ISSN 1977-0944

doi:10.3000/19770944.C_2014.064.ita

Gazzetta ufficiale

dell'Unione europea

C 64

European flag  

Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

57.° anno
4 marzo 2014


Numero d'informazione

Sommario

pagina

 

IV   Informazioni

 

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA
Assemblea parlamentare paritetica dell'accordo di partenariato concluso fra i membri del gruppo degli Stati di Africa, Caraibi e Pacifico, da un lato, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, dall'altro
La 26a sessione ha avuto luogo a Addis Abeba (Etiopia) dal 25 al 27 novembre 2013.

2014/C 064/01

Processo verbale della seduta di lunedi 25 novembre 2013

1

2014/C 064/02

Processo verbale della seduta di martedì 26 novembre 2013

5

2014/C 064/03

Processo verbale della seduta di mercoledì 27 novembre 2013

8

Significato dei simboli utilizzati

*

procedura di consultazione

***

procedura di approvazione

***I

procedura legislativa ordinaria, prima lettura

***II

procedura legislativa ordinaria, seconda lettura

***III

procedura legislativa ordinaria, terza lettura

(La procedura di applicazione è fondata sulla base giuridica proposta nel progetto di atto)

Significato delle abbreviazioni delle commissioni

AFET

commissione per gli affari esteri

DEVE

commissione per lo sviluppo

INTA

commissione per il commercio internazionale

BUDG

commissione per i bilanci

CONT

commissione per il controllo dei bilanci

ECON

commissione per i problemi economici e monetari

EMPL

commissione per l'occupazione e gli affari sociali

ENVI

commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

ITRE

commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

IMCO

commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori

TRAN

commissione per i trasporti e il turismo

REGI

commissione per lo sviluppo regionale

AGRI

commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

PECH

commissione per la pesca

CULT

commissione per la cultura e l'istruzione

JURI

commissione giuridica

LIBE

commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni

AFCO

commissione per gli affari costituzionali

FEMM

commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere

PETI

commissione per le petizioni

DROI

sottocommissione per i diritti dell'uomo

SEDE

sottocommissione per la sicurezza e la difesa

Significato delle abbreviazioni dei gruppi politici

PPE-DE

gruppo del Partito popolare europeo (Democratico cristiano)

S&D

gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento europeo

ALDE

gruppo dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa

Verts/ALE

gruppo Verde/Alleanza libera europea

ECR

Conservatori e Riformisti europei

GUE/NGL

gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

EFD

gruppo Europa della Libertà e della Democrazia

NI

Non iscritti

IT

 


IV Informazioni

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA Assemblea parlamentare paritetica dell'accordo di partenariato concluso fra i membri del gruppo degli Stati di Africa, Caraibi e Pacifico, da un lato, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, dall'altro La 26a sessione ha avuto luogo a Addis Abeba (Etiopia) dal 25 al 27 novembre 2013.

4.3.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 64/1


PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI LUNEDI 25 NOVEMBRE 2013

2014/C 64/01

Contenuto

Seduta formale inaugurale

Seduta dell'Assemblea parlamentare paritetica

Composizione dell'Assemblea parlamentare paritetica

Accreditamento dei rappresentanti non parlamentari

1.

Approvazione dell'ordine del giorno (AP101.510)

2.

Approvazione dei processi verbali delle ultime due sedute della 25a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica (GU C 328 del 12 novembre 2013)

3.

Comunicazioni dei copresidenti, incluse le decisioni adottate nella riunione dell'Ufficio di presidenza del 24 novembre 2013

4.

Dichiarazione di Andris Piebalgs, membro della Commissione europea responsabile per lo sviluppo

5.

Discussione con Andris Piebalgs, membro della Commissione europea responsabile per lo sviluppo – procedura catch-the-eye

6.

Tempo delle interrogazioni con la Commissione

7.

Seguito dato dalla Commissione alle risoluzioni approvate durante la 25a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica

8.

Cooperazione sud-sud e cooperazione triangolare: opportunità e sfide per i paesi ACP

PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI LUNEDI 25 NOVEMBRE 2013

(La seduta inizia alle 11.00)

Seduta formale inaugurale

Prendono la parola di fronte all'Assemblea:

Abadula Gemeda Dago, Presidente della Camera di Rappresentanza del Popolo dell'Etiopia, Joyce Laboso, copresidente dell'Assemblea parlamentare paritetica, Patrice Tirolien, vicepresidente dell'Assemblea parlamentare paritetica e Hailemariam Dessalegn, Primo ministro dell’Etiopia.

(La seduta, sospesa alle 12.10, riprende alle 15.10)

PRESIDENZA: Joyce LABOSO

Copresidente

Seduta dell'Assemblea parlamentare paritetica

Il copresidente dà il benvenuto ai partecipanti.

Composizione dell'Assemblea parlamentare paritetica

Il copresidente comunica che l'elenco dei membri dell'Assemblea parlamentare paritetica (APP), trasmesso dalle autorità degli Stati ACP e dal Parlamento europeo, sarà allegato al processo verbale.

Accreditamento dei rappresentanti non parlamentari

Il copresidente comunica che sono pervenute due richieste di accreditamento di rappresentanti non parlamentari, in conformità dell'articolo 17, paragrafo 1, dell'accordo di Cotonou e dell'articolo 1, paragrafo 2, del regolamento dell'Assemblea parlamentare paritetica, in casi eccezionali di forza maggiore. I nomi di questi rappresentanti saranno registrati e figureranno nell'elenco allegato al processo verbale.

1.   Approvazione dell'ordine del giorno (AP101.510)

L'ordine del giorno è approvato nella versione che figura nel presente processo verbale.

2.   Approvazione dei processi verbali delle ultime due sedute della 25a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica (GU C 328 del 12 novembre 2013)

I processi verbali sono approvati.

3.   Comunicazioni dei copresidenti, incluse le decisioni adottate nella riunione dell'Ufficio di presidenza del 24 novembre 2013

Il copresidente comunica i risultati della riunione dell'Ufficio di presidenza del 24 novembre 2013.

Sono adottate le decisioni indicate di seguito.

a)

Le commissioni permanenti redigeranno le seguenti relazioni:

 

Commissione per gli affari politici

Le sfide della riconciliazione nazionale negli stati post-conflitto e post-crisi

 

Commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il commercio

Sviluppo strategico del settore privato, compresa l'innovazione per uno sviluppo sostenibile e inclusivo

 

Commissione per gli affari sociali e l'ambiente

Conseguenze sociali ed economiche della mortalità infantile e della malnutrizione nei paesi ACP

b)

Progetti di modifica al regolamento saranno presentati all’approvazione dell'Assemblea.

c)

La 11a riunione regionale avrà luogo dal 12 al 14 febbraio 2014 a Port Louis (Maurizio).

d)

Una missioni d'informazione e di studio nello Zimbabwe sarà organizzata dal 29 al 31 gennaio 2014.

e)

Una missione di osservazione elettorale sarà inviata in Madagascar per osservare il secondo turno delle elezioni presidenziali e legislative il 20 dicembre 2013.

f)

Progetti di modifica sulla cooperazione tra l'Assemblea e il Comitato economico e sociale europeo saranno presentati alla commissione per gli affari politici per consultazione con procedura scritta.

g)

All'Unione interparlamentare dell'autorità intergovernativa per lo sviluppo (IPU-IGAD) sarà concesso lo status di osservatore nell'Assemblea.

h)

La 27a sessione dell'APP si terrà a Strasburgo dal 17 al 19 marzo 2014, e la 28a sessione a Vanuatu dal 1 al 3 dicembre 2014.

Intervengono: Michèle Rivasi e Michael Gahler

Il copresidente comunica i seguenti termini di presentazione:

per emendamenti alle risoluzioni di compromesso (sulla sicurezza nella regione dei Grandi Laghi e sulla situazione nell'arcipelago delle Comore): martedì 26 novembre 2013, ore 12.00;

per le richieste relative alle modalità di votazione: mercoledì 27 novembre 2013 alle 10.00, per iscritto.

4.   Dichiarazione di Andris Piebalgs, membro della Commissione europea responsabile per lo sviluppo

Andris Piebalgs, membro della Commissione europea responsabile per lo sviluppo, esamina i progressi compiuti nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM), in vista del quadro di sviluppo post- 2015, e nella pianificazione dei sette anni successivi. Egli sottolinea che la lotta contro la povertà e la lotta per la sostenibilità sono due facce della stessa medaglia. E’ necessario un unico insieme di obiettivi, che richiederebbe un nuovo contratto globale che coinvolga i governi, gli individui, la società civile e il settore privato. Il commissario Piebalgs chiarisce che l'Unione europea ribadisce il proprio impegno a fare tutto quanto in suo potere per realizzare gli OSM entro il 2015. Accoglie con favore l'esito dell’Evento speciale ONU OSM tenutosi a New York nel settembre 2013.

5.   Discussione con Andris Piebalgs, membro della Commissione europea responsabile per lo sviluppo – procedura catch-the-eye

Lo scambio di opinioni verte su argomenti quali: mutilazioni genitali di genere e femminili; istruzione e formazione professionale nell'ambito dell’agenda post- 2015, una strategia per la creazione di posti di lavoro; sicurezza dell'approvvigionamento alimentare e nutrizione; biocarburanti; finanziamento dello sviluppo; accesso all'energia rinnovabile; coordinamento dei donatori UE; sforzi dell’Etiopia per ridurre la mortalità infantile; metodo di ripartizione e differenziazione nel quadro dell’11o Fondo europeo di sviluppo (FES), impegni per quanto riguarda i finanziamenti necessari per realizzare gli OSM; e stato di avanzamento in materia di accordi di partenariato economico.

Intervengono: Ana Gomes, Christophe Lutundula (Repubblica democratica del Congo), Abdourahamane Chegou (Niger), Komi Selom Klassou (Togo), Michèle Rivasi, Tesfaye Daba (Etiopia), Gay Mitchell, Nita R.K. Deerpalsing (Maurizio), Olle Schmidt, Mariya Gabriel, Maria Da Graça Carvalho, Horst Schnellhardt, Christa Klaß, Adjedoue Weidou (Ciad), Ana Rita Geremias Sithole (Mozambico), Alban Sumana Kingsford Bagbin (Ghana), Odirile Motlhale (Botswana), Boniface Yehouetome (Benin), Philippe Boulland, Makhosini Hlongwane (Zimbabwe), Joseph Hyacinthe Owona Kono (Camerun), Mo-Mamo Karerwa (Burundi) e Lucie Milebou (Gabon)

Il commissario Piebalgs risponde alle domande poste dai membri secondo la procedura catch-the-eye.

6.   Tempo delle interrogazioni con la Commissione

Sono presentate in totale 21 interrogazioni alla Commissione.

La Commissione ha risposto precedentemente per iscritto alle interrogazioni. Il commissario Piebalgs risponde oralmente alle interrogazioni supplementari dei seguenti interroganti:

 

Interrogazione n. 1 di Derek Vaughan sul cambiamento climatico e il finanziamento degli OSM;

 

Interrogazione n. 2 di Miguel Angel Martínez Martínez su come integrare lo sviluppo sostenibile e la lotta contro il cambiamento climatico nei paesi ACP nell’agenda post -2015;

 

Interrogazione n. 5 di Enrique Guerrero Salom sulle strategie UE-Africa e UE- Sahel;

 

Interrogazione n. 6 di Ana Gomes sul giro di vite sulla libertà dei media e il dissenso politico in Angola;

 

Interrogazione n. 7 di Mariya Gabriel sulla lotta contro l'esercito di resistenza del Signore;

 

Interrogazione n. 8 di Olle Schmidt sulla tratta di esseri umani e l'immigrazione clandestina;

 

Interrogazione n. 10 di Marielle de Sarnez (sostituita da Niccolò Rinaldi) sulla lotta contro la malnutrizione infantile;

 

Interrogazione n. 12 di Fiona Hall sul finanziamento per le vaccinazioni in Africa;

 

Interrogazione n. 13 di Michèle Rivasi sulla trasparenza dei partenariati pubblico-privato nel settore dei vaccini;

 

Interrogazione n. 14 di Jo Leinen sull’accaparramento delle terre: attuazione degli orientamenti volontari sulla governance responsabile dei fondi agricoli, pesca e foreste;

 

Interrogazione n. 15 di Catherine Bearder su biocarburanti e i diritti di titolarità del territorio;

 

Interrogazione n. 18 di Gay Mitchell sulla resilienza e la riduzione del rischio di catastrofi nei paesi ACP;

 

Interrogazione n. 19 di Lautafi F.S. Purcell (Samoa) sul futuro del gruppo di Stati ACP;

 

Interrogazione n. 20 di Patrice Tirolien sul partenariato UE-ACP dopo il 2020;

 

Interrogazione n. 21 di Michael Cashman (sostituito da Derek Vaughan) sulla terza revisione dell'accordo di Cotonou.

Gli autori delle interrogazioni nn. 3, 4, 11 e 17 non hanno domande supplementari.

Gli autori delle interrogazioni nn. 9 e 16 non sono presenti.

7.   Seguito dato dalla Commissione alle risoluzioni approvate durante la 25a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica

Un documento relativo al seguito dato dalla Commissione alle risoluzioni adottate dall'Assemblea parlamentare paritetica a Bruxelles è stato inserito nel fascicolo.

8.   Cooperazione sud-sud e cooperazione triangolare: opportunità e sfide per i paesi ACP

Commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il commercio

Correlatori: Elvis Mutiri wa Bashara (Repubblica democratica del Congo) e Jean-Jacob Bicep

Jean-Jacob Bicep presenta la relazione a nome dei due correlatori.

Intervengono: Christophe Lutundula (Repubblica democratica del Congo), Andre R. Worrel (Barbados), Hans-Peter Mayer, Joseph Hyacinthe Owona Kono (Camerun), Marlene Mizzi, Niccolò Rinaldi, Netty Baldeh (Gambia), François Alfonsi, Peter Štastný, Dharamkumar Seeraj (Guiana), Christina Gutierrrez-Cortines, Nita R.K. Deerpalsing (Maurizio), Piet Van der Walt (Namibia), Adjedoue Weidou (Ciad), Makhosini Hlongwane (Zimbabwe) e Peter Craig-Mcquaide (Commissione europea)

I membri sottolineano l'importanza di nuove forme di cooperazione che permettano ai paesi emergenti di svolgere un ruolo maggiore in vista del calo degli aiuti allo sviluppo e la necessità di imparare dalle loro esperienze. I membri sottolineano, tuttavia, che, affinché tale cooperazione determini uno sviluppo sostenibile a lungo termine e contribuisca alla crescita economica, deve essere accompagnata da un trasferimento di tecnologia e know-how. La ricerca e l’innovazione dovrebbero altresì svolgere un ruolo centrale in tale cooperazione.

(La seduta termina alle 18.35)

Joyce LABOSO

Patrice TIROLIEN

Copresidenti

Alhaj Muhammad MUMUNI e

Luis Marco AGUIRIANO NALDA

Cosegretari generali


4.3.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 64/5


PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI MARTEDÌ 26 NOVEMBRE 2013

2014/C 64/02

Contenuto

1.

Argomento d'urgenza 1: sicurezza nella regione dei Grandi Laghi

2.

Rispetto dello Stato di diritto e ruolo di un sistema giudiziario imparziale e indipendente

3.

Cooperazione istituzionale tra l'Unione africana e l'Unione europea.

4.

Conseguenze sociali e ambientali della pastorizia per i paesi ACP

5.

Verso una nuova forma di governance nel finanziamento dello sviluppo

i.

Utilizzo delle risorse naturali

ii.

Riforma fiscale e ridistribuzione della ricchezza

iii.

Cooperazione decentrata

6.

Varie

PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI MARTEDÌ 26 NOVEMBRE 2013

La seduta inizia alle 9.15

PRESIDENZA: Louis MICHEL

Copresidente

1.   Argomento d'urgenza 1: sicurezza nella regione dei Grandi Laghi

Jose Costa Pereira (SEAE) effettua una presentazione sulla sicurezza nella regione dei Grandi Laghi.

Intervengono: Mariya Gabriel, Laurent Ngon-Baba (Repubblica centrafricana), Norbert Neuser, Christophe Lutundula (Repubblica democratica del Congo), Fiona Hall, Tesfaye Daba (Etiopia), Mo-Mamo Karerwa (Burundi), Jean-Jacob Bicep, Adjedoue Weidou (Ciad), Jacob Oulanyah (Uganda), Dambert René Ndouane (Repubblica del Congo), Slavi Binev, Simon Vuwa Kaunda (Malawi), Hans-Peter Mayer, Mohammed Mukhtar Ahmed (Nigeria), Louis Michel e Ana Gomes

Gli oratori plaudono ai recenti sviluppi registrati nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo (RDC), in particolare la sconfitta del movimento M23. I membri sottolineano, tuttavia, che una soluzione puramente militare non è sufficiente ed esprimono le proprie preoccupazioni in merito alla crisi umanitaria e alle violazioni dei diritti umani (in particolare contro donne e bambini). Gli oratori prendono atto della necessità che il governo della RDC introduca ampie riforme politiche ed istituzionali, in particolare nel settore della sicurezza. Ciò richiederebbe l'impegno costante della comunità internazionale, come previsto dall'accordo quadro firmato nel febbraio 2013. Vi è inoltre la necessità di impedire che il saccheggio delle risorse naturali alimenti il conflitto nella Repubblica democratica del Congo e nei Grandi Laghi.

2.   Rispetto dello Stato di diritto e ruolo di un sistema giudiziario imparziale e indipendente

Commissione per gli affari politici

Correlatori: Dharamkumar Seeraj (Guyana) e Filip Kaczmarek

Filip Kaczmarek e Dharamkumar Seeraj (Guyana) presentano le relazione.

Intervengono: Mariya Gabriel, Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso), Juan Fernando Lopez Aguilar, Laurent Ngon-Baba (Repubblica centrafricana), Olle Schmidt, Nita R. K. Deerpalsing (Maurizio), François Alfonsi, Tesfaye Daba (Etiopia), Alban Sumana Kingsford Bagbin (Ghana), Moses Y. Kollie (Liberia), Hans-Peter Mayer, Abdourahamane Chegou (Niger), Derek Vaughan, Adjedoue Weidou (Ciad), Ana Gomes, Komi Selom Klassou (Togo), Jacob Oulanyah (Uganda), Joyce Laboso (Kenya) e Francesca Mosca (Commissione europea)

I membri sottolineano l'importanza di trovare un equilibrio tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario ed evidenziano le conseguenze del mancato rispetto dello Stato di diritto, in termini di corruzione, mancanza di investimenti e declino economico. Essi insistono sulla necessità di una procedura di nomina indipendente e di un sistema disciplinare per giudici e pubblici ministeri e sottolineano che una magistratura competente sarà il risultato di un processo a lungo termine che richiede una sistematica educazione civica fin dalla più tenera età. I membri si dichiarano favorevoli all’incentivazione di una buona prassi tra i paesi ACP con esperienza di situazioni simili e chiedono di continuare a fornire assistenza in materia di costruzione delle capacità.

I correlatori Dharamkumar Seeraj (Guiana) e Filip Kaczmarek chiudono la discussione.

Francesca Mosca (Commissione europea) pronuncia le osservazioni conclusive.

3.   Cooperazione istituzionale tra l'Unione africana e l'Unione europea.

Discussione programmatica

Erastus Mwencha, vicepresidente della Commissione dell'Unione africana, tiene una presentazione sulla cooperazione istituzionale tra l'Unione africana e l'Unione europea.

Intervengono: Gay Mitchell, Ana Gomes, Olle Schmidt, Adjedoue Weidou (Ciad), Jean-Jacob Bicep, Slavi Binev, Peter Štastný, Jo Leinen, Tesfaye Daba (Etiopia), Mariya Gabriel, James Kembi-Gitura (Kenya)

Sebbene l'Unione africana non debba necessariamente seguire esattamente il modello dell'Unione europea, sarebbe opportuno perseguirne i principi fondamentali, come una crescente interdipendenza tra Stati membri e la solidarietà a tutti i livelli. Taluni membri deplorano il fatto che l'aiuto non sia stato utilizzato in modo efficace e che i valori comuni su cui si fonda il partenariato non siano messi in pratica. Alcuni sottolineano la complessità delle molteplici piattaforme con una geografia in evoluzione. I membri ACP rassicurano i colleghi affermando che il miglioramento delle relazioni con i nuovi partner non ostacolerà il loro lungo partenariato con l'Unione europea. I membri sono inoltre favorevoli ad una più stretta cooperazione sulle questioni globali, quali la migrazione e il cambiamento climatico.

