ISSN 1977-0944

Gazzetta ufficiale

dell’Unione europea

C 274

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Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

59° anno
27 luglio 2016


Numero d'informazione

Sommario

pagina

 

 

PARLAMENTO EUROPEO
SESSIONE 2014-2015
Sedute dal 20 al 23 ottobre 2014
Il processo verbale delle sessioni è stato pubblicato nella GU C 424 del 17.12.2015 .
I testi approvati del 23 ottobre 2014 concernenti i discarichi relativi all'esercizio 2012 sono stati pubblicati nella GU L 334 del 21.11.2014 .
TESTI APPROVATI

1


 

I   Risoluzioni, raccomandazioni e pareri

 

RISOLUZIONI

 

Parlamento europeo

 

Mercoledì 22 ottobre 2014

2016/C 274/01

Risoluzione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2014 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2014 (2014/2059(INI))

2

 

Giovedì 23 ottobre 2014

2016/C 274/02

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2014 sulla chiusura della ONG Memorial (vincitrice del premio Sacharov 2009) in Russia (2014/2903(RSP))

21

2016/C 274/03

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2014 sui diritti umani in Uzbekistan (2014/2904(RSP))

25

2016/C 274/04

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2014 sulla scomparsa di 43 studenti in Messico (2014/2905(RSP))

28

2016/C 274/05

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2014 sulla proposta di direttiva del Consiglio che attua l'accordo europeo concluso tra la European Barge Union (EBU), l'Organizzazione europea dei capitani (ESO) e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro nel trasporto per vie navigabili interne (COM(2014)0452 — 2014/2860(RSP))

31


 

III   Atti preparatori

 

PARLAMENTO EUROPEO

 

Martedì 21 ottobre 2014

2016/C 274/06

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 ottobre 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale, del 2 dicembre 2013, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2014/004 ES/Comunidad Valenciana Metal, presentata dalla Spagna) (COM(2014)0515 — C8-0125/2014 — 2014/2064(BUD))

32

2016/C 274/07

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 ottobre 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in conformità al punto 13 dell'accordo interistituzionale, del 2 dicembre 2013, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2013/012 BE/Ford Genk, presentata dal Belgio) (COM(2014)0532 — C8-0126/2014 — 2014/2065(BUD))

36

2016/C 274/08

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 ottobre 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2013/002 BE/Carsid, presentata dal Belgio) (COM(2014)0553 — C8-0136/2014 — 2014/2071(BUD))

40

2016/C 274/09

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 ottobre 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2014/006 FR/PSA, presentata dalla Francia) (COM(2014)0560 — C8-0141/2014 — 2014/2076(BUD))

43

 

Mercoledì 22 ottobre 2014

2016/C 274/10

Decisione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2014 sull'elezione della Commissione (2014/2164(INS))

47

2016/C 274/11

Risoluzione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2014 concernente la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio rettificativo n. 2/2014 dell'Unione europea per l'esercizio 2014, sezione III — Commissione (12300/2014 — C8-0160/2014 — 2014/2035(BUD))

48

2016/C 274/12

Risoluzione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2014 relativa alla posizione del Consiglio sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2015 (12608/2014 — C8-0144/2014 — 2014/2040(BUD))

51

2016/C 274/13

Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 22 ottobre 2014 sul progetto di decisione del Consiglio relativo alla conclusione a nome dell'Unione europea e dei suoi Stati membri di un protocollo aggiuntivo all'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra, per tener conto dell’adesione della Croazia all'Unione europea (06035/2014 — C7-0113/2014 — 2014/0019(NLE))

65

 

Giovedì 23 ottobre 2014

2016/C 274/14

P8_TA(2014)0042
Dazi doganali sulle merci originarie dell'Ucraina ***I
Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 23 ottobre 2014 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (UE) n. 374/2014 sulla riduzione o sulla soppressione dei dazi doganali sulle merci originarie dell'Ucraina (COM(2014)0597 — C8-0165/2014 — 2014/0279(COD))
P8_TC1-COD(2014)0279
Posizione del Parlamento europeo definita in prima lettura il 23 ottobre 2014 in vista dell'adozione del regolamento (UE) n. …/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 374/2014 sulla riduzione o sulla soppressione dei dazi doganali sulle merci originarie dell'Ucraina

66


Significato dei simboli utilizzati

*

Procedura di consultazione

***

Procedura di approvazione

***I

Procedura legislativa ordinaria, prima lettura

***II

Procedura legislativa ordinaria, seconda lettura

***III

Procedura legislativa ordinaria, terza lettura

(La procedura indicata dipende dalla base giuridica proposta nel progetto di atto)

Emendamenti del Parlamento:

Il testo nuovo è evidenziato in corsivo grassetto . Le parti di testo soppresse sono indicate con il simbolo ▌ o sono barrate. Le sostituzioni sono segnalate evidenziando in corsivo grassetto il testo nuovo ed eliminando o barrando il testo sostituito.

IT

 


27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/1


PARLAMENTO EUROPEO

SESSIONE 2014-2015

Sedute dal 20 al 23 ottobre 2014

Il processo verbale delle sessioni è stato pubblicato nella GU C 424 del 17.12.2015 .

I testi approvati del 23 ottobre 2014 concernenti i discarichi relativi all'esercizio 2012 sono stati pubblicati nella GU L 334 del 21.11.2014 .

TESTI APPROVATI

 


I Risoluzioni, raccomandazioni e pareri

RISOLUZIONI

Parlamento europeo

Mercoledì 22 ottobre 2014

27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/2


P8_TA(2014)0038

Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2014

Risoluzione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2014 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: attuazione delle priorità per il 2014 (2014/2059(INI))

(2016/C 274/01)

Il Parlamento europeo,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 136,

visto il trattato sull'Unione europea (TUE), in particolare l'articolo 3,

visto il regolamento (UE) n. 1175/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1),

vista la direttiva 2011/85/UE del Consiglio, dell'8 novembre 2011, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri (2),

visto il regolamento (UE) n. 1174/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulle misure esecutive per la correzione degli squilibri macroeconomici eccessivi nella zona euro (3),

visto il regolamento (UE) n. 1177/2011 del Consiglio, dell'8 novembre 2011, che modifica il regolamento (CE) n. 1467/97 per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi (4),

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (5),

visto il regolamento (UE) n. 1173/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, relativo all'effettiva esecuzione della sorveglianza di bilancio nella zona euro (6),

vista la comunicazione della Commissione del 6 dicembre 2012 relativa a un piano d'azione per rafforzare la lotta alla frode fiscale e all'evasione fiscale (COM(2012)0722),

vista la sua risoluzione del 13 marzo 2014 relativa al ruolo e le attività della troika (7),

vista la sua risoluzione del 5 febbraio 2013 su come migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti (8),

vista la sua risoluzione del 25 febbraio 2014 sulla governance del mercato unico nell'ambito del semestre europeo 2014 (9),

visto il regolamento (UE) n. 473/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sulle disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei documenti programmatici di bilancio e per la correzione dei disavanzi eccessivi negli Stati membri della zona euro (10),

visto il regolamento (UE) n. 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri nella zona euro che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria (11),

vista la comunicazione della Commissione del 2 giugno 2014 sulle raccomandazioni specifiche per paese (COM(2014)0400),

vista la sua risoluzione del 25 febbraio 2014 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: aspetti occupazionali e sociali nell'analisi annuale della crescita 2014 (12),

vista la discussione con i rappresentanti dei parlamenti nazionali sull'attuazione delle priorità del semestre europeo per il 2014,

visto il regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (13),

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 30 luglio 2014, intitolata «Orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei Fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica conformemente all'articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013» (COM(2014)0494),

viste le sue risoluzioni del 14 settembre 2011 (14) e del 16 gennaio 2014 (15) su una strategia dell'UE per i senzatetto,

vista la relazione della Commissione del 13 novembre 2013 intitolata «Un mercato unico per la crescita e l'occupazione: analisi dei progressi compiuti e degli ostacoli ancora esistenti negli Stati membri — Contributo all'analisi annuale della crescita 2014» (COM(2013)0785),

vista la comunicazione della Commissione del 2 giugno 2014 intitolata «Semestre europeo 2014: raccomandazioni specifiche per paese — Costruire la crescita» (COM(2014)0400),

visto l'articolo 52 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e i pareri della commissione per i bilanci, della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (A8-0019/2014),

A.

considerando che la sostenibilità di bilancio e un rispetto intelligente del quadro di sorveglianza di bilancio e macroeconomica dell'Unione è essenziale per il corretto funzionamento dell'Unione economica e monetaria (UEM);

B.

considerando che un coordinamento rafforzato tra le politiche macroeconomiche e di bilancio degli Stati membri e una politica globale per l'area dell'euro attuata dalla Commissione sono necessari per realizzare un'autentica UEM;

C.

considerando che il semestre europeo svolge un ruolo essenziale nel coordinamento delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri;

D.

considerando che l'aumento generalizzato della disoccupazione, e di quella giovanile in particolare, continua a rappresentare una grave minaccia per la stabilità e la convergenza economica e sociale nell'Unione;

E.

considerando che la disoccupazione giovanile deve essere affrontata in modo proattivo, migliorando e ampliando l'attuale quadro di cooperazione tra le autorità nazionali competenti in materia;

F.

considerando che, a fronte dei livelli persistentemente elevati di debito pubblico e di disoccupazione, della debole crescita del PIL nominale, di un'inflazione notevolmente inferiore all'obiettivo fissato, dell'elevato livello di persone a rischio di povertà nonché delle sfide poste dall'invecchiamento della società e dal sostegno alla creazione di occupazione, in particolare per i giovani, il risanamento di bilancio deve essere favorevole alla crescita e proseguire in maniera differenziata;

G.

considerando che lo spirito del semestre europeo impone la solidarietà economica tra gli Stati membri e che questi ultimi hanno una responsabilità proporzionata al rispettivo peso economico nel contesto dei risultati globali dell'Unione;

H.

considerando che le priorità del semestre europeo di quest'anno sono state stabilite dal Consiglio europeo di marzo e riconfermate a giugno; che l'accento è stato posto sulle politiche volte a promuovere la competitività, a sostenere la creazione di posti di lavoro e a contrastare la disoccupazione, nonché sul seguito da dare alle riforme intese a migliorare il finanziamento dell'economia e il funzionamento dei mercati del lavoro;

I.

considerando che la strategia Europa 2020 costituisce uno degli elementi della risposta dell'Unione alla crisi economica mondiale e alle sfide future e che la Commissione riconosce che la maggiore parte degli obiettivi della strategia UE 2020 non saranno realizzati;

J.

considerando che la crisi economica mondiale e la crisi bancaria e del debito nell'UE hanno notevolmente ostacolato l'accesso delle piccole e medie imprese (PMI) alle risorse finanziarie;

K.

considerando che il Parlamento europeo ha ripetutamente richiesto il rafforzamento del quadro della governance;

L.

considerando che il mercato unico, in particolare quello dei servizi, non è pienamente funzionante;

M.

considerando che, dopo sei anni di crisi economica e tassi di crescita negativi, la ripresa economica sta lentamente guadagnando terreno e dovrebbe estendersi a tutti gli Stati membri entro il 2015; che la Commissione prevede una ripresa economica ancora fragile e che le riforme devono proseguire al fine di soddisfare le esigenze dei cittadini in materia sociale e occupazionale e ristabilire la produttività e la competitività; che la Commissione riconosce che in molte zone dell'Unione la situazione sociale è depressa, che la disoccupazione ha raggiunto picchi mai registrati in passato e che il divario tra regioni e Stati membri si sta allargando; che l'adozione di misure intese a far fronte a tale situazione sociale e occupazionale migliorerebbe la competitività e le prospettive di crescita;

N.

considerando che, malgrado una lieve flessione, i tassi di disoccupazione e di disoccupazione giovanile nell'UE rimangono a livelli estremamente allarmanti (nel giugno 2014 i disoccupati nell'UE-28 erano 25,005 milioni e nel luglio 2014 i giovani disoccupati nell'UE-28 erano 5,06 milioni); che inoltre le differenze tra i tassi di disoccupazione generale e di disoccupazione giovanile negli Stati membri (5 % di disoccupati in Austria contro il 27,3 % in Grecia; 9,3 % di giovani disoccupati in Austria contro il 53,8 % in Spagna) rappresentano una seria minaccia sia per la stabilità economica dell'UE sia per la coesione sociale in Europa;

O.

considerando che la Commissione sottolinea il ruolo dell'innovazione, della ricerca e dello sviluppo per la creazione di valore aggiunto e il fatto che i crescenti squilibri tra la domanda e l'offerta di competenze interessano in particolare i settori basati sulla conoscenza;

P.

considerando che la frammentazione del mercato del lavoro rappresenta attualmente uno dei principali fattori di disuguaglianza tra gli Stati membri e tra i vari settori; che ne sono prova le differenze in termini di accesso all'occupazione (compresi ostacoli importanti all'ingresso nel mercato del lavoro), condizioni di lavoro e livelli retributivi, talvolta inadeguati a garantire un tenore di vita dignitoso, nonché la crescente polarizzazione tra lavoro poco qualificato e altamente qualificato, che può ostacolare la mobilità sul mercato del lavoro; che sono necessarie ulteriori riforme per porre fine a tale frammentazione;

Q.

considerando che l'introduzione di un salario minimo spetta agli Stati membri;

R.

considerando che la legislazione dell'Unione in materia di condizioni di lavoro, discriminazione e salute e sicurezza sul luogo di lavoro tutela i lavoratori dallo sfruttamento e dalla discriminazione e contribuisce a facilitare l'integrazione di gruppi quali le donne e i disabili nel mercato del lavoro; che, secondo le stime, il costo degli incidenti sul luogo di lavoro e delle malattie professionali rappresenta il 2,6 %-3,8 % del PIL, mentre per ogni euro speso nell'attuazione delle norme in materia di salute e sicurezza le imprese hanno un ritorno di 2,2 EUR;

S.

considerando che la crisi economica e finanziaria ha messo in evidenza la fragilità delle finanze pubbliche in alcuni Stati membri;

T.

considerando che, per far fronte alla crisi, alcuni Stati membri hanno imposto forti tagli alla spesa pubblica nel momento stesso in cui, a causa dell'aumento del numero di disoccupati, è cresciuta la domanda di protezione sociale; che i bilanci nazionali destinati alla sicurezza sociale sono stati ulteriormente ridotti a causa della diminuzione dei contributi a seguito della perdita in massa di posti di lavoro o alla riduzione dei salari;

U.

considerando che la Commissione ha affermato nella sua comunicazione del 2 giugno 2014 (COM(2014)0400): «Gli effetti socioeconomici della crisi e delle misure politiche hanno influito sui livelli di disuguaglianza. La natura strutturale di certe forme di disoccupazione, le limitazioni dell'accesso all'istruzione e all'assistenza sanitarie e certe riforme fiscali gravano in misura sproporzionata sulle fasce più vulnerabili della società»;

V.

considerando che l'articolo 9 del TFUE stabilisce che «[n]ella definizione e nell'attuazione delle sue politiche e azioni, l'Unione tiene conto delle esigenze connesse con la promozione di un elevato livello di occupazione, la garanzia di un'adeguata protezione sociale, la lotta contro l'esclusione sociale e un elevato livello di istruzione, formazione e tutela della salute umana» e che è importante applicare adeguatamente tale clausola orizzontale in tutte le politiche in modo da conseguire gli obiettivi enunciati all'articolo 3 del TUE; che l'articolo 174 del TFUE stabilisce che «[p]er promuovere uno sviluppo armonioso dell'insieme dell'Unione, questa sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economica, sociale e territoriale. […] un'attenzione particolare è rivolta alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, quali le regioni più settentrionali con bassissima densità demografica e le regioni insulari, transfrontaliere e di montagna»;

W.

considerando che solo 7,5 milioni di persone — il 3,1 % della forza lavoro dell'UE — sono attualmente impiegate in un altro Stato membro e che i giovani costituiscono il gruppo con maggiori possibilità di essere mobile;

X.

considerando che, a causa della crisi, le PMI e le microimprese devono far fronte a costi estremamente elevati e a difficoltà nell'accesso ai finanziamenti, il che ostacola la loro capacità di crescere e di creare occupazione; che la Commissione e gli Stati membri devono pertanto sostenere lo sviluppo delle PMI, al fine di promuovere una crescita economica intelligente, sostenibile e inclusiva e un'occupazione di qualità nell'Unione conformemente agli obiettivi della strategia Europa 2020;

1.

prende atto dell'analisi secondo cui la ripresa economica nell'UE ha mostrato segnali incoraggianti negli ultimi due anni ed è preoccupato per il rallentamento osservato dal primo trimestre del 2014 in un contesto in cui è stata raggiunta la soglia inferiore zero e si registrano bassissimi tassi d'inflazione generalizzati; ritiene tuttavia che si tratti di una ripresa estremamente fragile e disomogenea che va quindi sostenuta per potenziare la crescita e l'occupazione a medio termine;

2.

sottolinea che è assolutamente necessaria un'iniziativa ambiziosa per stimolare gli investimenti in tutta l'UE al fine di rilanciare e sostenere la ripresa economica; invita la Commissione ad avviare urgentemente un programma europeo di investimenti di 300 miliardi di EUR, come proposto da Jean-Claude Juncker, allo scopo di contribuire a recuperare a breve termine la crescita europea;

3.

osserva che gli obiettivi più importanti della politica economica sono il ripristino della competitività degli Stati membri e la riduzione della disoccupazione;

4.

sottolinea che vanno affrontate con urgenza le sfide poste dall'attuale situazione economica, caratterizzata da una debole crescita del PIL, stabile nell'area dell'euro e in aumento dello 0,2 % nel'UE-28 nel corso del secondo trimestre del 2014, da un'inflazione particolarmente bassa, scesa allo 0,3 % nell'agosto 2014, il livello più basso registrato dal novembre 2009, e da un livello inaccettabilmente elevato di disoccupazione, pari all'11,5 % nell'area dell'euro e al 10,2 % nell'UE-28 nel luglio 2014;

5.

esorta nuovamente la Commissione a garantire concrete raccomandazioni agli Stati membri, compresi quelli interessati da programmi di aggiustamento economico, e all'Unione nel suo insieme, affinché procedano non solo al risanamento delle finanze pubbliche ma anche a riforme strutturali che favoriscano una crescita reale, sostenibile ed equilibrata dal punto di vista sociale, l'occupazione, il rafforzamento della competitività e l'aumento della convergenza;

6.

prende atto delle ampie riforme strutturali attuate dagli Stati membri nel quadro dei programmi di aggiustamento macroeconomico; deplora che taluni Stati membri nel resto dell'area dell'euro manchino di ambizione per quanto riguarda la modernizzazione delle loro economie, il che rappresenta una delle cause delle modeste prospettive di crescita sostenibile a medio e lungo termine;

7.

deplora che l'area dell'euro e l'Unione rischino di accumulare un crescente ritardo rispetto ad altre regioni in termini di prospettive economiche e opportunità, il che renderà l'UE meno attraente per gli investimenti interni ed esterni;

8.

sottolinea che la crisi finanziaria, del debito sovrano e della competitività non può essere risolta unicamente con una politica monetaria accomodante; sottolinea tuttavia l'importanza di proseguire il processo di riforme strutturali profonde, equilibrate e socialmente sostenibili per generare crescita e occupazione; ribadisce al riguardo che l'Unione non può competere esclusivamente in termini di costi, ma deve investire molto di più in ricerca e sviluppo, nello sviluppo industriale, nell'istruzione e nelle competenze, oltre che nell'efficienza delle risorse, a livello sia nazionale che europeo; ricorda che l'obiettivo cardine delle riforme strutturali e della riduzione del livello del debito pubblico e privato dovrebbe essere di riuscire a concentrarsi su politiche sostenibili e favorevoli alla crescita e, in ultima analisi, di creare occupazione e combattere la povertà; invita la Commissione e gli Stati membri a sfruttare meglio le potenzialità delle banche di promozione per stimolare l'economia nell'Unione europea;

9.

ricorda che le priorità e gli obiettivi della strategia Europa 2020, come la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, restano validi e devono essere attuati;

10.

sottolinea nuovamente che l'indebitamento eccessivo di alcuni Stati membri dell'area dell'euro non soltanto ostacola la crescita ma rappresenta un onere enorme a carico delle generazioni future; è ancora preoccupato riguardo alla mancanza di progressi nella riduzione dei livelli eccessivi di indebitamento privato;

11.

ribadisce pertanto che gli Stati membri dovrebbero prestare particolare attenzione, nell'elaborazione delle politiche e delle riforme economiche, all'impatto sulla generazione attuale e su quelle future, comprese le loro necessità in termini di buone condizioni di vita e opportunità di lavoro; sottolinea che il futuro delle nostre società non deve essere messo a rischio dalla mancanza di decisioni e dagli errori politici attuali;

12.

si compiace che Jean-Claude Juncker, nei suoi orientamenti politici per la prossima Commissione europea, abbia annunciato il suo impegno ad aumentare gli investimenti europei di 300 miliardi di EUR;

13.

sottolinea che l'UEM è lungi dall'essere completa e ricorda alla Commissione i suoi obblighi e impegni di tener conto degli squilibri macroeconomici all'interno dell'Unione e segnatamente dell'area dell'euro, migliorare il coordinamento economico e di bilancio e rafforzare la competitività nell'UE; si compiace al riguardo dell'impegno assunto dal prossimo presidente eletto della Commissione di rispettare la tabella di marcia definita nella relazione del 5 dicembre 2012 intitolata «Verso un'autentica Unione economica e monetaria»;

14.

invita nuovamente la Commissione ad avanzare tempestivamente proposte per il completamento dell'UEM, conformemente a tutti gli orientamenti contenuti nel suo piano per un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita; osserva che il completamento dell'UEM dovrebbe basarsi sul metodo comunitario; ribadisce nuovamente la sua richiesta di adottare, secondo la procedura legislativa ordinaria, un atto giuridico relativo a «orientamenti di convergenza» che stabilisca, per un periodo definito, un numero estremamente limitato di obiettivi riguardanti le misure di riforma più urgenti, nonché la sua richiesta agli Stati membri di garantire che i programmi nazionali di riforma siano definiti sulla base dei suddetti orientamenti di convergenza e verificati dalla Commissione; invita gli Stati membri a impegnarsi ad attuare pienamente i rispettivi programmi nazionali di riforma; propone che, su tale base, gli Stati membri possano stipulare un «partenariato di convergenza» con le istituzioni dell'UE, con la possibilità di ottenere finanziamenti subordinati a determinate condizioni per la realizzazione di attività di riforma; ribadisce che tale rafforzamento della cooperazione economica dovrebbe andare di pari passo con un meccanismo finanziario basato su incentivi; ritiene che qualunque ulteriore finanziamento o strumento, come un meccanismo di solidarietà, debba essere parte integrante del bilancio dell'Unione ma che non debba rientrare nella dotazione concordata per il quadro finanziario pluriennale (QFP);

15.

invita, a tale riguardo, la futura Commissione a presentare una proposta su un'unica rappresentanza esterna dell'area dell'euro sulla base dell'articolo 138 del TFUE, con l'obiettivo di avere un'area dell'euro efficace con una posizione comune su questioni che rientrano nell'ambito delle competenze di tale rappresentanza; rammenta che, nel discorso pronunciato martedì 15 luglio 2014 poco prima di essere eletto dal Parlamento europeo, il nuovo presidente della Commissione si è impegnato a far sì che «l'UEM e l'euro siano rappresentati da un solo presidente, da una sola sede e da una sola voce in seno alle istituzioni di Bretton Woods»;

16.

invita, a tale riguardo, la futura Commissione a presentare, tra l'altro, una proposta su un'unica rappresentanza esterna dell'area dell'euro sulla base dell'articolo 138 del TFUE, nonché a presentare la relazione annunciata nel «two-pack» e nella tabella di marcia «Verso un'autentica UEM» sulle possibilità offerte dal quadro di bilancio esistente dell'Unione per equilibrare le esigenze di investimento pubblico con gli obiettivi della disciplina di bilancio;

17.

invita la Commissione a rafforzare il processo del semestre europeo garantendo, tra l'altro, che siano destinati tempo e risorse sufficienti alla formulazione e al seguito dato alle raccomandazioni, in modo da renderle il più possibile pertinenti per l'elaborazione delle politiche economiche a livello di UE e a livello nazionale; invita la Commissione a presentare proposte per rendere più vincolanti le raccomandazioni del semestre europeo; sottolinea l'importanza di coinvolgere il Parlamento europeo fin dalle prime fasi e il più possibile, allo scopo di evitare — dati la sua crescente importanza e il suo ruolo vincolante — che si crei una lacuna di legittimità nel processo di formazione dell'opinione politica;

18.

ritiene che occorra rafforzare la titolarità dei parlamenti nazionali per quanto riguarda le raccomandazioni specifiche per paese; invita la Commissione a prevedere la possibilità di presentare le raccomandazioni specifiche per paese nei parlamenti nazionali prima della loro adozione da parte del Consiglio;

19.

prende atto del pacchetto di raccomandazioni specifiche per paese per il 2014 presentato dalla Commissione; prende atto della valutazione della Commissione, secondo cui sono stati compiuti progressi in materia di risanamento di bilancio e riforme strutturali, in particolare per quanto riguarda la modernizzazione dei mercati del lavoro e dei sistemi pensionistici e di assistenza sanitaria;

20.

prende atto, in questo contesto, dell'approvazione delle raccomandazioni specifiche per paese da parte del Consiglio europeo e delle raccomandazioni del Consiglio, in particolare le raccomandazioni specifiche sull'area dell'euro;

21.

sottolinea che una condizione necessaria per il successo dei programmi di assistenza finanziaria è la combinazione di solidarietà e condizionalità, forte senso di responsabilità e impegno a favore delle riforme; rammenta alla Commissione di allineare pienamente gli obblighi giuridici derivanti dal «two-pack» (regolamento (UE) n. 472/2013) agli attuali programmi di aggiustamento economico; esorta la Commissione e gli Stati membri a incorporare l'assistenza finanziaria e il sistema ad hoc della troika in una migliore struttura giuridica conforme al quadro di governance economica e al diritto dell'Unione, garantendo in tal modo la responsabilità democratica; prende atto del documento della Commissione a seguito della relazione del Parlamento europeo sulla troika; invita la Commissione a tenere conto delle conclusioni delle relazioni del Parlamento europeo sulla troika;

22.

sostiene l'obiettivo di porre l'accento sulle politiche che promuovono la competitività, sostengono gli investimenti e la creazione di occupazione, combattono la disoccupazione e migliorano il funzionamento del mercato del lavoro, in particolare nei settori ad alto potenziale di crescita; ritiene che gli Stati membri dispongano di informazioni utili che devono condividere per combattere la disoccupazione giovanile; sottolinea che il modello di istruzione duale si è dimostrato particolarmente efficace nella lotta alla disoccupazione giovanile;

23.

sottolinea che la politica di coesione rappresenta un importante quadro di investimenti per canalizzare le spese orientate alla crescita, compresi gli investimenti nell'innovazione, nella ricerca e nell'agenda digitale, le spese per agevolare l'accesso delle PMI ai finanziamenti, gli investimenti nella sostenibilità ambientale, nei collegamenti prioritari della rete transeuropea di trasporto, nonché nell'istruzione e nell'inclusione sociale;

24.

invita la Commissione a mettere in atto un meccanismo globale per promuovere lo scambio delle migliori pratiche tra tutti gli attori competenti a livello nazionale nell'ambito della disoccupazione giovanile; ribadisce che, nonostante non sia possibile attuare una soluzione valida per tutti, alcuni Stati membri hanno affrontato il problema della disoccupazione giovanile in modo più efficace di altri;

25.

sottolinea la necessità di tenere pienamente conto della strategia Europa 2020 nell'attuazione del semestre europeo,; invita la Commissione a includere la governance del mercato unico tra le principali priorità, dal momento che essa fornisce un contributo essenziale al conseguimento degli obiettivi del semestre europeo, in particolare per quanto riguarda la crescita economica sostenibile e l'occupazione;

26.

ricorda tuttavia che i risultati conseguiti dagli Stati membri nell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese sono estremamente modesti; ritiene che non vi sia coerenza tra l'impegno europeo e l'attuazione a livello nazionale delle raccomandazioni specifiche per paese da parte degli Stati membri; sottolinea l'importanza della «titolarità nazionale» degli impegni assunti a livello europeo dai governi interessati; osserva che le raccomandazioni specifiche per paese dovrebbero essere formulate in modo tale da fornire agli Stati membri un margine politico per concepire le misure e le riforme specifiche necessarie per mettere in atto tali raccomandazioni;

27.

invita in particolare la Commissione a valutare lo sviluppo di parametri di riferimento comuni orientati ai risultati, onde misurare e confrontare le riforme strutturali nel quadro di eventuali proposte future finalizzate a rafforzare il coordinamento delle politiche economiche nell'UEM;

28.

esprime preoccupazione per il fatto che, secondo la Commissione, soltanto il 10 % delle raccomandazioni specifiche per paese per il 2013 è stato pienamente attuato; rileva inoltre che il 45 % di tali raccomandazioni ha registrato progressi scarsi o nulli;

29.

sottolinea che un sistema adeguato e democraticamente responsabile per il semestre europeo e l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese costituiscono condizioni importanti per realizzare la convergenza economica nell'UEM, che è essenziale per il corretto funzionamento di quest'ultima, garantendo una stabilità economica e finanziaria e un elevato livello di competitività dell'economia europea favorevoli alla crescita e all'occupazione; si aspetta che i governi degli Stati membri difendano attivamente e attuino a livello nazionale le decisioni relative alle raccomandazioni specifiche per paese che sono state adottate da tutti gli Stati membri in seno al Consiglio («titolarità nazionale»);

30.

sottolinea che una serie di raccomandazioni specifiche per paese si basano su atti giuridici dell'Unione e che la loro mancata attuazione può comportare l'avvio di procedure giuridiche; ricorda agli Stati membri che devono rispettare gli obblighi giuridici previsti dal diritto dell'Unione; ritiene che la Commissione, nella sua interpretazione del quadro di valutazione, debba tenere sufficientemente conto del fatto che l'area dell'euro e gli Stati membri che ne fanno parte sono economie interdipendenti e aperte;

31.

invita la Commissione, in qualità di custode del trattato, ad avvalersi appieno di tutte le misure previste dal diritto dell'Unione per sostenere il rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche e l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese, in modo che ogni Stato membro adotti, entro i termini stabiliti, politiche economiche e finanziarie adeguate alla sua situazione;

