ISSN 1977-0944 |
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Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 193 |
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Edizione in lingua italiana |
Comunicazioni e informazioni |
59° anno |
Numero d'informazione |
Sommario |
pagina |
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I Risoluzioni, raccomandazioni e pareri |
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RISOLUZIONI |
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Assemblea parlamentare EURONEST |
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2016/C 193/01 |
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2016/C 193/02 |
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2016/C 193/03 |
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2016/C 193/04 |
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2016/C 193/05 |
Risoluzione dell'Assemblea parlamentare Euronest sul caso di Nadija Savčenko |
IT |
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I Risoluzioni, raccomandazioni e pareri
RISOLUZIONI
Assemblea parlamentare EURONEST
31.5.2016 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 193/1 |
RISOLUZIONE (1)
dell'Assemblea parlamentare Euronest sulle posizioni e preoccupazioni comuni degli Stati membri dell'UE e dei paesi partner dell'Europa orientale in materia di politiche estere e minacce esterne alla loro sicurezza
(2016/C 193/01)
L'ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURONEST,
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visto l'Atto costitutivo dell'Assemblea parlamentare Euronest del 3 maggio 2011, |
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vista la dichiarazione congiunta del vertice del partenariato orientale tenutosi a Riga il 21 e 22 maggio 2015, |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo del 9 luglio 2015 sulla revisione della politica europea di vicinato (2), |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo del 9 luglio 2015 sull'agenda europea in materia di sicurezza (3), |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo dell'11 giugno 2015 sulla situazione militare strategica nel Bacino del Mar Nero a seguito dell'annessione illegale della Crimea da parte della Russia (4), |
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vista la comunicazione della Commissione del 28 aprile 2015 da titolo «Agenda europea sulla sicurezza» [COM(2015) 0185], |
A. |
considerando che l'ambiente di sicurezza internazionale in Europa è cambiato radicalmente negli ultimi anni, facendo registrare un notevole aumento dei disordini a livello globale e l'emergere di nuovi conflitti regionali e locali in Medio Oriente, Nord Africa ed Europa orientale; che la persistenza di tali conflitti e delle violazioni dei diritti umani nelle regioni in guerra ha dato luogo a uno spostamento senza precedenti di persone in cerca di protezione nei paesi vicini e negli Stati membri dell'UE; |
B. |
considerando che, in conformità dell'articolo 21 del trattato sull'Unione europea, l'UE si impegna a realizzare un multilateralismo efficace come modello di governance globale; che l'Organizzazione delle Nazioni Unite offre un forum intergovernativo unico in cui i suoi Stati membri possono discutere e intraprendere azioni congiunte su questioni globali, quali la pace e la sicurezza, i diritti umani, la prevenzione dei conflitti, il disarmo e il terrorismo; che l'UE e i suoi Stati membri si sono impegnati in modo costruttivo in seno alle Nazioni Unite e ad altri consessi internazionali, in collaborazione con i partner e i paesi che condividono gli stessi principi, al fine di modellare le risposte alle questioni di interesse globale e regionale e del diritto internazionale; |
C. |
considerando che la politica europea di vicinato (PEV) è stata istituita per consolidare i partenariati dell'Unione europea con i paesi vicini onde sviluppare uno spazio basato sul comune rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto e caratterizzato da stabilità, sicurezza e prosperità; |
D. |
considerando che la Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa dispone di esperienza e conoscenze specialistiche nel campo del diritto costituzionale; |
E. |
considerando che il partenariato orientale si fonda sull'impegno nei confronti dei principi del diritto internazionale e dei valori fondamentali, segnatamente la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali; |
F. |
considerando che, all'atto della firma di accordi di associazione bilaterali con l'UE, la Georgia, la Moldova e l'Ucraina si sono impegnate, insieme all'UE, a promuovere, preservare e rafforzare la pace e la stabilità con riferimento alle dimensioni regionale e internazionale, come uno degli obiettivi dell'associazione politica; |
G. |
considerando che, come evidenziato nella quarta e ultima relazione sui progressi compiuti dalla Georgia nell'attuazione del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti (VLAP), presentata dalla Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio e approvata il 18 dicembre 2015, dall'avvio del dialogo sulla liberalizzazione dei visti UE-Georgia nel giugno 2012 la Georgia ha intrapreso tutte le riforme necessarie per conseguire effettivamente e in modo sostenibile tutti i parametri stabiliti nei quattro blocchi della seconda fase del VLAP; che, conformemente al VLAP, la Georgia ha effettuato una serie di riforme legislative e istituzionali nei seguenti settori: sicurezza dei documenti, gestione delle frontiere, gestione della migrazione e asilo, ordine pubblico e sicurezza (lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione, la tratta di esseri umani, il riciclaggio di denaro e il narcotraffico; cooperazione in materia giudiziaria e di applicazione della legge; protezione dei dati personali; e protezione dei diritti umani, compresi i diritti delle minoranze); |
H. |
considerando che il 18 dicembre 2015 la Commissione ha pubblicato la sesta e ultima relazione sui progressi compiuti nell'attuazione del VLAP da parte dell'Ucraina; |
I. |
considerando che il 7 dicembre 2015 l'UE e l'Armenia hanno avviato negoziati ad alto livello in vista di un nuovo accordo quadro a carattere globale che contempli la cooperazione politica, economica e settoriale; |
J. |
considerando che, come sottolineato nella dichiarazione congiunta del vertice del partenariato orientale del 21 e 22 maggio 2015, gli atti di aggressione della Russia contro l'Ucraina e la Georgia hanno dimostrato che i principi fondamentali di sovranità e integrità territoriale, con frontiere riconosciute a livello internazionale, non possono essere dati per scontati nel XXI secolo; |
K. |
considerando che l'afflusso di munizioni, armi e combattenti terroristi provenienti dalla Russia nei territori controllati da gruppi armati illegali in Ucraina ha causato un numero elevato di vittime e oltre due milioni di sfollati interni e rifugiati, oltre a una persistente crisi umanitaria; |
L. |
considerando che la Russia continua a occupare la regioni georgiane dell'Abkhazia e la regione di Tskhinvali/Ossezia meridionale e ha adottato ulteriori misure per conseguire la loro annessione di fatto, in violazione delle norme e dei principi fondamentali del diritto internazionale; che si sono verificati fenomeni di pulizia etnica e cambiamenti demografici forzati nelle zone effettivamente controllate dalle forze occupanti, che sono responsabili di violazioni dei diritti umani in tali zone, compreso il diritto alla libera circolazione, ai contatti interpersonali e all'istruzione nella propria lingua madre; |
M. |
considerando che l'occupazione temporanea della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli da parte della Russia e l'aggressione militare della Russia nel Donbas ucraino hanno portato a significative violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali nei territori occupati; |
N. |
considerando che la Russia e l'Unione europea hanno imposto un embargo commerciale reciproco; che la Russia ha, senza alcun fondamento giuridico, attuato misure arbitrarie che violano le norme universali e mancano di trasparenza al fine di iscrivere in una lista nera diversi politici a cui è negato l'ingresso in territorio russo; |
O. |
considerando che i conflitti nei territori dei paesi partner dell'Europa orientale rendono questi ultimi più vulnerabili alla destabilizzazione politica e mettono seriamente a repentaglio la loro situazione economica e sociale; che, inoltre, tali zone colpite dai conflitti attorno al continente europeo e al suo interno rappresentano una grave minaccia per la sicurezza dell'UE e dei suoi partner; |
P. |
considerando che il Nord Africa e il Medio Oriente sono stati teatro di numerosi disordini, violenze e guerra civile; che la povertà, la carenza di risorse, gli effetti legati al cambiamento climatico, le violazioni dei diritti umani e la stagnazione economica esercitano grandi pressioni sulle popolazioni in molte parti del continente africano e del Medio Oriente, in particolare sulle minoranze come i cristiani e gli yazidi, che sono stati costretti a fuggire dalle proprie case; |
Q. |
considerando che, nel settembre 2014, è stata istituita un'ampia coalizione internazionale con l'obiettivo di sconfiggere la sedicente organizzazione terroristica «Stato islamico dell'Iraq e del Levante» (ISIL/Dàesh); |
R. |
considerando che i paesi partner hanno avviato una cooperazione con l'UE nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), in particolare in relazione al sostegno della PSDC alle riforme del settore della sicurezza (SSR) nei paesi partner; |
S. |
considerando che l'Ucraina nel 2005 e la Georgia e la Moldova nel 2012 hanno concluso con l'UE accordi quadro sulla partecipazione alle operazioni di gestione delle crisi condotte dall'UE; che nel 2014 l'Ucraina ha preso parte alle attività dei gruppi tattici dell'UE e ha contribuito con una fregata alla forza navale diretta dall'Unione europea (EU NAVFOR) Somalia — operazione Atalanta, mentre, sempre nel 2014, la Moldova e la Georgia hanno partecipato per la prima volta a missioni PSDC guidate dall'UE, ossia la missione di formazione dell'UE (EUTM) in Mali e l'operazione militare dell'UE nella Repubblica centrafricana (EUFOR RCA); |
T. |
considerando che gli Stati membri dell'UE e tutti i paesi partner hanno aderito a trattati di disarmo multilaterali in materia di armi di distruzione di massa (ADM), come il trattato di non proliferazione delle armi nucleari, il trattato per il divieto assoluto di test nucleari e le convenzioni sulle armi biologiche e chimiche; che 17 Stati membri dell'UE e tutti i paesi partner sono altresì firmatari del trattato sulle forze armate convenzionali in Europa aggiornato; |
U. |
considerando che l'agenda europea sulla sicurezza per il periodo 2015-2020, come proposto dalla Commissione, stabilisce tre priorità, ossia la lotta al terrorismo e la prevenzione della radicalizzazione, lo smantellamento della criminalità organizzata e la lotta contro la criminalità informatica; |
V. |
considerando che alcuni Stati membri dell'UE, paesi partner e paesi del vicinato hanno dovuto far fronte ad aggressioni esterne, attacchi terroristici, criminalità organizzata transfrontaliera e criminalità informatica, che, in alcuni di questi paesi, sono fenomeni collegati all'estremismo politico violento e al radicalismo religioso; che l'ISIL/Daesh ha sponsorizzato attentati sul suolo degli Stati membri dell'UE; |
W. |
considerando che l'UE e gli USA hanno avviato i negoziati per concludere un nuovo accordo commerciale, il partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP); |
X. |
che l'accordo di libero scambio globale e approfondito (DCFTA) tra l'Ucraina e l'UE è entrato in vigore il 1o gennaio 2016; che da allora la Russia ha imposto sanzioni economiche nei confronti dell'Ucraina, incluse restrizioni relative al transito delle merci tra l'Ucraina e i paesi dell'Asia centrale attraverso la Russia; |
Y. |
considerando che la maggior parte degli Stati membri dell'UE e dei paesi partner dipendono da forniture esterne di energia e che, di conseguenza, l'accesso all'energia svolge un ruolo cruciale nella definizione della situazione geopolitica in Europa; che le politiche energetiche dell'UE e dei suoi paesi partner non devono compromettere i valori fondamentali del partenariato orientale o la coerenza delle rispettive politiche estere; |
Z. |
considerando che gli Stati Uniti, l'Iran, la Russia e altri attori sono direttamente o indirettamente coinvolti nei conflitti regionali in Siria e in Iraq e, pertanto, potrebbero contribuire a trovare soluzioni politiche per porvi fine; |
AA. |
considerando che il protrarsi dell'instabilità e l'aumento della violenza in Libia rappresentano un grave rischio per la sicurezza di tutta l'Europa; |
BB. |
considerando che l'Iran, l'UE, la Francia, la Germania, il Regno Unito, la Cina, la Russia e gli Stati Uniti (UE3 + 3), riunitisi a Vienna il 14 luglio 2015, hanno raggiunto un accordo sulla questione del nucleare iraniana che consente la progressiva revoca delle sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nonché delle sanzioni multilaterali e nazionali relative al programma nucleare dell'Iran; |
1. |
ricorda che il partenariato orientale è stato creato sulla base di un impegno condiviso a favore di valori comuni, tra cui la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, nonché a favore dei principi del diritto internazionale e delle libertà fondamentali, della stabilità, della sicurezza e della prosperità nell'UE, nei paesi partner dell'Europa orientale e nell'intero continente europeo; sottolinea la responsabilità di ciascun paese aderente al partenariato orientale di garantire l'introduzione e l'attuazione di un solido processo di riforma e di contrastare i meccanismi della corruzione; sottolinea il ruolo di sostegno svolto dall'UE a tale riguardo; |
2. |
