ISSN 1977-0944

Gazzetta ufficiale

dell'Unione europea

C 172

European flag  

Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

58° anno
27 maggio 2015


Numero d'informazione

Sommario

pagina

 

I   Risoluzioni, raccomandazioni e pareri

 

PARERI

 

Commissione europea

2015/C 172/01

Parere della Commissione, del 22 maggio 2015, concernente il piano modificato di smaltimento dei rifiuti radioattivi provenienti dall’edificio di raggruppamento del CIRES in Francia

1


 

IV   Informazioni

 

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

 

Consiglio

2015/C 172/02

Conclusioni del Consiglio sul rafforzamento della cooperazione politica intersettoriale per affrontare in modo efficace le sfide socioeconomiche cui sono confrontati i giovani

3

2015/C 172/03

Conclusioni del Consiglio sull’ottimizzazione del ruolo degli sport di base nello sviluppo delle competenze trasversali, specie tra i giovani

8

2015/C 172/04

Conclusioni del Consiglio in merito agli scambi culturali e creativi per stimolare l’innovazione, la sostenibilità economica e l’inclusione sociale

13

2015/C 172/05

Conclusioni del Consiglio sul ruolo dell’educazione della prima infanzia e dell’istruzione primaria nella promozione della creatività, dell’innovazione e della competenza digitale

17

2015/C 172/06

Avviso all’attenzione delle persone ed entità soggette alle misure restrittive previste dalla decisione 2011/137/PESC del Consiglio e dal regolamento (UE) n. 204/2011 del Consiglio, concernenti misure restrittive in considerazione della situazione in Libia

22

 

Commissione europea

2015/C 172/07

Tassi di cambio dell'euro

23

2015/C 172/08

Tassi di cambio dell'euro

24


IT

 


I Risoluzioni, raccomandazioni e pareri

PARERI

Commissione europea

27.5.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 172/1


PARERE DELLA COMMISSIONE

del 22 maggio 2015

concernente il piano modificato di smaltimento dei rifiuti radioattivi provenienti dall’edificio di raggruppamento del CIRES in Francia

(Il testo in lingua francese è il solo facente fede)

(2015/C 172/01)

La valutazione che segue è stata svolta conformemente alle disposizioni del trattato Euratom e non pregiudica eventuali valutazioni supplementari ai sensi del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, né gli obblighi che derivano da detto trattato e dal diritto derivato (1).

Il 16 dicembre 2014 la Commissione europea ha ricevuto dal governo francese, conformemente all’articolo 37 del trattato Euratom, i dati generali riguardanti il piano modificato di smaltimento dei rifiuti radioattivi provenienti dall’edificio di raggruppamento del CIRES.

Sulla base dei dati trasmessi e dopo aver consultato il gruppo di esperti, la Commissione ha formulato il seguente parere:

1.

La distanza del sito dalla frontiera dello Stato membro più vicino, nella fattispecie il Belgio, è di 138 km.

2.

Il piano modificato consiste in un aumento della capacità operativa del Centro che richiede limiti di scarico regolamentari più elevati per gli effluenti radioattivi aeriformi.

3.

Durante le normali condizioni operative, il piano modificato non è tale da comportare un’esposizione rilevante sotto il profilo sanitario per la popolazione di un altro Stato membro, tenuto conto dei limiti di dose stabiliti nelle nuove norme fondamentali di sicurezza (direttiva 2013/59/Euratom).

4.

In caso di rilasci non programmati di effluenti radioattivi, a seguito di incidenti del tipo e dell’entità previsti nel piano modificato, le dosi cui le popolazioni di altri Stati membri potrebbero essere esposte non sarebbero significative sotto il profilo sanitario, tenuto conto dei livelli di riferimento stabiliti nelle nuove norme fondamentali di sicurezza (direttiva 2013/59/Euratom).

In conclusione, la Commissione è del parere che l’attuazione del piano modificato di smaltimento dei rifiuti radioattivi, sotto qualsiasi forma, provenienti dall’edificio di raggruppamento del CIRES, situato in Francia, non è tale da comportare, né in normali condizioni operative, né in caso di incidenti del tipo e dell’entità previsti nei dati generali, una contaminazione radioattiva significativa sotto il profilo sanitario, delle acque, del suolo o dell’aria di un altro Stato membro, tenuto conto delle disposizioni stabilite dalle nuove norme fondamentali di sicurezza (direttiva 2013/59/Euratom).

Fatto a Bruxelles, il 22 maggio 2015

Per la Commissione

Miguel ARIAS CAÑETE

Membro della Commissione


(1)  Ad esempio, ai sensi del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, gli aspetti ambientali andrebbero ulteriormente esaminati. A titolo indicativo, la Commissione desidera richiamare l’attenzione sulle disposizioni della direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, della direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, nonché della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e della direttiva 2000/60/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque.


IV Informazioni

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

Consiglio

27.5.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 172/3


Conclusioni del Consiglio sul rafforzamento della cooperazione politica intersettoriale per affrontare in modo efficace le sfide socioeconomiche cui sono confrontati i giovani

(2015/C 172/02)

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA

RICORDANDO IL CONTESTO POLITICO IN CUI SI ISCRIVE LA MATERIA, ILLUSTRATO NELL’ALLEGATO, E IN PARTICOLARE QUANTO SEGUE:

1.

Gli obiettivi generali della strategia Europa 2020 e gli obiettivi dei singoli Stati membri riguardanti l’incremento dell’occupazione giovanile, la riduzione dell’abbandono scolastico e l’aumento della partecipazione all’istruzione terziaria sono particolarmente pertinenti per i giovani e la loro situazione socioeconomica.

2.

Il quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018) (1) sottolinea l’esigenza di iniziative finalizzate alla definizione di un approccio trasversale nel quale si tenga conto delle tematiche inerenti ai giovani nell’elaborare, attuare e valutare politiche ed azioni in altri settori che hanno ripercussioni considerevoli sulla vita dei giovani.

3.

Una delle tre principali priorità stabilite nell’attuale piano di lavoro dell’UE per la gioventù 2014-2015 (2) è rafforzare la cooperazione intersettoriale nell’ambito delle strategie dell’UE.

4.

Le conclusioni del Consiglio sulla piena realizzazione del potenziale della politica per la gioventù nel perseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 (3) hanno sottolineato che il coordinamento intersettoriale e interistituzionale è cruciale per l’attuazione di una politica per la gioventù efficace e per il perseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 che riguardano i giovani.

CONSAPEVOLE CHE:

5.

Le continue sfide socioeconomiche a cui i giovani sono attualmente confrontati nell’Unione europea, compresi gli elevati tassi di disoccupazione giovanile (4) e le conseguenze sociali della stessa, richiedono efficaci risposte politiche intersettoriali.

CONSIDERA QUANTO SEGUE:

6.

Una politica per la gioventù forte e visibile, ben definita e coordinata ha un notevole potenziale per apportare un valore aggiunto alla cooperazione politica intersettoriale. A sua volta, ciò può produrre risultati positivi per i giovani che traggono beneficio dalle sinergie di tale cooperazione.

7.

Il settore della gioventù può affrontare tali questioni in modi non consentiti ad altri settori. Esso può offrire prove e conoscenze sulle varie questioni che interessano i giovani, può sensibilizzare un maggior numero di giovani, compresi quelli aventi minori opportunità, nonché un approccio flessibile, favorevole ai giovani, non stigmatizzante, olistico e innovativo per rispondere alle esigenze dei giovani.

SOTTOLINEA CHE:

8.

Oltre alla necessità di elaborare approcci sistemici per rafforzare la cooperazione intersettoriale a tutti i livelli, è di grande importanza concentrarsi sul modo di affrontare le sfide socioeconomiche concrete e urgenti cui i giovani devono attualmente far fronte.

9.

Un approccio intersettoriale alla politica per la gioventù è importante non solo per offrire soluzioni più efficienti alle sfide socioeconomiche, ma anche per garantire risposte politiche, intese a tener conto delle esigenze di tutti i giovani.

10.

Al fine di ottimizzare il ruolo del settore della gioventù in cooperazione con gli altri settori, il suo valore e il suo contributo dovrebbero essere ampiamente presentati e riconosciuti.

INDIVIDUA, NEL RISPETTO DEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ, LE SEGUENTI PRIORITÀ AL FINE DI RAFFORZARE UNA POLITICA PER LA GIOVENTÙ INTERSETTORIALE PER AFFRONTARE LE SFIDE SOCIOECONOMICHE RIGUARDANTI I GIOVANI:

I.

Sviluppare, attuare e valutare un approccio sistemico a una politica per la gioventù intersettoriale

GLI STATI MEMBRI SONO INVITATI A:

11.

Rafforzare la cooperazione istituzionale, compresa una comunicazione e uno scambio di informazioni più efficaci a livello nazionale, regionale e locale per garantire che le questioni relative ai giovani siano pienamente prese in considerazione al momento dell’elaborazione, attuazione e valutazione delle politiche in altri settori — quali istruzione e formazione, occupazione, salute e benessere, politica sociale, urbanistica, sport e cultura — che hanno un impatto sulla situazione socioeconomica dei giovani.

12.

Coinvolgere tutti i settori pertinenti nelle strutture di governance orizzontali e verticali nella fase di elaborazione di politiche per la gioventù a livello locale, regionale e nazionale.

13.