32.

osserva che è sempre più alto il numero di raccomandazioni specifiche per paese indirizzate a livello regionale; sottolinea la necessità di utilizzare appieno i nuovi programmi dei Fondi strutturali e di investimento europei, in particolare se sono utilizzati come misure di accompagnamento alle riforme strutturali; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire una corretta definizione delle priorità al fine di migliorare la qualità della spesa;

33.

chiede che la Commissione riferisca su base trimestrale alla commissione competente del Parlamento in merito alle misure adottate per garantire il progresso dell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese e ai risultati conseguiti fino a quel momento; invita gli Stati membri a illustrare le ragioni del mancato rispetto delle raccomandazioni specifiche per paese alla commissione competente del Parlamento;

34.

invita il presidente dell'Eurogruppo a monitorare efficacemente l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese da parte degli Stati membri dell'area dell'euro e a riferire in merito ai progressi compiuti nel quadro della valutazione da parte dell'Eurogruppo dei documenti programmatici di bilancio per il 2015, che saranno presentati dagli Stati membri interessati entro la metà di ottobre 2014;

35.

invita la Commissione a prestare attenzione alla dimensione di genere nei programmi nazionali di riforma, in particolare all'integrazione delle donne nel mercato del lavoro, all'eliminazione del divario di genere nelle retribuzioni e nelle pensioni, al miglioramento dei servizi di custodia dei bambini e a orari di lavoro flessibili;

36.

ritiene che, per quanto riguarda il prossimo semestre europeo, sia necessario portare avanti una strategia di lungo periodo ed equilibrata per un risanamento di bilancio favorevole alla crescita e agli investimenti, al fine di migliorare la sostenibilità di bilancio; sottolinea tuttavia che occorre prestare particolare attenzione alle riforme e alle politiche che stimolano la crescita, in particolare negli Stati membri che dispongono di margini di bilancio per effettuare investimenti volti a promuovere la crescita e a favorire il riequilibrio nell'area dell'euro; ricorda che il quadro giuridico attuale permette un certo grado di flessibilità a fronte dell'avvio di riforme ed esorta a farne uso;

37.

sottolinea che la sostenibilità di bilancio è una condizione indispensabile per una crescita di lungo periodo;

38.

ritiene che le priorità degli Stati membri dovrebbero riguardare gli interventi per modernizzare le loro economie, i loro sistemi di previdenza sociale, i sistemi pensionistici e l'assistenza sanitaria, al fine di evitare di gravare eccessivamente sulle generazioni future; invita gli Stati membri a valutare l'impatto delle loro riforme sull'economia europea nel suo insieme;

39.

ritiene che le riforme strutturali dovrebbero essere intese, in particolare, a migliorare la capacità dei mercati del lavoro di integrare i giovani e altri gruppi esclusi nella popolazione attiva e dovrebbero poter offrire opportunità ai lavoratori più anziani; ritiene che il sistema della formazione in alternanza costituisca uno strumento particolarmente efficace a tal fine; ritiene inoltre che le riforme strutturali dovrebbero avere come obiettivo la sostenibilità a medio e lungo termine e l'equità dei sistemi di previdenza sociale, assistenza sanitaria e pensionistici nonché la riduzione della dipendenza energetica al fine di aumentare la competitività delle imprese europee, dando assoluta priorità alla creazione di occupazione;

40.

sottolinea che l'assenza di un mercato del lavoro interno ben funzionante e di un approccio sostenibile all'immigrazione frena la crescita nell'Unione; invita la Commissione e gli Stati membri a creare un mercato del lavoro comune e inclusivo e a definire una politica comune moderna e inclusiva in materia di immigrazione; sottolinea che il trattamento giusto ed equo dei lavoratori è fondamentale per la costruzione di un mercato del lavoro interno;

41.

rileva che la politica energetica e la crescita economica sono strettamente correlate; chiede pertanto vivamente che si adotti una politica energetica europea ambiziosa che, migliorando la sicurezza degli approvvigionamenti e l'innovazione nel settore energetico, possa favorire una maggiore stabilità economica e una maggiore crescita;

42.

osserva che non è ancora stato fatto alcun lavoro serio sul ruolo dell'evoluzione demografica nel rallentamento costante registrato dalla crescita dei paesi europei negli ultimi vent'anni; sottolinea che la mancanza di un mercato interno del lavoro funzionante frena altresì il potenziale di crescita dell'Unione; invita la Commissione e gli Stati membri a istituire un autentico mercato comune del lavoro e a mobilitare tutti gli strumenti dell'Unione per attuare una politica comune in materia di immigrazione nello spirito delle proposte enunciate dal presidente eletto;

43.

ribadisce il suo invito agli Stati membri a semplificare i sistemi fiscali al fine di ripristinare un contesto favorevole alle imprese in tutti gli Stati membri senza alcuna eccezione e chiede loro, ancora una volta, di ridurre le imposte che gravano sul lavoro; invita la Commissione, sulla base dell'esperienza acquisita nell'attuazione del piano d'azione del 2012 a tale riguardo, a intervenire urgentemente e a sviluppare una strategia globale basata su misure legislative concrete di lotta contro la frode e l'evasione fiscali; ricorda alla Commissione le proposte presentate nella risoluzione del Parlamento del 21 maggio 2013 sulla lotta alla frode fiscale, all'evasione fiscale e ai paradisi fiscali (16) (relazione Kleva Kekuš) in materia di evasione fiscale ed elusione fiscale;

44.

ribadisce che le riforme strutturali devono essere accompagnate e scandite da investimenti a più lungo termine nell'istruzione, nella ricerca, nell'innovazione, in infrastrutture moderne ed energie sostenibili al fine di promuovere la transizione digitale ed ecologica; sottolinea che gli investimenti nella ricerca, nell'innovazione, nell'istruzione e nelle infrastrutture sono un requisito indispensabile per la competitività, la crescita sostenibile e la creazione di occupazione; insiste sul ruolo che il bilancio dell'Unione deve svolgere in tali ambiti fondamentali di interesse comune;

45.

sottolinea che i livelli già elevati di debito pubblico non permettono un aumento significativo delle spese, per non vanificare gli sforzi di riforma e risanamento; raccomanda pertanto un riorientamento della spesa dai settori non produttivi a quelli produttivi orientati al futuro; sottolinea che il patto di stabilità e crescita prevede una certa flessibilità e che occorre farvi ricorso, ma chiede principalmente che gli Stati membri elaborino riforme credibili;

46.

prende atto del discorso del Presidente della BCE al simposio annuale delle banche centrali svoltosi a Jackson Hole il 22 agosto 2014; invita i responsabili politici a trarre le giuste conclusioni in merito alle politiche di riforma in campo monetario, di bilancio e strutturale allo scopo di generare crescita e creare posti di lavoro; ricorda i commenti equilibrati del seguente tenore: «Nessuna quantità di aggiustamenti fiscali o monetari può sostituire le necessarie riforme strutturali», nonché «Una strategia coerente per ridurre la disoccupazione implica politiche sia dal lato della domanda e sia dal lato dell'offerta, sia a livello di Eurozona e sia a livello nazionale. E solo una strategia coerente può avere successo»;

47.

ritiene che il basso livello di investimenti privati e la mancanza di un effetto leva degli investimenti pubblici ai livelli attuali rappresentino uno dei principali limiti che gravano sull'economia dell'UE; invita la Commissione a esaminare le ragioni del basso livello di investimenti privati nell'Unione; sottolinea la necessità di una riforma delle procedure di fallimento e di insolvenza per far fronte all'eccessivo indebitamento alla periferia dell'area dell'euro;

48.

sottolinea che gli investimenti sono importanti, dal momento che agiscono sul fronte dell'offerta e della domanda dell'economia, creando occupazione, generando reddito per le famiglie, aumentando le entrate fiscali, aiutando i governi nelle loro azioni di risanamento e stimolando la crescita; ribadisce la necessità di adottare politiche favorevoli agli investitori e di ridurre gli oneri burocratici e amministrativi; invita la prossima Commissione europea ad accrescere gli investimenti europei di 300 miliardi di EUR come annunciato negli orientamenti politici da Jean-Claude Juncker;

49.

invita la Commissione a rispettare infine il proprio impegno di completare il mercato unico, in particolare per quanto riguarda i servizi; esorta gli Stati membri a tenere fede ai propri impegni relativi alla strategia Europa 2020, in particolare nell'ambito della ricerca e dello sviluppo, dell'efficienza delle risorse, dell'innovazione, dell'occupazione, dell'istruzione, della povertà, dell'energia rinnovabile e della riduzione delle emissioni; esorta pertanto la Commissione a intensificare i suoi sforzi al fine di garantire la corretta attuazione della legislazione dell'UE negli Stati membri, utilizzando con fermezza tutti i suoi poteri;

50.

è estremamente preoccupato per le tendenze protezionistiche in alcuni Stati membri, in particolare per quanto riguarda la libera circolazione delle persone; sottolinea che il trattato garantisce la libera circolazione delle persone, dei servizi e dei capitali e ricorda che la Commissione deve tutelare e far rispettare tali libertà;

51.

sottolinea che il mancato accesso ai finanziamenti, in particolare per le PMI, rappresenta un ostacolo enorme per la crescita nell'Unione; invita la Commissione a dare priorità alla ricerca di fonti alternative di finanziamento per le PMI tenendo conto delle raccomandazioni contenute nella risoluzione del Parlamento europeo del 5 febbraio 2013 su Migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti, in particolare attraverso i Fondi strutturali, la Banca europea per gli investimenti, il Fondo europeo per gli investimenti e le banche pubbliche per lo sviluppo; sottolinea la necessità di continuare a rimuovere gli ostacoli burocratici per le piccole e medie imprese e di applicare in maniera ancora più rigorosa in futuro il principio della proporzionalità nella legislazione dell'UE;

52.

ritiene che occorra prevedere riforme urgenti per tutti gli Stati nei quali le difficoltà legate alla creazione di imprese ostacolano le potenzialità di crescita e di creazione di posti di lavoro;

53.

invita la Commissione a proporre urgentemente misure per il completamento del mercato interno dei capitali, al fine di migliorare l'allocazione di capitali alle imprese e rilanciare l'economia reale; ritiene che siano necessarie nuove alternative al finanziamento bancario sia per le grandi imprese che per le piccole e medie imprese, in particolare migliorando le condizioni di finanziamento attraverso i mercati dei capitali e altre fonti private quali i fondi di capitale di rischio, i fondi peer to peer o i fondi di private equity; chiede che sia prestata particolare attenzione al ruolo del costo del capitale per l'avviamento e il funzionamento delle imprese negli Stati membri e per il conseguente aggiornamento del quadro di valutazione;

54.

sottolinea l'importanza fondamentale di adottare una normativa sugli investimenti a lungo termine;

55.

sottolinea l'importanza di accelerare e completare la realizzazione dell'unione bancaria; osserva che l'adozione dei tre pilastri dell'unione bancaria e l'attuazione di nuove norme in materia di enti creditizi e assicurazioni può contribuire a ristabilire la resilienza del settore finanziario europeo; ritiene che il completamento dell'unione bancaria debba essere conseguito attraverso l'unione delle assicurazioni e dei mercati; ribadisce che il costo del fallimento degli istituti bancari dovrebbe essere sostenuto dallo stesso settore bancario;

56.

sottolinea che un sistema finanziario solido, ben diversificato e trasparente è essenziale per la crescita futura;

57.

sottolinea che il semestre europeo non deve in alcun modo compromettere le prerogative del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali e regionali; insiste sulla necessità di una chiara divisione delle competenze a livello UE e nazionale e sottolinea che il Parlamento europeo è sede della responsabilità a livello dell'Unione, mentre i parlamenti nazionali lo sono a livello degli Stati membri; sottolinea l'importanza di coinvolgere formalmente e correttamente il Parlamento europeo fin dalle prime fasi e nella massima misura possibile al fine di accrescere la legittimità democratica;

58.

ribadisce l'esigenza di rafforzare la responsabilità democratica nei confronti del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali per quanto riguarda gli elementi essenziali del funzionamento dell'area dell'euro, quali il meccanismo europeo di stabilità, le decisioni dell'Eurogruppo e il monitoraggio e la valutazione dei programmi di assistenza finanziaria; chiede alla Commissione di effettuare e pubblicare valutazioni ex-post delle sue raccomandazioni e della sua partecipazione alla troika;

Contributi settoriali al semestre europeo 2014

59.

valuta positivamente che la Commissione abbia riconosciuto che il risanamento di bilancio deve proseguire in maniera differenziata e favorevole alla crescita, permettendo in tal modo agli Stati membri non soltanto di investire nella crescita e nella creazione di posti di lavoro, ma anche di far fronte a livelli di debito elevati, alla disoccupazione e alle sfide poste dall'invecchiamento della società;

60.

sottolinea il potenziale occupazionale dell'economia verde che, stando alle stime della Commissione, potrebbe creare 5 milioni di posti di lavoro entro il 2020 soltanto nei settori dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili, a condizione che siano attuate politiche ambiziose in materia di clima ed energia; invita gli Stati membri a garantire livelli di investimenti adeguati in tali ambiti e a prevedere in anticipo le future competenze dei lavoratori; esorta la Commissione a includere lo sfruttamento del potenziale occupazionale dell'economia verde nell'analisi annuale della crescita (AAC) per il 2015;

61.

si compiace che la Commissione tenga conto delle differenze tra gli Stati membri che emergono dai programmi nazionali di riforma (PNR), ma invita la Commissione e gli Stati membri a prestare particolare attenzione alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, in particolare in sede di assegnazione dei finanziamenti;

62.

sottolinea che le politiche sociali e occupazionali non dovrebbero essere valutate unicamente sotto il profilo dei costi, ma che occorre tenere conto anche delle riforme strutturali del mercato del lavoro e dei benefici a lungo termine, per mantenere gli investimenti nella società e nei cittadini allo scopo di realizzare gli obiettivi della strategia Europa 2020 e garantire il futuro e la stabilità degli Stati membri e dell'Unione nel suo insieme;

63.

sottolinea che, pur essendo una variabile importante della risoluzione degli squilibri macroeconomici nell'area dell'euro, i salari non sono semplicemente uno strumento di adeguamento economico, ma rappresentano in primo luogo il reddito di cui i lavoratori hanno bisogno per vivere; invita la Commissione a garantire che le raccomandazioni in materia di salari non determinino un aumento della povertà lavorativa o delle disparità retributive negli Stati membri e non vadano a scapito delle fasce a basso reddito;

64.

esprime profonda preoccupazione per il fatto che l'UE è ben lontana dal raggiungere gli obiettivi sociali e occupazionali della strategia Europa 2020 e che, in particolare, non si registrano progressi per quanto riguarda l'obiettivo di riduzione della povertà, dal momento che il numero di persone che vivono in condizioni di povertà è aumentato di 10 milioni dal 2010 al 2012 anziché diminuire; invita la nuova Commissione ad adottare un approccio coerente e a chiedere agli Stati membri di riferire immediatamente in merito ai progressi conseguiti a livello nazionale rispetto alla strategia Europa 2020; invita gli Stati membri a stabilire, nei rispettivi PNR, strategie nazionali ben definite per portare avanti la strategia Europa 2020, in particolare per quanto riguarda la riduzione della povertà;

65.

plaude al fatto che, per le RSP di quest'anno, la Commissione si sia avvalsa del nuovo quadro di valutazione degli indicatori occupazionali e sociali, in particolare i riferimenti ai tassi di disoccupazione generale e di disoccupazione giovanile e ai livelli di NEET; osserva che tali indicatori sono puramente analitici; chiede che nel quadro di valutazione siano inclusi indicatori aggiuntivi, quali la qualità del lavoro, i livelli di povertà infantile, l'accesso all'assistenza sanitaria e il problema dei senzatetto; chiede che tali indicatori abbiano un'influenza reale sull'intero processo del semestre europeo;

66.

invita la Commissione e il Consiglio a continuare a perfezionare gli indicatori per il controllo della dimensione sociale, ambientale e dell'innovazione della strategia Europa 2020 nel contesto del semestre europeo; invita la Commissione a continuare la discussione sul numero e lo sviluppo di indicatori sociali e occupazionali, dato che l'aspetto sociale e l'aspetto economico dell'UE sono due facce della stessa medaglia e svolgono entrambi un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'Unione;

67.

chiede nuovamente che, ogniqualvolta sia necessario, prima dei vertici europei si convochi una riunione dei ministri del Lavoro e degli Affari sociali dell'Eurogruppo, per far sì che le problematiche sociali e occupazionali siano affrontate in modo più completo nelle discussioni e nelle decisioni delle autorità dell'area dell'euro, anche nell'ottica di fornire un contributo alle riunioni dei capi di Stato e di governo dell'area dell'euro; ritiene importante organizzare riunioni congiunte dei Consigli EPSCO ed ECOFIN allo scopo di definire una posizione coerente ove necessario;

68.

valuta positivamente il fatto che la Commissione abbia riconosciuto che le misure di risanamento dei conti pubblici, adottate per garantire non solo la sostenibilità economica di alcuni Stati membri, ma anche la sostenibilità dell'intera economia europea, hanno avuto ripercussioni pesanti e di ampia portata sull'occupazione e la situazione sociale nell'Unione; chiede maggiori sforzi al fine di adempiere a tutti gli obblighi in ambito occupazionale e sociale sanciti dai trattati e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea; invita l'Agenzia dell'UE per i diritti fondamentali a valutare attentamente l'impatto di tali misure sui diritti fondamentali e a formulare raccomandazioni in caso di violazioni della Carta;

69.

accoglie con favore l'intenzione della Presidenza italiana, indicata nelle conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 30 agosto 2014, di convocare una conferenza a livello di capi di Stato e di governo sull'occupazione, in particolare l'occupazione giovanile;

70.

si compiace della summenzionata riduzione dei tassi di disoccupazione in alcuni Stati membri; rammenta, tuttavia, che la strategia Europa 2020 indica con precisione che la cifra da prendere in considerazione è il tasso di occupazione e deplora che gli attuali indicatori del tasso di occupazione non riflettano accuratamente la realtà di tutti i mercati del lavoro nell'UE;

71.

rileva che la Commissione segnala l'esigenza di riforme strutturali intese a migliorare le condizioni quadro per la crescita e l'occupazione, segnatamente in una congiuntura di disoccupazione elevata, ed evidenzia le numerose opportunità che si possono aprire a livello nazionale ed europeo con il completamento del mercato unico;

72.

invita la nuova Commissione a fare della ripresa dell'occupazione una priorità assoluta mediante la definizione di una strategia ambiziosa e globale per la crescita e la creazione di posti di lavoro di qualità, il che dovrebbe avvenire con il coinvolgimento di tutti i nuovi commissari; ritiene che, a tale fine, il commissario per l'occupazione e gli affari sociali dovrebbe elaborare un programma che interessi tutti gli ambiti politici e comprenda misure concrete per promuovere un'occupazione di qualità;

73.

ritiene che l'UE non possa recuperare la propria competitività soltanto attraverso una riduzione delle spese, ma che questa debba essere accompagnata da maggiori investimenti nella ricerca e nello sviluppo, nell'istruzione e nelle competenze, nonché da un uso più efficiente delle risorse; chiede che i mercati del lavoro diventino più adattivi e dinamici, in modo da potersi adeguare alle perturbazioni della situazione economica senza causare licenziamenti collettivi e adeguamenti eccessivi delle retribuzioni; ricorda che il potere d'acquisto di molti lavoratori dell'UE è stato sensibilmente eroso, i redditi delle famiglie sono scesi e la domanda interna è calata; sottolinea che per recuperare la necessaria competitività della nostra economia, l'UE deve contemplare anche strategie incentrate sugli altri costi di produzione, sull'andamento dei prezzi e sui margini di profitto, nonché su politiche trasversali volte a promuovere l'innovazione, la produttività e l'eccellenza;

74.

esprime preoccupazione perché le crescenti disparità in termini di benessere e reddito stanno indebolendo il potere d'acquisto e la domanda interna nonché gli investimenti nell'economia reale; invita gli Stati membri a includere nei rispettivi PNR misure intese a ridurre tali disparità, al fine di dare impulso alla crescita, all'occupazione e alla coesione sociale;

75.

sottolinea che occorre spostare l'onere fiscale dal lavoro verso altre forme di tassazione sostenibile per promuovere la crescita e la creazione di posti di lavoro;

76.

accoglie con favore le RSP della Commissione in materia di tassazione ambientale e invita gli Stati membri ad attuarle provvedendo affinché ne traggano beneficio in particolare i redditi più bassi; evidenzia gli effetti positivi in ambito finanziario, occupazionale, sociale e ambientale del trasferimento degli oneri fiscali dal lavoro alla tassazione ambientale e della graduale eliminazione delle sovvenzioni dannose per l'ambiente;

77.

esprime preoccupazione per la frammentazione finanziaria dell'area dell'euro che in taluni casi mette a rischio la crescita e la sostenibilità delle PMI; chiede che sia ripristinata la capacità del sistema economico di concedere prestiti, che consente alle PMI di investire e creare posti di lavoro, e che sia facilitato l'accesso all'imprenditoria e l'accesso a programmi come COSME o Orizzonte 2020 da parte delle PMI;

78.

invita gli Stati membri a eliminare gli oneri amministrativi e la formalità burocratiche superflue a carico dei lavoratori autonomi, delle microimprese e delle PMI e a favorire le condizioni per l'avvio di nuove imprese;

79.

invita la Commissione a concretizzare urgentemente, sulla base dell'articolo 9 del TFUE, il piano di investimenti per 300 miliardi di EUR promesso e chiede che si valuti se tale importo sia sufficiente a ripristinare interamente le potenzialità per la crescita, la competitività e la creazione di posti di lavoro di qualità dell'UE;

80.

si compiace del fatto che, nella sua comunicazione quadro che sintetizza le RSP a livello di UE, la Commissione solleciti maggiori investimenti a favore della R&S, dell'innovazione, dell'istruzione, dell'acquisizione di competenze e di politiche attive del mercato del lavoro, oltre che all'energia, ai trasporti e all'economia digitale;

81.

invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare l'industria dell'UE attraverso l'applicazione di una politica di concorrenza più flessibile, che promuova la competitività e l'occupazione, unitamente a un piano di transizione ecologica e digitale; invita nuovamente la Commissione a elaborare, previa consultazione delle parti sociali, una proposta legislativa sull'informazione e la consultazione dei lavoratori e l'anticipazione e la gestione delle ristrutturazioni, al fine di garantire che l'adattamento delle industrie dell'UE ai cambiamenti avvenga in modo responsabile sotto il profilo economico e sociale, in modo da mantenere i diritti dei lavoratori senza introdurre un onere normativo eccessivo a carico delle imprese, in particolare delle PMI;

82.

è preoccupato per il fatto che, in molti Stati membri e in molti settori, la perdita di posti di lavoro si accompagna a un peggioramento della qualità del lavoro, all'aumento degli ostacoli all'occupazione e al deterioramento delle norme in materia di lavoro; sottolinea la necessità che la Commissione e gli Stati membri compiano sforzi specifici per migliorare la qualità del lavoro al fine di favorire l'incontro tra le competenze e le esigenze del mercato del lavoro; sottolinea la necessità che la Commissione e gli Stati membri affrontino in maniera specifica gli ulteriori problemi causati dall'occupazione a tempo parziale e temporanea imposta, dai contratti precari (come i contratti a zero ore), dal falso lavoro autonomo e dal lavoro non dichiarato; accoglie pertanto con favore l'iniziativa della Commissione relativa a una piattaforma europea del lavoro non dichiarato; ribadisce l'invito agli Stati membri a garantire che le persone con contratti di lavoro precari, a tempo determinato o a tempo parziale, oppure i lavoratori autonomi, fruiscano di una serie di diritti di base e di un'adeguata protezione sociale;

83.

invita la Commissione ad assicurare che i suoi orientamenti strategici promuovano riforme del mercato del lavoro volte, tra l'altro, a ridurre la segmentazione, promuovere il passaggio da un'occupazione all'altra, migliorare l'inclusione dei gruppi vulnerabili nel mercato del lavoro, ridurre la povertà in situazione lavorativa, promuovere la parità di genere, rafforzare i diritti dei lavoratori con contratti atipici e garantire una maggiore protezione sociale per i lavoratori autonomi;

84.

osserva che, nella sua relazione annuale 2013 sull'occupazione e la situazione sociale nell'UE, la Commissione aveva sottolineato l'importanza della spesa per la protezione sociale quale salvaguardia contro i rischi sociali; ricorda l'importanza degli stabilizzatori automatici nell'affrontare gli shock asimmetrici e ai fini di evitare un eccessivo smantellamento dei sistemi sociali nazionali e rafforzare il tal modo la sostenibilità dell'UEM nel suo insieme; invita la Commissione a includere nelle sue RSP l'importanza di mantenere stabilizzatori automatici forti negli Stati membri, considerato il loro ruolo essenziale al fine di mantenere la coesione sociale e stimolare la domanda interna e la crescita economica; rinnova l'invito rivolto alla Commissione affinché prepari un Libro verde sugli stabilizzatori automatici nell'area dell'euro;

85.

prende atto dell'intenzione della Presidenza italiana del Consiglio europeo, indicata nel relativo programma, di avviare la discussione sugli stabilizzatori automatici a livello di UE, prestando particolare attenzione all'eventuale istituzione di un sistema di sostegno alla disoccupazione nell'area dell'euro;

86.

sottolinea l'importanza di politiche attive e inclusive del mercato del lavoro nel contesto attuale, intese come uno strumento strategico per promuovere l'occupazione; è profondamente preoccupato per il fatto che vari Stati membri, nonostante la disoccupazione in crescita, abbiano ridotto gli stanziamenti di bilancio destinati a finanziare politiche attive e inclusive del mercato del lavoro; invita gli Stati membri ad aumentare la copertura e l'efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro, in stretta collaborazione con le parti sociali;

87.

accoglie con favore l'adozione della decisione n. 573/2014/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, su una cooperazione rafforzata tra i servizi pubblici per l'impiego (SPI); prende atto della proposta di regolamento EURES (portale europeo della mobilità professionale) presentata nel gennaio 2014; invita il Parlamento e il Consiglio a deliberare con urgenza in proposito, affinché EURES possa divenire uno strumento efficace di promozione della mobilità dei lavoratori all'interno dell'UE, in linea con le disposizioni del regolamento (UE) n. 1296/2013 e al fine di promuovere la diversità; ricorda che la mobilità deve restare volontaria e non deve limitare gli sforzi volti a creare posti di lavoro di qualità e luoghi di formazione in loco; sottolinea che informazioni professionali affidabili sulle condizioni di vita e di lavoro in altri Stati membri costituiscono un requisito indispensabile per uno Spazio economico europeo ben funzionante;

88.

richiama l'attenzione sul numero crescente di lavoratori, in particolare tra i giovani, che lasciano il paese di origine diretti verso altri Stati membri in cerca di opportunità di lavoro; sollecita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la mobilità dei lavoratori all'interno dell'Unione, al fine di assicurare la libera circolazione rispettando nel contempo il principio della parità di trattamento e salvaguardando le retribuzioni e le garanzie sociali; invita tutti gli Stati membri a stabilire condizioni sociali e lavorative in linea con la strategia Europa 2020;

89.

esprime preoccupazione per il fatto che la disponibilità di competenze scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) non soddisferà la crescente domanda delle imprese nei prossimi anni, il che rende la forza lavoro dell'Unione meno capace di adattarsi e progredire; invita gli Stati membri a investire nella modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione, compresa la formazione permanente e i sistemi di apprendimento duale, e a facilitare il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro;

90.

ritiene che sia necessario migliorare le capacità di leadership, gestione e imprenditorialità tra i giovani per consentire alle nuove imprese e alle start-up di trarre vantaggio dai nuovi mercati e realizzare il loro potenziale di crescita, in modo che i giovani diventino datori di lavoro e non solo lavoratori dipendenti;

91.

osserva che il prestito bancario è ancora la fonte più comune di finanziamento nell'Unione; ritiene tuttavia che esistano reali benefici nelle nuove forme di finanziamento basate su sistemi innovativi e indipendenti dalle banche, come il finanziamento collettivo (crowd funding), gli investitori informali in PMI, i prestiti peer-to-peer, i microfinanziamenti, le agenzie di microcredito facilmente accessibili e altri strumenti che possono offrire investimenti essenziali per permettere alle start-up e alle PMI di crescere e di creare posti di lavoro;

92.

si compiace della riduzione dei tassi di disoccupazione giovanile, ma sottolinea che restano ancora a livelli allarmanti, vale a dire il 22 % nell'UE-28 e il 23,1 % nell'area dell'euro; sottolinea le preoccupanti differenze esistenti tra gli Stati membri (7,8 % in Germania contro il 56,3 % in Grecia nell'aprile 2014); sottolinea che anche la precarietà dei posti di lavoro e la sottoccupazione sono aumentate, tenendo conto che, anche quando i giovani trovano un lavoro, alcuni di essi — in media il 43 % rispetto al 13 % dei lavoratori adulti — si trovano a lavorare in condizioni di precariato o con contratti a tempo parziale imposti; esprime inoltre preoccupazione per il crescente livello di giovani disoccupati senzatetto in molti Stati membri;

93.

valuta positivamente il fatto che la garanzia per i giovani sia menzionata nella maggior parte delle RSP; invita la Commissione a seguire attentamente le sfide individuate nelle RSP del 2014 per quanto riguarda la qualità delle offerte, la mancanza di azioni attive di coinvolgimento dei NEET, la capacità amministrativa dei servizi pubblici per l'impiego e l'assenza di un'interazione efficace con tutti i partner interessati, identificando nel contempo le migliori pratiche che potrebbero servire come riferimento per migliorare i programmi; chiede una maggiore trasparenza nel monitoraggio dell'attuazione, un approccio più ambizioso relativamente ai provvedimenti da adottare nei confronti degli Stati membri che non mostrano progressi e un migliore utilizzo della possibilità di anticipare i finanziamenti; sottolinea al riguardo che l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile dovrebbe essere considerata da tutti gli Stati membri un incentivo a utilizzare il Fondo sociale europeo per finanziare progetti più ampi relativi ai giovani, in particolare quelli che affrontano il problema della povertà e dell'inclusione sociale;

94.