osserva che l'esito del riesame della PEV costituirà la base per l'avvio, nel 2016, di una seria discussione sulle modalità con cui può essere realizzato nella pratica un approccio differenziato nel caso dei tre partner dell'Europa orientale che hanno sottoscritto accordi di associazione; |
3. |
condivide l'opinione secondo cui l'UE e i suoi paesi partner si trovano ad affrontare sfide molteplici e simultanee in materia di sicurezza dalla natura sempre più complessa, in un contesto caratterizzato da un'economia globalizzata, cambiamenti climatici, mobilità internazionale, digitalizzazione, cambiamenti demografici e migrazioni, nonché dalle minacce rappresentate dal sostegno fornito da attori statali e organizzazioni non statali al terrorismo e alla criminalità internazionale; |
4. |
chiede che l'UE e i suoi paesi partner costruiscano una relazione politica più stretta e si adoperino per far convergere le rispettive politiche estere e renderle più coerenti, così da affrontare le sfide comuni e salvaguardare la propria sicurezza; mette in risalto che è opportuno dare priorità agli sforzi condivisi tesi a ripristinare l'assetto europeo di sicurezza a norma del diritto internazionale; sottolinea che tale assetto deve basarsi sui principi democratici, lo Stato di diritto, i valori fondamentali, il rispetto dei diritti umani, la protezione delle minoranze, la sovranità, l'indipendenza e l'inviolabilità dei confini; |
5. |
ricorda che il rinnovo dell'impegno al dialogo con la società civile è fondamentale per garantire un ampio sostegno a qualsiasi riforma in materia di applicazione della legge; |
6. |
rifiuta la prospettiva di una nuova divisione del continente europeo in sfere d'influenza delle grandi potenze, come suggerito dalle politiche e dalle azioni della Russia; riafferma il principio del diritto sovrano di ogni paese di determinare liberamente e democraticamente la propria politica estera e di sicurezza e le proprie alleanze militari; mette in risalto che, in conformità dei principi sanciti all'articolo I dell'Atto finale di Helsinki del 1975, ciascun paese in Europa ha il diritto di scegliere per sé stesso se aderire a qualsiasi trattato di alleanza, compreso il trattato istitutivo della NATO; |
7. |
ritiene che la governance democratica delle Nazioni Uniti dovrebbe essere rafforzata; invita a tale scopo gli Stati membri delle Nazioni Unite a riformare il Consiglio di Sicurezza affinché rifletta meglio le nuove realtà mondiali e ad aumentarne l'efficienza; |
8. |
esprime apprezzamento per il quadro dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) in quanto consesso inclusivo per il dialogo sulle questioni in materia di sicurezza e la risoluzione dei conflitti; chiede il rilancio dell'OSCE e il relativo sostengo politico e finanziario; sottolinea l'importanza di ampliare la cooperazione tra l'Unione europea, i suoi Stati membri, i paesi partner dell'Europa orientale, le Nazioni Unite e l'OSCE e di compiere sforzi congiunti volti a gestire le situazioni di crisi e trovare soluzioni pacifiche ai conflitti in Europa; si rammarica, tuttavia, dell'assenza di progressi significativi nel conseguimento di soluzioni pacifiche e di accordi globali in merito ai cosiddetti conflitti congelati che affliggono la maggior parte dei paesi partner dell'Europa orientale e chiede un'azione più efficace e orientata ai risultati; |
9. |
è del parare che per affrontare la questione dei rifugiati, degli sfollati e dei flussi migratori sia necessario un approccio comune e globale alle politiche estere e in materia di migrazione, che comprenda lo sviluppo, la prevenzione e la risoluzione dei conflitti, la gestione delle crisi, la condivisione degli oneri, aiuti umanitari e sforzi congiunti per alleviare gli oneri; sottolinea la necessità imperativa che l'UE cooperi con i suoi vicini, se intende gestire in maniera efficace la crisi dei rifugiati salvaguardando nel contempo le conquiste dell'integrazione europea per la libera circolazione delle persone; mette inoltre in risalto l'esigenza di sviluppare procedure speciali per la precoce identificazione, registrazione e documentazione dei minori sfollati, non accompagnati o separati dalla famiglia e di altri gruppi vulnerabili, e di assicurare loro l'accesso all'assistenza e ai servizi; |
10. |
sottolinea che il commercio internazionale libero e sostenibile rappresenta un motore per la crescita; mette pertanto in risalto l'importanza di sviluppare relazioni commerciali libere ed eque e di promuovere gli investimenti esteri tra l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale, allo scopo di contribuire alla convergenza politica e all'integrazione economica; |
11. |
esorta i paesi partner ad attuare riforme che garantiscano l'indipendenza del sistema giudiziario; li esorta altresì a evitare che le forze politiche sfruttino i sistemi giuridici per esercitare una giustizia selettiva; |
12. |
sottolinea che l'indipendenza dei mezzi di informazione dagli interessi politici è fondamentale per il pluralismo in tale ambito; ritiene che mezzi di informazione indipendenti rappresentino le forze principali per contrastare la disinformazione e la propaganda; invita pertanto i paesi partner a porre fine alle azioni che compromettono l'integrità dei mezzi di informazione; raccomanda che la Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa assista i paesi partner a tale riguardo; |
13. |
osserva che i paesi partner devono prendere in esame diverse opzioni di politica estera nello sviluppo di relazioni commerciali con l'UE e altri paesi vicini; sottolinea che gli accordi di libero scambio globale e approfondito tra l'UE da un lato e la Georgia, la Moldova e l'Ucraina dall'altro sono volti ad approfondire in maniera significativa le relazioni, nonché a promuovere gli scambi commerciali e gli investimenti esteri, tra i partner firmatari; sottolinea che i suddetti accordi e il rafforzamento delle relazioni commerciali con altri paesi non si escludono a vicenda; ritiene che l'accordo di libero scambio globale e approfondito non costituisca l'unica opzione in termini di politica estera dell'UE nei confronti dei suoi partner dell'Europa orientale; invita l'UE a offrire, in cooperazione con i suoi paesi partner dell'Europa orientale, misure commerciali alternative adattate alle loro rispettive esigenze e ai rispettivi vincoli; denuncia le misure commerciali di ritorsione imposte dalla Russia all'Ucraina in seguito all'entrata in vigore dell'accordo di libero scambio globale e approfondito; invita la Commissione a istituire contromisure temporanee volte a ridurre al minimo l'effetto negativo delle sanzioni commerciali russe sull'Ucraina; |
14. |
si compiace della valutazione positiva espressa dalla Commissione in merito ai piani d'azione sulla liberalizzazione dei visti per l'Ucraina e la Georgia; invita la Commissione a presentare tempestivamente al Parlamento europeo la necessaria proposta legislativa e invita il Consiglio a eliminare l'obbligo del visto per i cittadini ucraini; |
15. |
invita l'UE e gli Stati Uniti ad avviare, in maniera aperta e trasparente e coinvolgendo tutte le parti interessate nonché la società civile, discussioni con i paesi partner dell'Europa orientale sui potenziali benefici del TTIP per le loro economie e su come tali paesi potrebbero avere un migliore accesso ai mercati da entrambi i lati dell'Atlantico; |
Politica nei confronti di Russia, Turchia e Iran
16. |
condanna le politiche che si basano sulla propaganda e sulla disinformazione, nonché sulla conflittualità e sulla pressione politica ed economica; manifesta il proprio sostegno alla comunicazione strategica dell'UE e invita l'Unione a rafforzarla e a cooperare con i paesi partner orientali per contrastare la propaganda e la disinformazione; |
17. |
ribadisce il suo fermo sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale della Georgia entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale; esprime preoccupazione, in tale contesto, per gli sviluppi nei territori georgiani dell'Abkhazia e della regione di Tskhinvali/Ossezia del Sud, quali l'attuazione da parte della Russia dei cosiddetti «trattati» volti a rafforzare la sua integrazione con l'Abkhazia e la regione di Tskhinvali/Ossezia del Sud, lo spiegamento militare in atto sul posto, l'installazione illecita di recinzioni di filo spinato e di cartelli stradali lungo la linea dell'occupazione nonché la grave situazione dei diritti umani in loco; |
18. |
invita la Russia a rispettare pienamente la sovranità e l'integrità territoriale della Georgia, nonché l'inviolabilità delle sue frontiere riconosciute a livello internazionale, a revocare il proprio riconoscimento della cosiddetta «indipendenza» dell'Abkhazia e della regione di Tskhinvali/Ossezia del Sud e a mettere in atto le disposizioni dell'accordo di cessazione delle ostilità concluso il 12 agosto 2008; invita la Russia, in particolare, a porre fine all'occupazione dei territori della Georgia, a consentire alla missione di vigilanza dell'UE e ai meccanismi di monitoraggio dei diritti umani un accesso integrale e incondizionato alle regioni georgiane occupate, nonché a impegnarsi in maniera costruttiva nelle discussioni internazionali di Ginevra sulle questioni fondamentali all'ordine del giorno, ossia il non ricorso alla forza, gli accordi internazionali di sicurezza e il rimpatrio sicuro e dignitoso degli sfollati e dei rifugiati; |
19. |
condanna qualunque azione e attacco militare nei paesi partner dell'Europa orientale che pregiudichi l'assetto europeo di sicurezza e insiste sulla necessità di risolvere in maniera pacifica le dispute, in conformità della Carta delle Nazioni Unite, dell'Atto finale di Helsinki del 1975, della Carta di Parigi per una nuova Europa del 1990, dell'atto costituente NATO-Russia, del Memorandum di Budapest e del trattato di amicizia, cooperazione e partenariato tra la Russia e l'Ucraina; invita le parti agli accordi di Minsk, all'accordo di cessazione delle ostilità concluso tra Azerbaigian, Nagorno-Karabakh e Armenia nel maggio 1994 nonché all'accordo di cessazione delle ostilità tra Russia e Georgia del 12 agosto 2008 ad assolvere i propri impegni e assicurare la piena attuazione dei suddetti accordi; |
20. |
invita i paesi fornitori di gas a smettere immediatamente di utilizzare l'accesso all'energia e la determinazione del suo prezzo quale strumento politico per mettere sotto pressione gli Stati membri dell'UE e i suoi paesi partner; invita l'UE e i suoi paesi partner a intensificare gli sforzi per diversificare il proprio approvvigionamento energetico, sviluppare fonti alternative di energia, incrementare il risparmio energetico e sfruttare gli accordi sul flusso inverso del gas, in modo da diminuire la loro dipendenza dalle importazioni di energia; |
21. |
sottolinea che il progetto del gasdotto Nord Stream II è in conflitto con taluni interessi strategici dell'UE, quali la sicurezza, la diversificazione, la liberalizzazione e lo sviluppo di una salda Unione dell'energia; invita pertanto la Commissione e il Consiglio a rispettare le norme e le ambizioni delineate nel terzo pacchetto energia; esorta tutti gli Stati membri dell'UE interessati a porre fine a ogni collaborazione con la società Gazprom in relazione al progetto del gasdotto Nord Stream II; |
22. |
nutre preoccupazione per il rischio di incidenti militari in Europa, laddove la Russia e la NATO hanno recentemente dispiegato ulteriori forze e materiali militari, in particolare nell'Europa orientale, nel bacino del Mar Nero, nei paesi sul Mar Baltico e nella regione del Mar Glaciale Artico; ritiene che la relazione di cooperazione che la NATO e la Russia hanno costruito sin dalla fine della guerra fredda sia gravemente compromessa dalla violazione dell'assetto europeo di pace basato sul diritto esemplificata dall'illecita occupazione e annessione della Crimea; raccomanda alla NATO e alla Russia di mantenere aperti i canali della comunicazione e di prendere in esame nuove iniziative atte a evitare incidenti; |
23. |
esorta la Russia, quale Stato occupante, a garantire il rispetto di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali nella Repubblica autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli, compresi i diritti e le libertà delle persone appartenenti alle minoranze nazionali, in particolare i tatari di Crimea, gli ucraini e altri gruppi vulnerabili residenti in Crimea, nonché ad assicurare che i pertinenti organismi internazionali per i diritti umani possano svolgere liberamente e senza ostacoli le loro attività di controllo nella penisola; |
24. |
sottolinea che lo sviluppo di una relazione efficace e di una cooperazione più stretta tra l'UE e qualsiasi paese partner apporta benefici a tutti; invita pertanto l'UE, i suoi paesi partner e la Turchia a favorire un dialogo ad alto livello sulle questioni in materia di politica estera e di sicurezza, conferendo priorità ai conflitti e alle questioni di sicurezza in Medio Oriente nonché al loro impatto sui flussi migratori; |
25. |
riconosce la responsabilità preminente e gli sforzi encomiabili della Turchia nel fornire aiuti umanitari, assicurare la protezione di quanti fuggono dalla guerra e dalla distruzione in Siria e in Iraq e attuare misure di sicurezza; si compiace del piano d'azione congiunto UE-Turchia teso ad affrontare insieme le sfide rappresentate dai flussi di migranti e rifugiati diretti in Europa e invita entrambe le parti a intensificare la loro cooperazione per garantire una più celere attuazione del piano; |
26. |
ribadisce l'importanza fondamentale di preparare il terreno per un dialogo tra la Turchia e l'Armenia ai fini della stabilità e della prosperità della regione; chiede l'attuazione incondizionata degli accordi stabiliti nei protocolli sulla normalizzazione delle relazioni tra i due paesi (5) nell'ambito del processo di riconciliazione sociale tra Turchia e Armenia; sottolinea l'inaccettabilità della politica di chiusura dei confini del continente europeo; |
27. |