Prendere in considerazione l’attuazione di strategie globali per i giovani, che colleghino le iniziative politiche pertinenti incentrate sulle questioni a cui sono confrontati i giovani, nonché consultare e coinvolgere, se opportuno, i giovani e le organizzazioni giovanili in tale processo.

14.

Utilizzare i meccanismi attuali — o prendere in considerazione l’istituzione di nuovi — per monitorare la situazione dei giovani e lavorare a politiche basate su elementi di prova e sulla conoscenza, che integrino i dati e i risultati della ricerca nell’elaborazione di politiche in tutti i settori, anche al momento di elaborare misure politiche concrete.

LA COMMISSIONE È INVITATA A:

15.

Aggiornare regolarmente il Consiglio e i suoi organi preparatori sui documenti strategici e le iniziative fondamentali a livello di UE che incidono sulla situazione socioeconomica dei giovani.

16.

Valutare le modalità più efficaci per applicare il nuovo approccio coordinato della Commissione fondato sulla politica dei cluster allorché si affrontano le sfide che si pongono ai giovani e si sviluppano concrete azioni intersettoriali.

17.

Valutare attraverso la relazione dell’UE sulla gioventù o altri strumenti pertinenti come le questioni relative ai giovani siano prese in considerazione in altri settori programmatici che hanno ripercussioni considerevoli sulla vita dei giovani.

18.

Contribuire ulteriormente allo sviluppo di politiche basate su prove concrete, tramite l’elaborazione di progetti di ricerca in cooperazione con altri settori programmatici pertinenti.

GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE SONO INVITATI A:

19.

Prevedere l’approccio intersettoriale come uno dei principi di attuazione nella futura politica dell’UE per la gioventù compreso un eventuale futuro piano di lavoro dell’UE per la gioventù e prevedere misure intersettoriali concrete nel quadro post-2018 per la cooperazione nel settore della gioventù.

20.

Rafforzare la cooperazione intersettoriale sfruttando appieno le opportunità del programma Erasmus+, comprese quelle volte specificatamente a sostenere la riforma delle politiche.

21.

Raccogliere elementi di prova, anche nel quadro dei gruppi di esperti istituiti dal piano di lavoro dell’UE per la gioventù, su come la cooperazione programmatica intersettoriale può fornire risultati ed effetti di ricaduta positivi per gli altri settori della società che beneficiano degli effetti sinergici di una maggiore cooperazione.

22.

Incoraggiare la cooperazione con altri settori programmatici nell’elaborazione della relazione dell’UE sulla gioventù e tenere conto dei risultati della relazione in sede di monitoraggio della strategia Europa 2020.

II.

Utilizzare approcci intersettoriali mirati per i progetti, le iniziative e i programmi riguardanti le sfide socioeconomiche che i giovani devono affrontare

GLI STATI MEMBRI SONO INVITATI A:

23.

Rafforzare gli approcci di partenariato intersettoriali in ordine all’attuazione della garanzia per i giovani e delle altre misure e condividere le migliori pratiche, in particolare per quanto riguarda la sensibilizzazione dei giovani.

24.

Ricercare un adeguato sostegno per lo sviluppo a lungo termine e l’attuazione delle attività che sono attualmente finanziate nell’ambito della garanzia per i giovani e di quelle in cui il settore giovanile è coinvolto.

25.

Rafforzare la cooperazione mirata tra gli istituti di istruzione formale e gli erogatori d’istruzione non formale per lottare contro l’abbandono scolastico precoce e promuovere lo sviluppo olistico delle competenze, anche mediante l’uso di approcci flessibili e favorevoli ai giovani.

26.

Promuovere la cooperazione tra servizi di animazione socioeducativa e servizi sociali per far fronte congiuntamente alla questione dell’inclusione dei giovani e per garantire interventi tempestivi, ove necessario.

27.

Coinvolgere il mondo del lavoro nella pianificazione e attuazione di iniziative incentrate sullo sviluppo delle competenze dei giovani.

28.

Rafforzare tutti i servizi destinati ai giovani in cooperazione, ove opportuno, con le autorità locali, gli operatori socioeducativi e gli altri professionisti che lavorano con i giovani.

LA COMMISSIONE È INVITATA A:

29.

Agevolare il collegamento in rete e lo scambio di buone pratiche a livello europeo tra i responsabili delle politiche per la gioventù e le ONG coinvolti nell’attuazione della garanzia per i giovani.

30.

Rafforzare il coordinamento interno tra i servizi competenti della Commissione nello sviluppo di iniziative riguardanti la gioventù e nella discussione delle questioni legate alla gioventù a livello dell’UE.

GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE SONO INVITATI A:

31.

Valutare se ricorrere alle opportunità di finanziamento offerte dai fondi strutturali europei e dal programma Erasmus+ al fine di affrontare efficacemente le sfide socioeconomiche che si pongono ai giovani attraverso progetti intersettoriali concreti.

32.

Affrontare le questioni sopra citate nella prossima riunione di apprendimento a pari livello tra gli Stati membri relativa al rafforzamento della politica per la gioventù intersettoriale a livello nazionale, organizzata nel quadro del piano di lavoro dell’UE per la gioventù.

33.

Invitare i soggetti interessati che rappresentano altri settori ad eventi quali la settimana europea della gioventù e le conferenze UE sulla gioventù, se pertinenti, e agevolare il feedback e la discussione tra i settori.

III.

Rendere più visibile il valore dell’animazione socioeducativa e gli altri strumenti della politica per la gioventù e la loro complementarietà nell’affrontare efficacemente le sfide che si pongono ai giovani

GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE SONO INVITATI A:

34.

Coinvolgere i giovani nelle principali decisioni strategiche che li interessano utilizzando i canali nuovi o esistenti di partecipazione dei giovani, compreso il processo di dialogo strutturato.

35.

Promuovere ulteriormente il riconoscimento dell’animazione socioeducativa e dell’apprendimento non formale e di strumenti concreti come Youthpass negli altri settori, ad esempio quello dell’occupazione, dell’istruzione, della formazione e della cultura, nonché presso gli altri soggetti interessati.

36.

Far progredire il riconoscimento dell’animazione socioeducativa e la convalida dell’apprendimento non formale e informale, esplorando la possibilità di integrare il certificato Youthpass al di fuori del programma Erasmus+ e utilizzandolo, se del caso, come strumento nazionale di riconoscimento.

37.

Promuovere e sensibilizzare regolarmente altri settori riguardo ai risultati ottenuti dall’animazione socioeducativa professionale e volontaria.

38.

Sviluppare iniziative per far sì che il volontariato sia conosciuto, compreso, utilizzato e riconosciuto come un processo di apprendimento non formale.

39.

Sostenere e promuovere la realizzazione di azioni collaborative tra le strutture di apprendimento formale e non formale capaci di massimizzare i risultati dell’apprendimento.

LA COMMISSIONE È INVITATA A:

40.

Creare opportunità e sostenere gli Stati membri nell’uso del certificato Youthpass al di fuori del programma Erasmus+, se del caso, come strumento nazionale di riconoscimento.


(1)  GU C 311 del 19.12.2009, pag. 1.

(2)  GU C 183 del 14.6.2014, pag. 5.

(3)  GU C 224 del 3.8.2013, pag. 2.

(4)  Oltre 5 milioni di giovani (di età inferiore a 25 anni) erano disoccupati nell’UE a 28 nel secondo trimestre 2014. Questo dato corrisponde a un tasso di disoccupazione del 21,7 %, mentre il tasso NEET (giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione) era pari al 13 %. Fonte: Eurostat


ALLEGATO

RAMMENTANDO IL CONTESTO POLITICO DI QUESTA TEMATICA

Contesto politico

1.

Conclusioni del Consiglio sul miglioramento dell’inclusione sociale dei giovani che non hanno un lavoro, né seguono un percorso scolastico o formativo, che rilevano la necessità di garantire un approccio olistico e una cooperazione intersettoriale. Tutti gli strumenti politici, le misure e le azioni dovrebbero essere coordinati a livello locale, regionale, nazionale ed europeo e dovrebbero coinvolgere una pluralità di parti interessate nella progettazione e realizzazione delle misure per l’inclusione sociale dei giovani (1).

2.

Raccomandazioni del Consiglio sull’istituzione di una garanzia per i giovani nell’ambito del «pacchetto sull’occupazione giovanile» (2).

3.

Conclusioni del Consiglio su «Investire nell’istruzione e nella formazione — una risposta a Ripensare l’istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici» e Analisi annuale della crescita del 2013 (3).

4.

La raccomandazione del Consiglio sulle politiche di riduzione dell’abbandono scolastico sottolinea la necessità di politiche intersettoriali globali finalizzate a rafforzare i legami tra i sistemi di istruzione e formazione e il mondo del lavoro (4).

5.

Raccomandazione del Consiglio sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale (5).

6.

Regolamento (UE) n. 1288/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (6) che istituisce «Erasmus+»: il programma dell’Unione per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport.


(1)  GU C 30 dell’1.2.2014, pag. 5.

(2)  GU C 120 del 26.4.2013, pag. 1.

(3)  GU C 64 del 5.3.2013, pag. 5.

(4)  GU C 191 dell’1.7.2011, pag. 1.

(5)  GU C 398 del 22.12.2012, pag. 1.

(6)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 50.


27.5.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 172/8


Conclusioni del Consiglio sull’ottimizzazione del ruolo degli sport di base nello sviluppo delle competenze trasversali, specie tra i giovani

(2015/C 172/03)

IL CONSIGLIO DELL’UE E I RAPPRESENTANTI DEI GOVERNI DEGLI STATI MEMBRI, RIUNITI IN SEDE DI CONSIGLIO,

RICORDANDO IL CONTESTO POLITICO IN CUI SI ISCRIVE LA MATERIA, ILLUSTRATO NELL’ALLEGATO, E IN PARTICOLARE:

1.

la strategia Europa 2020 e le sue iniziative faro, che evidenziano la necessità di dotare i giovani delle necessarie capacità e competenze e di fronteggiare gli elevati livelli di disoccupazione giovanile in Europa, nonché la relazione di sintesi relativa alla revisione intermedia della strategia Europa 2020 (1), nella quale è elencato tra i suoi risultati principali il ruolo prezioso del settore dello sport in quanto strumento di coesione e inclusione sociali;

2.

il piano di lavoro dell’Unione europea per lo sport per il periodo 20142017 (2), nel quale si sottolinea l’importante contributo dello sport alla realizzazione degli obiettivi globali della strategia Europa 2020, considerato il forte potenziale del settore ai fini di una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Una delle tre priorità del piano di lavoro «Sport e società» evidenzia i legami tra sport e occupazione, istruzione e formazione;

3.

la risoluzione del Consiglio del 20 luglio 2006 sul riconoscimento del valore dell’apprendimento non formale e informale nel settore della gioventù europea (3), in cui si sottolinea che l’apprendimento non formale e quello informale possono permettere ai giovani di acquisire conoscenze, capacità e competenze supplementari e contribuire al loro sviluppo personale, all’inclusione sociale e alla cittadinanza attiva, migliorando in tal modo le loro prospettive di occupazione, e che un loro riconoscimento più consistente dovrebbe essere debitamente considerato dai datori di lavoro, dall’istruzione formale e dalla società civile in generale;

4.

la raccomandazione del Consiglio del 20 dicembre 2012 sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale (4), che individua opportunità e meccanismi che consentono a conoscenze, abilità e competenze acquisite mediante l’apprendimento non formale e informale di svolgere un ruolo importante nel migliorare l’occupabilità e la mobilità, nonché nell’accrescere la motivazione per l’apprendimento permanente;

RICONOSCONO CHE:

5.

la partecipazione agli sport di base (5), seppur in primo luogo un’attività fisica ricreativa, apporta anche valore aggiunto addizionale con riguardo a una società più sana e, in generale, più inclusiva e sostenibile in Europa. Può sviluppare atteggiamenti e valori sociali positivi, nonché competenze e capacità individuali, comprese competenze trasversali (6) quali la capacità di pensare in modo critico, lo spirito di iniziativa, la capacità di risolvere problemi e di lavorare in gruppo (7);

6.

occorre rispondere alle crescenti esigenze di un’economia avanzata, basata sulla conoscenza, specie con riguardo allo sviluppo di competenze trasversali e alla capacità di applicare efficacemente tali competenze in settori diversi; in un’epoca in cui la domanda del mercato del lavoro è in rapida evoluzione, i datori di lavoro attribuiscono grande valore alle competenze trasversali, ma spesso affermano che i neoassunti sono sprovvisti di tali competenze;

7.

per quanto riguarda il contributo dello sport allo sviluppo delle competenze trasversali, vi è un potenziale non sfruttato, specie per i giovani, dal momento che le competenze acquisite attraverso l’apprendimento non formale (8) e informale (9) sono preziose per lo sviluppo personale e professionale, anche nel mercato del lavoro e nell’apprendimento permanente (10);

8.

riguardo al riconoscimento del valore delle competenze trasversali acquisite attraverso l’apprendimento non formale e informale mediante sport di base, i primi passi da compiere sono in termini di sensibilizzazione e di visibilità principalmente fra gli stessi partecipanti, i genitori, i volontari e il personale, ma anche a livello della società in generale, compresi i datori di lavoro;

SOTTOLINEANO CHE:

9.

lo sport contribuisce al conseguimento degli obiettivi strategici di crescita, occupazione e coesione sociale dell’Unione, comprese le urgenti sfide cui l’Europa è attualmente confrontata come il persistere di tassi di disoccupazione giovanile elevati (11) in Europa. Perché lo sport sviluppi ulteriormente il suo pieno potenziale in tal senso, è importante lavorare a un approccio intersettoriale che coinvolga altri settori d’intervento quali istruzione e formazione, gioventù e occupazione, affari sociali e salute pubblica;

10.

gli sport non tradizionali (12) esercitano spesso una particolare attrattiva sui giovani, anche quelli con minori opportunità, e le possibilità che offrono potrebbero essere ulteriormente esplorate;

11.

disporre di personale competente, anche volontario, negli sport di base è essenziale per suscitare maggiore consapevolezza, sfruttando il valore aggiunto e i vantaggi che essi possono offrire con riguardo allo sviluppo di competenze trasversali;

IN TALE CONTESTO INVITANO GLI STATI MEMBRI DELL’UE, NEL RISPETTO DEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ, A:

12.

creare maggiore consapevolezza tra i soggetti interessati negli sport di base, nella società e tra i datori di lavoro riguardo al valore aggiunto personale, sociale ed economico delle competenze trasversali acquisite attraverso la partecipazione agli sport di base, valore aggiunto che può essere sfruttato in altri settori;

13.

cooperare e scambiarsi buone pratiche con altri settori pertinenti e tra Stati membri dell’UE sugli effetti positivi delle competenze acquisite al di fuori dell’istruzione formale mediante l’apprendimento non formale e informale negli sport di base;

14.

incoraggiare lo sviluppo di conoscenze, capacità e competenze del personale competente, anche volontario, negli sport di base al fine di rafforzare i valori sociali ed educativi, nonché le competenze trasversali, tramite gli sport di base;

15.

incoraggiare partenariati innovativi tra gli erogatori di istruzione formale e non formale, nonché in tutti i settori attinenti alla gioventù e allo sport, al fine di sviluppare approcci all’apprendimento che possano essere idonei nel settore degli sport di base;

16.

promuovere l’autovalutazione delle competenze, specie tra i giovani, comprese le competenze trasversali acquisite tramite gli sport di base, nonché l’uso dei passaporti delle competenze e modelli di CV più comuni, in special modo Europass;

17.

sfruttare le disposizioni vigenti volte a consentire la convalida delle competenze e delle esperienze acquisite con l’apprendimento non formale e informale nello sport;

18.

migliorare ancora la partecipazione complessiva dei giovani, compresi quelli con minori opportunità, alle attività sportive di base, a livello nazionale e locale, e sfruttare il potenziale positivo degli sport non tradizionali a tale riguardo;

INVITANO LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI, NELL’AMBITO DELLE RISPETTIVE SFERE DI COMPETENZA, A:

19.

promuovere il valore delle competenze trasversali acquisite dai discenti attraverso gli sport di base di modo che possano essere utilizzate efficacemente in tutti i settori ai fini dell’occupazione, della mobilità per l’apprendimento o dell’apprendimento permanente;

20.

riconoscere i risultati positivi tratti dallo sviluppo di competenze trasversali nel settore degli sport di base e integrarli nelle politiche nazionali ed europee e nelle strategie in materia di sport, gioventù, affari sociali, salute, istruzione e occupazione;

21.

riconoscere e sostenere i contributi apportati dalle organizzazioni sportive di base nel fornire opportunità di apprendimento non formale;

22.

esaminare il potenziale di cooperazione con il settore giovanile, per quanto riguarda in particolare:

a.

l’applicazione di metodi e strumenti di apprendimento non formale nel settore dello sport,

b.

l’uso delle attività sportive nei metodi di apprendimento non formale nel settore giovanile,

c.

la promozione di un maggior numero di progetti finanziati a titolo del servizio volontario europeo che coinvolgano giovani volontari provenienti da organizzazioni senza scopo di lucro nel settore dello sport,

d.

il ricorso alle attività sportive come strumento di inclusione sociale e di sensibilizzazione, anche in termini di contributo all’attuazione della garanzia per i giovani in Europa;

23.

incoraggiare iniziative, se del caso, anche nel contesto della settimana europea dello sport sul valore che lo sport riveste sotto il profilo educativo come pure per promuovere comunità inclusive dal punto di vista sociale;

24.

cooperare per innalzare gli standard nelle attività di formazione e allenamento e nell’istruzione di formatori e allenatori, nonché dei volontari, agevolando lo scambio di informazioni e di esperienze tra i decisori politici e le parti interessate del settore dello sport;

25.

incoraggiare il volontariato nello sport e fare opera di sensibilizzazione riguardo al valore di tale attività nello sport, in particolare nell’acquisizione di competenze trasversali, riconoscendo il volontariato come una forma importante di apprendimento non formale e rafforzando la mobilità nazionale e transnazionale dei giovani volontari;

26.

incoraggiare un uso efficace degli strumenti di finanziamento dell’UE, come il programma Erasmus+, quale opportunità per sviluppare competenze trasversali, specie tra i giovani, anche per migliorare l’inclusione sociale, la cittadinanza attiva nonché una maggiore partecipazione alle attività sportive di base;

27.

avvalersi del processo di follow-up della raccomandazione del Consiglio, del 20 dicembre 2012, sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale per affrontare la questione delle competenze trasversali acquisite attraverso lo sport;

INVITANO LA COMMISSIONE EUROPEA A:

28.

condurre uno studio sul contributo dello sport all’occupabilità dei giovani nel contesto della strategia Europa 2020, compresi gli aspetti delle competenze trasversali acquisite attraverso la partecipazione alle attività sportive di base;

