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ISSN 1977-0944 doi:10.3000/19770944.C_2013.338.ita |
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Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 338 |
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Edizione in lingua italiana |
Comunicazioni e informazioni |
56o anno |
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Numero d'informazione |
Sommario |
pagina |
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I Risoluzioni, raccomandazioni e pareri |
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RISOLUZIONI |
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Assemblea parlamentare EURONEST |
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2013/C 338/01 |
Risoluzione sulle sfide regionali alla sicurezza nei paesi partner dell'Europa orientale |
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2013/C 338/02 |
Risoluzione sul ravvicinamento delle legislazioni nazionali dei partner orientali alla legislazione economica UE |
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2013/C 338/03 |
Risoluzione sulla sicurezza energetica in relazione al mercato dell'energia e all'armonizzazione tra i paesi partner dell'Europa orientale e i paesi dell'UE |
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2013/C 338/04 |
Risoluzione sulla lotta alla povertà e all'esclusione sociale nei paesi partner orientali |
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IT |
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I Risoluzioni, raccomandazioni e pareri
RISOLUZIONI
Assemblea parlamentare EURONEST
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19.11.2013 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 338/1 |
RISOLUZIONE (1)
sulle sfide regionali alla sicurezza nei paesi partner dell'Europa orientale
2013/C 338/01
L'ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURONEST,
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visto l'Atto costitutivo dell'Assemblea parlamentare EURONEST del 3 maggio 2011, |
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viste le conclusioni dei vertici per il partenariato orientale tenutisi, rispettivamente, a Praga il 7 maggio 2009 e a Varsavia il 29 e il 30 settembre 2011, |
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visti l'articolo 8 e l'articolo 49 del trattato sull'Unione europea, |
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visto il pacchetto della politica europea di vicinato del 20 marzo 2013, tra cui la relazione 2012 sui progressi e le raccomandazioni a favore di azioni per Armenia, Azerbaigian, Georgia, Moldova e Ucraina, |
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viste le conclusioni del Consiglio sul partenariato orientale del 18 febbraio 2013, |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo del 17 novembre 2011 (P7_TA(2011)0514) recante le raccomandazioni del Parlamento europeo al Consiglio, alla Commissione e al SEAE sui negoziati dell'accordo di associazione UE-Georgia, |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo del 22 ottobre 2009 (P7_TA(2009)0056) sulla costruzione della democrazia nelle relazioni esterne dell'UE, |
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viste le risoluzioni del Parlamento europeo del 7 aprile 2011 (P7_TA(2011)0153) sulla «revisione della politica europea di vicinato – dimensione orientale» e sulle relazioni dell'UE con la Repubblica d'Armenia, la Repubblica dell'Azerbaigian, la Repubblica di Bielorussia, la Georgia, la Repubblica moldova e l'Ucraina, |
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viste le comunicazioni congiunte del 25 maggio 2011 dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione dal titolo «Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento» e del 20 marzo 2013 dal titolo «Politica europea di vicinato: contribuire a un partenariato più forte», |
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viste la Strategia europea in materia di sicurezza e le strategie nazionali in materia dei paesi partner dell'Europa orientale, |
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viste la dichiarazione commemorativa di Astana dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) del dicembre 2010, dal titolo «Towards a Security Community» (Verso una comunità di sicurezza) e la decisione del Consiglio ministeriale dell'OSCE del 7 dicembre 2012 sul processo Helsinki +40 dell'OSCE, |
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visto il programma indicativo pluriennale 2012-2013 dello strumento per la stabilità, |
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visti i preparativi per la firma dell'accordo di associazione tra l'UE e l'Ucraina, nonché i progressi soddisfacenti nei negoziati bilaterali per nuovi accordi di associazione tra l'UE e la Repubblica d'Armenia, la Repubblica dell'Azerbaigian, la Georgia e la Repubblica moldova, |
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vista la sua risoluzione sulle sfide per il futuro della democrazia, inclusa la questione dei media liberi e indipendenti nei paesi del partenariato orientale e dell'UE, approvata in occasione della riunione dell'Assemblea parlamentare EURONEST tenutasi a Baku il 3 aprile 2012, |
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A. |
considerando che l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale condividono un interesse vitale comune nel garantire la pace e maggiore sicurezza nel vicinato orientale dell'Europa, come condizioni principali per lo sviluppo, la prosperità e la stabilità a lungo termine nella regione; |
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B. |
considerando che il Partenariato orientale è stato istituito come impegno comune dell'Unione europea e dei suoi partner dell'Europa orientale con l'obiettivo principale di accelerare l'associazione politica e l'ulteriore integrazione economica, sulla base della differenziazione, responsabilità e proprietà congiunta; che l'UE e i suoi partner dell'Europa orientale manifestano attualmente vari livelli di aspirazione a relazioni più intense con l'UE, che vanno dall'aspirazione all'adesione all'UE alla cooperazione rafforzata; e, a tale riguardo, che l'UE riconosce le aspirazioni dei suoi paesi partner dell'Europa orientale sulla base delle loro ambizioni e capacità di rispettare gli impegni derivanti, inclusi quelli che si fondano sull'articolo 49 del trattato sull'Unione europea; |
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C. |
considerando che l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale riconoscono il mancato successo dei processi di transizione democratica, i conflitti regionali, il rischio di proliferazione di armi di distruzione di massa, il traffico illecito di armi ed esseri umani, il terrorismo e la criminalità organizzata come principali minacce e sfide regionali per la sicurezza, sebbene la loro percezione su tali questioni possa variare; |
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D. |