invita la Commissione a proporre un quadro europeo che introduca norme minime per l'attuazione della garanzia per i giovani, anche per quanto concerne la qualità dell'apprendistato e dell'occupazione, salari dignitosi per i giovani e l'accesso ai servizi e ai diritti del lavoro, e copra la fascia di età compresa fra i 25 e i 30 anni; invita gli Stati membri a utilizzare in modo efficiente la dotazione disponibile e ad attuare tempestivamente la garanzia per i giovani; invita la Commissione e gli Stati membri a fare della garanzia per i giovani una priorità, dal momento che gli stanziamenti di bilancio sono anticipati nei primi due anni; chiede di aumentare la dotazione disponibile nel contesto della promessa revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale, tenendo presente che, secondo le stime dell'Organizzazione internazionale del lavoro, sono necessari 21 miliardi di EUR per risolvere il problema della disoccupazione giovanile nell'area dell'euro; ritiene che tale aumento sia un investimento necessario considerate le enormi perdite economiche annue causate dall'inerzia rispetto alla disoccupazione giovanile, che ammontano a 153 miliardi di EUR, pari all'1,2 % del PIL dell'Unione (Eurofound, 2012) (17);

95.

sottolinea l'importanza di valorizzare le competenze pratiche e il sistema duale della formazione professionale, che migliorano l'occupabilità dei giovani;

96.

invita gli Stati membri a migliorare la cooperazione tra le imprese e il settore dell'istruzione a tutti i livelli;

97.

prende atto della raccomandazione del Consiglio del marzo 2014 relativa a un quadro di qualità per i tirocini, onde prevenire la discriminazione e lo sfruttamento dei giovani lavoratori; invita la Commissione e gli Stati membri, nell'ambito del semestre europeo, a integrare tali raccomandazioni nei PNR e nelle RSP;

98.

osserva con preoccupazione che i tassi di disoccupazione femminile sono più alti di quelli della disoccupazione globale (11,7 % nell'UE-18 e 10,4 % nell'UE-28, contro, rispettivamente, l'11,5 % e il 10,2 %); chiede pertanto programmi specifici per la creazione di posti di lavoro di qualità che contemplino misure mirate per le donne; invita a prevedere l'integrazione della dimensione di genere nelle raccomandazioni e sottolinea che la promozione della parità di genere e della partecipazione delle donne al mercato del lavoro non devono essere minacciate da altre raccomandazioni; chiede l'elaborazione di raccomandazioni specifiche volte a ridurre il divario di genere nelle retribuzioni e nelle pensioni, che non solo ha un effetto frenante sull'economia e la competitività, ma è anche un segno di ingiustizia sociale;

99.

valuta positivamente le raccomandazioni intese ad affrontare la scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro; invita la Commissione a includere nella prossima AAC una prospettiva più ampia di parità di genere che vada oltre i tassi di occupazione; invita la Commissione e gli Stati membri ad affrontare questioni quali la segregazione del mercato del lavoro e la ripartizione iniqua delle responsabilità familiari; chiede l'introduzione di servizi pubblici di qualità e a basso costo nel campo della custodia dei bambini e dell'assistenza agli anziani che permettano a coloro che prestano assistenza, in particolare alle donne, di rientrare nel mercato del lavoro e che favoriscano la conciliazione tra vita professionale e vita privata;

100.

invita gli Stati membri a prestare particolare attenzione all'alto tasso di disoccupazione tra le categorie svantaggiate, dando priorità all'accesso e all'integrazione nel mercato del lavoro e all'inclusione delle politiche in materia di accesso e integrazione, dal momento che il lavoro è la chiave per un'integrazione riuscita;

101.

si dichiara profondamente preoccupato per i tassi di disoccupazione più elevati che si registrano tra i disoccupati di lunga durata e i lavoratori anziani, che hanno maggiori difficoltà a rientrare nel mercato del lavoro; invita gli Stati membri ad avvalersi pienamente del Fondo sociale europeo per aiutare tali lavoratori a rientrare con successo nel mercato del lavoro;

102.

osserva con preoccupazione che in molti casi i dipendenti di età superiore ai 40 anni non ricevono più una formazione adeguata, né corsi di perfezionamento sul lavoro; invita pertanto i datori di lavoro, le parti sociali e i governi nazionali a mettere in atto autentici concetti di apprendimento permanente e rilevazioni sul mercato del lavoro, al fine di conseguire quanto prima notevoli miglioramenti nelle qualifiche dei lavoratori più anziani;

103.

valuta positivamente le RSP volte a migliorare l'adeguatezza e la copertura dei regimi di reddito minimo, delle reti di sicurezza e della protezione sociale, come pure la serie di RSP relative alle politiche di inclusione nel mercato del lavoro; ritiene tuttavia che la crescita fragile e disomogenea prevista dalla Commissione per il 2014 e il 2015 non basterà di per sé a controbilanciare l'impatto e le conseguenze che la crisi ha avuto sulla lotta contro la povertà e l'esclusione sociale nonché sul raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020; esorta gli Stati membri a seguire rigorosamente e attuare le raccomandazioni e a proporre nei loro PNR misure specifiche volte a contrastare la povertà, in particolare il problema dei senzatetto e la povertà infantile;

104.

invita la Commissione a collegare più strettamente il semestre europeo agli obiettivi sociali della strategia Europa 2020; ritiene che i PNR debbano riferire in merito ai progressi compiuti in relazione agli obiettivi nazionali in materia di povertà, dimostrando il contributo dato all'obiettivo primario in materia di povertà concordato nell'ambito della strategia Europa 2020; invita la Commissione a emettere in futuro raccomandazioni specifiche per paese sulla lotta alla povertà destinate a tutti gli Stati membri; invita gli Stati membri a dotarsi di misure specifiche in materia di inclusione sociale e lotta contro la discriminazione per la riduzione della povertà destinate ai gruppi più a rischio di esclusione sociale; invita gli Stati membri ad attuare una strategia globale di inclusione attiva fornendo un reddito minimo e un sistema di previdenza sociale, conformemente alle loro prassi nazionali, comprese le disposizioni stabilite nei contratti collettivi o nella legislazione nazionale;

105.

invita gli Stati membri, alla luce della raccomandazione del Consiglio del 9 e 10 dicembre 2013 sulle misure efficaci per l'integrazione dei Rom negli Stati membri, ad attuare misure a lungo termine, mirate e integrate per ridurre il livello di emarginazione sociale ed economica delle comunità Rom, in particolare adottando misure di integrazione nel mercato del lavoro, anche rafforzando i legami tra assistenza sociale e misure di attivazione, incrementando la partecipazione scolastica dei bambini Rom e riducendo l'abbandono scolastico prematuro;

106.

invita la Commissione a far fronte immediatamente all'aumento preoccupante della povertà infantile in tutta l'Unione mediante l'introduzione di una garanzia per i minori contro la povertà; ritiene che tale garanzia sia fondamentale per tutelare i bambini colpiti dalle conseguenze dell'attuale crisi economica e sociale;

107.

deplora che la Commissione abbia formulato le sue raccomandazioni in materia pensionistica senza tenere conto della posizione del Parlamento sul Libro verde e il Libro bianco pertinenti; sottolinea che le riforme dei regimi pensionistici richiedono una coesione politica e sociale a livello nazionale e sono efficaci soltanto se negoziate con le parti sociali; sottolinea inoltre che le necessarie riforme approfondite dei sistemi pensionistici negli Stati membri devono essere predisposte, concepite e adottate nell'ottica di garantire la loro sostenibilità, evitando nel contempo di compromettere livelli pensionistici adeguati, e conformemente alle priorità economiche e sociali della strategia Europa 2020;

108.

ritiene deplorevole che pochissime RSP affrontino la questione della povertà in situazione lavorativa o del problema dei senzatetto; richiama l'attenzione sulla comparsa di nuove forme di povertà che interessano la classe media e quella lavoratrice e sul fatto che le difficoltà nel pagamento dei mutui determinano un aumento degli sfratti e dei pignoramenti; invita la Commissione ad affrontare esplicitamente nell'AAC del 2015 la povertà in situazione lavorativa e la povertà tra le persone aventi un rapporto limitato o nullo con il mercato del lavoro; raccomanda alla Commissione e agli Stati membri di attuare strategie integrate che favoriscano un'edilizia sociale e a prezzi accessibili, politiche di prevenzione efficaci volte a ridurre il numero degli sfratti e politiche che affrontino il problema della povertà energetica, anch'essa in aumento;

109.

valuta positivamente il fatto che alcune RSP vertano sulla lotta alla povertà infantile e su servizi di custodia dei bambini a prezzi accessibili, ma raccomanda un aumento delle politiche rivolte alle famiglie a basso reddito; sollecita un maggior numero di raccomandazioni sulle strategie di inclusione sociale, tra cui la lotta alle forme estreme di povertà, come la condizione di senzatetto;

110.

prende atto del sostegno della Commissione a favore delle strategie di inclusione attiva; ritiene tuttavia che tali strategie debbano comprendere misure atte a integrare nel mercato del lavoro i disabili e le persone con ridotte capacità lavorative; incoraggia gli Stati membri a prendere in considerazione il valore aggiunto insito nell'incentivare i datori di lavoro ad assumere le persone più lontane dal mercato del lavoro, sviluppando una combinazione equilibrata di responsabilità e reti di supporto che coinvolgano tutti i soggetti interessati nello sviluppo delle politiche del mercato del lavoro negli Stati membri;

111.

chiede inoltre, alla luce degli elevati tassi di povertà, che sia effettuata una valutazione intesa ad accertare se il Fondo di aiuti europei agli indigenti disponga di una dotazione adeguata e, in caso contrario, che si esamini la possibilità di un suo incremento nell'ambito della revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale;

112.

conviene con la Commissione che gli Stati membri devono combattere il fenomeno dei senzatetto attraverso strategie globali basate sulla prevenzione, approcci imperniati sull'edilizia e il riesame delle normative e delle prassi in materia di sfratti, nonché ponendo fine alla criminalizzazione dei senzatetto; chiede che siano migliorati lo scambio transnazionale delle buone pratiche e l'apprendimento reciproco e riconosce il ruolo del programma Progress in tale contesto;

113.

valuta positivamente la raccomandazione di investire nell'istruzione, ma è preoccupato dal fatto che più di 20 Stati membri abbiano ridotto la spesa per l'istruzione in termini relativi (espressa in percentuale del PIL), mettendo pertanto a repentaglio il loro potenziale di crescita e creazione di posti di lavoro e la loro competitività; sottolinea che la riduzione di tali investimenti accrescerà le debolezze strutturali dell'UE, dato lo squilibrio tra la crescente esigenza di lavoratori altamente qualificati e il fatto che in molti Stati membri una percentuale elevata della forza lavoro è attualmente poco qualificata;

114.

prende atto della raccomandazione della Commissione che invita a riformare i sistemi sanitari affinché realizzino l'obiettivo di assicurare a tutti un accesso pubblico a cure di qualità in modo efficiente sotto il profilo dei costi, e a garantirne la sostenibilità finanziaria;

115.

rinnova la richiesta di coinvolgere maggiormente e in modo strutturato i rappresentanti della società civile a livello nazionale e di UE, al fine di salvaguardare la legittimità del processo del semestre europeo e di accrescerne l'efficacia; attende con interesse, a tale riguardo, che la Commissione coinvolga come previsto le parti sociali nel contesto del comitato per il dialogo sociale prima dell'adozione dell'AAC del 2015;

116.

critica il fatto che non tutti gli Stati membri abbiano coinvolto sia i rispettivi parlamenti che le parti sociali e la società civile nell'elaborazione dei loro PNR; invita gli Stati membri a inserire nei loro PNR un riepilogo dettagliato che illustri i soggetti coinvolti e secondo quali modalità; invita la Commissione a tenere conto delle varie prassi parlamentari e del diverso coinvolgimento dei soggetti interessati nel semestre europeo;

Politiche di bilancio

117.

sottolinea nuovamente il ruolo cruciale del bilancio dell'UE nello stimolare la crescita sostenibile, promuovere la creazione di posti di lavoro e ridurre gli squilibri macroeconomici nell'UE, contribuendo in tal modo alla riduzione delle disparità sociali; ribadisce in particolare che, anche senza tenere conto del suo ruolo di catalizzatore di investimenti, circa il 60 % del bilancio dell'UE è direttamente destinato al conseguimento degli obiettivi di Europa 2020; sottolinea inoltre che molti programmi 2014-2020 includono strumenti finanziari innovativi, potenzialmente in grado di svolgere un ruolo chiave nel sostenere gli investimenti sia pubblici che privati negli Stati membri, in particolare per quanto riguarda gli investimenti a lungo termine, ampiamente riconosciuti come una delle massime priorità politiche;

118.

ricorda la necessità, all'inizio del nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP), di una rapida ed efficace attuazione dei nuovi programmi, sia a livello dell'UE che degli Stati membri, per far sì che tali programmi contribuiscano al processo di ripresa economica; chiede un'attuazione particolarmente rapida dei programmi che beneficeranno di una concentrazione dei finanziamenti nei primi anni del QFP, quali Orizzonte 2020, COSME, Erasmus+ e l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile; pone l'accento sul fatto che tali programmi esercitano un effetto leva e svolgano un ruolo sinergico e catalitico nei confronti delle politiche nazionali di investimento, della crescita e della creazione di posti di lavoro; sottolinea la necessità di un rapido avvio della politica di coesione 2014-2020 (in termini di accordi di partenariato già firmati, programmi operativi concordati e prefinanziamenti erogati); pone ancora una volta l'accento sul ruolo della politica di coesione nel sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro su tutto il territorio dell'Unione europea; invita gli Stati membri, in tale contesto, a garantire che i finanziamenti dell'UE siano diretti, ove possibile, a progetti intesi a promuovere la creazione di posti di lavoro, in particolare per i giovani, nonché la crescita sostenibile e la competitività; esprime profonda preoccupazione per quanto riguarda il livello senza precedenti degli impegni residui («RAL»), che riguardano prevalentemente la politica di coesione, e il rischio elevato di disimpegni cui si trovano di fronte alcuni Stati membri per quanto riguarda i finanziamenti del precedente periodo di programmazione;

119.

sostiene sia la garanzia europea per i giovani sia l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, quali strumenti fondamentali per lottare contro il livello notevolmente elevato di disoccupazione giovanile; accoglie con favore i recenti provvedimenti presi dalla Commissione per assistere gli Stati membri nel programmare rapidamente le misure finanziate a titolo dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile; esorta la Commissione e gli Stati membri a garantire un'attuazione adeguata, efficace, rapida e tempestiva di tali programmi;

120.

sottolinea che per promuovere l'occupazione, la crescita e la competitività nell'UE è necessario dare una spinta alla creazione di catene di valore nell'Unione e integrare maggiormente le imprese, incluse le PMI, a tutti i livelli di tali catene; ricorda che tali politiche dovrebbero riguardare le imprese di tutte le dimensioni, favorire il mantenimento della catena produttiva in Europa, sostenere i settori con un elevato potenziale di crescita, concentrandosi in particolare sull'innovazione, le competenze, la sostenibilità, l'imprenditorialità e la creatività, e consentire una crescita e un benessere sufficienti per generare un aumento della creazione di posti di lavoro;

121.

sottolinea che, in un momento in cui molti Stati membri dipendono fortemente da un singolo fornitore di energia, sei dei quali dipendono interamente dalla Russia per il gas naturale, la promozione e la salvaguardia dei posti di lavoro necessita altresì di una riduzione della vulnerabilità dell'UE agli shock energetici esterni, come dimostrato dalla crisi in corso in Ucraina; accoglie con favore, in tale ambito, le conclusioni del Consiglio europeo del 26-27 giugno 2014 e si attende che tali conclusioni siano integrate entro ottobre 2014 da misure ambiziose a medio e lungo termine per rafforzare la sicurezza energetica dell'UE;

122.

sottolinea che i massimali limitati dei pagamenti per il periodo 2014-2020 restano un problema nodale per il bilancio dell'UE, con un effetto negativo sulla ripresa economica, in quanto i ritardi di pagamento nuocciono, in primo luogo, ai beneficiari diretti; ricorda la necessità di assicurare, alla luce dell'attuazione, un avanzamento tempestivo e regolare dei pagamenti, in modo da procedere sia con quelli derivanti da impegni passati sia con quelli connessi ai prefinanziamenti volti a lanciare rapidamente i nuovi programmi, e da scongiurare qualsiasi riporto anomalo degli impegni residui («RAL») al bilancio 2015; esorta a tale proposito il Consiglio ad adottare nella sua interezza il progetto di bilancio rettificativo n. 3/2014, quale presentato dalla Commissione, in modo tale da garantire il massimo impatto del bilancio dell'UE in termini di investimento effettivo; sottolinea che l'adozione senza modifiche dei progetti di bilancio rettificativo n. 2, 3 e 4 comporterebbe un'incidenza di bilancio complessiva pari solamente a 106 miliardi di EUR di contributi supplementari basati sul reddito nazionale lordo (RNL), che devono essere messi a disposizione dagli Stati membri al fine di garantire un livello sufficiente di stanziamenti di pagamento nel 2014 per coprire gli attuali obblighi giuridici dell'Unione; sottolinea la propria determinazione a continuare a monitorare la situazione complessiva per quanto riguarda i pagamenti ed i RAL e a sfruttare appieno tutti gli strumenti di flessibilità previsti dal regolamento QFP e dal relativo accordo interistituzionale; sottolinea che la questione relativa alla ricorrente crisi della bilancia dei pagamenti del bilancio UE deve essere affrontata in modo sostenibile in occasione del riesame postelettorale del QFP 2014-2020, il cui lancio è atteso, quanto prima, da parte della nuova Commissione europea, che deve entrare in funzione il 1o novembre 2014;

123.

ricorda la sua opinione secondo cui la situazione di bilancio negli Stati membri può essere alleggerita mediante un nuovo sistema di risorse proprie per il finanziamento del bilancio dell'Unione, che ridurrà i contributi basati sull'RNL permettendo così agli Stati membri di realizzare i loro sforzi di risanamento senza compromettere i finanziamenti dell'UE destinati a sostenere gli investimenti nelle misure per la ripresa economica e le riforme; ricorda che la Commissione ha presentato diverse proposte legislative al fine di riformare il sistema delle risorse proprie, ma che purtroppo finora nessuna di esse è stata seriamente discussa in seno al Consiglio; sottolinea pertanto l'importanza che attribuisce al nuovo gruppo di lavoro ad alto livello sulle risorse proprie, che dovrebbe portare ad un'autentica riforma del finanziamento dell'UE;

124.

esorta la Commissione, nel quadro dell'analisi annuale della crescita per il 2015, che sarà pubblicata a novembre 2014, a trattare esaustivamente e a sottolineare il ruolo del bilancio dell'UE nel processo del semestre europeo, fornendo dati reali e concreti sui suoi effetti di stimolo, catalizzatori, sinergici e integrativi sulla spesa pubblica complessiva a livello locale, regionale e nazionale;

125.

invita inoltre la Commissione a fornire, nella prossima analisi annuale della crescita, un quadro esauriente e completo dei risultati conseguiti grazie all'attuazione del patto per la crescita e l'occupazione adottato dal Consiglio europeo di giugno 2012, al fine di superare la crisi economica e finanziaria, ed a presentare nuove proposte sul ruolo che il bilancio dell'UE potrebbe svolgere per stimolare ancora di più una crescita intelligente, sostenibile, inclusiva, efficiente sul piano delle risorse e in grado di creare occupazione;

126.

si compiace dell'impegno assunto dal Presidente eletto della Commissione di dare un seguito alla tabella di marcia della Commissione intitolata «Verso un'autentica Unione economica e monetaria» del 5 dicembre 2012; ritiene che qualsiasi finanziamento o strumento supplementare, ad esempio il meccanismo di solidarietà, debba essere parte integrante del bilancio dell'Unione, ma comunque andare oltre i massimali concordati del QFP;

Mercato interno

127.

chiede la creazione di un autentico mercato interno dell'energia che assicuri un accesso equo al mercato, un elevato livello di protezione dei consumatori e un mercato accessibile, in particolare per le PMI;

128.

reputa che gli Stati membri debbano potenziare gli sforzi volti a modernizzare la pubblica amministrazione, mediante il completamento delle riforme delle rispettive leggi in materia di pubblica amministrazione, una maggiore e migliore prestazione di servizi digitali a cittadini e imprese, la riduzione dei costi e una maggiore efficienza nonché la promozione della cooperazione transfrontaliera e l'attuazione di quadri di interoperabilità per le pubbliche amministrazioni; sottolinea che un'attuazione completa e rapida della legislazione dell'UE in materia di appalti pubblici e concessioni costituirebbe una grande opportunità per rafforzare l'innovazione e l'accesso delle PMI e per modernizzare la pubblica amministrazione, sia a livello governativo che locale, migliorando la qualità, l'efficacia e la trasparenza delle spese e degli investimenti pubblici;

Politiche ambientali

129.

sottolinea che il fatto che le economie dell'Unione europea diventino sempre più rispettose dell'ambiente contribuisce ad una crescita a lungo termine resistente alle crisi, accresce la competitività e crea posti di lavoro, migliorando nel contempo la sicurezza e l'indipendenza energetiche dell'Unione, e che l'economia verde va vista come principale fattore propulsivo dello sviluppo economico;

o

o o

130.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, ai governi degli Stati membri, alla Commissione, ai parlamenti nazionali e alla Banca centrale europea.


(1)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 12.

(2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 41.

(3)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 8.

(4)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 33.

(5)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

(6)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 1.

(7)  Testi approvati, P7_TA(2014)0240.

(8)  Testi approvati, P7_TA(2013)0036.

(9)  Testi approvati, P7_TA(2014)0130.

(10)  GU L 140 del 27.5.2013, pag. 11.

(11)  GU L 140 del 27.5.2013, pag. 1.

(12)  Testi approvati, P7_TA(2014)0129.

(13)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320.

(14)  GU C 51 E del 22.2.2013, pag. 101.

(15)  Testi approvati, P7_TA(2014)0043.

(16)  Testi approvati, P7_TA(2013)0205.

(17)  Eurofound (2012), «NEET — Giovani che non studiano e non lavorano: caratteristiche, costi e risposte politiche in Europa», Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo.


Giovedì 23 ottobre 2014

27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/21


P8_TA(2014)0039

Chiusura della ONG Memorial, titolare del Premio Sacharov 2009, in Russia

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2014 sulla chiusura della ONG «Memorial» (vincitrice del premio Sacharov 2009) in Russia (2014/2903(RSP))

(2016/C 274/02)

Il Parlamento europeo,

viste le sue precedenti raccomandazioni e risoluzioni sulla Russia, in particolare le sue raccomandazioni al Consiglio del 23 ottobre 2012 (1) e del 2 aprile 2014 (2) concernenti l'applicazione di restrizioni comuni in materia di visti ai funzionari russi coinvolti nel caso Sergei Magnitsky, nonché le sue risoluzioni del 13 giugno 2013 sullo Stato di diritto in Russia (3) e del 13 marzo 2014 sulla Russia: condanna dei manifestanti coinvolti nei fatti di Piazza Bolotnaya (4),

vista l'assegnazione del premio Sacharov 2009 per la libertà di pensiero a «Memorial», organizzazione non governativa (ONG) russa impegnata, tra l'altro, nella difesa dei diritti dei prigionieri politici in Russia,

vista la dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) del 26 marzo 2013 sulla situazione delle ONG nella Federazione russa,

vista la costituzione russa, in particolare l'articolo 118, che attribuisce ai soli tribunali il potere di amministrare la giustizia nella Federazione russa, e l'articolo 120, che sancisce l'indipendenza dei giudici e l'assoggettamento degli stessi unicamente alla costituzione russa e alle leggi federali,

viste le consultazioni UE-Russia in materia di diritti umani del 28 novembre 2013,

vista la dichiarazione del mediatore per i diritti umani della Federazione russa, Vladimir Lukin, del 4 marzo 2014, sulle manifestazioni pubbliche a Mosca e sui provvedimenti adottati dalle autorità di contrasto,

visti il vigente accordo di partenariato e di cooperazione (APC) che istituisce un partenariato tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Federazione russa, dall'altra, e i negoziati sospesi per un nuovo accordo UE-Russia,

visti il «partenariato per la modernizzazione» avviato nel 2010 a Rostov-sul-Don e l'impegno assunto dalla dirigenza russa in relazione allo Stato di diritto quale base fondamentale per la modernizzazione del paese,

vista la dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, adottata dall'Assemblea generale dell'ONU il 9 dicembre 1998,

visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.

considerando che la Federazione russa, quale membro a pieno titolo del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e delle Nazioni Unite, si è impegnata a rispettare i principi della democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani; che, in ragione di diverse violazioni gravi dello Stato di diritto e dell'adozione di leggi restrittive nel corso degli ultimi mesi, si nutrono sempre maggiori preoccupazioni riguardo al rispetto degli obblighi internazionali e nazionali da parte della Russia; che in più occasioni l'UE ha offerto a titolo addizionale la propria assistenza e competenza per aiutare il paese a modernizzare e rispettare il proprio ordine costituzionale e giuridico, in linea con le norme del Consiglio d'Europa;

B.

considerando che la situazione dei diritti umani in Russia è peggiorata negli ultimi anni e che le autorità russe hanno adottato una serie di provvedimenti legislativi contenenti disposizioni ambigue, utilizzate per imporre ulteriori restrizioni ai membri dell'opposizione e della società civile e ostacolare le libertà di espressione e di riunione;

C.

considerando che la legge russa sugli «agenti stranieri», adottata nel luglio 2012, impone alle ONG che ricevono finanziamenti stranieri e sono impegnate in «attività politiche» di presentare domanda per essere incluse in un elenco governativo speciale degli agenti stranieri, per essere poi sottoposte a rigorosi controlli supplementari da parte del governo, e che tale legge obbliga le stesse ONG a dichiarare in ogni pubblicazione, comunicato stampa e relazione che tali documenti sono stati elaborati da un agente straniero; che la legge è stata modificata nel maggio 2014 per consentire al ministero della Giustizia di registrare le ONG come «agenti stranieri» a propria discrezione;

D.

considerando che l'attuazione di tale legge ha comportato gravi interventi quali retate della polizia, sequestri di beni, ammende amministrative e altri provvedimenti intesi a ostacolare le organizzazioni della società civile e a dissuaderle dallo svolgere il loro lavoro; che tredici gruppi di spicco nel settore della difesa dei diritti hanno presentato congiuntamente una denuncia dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo per contestare la legge sugli «agenti stranieri»; che tale domanda è attualmente oggetto di esame;

E.

considerando che numerose organizzazioni russe e internazionali dei diritti umani hanno segnalato che il ricorso a provvedimenti sproporzionati e atti aggressivi da parte delle forze di sicurezza ha provocato episodi di violenza cui hanno fatto seguito arresti arbitrari di manifestanti; che leader di partiti e movimenti di opposizione sono soggetti a vessazioni da parte delle autorità russe e alcuni di essi sono attualmente in stato di fermo con diverse accuse;

F.

considerando che lo svolgimento di diversi processi e procedimenti giudiziari nel corso degli ultimi anni ha sollevato dubbi circa l'indipendenza e l'imparzialità delle istituzioni giudiziarie della Federazione russa; che tali processi vanno considerati in un contesto più ampio, caratterizzato da un aumento della repressione, della persecuzione e delle violazioni dei diritti umani in Russia, tra cui figurano arresti, carcerazioni e processi per motivi politici, e che i casi di Sergej Magnitskij, Michail Chodorkovskij e Aleksej Naval'nyj sono solo gli esempi più eclatanti;

G.

considerando che le autorità russe stanno ampliando i programmi di sorveglianza di massa e che tali programmi, unitamente alle leggi che limitano la libertà delle ONG, rappresentano per le autorità russe un potentissimo strumento per controllare e opprimere le voci dell'opposizione;

H.

considerando che Memorial è un'associazione storica russa per la difesa dei diritti umani che opera dal 1987 per promuovere i valori di difesa della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani fondamentali nella pratica politica e nella vita pubblica e che è stata fondata su iniziativa di un gruppo di dissidenti dell'era sovietica sotto l'egida del premio Nobel Andrej Sacharov;

I.

considerando che il ministero della Giustizia russo chiede attualmente la liquidazione di Memorial, dal momento che riunisce oltre 50 agenzie regionali indipendenti su scala nazionale sotto un'unica organizzazione centrale, senza disporre di una sede centrale; che, secondo il diritto federale, un'organizzazione può essere definita «nazionale» solo se è rappresentata in più della metà delle regioni della Russia attraverso organizzazioni «regionali» formalmente registrate; che Memorial è registrata presso il ministero della Giustizia dal 1992;

J.

considerando che Memorial, grazie alle voci dei suoi leader, si è opposta fermamente all'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia, esprimendo dure critiche al riguardo, e ha invitato il presidente Putin a porre fine a tale situazione;

K.

considerando che nel 2009 il Parlamento europeo ha assegnato il premio Sacharov a Memorial;

L.

considerando che il 23 maggio 2014 un tribunale di Mosca ha disposto la registrazione del centro per i diritti umani Memorial quale «agente straniero» in ragione della sua «attività politica» nel campo dei diritti umani; che, a seguito di ciò, l'ONG si è rifiutata di registrarsi con tale ingiusta denominazione e ha deciso di liquidare la propria struttura, proseguendo il suo operato senza alcuna registrazione nella Federazione russa;

M.

considerando che il 13 ottobre 2014 il ministero della Giustizia russo ha intentato un'azione legale al fine di liquidare l'associazione russa Memorial, adducendo il fatto che l'associazione stessa e le relative affiliate sarebbero registrate in maniera indebita;

N.

considerando che Memorial potrebbe essere sciolta una volta che, il 13 novembre 2014, la Corte suprema russa delibererà in merito all'azione legale;

O.

considerando che Memorial ha da tempo problemi con l'amministrazione russa, dato che, tra le altre cose, è stata denominata «agente straniero» dal ministero della Giustizia nel luglio del 2014, è stata costretta a chiudere il suo ufficio in Cecenia dopo l'assassinio dell'attivista per i diritti umani Natal'ja Estemirova, che stava indagando su casi di rapimento e omicidio, ed è stata la prima organizzazione oggetto di un ordine di liquidazione destinato al suo centro contro le discriminazioni ADC di San Pietroburgo (attivo sul fronte della promozione dei diritti dei rom in Russia, dei lavoratori migranti provenienti dall'Asia centrale e dal Caucaso, e dell'etnia dei tatari in Crimea) per non essersi registrata come «agente straniero»;

P.