29.

integrare la dimensione sportiva nelle discussioni e negli eventi programmatici attuali in materia di competenze, al fine di suscitare consapevolezza ed esaminare modalità più concrete per acquisire competenze trasversali nello sport e attraverso lo sport;

30.

continuare, anche nell’ambito del mandato dei gruppi di esperti istituiti dal piano di lavoro dell’UE per lo sport, a raccogliere dati e migliori pratiche e ad analizzare l’importanza sociale ed economica dello sport e come le attività sportive di base contribuiscono a settori quali l’occupazione, l’istruzione e la formazione, prestando attenzione anche allo sviluppo delle competenze personali e trasversali;

31.

facilitare lo scambio di informazioni e buone pratiche, un efficace apprendimento tra pari e la creazione di reti tra gli Stati membri, specie per quanto riguarda lo sviluppo di sport di base più accessibili, attraenti e diversificati, in particolare per i giovani;

INVITANO IL MOVIMENTO SPORTIVO A PRENDERE IN ESAME L’EVENTUALITÀ DI:

32.

suscitare, soprattutto nei giovani e nei loro genitori, la consapevolezza che le competenze acquisite nello sport e attraverso lo sport possono assumere un particolare valore utilizzabile in altri settori;

33.

investire in personale competente che utilizzi, nel suo lavoro, i metodi più aggiornati così da consentirgli di beneficiare pienamente dei valori aggiuntivi che lo sport è in grado di trasmettere, compresi quelli relativi all’acquisizione di competenze;

34.

sensibilizzare il personale nello sport riguardo agli effetti positivi delle competenze trasversali acquisite nelle attività sportive tramite l’apprendimento non formale e informale e al valore aggiunto complessivo degli sport di base sotto il profilo sociale ed economico;

35.

esaminare il potenziale di cooperazione e lo scambio di buone pratiche con le organizzazioni giovanili, in particolare per quanto riguarda l’applicazione di metodi e strumenti di apprendimento non formale al settore dello sport;

36.

scambiare migliori pratiche sul modo di promuovere e diversificare il movimento sportivo di base, nonché buone pratiche sullo sviluppo di nuovi tipi di sport di base, ad esempio sport non tradizionali.


(1)  Doc. 16559/14.

(2)  GU C 183 del 14.6.2014, pag. 12.

(3)  GU C 168 del 20.7.2006, pag. 1.

(4)  GU C 398 del 22.12.2012, pag. 1.

(5)  «Sport di base»: attività sportiva organizzata e praticata a livello locale da sportivi dilettanti, e sport per tutti. Fonte: regolamento (UE) n. 1288/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 50).

(6)  Varie agenzie e organizzazioni hanno classificato tali competenze in modo diverso, da «competenze chiave» a «competenze soft», «competenze trasferibili» o «competenze essenziali», «competenze professionali fondamentali» o «competenze fondamentali per l’occupabilità». Secondo il glossario della rete europea per le politiche di orientamento permanente, le competenze trasversali hanno rilevanza per impieghi o professioni diversi da quelli che si stanno esercitando in un determinato momento o si sono esercitati di recente. Tali competenze possono inoltre essere state acquisite tramite attività ricreative o non lavorative o la partecipazione ad attività di studio o formazione. Più in generale, si tratta di competenze acquisite in un dato contesto o per fronteggiare una specifica situazione o problema e che possono essere trasferite in un altro contesto.

(7)  COM(2012) 669 final.

(8)  Definizione: «apprendimento non formale» è un apprendimento che avviene attraverso attività pianificate (in termini di obiettivi di apprendimento e tempo necessario), affiancate da una qualche forma di sostegno all’apprendimento (ad esempio rapporto studente insegnante), ma che non rientra nel sistema di istruzione e formazione formale. Fonte: GU L 347 del 20.12.2013, pag. 50

(9)  Definizione: «apprendimento informale» è un apprendimento derivante da attività quotidiane connesse al lavoro, alla famiglia o al tempo libero che non è organizzato o strutturato in termini di obiettivi, tempo necessario o sostegno all’apprendimento. Fonte: GU L 347 del 20.12.2013, pag. 50

(10)  Stando ai dati disponibili, in fatto di acquisizione di competenze al di fuori dell’istruzione formale, il 52 % degli europei reputa che sia possibile far proprie competenze che si possono utilizzare in seguito in altri settori (per esempio risoluzione di problemi, lavorare assieme ad altri ecc.). Fonte: Speciale Eurobarometro 417 (2014) «Spazio europeo delle abilità e delle qualifiche», pag. 12.

(11)  Oltre 5 milioni di giovani (di età inferiore a 25 anni) erano disoccupati nell’UE a 28 nel secondo trimestre 2014. Questo dato corrisponde a un tasso di disoccupazione del 21,7 %, mentre il tasso NEET (giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione) era pari al 13 %. Fonte: Eurostat

(12)  Nuove forme emergenti di sport attraenti per i giovani, per esempio, calcio di strada, ginnastica urbana e parkour, skateboard e longboard, stunt blading, pallacanestro di strada e danza di strada/urbana.


ALLEGATO

CONTESTO POLITICO IN CUI SI ISCRIVE LA MATERIA

1.

Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente (1), secondo cui la competenza sociale è collegata al benessere personale e sociale che richiede la consapevolezza di ciò che gli individui devono fare per conseguire una salute fisica e mentale ottimali, intese anche quali risorse per se stessi, per la propria famiglia e per l’ambiente sociale immediato di appartenenza e la conoscenza del modo in cui uno stile di vita sano vi può contribuire. Per un’efficace partecipazione sociale e interpersonale è essenziale comprendere i codici di comportamento e le maniere generalmente accettati in diversi ambienti e società (ad esempio sul lavoro). La base comune di questa competenza comprende la capacità di comunicare in modo costruttivo in ambienti diversi, di mostrare tolleranza, di esprimere e di comprendere diversi punti di vista, di negoziare con la capacità di creare fiducia e di essere in consonanza con gli altri. Le persone dovrebbero essere in grado di venire a capo di stress e frustrazioni e di esprimere questi ultimi in modo costruttivo e dovrebbero anche distinguere tra la sfera personale e quella professionale.

2.

Linee guida europee per la convalida dell’apprendimento non formale e informale (2), in cui si rileva quanto la convalida dell’apprendimento non formale e informale sia sempre più considerata un modo per migliorare l’apprendimento permanente e lungo tutto l’arco della vita. Sempre più paesi europei mettono in luce l’importanza di rendere visibile e valorizzare l’apprendimento che avviene al di fuori degli istituti di istruzione e formazione formali, ad esempio sul luogo di lavoro, nel tempo libero e a casa.

3.

Conclusioni del Consiglio del 18 novembre 2010 sul ruolo dello sport quale fonte e motore dell’inclusione sociale attiva (3), in cui si rileva che l’accesso e la partecipazione ai vari aspetti dello sport sono importanti per lo sviluppo della persona, il suo senso di identità e di appartenenza, il benessere fisico e mentale, la responsabilizzazione, le competenze e le reti sociali, la comunicazione interculturale e l’occupabilità.

4.

Conclusioni del Consiglio del 29 novembre 2011 sul ruolo delle attività di volontariato nello sport per promuovere la cittadinanza attiva (4), in cui si sottolinea la necessità di promuovere le attività di volontariato nello sport come strumento importante per l’incremento delle competenze e delle capacità, anche come forma di apprendimento non formale e informale.

5.

Conclusioni del Consiglio del 15 febbraio 2013 su Investire nell’istruzione e nella formazione – una risposta a «Ripensare l’istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici» e Analisi annuale della crescita per il 2013 (5), in cui si invitano gli Stati membri a introdurre misure atte a sviluppare abilità e competenze trasversali, descritte nella raccomandazione del 2006 relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente.

6.

Conclusioni del Consiglio del 26 novembre 2013 sul contributo dello sport all’economia dell’UE e in particolare alle questioni della disoccupazione giovanile e dell’inclusione sociale (6), in cui si riconosce che attraverso l’impegno nello sport i giovani acquisiscono specifiche capacità e competenze personali e professionali che migliorano l’occupabilità. In ciò rientrano il miglioramento delle capacità di apprendimento, le competenze sociali e civiche, le capacità di leadership, la comunicazione, il lavoro di squadra, la disciplina, la creatività, l’imprenditorialità.


(1)  GU L 394 del 30.12.2006, pag. 10.

(2)  Linee guida europee per la convalida dell’apprendimento non formale e informale, Cedefop (2009).

(3)  GU C 326 del 3.12.2010, pag. 5.

(4)  GU C 372 del 20.12.2011, pag. 24.

(5)  GU C 64 del 5.3.2013, pag. 5.

(6)  GU C 32 del 4.2.2014, pag. 2.