considerando che gli obiettivi della democrazia, del rispetto dei diritti umani, della buona governance e della sicurezza sono interrelati; che il malcontento sociale, la povertà, la disuguaglianza, i conflitti di interesse, la corruzione e il populismo miope possono originare disordini politici; |
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E. |
considerando che, sebbene le linee della guerra fredda che dividevano l'Europa non esistano più, sono emerse nuove fratture che dividono la regione dell'Europa orientale, derivanti principalmente dai conflitti non risolti a causa del separatismo fomentato all'estero; |
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F. |
considerando che una caratteristica generale della situazione militare nella regione dell'Europa orientale consiste in un crescente squilibrio delle capacità militari; |
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G. |
considerando che il contrabbando diffuso e la detenzione di armi illegali minano la sicurezza di alcuni paesi e territori dell'Europa orientale per quanto riguarda, in particolare, i paesi coinvolti nei conflitti non risolti; |
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H. |
considerando che i conflitti non risolti ostacolano lo sviluppo economico, sociale e politico dei paesi interessati, nonché la cooperazione regionale, la stabilità e la sicurezza, minano lo stato della democrazia nei paesi interessati e rappresentano un ostacolo al pieno sviluppo del partenariato orientale; che, in particolare, i conflitti esistenti tra i membri fondatori del partenariato orientale devono essere risolti in modo pacifico e costruttivo in uno spirito di buone relazioni di vicinato al fine di creare le condizioni favorevoli a un reale processo di più intensa cooperazione europea; e che, a tale riguardo, l'eventuale ruolo della dimensione multilaterale del partenariato europeo può essere un quadro aggiuntivo per intensificare gli sforzi nella mediazione, nella comprensione reciproca, nella creazione di fiducia e nella risoluzione dei conflitti; |
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I. |
considerando che gli sviluppi politici nel vicinato meridionale dell'UE nel periodo immediatamente successivo alla Primavera araba sono stati il punto focale dell'attenzione dei leader dell'UE, concedendo minore priorità alle risposte alle questioni inerenti alla sicurezza nel vicinato dell'Europa orientale; |
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J. |
considerando che, sebbene i paesi partner dell'Europa orientale abbiano un patrimonio storico comune e condividano aspirazioni a stabilire relazioni reciprocamente vantaggiose basate sulla fiducia con i loro vicini, alcuni di loro hanno affrontato conflitti strettamente interconnessi radicati nella sfiducia, nelle differenze linguistiche e culturali o nelle rivalità politiche, aggravati durante l'era sovietica; che tali conflitti costituiscono una fonte di instabilità e insicurezza, nonché un ostacolo alla riforma politica e allo sviluppo economico dell'intera regione; |
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K. |
considerando che l'emergere dei conflitti non risolti all'interno della regione dell'Europa orientale a seguito del crollo dell'Unione sovietica ha determinato la chiusura delle frontiere, evitando che popolazioni potessero beneficiare economicamente e socialmente dallo scambio esterno e ostacolando tentativi di sviluppare il dialogo interculturale e la comprensione reciproca tra le popolazioni; |
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L. |
considerando che l'UE si è già attivata per cercare di risolvere conflitti non risolti nella regione dell'Europa orientale copresiedendo i «colloqui di Ginevra» per la pace e la sicurezza in Georgia e partecipando in veste di osservatore ai «negoziati 5 + 2» sul conflitto della Transdniestria, mentre la Francia rappresenta uno dei tre paesi copresidenti del gruppo di Minsk dell'OSCE sul conflitto del Nagorno-Karabakh; che nella comunicazione congiunta del 25 maggio 2011, dal titolo «Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento», l'UE ha affermato la sua ambizione di potenziare la sua partecipazione nella risoluzione dei conflitti non risolti, in particolare intensificando il suo sostegno per gli attuali negoziati; che le modalità per l'eventuale creazione di un Fondo europeo per la democrazia sono state fissate lo scorso anno con l'obiettivo di fornire un sostegno rapido e flessibile a coloro che sono impegnati a favore di cambiamenti democratici; |
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M. |
considerando che la Federazione russa è una principale parte interessata nei conflitti di lunga durata a causa della sua occupazione delle regioni di Tskhinvali e dell'Abkhazia in Georgia e della sua presenza militare nelle regioni separatiste della Repubblica moldova e della sua influenza politica ed economica in tutta la regione dell'Europa orientale; che di contro l'UE è impegnata nel campo attraverso due missioni civili nell'ambito della politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) dell'UE, vale a dire la missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere per la Repubblica moldova e l'Ucraina (EUBAM) e la missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia (EUMM); |
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N. |
considerando che l'Ucraina e la Repubblica moldova hanno partecipato a partenariati con l'UE nell'ambito della sua PSDC; che l'Ucraina è l'unico partner dell'Europa orientale che ha finora contribuito alle missioni e operazioni della PSDC dell'UE, nell'ambito di un accordo quadro con l'UE, agevolando il rapido coinvolgimento delle loro forze militari; e che l'UE e la Repubblica moldova stanno ratificando un simile accordo quadro; |
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O. |
considerando che alcuni paesi hanno beneficiato dell'applicazione del principio «more for more» (maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno) in termini di maggiore assistenza finanziaria, riflettendo l'applicazione sistematica di maggiore condizionalità politica e il ritmo delle riforme nei tre paesi partner dell'Europa orientale; |
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P. |
considerando che i paesi partner dell'Europa orientale hanno stabilito una cooperazione di vecchia data con l'Organizzazione del trattato dell'Atlantico del Nord (NATO) sulla base di interessi comuni; che le relazioni della NATO con la Repubblica d'Armenia, la Repubblica dell'Azerbaigian, la Georgia e la Repubblica moldova e l'Ucraina hanno contribuito alle riforme democratiche, istituzionali e di difesa a livello nazionale nonché alla partecipazione nelle operazioni di sostegno della pace condotte dalla NATO; |
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Q. |
considerando che le minacce derivanti dai materiali chimici, biologici, radiologici e nucleari (CBRN), la diffusione illecita di armi e la criminalità organizzata continuano a destare serie preoccupazioni per la sicurezza regionale a causa dell'abbondanza di riserve di armi e delle munizioni lasciate dalla guerra fredda; |