chiede un ulteriore dialogo, anche a livello presidenziale, tra l'Armenia e l'Azerbaigian, sotto l'egida dei copresidenti del gruppo di Minsk dell'OSCE, con l'obiettivo di raggiungere un accordo duraturo e pacifico che porterà stabilità e riconciliazione, offrendo opportunità per lo sviluppo regionale e la cooperazione; |
28. |
si compiace dell'accordo raggiunto dall'UE3 + 3 e dall'Iran sul programma nucleare di quest'ultimo; si attende che la soppressione graduale delle sanzioni imposte all'Iran in relazione al nucleare inizi nel 2016, a condizione che il paese assolva i propri impegni; osserva che la prospettiva di una soppressione delle sanzioni sull'Iran comporta nuove opportunità economiche per l'UE, i suoi Stati membri e i paesi partner; ritiene che il Caucaso potrebbe essere la prima regione del mondo a beneficiare ampiamente di un nuovo clima propizio agli investimenti in conseguenza dell'accordo con l'Iran e della soppressione delle sanzioni imposte al paese; invita l'UE e i suoi partner a cooperare nell'ampliamento dei legami economici con l'Iran, nonché a identificare — ed eventualmente avviare — nuovi progetti di interesse comune, in particolare nei settori dei trasporti e dell'energia; |
Aumentare l'impegno in Medio Oriente e in Africa settentrionale
29. |
sottolinea che vi è una serie di problemi molto seri e interconnessi di natura politica, economica, sociale e ambientale che hanno destabilizzato i paesi del Medio Oriente e dell'Africa; prende atto del fatto che tali paesi, nonché quelli confinanti, saranno esposti a gravi minacce alla loro sicurezza fintantoché saranno scenario di disordini, violazioni dei diritti umani e instabilità politica; |
30. |
esprime preoccupazione per il deterioramento dell'uguaglianza di genere e per le crescenti violenze e oppressioni nei confronti delle donne, nonché per l'intolleranza dimostrata verso le minoranze etniche e religiose in alcuni paesi del Medio Oriente e dell'Africa settentrionale; ritiene che questo andamento negativo possa produrre tensioni in tali società, ponendo le basi per nuovi conflitti e altre conseguenze negative, quali sfollamenti della popolazione o flussi di rifugiati; |
31. |
chiede un nuovo approccio alle questioni di sicurezza nella regione e cooperazione con i paesi interessati attraverso partenariati strategici che contemplino diversi settori politici, tra cui gli aiuti allo sviluppo, la cooperazione culturale, l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei conflitti e la gestione dei controlli alle frontiere; |
32. |
esorta l'UE e i suoi paesi partner ad adoperarsi al massimo per convincere le parti interessate a porre fine alla guerra civile in Siria e a prepararsi a una soluzione politica; ritiene che l'ISIL/Daesh e altri gruppi terroristici segnalati dall'ONU non debbano avere alcun ruolo decisionale nel periodo postbellico o nel futuro politico della Siria; è dell'opinione che la protezione dei civili in Siria debba rappresentare una priorità per la comunità internazionale e, pertanto, chiede alle parti in conflitto di porre fine agli attacchi sproporzionati e indiscriminati, tra cui bombardamenti, attacchi nelle zone abitate da civili e azioni volte a impedire che i soccorsi umanitari raggiungano i civili nelle zone di guerra; |
33. |
prende atto che in Siria gli attacchi ai civili e le violazioni dei diritti umani hanno contribuito all'ascesa dei gruppi terroristici, in particolare l'ISIL/Daesh; ritiene che l'ISIL/Daesh rappresenti una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale e che abbia già gravemente compromesso la stabilità dell'Iraq, della Siria e in generale del Medio Oriente, essendo responsabile di abusi sistematici dei diritti umani e di violazioni del diritto internazionale, tra cui l'uccisione deliberata di civili e la persecuzione di individui e intere comunità, nonché di altre numerose atrocità; accoglie con favore l'impegno dei partner della coalizione internazionale a continuare i loro sforzi per contrastare l'ISIL/Daesh; |
34. |
ritiene che rilanciare il processo di pace relativamente al conflitto israelo-palestinese sia di fondamentale importanza per la stabilità di tutto il Medio Oriente, nell'ottica di raggiungere una soluzione duratura e globale che rispetti il diritto internazionale e sia basata sul principio della coesistenza di due Stati; |
Sviluppare la cooperazione per la sicurezza e la difesa
35. |
prende atto che le minacce esterne e interne alla sicurezza sono diventate più interdipendenti, complesse e, pertanto, più difficili da prevedere; sottolinea, in particolare, le minacce ibride che prevedono il ricorso a strumenti militari e non militari, dall'intelligence, alla sovversione politica, alla disinformazione, fino agli attacchi informatici e alle pressioni economiche; |
36. |
esorta l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale a considerare e intraprendere nuove azioni congiunte per scoraggiare e contrastare le minacce alla loro sicurezza, aumentando tra l'altro la cooperazione e lo scambio di informazioni pertinenti; sostiene lo sviluppo di attività di cooperazione tra l'UE e i suoi paesi partner per quanto concerne le questioni inerenti alla sicurezza e alla difesa, in particolare nel quadro del gruppo di esperti del partenariato orientale in tale settore; invita l'UE a rafforzare la componente della sicurezza e dell'attenzione alle situazioni di conflitto nell'ambito della politica europea di vicinato e del partenariato orientale, concentrando un maggior numero di iniziative e risorse nel campo della riforma del settore della sicurezza (SSR), della lotta al terrorismo, della cooperazione in ambito di PSDC, della criminalità organizzata e della gestione delle frontiere; ribadisce la fondamentale importanza della cooperazione giudiziaria e di polizia, ad esempio attraverso Europol ed Eurojust; |
37. |
accoglie favorevolmente la nuova attenzione riservata alla PEV riveduta, nonché la volontà dell'UE di intensificare la cooperazione con i suoi paesi partner nel campo della prevenzione dei conflitti, della lotta al terrorismo, alla radicalizzazione e alla criminalità organizzata, nonché della gestione delle frontiere e della SSR; ritiene che tale cooperazione debba essere sostanziale, intesa ad affrontare le minacce comuni alla sicurezza nonché ad accelerare lo sviluppo di sforzi congiunti per promuovere una soluzione praticabile ai conflitti, anche mediante una maggiore partecipazione alle missioni e alle attività di formazione in ambito PSDC, nonché tramite azioni intese a garantire la non proliferazione delle armi di distruzione di massa e a combattere il traffico illecito di armi leggere e di piccolo calibro; |
38. |
ritiene, in particolare, che sia necessaria una cooperazione più stretta per incrementare la conoscenza dei concetti dell'UE in materia di SSR nei paesi partner; esorta l'UE e i suoi Stati membri a sostenere ulteriormente i paesi partner nella realizzazione delle riforme, nella costruzione di adeguate istituzioni statali e nell'attuazione di buone pratiche per affrontare le questioni inerenti alla sicurezza, quali la gestione delle crisi e l'intelligence; sottolinea l'esigenza di un effettivo controllo parlamentare per quanto riguarda gli organismi statali responsabili della sicurezza e dell'intelligence; |
39. |
reitera la necessità di rafforzare la resilienza dell'UE e dei suoi paesi partner, ovvero la capacità di resistere e adattarsi a situazioni di stress e shock interni ed esterni, incluse le minacce ibride; evidenza che, a tal fine, è essenziale affrontare le cause di fondo delle crisi, rafforzare le istituzioni statali, promuovere lo Stato di diritto e un sistema giudiziario indipendente e attuare misure efficaci per combattere la corruzione; chiede all'UE di sostenere i paesi partner nella realizzazione di riforme nel settore della sicurezza civile, essenziali affinché le società siano preparate a resistere agli shock improvvisi di qualsiasi natura; |
40. |
raccomanda ai paesi partner di rafforzare la cooperazione con l'Unione europea nei settori della sicurezza e della difesa e di cercare con l'UE approcci comuni nell'ambito delle strategie militari; accoglie con favore la partecipazione della Georgia, della Moldova e dell'Ucraina nelle operazioni di gestione delle crisi guidate dall'Unione e evidenzia che ciò renderà possibile l'interoperabilità militare nel lungo periodo tra l'UE e i suoi partner; suggerisce alla Georgia e alla Moldova di considerare la possibilità di partecipare alle attività dei gruppi tattici dell'UE; raccomanda all'Unione europea di impegnarsi più attivamente nel processo di risoluzione pacifica dei conflitti nei territori dei paesi partner dell'Europa orientale; |
41. |
sottolinea l'esigenza di mantenere la stabilità in Moldova a fronte della crisi politica che sta attraversando, anche rispetto al conflitto transnistriano in corso, che deve essere affrontato ricorrendo a negoziati inclusivi e aperti; |
42. |
crede che i «conflitti congelati» nel vicinato europeo (Transnistria, Abkhazia, Ossezia del Sud e Nagorno Karabakh) debbano essere affrontati con urgenza al fine di apportare stabilità alla regione; ritiene che i paesi partner dell'Europa orientale debbano cooperare in modo più stretto allo scopo di porre solide basi che garantiscano l'integrazione regionale; |
Perseguire l'impegno in materia di disarmo e ridurre i rischi di proliferazione e traffico delle armi
43. |
chiede all'UE, ai suoi Stati membri e ai paesi partner di portare avanti attivamente gli sforzi volti a promuovere l'universalità dei trattati di disarmo multilaterali; esorta l'Unione europea e i suoi Stati membri a sfruttare meglio il potenziale di promozione e sostegno in materia di operazioni congiunte di disarmo, coinvolgendo i paesi partner; |
44. |
chiede di dedicare maggiore attenzione al ruolo del controllo degli armamenti nell'ambito della politica di sicurezza e alla lotta al commercio illegale di armi; a tale proposito, accoglie favorevolmente il trattato delle Nazioni Unite sul commercio delle armi, entrato in vigore nel dicembre 2014, volto a rafforzare la responsabilità e la trasparenza nell'ambito del commercio di armi; esorta i paesi partner dell'Europa orientale a condividere la posizione comune dell'UE in materia di esportazione delle armi; |
45. |
sostiene la cooperazione tra l'UE e i suoi paesi partner nell'attenuare i rischi connessi alle armi di distruzione di massa (ADM) e alla proliferazione e al traffico di componenti di ADM e di armi chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (CBRN); chiede che siano ulteriormente sviluppati gli strumenti di sostegno alle competenze e ai progetti del centro di eccellenza CBRN dell'UE per l'Europa sudorientale, il Caucaso meridionale, la Moldova e l'Ucraina; |
46. |
esorta l'UE a considerare la forte militarizzazione operata dalla Russia nella Crimea illegalmente occupata, ivi compresa l'ubicazione di armi nucleari in tale regione, quale grave minaccia alla sicurezza dell'UE e delle regioni del Mar Nero e del Mediterraneo; invita la Russia a rispettare lo status dell'Ucraina di paese non dotato di armi nucleari all'interno dei confini riconosciuti a livello internazionale; |
Lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata e alla criminalità informatica
47. |
sottolinea l'importanza della cooperazione multilaterale e interstatale a livello globale e regionale per affrontare le sfide rappresentate dal terrorismo, dalla criminalità organizzata e dalla criminalità informatica, come evidenziato dalla Commissione nella sua comunicazione del 28 aprile 2015 sull'Agenda europea sulla sicurezza; invita pertanto l'UE, gli Stati membri e i paesi partner a rafforzare la cooperazione tra i loro organi di contrasto nazionali nella lotta al terrorismo, alla criminalità transnazionale e transfrontaliera, come ad esempio il traffico di esseri umani e in particolare il traffico di donne e bambini, droga, armi e beni culturali, nonché alla criminalità economica e informatica; incoraggia i paesi partner a dare nuovo slancio alla cooperazione reciproca in tali settori, secondo formati regionali; |
48. |
esorta l'UE, i suoi Stati membri e i paesi partner ad adottare un approccio lineare rispetto alle loro politiche in materia di lotta al terrorismo, sia al loro interno che all'estero; raccomanda loro, in particolare, di contrastare le ragioni alla radice del terrorismo endogeno (quali l'estremismo politico e religioso), di porre fine al reclutamento da parte delle organizzazioni terroristiche e di eradicare l'istigazione a compiere attacchi terroristici; chiede che ci si avvalga appieno delle politiche estere e di sviluppo dell'UE per combattere la povertà, le discriminazioni e l'emarginazione, contrastare la corruzione, promuovere la buona governance e prevenire e risolvere conflitti, poiché si tratta di elementi indispensabili per impedire di esporre i gruppi più vulnerabili della società alla propaganda estremista; |
49. |
sottolinea la diffusione della criminalità organizzata e della corruzione nella regione e la necessità di affrontare tali problemi allo scopo di evitare che ne scaturiscano conseguenze negative che possano compromettere il processo di integrazione regionale, e di aumentare il livello di fiducia nelle istituzioni democratiche; |
50. |
invita gli Stati membri dell'UE e la Commissione a rafforzare la cooperazione con, e tra, le aziende Internet e le piattaforme di reti sociali al fine di limitare l'accesso al materiale terroristico disponibile online ed eliminare la propaganda dei gruppi terroristici, garantendo al contempo il rispetto dei diritti fondamentali, in particolare il diritto alla riservatezza e alla protezione dei dati; |
51. |
incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al presidente del Parlamento europeo, al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al commissario per la politica europea di vicinato e i negoziati di allargamento, al Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'UE e ai paesi partner dell'Europa orientale. |
(1) Approvata il 22 marzo 2016 a Bruxelles, BELGIO.
(2) Testi approvati, P8_TA-PROV(2015)0272.
(3) Testi approvati, P8_TA-PROV(2015)0269.
(4) Testi approvati, P8_TA(2015)0232.
(5) Il protocollo sull'istituzione di relazioni diplomatiche (2009) e il protocollo sullo sviluppo di relazioni bilaterali tra la Repubblica di Turchia e la Repubblica d'Armenia.
31.5.2016 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 193/10 |
RISOLUZIONE (1)
dell'Assemblea parlamentare Euronest sulle prospettive finanziarie pluriennali dell'UE e il loro impatto sulla cooperazione economica tra i paesi del partenariato orientale
(2016/C 193/02)
L'ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURONEST,
— |
visti lo sviluppo della politica europea di vicinato (PEV) dal 2004 e, in particolare, le relazioni intermedie della Commissione sulla sua attuazione, |
— |
viste la comunicazione congiunta della Commissione e del vicepresidente/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 18 novembre 2015 dal titolo «Revisione della politica europea di vicinato (PEV)» e le conclusioni del Consiglio sulla revisione della politica europea di vicinato del 14 dicembre 2015, |
— |
viste le dichiarazioni comuni del vertice del partenariato orientale successivo e nello specifico l'ultima approvata a Riga il 22 maggio 2015, |
— |
vista la risoluzione del Parlamento europeo del 9 luglio 2015 sulla revisione della politica europea di vicinato (2), |
— |
visti gli accordi di associazione bilaterali conclusi tra l'Unione europea e, rispettivamente, Ucraina, Georgia e la Repubblica di Moldova e la loro applicazione provvisoria, |
— |
visto il regolamento (UE) n. 232/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2014, che istituisce uno strumento europeo di vicinato, |
— |
visto il suo regolamento, |
A. |
considerando che il partenariato orientale ha creato un quadro significativo per approfondire le relazioni, accelerare l'associazione politica e promuovere una maggiore integrazione economica tra l'UE e i partner orientali, sostenendo le riforme politiche e socio-economiche e facilitando il ravvicinamento con la normativa e le politiche dell'UE; |
B. |
considerando che il partenariato orientale rafforza altresì le relazioni tra i partner stessi, contribuendo allo scambio di informazioni e di esperienze relative a una serie di settori di riforma e all'approvazione di norme comuni; |
C. |
considerando che ogni paese partner ha il diritto sovrano di scegliere liberamente il livello di ambizione e gli obiettivi a cui aspirare nell'ambito delle relazioni con l'Unione europea e con altre organizzazioni regionali ed internazionali; |
D. |
considerando che quattro dei sei partner orientali fanno parte dell'Organizzazione mondiale del commercio (Repubblica d'Armenia, Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina); |
E. |
considerando che molte parti del vicinato continuano a risentire degli effetti negativi dei conflitti armati o congelati che ostacolano la trasformazione economica, sociale e politica nonché la cooperazione regionale, la stabilità e la sicurezza; |
F. |
considerando che, nell'ambito dello strumento europeo di vicinato 2014-2020, sono stati stanziati tra i 741 e i 906 milioni di EUR per progetti regionali del vicinato orientale, su un totale di 15,4 miliardi di EUR dell'intero strumento; che gli altri fondi disponibili nell'ambito dello strumento coprono la cooperazione bilaterale tra l'UE e i paesi del vicinato, nonché i progetti regionali del vicinato meridionale e la cooperazione transfrontaliera; |
G. |
considerando che la Commissione ha annunciato, nella sua comunicazione relativa al riesame della PEV del 18 novembre 2015, che intende condurre una valutazione approfondita al fine di sviluppare opzioni, compreso uno strumento, che potrebbero affrontare in maniera migliore e più efficiente le necessità finanziarie dei paesi del vicinato; |
Migliorare la cooperazione economica intraregionale tra i partner orientali
1. |
sottolinea che i paesi del partenariato orientale sono strettamente connessi, a livello storico e culturale, tra loro stessi e con l'Unione europea, condividendo un patrimonio europeo e valori europei; |
2. |
evidenzia che il livello di integrazione economica tra i paesi del partenariato orientale è attualmente relativamente basso; sottolinea che una più profonda integrazione del mercato tra i paesi del partenariato orientale non solo consentirebbe di stimolare la crescita economica di tale area ma apporterebbe anche benefici politici e contribuirebbe al rafforzamento della fiducia e alla riconciliazione nella regione; |
3. |
ritiene che, poiché l'obiettivo principale del partenariato orientale è l'integrazione politica ed economica dei partner con l'Unione europea, l'Assemblea parlamentare Euronest dovrebbe intensificare gli sforzi al fine di promuovere il potenziamento dei legami tra i paesi partner stessi; accoglie con favore il fatto che la comunicazione congiunta del 18 novembre 2015 relativa al riesame della PEV metta in evidenza la necessità di rafforzare le relazioni tra vicini, ma si rammarica che la dimensione multilaterale del partenariato orientale sia scarsamente trattata; |
4. |
chiede all'UE e ai partner dell'Europa orientale di impegnarsi fermamente a elaborare misure concrete volte a incoraggiare la cooperazione economica regionale; ritiene che ciò dovrebbe essere fatto sulla base di un'analisi dei fattori che impediscono lo sviluppo dell'integrazione economica intraregionale, degli interessi comuni e dei settori che potrebbero trarre un maggior beneficio da tale sviluppo; |
5. |
sottolinea che l'istituzione di zone di libero scambio globali e approfondite (DCFTA) bilaterali con Ucraina, Georgia e la Repubblica di Moldova costituisce uno strumento fondamentale per un commercio moderno, trasparente e prevedibile e per un ravvicinamento normativo, nonché per gli investimenti diretti esteri, che portano alla creazione di posti di lavoro e crescita a lungo termine; ritiene che l'UE e i tre partner orientali associati potrebbero prevedere la creazione di una dimensione multilaterale tra i paesi stessi della zona di libero scambio globale e approfondita, con l'obiettivo finale di creare un'area economica basata sulle norme dell'OMC e sulle decisioni sovrane, come dichiarato nella comunicazione del riesame della PEV del 18 novembre 2015; |
6. |
riconosce che i paesi partner possono seguire percorsi diversi per sviluppare le relazioni economiche e commerciali con l'UE e i loro vicini; ritiene che vi sia tuttavia ancora margine per un'ulteriore cooperazione tra l'UE e i partner che non hanno cercato di rientrare negli accordi di associazione e nella zona di libero scambio globale e approfondita, nel pieno rispetto degli obblighi internazionali di ciascuna parte; sottolinea che l'approvazione di norme internazionali, basate tra l'altro sulle norme dell'OMC, potrebbe consentire di superare gli ostacoli tecnici in modo efficace; accoglie con favore, a tale riguardo, la proposta contenuta nella comunicazione del riesame della PEV del 18 novembre 2015 di sottoscrivere Accordi sulla valutazione della conformità e l'accettazione (ACAA), che consentono la libera circolazione di prodotti industriali in settori specifici; |
7. |
richiama l'attenzione sugli esempi positivi di integrazione economica tra paesi dell'Europa centrale e orientale, nonché tra i Balcani occidentali, che potrebbero in larga misura essere presi a modello per approfondire l'integrazione economica tra i paesi del partenariato orientale; |
8. |
sottolinea che uno scenario di questo tipo richiede una volontà politica comune da parte dei partner orientali; chiede pertanto ai partner orientali di riflettere sulle rispettive relazioni reciproche al fine di rinvigorire ulteriormente la cooperazione, e all'UE di offrire assistenza e competenze per aiutare i suoi partner a esplorare nuove opportunità per uno sviluppo economico congiunto; ritiene che un aumento della convergenza e della cooperazione, in particolare in materia di misure sanitarie e fitosanitarie, regolamentazioni tecniche e valutazioni di conformità, assistenza amministrativa reciproca in materia doganale, armonizzazione del mercato digitale, appalti pubblici, trasporto, visti e scambi per soggiorni di studio, presenti il grande potenziale di apportare miglioramenti in termini di benessere a beneficio della popolazione di tutti i paesi partner e di rafforzare notevolmente il clima imprenditoriale e la capacità degli operatori economici di partecipare alla catena di valore in tutta la regione; |
9. |
sottolinea l'importanza di garantire strade libere e aperte; evidenzia la liberalizzazione dei mezzi di trasporto per i paesi che non dispongono di accesso diretto a porti e terminali marittimi; |
Strumenti finanziari dell'UE per migliorare l'integrazione economica intraregionale
10. |
osserva che l'UE sostiene finanziariamente l'integrazione regionale mediante un ravvicinamento comune alle norme e alle migliori pratiche dell'UE, in particolare attraverso lo strumento europeo di vicinato; richiama l'attenzione sul fatto che la maggior parte del suo bilancio è dedicata alle relazioni bilaterali tra UE e partner orientali, ma che alcuni degli strumenti sostengono progetti a livello di PEV ovvero, più nello specifico, la dimensione regionale del partenariato orientale; |
11. |
prende atto dei progetti in corso nell'ambito dei «programmi regionali per i paesi orientali»; osserva che non è chiaro in che misura tali programmi contribuiscano all'approfondimento dell'integrazione intraregionale; esorta pertanto la Commissione a includere tale dimensione nella sua relazione; |
12. |
si compiace del fatto che diversi programmi dell'UE intendano migliorare il livello delle norme regolamentari e delle norme tecniche nei paesi del partenariato orientale, un aspetto necessario per poter approfondire la cooperazione economica sia tra i paesi del partenariato orientale, sia tra questi e gli Stati membri dell'UE; attende con interesse la presentazione di proposte più concrete da parte della Commissione e del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) in materia di modernizzazione e allineamento strategico degli strumenti di assistenza tecnica dell'UE (TAIEX e gemellaggio), come annunciato nella comunicazione congiunta del 18 novembre 2015; ritiene che l'assistenza tecnica dell'UE dovrebbe essere fornita non soltanto su base bilaterale ma anche multilaterale, al fine di garantire il coordinamento e contribuire alla creazione di norme regolamentari comuni in tutta la regione; |
13. |
accoglie con favore l'avvio, previsto per il prossimo anno, della struttura per le piccole e medie imprese (PMI) della zona di libero scambio globale e approfondita (DCFTA), che erogherà circa 200 milioni di EUR di sovvenzioni a carico del bilancio dell'UE nell'arco dei prossimi 10 anni; osserva che la struttura dovrebbe sbloccare nuovi investimenti per un valore di almeno 2 miliardi di EUR per le PMI nei tre paesi del partenariato orientale che dispongono di DCFTA con l'UE; ritiene che l'accesso insufficiente ai finanziamenti sia una delle principali sfide per le PMI; esorta l'UE a garantire che i fondi siano ricevuti rapidamente dalle PMI, ad assicurare che il sostegno dell'UE sia chiaramente visibile per i suoi beneficiari e che le PMI siano ben a conoscenza di tale iniziativa; chiede alla Commissione di considerare la possibilità di prevedere sovvenzioni per la cooperazione regionale nel quadro della struttura; |
14. |
ritiene che l'assistenza dell'UE da sola non sia sufficiente, dal momento le istituzioni dell'UE — e in particolare la Banca europea per gli investimenti — devono avvalersi di banche partner nei mercati finanziari locali per erogare i prestiti; esorta i paesi partner a portare a termine le riforme sostanziali necessarie al fine di garantire condizioni di mercato adeguate per le PMI; |
15. |
si compiace degli sforzi della piattaforma 2 del partenariato orientale in materia di integrazione economica e convergenza con le politiche dell'UE, coordinata dalla Commissione, che offre una possibilità di dialogo volto a contribuire allo sviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo dell'economia di libero mercato nei paesi partner; chiede alla Commissione di adottare i provvedimenti necessari per rafforzare il mandato della piattaforma e trasformarla in un organo più strategico che definisca i settori nei quali lo scambio di migliori pratiche e il ravvicinamento delle norme apporterebbero un maggiore beneficio all'integrazione economica non soltanto con l'UE ma anche a livello intraregionale; |
16. |
accoglie con favore la proposta secondo cui l'UE dovrebbe sostenere i suoi partner nell'ammodernamento delle loro economie per conseguire una crescita sostenibile, come annunciato nella comunicazione congiunta del 18 novembre 2015; suggerisce che la cooperazione efficace sia promossa e sostenuta nel quadro della politica europea di vicinato nel contesto dei progetti bilaterali sull'attuazione dell'accordo di associazione, con l'assistenza di esperti provenienti dagli Stati membri; |
17. |
ritiene che i parlamenti dei partner orientali e il Parlamento europeo dovrebbero essere coinvolti in tale approccio maggiormente strategico e che l'assemblea parlamentare Euronest possa fornire contributi preziosi; |
18. |
incarica i suoi co-presidenti di trasmettere la presente risoluzione al presidente del Parlamento europeo, al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al SEAE, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi del partenariato orientale. |
(1) Approvata il 22 marzo 2016 a Bruxelles, Belgio
(2) Testi approvati, P8_TA-PROV(2015)0272.