27.5.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 172/13


Conclusioni del Consiglio in merito agli scambi culturali e creativi per stimolare l’innovazione, la sostenibilità economica e l’inclusione sociale

(2015/C 172/04)

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

RICONOSCENDO CHE:

1.

i settori culturali e creativi sono fonte di valore culturale ed economico. Negli ultimi anni ci si è adoperati per far sì che i settori culturali e creativi diventassero parte integrante della società e dell’economia europee nonché fonte di crescita, posti di lavoro e prosperità. Tuttavia il loro più ampio contributo non è ancora stato pienamente riconosciuto, in particolare relativamente al potenziale della cultura e della creatività artistica di favorire l’innovazione in altri settori dell’economia, nella società nel suo complesso e per il benessere degli individui;

2.

gli scambi tra i settori culturali e creativi e altri settori possono essere intesi come un processo in cui le conoscenze e le capacità specifiche del settore culturale e di quello creativo sono combinate con quelle di altri settori al fine di generare soluzioni innovative e intelligenti per affrontare le attuali sfide per la società;

3.

gli scambi culturali e creativi possono comportare benefici reciprochi per tutti i settori coinvolti se essi partecipano su un piano di parità;

CONSIDERA CHE:

4.

gli scambi culturali e creativi con altri settori possono comportare un’ampia gamma di benefici (1), tra cui:

il miglioramento dell’assistenza clienti, della soddisfazione del personale e dell’efficienza organizzativa nel settore imprenditoriale e nel settore pubblico con il coinvolgimento di progettisti, artisti e altri professionisti creativi nello sviluppo di soluzioni innovative e di facile utilizzo e la formazione di squadre multidisciplinari;

l’aumento della frequenza scolastica e dei risultati, promuovendo l’apprendimento creativo e il benessere degli studenti e incentivando l’impegno dei genitori grazie al coinvolgimento di artisti e professionisti creativi nelle attività scolastiche;

la riduzione delle spese mediche e dei tassi di ospedalizzazione grazie al miglioramento della prevenzione delle malattie e del processo di riabilitazione dei pazienti per mezzo di pratiche artistiche e creative;

la riqualificazione di aree industriali e spazi urbani e la promozione del turismo grazie all’integrazione della cultura e della creatività nelle strategie locali e regionali di sviluppo a lungo termine;

l’aumento tra i consumatori e le industrie manifatturiere di comportamenti rispettosi dell’ambiente e la riduzione dei consumi energetici e dell’uso delle risorse grazie al coinvolgimento di progettisti, artisti e altri professionisti creativi nel riciclaggio e nella valorizzazione di materiali di rifiuto per creare prodotti nuovi, innovativi e funzionali aventi un valore aggiunto;

il miglioramento dell’inclusione sociale e della vita sociale attraverso attività culturali e creative ed integrando l’architettura, le arti e la progettazione contemporanee negli spazi pubblici e negli edifici di valore culturale e storico;

RILEVANDO CHE:

5.

manca la consapevolezza in merito alla potenzialità del combinare arti, cultura e creatività con tecnologia, scienza e affari e lo scambio di buone pratiche è insufficiente. In particolare è ancora sottovalutato e quindi scarsamente sfruttato l’effetto catalizzatore della cultura e delle arti sull’innovazione in tutti i settori;

6.

gli scambi avvengono laddove settori diversi si intersecano. Tuttavia i settori e le politiche spesso sono ancora organizzati per compartimenti stagni, che limitano dunque la portata delle sinergie e ostacolano l’emergere di soluzioni innovative. Per superare questo modo di pensare compartimentalizzato e per promuovere gli scambi è necessario un approccio strategico globale che coinvolga tutti gli attori, dal livello locale a quello dell’UE;

7.

è necessario avere dati affidabili e comparabili sugli scambi culturali e creativi, che consentirebbero di individuarne e analizzarne il contributo all’economia globale e l’impatto sulla società nel suo insieme a tutti i livelli;

8.

lo sviluppo di competenze creative e del pensiero critico in tutti i cicli d’istruzione formale e di apprendimento non formale e informale permette agli individui di soddisfare meglio le necessità di una società sempre più eterogenea e basata sulla conoscenza oltre che di un mercato del lavoro esigente e in rapido cambiamento;

9.

il mercato unico digitale europeo dovrebbe incoraggiare la creazione e la circolazione di contenuti di qualità la cui ricchezza si fondi sulla diversità culturale e linguistica dell’Europa e fornisca un quadro equilibrato di diritti e doveri lungo la catena di valore;

10.

gli investimenti nei settori culturale e creativo sono spesso considerati rischiosi e volatili in quanto fondati su beni intangibili. Si ravvisa quindi la necessità di sviluppare strumenti finanziari innovativi specialmente mirati ai settori culturali e creativi, che ne rafforzino la capacità di partecipare a collaborazioni intersettoriali, anche a livello internazionale;

INVITA GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE, NELL’AMBITO DEI RISPETTIVI SETTORI DI COMPETENZA E NEL RISPETTO DEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ, A:

11.

sensibilizzare tutti i soggetti interessati, in particolare i responsabili politici, i professionisti creativi, le industrie, le imprese e gli investitori, in merito al valore culturale, economico e sociale della creatività e dell’innovazione grazie alla cooperazione intersettoriale. A tal fine è importante incoraggiare un’ampia diffusione delle informazioni in materia di buone pratiche, risultati e insegnamenti tratti nella collaborazione intersettoriale, oltre che la creazione di reti di contatto tra esperti e l’apprendimento tra pari;

12.

superare il modo di pensare a compartimenti stagni nei settori di intervento tradizionali grazie a una migliore integrazione di cultura e creatività artistica nelle strategie finalizzate alla crescita economica, alle politiche sociali, allo sviluppo urbano e regionale e allo sviluppo sostenibile;

13.

continuare a delineare il quadro delle politiche e tendenze esistenti in materia di scambi culturali e creativi e a migliorare la raccolta dei dati al fine di rafforzare processi decisionali basati su dati concreti. Ciò comporta lo sviluppo di nuove metodologie per misurare gli scambi culturali e creativi con altre industrie al fine di individuarne meglio il contributo innovativo e comprenderne l’impatto più ampio;

14.

promuovere ecosistemi creativi e ambienti multidisciplinari per i settori culturali e creativi attraverso strutture quali centri di innovazione e impresa, acceleratori di start-up, incubatori, poli creativi, spazi di lavoro in comune e programmi finalizzati alla creazione di reti;

15.

promuovere cluster e reti culturali e creativi intersettoriali a livello nazionale, europeo e internazionale per stimolare le esportazioni culturali e creative e facilitare l’accesso a nuovi mercati;

16.

incoraggiare l’uso di innovazioni non tecnologiche, sociali e dei servizi nelle industrie tradizionali grazie, per esempio, all’introduzione in tali industrie di un approccio incentrato sul pensiero progettuale (2) e la creatività basata sulla cultura;

17.

incoraggiare i settori culturali e creativi a trarre beneficio dalle opportunità del futuro mercato unico digitale;

INVITA GLI STATI MEMBRI, NEL RISPETTO DEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ, A:

18.

incoraggiare gli scambi culturali e creativi a livello locale e regionale, se possibile sulla base di iniziative esistenti, in stretta collaborazione con operatori locali, ONG, organizzazioni e imprese. Si potrebbe considerare anche la creazione di cluster multidisciplinari con la partecipazione attiva di autorità locali e regionali;

19.

sostenere iniziative che incoraggino le attività comuni di difesa di interessi nei settori culturali e creativi al fine di superare la compartimentazione settoriale e di sviluppare approcci strategici globali;

20.

incoraggiare il ricorso all’approccio incentrato sul pensiero progettuale nel settore pubblico laddove si sia alle prese con questioni complesse e si sviluppino servizi incentrati sugli utenti ed efficienti (3);

21.

promuovere condizioni favorevoli per i settori culturali e creativi al fine di svilupparne ulteriormente il potenziale nel contesto dei partenariati intersettoriali, prendendo anche in considerazione le raccomandazioni dell’Alleanza europea delle industrie creative (4), tramite misure appropriate, tra cui:

strumenti finanziari innovativi rispondenti alle necessità e specificità dei settori, quali sistemi di voucher per l’innovazione creativa (5), finanziamenti di avviamento (6), finanziamenti collettivi, meccanismi di garanzia dei prestiti, fondi di capitale di rischio (come gli investitori informali e il capitale di rischio) e contributi rimborsabili (7), al fine di diversificare il sostegno finanziario ai settori culturali e creativi. Potrebbero essere presi in considerazione anche progetti pilota che promuovano la sperimentazione e l’assunzione di rischi come mezzo per dare impulso all’innovazione;

piattaforme di scambio e formazioni per gli investitori al fine di sensibilizzarli sul potenziale dei settori culturali e creativi e per i professionisti che lavorano in tali settori onde svilupparne le competenze manageriali e imprenditoriali;

22.

promuovere lo sviluppo di competenze trasversali quali la creatività, la consapevolezza culturale e lo spirito imprenditoriale nell’istruzione formale e nell’apprendimento non formale. Incoraggiare, ove opportuno, gli approcci intersettoriali tra aree diverse nell’ambito degli istituti di istruzione superiore, per esempio tramite programmi congiunti tra arti e cultura, scienza, ingegneria, tecnologia, affari e altri settori pertinenti;

INVITA LA COMMISSIONE A:

23.

sviluppare un approccio strategico globale per stimolare la competitività e lo sviluppo delle industrie culturali e creative sottolineandone al contempo il ruolo nel processo complessivo di innovazione in tutti i settori;

24.

organizzare meglio e divulgare le informazioni in merito ai programmi e ai fondi esistenti a livello di UE per i settori culturali e creativi al fine di rafforzare gli scambi con altri settori strategici;

25.

prendere in considerazione l’uso dei finanziamenti esistenti disponibili nell’ambito di programmi dell’UE quali Orizzonte 2020, Meccanismo per collegare l’Europa, Erasmus+, COSME e Europa Creativa per progetti di scambio volti per esempio a:

sostenere squadre multidisciplinari di artisti, ricercatori e tecnologi;

sostenere meglio l’innovazione non tecnologica, sociale e dei servizi;

sviluppare capacità trasversali, quali il pensiero critico e lo spirito d’iniziativa;

sostenere la pratica artistica nello sviluppo urbano nel quadro di città intelligenti e creative;

promuovere un approccio incentrato sugli utenti nel modernizzare i servizi pubblici, ad esempio mediante l’applicazione del pensiero progettuale;

e proseguire senza indugio con le azioni preparatorie necessarie a lanciare lo strumento di garanzia per i settori culturali e creativi (8) nel 2016;

26.

proseguire i lavori avviati dai suoi servizi quali Eurostat e il Centro comune di ricerca al fine di generare informazioni e dati in merito al contributo degli scambi culturali e creativi ad altri settori economici e strategici, oltre che alla crescita in generale.