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R. |
considerando che il persistere di conflitti territoriali non risolti, la mancanza di imparzialità e indipendenza, nonché l'inefficienza degli organi giudiziari e degli organismi preposti all'applicazione della legge, le controversie politiche interne e l'interferenza tra interessi privati e affari pubblici sono terreno fertile per la criminalità organizzata; |
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S. |
considerando che nel quadro del vicinato orientale è necessario un vasto potenziale di interconnessione tra l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale, nonché prospettive reciprocamente vantaggiose, agevolando e sviluppando importanti attività e progetti, in particolare nel settore della sicurezza energetica, della diversificazione degli approvvigionamenti e delle rotte delle risorse energetiche (il corridoio meridionale) e dell'integrazione commerciale ed economica, che deve essere uno degli strumenti in grado di garantire il rafforzamento della sicurezza e della pace; |
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T. |
considerando che le catastrofi di origine umana e naturale sono riconosciute come minaccia generale in tutta la regione dell'Europa orientale, data la sua esposizione ai rischi sismici, alle condizioni meteorologiche estreme, agli eventi idrogeologici, quali inondazioni e siccità, e alle catastrofi urbane e industriali; |
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1. |
sottolinea la sua convinzione che l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale hanno una responsabilità politica comune di promuovere la pace e la sicurezza in tutto il continente europeo, superando le divisioni storiche di lunga data e incentrandosi sui valori comuni; |
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2. |
ritiene che le sfide alla sicurezza nella regione dell'Europa orientale derivino da transizioni democratiche prive di equilibrio e completezza, dal separatismo interno e dalle minacce esterne che richiedono una risposta concertata e l'ulteriore cooperazione tra i paesi della regione e le principali potenze vicine sulla base del rispetto reciproco e della protezione dei loro interessi nazionali; |
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3. |
sottolinea che il Partenariato orientale offre un forum multilaterale univoco per il rafforzamento del dialogo e della cooperazione sulle questioni inerenti alla sicurezza regionale all'interno di un gruppo di Stati impegnati nei confronti dei valori e dei principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e Stato di diritto, come enunciato nella dichiarazione congiunta del vertice del partenariato orientale, tenutosi a Varsavia nel settembre 2011; |
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4. |
sottolinea che il prossimo vertice del partenariato orientale a Vilnius offre la migliore opportunità di mettere in evidenza la prospettiva europea per i paesi partner dell'Europa orientale più ambiziosi, in base alle loro aspirazioni europee, nonché al loro impegno nei confronti della promozione dei valori e dei principi europei comuni; |
Creazione di uno spazio comune di stabilità e pace facendo fronte alla sfida della transizione democratica e dello sviluppo economico e sociale
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5. |
sottolinea che il rafforzamento della democrazia, dello Stato di diritto, del rispetto dei diritti umani, dei diritti delle minoranze e delle libertà fondamentali nonché un'autentica indipendenza ed efficienza della magistratura, l'inammissibilità della giustizia selettiva, incluso il divieto di attacchi provocatori agli esponenti politici tramite discorsi di incitamento all'odio e altre azioni provocatorie, sono essenziali per la creazione delle condizioni necessarie per la sicurezza sostenibile nella regione dell'Europa orientale e per instaurare la fiducia a lungo termine delle persone nelle istituzioni statali; invita, a tale riguardo, i paesi partner dell'Europa orientale ad aumentare la trasparenza, la responsabilità e il controllo democratico degli organismi preposti all'applicazione della legge; sottolinea che il pieno rispetto dello Stato di diritto e dell'ordine costituzionale è essenziale nei contesti post-elettorali; |
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6. |
ritiene che la riforma delle istituzioni statali sulla base dei principi democratici e dello Stato di diritto, il rafforzamento della libertà di espressione e di opinione, nonché il pluralismo e l'indipendenza dei media, la garanzia di processi elettorali affidabili, liberi ed equi, il dialogo inclusivo con l'opposizione, una corretta magistratura indipendente, la prevenzione degli abusi di potere e la lotta alla corruzione sono fattori fondamentali per ridurre il rischio di conflitti politici; ritiene che lo sviluppo della buona governance e di processi decisionali democratici influenzi positivamente i leader politici nel loro dialogo con le società e nella loro scelta sulle questioni concernenti la sicurezza; |
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7. |
accoglie con favore le recenti modifiche costituzionali in Georgia destinate a promuovere l'equilibrio del potere esecutivo e di quello legislativo; |
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8. |
chiede l'adozione di una normativa globale contro la discriminazione; ritiene che la tutela dei diritti umani e i diritti delle minoranze siano valori europei fondamentali e qualsiasi minaccia o loro violazione debba essere evitata poiché essi possono anche rappresentare fattori di rischio per la destabilizzazione e l'insicurezza; sottolinea che lo spazio pubblico libero è una caratteristica essenziale di una società responsabile e un presupposto per la risoluzione pacifica dei conflitti politici; denuncia pertanto qualsiasi tentativo di limitare la libertà di espressione di giornalisti, dissidenti, difensori dei diritti umani e società civile; |
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9. |
ritiene che una società civile forte e dinamica costituisca un fattore chiave che consenta il progresso democratico e la migliore tutela dei diritti umani; invita i paesi partner dell'Europa orientale ad abolire inutili restrizioni giuridiche e amministrative che limitano i diritti universali di riunione e associazione e a garantire che i difensori dei diritti umani abbiano piena protezione civile e giuridica e non siano emarginati nella società; |
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10. |
invita i paesi partner dell'Europa orientale ad avviare o portare avanti riforme economiche destinate al completamento della transizione verso economie di mercato ben funzionanti e in crescita, nonché la creazione di condizioni per la prosperità, lo sviluppo sostenibile e la coesione sociale e regionale; sottolinea che la riduzione della povertà, dell'esclusione sociale e della disuguaglianza è essenziale per conseguire il successo e aumentare la fiducia nelle riforme indicate e per ridurre i rischi di tensioni sociali alimentate da gruppi estremisti e radicali; |