Erastus Mwencha risponde alle domande poste dai membri.

Francesca Mosca (Commissione europea) e Jose Costa Pereira (SEAE) concludono la discussione.

(La seduta termina alle 12.15 e riprende alle 15.08)

PRESIDENZA: Joyce LABOSO

Copresidente

4.   Conseguenze sociali e ambientali della pastorizia per i paesi ACP

Commissione per gli affari sociali e l'ambiente

Correlatori: Abdourahamane Chégou (Niger) e Fiona Hall

Fiona Hall e Abdourahamane Chégou (Niger) presentano le relazione.

Intervengono: Boniface Yehouetome (Benin), Horst Schnellhardt, Norbert Neuser, Catherine Bearder, Michèle Rivasi, Selom Klassou (Togo), Edit Bauer, Christa Klaß, e Peter Craig-McQuaide (Commissione europea)

I membri evidenziano l'importanza della pastorizia e il suo contributo non solo alle economie dei paesi africani, ma anche a settori importanti quali la sanità, l'ambiente e la sicurezza alimentare. I membri sottolineano inoltre il ruolo fondamentale della pastorizia come modo di vita e la sua associazione con valori culturali e tradizionali che risalgono a centinaia di anni fa.

I correlatori concludono la discussione.

5.   Verso una nuova forma di governance nel finanziamento dello sviluppo

Discussione senza risoluzione

i.   Utilizzo delle risorse naturali

Intervengono: Louis Michel, Boniface Yehouetome (Benin), Horst Schnellhardt, Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso), Patrice Tirolien, Joseph Hyacinthe Owona Kono (Camerun), Fiona Hall, Tesfaye Daba (Etiopia), Michèle Rivasi, Ana Rita Geremias Sithole (Mozambico), Slavi Binev, Abdourahamane Chegou (Niger), Christa Klaß, Adjedoue Weidou (Ciad), Makhosini Hlongwane (Zimbabwe)e Peter Craig-McQuaide (Commissione europea)

I membri invitano i parlamenti a chiedere conto ai governi nell’ottica di massimizzare i vantaggi dell’estrazione di risorse naturali per i cittadini. Essi sottolineano, altresì, l'importanza di aumentare la trasparenza e promuovere la buona governance al fine di combattere la corruzione, l'evasione fiscale e altri flussi finanziari illeciti.

ii.   Riforma fiscale e ridistribuzione della ricchezza

Anthony Mothae Maruping, commissario per gli affari economici dell'Unione africana, effettua una presentazione sulla riforma fiscale e la ridistribuzione della ricchezza.

Intervengono: Edit Bauer, Ole Christensen, Niccolò Rinaldi, François Alfonsi, Abdikadir Aden (Kenya), Slavi Binev, Abdourahamane Chegou (Niger), Virgilio de Fontes Pereira (Angola), Makhosini Hlongwane (Zimbabwe), Louis Michel, Ana Gomes e Peter Craig-McQuaide (Commissione europea)

I membri sottolineano l'importanza di istituire sistemi fiscali efficaci e di applicare la legislazione per garantire che le entrate siano raccolte, contabilizzate e distribuite in modo efficiente ed equo a vantaggio dei cittadini e chiedono la promozione di uno sviluppo sostenibile ed inclusivo e l'eliminazione della povertà.

Anthony Mothae Maruping conclude il dibattito.

iii.   Cooperazione decentrata

Jalal Abdel-Latif, Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Africa, effettua una presentazione sulla cooperazione decentrata.

I membri evidenziano il valore aggiunto della cooperazione decentrata come un mezzo per favorire approcci partecipativi volti a promuovere la proprietà e l'emancipazione attraverso il coinvolgimento, ad esempio, della società civile nelle sue varie forme. Essi sottolineano, inoltre, l'importante contributo che tale cooperazione ha apportato alla riduzione della povertà e alla realizzazione degli OSM, con minori risorse rispetto a quelle dei donatori multilaterali e bilaterali. Tuttavia, ai fini della riuscita della cooperazione decentrata, è necessario un sostegno politico forte e stabile. Si è evocato il sostegno finanziario decentrato come uno strumento che potrebbe consentire la distribuzione di aiuti dove il sostegno di bilancio al governo centrale viene sospeso.

Intervengono: Horst Schnellhardt, Myriam Ouedraogo Zare (Burkina Faso), Norbert Neuser, Catherine Bearder, Abdikadir Aden (Kenya), Ana Rita Geremias Sithole (Mozambico), Abdourahamane Chegou (Niger), Peter Šťastný, Selom Klassou (Togo) e Louis Michel

Peter Craig-Mcquaide (Commissione europea) chiude la discussione.

6.   Varie

Il copresidente Louis Michel annuncia che i due copresidenti sono stati autorizzati a visitare una prigione ad Addis Abeba il 27 Novembre 2013.

(La seduta termina alle 18.30)

Joyce LABOSO

Louis MICHEL

Copresidenti

Alhaj Muhammad MUMUNI e

Luis Marco AGUIRIANO NALDA

Cosegretari generali


4.3.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 64/8


PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI MERCOLEDÌ 27 NOVEMBRE 2013

2014/C 64/03

Contenuto

1.

Ruolo dell’economia della crescita verde per garantire lo sviluppo sostenibile in Etiopia

2.

Dichiarazione di Rolandas Krisciunas, Viceministro lituano degli affari esteri e Presidente in carica del Consiglio dell'UE

3.

Dichiarazione di Fonotoe Luafesili Pierre Lauofo, vice primo ministro e ministro degli affari esteri e del commercio di Samoa e Presidente in carica del Consiglio ACP

4.

Tempo delle interrogazioni con il Consiglio

5.

Discussione con il Consiglio – procedura catch-the-eye

6.

Questioni d'urgenza n. 2: situazione nell'arcipelago delle Comore

7.

Approvazione del processo verbale della seduta di lunedì, 25 novembre 2013

8.

Relazione sulla 10a riunione regionale (regione dell'Africa occidentale) tenutasi ad Abuja (Nigeria) dal 17 al 19 luglio 2013 – relazione dei copresidenti

9.

Relazioni di sintesi a conclusione dei seminari

10.

Approvazione dei processi verbali delle sedute di martedì, 26 novembre 2013 (mattina e pomeriggio)

11.

Lotta contro la mutilazione genitale femminile.

12.

Realizzare gli OSM in Africa

13.

Relazione dei partner economici e sociali

14.

Votazione sulle proposte di risoluzioni incluse nelle relazioni presentate dalle tre commissioni permanenti

15.

Votazione su proposte di risoluzione urgenti

16.

Votazione sulle modifiche al regolamento dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE

17.

Varie

18.

Data e luogo della 27a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica

Allegato I

Elenco alfabetico dei membri dell'assemblea parlamentare paritetica

Allegato II

Elenco di presenza alla sessione svoltasi dal 25 al 27 novembre 2013 ad addis abeba (etiopia)

Allegato III

Accreditamento dei delegati non parlamentari

Allegato IV

Testi adottati

Risoluzione sul rispetto dello Stato di diritto e il ruolo di un sistema giudiziario imparziale e indipendente (ACP-UE/101.521/13/def.)

Risoluzione sulla cooperazione sud-sud e la cooperazione triangolare: opportunità e sfide per i paesi ACP (ACP-UE/101.516/13/def.)

Risoluzione sulle conseguenze sociali e ambientali della pastorizia per i paesi ACP (ACP-UE/101.526/13/def.)

Risoluzione sulla sicurezza nella regione dei Grandi Laghi (ACP-UE/101.541/13/def.)

Modifiche al regolamento dell'APP (AP101.347)

PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI MERCOLEDÌ 27 NOVEMBRE 2013

(La seduta inizia alle 9.10)

PRESIDENZA: Louis MICHEL

Copresidente

1.   Ruolo dell’economia della crescita verde per garantire lo sviluppo sostenibile in Etiopia

Scambio di opinioni con Dessalegne Mesfin (Vicedirettore generale, Autorità per la protezione ambientale dell’Etiopia)

Dessalegne Mesfin illustra le principali sfide che l'Etiopia deve affrontare per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di carbonio e presenta le misure adottate dal governo etiope per mitigare l'impatto del cambiamento climatico sul paese e promuovere un'economia verde. I membri si congratulano con l'Etiopia per i suoi piani ambiziosi intesi a contrastare i cambiamenti climatici, ma sottolineano anche la necessità che il governo adotti misure che rispettano i diritti della popolazione etiope.

Intervengono: Gay Mitchell, Jo Leinen, Fiona Hall, Michèle Rivasi, Edit Bauer, Ana Gomes e Louis Michel

Dessalegne Mesfin conclude la discussione.

2.   Dichiarazione di Rolandas Krisciunas, Viceministro lituano degli affari esteri e Presidente in carica del Consiglio dell'UE

Rolandas Krisciunas presenta le priorità della Presidenza lituana dell'Unione europea: il Sahel, la Somalia ed i conflitti nella regione dei Grandi Laghi e nella Repubblica centrafricana. Sottolinea la necessità che i partner UE e ACP cooperino su sfide comuni, quali i cambiamenti climatici e riflettano sul prosieguo delle relazioni dopo la scadenza dell'accordo di Cotonou nel 2020. Rolandas Krisciunas fornisce inoltre i dettagli della programmazione nazionale e regionale a titolo dell’11o FES.

3.   Dichiarazione di Fonotoe Luafesili Pierre Lauofo, vice primo ministro e ministro degli affari esteri e del commercio di Samoa e Presidente in carica del Consiglio ACP

Fonotoe Luafesili Pierre Lauofo accoglie con favore la risposta unitaria dei membri UE e ACP alla minaccia del terrorismo che è seguita all'attacco al centro commerciale Westgate di Nairobi (Kenya). Sottolinea una serie di settori in cui entrambe le parti dovrebbero cooperare strettamente: cambiamento climatico, migrazione e regime commerciale globale. Fonotoe Luafesili Pierre Lauofo sottolinea l'importanza della produzione agricola e della sicurezza alimentare e constata che tali questioni dovrebbero essere una priorità nel quadro di sviluppo post-2015.

4.   Tempo delle interrogazioni con il Consiglio

Fonotoe Luafesili Pierre Lauofo (Samoa), risponde a nome del Consiglio dell'ACP alle seguenti interrogazioni e quesiti supplementari:

 

Interrogazione n. 1 di Enrique Guerrero Salom sulle strategie UE-Africa e UE-Sahel;

 

Interrogazione n. 2 di Horst Schnellhardt sul pericolo di destabilizzazione in Kenya;

 

Interrogazione n. 3 di Jean-Jacob Bicep sulla ricerca illegale di oro in Guyana: una responsabilità condivisa?;

 

Interrogazione n. 4 di Fiona Hall sugli Obiettivi di sviluppo del millennio e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, e interrogazione n. 6 di Filip Kaczmarek sul quadro di sviluppo post-2015;

 

Interrogazione n. 5 di Ana Gomes sul giro di vite sulla libertà dei media e il dissenso politico in Etiopia;

 

Interrogazione n. 8 di Olle Schmidt sulla libertà di espressione nei paesi ACP.

Gli autori delle interrogazioni nn. 1, 2 e 3 non hanno domande supplementari.

Gli autori delle interrogazioni nn. 7 e 9 non sono presenti.

Rolandas Krisciunas risponde a nome del Consiglio dell'UE alle seguenti interrogazioni e quesiti supplementari:

 

Interrogazione n. 10 di Enrique Guerrero Salom sulle strategie UE-Africa e UE-Sahel;

 

Interrogazione n. 11 di Marielle de Sarnez (sostituita da Fiona Hall) sul coordinamento europeo delle misure contro la pirateria al largo delle coste della Somalia;

 

Interrogazione n. 12 di Horst Schnellhardt sul pericolo di destabilizzazione in Kenya;

 

Interrogazione n. 13 di Gay Mitchell sull’insicurezza alimentare e la malnutrizione nella regione del Sahel;

 

Interrogazione n. 15 di Michèle Rivasi sui timori relativi alla situazione in Madagascar e alle prossime elezioni;

 

Interrogazione n. 16 di Patrice Tirolien sul periodo di transizione tra il 10o e l’11o FES;

 

Interrogazione n. 19 di Jo Leinen sul Fondo verde per il clima;

 

Interrogazione n. 20 di Catherine Bearder sui trofei di animali selvatici;

 

Interrogazione n. 21 di Ana Gomes sul giro di vite sulla libertà dei media e il dissenso politico in Etiopia.

L’autore dell’interrogazione n. 16 non ha domande supplementari.

Gli autori delle interrogazioni nn. 14, 17 e 18 non sono presenti.

5.   Discussione con il Consiglio – procedura catch-the-eye

Intervengono: Olle Schmidt, Catherine Bearder, Tesfaye Daba (Etiopia), James Kemi-Gitura (Kenya), Michèle Rivasi, Laurent Ngon-Baba (Repubblica centrafricana), Ana Gomes, Manuel Jimenez (Repubblica dominicana), Elmi Obsieh Wais (Gibuti), Ibrahim Bundu (Sierra Leone), Mohammed Mukhtar Ahmed (Nigeria), Kennedy Hamudulu (Zambia), Moses Y. Kollie (Liberia), Louis Michel, Christophe Lutundula (Repubblica democratica del Congo) e Abdurahamane Chegou (Niger)

Fonotoe Luafesili Pierre Lauofo e Rolandas Krisciunas rispondono alle domande e partecipano al dibattito su vari argomenti, tra cui la tragedia di Lampedusa, la migrazione, il Kenya e la Corte penale internazionale, il bilancio del FES, la situazione nella Repubblica centrafricana, il rapporto tra organizzazioni della società civile e popolazioni locali e la situazione politica e dei diritti umani in Etiopia.

6.   Questioni d'urgenza n. 2: situazione nell'arcipelago delle Comore

Intervengono: Vincent Ringenberg (SEAE), Christophe Lutundula (Repubblica democratica del Congo), Philippe Boulland, Patrice Tirolien, Netty Baldeh (Gambia), Michèle Rivasi, Olle Schmidt, Moses Y. Kollie (Liberia), Djaé Ahamada Chanfi (Comore) e Mohammed Mukhtar Ahmed (Nigeria)

I membri del PE sottolineano i vari sviluppi e le altre sfide nell'Unione delle Comore. I membri ACP criticano fortemente il protrarsi del controllo francese su Mayotte, lo svolgimento di importanti referendum su quest’isola e il suo status di «dipartimento» all'interno della Repubblica francese. In quest’ottica, i membri ACP fanno riferimento alla serie di risoluzioni delle Nazioni Unite su questi temi, nonchè alle posizioni assunte su altre questioni di sovranità territoriale. Essi si oppongono inoltre allo status di regione ultraperiferica dell’UE di cui Mayotte godrà a partire dal 1 gennaio 2014.

7.   Approvazione del processo verbale della seduta di lunedì, 25 novembre 2013

I processi verbali sono approvati.

La seduta è stata chiusa alle 12.30 ed è ripresa alle 15.15

Joyce LABOSO e

Louis MICHEL

Copresidenti

Alhaj Muhammad MUMUNI e

Luis Marco AGUIRIANO NALDA

Cosegretari generali

PRESIDENZA: Joyce LABOSO

Copresidente

8.   Relazione sulla 10a riunione regionale (regione dell'Africa occidentale) tenutasi ad Abuja (Nigeria) dal 17 al 19 luglio 2013 – relazione dei copresidenti

Il copresidente Joyce Laboso e Michèle Rivasi riferiscono oralmente in merito alle principali conclusioni della riunione regionale tenutasi ad Abuja dal 17 al 19 luglio 2013, mettendo in evidenza i principali temi affrontati.

Intervengono: Alban Sumana Kingsford Bagbin (Ghana), Sangoné Sall (Senegal), Boniface Yehouetome (Benin), Mohamed Abdallahi Ould Guelaye (Mauritania), Michèle Rivasi e Mohammed Mukhtar Ahmed (Nigeria)

I membri esprimono preoccupazione per la questione del bunkeraggio e una proposta di un sistema di tracciabilità volto ad aumentare il livello di controllo sul petrolio e sulla sua destinazione finale nel mercato.

9.   Relazioni di sintesi a conclusione dei seminari

Catherine Bearder riferisce oralmente in merito al seminario sul programma di sviluppo immobiliare volto a garantire la sostenibilità urbana.

Tutai Tura (Isole Cook) riferisce oralmente in merito al seminario sulla creazione di opportunità di lavoro per i giovani e le donne attraverso lo sviluppo di micro e piccole imprese.

10.   Approvazione dei processi verbali delle sedute di martedì, 26 novembre 2013 (mattina e pomeriggio)

I processi verbali sono approvati.

11.   Lotta contro la mutilazione genitale femminile.

Discussione senza risoluzione con Bogaletch Gebre, fondatore di KMG Etiopia

Bogaletch Gebre presenta il lavoro da lei avviato e condotto contro le mutilazioni genitali femminili.

Intervengono: Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso), Mariya Gabriel, Idriss Amaoud Ali (Gibuti), Maria Muniz de Urquiza, Mohammed Mukhtar Ahmed (Nigeria), Nyasha Eunice Chikwinya (Zimbabwe), Michèle Rivasi, James Kembi-Gitura, Edit Bauer, Nita R. K. Deerpalsing (Maurizio), Louis Michel, Vincent Ringenberg (SEAE) e Ana Gomes

Attraverso il dialogo con le comunità, i tassi di mutilazione genitale femminile sono diminuiti dal 100 % a circa il 3 % su un periodo di 10 anni. Sono inoltre stati ridotti i rapimenti di spose e la violenza domestica. I membri elogiano l’impegno, il metodo e i risultati di Bogaletch Gebre, chiedono normative, educazione e altre misure di sostegno e invitano ad ampliare l’attività contro le mutilazioni genitali femminili.

Bogaletch Gebre conclude la discussione.

12.   Realizzare gli OSM in Africa

Discussione senza risoluzione

Intervengono: Peter Craig-McQuaide (Commissione europea), Boniface Yehouetome (Benin), Filip Kaczmarek, Mo-Mamo Karerwa (Burundi), Ole Christiansen, Mohamed Abdirahman Abdillahi (Gibuti), Catherine Bearder, Abadula Gemeda Dago (Etiopia), Jean-Jacob Bicep, Netty Baldeh (Gambia), Sàbado Teresa Malendza (Mozambico), Abdourahamane Chegou (Niger), Edit Bauer, Mohammed Mukhtar Ahmed (Nigeria), Philippe Boulland, Mariya Gabriel, Komi Selom Klassou (Togo), Makhosini Hlongwane (Zimbabwe), Simon Vuwa Kaunda (Malawi), James Kembi-Gitura (Kenya) e Mussa Azzan Zungu (Tanzania)

I membri constatano che la riduzione della povertà è rimasta indietro rispetto alla straordinaria crescita registrata in Africa negli ultimi cinque anni e che viene messa a repentaglio dalla disuguaglianza. Nonostante i notevoli progressi realizzati per quanto riguarda gli OSM relativi alla salute materna e infantile, l'Africa presenta ancora la maggior proporzione di decessi infantili e materni. I membri concludono che è indispensabile che i paesi continuino ad imparare gli uni dagli altri e che le nazioni che combinano una crescita sostenuta ed equa con stabilità politica e politiche orientate allo sviluppo umano stanno ottenendo buoni risultati in relazione alla maggior parte degli obiettivi.

Peter Craig-Mcquaide (Commissione europea) chiude la discussione.

13.   Relazione dei partner economici e sociali

Presentazione a cura di Xavier Verboven, presidente del comitato di monitoraggio ACP, Comitato economico e sociale europeo

Xavier Verboven effettua una presentazione sul ruolo indispensabile della società civile per lo sviluppo sostenibile.