considerando che i siti Internet di talune emittenti giornalistiche indipendenti sono stati bloccati a norma di nuovi emendamenti alla legge sull'informazione, sulle tecnologie dell'informazione e sulla protezione delle informazioni adottati a febbraio 2014; che tra i siti si annoverano Grani.ru, Kasparov.ru, EJ.ru, nonché il blog dell'attivista dell'opposizione Aleksej Naval'nyj sul sito web della stazione radio Moscow Echo e Livejournal.com; che le trasmissioni del canale televisivo via cavo dell'opposizione, Dožd' (Pioggia), un'emittente indipendente, sono state interrotte in certe zone;

1.

condanna fermamente il ricorso presentato dal ministero della Giustizia russo dinanzi alla Corte suprema volto a chiudere l'organizzazione indipendente per la difesa dei diritti «Memorial», nonché l'udienza prevista il 13 novembre 2014, ed esorta il ministero della Giustizia a ritirare l'azione legale prima che si tenga l'udienza; sottolinea che Memorial svolge un ruolo cruciale nello sviluppo di valori democratici e nella promozione dei diritti umani in Russia;

2.

invita le autorità russe a porre fine a tutte le vessazioni, anche a livello giudiziario, contro l'associazione Memorial, il centro per i diritti umani Memorial, i relativi membri e tutti i difensori dei diritti umani nella Federazione russa, e a garantire che questi possano svolgere le loro legittime attività in ogni circostanza, senza alcuna ingerenza;

3.

sottolinea che Michail Fedotov, presidente del Consiglio presidenziale russo per la società civile e i diritti umani, ha affermato con chiarezza che non vi sono presupposti giuridici per la chiusura di Memorial e che l'udienza della Corte suprema andrebbe rinviata a dopo la conferenza di Memorial, in programma il 19 novembre 2014, in occasione della quale è atteso l'annuncio di modifiche alla sua struttura organizzativa onde rispettare la legge russa;

4.

ritiene che la legge sugli «agenti stranieri» sia contraria agli impegni sottoscritti dalla Russia nel quadro del Consiglio d'Europa e dell'OSCE; reputa inoltre che la definizione di «attività politica» svolta da una ONG che accetta finanziamenti esteri sia così ampia da permettere al governo di controllare in pratica qualsiasi attività organizzata relativa alla vita pubblica; esorta pertanto la Russia ad abrogare le leggi contenenti disposizioni non conformi agli impegni costituzionali e internazionali assunti dal paese in materia di diritti umani;

5.

esprime la più profonda preoccupazione per i successivi emendamenti apportati nel maggio 2014 alla legge sugli «agenti stranieri», in base a cui il ministero della Giustizia può ormai iscrivere gruppi nel registro degli «agenti stranieri» a propria discrezione, senza il consenso degli interessati;

6.

rileva che, a seguito di tale revisione della legge, il ministero della Giustizia ha prontamente registrato i primi quindici gruppi e che, successivamente, diverse ONG si sono battute in tribunale, senza successo, contro i tentativi delle autorità di costringerle a iscriversi nel registro;

7.

sottolinea che tali ONG (centro per i diritti umani Memorial, Public Verdict Foundation, AGORA e JURIX) sono particolarmente note per l'assistenza giuridica che forniscono alle vittime della manipolazione politica della giustizia, agli attivisti della società civile e ai manifestanti pacifici fatti oggetto di persecuzione, nonché agli attivisti LGBT e alle vittime di atti di violenza commessi dalla polizia, e che esse svolgono attualmente un ruolo essenziale per lo sviluppo dei valori democratici e la promozione dei diritti umani in Russia;

8.

invita le autorità russe a garantire il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in qualsiasi circostanza, conformemente alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e agli strumenti internazionali e regionali sui diritti umani ratificati dalla Federazione russa, nonché a rispettare il diritto di tutti i cittadini a esercitare le libertà fondamentali e i diritti umani universali; invita le autorità russe a conformarsi alle disposizioni della Dichiarazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa sull'azione del Consiglio d'Europa relativa al miglioramento della protezione dei difensori dei diritti umani e alla promozione delle loro attività;

9.

esprime profonda preoccupazione per il mancato rispetto, da parte della Russia, degli obblighi giuridici internazionali ad essa incombenti in quanto membro del Consiglio d'Europa e dell'OSCE, nonché dei diritti umani fondamentali e dello Stato di diritto, come sancito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR);

10.

esprime profonda inquietudine per il peggioramento delle condizioni della società civile critica in Russia, segnatamente di quelle organizzazioni impegnate a favore dei diritti umani e delle libertà democratiche che muovono critiche nei confronti delle politiche dello Stato; invita caldamente la Russia a invertire l'attuale tendenza al fine di garantire a tali cittadini e organizzazioni di svolgere le loro legittime attività senza impedimenti, nonché a promuovere la partecipazione di una società civile critica;

11.

sottolinea che la libertà di riunione nella Federazione russa è sancita dall'articolo 31 della Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, di cui la Russia è firmataria, e che le autorità russe sono pertanto obbligate a rispettarla; invita la Federazione russa a rispettare i principi dello Stato di diritto, della libertà di espressione e della libertà di riunione;

12.

invita il vicepresidente/alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a garantire che i casi di tutti coloro che sono perseguitati per motivi politici siano sollevati nel quadro degli incontri con le controparti russe e che i rappresentanti della Russia in tali incontri siano formalmente chiamati a rispondere caso per caso;

13.

invita i presidenti del Consiglio e della Commissione, nonché il vicepresidente/alto rappresentante, a continuare a seguire da vicino i suddetti casi e a sollevare tali questioni con diverse modalità e in vari incontri con la Russia, riferendo quindi al Parlamento in merito agli scambi intrattenuti con le autorità russe;

14.

esorta il VP/AR e il SEAE a garantire che l'Unione europea si adoperi in tutti i modi per continuare a offrire la propria collaborazione e assistenza alle organizzazioni della società civile della Russia, incluse quelle impegnate nella promozione dei valori della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto;

15.

esorta la Commissione e il SEAE, in relazione all'attuale fase di programmazione degli strumenti finanziari dell'UE, a incrementare l'assistenza finanziaria a favore della società civile russa e a includere il Forum della società civile UE-Russia nello strumento di partenariato al fine di garantire un sostegno a lungo termine sostenibile e credibile;

16.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa nonché al presidente, al governo e al parlamento della Federazione russa.


(1)  GU C 68 E del 7.3.2014, pag. 13.

(2)  Testi approvati, P7_TA(2014)0258.

(3)  Testi approvati, P7_TA(2013)0284.

(4)  Testi approvati, P7_TA(2014)0253.


27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/25


P8_TA(2014)0040

Diritti umani in Uzbekistan

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2014 sui diritti umani in Uzbekistan (2014/2904(RSP))

(2016/C 274/03)

Il Parlamento europeo,

viste le sue precedenti risoluzioni sull'Uzbekistan,

vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2011 sullo stato di attuazione della strategia dell'UE per l'Asia centrale (1),

vista la strategia dell'UE per un nuovo partenariato con l'Asia centrale, adottata dal Consiglio europeo il 21-22 giugno 2007, e viste le relazioni del 24 giugno 2008 e del 28 giugno 2010 della Commissione e del Consiglio sullo stato dei lavori,

viste le conclusioni del Consiglio Affari esteri dell'ottobre 2009 e 2010,

vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2012 dal titolo «Una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE» (2),

visti gli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani per la libertà di espressione online e offline, adottati dal Consiglio Affari esteri il 12 maggio 2014,

visto l'annuncio proclamato in occasione della riunione ministeriale tra l'UE e i paesi dell'Asia centrale, tenutasi il 20 novembre 2013, sullo stanziamento di 1 miliardo di euro a favore dei paesi dell'Asia centrale per il periodo 2014-2020 nell'ambito dello strumento dell'UE per la cooperazione allo sviluppo,

visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.

considerando che gli impegni presi dall'Uzbekistan in materia di protezione dei diritti umani, tra cui le libertà di espressione, assemblea, associazione e religione garantite nel patto internazionale sui diritti civili e politici, nonché nell'ambito del divieto di tortura sancito nel patto contro la tortura, hanno prodotto limitati risultati positivi;

B.

considerando che le autorità uzbeke hanno imprigionato migliaia di persone con accuse di stampo politico al fine di imporre le proprie misure repressive, prendendo di mira attivisti per i diritti umani e oppositori, giornalisti, credenti religiosi, artisti e altri percepiti come detrattori, e che nella classifica mondiale della libertà di stampa 2014, elaborata da Reporter senza frontiere, l'Uzbekistan occupa il 166o posto su 180 paesi, mentre Freedom House giudica il paese, la stampa e Internet «non liberi»; che nel paese le libertà digitali sono sistematicamente represse e violate;

C.

considerando che tra le persone imprigionate senza motivo, se non quello dell'esercizio pacifico del loro diritto alla libertà di espressione, figurano 15 ben noti attivisti per i diritti umani (3), cinque giornalisti (4), quattro oppositori politici pacifici (5) e tre figure religiose indipendenti (6); che altri sette sono ritenuti critici nei confronti del governo o testimoni del massacro di Andijan del 13 maggio 2005, quando le forze governative uzbeke hanno sparato uccidendo centinaia di manifestanti in gran parte pacifici (7); che numerosi detenuti versano in cattive condizioni di salute, sono stati torturati e si sono visti prolungare arbitrariamente il periodo di condanna in prigione;

D.

considerando che il governo uzbeko, quando sottoposto a forti pressioni esterne come sanzioni, restrizioni all'assistenza militare e altre dure critiche pubbliche e specifiche da parte dei suoi partner internazionali, ha risposto adottando misure aggiuntive volte a migliorare la situazione dei diritti umani, come ad esempio il rilascio, alla vigilia di importanti vertici bilaterali o di visite di alto livello, di alcuni prigionieri detenuti sulla base di accuse di matrice politica;

E.

considerando che il governo uzbeko continua a rifiutare un'inchiesta indipendente sul massacro di centinaia di persone avvenuto ad Andijan nel 2005; che oltre 200 persone stanno ancora scontando condanne relative agli eventi di Andijan a seguito di processi svoltisi a porte chiuse, viziati da gravi violazioni del diritto al giusto processo e da segnalazioni secondo cui potrebbe essere stato fatto ricorso a pratiche di tortura per ottenere confessioni; che alcuni dei crimini legati al massacro di Andijan e il reato di tortura sono soggetti a giurisdizione universale;

F.

considerando che nel 2009 e nel 2010 il Consiglio ha revocato le sanzioni imposte dall'UE «per incoraggiare le autorità uzbeke a compiere ulteriori interventi concreti intesi a migliorare la situazione in materia di stato di diritto e diritti umani sul terreno», affermando inoltre che «il Consiglio seguirà da vicino e costantemente la situazione esistente in Uzbekistan in materia di diritti umani» e che «l'intensità e la qualità del dialogo e della cooperazione dipenderanno dalle riforme attuate […] dall'Uzbekistan»;

G.

considerando che, in base alle ultime relazioni, il lavoro forzato e il lavoro minorile nella raccolta del cotone sono ancora diffusi, malgrado l'impegno delle autorità uzbeke di dare un giro di vite a tale pratica e che, secondo la relazione dell'OIL del 19 novembre 2013, un milione di cittadini uzbeki, sia minori che adulti, sono costretti dal governo uzbeko a raccogliere il cotone in condizioni inaccettabili e possono incorrere in sanzioni nel caso in cui si rifiutino di farlo;

H.

considerando che i negoziati di adesione dell'Uzbekistan all'OMC sono ancora in corso e che l'accordo di partenariato e cooperazione UE-Uzbekistan contiene una precisa clausola sul rispetto della democrazia e dei diritti umani, che le parti si sono impegnate a rispettare;

1.

mette in rilievo l'importanza delle relazioni tra l'UE e l'Uzbekistan e del rafforzamento della cooperazione politica ed economica, ma sottolinea altresì che tali relazioni devono basarsi sul rispetto reciproco dei principi della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani, come chiaramente stabilito nell'accordo di partenariato e di cooperazione UE-Uzbekistan;

2.

chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone detenute per motivi politici, per l'espressione pacifica delle loro opinioni politiche, per l'attivismo nella società civile, per lo svolgimento di attività giornalistica o per le loro opinioni religiose;

3.

sottolinea che qualsiasi persona presunta rea di atti di violenza dovrebbe beneficiare di un nuovo ed equo processo in conformità alle norme internazionali e, se ritenuta colpevole, essere soggetta a sanzioni penali e/o amministrative, sempre in conformità alle norme internazionali;

4.

invita le autorità uzbeke a non permettere la tortura, a porre fine in modo immediato e incondizionato a tutte le forme di tortura e abuso in carcere e di maltrattamento durante la custodia cautelare, anche assicurando un accesso senza restrizioni all'assistenza legale in tutte le fasi delle indagini, garantendo la rapida fruizione di cure mediche adeguate e ripristinando il monitoraggio indipendente delle carceri, nonché a fornire alle famiglie di tutti i prigionieri informazioni complete riguardo a dove si trovano i loro familiari e in che stato di salute versano;

5.

sollecita le autorità uzbeke a condurre indagini su tutti i funzionari, il personale dei servizi di sicurezza e il personale penitenziario che avrebbero torturato o maltrattato prigionieri e detenuti o negato richieste di cure mediche, e ad assicurarli alla giustizia;

6.

esorta l'Uzbekistan a rispettare tutte le raccomandazioni internazionali contro la tortura, a ordinare la chiusura immediata del carcere 64/71 di Jaslyk, ad approvare le richieste in sospeso di 11 procedure speciali delle Nazioni Unite al fine di visitare l'Uzbekistan, compresa quella del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, nonché a consentire il controllo indipendente e senza restrizioni delle carceri da parte del comitato internazionale della Croce Rossa e di altri osservatori indipendenti;

7.

esorta il governo uzbeko a porre fine alla prassi di escludere in modo arbitrario i detenuti con accuse di matrice politica che potrebbero beneficiare dell'amnistia dalle dichiarazioni annuali di amnistia nonché di prolungare in modo arbitrario le pene detentive per reati minori o per «violazioni delle norme penitenziarie» conformemente all'articolo 221 del codice penale sulla «non osservanza dei termini della pena»;

8.

invita le autorità uzbeke a garantire i diritti delle donne, in particolare rispettando le raccomandazioni del comitato delle Nazioni Unite contro la tortura;

9.

invita l'alto rappresentante dell'UE, il SEAE e gli Stati membri ad attuare immediatamente una strategia volta a esercitare pressioni sull'Uzbekistan affinché migliori concretamente e in modo misurabile la situazione dei diritti umani nei prossimi mesi, fissando il decimo anniversario del massacro di Andijan, che si celebrerà l'anno prossimo, quale termine per compiere progressi; esorta il SEAE a fornire al Parlamento informazioni sui rappresentanti delle autorità uzbeke ritenute responsabili dei crimini perpetrati ad Andijan, compresi i 12 individui nei confronti dei quali l'Unione ha imposto sanzioni in risposta al massacro, sanzioni che sono state in seguito revocate;

10.

sottolinea il fatto che i miglioramenti concreti dovrebbero includere le condizioni stabilite dai ministri degli Affari esteri dell'UE nel 2010, ovvero: 1) rilasciare tutti i difensori dei diritti umani detenuti e i prigionieri di coscienza; 2) consentire l'attività senza restrizioni delle organizzazioni non governative nel paese; 3) cooperare pienamente con tutti i relatori speciali delle Nazioni Unite; 4) garantire la libertà di parola e dei media; 5) procedere all'attuazione pratica delle convenzioni contro il lavoro minorile; e 6) allineare pienamente i suoi processi elettorali alle norme internazionali;

11.

ritiene che, qualora non si registrassero progressi significativi in tali ambiti, l'UE debba assumere un ruolo guida e presentare una risoluzione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani a titolo del punto 4, che istituisca un meccanismo specifico per paese per l'Uzbekistan e garantisca un impegno sostenuto e proattivo da parte del Consiglio per i diritti umani mediante il monitoraggio, la comunicazione al pubblico e il dibattito sulla situazione dei diritti umani in Uzbekistan;

12.

invita inoltre l'UE, dal momento che la particolare urgenza del caso non impone di fornire al Consiglio di cooperazione le pertinenti informazioni sulla situazione, e in conformità agli articoli 2 e 95 dell'accordo di partenariato e di cooperazione, a comunicare all'Uzbekistan che, se non vi saranno progressi in relazione alle suddette questioni riguardanti i diritti umani nei prossimi sei mesi, essa imporrà misure punitive mirate;

13.

invita gli Stati membri a conformarsi al codice di condotta per le esportazioni di armi e a rispettare i regolamenti relativi alle esportazioni di prodotti a duplice uso;

14.

esorta le autorità uzbeke ad attuare appieno la sua risoluzione del 15 dicembre 2011 sul progetto di decisione del Consiglio relativo alla conclusione di un protocollo all'accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica dell'Uzbekistan, dall'altra, che modifica l'accordo per estendere le disposizioni dello stesso al commercio bilaterale dei tessili, tenendo conto della scadenza dell'accordo bilaterale sui tessili (8);

15.

chiede al Consiglio, alla Commissione e al SEAE di fornire al Parlamento una valutazione pubblica delle misure adottate dall'UE allo scopo di esercitare pressioni sull'Uzbekistan affinché soddisfi i criteri relativi ai diritti umani stabiliti dai ministri degli Affari esteri dell'Unione nel 2010; invita il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani a istituire un meccanismo di monitoraggio per l'Uzbekistan; incoraggia il Consiglio e la Commissione a migliorare il loro dialogo in materia di diritti umani con il governo uzbeko; si attende che il SEAE tratti con determinazione tutti i principali casi di violazioni dei diritti umani in occasione della riunione del dialogo sui diritti umani UE-Uzbekistan prevista per novembre, e che dia a tali riunioni un'impostazione maggiormente orientata ai risultati al fine di superare l'attuale e profondamente deludente situazione di stallo;

16.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al presidente, al governo e al Parlamento della Repubblica dell'Uzbekistan nonché al SEAE, al Consiglio, alla Commissione, al Consiglio d'Europa, all'OSCE e al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani.


(1)  GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 91.

(2)  Testi approvati, P7_TA(2012)0470.

(3)  Azam Farmonov, Mehriniso Hamdamova, Zulhumor Hamdamova, Isroiljon Kholdorov, Nosim Isakov, Gaybullo Jalilov, Nuriddin Jumaniyazov, Matluba Kamilova, Ganikhon Mamatkhanov, Chuyan Mamatkulov, Zafarjon Rahimov, Yuldash Rasulov, Bobomurod Razzokov, Fahriddin Tillaev e Akzam Turgunov

(4)  Solijon Abdurakhmanov, Muhammad Bekjanov, Gayrat Mikhliboev, Yusuf Ruzimuradov e Dilmurod Saidov

(5)  Murod Juraev, Samandar Kukanov, Kudratbek Rasulov e Rustam Usmanov

(6)  Ruhiddin Fahriddinov, Hayrullo Hamidov e Akram Yuldashev

(7)  Dilorom Abdukodirova, Botirbek Eshkuziev, Bahrom Ibragimov, Davron Kabilov, Erkin Musaev, Davron Tojiev e Ravshanbek Vafoev

(8)  GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 195.


27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/28


P8_TA(2014)0041

Sparizione di 43 studenti in Messico

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2014 sulla scomparsa di 43 studenti in Messico (2014/2905(RSP))

(2016/C 274/04)

Il Parlamento europeo,

viste le sue precedenti risoluzioni sul Messico, in particolare quella dell'11 marzo 2010 sull'escalation di violenza in Messico (1),

visto l'accordo di partenariato economico, coordinamento politico e cooperazione tra l'Unione europea e gli Stati Uniti messicani,

vista la sua raccomandazione del 12 marzo 2009 destinata al Consiglio su un partenariato strategico UE-Messico (2),

vista la Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo, del 15 luglio 2008, intitolata «Verso un partenariato strategico UE-Messico» (COM(2008)0447),

vista la dichiarazione del 12 ottobre 2014 sugli eventi di Iguala, rilasciata dall'UE a livello locale di concerto con gli ambasciatori degli Stati membri dell'UE in Messico;

vista la dichiarazione rilasciata dal presidente messicano Enrico Peña Nieto il 14 ottobre 2014,

visto il piano esecutivo congiunto nel quadro del partenariato strategico Messico-UE del 16 maggio 2010,

viste le dichiarazioni dei vertici dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea, dell'America latina e dei Caraibi (UE-CELAC),

vista la dichiarazione congiunta del 17 giugno 2012 rilasciata in occasione del 7o vertice Messico-UE tenutosi in Messico a Los Cabos, Baja California Sur,

vista la dichiarazione congiunta rilasciata in occasione della 12o riunione della commissione mista UE-Messico tenutasi a Città del Messico dal 10 all'11 giugno 2013,

visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.

considerando che il Messico e l'Unione europea condividono un insieme di valori che trova espressione nelle nostre società democratiche e pluraliste e garantisce le libertà fondamentali, i diritti umani, i diritti del lavoro, la tutela dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile, nonché un impegno comune a consolidare la democrazia, lo Stato di diritto, un equo sviluppo economico e sociale nonché la lotta contro la corruzione e la povertà;

B.

considerando che i nostri sistemi democratici hanno il dovere e l'obbligo di salvaguardare il funzionamento dello Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e che, di conseguenza, il godimento e il pieno esercizio delle libertà e il diritto all'integrità fisica della persona costituiscono uno dei pilastri fondamentali dello Stato di diritto;

C.

considerando che il partenariato strategico UE-Messico ha permesso una più stretta cooperazione tra l'UE e il Messico su questioni di importanza globale e, in particolare, un dialogo più intenso, un maggiore coordinamento e scambi in settori quali la sicurezza, i diritti umani, la riforma elettorale, lo sviluppo regionale e le politiche commerciali e di regolamentazione;

D.

considerando che il 26 settembre 2014 sono state uccise 6 persone, tra cui 3 studenti, dopo che la polizia ha aperto il fuoco contro studenti manifestanti della Escuela Normal («Scuola Normale») di Ayotzinapa a Iguala, nello Stato di Guerrero; che da allora 43 studenti risultano dispersi; che secondo varie fonti gli studenti sarebbero stati circondati e portati via in automezzi condotti da agenti di polizia e consegnati a uomini armati non identificati collegati a un cartello della droga;

E.

considerando che secondo il governo messicano sono state arrestate 51 persone collegate ai reati, tra cui in gran parte agenti di polizia delle municipalità di Iguala e Cocula; che il 14 ottobre 2014, sulla base delle analisi forensi sui 28 corpi ritrovati il 4 ottobre 2014 in fosse clandestine vicino a Iguala, il procuratore generale messicano ha dichiarato che i corpi non corrispondono a quelli degli studenti scomparsi; che le autorità messicane hanno arrestato una persona sospettata di essere il principale capo di una banda criminale denominata Guerreros Unidos (guerrieri uniti), presumibilmente coinvolta nella sparizione dei 43 studenti;

F.

considerando che il sindaco di Iguala, la sua consorte e il capo della polizia di Iguala sono latitanti e sono accusati di avere legami con il cartello locale della droga Guerrero Unidos;

G.

considerando che il Presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, ha incaricato il suo servizio di sicurezza e il governo federale di adottare misure immediate e conclusive e che insieme alle famiglie degli studenti scomparsi e ai loro rappresentanti è stata concordata una tabella di marcia per azioni congiunte; che l'Organizzazione degli Stati americani (OAS) e le Nazioni Unite hanno sollecitato il governo messicano a indagare sulle sparizioni forzate, punire i responsabili e proteggere le famiglie degli studenti scomparsi; che per il caso in questione il governo messicano sta collaborando con detti organismi multilaterali internazionali;

H.

considerando che il governo messicano e i principali partiti di opposizione si sono accordati nel 2012 su un «patto per il Messico» inteso ad affrontare le principali sfide che il paese si trova a fronteggiare, tra le quali la sicurezza e l'impunità;

I.

considerando che la violenza è aumentata nello Stato di Guerrero; che molti studenti e insegnanti in tutto il Messico stanno protestando affinché gli studenti scomparsi facciano ritorno in condizioni di incolumità e denunciano la complicità nei crimini di taluni elementi della polizia locale, la corruzione tra le forze di polizia e la debolezza istituzionale in determinate zone del paese dove sono più manifesti i vuoti di coesione sociale; che anche edifici governativi a Chilpancingo e alcuni altri edifici ufficiali in diversi comuni dello Stato di Guerrero, così come alcuni leader religiosi e uffici di partiti politici, hanno subito minacce o attacchi;

J.

considerando che il Messico è presente in tutti i forum regionali e internazionali e ha firmato tutti gli accordi internazionali sui diritti umani e le libertà fondamentali;

K.

considerando che il governo messicano riconosce le sfide che il paese sta affrontando e ha dato prova di saldo impegno per migliorare la situazione della sicurezza nel paese, tra l'altro con un marcato aumento del bilancio destinato alle forze di sicurezza e la riforma delle istituzioni di pubblica sicurezza, con l'obiettivo di aumentare l'efficacia delle attività di applicazione della legge e l'efficienza del settore della giustizia, consentendo così di contrastare la criminalità organizzata; che le sparizioni forzate, la violenza legata alla criminalità organizzata e la presunta collaborazione tra particolari enti locali e gruppi criminali organizzati rimangono questioni che destano grave preoccupazione;

1.

condanna fermamente le inaccettabili sparizioni forzate e i crimini a Iguala e invita le autorità messicane a indagare su tutti i crimini, tra cui il ritrovamento di 28 corpi in fosse clandestine; invita le autorità competenti ad adottare tutte le misure necessarie per agire tempestivamente e in modo trasparente e imparziale per individuare, arrestare e consegnare alla giustizia gli autori dei crimini e chiede che i responsabili siano identificati e perseguiti, utilizzando tutte le informazioni e le risorse a disposizione internamente ed esternamente e senza alcun margine di impunità; chiede che le indagini siano portate avanti fino a quando gli studenti non saranno tratti in salvo;

2.

esprime solidarietà e sostegno alle famiglie e agli amici delle vittime, nonché ai cittadini messicani, che incoraggia a continuare a lottare con mezzi pacifici in difesa del sistema democratico e dello Stato di diritto;

3.

prende atti delle detenzioni che hanno avuto luogo; chiede che continuino a essere ricercati il sindaco di Iguala, sua moglie e il capo della polizia di Iguala; è profondamente preoccupato per il fatto che la criminalità organizzata sembra essersi infiltrata nelle forze dell'ordine locali e negli enti amministrativi locali;

4.

accoglie con favore la determinazione del Presidente Peña Nieto a indagare e a fare chiarezza su tali eventi, nonché a porre fine alla violenza da parte di bande in Messico; plaude all'istituzione, all'interno del Senato e della Camera dei deputati, di comitati di controllo in relazione agli eventi di Iguala; invita le autorità messicane a proteggere e assistere le famiglie delle vittime nonché a tenerle informate in merito alle indagini in corso e agli sforzi volti a catturare i responsabili;

5.

sostiene il governo messicano nella sua determinazione a lottare contro la criminalità organizzata che gestisce il traffico di stupefacenti, esprime però profonda preoccupazione per l'aumento della violenza connessa a tale traffico e per il clima di impunità; esprime la propria solidarietà alla popolazione messicana nella lotta contro il traffico di stupefacenti;

6.

esorta il governo messicano, a tutti i livelli, ad adottare misure in grado di impedire che si ripetano in futuro eventi come quelli verificatisi a Iguala; condanna ogni forma di violenza, in particolare la violenza e le continue minacce di morte nei confronti degli attivisti che si dedicano alla promozione e alla difesa della libertà di espressione e dei diritti umani in Messico e chiede alle autorità messicane di intensificare gli sforzi per fornire protezione giuridica e personale ai gruppi interessati;

7.

sostiene gli sforzi delle autorità messicane al fine di collaborare con le organizzazioni internazionali, tra cui l'Unione europea, le Nazioni Unite, la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (CELAC), il Comitato internazionale della Croce rossa e la Commissione interamericana per i diritti umani (CIDH), con l'assistenza di esperti forensi argentini e internazionali; sottolinea l'importanza che il governo del Messico fornisca le risorse finanziarie necessarie affinché la CIDH possa attuare un programma di assistenza tecnica che vada a integrare le azioni nazionali nell'ambito delle indagini sugli eventi avvenuti a Guerrero;

8.

richiama l'attenzione sul fatto che il Messico è un partner strategico per l'Unione europea; esorta il governo messicano a proseguire i suoi sforzi volti a rafforzare le istituzioni statali e consolidare lo Stato di diritto, con l'obiettivo di affrontare alcuni dei problemi strutturali che sono all'origine delle violazioni dei diritti umani, con particolare riferimento alla riforma del sistema giudiziario; sottolinea, a questo proposito, l'importanza di un sistema giudiziario indipendente, che garantisca l'imparzialità e un'azione risoluta contro l'impunità; chiede protezione federale per quanti sono coinvolti nell'amministrazione della giustizia;

9.

invita l'UE, i suoi Stati membri nel quadro delle loro relazioni bilaterali con il Messico, e le istituzioni europee ad aumentare il loro sostegno a favore dei diritti umani attraverso programmi nonché risorse finanziarie e tecniche; li invita altresì ad aumentare le risorse di bilancio destinate alla cooperazione per il rafforzamento e la riforma del sistema giudiziario, delle autorità di contrasto e dei pubblici ministeri, al fine di perseguire e punire i responsabili nonché creare efficaci sistemi di protezione dei testimoni, delle vittime e delle loro famiglie;

10.

pone l'accento sull'urgente necessità di istituire un registro nazionale unico, pubblico e accessibile delle persone scomparse come pure una banca dati del DNA a livello federale;

11.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, agli Stati membri, alla presidenza pro tempore della CELAC, al Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani, all'Assemblea parlamentare Eurolat nonché al Presidente e al Congresso del Messico.


(1)  GU C 349 E del 22.12.2010, pag. 92.

(2)  GU C 87 E dell'1.4.2010, pag. 172.