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11. |
invita l'UE e i paesi partner dell'Europea orientale a imprimere un nuovo slancio agli sforzi congiunti per promuovere le riforme democratiche, sociali ed economiche nella regione dell'Europa orientale, in occasione del vertice del partenariato orientale che si terrà a Vilnius nell'autunno del 2013; a tale proposito, prevede che l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale che hanno compiuto notevoli progressi nei negoziati firmino o siglino accordi di associazione, tra cui zone di libero scambio estese e globali, entro la data di svolgimento del vertice; al riguardo, invita tutti i partner interessati a partecipare alle prime discussioni relative all'applicazione territoriale degli accordi di associazione; |
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12. |
sostiene l'approccio dell'UE nei confronti dei paesi partner dell'Europa orientale, sulla base della responsabilità reciproca e del principio «more for more» (maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno) incoraggiando i partner a presentare le riforme politiche necessarie per conseguire gli obiettivi comuni del partenariato orientale e garantire la stabilità e la sicurezza politica; osserva che, come riaffermato nella comunicazione congiunta della Commissione e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione del 20 marzo 2013 dal titolo «Politica europea di vicinato: contribuire a un partenariato più forte», il principio «more for more» comporta una maggiore necessità di differenziazione della risposta politica dell'UE, sulla base delle ambizioni e dei risultati di ciascun partner; |
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13. |
esprime preoccupazione per i rischi di uno spiegamento militare nella regione dell'Europa orientale, che devia le risorse dal sostegno per lo sviluppo economico e umano; raccomanda agli Stati membri dell'UE e ai paesi partner dell'Europa orientale di rivedere le loro politiche di esportazione-importazione di armi nella regione al fine di concludere accordi sul disarmo e sulla smilitarizzazione delle zone di conflitto, alla luce dei progressi compiuti dai singoli Stati partner sulla trasformazione democratica, sulla creazione di istituzioni e sul rispetto dei diritti umani; |
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14. |
riconosce la particolare importanza della sicurezza energetica per la stabilità generale della regione del partenariato orientale; sostiene, per tale motivo, lo sviluppo di un'infrastruttura energetica sicura e inclusiva, quale il corridoio meridionale del gas, con un impatto positivo sulla sicurezza, sullo sviluppo economico e sulla stabilità a lungo termine della regione; |
Partecipazione alla risoluzione pacifica dei conflitti di lunga durata
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15. |
sottolinea che il mantenimento dello status quo nei conflitti non risolti all'interno della regione dell'Europa orientale non è accettabile, poiché comporta il rischio di un ulteriore aumento delle tensioni e una ripresa delle ostilità armate; sottolinea che una corsa agli armamenti aumenterebbe ulteriormente solo i rischi per la sicurezza regionale; accoglie con favore l'impegno dell'UE che riflette l'approccio globale dell'Unione nel settore, affrontando questioni legate alla sicurezza, allo Stato di diritto e alla gestione delle crisi civili; sottolinea che è nell'interesse comune dell'UE e dei paesi partner dell'Europa orientale garantire la stabilità e la risoluzione pacifica dei conflitti e li esorta a promuovere e stabilire un ambiente favorevole ai progressi nella risoluzione dei conflitti e incoraggia l'attuazione delle attività di pacificazione correlate al sostegno; |
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16. |
sottolinea la responsabilità dell'UE di contribuire alla risoluzione dei conflitti, sostenendo il dialogo tra le parti e attuando programmi e strumenti per la trasformazione dei conflitti; sottolinea il ruolo svolto dal rappresentante speciale dell'Unione europea per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia nel progredire verso una risoluzione pacifica dei conflitti di lunga durata e sostiene l'estensione del suo mandato oltre il 30 giugno 2013; elogia le missioni EUBAM ed EUMM per la maggiore sicurezza e il contributo all'instaurazione della fiducia transfrontaliera all'interno della Repubblica moldova e della Georgia; raccomanda all'UE di estendere il mandato dell'EUBAM e dell'EUMM e di rafforzare la loro efficacia; invita tutte le parti interessate a continuare la loro cooperazione nell'ambito del partenariato europeo per la risoluzione pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh, che costituisce un programma della società civile finanziato dall'UE, la cui seconda fase è stata avviata a novembre 2012; |
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17. |
osserva l'importante ruolo svolto nella regione dell'Europa orientale dalla Federazione russa, a causa della sua influenza politica ed economica e del suo impegno militare diretto in tutti i conflitti di lunga durata; invita le autorità russe a esercitare tale influenza in modo costruttivo, rispettando pienamente la sovranità dei paesi della regione e astenendosi da eventuali azioni che metterebbero in pericolo la stabilità regionale; ribadisce che il ritiro già concordato delle truppe militari estere russe dalle regioni separatiste della Repubblica moldova e della Georgia rappresenterebbe un importante passo in avanti nel processo verso una risoluzione pacifica dei conflitti; |
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18. |
invita la Federazione russa a rispettare la sovranità, l'integrità territoriale e l'inviolabilità dei confini internazionalmente riconosciuti della Georgia; invita, a tale riguardo, la Federazione russa a garantire l'attuazione incondizionata dell'accordo per il cessate il fuoco del 2008, a ritirare le sue forze militari dai territori della Georgia, a consentire il libero accesso dell'EUMM all'Abkhazia e alla regione di Tskhinvali in Georgia e ad annullare la sua decisione di riconoscere l'indipendenza di tali regioni dalla Georgia; |
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19. |
invita la Federazione russa a rispettare gli impegni assunti in occasione della sua adesione al Consiglio d'Europa nel 1996, e successivamente durante il vertice dell'OSCE a Istanbul nel 1999, relativamente alla regione della Transdniestria e raccomanda di sostituire le forze di mantenimento della pace esistenti situate nel territorio della Repubblica moldova con una missione civile internazionale la cui legittimità sarà riconosciuta dalle parti coinvolte nel conflitto della Transdniestria; esorta le autorità russe ad astenersi da tutte le misure politiche e diplomatiche che perturberebbero il processo di risoluzione e ostacolerebbero accordi positivi e orientati ai risultati; |
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20. |
ritiene che non ci possano essere alternative alla risoluzione pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh ed esprime il suo pieno sostegno per l'introduzione dei principi di Madrid; deplora che il lavoro dei copresidenti del gruppo di Minsk dell'OSCE, sulla base dei principi di diritto internazionale sanciti nella Carta delle Nazioni Unite, nell'Atto finale di Helsinki e nel quadro dell'OSCE, non abbia finora generato alcun risultato concreto e chiede un impegno più efficace e forte da parte dell'UE; esorta tutte le parti interessate a intensificare i loro sforzi e il loro impegno, dal momento che il gruppo di Minsk dell'OSCE deve ancora conseguire progressi decisivi, a più di due decenni dalla sua istituzione; invita le parti coinvolte nel conflitto – Armenia e Azerbaigian – a essere costruttive nei loro negoziati; |
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21. |
invita l'UE a incrementare gli sforzi e a partecipare da vicino ai processi di mediazione per la risoluzione pacifica dei conflitti di lunga durata in quadri in cui l'UE è già presente; sottolinea che la mediazione proattiva da parte dell'UE nella risoluzione dei conflitti è essenziale per la sicurezza e la stabilità a lungo termine della regione dell'Europa orientale e un presupposto per il successo della politica europea di vicinato; invita il rappresentante speciale dell'Unione europea per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia a contribuire ulteriormente alla risoluzione dei conflitti nel Caucaso meridionale tramite misure pratiche come il rafforzamento delle capacità, agevolando il consenso tra le parti, rafforzando il sostegno pubblico e incrementando la partecipazione della società civile; |
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22. |
esorta tutte le parti interessate a collaborare in modo proattivo con la Transdniestria al fine di promuovere una visione reciprocamente accettabile per un futuro comune e convenire di conseguenza sui parametri di base per la risoluzione; accoglie con favore, a tale riguardo, l'accordo di gennaio 2012 su un approccio a «piccoli passi» per far fronte alle questioni pratiche di primaria importanza per i cittadini; |
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23. |
mette in luce l'attuale intenzione del Parlamento europeo di incoraggiare la definizione di una strategia europea in materia di sicurezza marittima e osserva che tale strategia potrebbe essere utile per la risoluzione dei conflitti di lunga durata, purché includa un'ambiziosa agenda per il Mar Nero; |
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24. |
invita l'UE, i partner dell'Europa orientale e gli attori regionali pertinenti a intensificare il loro dialogo politico proponendo un insieme di misure intese a creare la fiducia nella regione dell'Europa orientale al fine di stabilire principi condivisi e un'agenda per rafforzare la sicurezza e procedere verso la risoluzione dei conflitti; invita, a tale riguardo, la presidenza dell'Ucraina dell'OSCE nel 2013 ad attuare un'ambiziosa agenda e a garantire la partecipazione di tutti i paesi partner dell'Europa orientale nelle sedi di dialogo dell'UE, incluso il dialogo sui diritti umani, in modo da compiere progressi nei processi di risoluzione pacifica per i conflitti non risolti; |
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25. |
invita l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale a sviluppare ulteriormente i programmi multilaterali regionali, a stabilire incentivi per la cooperazione regionale e a intensificare i progetti transfrontalieri per creare e promuovere la fiducia tra le popolazioni, prestando particolare attenzione alle misure di trasformazione dei conflitti e contribuendo alla ricostruzione e allo sviluppo economico e sociale nelle regioni colpite dal conflitto, incoraggiando gli scambi, i viaggi e gli investimenti; |
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26. |
sottolinea la necessità dello sviluppo bilaterale del commercio, dell'integrazione economica e delle infrastrutture tra i paesi partner dell'Europa orientale; |
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27. |
esorta i paesi partner dell'Europa orientale ad attuare programmi di istruzione di qualità che contribuiscano a eliminare odio e ostilità etnici, territoriali e religiosi e a rafforzare il rispetto dei diritti delle minoranze; ritiene che i dialoghi interculturali e interreligiosi debbano essere ulteriormente rafforzati al fine di favorire la comprensione reciproca, il rispetto e la tolleranza tra i paesi partner dell'Europa orientale; sottolinea, a tale riguardo, l'importanza di società civili forti e attive che possano rafforzare tali dialoghi e sviluppare contatti tra i popoli a livello transfrontaliero e tra le varie linee di conflitto; invita il forum della società civile del partenariato orientale a partecipare ulteriormente all'attuazione delle attività multilaterali e bilaterali del partenariato orientale che perseguono tale obiettivo; |
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28. |
raccomanda al forum della società civile del partenariato orientale di avviare programmi di formazione dei media con organizzazioni di giornalisti europei professionisti che combattano l'ostilità reciproca e i discorsi di incitamento all'odio, nonché di garantire criteri di professionalità nel caso di relazioni interetniche e richiedere il sostegno per gruppi di riflessione indipendenti che collaborano allo sviluppo di modelli per garantire la sicurezza, la risoluzione e la prevenzione dei conflitti; |
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29. |
riconosce che sentimenti di ingiustizia e frustrazione tra le popolazioni possono derivare dai conflitti non risolti; raccomanda ai funzionari statali e ai leader politici nei paesi partner dell'Europa orientale di evitare di sfruttare tali tendenze nell'opinione pubblica come strumento per campagne politiche interne, dal momento che ciò può solo alimentare l'antagonismo e generare ulteriori tensioni; |
Rafforzamento della cooperazione politica e militare per far fronte ai rischi per la sicurezza regionale
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30. |
sottolinea il ruolo fondamentale delle organizzazioni internazionali e dei partenariati nel far fronte alle sfide alla sicurezza regionale e nell'introdurre un approccio di cooperazione alla sicurezza che comprenda le sue dimensioni politica e militare; a tale riguardo, chiede una cooperazione politica più intensa con la Federazione russa al fine di individuare soluzioni sostenibili alle sfide alla sicurezza regionale, inclusi i conflitti di lunga durata; |
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31. |
invita gli Stati membri dell'UE e i paesi partner dell'Europa orientale interessati a intensificare il loro dialogo sulle questioni inerenti alla sicurezza nei quadri esistenti dell'UE, del Consiglio di partenariato euro-atlantico/NATO, dell'OSCE e del Consiglio d'Europa e raccomanda di coordinare la loro cooperazione al fine di lavorare in modo più efficiente sul campo, risparmiare risorse e stabilire programmi adattati alle singole esigenze dei paesi partecipanti; ritiene, in particolare, che gli Stati membri dell'UE e della NATO debbano mettere in comune risorse per consolidare la cooperazione con i paesi partner dell'Europa orientale nel quadro della politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) e del programma di partenariato per la pace della NATO; |
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32. |
riconosce il valore e i risultati conseguiti nell'ambito della cooperazione tra l'UE, l'Ucraina e la Repubblica moldova nel quadro della PSDC dell'UE, che ha contribuito a stabilire accordi in materia di sicurezza e quadri per le missioni condotte dall'UE e le operazioni di gestione delle crisi; invita gli Stati membri dell'UE a tenere conto delle aspirazioni dei paesi partner dell'Europa orientale che desiderano rafforzare le loro capacità per aumentare il loro livello di cooperazione nel quadro della PSDC e raccomanda una cooperazione più intensa tramite iniziative a sostegno del rafforzamento delle capacità e della formazione per il personale nazionale nei settori della sicurezza e della difesa; |
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33. |
accoglie con favore la decisione del Consiglio ministeriale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) del 7 dicembre 2012 per avviare il «processo Helsinki + 40» come modo per fornire uno slancio politico per progredire verso una comunità di sicurezza e una tabella di marcia strategica per rafforzare la cooperazione nell'OSCE fino al 2015, che segnerà il quarantesimo anniversario della firma dell'Atto finale di Helsinki; |
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34. |
incoraggia l'UE, insieme alle organizzazioni internazionali competenti e ai partner fondamentali, a sviluppare scenari di ricostruzione post-conflitto che potrebbero fungere da ulteriore incentivo per la risoluzione dei conflitti mostrando i vantaggi tangibili delle risoluzioni pacifiche; |
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35. |
sottolinea la necessità di rivitalizzare ed estendere la cooperazione sul disarmo, la normativa sul commercio delle armi, il controllo delle armi convenzionali e la lotta al traffico illecito di armi; a tal fine, raccomanda che l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale rivedano la conformità agli accordi internazionali, in particolare il trattato sulle forze armate convenzionali in Europa, sostengano ulteriormente un trattato universale sul commercio delle armi e si impegnino in un dialogo inteso a sviluppare ulteriormente la cooperazione sul disarmo e sul controllo delle armi; evidenzia l'importanza vitale di frenare la corsa agli armamenti; |
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36. |
invita l'UE a rafforzare i programmi di cooperazione destinati ai paesi partner dell'Europa orientale e a incrementare il loro finanziamento nell'ambito dello strumento dell'Unione europea per la stabilità al fine di ridurre i rischi derivanti dai materiali CBRN (chimici, biologici, radiologici e nucleari) e la proliferazione delle armi di distruzione di massa e le competenze tecnologiche correlate; |
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37. |
sottolinea che la riforma della pubblica amministrazione, della magistratura e delle autorità preposte all'applicazione della legge nei paesi partner dell'Europa orientale è essenziale per compiere progressi nella lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione, alla cibercriminalità, al riciclaggio di denaro e al terrorismo; invita i paesi partner dell'Europa orientale ad avviare o proseguire l'attuazione di un'agenda ambiziosa per garantire l'indipendenza della magistratura e cooperare ulteriormente con l'UE nei settori dell'applicazione della legge e dell'amministrazione delle dogane con l'obiettivo di aumentare la fiducia del pubblico in tali istituzioni; |
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38. |
invita l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale a sviluppare, ed estendere oltre il 2014, l'iniziativa faro del partenariato orientale per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle catastrofi di origine umana e naturale, il cui obiettivo generale consiste nel contribuire alla pace, alla stabilità, alla sicurezza e alla prosperità dei paesi del partenariato orientale e proteggere l'ambiente, la popolazione, il patrimonio culturale, le risorse e le infrastrutture della regione rafforzando la resistenza, la preparazione e la risposta dei paesi alle catastrofi di origine umana e naturale; |
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39. |
sottolinea l'importanza della sicurezza energetica nel delineare l'ambiente di sicurezza nella regione; esorta l'ulteriore lavoro verso l'integrazione dei mercati dell'energia dell'UE e dei paesi partner dell'Europa orientale, ribadisce l'importanza del corridoio meridionale del gas e dei suoi progetti bandiera transcaspici in materia di energia che attraversano il Mar Nero all'interno dell'iniziativa del corridoio meridionale del gas per il conseguimento della riduzione della dipendenza dalle importazioni di energia dai fornitori che hanno una posizione dominante sul mercato e invita l'UE ad agevolare e promuovere la diversificazione dell'approvvigionamento di gas, che contribuirà a una cooperazione e un collegamento più intensi tra l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale; |
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40. |
chiede la promozione della cooperazione regionale e buone relazioni di vicinato e aiuto nello sviluppo di sinergie regionali e risposte alle specifiche sfide geografiche, economiche, di sicurezza, ambientali e sociali dei paesi del vicinato orientale, nonché nella loro relazione con l'UE; chiede, a tale riguardo, una cooperazione più intesa sulle politiche settoriali come istruzione, gioventù, migrazione, assistenza sanitaria e trasporti; |
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41. |
raccomanda ai paesi partner dell'Europa orientale di intensificare la cooperazione nella gestione delle frontiere e dei flussi migratori nella regione, ravvicinando o elaborando norme comuni con l'UE e contrastando la tratta di esseri umani garantendo al contempo il rispetto dei diritti dei migranti; |
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42. |
incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Parlamento europeo, al Consiglio, alla Commissione, all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione, al rappresentante speciale dell'Unione europea per il Caucaso meridionale, al Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai paesi partner dell'Europa orientale e alla Federazione russa. |
(1) Approvata a Bruxelles il 28 maggio 2013.
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19.11.2013 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 338/10 |
RISOLUZIONE (1)
sul ravvicinamento delle legislazioni nazionali dei partner orientali alla legislazione economica UE
2013/C 338/02
L'ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURONEST,
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— |
vista la comunicazione congiunta della Commissione e della vicepresidente/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 25 maggio 2011, dal titolo «Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento» (COM(2011)0303), |
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— |
visto lo sviluppo della politica europea di vicinato (PEV) dal 2004 in poi, e in particolare le relazioni della Commissione sui progressi compiuti nella sua attuazione, |
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— |
visti i piani d'azione adottati congiuntamente con l'Armenia, l'Azerbaigian, la Georgia e la Moldova, nonché l'agenda di associazione con l'Ucraina, |
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— |
viste le conclusioni della riunione dei ministri degli Affari esteri per il partenariato orientale, tenutasi il 13 dicembre 2010, |
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— |
viste le dichiarazioni congiunte del vertice di Praga per il partenariato orientale del 7 maggio 2009 e del vertice di Varsavia per il partenariato orientale del 29-30 settembre 2011, |
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visti il regolamento (CE) n. 1638/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 ottobre 2006, recante disposizioni generali che istituiscono uno strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI) (2), e la proposta della Commissione al Parlamento e al Consiglio che istituisce uno strumento europeo di vicinato (SEV) (3), |
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— |
viste le risoluzioni del Parlamento europeo del 14 dicembre 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato (4), del 7 aprile 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato – dimensione orientale (5), e del 3 luglio 2012 sugli aspetti commerciali del partenariato orientale (6), |
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— |
vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare Euronest approvata il 3 aprile 2012, dal titolo «Accordi commerciali tra l'UE e i partner dell'Europa orientale, incluse le zone di libero scambio approfondite e globali, e l'assistenza dell'UE in tale ambito», elaborata dalla commissione permanente per l'integrazione economica, il ravvicinamento normativo e la convergenza con le politiche dell'Unione europea dell'Assemblea parlamentare Euronest, |
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visto il proprio Atto costitutivo del 3 maggio 2011, |
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— |
visto il proprio regolamento, |
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A. |
considerando che il ravvicinamento normativo in ambito economico, pur non essendo un obiettivo di per sé, rappresenta un passo importante verso l'intensificazione della cooperazione economica, a vantaggio di tutti i partner orientali e dell'UE; che con l'introduzione di una legislazione, sistemi normativi, standard e metodi di certificazione compatibili con quelli UE si avrà un avvicinamento di tali paesi agli standard e ai valori dell'UE; |
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B. |
considerando che il ravvicinamento agli standard economici UE, sviluppati in linea con gli obiettivi del reciproco interesse e delle specificità dei singoli paesi, sosterrà gli sforzi dei partner orientali per il conseguimento di una crescita bilanciata e sostenibile, elevati livelli occupazionali e di protezione sociale, una coesione economica e sociale, alti standard ambientali, migliori standard di vita e una maggiore qualità della vita nelle rispettive società; che allo stesso tempo creerà condizioni tali da accrescere la competitività delle rispettive economie, stimolare gli investimenti e promuovere il commercio, e incoraggerà lo sviluppo del forum imprenditoriale del partenariato orientale, lanciato a Sopot nel 2011; |
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C. |
considerando che in alcuni ambiti non è possibile istituire fasi di ravvicinamento distinte in quanto la legislazione di riferimento è unitaria, e l'adozione di un'unica parte non sarebbe efficace se avulsa dall'insieme; |
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D. |
considerando il carattere complesso, dinamico e graduale di tale processo, che necessita la creazione e l'adeguamento di istituzioni e strutture e implica cambiamenti fondamentali nelle responsabilità dei rispettivi sistemi amministrativi, settori privati e società civili; |
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E. |
considerando che i partner orientali si trovano a stadi diversi nel processo di convergenza economica con l'UE, e pertanto sussistono notevoli disparità nell'entità e nel tipo di legislazione armonizzata finora nonché nell'approccio generale di ciascun paese a tale processo; |
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F. |
considerando che il processo di ravvicinamento normativo in ambito economico dovrebbe, ove possibile, realizzarsi parallelamente al ravvicinamento normativo legato ai negoziati per la zona di libero scambio globale e approfondita (DCFTA); |
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G. |
considerando che tale ravvicinamento normativo rappresenta un processo aperto e graduale, che implica un ulteriore avvicinamento e potrebbe portare a un'armonizzazione futura; |
Pianificazione, impegni e attuazione del partenariato orientale
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1. |