Intervengono: Netty Baldeh (Gambia), Michèle Rivasi, Adjedoue Weidou (Ciad) e Kennedy K. Hamudulu (Zambia)

I membri discutono le condizioni relative alle attività della società civile in taluni paesi.

Xavier Verboven conclude la discussione.

Il copresidente ringrazia calorosamente i colleghi per l'eccellente collaborazione durante il suo mandato e informa l'Assemblea che Fitz A. Jackson (Giamaica) le succederà.

PRESIDENZA: Louis MICHEL

Copresidente

Il copresidente ringrazia il copresidente Joyce Laboso e le porge i suoi migliori auguri per il futuro.

14.   Votazione sulle proposte di risoluzioni incluse nelle relazioni presentate dalle tre commissioni permanenti

Il Copresidente ricorda all'Assemblea le modalità di voto.

Rispetto dello Stato di diritto e ruolo di un sistema giudiziario imparziale e indipendente (ACP-EU/101.521/13/A/def.)

Commissione per gli affari politici

Relazione di Dharamkumar Seeraj (Guiana) e Filip Kaczmarek

Nessun emendamento presentato

La risoluzione è approvata all'unanimità.

Cooperazione sud-sud e cooperazione triangolare: opportunità e sfide per i paesi ACP (ACP-EU/101.516/13/A/def.)

Commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il commercio

Relazione di Elvis Mutiri wa Bashara (Repubblica democratica del Congo) e Jean-Jacob Bicep

Emendamento approvato: 1

La risoluzione così modificata è approvata all'unanimità.

Conseguenze sociali e ambientali della pastorizia nei paesi ACP (ACP-EU/101.526/13/A/def.)

Commissione per gli affari sociali e l'ambiente

Relazione di Abdourahamane Chégou (Niger) e Fiona Hall

Nessun emendamento presentato

La risoluzione è approvata all'unanimità.

15.   Votazione su proposte di risoluzione urgenti

Sicurezza nella regione dei Grandi Laghi (ACP-UE/101.541/13/def.)

Emendamenti approvati: 1, 3, 4, emendamenti orali 1, 6

Emendamento respinto: 2

Emendamento decaduto: 5

La risoluzione così modificata è approvata.

Situazione nell'arcipelago delle Comore (ACP-UE/101.542/13/def.)

Viene richiesta una votazione separata per camera.

Emendamento ritirato: 4

Emendamenti respinti: 1, 2, 3, 5

La risoluzione è respinta.

16.   Votazione sulle modifiche al regolamento dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE

Le modifiche al regolamento dell'APP presentate dall'Ufficio di presidenza a norma dell'articolo 35 del regolamento sono approvate all'unanimità.

17.   Varie

Il copresidente Louis Michel riferisce in merito alla sua visita presso il carcere di Kaliti, tenutasi nel primo pomeriggio con il copresidente Joyce Laboso.

Intervengono: Michèle Rivasi, il copresidente Louis Michel, Mohammed Abdallahi Ould Guelaye (Mauritania), Ana Gomes e Jacob Oulanyah (Uganda)

18.   Data e luogo della 27a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica

La 27a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica si terrà dal 17 al 19 marzo 2014 a Strasburgo (Francia).

Il copresidente ringrazia le autorità etiopi per le loro eccellenti strutture e per l’efficiente organizzazione della sessione e il cosegreteriato e tutto il personale per il loro lavoro.

Il copresidente comunica all'Assemblea che alle autorità greche e alle istituzioni dell'UE sono state trasmesse lettere per esprimere forte disappunto per la mancata organizzazione della prossima sessione da parte della Presidenza greca.

(La seduta termina alle 18.20)

Joyce LABOSO e

Louis MICHEL

Copresidenti

Alhaj Muhammad MUMUNI e

Luis Marco AGUIRIANO NALDA

Cosegretari generali


ALLEGATO I

ELENCO ALFABETICO DEI MEMBRI DELL'ASSEMBLEA PARLAMENTARE PARITETICA

Rappresentanti dei paesi ACP

Rappresentanti del PE

LABOSO, (KENYA), copresidente

MICHEL, copresidente

ANGOLA

ALFONSI

ANTIGUA E BARBUDA

ALVES

BAHAMAS

BAUER

BARBADOS

BEARDER

BELIZE

BICEP

BENIN

BULLMANN

BOTSWANA

CALLANAN

BURKINA-FASO

CARVALHO

BURUNDI

CASA

CAMERUN (VP)

CASINI

CAPO VERDE

CASPARY

REPUBBLICA CENTRAFRICANA

CASTEX

CIAD

CHRISTENSEN

COMORE

COELHO

CONGO (Repubblica democratica del)

DE KEYSER

CONGO (Repubblica del) (VP)

DELVAUX

ISOLE COOK

DE MITA

COSTA D'AVORIO

DE SARNEZ

GIBUTI (VP)

DURANT

DOMINICA

ENGEL

REPUBBLICA DOMINICANA (VP)

ESTARÀS FERRAGUT

ERITREA

FERREIRA, Elisa

ETIOPIA

FERREIRA, João

FIGI

FORD

GABON

GABRIEL

GAMBIA

GAHLER

GHANA

GOERENS (VP)

GRENADA (VP)

GRIESBECK

GUINEA

GUERRERO SALOM

GUINEA-BISSAU

HALL

Guiana

HÄNDEL

HAITI

HANNAN

GIAMAICA

HAUG

KIRIBATI

JENSEN

LESOTHO

JOLY

LIBERIA

KACZMAREK

MADAGASCAR

KLASS (VP)

MALAWI (VP)

KORHOLA

MALI

KUHN

ISOLE MARSHALL (Repubblica delle)

KURSKI

MAURITANIA (VP)

LEGUTKO

MAURIZIO (VP)

LE PEN

MICRONESIA (Stati federati di)

LÓPEZ AGUILAR

MOZAMBICO (VP)

LÖVIN

NAMIBIA

McMILLAN-SCOTT

NAURU

MANDERS

NIGER (VP)

MARTIN

NIGERIA

MARTÍNEZ MARTÍNEZ

NIUE

MATO ADROVER

PALAU

MAYER

PAPUA NUOVA GUINEA

MITCHELL

RUANDA

MIZZI

SAINT KITTS E NEVIS

MOREIRA

SANTA LUCIA

NEUSER

SAINT VINCENT E GRENADINE

NICHOLSON (VP)

SAMOA (VP)

OMARJEE (VP)

SAO TOMÉ E PRINCIPE

OUZKÝ (VP)

SENEGAL

RIVASI (VP)

SEICELLE

ROITHOVÁ (VP)

SIERRA LEONE

RONZULLI (VP)

ISOLE SALOMONE

SCHLYTER

SOMALIA

SCHMIDT

SUD AFRICA

SCHNELLHARDT

SURINAME

SCOTTÀ

SWAZILAND

SENYSZYN

TANZANIA

SPERONI (VP)

TIMOR EST

ŠŤASTNÝ (VP)

TOGO

STRIFFLER

TONGA

STURDY

TRINIDAD E TOBAGO

TIROLIEN

TUVALU

TOIA

UGANDA

VAUGHAN (VP)

VANUATU (VP)

VLASÁK

ZAMBIA

WEBER

ZIMBABWE

WIELAND*

 

ZANICCHI

 

ZIMMER


COMMISSIONE POLITICA

Membri ACP

Membri PE

PURCELL (SAMOA), copresidente

CASA, copresidente

HONGWANE (ZIMBABWE), VC

KORHOLA, VC

MILEBOU-AUBUSSON (GABON), VC

KORHOLA, VC

ANTIGUA E BARBUDA

ALFONSI

YEHOUETOME (BENIN)

CALLANAN

NGON-BABA (REPUBBLICA CENTRAFRICANA)

CASINI

NDOUANE (CONGO, Repubblica del)

DE KEYSER

TOURE (COSTA D’AVORIO)

DURANT

WAÏSS (GIBUTI)

FERREIRA, Elisa

ERITREA

GABRIEL

DAGO (ETIOPIA)

GAHLER

USAMATE (FIGI)

GRIESBECK

GUINEA

HANNAN

DHARAMKUMAR (GUIANA)

HÄNDEL

HAITI

KACZMAREK

JACKSON (GIAMAICA)

LE PEN

KIRIBATI

LÓPEZ AGUILAR

KOLLIE (LIBERIA)

MANDERS

MALI

MARTÍNEZ MARTÍNEZ

MOZAMBICO

MOREIRA

PALAU

NICHOLSON

TOZAKA (Isole Salomone)

ROITHOVÁ

SAINT VINCENT E GRENADINE

SCHMIDT

DLAMINI (SWAZILAND)

SPERONI

KLASSOU (TOGO)

STRIFFLER

OULANYAH (UGANDA)

WIELAND*


COMMISSIONE PER LO SVILUPPO ECONOMICO, LE FINANZE E IL COMMERCIO

Membri ACP

Membri PE

SALL (SENEGAL), copresidente

CARVALHO, copresidente

LENGKON (VANUATU), VC

LEGUTKO, VC

VAN DER WALT (NAMIBIA), VC

ALVES, VC

DE FONTES PEREIRA (ANGOLA)

BICEP

WORREL (BARBADOS)

BULLMANN

WA BASHARA (REP. DEMOCRATICA DEL CONGO)

CASPARY

 

ENGEL

KINGSFORD BAGBIN(GHANA)

FORD

MESSU (GUINEA EQUATORIALE)

GOERENS

KEMBI-GITURA(KENYA)

GUERRERO SALOM

SOFONIA (LESOTHO)

JENSEN

VUWA-KAUNDA (MALAWI)

KUHN

ISOLE MARSHALL

MARTIN

OULD GUELAYE (MAURITANIA)

MATO ADROVER

DEERPALSING (MAURIZIO)

MAYER

AHMED (NIGERIA)

McMILLAN-SCOTT

POLISI (RUANDA)

MICHEL

SAINT KITTS E NEVIS

MITCHELL

LONG (SANTA LUCIA)

MIZZI

SAO TOMÉ E PRINCIPE

OMARJEE

POOL (SEICELLE)

SCHLYTER

SIERRA LEONE

ŠŤASTNÝ

AMIN ABDEL MAGID (SUDAN)

STURDY

PANKA (SURINAME)

TIROLIEN

HAVEA TAIONE (TONGA)

WEBER

KHAN (TRINIDAD E TOBAGO)

ZANICCHI

TUVALU

 


COMMISSIONE PER GLI AFFARI SOCIALI E L'AMBIENTE

Membri ACP

Membri PE

Ndugai (TANZANIA), copresidente

RIVASI, copresidente

WEIDOU (CIAD), VC

BAUER, VC

GRENADA, VC

SCHNELLARDT, VC

BAHAMAS

BEARDER

BELIZE

CHRISTENSEN

BOSTWANA

COELHO

TAPSOBA (BURKINA FASO)

DELVAUX

KARERWA (BURUNDI)

DE MITA

OWONA KONO (CAMERUN)

DE SARNEZ

CAPO VERDE

ESTARÀS FERRAGUT

DIAE (COMORE)

FERREIRA, João

TURA (ISOLE COOK)

HALL

DOMINICA

HAUG

REPUBBLICA DOMINICANA

JOLY

BALDEH (GAMBIA)

KLASS

GUINEA-BISSAU

KURSKI

MADAGASCAR

LÖVIN

MICRONESIA, STATI FEDERATI DI

NEUSER

NAURU

OUZKÝ

CHEGOU (NIGER)

RONZULLI

TAGELAGI (NIUE)

SCOTTÀ

KOIM (PAPUA NUOVA GUINEA)

SENYSZYN

SOMALIA

TOIA

SUDAFRICA

VAUGHAN

TIMOR EST

VLASÁK

HAMUDULU (ZAMBIA)

ZIMMER


ALLEGATO II

ELENCO DI PRESENZA ALLA SESSIONE SVOLTASI DAL 25 AL 27 NOVEMBRE 2013 AD ADDIS ABEBA (ETIOPIA)

LABOSO, (Kenya), copresidente

MICHEL, Copresidente (3)  (4)

DE FONTES PEREIRA (Angola)

ALFONSI

WORRELL (Barbados)

ATTARD-MONTALTO (2), (3) (in sostituzione di MOREIRA, V.)

YEHOUETOME (Benin)

BEARDER

MOTLHALE (Botswana)

BINEV (in sostituzione di SPERONI, F. E.)

TAPSOBA (Burkina Faso)

BOULLAND (in sostituzione di DE MITA, L.)

KARERWA (Burundi)

CALLANAN

OWONA KONO (Camerun) (VP)

CARVALHO (2)

NGON-BABA (Repubblica centrafricana)

CHRISTENSEN

WEIDOU (Ciad)

DE SARNEZ (2)

Comore

GABRIEL

LUTUNDULA APALA (Congo, Repubblica democratica del)

GOMES (in sostituzione di FERREIRA, E.)

NDOUANE (Congo, Repubblica del)

GRIESBECK (2)

TURA (Isole Cook)

GUERRERO SALOM

TOURE (Costa d’avorio)

GUTIERREZ-CORTINES (in sostituzione di MATO, G.)

WAISS (Gibuti) (VP)

HALL

JIMÉNEZ (Repubblica dominicana) (VP)

KACZMAREK

USAMATE (Figi)

KLASS (VP)

MILEBOU AUBUSSON(Gabon)

KORHOLA

BALDEH (Gambia)

LEINEN (in sostituzione di TOIA, P.)

BAGBIN (Ghana)

LOPEZ AGUILAR

SEERAJ (Guiana)

MARTINEZ MARTINEZ (2)

RAKOTOMIANDRISOA (Madagascar)

MAYER

VUWA-KAUNDA (Malawi)

MITCHELL

OULD GUELAYE (Mauritania)

MIZZI

SITHOLE (Mozambico) (VP)

MUNIZ DE URQUIZA (in sostituzione di CASTEX, F.)

VAN DER WALT (Namibia)

NEUSER

CHEGOU (Niger) (VP)

NICOLAI (in sostituzione di MANDERS, T.)

AHMED (Nigeria)

RINALDI (2), (3) (in sostituzione di JENSEN, E.)

TAGELAGI) (Niue)

RIVASI

KOIM (Papua Nuova Guinea)

SCHMIDT

KANAI (Palau)

SCHNELLHARDT

LONG (Santa Lucia)

STASTNY

PURCELL (Samoa) (VP)

TIROLIEN (3), (4)

SALL (Senegal)

VAUGHAN

POOL (Seicelle)

VANHECKE (2) (in sostituzione di SCOTTA, G.)

BUNDU (Sierra Leone)

VLASAK (2)

TOZAKA (Isole Salomone)

WIELAND*

SWART (Sudafrica)

WLOSOWICZ (3), (4) (in sostituzione di KURSKI, J.)

PANKA (Suriname)

 

DLAMINI (Swaziland)

 

NDUGAI (TANZANIA) (VP)

 

KLASSOU (Togo)

 

TAIONE (Tonga)

 

KHAN (Trinidad e Tobago)

 

OULANYAH (Uganda)

 

KALTALIO (Vanuatu) (1)

 

HAMUDULU (Zambia)

 

HLONGWANE (Zimbabwe)

 

Hanno partecipato inoltre alla riunione:

ANGOLA

DAYORI

GUNGA

CHINLINGUTILA

TCHIKANHA

da Silva. PEREIRA

AVELINO

BARBADOS

CHANDLER

BENIN

TEIXEIRA

HOUNGNIGBO

AGNIDOZAN

BOTSWANA

MANGOLE

MOTSHOME

CHINGAPANE

LENGWADIBE

BURKINA-FASO

DOAMBA

OUEDRAOGO ZARE

BAKIO

BURUNDI

MWIDOGO

KAREKEZI

NIYUBAHWE

CAMERUN

GBERI

AWUDU MBAYA

ESSOMBA ATANGANA

DAOUDA

FOKOU

NGOUNGOURE EPSE SAMBA

NDOUMBA NGONO

REPUBBLICA CENTRAFRICANA

NOUGANGA

CIAD

ADJI

TEKILO

DINGAOMAIBE

NGARSOULEDE

AFFONO

GUELPINA

CONGO, Repubblica democratica del

MABAYA GIZI AMINE

BASIALA MAKA

wa BASHARA

KAT MUSHITU

OTSHUMAMPITA ALOKI

NGOY SALIBOKO

LONTANGE BONGIMA

EBUA LIHAU

NGINDU KABUNDI BIDUAYA

MUKENDI

BOKO MUKE

LUKUKA

CONGO, Repubblica del

IBOVI

KOURISSA

NGAMELLA

APATOUL

BOUNDA

COSTA D'AVORIO

F. TOURE

S. TOURE

KRA

CUBA

SHELTON

MARICHAL

GIBUTI

WAIS

GOUMANEH

ABDILLAHI

WARSAMA

SAID

HASSAN

BILIL

SAID

DAOUD

FARAH

GUINEA EQUATORIALE

NGUEMA MANANA

NOHAME ELA

CHEVOL ABOMALA

SANGO WILASI

ETIOPIA

DABA

TOGA CHANAKA

TESSEMA

ESHETE

MELESE BELAY

TADESSE

DESTA

FIGI

VOCEA

GABON

DAMAS OZIMO

ONGOUORI NGOUBILI

RISSONGA

KOUMBA

GAMBIA

SILLAH

KEBBEH

CAMARA

GHANA

ASAMOAH

BROWN

SARKU

ALIFO

GUINEA

NOUNKE

GUIANA

GOMES

KENYA

WA KABANDO

ADEN

WERU

ONGUKA

MOGERE

NDINDIRI

MUNYUA

WAIGANJO

LESOTHO

MAHASE-MOILOA

MAPHIKE

LIPHOLO

LEBOTSA

MOKOALELI

MADAGASCAR

NORBERT RICHARD

SETILAHY

MALAWI

KAUNDA

KAMLONGERA

CHISALA

CHINYAMA

MAKANDE

MAURITANIA

MINT HAMA

MOZAMBICO

MALENDZA

MANUEL

MATE

DAVA

NAMIBIA

NAHOLO

NGHILEEDELE

MUCHILA

NIGER

OUSMANE

FOUKORI

TONDY

MAINA

CAZALICA

NIGERIA

IVVEJUO

AHMED

AUDU

ABDULLAHI

ALHASSAN

AKPAN

TILLEY-GYADO

ISIYAK

PAPUA NUOVA GUINEA

BALANGETUMA

MARO

SAMOA

LUTERU

SENEGAL

TALL

DIALLO

FALL

LO

SECK

SEICELLE

VEL

SAMSON

SIERRA LEONE

LEWALLY

KUYEMBEH

SORIE

SUDAN

AMIR ABDELMAGID

NASR-ADEEN

ISMAIEL ALBAGIER

SURINAME

CASTELEN

TARNADI

NELSON

SWAZILAND

MASUKU

TANZANIA

AZZAN ZUNGU

YAKUBU

NZOWA

TRINIDAD E TOBAGO

JOSEPH

JOHNSTON

UGANDA

BIHANDE

AKOL

NABBANJA

KAWEESA

KAGORO

VANUATU

LENGKON

JOY

RURU

ZAMBIA

KABWE

NGULUBE

MUBANGA

MAYONDI

ZIMBABWE

CHIKWINYA

MPARIWA

MUCHADA

CHIPARE

CHIKURI

MASARA

CONSIGLIO ACP

Fonotoe Luafesili Pierre Lauofo, vice primo ministro e ministro degli affari esteri e del commercio di Samoa e Presidente in carica del Consiglio ACP

CONSIGLIO DELL’UE

Rolandas Kriščiūnas, Viceministro degli affari esteri della Lituania e rappresentante del Presidente del Consiglio dell'Unione europea

COMMISSIONE EUROPEA

PIEBALGS, membro della Commissione responsabile per lo sviluppo

SEAE

COSTA PEREIRA, capo divisione, Pan-Africa

CESE

VERBOVEN

COMESA

NKANAGU

UA

MWENCHA

OIF

BARARUNYERETSE

SEGRETARIATO ACP

MUMUNI, cosegretario generale

SEGRETARIATO UE

AGUIRIANO NALDA, cosegretario generale


(1)  Paese rappresentato da una persona diversa da un parlamentare.