CONVIENE DI

27.

fare il punto in merito a queste conclusioni nel 2018. Questa valutazione ha lo scopo di fare il punto sui progressi compiuti dagli Stati membri e dalla Commissione quanto al seguito delle conclusioni (9). Gli Stati membri dovrebbero essere consultati in merito alla forma e alla portata dell’esercizio, che dovrebbe essere snello e proficuo.


(1)  Sulla base della guida alle politiche in materia di promozione dei partenariati creativi, preparata dal gruppo di lavoro istituito nel quadro del metodo di coordinamento aperto (2014), http://ec.europa.eu/culture/library/reports/creative-partnerships_en.pdf

(2)  Il pensiero progettuale può essere descritto come una forma di pensiero orientato all’elaborazione di soluzioni, che si prefigge un obiettivo (una situazione futura migliore) piuttosto che tentare di risolvere un problema specifico. Esso prevede un approccio globale e creativo che può essere applicato per risolvere un’ampia gamma di situazioni, in particolare quelle complesse o impreviste.

(3)  Sulla base del documento di lavoro dei servizi della Commissione «Attuazione di un piano d’azione per l’innovazione basata sul design» [SWD (2013) 380 final].

(4)  L’Alleanza europea delle industrie creative (ECIA) è un’iniziativa politica integrata avviata dalla Commissione e attiva dal 2012 al 2014. Il suo obiettivo era la verifica e revisione di nuovi strumenti politici innovativi per le industrie creative e l’elaborazione di raccomandazioni concrete.

(5)  I sistemi di voucher per l’innovazione creativa sono crediti di piccola entità forniti dai governi alle piccole e medie imprese affinché queste acquistino servizi che introducano innovazioni (prodotti, servizi o processi nuovi) nelle loro attività commerciali (raccomandazioni ECIA).

(6)  Il capitale di avviamento mira a sostenere le imprese nella transizione dalla fase dell’idea o del prototipo ai primi ricavi commerciali. Si concentra sulle primissime fasi di giovani imprese innovative in cui i rischi sono elevati.

(7)  I contributi rimborsabili sono un nuovo strumento finanziato dalle autorità pubbliche. Un progetto selezionato riceve contemporaneamente un doppio finanziamento che consiste in un prestito a costo zero e in un «contributo rimborsabile» che sarà restituito completamente o parzialmente dall’impresa beneficiaria sulla base dei risultati conseguiti dall’impresa durante il periodo di utilizzo (raccomandazione ECIA).

(8)  Lo strumento di garanzia per i settori culturale e creativo è uno strumento finanziario istituito dal programma Europa Creativa (2014-2020). Il suo obiettivo è quello di facilitare l’accesso ai finanziamenti per le microimprese, le piccole e medie imprese e le organizzazioni operanti nei settori culturali e creativi;

(9)  Esempi precedenti includono la valutazione delle conclusioni del Consiglio del 2012 sulla governance culturale, effettuata nel 2015.


27.5.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 172/17


Conclusioni del Consiglio sul ruolo dell’educazione della prima infanzia e dell’istruzione primaria nella promozione della creatività, dell’innovazione e della competenza digitale

(2015/C 172/05)

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

NEL CONTESTO DEGLI SFORZI DELL’UNIONE PER COSTRUIRE UN’ECONOMIA DIGITALE (1),

VISTO QUANTO SEGUE:

1.

La raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente, che definisce le conoscenze, abilità e attitudini necessarie per sviluppare la competenza digitale (2) quale una delle competenze chiave di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione (3) e che evidenzia il ruolo determinante svolto dall’istruzione e dalla formazione nell’assicurare che tutti i giovani abbiano la possibilità di sviluppare e migliorare tale competenza.

2.

Le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 22 maggio 2008, sulla promozione della creatività e dell’innovazione attraverso l’istruzione e la formazione, che hanno evidenziato in particolare il ruolo fondamentale svolto dagli insegnanti e dall’ambiente di apprendimento nel favorire e sostenere le potenzialità creative di ciascun bambino (4).

3.

Le conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione (5), che hanno fissato quale uno dei quattro obiettivi strategici del quadro incoraggiare la creatività e l’innovazione a tutti i livelli dell’istruzione e della formazione e hanno individuato quale sfida essenziale al riguardo l’acquisizione di competenze trasversali fondamentali in particolare la competenza digitale.

4.

Le conclusioni del Consiglio del 27 novembre 2009 relative all’alfabetizzazione mediatica nell’ambiente digitale, che hanno sottolineato la necessità di promuovere non soltanto un maggiore accesso alle nuove tecnologie, ma anche l’uso responsabile delle stesse (6).

5.

Le conclusioni del Consiglio del 20 maggio 2011 sull’educazione e la cura della prima infanzia (7), che hanno riconosciuto che l’elevata qualità dell’educazione e della cura della prima infanzia integra il ruolo centrale della famiglia e pone le fondamenta essenziali per l’apprendimento linguistico, il buon esito dell’apprendimento permanente, l’integrazione sociale, lo sviluppo personale e l’occupabilità, favorendo l’acquisizione di competenze cognitive e non cognitive.

6.

Le conclusioni del Consiglio del 29 novembre 2011 in materia di competenze culturali e creative e loro ruolo nella costituzione del capitale intellettuale europeo (8), che hanno riconosciuto tali competenze quali fonti di crescita sostenibile ed inclusiva in Europa, segnatamente attraverso lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi.

7.

Le conclusioni del Consiglio del 29 novembre 2011 sulla tutela dei minori nel mondo digitale (9), che hanno sottolineato l’importanza della sensibilizzazione dei minori riguardo ai potenziali rischi incontrati nel mondo digitale e hanno chiesto coerenza nel promuovere la sicurezza in linea e l’alfabetizzazione mediatica nelle scuole come negli istituti di educazione e cura della prima infanzia.

8.

Le conclusioni del Consiglio, del 26 novembre 2012, sull’alfabetizzazione, che hanno evidenziato che i sistemi dell’istruzione non hanno sfruttato appieno l’impatto delle nuove tecnologie sull’alfabetizzazione e che la revisione dei materiali e dei metodi di apprendimento alla luce della crescente digitalizzazione e il sostegno ai docenti nell’uso di nuove pedagogie possono rafforzare la motivazione dei discenti (10).

9.

Le conclusioni del Consiglio, del 26 novembre 2012, sulla strategia europea per un’Internet migliore per i ragazzi (11), che hanno evidenziato l’importante ruolo svolto dal settore dell’istruzione, come pure dai genitori, nell’aiutare i ragazzi a utilizzare le opportunità offerte da Internet in modo sicuro e proficuo, nonché la necessità per gli insegnati ed i genitori di tenersi al passo con i cambiamenti tecnologici in costante evoluzione.

10.

Le conclusioni del Consiglio del 20 maggio 2014 su un’efficace formazione degli insegnanti, che hanno sottolineato l’importanza per gli insegnanti di acquisire essi stessi una sufficiente comprensione degli strumenti di apprendimento digitali e delle risorse educative aperte al fine di utilizzarle efficacemente nell’insegnamento e permettere ai discenti di sviluppare la loro competenza digitale (12).

E ALLA LUCE DI ALTRI ELEMENTI DI BASE, RIPORTATI NELL’ALLEGATO DELLE PRESENTI CONCLUSIONI,

RICONOSCE CHE:

1.

Promuovere la creatività, l’innovazione e la competenza digitale mediante l’istruzione nei primi anni di vita (13) può produrre benefici più tardi, ponendo le basi per l’ulteriore apprendimento, consentendo alla conoscenza di svilupparsi a un livello molto più elevato e migliorando in generale la capacità di ciascun bambino di sviluppare capacità di riflessione critica e creativa e di diventare un cittadino responsabile dell’Europa di domani, in grado di far fronte alle sfide di un mondo sempre più interconnesso e globalizzato.

2.

La capacità di innovare e di sviluppare nuovi prodotti e servizi si basa in larga misura sullo sfruttamento dei benefici della rivoluzione digitale che sta trasformando le economie e le società a una velocità sorprendente, nel senso che nei prossimi decenni il successo economico dipenderà, tra l’altro, dai cittadini dotati di capacità creative e innovative ed in possesso di una competenza digitale di alto livello.

3.

Al fine di soddisfare la crescente domanda di utenti competenti a livello digitale e di professionisti delle TIC, l’Europa deve rispondere alla sfida di fornire ad ogni cittadino le opportunità per liberare il suo potenziale creativo od innovativo e svilupparne la competenza digitale attraverso l’apprendimento permanente.

CONVIENE PERTANTO CHE:

per quanto concerne la creatività e l’innovazione:

1.

I sistemi di istruzione e di formazione, unitamente all’apprendimento non formale ed informale, hanno un ruolo fondamentale da svolgere nello sviluppo di capacità creative e innovative sin dall’infanzia in quanto fattori essenziali non soltanto per il potenziamento della competitività economica e dell’occupabilità future ma, aspetto non meno importante, per la promozione della realizzazione e dello sviluppo personali, dell’inclusione sociale e della cittadinanza attiva;

2.

Gli insegnanti e i professionisti dell’educazione e della cura della prima infanzia svolgono un ruolo fondamentale nello stimolare la curiosità, l’immaginazione e la volontà dei bambini di sperimentare e nell’aiutarli a sviluppare non soltanto le competenze di base e le conoscenze specifiche, ma anche le competenze trasversali necessarie alla creatività e all’innovazione, come il pensiero critico, la capacità di risolvere i problemi e lo spirito d’iniziativa;

3.

L’apprendimento attraverso il gioco, che può includere giochi e strumenti digitali con valore pedagogico, non solo favorisce l’immaginazione, l’intuizione e una mente indagatrice, ma anche la capacità di cooperare e risolvere problemi ed è pertanto importante per lo sviluppo e l’apprendimento di ciascun bambino, soprattutto nell’infanzia;

4.

Tutto ciò ha implicazioni importanti in termini di modernizzazione di approcci pedagogici, risorse didattiche e ambiente di apprendimento, nonché in termini di formazione iniziale e sviluppo professionale continuo degli insegnanti e dei professionisti dell’educazione e della cura della prima infanzia, che devono fare in modo di essere in grado di alimentare la creatività e l’innovazione nei bambini, esemplificando questi aspetti nel loro insegnamento;

e per quanto concerne la competenza digitale:

5.

Mentre gli strumenti digitali non possono essere utilizzati per sostituire attività in classe, esperienze e materiali essenziali, la fornitura di tali strumenti e la loro integrazione nei processi di insegnamento e apprendimento, ove opportuno, possono contribuire a migliorare la qualità e l’efficacia di questi ultimi, nonché ad accrescere la motivazione, la comprensione e i risultati dell’apprendimento dei discenti;

6.

Lo sviluppo della competenza digitale in maniera efficace e consona all’età nell’educazione e nella cura della prima infanzia e nell’istruzione primaria ha implicazioni importanti in termini di approcci pedagogici, valutazione, risorse pedagogiche e ambienti di apprendimento, nonché in termini di aiuto a ridurre il divario digitale;

7.

In modo altrettanto importante, questo ha implicazioni per la formazione iniziale e lo sviluppo professionale continuo sia degli insegnanti che dei professionisti dell’educazione e della cura della prima infanzia, al fine di garantire che essi sviluppino la capacità, la metodologia e le competenze di promuovere l’uso efficace e responsabile delle nuove tecnologie a fini pedagogici e di sostenere i bambini nello sviluppo della competenza digitale;

8.

In un mondo in cui molti bambini tendono ad essere piuttosto a loro agio con i mezzi di comunicazione digitali, anche l’istruzione e la formazione hanno un ruolo importante da svolgere nella promozione di un uso sicuro e responsabile degli strumenti digitali e nello sviluppo dell’alfabetizzazione mediatica, vale a dire la capacità non soltanto di accedere a contenuti creati dalla tecnologia digitale, ma — cosa più importante — di interpretare, usare, condividere, creare e valutare criticamente tali contenuti.

INVITA GLI STATI MEMBRI, TENENDO DEBITAMENTE CONTO DEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ E DELL’AUTONOMIA ISTITUZIONALE,

per quanto concerne la creatività e l’innovazione a:

1.

Incoraggiare gli istituti di formazione degli insegnanti, gli istituti di formazione dei professionisti dell’educazione e della cura della prima infanzia e i prestatori di formazione sul lavoro ad adattare i propri programmi al fine di tener conto di nuovi strumenti di apprendimento e sviluppare adeguate soluzioni pedagogiche volte a promuovere la creatività e l’innovazione a partire dall’infanzia;

2.

Incoraggiare gli erogatori di istruzione o le autorità competenti, a seconda dei casi, a dotare le scuole e i servizi di educazione e di cura per la prima infanzia in misura adeguata al fine di favorire lo sviluppo di capacità creative e innovative;

3.

Incoraggiare gli erogatori di programmi di sviluppo professionale iniziale e continuo sia per gli insegnanti che per i professionisti dell’educazione e della cura della prima infanzia a accordare la dovuta importanza a metodi efficaci per promuovere la curiosità e la sperimentazione, per stimolare il pensiero creativo e critico, ad esempio attraverso l’arte, la musica e il teatro, e per esplorare il potenziale dei partenariati creativi;

4.

Promuovere lo sviluppo di attività di apprendimento formale, non formale e informale per i bambini, volte a promuovere la creatività e l’innovazione, riconoscendo nel contempo anche l’importante ruolo dei genitori e delle famiglie;

e, per quanto concerne la competenza digitale, a:

5.

Facilitare l’accesso alle TIC e la loro promozione e lo sviluppo della competenza digitale tramite un’esposizione agli strumenti digitali e un’integrazione degli stessi, consone all’età nell’intero corso dell’educazione per la prima infanzia e dell’istruzione primaria, riconoscendo nel contempo l’importante ruolo dei genitori e delle famiglie, nonché le diverse esigenze di apprendimento delle diverse età;

6.

Incoraggiare lo sviluppo e l’uso di strumenti digitali a fini didattici e di approcci pedagogici che possano contribuire al miglioramento delle competenze in tutti i settori, comprese in particolare l’alfabetizzazione, la competenza matematica funzionale, la matematica, le scienze, la tecnologia e le lingue straniere — al fine di affrontare alcune delle sfide evidenziate da recenti indagini internazionali (14);

7.

Incoraggiare gli erogatori di istruzione o le autorità competenti, a seconda dei casi, a dotare le scuole e gli istituti che forniscono l’educazione della prima infanzia in misura adeguata al fine di promuovere uno sviluppo della competenza digitale consono all’età, in particolare ampliando la fornitura di vari strumenti e infrastrutture digitali;

8.

Incoraggiare i formatori degli insegnanti e del personale dell’educazione e della cura della prima infanzia, gli insegnanti, i professionisti dell’educazione e della cura della prima infanzia e i dirigenti scolastici, attraverso lo sviluppo professionale iniziale e continuo, a sviluppare essi stessi un sufficiente livello di competenza digitale, compresa la capacità di utilizzare le TIC a fini didattici, nonché a sviluppare metodi efficaci per la promozione dell’alfabetizzazione mediatica sin dall’infanzia;

9.

Esplorare le potenzialità degli strumenti digitali a sostegno dell’apprendimento in contesti diversi e fornire approcci più personalizzati all’apprendimento, che possono comprendere un’ampia gamma di capacità — dalle persone di grande talento a quelle scarsamente qualificate, nonché per i bambini provenienti da contesti svantaggiati o con bisogni specifici;

10.

Promuovere la comunicazione e la collaborazione tra scuole e tra insegnanti a livello regionale, nazionale, europeo e a livello internazionale, anche mediante il gemellaggio elettronico;

11.

Esplorare il potenziale di cooperazione con la comunità open source sugli strumenti educativi innovativi e la creatività digitale;

12.

Compiere sforzi volti a promuovere l’educazione ai media e l’alfabetizzazione mediatica, in particolare l’uso sicuro e responsabile delle tecnologie digitali nell’educazione della prima infanzia e nell’istruzione primaria.

INVITA GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE A:

1.

Adottare le opportune misure e iniziative finalizzate a promuovere la creatività, l’innovazione e le competenze digitali nell’educazione della prima infanzia e nell’istruzione primaria, utilizzando efficacemente le risorse europee, quali il programma Erasmus+ e i fondi strutturali e di investimento europei a sostegno di tali misure e iniziative.

2.

Promuovere e sviluppare la cooperazione, lo scambio di buone prassi e l’apprendimento reciproco in materia di promozione della creatività, dell’innovazione e delle competenze digitali nell’educazione della prima infanzia e nell’istruzione primaria, nonché mediante l’apprendimento non formale e informale.

3.

Identificare, attraverso la ricerca, esempi dei metodi e delle pratiche più efficaci per gli insegnanti ed i professionisti dell’educazione e della cura della prima infanzia in ogni fase dell’educazione e della cura della prima infanzia e dell’istruzione primaria per aiutare i bambini a sviluppare capacità creative e innovative, nonché la competenza digitale. In tale contesto, valutare l’attuazione dei principi chiave del quadro di qualità per l’educazione e la cura della prima infanzia, se del caso.

E INVITA LA COMMISSIONE A:

1.

Proseguire i lavori in corso dei gruppi di lavoro «ET 2020» sulle competenze trasversali e sull’apprendimento digitale e online per promuovere la creatività, l’innovazione e la competenza digitale, se del caso, sin dall’infanzia.

2.

Promuovere la cooperazione e l’apprendimento reciproco a livello europeo, sia nell’ambito del quadro strategico «ET 2020» che attraverso il programma Erasmus+.

3.

Continuare il monitoraggio dei settori contemplati dalle presenti conclusioni nell’ambito di applicazione degli strumenti e delle relazioni esistenti ed evitando qualsiasi onere amministrativo supplementare.


(1)  Conclusioni del Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre 2013 (EUCO 169/13, sezione I, in particolare i punti da 1 a 12).