31.5.2016 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 193/13 |
RISOLUZIONE (1)
dell'Assemblea parlamentare Euronest sull'elaborazione di una politica relativa al gas non convenzionale e al potenziale impatto sui mercati dell'energia nell'UE e nei paesi del partenariato orientale
(2016/C 193/03)
L'ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURONEST,
— |
visto l'atto costitutivo dell'Assemblea parlamentare Euronest, del 3 maggio 2011, |
— |
vista la dichiarazione congiunta del vertice del partenariato orientale tenutosi a Riga il 21 e 22 maggio 2015, |
— |
viste le conclusioni del Consiglio europeo del 24 ottobre 2014 sul quadro 2030 per le politiche dell'energia e del clima, |
— |
viste le decisioni della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi dal 30 novembre al 10 dicembre 2015 a Parigi, |
— |
vista la risoluzione del Parlamento europeo del 5 febbraio 2014 su un quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030 (2), |
— |
vista la risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2013 sulla tabella di marcia per l'energia 2050, un futuro con l'energia (3), |
— |
vista la risoluzione del Parlamento europeo del 12 giugno 2012 sull'impegno nella cooperazione nel settore della politica energetica con i partner al di là delle nostre frontiere: un approccio strategico per un approvvigionamento energetico sicuro, sostenibile e competitivo (4), |
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vista la comunicazione della Commissione del 22 gennaio 2014 dal titolo «Quadro per le politiche dell'energia e del clima per il periodo dal 2020 al 2030» (COM(2014)0015), |
— |
visti i documenti strategici nazionali per l'energia di Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina per i periodi fino al 2020 e al 2030, |
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visti gli obiettivi fondamentali e il programma di lavoro 2014-2017 del partenariato orientale (Piattaforma 3 — Sicurezza energetica), |
— |
vista l'istituzione del partenariato con l'Europa orientale per l'efficienza energetica e l'ambiente (E5P) del 2009, |
— |
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare l'articolo 194, che dispone che l'applicazione delle sue disposizioni che stabiliscono le misure dell'Unione nel settore dell'energia fa salva, tra l'altro, l'applicazione delle altre disposizioni dei trattati, incluso, in particolare, l'articolo 192, paragrafo 2, |
— |
vista la direttiva 94/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 1994, relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi (5), |
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viste le relazioni annuali 2014 e 2015 sulle attività della Comunità dell'energia al Parlamento europeo e ai parlamenti nazionali, |
A. |
considerando che gli Stati membri dell'UE e i loro partner dell'Europa orientale sono i principali responsabili dei loro mix energetici e delle rispettive risposte all'aumento della domanda energetica, e che, in conformità dell'articolo 194 TFUE, gli Stati membri dell'UE sono tenuti a garantire il funzionamento del mercato dell'energia e la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, e a promuovere il risparmio e l'efficienza energetica, lo sviluppo di energie rinnovabili e l'interconnessione delle reti energetiche; |
B. |
considerando che, in uno scenario energetico in rapida evoluzione, caratterizzato da una crescente concorrenza globale per le risorse, dall'aumento dei prezzi dell'energia e dall'incremento delle differenze di prezzo rispetto ad alcuni dei nostri principali concorrenti, le economie e i cittadini europei devono poter disporre di un'energia sostenibile, a prezzi accessibili e con un approvvigionamento sicuro e affidabile; |
C. |
considerando che i nostri paesi continuano ad essere confrontati a una serie di sfide energetiche, tra cui la decarbonizzazione, la crescente dipendenza dalle importazioni da un singolo fornitore monopolistico (con relativi rischi per la sicurezza dell'approvvigionamento), il ricorso alle forniture energetiche come strumento di influenza politica, il completamento del mercato interno dell'energia, la povertà energetica, e l'impatto dei prezzi dell'energia sulla competitività; |
D. |
considerando che gli idrocarburi non convenzionali offrono il potenziale per rafforzare le fonti energetiche interne e ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia; |
E. |
considerando che le tecniche associate alla fratturazione idraulica ad elevato volume, comunemente denominata fracking, hanno dato luogo a preoccupazioni circa gli effetti sulla salute e sull'ambiente; |
F. |
considerando che la Commissione desidera garantire l'integrità ambientale nell'estrazione di idrocarburi non convenzionali, come il gas di scisto, e assicurare che i rischi che possono derivare dai singoli progetti e dallo sviluppo cumulativo siano gestiti in modo adeguato negli Stati membri dell'UE che intendano esplorare o sfruttare tali risorse; |
G. |
considerando che, il 22 gennaio 2014, la Commissione ha risposto alle richieste di intervento urgente con l'adozione di una raccomandazione destinata a fornire chiarezza e prevedibilità alle autorità pubbliche, agli operatori del mercato e ai cittadini; |
H. |
considerando che la raccomandazione 2014/70/UE della Commissione, del 22 gennaio 2014, sui principi minimi applicabili alla ricerca e la produzione di idrocarburi (come il gas di scisto) mediante la fratturazione idraulica ad elevato volume (6) invita gli Stati membri dell'UE a seguire principi minimi in sede di attuazione e di adeguamento della loro legislazione applicabile all'esplorazione e alla produzione di idrocarburi mediante la fratturazione idraulica ad elevato volume; |
I. |
considerando che, sebbene la crisi economica mondiale e i bassi prezzi del petrolio abbiano inciso negativamente sugli investimenti nel settore dell'estrazione di combustibili fossili non convenzionali, gli istituti finanziari internazionali continuano a svolgere un ruolo significativo, capitalizzando i fondi e i prestiti nazionali per questi investimenti; |
J. |
considerando che i depositi di gas di scisto rinvenuti in paesi che in precedenza non avevano riserve di gas sfruttabili, rappresentano un'opportunità per paesi importatori di gas naturale di trasformarsi in produttori, permettendo loro di garantire il fabbisogno di gas naturale a lungo termine grazie a una fonte nazionale e/o di diventare esportatori del gas naturale liquefatto di recente concezione (GNL); |
K. |
considerando che l'UE e i suoi paesi partner dell'Europa orientale devono tenere conto della competitività globale delle loro economie e dei rispettivi settori estrattivi degli idrocarburi come i combustibili fossili, al momento della definizione di politiche adeguate finalizzate all'imposizione di obblighi ai settori industriali che stanno sviluppando nuovi metodi di estrazione di combustibili fossili non convenzionali nell'ambito dell'esplorazione o dello sfruttamento di tali risorse; |
1. |
sottolinea l'importanza dell'assistenza dell'UE nel quadro delle raccomandazioni politiche di cui alla raccomandazione 2014/70/UE; |
2. |
approva i principi minimi enunciati nella raccomandazione 2014/70/UE, volti a garantire che la salute pubblica, il clima e l'ambiente siano salvaguardati, che le risorse siano utilizzate in modo efficiente, che la concorrenza nello sfruttamento, nella costruzione e nel funzionamento sia organizzata in maniera trasparente e che il pubblico sia informato; invita gli Stati membri dell'UE che intendano dedicarsi alla fratturazione idraulica a rispettare tali principi; |
3. |
chiede che vengano create le condizioni necessarie per una ricerca e una produzione sicure ed efficaci di idrocarburi (come il gas di scisto) mediante la fratturazione idraulica ad elevato volume; |
4. |
sottolinea che i partner dell'Europa orientale sono tenuti a rispondere alle preoccupazioni dell'opinione pubblica circa tutte le possibili conseguenze negative della fratturazione idraulica e a garantire il rispetto delle più rigorose norme ambientali, sociali, sanitarie, di efficienza e di sicurezza, nonché una concorrenza trasparente in riferimento allo sfruttamento, alla costruzione e al funzionamento dell'estrazione di gas non convenzionale; sottolinea altresì la necessità di evitare rischi ambientali e pubblici; |
5. |
richiama l'attenzione sulle particolari sfide connesse con lo sfruttamento del gas naturale, che rappresenta attualmente un quarto del consumo di energia primaria dell'UE e potrebbe contribuire alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra a breve e medio termine, qualora sostituisse i combustibili fossili a maggiore intensità di carbonio; sottolinea in particolare che, a livello di consumatori, le regioni che dipendono da combustibili derivati dal petrolio per il riscaldamento potrebbero ridurre le loro emissioni incoraggiando i proprietari delle abitazioni a passare al riscaldamento a gas naturale; osserva che tali regioni non dovrebbero essere scoraggiate dall'incrementare l'efficienza energetica in settori chiave come quello dell'edilizia, né dal massimizzare il ricorso alle fonti rinnovabili; |
6. |
sostiene la ricerca del gas di scisto negli Stati membri dell'UE, poiché potrebbe rappresentare un potenziale sostituto dei combustibili fossili a maggiore intensità di carbonio, una fonte interna di gas naturale (riducendo in tal modo la dipendenza da altri fornitori di energia) e un potenziale motore per l'occupazione e la crescita economica nonché una fonte aggiuntiva di entrate pubbliche; |
7. |
sottolinea sia le potenziali nuove opportunità sia le sfide derivanti dall'estrazione del gas di scisto, come evidenziato nella raccomandazione 2014/70/UE della Commissione; |
8. |
chiede l'intensificazione della ricerca scientifica fondamentale e applicata e della ricerca tematica sulla previsione scientifica nonché la definizione di zone di prospezione per la ricerca di ardesia, sostanze organiche e gas metano nei giacimenti di carbone, che possono essere associati all'estrazione di gas in tutti i bacini petroliferi, gassosi e carboniferi; |
9. |
sottolinea la necessità di preparare la documentazione normativa e tecnica e di allinearla alle norme industriali internazionali ai fini di una prospezione, una ricerca e una produzione efficaci in relazione agli strati di gas di scisto nei paesi del partenariato orientale; |
10. |
chiede il miglioramento della legislazione in materia di utilizzo del sottosuolo per la produzione di petrolio e gas, e la valutazione, prevenzione ed eliminazione degli impatti ambientali e sociali negativi o potenzialmente negativi dello sfruttamento del sottosuolo; |
Potenziale impatto sui mercati dell'energia negli Stati membri dell'UE e nei paesi del partenariato orientale
11. |
ritiene che le attività di estrazione del gas di scisto possano apportare benefici economici diretti o indiretti per le regioni, le comunità locali, le imprese e i cittadini degli Stati membri dell'UE e dei paesi del partenariato orientale, ad esempio attraverso investimenti regionali nelle infrastrutture, opportunità di lavoro dirette e indirette ed entrate pubbliche sotto forma di imposte, tasse e canoni; |
12. |
segnala l'esempio degli Stati Uniti, dove i gas non convenzionali rappresentano attualmente il 60 % della produzione interna di gas, e il gas di scisto registra il tasso di crescita più elevato; sottolinea che questo notevole aumento della produzione di gas naturale locale ha determinato una riduzione dei prezzi del gas negli Stati Uniti e ha temporaneamente influenzato i prezzi delle importazioni di GNL nell'UE; |
13. |
prende atto delle conclusioni del Consiglio europeo del 22 maggio 2013, che hanno sottolineato l'esigenza di diversificare l'approvvigionamento energetico dell'Europa e di sviluppare risorse energetiche interne e sicure onde garantire la sicurezza dell'approvvigionamento, ridurre la dipendenza energetica esterna degli Stati membri dell'UE e stimolare la crescita economica; |
14. |
