Studio dell’UNODC sulle armi da fuoco del 2015.
(8) GU L 332 dell’11.12.2013, pag. 19.
(9) GU L 289 del 26.10.2002, pag. 1.
(10) GU L 80 del 26.3.2010, pag. 48.
(11) I riferimenti al Kosovo vanno intesi nel quadro della risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
(12) GU L 297 del 26.10.2012, pag. 29.
(13) GU L 360 del 17.12.2014, pag. 30.
(14) GU L 173 del 26.6.2013, pag. 54.
(15) GU L 239 del 15.9.2015, pag. 142.
(16) COM(2013) 0716 final.
(17) COM(2015) 185 final.
(18) COM(2015) 0750 final.
(19) GU L 333 del 19.12.2015, pag. 62.
(20) COM(2015) 624 final.
(21) GU L 39 del 9.2.2013, pag. 1.
ALLEGATO
Panoramica delle azioni di controllo delle SALW da parte delle istituzioni dell’UE nel 2015
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(in EUR) |
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Azione |
Paesi beneficiari |
Riferimento del progetto |
Entità dell’UE |
Agenzia esecutiva |
Importo impegnato (1) |
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Africa |
Asia |
America |
Europa |
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Azione 1: partecipazione dell’UE alla seconda riunione di esperti governativi sul programma d’azione delle Nazioni Unite |
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SEAE |
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Azione 2: iARMS — sostegno alla creazione e alla gestione di una banca dati sul rintracciamento e la localizzazione delle armi da fuoco smarrite, rubate, trafficate e contrabbandate (iARMS) |
Camerun, Zimbabwe |
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El Salvador |
Francia, Portogallo |
IfS/2014/350723 |
IcSP |
Interpol |
1 500 000 |
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Azione 3: iTrace — meccanismo mondiale di segnalazione sulle armi leggere e di piccolo calibro e su altre armi e munizioni convenzionali illegali volto a ridurre il rischio del loro commercio illegale |
Repubblica centrafricana, Ciad, Repubblica democratica del Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Libia, Mali, Niger, Somalia, Somaliland, Sud Sudan, Sudan, Uganda |
Iraq, Libano, Myanmar, Nepal, Siria, Emirati arabi uniti |
Colombia, Giamaica |
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Decisione 2013/698/PESC del Consiglio |
Consiglio |
Conflict Armament Research |
2 530 684 |
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Azione 4: attività dell’UE a sostegno dell’attuazione del trattato sul commercio di armi nell’ambito della strategia europea in materia di sicurezza |
Burkina Faso, Benin, membri dell’ECOWAS (*1), Ghana, Senegal, Togo |
Georgia, Filippine, membri dell’UNRCPD (*2) |
Costa Rica, Giamaica, Perù |
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Decisione 2013/768/PESC del Consiglio |
Consiglio |
BAFA |
5 200 000 |
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Azione 5: promozione dell’efficacia dei controlli sulle esportazioni di armi mediante la promozione della posizione comune 2008/944/PESC |
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Decisione 2015/2309/PESC del Consiglio |
Consiglio |
BAFA |
999 000 |
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Azione 6: lotta al traffico illecito di armi transnazionale mediante l’attuazione della convenzione dell’ONU contro la criminalità organizzata transnazionale (UNTOC) e del suo protocollo sulle armi da fuoco. |
Benin, Burkina Faso, Ghana, Mauritania, Togo, Senegal |
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Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Ecuador, Paraguay, Uruguay |
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IFS/2010/259204 |
IcSP |
UNODC |
2 300 000 |
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Azione 7: attività del SEESAC (Centro dell’Europa sudorientale per il controllo delle SALW) relative al disarmo e al controllo delle armi nell’Europa sudorientale. |
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Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Kosovo (2), Montenegro, Repubblica di Moldova, Repubblica di Serbia |
Decisione 2013/730/PESC del Consiglio |
Consiglio |
SEESAC attraverso l’UNDP |
5 127 650 |
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Azione 8: progetto di distruzione degli ordigni e residuati bellici esplosivi in Bosnia-Erzegovina (EXPLODE). |
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Bosnia-Erzegovina |
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IcSP |
UNDP |
4 604 830 |
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Azione 9: attività per la riduzione del rischio di traffico illegale ed eccessiva accumulazione di SALW nella regione coperta dall’Organizzazione sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). |
Kirghizistan, Tagikistan |
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Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Repubblica di Moldova, Georgia, Ucraina |
Decisione 2012/662/PESC del Consiglio |
Consiglio |
Segretariato dell’OSCE + ufficio dell’UNDP in Bielorussia |
1 680 000 |
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Azione 10: attività connesse alla sicurezza fisica e alla gestione delle scorte per la riduzione del rischio di traffico illegale di SALW e relative munizioni nella regione del Sahel. |
Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania, Niger e Nigeria |
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Decisione 2014/912/PESC del Consiglio |
Consiglio |
UNODA attraverso l’UNREC |
3 561 257 |
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Azione 11: attività RECSA a sostegno della lotta contro l’accumulazione e il commercio illeciti di armi da fuoco e munizioni in Africa. |
Ghana, Costa d’Avorio, Malawi, Mali, Repubblica del Congo, Ruanda, Seychelles, Somalia, Sudan, Togo |
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IfS/2012/307026 |
IcSP |
RECSA |
2 700 000 |
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Azione 12: sostegno alle autorità libiche per proteggere le scorte di armi e munizioni convenzionali (annullata a causa della situazione relativa alla sicurezza) |
Libia |
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Decisione 2013/320/PESC del Consiglio |
Consiglio |
GIZ |
5 000 000 |
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Azione 13: sostegno dell’UE al mandato dell’ECOWAS per la pace, la sicurezza e la stabilità della regione — programmi pilota di raccolta di armi. |
Mali, Unione del fiume Mano (*3), Niger |
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EDF/2014/345376 |
FES |
UNDP |
5 560 000 |
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Azione 14: sostegno dell’UE al programma centroamericano di controllo delle armi leggere e di piccolo calibro (CASAC). |
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Belize, Costa Rica, Repubblica dominicana, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama |
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IFS/2012/288331 |
IcSP |
CASAC |
2 300 000 |
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Azione 15: sostenere l’attuazione di strategie per la sicurezza in America centrale nell’opera di contrasto e prevenzione dei reati connessi alle armi leggere e di piccolo calibro e della violenza armata. |
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Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama |
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IFS-RRM/2011/278911 |
IcSP |
IEPADES |
650 000 |
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Azione 16: SALW nel quadro dei dialoghi politici con i paesi terzi e le organizzazioni regionali e clausole relative alle SALW. |
Armenia, Giappone, Malaysia |
Cuba |
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SEAE |
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Azione 17: iniziative della Commissione europea contro il traffico illecito di armi da fuoco. |
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Balcani occidentali |
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DG HOME |
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(*1) Mauritania, Camerun, Ciad, Gabon, Guinea equatoriale;
(*2) Centro regionale delle Nazioni Unite per la pace e il disarmo in Asia e nel Pacifico ad eccezione di Tagikistan, Turkmenistan, Kazakhstan, Kirghizistan e Uzbekistan;
(*3) Costa d’Avorio occidentale, Guinea forestale, Liberia orientale, Sierra Leone nord-orientale.
(1) Impegnato per l’intera durata del progetto, non solo per il 2015.
(2) I riferimenti al Kosovo vanno intesi nel quadro della risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza.