ISSN 1977-0944

Gazzetta ufficiale

dell’Unione europea

C 151

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Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

57.° anno
19 maggio 2014


Numero d'informazione

Sommario

pagina

 

IV   Informazioni

 

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

 

Corte di giustizia delľUnione europea

2014/C 151/01

Ultima pubblicazione della Corte di giustizia dell’Unione europea nella Gazzetta ufficiale dell’Unione EuropeaGU C 142 del 12.5.2014

1

 

V   Avvisi

 

PROCEDIMENTI GIURISDIZIONALI

 

Corte di giustizia

2014/C 151/02

Causa C-314/12: Sentenza della Corte (Quarta Sezione) del 27 marzo (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dall’Oberster Gerichtshof — Austria) — UPC Telekabel Wien GmbH/Constantin Film Verleih GmbH, Wega Filmproduktionsgesellschaft GmbH (Rinvio pregiudiziale — Ravvicinamento delle legislazioni — Diritto d’autore e diritti connessi — Società dell’informazione — Direttiva 2001/29/CE — Sito Internet che mette opere cinematografiche a disposizione del pubblico senza il consenso dei titolari di un diritto connesso al diritto d’autore — Articolo 8, paragrafo 3 — Nozione di intermediari i cui servizi siano utilizzati da terzi per violare un diritto d’autore o un diritto connesso — Fornitore di accesso a Internet — Provvedimento nei confronti di un fornitore di accesso ad Internet che gli vieta di consentire ai suoi abbonati l’accesso a un sito Internet — Bilanciamento fra diritti fondamentali)

2

2014/C 151/03

Causa C-530/12 P: Sentenza della Corte (Prima Sezione) del 27 marzo 2014 — Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli)/National Lottery Commission (Impugnazione — Marchio comunitario — Regolamento (CE) n. 40/94 — Articolo 52, paragrafo 2, lettera c) — Domanda di nullità fondata su un diritto d’autore anteriore acquisito in forza della normativa nazionale — Applicazione della normativa nazionale da parte dell’UAMI — Ufficio di giudice dell’Unione)

3

2014/C 151/04

Causa C-565/12: Sentenza della Corte (Quarta Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunal d’instance d'Orléans — Francia) — LCL Le Crédit Lyonnais, SA/Fesih Kalhan (Tutela dei consumatori — Contratti di credito ai consumatori — Direttiva 2008/48/CE — Articoli 8 e 23 — Obbligo di verifica precontrattuale, da parte del creditore, della solvibilità del debitore — Disposizione nazionale che impone la consultazione di una banca dati — Decadenza dagli interessi convenzionali in caso di violazione di un siffatto obbligo — Carattere effettivo, proporzionato e dissuasivo della sanzione)

4

2014/C 151/05

Causa C-612/12 P: Sentenza della Corte (Quinta Sezione) del 27 marzo 2014 — Ballast Nedam NV/Commissione europea (Impugnazione — Concorrenza — Intese — Mercato olandese del bitume stradale — Fissazione del prezzo lordo del bitume stradale — Fissazione di uno sconto ai costruttori stradali — Regolamento (CE) n. 1/2003 — Articolo 27 — Diritti della difesa — Riduzione dell’ammenda)

4

2014/C 151/06

Causa C-17/13: Sentenza della Corte (Terza Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Consiglio di Stato) — Alpina River Cruises GmbH, Nicko Tours GmbH/Ministero delle infrastrutture e dei trasporti — Capitaneria di Porto di Chioggia (Trasporti marittimi — Regolamento (CEE) n. 3577/92 — Nozione di cabotaggio marittimo — Servizi di crociera — Crociera con attraversamento della laguna di Venezia, del mare territoriale italiano e del fiume Po — Partenza e arrivo nello stesso porto)

5

2014/C 151/07

Causa C-151/13: Sentenza della Corte (Sesta Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Cour administrative d'appel de Versailles — Francia) — Le Rayon d'Or SARL/Ministre de l'Économie et des Finances (Rinvio pregiudiziale — Fiscalità — IVA — Ambito di applicazione — Determinazione della base imponibile — Nozione di sovvenzione direttamente connessa al prezzo — Versamento di un forfait da parte della cassa nazionale di assicurazione malattia alle strutture residenziali per anziani non autosufficienti)

6

2014/C 151/08

Causa C-265/13: Sentenza della Corte (Seconda Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Juzgado de lo Social n. 2 de Terrassa — Spagna) — Emiliano Torralbo Marcos/Korota SA, Fondo de Garantía Salarial (Rinvio pregiudiziale — Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea — Articolo 47 — Diritto a un ricorso effettivo — Diritti di cancelleria e di iscrizione a ruolo in caso di proposizione di un appello in materia di diritto sociale — Attuazione del diritto dell’Unione — Insussistenza — Ambito di applicazione del diritto dell’Unione — Incompetenza della Corte)

7

2014/C 151/09

Causa C-300/13: Sentenza della Corte (Settima Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunal Superior de Justicia de la Comunidad Valenciana — Spagna) — Ayuntamiento de Benferri/Consejería de Infraestructuras y Transporte, Iberdrola Distribución Eléctrica SAU. (Domanda di pronuncia pregiudiziale — Direttiva 85/337/CEE — Valutazione dell’impatto ambientale di taluni progetti — Costruzione di talune linee aeree per il trasporto di energia elettrica — Ampliamento di una sottostazione elettrica — Mancata sottoposizione del progetto alla valutazione ambientale)

7

2014/C 151/10

Causa C-322/13: Sentenza della Corte (Seconda Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Landesgericht Bozen) — Ulrike Elfriede Grauel Rüffer/Katerina Pokorná (Cittadinanza dell’Unione — Principio di non discriminazione — Regime linguistico applicabile ai processi civili)

8

2014/C 151/11

Causa C-64/14 P: Impugnazione proposta il 7 febbraio 2014 da Sven A. von Storch e a. avverso l’ordinanza del Tribunale (Prima Sezione) del 10 dicembre 2013, causa T-492/12, Sven A. von Storch e a./Banca centrale europea

9

2014/C 151/12

Causa C-76/14: Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Curtea de Apel Brașov (Romania) il 12 febbraio 2014 — Mihai Manea/Instituția Prefectului — județul Brașov — Serviciul public comunitar regim permise de conducere și înmatriculare a vehiculelor

10

2014/C 151/13

Causa C-80/14: Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Court of Appeal (England & Wales) (Civil Division) (Regno Unito) il 14 febbraio 2014 — Union of Shop, Distributive and Allied Workers (USDAW), sig.ra B. Wilson v WW Realisation 1 Ltd (in liquidation), Ethel Austin Ltd, Secretary of State for Business, Innovation and Skills

10

2014/C 151/14

Causa C-85/14: Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal College van Beroep voor het Bedrijfsleven (Paesi Bassi) il 18 febbraio 2014 — KPN BV/Autoriteit Consument en Markt (ACM), altre parti: UPC Nederland BV e a.

11

2014/C 151/15

Causa C-90/14: Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dallo Juzgado de Primera Instancia de Miranda de Ebro (Spagna) il 24 febbraio 2014 — Banco Grupo Cajatres S.A./María Mercedes Manjón Pinilla y Comunidad Hereditaria formada al fallecimiento de D. Miguel Ángel Viana Gordejuela

12

2014/C 151/16

Causa C-93/14: Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Sección Tercera de la Audiencia Provincial de Navarra (Spagna) il 26 febbraio 2014 — Miguel Angel Zurbano Belaza, Antonia Artieda Soria/Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, S.A.

13

2014/C 151/17

Causa C-117/14: Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Juzgado de lo Social no 23 de Madrid (Spagna) l’11 marzo 2014 — Grima Janet Nisttauz Poclava/Jose María Ariza Toledano (Taberna del Marqués)

14

2014/C 151/18

Causa C-123/14: Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dall’Administrativen sad — Varna (Bulgaria) il 14 marzo 2014 — Itales OOD/Direktor na Direktsia Obzhalvane i danachno-osiguritelna praktika Varna pri Tsentralno Upravlenie na Natsionalnata Agentsia za Prihodite

14

2014/C 151/19

Causa C-129/14: Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dall’Oberlandesgericht Nürnberg (Germania) il 20 marzo 2014 — Procedimento penale a carico di Zoran Spasic

15

 

Tribunale

2014/C 151/20

Cause T-56/09 e T-73/09: Sentenza del Tribunale del 27 marzo 2014 — Saint-Gobain Glass France e a./Commissione [Concorrenza — Intese — Mercato europeo del vetro per automobili — Decisione che constata un’infrazione all’articolo 81 CE — Accordi di suddivisione dei mercati e scambi di informazioni commercialmente sensibili — Regolamento (CE) n. 1/2003 — Eccezione di illegittimità — Ammende — Applicazione retroattiva degli orientamenti per il calcolo dell’importo delle ammende del 2006 — Valore delle vendite — Recidiva — Importo supplementare — Imputabilità del comportamento illecito — Limite massimo dell’ammenda — Fatturato consolidato del gruppo]

16

2014/C 151/21

Causa T-117/10: Sentenza del Tribunale del 28 marzo 2014 — Italia/Commissione (FESR — Riduzione di un contributo finanziario — Programma operativo regionale 2000-2006 per la Regione Puglia (Italia) rientrante nell’obiettivo n. 1 — Gravi insufficienze nei sistemi di gestione o di controllo che possono condurre ad irregolarità a carattere sistematico — Principio di partenariato — Proporzionalità — Articolo 39, paragrafo 3, lettera b), del regolamento (CE) n. 1260/1999 — Articoli 4, 8, 9 e 10 del regolamento (CE) n. 438/2001 — Obbligo di motivazione — Incompetenza)

17

2014/C 151/22

Causa T-47/12: Sentenza del Tribunale del 27 marzo 2014 — Intesa Sanpaolo/UAMI — equinet Bank (EQUITER) [Marchio comunitario — Opposizione — Domanda di marchio comunitario figurativo EQUITER — Marchio comunitario denominativo anteriore EQUINET — Impedimento relativo alla registrazione — Uso effettivo del marchio anteriore — Articolo 42, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 207/2009 — Obbligo di motivazione]

17

2014/C 151/23

Causa T-133/12: Sentenza del Tribunale del 2 aprile 2014 — Ben Ali/Consiglio (Politica estera e di sicurezza comune — Misure restrittive adottate nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Tunisia — Congelamento di capitali — Base giuridica — Diritto di proprietà — Articolo 17, paragrafo 1, della Carta dei diritti fondamentali — Modulazione nel tempo degli effetti di un annullamento — Responsabilità extracontrattuale — Assenza di danno materiale)

18

2014/C 151/24

Causa T-554/12: Sentenza del Tribunale 27 marzo 2014 — Oracle America/UAMI — Aava Mobile (AAVA MOBILE) [Marchio comunitario — Opposizione — Domanda di marchio comunitario denominativo AAVA MOBILE — Marchio comunitario denominativo anteriore JAVA — Impedimento relativo alla registrazione — Assenza di rischio di confusione — Articolo 8, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (CE) n. 207/2009 — Assenza di rischio di associazione — Nesso tra i segni — Notorietà — Assenza di somiglianza dei segni — Articolo 8, paragrafo 5, del regolamento n. 207/2009]

19

2014/C 151/25

Causa T-347/13: Ordinanza del Tribunale del 25 marzo 2014 — Hawe Hydraulik/UAMI — HaWi Energietechnik (HAWI) (Marchio comunitario — Opposizione — Ritiro della domanda di registrazione — Non luogo a provvedere)

19

2014/C 151/26

Causa T-690/13: Ricorso proposto il 31 dicembre 2013 — Invivo/OLAF

20

2014/C 151/27

Causa T-91/14: Ricorso proposto il 10 febbraio 2014 — Schniga/UCVV- Brookfield New Zealand (Gala Schnitzer)

20

2014/C 151/28

Causa T-92/14: Ricorso proposto il 10 febbraio 2014 — Schniga/UCVV — Elaris (Gala Schnitzer)

21

2014/C 151/29

Causa T-104/14 P: Impugnazione proposta il 17 febbraio 2014 dalla Commissione europea avverso la sentenza del Tribunale della funzione pubblica dell’11 dicembre 2013, causa F-130/11, Verile e Gjergji/Commissione

22

2014/C 151/30

Causa T-117/14: Ricorso proposto il 17 febbraio 2014 — Cargill/Consiglio

23

2014/C 151/31

Causa T-118/14: Ricorso proposto il 17 febbraio 2014 — LDC Argentina/Consiglio

23

2014/C 151/32

Causa T-119/14: Ricorso proposto il 18 febbraio 2014 — Carbio/Consiglio

24

2014/C 151/33

Causa T-128/14: Ricorso presentato il 21 febbraio 2014 — Daimler/Commissione

25

2014/C 151/34

Causa T-139/14: Ricorso proposto il 19 febbraio 2014 — PT Wilmar Bioenergi Indonesia e PT Wilmar Nabati Indonesia/Consiglio

26

2014/C 151/35

Causa T-169/14: Ricorso proposto il 17 marzo 2014 — Ferring/UAMI — Kora Corporation (Koragel)

28

2014/C 151/36

Causa T-171/14: Ricorso proposto il 20 marzo 2014 — Léon Van Parys/Commissione

28

2014/C 151/37

Causa T-181/14: Ricorso proposto il 20 marzo 2014 — Nürburgring/UAMI — Biedermann (Nordschleife)

29

2014/C 151/38

Causa T-187/14: Ricorso proposto il 20 marzo 2014 — Sonova Holding/UAMI (Flex)

30

2014/C 151/39

Causa T-188/14: Ricorso proposto il 20 marzo 2014 — Grundig Multimedia/UAMI (GentleCare)

30

2014/C 151/40

Causa T-191/14: Ricorso proposto il 21 marzo 2014 — Lubrizol France/Consiglio

31

2014/C 151/41

Causa T-193/14: Ricorso proposto il 21 marzo 2014 — Cristiano di Thiene/UAMI — Nautica Apparel (AERONAUTICA)

32

2014/C 151/42

Causa T-194/14: Ricorso proposto il 20 marzo 2014 — Bristol Global/UAMI — Bridgestone (AEROSTONE)

33

2014/C 151/43

Causa T-196/14: Ricorso proposto il 24 marzo 2014 — Swedish Match North Europe/UAMI — Skruf Snus (Oral snuff packages)

33

2014/C 151/44

Causa T-209/14: Ricorso proposto il 31 marzo 2014 — Bopp/UAMI (ottagono dai contorni verdi)

34

2014/C 151/45

Causa T-542/13: Ordinanza del Tribunale del 25 marzo 2014 — Paesi Bassi/Commissione

35

IT

 


IV Informazioni

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

Corte di giustizia delľUnione europea

19.5.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 151/1


2014/C 151/01

Ultima pubblicazione della Corte di giustizia dell’Unione europea nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea

GU C 142 del 12.5.2014

Cronistoria delle pubblicazioni precedenti

GU C 135 del 5.5.2014

GU C 129 del 28.4.2014

GU C 112 del 14.4.2014

GU C 102 del 7.4.2014

GU C 93 del 29.3.2014

GU C 85 del 22.3.2014

Questi testi sono disponibili su:

EUR-Lex: http://eur-lex.europa.eu


V Avvisi

PROCEDIMENTI GIURISDIZIONALI

Corte di giustizia

19.5.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 151/2


Sentenza della Corte (Quarta Sezione) del 27 marzo (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dall’Oberster Gerichtshof — Austria) — UPC Telekabel Wien GmbH/Constantin Film Verleih GmbH, Wega Filmproduktionsgesellschaft GmbH

(Causa C-314/12) (1)

((Rinvio pregiudiziale - Ravvicinamento delle legislazioni - Diritto d’autore e diritti connessi - Società dell’informazione - Direttiva 2001/29/CE - Sito Internet che mette opere cinematografiche a disposizione del pubblico senza il consenso dei titolari di un diritto connesso al diritto d’autore - Articolo 8, paragrafo 3 - Nozione di «intermediari i cui servizi siano utilizzati da terzi per violare un diritto d’autore o un diritto connesso» - Fornitore di accesso a Internet - Provvedimento nei confronti di un fornitore di accesso ad Internet che gli vieta di consentire ai suoi abbonati l’accesso a un sito Internet - Bilanciamento fra diritti fondamentali))

2014/C 151/02

Lingua processuale: il tedesco

Giudice del rinvio

Oberster Gerichtshof

Parti

Ricorrente: UPC Telekabel Wien GmbH

Convenuti: Constantin Film Verleih GmbH, Wega Filmproduktionsgesellschaft GmbH

Oggetto

Domanda di pronuncia pregiudiziale — Oberster Gerichtshof — Interpretazione degli articoli 3, paragrafo 2, e 5, paragrafi 1 e 2, lettera b), nonché 8, paragrafo 3, della direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, sull’armonizzazione di taluni aspetti del diritto d’autore e dei diritti connessi nella società dell’informazione (GU L 167, pag. 10) — Sito Internet che consente il download illegale di film — Diritto del titolare del diritto d'autore di uno di tali film di chiedere a un fornitore di accesso a Internet di bloccare l'accesso dei suoi clienti a detto specifico sito — Realizzabilità e proporzionalità delle misure di blocco

Dispositivo

1)

L’articolo 8, paragrafo 3, della direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, sull’armonizzazione di taluni aspetti del diritto d’autore e dei diritti connessi nella società dell’informazione, dev’essere interpretato nel senso che un soggetto che metta a disposizione del pubblico su un sito Internet materiali protetti senza l’accordo del titolare dei diritti, ai sensi dell’articolo 3, paragrafo 2, di tale direttiva, utilizza i servizi del fornitore di accesso ad Internet dei soggetti che consultano tali materiali, il quale deve essere considerato un intermediario ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 3, della direttiva 2001/29.

2)

I diritti fondamentali riconosciuti dal diritto dell’Unione devono essere interpretati nel senso che non ostano a che sia vietato, con un’ingiunzione pronunciata da un giudice, a un fornitore di accesso ad Internet di concedere ai suoi abbonati l’accesso ad un sito Internet che metta in rete materiali protetti senza il consenso dei titolari dei diritti, qualora tale ingiunzione non specifichi quali misure tale fornitore d’accesso deve adottare e quest’ultimo possa evitare sanzioni per la violazione di tale ingiunzione dimostrando di avere adottato tutte le misure ragionevoli, a condizione tuttavia che, da un lato, le misure adottate non privino inutilmente gli utenti di Internet della possibilità di accedere in modo lecito alle informazioni disponibili e, dall’altro, che tali misure abbiano l’effetto di impedire o, almeno, di rendere difficilmente realizzabili le consultazioni non autorizzate dei materiali protetti e di scoraggiare seriamente gli utenti di Internet che ricorrono ai servizi del destinatario di questa stessa ingiunzione dal consultare tali materiali messi a loro disposizione in violazione del diritto di proprietà intellettuale, circostanza che spetta alle autorità e ai giudici nazionali verificare.


(1)  GU C 303 del 6.10.2012.


19.5.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 151/3


Sentenza della Corte (Prima Sezione) del 27 marzo 2014 — Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli)/National Lottery Commission

(Causa C-530/12 P) (1)

((Impugnazione - Marchio comunitario - Regolamento (CE) n. 40/94 - Articolo 52, paragrafo 2, lettera c) - Domanda di nullità fondata su un diritto d’autore anteriore acquisito in forza della normativa nazionale - Applicazione della normativa nazionale da parte dell’UAMI - Ufficio di giudice dell’Unione))

2014/C 151/03

Lingua processuale: l’inglese

Parti

Ricorrente: Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) (rappresentanti: P. Bullock et F. Mattina, agenti)

Altra parte nel procedimento: National Lottery Commission (rappresentanti: R. Cardas, Advocate, B. Brandreth, Barrister)

Oggetto

Impugnazione della sentenza del Tribunale (Settima Sezione) del 13 settembre 2012 — National Lottery Commission/UAMI (T 404/10), con cui il Tribunale ha annullato la decisione R 1028/2009 1 della prima commissione di ricorso dell’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (UAMI), del 9 giugno 2010, recante rigetto del ricorso avverso la decisione della divisione d’annullamento che ha accolto la domanda di dichiarazione di nullità presentata dalla Mediatek Italia e da Giuseppe De Gregorio — Marchio figurativo comunitario raffigurante una mano con due dita incrociate e un viso sorridente — Articolo 53, paragrafo 2, lettera c), del regolamento (CE) n. 207/2009 — Esistenza di un diritto d’autore anteriore protetto dal diritto nazionale — Onere della prova — Applicazione del diritto nazionale da parte dell’UAMI

Dispositivo

1)

La sentenza del Tribunale dell’Unione europea del 13 settembre 2012, National Lottery Commission/UAMI — Mediatek Italia e De Gregorio (Raffigurazione di una mano) (T 404/10), è annullata.

2)

La causa è rinviata al Tribunale dell’Unione europea affinché quest’ultimo statuisca sulla fondatezza del ricorso.

3)

Le spese sono riservate.


(1)  GU C 26 del 26.1.2013.


19.5.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 151/4


Sentenza della Corte (Quarta Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunal d’instance d'Orléans — Francia) — LCL Le Crédit Lyonnais, SA/Fesih Kalhan

(Causa C-565/12) (1)

((Tutela dei consumatori - Contratti di credito ai consumatori - Direttiva 2008/48/CE - Articoli 8 e 23 - Obbligo di verifica precontrattuale, da parte del creditore, della solvibilità del debitore - Disposizione nazionale che impone la consultazione di una banca dati - Decadenza dagli interessi convenzionali in caso di violazione di un siffatto obbligo - Carattere effettivo, proporzionato e dissuasivo della sanzione))

2014/C 151/04

Lingua processuale: il francese

Giudice del rinvio

Tribunal d'instance d'Orléans

Parti

Ricorrente: LCL Le Crédit Lyonnais, SA

Convenuto: Fesih Kalhan

Oggetto

Domanda di pronuncia pregiudiziale — Tribunal d’instance d'Orléans — Interpretazione dell’articolo 23 della direttiva 2008/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008, relativa ai contratti di credito ai consumatori e che abroga la direttiva 87/102/CEE del Consiglio (GU L 133, pag. 66), alla luce della direttiva 93/13/CEE del Consiglio, del 5 aprile 1993, concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori (GU L 95, pag. 29) — Obbligo di verifica della solvibilità del debitore a carico dell’ente creditizio — Esigenza di sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive in caso di inadempimento di tale obbligo da parte del creditore — Decadenza dal diritto agli interessi contrattuali — Ammissibilità del mantenimento, a favore del creditore, degli interessi legali esigibili di pieno diritto a un tasso legale maggiorato

Dispositivo

L’articolo 23 della direttiva 2008/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008, relativa ai contratti di credito ai consumatori e che abroga la direttiva 87/102/CEE del Consiglio, deve essere interpretato nel senso che esso osta all’applicazione di un regime nazionale di sanzioni in forza del quale, in caso di violazione, da parte del creditore, del suo obbligo precontrattuale di valutare la solvibilità del debitore consultando una banca dati pertinente, il creditore decada dal suo diritto agli interessi convenzionali, ma benefici di pieno diritto degli interessi al tasso legale, esigibili a decorrere dalla pronuncia di una decisione giudiziaria che condanna tale debitore al versamento delle somme ancora dovute, i quali sono inoltre maggiorati di cinque punti se, alla scadenza di un termine di due mesi successivi a tale pronuncia, quest’ultimo non ha saldato il suo debito, qualora il giudice del rinvio accerti che, in un caso come quello del procedimento principale, che implica l’esigibilità immediata del capitale del prestito ancora dovuto a causa dell’inadempimento del debitore, gli importi che possono essere effettivamente riscossi dal creditore in seguito all’applicazione della sanzione della decadenza dagli interessi non sono notevolmente inferiori a quelli di cui avrebbe potuto beneficiare se avesse ottemperato al suo obbligo di verifica della solvibilità del debitore.


(1)  GU C 38 del 9.2.2013.


19.5.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 151/4


Sentenza della Corte (Quinta Sezione) del 27 marzo 2014 — Ballast Nedam NV/Commissione europea

(Causa C-612/12 P) (1)

((Impugnazione - Concorrenza - Intese - Mercato olandese del bitume stradale - Fissazione del prezzo lordo del bitume stradale - Fissazione di uno sconto ai costruttori stradali - Regolamento (CE) n. 1/2003 - Articolo 27 - Diritti della difesa - Riduzione dell’ammenda))

2014/C 151/05

Lingua processuale: il neerlandese

Parti

Ricorrente: Ballast Nedam NV (rappresentanti: A. Bosman e E. Oude Elferink, advocaten)

Altra parte nel procedimento: Commissione europea (rappresentanti: F. Ronkes Agerbeek e P. Van Nuffel, agenti, assistiti da F. Tuytschaever, avvocato)

Oggetto

Impugnazione proposta avverso la sentenza del Tribunale (Sesta Sezione) del 27 settembre 2012, Ballast Nedam/Commissione (T 361/06), con cui il Tribunale ha respinto un ricorso avente ad oggetto, in via principale, una domanda di annullamento della decisione C(2006) 4090 def. della Commissione, del 13 settembre 2006, relativa ad un procedimento ai sensi dell'articolo 81 [CE] [Caso COMP/F/38.456 — Bitume (Paesi Bassi)], laddove concerne la ricorrente e, in subordine, da un lato, una domanda di annullamento parziale della citata decisione nella parte in cui stabilisce la durata dell’infrazione che la riguarda e, dall’altro, una domanda di riduzione dell’importo dell’ammenda inflittale

Dispositivo

1)

La sentenza Ballast Nedam/Commissione (T-361/06) è annullata nella parte in cui respinge il motivo dedotto dalla Ballast Nedam NV vertente sulla violazione dell’articolo 27, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1/2003 del Consiglio, del 16 dicembre 2002, concernente l’applicazione delle regole di concorrenza di cui agli articoli [81 CE] e [82 CE], e dei diritti della difesa nel corso del procedimento amministrativo conclusosi con la decisione C(2006) 4090 def. della Commissione, del 13 settembre 2006, relativa a un procedimento ai sensi dell’articolo [81 CE] [caso COMP/F/38.456 — Bitume — (Paesi Bassi)].

2)

L’articolo 1, lettera a), della decisione C(2006) 4090 def. è annullato nella parte riguardante l’infrazione all’articolo 81 CE commessa dalla Ballast Nedam NV nel periodo compreso tra il 21 giugno 1996 ed il 30 settembre 2000.

3)

L’articolo 2, lettera a), della decisione C(2006) 4090 def. è annullato nella parte in cui determina l’importo dell’ammenda dovuta dalla Ballast Nedam NV ad EUR 4,65 milioni.

4)

L’importo dell’ammenda inflitta in solido alla Ballast Nedam NV dall’articolo 2, lettera a), della decisione C(2006) 4090 def. è fissato ad EUR 3,45 milioni.

5)

La Commissione europea sopporta integralmente le spese sostenute nella presente impugnazione.

6)

Ciascuna parte sopporta le proprie spese relative al procedimento di primo grado.


(1)  GU C 71 del 9.3.2013.


19.5.2014   

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C 151/5


Sentenza della Corte (Terza Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Consiglio di Stato) — Alpina River Cruises GmbH, Nicko Tours GmbH/Ministero delle infrastrutture e dei trasporti — Capitaneria di Porto di Chioggia

(Causa C-17/13) (1)

((Trasporti marittimi - Regolamento (CEE) n. 3577/92 - Nozione di «cabotaggio marittimo» - Servizi di crociera - Crociera con attraversamento della laguna di Venezia, del mare territoriale italiano e del fiume Po - Partenza e arrivo nello stesso porto))

2014/C 151/06

Lingua processuale: l’italiano

Giudice del rinvio

Consiglio di Stato

Parti

Ricorrente: Alpina River Cruises GmbH, Nicko Tours GmbH

Convenuto: Ministero delle infrastrutture e dei trasporti — Capitaneria di Porto di Chioggia

Oggetto

Domanda di pronuncia pregiudiziale — Consiglio di Stato — Interpretazione dell’articolo 2 del regolamento (CEE) n. 3577/92 del Consiglio, del 7 dicembre 1992, concernente l’applicazione del principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi fra Stati membri (cabotaggio marittimo) (GU L 364, pag. 7) — Ambito di applicazione — Nozione di cabotaggio marittimo — Servizio di crociera — Partenza e arrivo dei passeggeri in uno stesso porto dopo aver effettuato scali in altri porti

Dispositivo

Un servizio di trasporto marittimo consistente in una crociera che inizia e termina, con gli stessi passeggeri, in uno stesso porto dello Stato membro in cui essa è effettuata rientra nella nozione di «cabotaggio marittimo» ai sensi del regolamento (CEE) n. 3577/92 del Consiglio, del 7 dicembre 1992, concernente l’applicazione del principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi all’interno degli Stati membri (cabotaggio marittimo).


(1)  GU C 86 del 23.3.2013.


19.5.2014   

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Sentenza della Corte (Sesta Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Cour administrative d'appel de Versailles — Francia) — Le Rayon d'Or SARL/Ministre de l'Économie et des Finances

(Causa C-151/13) (1)

((Rinvio pregiudiziale - Fiscalità - IVA - Ambito di applicazione - Determinazione della base imponibile - Nozione di «sovvenzione direttamente connessa al prezzo» - Versamento di un forfait da parte della cassa nazionale di assicurazione malattia alle strutture residenziali per anziani non autosufficienti))

2014/C 151/07

Lingua processuale: il francese

Giudice del rinvio

Cour administrative d'appel de Versailles

Parti

Ricorrente: Le Rayon d'Or SARL

Convenuto: Ministre de l'Économie et des Finances

Oggetto

Domanda di pronuncia pregiudiziale — Cour administrative d'appel de Versailles — Interpretazione dell’articolo 11, parte A, paragrafo 1, lettera a), della direttiva 77/388/CEE: Sesta direttiva del Consiglio, del 17 maggio 1977, in materia di armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alle imposte sulla cifra di affari — Sistema comune di imposta sul valore aggiunto: base imponibile uniforme (GU L 145, pag. 1), ripreso dall’articolo 73 della direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006, relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto (GU L 347, pag. 1) — Ambito d’applicazione dell’IVA — Sovvenzione direttamente connessa al prezzo delle prestazioni di cure — Inclusione del «forfait cure» versato dalle casse di assicurazione malattia alle strutture di residenza per anziani non autosufficienti

Dispositivo

L’articolo 11, parte A, paragrafo 1, lettera a), della sesta direttiva 77/388/CEE del Consiglio, del 17 maggio 1977, in materia di armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alle imposte sulla cifra di affari — Sistema comune di imposta sul valore aggiunto: base imponibile uniforme, nonché l’articolo 73 della direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006, relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto, devono essere interpretati nel senso che un versamento forfettario, come il «forfait cure» di cui al procedimento principale, costituisce il corrispettivo delle prestazioni di cure effettuate a titolo oneroso da una struttura residenziale per anziani non autosufficienti a beneficio dei suoi residenti e rientra, a tale titolo, nell’ambito di applicazione dell’imposta sul valore aggiunto.


(1)  GU C 171 del 15.6.2013.


19.5.2014   

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Sentenza della Corte (Seconda Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Juzgado de lo Social n. 2 de Terrassa — Spagna) — Emiliano Torralbo Marcos/Korota SA, Fondo de Garantía Salarial

(Causa C-265/13) (1)

((Rinvio pregiudiziale - Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea - Articolo 47 - Diritto a un ricorso effettivo - Diritti di cancelleria e di iscrizione a ruolo in caso di proposizione di un appello in materia di diritto sociale - Attuazione del diritto dell’Unione - Insussistenza - Ambito di applicazione del diritto dell’Unione - Incompetenza della Corte))

2014/C 151/08

Lingua processuale: lo spagnolo

Giudice del rinvio

Juzgado de lo Social n. 2 deTerrassa

Parti

Ricorrente: Emiliano Torralbo Marcos

Convenuti: Korota SA, Fondo de Garantía Salarial

Oggetto

Domanda di pronuncia pregiudiziale — Juzgado de lo Social de Terrassa — Interpretazione dell’articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE (GU 2000, C 364, pag. 1) e della direttiva 2008/94/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2008, relativa alla tutela dei lavoratori subordinati in caso d’insolvenza del datore di lavoro (Versione codificata) (GU L 283, pag. 36) — Diritto alla tutela giurisdizionale effettiva — Normativa nazionale che subordina un’azione in giudizio al pagamento di spese di procedura — Poteri del giudice nazionale adito — Applicazione nell’ambito della politica sociale — Insolvenza dei datori di lavoro

Dispositivo

La Corte di giustizia dell’Unione europea non è competente a rispondere alle questioni pregiudiziali poste dallo Juzgado de lo Social n. 2 de Terrassa (Spagna).


(1)  GU C 207 del 20.7.2013.


19.5.2014   

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Sentenza della Corte (Settima Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunal Superior de Justicia de la Comunidad Valenciana — Spagna) — Ayuntamiento de Benferri/Consejería de Infraestructuras y Transporte, Iberdrola Distribución Eléctrica SAU.

(Causa C-300/13) (1)

((Domanda di pronuncia pregiudiziale - Direttiva 85/337/CEE - Valutazione dell’impatto ambientale di taluni progetti - Costruzione di talune linee aeree per il trasporto di energia elettrica - Ampliamento di una sottostazione elettrica - Mancata sottoposizione del progetto alla valutazione ambientale))

2014/C 151/09

Lingua processuale: lo spagnolo

Giudice del rinvio

Tribunal Superior de Justicia de la Comunidad Valenciana

Parti

Ricorrente: Ayuntamiento de Benferri

Convenuta: Consejería de Infraestructuras y Transporte, Iberdrola Distribución Eléctrica SAU

Oggetto

Domanda di pronuncia pregiudiziale — Tribunal Superior de Justicia de la Comunidad Valenciana — Interpretazione degli allegati I, punto 20, e II, punto 3, lettera b), della direttiva 85/337/CEE del Consiglio, del 27 giugno 1985, concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati (GU L 175, pag. 40), nella versione modificata dalla direttiva 97/11/CE (GU L 73, pag. 5) — Costruzione di linee aeree per il trasporto di energia elettrica con voltaggio di 220 Kw o superiore e di lunghezza superiore a 15 km — Nozione — Progetto di ampliamento di una sottostazione elettrica indipendente dalla linea aerea esistente — Normativa nazionale che non prevede la sottoposizione di detto progetto alla valutazione ambientale.

Dispositivo

Le disposizioni dell’allegato I, punto 20, e dell’allegato II, punto 3, lettera b), della direttiva 85/337/CEE del Consiglio, del 27 giugno 1985, concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, nella versione modificata dalla direttiva 97/11/CE del Consiglio, del 3 marzo 1997, devono essere interpretate nel senso che un progetto come quello di cui al procedimento principale, riguardante soltanto l’ampliamento di una sottostazione di trasformazione del voltaggio elettrico, non rientra, in quanto tale, tra i progetti cui si riferiscono tali diposizioni, a meno che tale ampliamento non si inserisca nel contesto della costruzione di linee aere di trasporto di energia elettrica, circostanza che dev’essere accertata dal giudice del rinvio.


(1)  GU C 226 del 3.8.2013.


19.5.2014   

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C 151/8


Sentenza della Corte (Seconda Sezione) del 27 marzo 2014 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Landesgericht Bozen) — Ulrike Elfriede Grauel Rüffer/Katerina Pokorná

(Causa C-322/13) (1)

((Cittadinanza dell’Unione - Principio di non discriminazione - Regime linguistico applicabile ai processi civili))

2014/C 151/10

Lingua processuale: il tedesco

Giudice del rinvio

Landesgericht Bozen

Parti

Ricorrente: Ulrike Elfriede Grauel Rüffer

Convenuta: Katerina Pokorná

Oggetto

Domanda di pronuncia pregiudiziale — Tribunale di Bolzano/Landesgericht Bozen — Interpretazione degli articoli 18 e 21 TFUE — Non discriminazione e cittadinanza dell’Unione — Regime linguistico applicabile ai processi civili — Deroga a favore dei cittadini nazionali — Estensione di detta deroga ai cittadini dell’Unione europea che si trovino nelle medesime condizioni di quelli nazionali

Dispositivo

Gli articoli 18 TFUE e 21 TFUE devono essere interpretati nel senso che ostano a una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nel procedimento principale, che riconosce il diritto di utilizzare, nei processi civili pendenti dinanzi ai giudici di uno Stato membro che abbiano sede in un determinato ente locale di tale Stato, una lingua diversa dalla lingua ufficiale di detto Stato solo ai cittadini di quest’ultimo che siano residenti in questo stesso ente locale.


(1)  GU C 226 del 3.8.2013.


19.5.2014   

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C 151/9


Impugnazione proposta il 7 febbraio 2014 da Sven A. von Storch e a. avverso l’ordinanza del Tribunale (Prima Sezione) del 10 dicembre 2013, causa T-492/12, Sven A. von Storch e a./Banca centrale europea

(Causa C-64/14 P)

2014/C 151/11

Lingua processuale: il tedesco

Parti

Ricorrenti: Sven A. von Storch e a. (rappresentanti: M.C. Derber, Rechtsanwalt, B. von Storch, Rechtsanwältin)

Altra parte nel procedimento: Banca centrale europea

Conclusioni dei ricorrenti

I ricorrenti chiedono che la Corte voglia:

annullare l’ordinanza della Prima Sezione del Tribunale del 10 dicembre 2013 nella causa T-492/12;

accogliere le conclusioni esposte dai ricorrenti nel ricorso dell’11 novembre 2012;

condannare la Banca centrale europea alle spese ai sensi dell’articolo 122, paragrafo 1, del regolamento di procedura della Corte.

Motivi e principali argomenti

I ricorrenti ritengono che l’ordinanza della Prima Sezione del Tribunale dell’Unione europea del 10 dicembre 2013 nella causa T-492/12 sia viziata da errori di diritto per i motivi di seguito esposti.

1.

Poiché il testo delle decisioni della BCE del 6 settembre 2012 riguardanti una serie di caratteristiche tecniche relative alle operazioni monetarie su titoli dell’Eurosistema sui mercati secondari dei titoli di Stato e misure supplementari destinate a preservare la disponibilità delle garanzie per le controparti al fine di mantenerne l’accesso alle operazioni di apporto di liquidità dell’Eurosistema; nonché

in subordine, il testo dell’indirizzo 2012/641/UE della BCE, del 10 ottobre 2012, che modifica l’indirizzo BCE/2012/18 relativo a misure temporanee supplementari sulle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema e sull’idoneità delle garanzie (BCE/2012/23) (1), producono effetti giuridici, le decisioni in discorso potrebbero validamente formare oggetto di un ricorso. Secondo una giurisprudenza costante fondata sull’articolo 19 TFUE, la natura vincolante di un atto si determina con riferimento al suo obiettivo.

2.

Il testo delle decisioni impugnate riguarda direttamente e individualmente i ricorrenti, sebbene tali decisioni non siano loro direttamente indirizzate.

3.

L’ordinanza del 10 dicembre 2013 sarebbe viziata da errori di diritto, in quanto il Tribunale avrebbe accolto l’argomento della BCE secondo il quale le decisioni di cui trattasi non avrebbero alcun effetto sulla posizione giuridica dei cittadini. Allo stesso modo, il Tribunale avrebbe trascurato il fatto che tali decisioni comporterebbero effettivamente conseguenze notevoli per i mercati dei valori mobiliari, in particolare per l’emissione del debito pubblico, e che sono state intese esattamente in tal senso dalla BCE.

4.

L’ordinanza del 10 dicembre 2013 sarebbe viziata da errori di diritto, in quanto il Tribunale avrebbe subordinato la capacità di agire dei ricorrenti a un intervento effettivo della BCE, e/o da operazioni successive più concrete di cui i ricorrenti non avrebbero potuto avere conoscenza nel caso di specie, a prescindere dall’impossibilità pratica di un eventuale annullamento degli acquisti di titoli.

5.

L’ordinanza del 10 dicembre 2013 sarebbe viziata da errori di diritto, in quanto il Tribunale avrebbe violato il diritto dei ricorrenti alla tutela giurisdizionale effettiva garantita dall’articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, e l’articolo 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950. In particolare, la possibilità di un controllo incidentale della legittimità sul fondamento dell’articolo 277 TFUE, al quale il Tribunale ha fatto riferimento, non avrebbe in nessun caso lo stesso effetto giuridico di un ricorso ai sensi dell’articolo 263, paragrafo 4, TFUE.


(1)  GU L 284, pag. 14.


19.5.2014   

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C 151/10


Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Curtea de Apel Brașov (Romania) il 12 febbraio 2014 — Mihai Manea/Instituția Prefectului — județul Brașov — Serviciul public comunitar regim permise de conducere și înmatriculare a vehiculelor

(Causa C-76/14)

2014/C 151/12

Lingua processuale: il rumeno

Giudice del rinvio

Curtea de Apel Brașov

Parti

Ricorrente in secondo grado: Mihai Manea

Convenuta in secondo grado: Instituția Prefectului — județul Brașov — Serviciul public comunitar regim permise de conducere și înmatriculare a vehiculelor

Questioni pregiudiziali

1)

Se, alla luce delle disposizioni della legge n. 9/2012 e dell’oggetto della tassa prevista dalla medesima legge, sia necessario considerare che l’articolo 110 TFUE debba essere interpretato nel senso che osta a che uno Stato membro dell’Unione europea istituisca una tassa sulle emissioni inquinanti applicabile a tutti gli autoveicoli stranieri al momento dell’immatricolazione in tale Stato, tassa che si applica anche in occasione del trasferimento del diritto di proprietà sugli autoveicoli nazionali, a meno che una tale tassa o una tassa simile non sia stata [OMISSIS] già pagata.

2)

Se, alla luce delle disposizioni della legge n. 9/2012 e dell’oggetto della tassa prevista dalla medesima legge, sia necessario considerare che l’articolo 110 TFUE debba essere interpretato nel senso che osta a che uno Stato membro dell’Unione europea istituisca una tassa sulle emissioni inquinanti applicabile a tutti gli autoveicoli stranieri al momento dell’immatricolazione in tale Stato, tassa che per gli autoveicoli nazionali è pagata soltanto in occasione del trasferimento del diritto di proprietà su un tale autoveicolo, con la conseguenza che un autoveicolo straniero non può essere utilizzato se non viene pagata la tassa, mentre un autoveicolo nazionale può essere utilizzato senza il pagamento della tassa fino al momento in cui avvenga l’eventuale trasferimento del diritto di proprietà sul suddetto autoveicolo.


19.5.2014   

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C 151/10


Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Court of Appeal (England & Wales) (Civil Division) (Regno Unito) il 14 febbraio 2014 — Union of Shop, Distributive and Allied Workers (USDAW), sig.ra B. Wilson v WW Realisation 1 Ltd (in liquidation), Ethel Austin Ltd, Secretary of State for Business, Innovation and Skills

(Causa C-80/14)

2014/C 151/13

Lingua processuale: l’inglese

Giudice del rinvio

Court of Appeal (England & Wales) (Civil Division)

Parti

Ricorrente: Union of Shop, Distributive and Allied Workers (USDAW), sig.ra B. Wilson

Convenuto: WW Realisation 1 Ltd (in liquidazione), Ethel Austin Ltd, Secretary of State for Business, Innovation and Skills

Questioni pregiudiziali

1)

(a)

se la frase «almeno pari a 20» di cui all’articolo 1, paragrafo 1, lettera a), punto ii), della direttiva 98/59/CE, del 20 luglio 1998, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di licenziamenti collettivi (1), si riferisca al numero di licenziamenti effettuati in un periodo di 90 giorni, prendendo in considerazione tutti gli stabilimenti in cui hanno luogo i licenziamenti, o se si riferisca invece al numero di licenziamenti effettuati in ciascun singolo stabilimento.

(b)

Nel caso in cui l’articolo 1, paragrafo 1, lettera a), punto (ii), si riferisca al numero di licenziamenti in ciascun singolo stabilimento, quale sia il significato del termine «stabilimento». In particolare, se si debba intendere per «stabilimento» l’intera impresa commerciale interessata, quale unica unità produttiva, o quella parte dell’impresa in cui si prevede di effettuare licenziamenti, piuttosto che l'unità alla quale sono addetti i lavoratori per lo svolgimento delle loro mansioni, ad esempio ciascun singolo negozio.

2)

Qualora un lavoratore agisca contro un datore di lavoro privato per ottenere un’indennità di tutela, se lo Stato membro possa invocare o fondarsi sul fatto che dalla direttiva non derivano diritti aventi effetto diretto nei confronti del datore di lavoro allorché:

(i)

il datore di lavoro privato, ove lo Stato membro avesse attuato correttamente la direttiva, sarebbe stato responsabile del pagamento delle indennità di tutela al lavoratore per essere venuto meno all’obbligo di consultazione previsto dalla direttiva; nonché,

(ii)

nello stato di insolvenza del datore di lavoro, qualora fosse riconosciuta un’indennità di tutela a carico del datore di lavoro privato e quest’ultimo non la versasse, in caso di richiesta nei confronti dello Stato membro, quest’ultimo sarebbe esso stesso responsabile del pagamento al lavoratore di qualunque indennità di tutela di tal genere, in forza della normativa interna di attuazione della direttiva 2008/94/CE del 22 ottobre 2008, relativa alla tutela dei lavoratori subordinati in caso d’insolvenza del datore di lavoro (2), fermi restando i limiti della responsabilità imposta all’organismo di garanzia dello Stato membro ai sensi dell'art. 4 della predetta direttiva.


(1)  GU L 225, pag. 16.

(2)  GU L 283, pag. 36.


19.5.2014   

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C 151/11


Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal College van Beroep voor het Bedrijfsleven (Paesi Bassi) il 18 febbraio 2014 — KPN BV/Autoriteit Consument en Markt (ACM), altre parti: UPC Nederland BV e a.

(Causa C-85/14)

2014/C 151/14

Lingua processuale: il neerlandese

Giudice del rinvio

College van Beroep voor het Bedrijfsleven

Parti

Ricorrente: KPN BV

Resistente: Autoriteit Consument en Markt (ACM)

Altre parti: UPC Nederland BV, UPC Nederland Business BV, Tele2 Nederland BV e BT Nederland NV

Questioni pregiudiziali

1)

Se l’articolo 28 della direttiva servizio universale (1) consenta l’imposizione di una standardizzazione tariffaria, senza che da un’analisi di mercato sia emerso che una parte dispone di un potere rilevante di mercato riguardo al servizio standardizzato, mentre tecnicamente esiste senz’altro la possibilità di chiamare internazionalmente i numeri non geografici e l’unico ostacolo all’accesso a detti numeri consiste nel fatto che vengono applicate tariffe tali che una chiamata verso un numero non geografico è più costosa di una chiamata verso un numero geografico.

2)

In caso di risposta affermativa alla prima questione, il College deve risolvere le seguenti due questioni:

a.

Se la facoltà di standardizzazione delle tariffe valga anche se l’influenza delle tariffe superiori sul volume di telefonate verso numeri non geografici è limitata.

b.

In che limiti al giudice nazionale spetti un potere discrezionale per valutare se una misura tariffaria necessaria in forza dell’articolo 28 della direttiva servizio universale non sia eccessivamente onerosa per la parte che fornisce il transito, in considerazione degli obiettivi perseguiti.

3)

Se l’articolo 28, paragrafo 1, della direttiva servizio universale consenta la possibilità che le misure menzionate in detta disposizione vengano adottate da un’autorità diversa dall’autorità nazionale di regolamentazione, che esercita la facoltà menzionata all’articolo 13, paragrafo 1, della direttiva «accesso» (2), mentre a quest’ultima autorità spetta solo il potere di esercitare il controllo.


(1)  Direttiva 2002/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica (direttiva servizio universale) (GU L 108, pag. 51).

(2)  Direttiva 2002/19/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa all'accesso alle reti di comunicazione elettronica e alle risorse correlate, e all'interconnessione delle medesime (direttiva accesso) (GU L 108, pag. 7).


19.5.2014   

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C 151/12


Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dallo Juzgado de Primera Instancia de Miranda de Ebro (Spagna) il 24 febbraio 2014 — Banco Grupo Cajatres S.A./María Mercedes Manjón Pinilla y Comunidad Hereditaria formada al fallecimiento de D. Miguel Ángel Viana Gordejuela

(Causa C-90/14)

2014/C 151/15

Lingua processuale: lo spagnolo

Giudice del rinvio

Juzgado de Primera Instancia de Miranda de Ebro.

Parti

Ricorrente: Banco Grupo Cajatres S.A..

Convenuti: María Mercedes Manjón Pinilla, Comunidad Hereditaria formada al fallecimiento de D. Miguel Ángel Viana Gordejuela (eredi pro indiviso a seguito del decesso del sig. M.A. Viana Gordejuela)

Questioni pregiudiziali

1)

Se gli articoli 6, paragrafo 1, e 7, paragrafo 1, della direttiva 93/13/CEE (1) ostino ad una norma, come la Seconda Disposizione Transitoria della legge n. 1/2013 del 14 maggio 2013, che prevede in ogni caso una riduzione del tasso di interesse di mora, a prescindere dal fatto che la clausola relativa agli interessi moratori fosse inizialmente nulla in quanto abusiva.

2)

Se gli articoli 3, paragrafo 1, 4, paragrafo 1, 6, paragrafo 1, e 7, paragrafo 1, della direttiva 93/13 ostino ad una norma nazionale, come l’articolo 114 della legge ipotecaria, che consente al giudice nazionale, in sede di valutazione del carattere abusivo di una clausola determinativa degli interessi di mora, soltanto di accertare se il tasso di interesse pattuito sia superiore al triplo del tasso di interesse legale e non altre circostanze.

1)

Se gli articoli 3, paragrafo 1, 4, paragrafo 1, 6, paragrafo 1, e 7, paragrafo 1, della direttiva 93/13 ostino ad una norma nazionale, come l’articolo 693 della LEC, che consente di esigere anticipatamente la totalità del mutuo per mancato pagamento di tre rate mensili, senza tenere conto di altri fattori quali la durata o l’importo del mutuo o qualsiasi altra causa concorrente rilevante e che, inoltre, condiziona alla volontà del creditore la possibilità di evitare gli effetti di tale esigibilità anticipata, tranne nei casi di ipoteca gravante sull’abitazione principale del debitore del mutuo ipotecario.


(1)  Direttiva 93/13/CEE del Consiglio, del 5 aprile 1993, concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori (GU L 95, pag. 29).


19.5.2014   

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C 151/13


Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Sección Tercera de la Audiencia Provincial de Navarra (Spagna) il 26 febbraio 2014 — Miguel Angel Zurbano Belaza, Antonia Artieda Soria/Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, S.A.

(Causa C-93/14)

2014/C 151/16

Lingua processuale: lo spagnolo

Giudice del rinvio

Audiencia Provincial de Navarra

Parti

Ricorrenti: Miguel Angel Zurbano Belaza, Antonia Artieda Soria

Resistente: Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, S.A.

Questioni pregiudiziali

1)

Se, ove sia stata presentata nel 2009 una domanda da un ente bancario, in esercizio dell’azione personale per reclamare l’importo che esso ritiene dovuto dai suoi clienti a seguito dell’asta dei loro immobili ipotecati, sia applicabile la direttiva 1993/13 (1) allo scopo di esaminare le clausole di un prestito ipotecario stipulato nel 1986, tenendo conto del fatto che sia la terza asta (19 luglio 1993), sia le decisioni dello Juzgado che ha approvato la liquidazione degli interessi (3 luglio 2000) e, in via definitiva, l’offerta per gli immobili posti all’asta (18 luglio 2000) sono posteriori alla pubblicazione della citata direttiva.

2)

Se, ove sia stata presentata nel 2009 una domanda da un ente bancario, in esercizio dell’azione personale per reclamare l’importo che esso ritiene dovuto dai suoi clienti a seguito dell’asta dei loro immobili ipotecati, il giudice nazionale debba interpretare l’articolo 10 della legge n. 26/1984 alla luce della direttiva 1993/13, tenendo conto del fatto che sia la terza asta (19 luglio 1993), sia le decisioni dello Juzgado che ha approvato la liquidazione degli interessi (3 luglio 2000) e, in via definitiva, l’offerta per gli immobili posti all’asta (18 luglio 2000) sono posteriori alla pubblicazione della citata direttiva.

3)

Se il carattere imperativo della regola n. 12 dell’articolo 131 della legge sull’ipoteca, ai fini dell’esclusione di cui all’articolo 1, paragrafo 2, della direttiva 1993/13, riguardi solo il modo in cui si deve procedere nella terza asta, ove il creditore ipotecario eserciti l’azione reale, ma non impedisca al giudice nazionale, ove il creditore ipotecario eserciti successivamente l’azione personale, di valutare se il modo in cui è calcolato l’importo richiesto sia conforme alla normativa dell’Unione.

4)

Se sia in contrasto con la normativa dell’Unione in materia di protezione dei consumatori (articoli 3 e 5 della direttiva 1993/13) che, dopo l’asta delle proprietà ipotecate e la loro aggiudicazione per un importo «irrisorio», un ente bancario presenti posteriormente contro i suoi clienti una domanda in esercizio dell’azione personale, considerata la somma «irrisoria» offerta per gli immobili messi all’asta ai fini della fissazione dell’importo del debito reclamato.

5)

Se, ove sia stata presentata nel 2009 una domanda da un ente bancario, in esercizio dell’azione personale per reclamare l’importo che esso ritiene dovuto dai suoi clienti a seguito dell’asta dei loro immobili ipotecati, che gli sono stati aggiudicati per un prezzo «irrisorio», sia contrario al principio generale di parità di trattamento non tenere conto delle riforme legislative operate dalle leggi nn. 1/2000 e 4/2011.


(1)  Direttiva 93/13/CEE del Consiglio, del 5 aprile 1993, concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori (GU L 95, pag. 29).


19.5.2014   

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C 151/14


Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Juzgado de lo Social no 23 de Madrid (Spagna) l’11 marzo 2014 — Grima Janet Nisttauz Poclava/Jose María Ariza Toledano (Taberna del Marqués)

(Causa C-117/14)

2014/C 151/17

Lingua processuale: lo spagnolo

Giudice del rinvio

Juzgado de lo Social no 23 de Madrid

Parti

Ricorrente: Grima Janet Nisttauz Poclava

Convenuto: Jose María Ariza Toledano (Taberna del Marqués)

Questioni pregiudiziali

1)

Se la normativa nazionale secondo cui il contratto di lavoro a tempo indeterminato di sostegno agli imprenditori comporta un periodo di prova di un anno, durante il quale è consentito il libero licenziamento, sia in contrasto con il diritto dell’Unione e compatibile con il diritto fondamentale garantito dall’articolo 30 della [Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea] (1).

2)

Se il periodo di prova di un anno previsto dal contratto di lavoro a tempo indeterminato di sostegno agli imprenditori sia contrario agli obiettivi e alla disciplina della direttiva 1999/70/CE (2) relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato (clausole 1 e 3).


(1)  GU 2000, C 364, pag. 1.

(2)  GU L 175 pag. 43.


19.5.2014   

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C 151/14


Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dall’Administrativen sad — Varna (Bulgaria) il 14 marzo 2014 — Itales OOD/Direktor na Direktsia «Obzhalvane i danachno-osiguritelna praktika» Varna pri Tsentralno Upravlenie na Natsionalnata Agentsia za Prihodite

(Causa C-123/14)

2014/C 151/18

Lingua processuale: il bulgaro

Giudice del rinvio

Administrativen sad — Varna

Parti

Ricorrente: Itales OOD

Convenuto: Direktor na Direktsia «Obzhalvane i danachno-osiguritelna praktika» Varna pri Tsentralno Upravlenie na Natsionalnata Agentsia za Prihodite

Questioni pregiudiziali

1)

Se l’articolo 168 della direttiva 2006/112/CE (1) del Consiglio, del 28 novembre 2006, relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto debba essere interpretato nel senso che quando vengono venduti beni a un terzo, la loro vendita determina l’insorgenza del diritto alla detrazione anche quando non sia data prova del fatto che il fornitore a monte ha posseduto beni dello stesso tipo.

2)

Se sia conforme alla direttiva e alla giurisprudenza relativa alla sua interpretazione una prassi amministrativa come quella della Natsionalna agentsia po prihodite (Agenzia nazionale delle entrate), secondo la quale l’esercizio del diritto alla detrazione è negato a un soggetto passivo a fini IVA ai sensi dello Zakon za danak varhu dobavenata stoynost (legge sull’imposta sul valore aggiunto) perché manca la prova della provenienza dei beni, ove non sia espresso il sospetto di coinvolgimento in un’evasione fiscale e/o non siano indicate circostanze oggettive sulla base delle quali sia possibile stabilire che il soggetto passivo sapeva o avrebbe dovuto sapere che l’operazione fatta valere a fondamento del diritto alla detrazione si collocava nel quadro di un’evasione fiscale.


(1)  GU L 347, pag. 1.


19.5.2014   

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C 151/15


Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dall’Oberlandesgericht Nürnberg (Germania) il 20 marzo 2014 — Procedimento penale a carico di Zoran Spasic

(Causa C-129/14)

2014/C 151/19

Lingua processuale: il tedesco

Giudice del rinvio

Oberlandesgericht Nürnberg

Parti del procedimento principale

Zoran Spasic

Altra parte: Generalstaatsanwaltschaft Nürnberg

Questioni pregiudiziali

1)

Se l’articolo 54 della Convenzione di applicazione dell’accordo di Schengen (1) sia compatibile con l’articolo 50 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea nella parte in cui esso subordina l’applicazione del principio del ne bis in idem alla condizione che, in caso di condanna, la pena sia stata eseguita o sia effettivamente in corso di esecuzione attualmente o, secondo la legge dello Stato di condanna, non possa più essere eseguita.

2)

Se la suddetta condizione stabilita dall’articolo 54 della Convenzione di applicazione dell’accordo di Schengen sia soddisfatta anche nel caso in cui sia stata data esecuzione solo a una parte (nel caso di specie: alla pena pecuniaria) di una sanzione comminata nello Stato di condanna, composta di due parti autonome (nel caso di specie: la pena detentiva e la pena pecuniaria).


(1)  GU 2000, L 239, pag. 19.


Tribunale

19.5.2014   

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C 151/16


Sentenza del Tribunale del 27 marzo 2014 — Saint-Gobain Glass France e a./Commissione

(Cause T-56/09 e T-73/09) (1)

([«Concorrenza - Intese - Mercato europeo del vetro per automobili - Decisione che constata un’infrazione all’articolo 81 CE - Accordi di suddivisione dei mercati e scambi di informazioni commercialmente sensibili - Regolamento (CE) n. 1/2003 - Eccezione di illegittimità - Ammende - Applicazione retroattiva degli orientamenti per il calcolo dell’importo delle ammende del 2006 - Valore delle vendite - Recidiva - Importo supplementare - Imputabilità del comportamento illecito - Limite massimo dell’ammenda - Fatturato consolidato del gruppo»])

2014/C 151/20

Lingua processuale: il francese

Parti

Ricorrenti: Saint-Gobain Glass France SA (Courbevoie, Francia); Saint-Gobain Sekurit Deutschland GmbH & Co. KG (Aquisgrana, Germania); Saint-Gobain Sekurit France SAS (Thourotte, Francia) (rappresentanti: inizialmente B. van de Walle de Ghelcke, B. Meyring, E. Venot e M. Guillaumond, poi B. Van de Walle de Ghelcke, B. Meyring ed E. Venot, avvocati) (causa T-56/09); e Compagnie de Saint-Gobaine SA (Courbevoie) (rappresentanti: P. Hubert ed E. Durand, avvocati) (causa T-73/09)

Convenuta: Commissione europea (rappresentanti: inizialmente A. Bouquet, F. Castillo de la Torre, M. Kellerbauer e N. von Lingen, poi A. Bouquet, F. Castillo de la Torre, M. Kellerbauer e F. Ronkes Agerbeek, agenti)

Interveniente a sostegno della convenuta: Consiglio dell’Unione europea (rappresentanti: E. Karlsson e F. Florindo Gijón, agenti)

Oggetto

Domande di annullamento della decisione C (2008) 6815 definitivo della Commissione, del 15 novembre 2008, relativa a un procedimento ai sensi dell’articolo 81 [CE] e dell’articolo 53 dell’Accordo SEE (COMP/39-125 — Vetro per automobili), come modificata dalla decisione C (2009) 863 definitivo della Commissione, dell’11 febbraio 2009, e dalla decisione C (2013) 1118 definitivo, del 28 febbraio 2013, nella parte in cui essa riguarda le ricorrenti, nonché in subordine, domanda di annullamento dell’articolo 2 di tale decisione nella parte in cui infligge un’ammenda alle ricorrenti o, in ulteriore subordine, domande di riduzione dell’importo di tale ammenda.

Dispositivo

1)

Le cause T-56/09 e T-73/09 sono riunite ai fini della sentenza.

2)

L’importo dell’ammenda inflitta congiuntamente e solidalmente alla Saint-Gobain Glass France SA, alla Saint-Gobain Sekurit Deutschland GmbH & Co. KG, alla Saint-Gobain Sekurit France SAS e alla Compagnie de Saint-Gobain SA all’articolo 2, lettera b), della decisione C (2008) definitivo della Commissione, del 15 novembre 2008, relativa a un procedimento ai sensi dell’articolo 81 [CE] e dell’articolo 53 dell’Accordo SEE (COMP/39-125 — Vetro per automobili), come modificata dalla decisione C (2009) 863 definitivo della Commissione, dell’11 febbraio 2009, e dalla decisione C (2013) 1118 definitivo, del 28 febbraio 2013, è fissato in EUR 715 milioni.

3)

I ricorsi sono respinti quanto al resto.

4)

Ciascuna parte sopporterà le proprie spese, ad eccezione del Consiglio dell’Unione europea, le cui spese sono poste a carico della Saint-Gobain Glass France, della Saint-Gobain Sekurit Deutschland e della Saint-Gobain Sekurit France.


(1)  GU C 90 del 18.4.2009.


19.5.2014   

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C 151/17


Sentenza del Tribunale del 28 marzo 2014 — Italia/Commissione

(Causa T-117/10) (1)

((«FESR - Riduzione di un contributo finanziario - Programma operativo regionale 2000-2006 per la Regione Puglia (Italia) rientrante nell’obiettivo n. 1 - Gravi insufficienze nei sistemi di gestione o di controllo che possono condurre ad irregolarità a carattere sistematico - Principio di partenariato - Proporzionalità - Articolo 39, paragrafo 3, lettera b), del regolamento (CE) n. 1260/1999 - Articoli 4, 8, 9 e 10 del regolamento (CE) n. 438/2001 - Obbligo di motivazione - Incompetenza»))

2014/C 151/21

Lingua processuale: l'italiano

Parti

Ricorrente: Repubblica italiana (rappresentanti: G. Palmieri, agente, assistita da P. Gentili, avvocato dello Stato)

Convenuta: Commissione europea (rappresentanti: A. Steiblytė e D. Recchia, agenti)

Oggetto

Domanda di annullamento della decisione C (2009) 10350 def. della Commissione, del 22 dicembre 2009, relativa alla soppressione di una parte della partecipazione del Fondo europeo di sviluppo regionale destinata alla Repubblica italiana in attuazione della decisione C (2000) 2349 della Commissione, dell’8 agosto 2000, recante approvazione del programma operativo regionale POR Puglia, per il periodo 2000-2006, a titolo dell’obiettivo n. 1

Dispositivo

1)

Il ricorso è respinto.

2)

La Repubblica italiana sopporterà le proprie spese nonché quelle sostenute dalla Commissione europea.


(1)  GU C 148 del 5.6.2010.


19.5.2014   

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C 151/17


Sentenza del Tribunale del 27 marzo 2014 — Intesa Sanpaolo/UAMI — equinet Bank (EQUITER)

(Causa T-47/12) (1)

([«Marchio comunitario - Opposizione - Domanda di marchio comunitario figurativo EQUITER - Marchio comunitario denominativo anteriore EQUINET - Impedimento relativo alla registrazione - Uso effettivo del marchio anteriore - Articolo 42, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 207/2009 - Obbligo di motivazione»])

2014/C 151/22

Lingua processuale: l'inglese

Parti

Ricorrente: Intesa Sanpaolo SpA (Torino, Italia) (rappresentanti: P. Pozzi, G. Ghisletti e F. Braga, avvocati)

Convenuto: Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) (rappresentanti: P. Bullock, agente)

Controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso dell’UAMI: equinet Bank AG (Francoforte sul Meno, Germania)

Oggetto

Ricorso proposto contro la decisione della prima commissione di ricorso dell’UAMI del 6 ottobre 2011 (procedimento R 2101/2010-1), relativa ad un procedimento di opposizione tra la equinet Bank AG e l’Intesa Sanpaolo SpA

Dispositivo

1)

La decisione della prima commissione di ricorso dell’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) (UAMI) del 6 ottobre 2011 (procedimento R 2101/2010-1) è annullata.

2)

L’UAMI sopporterà le proprie spese e quelle sostenute dall’Intesa Sanpaolo SpA.


(1)  GU C 109 del 14.4.2012.


19.5.2014   

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C 151/18


Sentenza del Tribunale del 2 aprile 2014 — Ben Ali/Consiglio

(Causa T-133/12) (1)

((«Politica estera e di sicurezza comune - Misure restrittive adottate nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Tunisia - Congelamento di capitali - Base giuridica - Diritto di proprietà - Articolo 17, paragrafo 1, della Carta dei diritti fondamentali - Modulazione nel tempo degli effetti di un annullamento - Responsabilità extracontrattuale - Assenza di danno materiale»))

2014/C 151/23

Lingua processuale: il francese

Parti

Ricorrente: Mehdi Ben Tijani Ben Haj Hamda Ben Haj Hassen Ben Ali (Saint-Étienne-du-Rouvray, Francia) (rappresentante: A. de Saint Remy, avvocato)

Convenuto: Consiglio dell'Unione europea (rappresentanti: G. Étienne e S. Kyriakopolou, agenti)

Interveniente a sostegno del convenuto: Commissione europea (rappresentanti: É. Cujo e M. Konstantinidis, agenti)

Oggetto

Da un lato, una domanda di annullamento della decisione 2012/50/PESC del Consiglio, del 27 gennaio 2012, che modifica la decisione 2011/72 concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Tunisia (GU L 27, p. 11), nella parte in cui tale decisione riguarda il ricorrente e dall’altro, una domanda di risarcimento del danno

Dispositivo

1)

L’allegato alla decisione 2011/72/PESC del Consiglio, del 31 gennaio 2011, concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità in considerazione della situazione in Tunisia, come modificata dalla decisione di esecuzione 2011/79/PESC del Consiglio, del 4 febbraio 2011, che attua la decisione 2011/72,è annullato nella parte in cui tale allegato è stato prorogato dalla decisione 2012/50/PESC del Consiglio, del 27 gennaio 2012, che modifica la decisione 2011/72, e menziona il nome del sig. Mehdi Ben Tijani Ben Haj Hamda Ben Haj Hassen Ben Ali.

2)

Gli effetti dell’allegato alla decisione 2011/72, come modificato dalla decisione di esecuzione 2011/79 e prorogato dalla decisione 2012/50, nei confronti del sig. Ben Tijani Ben Haj Hamda Ben Haj Hassen Ben Ali, sono mantenuti fino allo scadere del termine di impugnazione della presente sentenza o, qualora un’impugnazione sia proposta entro tale termine, fino al rigetto di quest’ultima.

3)

Il ricorso è respinto quanto al resto.

4)

Il Consiglio dell’Unione europea è condannato a sopportare, oltre alle proprie spese, anche le spese sostenute dal sig. Ben Tijani Ben Haj Hamda Ben Haj Hassen Ben Ali.

5)

La Commissione europea sopporterà le proprie spese.


(1)  GU C 165, del 9.6.2012.


19.5.2014   

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C 151/19


Sentenza del Tribunale 27 marzo 2014 — Oracle America/UAMI — Aava Mobile (AAVA MOBILE)

(Causa T-554/12) (1)

([«Marchio comunitario - Opposizione - Domanda di marchio comunitario denominativo AAVA MOBILE - Marchio comunitario denominativo anteriore JAVA - Impedimento relativo alla registrazione - Assenza di rischio di confusione - Articolo 8, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (CE) n. 207/2009 - Assenza di rischio di associazione - Nesso tra i segni - Notorietà - Assenza di somiglianza dei segni - Articolo 8, paragrafo 5, del regolamento n. 207/2009»])

2014/C 151/24

Lingua processuale: l’inglese

Parti

Ricorrente: Oracle America, Inc. (Wilmington, Delaware, Stati Uniti) (rappresentanti: M. Graf e T. Heydn, avvocati)

Convenuto: Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) (rappresentanti: inizialmente F. Mattina e P. Bullock, agenti)

Controinteressata nel procedimento dinanzi alla commissione di ricorso dell’UAMI: Aava Mobile Oy (Oulu, Finlandia)

Oggetto

Ricorso proposto avverso la decisione della seconda commissione di ricorso dell’UAMI (procedimento R 1205/2011-2), del 9 ottobre 2012, relativa a un procedimento d’opposizione tra la Oracle America, Inc. e la Aava Mobile Oy.

Dispositivo

1)

Il ricorso è respinto.

2)

La Oracle America, Inc. è condannata alle spese.


(1)  GU C 63 del 2.3.2013.


19.5.2014   

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C 151/19


Ordinanza del Tribunale del 25 marzo 2014 — Hawe Hydraulik/UAMI — HaWi Energietechnik (HAWI)

(Causa T-347/13) (1)

((«Marchio comunitario - Opposizione - Ritiro della domanda di registrazione - Non luogo a provvedere»))

2014/C 151/25

Lingua processuale: il tedesco

Parti

Ricorrente: Hawe Hydraulik SE (Monaco di Baviera, Germania) (rappresentanti: G. Würtenberger e R. Kunze, avvocati)

Convenuto: Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) (rappresentante: A. Poch, agente)

Controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso dell’UAMI: HaWi Energietechnik AG (Eggenfelden, Germania)

Oggetto

Ricorso proposto contro la decisione della quarta commissione di ricorso dell’UAMI del 26 aprile 2013 (procedimento R 1690/2012-4), relativa a un procedimento di opposizione tra la Hawe Hydraulik SE e la HaWi Energietechnik AG.

Dispositivo

1)

Non vi è più luogo a provvedere sul ricorso.

2)

La ricorrente è condannata a sopportare le proprie spese, nonché le spese della convenuta.


(1)  GU C 252 del 31.8.2013.


19.5.2014   

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C 151/20


Ricorso proposto il 31 dicembre 2013 — Invivo/OLAF

(Causa T-690/13)

2014/C 151/26

Lingua processuale: l’inglese

Parti

Ricorrente: Invivo Ltd (Abinsk, Russia) (rappresentante: T. Huopalainen, avvocato)

Convenuto: Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF)

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

valutare la legittimità della carenza del convenuto, al quale la ricorrente aveva preventivamente richiesto di agire, nel procedimento OF/2013/0902;

ordinare al convenuto di agire.

Motivi e principali argomenti

A sostegno del ricorso, la ricorrente deduce un unico motivo, con cui si censura un’astensione dal pronunciarsi, ai sensi dell’articolo 265 TFUE, in quanto gli interessi finanziari dell’UE risultano lesi, a termini dell’articolo 1 del regolamento (CE) n. 1073/1999 (1), qualora l’agenzia nazionale che concede l’aiuto riceva la maggior parte dei propri fondi dall’UE e qualora nell’asserita frode siano coinvolti soggetti giuridici di almeno due Stati membri.


(1)  Regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 1999, relativo alle indagini svolte dall'Ufficio per la lotta antifrode (OLAF) (GU L 136, pag. 1).


19.5.2014   

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C 151/20


Ricorso proposto il 10 febbraio 2014 — Schniga/UCVV- Brookfield New Zealand (Gala Schnitzer)

(Causa T-91/14)

2014/C 151/27

Lingua in cui è stato redatto il ricorso: l'inglese

Parti

Ricorrente: Schniga GmbH (Bolzano, Italia) (rappresentanti: G. Würtenberger e R. Kunze, avvocati)

Convenuto: Ufficio comunitario delle varietà vegetali (UCVV)

Controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso: Brookfield New Zealand Ltd (Havelock North, Nuova Zelanda)

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la decisione datata 20 settembre 2013 della commissione di ricorso dell’Ufficio comunitario delle varietà vegetali nel procedimento A 004/2007;

condannare il convenuto alle spese del procedimento.

Motivi e principali argomenti

Richiedente la privativa comunitaria per ritrovati vegetali: Schniga GmbH

Privativa comunitaria per ritrovati vegetali di cui trattasi: Gala Schnitzer- privativa comunitaria per ritrovati vegetali n. UE 18759

Decisione del comitato dell’UCVV: concessione della privativa comunitaria per ritrovati vegetali

Decisione della commissione di ricorso: dichiarare il ricorso fondato ed annullare la decisione impugnata

Motivi dedotti: violazione degli articoli 61, paragrafo 1, lettera b), 55, paragrafo 4, 59, paragrafo 3 e 62 del regolamento del Consiglio n. 2100/94.


19.5.2014   

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C 151/21


Ricorso proposto il 10 febbraio 2014 — Schniga/UCVV — Elaris (Gala Schnitzer)

(Causa T-92/14)

2014/C 151/28

Lingua in cui è stato redatto il ricorso: l'inglese

Parti

Ricorrente: Schniga GmbH (Bolzano, Italia) (rappresentanti: G. Würtenberger e R. Kunze, avvocati)

Convenuto: Ufficio comunitario delle varietà vegetali (UCVV)

Controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso: Elaris SNC (Angers, Francia)

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la decisione datata 20 settembre 2013 della commissione di ricorso dell’Ufficio comunitario delle varietà vegetali nel procedimento A 003/2007;

condannare il convenuto alle spese del procedimento.

Motivi e principali argomenti

Richiedente la privativa comunitaria per ritrovati vegetali: Schniga GmbH

Privativa comunitaria per ritrovati vegetali di cui trattasi: Gala Schnitzer — privativa comunitaria per ritrovati vegetali n. UE 18759

Decisione del comitato dell’UCVV: concessione della privativa comunitaria per ritrovati vegetali

Decisione della commissione di ricorso: dichiarare il ricorso fondato ed annullare la decisione impugnata

Motivi dedotti: violazione degli articoli 61, paragrafo 1, lettera b), 55, paragrafo 4, 59, paragrafo 3 e 62 del regolamento del Consiglio n. 2100/94


19.5.2014   

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C 151/22


Impugnazione proposta il 17 febbraio 2014 dalla Commissione europea avverso la sentenza del Tribunale della funzione pubblica dell’11 dicembre 2013, causa F-130/11, Verile e Gjergji/Commissione

(Causa T-104/14 P)

2014/C 151/29

Lingua processuale: il francese

Parti

Ricorrente: Commissione europea (rappresentanti: J. Currall, D. Martin e G. Gattinara, agenti)

Controinteressati nel procedimento: Marco Verile (Cadrezzate, Italia) e Anduela Gjergji (Bruxelles, Belgio)

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la sentenza del Tribunale della funzione pubblica dell’11 dicembre 2013, causa F-130/11, Verile e Gjergji/Commissione;

decidere che ciascuna parte sopporterà le proprie spese relative al presente procedimento;

condannare il sig. Verile e la sig.ra Gjergji alle spese del procedimento dinanzi al Tribunale della funzione pubblica.

Motivi e principali argomenti

A sostegno del suo ricorso, la ricorrente deduce quattro motivi.

1.

Primo motivo, relativo ad una violazione della nozione di atto arrecante pregiudizio poiché il TFP avrebbe dichiarato ricevibile il ricorso in primo grado, qualificando come atto arrecante pregiudizio la proposta della Commissione agli interessati sul numero delle annualità da bonificare nell’ambito del trasferimento dei loro diritti a pensione ai sensi dell’articolo 11, paragrafo 2, dell’allegato VIII allo statuto dei funzionari dell’Unione europea (concernente i punti da 37 a 55 della sentenza impugnata).

2.

Secondo motivo, relativo al fatto che il TFP avrebbe illecitamente rilevato d’ufficio l’eccezione d’illegittimità delle disposizioni generali di esecuzione sul trasferimento dei diritti a pensione adottate nel 2011. La Commissione fa valere che tale motivo non è stato sollevato espressamente dai ricorrenti in primo grado e non è stato inoltre soggetto ad un dibattito in contraddittorio (riguardante i punti 72 e 73 della sentenza impugnata).

3.

Terzo motivo, vertente su errori di diritto commessi dal TFP nell’interpretazione dell’articolo 11 dell’allegato VIII allo statuto dei funzionari dell’Unione europea e delle disposizioni relative al trasferimento dei diritti a pensione (concernente i punti da 74 a 98, 106, 109 e 110 della sentenza impugnata). La Commissione fa valere che, considerando che la nozione di «capitale attualizzato» di cui all’articolo 11, paragrafo 2, di detto allegato VIII è diversa dalla nozione di «equivalente attuariale» prevista all’articolo 11, paragrafo 1, e definita all’articolo 8 di detto allegato VIII, il TFP si è limitato ad un’interpretazione letterale per giungere a conclusioni atte a determinare forti disparità di trattamento tra funzionari che hanno chiesto un trasferimento «in» e funzionari che hanno chiesto un trasferimento «out» dei loro diritti a pensione. La Commissione sostiene che l’interpretazione fatta dal TFP è incompatibile sia con le esigenze di equilibrio finanziario del regime pensionistico dell’Unione europea sia con il diritto di proprietà dei funzionari che chiedono un trasferimento «in».

4.

Quarto motivo, relativo al fatto che il TFP avrebbe commesso errori di diritto, considerando che i diritti dei ricorrenti in primo grado in materia di trasferimento dei loro diritti a pensione erano già «interamente costituiti» al momento dell’entrata in vigore delle disposizioni generali di esecuzione sul trasferimento dei diritti a pensione adottate nel 2011, poiché solo la decisione finale di bonifica definirebbe i diritti a pensione trasferiti (riguardante i punti da 99 a 108 della sentenza impugnata).


19.5.2014   

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C 151/23


Ricorso proposto il 17 febbraio 2014 — Cargill/Consiglio

(Causa T-117/14)

2014/C 151/30

Lingua processuale: l’inglese

Parti

Ricorrente: Cargill SACI (Buenos Aires, Argentina) (rappresentanti: J. Bellis e R. Luff, avvocati)

Convenuto: Consiglio dell’Unione europea

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare il regolamento di esecuzione (UE) n. 1194/2013 del Consiglio, del 19 novembre 2013 , che istituisce un dazio antidumping definitivo e dispone la riscossione definitiva del dazio provvisorio istituito sulle importazioni di biodiesel originario di Argentina e Indonesia (GU L 315, pag. 2), nella parte in cui riguarda la ricorrente; e

condannare il convenuto alle spese.

Motivi e principali argomenti

A sostegno del ricorso, la ricorrente deduce tre motivi.

1.

Primo motivo, vertente sull’errore manifesto di valutazione dei fatti commesso dalle istituzioni, in quanto esse hanno ravvisato una distorsione dei prezzi della soia e dell’olio di soia che giustificava l’applicazione dell’articolo 2, paragrafo 5, secondo comma, del regolamento di base antidumping (1).

2.

Secondo motivo, vertente sull’inapplicabilità del secondo comma dell’articolo 2, paragrafo 5, del regolamento di base antidumping, come interpretato dalle istituzioni nel caso di specie, alle importazioni provenienti da un membro dell’OMC, in quanto esso non è conforme all’accordo antidumping dell’OMC.

3.

Terzo motivo, vertente sull’omessa valutazione, in sede di determinazione del pregiudizio, di fattori che interrompono il nesso causale tra l’affermato pregiudizio e le importazioni asseritamente oggetto di dumping, in violazione dell’articolo 3, paragrafo 7, del regolamento di base antidumping.


(1)  Regolamento (CE) n. 1225/2009 del Consiglio, del 30 novembre 2009, relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri della Comunità europea (GU L 343, pag. 51).


19.5.2014   

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C 151/23


Ricorso proposto il 17 febbraio 2014 — LDC Argentina/Consiglio

(Causa T-118/14)

2014/C 151/31

Lingua processuale: l’inglese

Parti

Ricorrente: LDC Argentina SA (Buenos Aires, Argentina) (rappresentanti: J. Bellis e R. Luff, avvocati)

Convenuto: Consiglio dell’Unione europea

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare il regolamento di esecuzione (UE) n. 1194/2013 del Consiglio, del 19 novembre 2013, che istituisce un dazio antidumping definitivo e dispone la riscossione definitiva del dazio provvisorio istituito sulle importazioni di biodiesel originario di Argentina e Indonesia (GU L 315, pag. 2), nella parte in cui riguarda la ricorrente; e

condannare il convenuto alle spese.

Motivi e principali argomenti

A sostegno del ricorso, la ricorrente deduce tre motivi.

1.

Primo motivo, vertente sull’errore manifesto di valutazione dei fatti commesso dalle istituzioni, in quanto esse hanno ravvisato una distorsione dei prezzi della soia e dell’olio di soia che giustificava l’applicazione dell’articolo 2, paragrafo 5, secondo comma, del regolamento di base antidumping (1).

2.

Secondo motivo, vertente sull’inapplicabilità del secondo comma dell’articolo 2, paragrafo 5, del regolamento di base antidumping, come interpretato dalle istituzioni nel caso di specie, alle importazioni provenienti da un membro dell’OMC, in quanto esso non è conforme all’accordo antidumping dell’OMC.

3.

Terzo motivo, vertente sull’omessa valutazione, in sede di determinazione del pregiudizio, di fattori che interrompono il nesso causale tra l’affermato pregiudizio e le importazioni asseritamente oggetto di dumping, in violazione dell’articolo 3, paragrafo 7, del regolamento di base antidumping.


(1)  Regolamento (CE) n. 1225/2009 del Consiglio, del 30 novembre 2009, relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri della Comunità europea (GU L 343, pag. 51).