(2)  Presente il 25 novembre 2013

(3)  Presente il 26.11.2013

(4)  Presente il 27.11.2013


ALLEGATO III

ACCREDITAMENTO DEI DELEGATI NON PARLAMENTARI

Figi

Sig. John Usamate,

ministro del lavoro, delle relazioni industriali e dell’occupazione e capo della delegazione di Figi

Madagascar

Sig. Jean Ernest Rakotomiandrisoa,

membro del Congresso nazionale di transizione e capo della delegazione del Madagascar


ALLEGATO IV

TESTI ADOTTATI

Risoluzione sul rispetto dello Stato di diritto e il ruolo di un sistema giudiziario imparziale e indipendente

(ACP-UE/101.521/13/def.)

Risoluzione sulla cooperazione sud-sud e la cooperazione triangolare: opportunità e sfide per i paesi ACP

(ACP-UE/101.516/13/def.)

Risoluzione sulle conseguenze sociali e ambientali della pastorizia per i paesi ACP

(ACP-UE/101.526/13/def.)

Risoluzione sulla sicurezza nella regione dei Grandi Laghi

(ACP-UE/101.541/13/def.)

Modifiche al regolamento dell'APP (AP101.347)

RISOLUZIONE (1)

sul rispetto dello Stato di diritto e il ruolo di un sistema giudiziario imparziale e indipendente

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunita ad Addis Abeba (Etiopia) dal 25 al 27 novembre 2013,

visto l'articolo 18, paragrafo 1, del suo regolamento,

visto il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo 2 e l'articolo 21, paragrafi 1 e 2,

visto l'accordo di Cotonou, in particolare l'articolo 8, paragrafo 4, l'articolo 9, l'articolo 33, paragrafo 1 e l'articolo 96,

vista la Carta africana per la democrazia, le elezioni e la governance, adottata il 30 gennaio 2007, in particolare l'articolo 2, paragrafi 2, 5, 6 e 9, l'articolo 3, paragrafi 1, 2, 5, 7, 8 e 9, e gli articoli 4, 10, 12, 15, 17, 27, 32 e 33,

vista la Carta della società civile della CARICOM, del 19 febbraio 1997, in particolare l'articolo XVII,

vista la dichiarazione sulla democrazia e il buon governo politico economico e societario dell'Organizzazione dell'Unità africana, dell'8 luglio 2002, in particolare gli articoli 7 e 14,

vista la convenzione dell'Unione africana sulla prevenzione e la lotta contro la corruzione, dell'11 luglio 2003, in particolare gli articoli 3 e 17 (2),

vista la relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite, del 16 marzo 2012, intitolata «Delivering justice: programme of action to strengthen the rule of law at the national and international levels»,

visti i principi di base delle Nazioni Unite sull'indipendenza del potere giudiziario,

visto il protocollo ECOWAS A/SP1/12/01 sulla democrazia e il buon governo, approvato a Dakar il 21 dicembre 2001,

vista la relazione della commissione per gli affari politici (ACP-UE/101.521/A/def.),

A.

considerando che il rispetto dello Stato di diritto e dell'equilibrio dei poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) è una condizione sine qua non per l'attuazione e il funzionamento di una democrazia stabile (un obiettivo comune al centro della cooperazione ACP-UE) e un elemento essenziale del buon governo, nonché per la promozione di uno Stato equo e di uno sviluppo politico, economico e sociale sostenibile che garantisca un funzionamento più semplice della democrazia parlamentare;

B.

considerando che una separazione effettiva, decisa e chiara dei poteri è essenziale al fine di garantire la presenza di un sistema giudiziario realmente imparziale, indipendente e accessibile;

C.

considerando che le strutture legali messe in atto devono garantire l'equilibrio tra i tre poteri costituzionali, che devono essere indipendenti dalle persone che occupano specifiche posizioni;

D.

considerando che una rete di stampa libera e rispettosa della deontologia e una società civile i cui i diritti vengano osservati e che venga tenuta in considerazione all'atto dell'assunzione delle decisioni politiche potrebbero contribuire all'equilibrio dei poteri costituzionali;

E.

considerando che sia l'UE che i paesi ACP nutrono un forte interesse comune nello sviluppo continuo della democrazia e nella creazione di un costituzionalismo correttamente funzionante;

F.

considerando che l'esistenza di un sistema giudiziario imparziale, indipendente e accessibile è un aspetto cruciale dello Stato di diritto in tutti gli stati, al fine di garantire il rispetto delle leggi da parte di tutti, promuovere una crescita economica sostenibile e rafforzare la fiducia della popolazione nel suo governo, con il conseguente miglioramento della stabilità politica e della sicurezza;

G.

considerando che la corruzione nel settore giudiziario viola il principio di non discriminazione e il diritto di accesso alla giustizia, a un processo equo e a un effettivo ricorso, elementi strumentali per l'applicazione di tutti gli altri diritti umani, e che la corruzione distorce gravemente l'indipendenza, la competenza e l'imparzialità della magistratura e della pubblica amministrazione, alimentando la sfiducia nelle istituzioni pubbliche, minando lo Stato di diritto e portando alla violenza;

H.

considerando che l'assunzione su base equa e obiettiva di risorse umane sufficienti e solidamente preparate è fondamentale per il corretto funzionamento dell'apparato giudiziario e della polizia;

I.

considerando che la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giuridico del loro paese e nella legittimità dei tribunali dipende da una magistratura equa, trasparente, onesta ed efficace;

J.

considerando che l'integrità degli affari pubblici e della gestione dei fondi pubblici è al centro del buon governo e dello Stato di diritto, essendo considerato come un fattore che determina una riduzione della corruzione; che i leader politici devono essere responsabili politicamente e dinanzi ai tribunali dell'appropriazione privata dei fondi pubblici; che la corruzione diffusa e l'assenza di trasparenza, di accesso alle informazioni e di partecipazione inclusiva al processo decisionale impediscono ai cittadini di chiedere conto ai governi e ai rappresentanti politici del loro operato, al fine di assicurare che le entrate generate dallo sfruttamento delle risorse e del mercato siano utilizzate per difendere i loro diritti umani; che spetta ai governi compiere ogni sforzo possibile per combattere la corruzione all'interno delle imprese pubbliche e private;

K.

considerando che il principio del buon governo, al centro della cooperazione fra l'Unione europea e i paesi ACP, si definisce come un processo di cambiamento nel lungo termine, basato su obiettivi e principi universali e aspirazioni comuni che occorre applicare alle principali funzioni fondamentali dello Stato nonché nelle interazioni tra le istituzioni pubbliche e i cittadini (3);

L.

considerando che l'istruzione, in particolare l'educazione civica, fin dalla prima infanzia, e la diffusa coscienza popolare di una cultura di pace, diritti umani, democrazia, Stato di diritto e libertà civili sono essenziali per promuovere un senso di appartenenza e di impegno tra i cittadini nei confronti della società e per consentire il radicamento del rispetto dello Stato di diritto;

M.

considerando che gli stessi principi devono essere applicati in ogni settore e non devono essere soggetti a specifiche «norme» nazionali o regionali, nonostante le modalità di applicazione possano variare di paese in paese;

1.

ricorda che qualsiasi sistema democratico si basa su una costituzione e su un sistema giudiziario associato e sottolinea, in tale contesto, l'importanza del principio dell'indipendenza giudiziaria;

2.

insiste sulle effettive adozione e applicazione dei pertinenti articoli sullo Stato di diritto, la separazione dei poteri e l'indipendenza del sistema giudiziario contenuti nei trattati, nelle carte, negli accordi e nelle dichiarazioni di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, l'Unione africana, l'Unione europea e le organizzazioni regionali;

3.

chiede alle organizzazioni internazionali e alle organizzazioni regionali di utilizzare la loro influenza per aiutare i parlamenti nazionali ad attuare le loro funzioni di controllo sul potere esecutivo; incoraggia, a tale riguardo, lo scambio di buone pratiche tra i parlamenti dei paesi ACP e degli Stati dell'Unione europea;

4.

si compiace dell'adozione di iniziative regionali in materia di buon governo, quali il meccanismo africano di valutazione inter pares (APRM), e chiede di mettere a punto dispositivi analoghi nel settore della giustizia;

5.

raccomanda che le costituzioni o i documenti costituzionali fondamentali definiscano chiaramente le norme di separazione dei poteri e specifichino il relativo quadro di riferimento istituzionale; a tale proposito, esprime riserve sulla legittimità costituzionale della prassi osservabile, in base alla quale la maggioranza necessaria per apportare modifiche costituzionali in ambito nazionale può limitare i diritti delle minoranze introdotti per ragioni di controllo politico; sottolinea che le modifiche alla costituzione devono rappresentare un'eccezione e soddisfare esigenze istituzionali e non politiche; esorta, pertanto, a istituire sistemi volti ad istituzionalizzare meccanismi di controllo politico e di controllo da parte di una corte costituzionale indipendente, preliminari a una revisione costituzionale;

6.

ribadisce che l'istituzione di diritti effettivi per le minoranze parlamentari, unita all'applicazione di norme rigorose in materia di finanziamento dei partiti politici che garantisca un elevato livello di trasparenza, è fondamentale per garantire il controllo democratico, l'equilibrio dei poteri e la sostenibilità della democrazia;

7.

ribadisce il ruolo positivo e proattivo che la società civile svolge nell'interazione tra poteri dello Stato, partiti politici e cittadini e nel prevenire colpi di Stato o violazioni dello Stato di diritto;

8.

sottolinea l'importanza di mezzi d'informazione liberi, indipendenti e pluralisti, che siano in grado di contribuire al controllo democratico e all'equilibrio dei poteri dello Stato, nel rispetto dei diritti a norma della legislazione sulla libertà d'informazione; invita a porre fine alle persecuzioni nei confronti dei giornalisti, che devono essere messi nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro in modo indipendente, senza temere violenze e recriminazioni, nonché a rilasciare immediatamente tutti i giornalisti e i blogger ingiustamente imprigionati a causa del loro lavoro; chiede di modificare la legislazione in materia di lotta al terrorismo e all'estremismo e le leggi sulla sicurezza nazionale, il tradimento o l'eversione che possono essere utilizzate per perseguire e arrestare i giornalisti;

9.

raccomanda fortemente il rafforzamento delle strutture e delle istituzioni dello Stato, in particolare quelle legate al sistema giudiziario; chiede alle autorità nazionali di assegnare le risorse necessarie a tal fine; prende atto che le pene e le condanne inflitte dai giudici non possono essere applicate in assenza di un'amministrazione penitenziaria credibile, finanziata e rispettosa dei diritti umani;

10.

ritiene che l'UE debba prestare una maggiore attenzione alla situazione degli «Stati falliti», conformemente ai principi dell'OCSE per un efficace intervento internazionale negli Stati fragili e nelle situazioni di fragilità;

11.

auspica un processo legislativo chiaro e trasparente nel settore economico che, insieme a un sistema giudiziario indipendente, accresca la fiducia degli investitori e che possa così contribuire ampiamente a uno sviluppo economico sostenibile; chiede che sia prestata particolare attenzione in tale contesto alle norme sulla proprietà e sottolinea l'importanza di attuare il diritto di partecipazione e di accesso alle informazioni e meccanismi di responsabilità pubblica, fra cui i dati aperti, quali principi fondamentali della democrazia;

12.

sottolinea la necessità di rafforzare, mediante la formazione e l'aggiornamento, le capacità intrinseche degli attori responsabili del settore giudiziario (Corte costituzionale, commissioni elettorali nazionali indipendenti, giudici, magistrati, ufficiali di polizia giudiziaria) e di istituzionalizzare i meccanismi interni di controllo dell'integrità;

13.

raccomanda l'istituzione di un organo giurisdizionale disciplinare per il personale del settore giudiziario, al fine di garantire l'indipendenza dei giudici nell'ambito di possibili avanzamenti di carriera e nomine;

14.

sottolinea la forte esigenza di affrontare i problemi quotidiani, come la povertà, la carenza di assistenza sanitaria accessibile e la corruzione, che rafforzano la percezione dell'opinione pubblica secondo cui la democrazia non ha migliorato le condizioni di vita;

15.

è del parere che un potere giudiziario forte e dotato di risorse adeguate costituisca una barriera contro la corruzione endemica; ritiene, a tale proposito, che i membri del personale giudiziario e di polizia debbano essere retribuiti in modo adeguato e debbano essere al riparo da qualsiasi pressione che minacci la loro integrità o limiti l'esercizio della loro professione;

16.

sottolinea l'importanza di una formazione del personale giudiziario e di polizia che sia di elevata qualità, fondata su valori e su un'etica umanista e basata sui principi democratici, del buon governo e dello Stato di diritto;

17.

raccomanda la creazione di istituzioni e meccanismi parlamentari che imprimano una svolta nella coscienza sociale, onde assicurare una protezione efficace contro la corruzione e il clientelismo; accoglie con favore la dichiarazione di Giacarta sui principi per le agenzie anticorruzione, del novembre 2012; sottolinea la necessità di porre rimedio all'assenza di efficacia nella lotta alla corruzione degli organismi anticorruzione istituiti in molti paesi, dovuta principalmente al loro ordinamento istituzionale, all'assenza di indipendenza funzionale dal potere esecutivo, all'assenza di un sostegno politico, alla provenienza delle loro finanze, alle norme per la selezione e la nomina dei funzionari e ai loro poteri di esecuzione; chiede di mettere a punto norme internazionali sull'indipendenza e l'efficacia delle autorità anticorruzione, che dovranno essere elaborate a livello intergovernativo e sottoposte all'adozione definitiva dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e che saranno equivalenti ai principi di Parigi per gli organismi nazionali dei diritti umani, con la stessa solida portata di questi ultimi; sottolinea che tali principi devono essere utilizzati come parametri di rendicontazione attraverso valutazioni dei risultati basate sulla revisione tra pari;

18.

sostiene la creazione di una commissione internazionale anticorruzione, da istituire sulla base di un trattato internazionale o di un protocollo alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, che porti alla nascita di un organismo internazionale di investigatori penali, dotati degli stessi poteri delle forze di polizia e delle procure nazionali, per indagare e perseguire i reati di corruzione sul territorio degli Stati firmatari e dotati del potere di incriminare gli individui dinanzi ai tribunali penali nazionali;

19.

sottolinea che i principi e le pratiche di buon governo nel settore giudiziario devono radicarsi a livello locale, in particolare tramite lo sviluppo di un'infrastruttura giudiziaria di qualità e distribuita su tutto il territorio;

20.

incoraggia le iniziative di riforma dei sistemi giudiziari e ritiene che tali riforme debbano coinvolgere pienamente le delegazioni europee interessate, i loro diversi partner e la società civile;

21.

raccomanda di includere nei programmi di istruzione nazionale l'educazione civica, fin dai primi anni, al fine di promuovere una cultura di responsabilità, sensibilità sui diritti umani, democrazia e lo Stato di diritto, segnatamente al fine di combattere la corruzione endemica;

22.

raccomanda di includere elementi locali nell'organizzazione del sistema giudiziario e nell'istituzione democratica generale di uno Stato al fine di garantire un maggiore senso di responsabilità dei cittadini, mantenendo tuttavia il pieno rispetto dei principi e delle norme democratici; sottolinea, a tale proposito, l'importanza del dialogo a livello locale e della polizia di prossimità per prevenire i reati e promuovere il rispetto e la difesa dello Stato di diritto e del sistema giudiziario da parte dei cittadini stessi;

23.

sottolinea l'importante ruolo svolto dalla Corte penale internazionale (CPI) al fine di agire efficacemente nella lotta contro l'impunità; evidenzia, a tale proposito, che la CPI non può sostituirsi a un sistema penale nazionale funzionante; incoraggia la creazione di un meccanismo istituzionale di dialogo permanente fra la CPI e i governi, in particolare con i capi di Stato e di governo dell'Unione africana, allo scopo di migliorare l'attuale funzionamento della Corte, tenendo conto delle preoccupazioni delle diverse parti contraenti dello statuto di Roma;

24.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione alle istituzioni dell'Unione africana e dell'Unione europea, al Consiglio dei ministri ACP, alla Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, all'autorità intergovernativa per lo sviluppo, alla Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe, nonché al Segretario generale delle Nazioni Unite.

RISOLUZIONE (4)

sulla cooperazione sud-sud e cooperazione triangolare: opportunità e sfide per i paesi ACP

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi ad Addis Abeba dal 25 al 27 novembre 2013,

visto l'articolo 18, paragrafo 1, del suo regolamento,

visto l'accordo di partenariato fra i membri del gruppo di Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri dall'altro, sottoscritto a Cotonou il 23 giugno 2000 (5) (accordo di Cotonou), e modificato la prima volta a Lussemburgo, il 25 giugno 2005 (6), e la seconda volta a Ouagadougou, il 22 giugno 2010 (7),

visto l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il quale sancisce che «l'obiettivo principale della politica dell'Unione in questo settore è la riduzione e, a termine, l'eliminazione della povertà. L'Unione tiene conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo»,

vista la dichiarazione adottata dall'Assemblea parlamentare paritetica a Budapest (maggio 2011) sul quarto forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti, svoltosi a Busan (Corea del Sud) nel 2011 (8),

vista la dichiarazione del settimo vertice dei capi di Stato e di governo di Malabo, segnatamente il suo paragrafo 18, che chiede di prestare particolare attenzione alla cooperazione sud-sud e alla cooperazione triangolare e di contribuire alla fine della dipendenza nei confronti degli aiuti (9),

visto il partenariato di Busan, del 1o dicembre 2011, per una cooperazione efficace al servizio dello sviluppo (10),

visti la dichiarazione di Parigi sull'efficacia dell'aiuto, del 2 marzo 2005, e il programma d'azione di Accra, del 4 settembre 2008 (11),

viste le conclusioni della 3166a riunione del Consiglio dell'Unione europea (Affari esteri/sviluppo), del 14 maggio 2012, su «Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'UE: un programma di cambiamento» (12),

vista la nota del Segretario generale delle Nazioni Unite sul quadro contenente direttive operative in merito al sostegno delle Nazioni Unite alla cooperazione sud-sud e alla cooperazione triangolare (SSC/17/3), del 12 aprile 2012 (13),

visto il simposio ACP-OIF sul rafforzamento della cooperazione sud-sud: sfide e opportunità per il gruppo ACP (14),

visto il documento finale della riunione chiave sulla cooperazione sud-sud e triangolare, tenutasi il 5 e 6 marzo 2012 a Bruxelles (15),

viste le conclusioni del dialogo politico sulla cooperazione triangolare, organizzato a Lisbona il 16 e 17 maggio 2013 dall'OCSE e dal governo del Portogallo (16),

visto il documento finale di Nairobi adottato dalla conferenza ad alto livello delle Nazioni Unite sulla cooperazione sud-sud (17),

vista la relazione della riunione congiunta dei consigli di amministrazione di PNUD/FNUAP/UNOPS, dell'UNICEF, di UN-Women e del PAM, del 4 febbraio 2013 a New York, organizzata per sfruttare la cooperazione sud-sud e la cooperazione triangolare (18),

vista la proposta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio relativa a un regolamento che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (19), vista la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite dell'8 settembre 2000,

vista la relazione della commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il commercio sulla cooperazione sud-sud e la cooperazione triangolare: opportunità e sfide per i paesi ACP (AP101.516/13/def.),

A.

considerando che il primo decennio del 21o secolo è stato caratterizzato dalla rapida crescita economica dei grandi paesi emergenti del sud (Cina, India, Brasile, Argentina, Indonesia, Sud Africa ecc.), che si vanno affermando sempre di più come protagonisti imprescindibili dello sviluppo e che nel 2010 hanno rappresentato, secondo le stime dell'OCSE, quasi il 50 % del prodotto interno lordo mondiale, rispetto al 36 % di dieci anni fa;

B.

considerando che, in tale contesto e stanti le sfide dello sviluppo, i paesi ACP si sono sempre più impegnati in logiche di partenariato sud-sud che riguardano non solo i flussi finanziari, ma anche modalità di condivisione di esperienze, di trasferimento di tecnologie, di accesso preferenziale al mercato, oltre che logiche commerciali più solidali;

C.

considerando che il futuro della cooperazione sud-sud si basa su azioni collettive che contribuiscono allo sviluppo dell'insieme dei paesi partecipanti e conducono a una risposta a sfide comuni;

D.

considerando che gli accordi di partenariato economico in corso di ratifica da parte dei paesi ACP devono essere un motore di sviluppo per i paesi partner dell'Unione, segnatamente tramite la diversificazione delle rispettive economie e l'intensificazione della cooperazione tra i paesi ACP;

E.

considerando che questi paesi ACP hanno progressivamente pensato a nuovi modelli di approccio agli obiettivi di eliminazione della povertà e di sviluppo sostenibile su una scala più regionale e attraverso partenariati orizzontali;

F.

considerando che la cooperazione triangolare è un processo di cooperazione sud-sud sostenuto da un paese del nord, che si differenzia dai semplici programmi di cooperazione tecnica per il fatto che ogni attore definisce il proprio contributo in funzione dei rispettivi vantaggi comparativi, assumendosi in tal modo parte della responsabilità dei risultati in materia di sviluppo;

G.

considerando che la cooperazione sud-sud dovrebbe essere più trasparente e coinvolgere maggiormente le società civili locali;

H.

considerando che, pur avendo compiuto progressi significativi nel raggiungere i traguardi fissati dagli obiettivi di sviluppo del millennio, tali progressi sono stati estremamente disomogenei;

I.

considerando che i paesi del nord hanno un forte interesse a garantire il successo della cooperazione sud-sud e della cooperazione triangolare;

J.

considerando che l'investimento estero diretto (IED) tra paesi in via di sviluppo ha raggiunto il 16 % del totale mondiale nel 2010 (ossia circa 210 miliardi di dollari contro i 187 miliardi di dollari del 2008) e che permane un potenziale inutilizzato per quanto concerne una maggiore integrazione economica transfrontaliera sud-sud;

K.

considerando che, secondo la relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite, le cifre della cooperazione allo sviluppo sud-sud sono rapidamente aumentate fino a raggiungere 16,2 miliardi di dollari nel 2008, il che rappresenta un incremento del 63 % rispetto al 2006;

1.

ritiene che la cooperazione sud-sud e la cooperazione triangolare, benché diverse per natura e finalità, creino entrambe nuovi spazi e offrano nuovi strumenti di cooperazione, consentendo ai paesi emergenti del sud di offrire ai paesi meno sviluppati, in particolare ai paesi meno avanzati (PMA), l'esperienza dei propri successi e gli insegnamenti tratti dai loro fallimenti e di proporre loro un aiuto allo sviluppo;

2.

rileva che i paesi emergenti (Cina, India, Brasile, Turchia, Marocco, paesi del golfo persico) investono in modo massiccio nei paesi ACP e devono essere incoraggiati a ricorrere al proprio ruolo per affrontare problemi internazionali fondamentali che vanno dalla ripresa economica alla sicurezza alimentare, ai diritti umani e al cambiamento climatico;

3.

riconosce che i paesi ACP possiedono conoscenze tecniche e specifiche del loro territorio, grazie alla vicinanza geografica e a complementarietà regionali crescenti, nonostante persistano squilibri commerciali, come testimoniato dal caso della Cina in Africa;

4.

deplora la struttura degli scambi commerciali tra i paesi ACP e le economie emergenti, che non registrano cambiamenti qualitativi, dato che i paesi ACP continuano a essere riserve di prodotti di base e materie prime che servono ad alimentare la crescita industriale degli altri paesi; insiste presso questi paesi affinché dimostrino la propria capacità di promuovere nuovi meccanismi di sviluppo e di mobilitazione dei fondi, affinché le relazioni economiche con i paesi emergenti sostengano la diversificazione strutturale dell'economia;

5.

esorta i partner commerciali esistenti a fornire assistenza sul fronte della formazione e dell'investimento nei settori che apportano un valore aggiunto ai prodotti dei paesi ACP e di altri paesi del sud, al fine di realizzare competenze e sfruttare al meglio le loro risorse per una crescita futura sostenuta;

6.

invita pertanto l'Unione europea a sostenere una cooperazione allo sviluppo sud-sud che soddisfi in modo convincente i principi di reciproco interesse e uguaglianza, tenuto conto degli squilibri esistenti tra le due parti in seno ai partenariati; è dell'avviso che sia necessario evitare una mera svendita delle materie prime, che occorra sostenere uno scambio equo di risorse e provvedere in particolare a un trasferimento intensivo di offerte formative, conoscenze e tecnologia;

7.

ritiene che i progetti di cooperazione triangolare offrano all'Unione europea la migliore opportunità per promuovere partenariati sostenibili con i paesi ACP;

8.

incoraggia lo sviluppo di finanziamenti innovativi come la possibilità di introdurre una tassa sul carbonio, in virtù del principio «chi inquina paga», dato che i paesi sviluppati ed emergenti sono spesso importanti fonti, sebbene non le uniche, di emissioni di CO2 in ragione della loro rapida industrializzazione; elogia a tale proposito gli Stati membri dell'UE per i loro sforzi di eliminare gradualmente i combustibili fossili in linea con gli impegni internazionali dell'Unione a combattere il cambiamento climatico e incoraggia la cooperazione triangolare a concentrarsi sulla promozione dell'uso di energie rinnovabili e tecnologie verdi quale parte integrante di un mix energetico sostenibile;

9.

invita la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti a intensificare i relativi finanziamenti a favore di iniziative di cooperazione triangolare, in particolare tra i paesi frontalieri;

10.

incoraggia tutti i soggetti interessati a favorire il rafforzamento a lungo termine delle capacità dei paesi ACP attraverso la realizzazione della cooperazione triangolare, che sfrutta i vantaggi comparativi e le complementarietà tra i diversi attori dello sviluppo, riunendo i paesi intorno all'obiettivo comune dell'eliminazione della povertà su scala mondiale e della promozione dello sviluppo sostenibile;

11.

è del parere che la cooperazione sud-sud e la cooperazione triangolare debbano concentrarsi anche sulla lotta contro il riciclaggio di denaro e contro il finanziamento del terrorismo, che sono entrambe condizioni essenziali per uno sviluppo economico sostenibile basato sullo Stato di diritto;

12.

ritiene che la cooperazione sud-sud e la cooperazione triangolare debbano contribuire a una gestione sostenibile e parsimoniosa delle risorse naturali e delle materie prime;

13.

ricorda che, per apportare benefici tangibili ai cittadini, è necessario che la cooperazione sud-sud e la cooperazione triangolare vengano sviluppate parallelamente a investimenti pubblici, privati e a investimenti congiunti proattivi in servizi pubblici tra cui, ma non esclusivamente, in materia di trasporto, energia, segnatamente l'approvvigionamento elettrico e l'accesso all'elettricità, e infrastrutture TIC, e siano accompagnate da un insieme di politiche pubbliche favorevoli alla crescita, tra cui un regime fiscale adeguato e un adeguato livello di decentramento territoriale al fine di responsabilizzare le regioni e le comunità locali;

14.

riconosce che, di fronte alla scarsa mobilitazione delle risorse interne e al decremento del volume degli aiuti allo sviluppo, i finanziamenti provenienti dalla cooperazione sud-sud costituiscono vere boccate di ossigeno per numerosi paesi ACP che hanno un enorme bisogno di finanziamenti; deplora, tuttavia, che tale finanziamento sia caratterizzato da una forte concentrazione su settori quali l'estrazione delle risorse naturali e minerarie;

15.

ritiene che i progetti di aiuto allo sviluppo e di cooperazione debbano concentrarsi maggiormente sulla promozione di un uso migliore delle risorse interne dei paesi ACP;

16.

incoraggia l'espansione della cooperazione sud-sud e della cooperazione triangolare in ambiti in grado di promuovere lo sviluppo sostenibile, come il buon governo;

17.

insiste sulla necessità di rafforzare la capacità dei paesi ACP, nell'ottica di allineare l'elaborazione e l'applicazione delle legislazioni, in nome di uno sviluppo solidale che garantisca il rispetto dei diritti umani, il buon governo, la giustizia sociale, l'equità, la democrazia e la tutela dell'ambiente;

18.

ritiene che i paesi ACP debbano essere in grado di affrontare sfide ambientali quali il cambiamento climatico, l'energia, il degrado ambientale e la perdita di biodiversità, in particolare grazie ai finanziamenti destinati allo sfruttamento delle risorse naturali, che deve avvenire in modo sostenibile;

19.

suggerisce che il partenariato mondiale per una cooperazione efficace al servizio dello sviluppo possa offrire uno spazio di incontro per i partner che condividono gli stessi principi e i cui impegni sono correttamente definiti, allo scopo di ottenere risultati di sviluppo tangibili esaminando i vantaggi comparativi, le complementarietà e migliorando la trasparenza in materia di spese, beneficiari e responsabilità dei soggetti locali e regionali in tale processo;

20.

sottolinea che i donatori tradizionali restano i principali erogatori di aiuti ai paesi ACP e ai partner commerciali, in quanto l'Unione europea e i suoi Stati membri hanno confermato l'impegno assunto di contribuire con lo 0,7 % del loro reddito nazionale lordo per accelerare i progressi nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio nel 2015 e oltre;

21.

incoraggia i partenariati a coalizzarsi in questi settori oltre che per realizzare azioni specifiche, allo scopo di esercitare maggiore influenza sulle decisioni internazionali; invita le parti interessate a riflettere sulla sostenibilità di queste nuove forme di cooperazione, relativamente alla questione centrale dei trasferimenti di conoscenze e tecnologie e della tutela dell'ambiente al di là delle frontiere;

22.

ritiene che queste nuove forme di integrazione territoriale richiedano un trasferimento di progetti di sviluppo ai soggetti locali e regionali;

23.

insiste sulla necessità di attribuire un ruolo centrale alla ricerca e all'innovazione negoziando, nel quadro delle relazioni internazionali, regimi favorevoli alla ricerca al servizio dello sviluppo;

24.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dei ministri ACP-UE, al Parlamento europeo, alla Commissione europea, alla presidenza del Consiglio dell'UE, all'Unione africana, al parlamento panafricano, ai parlamenti regionali e nazionali nonché alle organizzazioni regionali dei paesi ACP.

RISOLUZIONE (20)

sulle conseguenze sociali e ambientali della pastorizia nei paesi ACP

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi ad Addis Abeba (Etiopia) dal 25 al 27 novembre 2013,

visto l'articolo 18, paragrafo 1, del suo regolamento,

visto il quadro strategico dell'Unione africana per la pastorizia in Africa: «Policy Framework for Pastoralism in Africa: Securing, Protecting and Improving the Lives, Livelihoods and Rights of Pastoralist Communities», adottato dalla conferenza dei ministri africani dell'agricoltura tenutasi nel mese di ottobre 2010 e approvato dalla 18a sessione ordinaria del Consiglio esecutivo, tenutasi ad Addis Abeba nel mese di gennaio 2011 (doc. EX.CL/631 XVIII),

vista la dichiarazione di N'Djamena sul contributo della pastorizia alla sicurezza e allo sviluppo, del 29 maggio 2013,

visti il quadro e gli orientamenti per le politiche fondiarie in Africa, approvati dalla Conferenza congiunta dei ministri dell'Agricoltura, degli affari fondiari e dell'allevamento dell'Unione africana nel 2009,

vista la decisione A/DEC.5/10/98 dei capi di Stato o di governo dell'ECOWAS relativa alla regolamentazione della transumanza transfrontaliera tra gli Stati membri dell'ECOWAS,

vista la politica agricola degli Stati membri dell'ECOWAS, adottata il 19 gennaio 2005 ad Abuja,

vista la politica agricola dell'UEMOA, adottata il 10 dicembre 2001 mediante l'atto aggiuntivo n. 3/2001,

visto il progetto di quadro strategico del COMESA per la sicurezza alimentare delle regioni pastorali, del dicembre 2009,

visto il quadro strategico di politica regionale dell'IGAD per la salute animale e il commercio, approvato nel dicembre 2009,

visto l'accordo di partenariato ACP-UE («accordo di Cotonou»), in particolare l'articolo 32, paragrafo 1, relativo all'ambiente e alle risorse naturali, l'articolo 32 bis sul cambiamento climatico, l'articolo 31 relativo alle questioni di genere, nonché l'articolo 23 relativo allo sviluppo economico settoriale, che riguarda le strategie rurali e la produzione agricola,

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, del mese di marzo 2013, dal titolo «Migliorare l'alimentazione materna e infantile nell'assistenza esterna: un quadro strategico dell'Unione» (COM(2013)0141),

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dal titolo «L'approccio dell'Unione alla resilienza: imparare dalle crisi della sicurezza alimentare» (COM(2012)586),

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento su un quadro strategico dell'UE per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare i problemi della sicurezza alimentare (COM(2010)127),

viste le iniziative europee AGIR e SHARE tese a dare una risposta alle crisi alimentari e alla malnutrizione,

vista la relazione dell'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) dal titolo «World Livestock 2011. Livestock in food security» (Roma, 2012),

vista la dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2007 (A/RES/66/142),

viste le conclusioni del Consiglio europeo, del 18 novembre 2002, sui popoli indigeni (13466/02),

visti gli obiettivi di sviluppo del millennio stabiliti nel 2000 dalle Nazioni Unite,

vista la relazione della commissione per gli affari sociali e l'ambiente (ACP-EU/101.526/13/def.),

A.

considerando che in Africa vivono quasi 268 milioni di pastori e che la pastorizia costituisce, in certe regioni, la principale fonte di reddito; che le zone adibite a pascolo coprono quasi il 40 % del continente africano e che la pastorizia rappresenta la principale attività in alcune regioni; il Niger, per esempio, dispone di un capitale di bestiame stimato a 2 000 miliardi di FCFA e gli introiti del settore contribuiscono per il 21 % alle risorse del paese derivanti da esportazioni;

B.

considerando che i pastori sono dotati di un'esperienza indigena consolidata e che ricorrono sia alle reti sociali sia alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (NTIC) per trovare i pascoli più ricchi nelle zone aride e semiaride e condurvi strategicamente il bestiame, traendo così beneficio da terre incolte poco adatte ad altri utilizzi;

C.

considerando che le statistiche sul contributo della pastorizia alle economie nazionali sono poco conosciute, nonostante l'importanza della pastorizia per la fornitura di bestiame e la creazione di una rete di servizi attorno a questa attività;

D.

considerando che nelle zone aride e semiaride la pastorizia è più produttiva dell'allevamento stanziale per quanto riguarda i rapporti di produzione di carne/ettaro e apporto calorico/ettaro, e che essa contribuisce così all'alimentazione delle popolazioni e quindi alla sicurezza e alla resilienza alimentare e nutrizionale;

E.

considerando che il pascolo nelle zone aride e semiaride combinato al potenziale di immagazzinamento del biossido di carbonio dei pascoli potrebbe avere ripercussioni positive sull'ambiente e che, dall'altro lato, il pascolo di greggi che non vengono spostati porta a un pascolo eccessivo e alla perdita di biodiversità, in quanto le piante non riescono a crescere a sufficienza;

F.

considerando che il cambiamento climatico accresce la vulnerabilità dei pastori all'insicurezza alimentare e alla povertà, fermo restando che i pastori, in ragione dei loro spostamenti, si adattano più facilmente al cambiamento climatico rispetto agli allevatori di bestiame sedentari;

G.

considerando che l'incremento demografico fa aumentare la richiesta di terreni agricoli e di urbanizzazione in Africa, fattori che possono limitare la mobilità degli animali, e che una gestione oculata e la creazione di codici e piani per l'utilizzo delle terre sono quindi particolarmente importanti al fine di preservare la mobilità degli animali;

H.

considerando che l'esame della questione relativa alla gestione della mobilità transfrontaliera a livello regionale può apportare soluzioni ai conflitti intercomunitari legati all'accesso all'acqua e alla terra;

I.

considerando che i pastori che attraversano zone isolate possono svolgere un ruolo positivo sul fronte della sicurezza;

J.

considerando che la diversificazione delle attività permette ad alcuni pastori di incrementare i propri redditi;

K.

considerando che l'accesso dei pastori alle cure mediche, all'istruzione, all'acqua e alle cure veterinarie per gli animali appropriate e di buona qualità può rivelarsi problematico e che le difficoltà connesse al loro censimento possono comportare una loro possibile marginalizzazione politica;

L.

considerando che il quadro strategico dell'Unione africana per la pastorizia mira a proteggere i redditi dei pastori, ad aiutarli ad affrontare i problemi che si trovano di fronte, a garantire i loro diritti e a rafforzare il loro contributo all'economia;

1.

esorta i paesi ACP e le autorità locali a procedere a un'armonizzazione delle rispettive politiche nazionali, locali e regionali al quadro strategico elaborato dall'Unione africana e a coinvolgere i pastori nella definizione delle strategie da utilizzare;

2.

invita l'Unione europea a riconoscere la pastorizia come sistema di produzione degno di interesse, nonché a sostenere i paesi ACP nell'attuazione del quadro strategico;

3.

sottolinea che sono necessarie misure adeguate in materia di salute animale e di igiene al fine di evitare la diffusione di malattie animali, preservare la pastorizia e proteggere la salute pubblica; sottolinea che è importante che i pastori siano informati in merito alla prevenzione e al trattamento delle malattie animali;

4.

sollecita i paesi ACP ad attuare iniziative, leggi e codici locali, nazionali, bilaterali e regionali per la pastorizia, la transumanza e l'utilizzo delle terre; esorta, inoltre, i paesi ACP a mettere a punto formule di approvvigionamento innovative, ad esempio nell'ambito dell'istruzione o del sistema sanitario, grazie alle quali sia possibile soddisfare meglio il fabbisogno dei gruppi di popolazione nomadi;

5.

esorta gli attori del settore pubblico e privato a garantire che le frontiere e i limiti non influiscano negativamente sulla mobilità in totale sicurezza dei pastori o sul loro accesso alle risorse e che i pastori possano praticare la pastorizia nonostante la privatizzazione;

6.

raccomanda ai paesi ACP di sostenere e consigliare le donne impegnate nella pastorizia in relazione per la loro emancipazione economica;

7.

auspica che i paesi ACP rafforzino le loro strutture di governance per una migliore rappresentanza dei pastori al loro interno, in particolare attraverso la concessione di più poteri alle istituzioni tradizionali e alle organizzazioni della società civile, affinché siano predisposti mezzi adeguati per raggiungere i seguenti obiettivi:

(a)

accesso sicuro ai pascoli e alle zone cuscinetto durante la stagione arida;

(b)

conservazione delle conoscenze tradizionali e delle risorse genetiche con l'integrazione di nuove scoperte relative alla salute animale, all'ambiente e alla salvaguardia delle risorse;

(c)

accesso all'istruzione, ai servizi sanitari, alle cure veterinarie e all'acqua appropriati e di buona qualità, in una forma adatta alla pastorizia;

(d)

messa a disposizione e uso di tecnologie, servizi igienici, sistemi di gestione dei periodi di siccità, informazioni sul mercato e servizi finanziari;

(e)

costruzione e miglioramento delle infrastrutture per l'allestimento e la messa a disposizione per il mercato e i canali di commercializzazione;

8.

esorta i paesi ACP a rivolgere particolare attenzione all'istruzione delle bambine nelle comunità pastorali e a creare strutture per garantirne l'accesso all'istruzione;

9.

invita i paesi ACP e gli Stati dell'UE a coinvolgere i pastori nel processo decisionale e a dare il loro sostegno ai pastori nella risoluzione dei conflitti utilizzando, ove ciò si riveli appropriato e possibile, strumenti consuetudinari, nonché ad agevolarne l'accesso ai servizi giuridici;

10.

chiede ai paesi ACP di garantire sostegno e consulenza ai pastori che scelgono di uscire dal sistema;

11.

suggerisce ai paesi ACP di raccogliere ulteriori dati sulla pastorizia per poter valutare meglio il suo contributo all'economia, nonché di condurre studi socioeconomici per definire meglio la vulnerabilità dei pastori a fattori quali, ad esempio, il cambiamento climatico, i conflitti, i cambiamenti nell'utilizzo delle terre o l'insicurezza alimentare;

12.

esorta l'UE e i paesi ACP a fare tutto il possibile per combattere il cambiamento climatico, considerandone l'impatto nocivo sulle popolazioni dedite alla pastorizia; pone l'accento, a tal proposito, sull'importanza non soltanto di sostenere l'adeguamento al cambiamento climatico e il miglioramento della resilienza tra i pastori nei paesi ACP, ma anche di esercitare pressioni per ottenere un programma ambizioso sul fronte della lotta alle emissioni di gas a effetto serra sia nell'UE che nei paesi ACP;

13.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dei ministri ACP-UE, al Parlamento europeo, alla Commissione europea, alla presidenza del Consiglio dell'UE, all'Unione africana, al parlamento panafricano, ai parlamenti regionali e nazionali nonché alle organizzazioni regionali dei paesi ACP.

RISOLUZIONE (21)

sulla sicurezza nella regione dei Grandi Laghi

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi ad Addis Abeba dal 25 al 27 novembre 2013,

visto l'articolo 18, paragrafo 2, del suo regolamento,

visto l'accordo di partenariato 2000/483/CE tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou (Benin) il 23 giugno 2000 e successivamente rivisto nel 2005 e nel 2010,

vista la risoluzione n. 2098 (2013) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla Repubblica democratica del Congo (RDC),

vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE sulla situazione di instabilità e di insicurezza nella regione dei Grandi Laghi e, in particolare, nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo, adottata nella riunione di Paramaribo (Suriname) il 29 novembre 2012,

vista la dichiarazione, del 14 novembre 2013, del presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione della RDC,

visto il Patto per la sicurezza, la stabilità e lo sviluppo nella regione dei Grandi Laghi, sottoscritto a Nairobi (Kenya) nel mese di dicembre 2006 dai capi di Stato e di governo degli Stati membri della Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi Laghi (ICGLR),

visto il quadro per la pace, la sicurezza e la cooperazione per la Repubblica democratica del Congo e la regione, sottoscritto il 24 febbraio 2013 ad Addis Abeba (Etiopia) da undici capi di Stato e di governo degli Stati membri della ICGLR e della Comunità di sviluppo dell'Africa australe (SADC),

vista la dichiarazione dei capi di Stato e di governo degli Stati membri della ICGLR, riunitisi a Kampala (Uganda) il 5 settembre 2013, sulla situazione della sicurezza nella provincia del Kivu settentrionale nella RDC,

visto il comunicato finale del vertice congiunto della SADC e della ICGLR, tenutosi a Pretoria il 4 novembre 2013,

vista la decisione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana (UA) sulla situazione nella parte orientale della Repubblica del Congo, adottata il 14 novembre 2013 nel corso della sua 406a riunione,

viste le dichiarazioni congiunte del 9 settembre 2013, del 4, 6 e 11 novembre 2013 degli inviati e rappresentanti speciali dell'UE, delle Nazioni Unite, dell'UA e degli Stati Uniti in merito alla regione dei Grandi Laghi,

viste le dichiarazioni di Catherine Ashton, vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 30 agosto 2013, sulla situazione nel Kivu settentrionale, e del 7 giugno 2012 e 10 luglio 2012 sulla situazione nel Congo orientale,

viste le precedenti risoluzioni del Parlamento europeo sulla Repubblica democratica del Congo, in particolare le risoluzioni del 17 dicembre 2009, 13 dicembre 2012 e 12 settembre 2013,

vista la dichiarazione, del 26 giugno 2012, di Kristalina Georgieva, commissario europeo per la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi sull'aggravarsi della situazione umanitaria nella Repubblica democratica del Congo,

visti l'articolo 3 e il protocollo II della Convenzione di Ginevra del 1949, che vietano le esecuzioni sommarie, gli stupri, il reclutamento forzato e altre atrocità,

vista la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, del 20 novembre 1989, che vieta, in particolare, il coinvolgimento dei minori nei conflitti armati,

visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 e il Patto internazionale del 1966 sui diritti civili e politici,

vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli, ratificata dalla RDC nel 1982,

A.

considerando le violenze continue, le massicce violazioni dei diritti umani, i crimini di ogni genere (arresti arbitrari, estorsioni, saccheggi, lavoro forzato, violenze sessuali, arruolamento forzato di minorenni, torture ed esecuzioni) e l'insicurezza nella regione dei Grandi Laghi, esprime profonda preoccupazione;

B.

considerando che la presenza e l'attività di gruppi armati nella regione dei Grandi Laghi in generale e nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo in particolare sono tra le cause principali del perdurare dell'insicurezza nella regione e rappresentano una costante minaccia per la pace, la sicurezza, la stabilità, lo sviluppo socioeconomico e la cooperazione tra i paesi della regione;

C.

considerando che il continuo sfruttamento e saccheggio illegale delle risorse naturali e minerarie della Repubblica democratica del Congo, segnatamente nella parte orientale del paese, rimane una delle cause principali di insicurezza nella regione dei Grandi Laghi; che l'aumento della disoccupazione e della povertà, la crisi alimentare e l'inadeguatezza dei servizi sociali di base sono altresì determinanti per la recrudescenza della violenza e l'instabilità nella regione;

D.

considerando che l'anno scorso i combattimenti hanno provocato lo sfollamento di oltre 100 000 persone, aggravando la crisi umanitaria in corso nella regione, che conta circa 2,6 milioni di sfollati interni e 6,4 milioni di persone bisognose di cibo e di aiuti di emergenza, situazione provocata principalmente dalla ribellione dell'M23 e dalle attività criminali svolte da altri gruppi armati nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo;

E.

considerando che, in seguito all'offensiva militare lanciata alla fine di ottobre 2013 con il sostegno della brigata d'intervento della missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Repubblica democratica del Congo (MONUSCO), le Forze armate della RDC (FARDC) hanno posto fine alla ribellione dell'M23 e hanno reso possibile la progressiva reinstallazione dell'amministrazione territoriale dello Stato nei territori occupati dai ribelli;

F.

considerando la dichiarazione del 5 novembre 2013 dei leader dell'M23, nella quale essi hanno annunciato la fine della loro ribellione e la loro disponibilità a perseguire gli obiettivi del loro movimento esclusivamente attraverso strumenti politici;

G.

considerando che, nonostante la vittoria delle FARDC e nonostante gli sforzi compiuti e le risorse mobilitate dalla comunità internazionale nella regione dei Grandi Laghi, in particolare nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo, la violenza e le gravi violazioni dei diritti umani, i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità perpetrati da gruppi armati, nonché lo sfruttamento e il saccheggio illegale delle risorse naturali della Repubblica democratica del Congo sono tuttora in atto; che è pertanto importante continuare ad adoperarsi al fine di consolidare la pace e la sicurezza nella regione;

H.

considerando che le difficoltà di concludere rapidamente i negoziati a Kampala tra il governo della RDC e l'M23 a causa di un disaccordo sulla natura e il titolo del testo finale che sancisce tali negoziati, a discapito dei progressi già realizzati, sono deplorevoli;

I.

considerando che è urgente porre definitivamente fine alle attività di tutte le altre forze negative che operano nella parte orientale della RDC, incluse le Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (FDLR), le Forze democratiche alleate/Esercito nazionale per la liberazione dell'Uganda (ADF/NALU) e i diversi gruppi Mai-Mai, e ripristinare rapidamente la pace e la sicurezza nella regione dei Grandi Laghi;

J.

considerando che è deplorevole che gli impegni assunti nell'ambito dell'accordo quadro di cui sopra sottoscritto ad Addis Abeba il 24 febbraio 2013 non siano stati onorati da tutte le parti coinvolte;

K.

considerando che, durante la visita congiunta con il Segretario generale delle Nazioni Unite nel mese di maggio 2013 nella regione dei Grandi Laghi, il presidente della Banca mondiale ha annunciato che la Banca mondiale contribuirà in ragione di un miliardo di dollari a favore di progetti di sviluppo nella regione, accanto agli sforzi attualmente compiuti dalla comunità internazionale per stabilire una pace duratura nella regione dei Grandi Laghi;

1.

condanna ancora una volta con la massima forza possibile gli atti di violenza, i crimini, le violazioni dei diritti umani, gli stupri e il reclutamento di bambini soldato che si sono verificati e ribadisce il proprio sostegno a favore dei popoli della regione dei Grandi Laghi sottoposti alle atrocità di guerra; sollecita gli Stati a promuovere il dialogo, la mediazione e la negoziazione per quanto attiene alla risoluzione dei conflitti interni quale soluzione per eliminare le cause dei dissensi, che portano a tentativi di destituire governi eletti democraticamente;

2.

invita il governo della RDC a esercitare la sua piena autorità sull'intero territorio della RDC e a migliorare la governance generale del paese, anche nel settore dei diritti umani, nonché a individuare e attuare mezzi adeguati per garantire che tutti i settori della società congolese godano degli stessi diritti;

3.

invita i parlamenti della regione dei Grandi Laghi a collaborare con i loro governi e partiti politici al fine di promuovere la giustizia sociale per garantire una pace duratura;

4.

invita i parlamenti e i governi a garantire la partecipazione, in condizioni di parità, di tutte le categorie della società, comprese le donne, i giovani, le minoranze e i gruppi vulnerabili, al processo democratico e alla governance;

5.

invita la comunità internazionale, compresa l'UA, l'UE e le Nazioni Unite, a continuare a fornire un'assistenza concreta, coordinata e più efficace alle persone colpite dalla situazione di insicurezza nella regione dei Grandi Laghi e a rimanere pronta a rispondere al disastro umanitario nella regione;

6.

ribadisce il suo fermo impegno a favore della sovranità, indipendenza, integrità territoriale e unità nazionale dei paesi della regione dei Grandi Laghi in generale e della RDC in particolare e sottolinea che questi principi devono essere rispettati al fine di promuovere la pace, la sicurezza e lo sviluppo della regione dei Grandi Laghi;

7.

ribadisce il diritto inalienabile ed irrevocabile di ciascuno dei popoli della regione di trarre pienamente beneficio dalle loro risorse nazionali e di disporre di queste ultime in modo assolutamente sovrano, conformemente alle loro legislazioni;

8.

esprime il suo sostegno nei confronti del quadro per la pace, la sicurezza e la cooperazione della Repubblica democratica del Congo e della regione sottoscritto ad Addis Abeba e invita tutte le parti firmatarie a onorare i propri impegni in buona fede e velocemente; invita, pertanto, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad adottare misure appropriate, conformemente al paragrafo 6 della sua risoluzione n. 2098 (2013), nei confronti di eventuali parti che non abbiano rispettato gli impegni stabiliti in tale quadro;

9.

plaude al sostegno dell'UE a favore dell'accordo quadro e la incoraggia ad adoperarsi con il massimo impegno, in collaborazione con altre organizzazioni internazionali, al fine di promuovere la pace e migliorare la cooperazione tra la RDC, l'Uganda, il Ruanda, il Burundi e la Tanzania;

10.

esprime il proprio sostegno nei confronti della totalità delle misure intese a ripristinare la pace e la sicurezza nella regione dei Grandi Laghi stimolate e messe in atto dalle Nazioni Unite, dall'UA, dall'UE, dall'ICGLR e dalla SADC ed esorta queste ultime a continuare ad adoperarsi e, in particolare, a istituire un programma per lo sviluppo armonioso della regione, al fine di offrire ai giovani e alla popolazione della regione dei Grandi Laghi in generale un'alternativa alla guerra che garantirà loro un futuro migliore;

11.

plaude alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite n. 2098 (2013) sulla RDC e invita con urgenza i leader nella regione dei Grandi Laghi e la comunità internazionale nel suo complesso ad adoperarsi al fine di garantire che la risoluzione sia attuata in modo adeguato e totale;

12.

accoglie favorevolmente lo schieramento nel Kivu settentrionale di soldati della brigata d'intervento della MONUSCO istituita nel quadro della risoluzione di cui sopra; plaude al contributo attivo della brigata nel reprimere la ribellione dell'M23 e invita a continuare a sostenere l'esercito governativo congolese, al fine di sciogliere tutti gli altri gruppi armati sul territorio della RDC e di porre fine alle loro attività criminali nella regione dei Grandi Laghi;

13.

esorta la comunità internazionale, in particolare i donatori, a sostenere gli sforzi delle autorità della RDC, a seguito della vittoria militare sull'M23, a perseguire riforme strutturali istituzionali, politiche, economiche e sociali, segnatamente nel settore della difesa, della sicurezza e della giustizia, al fine di rafforzare la democrazia, lo Stato di diritto e il buon governo a tutti i livelli dell'amministrazione pubblica;

14.

invita la RDC e i suoi vicini a impegnarsi in una più stretta ed efficace collaborazione regionale al fine di affrontare congiuntamente le conseguenze dei conflitti ricorrenti nella regione e, oltre a occuparsi di questioni attinenti alla sicurezza e alla politica, promuovere lo sviluppo economico nella regione dei Grandi Laghi; invita la comunità internazionale, segnatamente l'ICGLR, l'UA, l'UE, le Nazioni Unite e gli Stati Uniti a sostenere tale cooperazione;

15.

mette in luce, in quest'ottica, la necessità di rivitalizzare la comunità economica dei paesi della regione dei Grandi Laghi e di dotarla dei mezzi per promuovere la pace, l'integrazione, la crescita economica e la creazione di occupazione, al fine di garantire una vita migliore agli abitanti della regione;

16.

plaude ai progressi nei negoziati di Kampala sotto gli auspici dell'ICGLR ed esorta il mediatore e tutte le parti a concluderli rapidamente in modo da risolvere le questioni urgenti quali l'estradizione degli ex ribelli dell'M23 che si sono rifugiati nei paesi limitrofi e delle persone citate per crimini di guerra, crimini contro l'umanità e gravi violazioni dei diritti umani;

17.

chiede la smobilitazione, il disarmo, il rimpatrio e il reinserimento (DDRR) degli ex ribelli in modo rigorosamente conforme sia alle norme internazionali di base in questo settore sia alle esigenze specifiche dell'attività di soldato, come specificato nella risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE sulle minacce poste dai colpi di Stato militari alla democrazia e alla stabilità politica nei paesi ACP e il ruolo della comunità internazionale;

18.

prende atto delle consultazioni nazionali nella RDC tra la maggioranza presidenziale, l'opposizione politica e la società civile convocate dal presidente Joseph Kabila e incoraggia le autorità della RDC a dare seguito alle conclusioni e alle raccomandazioni di tali consultazioni, al fine di promuovere la riconciliazione nazionale ed eliminare una volta per tutte le cause fondamentali delle crisi politiche ricorrenti nella RDC;

19.

sottolinea la necessità di identificare al più presto, con l'aiuto dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e della Croce rossa internazionale, gli ex ribelli dell'M23 e i rifugiati congolesi in Ruanda e Uganda, in modo che possano essere rimpatriati su base volontaria nel loro paese di origine e che tutti coloro che lo desiderano possano partecipare al programma DDRR;

20.

sottolinea che la fine dell'impunità è una delle condizioni preliminari per ripristinare la pace e la sicurezza nella regione dei Grandi Laghi e ribadisce il suo appello alle autorità giudiziarie degli Stati membri dell'ICGLR e alla Corte penale internazionale di perseguire e punire gli autori di violazioni dei diritti umani, crimini contro l'umanità, crimini di guerra, stupri e reclutamento di bambini soldato nella regione dei Grandi Laghi;

21.

ribadisce che tutti i gruppi armati che si aggirano per la regione dei Grandi Laghi che non l'hanno ancora fatto devono deporre immediatamente le armi e impegnarsi a ritornare alla normale vita civile nei loro rispettivi paesi;

22.

esorta tutti i paesi nella regione dei Grandi Laghi che hanno accolto rifugiati militari o civili provenienti da altri paesi a conformarsi rigorosamente alle disposizioni della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati e della Convenzione dell'Organizzazione dell'Unità africana (OUA) del 1967 regolante gli specifici aspetti dei problemi dei rifugiati in Africa, in particolare l'interdizione delle persone che conducono attività politiche e militari contro i loro paesi di origine;

23.

invita la Banca mondiale a mantenere la promessa fatta dal suo presidente il 22 maggio 2013 a Kinshasa di investire la somma di un miliardo di dollari a favore di progetti di sviluppo nella regione dei Grandi Laghi e raccomanda che tale finanziamento venga stanziato in via prioritaria a favore delle aree colpite dai conflitti;

24.

esorta l'UA, l'ICGLR e i suoi Stati membri, le Nazioni Unite e l'UE a intervenire con decisione ed efficacia nella lotta contro lo sfruttamento illegale e il commercio di risorse naturali della RDC e di altri paesi nella regione dei Grandi Laghi e, in particolare, a comminare sanzioni alle società coinvolte in tali pratiche, in conformità dei principi di trasparenza adottati a livello internazionale;

25.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione all'Unione africana, al Consiglio dei ministri ACP-UE, al Consiglio e alla Commissione europea, al vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Segretario generale delle Nazioni Unite, all'inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la regione dei Grandi Laghi, agli Stati membri della Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi Laghi, nonché ai presidenti, capi di Stato e di governo e parlamenti degli Stati interessati.

Regolamento dell'assemblea parlamentare paritetica

Articolo 1

Assemblea parlamentare paritetica

1.   L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE (in appresso «l'Assemblea») è costituita in conformità dell'articolo 17 dell'accordo di partenariato firmato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, dall'altro.

2.   L'Assemblea è composta da due camere formate da un numero uguale di rappresentanti dell'Unione europea e degli Stati ACP. I membri dell'Assemblea parlamentare paritetica sono, da un lato, membri del Parlamento europeo e, dall'altro, parlamentari o, in mancanza, in casi eccezionali, quali casi di forza maggiore, di cui deve essere trasmessa notifica anticipatamente e per iscritto all'Ufficio di presidenza dell'Assemblea di cui all'articolo 2 (nel prosieguo: «Ufficio di presidenza»), rappresentanti designati dal parlamento di ciascuno Stato ACP. Nel caso di uno Stato ACP che non abbia un Parlamento, la partecipazione, senza diritto di voto, di un rappresentante di tale Stato è soggetta all'approvazione preliminare dell'Assemblea.

3.   I poteri dei membri dell'Assemblea vengono attestati da una designazione scritta emanante, per i rappresentati degli ACP, dalle autorità competenti dei loro rispettivi Stati e, per i rappresentanti del Parlamento europeo, dal Presidente di quest'ultimo.

Articolo 2

Ufficio di presidenza

1.   Ogni camera elegge i suoi membri all'Ufficio di presidenza conformemente alla sua prassi.

2.   L'Ufficio di presidenza si compone di due copresidenti con identici poteri e di ventiquattro vicepresidenti. I membri dell'Ufficio di presidenza sono designati, rispettivamente, una metà dai rappresentanti degli Stati ACP e l'altra metà dai rappresentanti del Parlamento europeo, conformemente alle procedure fissate da ciascuno delle due camere.

3.   L'Ufficio di presidenza prepara i lavori dell'Assemblea, controlla il seguito dato alle attività e alle risoluzioni dell'Assemblea e stabilisce tutti i contatti necessari con il Consiglio dei ministri ACP-UE, e con il Comitato degli Ambasciatori ACP-UE.

4.   L'Ufficio di presidenza è responsabile del coordinamento dei lavori dell'Assemblea. Esso può designare alcuni dei suoi membri quali vicepresidenti responsabili di questioni specifiche, in conformità con il principio di parità tra i membri dei parlamenti degli Stati ACP e i membri del Parlamento europeo.

5.   L'Ufficio di presidenza si riunisce, su iniziativa dei suoi copresidenti, almeno quattro volte all'anno; due delle riunioni hanno luogo nei giorni precedenti le sessioni dell'Assemblea.

6.   L'Ufficio di presidenza sottopone all'approvazione dell'Assemblea l'ordine del giorno delle discussioni. Esso ha la responsabilità di assicurare che, nella misura del possibile, metà dei punti iscritti all'ordine del giorno riguardino temi di interesse comune.

Esso può proporre di limitare il tempo di parola per le discussioni.

7.   L'Ufficio di presidenza è competente per quanto concerne la composizione e la ripartizione delle competenze delle commissioni permanenti di cui all'articolo 25 («commissioni permanenti»).

8.   L'Ufficio di presidenza è competente per quanto concerne l'autorizzazione all'elaborazione di una relazione o di una relazione contenente un progetto di risoluzione da parte delle commissioni permanenti.

9.   L'Ufficio di presidenza può altresì presentare questioni all'esame delle commissioni permanenti che, successivamente, possono chiedere l'autorizzazione di elaborare una relazione su un tema specifico.

10.   L'Ufficio di presidenza è responsabile della verifica del seguito dato alle risoluzioni e alle decisioni dell'Assemblea. Nel caso di risoluzioni presentate da una commissione permanente, esso può delegare tale responsabilità di verifica al presidente e al relatore della commissione permanente in questione.

11.   La competenza per la discussione, a porte chiuse, di singoli casi in materia di diritti umani spetta all'Ufficio di presidenza.

12.   Le riunioni dell'Ufficio di presidenza non sono pubbliche.

Articolo 3

Presenza di altre istituzioni

1.   Il Consiglio dei ministri ACP-UE, a norma dell'articolo 15 dell'accordo di partenariato, è invitato a presentare all'Assemblea la propria relazione annuale sull'applicazione dell'accordo di partenariato. Tale presentazione è seguita da una discussione.

2.   Il Consiglio dei ministri ACP, il Comitato degli Ambasciatori ACP, nonché il Consiglio dell'Unione europea, l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza (in appresso: «Alto rappresentante») e la Commissione europea possono partecipare, su invito dell'Ufficio di presidenza, alle sessioni dell'Assemblea.

3.   Il Consiglio dei ministri ACP, il Consiglio dell'Unione europea, l'Alto rappresentante e la Commissione europea possono partecipare, su invito dell'Ufficio di presidenza, alle riunioni dell'Ufficio di presidenza in relazione a punti che riguardano i rispettivi ambiti di competenza.

Articolo 4

Osservatori e altri ospiti

1.   I seguenti Stati, in qualità di osservatori permanenti, possono inviare un rappresentante a partecipare alle sessioni dell'Assemblea:

a)

gli Stati che stanno procedendo alla ratifica dell'accordo di partenariato;

b)

gli Stati che sono membri del gruppo ACP.

Gli osservatori permanenti possono rivolgersi direttamente all'Assemblea.

2.   Altre organizzazioni o altri organismi possono partecipare, in qualità di osservatori, alle sessioni dell'Assemblea, alle riunioni delle commissioni permanenti e alle riunioni parlamentari regionali su invito dei copresidenti, previo accordo dell'Ufficio di presidenza.

Essi possono, caso per caso, rivolgersi all'Assemblea o intervenire durante le riunioni di commissione, previo accordo rispettivamente dell'Assemblea o dell'Ufficio di presidenza della commissione interessata.

3.   Gli osservatori, permanenti o meno, non hanno diritto di voto.

4.   La partecipazione, con funzioni consultive, di altri ospiti, quali rappresentanti della società civile alle sessioni dell'Assemblea, alle riunioni delle commissioni permanenti e alle riunioni regionali dell'Assemblea è approvata dall'Ufficio di presidenza caso per caso.

Articolo 5

Sessioni dell'Assemblea

1.   L'Assemblea si riunisce due volte all'anno, per un periodo di tre giorni; le sue sessioni sono convocate dai suoi copresidenti e si riuniscono alternativamente in uno Stato ACP e in uno Stato membro dell'Unione europea, se possibile quello che esercita la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea.

2.   La fissazione del luogo di sessione deve rispettare un'alternanza tra le regioni del gruppo di Stati ACP e gli Stati membri dell'Unione europea.

3.   Su richiesta dell'Ufficio di presidenza o del Consiglio dei ministri ACP-UE, l'Assemblea può essere convocata dai copresidenti in sessione straordinaria.

Articolo 6

Riunioni regionali dell'Assemblea

1.   A norma dell'articolo 17, paragrafo 3, dell'accordo di partenariato, l'Assemblea tiene riunioni parlamentari regionali. Tali riunioni sono decise su richiesta dell'Ufficio di presidenza o delle regioni interessate.

2.   Ai fini del presente regolamento il termine «regione» si riferisce ad entità definite dai parlamenti nazionali degli Stati ACP. Ogni entità così definita è soggetta all'approvazione definitiva dell'Assemblea.

3.   Partecipano alle riunioni regionali un rappresentante di ogni Stato ACP della regione e un numero equivalente di membri del Parlamento europeo.

4.   L'Assemblea tiene al massimo tre riunioni regionali all'anno, della durata massima di tre giorni ciascuna. Qualora ne siano tenute più di due, una avrà luogo a margine della sessione tenuta in uno Stato ACP. Tali riunioni adottano conclusioni sotto forma di comunicato. Il presente regolamento si applica mutatis mutandis alle riunioni regionali.

5.   Le riunioni regionali riguardano questioni di interesse regionale e di attualità, specialmente i documenti strategici regionali e nazionali della regione interessata. Alla successiva sessione dell'Assemblea è presentata una relazione di follow-up per ciascuna riunione regionale.

6.   Prima di ogni riunione regionale, viene redatta una relazione su ciascuna regione ACP da discutersi nel contesto di tale riunione regionale.

Articolo 7

Ordine del giorno

1.   L'Ufficio di presidenza elabora il progetto di ordine del giorno della sessione. Tale progetto è sottoposto dai copresidenti all'approvazione dell'Assemblea. I temi sono attinenti alla cooperazione allo sviluppo tra l'Unione europea e gli Stati ACP nel quadro dell'accordo di partenariato.

Il progetto di ordine del giorno di ogni sessione comprende le seguenti categorie di argomenti:

i)

le relazioni presentate dalle commissioni permanenti. Esse saranno limitate a tre per tornata. La lunghezza delle proposte di risoluzione contenute nelle relazioni è stabilita nell'allegato II del presente regolamento.

ii)

gli argomenti d'urgenza proposti da una commissione permanente o presentati dallo stesso Ufficio di presidenza. L'iscrizione di argomenti d'urgenza rimane un'eccezione e non può essere superiore a due per tornata. Ulteriori argomenti sono trasmessi alla commissione permanente responsabile;

iii)

un argomento di rilievo per un dibattito di alto livello.

2.   Un rappresentante degli Stati ACP, un gruppo politico o dieci membri possono presentare una proposta di risoluzione sugli argomenti di urgenza. Le proposte di risoluzione devono limitarsi ai temi d'urgenza già iscritti nel progetto di ordine del giorno della tornata e non possono superare la lunghezza stabilita nell'allegato II. Le proposte di risoluzione devono essere presentate al più tardi quattro settimane prima dell'inizio della tornata nel corso della quale devono essere discusse e poste in votazione.

3.   In caso di urgenza, i copresidenti possono aggiornare il progetto di ordine del giorno tra le riunioni dell'Ufficio di presidenza mediante procedura scritta e/o procedura di approvazione tacita.

4.   Le proposte di risoluzione relative ad argomenti d'urgenza sono presentate all'Ufficio di presidenza, il quale verifica che ognuna di esse risponda ai requisiti stabiliti al paragrafo 2, figuri iscritta all'ordine del giorno e sia disponibile in inglese e francese. Le proposte dell'Ufficio di presidenza sono soggette all'approvazione dell'Assemblea.

5.   L'Ufficio di presidenza trasmette per informazione alla commissione competente le proposte di risoluzione sugli argomenti d'urgenza.

Articolo 8

Numero legale

1.   Il numero legale è raggiunto quando si trovino riuniti un terzo dei rappresentanti degli Stati ACP e un terzo dei rappresentanti del Parlamento europeo.

2.   Le votazioni sono valide a prescindere dal numero dei votanti, a meno che il presidente, su richiesta fatta da almeno dieci membri prima dell'inizio dei voti, constati che il numero legale non è stato raggiunto al momento della votazione. In assenza del numero legale, la votazione è iscritta all'ordine del giorno della seduta successiva.

Articolo 9

Presidenza delle sedute

1.   I copresidenti decidono di comune accordo chi tra i due assumerà la presidenza di ogni seduta dell'Assemblea.

2.   Il presidente apre, sospende e toglie le sedute, fa osservare il regolamento, mantiene l'ordine, concede la facoltà di parlare, dichiara chiuse le discussioni, mette le questioni ai voti e proclama i risultati delle votazioni.

3.   Il presidente può prendere la parola in un dibattito solo per esporre la questione o richiamare alla medesima; se intende partecipare a un dibattito, abbandona il seggio presidenziale.

4.   I copresidenti possono farsi sostituire alla presidenza dell'Assemblea da un vicepresidente.

Articolo 10

Disposizione dei posti

I membri siedono in ordine alfabetico. Tale ordine è determinato per i rappresentanti del Parlamento europeo dal cognome e per i rappresentanti degli Stati ACP dal loro cognome e dal nome del paese di provenienza; la lettera iniziale dell'ordine alfabetico è modificata in modo consecutivo a ogni sessione.

Articolo 11

Lingue ufficiali

1.   Le lingue ufficiali dell'Assemblea sono il bulgaro, il ceco, il croato, il danese, l'estone, il finlandese, il francese, il greco, l'inglese, l'italiano, il lettone, il lituano, il maltese, l'olandese, il polacco, il portoghese, il romeno, lo slovacco, lo sloveno, lo spagnolo, lo svedese, il tedesco e l'ungherese.

Per tutte le riunioni che si tengono nei luoghi di lavoro consueti del Parlamento europeo è assicurato un servizio d'interpretazione in tutte le lingue di lavoro dei membri del Parlamento europeo effettivamente presenti. Per tutte le riunioni che si tengono al di fuori dei luoghi di lavoro consueti del Parlamento europeo, un servizio d'interpretazione è assicurato conformemente alle norme interne del Parlamento europeo applicabili, quali contenute nelle norme che regolano le riunioni dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE e i suoi organismi, stabiliti dalla decisione dell'Ufficio di presidenza del Parlamento europeo del 10 febbraio 2003 (22). Per ogni riunione è assicurato un servizio di traduzione in inglese e francese.

2.   Gli atti approvati dall'Assemblea sono pubblicati nelle lingue ufficiali. I documenti preliminari e i documenti di lavoro sono pubblicati almeno in inglese e in francese.

Articolo 12

Pubblicità dei lavori

Le sessioni dell'Assemblea sono pubbliche, salvo che quest'ultima decida altrimenti.

Articolo 13

Verbali

1.   Il processo verbale di ogni seduta contiene le decisioni dell'Assemblea e i nomi degli oratori. Esso viene distribuito durante la seduta successiva.

2.   Il processo verbale è pubblicato dal Parlamento europeo nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea e dal Segretariato ACP secondo le modalità che esso ritiene più appropriate. Il processo verbale dell'ultima seduta della sessione è presentato per approvazione all'inizio della sessione successiva ed eventuali modifiche sono pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e dal Segretariato ACP secondo le modalità che esso ritiene più appropriate.

Articolo 14

Dichiarazioni e comunicati stampa dei copresidenti

1.   I copresidenti possono, possibilmente previa consultazione dei membri dell'Ufficio di presidenza, mediante procedura scritta e/o procedura di approvazione tacita, rilasciare dichiarazioni congiunte urgenti su qualsiasi questione relativa al partenariato ACP-UE. Tali dichiarazioni si basano su risoluzioni e dichiarazioni esistenti e, una volta rilasciate, i copresidenti ne danno comunicazione al loro Ufficio di presidenza ai fini della discussione e poi, il prima possibile, ai membri dell'Assemblea.

2.   I comunicati stampa sono redatti in inglese e in francese. Questi documenti non hanno carattere ufficiale.

Articolo 15

Diritto di parola

1.   I membri dell'Assemblea possono parlare soltanto su invito del presidente. I rappresentanti dei paesi citati nelle risoluzioni o nel corso delle discussioni godono del diritto di risposta entro i tempi loro assegnati.

2.   Nelle discussioni in Assemblea, il tempo di parola è suddiviso equamente tra i rappresentanti del Parlamento europeo e degli Stati ACP. Su proposta del presidente, l'Assemblea può decidere di limitare il tempo di parola. I membri possono presentare contributi scritti in aggiunta alle loro dichiarazioni, limitati a 2 000 caratteri. I contributi scritti sono archiviati nella loro lingua originale.

3.   Per quanto riguarda il Parlamento europeo, il tempo di parola sarà concesso conformemente al sistema d'Hondt.

4.   I membri del Consiglio dei ministri ACP-UE o i rappresentanti da essi designati, come pure i rappresentanti degli organismi e delle istituzioni di cui all'articolo 3, paragrafo 2, sono ascoltati su loro richiesta.

5.   Il Segretario generale del Parlamento europeo e il Segretario generale del Segretariato ACP possono intervenire alle riunioni dell'Ufficio di presidenza e alle sessioni dell'Assemblea qualora debitamente incaricati dalle rispettive camere e se invitati a farlo dal copresidente che presiede tali incontri e sessioni.

6.   Oltre al caso previsto al paragrafo 6, un oratore non può essere interrotto se non dal presidente e soltanto qualora il suo tempo di parola sia scaduto.

7.   Se un oratore si discosta dall'argomento, il presidente lo richiama all'ordine. Se l'oratore persiste, il presidente può vietargli di parlare per il tempo che ritiene opportuno.

Articolo 16

Diritto di voto e modalità di votazione

1.   Ciascun membro avente diritto di voto dispone di un voto. Il voto per procura è vietato.

2.   L'Assemblea vota di norma per alzata di mano. Se il risultato della votazione per alzata di mano è incerto, l'Assemblea è invitata a pronunciarsi utilizzando schede colorate o mediante voto elettronico.

3.   Se ne viene presentata richiesta scritta entro le 10 del giorno della votazione da parte di almeno dieci membri, l'Assemblea vota a scrutinio segreto.

4.   Per essere considerata adottata, una decisione deve ottenere la maggioranza dei voti espressi. Nel caso di richiesta di votazione separata per camera, presentata da almeno cinque membri entro le 10 del giorno della votazione, si procede ad una votazione nella quale i membri dei parlamenti degli Stati ACP e i membri del Parlamento europeo votano separatamente e in ordine alternato. In tal caso, la decisione sottoposta a votazione si considera approvata solo se riceve la maggioranza dei voti espressi tanto dai membri dei parlamenti degli Stati ACP quanto dai membri del Parlamento europeo che partecipano alla votazione.

5.   In caso di parità di voti, la proposta non è adottata. Essa può essere nuovamente posta in votazione nella successiva seduta dell'Assemblea.

6.   Su richiesta presentata da almeno cinque membri entro le 10 del giorno della votazione, l'Assemblea vota su parti separate del testo di un paragrafo o di un emendamento.

7.   Qualsiasi richiesta presentata a norma dei paragrafi 3, 4 e 6 può essere ritirata dai suoi autori in qualsiasi momento prima della votazione.

Articolo 17

Dichiarazioni di voto

Sulla votazione finale ciascun membro può presentare una dichiarazione orale che non deve durare oltre un minuto e mezzo, o una dichiarazione scritta che non deve superare le duecento parole. Le dichiarazioni scritte sono archiviate nella loro lingua originale.

Articolo 18

Risoluzioni dell'Assemblea

1.   L'Assemblea si pronuncia sulle proposte di risoluzione, comprese quelle contenute in relazioni presentate dalle commissioni permanenti in conformità dell'articolo 7.

2.   L'Assemblea si pronuncia altresì, ove necessario, sulle proposte di risoluzione relative ad argomenti d'urgenza in conformità dell'articolo 7.

3.   Ove necessario, il presidente invita gli autori delle risoluzioni relative ad argomenti d'urgenza simili ad elaborare una risoluzione di compromesso. Al termine del dibattito le risoluzioni di compromesso e i relativi emendamenti vengono posti alla votazione dell'Assemblea. Una volta approvata una risoluzione di compromesso, tutte le risoluzioni presentate sullo stesso argomento decadono.

4.   Le risoluzioni approvate dall'Assemblea sono trasmesse alla Commissione europea, al Consiglio dei ministri ACP-UE e alle parti interessate. Nella sessione successiva la Commissione europea e il Consiglio dei ministri ACP-UE riferiscono all'Assemblea sul seguito riservato alle risoluzioni che sono state approvate.

Articolo 19

Modifiche

1.   Un rappresentante ACP avente diritto di voto, un gruppo politico o dieci membri possono presentare emendamenti. Gli emendamenti devono riferirsi al testo che tendono a modificare e devono essere presentati per iscritto. Sulla base di tali criteri, il presidente decide in merito alla loro ricevibilità.

2.   Il termine per la presentazione degli emendamenti è annunciato all'inizio della sessione.

3.   In sede di votazione, gli emendamenti hanno precedenza sul testo cui si riferiscono.

4.   Per gli emendamenti relativi allo stesso oggetto viene prima messo ai voti quello il cui contenuto si allontana di più dal testo in esame. Sono ammessi solo gli emendamenti orali intesi a correggere errori tecnici o linguistici. Tutti gli altri emendamenti orali sono lasciati alla discrezione dell'Assemblea. Un emendamento orale non è preso in considerazione se vi si oppongono dieci membri alzandosi in piedi.

Articolo 20

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

1.   Ogni membro dell'Assemblea può rivolgere al Consiglio dei ministri ACP-UE o alla Commissione europea interrogazioni con richiesta di risposta scritta.

2.   Le interrogazioni sono presentate per iscritto all'Ufficio di presidenza il quale, se le reputa ricevibili, le trasmette al Consiglio dei ministri ACP-UE o, se del caso, alla Commissione europea. Il Consiglio dei ministri ACP-UE o la Commissione europea sono invitati a rispondere per iscritto entro un termine di due mesi dalla notifica dell'interrogazione.

3.   Le interrogazioni alle quali è stata data una risposta sono pubblicate, insieme alla relativa risposta, dal Parlamento europeo nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea e dagli Stati ACP secondo le modalità che ciascuno di essi ritiene più appropriate.

4.   Le interrogazioni alle quali non sia stata data risposta entro la scadenza prevista vengono pubblicate alle stesse condizioni, indicando che finora ad esse non è stata data risposta.

Articolo 21

Tempo delle interrogazioni

1.   Il tempo riservato alle interrogazioni con il Consiglio dei ministri ACP-UE e la Commissione europea si svolge in ciascuna sessione nei momenti stabiliti dall'Ufficio di presidenza in modo da assicurare la presenza di tali due istituzioni al più alto livello.

2.   Ogni membro dell'Assemblea può rivolgere un'interrogazione al Consiglio dei ministri ACP-UE e una alla Commissione europea. Le interrogazioni firmate da più membri possono essere presentate da uno solo di essi.

3.   Le interrogazioni sono presentate per iscritto all'Ufficio di presidenza entro i termini stabiliti da quest'ultimo.

4.   In caso di urgenza, e con l'accordo dell'istituzione destinataria dell'interrogazione, i copresidenti o l'Ufficio di presidenza possono decidere di iscrivere un'interrogazione all'ordine del giorno anche se i termini stabiliti dall'Ufficio di presidenza sono scaduti.

5.   I copresidenti dell'Assemblea decidono della ricevibilità delle interrogazioni, che è determinata in funzione del quadro e del contenuto dell'accordo di partenariato. Le interrogazioni relative ad argomenti già iscritti all'ordine del giorno per la discussione con l'istituzione in questione sono dichiarate irricevibili. Le interrogazioni dichiarate ricevibili vengono comunicate al Consiglio dei ministri ACP-UE o alla Commissione europea. I copresidenti decidono l'ordine in cui le interrogazioni sono trattate. La decisione è notificata immediatamente all'interrogante.

6.   Le interrogazioni non devono superare le cento parole e devono essere presentate sotto forma di interrogazioni e non di dichiarazioni.

7.   L'Assemblea dedica una specifica quantità di tempo durante ciascuna sessione all'esame delle interrogazioni al Consiglio dei ministri ACP-UE e alla Commissione europea. Le interrogazioni che non possono ottenere risposta per mancanza di tempo ricevono una risposta scritta, salvo che l'interrogante ritiri l'interrogazione.