27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/31


P8_TA(2014)0045

Orario di lavoro nel trasporto per vie navigabili interne

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2014 sulla proposta di direttiva del Consiglio che attua l'accordo europeo concluso tra la European Barge Union (EBU), l'Organizzazione europea dei capitani (ESO) e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro nel trasporto per vie navigabili interne (COM(2014)0452 — 2014/2860(RSP))

(2016/C 274/05)

Il Parlamento europeo,

vista la proposta della Commissione concernente una direttiva del Consiglio che attua l'accordo europeo concluso tra la European Barge Union (EBU), l'Organizzazione europea dei capitani (ESO) e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro nel trasporto per vie navigabili interne (COM(2014)0452),

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 155, paragrafo 2,

visto l'accordo concluso tra la European Barge Union (EBU), l'Organizzazione europea dei capitani (ESO) e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro nel trasporto per vie navigabili interne,

vista la richiesta congiunta contenuta nell'accordo in cui si invita la Commissione ad attuarlo in base a una decisione del Consiglio su proposta della Commissione, in conformità dell'articolo 155, paragrafo 2, del TFUE,

visto l'articolo 101, paragrafo 3, del suo regolamento,

A.

considerando che l'articolo 155, paragrafo 1, del TFUE dà la possibilità alle parti sociali a livello dell'Unione, se queste lo desiderano, di avviare un dialogo che può condurre a relazioni contrattuali, ivi compresi accordi;

B.

considerando che l'articolo 155, paragrafo 2, del TFUE prevede la possibilità che siano attuati accordi conclusi a livello dell'Unione, su richiesta congiunta delle parti firmatarie, in base a una decisione del Consiglio su proposta della Commissione;

1.

si compiace del fatto che, sebbene l'articolo 155, paragrafo 2, del TFUE non preveda la consultazione del Parlamento in merito a richieste presentate alla Commissione dalle parti sociali, la Commissione abbia presentato la sua proposta al Parlamento, chiedendogli di comunicare il proprio parere alla Commissione e al Consiglio;

2.

accoglie con favore il fatto che l'accordo concluso dalle parti sociali e la proposta della Commissione prevedano soltanto requisiti minimi, lasciando agli Stati membri e/o alle parti sociali la libertà di adottare misure che siano più favorevoli ai lavoratori nel settore interessato;

3.

raccomanda l'adozione della direttiva del Consiglio;

4.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché alle parti sociali.


III Atti preparatori

PARLAMENTO EUROPEO

Martedì 21 ottobre 2014

27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/32


P8_TA(2014)0030

Mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione — domanda EGF/2014/004 ES/Comunidad Valenciana Metal, presentata dalla Spagna

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 ottobre 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale, del 2 dicembre 2013, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2014/004 ES/Comunidad Valenciana Metal, presentata dalla Spagna) (COM(2014)0515 — C8-0125/2014 — 2014/2064(BUD))

(2016/C 274/06)

Il Parlamento europeo,

vista la proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2014)0515 — C8-0125/2014),

visto il regolamento (UE) n. 1309/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (2014-2020) e che abroga il regolamento (CE) n. 1927/2006 (1) (regolamento FEG),

visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (2), in particolare l'articolo 12,

visto l'accordo interistituzionale, del 2 dicembre 2013, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (3) (AII del 2 dicembre 2013), in particolare il punto 13,

vista la procedura di trilogo prevista al punto 13 dell'AII del 2 dicembre 2013,

vista la lettera della commissione per l'occupazione e gli affari sociali,

vista la lettera della commissione per lo sviluppo regionale,

vista la relazione della commissione per i bilanci (A8-0013/2014),

A.

considerando che l'Unione ha predisposto strumenti legislativi e di bilancio per fornire un sostegno supplementare ai lavoratori che risentono delle conseguenze dei rilevanti cambiamenti della struttura del commercio mondiale e per agevolare il loro reinserimento nel mercato del lavoro;

B.

considerando che il sostegno finanziario dell'Unione ai lavoratori in esubero dovrebbe essere dinamico e reso disponibile nel modo più rapido ed efficiente possibile, in conformità della dichiarazione comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione adottata durante la riunione di concertazione del 17 luglio 2008, e nel rispetto dell'AII del 2 dicembre 2013 con riferimento all'adozione di decisioni di mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG);

C.

considerando che la Spagna ha presentato la domanda EGF/2014/004 ES/Comunidad Valenciana Metal al fine di ottenere un contributo finanziario del FEG a seguito di 633 esuberi in 142 imprese operanti nel settore della fabbricazione di prodotti in metallo nel paese, con 300 lavoratori interessati dalle misure cofinanziate dal FEG durante il periodo di riferimento compreso tra il 1o aprile 2013 e il 31 dicembre 2013;

D.

considerando che la domanda di assistenza soddisfa le condizioni di ammissibilità stabilite dal regolamento FEG;

1.

conviene con la Commissione che le condizioni stabilite all'articolo 4, paragrafo 1, lettera b), del regolamento FEG sono soddisfatte e che, di conseguenza, la Spagna ha diritto a un contributo finanziario a norma del regolamento in parola;

2.

rileva che le autorità spagnole hanno presentato la domanda relativa al contributo finanziario del FEG il 25 marzo 2014 e che la valutazione della Commissione è stata resa disponibile il 12 agosto 2014; si compiace della rapidità della valutazione, che è durata meno di cinque mesi;

3.

accoglie positivamente il fatto che la domanda tiene conto dell'esperienza acquisita con precedenti domande provenienti dalla stessa regione; propone che le esperienze e le eventuali migliori prassi delle regioni che presentano numerose domande siano diffuse in occasione delle riunioni periodiche delle persone di contatto e degli esperti del FEG;

4.

ritiene che gli esuberi in 142 imprese operanti nel settore della fabbricazione di prodotti in metallo in Spagna siano legati alla crisi economica e finanziaria globale; osserva che la Spagna è uno degli Stati membri più duramente colpiti dalla crisi, che ha determinato una diminuzione della domanda, e quindi della produzione, di metalli e di prodotti in metallo; rileva che in Spagna la fabbricazione di prodotti in metallo è diminuita del 23,3 % nel 2009 rispetto all'anno precedente, e del 36,6 % tra il 2008 e il 2013; nota che il fatturato del settore si è ridotto del 38,5 % nel periodo 2008-2012 e che il numero di posti di lavoro perduti corrisponde al 43 % dell'occupazione totale nel settore metallurgico;

5.

osserva che il settore della fabbricazione di prodotti in metallo è un fornitore essenziale di fattori di produzione per un'ampia gamma di industrie manifatturiere, in particolare la cantieristica navale, l'edilizia e l'industria automobilistica — settori che sono stati pesantemente colpiti dalla crisi economica nell'Unione;

6.

rileva che il caso in esame riflette i tratti tipici dello scenario sociale ed economico di una regione la cui economia locale è caratterizzata da un'elevata percentuale di PMI e ricorda le difficoltà attualmente incontrate dalle PMI nell'avere accesso ai finanziamenti;

7.

rileva che i 633 esuberi aggraveranno ulteriormente l'andamento della disoccupazione nella Comunidad Valenciana, che è particolarmente fragile visto che il settore metallurgico rappresenta il 25,4 % dei posti di lavoro nel settore industriale della regione; osserva che nel 2008 il settore metallurgico dava lavoro a 35 868 persone nella Comunidad Valenciana, mentre nel 2012 il numero di posti di lavoro nel settore è sceso a 20 873, il che rappresenta un calo dell'occupazione del 43 %, ossia superiore di otto punti percentuali rispetto al livello nazionale;

8.

prende atto con rammarico che si prevede che meno del 50 % dei lavoratori ammissibili parteciperanno alle misure summenzionate; ritiene che questa stima sia basata sulle esperienze fatte dall'autorità richiedente in relazione a precedenti domande di intervento del FEG nella regione; ritiene, tuttavia, che nelle regioni con elevati tassi di disoccupazione il numero dei partecipanti alle azioni di formazione e di riqualificazione debba essere maggiore;

9.

sottolinea che l'occupazione nella regione è stata gravemente colpita dall'impatto della crisi sui settori tradizionali quali l'industria della ceramica, il settore calzaturiero e l'edilizia, come pure il settore tessile, che sono molto importanti per l'economia della regione;

10.

si compiace della previsione che i lavoratori in esubero parteciperanno numerosi ai corsi di formazione professionale e di riqualificazione; osserva che tali azioni di riqualificazione sono destinate a potenziare le capacità e le competenze acquisite nell'industria metallurgica e che, grazie all'apprendimento di nuove tecniche specifiche, i lavoratori potranno soddisfare le future esigenze del settore metallurgico;

11.

valuta positivamente il fatto che, al fine di fornire un'assistenza tempestiva ai lavoratori, le autorità spagnole hanno deciso di avviare l'attuazione dei servizi personalizzati a favore dei lavoratori colpiti il 20 giugno 2014, con largo anticipo rispetto alla decisione definitiva in merito alla concessione del sostegno del FEG al pacchetto coordinato proposto;

12.

si compiace del fatto che i servizi personalizzati a favore dei lavoratori in esubero saranno cofinanziati dalla Generalitat Valenciana (il governo autonomo della Comunidad Valenciana) e in particolare dal SERVEF (Servizio per l'occupazione e la formazione della Generalitat Valenciana) per il 30 % del bilancio totale, nonché dall'associazione dei datori di lavoro Federación Empresarial Metalúrgica Valenciana-FEMEVAL e dai sindacati UGT-PV e CCOO-PV per il 10 % del bilancio;

13.

rileva che il pacchetto coordinato di servizi personalizzati da cofinanziare comprende misure a favore dei lavoratori in esubero in materia di orientamento professionale, collocamento, formazione (formazione professionale e miglioramento delle competenze, formazione per lo sviluppo di competenze trasversali, formazione impartita sul posto di lavoro), promozione dell'imprenditorialità, incentivo per la creazione di un'impresa, indennità per la ricerca di un lavoro, contributo alle spese di trasporto, e incentivo all'occupazione;

14.

prende atto che un importo pari a 3 000 EUR sarà destinato a una ventina di beneficiari previsti, al fine di incentivarne il reinserimento nel mercato del lavoro attraverso la creazione di imprese proprie; ritiene che anche la stima del numero di lavoratori che beneficeranno di tale incentivo sia basata sulle esperienze fatte in relazione a precedenti casi di intervento del FEG nella regione;

15.

saluta con soddisfazione il fatto che il pacchetto coordinato di servizi personalizzati è stato elaborato in consultazione sia con l'associazione dei datori di lavoro FEMEVAL sia con i sindacati UGT-PV e CCOO-PV, e che una politica di parità tra donne e uomini e il principio di non discriminazione saranno applicati nelle varie fasi di esecuzione del FEG e nell'accesso a quest'ultimo;

16.

ricorda l'importanza di migliorare le possibilità di tutti i lavoratori di cercare un impiego attraverso una formazione adeguata e il riconoscimento delle capacità e delle competenze acquisite durante la carriera professionale del lavoratore; si attende che la formazione offerta nell'ambito del pacchetto coordinato sia adattata non solo alle esigenze dei lavoratori licenziati ma anche all'effettivo contesto imprenditoriale;

17.

osserva che le informazioni fornite sul pacchetto coordinato di servizi personalizzati da finanziare mediante il FEG includono informazioni sulla complementarità con azioni finanziate dai Fondi strutturali; sottolinea che le autorità spagnole confermano che le azioni ammissibili non ricevono aiuti da altri strumenti finanziari dell'Unione; ribadisce la sua richiesta alla Commissione affinché presenti, nelle sue relazioni annuali, una valutazione comparativa di tali dati, onde assicurare il pieno rispetto dei regolamenti vigenti ed evitare che si verifichino duplicazioni dei servizi finanziati dall'Unione;

18.

rileva che il costo stimato per l'accoglienza e le riunioni di informazione, quale prima misura nella lista delle azioni proposte, è aumentato del 50 % rispetto a una domanda proveniente dalla stessa regione l'anno precedente;

19.

apprezza la procedura perfezionata che la Commissione ha istituito dando seguito alla richiesta del Parlamento europeo di accelerare la concessione delle sovvenzioni; osserva che la Commissione ha completato la valutazione della conformità della domanda alle condizioni per la concessione di un contributo finanziario entro 12 settimane dal ricevimento della domanda completa;

20.

rileva che, conformemente all'articolo 9 del regolamento FEG, occorre assicurare che l'assistenza del FEG sia limitata al minimo necessario per garantire solidarietà e sostegno temporaneo, una tantum, ai beneficiari interessati, e che non sostituisca ulteriormente le azioni che sono di competenza delle imprese in forza della legislazione nazionale o dei contratti collettivi;

21.

accoglie con favore l'adozione del regolamento FEG che riflette l'accordo raggiunto tra il Parlamento e il Consiglio concernente la reintroduzione del criterio di mobilitazione a seguito della crisi, l'aumento del contributo finanziario dell'Unione al 60 % dei costi totali stimati delle misure proposte, l'incremento dell'efficienza del trattamento delle domande d'intervento del FEG in seno alla Commissione e da parte del Parlamento e del Consiglio ottenuto con la riduzione dei tempi per la valutazione e l'approvazione, l'estensione delle azioni e dei beneficiari ammissibili ai lavoratori autonomi e ai giovani, nonché il finanziamento di incentivi per la creazione di imprese proprie;

22.

ricorda che, in linea con l'articolo 7 del regolamento FEG, l'impostazione del pacchetto coordinato di servizi personalizzati dovrebbe anticipare le future prospettive del mercato del lavoro e le qualifiche richieste nonché essere compatibile con la transizione verso un'economia sostenibile ed efficiente nell'impiego delle risorse;

23.

approva la decisione allegata alla presente risoluzione;

24.

incarica il suo Presidente di firmare tale decisione congiuntamente al Presidente del Consiglio e di provvedere alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;

25.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione, compreso l'allegato, al Consiglio e alla Commissione.


(1)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 855.

(2)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.

(3)  GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.


ALLEGATO

DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale, del 2 dicembre 2013, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2014/004 ES/Comunidad Valenciana Metal, presentata dalla Spagna)

(Il testo dell'allegato non figura poiché esso corrisponde all'atto finale, la decisione 2014/816/UE.)


27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/36


P8_TA(2014)0031

Mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione: domanda EGF/2013/012 BE/Ford Genk — Belgio

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 ottobre 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in conformità al punto 13 dell'accordo interistituzionale, del 2 dicembre 2013, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2013/012 BE/Ford Genk, presentata dal Belgio) (COM(2014)0532 — C8-0126/2014 — 2014/2065(BUD))

(2016/C 274/07)

Il Parlamento europeo,

vista la proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2014)0532 — C8-0126/2014),

visto il regolamento (CE) n. 1927/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, che istituisce un Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (1) (regolamento FEG),

visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (2), in particolare l'articolo 12,

visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (3) (AII del 2 dicembre 2013), in particolare il punto 13,

vista la procedura di trilogo prevista al punto 13 dell'AII del 2 dicembre 2013,

vista la lettera della commissione per l'occupazione e gli affari sociali,

vista la lettera della commissione per lo sviluppo regionale,

vista la relazione della commissione per i bilanci (A8-0015/2014),

A.

considerando che l'Unione ha predisposto strumenti legislativi e di bilancio per fornire un sostegno supplementare ai lavoratori che risentono delle conseguenze dei rilevanti cambiamenti della struttura del commercio mondiale e agevolare il loro reinserimento nel mercato del lavoro;

B.

considerando che il sostegno finanziario dell'Unione ai lavoratori in esubero dovrebbe essere dinamico e reso disponibile nel modo più rapido ed efficiente possibile, in conformità della dichiarazione comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, adottata durante la riunione di concertazione del 17 luglio 2008, e nel rispetto dell'AII del 2 dicembre 2013 con riferimento all'adozione di decisioni di mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG);

C.

considerando che il Belgio ha presentato la domanda EGF/2013/012 BE/Ford Genk per ottenere un contributo finanziario del FEG in seguito a 512 esuberi (si prevede che 479 persone beneficeranno delle misure) presso lo stabilimento di montaggio di Ford-Werke GmbH (4), con sede a Genk («Ford Genk») e presso 10 fornitori di Ford Genk in Belgio, durante il periodo di riferimento compreso tra il 1o luglio 2013 e il 1o novembre 2013;

D.

considerando che la domanda di assistenza soddisfa le condizioni di ammissibilità stabilite dal regolamento FEG;

1.

osserva che le condizioni di cui all'articolo 2, lettera a), del regolamento FEG sono soddisfatte in parte per quanto riguarda il numero minimo di esuberi durante il periodo di riferimento, poiché è inferiore a 500; ritiene che una domanda di contributo del FEG possa essere considerata ammissibile qualora gli esuberi abbiano un'incidenza molto grave sull'occupazione e sull'economia locale; tiene conto del fatto che sono previste altre due ondate di esuberi nel 2014 (circa 4 340 esuberi presso Ford Genk e 2 820 esuberi presso i suoi fornitori situati nella stessa area geografica); ritiene che ciò avrà gravi conseguenze sull'intera regione fiamminga (si stima una perdita di oltre 11 000 posti di lavoro); rammenta che l'attuazione di misure specifiche a favore di questo primo gruppo di lavoratori in esubero nel più breve tempo possibile aumenta le loro possibilità di trovare un nuovo posto di lavoro e di offrire le stesse opportunità a tutti i lavoratori in esubero; conviene pertanto con la Commissione che il Belgio ha diritto a un contributo finanziario a norma del regolamento FEG;

2.

rileva che le autorità belghe hanno presentato la domanda di contributo finanziario a titolo del FEG il 23 dicembre 2013, fornendo ulteriori informazioni supplementari fino al 12 giugno 2014, e che la Commissione ha comunicato la sua valutazione il 22 agosto 2014; accoglie con favore la rapida valutazione elaborata in meno di otto mesi; sottolinea l'importanza di introdurre nel nuovo regolamento FEG (regolamento (UE) n. 1309/2013) (5) un periodo di valutazione di massimo 20 settimane;

3.

ritiene che gli esuberi presso lo stabilimento di montaggio Ford-Werke GmbH e 10 fornitori di Ford Genk siano legati alle trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione, a un rapido calo della quota di mercato dell'Unione nel settore della produzione di autovetture a livello mondiale e a un consistente calo delle vendite di autovetture nuove nell'Unione;

4.

rileva che Ford Genk è il principale datore di lavoro nella provincia del Limburgo e che i 512 esuberi in questione nonché le altre due ondate di esuberi previste a causa della chiusura dello stabilimento di Ford Genk avranno una grave incidenza sul mercato del lavoro locale, che è caratterizzato da un elevato livello di disoccupazione, da livelli inferiori di qualifiche e di competenze e da un'erogazione di servizi di istruzione meno sviluppata; osserva che secondo uno studio citato dalle autorità belghe (6), per ogni 100 posti di lavoro che si prevede andranno persi presso Ford Genk si verificherebbe una perdita di 65 posti di lavoro presso i suoi fornitori diretti e indiretti della provincia del Limburgo e di altri 72 posti di lavoro presso i fornitori stabiliti altrove nella regione delle Fiandre;

5.

rileva che l'industria automobilistica è stata oggetto di 17 decisioni sulla mobilitazione del FEG a partire dall'istituzione del fondo nel 2007 (7) e che, in particolare, la diminuzione della quota di mercato dell'UE nella produzione di autovetture è stata menzionata in otto precedenti decisioni FEG (8); invita a valutare gli effetti degli interventi del FEG legati in particolare ai licenziamenti nel settore automobilistico sulla base delle domande in esame e di quelle previste entro la fine dell'anno;

6.

valuta positivamente il fatto che, al fine di fornire un'assistenza tempestiva ai lavoratori, le autorità belghe abbiano deciso di avviare l'attuazione dei servizi personalizzati a favore dei lavoratori colpiti già il 1o luglio 2013, con largo anticipo rispetto alla decisione definitiva in merito alla concessione del sostegno del FEG al pacchetto coordinato proposto;

7.

osserva che il pacchetto coordinato di servizi personalizzati da cofinanziare comprende le seguenti misure per il reinserimento professionale di 479 lavoratori in esubero (raggruppate per categoria): (1) assistenza alla ricerca di un impiego (responsabile, consulente di intervento sociale, informazioni sulle possibilità di istruzione e formazione professionale, servizio di orientamento professionale attivo), nonché (2) formazione e riqualificazione (corsi di formazione professionale, occupazione attraverso formazione professionale individuale, formazione per presentare una domanda di lavoro);

8.

accoglie con favore il fatto che, al fine di risolvere la questione, il governo fiammingo abbia istituito una task force speciale che riunisce tutte le parti interessate e alla cui attività sono associati i servizi della Commissione;

9.

accoglie favorevolmente il fatto che le parti sociali rappresentate nel Consiglio socioeconomico della Regione Limburgo (SERR Limburg) non siano state solo consultate, ma abbiano anche partecipato a un comitato di monitoraggio appositamente istituito per la domanda di contributo del FEG; osserva inoltre che la domanda di contributo del FEG è stata discussa con le parti sociali nel quadro delle relazioni periodiche sull'attuazione del piano d'azione strategico per il Limburgo, che è stato elaborato per gestire l'impatto della chiusura di Ford Genk sulla regione;

10.

ricorda l'importanza di migliorare le possibilità di impiego di tutti lavoratori attraverso una formazione adeguata e il riconoscimento delle capacità e delle competenze acquisite durante la carriera professionale del lavoratore; si attende che la formazione offerta nell'ambito del pacchetto coordinato sia adattata non solo alle esigenze dei lavoratori licenziati ma anche all'effettivo contesto imprenditoriale; osserva nel contempo che le misure di formazione e riqualificazione dovrebbero riconoscere e mettere a frutto le specifiche capacità e competenze acquisite dai lavoratori interessati nel settore automobilistico e nella relativa industria di approvvigionamento;

11.

osserva che le informazioni fornite sul pacchetto coordinato di servizi personalizzati da finanziare a titolo del FEG includono informazioni sulla complementarità con azioni finanziate dai Fondi strutturali; sottolinea che le autorità belghe hanno confermato che le azioni ammissibili non ricevono aiuti da altri strumenti finanziari dell'Unione; ribadisce la sua richiesta alla Commissione affinché presenti, nelle sue relazioni annuali, una valutazione comparativa di tali dati, onde assicurare il pieno rispetto dei regolamenti esistenti ed evitare che si verifichino duplicazioni relativamente ai servizi finanziati dall'Unione;

12.

chiede alle istituzioni interessate di compiere gli sforzi necessari per migliorare le disposizioni procedurali al fine di accelerare la mobilitazione del FEG; apprezza la procedura perfezionata messa in atto dalla Commissione, dando seguito alla richiesta del Parlamento europeo di accelerare la concessione delle sovvenzioni, al fine di presentare al Parlamento europeo e al Consiglio la valutazione della Commissione sull'ammissibilità di una domanda di intervento del FEG congiuntamente alla proposta di mobilitazione del Fondo; sottolinea che ulteriori miglioramenti procedurali sono stati introdotti nel regolamento (UE) n. 1309/2013 e che sarà conseguito un maggior grado di efficienza, trasparenza e visibilità del FEG;

13.

sottolinea che, in conformità dell'articolo 6 del regolamento FEG, occorre garantire che il Fondo sostenga il reinserimento stabile nel mercato del lavoro dei singoli lavoratori in esubero; sottolinea inoltre che l'assistenza del FEG può cofinanziare solo misure attive del mercato del lavoro che portino a un'occupazione stabile e a lungo termine; ribadisce che l'assistenza del FEG non deve sostituire le azioni che sono di competenza delle imprese in forza della legislazione nazionale o dei contratti collettivi, né le misure relative alla ristrutturazione di imprese o settori;

14.

accoglie con favore l'adozione del regolamento (UE) n. 1309/2013 che riflette l'accordo raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio concernente la reintroduzione del criterio di mobilitazione a seguito della crisi, l'aumento del contributo finanziario dell'Unione al 60 % dei costi totali stimati delle misure proposte, l'incremento dell'efficienza del trattamento delle domande d'intervento del FEG in seno alla Commissione e da parte del Parlamento europeo e del Consiglio riducendo i tempi per la valutazione e l'approvazione, l'estensione delle azioni e dei beneficiari ammissibili ai lavoratori autonomi e ai giovani, nonché il finanziamento di incentivi per la creazione di imprese proprie;

15.

approva la decisione allegata alla presente risoluzione;

16.

incarica il suo Presidente di firmare tale decisione congiuntamente al Presidente del Consiglio e di provvedere alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;

17.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione, compreso l'allegato, al Consiglio e alla Commissione.


(1)  GU L 406 del 30.12.2006, pag. 1.

(2)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.

(3)  GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.

(4)  Ford-Werke GmbH, una controllata di Ford of Europe AG, ha la sua sede legale a Colonia (Germania). Essa gestisce gli impianti di produzione di Ford a Colonia e Saarlouis (Germania) e a Genk (Belgio).

(5)  Regolamento (UE) n. 1309/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (2014-2020) e che abroga il regolamento (CE) n. 1927/2006 (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 855).

(6)  Peeters, L., Vancauteren, M., Studie van de economische impact van de sluiting van Ford Genk, Universiteit Hasselt, novembre 2013, disponibile al seguente indirizzo: http://www.uhasselt.be/documents/kizok/impactstudie.pdf.

(7)  Cfr. la banca dati del FEG, disponibile all'indirizzo: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=582&langId=it.

(8)  Cfr. le proposte della Commissione sui casi EGF/2007/001 FR/fornitori Peugeot (COM(2007)0415 del 12.7.2007), EGF/2007/010 PT/Lisboa-Alentejo (COM(2008)0094 del 20.2.2008), EGF/2008/002 ES/Delphi (COM(2008)0547 del 9.9.2008), EGF/2008/004 ES/Castilla y Léon e Aragona (COM(2009)0150 del 26.3.2009), EGF/2009/013 DE/Karmann (COM(2010)0007 del 22.1.2010), EGF/2012/004 ES/Grupo Santana (COM(2014)0116 del 5.3.2014), EGF/2012/005 SE/Saab (COM(2012)0622 del 19.10.2012), EGF/2012/008 IT/De Tomaso automobili (COM(2013)0469 del 28.6.2013).


ALLEGATO

DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in conformità al punto 13 dell'accordo interistituzionale, del 2 dicembre 2013, tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2013/012 BE/Ford Genk, presentata dal Belgio)

(Il testo dell'allegato non figura poiché esso corrisponde all'atto finale, la decisione 2014/813/UE.)