(2)  «La competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da competenze di base nelle TIC: l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet.» ecc.

(3)  GU L 394 del 30.12.2006, pag. 10.

(4)  GU C 141 del 7.6.2008, pag. 17.

(5)  GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.

(6)  Doc. 15441/09.

(7)  GU C 175 del 15.6.2011, pag. 8.

(8)  GU C 372 del 20.12.2011, pag. 19.

(9)  GU C 372 del 20.12.2011, pag. 15.

(10)  GU C 393 del 19.12.2012, pag. 1.

(11)  GU C 393 del 19.12.2012, pag. 11.

(12)  GU C 183 del 14.6.2014, pag. 22.

(13)  I periodi di istruzione di cui alle presenti conclusioni corrispondono in linea di massima a:

livello ISCED 0.2 (istruzione pre-primaria): «Istruzione mirata a sostenere lo sviluppo iniziale in preparazione della partecipazione alla scuola e alla società. Programmi mirati a bambini a partire dai 3 anni fino all’inizio dell’istruzione primaria.»

livello ISCED 1 (istruzione primaria): «Programmi tipicamente mirati a fornire agli studenti le competenze di base nella lettura, scrittura e matematica e a stabilire una base solida per l’apprendimento.»

(14)  I risultati dell’indagine PISA 2012 (test di lettura, matematica e scienze su studenti quindicenni), rivelano progressi verso il parametro di riferimento del 2020 con al massimo un 15 % di risultati insufficienti nelle competenze di base, sebbene l’UE nel suo insieme sia notevolmente in ritardo nel settore della matematica. Sono raccomandati sforzi costanti in tutti i settori, in particolare per quanto riguarda gli studenti di status socioeconomico basso. I risultati della prima indagine europea sulle competenze linguistiche (2012) mostrano un livello globalmente basso di competenze sia nella prima che nella seconda lingua straniera testate, sebbene vi siano differenze tra gli Stati membri.


ALLEGATO

Altri elementi di base

1.

La relazione finale del gruppo ad alto livello di esperti in materia di alfabetizzazione dell’UE, settembre 2012 (1).

2.

La comunicazione della Commissione del 25 settembre 2013 intitolata «Aprire l’istruzione: tecniche innovative di insegnamento e di apprendimento per tutti grazie alle nuove tecnologie e alle risorse didattiche aperte (2)».

3.

La pubblicazione della Commissione europea del 2013: «Comenius — Examples of good practices (3)».

4.

La pubblicazione della Commissione europea, di European Schoolnet e dell’Università di Liegi del 2013: «Survey of Schools - ICT in Education (4)».

5.

La pubblicazione dell’OCSE del 2013: «Innovative Learning Environments (5)».

6.

La conferenza europea ad alto livello sull’istruzione nell’era digitale, tenutasi a Bruxelles l’11 dicembre 2014.

7.

La relazione del 2014 del gruppo di lavoro tematico sull’educazione e la cura della prima infanzia su una «Proposta di principi fondamentali di un quadro di qualità per l’educazione e la cura della prima infanzia (6)».


(1)  Cfr. http://ec.europa.eu/education/policy/school/doc/literacy-report_en.pdf

(2)  Doc. 14116/13 + ADD 1.

(3)  Cfr. http://ec.europa.eu/education/library/publications/2013/comenius_en.pdf

(4)  Cfr. https://ec.europa.eu/digital-agenda/sites/digital-agenda/files/KK-31-13-401-EN-N.pdf

(5)  Cfr. http://www.oecd-ilibrary.org/education/innovative-learning-environments_9789264203488-en

(6)  Cfr. http://ec.europa.eu/education/policy/strategic-framework/archive/documents/ecec-quality-framework_en.pdf


27.5.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 172/22


Avviso all’attenzione delle persone ed entità soggette alle misure restrittive previste dalla decisione 2011/137/PESC del Consiglio e dal regolamento (UE) n. 204/2011 del Consiglio, concernenti misure restrittive in considerazione della situazione in Libia

(2015/C 172/06)

Le seguenti informazioni sono portate all’attenzione delle persone ed entità attualmente designate negli allegati II e IV della decisione 2011/137/PESC del Consiglio (1) e nell’allegato III del regolamento (UE) n. 204/2011 del Consiglio (2), concernenti misure restrittive in considerazione della situazione in Libia.

Il Consiglio intende modificare le motivazioni per le seguenti persone ed entità: sig. ABDUSSALAM Abdussalam Mohammed, sig. ABU SHAARIYA, sig. ASHKAL Omar, dr. AL-BAGHDADI Abdulqader Mohammed, sig. DIBRI Abdulqader Yusef, sig. QADHAF AL-DAM Sayyid Mohammed, Generale TOHAMI Khaled, sig. FARKASH Mohammed Boucharaya, sig. EL-KASSIM ZOUAI Mohamed Abou, sig. AL-MAHMOUDI Baghdadi, sig. HIJAZI Mohamad Mahmoud, sig. AL-GAOUD Abdelmajid, sig. AL-CHARIF Ibrahim Zarroug, sig. FAKHIRI Abdelkebir Mohamad, sig. MANSOUR Abdallah, sig. AL QADHAFI Quren Salih Quren, sig. Colonello AL KUNI Amid Husain e sig. Taher Juwadi, Fondazione Waatassimou, Corpo delle guardie rivoluzionarie, Al-Inma Holding Co. for Services Investments, Al-Inma Holding Co. For Industrial Investments e Al-Inma Holding Co. for Construction and Real Estate Developments [elencati, rispettivamente, come nn. 2, 3, 5, 6, 7, 9, 12, 13, 15, 16, 17, 20, 21, 22, 24, 25, 26, 27, 5, 7, 18, 19 e 22 negli allegati II e IV della decisione 2011/137/PESC del Consiglio e nell’allegato III del regolamento (UE) n. 204/2011 del Consiglio].

Si informano gli interessati che possono inoltrare al Consiglio, prima del 10 giugno 2015, una richiesta per ottenere la prevista motivazione all’indirizzo seguente:

Consiglio dell’Unione europea

Segretariato generale

DG C 1C

Rue de la Loi/Wetstraat 175

1048 Bruxelles/Brussel

BELGIQUE/BELGIË

E-mail: sanctions@consilium.europa.eu


(1)  GU L 58 del 3.3.2011, pag. 53.

(2)  GU L 58 del 3.3.2011, pag. 1.


Commissione europea

27.5.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 172/23


Tassi di cambio dell'euro (1)

25 maggio 2015

(2015/C 172/07)

1 euro =


 

Moneta

Tasso di cambio

USD

dollari USA

1,0978

JPY

yen giapponesi

133,39

DKK

corone danesi

7,4552

GBP

sterline inglesi

0,71000

SEK

corone svedesi

9,2425

CHF

franchi svizzeri

1,0349

ISK

corone islandesi

 

NOK

corone norvegesi

8,3900

BGN

lev bulgari

1,9558

CZK

corone ceche

27,372

HUF

fiorini ungheresi

307,71

PLN

zloty polacchi

4,1075

RON

leu rumeni

4,4539

TRY

lire turche

2,8665

AUD

dollari australiani

1,4023

CAD

dollari canadesi

1,3496

HKD

dollari di Hong Kong

8,5100

NZD

dollari neozelandesi

1,5025

SGD

dollari di Singapore

1,4728

KRW

won sudcoreani

1 204,41

ZAR

rand sudafricani

13,1034

CNY

renminbi Yuan cinese

6,8098

HRK

kuna croata

7,5383

IDR

rupia indonesiana

14 471,40

MYR

ringgit malese

3,9668

PHP

peso filippino

48,958

RUB

rublo russo

54,8810

THB

baht thailandese

36,882

BRL

real brasiliano

3,4250

MXN

peso messicano

16,7662

INR

rupia indiana

69,7761


(1)  Fonte: tassi di cambio di riferimento pubblicati dalla Banca centrale europea.


27.5.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 172/24


Tassi di cambio dell'euro (1)

26 maggio 2015

(2015/C 172/08)

1 euro =


 

Moneta

Tasso di cambio

USD

dollari USA

1,0926

JPY

yen giapponesi

134,07

DKK

corone danesi

7,4549

GBP

sterline inglesi

0,70960

SEK

corone svedesi

9,1860

CHF

franchi svizzeri

1,0351

ISK

corone islandesi

 

NOK

corone norvegesi

8,3685

BGN

lev bulgari

1,9558

CZK

corone ceche

27,407

HUF

fiorini ungheresi

309,17

PLN

zloty polacchi

4,1391

RON

leu rumeni

4,4598

TRY

lire turche

2,8751

AUD

dollari australiani

1,4020

CAD

dollari canadesi

1,3520

HKD

dollari di Hong Kong

8,4706

NZD

dollari neozelandesi

1,4981

SGD

dollari di Singapore

1,4707

KRW

won sudcoreani

1 207,02

ZAR

rand sudafricani

13,1248

CNY

renminbi Yuan cinese

6,7785

HRK

kuna croata

7,5598

IDR

rupia indonesiana

14 436,20

MYR

ringgit malese

3,9642

PHP

peso filippino

48,790

RUB

rublo russo

55,0995

THB

baht thailandese

36,799

BRL

real brasiliano

3,4121

MXN

peso messicano

16,7097

INR

rupia indiana

69,8445


(1)  Fonte: tassi di cambio di riferimento pubblicati dalla Banca centrale europea.