8.   Può essere data risposta solo se l'interrogante è presente o ha designato un suo sostituto, con comunicazione scritta ai copresidenti, prima dell'inizio del Tempo delle interrogazioni.

9.   Qualora non siano presenti né l'interrogante né il suo sostituto, all'interrogazione viene data risposta per iscritto.

10.   Il Consiglio dei ministri ACP-UE o la Commissione europea forniscono in primo luogo risposte scritte. L'autore dell'interrogazione originaria, se presente, o un suo sostituto, può formulare una breve domanda supplementare, a condizione che l'autore dell'interrogazione originaria abbia notificato per iscritto ai copresidenti, prima dell'inizio del Tempo delle interrogazioni, il nome di tale sostituto. Il presidente può respingere le domande che non si riferiscono all'interrogazione iniziale. Altre interrogazioni possono quindi essere presentate al Consiglio dei ministri ACP-UE o alla Commissione europea in base alla procedura «catch the eye», se il tempo lo permette.

11.   Su richiesta di almeno dieci membri dell'Assemblea, dopo la risposta del Consiglio dei ministri ACP-UE o della Commissione europea può aver luogo un dibattito. La durata di detto dibattito è stabilita dal presidente.

Articolo 22

Relazione sull'applicazione dell'accordo di partenariato da parte del Consiglio dei ministri ACP-UE

La relazione sull'applicazione dell'accordo di partenariato da parte del Consiglio dei ministri ACP-UE, che riguarda tra l'altro le misure adottate per dar seguito alle risoluzioni dell'Assemblea e le raccomandazioni adottate dall'Assemblea, è stampata nelle lingue ufficiali e distribuita per una discussione annuale in Assemblea.

Articolo 23

Controllo dello stato di applicazione dell'accordo di partenariato

Fatte salve le relazioni regionali di cui all'articolo 6, su proposta dell'Ufficio di presidenza, l'Assemblea può nominare un correlatore ACP e un correlatore dell'Unione europea, incaricati di elaborare una relazione su una specifica regione ACP o su qualsiasi altra questione riguardante l'applicazione dell'accordo di partenariato.

Articolo 24

Richieste di parere del Consiglio dei ministri ACP-UE

1.   Se l'Assemblea è chiamata ad esprimere un parere su una decisione o un progetto di decisione, di risoluzione, di raccomandazione o di parere del Consiglio dei ministri ACP-UE, la richiesta in tal senso è sottoposta all'Ufficio di presidenza, che trasmette all'Assemblea la questione, accompagnata da una raccomandazione.

2.   Nel caso in cui il Consiglio dei ministri ACP-UE dichiari l'urgenza, l'Ufficio di presidenza può adottare una decisione definitiva.

Articolo 25

Commissioni permanenti

1.   L'Assemblea istituisce tre commissioni parlamentari permanenti (23) incaricate, nel quadro dell'applicazione dell'accordo di partenariato, dei seguenti settori:

la promozione dei processi democratici attraverso il dialogo e la concertazione;

le questioni economiche, finanziarie e commerciali e l'attuazione del Fondo europeo di sviluppo;

le questioni sociali ed ambientali.

2.   Sull'esempio del funzionamento generale dell'Assemblea, le commissioni permanenti sono composte da membri dell'Assemblea in conformità dell'articolo 1 e funzionano in modo strettamente paritetico.

3.   Le commissioni permanenti sono dotate di un regolamento approvato dall'Assemblea su proposta dell'Ufficio di presidenza.

Articolo 26

Commissioni temporanee di verifica

1.   L'Ufficio di presidenza può, su proposta dell'Assemblea, istituire commissioni temporanee di verifica su argomenti specifici connessi con l'accordo di partenariato o su questioni che rientrano nell'ambito di applicazione dello stesso. Non possono essere contemporaneamente operative più di due commissioni di verifica. Le commissioni di verifica devono terminare i loro lavori nell'arco di un anno.

2.   L'Ufficio di presidenza ne determina le attribuzioni, la composizione ed il mandato.

Articolo 27

Seminari

1.   Al fine di favorire «una migliore comprensione tra i popoli dell'Unione europea e degli Stati ACP e sensibilizzare le opinioni pubbliche sui problemi dello sviluppo», l'Assemblea organizza regolarmente gruppi di discussione sia nell'Unione europea che negli Stati ACP.

2.   I gruppi di discussione sono organizzati sotto la responsabilità dell'Ufficio di presidenza e permettono in particolare di invitare persone in grado di informare l'Assemblea sulle realtà politiche, economiche, sociali e culturali che formano oggetto di preoccupazione.

3.   Il giorno precedente l'apertura di ogni sessione dell'Assemblea sono organizzati fino a tre seminari. Ogni relatore presenta alla sessione una breve relazione orale, seguita, eventualmente, da una discussione.

Articolo 28

Missioni e delegazioni

1.   L'Ufficio di presidenza può decidere di inviare missioni d'informazione e di studio in Stati ACP o negli Stati membri dell'Unione europea ovvero presso organizzazioni internazionali, e ciò nel rispetto dei vincoli di bilancio. L'Ufficio di presidenza o l'Assemblea possono altresì decidere di inviare delegazioni congiunte di osservatori in occasione di elezioni presidenziali o legislative su invito dei paesi interessati, purché non sussistano problemi di sicurezza e, per quanto riguarda i membri del Parlamento europeo, purché ciò sia compatibile con il regolamento interno del Parlamento europeo. In conformità del principio di stretta cooperazione previsto dall'articolo 29, l'Ufficio di presidenza può inoltre inviare delegazioni a riunioni del Comitato economico e sociale europeo e delle parti sociali, anche se tali riunioni non si tengono a Bruxelles.

Una relazione è sottoposta all'Ufficio di presidenza e alla sessione successiva dell'Assemblea. È dato un seguito concreto alle raccomandazioni formulate in occasione della riunione successiva dell'Ufficio di presidenza.

2.   I copresidenti, o i loro vicepresidenti, possono prendere parte a riunioni di alto livello o a riunioni di organismi parlamentari internazionali se invitati a partecipare in veste ufficiale, singolarmente o insieme, per conto dell'Assemblea parlamentare paritetica. Queste missioni devono rappresentare l'Assemblea nel suo insieme e le attività realizzate devono riflettere gli interessi comuni ACP-UE.

Articolo 29

Consultazione con la società civile

L'Assemblea vigila affinché gli Stati ACP e l'Unione europea tengano regolarmente contatti e consultazioni con i rappresentanti degli ambienti economici e sociali ACP-UE e gli altri rappresentanti della società civile, al fine di raccogliere il loro parere sull'attuazione degli obiettivi dell'accordo di partenariato. Tali rappresentanti della società civile hanno la possibilità di assistere alle riunioni regionali e alle riunioni delle commissioni permanenti, nonché di partecipare ai gruppi di discussione. L'Ufficio di presidenza esamina caso per caso le condizioni alle quali vengono loro rivolti gli inviti.

Articolo 30

Presidente onorario

Su proposta dell'Ufficio di presidenza, e a titolo eccezionale, l'Assemblea può conferire a uno dei suoi ex copresidenti il titolo di presidente onorario. Questa distinzione testimonia la riconoscenza dell'Assemblea per gli eminenti servizi resi dalla persona in questione, durante il suo mandato, alla causa dell'Assemblea.

Articolo 31

Segretariato

Il Segretario generale del Parlamento europeo e il Segretario generale del Segretariato ACP adottano tutte le disposizioni necessarie per assicurare l'assistenza dell'Assemblea e il buon funzionamento dei suoi lavori. Ciascuno di essi può designare un funzionario di grado elevato del proprio Segretariato a rappresentarlo come Cosegretario generale dell'Assemblea. Essi sono responsabili nei confronti dell'Ufficio di presidenza.

Articolo 32

Regolamento finanziario

L'Assemblea adotta il proprio regolamento finanziario sulla base di proposte dell'Ufficio di presidenza.

Articolo 33

Interpretazione del regolamento interno

Il presidente o, dietro sua richiesta, l'Ufficio di presidenza decide in merito ai problemi relativi all'interpretazione del regolamento.

Articolo 34

Richiamo al regolamento

1.   Un deputato può far richiamo al regolamento o presentare una mozione di procedura e a tal fine egli ha il diritto di parlare con precedenza. Il richiamo al regolamento o la mozione di procedura devono essere illustrati dal deputato per una durata massima di due minuti.

2.   Il presidente, su richiesta, può dare la parola ad un oratore che desideri intervenire contro tale mozione, per non più di due minuti.

3.   Non è concessa la parola e nessun altro oratore.

4.   Il presidente comunica la sua decisione sul richiamo al regolamento o sulla mozione di procedura. Egli può consultare previamente l'Ufficio di presidenza.

Articolo 35

Revisione del regolamento

1.   Qualsiasi modifica del presente regolamento è decisa dall'Assemblea sulla base delle proposte dell'Ufficio di presidenza, dopo aver consultato la commissione per gli affari politici.

2.   Le modifiche sono approvate soltanto se raccolgono la maggioranza dei voti di ognuno dei due gruppi di rappresentanti in seno all'Assemblea.

3.   Salvo che sia previsto altrimenti al momento della votazione, le modifiche al presente regolamento entrano in vigore il primo giorno della sessione successiva a quella in cui sono state approvate.

ALLEGATO I

Competenze, attribuzioni, composizione e procedure delle commissioni permanenti

Articolo 1

Le commissioni parlamentari permanenti sono tre e hanno le seguenti competenze e attribuzioni:

I.

COMMISSIONE POLITICA

Tale commissione è competente per le questioni concernenti:

1.

il dialogo politico (articolo 8 dell'accordo di partenariato ACP-UE), lo sviluppo e le questioni istituzionali;

2.

il rispetto e la promozione dei diritti umani, della democrazia e del buon governo (articolo 9 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

3.

le politiche di pacificazione e di prevenzione e la risoluzione dei conflitti (articolo 11 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

4.

le questioni concernenti la migrazione (articolo 13 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

5.

le relazioni dell'Assemblea con le organizzazioni internazionali competenti.

Tale commissione coordinerà l'attività delle missioni conoscitive, comprese quelle inviate per monitorare le elezioni a norma dell'articolo 28 del regolamento dell'Assemblea.

II.

COMMISSIONE PER LO SVILUPPO ECONOMICO, LE FINANZE E IL COMMERCIO

Tale commissione è competente per le questioni concernenti:

1.

lo sviluppo economico e la cooperazione commerciale nonché la costruzione delle capacità per lo sviluppo e il partenariato;

2.

le riforme macroeconomiche e strutturali, lo sviluppo del settore economico e il turismo (articoli da 22 a 24 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

3.

i nuovi accordi commerciali ACP-UE, l'accesso al mercato e la graduale integrazione degli Stati ACP nell'economia mondiale (articoli da 34 a 37 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

4.

gli scambi e le norme di lavoro (articolo 50 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

5.

lo sviluppo rurale, la pesca e la sicurezza alimentare (articoli 53 e 54 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

6.

tutte le questioni riguardanti la cooperazione finanziaria allo sviluppo, compreso il seguito dato all'attuazione del Fondo europeo di sviluppo.

III.

COMMISSIONE PER GLI AFFARI SOCIALI E L'AMBIENTE

Tale commissione è competente per le questioni concernenti:

1.

lo sviluppo sociale e umano;

2.

l'infrastruttura e i servizi sociali, comprese le questioni sanitarie e in materia di istruzione (articolo 25 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

3.

le questioni relative ai giovani e alla cultura (articoli 26 e 27 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

4.

le questioni di genere (articolo 31 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

5.

l'ambiente e le risorse naturali (articolo 32 dell'accordo di partenariato ACP-UE).

Articolo 2

1.   Ciascun membro dell'Assemblea ha il diritto di essere membro di una delle commissioni permanenti.

2.   Le commissioni sono composte da 52 membri e sono formate da un numero uguale di deputati al Parlamento europeo, da un lato e di deputati ai parlamenti degli Stati ACP, dall'altro. Qualora il numero degli Stati ACP aumenti, il numero dei componenti delle commissioni permanenti aumenta in proporzione.

3.   I membri possono inoltre partecipare alle riunioni delle commissioni di cui non fanno parte, in veste consultiva o qualora l'argomento in discussione riguardi il loro paese o la loro regione, purché invitati dall'Ufficio di presidenza della commissione.

4.   La partecipazione di rappresentanti che non sono membri di un Parlamento è consentita solo se l'argomento in discussione riguarda il loro paese; essi non hanno tuttavia diritto di voto.

5.   A meno che una commissione non decida altrimenti, tutte le riunioni sono pubbliche.

Articolo 3

1.   La composizione delle commissioni riflette, per quanto possibile, la composizione dell'Assemblea.

2.   Le commissioni eleggono fra i loro membri un Ufficio di presidenza di commissione per la durata di un anno.

3.   L'Ufficio di presidenza delle commissioni è composto da due copresidenti (un rappresentante del Parlamento europeo e un rappresentante degli Stati ACP) e da quattro covicepresidenti (due rappresentanti degli Stati ACP e due rappresentanti del Parlamento europeo).

4.   Le commissioni sono presiedute congiuntamente da un deputato al Parlamento europeo e da un membro del Parlamento che rappresenta uno Stato ACP.

5.   Le commissioni possono nominare relatori incaricati di esaminare questioni specifiche rientranti nell'ambito delle loro competenze e di elaborare relazioni da presentare all'Assemblea, previa autorizzazione dell'Ufficio di presidenza, ai sensi dell'articolo 2 del regolamento.

Le proposte di risoluzione contenute nelle relazioni possono essere corredate da una motivazione che non superi le quattro pagine.

6.   Le commissioni permanenti discutono altri punti all'ordine del giorno, senza relazione, e comunicano per iscritto all'Ufficio di presidenza che tali punti sono stati discussi.

7.   Le commissioni contribuiscono altresì al dialogo con gli interlocutori non statali, ai sensi dell'articolo 17, paragrafo 3, dell'accordo di partenariato, segnatamente attraverso audizioni.

8.   Le commissioni riferiscono all'Assemblea in merito alla loro attività.

Articolo 4

1.   Le commissioni si riuniscono previa convocazione dei loro copresidenti e per un massimo di quattro sessioni all'anno, due delle quali durante la sessione dell'Assemblea.

2.   Ogni deputato può presentare emendamenti affinché siano esaminati in commissione. Per quanto riguarda la procedura, alle riunioni di commissione si applicano, mutatis mutandis, gli articoli 3 (Presenza di altre istituzioni), 4 (Osservatori), 8 (Numero legale), 9 (Presidenza delle sedute), 16 (Diritto di voto e modalità di votazione) e 29 (Consultazione con la società civile) del regolamento dell'Assemblea.

ALLEGATO II

Lunghezza dei testi

I seguenti limiti massimi si applicano ai testi consegnati ai fini della traduzione e della riproduzione:

motivazione, documenti di lavoro preparatori e resoconti delle missioni d'informazione e di studio: 6 pagine,

proposte di risoluzione nelle relazioni e nei provvedimenti urgenti: 4 pagine, inclusi i considerando, ma esclusi i visti.

Per pagina si intende un testo di 1 500 caratteri stampati senza spazi.

Il presente allegato può essere modificato mediante semplice decisione dell'Ufficio di presidenza.

ALLEGATO III

Riunioni dei raggruppamenti politici

I gruppi politici del Parlamento europeo, così come i membri del Parlamento europeo e dei parlamenti degli Stati ACP, secondo le loro affiliazioni politiche, possono riunirsi a margine delle sessioni dell'Assemblea, ma non contemporaneamente alle stesse sessioni. Per tali riunioni viene fornito il servizio di interpretazione.

ALLEGATO IV

Regolamentazione del Parlamento europeo in materia di servizi di interpretazione e di traduzione (articolo 11 del presente regolamento)

Servizi di interpretazione e di traduzione (24)

a)

Per le riunioni organizzate nei luoghi di lavoro abituali del Parlamento europeo:

i)

l'interpretazione è assicurata in tutte le lingue di lavoro dei membri europei dell'APP effettivamente presenti;

ii)

la presenza effettiva ai sensi del punto precedente significa la partecipazione a tutte le sedute di una sessione, nonché alle riunioni dell'Ufficio di presidenza e delle commissioni permanenti per i rispettivi membri,

iii)

i lavori di traduzione durante la riunione in questione sono assicurati in inglese e francese.

b)

Per tutte le riunioni organizzate al di fuori dei luoghi di lavoro abituali del Parlamento europeo:

i)

come regola generale, i servizi di interpretazione saranno prestati all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE in inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano e portoghese; in via eccezionale potranno essere prese in considerazione altre lingue per riunioni specifiche (ad esempio la lingua della Presidenza del Consiglio).

Qualora due settimane prima di una riunione programmata si accerti che vi parteciperanno meno di tre deputati che utilizzano una di tali lingue, l'interpretazione nella(e) lingua(e) interessata(e) non sarà fornita.

La partecipazione è confermata secondo le seguenti modalità:

per le riunioni fuori dall'Unione europea: mediante la prenotazione di un biglietto aereo presso l'agenzia viaggi accreditata del Parlamento europeo, oppure

per le riunioni nell'Unione europea: in base agli elenchi trasmessi dai gruppi politici al co-segretariato europeo, mediante la prenotazione di un titolo di trasporto e/o di una camera d'albergo,

ii)

una volta iniziata la riunione, l'interpretazione sarà fornita nelle lingue previste, anche se meno di tre deputati che utilizzano una di tali lingue continuano ad essere presenti a questa riunione specifica,

iii)

se, dopo applicazione delle regole di cui al punto i), la lingua del paese ospitante non fa parte del profilo linguistico degli interpreti della sessione dell'APP, l'interpretazione attiva e passiva in tale lingua può essere assicurata aggiuntivamente, purché si tratti di una lingua comunitaria,

iv)

i lavori di traduzione durante la riunione in questione sono assicurati in inglese e francese.


(1)  Adottata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 27 novembre 2013 ad Addis Abeba (Etiopia).

(2)  http://en.wikipedia.org/wiki/African_Union_Convention_on_Preventing_and_Combating_Corruption-cite_note-1#cite_note-1

(3)  COM(2006) 0421.

(4)  Adottata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 27 novembre 2013 ad Addis Abeba (Etiopia).

(5)  GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3.

(6)  GU L 287 del 28.10.2005, pag. 4.

(7)  GU L 287 del 4.11.2010, pag. 3.

(8)  GU C 327 del 10.11.2011, pag. 11.

(9)  http://www.acp.int/content/outcome-documents-7th-summit-acp-heads-state-and- government-and-96th-acp-council-ministers

(10)  http://www.oecd.org/dac/effectiveness/49650173.pdf

(11)  http://www.oecd.org/development/effectiveness/34428351.pdf

(12)  http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_Data/docs/pressdata/EN/foraff/130243.pdf

(13)  http://ssc.undp.org/content/dam/ssc/documents/HLC%20Reports/Framework%20of%20Operational%20Guidelines_all%20languages/SSC%2017_3E.pdf

(14)  Relazione finale (2011) del 4.5.2011.

(15)  Documento finale (2012) del 20.3.2012.

(16)  http://www.oecd.org/dac/dac-global-relations/dialogue-triangular-cooperation.htm

(17)  A/RES/64/222 A-RES-64-222f.doc

(18)  http://www.undp.org/content/dam/undp/library/corporate/Executive%20Board/2013/English/B-11712E-2013-JBM-Leveraging%20South-South%20cooperation%20and%20triangular%20cooperation.pdf

(19)  COM(2011) 840 del 7.12.2011.

(20)  Adottata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 27 novembre 2013 ad Addis Abeba (Etiopia).

(21)  Adottata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 27 novembre 2013 ad Addis Abeba (Etiopia).

(22)  Si veda l'allegato IV.

(23)  SI veda l'allegato I per norme più dettagliate.

(24)  Si veda altresì il codice di condotta sul multilinguismo, in particolare l'articolo 2, paragrafo 2, e l'articolo 8, paragrafo 2.