27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/40


P8_TA(2014)0032

Mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione — domanda EGF/2013/002 BE/Carsid — Belgio

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 ottobre 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2013/002 BE/Carsid, presentata dal Belgio) (COM(2014)0553 — C8-0136/2014 — 2014/2071(BUD))

(2016/C 274/08)

Il Parlamento europeo,

vista la proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2014)0553 — C8-0136/2014),

visto il regolamento (CE) n. 1927/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, che istituisce un Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (1) (regolamento FEG),

visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (2), in particolare l'articolo 12,

visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (3) (AII del 2 dicembre 2013), in particolare il punto 13,

vista la procedura di trilogo prevista al punto 13 dell'AII del 2 dicembre 2013,

vista la lettera della commissione per l'occupazione e gli affari sociali,

vista la lettera della commissione per lo sviluppo regionale,

vista la relazione della commissione per i bilanci (A8-0017/2014),

A.

considerando che l'Unione ha predisposto strumenti legislativi e di bilancio per fornire un sostegno supplementare ai lavoratori che risentono delle conseguenze dei rilevanti cambiamenti della struttura del commercio mondiale e agevolare il loro reinserimento nel mercato del lavoro;

B.

considerando che il sostegno finanziario dell'Unione ai lavoratori licenziati dovrebbe essere dinamico e reso disponibile nel modo più rapido ed efficiente possibile, in conformità della dichiarazione comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, adottata durante la riunione di concertazione del 17 luglio 2008, e nel rispetto dell'AII del 2 dicembre 2013 con riferimento all'adozione di decisioni di mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG);

C.

considerando l'adozione del regolamento (UE) n. 1309/2013 (4) che riflette l'accordo raggiunto tra il Parlamento e il Consiglio concernente la reintroduzione del criterio di mobilitazione a seguito della crisi, l'aumento del contributo finanziario dell'Unione al 60 % dei costi totali stimati delle misure proposte, l'incremento dell'efficienza del trattamento delle domande d'intervento del FEG in seno alla Commissione e da parte del Parlamento e del Consiglio riducendo i tempi per la valutazione e l'approvazione, l'estensione delle azioni e dei beneficiari ammissibili ai lavoratori autonomi e ai giovani, nonché il finanziamento di incentivi per la creazione di imprese proprie;

D.

considerando che il Belgio ha presentato la domanda EGF/2013/002 BE/Carsid per ottenere un contributo finanziario del FEG in seguito a 939 licenziamenti (si prevede che 752 persone beneficeranno delle misure) legati alla chiusura dell'impianto di produzione della Carsid SA («Carsid») (5) con sede a Marcinelle, nei pressi di Charleroi in Belgio, durante il periodo di riferimento compreso tra il 28 settembre 2012 e il 28 gennaio 2013;

E.

considerando che il contributo finanziario richiesto a titolo del FEG ammonta a EUR 911 934 (50 % del bilancio totale);

F.

considerando che la domanda di assistenza soddisfa le condizioni di ammissibilità stabilite dal regolamento FEG;

1.

prende atto che la domanda si basa sull'articolo 2, lettera a), del regolamento FEG; concorda con la Commissione che le condizioni stabilite dal regolamento FEG sono soddisfatte e che, di conseguenza, il Belgio ha diritto a un contributo finanziario a norma di tale regolamento;

2.

rileva che le autorità belghe hanno trasmesso la domanda per il contributo finanziario a titolo del FEG in data 2 aprile 2013, fornendo ulteriori informazioni supplementari fino al 4 luglio 2014, e che la sua valutazione è stata messa a disposizione della Commissione il 5 settembre 2014;

3.

osserva che la procedura relativamente lunga dalla data dei primi licenziamenti fino alla valutazione della domanda ha permesso di raccogliere informazioni precise relative a questo caso;

4.

esprime preoccupazione per il protrarsi del periodo di esame e rammenta che il FEG dovrebbe intervenire con la massima celerità;

5.

valuta positivamente il fatto che, al fine di fornire un'assistenza tempestiva ai lavoratori, le autorità belghe abbiano deciso di avviare l'attuazione dei servizi personalizzati a favore dei lavoratori colpiti già il 1o ottobre 2012, con largo anticipo rispetto alla decisione definitiva in merito alla concessione del sostegno del FEG al pacchetto coordinato proposto;

6.

si compiace del fatto che tali ritardi dovrebbero essere eliminati con l'entrata in vigore del regolamento (UE) n. 1309/2013, anche se il tempestivo esame delle domande di mobilitazione non deve avvenire a scapito dell'efficienza;

7.

considera che i licenziamenti presso lo stabilimento di produzione della Carsid SA (di seguito «Carsid») siano legati ai grandi cambiamenti strutturali nei flussi commerciali mondiali dovuti alla globalizzazione e al rapido declino della quota di mercato dell'Unione nel settore della produzione di acciaio grezzo a colata continua (che comprende billette, blumi e bramme) a livello mondiale nonché ad un calo consistente della produzione di acciaio grezzo nell'Unione a causa di una diminuzione della domanda di acciaio nei settori automobilistico e delle costruzioni;

8.

rileva che i licenziamenti della Carsid probabilmente aggraveranno in misura significativa la disoccupazione nell'area di Charleroi (in passato un centro di estrazione del carbone e di produzione dell'acciaio in cui l'occupazione è fortemente dipendente dall'industria pesante tradizionale) che è caratterizzata da un elevato livello di disoccupazione di lunga durata e bassi livelli di qualifiche e competenze; osserva che nel 2012 il tasso di disoccupazione nell'area di Charleroi (arrondissement) era del 21,6 %, a fronte di un tasso medio del 15,8 % nella regione vallona e dell'11,2 % a livello nazionale;

9.

accoglie favorevolmente le misure attive del mercato del lavoro e il fatto che le indennità non siano annoverate tra i servizi personalizzati da finanziare mediante l'intervento del FEG;

10.

sottolinea che è importante che i servizi personalizzati forniti ai beneficiari siano efficienti, soprattutto poiché, a motivo del calo dell'occupazione nel settore manifatturiero della regione colpita, questi lavoratori dovranno riqualificarsi per trovare lavoro in altre occupazioni di altri settori;

11.

rileva che la produzione di acciaio grezzo a colata continua nell'UE-27 è diminuita del 13,4 % tra il 2006 e il 2011 e che la quota di mercato dell'UE-27 nello stesso arco di tempo è diminuita del 30,7 %; evidenzia che il settore siderurgico in Europa è pertanto esposto a gravi difficoltà economiche; Rammenta, a tale proposito, che il settore siderurgico è stato oggetto di 4 domande di intervento a titolo del FEG (6);

12.

osserva che il pacchetto coordinato di servizi personalizzati da cofinanziare comprende le seguenti misure per il reinserimento professionale di 752 lavoratori licenziati (raggruppate per categoria): 1) assistenza personalizzata nella ricerca di impiego, gestione dei singoli casi e servizi di informazione generale e 2) formazione e riqualificazione;

13.

plaude al fatto che il coordinamento generale e l'attuazione delle misure siano stati seguiti da varie parti sociali e organizzazioni quali i sindacati (FGTB, CSC), i centri di formazione professionale e tecnica settoriali attivi nella regione vallona, il FOREM (l'ufficio pubblico dell'occupazione e della formazione della regione vallona), l'Agenzia del Fondo sociale europeo (FSE) della Comunità francese del Belgio e il governo vallone; accoglie positivamente il fatto che i sindacati intervengono direttamente nella gestione dell'unità di ricollocamento creata ad hoc e nell'attuazione di determinate misure;

14.

ricorda l'importanza di migliorare le possibilità di impiego di tutti lavoratori attraverso una formazione adeguata e il riconoscimento delle capacità e delle competenze acquisite durante la carriera professionale del lavoratore; si attende che la formazione offerta nell'ambito del pacchetto coordinato sia adattata non solo alle esigenze dei lavoratori licenziati ma anche all'effettivo contesto imprenditoriale;

15.

osserva che le informazioni fornite sul pacchetto coordinato di servizi personalizzati da finanziare a titolo del FEG includono informazioni sulla complementarità con azioni finanziate dai Fondi strutturali; sottolinea che le autorità belghe hanno confermato che le azioni ammissibili non ricevono aiuti da altri strumenti finanziari dell'Unione; ribadisce la sua richiesta alla Commissione affinché presenti, nelle sue relazioni annuali, una valutazione comparativa di tali dati, onde assicurare il pieno rispetto dei regolamenti esistenti ed evitare che si verifichino duplicazioni relativamente ai servizi finanziati dall'Unione;

16.

chiede alle istituzioni interessate di compiere gli sforzi necessari per migliorare le disposizioni procedurali al fine di accelerare la mobilitazione del FEG; apprezza la procedura perfezionata messa in atto dalla Commissione, dando seguito alla richiesta del Parlamento europeo di accelerare la concessione delle sovvenzioni, al fine di presentare al Parlamento e al Consiglio la valutazione della Commissione sull'ammissibilità di una domanda di intervento del FEG congiuntamente alla proposta di mobilitazione del Fondo; sottolinea che ulteriori miglioramenti procedurali sono stati introdotti nel regolamento (UE) n. 1309/2013 e che sarà conseguito un maggior grado di efficienza, trasparenza e visibilità del FEG;

17.

sottolinea che, in conformità dell'articolo 6 del regolamento FEG, occorre garantire che il Fondo sostenga il reinserimento stabile nel mercato del lavoro dei singoli lavoratori licenziati; evidenzia inoltre che l'assistenza del FEG può cofinanziare solo misure attive del mercato del lavoro che portino a un'occupazione stabile e a lungo termine; ribadisce che l'assistenza del FEG non deve sostituire le azioni che sono di competenza delle imprese in forza della legislazione nazionale o dei contratti collettivi, né le misure relative alla ristrutturazione di imprese o settori;

18.

approva la decisione allegata alla presente risoluzione;

19.

incarica il suo Presidente di firmare tale decisione congiuntamente al Presidente del Consiglio e di provvedere alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;

20.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione, compreso l'allegato, al Consiglio e alla Commissione.


(1)  GU L 406 del 30.12.2006, pag. 1.

(2)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.

(3)  GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.

(4)  Regolamento (UE) n. 1309/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (2014-2020) e che abroga il regolamento (CE) n. 1927/2006 (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 855).

(5)  Carsid produceva lastre di acciaio destinate ad ulteriore lavorazione in stabilimenti appartenenti al gruppo Duferco in Belgio (principalmente per la fabbricazione di prodotti laminati a caldo e a freddo utilizzati nel settore edile, dei mezzi di trasporto e automobilistico). Tra il 2006 e il 2011 Carsid ha fatto parte di una joint venture tra NLMK e Duferco. La presente domanda è pertanto collegata alla domanda EGF/2013/007 BE/Hainaut steel (Duferco-NLMK).

(6)  Si veda la banca dati del FEG disponibile all'indirizzo http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=582&langId=it.


ALLEGATO

DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2013/002 BE/Carsid, presentata dal Belgio)

(Il testo dell'allegato non figura poiché esso corrisponde all'atto finale, la decisione 2014/811/UE.)


27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/43


P8_TA(2014)0033

Mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione — domanda EGF/2014/006 FR/PSA — Francia

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 ottobre 2014 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2014/006 FR/PSA, presentata dalla Francia) (COM(2014)0560 — C8-0141/2014 — 2014/2076(BUD))

(2016/C 274/09)

Il Parlamento europeo,

vista la proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2014)0560 — C8-0141/2014),

visto il regolamento (UE) n. 1309/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (2014-2020) e che abroga il regolamento (CE) n. 1927/2006 (1) (Regolamento FEG),

visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (2), in particolare l'articolo 12,

visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (3) (AII del 2 dicembre 2013), in particolare il punto 13,

vista la procedura di trilogo prevista al punto 13 dell'AII del 2 dicembre 2013,

vista la lettera della commissione per l'occupazione e gli affari sociali,

vista la lettera della commissione per lo sviluppo regionale,

vista la relazione della commissione per i bilanci (A8-0016/2014),

A.

considerando che l'Unione ha predisposto strumenti legislativi e di bilancio per fornire un sostegno supplementare ai lavoratori che risentono delle conseguenze dei rilevanti cambiamenti della struttura del commercio mondiale e agevolare il loro reinserimento nel mercato del lavoro;

B.

considerando che il sostegno finanziario dell'Unione ai lavoratori licenziati dovrebbe essere dinamico e reso disponibile nel modo più rapido ed efficiente possibile, in conformità della dichiarazione comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, adottata durante la riunione di concertazione del 17 luglio 2008, e nel rispetto dell'AII del 2 dicembre 2013 con riferimento all'adozione di decisioni di mobilitazione del FEG;

C.

considerando che l'adozione del regolamento FEG riflette l'accordo raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio concernente la reintroduzione del criterio di mobilitazione a seguito della crisi, l'aumento del contributo finanziario dell'Unione al 60 % dei costi totali stimati delle misure proposte, l'incremento dell'efficienza del trattamento delle domande d'intervento del FEG in seno alla Commissione e da parte del Parlamento europeo e del Consiglio ottenuto con la riduzione dei tempi per la valutazione e l'approvazione, l'estensione delle azioni e dei beneficiari ammissibili ai lavoratori autonomi e ai giovani, nonché il finanziamento di incentivi per la creazione di imprese proprie;

D.

considerando che la Francia ha presentato la domanda EGF/2014/006 FR/PSA per un contributo finanziario a valere sul FEG in relazione al licenziamento di 6 120 lavoratori deciso in tale paese dalla Peugeot Citroën Automobiles (di seguito «PSA») operanti nel settore classificato NACE Rev. 2 nella divisione 29 («Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi») e che i licenziamenti interessano principalmente le regioni dell'Ile de France (impianto di Aulnay) e della Bretagna (impianto di Rennes), con 2 357 lavoratori destinatari di misure cofinanziate dal FEG, nel periodo di riferimento compreso tra il 1o ottobre 2013 e il 31 gennaio 2014;

E.

considerando che la domanda di assistenza soddisfa le condizioni di ammissibilità stabilite dal regolamento FEG;

F.

considerando che è possibile che gli impianti interessati siano oggetto di importanti riconversioni industriali, in particolare il sito di Aulnay-sous-Bois, il quale, se potrà sfruttare pienamente il suo potenziale nel settore del trasporto multimodale, potrebbe consentire un notevole ricollocamento di lavoratori;

G.

considerando che le autorità locali della regione della Bretagna non hanno partecipato all'organizzazione di servizi personalizzati a favore dei lavoratori colpiti, sebbene siano responsabili della formazione professionale; e che i rappresentanti dei sindacati locali dei principali siti interessati non sono stati invitati alla negoziazione delle misure;

1.

conviene con la Commissione che le condizioni stabilite all'articolo 4, paragrafo 1, lettera a), del regolamento FEG sono soddisfatte e che, di conseguenza, la Francia ha diritto a un contributo finanziario a norma del regolamento in parola;

2.

rileva che le autorità francesi hanno presentato la domanda relativa al contributo finanziario del FEG il 25 aprile 2014 e che la valutazione della Commissione è stata comunicata il 10 settembre 2014; si compiace della rapidità della valutazione, che è durata meno di cinque mesi;

3.

ritiene che i licenziamenti presso la PSA siano legati ai grandi cambiamenti strutturali nei flussi commerciali mondiali dovuti alla globalizzazione, con riferimento all'osservazione della Francia (L'industrie automobile francaise, analyse et statistiques 2013) (4), secondo cui nel periodo dal 2000 al 2012 la produzione mondiale di veicoli è cresciuta del 44 %, mentre nel medesimo periodo l'Europa occidentale ha registrato una contrazione del 25 %, e la produzione nei paesi terzi (Corea del Sud, Cina, Turchia, Indonesia, Iran, Malesia, Thailandia e Sudamerica) è aumentata significativamente e rappresenta attualmente il 47 % della produzione mondiale di veicoli (contro il 15 % nel 2000);

4.

osserva che i 6 120 licenziamenti aggraveranno ulteriormente il problema della disoccupazione nelle regioni dell'Ile de France e della Bretagna, in cui sono situati i due impianti colpiti, dal momento che lo stabilimento di Aulnay occupava l'ottavo posto tra i maggiori datori di lavoro e i licenziamenti riducono del 13,6 % il numero degli occupati nella zona;

5.

rileva che, finora, il settore automobilistico è stato oggetto di 21 domande a valere sul FEG, di cui 12 riconducibili alla globalizzazione degli scambi e 9 alla crisi economica e finanziaria mondiale; ritiene necessario dedicare un'attenzione particolare a questo settore nella relazione biennale prevista per agosto 2015;

6.

osserva che si tratta della terza domanda collegata all'industria automobilistica francese che supera i 10 milioni di euro; sottolinea l'importanza di prevedere tempestivamente gli adeguamenti e individuare accuratamente le competenze, in modo da creare possibilità di riqualificazione e sfruttare le competenze dei lavoratori in altri settori;

7.

valuta positivamente il fatto che, al fine di fornire un'assistenza tempestiva ai lavoratori, le autorità francesi abbiano deciso di avviare l'attuazione dei servizi personalizzati a favore dei lavoratori colpiti già il 3 giugno 2013, con largo anticipo rispetto alla decisione definitiva in merito alla concessione del sostegno del FEG al pacchetto coordinato proposto; si rammarica del fatto che, nonostante questa rapida attuazione, la Commissione abbia dovuto esaminare la domanda senza ricevere dalle autorità francesi le necessarie informazioni in materia di prefinanziamento e cofinanziamento nazionale;

8.

osserva che il pacchetto coordinato di servizi personalizzati da cofinanziare comprende misure a favore dei lavoratori licenziati quali un centro di accoglienza e istruzione di pratiche, consulenza da parte di esperti esterni, gruppi di lavoro tematici, formazione, indennità di formazione, sovvenzioni per la creazione di imprese;

9.

rileva che il pacchetto coordinato di servizi personalizzati è stato elaborato coinvolgendo i rappresentanti nazionali dei beneficiari interessati e le parti sociali e che, durante le varie fasi di attuazione del FEG e nell'accesso al medesimo, saranno applicati una politica di parità tra donne e uomini e il principio di non discriminazione;

10.

deplora tuttavia la partecipazione insufficiente delle autorità politiche e dei sindacati locali; propone che, nell'ambito di una futura revisione del regolamento FEG, sia inclusa una consultazione formale delle autorità politiche e dei sindacati locali nel fascicolo contenente la domanda di mobilitazione presentata dalle autorità nazionali alla Commissione; ritiene necessaria una maggiore integrazione del FEG nei programmi e nei processi di riconversione del tessuto economico locale;

11.

accoglie positivamente il fatto che, secondo le stime, il numero di partecipanti che potranno beneficiare delle sovvenzioni per la creazione di imprese è elevato; osserva che l'importo di tali sovvenzioni rimane al di sotto della soglia di 15 000 euro prevista all'articolo 7 del regolamento FEG; chiede che questa azione specifica sia esaminata tempestivamente onde poter valutare i risultati degli incentivi, possibilmente nella prossima relazione biennale o almeno nella relazione finale;

12.

valuta positivamente il piano per la concessione di prestiti senza interessi finalizzati alla creazione di nuove imprese; osserva che, in combinazione con le sovvenzioni per la creazione di imprese, essi potrebbero rappresentare un aiuto notevole per i partecipanti nell'avvio di imprese redditizie; accoglie favorevolmente il fatto che le autorità intendano ricorrere allo Strumento europeo di micro-finanziamento a tal fine;

13.

ricorda l'importanza di migliorare le possibilità di impiego di tutti lavoratori attraverso una formazione adeguata e il riconoscimento delle capacità e delle competenze acquisite durante la carriera professionale del lavoratore;

14.

deplora la mancanza di fondi destinati alle misure di comunicazione e promozione del FEG; ritiene che la pubblicità e l'informazione riguardo a queste azioni svolgano un ruolo importante non solo allo scopo di attirare beneficiari, ma anche per mettere in luce l'azione dell'Unione nel settore sociale;

15.

osserva che le informazioni fornite sul pacchetto coordinato di servizi personalizzati da finanziare a titolo del FEG includono informazioni sulla complementarità con azioni finanziate dai Fondi strutturali; sottolinea che le autorità francesi confermano che le azioni ammissibili non ricevono aiuti da altri strumenti finanziari dell'Unione; ribadisce la sua richiesta alla Commissione affinché presenti, nelle sue relazioni annuali, una valutazione comparativa di tali dati, onde assicurare il pieno rispetto dei regolamenti esistenti ed evitare che si verifichino duplicazioni dei servizi finanziati dall'Unione;

16.

apprezza la procedura perfezionata messa in atto dalla Commissione, dando seguito alla richiesta del Parlamento di accelerare la concessione delle sovvenzioni; prende atto dei vincoli temporali che il nuovo calendario comporta e del potenziale impatto per quanto riguarda l'efficienza nel trattamento della pratica;

17.

rileva che la domanda mira a utilizzare il massimo importo consentito pari al 35 % di tutti i costi per le indennità per la formazione e che la presente azione completa le sovvenzioni erogate dalla società che ha proceduto ai licenziamenti, in linea con le disposizioni del regolamento FEG;

18.

ricorda che, in conformità con l'articolo 7 del regolamento FEG, il pacchetto coordinato di servizi personalizzati di formazione e riqualificazione dovrebbe tenere conto delle prospettive future del mercato del lavoro e delle competenze richieste ed essere compatibile con il passaggio a un'economia sostenibile nonché efficiente sotto il profilo delle risorse;

19.

sottolinea che, conformemente all'articolo 9 del regolamento FEG, occorre assicurare che l'assistenza a titolo del FEG sia limitata al minimo necessario per garantire solidarietà e sostegno temporaneo, una tantum, ai beneficiari interessati, e che non sostituisca inoltre le azioni che rientrano nella sfera di responsabilità delle imprese in virtù del diritto nazionale o di contratti collettivi;

20.

approva la decisione allegata alla presente risoluzione;

21.

incarica il suo Presidente di firmare tale decisione congiuntamente al Presidente del Consiglio e di provvedere alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;

22.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione, compreso l'allegato, al Consiglio e alla Commissione.


(1)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 855.

(2)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.

(3)  GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.

(4)  http://www.ccfa.fr/IMG/pdf/ccfa_ra2012_fr_web-2.pdf.


ALLEGATO

DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in conformità del punto 13 dell'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (domanda EGF/2014/006 FR/PSA, presentata dalla Francia)

(Il testo dell'allegato non figura poiché esso corrisponde all'atto finale, la decisione 2014/817/UE.)


Mercoledì 22 ottobre 2014

27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/47


P8_TA(2014)0034

Elezione della Commissione

Decisione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2014 sull'elezione della Commissione (2014/2164(INS))

(2016/C 274/10)

Il Parlamento europeo.

visto l'articolo 17, paragrafo 7, secondo e terzo comma, del trattato sull'Unione europea,

visto l'articolo 106 bis del trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica,

vista la decisione 2014/414/UE del Consiglio europeo, del 27 giugno 2014 (1), che propone Jean-Claude Juncker come candidato alla carica di Presidente della Commissione,

viste la dichiarazione e gli orientamenti politici presentati in Aula da Jean-Claude Juncker il 15 luglio 2014,

vista la sua decisione del 15 luglio 2014 (2) di eleggere Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione,

vista la decisione 2014/639/UE del Consiglio europeo (3), adottata con l'accordo del presidente eletto della Commissione, del 30 agosto 2014, che nomina l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,

vista la decisione 2014/716/UE, Euratom del Consiglio, adottata di comune accordo con il presidente eletto della Commissione, del 15 ottobre 2014, relativa all'adozione dell'elenco delle altre personalità che il Consiglio propone di nominare membri della Commissione, che abroga e sostituisce la decisione 2014/648/UE, Euratom (4),

viste le audizioni dei commissari designati svoltesi dinanzi alle commissioni parlamentari competenti dal 29 settembre al 20 ottobre 2014, e nel corso di una riunione della Conferenza dei presidenti aperta a tutti i deputati, nonché le valutazioni dei commissari designati in seguito alle audizioni.

visto l'esame effettuato nel corso della riunione della Conferenza dei presidenti di commissione del 21 ottobre 2014 e della riunione della Conferenza dei presidenti del 21 ottobre 2014,

vista la dichiarazione resa in Aula dal presidente eletto della Commissione il 22 ottobre 2014,

visti l'articolo 118 e l'allegato XVI del suo regolamento,

1.

approva la nomina del presidente, del vicepresidente per le relazioni esterne (alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza) e degli altri membri della Commissione, quale organo collegiale, per il mandato fino al 31 ottobre 2019;

2.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente decisione al Consiglio europeo, al Consiglio dei ministri e al presidente eletto della Commissione.


(1)  GU L 192 dell 1.7.2014, pag. 52.

(2)  Testi approvati, P8_TA(2014)0002.

(3)  GU L 262 del 2.9.2014, pag. 6.

(4)  GU L 299 del 17.10.2014, pag. 29.


27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/48


P8_TA(2014)0035

Progetto di bilancio rettificativo n. 2/2014 — Eccedenza derivante dall'esecuzione del bilancio dell'esercizio 2013

Risoluzione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2014 concernente la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio rettificativo n. 2/2014 dell'Unione europea per l'esercizio 2014, sezione III — Commissione (12300/2014 — C8-0160/2014 — 2014/2035(BUD))

(2016/C 274/11)

Il Parlamento europeo,

visti l'articolo 314 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visto l'articolo 106 bis del trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica,

visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione europea e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio (1) («regolamento finanziario»), in particolare l'articolo 41,

visto il bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2014, definitivamente adottato il 20 novembre 2013 (2),

visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (3),

visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (4),

vista la decisione 2007/436/CE, Euratom del Consiglio, del 7 giugno 2007, relativa al sistema delle risorse proprie delle Comunità europee (5),

visto il progetto di bilancio rettificativo n. 2/2014 adottato dalla Commissione il 15 aprile 2014 (COM(2014)0234),

vista la posizione sul progetto di bilancio rettificativo n. 2/2014 adottata dal Consiglio il 14 luglio 2014 e trasmessa al Parlamento europeo il 12 settembre 2014 (12300/2014 — C8-0160/2014),

visto l'articolo 88 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per i bilanci (A8-0018/2014),

A.

considerando che il progetto di bilancio rettificativo n. 2/2014 mira a iscrivere nel bilancio 2014 l'eccedenza derivante dall'esecuzione dell'esercizio 2013, che ammonta a 1 005 milioni di EUR;

B.

considerando che le componenti principali di tale eccedenza sono un risultato positivo sul lato delle entrate pari a 771 milioni di EUR, una sottoesecuzione delle spese pari a 276 milioni di EUR e una differenza di cambio negativa pari a 42 milioni di EUR;

C.

considerando che sul lato delle entrate l'aumento è dovuto principalmente alle ammende e agli interessi di mora (1 331 milioni di EUR), mentre l'importo delle risorse proprie effettivamente raccolte rispetto a quelle iscritte in bilancio è in diminuzione (- 226 milioni di EUR) e anche le entrate da eccedenze, saldi e adeguamenti sono in calo (-360 milioni di EUR);

D.

considerando che sul lato spese la sottoesecuzione degli stanziamenti per il 2013 (107 milioni di EUR) e per il 2012 (54 milioni di EUR) è particolarmente bassa, è legata a fattori imprevedibili e non può essere ritenuta la conseguenza di una ridotta capacità di utilizzo;

E.

considerando che, di fatto, tutti gli indicatori disponibili segnalano che vi è stata una carenza di stanziamenti di pagamento sia nel bilancio del 2012 che in quello del 2013;

F.

considerando che l'articolo 18 del regolamento finanziario prevede che la differenza rispetto alle stime, da iscrivere nel bilancio dell'Unione, sia l'unico oggetto del bilancio rettificativo in questione;

1.

prende atto del progetto di bilancio rettificativo n. 2/2014, che mira unicamente a iscrivere in bilancio l'eccedenza derivante dall'esecuzione dell'esercizio 2013, per un importo pari a 1 005 milioni di EUR, in conformità dell'articolo 18 del regolamento finanziario; prende atto della posizione del Consiglio sul progetto di bilancio rettificativo n. 2/2014;

2.

ricorda che l'adozione del presente bilancio rettificativo n. 2 ridurrà la quota del contributo RNL degli Stati membri al bilancio dell'Unione di un importo pari a 1 005 milioni di EUR e pertanto compenserà in parte il loro contributo al finanziamento del bilancio rettificativo n. 3 (sono necessari ulteriori 3 170 milioni di EUR di risorse proprie); sottolinea quindi la sua intenzione di portare avanti la procedura per l'adozione del progetto di bilancio rettificativo n. 2 in parallelo ai negoziati sul progetto di bilancio rettificativo n. 3/2014, relativo alla mobilitazione di stanziamenti di pagamento supplementari, e sul progetto di bilancio rettificativo n. 4, volto a eseguire il riesame delle previsioni relative alle risorse proprie tradizionali e delle previsioni relative ad altre entrate nonché a rendere definitive alcune sanzioni, fornendo in tal modo ulteriori 2 059 milioni di EUR di risorse proprie che potrebbero ridurre ulteriormente il bisogno di stanziamenti supplementari nell'ambito del progetto di bilancio rettificativo n. 3;

3.

segnala che l'adozione senza modifiche dei progetti di bilancio rettificativo n. 2, 3 e 4 comporterebbe un'incidenza di bilancio complessiva pari solamente a 106 milioni di EUR di contributi RNL supplementari che devono essere messi a disposizione dagli Stati membri al fine di garantire stanziamenti di pagamento sufficienti nel 2014 per coprire gli obblighi giuridici esistenti dell'Unione;

4.

decide, al fine di mantenere il legame politico e procedurale tra i progetti di bilancio rettificativo n. 2, 3 e 4, di emendare come indicato in appresso la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio rettificativo n. 2/2014;

5.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione, corredata dell'emendamento del Parlamento, al Consiglio e alla Commissione e ai parlamenti nazionali.

Emendamento 1 (emendamento multiplo)

Stato generale delle entrate

Capo 1 4 —

Risorse proprie basate sul reddito nazionale lordo conformemente all'articolo 2, paragrafo 1, lettera c), della decisione 2007/436/CE, Euratom

Importi:

 

Bilancio 2014

Progetto di bilancio rettificativo n. 2

Posizione del Consiglio

Differenza

Nuovo importo

1 4 0

99 767 305 073

-1 005 406 925

-1 005 406 925

1 005 406 925

100 772 711 998

Totale

99 767 305 073

-1 005 406 925

-1 005 406 925

1 005 406 925

100 772 711 998

Sezione III — Commissione

Titolo 40 Riserve

Creazione della nuova linea 40 04 01 – Riserva per esigenze di pagamento supplementari

Importi:

 

Bilancio 2014

Progetto di bilancio rettificativo n. 2

Posizione del Consiglio

Differenza

Nuovo importo

40 04 01

1 005 406 925

1 005 406 925

Totale

1 005 406 925

1 005 406 925

Commento:

Gli stanziamenti iscritti al presente articolo devono essere utilizzati per coprire il fabbisogno di stanziamenti di pagamento supplementari individuato dalla Commissione nel progetto di bilancio rettificativo n. 3.

Motivazione:

In considerazione delle forti pressioni per quanto riguarda i pagamenti per il 2014 e dei rafforzamenti richiesti dalla Commissione nel PBR n. 3/2014, si propone che l'importo dell'eccedenza per l'esercizio 2013 sia utilizzato per finanziare la linea di bilancio di nuova creazione 40 04 01 «Riserva per esigenze di pagamento supplementari» sul lato delle spese del bilancio, anziché ridurre le risorse proprie basate sull'RNL. Se il PBR n. 3/2014 sarà adottato senza modifiche dal Consiglio, il presente emendamento sarà ritirato.


(1)  GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1.

(2)  GU L 51 del 20.2.2014, pag. 1.

(3)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.

(4)  GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.

(5)  GU L 163 del 23.6.2007, pag. 17.