ricorda che l'obiettivo a lungo termine dell'UE, congiuntamente ai paesi del partenariato orientale, è di divenire un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse e sostenibile; è d'avviso che il gas naturale e la disponibilità di nuove fonti di combustibili fossili locali, sicuri e sostenibili, come il gas naturale delle formazioni di scisto, possano svolgere un ruolo nella trasformazione del settore energetico, soprattutto se sostituiscono combustibili fossili a maggiore intensità di carbonio; ritiene che, in ogni caso, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del nostro sistema energetico richiederà un miglioramento costante dell'efficienza energetica, del risparmio energetico ed un maggiore ricorso alle tecnologie sostenibili, in particolare le energie rinnovabili; |
15. |
invita la Bielorussia a interrompere la costruzione della sua centrale nucleare fino a quando non sarà stata effettuata, in modo aperto e trasparente, una valutazione d'impatto ambientale realmente indipendente della sua costruzione e del suo funzionamento, nel pieno rispetto delle norme e dei requisiti internazionali vigenti in materia di sicurezza nucleare e ambientale, come le convenzioni di Espoo e di Århus e gli standard di sicurezza stabiliti dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), e con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, al fine di garantire che non si giunga a compromessi a discapito della tutela ambientale e della sicurezza nucleare; |
16. |
invita i governi dei paesi partner dell'Europa orientale a fare tutto il possibile per garantire la trasparenza nella negoziazione degli accordi energetici con i paesi terzi, in particolare quelli noti per l'utilizzo delle risorse energetiche come strumento di politica estera. |
Informazioni generali sulla cooperazione tra l'Ucraina e l'UE nel settore dell'energia
Il gas di scisto e il metano, noti come «gas non convenzionali», stanno suscitando un interesse significativo per la costituzione di risorse di idrocarburi e l'aumento dell'indipendenza energetica dell'Ucraina.
Il concetto di idrocarburi non convenzionali comprende il gas di scisto, il gas da arenarie compatte (intrappolato in rocce compatte) e i depositi di petrolio di scisto, di gas di carbon fossile e di idrati di gas. In Ucraina si prospetta l'apertura di giacimenti di idrocarburi non convenzionali di tutti i tipi.
Vari esperti hanno già stimato che le risorse di gas di scisto recuperabile in Ucraina sono comprese tra i 7 e i 15 000 miliardi di m3. La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che l'Ucraina si trova al quarto posto in Europa (dopo Polonia, Francia e Norvegia) per le risorse di gas di scisto.
Uno dei principali fattori necessari all'efficace funzionamento dell'economia ucraina è la risposta alle esigenze del paese in termini di risorse minerarie, soprattutto per il combustibile e l'energia. Oltre ad una diminuzione dei livelli di consumo energetico, occorre privilegiare lo sviluppo di nuove tecnologie di ricerca e la produzione e l'utilizzo di altre fonti di energia naturali, comprese quelle non convenzionali.
Per poter sviluppare il gas di scisto, è necessario applicare nuove tecnologie di individuazione, test e intensificazione (in particolare l'uso di potenti mezzi di fratturazione multistadio) e lo sviluppo dei depositi, nonché attirare gli importanti investimenti necessari, di cui l'Ucraina non dispone.
La cooperazione tra l'Ucraina e l'UE nel settore dell'energia avviene nel quadro dell'Accordo di associazione e dell'Agenda di associazione UE-Ucraina, del Memorandum d'intesa sulla cooperazione energetica tra l'UE e l'Ucraina, e del trattato che istituisce la Comunità dell'energia.
Lo sviluppo delle risorse di produzione di idrocarburi non convenzionali, in particolare il gas di scisto, è limitato da una serie di altri fattori, tra cui l'assenza di una legislazione che regoli la produzione di questo tipo di materia prima.
In qualità di membro della Comunità dell'energia, l'Ucraina ha l'obbligo di attuare il terzo pacchetto Energia. Il paese sta attualmente riformando il proprio settore energetico e armonizzando la sua legislazione in conformità con gli impegni assunti. Tra i risultati più recenti vi è l'adozione della legge sul mercato del gas naturale, concepita per creare un ambiente efficiente e competitivo in questo settore.
Al fine di realizzare delle riforme settoriali nel 2015, l'Ucraina ha previsto la preparazione e l'adozione di una serie di atti legislativi finalizzati alla liberalizzazione dei mercati del gas e dell'energia elettrica.
In particolare, il ministero ucraino dell'Energia e dell'industria del carbone, in collaborazione con il segretariato della Comunità dell'energia, ha elaborato un atto legislativo sul mercato del gas naturale, in conformità con la direttiva 2009/73/CE relativa a norme comuni per il mercato interno del gas naturale e con il regolamento (CE) n. 715/2009 relativo alle condizioni di accesso alle reti di trasporto del gas naturale.
La suddetta legge stabilisce il quadro legislativo per la riforma del settore del gas e un piano per la sua attuazione in conformità con la legislazione energetica europea, comprese le disposizioni del terzo pacchetto Energia.
(1) Approvata il 22 marzo 2016 a Bruxelles, BELGIO.
(2) Testi approvati, P7_TA(2014)0094.
(3) Testi approvati, P7_TA(2013)0088.
(4) GU C 332 E del 15.11.2013, pag. 28.
(5) GU L 164 del 30.6.1994, pag. 3.
(6) GU L 39 dell'8.2.2014, pag. 72.
31.5.2016 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 193/17 |
RISOLUZIONE (1)
dell'Assemblea parlamentare Euronest sul riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali, delle esperienze lavorative e dei diplomi universitari nel quadro del processo di Bologna
(2016/C 193/04)
L'ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURONEST,
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vista la dichiarazione congiunta del vertice del partenariato orientale tenutosi a Riga il 21 e 22 maggio 2015, che si basa sulle dichiarazioni di Vilnius e di Varsavia formulate negli anni precedenti in contesti simili, |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo, del 23 ottobre 2013, dal titolo «Politica europea di vicinato: verso un rafforzamento del partenariato. Posizione del Parlamento europeo sulle relazioni del 2012», |
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visto l'atto costitutivo dell'Assemblea parlamentare Euronest, del 3 maggio 2011, |
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visto il comunicato ministeriale di Erevan pubblicato in seguito al quarto forum sulle politiche di Bologna e alla conferenza ministeriale dello Spazio europeo dell'istruzione superiore (EHEA), che si sono svolti il 14 e 15 maggio 2015, |
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vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare Euronest, del 3 aprile 2012, sul rafforzamento della società civile nei paesi del partenariato orientale, compresa la cooperazione tra governo e società civile e le riforme volte a potenziare il ruolo politico della società civile, |
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vista la dichiarazione congiunta della Sorbona sull'armonizzazione dell'architettura del sistema europeo di istruzione superiore, firmata a Parigi il 25 maggio 1998 dai ministri dell'Istruzione di Francia, Germania, Italia e Regno Unito, |
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vista la dichiarazione congiunta sottoscritta il 19 giugno 1999 a Bologna dai ministri dell'Istruzione di 29 paesi europei (dichiarazione di Bologna), |
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vista la dichiarazione di Budapest e Vienna adottata il 12 marzo 2010 dai ministri dell'Istruzione di 47 paesi, con la quale viene ufficialmente varato lo Spazio europeo dell'istruzione superiore, |
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visto il comunicato della conferenza ministeriale e terzo Forum sulle politiche di Bologna, tenutosi a Bucarest il 26 e 27 aprile 2012, |
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vista la strategia di mobilità 2020 per lo Spazio europeo dell'istruzione superiore, adottata dalla conferenza ministeriale EHEA tenutasi a Bucarest il 26 e 27 aprile 2012, |
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vista la direttiva 2013/55/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 novembre 2013, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, |
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vista la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 settembre 2005, diretta a facilitare il rilascio, da parte degli Stati membri, di visti uniformi di soggiorno di breve durata per i ricercatori, |
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vista la relazione intitolata «Lo Spazio europeo dell'istruzione superiore nel 2015: rapporto di implementazione del Processo di Bologna», |
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vista la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008, sulla costituzione del quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente (EQF-LLL), |
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viste le conclusioni del Consiglio, del 12 maggio 2009, su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione («ET 2020»), |
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viste le conclusioni del Consiglio, dell'11 maggio 2010, sull'internazionalizzazione dell'istruzione superiore, |
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viste le raccomandazioni del Consiglio del 28 giugno 2011 sulle politiche di riduzione dell'abbandono scolastico e sulla promozione della mobilità dei giovani per l'apprendimento, |
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vista la relazione intitolata «Lo Spazio europeo dell'istruzione superiore nel 2012: rapporto di implementazione del Processo di Bologna», |
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vista la relazione finale della conferenza internazionale sul finanziamento dell'istruzione superiore tenutasi a Erevan, in Armenia, l'8 e 9 settembre 2011, |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo, del 23 settembre 2008, sul processo di Bologna e la mobilità degli studenti, |
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vista la relazione del Parlamento europeo, del 31 marzo 2015, sul seguito dell'attuazione del processo di Bologna, |
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visti gli accordi di associazione stipulati tra l'Unione europea e i governi di Georgia, Moldova e Ucraina, |
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visti i sistemi di borse di studio Erasmus + e Erasmus Mundus, |
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vista la Convenzione sul riconoscimento delle qualifiche relative all'insegnamento superiore nella regione europea (CETS n. 165, Lisbona, 11 aprile 1997), |
A. |
considerando che il riconoscimento reciproco dei diplomi di istruzione superiore tra l'UE e i paesi del partenariato orientale (PO) costituisce ancora un processo complesso e dispendioso, nonostante i progressi compiuti mediante il processo di Bologna e l'EHEA; |
B. |
considerando che per gli studenti provenienti dai paesi del PO risulta difficile e talvolta impossibile ottenere il corretto riconoscimento delle loro qualifiche in alcuni Stati membri dell'UE e che a volte anche gli studenti dell'UE affrontano problematiche simili nei paesi del PO; |
C. |
considerando che le difficoltà nel riconoscimento dei diplomi e delle qualifiche possono ostacolare la promozione della mobilità accademica e professionale e dello sviluppo di legami culturali tra le due parti, nonché della ricerca accademica e, in generale, del progresso in numerosi ambiti scientifici in Europa; |
D. |
considerando che non esistono disposizioni sulla parità di trattamento per quanto concerne il riconoscimento delle qualifiche professionali per i cittadini dei paesi del PO/membri del processo di Bologna-EHEA e che ciò impedisce a molti professionisti altamente qualificati in diversi campi regolamentati, quali il settore sanitario e sociale, l'istruzione, l'architettura e l'edilizia (ad esempio, l'ingegneria edile) e molti altri settori, di migliorare le proprie competenze mettendole in pratica all'interno dell'UE e, quindi, di riportare preziose conoscenze nel loro paese di origine e di colmare le carenze di forza lavoro altamente qualificata negli Stati membri dell'UE; |
E. |