19.5.2014   

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C 151/24


Ricorso proposto il 18 febbraio 2014 — Carbio/Consiglio

(Causa T-119/14)

2014/C 151/32

Lingua processuale: l'inglese

Parti

Ricorrente: Cámara Argentina de Biocombustibles (Carbio) (Buenos Aires, Argentina) (rappresentanti: J. Bellis e R. Luff, avvocati)

Convenuto: Consiglio dell’Unione europea

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare il regolamento di esecuzione (UE) n. 1194/2013 del Consiglio, del 19 novembre 2013, che istituisce un dazio antidumping definitivo e dispone la riscossione definitiva del dazio provvisorio istituito sulle importazioni di biodiesel originario di Argentina e Indonesia (GU L 315, pag. 2), nella parte in cui esso riguarda la ricorrente; e

condannare il convenuto alle spese.

Motivi e principali argomenti

A sostegno del ricorso, la ricorrente deduce tre motivi.

1.

Primo motivo, vertente sull’errore manifesto commesso dalle Istituzioni nella valutazione dei fatti, nel ritenere che ci fosse una distorsione dei prezzi della soia e dell’olio di soia che giustificava l’applicazione del secondo comma dell’articolo 2, paragrafo 5, del regolamento antidumping di base (1).

2.

Secondo motivo, vertente sull’inapplicabilità del secondo comma dell’articolo 2, paragrafo 5, del regolamento antidumping di base, come interpretato dalle Istituzioni nella presente fattispecie, alle importazioni provenienti da un membro dell’OMC, in quanto incompatibile con l’accordo antidumping dell’OMC.

3.

Terzo motivo, vertente sulla circostanza che l’accertamento del pregiudizio non prenderebbe in considerazione fattori che interrompono il nesso di causalità tra il preteso pregiudizio e le importazioni assertivamente oggetto di dumping, in violazione dell’articolo 3, paragrafo 7, del regolamento antidumping di base.


(1)  Regolamento (CE) n. 1225/2009 del Consiglio, del 30 novembre 2009, relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri della Comunità europea (GU L 343, pag. 51).


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C 151/25


Ricorso presentato il 21 febbraio 2014 — Daimler/Commissione

(Causa T-128/14)

2014/C 151/33

Lingua processuale: il tedesco

Parti

Ricorrente: Daimler AG (Stoccarda, Germania) (rappresentanti: avv.ti C. Arhold, B. Schirmer e N. Wimmer)

Convenuta: Commissione europea

Conclusioni

La ricorrente conclude che il Tribunale voglia:

annullare la decisione della convenuta del 13 dicembre 2013 — SG.B.5/MF/rc — sg.dsg1.b.5(2013) 3963453 — GESTDEM 2013/4643;

condannare la convenuta alle spese.

Motivi e principali argomenti

La ricorrente impugna la decisione della Commissione in merito alla richiesta di accesso ai documenti presentata dalla ricorrente in via di subordine con riguardo al procedimento ex articolo 29 della direttiva 2007/46/CE (1) a seguito del diniego della Repubblica francese di omologare taluni veicoli della ricorrente.

A sostegno del ricorso, la ricorrente deduce quanto segue:

1.

Violazione del diritto di accesso ai documenti

La ricorrente deduce al riguardo che la Commissione erroneamente ha negato il diritto della ricorrente di accedere ai documenti ai sensi dell’articolo 41, paragrafo 2, lettera b), della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Essa sostiene di essere direttamente ed individualmente interessata dal procedimento ex articolo 29 della direttiva 2007/46. Conseguentemente le spetterebbe il diritto di accesso ai documenti che la riguardano quale presupposto necessario per l’effettivo esercizio del proprio diritto fondamentale di ricorso giurisdizionale.

2.

Violazione dei diritti della ricorrente ai sensi della convenzione di Århus (2)

La ricorrente fa valere al riguardo la violazione della Convenzione di Århus in combinato con il regolamento (CE) n. 1367/2006 (3). Per quanto attiene ai documenti, ai quali la ricorrente chiede di avere accesso, si tratterebbe di informazioni riguardanti l’ambiente. Un diniego per motivi di tutela di indagini in corso risulterebbe del tutto infondato tanto in fatto quanto in diritto; in particolare, il diniego risulterebbe in contrasto con il dettato della Convenzione di Århus.

3.

Violazione del diritto di accesso ai documenti ex articolo 42 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, articolo 15, paragrafo 3, TFUE e ai sensi del regolamento (CE) n. 1049/2001 (4)

A parere della ricorrente, la decisione impugnata viola l’articolo 2, paragrafo 1, del regolamento n. 1049/2001 e, conseguentemente, l’articolo 45, paragrafo 3, TFUE nonché l’articolo 42 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, atteso che la ricorrente ha il diritto di accedere ai documenti richiesti senza che sussistano motivi di diniego.

In tale contesto la ricorrente deduce che la Commissione, venendo meno ai propri obblighi, avrebbe omesso di procedere a un esame individuale e concreto dei documenti richiesti, fondando erroneamente la propria decisione di diniego su una deroga di natura generica. Inoltre, sussisterebbe un prevalente interesse pubblico alla diffusione dei documenti de quibus, cosa che la Commissione avrebbe illegittimamente ignorato. La Commissione omesso di procedere alla ponderazione postulata dall’articolo 4 del regolamento n. 1049/2001 richiamandosi genericamente a motivi di tutela degli obiettivi delle indagini.

4.

Violazione dell’articolo 296, paragrafo 2, TFUE nonché dell’articolo 41, paragrafo 2, lettera c), della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

A tal riguardo la ricorrente deduce che la Commissione non ha sufficientemente fondato la propria decisione su uno degli elementi di cui all’articolo 296, paragrafo 2, TFUE nonché all’articolo 41, paragrafo 2, lettera c), della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.


(1)  Direttiva 2007/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 settembre 2007, che istituisce un quadro per l’omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli (direttiva quadro) (GU L 263, pag. 1).

(2)  Convenzione, firmata il 25 giugno 1998 a Århus, sull’accesso alle informazioni, la partecipazione pubblica ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale.

(3)  Regolamento (CE) n. 1367/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 settembre 2006, sull'applicazione alle istituzioni e agli organi comunitari delle disposizioni della convenzione di Aarhus sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale (GU L 264, pag. 13).

(4)  Regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2001, relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione (GU L 145, pag. 43).


19.5.2014   

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C 151/26


Ricorso proposto il 19 febbraio 2014 — PT Wilmar Bioenergi Indonesia e PT Wilmar Nabati Indonesia/Consiglio

(Causa T-139/14)

2014/C 151/34

Lingua processuale: l'inglese

Parti

Ricorrenti: PT Wilmar Bioenergi Indonesia (Kodya Dumai, Indonesia) e PT Wilmar Nabati Indonesia (Medan, Indonesia) (rappresentante: P. Vander Schueren, avvocato)

Convenuto: Consiglio dell’Unione europea

Conclusioni

Le ricorrenti chiedono che il Tribunale voglia:

annullare il regolamento di esecuzione (UE) n. 1194/2013 del Consiglio, del 19 novembre 2013, che istituisce un dazio antidumping definitivo e dispone la riscossione definitiva del dazio provvisorio istituito sulle importazioni di biodiesel originario di Argentina e Indonesia (GU L 315, pag. 2), nella parte in cui esso impone un dazio antidumping alle ricorrenti; e

condannare il convenuto alle spese sostenute dalle ricorrenti.

Motivi e principali argomenti

A sostegno del ricorso, le ricorrenti deducono undici motivi.

1.

Primo motivo, vertente sul fatto che le istituzioni dell’Unione europea hanno agito in contrasto con il regolamento di base (1), in quanto i costi non sono stati calcolati sulla base dei documenti contabili tenuti dai produttori/esportatori del prodotto sottoposto a inchiesta e dai produttori sottoposti a inchiesta.

2.

Secondo motivo, vertente sulla violazione del regolamento di base, in quanto il valore normale costruito comprende costi non associati alla produzione e alla vendita del prodotto di cui trattasi.

3.

Terzo motivo, vertente sul fatto che la Commissione europea ha agito in contrasto con il regolamento di base, poiché ha tenuto conto di costi basati sui prezzi di riferimento internazionale anziché dei costi nel paese di origine (Indonesia).

4.

Quarto motivo, vertente su violazioni del regolamento di base, perché il valore normale è stato costruito senza che sussistesse una particolare situazione di mercato per il prodotto in esame.

5.

Quinto motivo, vertente sull’inapplicabilità dell’articolo 2, paragrafo 5, del regolamento di base, in quanto esso sarebbe in contrasto con l’articolo 2.2.2, paragrafo 1, dell’accordo antidumping qualora consentisse un’eccezione all’obbligo di utilizzare il costo di produzione nel paese di origine nella costruzione del valore normale.

6.

Sesto motivo, vertente sul fatto che il regolamento n. 1194/2013 del Consiglio è viziato da un errore manifesto di valutazione in diritto e in fatto, poiché il prezzo effettivo pagato dai produttori di biodiesel per l’olio di palma greggio (CPO) non è regolato dal governo in modo tale che il prezzo effettivo pagato possa essere rifiutato.

7.

Settimo motivo, vertente sul fatto che il regolamento n. 1194/2013 del Consiglio viola il regolamento di base, in quanto, poiché non si è tenuto debitamente conto delle differenze che incidono sulla comparabilità dei prezzi, non è stato fatto un equo confronto tra il valore normale e il prezzo all'esportazione.

8.

Ottavo motivo, vertente su un errore manifesto di valutazione nell’applicazione dell’adeguamento del costo, per il quale è stata utilizzata la materia prima sbagliata nel caso delle ricorrenti.

9.

Nono motivo, vertente sul fatto che il regolamento n. 1194/2013 del Consiglio è viziato da un errore manifesto di valutazione per aver adeguato il costo del CPO fornito da produttori di CPO collegati perché ritenuto non conforme al principio di piena concorrenza, senza esaminare i fatti, ma esclusivamente sulla base dell’asserito impatto della tassa all’esportazione sui prezzi di CPO.

10.

Decimo motivo, vertente sul fatto che il regolamento n. 1194/2013 del Consiglio si fonda su un errore manifesto di valutazione, in primo luogo, perché ha negato l’utilizzo del margine di profitto sul mercato interno per le vendite di prodotti facenti parte della stessa categoria generale del biodiesel, adducendo che tali vendite non erano effettuate nel corso di normali operazioni commerciali e, in secondo luogo, perché la ragionevolezza del margine di profitto è stata valutata in base a un tasso di interesse sui finanziamenti a lungo termine piuttosto che a breve o a medio termine.

11.

Undicesimo motivo, vertente sul fatto che il regolamento n. 1194/2013 del Consiglio si fonda su un errore manifesto di valutazione, avendo negato la determinazione dell’equo margine di profitto adducendo che l’uso della redditività del capitale per tale determinazione non sarebbe pertinente per le società commerciali, essendo queste imprese di servizi senza significativi investimenti di capitale, il che non tiene erroneamente conto del fatto che le società commerciali hanno bisogno di capitale circolante per esercitare le loro attività.


(1)  Regolamento (CE) n. 1225/2009 del Consiglio, del 30 novembre 2009, relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri della Comunità europea, (GU L 343, pag. 51), in prosieguo: «il regolamento di base».


19.5.2014   

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C 151/28


Ricorso proposto il 17 marzo 2014 — Ferring/UAMI — Kora Corporation (Koragel)

(Causa T-169/14)

2014/C 151/35

Lingua in cui è stato redatto il ricorso: l’inglese

Parti

Ricorrente: Ferring BV (Hoofdorp, Paesi Bassi) (rappresentante: A. Thünker, avvocato)

Convenuto: Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli).

Controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso: Kora Corporation Ltd (Swords, Irlanda)

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la decisione della quarta commissione di ricorso dell’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) del 13 gennaio 2014 resa nel procedimento R 721/2013-4;

condannare il convenuto e la controinteressata, in caso di suo intervento, alle spese.

Motivi e principali argomenti

Richiedente il marchio comunitario: la controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso.

Marchio comunitario di cui trattasi: il marchio denominativo «Koragel» per prodotti della classe 5 — Domanda di marchio comunitario n. 10 490 027.

Titolare del marchio o del segno su cui si fonda l’opposizione: la ricorrente.

Marchio e segno su cui si fonda l’opposizione: il marchio denominativo «CHORAGON» per prodotti della classe 5 — Registrazione di marchio comunitario n. 8 695 314.

Decisione della divisione d’opposizione: il rigetto dell’opposizione.

Decisione della commissione di ricorso: il rigetto dell’appello.

Motivi dedotti: la violazione dell’articolo 8, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (CE) n. 207/2009 sul marchio comunitario (RMC).


19.5.2014   

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C 151/28


Ricorso proposto il 20 marzo 2014 — Léon Van Parys/Commissione

(Causa T-171/14)

2014/C 151/36

Lingua processuale: il neerlandese

Parti

Ricorrente: Firma Léon Van Parys NV (Anversa, Belgio) (rappresentanti: P. Vlaemminck, B. Van Vooren e R. Verbeke, avvocati)

Convenuta: Commissione europea

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la lettera della Commissione del 24 gennaio 2014 con cui essa comunica che il termine per la trattazione viene prorogato ai sensi dell’articolo 907 del regolamento (CEE) n. 2454/93;

dichiarare che l’articolo 909 del regolamento (CEE) n. 2454/93 era pienamente applicabile a vantaggio della ricorrente secondo la sentenza del Tribunale T-324/10 del 19 marzo 2013, relativa al caso REM/REC 07/07;

condannare la Commissione alle spese.

Motivi e principali argomenti

A sostegno del ricorso, la ricorrente deduce due motivi.

1.

Primo motivo, vertente sulla violazione degli articoli 907 e 909 del regolamento n. 2454/93 (1) nonché della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e in particolare dell’articolo 41 concernente il diritto ad una buona amministrazione.