27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/51


P8_TA(2014)0036

Bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2015 — Tutte le sezioni

Risoluzione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2014 relativa alla posizione del Consiglio sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2015 (12608/2014 — C8-0144/2014 — 2014/2040(BUD))

(2016/C 274/12)

Il Parlamento europeo,

visto l'articolo 314 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visto l'articolo 106 bis del trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica,

vista la decisione 2007/436/CE, Euratom del Consiglio, del 7 giugno 2007, relativa al sistema delle risorse proprie delle Comunità europee (1),

visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio (2),

visto il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (3) (regolamento QFP),

visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (4) (AII del 2 dicembre 2013),

vista la sua risoluzione del 13 marzo 2014 sugli orientamenti generali per l'elaborazione del bilancio 2015, sezione III — Commissione (5),

vista la sua risoluzione del 17 aprile 2014 sullo stato di previsione delle entrate e delle spese del Parlamento europeo per l'esercizio 2015 (6),

visto il progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2015 adottato dalla Commissione il 24 giugno 2014 (COM(2014)0300),

vista la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2015, adottata il 2 settembre 2014 e comunicata al Parlamento europeo il 12 settembre 2014 (12608/2014 — C8-0144/2014),

vista la lettera rettificativa n. 1/2015 al progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2015 presentata dalla Commissione il 15 ottobre 2014,

viste le deliberazioni dell'Ufficio di presidenza del 15 settembre 2014 e la nota rivista del Segretario generale del 17 settembre 2014 sulla lettura da parte del Parlamento del suo progetto di bilancio per il 2015,

vista la sua risoluzione legislativa del 15 aprile 2014 sul progetto di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il protocollo sullo statuto della Corte di giustizia dell'Unione europea aumentando il numero dei giudici del Tribunale (7),

visto l'accordo di cooperazione del 5 febbraio 2014 tra il Parlamento europeo e il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni,

visto l'articolo 88 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per i bilanci e i pareri delle altre commissioni interessate (A8-0014/2014),

Sezione III

Quadro generale

1.

ricorda che, nella predetta risoluzione del 13 marzo 2014, il Parlamento ha sottolineato la necessità di incrementare gli investimenti strategici negli interventi con un valore aggiunto europeo, onde contribuire al rilancio dell'economia europea, generando competitività, una crescita sostenibile e occupazione, in particolare per i giovani, e mirando nel contempo a rafforzare la coesione economica e sociale;

2.

sottolinea che i capi di Stato e di governo, nel giugno 2014, hanno nuovamente convenuto (posizione ribadita in occasione del vertice speciale del Consiglio europeo dell'agosto 2014) sulla necessità di investire e di preparare le economie degli Stati membri per il futuro, affrontando il fabbisogno di investimenti presente da tempo nei settori delle infrastrutture dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni significative per l'UE (incluso il completamento del mercato unico digitale entro il 2015) , nonché dell'efficienza energetica, dell'innovazione e della ricerca e delle competenze; ricorda l'indiscutibile ruolo svolto dal bilancio dell'Unione europea per conseguire questi obiettivi politici;

3.

ricorda nuovamente che il bilancio dell'Unione non dovrebbe in alcun caso essere percepito e valutato semplicemente come una componente finanziaria che costituisce un onere supplementare per i bilanci nazionali, ma dovrebbe invece essere visto come un'opportunità per potenziare le iniziative e gli investimenti che presentano un interesse e un valore aggiunto per l'Unione nel suo insieme, gran parte dei quali sono decisi congiuntamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio;

4.

ribadisce la natura complementare del bilancio dell'Unione rispetto ai bilanci nazionali e l'impulso che esso imprime ai fini della promozione della crescita e della creazione di posti di lavoro e sottolinea che, viste la sua natura ed entità modesta, non dovrebbe essere messo in discussione e limitato da riduzioni arbitrarie, ma che occorre invece rafforzarne alcuni ambiti mirati;

5.

rileva che il progetto di bilancio (PB) per il 2015 proposto dalla Commissione ammonta (inclusi gli strumenti speciali) a 145 599,3 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno (SI) e a 142 137,3 milioni di EUR in stanziamenti di pagamento (SP); sottolinea che il volume complessivo degli stanziamenti di pagamento nel PB rappresenta un aumento moderato dell'1,4 % rispetto al bilancio 2014 (tenendo conto del bilancio rettificativo n. 1 e dei progetti di bilancio rettificativo nn. 2-4/2014), ed è tuttora inferiore di 2 miliardi di EUR rispetto all'esecuzione del bilancio 2013; osserva che nel suo PB la Commissione ha proposto di lasciare un margine totale di 1 478,9 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno al di sotto dei massimali;

6.

sottolinea l'importanza delle agenzie decentrate, che sono essenziali per l'attuazione delle politiche e dei programmi dell'Unione; sottolinea la necessità di dotarle delle risorse finanziarie e umane necessarie per poter svolgere correttamente le funzioni assegnate loro dall'autorità legislativa;

La posizione del Consiglio

7.

deplora che il Consiglio, nella sua lettura, abbia ridotto gli stanziamenti d'impegno di 522 milioni di EUR e gli stanziamenti di pagamento di 2,1 miliardi di EUR, stabilendo il bilancio dell'Unione per il 2015 a 145 077,4 milioni di EUR in impegni e a 139 996,9 milioni di EUR in pagamenti; sottolinea che il taglio di 2,1 miliardi di EUR dei pagamenti rappresenterebbe una riduzione dello 0,18 % rispetto al bilancio 2014 (inclusi il BR n. 1/2014 e i PBR nn. 2-4/2014); esprime una particolare preoccupazione per i consistenti tagli degli stanziamenti di pagamento destinati alla competitività per la crescita e l'occupazione all'interno della rubrica 1a, che rappresentano una grave violazione dell'impegno del Consiglio a superare la crisi e a rilanciare la crescita economica;

8.

disapprova la lettura del bilancio 2015 da parte del Consiglio, che non tiene conto del carattere pluriennale delle politiche dell'Unione e che, invece di affrontare il problema, aggraverebbe ulteriormente la penuria di pagamenti e rallenterebbe l'attuazione dei programmi dell'Unione;

9.

sottolinea nuovamente che l'approccio del Consiglio di fissare il livello dei pagamenti in linea con il tasso di inflazione non tiene affatto conto della natura e della funzione del carattere pluriennale delle politiche dell'Unione e rende il QFP del tutto irrilevante; osserva, a tale riguardo, che il crescente divario tra gli stanziamenti di pagamento e gli stanziamenti d'impegno aggrava il problema dell'arretrato degli impegni da liquidare; sottolinea l'impatto negativo di tale approccio sulla percezione dell'Unione da parte dei cittadini; ribadisce in particolare che, per superare la crisi economica, l'Unione dovrebbe aumentare gli investimenti;

10.

si rammarica dei tagli arbitrari proposti dal Consiglio alle linee di supporto amministrativo destinate a finanziare l'attuazione di programmi fondamentali dell'Unione, incidendo negativamente sull'avvio efficace dei nuovi programmi, in quanto la mancanza di capacità amministrative comporta un grave rischio di ostacolare l'attuazione delle politiche dell'Unione;

11.

è profondamente preoccupato per il fatto che il Consiglio utilizza due pesi e due misure per quanto riguarda il bilancio dell'Unione, da un lato chiedendo un aumento dei fondi europei in settori che possono generare una crescita sostenibile e, dall'altro lato, proponendo tagli consistenti in settori fondamentali quali la ricerca, l'innovazione, lo spazio, le infrastrutture, le PMI e l'energia;

12.

accoglie positivamente il parere espresso da 13 Stati membri, secondo cui il livello degli stanziamenti di pagamento deciso dal Consiglio potrebbe non essere sufficiente e potrebbe creare forti pressioni per quanto riguarda il tempestivo soddisfacimento degli obblighi giuridici dell'Unione e il rispetto degli impegni già assunti; ricorda che, a norma dell'articolo 323 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, «il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione vigilano sulla disponibilità dei mezzi finanziari necessari a consentire all'Unione di rispettare gli obblighi giuridici nei confronti dei terzi»;

13.

ritiene che il Consiglio abbia una forte responsabilità politica per la situazione di estrema criticità nel settore dei pagamenti, a causa della sua incapacità, anno dopo anno, di trovare al suo interno una maggioranza qualificata per garantire un livello di pagamenti che consenta all'Unione di far fronte a fabbisogni di pagamenti incontestabili; deplora che ciò abbia progressivamente portato alla creazione di un deficit strutturale nel bilancio dell'Unione, che contrasta con le disposizioni del trattato e mette a rischio la capacità della Commissione di ottemperare ai propri obblighi giuridici;

14.

osserva al tempo stesso che l'attuale struttura del bilancio dell'Unione, in cui gli stanziamenti di pagamento sono collegati ai contributi nazionali, può incoraggiare scelte negative da parte degli Stati membri, in particolare in un momento in cui l'importanza del pareggio dei bilanci nazionali è al centro della discussione; sottolinea, tuttavia, che l'attuale livello dei pagamenti è la conseguenza diretta di un corrispondente livello degli impegni, che il Consiglio ha adottato formalmente con la necessaria maggioranza qualificata nel quadro delle procedure di bilancio annuali;

15.

si rammarica dell'innato conflitto tra il Consiglio, da un lato, e il Parlamento e la Commissione, dall'altro; chiede che vengano individuate modalità per trasformare questa tensione un più produttivo scambio di opinioni; auspica che l'apertura a nuovi atteggiamenti e a nuove proposte porti infine a cambiamenti strutturali in grado di favorire un accordo sul pareggio di bilancio che rispecchi le ambizioni e le preoccupazioni del Parlamento e del Consiglio;

La lettura del Parlamento

16.

sottolinea che, oltre all'attuazione dell'accordo politico raggiunto nei negoziati sul Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 per quanto riguarda l'anticipo degli stanziamenti per determinati obiettivi politici, la Commissione non ha proposto sforzi supplementari per realizzare le priorità che sono state non solo definite dal Parlamento ma anche concordate dai capi di Stato e di governo in sede di Consiglio europeo; decide pertanto di aumentare le risorse finanziarie destinate agli obiettivi politici e alle priorità strategiche dell'Unione in una serie di settori;

17.

decide di concentrare l'aumento degli stanziamenti sui programmi al centro della strategia Europa 2020 mirati a promuovere la crescita, la competitività e l'occupazione, e segnatamente Orizzonte 2020, COSME, Erasmus+, l'Agenda digitale, Progress e l'Agenda sociale (inclusi EURES e lo Strumento di microfinanza), visto che tali programmi sono un esempio del contributo dato dall'Unione a un'economia innovativa e prospera in tutto il continente; potenzia inoltre i programmi che contribuiscono alla realizzazione dell'agenda dell'Unione per la politica esterna, quali la politica di vicinato, l'aiuto allo sviluppo e gli aiuti umanitari; sottolinea la necessità di aumentare anche i finanziamenti destinati a importanti programmi e politiche mirati a lottare contro le disuguaglianze, quali il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), il programma Europa per i cittadini e la promozione dell'uguaglianza di genere;

18.

fissa il livello complessivo degli stanziamenti per il 2015 a 146 380,9 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno e a 146 416,5 milioni di EUR in stanziamenti di pagamento;

Affrontare la crisi dei pagamenti ricorrente

19.

appoggia la proposta della Commissione di utilizzare pienamente le risorse disponibili al di sotto del massimale per i pagamenti nel 2015, non lasciando alcun margine al di sotto di tale massimale; ripristina tutti gli stanziamenti di pagamento ridotti dal Consiglio sulla base dei modelli di esecuzione attuali e previsti;

20.

sottolinea, tuttavia, che nemmeno il pieno utilizzo del massimale per i pagamenti nel 2015 è sufficiente per risolvere adeguatamente i problemi relativi ai pagamenti emersi a partire dal bilancio dell'Unione del 2010; prende atto, in particolare, dell'enorme arretrato dei pagamenti degli ultimi anni, che ha portato al livello senza precedenti di 23,4 miliardi di EUR alla fine del 2013 per la sola politica di coesione, e teme che possa essere altrettanto elevato alla fine del 2014; sottolinea pertanto che il ricorrente problema della carenza di pagamenti deve essere affrontato in modo efficace senza ulteriori indugi; decide quindi di superare di 4 miliardi di EUR le proposte della Commissione relative ai pagamenti per una serie di linee di bilancio, incluse le principali «linee di completamento 2007-2013» dei fondi strutturali e dei programmi di ricerca dell'Unione, in cui la situazione è molto critica;

21.

invita pertanto la Commissione a tenersi pronta a presentare le opportune proposte per la mobilitazione del meccanismo di flessibilità previsto dal regolamento QFP; ribadisce l'intenzione di non accettare alcuna interpretazione restrittiva delle disposizioni sulla flessibilità e gli strumenti speciali incluse nel regolamento QFP e nell'AII del 2 dicembre 2013, che sono state negoziate con successo dal Parlamento;

22.

ribadisce la necessità che tutti gli stanziamenti di pagamento mobilitati attraverso l'uso di strumenti speciali siano iscritti in bilancio al di sopra del massimale per i pagamenti fissato nel QFP;

23.

ricorda l'esempio saliente della forte carenza di stanziamenti di pagamento per gli aiuti umanitari, registrata alla fine del 2013 e nel primo trimestre del 2014, che ha potuto essere risolta solo grazie a soluzioni temporanee e a breve termine mediante storni all'interno del bilancio adottato; è estremamente preoccupato che tale situazione possa verificarsi anche in altri settori quali la ricerca e lo sviluppo e l'innovazione;

24.

sottolinea che, al fine di individuare chiaramente i fabbisogni per il 2015 derivanti dagli esercizi precedenti, i negoziati sui fabbisogni di pagamenti supplementari per il 2014 dovrebbero essere portati a termine prima della conciliazione sul bilancio 2015; ribadisce che i PBR nn. 2, 3 e 4/2014 dovrebbero essere considerati come un pacchetto e che il Consiglio non può aspettarsi di beneficiare delle entrate inattese provenienti dall'iscrizione in bilancio delle eccedenze e delle ammende senza tener conto dei fabbisogni di pagamenti supplementari presentati nel PBR n. 3/2014; ricorda che i PBR nn. 2, 3 e 4/2014, nel loro insieme e adottati senza modifiche, comportano un'incidenza finanziaria complessiva pari a solamente 106 milioni di EUR di contributi RNL supplementari, che devono essere messi a disposizione dagli Stati membri al fine di garantire stanziamenti di pagamento sufficienti nel 2014 per coprire gli obblighi giuridici esistenti dell'Unione;

25.

sottolinea che il livello degli stanziamenti, in particolare per i pagamenti, votato dal Parlamento nella sua lettura è basato sull'ipotesi che tutti i PBR in sospeso per il 2014 siano approvati integralmente;

26.

sottolinea che, al fine di garantire risorse sufficienti per i piani d'investimento a livello di Unione (quali menzionati dal Consiglio europeo nel giugno 2014 ed messi in rilievo dal Presidente eletto Juncker come un'importante priorità politica nei suoi orientamenti politici (8)) e per la continuazione dell'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, in particolare la Garanzia europea per i giovani a partire dal bilancio 2016, e al fine di affrontare il persistente problema degli stanziamenti di pagamento, la revisione postelettorale del QFP 2014-2020, come previsto dall'articolo 2 del regolamento QFP, dovrebbe essere avviata quanto prima dalla nuova Commissione;

Rubrica 1a

27.

rileva che la rubrica 1a è interessata dal maggior numero di tagli apportati dal Consiglio per quanto riguarda sia gli impegni (- 323,5 milioni di EUR rispetto al PB) sia i pagamenti (-1 335 milioni di EUR), nonostante il fatto che nel giugno 2014 il Consiglio europeo abbia nuovamente posto la crescita, la competitività e la creazione di posti di lavoro al primo posto nella sua agenda politica; sottolinea che alcuni di questi tagli non sono in linea con l'accordo sul QFP 2014-2020, in quanto diminuiscono notevolmente la dotazione di Orizzonte 2020 (di 190 milioni di EUR in impegni rispetto al PB), che è stata consistentemente anticipata per 200 milioni di EUR nel 2014, e del programma ITER (-11,2 milioni di EUR), che dovrebbe invece essere anticipato nel 2015 per compensare il suo posticipo nel 2014;

28.

ritiene che, per favorire la sicurezza energetica, sia essenziale anche promuovere le energie rinnovabili e l'efficienza energetica nel contesto della dipendenza energetica dalla Russia, in particolare negli Stati membri che dipendono maggiormente dal gas russo; chiede che gli obiettivi di spesa dei fondi energetici nell'ambito di Orizzonte 2020 siano uniformati agli impegni assunti nel processo legislativo;

29.

contesta i tagli apportati dal Consiglio al Meccanismo per collegare l'Europa (-34,4 milioni di EUR), che vanno ad aggiungersi al posticipo di tale programma per il 2015 sulla base dell'accordo sul QFP, già tenuto in considerazione nel PB; è preoccupato per il rischio di un avvio inefficace di questo programma strategico che riveste una grande importanza per i futuri investimenti nelle infrastrutture per le telecomunicazioni, i trasporti e l'energia che possono favorire la creazione di posti di lavoro in Europa;

30.

decide pertanto, in linea generale, di ripristinare il PB 2015 per tutti i tagli operati dal Consiglio sia degli impegni che dei pagamenti; aumenta inoltre la dotazione di un determinato numero di linee di bilancio nell'ambito dei programmi che corrispondono alle priorità del Parlamento all'interno della rubrica 1a (Orizzonte 2020, COSME, Erasmus+, Agenda digitale, Agenda sociale), esaurendo il margine disponibile (aumenti complessivi rispetto al PB: circa 200 milioni di EUR);

31.

ritiene inoltre necessario aumentare la dotazione delle linee del programma CEF — Energia rispetto al PB per un importo complessivo di 34 milioni di EUR, al fine di contenere in parte gli effetti del posticipo di tale programma per il secondo anno consecutivo sulla base dell'accordo sul QFP; ritiene altresì prioritario potenziare gli investimenti nell'agenda digitale e nella banda larga e aumenta di conseguenza gli stanziamenti per le reti di telecomunicazione CEF di 12 milioni di EUR rispetto al PB;

32.

è del parere che promuovere il sostegno finanziario alle PMI sia essenziale per consentire all'economia dell'Unione di rilanciare la crescita e di uscire dalla crisi, contribuendo in tal modo alla lotta alla disoccupazione; ritiene che si metta spesso in evidenza l'importanza dell'innovazione delle PMI per la competitività dell'Unione ma che manchino finanziamenti sufficienti al riguardo; decide, di conseguenza, di aumentare di 26,5 milioni di EUR rispetto al PB gli stanziamenti d'impegno a favore delle PMI e dell'imprenditorialità; chiede alla Commissione di garantire un vero e proprio approccio dal basso verso l'alto nell'esecuzione; invita pertanto la Commissione a destinare maggiori risorse all'attuazione delle azioni previste dal suo Piano d'azione verde per le PMI;

33.

aumenta gli impegni per le tre autorità di vigilanza (EBA, EIOPA e ESMA) rispetto al PB per un importo complessivo di 6,1 milioni di EUR;

34.

è preoccupato per il crescente numero di casi in cui sono evidenti gli effetti della carenza di pagamenti all'interno della rubrica 1a, in particolare nell'ambito di Orizzonte 2020, in cui il prefinanziamento è stato ridotto, un numero considerevole di progetti sono bloccati e si profila l'interruzione dei pagamenti per il programma Erasmus+; è allarmato per il fatto che per numerosi programmi sono pressoché esauriti i fondi disponibili per i mesi restanti del 2014, ancor prima della scadenza del termine per la presentazione delle fatture;

35.

si compiace dei primi passi compiuti verso la riforma dell'EFRAG, ma sottolinea la necessità di dare piena attuazione alle raccomandazioni Maystadt, compresa la richiesta di limitare la sua attività agli standard IFRS e di abbandonare progressivamente i lavori relativi alle piccole e medie imprese e alle questioni fiscali;

36.

sottolinea il ruolo innovativo delle PMI per guidare la ripresa economica dell'Unione; si aspetta che la Commissione adempia ai propri impegni giuridici e di bilancio per quanto riguarda lo strumento per le PMI nel quadro di Orizzonte 2020 e invita il Consiglio a prevedere a tal fine un bilancio adeguato; chiede alla Commissione di istituire, a partire dal 2016, una linea di bilancio unica relativa allo strumento per le PMI, per assicurare una sorveglianza e un controllo di bilancio più chiari e garantire un autentico approccio dal basso verso l'alto nella sua attuazione;

37.

plaude al pacchetto sull'economia circolare pubblicato dalla Commissione il 2 luglio 2014 (9); chiede l'assegnazione di risorse adeguate per la realizzazione delle sue attività;

Rubrica 1b

38.

è profondamente preoccupato per il fatto che il Consiglio, pur mantenendo gli stanziamenti d'impegno al livello del PB (49 227 milioni di EUR), abbia diminuito gli stanziamenti di pagamento di 220 milioni di EUR, stabilendo il livello dei pagamenti a 51 382 milioni di EUR;

39.

sottolinea che la rubrica 1b contiene la quota più consistente degli impegni ancora da liquidare, il che impedisce il rimborso di risorse già spese da parte degli Stati membri e delle regioni beneficiari; sottolinea che questa prassi ha causato gravi conseguenze per gli Stati membri e le regioni maggiormente colpiti dalla crisi; deplora che il Consiglio sembri ignorare completamente questo problema; sottolinea che, in un periodo in cui la maggior parte degli Stati membri incontra difficoltà nel reperire fonti di finanziamento per progetti che possono creare posti di lavoro, la politica regionale dell'Unione è uno strumento essenziale per superare queste carenze; sottolinea che strumenti come il FSE, il Fondo di sviluppo regionale, il Fondo di coesione e l'Iniziativa per l'occupazione giovanile rivestono particolare importanza durante una crisi e che le prime vittime della diminuzione dei pagamenti sono sempre i soggetti più deboli, quali gli Stati membri con vincoli di bilancio, gli enti locali e regionali, le regioni ultraperiferiche, le PMI, le ONG e le parti sociali;

40.

decide di ripristinare il PB per quanto riguarda i pagamenti per le linee di bilancio destinate ai nuovi programmi, che sono state ridotte dal Consiglio, e di superare il PB per i pagamenti iscritti a una serie di linee concernenti in particolare il completamento dei programmi del QFP 2007-2013; rileva che il 2015 sarà il secondo anno di attuazione del nuovo ciclo dei Fondi strutturali e di investimento europei; sottolinea la necessità di stanziamenti d'impegno e di pagamento sufficienti a garantire che i programmi raggiungano il numero previsto di beneficiari e che abbiano pertanto l'impatto previsto;

41.

decide di superare di 20,2 milioni di EUR l'importo degli stanziamenti del PB a favore del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) e per i PP/PA; intende modificare la proposta della Commissione di mobilitare lo Strumento di flessibilità per integrare i finanziamenti dei programmi dei Fondi strutturali a favore di Cipro nell'ambito della rubrica 1b, fino all'intero importo di 100 milioni di EUR, dopo la conclusione dei negoziati con il Consiglio;

42.

crede fermamente che i finanziamenti dell'UE, in particolare quelli nel quadro dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (YEI), non dovrebbero essere utilizzati per sovvenzionare approcci nazionali ma piuttosto per fornire sostegno supplementare ai giovani in modo da integrare e valorizzare i programmi nazionali;

43.

invita la Commissione e gli Stati membri a utilizzare appieno i finanziamenti destinati a sostenere la popolazione giovanile disoccupata; ricorda l'accordo politico correlato al quadro finanziario pluriennale 2014-2020 sull'anticipo dei finanziamenti nell'ambito dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile nonché degli importi corrispondenti programmati nel quadro del Fondo sociale europeo, al fine di fornire l'assistenza necessaria nei primi anni del periodo di programmazione; si compiace che la Commissione e il Consiglio rispettino tale accordo negli importi proposti; esprime la propria preoccupazione circa la capacità di assorbimento di taluni Stati membri per quanto riguarda l'YEI; ricorda che, in base al regolamento QFP, i margini ancora disponibili al di sotto dei massimali del QFP per gli stanziamenti di impegno per gli anni 2014-2017 costituiscono un margine globale del QFP per gli impegni, che dovrà essere disponibile al di là dei massimali stabiliti dal QFP per gli anni 2016-2020 per gli obiettivi politici relativi alla crescita e all'occupazione, in particolare l'occupazione giovanile;

Rubrica 2

44.

accoglie positivamente l'aumento proposto dalla Commissione per gli stanziamenti d'impegno a favore del nuovo Programma per l'ambiente e l'azione per il clima (LIFE) e si attende che tale programma sia pienamente operativo nel 2015, inclusa una prima serie di strumenti finanziari; deplora, tuttavia, che programmi di minore entità come il programma LIFE e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) subiscano i tagli più consistenti operati dal Consiglio all'interno di questa rubrica, sia per quanto riguarda gli impegni che i pagamenti, il che compromette il conseguimento degli obiettivi concordati; si rammarica altresì dei tagli ingiustificati del Consiglio ai programmi Frutta nelle scuole e Latte alle scuole; ripristina pertanto il PB per tutte le linee interessate dai tagli del Consiglio;

45.

conviene sulla necessità di un sostegno supplementare per ridurre l'impatto del divieto imposto dalla Russia all'importazione di determinati prodotti agricoli e ittici dall'Unione; accoglie con favore le misure di sostegno di emergenza adottate dalla Commissione come prima risposta a questa crisi; aumenta pertanto di 30 milioni di EUR il cofinanziamento da parte dell'Unione delle misure di promozione nell'ambito della politica agricola comune per aiutare i produttori a trovare sbocchi di vendita alternativi, fornendo ai pescatori un sostegno addizionale di 5 milioni di EUR a titolo del FEAMP; decide altresì di aumentare di 7 milioni di EUR l'importo disponibile per il programma Frutta nelle scuole e di 4 milioni di EUR l'importo disponibile per il programma Latte alle scuole rispetto al progetto di bilancio della Commissione;

46.

ritiene che né gli stanziamenti a titolo della PAC, né altri stanziamenti di bilancio, debbano essere utilizzati per finanziare corride letali; ricorda che tali finanziamenti costituiscono una palese violazione della convenzione europea sulla protezione degli animali negli allevamenti (direttiva 98/58/CE del Consiglio);

47.

rileva che, tenendo conto di tutti gli emendamenti all'interno di questa rubrica, che includono 2,9 milioni di EUR per i progetti pilota e le azioni preparatorie, l'importo totale per la rubrica 2 si attesta a 59,3 miliardi di EUR, lasciando un margine di 293,4 milioni di EUR al di sotto del massimale;

Rubrica 3

48.

sottolinea che la rubrica 3, pur rappresentando solo l'1,5 % del bilancio dell'Unione ed essendo quindi la rubrica più piccola del QFP in termini di dotazione finanziaria, copre questioni di importanza fondamentale per i cittadini europei e i governi nazionali, quali le politiche di migrazione e asilo e la sicurezza interna; invita pertanto la Commissione e il Consiglio a continuare a intensificare gli sforzi finanziari e politici all'interno di questa rubrica nei prossimi anni;

49.

si rammarica che il PB diminuisca gli stanziamenti d'impegno dell'1,9 % da 2 171 998 milioni di EUR a 2 130 721 milioni di EUR rispetto al bilancio 2014, lasciando un margine di circa 115 milioni di EUR; deplora che il Consiglio abbia ulteriormente ridotto gli stanziamenti d'impegno di un importo pari a 30,2 milioni di EUR rispetto al PB e gli stanziamenti di pagamento di un importo pari a 28,5 milioni di EUR rispetto al PB (riduzioni che corrispondono a -1,42 % per gli stanziamenti d'impegno e a -1,51 % per gli stanziamenti di pagamento); rileva quindi che la rubrica 3 è una delle più colpite dai tagli del Consiglio;

50.

ritiene che i tagli supplementari proposti dal Consiglio comprometteranno la corretta attuazione dei programmi e delle azioni nell'ambito della rubrica 3; sottolinea l'importanza di mantenere il PB per le linee di bilancio «Garantire la tutela dei diritti e l'empowerment dei cittadini» e «Promuovere la non discriminazione e la parità», attuando il programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza per il periodo 2014-2020; adotta pertanto l'approccio generale di ripristinare il PB per tutte le linee all'interno di questa rubrica; decide inoltre di aumentare la dotazione di un determinato numero di linee rispetto al PB, principalmente nell'ambito dei programmi Europa creativa, Europa per i cittadini e azioni multimedia, come pure del Sistema comune di asilo (per un importo complessivo di 53,2 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno al di sopra del PB, incluse le agenzie e i progetti pilota e le azioni preparatorie);

51.

ricorda la dichiarazione comune delle tre istituzioni in base alla quale le procedure di bilancio annuali applicate per il QFP 2014-2020 integreranno, se del caso, elementi capaci di rispondere alle problematiche di genere; sottolinea la necessità di compiere ulteriori sforzi a tale riguardo e verso un approccio comune delle tre istituzioni, al fine di garantire un'effettiva integrazione della dimensione di genere nelle procedure di bilancio annuali; ribadisce la propria richiesta che l'analisi di genere costituisca parte integrante delle procedure di bilancio dell'Unione e che debba coinvolgere attivamente tutti gli attori a tutti i livelli nel processo al fine di portare avanti l'impegno dell'Unione nei confronti dell'uguaglianza di genere;

52.

ricorda che la ripartizione equa e trasparente degli stanziamenti tra i vari obiettivi del Fondo asilo, migrazione e integrazione è stata una priorità per il Parlamento europeo durante i negoziati che hanno portato all'istituzione del Fondo; invita la Commissione ad aumentare di conseguenza il numero delle linee di bilancio nel quadro del Fondo per l'asilo, la migrazione e l'integrazione al fine di contribuire a una migliore leggibilità e trasparenza del modo in cui saranno spese le risorse finanziarie attribuite ai diversi obiettivi e, dunque, a queste linee di bilancio;

53.

conviene sulla necessità di un supporto addizionale per le iniziative dei cittadini europei; decide pertanto di creare una nuova linea «Attuazione delle iniziative dei cittadini europei e di altri strumenti di democrazia partecipativa», all'interno della rubrica 3, con una dotazione di 1 milione di EUR in stanziamenti d'impegno;

54.

sottolinea la necessità e l'importanza di valutare in maniera continua l'attuazione di tutti i fondi e programmi e l'utilizzo delle relative risorse, al fine di individuare in una fase precoce eventuali carenze nonché la loro efficacia;

Rubrica 4

55.

deplora i tagli operati dal Consiglio nella rubrica 4 (-0,83 % in stanziamenti d'impegno e -5,24 % in stanziamenti di pagamento), che fanno di questa rubrica la più colpita dai tagli del Consiglio agli stanziamenti di pagamento; ribadisce che, sebbene la rubrica 4 assorba meno del 6 % del bilancio totale dell'Unione, essa è una proiezione dell'impegno dell'Unione all'estero e dovrebbe pertanto garantire sufficienti risorse affinché l'Unione possa svolgere il proprio ruolo di attore globale;

56.

critica fermamente la riduzione apportata dal Consiglio agli stanziamenti d'impegno per gli aiuti umanitari, che non può risolvere il problema del riporto di arretrati di fatture non pagate dagli esercizi precedenti e sta compromettendo l'efficace attuazione di questa politica, mettendo a rischio la vita dei suoi beneficiari; sottolinea che il livello degli stanziamenti di pagamento per la Riserva per gli aiuti d'urgenza dovrebbe corrispondere al livello degli stanziamenti d'impegno e deve essere iscritto in bilancio al di sopra del massimale per i pagamenti fissato nel QFP; sottolinea che il divario tra gli stanziamenti d'impegno e gli stanziamenti di pagamento per gli aiuti umanitari dovrebbe essere ridotto per tener conto dei brevi cicli di spesa in questo settore e porre fine all'abitudine di riportare gli arretrati di fatture non pagate dagli esercizi precedenti; respinge fermamente le ripercussioni negative sugli aiuti umanitari dei tagli dei pagamenti, inclusi i pagamenti rinviati e le operazioni ritardate, che sono imputabili a un'inefficace gestione del bilancio e sono particolarmente gravi, visto il grande numero di persone colpite dalla crescente instabilità nelle regioni periferiche; ritiene che questi eventi siano un segnale di allarme triste ma forte per la necessità di una gestione del bilancio più realistica;

57.

ricorda l'impegno assunto dall'Unione e dai suoi Stati membri a livello internazionale di portare allo 0,7 % dell'RNL la spesa per gli aiuti pubblici allo sviluppo (APS) e di conseguire entro il 2015 gli Obiettivi di sviluppo del Millennio e chiede pertanto un incremento degli stanziamenti per i settori tematici rientranti nell'ambito dello Strumento di cooperazione allo sviluppo, al fine di accelerare il rispetto degli impegni di sviluppo globale post-2015;

58.

sottolinea il proprio sostegno al processo di pace in Medio Oriente e la propria determinazione a garantire un importo di finanziamenti sufficiente per l'UNRWA e l'Autorità palestinese, aumentando il livello degli stanziamenti d'impegno di 35,5 milioni di EUR rispetto al PB; è sorpreso che il Consiglio abbia nuovamente ridotto gli stanziamenti di pagamento iscritti nel PB a favore dell'UNRWA e dell'Autorità palestinese di un importo pari a 2,4 milioni di EUR, senza fornire una chiara motivazione, e ritiene che la dotazione di questa linea sia insufficiente anche nel PB;