considerando che nei paesi del PO è fortemente necessario sviluppare un maggior numero di istituzioni orientate alla ricerca, comprese scuole di dottorato, offrendo così agli studenti locali maggiori possibilità di carriera nella ricerca; |
F. |
considerando che gli approcci al riconoscimento delle qualifiche variano sia all'interno dell'UE sia tra l'UE e i paesi del PO membri del processo di Bologna/EHEA; |
G. |
considerando che non esiste alcuna armonizzazione del processo di riconoscimento delle qualifiche ottenute all'estero e nemmeno alcun meccanismo di pronta informazione che sia efficiente in termini di costi nei paesi che partecipano al processo di Bologna/EHEA; |
H. |
considerando che in oltre due terzi dei paesi partecipanti le decisioni finali sul riconoscimento delle qualifiche conseguite all'estero spettano agli istituti di istruzione superiore stessi; |
I. |
considerando che vi sono ancora timori in merito all'equità, alla trasparenza, agli standard e all'assunzione di responsabilità di numerosi istituti di istruzione superiore in molti paesi del PO; |
J. |
considerando che è ancora possibile incontrare casi di corruzione, difficoltà burocratiche, conservatorismo, incertezza e mentalità antiquata negli istituti di istruzione superiore nei paesi del PO e occasionalmente anche nell'UE e che tali situazioni devono essere affrontate e combattute; |
K. |
considerando che la rete dei centri nazionali di informazione per il riconoscimento accademico (ENIC/NARIC) costituisce la rete principale per lo scambio di informazioni sul riconoscimento e per l'elaborazione di strumenti per il riconoscimento delle procedure, delle politiche e delle prassi e ha le potenzialità per informare il pubblico e i partner nonché per aiutare i paesi membri e gli organi politici principali a comprendere il funzionamento del processo di riconoscimento, migliorando nel contempo anche l'allineamento della legislazione e delle procedure nazionali alle pratiche dell'UE; |
L. |
considerando che le università sono luoghi che promuovono lo sviluppo di idee nuove e che si basano sulla libertà di parola e di pensiero ai fini dello sviluppo accademico; che ciò può essere in conflitto con pressioni dettate da ragioni politiche, esponendo spesso gli studenti a molestie e persino a violazioni dei diritti umani; |
M. |
considerando che i programmi Erasmus + costituiscono strumenti fondamentali per modernizzare gli istituti di istruzione superiore dei paesi dell'UE e del PO, per stimolare la cooperazione internazionale con gli istituti dell'UE e per contribuire alla riforma dell'istruzione superiore e a una maggiore mobilità degli studenti; |
Principi generali
1. |
afferma che un'istruzione superiore di qualità, riconosciuta reciprocamente, per gli studenti dei paesi dell'UE e del PO, il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali per le principali professioni regolamentate e il pieno riconoscimento dell'esperienza lavorativa acquisita in entrambi i contesti possono svolgere un ruolo chiave per il rafforzamento e il miglioramento dei legami socio-economici interculturali e per la promozione della pace, dello sviluppo, della prosperità e della stabilità; |
2. |
accoglie con favore la firma degli accordi di associazione con tre paesi del PO e spera che ciò incida positivamente sul riconoscimento reciproco dei diplomi, delle qualifiche, delle competenze e dell'esperienza lavorativa; ritiene prioritaria l'individuazione di mezzi di cooperazione efficaci e duraturi con altri paesi del PO, assicurando la continuità della cooperazione su questa e altre questioni; osserva, nel contempo, che gli accordi di associazione forniscono strumenti potenziati per la comunicazione e la cooperazione a livello governativo e parlamentare e potrebbero servire come base per la cooperazione futura, in particolare attraverso la creazione di centri nazionali di informazione per il riconoscimento accademico, la messa in campo di una tessera professionale europea (EPC) comune per l'UE e il PO e lo sviluppo di meccanismi di informazione e di allerta efficienti sotto il profilo dei costi tramite il sistema di informazione del mercato interno (IMI) tra l'UE e i suoi partner orientali; |
3. |
sottolinea che il processo di Bologna non è affatto un sistema unidirezionale, ma che piuttosto persegue l'obiettivo di promuovere lo sviluppo dell'istruzione superiore e della mobilità universitaria tra i paesi dell'UE e del PO e che i partecipanti di entrambe le parti necessitano di un accesso migliore agli istituti di istruzione superiore, del riconoscimento dei diplomi, di programmi di borse di studio e della piena accettazione nei diversi sistemi di istruzione superiore, a condizione che siano rispettati tutti i criteri accademici previsti; |
4. |
sottolinea che la situazione attuale, in cui persistenti problemi sistemici rendono difficile per molti studenti e giovani professionisti provenienti dall'Europa orientale ottenere il riconoscimento automatico dei loro diplomi o qualifiche professionali nell'UE, rappresenta un ostacolo significativo alla libera circolazione dei professionisti e allo sviluppo di buone relazioni tra le due parti; |
5. |
osserva che lo sviluppo socioeconomico dei paesi del PO può essere notevolmente rafforzato attraverso la disponibilità di laureati, professionisti e imprenditori che hanno acquisito nuove esperienze in contesti esteri, il che, a sua volta, favorisce la nascita di nuove idee e processi, contribuisce alla diffusione di valori e competenze, rafforza le università locali, consente di conquistare la fiducia degli investitori stranieri e aiuta a prevenire la stagnazione; |
6. |
ritiene che sia fortemente necessario invertire la tendenza della fuga dei cervelli, ovvero la fuga di giovani di talento dalla regione del PO verso l'Occidente, privando i rispettivi paesi delle competenze necessarie per migliorare la società e realizzare uno sviluppo sostenibile; |
7. |
sottolinea la necessità che tutte le parti coinvolte nel partenariato orientale assicurino, sia nella legislazione che nella pratica, il pieno accesso all'istruzione superiore per tutti, senza discriminazione fondata sul genere, sulla religione, sull'etnia o sulle opinioni politiche; osserva che le università sono riconosciute universalmente come luoghi di apprendimento e libertà di espressione e che il modo migliore per promuovere l'eccellenza accademica è la protezione degli studenti da ogni forma di persecuzione o molestia; |
8. |
ritiene che la Commissione dovrebbe, in via prioritaria, collaborare con le pertinenti autorità accademiche, amministrative e governative, nonché con le organizzazioni o i rappresentanti degli studenti allo scopo di mettere in luce le preoccupazioni degli studenti e dei professionisti dei paesi del PO, in modo da identificare le problematiche specifiche che affliggono la regione e trovare soluzioni adeguate; |
9. |
sottolinea che i governi del PO devono intensificare i loro sforzi volti a introdurre sistemi adeguati per il controllo e la garanzia della qualità, collaborando con le università e le autorità nazionali responsabili di specifiche professioni regolamentate, in modo da offrire ai propri cittadini opportunità appropriate per arricchire i loro studi e le loro esperienze, anche nell'UE; |
10. |
osserva con preoccupazione che esistono ancora persistenti squilibri di genere in alcuni campi della formazione nei paesi del PO e ritiene che la parità di accesso a tutti i livelli per entrambi i generi, in particolare per quanto riguarda l'istruzione terziaria, debba essere promossa e incoraggiata attivamente tramite borse di studio specifiche volte a potenziare la discriminazione positiva; |
11. |
sottolinea che, ora che tutti i paesi del PO, ad eccezione della Bielorussia, hanno conseguito la liberalizzazione dei visti, un numero maggiore di studenti provenienti dalla regione ha interesse a perfezionare gli studi nell'UE; esorta pertanto le istituzioni dell'Unione a rafforzare i negoziati con la Bielorussia sulla liberalizzazione dei visti, al fine di promuovere la mobilità degli studenti tra l'UE e tutti i paesi del PO, senza eccezioni; |
12. |
evidenzia che l'autonomia delle università e la loro completa separazione dallo Stato e dalla politica sono condizioni fondamentali ed essenziali per un sistema di istruzione efficiente e compatibile con l'UE; sottolinea che l'equo finanziamento delle università è un passo necessario in questa direzione e che esso dovrebbe essere disgiunto dallo Stato o dalla politica e basarsi invece sul rendimento, sul numero di studenti e sui risultati accademici; |
13. |
invita le università dei paesi del PO ad adeguare la loro offerta formativa alle esigenze del mercato del lavoro; |
14. |
incoraggia le università dell'UE e dei paesi del PO a cercare attivamente la collaborazione reciproca e lo scambio di esperienze, nonché a istituire meccanismi di dialogo permanente al fine di generare cambiamenti positivi al riguardo; |
15. |
riconosce il ruolo fondamentale svolto dalla rete ENIC/NARIC per quanto riguarda i vari aspetti del riconoscimento accademico e del riconoscimento delle professioni regolamentate e non regolamentate, e giudica necessario rafforzare l'ulteriore sviluppo della rete, anche attraverso il potenziamento del funzionamento e del ruolo dei centri nazionali nei paesi del PO; |
I diplomi universitari nel contesto del processo di Bologna
16. |
valuta positivamente il fatto che tutti i paesi del PO siano membri dello spazio europeo dell'istruzione superiore (EHEA) e che, malgrado le varie differenze nell'attuazione dei principi del processo di Bologna, tali paesi si stiano adoperando per conseguire gli stessi standard in materia di istruzione superiore presenti nel resto dell'UE (norme e orientamenti per la garanzia della qualità nello spazio europeo dell'istruzione superiore (EHEA-ESG)], e che il riconoscimento automatico e immediato di tutti i diplomi di istruzione superiore dovrebbe essere l'obiettivo principale nell'intera area; |
17. |
accoglie con favore la decisione della conferenza ministeriale del 2015 sull'adesione della Bielorussia all'EHEA, la quale rappresenta una prova dell'inclusività del processo di Bologna; esorta la Bielorussia a rendere il suo sistema e le sue pratiche di istruzione superiore compatibili con quelli degli altri paesi dell'EHEA; |
18. |
ritiene che i paesi del PO stiano attuando correttamente gli strumenti del processo di Bologna, in particolare il quadro europeo delle qualifiche (EQF) e il sistema europeo per l'accumulazione e il trasferimento dei crediti (ECTS), in linea con i rispettivi quadri nazionali delle qualifiche (NQF) e dei sistemi nazionali di trasferimento dei crediti (NCTS), armonizzati con gli strumenti del processo di Bologna, e che, sebbene vi sia ancora margine di miglioramento, i criteri per ottenere il riconoscimento automatico da parte delle autorità omologhe dell'UE, nel quadro dello spazio europeo di riconoscimento (EAR), dei diplomi universitari dovrebbe portare a un'accelerazione e a un aumento della percentuale di riconoscimento dei diplomi degli studenti provenienti da paesi del PO; |
19. |
sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione tra gli istituti di istruzione dell'UE e dei paesi del PO per favorire lo scambio di esperienze, dato che nella maggior parte dei paesi il riconoscimento dei titoli esteri a fini accademici è effettuato da tali istituzioni; |
20. |
riconosce che i livelli di spesa pubblica per l'istruzione superiore variano notevolmente tra i paesi del PO e tra gli stessi Stati membri dell'UE; si rammarica tuttavia del fatto che in molti paesi del PO e negli Stati membri vicini la percentuale del PIL corrispondente alla spesa per l'istruzione terziaria è tra le più basse dell'EHEA, il che rende difficile o impossibile sviluppare adeguatamente il settore; |
21. |
osserva che, pur non essendo attuata in modo identico nell'EHEA, la struttura a tre cicli dell'istruzione superiore introdotta dal processo di Bologna (laurea di primo livello, laurea di secondo livello e dottorato) è per lo più rispettata nei paesi del PO, anche se vi è il problema della chiara mancanza di un numero sufficiente di scuole di dottorato o di finanziamenti a disposizione degli studenti in questi paesi, motivo principale per cui la maggior parte dei candidati potenziali decide di intraprendere un dottorato altrove; |
22. |