La sentenza del Tribunale del 19 marzo 2013, Firma Van Parys/Commissione, T-324/10, ha annullato ex tunc la decisione della Commissione C(2010) 2858, per cui il termine per la trattazione di nove mesi era già scaduto e la Commissione non poteva pertanto più decidere sulla domanda di sgravio.

Sussiste quantomeno una incompetenza della Commissione nella misura in cui i suoi atti vanno oltre quanto necessario per conformare la sua decisione parzialmente annullata alla sentenza del Tribunale del 19 marzo 2013, nella causa T-324/10. La Commissione viola in tal modo l’articolo 266, paragrafo 1, TFUE con riferimento alla sua competenza quanto all’adozione di misure di attuazione di sentenze del Tribunale.

2.

Secondo motivo, vertente sulla violazione dell’articolo 907 del regolamento n. 2454/93 nonché della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e in particolare dell’articolo 41 concernente il diritto ad una buona amministrazione, in quanto la Commissione si è avvalsa illegittimamente della possibilità di richiedere informazioni ai sensi dell’articolo 907 del regolamento n. 2454/93 per eludere o perlomeno procrastinare una futura applicazione dell’articolo 909 del regolamento n. 2454/93.


(1)  Regolamento (CEE) n. 2454/93 della Commissione del 2 luglio 1993che fissa talune disposizioni d'applicazione del regolamento (CEE) n. 2913/92 del Consiglio che istituisce il codice doganale comunitario (GU L 253, pag. 1).


19.5.2014   

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C 151/29


Ricorso proposto il 20 marzo 2014 — Nürburgring/UAMI — Biedermann (Nordschleife)

(Causa T-181/14)

2014/C 151/37

Lingua in cui è redatto il ricorso: il tedesco

Parti

Ricorrente: Nürburgring GmbH (Nürburg, Germania) (rappresentanti: M. Viefhues e C. Giersdorf, avvocati)

Convenuto: Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli)

Controinteressato dinanzi alla commissione di ricorso: Lutz Biedermann (Villingen-Schwenningen, Germania)

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la decisione della quarta commissione di ricorso dell’Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) del 20 gennaio 2014, procedimento R 163/2013-4;

condannare il convenuto ed eventualmente gli altri interessati alle spese del procedimento.

Motivi e principali argomenti

Richiedente il marchio comunitario: la ricorrente

Marchio comunitario di cui trattasi: il marchio denominativo «Nordschleife» per prodotti e servizi delle classi da 2 a 4, 6, 9, 11, 12, 14, 16, 18, 21, 22, da 24 a 30, da 32 a 34, 39, 41 e 43 — Domanda di marchio comunitario n. 7 379 399

Titolare del marchio o del segno su cui si fonda l’opposizione: Lutz Biedermann

Marchio e segno su cui si fonda l’opposizione: il marchio denominativo nazionale «Management by Nordschleife» per prodotti e servizi delle classi 6, 9, 16, 25, 28 e 41

Decisione della divisione d'opposizione: accoglimento parziale dell’opposizione

Decisione della commissione di ricorso: rigetto del ricorso

Motivi dedotti: violazione dell’articolo 8, paragrafo 1, lettera b), del regolamento n. 207/2009


19.5.2014   

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C 151/30


Ricorso proposto il 20 marzo 2014 — Sonova Holding/UAMI (Flex)

(Causa T-187/14)

2014/C 151/38

Lingua processuale: l’inglese

Parti

Ricorrente: Sonova Holding AG (Stäfa, Svizzera) (rappresentante: C. Hawkes, solicitor)

Convenuto: Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli)

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la decisione della seconda commissione di ricorso dell’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) del 12 dicembre 2013, procedimento R 357/2013-2.

Motivi e principali argomenti

Marchio comunitario di cui trattasi: il marchio denominativo «Flex», per prodotti della classe 10 — domanda di marchio comunitario n. 10 866 887

Decisione dell’esaminatore: marchio richiesto considerato non registrabile

Decisione della commissione di ricorso: rigetto del ricorso

Motivi dedotti: violazione dell’articolo 7, paragrafi 1, lettere b) e c), e 2, del regolamento sul marchio comunitario.


19.5.2014   

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C 151/30


Ricorso proposto il 20 marzo 2014 — Grundig Multimedia/UAMI (GentleCare)

(Causa T-188/14)

2014/C 151/39

Lingua processuale: l'inglese

Parti

Ricorrente: Grundig Multimedia AG (Stansstad, Svizzera) (rappresentanti: M. Neuner e S. Walter, avvocati)

Convenuto: Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli)

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la decisione della quinta commissione di ricorso dell’Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) del 24 gennaio 2014, procedimento R 739/2013-5.

Motivi e principali argomenti

Marchio comunitario di cui trattasi: il marchio denominativo «GentleCare» per prodotti della classe 7 — Domanda di marchio comunitario n. 11 102 522

Decisione dell’esaminatore: rigetto parziale della domanda di marchio comunitario

Decisione della commissione di ricorso: rigetto del ricorso

Motivi dedotti: violazione degli articoli 7, paragrafo 1, lettere b), c), e 7, paragrafo 2, del regolamento sul marchio comunitario


19.5.2014   

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C 151/31


Ricorso proposto il 21 marzo 2014 — Lubrizol France/Consiglio

(Causa T-191/14)

2014/C 151/40

Lingua processuale: l'inglese

Parti

Ricorrente: Lubrizol France SAS (Rouen, Francia) (rappresentanti: R. MacLean, Solicitor e B. Hartnett, Barrister)

Convenuto: Consiglio dell’Unione europea

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

dichiarare il ricorso ricevibile;

annullare gli articoli 1 e 4 del regolamento (UE) n. 1387/2013 (1) del Consiglio del 17 dicembre 2013 recante sospensione dei dazi autonomi della tariffa doganale comune per taluni prodotti agricoli e industriali e che abroga il regolamento (UE) n. 1344/2011, nella parte in cui i medesimi hanno privato la ricorrente del diritto di beneficiare delle tre sospensioni dei dazi di cui agli ex codici TARIC 2918.2900.80, 3811.2900.10 e 3811.9000.30, con la motivazione che contengono errori manifesti di diritto e di fatto e sono stati adottati in violazione di requisiti e garanzie procedurali essenziali;

condannare il convenuto alle spese.

Motivi e principali argomenti

A sostegno del ricorso, la ricorrente deduce due motivi.

1.

Primo motivo, vertente sul fatto che, nel decidere che ricorrevano i presupposti per l’annullamento delle tre sospensioni di dazi autonomi, il convenuto ha commesso errori manifesti di diritto e di fatto in quanto non ha correttamente applicato né il criterio che consente di stabilire la sussistenza di quantitativi sufficienti di prodotti simili o di sostituzione fabbricati nell’Unione europea, né il criterio dei prodotti identici, equivalenti o di sostituzione.

2.

Secondo motivo, vertente sul fatto che il convenuto ha violato i requisiti e le garanzie procedurali essenziali, istituiti al fine di garantire l’applicazione e l’attuazione corrette delle norme di procedura che richiedono alle società opponenti di rispondere nei termini, nonché al fine di evitare che vengano fornite informazioni errate ed imprecise nell’ambito delle obiezioni sollevate in merito alla proroga della sospensione dei dazi autonomi.


(1)  Regolamento (UE) n. 1387/2013 del Consiglio del 17 dicembre 2013 recante sospensione dei dazi autonomi della tariffa doganale comune per taluni prodotti agricoli e industriali e che abroga il regolamento (UE) n. 1344/2011 (GU 2013, L 354, pag. 201).


19.5.2014   

IT

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C 151/32


Ricorso proposto il 21 marzo 2014 — Cristiano di Thiene/UAMI — Nautica Apparel (AERONAUTICA)

(Causa T-193/14)

2014/C 151/41

Lingua in cui è stato redatto il ricorso: l’inglese

Parti

Ricorrente: Cristiano di Thiene SpA (Thiene, Italia) (rappresentanti: F. Fischetti e F. Celluprica, avvocati)

Convenuto: Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli)

Controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso: Nautica Apparel, Inc. (New York, Stati Uniti)

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la decisione della quarta commissione di ricorso dell’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) del 10 gennaio 2014 resa nel procedimento R 96/2013-4.

Motivi e principali argomenti

Richiedente il marchio comunitario: la ricorrente.

Marchio comunitario di cui trattasi: il marchio denominativo «AERONAUTICA» per prodotti e servizi delle classi 9, 18, 20, 25, 35, 42 e 43 — Domanda di marchio comunitario n. 7 508 237.

Titolare del marchio o del segno su cui si fonda l’opposizione: la controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso.

Marchio e segno su cui si fonda l’opposizione: varie registrazioni anteriori, nella Comunità e nel Regno Unito, dei marchi denominativi «NAUTICA» e «NAUTICA BLUE» per prodotti e servizi delle classi 8, 9, 18, 20, 25, 27 e 35.

Decisione della divisione d’opposizione: il parziale accoglimento dell’opposizione.

Decisione della commissione di ricorso: il rigetto del ricorso.

Motivi dedotti: la violazione dell’articolo 8, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (CE) n. 207/2009 sul marchio comunitario (RMC).


19.5.2014   

IT

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C 151/33


Ricorso proposto il 20 marzo 2014 — Bristol Global/UAMI — Bridgestone (AEROSTONE)

(Causa T-194/14)

2014/C 151/42

Lingua in cui è stato redatto il ricorso: l’inglese

Parti

Ricorrente: Bristol Global Co. Ltd (Birmingham, Regno Unito) (rappresentante: F. Bozhinova, avvocato)

Convenuto: Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli)

Controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso: Bridgestone Corp. (Tokyo, Giappone)

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la decisione della seconda commissione di ricorso dell’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) del 12 dicembre 2013 resa nel procedimento R 916/2013-2.

Motivi e principali argomenti

Richiedente il marchio comunitario: la ricorrente.

Marchio comunitario di cui trattasi: il marchio figurativo che contiene l’elemento denominativo «AEROSTONE» per prodotti della classe 12 — Domanda di marchio comunitario n. 10 066 736.

Titolare del marchio o del segno su cui si fonda l’opposizione: la controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso.

Marchio o segno su cui si fonda l’opposizione: le registrazioni di marchi comunitari per i marchi denominativi «STONE» per prodotti delle classi 12, 28, 35 e 37 e «BRIDGESTONE» per prodotti della classe 12; il marchio notorio e il contrassegno non registrato contenente l’elemento denominativo «BRIDGESTONE».

Decisione della divisione d’opposizione: il parziale accoglimento dell’opposizione.

Decisione della commissione di ricorso: il rigetto del ricorso.

Motivi dedotti: la violazione dell’articolo 8, paragrafi 1, lettera b), 4 e 5, del regolamento (CE) n. 207/2009 sul marchio comunitario (RMC).


19.5.2014   

IT

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C 151/33


Ricorso proposto il 24 marzo 2014 — Swedish Match North Europe/UAMI — Skruf Snus (Oral snuff packages)

(Causa T-196/14)

2014/C 151/43

Lingua in cui è redatto il ricorso: l'inglese

Parti

Ricorrente: Swedish Match North Europe AB (Stoccolma, Svezia) (rappresentata da: H. Wistam e L. Holm, avvocati)

Convenuto: Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli)

Controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso: Skruf Snus AB (Stoccolma, Svezia)

Conclusioni

La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la decisione della terza commissione di ricorso dell’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) del 3 dicembre 2013 resa nel procedimento R 1803/2012-3;

condannare il convenuto alle spese.

Motivi e principali argomenti

Disegno o modello comunitario registrato oggetto di una domanda di dichiarazione di nullità: il disegno o modello del prodotto «pacchetti di tabacco per uso orale (snus)» — registrato con la numerazione n. 1265805-0010.

Titolare del disegno o modello comunitario: la controinteressata dinanzi alla commissione di ricorso.

Richiedente la dichiarazione di nullità del disegno o modello comunitario: la ricorrente.

Motivazione della domanda di dichiarazione di nullità: è stato dedotto che il disegno o modello fosse privo di carattere distintivo.

Decisione della divisione di annullamento: accoglimento della domanda di dichiarazione di nullità del disegno o modello comunitario registrato oggetto della controversia.

Decisione della commissione di ricorso: annullamento della decisione contestata e rigetto della richiesta di dichiarazione di nullità.

Motivi dedotti: violazione dell’articolo 6 del regolamento (CE) n. 6/2002 sui disegni e modelli comunitari (RDC).


19.5.2014   

IT

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C 151/34


Ricorso proposto il 31 marzo 2014 — Bopp/UAMI (ottagono dai contorni verdi)

(Causa T-209/14)

2014/C 151/44

Lingua processuale: il tedesco

Parti

Ricorrente: Carsten Bopp (Glashütten, Germania) (rappresentante: C. Russ, avvocato)

Convenuto: Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli)

Conclusioni

Il ricorrente chiede che il Tribunale voglia:

annullare la decisione della prima commissione di ricorso dell’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) del 9 gennaio 2014, procedimento R 1276/2013-1

Motivi e principali argomenti

Marchio comunitario di cui trattasi: il marchio figurativo, che rappresenta un ottagono dai contorni verdi, per servizi della classe 35 — Domanda n. 8 248 965

Decisione dell’esaminatore: rigetto della domanda

Decisione della commissione di ricorso: rigetto del ricorso

Motivi dedotti:

violazione dell’articolo 65, paragrafo 6, del regolamento n. 207/2009

violazione dell’articolo 7, paragrafo 1, lettera b), del regolamento n. 207/2009


19.5.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 151/35


Ordinanza del Tribunale del 25 marzo 2014 — Paesi Bassi/Commissione

(Causa T-542/13) (1)

2014/C 151/45

Lingua processuale: il neerlandese

Il presidente della Prima Sezione ha disposto la cancellazione della causa dal ruolo.


(1)  GU C 344 del 23.11.2013.