59.

sottolinea la necessità di garantire un sostegno ai paesi del vicinato orientale e meridionale dell'Unione che stanno affrontando enormi sfide per quanto riguarda la transizione democratica e il consolidamento della democrazia, lo sviluppo economico e sociale, l'immigrazione e la stabilità; evidenzia gli ulteriori sforzi richiesti per rispondere alla situazione in Ucraina; chiede pertanto che sia destinato un importo supplementare di 203,3 milioni di EUR rispetto al PB allo Strumento europeo di vicinato per consentire all'Unione di assumersi le sue responsabilità nel vicinato orientale e meridionale;

60.

ritiene che i tagli apportati dal Consiglio alle linee prioritarie del Parlamento siano inaccettabili e propone di ripristinare il PB per le linee ridotte dal Consiglio e addirittura di superare il PB per quanto riguarda gli stanziamenti d'impegno per alcune linee di importanza strategica per le relazioni esterne dell'Unione, portandoli complessivamente a 400,55 milioni di EUR (aiuti umanitari, Strumento europeo di vicinato, Strumento di cooperazione allo sviluppo, Strumento di assistenza preadesione, Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani, Strumento di stabilità e PP/AP); rileva che questi aumenti esauriscono il margine all'interno della rubrica 4 e un importo supplementare di 66 milioni di EUR derivante dalla riduzione della dotazione delle linee trasferite al bilancio del SEAE;

61.

ritiene necessario aumentare gli stanziamenti alla linea relativa alla comunità turco-cipriota, al fine di garantire la prosecuzione del sostegno finanziario dell'Unione alle attività del Comitato per le persone scomparse a Cipro e della commissione tecnica sul patrimonio culturale;

62.

approva il trasferimento delle linee di bilancio per i rappresentanti speciali dell'UE (RSUE) al bilancio del SEAE onde favorire una loro migliore integrazione in tale servizio, come proposto dal VP/AR nel riesame concernente il SEAE, dal Parlamento europeo nelle raccomandazioni del 13 giugno 2013 e dalla Corte dei conti nella relazione speciale n. 11/2014; si attende che il trasferimento sia ultimato entro il 1o gennaio 2016;

Rubrica 5

63.

rammenta che il PB riflette l'ultima riforma dello statuto del personale, tra cui le modifiche al calcolo degli adeguamenti delle retribuzioni e delle pensioni e la continua riduzione dell'organico;

64.

constata con rammarico che, ciò nondimeno, il Consiglio ha ridotto di 27,6 milioni di EUR gli stanziamenti della rubrica 5, di cui 16,7 milioni a titolo della dotazione amministrativa della Commissione per le spese relative ai funzionari e agenti temporanei, in ragione dell'incremento della riduzione forfettaria standard;

65.

considera arbitrario tale incremento della riduzione forfettaria standard (fino a un massimo del 4,5 % per la sede principale della Commissione e del 6 % per le delegazioni), tenuto conto che la Commissione sta riducendo per il terzo anno consecutivo il numero complessivo delle risorse umane e che le sue previsioni circa il numero di posti vacanti vanno considerate affidabili e devono basarsi su reali aspettative istituzionali;

66.

prende atto inoltre della dichiarazione del Consiglio allegata alla sua posizione in merito alla " importanza di monitorare attentamente gli stanziamenti relativi a tutte le categorie di personale esterno, alla luce dell'incremento di capacità risultante dall'aumento dell'orario di lavoro " e dei paralleli tagli alle spese di sostegno in diversi ambiti d'intervento, per un importo di 20,8 milioni di EUR; ritiene che, se sommata ai già menzionati rischi rappresentati da questo tipo di tagli, una siffatta riduzione sia difficilmente giustificabile; ricorda che, in virtù dell'AII del 2 dicembre 2013, la presunta capacità supplementare avrebbe già dovuto essere neutralizzata dalla progressiva riduzione del 5 % dell'organico su un periodo di cinque anni; rileva al riguardo che la Commissione già rispetta più che scrupolosamente i propri impegni dal momento che sta riducendo il personale di ogni categoria, tanto a titolo della rubrica 5 che di altre rubriche;

67.

ripristina pertanto il PB per tutte le linee di bilancio relative alle spese di supporto amministrativo e per tutte le linee della rubrica 5 i cui stanziamenti sono stati ridotti dal Consiglio;

68.

decide di mantenere alcuni stanziamenti in riserva, in attesa che la Commissione modifichi la normativa sui gruppi di esperti e ne garantisca la piena attuazione all'interno di tutte le direzioni generali;

Agenzie

69.

condivide, in linea generale, le previsioni della Commissione circa il fabbisogno finanziario delle agenzie; osserva che la Commissione ha già ridotto in misura sostanziale le richieste iniziali della maggior parte delle agenzie;

70.

ritiene pertanto che gli eventuali tagli aggiuntivi proposti dal Consiglio rischino di compromettere il corretto funzionamento delle agenzie e impedirebbero loro di svolgere i compiti affidati loro dall'autorità legislativa;

71.

non può tuttavia accettare l'approccio seguito dalla Commissione in materia di personale, in virtù del quale gli organigrammi delle agenzie non devono soltanto essere ridotti dell'1 % in base all'accordo politico sul QFP — che si applica a tutte le istituzioni e organismi — ma sono soggette a un ulteriore taglio dell'1 % per contribuire alla creazione di una «riserva di riassegnazione»;

72.

sottolinea che la riduzione di organico concordata si basa sul personale e sui compiti attuali, prendendo come data di riferimento il 31 dicembre 2012, e che l'affidamento di eventuali nuovi compiti alle agenzie esistenti o la creazione di nuove agenzie dovranno essere accompagnati da risorse supplementari;

73.

sottolinea che l'obiettivo stabilito di una riduzione del 5 % deve essere conseguito entro la fine del 2017 e che le agenzie devono disporre di una certa flessibilità riguardo agli esercizi in cui effettuare esattamente i tagli in questione, in modo da potersi avvalere delle normali fluttuazioni dell'organico per ridurre al minimo i costi del regime delle indennità di disoccupazione dell'Unione e altri costi connessi alla risoluzione anticipata dei contratti di lavoro;

74.

modifica pertanto diversi organigrammi delle agenzie in modo da conseguire la prevista riduzione dell'1 %, operare un trattamento differenziato per i posti finanziati tramite riscossione di diritti o per adeguare l'organico disponibile ai compiti supplementari;

75.

decide di incrementare gli stanziamenti del bilancio 2015 destinati alle tre agenzie di vigilanza finanziaria; ritiene che tali stanziamenti debbano rispecchiare la necessità di assolvere ai compiti previsti, dal momento che sono stati o stanno per essere adottati ulteriori regolamenti, decisioni e direttive per superare l'attuale crisi finanziaria ed economica, che è strettamente legata alla stabilità del settore finanziario;

76.

decide di incrementare altresì gli stanziamenti destinati all'Agenzia europea per la sicurezza marittima e all'Agenzia europea per il controllo della pesca, come pure a diverse agenzie nell'ambito della rubrica 3, tenuto conto degli ulteriori compiti loro affidati (Frontex, l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze e l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo);

Progetti pilota e azioni preparatorie (PP/AP)

77.

decide di adottare un pacchetto di compromesso costituito da un numero limitato di PP/AP, anche in considerazione dell'esiguità dei margini disponibili, avendo svolto un'attenta analisi dei progetti pilota e delle azioni preparatorie presentati — in termini di tasso di riuscita di quelli in corso, escludendo le iniziative già coperte da basi giuridiche esistenti e tenendo pienamente conto della valutazione realizzata dalla Commissione sulla fattibilità dei progetti;

Altre sezioni

78.

rammenta che le spese amministrative delle istituzioni, le pensioni e le scuole europee in generale rientrano nella rubrica 5 del QFP; rileva che la spesa complessiva di tale rubrica nel 2015, così come proposto nel PB, è stimata a 8,6122 miliardi di EUR (+2,5 % rispetto al bilancio 2014), il che lascia al di sotto del massimale un margine di 463,8 milioni di EUR, a fronte di una spesa amministrativa totale dell'insieme delle istituzioni nel 2015 stimata a 6,8931 miliardi di EUR (+1,6 % rispetto al bilancio 2014), lasciando pertanto un sottomargine di 457,9 milioni di EUR;

79.

prende atto della posizione del Consiglio in merito al PB, che riduce linearmente a 6,8656 miliardi di EUR (pari a -27,5 milioni di EUR o a -0,4 %) la spesa amministrativa delle istituzioni per il 2015, senza operare alcuna differenziazione, portando in tal modo artificialmente il sottomargine a 485,4 milioni di EUR;

80.

manifesta stupore per il fatto che il Consiglio proponga anche quest'anno tagli lineari alla spesa amministrativa delle istituzioni; ribadisce che il bilancio di ciascuna istituzione dell'Unione, date la sua missione e la sua situazione specifica, dovrebbe essere trattato individualmente, senza ricorrere a soluzioni univoche, tenendo conto della particolare fase di sviluppo, dei compiti operativi, degli obiettivi di gestione, del fabbisogno di organico e della politica immobiliare di ognuna di esse; è profondamente contrario alla strategia del Consiglio che innalza dell'1 % il tasso dei posti vacanti, senza tener conto delle effettive esigenze delle istituzioni, incrementando così artificialmente il margine; sottolinea che tale incremento, unitamente ai posti già soppressi nell'ambito della riduzione dell'1 % del personale, obbligherebbe talune istituzioni, che già risentono dei predetti tagli all'organico, a congelare le assunzioni per la copertura di posti vacanti, ostacolandone in tal modo il funzionamento;

81.

constata che il PB include l'adeguamento dello 0,8 % delle retribuzioni e pensioni del personale di tutte le istituzioni e organismi, relativamente agli anni 2011 e 2012, e il congelamento relativo agli anni 2013 e 2014; si compiace che la maggior parte delle istituzioni abbia già effettuato tali adeguamenti nel loro stato di previsione;

82.

sottolinea l'opportunità che le tre istituzioni — Commissione, Consiglio e Parlamento — accettino, per rispetto reciproco, lo stato di previsione del bilancio elaborato dai due rami dell'autorità di bilancio senza ulteriori modifiche;

83.

è del parere che il Parlamento e il Consiglio, pur essendo favorevoli a ogni possibile risparmio e miglioramento dell'efficienza derivante da una rivalutazione costante dei compiti attuali e di quelli nuovi, dovrebbero prevedere un livello adeguato di stanziamenti, che permetta di garantire il buon funzionamento delle istituzioni e il rispetto degli obblighi giuridici interni ed esterni, nonché di offrire ai cittadini dell'Unione europea un servizio pubblico altamente professionale; rammenta che è stato necessario assolvere ai nuovi compiti derivanti dal trattato di Lisbona senza risorse supplementari;

84.

si congratula con tutte le altre istituzioni per i risparmi e i miglioramenti in termini di efficienza che hanno già integrato nei rispettivi progetti di bilancio; sottolinea che un uso attento, efficiente, trasparente e responsabile delle risorse dell'Unione rappresenta uno degli strumenti fondamentali per rafforzare la fiducia dei cittadini; plaude agli sforzi compiuti dalle istituzioni per continuare a promuovere la trasparenza, l'efficienza amministrativa, la sana gestione finanziaria e la prioritarizzazione; ritiene che debbano continuare ad applicarsi allo stesso modo in tutte le istituzioni dell'Unione rigorosi principi di trasparenza;

85.

ripristina il livello dei tassi di abbattimento forfettario, come richiesto originariamente dalla Corte di giustizia, dalla Corte dei conti, dal Comitato economico e sociale europeo e dal Servizio europeo per l'azione esterna, modificati trasversalmente dal Consiglio, e ripristina il PB per le rispettive linee di bilancio;

Sezione I — Parlamento europeo

86.

rammenta che lo stato di previsione del Parlamento per il 2015 è stato fissato a 1 794 929 112 EUR, il che corrisponde a un tasso globale di crescita del 2,24 % rispetto al 2014; evidenzia, tuttavia, che lo 0,67 % di tale crescita è imputabile all'indennità transitoria straordinaria di fine mandato, che è giuridicamente vincolante, e lo 0,4 % all'accordo sull'adeguamento delle retribuzioni e pensioni del personale per gli anni 2011 e 2012; sottolinea pertanto che il tasso di crescita della spesa rispetto al 2014 è soltanto dell'1,18 %;

87.

pone in evidenza l'esigenza che il Parlamento e il Consiglio, al fine di conseguire risparmi sul lungo periodo nel bilancio dell'Unione, affrontino la questione della necessità di una tabella di marcia per la creazione di un'unica sede, come affermato dal Parlamento in diverse risoluzioni precedenti;

88.

si compiace della nota rivista presentata dal Segretario generale il 17 settembre 2014, in cui si propone di incorporare nel bilancio le decisioni e gli adeguamenti tecnici adottati di recente dall'Ufficio di presidenza; rileva che si tratta di modifiche senza alcuna incidenza di bilancio; approva tali adeguamenti al proprio stato di previsione;

89.

riduce il proprio organigramma al fine di conformarsi ai tagli all'organico stabiliti nel quadro della riforma dello statuto del personale;

90.

sottolinea che le attività dei gruppi politici non equivalgono al loro lavoro amministrativo; osserva che i gruppi politici hanno congelato i loro organici sin dal 2012 e che il loro fabbisogno è stato soddisfatto solo in parte nei due esercizi precedenti; insiste sul fatto che l'entità totale dell'organico dei gruppi politici nel 2015 e negli anni successivi non dovrebbe essere inferiore a quella attuale; rammenta di aver già adottato una decisione in tal senso nel corso della precedente legislatura (10);

91.

constata che il costo previsto del progetto KAD è stimato a 441,27 milioni di EUR ai prezzi attuali (406,22 milioni di EUR a prezzi costanti) e che nel 2015 il fabbisogno finanziario per il progetto in questione ammonterebbe a 128,91 milioni di EUR (pari al 29 % del costo totale); sottolinea che, tenuto conto delle risorse di bilancio già stanziate ma non ancora utilizzate, il restante fabbisogno finanziario per il 2015 è stimato a 84,8 milioni di EUR; ritiene che tale importo possa essere ridotto sensibilmente tramite uno storno a fine 2014 e che il restante importo debba essere finanziato mediante prestiti; rammenta che, grazie alla costruzione dell'edificio KAD, in futuro i pagamenti totali annui saranno nettamente inferiori alle spese di locazione per edifici analoghi;

92.

decide di incrementare di 3 milioni di EUR gli stanziamenti a sostegno delle fondazioni politiche europee affinché queste ultime possano espletare pienamente le loro attività anche in relazione all'insieme dei gruppi politici e intensificare il lavoro di ricerca e di sostegno al fine di formulare e divulgare idee intese a far avanzare il processo di integrazione europea; sottolinea che si tratta di un incremento senza alcuna incidenza di bilancio in quanto i finanziamenti saranno attinti dalla riserva per imprevisti; fissa pertanto il volume totale del proprio bilancio per il 2015 a 1 794 929 112 EUR; fa rilevare che ciò corrisponde a un incremento dello 0 % rispetto al suo stato di previsione, approvato in Aula il 17 aprile 2014;

93.

plaude alla decisione del gruppo di lavoro misto di raccomandare ai deputati di avvalersi di biglietti di classe economica per viaggi brevi; invita il Segretario generale a presentare una valutazione dei risultati di tale raccomandazione entro e non oltre la fine del 2015;

94.

si compiace dei risultati ottenuti dal gruppo di lavoro misto sull'analisi di eventuali risparmi per quanto riguarda le spese per autovetture e autisti; si attende che tali risparmi di concretizzino nel corso dei prossimi esercizi;

Sezione IV — Corte di giustizia

95.

sottolinea che, nonostante la crescita senza precedenti del contenzioso, la Commissione ha deciso di sopprimere dal PB della Corte di giustizia 12 nuovi posti intesi ad evitare eventuali strozzature e contenere quanto più possibile l'eventualità della mancata conclusione dei procedimenti entro un ragionevole periodo di tempo; evidenzia che, così facendo, la Commissione ha messo a repentaglio la produttività dei tre tribunali a fronte di un costante aumento senza precedenti delle nuove cause, creando pertanto un grave rischio per il bilancio;

96.

approva la creazione dei 12 nuovi posti originariamente richiesti dalla Corte di giustizia; incrementa di conseguenza la dotazione delle relative linee di bilancio e ritocca l'organigramma della Corte di giustizia nel senso indicato nel suo stato di previsione;

97.

riporta al livello originario del 3 % il tasso di abbattimento forfettario, onde permettere alla Corte di giustizia di far fronte in maniera adeguata alla mole di lavoro in continua crescita e consentendole di utilizzare al meglio il proprio organigramma; evidenzia che la riduzione proposta dal Consiglio è in flagrante contraddizione con l'obiettivo di un tasso di copertura dei posti del 98 % (che è la maggiore percentuale possibile tenendo conto dell'inevitabile effetto dell'avvicendamento di personale nel corso dell'anno) e di un tasso di esecuzione delle retribuzioni vicino al 99 % nel 2013;

98.

sottolinea che il Tribunale, nonostante il notevole impegno profuso, non è più in grado di far fronte alla crescente mole di lavoro; evidenzia che questa generale tendenza al rialzo è pienamente corroborata dai dati riscontrati finora nel 2014 ed è destinata a proseguire, anche in ragione delle modifiche apportate dal trattato di Lisbona (che prevede l'ampliamento dell'ambito giurisdizionale del Tribunale a decorrere dal 1o dicembre 2014 nei settori della libertà, della sicurezza e della giustizia) e dell'adesione della Croazia;

99.

sottolinea che, nonostante le importanti iniziative adottate finora in materia di produttività, il numero di cause pendenti continua a lievitare (+25 % nel 2013, + 6 % alla fine del giugno 2014) mentre si configura ormai il rischio di richieste di risarcimento per il mancato rispetto di una durata ragionevole del procedimento (in particolare per i procedimenti dinanzi al Tribunale, in cui il numero dei contenziosi ha raggiunto livelli pressoché insostenibili), essendo stato presentato un primo ricorso per tale motivo nel giugno 2014, con possibili gravi ripercussioni per l'Unione; sottolinea che il mancato rispetto di una durata ragionevole dei procedimenti al Tribunale, soprattutto in materia di diritto della concorrenza, pregiudica gravemente il funzionamento del mercato interno e potrebbe rappresentare un grave rischio per il bilancio dell'Unione;

100.

rammenta l'accordo di principio tra il Parlamento e il Consiglio sulla necessità di incrementare il numero dei giudici; sottolinea, in tali circostanze, l'urgenza di trovare quanto prima un accordo sulla nomina di ulteriori giudici presso il Tribunale; iscrive in riserva un importo di 2 milioni di EUR per la nomina di nove giudici e invita il Tribunale a presentare al Consiglio e al Parlamento una valutazione aggiornata del fabbisogno finanziario supplementare per i nove giudici in questione e il relativo personale; chiede che sia trovato quanto prima un accordo in seno al Consiglio e che la procedura legislativa sia ultimata entro il 1o ottobre 2015; insiste sulla necessità di valutare con prudenza il fabbisogno di personale supplementare relativo alla nomina di nove giudici;

Sezione V — Corte dei conti

101.

riporta al livello originario del 2,1 % il tasso di abbattimento forfettario al fine di permettere alla Corte dei conti di soddisfare il proprio fabbisogno di personale;

102.

ripristina il PB per le linee di bilancio inerenti alla retribuzione degli altri agenti, onde garantire che la Corte dei conti possa adempiere agli obblighi giuridici nei confronti del suo personale;

Sezione VI — Comitato economico e sociale europeo e Sezione VII — Comitato delle regioni e attuazione dell'accordo di cooperazione con il Parlamento europeo

103.

ricorda che, conformemente all'accordo di cooperazione del 5 febbraio 2014, è previsto il trasferimento di un massimo di 80 posti dai due comitati al Parlamento e che è stato stabilito di comune accordo un incremento degli stanziamenti per il potenziamento delle loro attività politiche e l'ulteriore fabbisogno per l'esternalizzazione delle traduzioni;

104.

constata che un minimo di 60 posti dovrebbero essere trasferiti al Parlamento e che tale trasferimento avverrebbe in due fasi: la prima, a decorrere dal 1o ottobre 2014 e la seconda in un momento successivo nel corso del 2015; include nel bilancio gli adeguamenti relativi al trasferimento di 42 posti (30 dal CESE e 12 dal CdR), che corrisponde all'attuazione della prima fase, e iscrive in riserva la metà degli stanziamenti corrispondenti al previsto trasferimento dei restanti posti (un minimo di sei dal CESE e un minimo di 12 dal CdR), che saranno sbloccati una volta adottata la decisione definitiva sul trasferimento; si attende che il trasferimento definitivo sia ultimato entro il luglio 2015;

105.

plaude alla cooperazione in corso tra i due comitati in ambito amministrativo e li incoraggia a intensificarla ulteriormente, in quanto è possibile ottenere maggiori risultati e risparmi comuni; invita e il CESE e il CdR a esaminare il modo in cui proseguire le riforme strutturali e organizzative in maniera coordinata grazie all'intensificazione della loro cooperazione bilaterale;

Sezione VI — Comitato economico e sociale europeo

106.

riporta al livello originario del 4,5 % il tasso di abbattimento forfettario, onde consentire al Comitato economico e sociale europeo di ovviare alle continue riduzioni di organico;

Sezione VII — Comitato delle regioni

107.

sottolinea che per il Comitato delle regioni il bilancio 2015 sarà caratterizzato dalla crescita delle sue attività politiche, in quanto il suo nuovo (sesto) mandato politico inizierà nel febbraio 2015 e sarà il primo anno in cui si terrà conto nel bilancio del pieno effetto dell'insediamento nel CdR del quinto gruppo politico (gruppo ECR);

108.

disapprova categoricamente i tagli proposti dalla Commissione alle spese legate alle attività politiche del CdR e alle spese accessorie, nonché alle attività di informazione e comunicazione; incrementa le relative linee di bilancio, tenuto conto dell'inizio del nuovo mandato del CdR;

Sezione VIII — Mediatore europeo

109.

constata che il Consiglio ha ridotto dell'1,7 % il progetto di bilancio del Mediatore europeo; sottolinea che tale riduzione comporterà un forte aggravio per le risorse già molto limitate di tale istituzione e inciderà pesantemente sull'attuazione della sua nuova strategia e sulla capacità dell'istituzione di garantire un servizio efficiente ed efficace ai cittadini europei; ripristina pertanto gli importi di tutte le linee di bilancio interessate dai tagli del Consiglio onde consentire al Mediatore europeo di espletare il suo mandato e onorare i suoi impegni;

Sezione IX — Garante europeo della protezione dei dati

110.

rammenta che, senza tener conto degli inevitabili obblighi giuridici, quali le spese di fine mandato per i membri del Garante europeo della protezione dei dati o gli adeguamenti della loro retribuzione, il principale incremento rispetto al bilancio 2014 è imputabile alla creazione della task force del comitato europeo per la protezione dei dati, nonché alle nuove attività specifiche identificate per il periodo 2014-2020;

111.

ripristina il PB per le linee di bilancio inerenti al nuovo mandato del Garante europeo della protezione dei dati, alla creazione della task force del comitato europeo per la protezione dei dati e quelle a garanzia del corretto funzionamento dell'istituzione, tenuto conto in particolare della sua nuova strategia per il periodo 2014-2020; sottolinea che i tagli lineari alle spese possono rivelarsi estremamente deleteri e controproducenti, soprattutto per un'istituzione di così piccole dimensioni;

Sezione X — Servizio europeo per l'azione esterna

112.

ricorda al Consiglio che gli Stati membri hanno approvato l'istituzione del SEAE e che quest'ultimo necessita di risorse sufficienti per svolgere le proprie attività; invita gli Stati membri a esplorare ulteriormente le possibili sinergie tra le ambasciate nazionali e il SEAE, quali il ricorso a locali comuni, la sicurezza e la cooperazione in ambito amministrativo;

113.

riporta il tasso di abbattimento forfettario al livello originario del 5,3 % per la sede del SEAE, al 2,7 % per le delegazioni e al 27 % per gli esperti militari nazionali distaccati e ripristina gli stanziamenti come richiesto nel PB; sottolinea che un tale aumento dei tassi di abbattimento forfettario comporterà una riduzione del personale in organico superiore a quella obbligatoria dell'1 %, incidendo negativamente sul funzionamento dell'istituzione e impedendone la trasformazione in un nuovo organismo con sempre maggiori funzioni;

114.

ripristina il PB per tutte le linee di bilancio interessate dai tagli del Consiglio, in particolare quelle relative agli stanziamenti per la sicurezza delle comunicazioni del SEAE, onde consentire all'Alto rappresentante e agli alti dirigenti del Servizio di partecipare in maniera efficiente a negoziati estremamente sensibili;

115.

insiste sulla necessità di proteggere i sistemi di comunicazione del SEAE dalle intrusioni e di garantire che i sistemi di comunicazione tra il SEAE e gli Stati membri, da un lato, e tra la sede principale e le delegazioni, dall'altro, siano sicuri e moderni;

116.

è favorevole alla proposta dell'Alto rappresentante di iscrivere nel bilancio del SEAE gli stanziamenti necessari all'apertura di una nuova delegazione nella regione del Golfo, in cui l'Unione è sottorappresentata (11); incrementa pertanto la dotazione delle linee di bilancio interessate, come richiesto dal SEAE nel suo stato di previsione;

117.

trasferisce dalla Sezione III (Commissione) alla Sezione X (SEAE) del bilancio lo stanziamento per le «spese amministrative comuni» per il personale della Commissione presso le delegazioni; sottolinea che si tratta di un trasferimento senza alcuna incidenza di bilancio o di altro tipo sugli stanziamenti amministrativi della Commissione o sulle condizioni di lavoro del suo personale presso le delegazioni e che risponde alla richiesta di semplificazione della gestione delle spese amministrative delle delegazioni dell'UE formulata dal SEAE e dal Consiglio e sollevata di recente in una relazione della Corte dei conti; insiste sul fatto che l'esecuzione dello trasferimento avverrà in stretta cooperazione tra il SEAE e la Commissione; invita il Consiglio a rispettare la neutralità di bilancio di tale accordo;

o

o o

118.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alle altre istituzioni e agli organi interessati nonché ai parlamenti nazionali.


(1)  GU L 163 del 23.6.2007, pag. 17.

(2)  GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1.

(3)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.

(4)  GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.

(5)  Testi approvati, P7_TA(2014)0247.

(6)  Testi approvati, P7_TA(2014)0450.

(7)  Testi approvati, P7_TA(2014)0358.

(8)  http://ec.europa.eu/about/juncker-commission/docs/pg_en.pdf

(9)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 2 luglio 2014: «Verso un'economia circolare: programma per un'Europa a zero rifiuti» (COM(2014)0398).

(10)  Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2013 concernente la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2014 (P7_TA(2013)0437).

(11)  Risoluzione del Parlamento europeo del 3 aprile 2014 sulla strategia dell'UE nei confronti dell'Iran (testi approvati, P7_TA(2014)0339).


27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/65


P8_TA(2014)0037

Protocollo all'accordo di libero scambio tra l'UE e la Repubblica di Corea, dall'altra, per tener conto dell'adesione della Repubblica di Croazia all'UE***

Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 22 ottobre 2014 sul progetto di decisione del Consiglio relativo alla conclusione a nome dell'Unione europea e dei suoi Stati membri di un protocollo aggiuntivo all'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra, per tener conto dell’adesione della Croazia all'Unione europea (06035/2014 — C7-0113/2014 — 2014/0019(NLE))

(Approvazione)

(2016/C 274/13)

Il Parlamento europeo,

vista la proposta di decisione del Consiglio (06035/2014),

visto il progetto di protocollo aggiuntivo all'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra, per tener conto dell’adesione della Croazia all'Unione europea (06037/2014),

vista la richiesta di approvazione presentata dal Consiglio a norma dell'articolo 91, dell'articolo 100, paragrafo 2, dell'articolo 167, paragrafo 3, dell'articolo 207 e dell'articolo 218, paragrafo 6, secondo comma, lettera a), punto v), del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (C7-0113/2014),

visti l'articolo 99, paragrafo 1, primo e terzo comma, l'articolo 99, paragrafo 2, e l'articolo 108, paragrafo 7, del suo regolamento,

vista la raccomandazione della commissione per il commercio internazionale (A8-0012/2014),

1.

dà la sua approvazione alla conclusione del protocollo aggiuntivo;

2.

incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e alla Repubblica di Corea.


Giovedì 23 ottobre 2014

27.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 274/66


P8_TA(2014)0042

Dazi doganali sulle merci originarie dell'Ucraina ***I

Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 23 ottobre 2014 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (UE) n. 374/2014 sulla riduzione o sulla soppressione dei dazi doganali sulle merci originarie dell'Ucraina (COM(2014)0597 — C8-0165/2014 — 2014/0279(COD))

(Procedura legislativa ordinaria: prima lettura)

(2016/C 274/14)

Il Parlamento europeo,

vista la proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio (COM(2014)0597),

visti l'articolo 294, paragrafo 2, e l'articolo 207, paragrafo 2 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, a norma dei quali la proposta gli è stata presentata dalla Commissione (C8-0165/2014),

visti l'articolo 294, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visto l'impegno assunto dal rappresentante del Consiglio, con lettera del 16 ottobre 2014, di approvare la posizione del Parlamento europeo, in conformità dell'articolo 294, paragrafo 4, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visto l'articolo 59 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per il commercio internazionale (A8-0021/2014),

1.

adotta la sua posizione in prima lettura figurante in appresso;

2.

chiede alla Commissione di presentargli nuovamente la proposta qualora intenda modificarla sostanzialmente o sostituirla con un nuovo testo;

3.

incarica il suo Presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti nazionali.


P8_TC1-COD(2014)0279

Posizione del Parlamento europeo definita in prima lettura il 23 ottobre 2014 in vista dell'adozione del regolamento (UE) n. …/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 374/2014 sulla riduzione o sulla soppressione dei dazi doganali sulle merci originarie dell'Ucraina

(Dato l'accordo tra il Parlamento e il Consiglio, la posizione del Parlamento corrisponde all'atto legislativo finale, il regolamento (UE) n. 1150/2014.)