sottolinea che, poiché gli istituti di istruzione superiore sono nella maggior parte dei casi i principali organismi responsabili dei criteri per il controllo della qualità e di procedure di rilascio dei diplomi conformi ai principi del processo di Bologna e della convenzione di Lisbona sul riconoscimento, appare fortemente necessario sviluppare istituti di istruzione superiore più autonomi e più solidi nei paesi del PO, e invita la Commissione e il SEAE a esaminare le modalità per promuovere tale sviluppo di concerto con le autorità nazionali; |
23. |
esorta i governi e i parlamenti dei paesi del PO e degli Stati membri dell'UE ad adoperarsi per applicare efficacemente nella legislazione nazionale i principi della convenzione di Lisbona sul riconoscimento per quanto riguarda sia la qualità dei titoli rilasciati nel contesto nazionale che la facilitazione del riconoscimento automatico delle qualifiche estere; |
24. |
evidenzia che l'esistenza di «fabbriche di diplomi» e di «fabbriche di accreditamenti», come pure la mancanza di sistemi nazionali comparabili, compatibili e coerenti riguardo all'applicazione degli strumenti del quadro Bologna-EHEA continuano a essere i motivi principali per cui numerosi enti dell'UE non possono riconoscere automaticamente le qualifiche ottenute nei paesi del PO; |
25. |
invita i governi di entrambe le parti a intensificare gli sforzi tesi a garantire la fiducia nel sistema di istruzione superiore, in particolare assicurando parità di condizioni per le ammissioni, gli esami e l'accesso alle risorse e ai servizi, nonché la parità dei diritti per le borse di studio e, fattore più importante, facendo sì che i titoli siano rilasciati solo agli studenti che rispettano tutti i requisiti e hanno conseguito i risultati dell'apprendimento stabiliti dall'EQF necessari per le qualifiche in questione; |
26. |
esorta vivamente gli organi dell'UE e le università a individuare ed esaminare modi significativi per sostenere gli studenti dei paesi del PO tramite l'aumento del numero e della visibilità delle borse di studio accademiche destinate agli studenti dei suddetti paesi, ricorrendo ai diversi strumenti dell'Unione e incoraggiando i governi nazionali, le fondazioni e le ONG a rispondere alle esigenze degli studenti dei paesi del PO che, in molti casi, possono provenire da contesti economicamente svantaggiati e, nonostante l'elevato rendimento scolastico, hanno difficoltà finanziare a studiare nell'UE; |
27. |
valuta positivamente la partecipazione attiva dei partner orientali a Erasmus + e il fatto che la loro capacità di assorbimento finanziario sia molto buona; deplora tuttavia che i finanziamenti disponibili per i paesi del PO a titolo di tali programmi per il periodo 2014-2020 siano rimasti pressoché equivalenti a quelli del periodo finanziario precedente; |
28. |
ritiene estremamente importante, nell'ottica di promuovere una maggiore cooperazione, rafforzare le risorse finanziarie a disposizione dei programmi di borse di studio dell'UE, come Erasmus+, rivolti soprattutto agli studenti dei paesi del PO e intesi a creare un capitolo specifico all'interno di programmi unionali di finanziamento per la regione, che riveste un ruolo fondamentale dal punto di vista strategico e culturale per l'Unione; |
Qualifiche professionali ed esperienze lavorative
29. |
è del parere che il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali sia necessario per assicurare varie fasi fondamentali dello sviluppo delle due parti del progetto del partenariato orientale, compreso il miglioramento della mobilità temporanea ai fini della specializzazione lavorativa e la possibilità per i cittadini dei paesi del PO di acquisire nuove competenze che possono essere utilizzate per migliorare il rendimento professionale nel loro paese d'origine e per colmare lacune significative nella forza lavoro di entrambe le parti; |
30. |
osserva che, mentre le qualifiche professionali sono fortemente legate al miglioramento del riconoscimento dei titoli nell'ambito del processo di Bologna, non esiste un documento specifico che comprenda i paesi del PO e sia simile alla direttiva 2013/55/UE che disciplina la questione all'interno dell'UE, dello Spazio economico europeo e della Svizzera; esorta, pertanto, ad adottare nuove iniziative intese a conferire una dimensione veramente continentale a questa priorità; |
31. |
invita la Commissione e il SEAE a studiare, in cooperazione con i governi dei paesi del PO, la possibilità di istituire un nuovo quadro per la politica europea di vicinato, al fine di estendere il sistema della tessera professionale europea (EPC) a tali partner; auspica che questo strumento porti a una mobilità professionale rinnovata e più dinamica in Europa e nei paesi vicini e contribuisca a colmare le lacune in termini di capacità nelle varie professioni nei diversi settori, con effetti vantaggiosi per tutte le parti; |
32. |
sottolinea che qualsiasi cooperazione in materia di riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali dovrebbe andare a vantaggio della capacità dei professionisti di entrambe le parti di migliorare le proprie competenze, la pratica e la mobilità senza mettere in pericolo la disponibilità di forza lavoro nei paesi del PO o creare squilibri all'interno dell'UE; |
33. |
chiede di elaborare un approccio comune per le procedure di riconoscimento delle qualifiche professionali per tutti e incoraggia i governi del PO a sviluppare e attuare procedure affidabili e trasparenti per il riconoscimento delle qualifiche professionali, in primo luogo per quanto riguarda le professioni regolamentate; |
34. |
ritiene che il riconoscimento reciproco delle esperienze lavorative dei lavoratori qualificati sia un fattore essenziale nello sviluppo di un mercato del lavoro dinamico in Europa, e che è opportuno fissare criteri di base che possano essere condivisi tra gli Stati membri e altri partner al fine di registrare e quantificare la proficua esperienza professionale dei lavoratori; |
35. |
è del parere che, oltre all'applicazione di criteri riguardanti la qualità, la trasparenza e l'integrità, gli Stati membri dell'UE e i paesi del PO dovrebbero garantire che le autorità nazionali che si occupano delle qualifiche professionali e le associazioni e le federazioni dei datori di lavoro responsabili del riconoscimento dell'esperienza lavorativa si impegnino al massimo per evitare ogni forma di discriminazione per qualsivoglia motivo, (genere, religione, etnia o paese di origine, compreso qualsiasi paese del partenariato orientale); |
36. |
incarica il suoi Copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al presidente del Parlamento europeo, al Consiglio, alla Commissione, all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione, al SEAE, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'UE e dei paesi del partenariato orientale. |
(1) Approvata il 22 marzo 2016 a Bruxelles, Belgio.
31.5.2016 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 193/23 |
RISOLUZIONE (1)
dell'Assemblea parlamentare Euronest sul caso di Nadija Savčenko
(2016/C 193/05)
L'ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURONEST,
— |
vista la precedente risoluzione del Parlamento europeo sul caso di Nadija Savčenko (2), |
— |
vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare Euronest del 17 marzo 2015 sull'aggressione militare russa contro l'Ucraina e l'urgente necessità di una risoluzione pacifica del conflitto, |
— |
vista la dichiarazione del presidente Schulz del 17 marzo 2016, |
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viste le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, in particolare quelle del 7, 9 e 10 marzo 2016, |
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visto il «Pacchetto di misure per l'attuazione degli accordi di Minsk» del 12 febbraio 2015, |
— |
vista la risoluzione 2202 (2015) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che ha sottoscritto gli accordi di Minsk, |
— |
viste le disposizioni del diritto umanitario internazionale e, in particolare, la terza Convenzione di Ginevra relativa al trattamento dei prigionieri di guerra, del 12 agosto 1949, |
— |
vista la risoluzione 2034 (2015) dell'APCE, |
A. |
considerando che Nadija Savčenko, pilota dell'aeronautica militare ucraina, è stata sequestrata da miliziani filorussi in territorio ucraino e trasferita illegalmente in Russia, dove è stata trattenuta quale «ospite» in un albergo, dove le è stata negata qualsiasi comunicazione con i suoi famigliari, ed è stata poi accusata, senza fondamento, di omicidio dalle autorità locali; |
B. |
considerando che Nadija Savčenko si è distinta nella carriera militare con il grado di tenente, è la prima donna ad essere entrata all'Accademia aeronautica ucraina e l'unica donna soldato a prestare servizio nelle truppe di pace ucraine in Iraq, ed ha partecipato volontariamente all'operazione antiterrorismo nell'Ucraina orientale; |
C. |
considerando che Nadija Savčenko è stata eletta membro della Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) ed è stata nominata rappresentante dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) mentre era in carcere; considerando che la risoluzione 2034 (2015) dell'APCE ha chiesto la sua immediata liberazione ed il rispetto della sua immunità parlamentare anche da parte della Federazione russa, che è membro del Consiglio d'Europa; |
D. |
considerando che la Federazione russa non ha alcun diritto di detenere, arrestare, accusare o processare cittadini ucraini per presunti reati perpetrati in territorio ucraino; |
E. |
considerando che la Procura ha spesso modificato le argomentazioni dell'accusa e che il verdetto finale è stato rinviato per due volte in modo inaspettato; |
F. |
considerando che, nonostante le cattive condizioni di salute di Nadija Savčenko, né i medici né la madre hanno avuto il permesso di farle visita; che sia i medici provenienti dall'Ucraina sia i membri del parlamento ucraino hanno incontrato seri ostacoli nell'attraversare il confine; |
G. |
considerando che Nadija Savčenko è stata invitata come ospite d'onore al Forum delle donne dell'Assemblea parlamentare Euronest; |
1. |
condanna la Federazione russa per il sequestro ed il trasferimento illegale di Nadija Savčenko dal territorio ucraino in Russia e per la sua detenzione di quasi due anni in carcere; |
2. |
chiede alla Federazione russa di liberare immediatamente e senza condizioni Nadija Savčenko; |
3. |
invita la Federazione russa a rispettare appieno gli accordi di Minsk; ricorda che, ai sensi di tali accordi, la Russia si è impegnata a scambiare tutte le persone detenute illegalmente; ritiene pertanto che la Russia non abbia alcuna base giuridica o giurisdizione per avviare azioni giudiziarie nei confronti di cittadini ucraini, in particolare nel caso di Nadija Savčenko, la quale è stata sequestrata e detenuta sulla base di accuse inventate di un presunto crimine commesso in Ucraina; |
4. |
è del parere che la detenzione di Nadija Savčenko come prigioniera di guerra in una prigione della Russia costituisca una violazione della Convenzione di Ginevra del 1949; |
5. |
ricorda alla Russia il suo obbligo internazionale di rispettare la sua immunità in quanto membro dell'APCE; |
6. |
ricorda che la Federazione russa è pienamente responsabile della salute e del benessere di Nadija Savčenko; sollecita le autorità russe ad autorizzare i medici ucraini a visitarla; |
7. |
sollecita la Federazione russa ad agire nel rispetto dei suoi obblighi internazionali ed a liberare Nadija Savčenko, Oleg Sentsov, Alexander Kolčenko e altri cittadini ucraini, ed a provvedere immediatamente al loro rimpatrio in Ucraina in condizioni di sicurezza; esorta le autorità giudiziarie e di contrasto della Russia a espletare in futuro le loro funzioni in modo imparziale e indipendente; |
8. |
invita l'Unione europea a sviluppare l'elenco di sanzioni individuali nei confronti dei funzionari russi responsabili della detenzione illegale di Nadija Savčenko; |
9. |
incarica i suoi co-presidenti di trasmettere la presente risoluzione al presidente del Parlamento europeo, al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al SEAE ed ai governi e parlamenti degli Stati membri e dei paesi del partenariato orientale. |
(1) Approvata il 22 marzo 2016 a Bruxelles, BELGIO.
(2) Testo adottato, P8_TA(2015)0186.