riconosce gli sforzi già compiuti in direzione di un ravvicinamento normativo nell'ambito degli accordi di partenariato e cooperazione, e incoraggia i partner orientali a potenziare tale processo nel contesto dei futuri accordi di associazione; ricorda che a tempo debito si possono compiere ulteriori passi per una maggiore integrazione economica in direzione dell'area economica UE-partenariato orientale, come indicato nella dichiarazione congiunta del vertice di Varsavia per il partenariato orientale; |
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2. |
invita ogni partner orientale che non abbia ancora agito in tal senso, all'adozione di un programma di lavoro recante le tempistiche del ravvicinamento normativo, incluso un capitolo consolidato sul ravvicinamento normativo in ambito economico basato sugli impegni assunti dal paese nel contesto degli accordi che regolano le sue relazioni bilaterali con l'UE in ambito economico; raccomanda l'istituzione di strategie normative globali che riflettano le priorità e gli interessi dei singoli paesi, le rispettive realtà sociali, economiche e politiche nonché i risultati conseguiti finora in tale ambito; |
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3. |
invita i partner orientali a fissare le rispettive priorità settoriali e a definirne i temi principali; li incoraggia a esprimere le difficoltà specifiche che si presentano lungo il processo del ravvicinamento normativo e a elaborare, di concerto con l'UE, le strategie necessarie per affrontarle; al contempo li esorta a tenere conto delle raccomandazioni dell'UE in merito agli sforzi specifici da compiere per rispondere alle sfide principali che si presentano nei singoli processi di convergenza giuridica in ambito economico; |
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4. |
invita i partner orientali ad adeguare la sequenza e i tempi dei rispettivi programmi di ravvicinamento normativo al fine di rafforzare e consolidare le proprie riforme macroeconomiche e la propria stabilità; intende il ravvicinamento normativo come un obiettivo a lungo termine da inserire nelle rispettive agende economiche; |
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5. |
sottolinea che, in assenza dei necessari cambiamenti istituzionali e di un'adeguata attuazione, il ravvicinamento normativo potrebbe risolversi in una mera trasposizione di regole, con la conseguente impossibilità di tenere fede agli impegni assunti; evidenzia la necessità di un allineamento effettivo, e non solo formale, al fine di ottenere l'impatto economico desiderato, con conseguenti benefici per tutti; |
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6. |
riconosce che la sfida principale per i partner orientali risiede non tanto nel ravvicinamento dei testi giuridici, quanto nella trasformazione e nell'adeguamento delle rispettive amministrazioni, sistemi giudiziari e società alle condizioni necessarie a garantire l'efficacia e l'adeguata attuazione delle leggi; ritiene che i partner orientali debbano creare le giuste condizioni per l'applicazione di tale legislazione; a tale proposito, sottolinea l'esigenza di provvedimenti mirati per la creazione di capacità amministrative, destinati alle strutture di governo, al parlamento nazionale, all'ambito giudiziario e al settore privato di ciascun paese; |
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7. |
in proposito, esorta i partner orientali a istituire e consolidare strutture amministrative e organizzative adeguate per un'efficace attuazione e applicazione della legislazione approvata, e a introdurre, ove del caso, meccanismi di coordinamento e monitoraggio per l'avanzamento del processo di ravvicinamento; sottolinea come sia fondamentale l'istituzione di autorità di controllo a garanzia di un'adeguata attuazione della legislazione; |
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8. |
sottolinea l'importanza in questo processo delle riforme giudiziarie e della lotta alla corruzione; ricorda, tra le caratteristiche di un sistema economico decentralizzato, che un sistema giudiziario efficiente deve offrire un accesso alla giustizia ragionevolmente rapido sia ai singoli individui sia ai soggetti giuridici privati; |
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9. |
sottolinea l'importanza del processo di liberalizzazione dei visti, che non solo contribuisce alla promozione degli standard più elevati nei partner orientali, ma concorre anche al miglioramento della cultura commerciale, essenziale per un efficace ravvicinamento normativo in ambito economico; |
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10. |
esorta i partner orientali a garantire agli operatori economici trasparenza e sicurezza giuridica mediante la creazione di un sistema di norme giuridiche e commerciali; |
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11. |
incoraggia l'istituzione di specifici enti tecnici e professionali nel settore pubblico e privato in grado di garantire, fra l'altro, il monitoraggio civile dell'applicazione della legislazione pertinente e dei processi economici nel loro insieme; a tale proposito, constata il bisogno di trasparenza nel processo normativo, nelle consultazioni pubbliche e nelle periodiche valutazioni d'impatto e valutazioni indipendenti dei risultati politici; |
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12. |
sottolinea l'importanza del coinvolgimento delle società civili e delle organizzazioni non governative nel promuovere il ravvicinamento normativo in ambito economico e ritiene che l'UE debba offrire loro un pieno sostegno, trasmettendo l'esperienza e il know-how dell'Unione nonché l'utilizzo degli strumenti finanziari; |
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13. |
sottolinea l'importanza della dimensione sociale del ravvicinamento normativo in ambito economico, in particolare laddove la legislazione in ambito economico ha ripercussioni su aree quali le politiche sociali e ambientali e la tutela del consumatore; sottolinea la necessità di un approccio più ampio che tenga conto dell'esigenza di creare una forza lavoro più qualificata, tutelata dalla garanzia dei diritti del lavoro, che contribuirà al successo delle riforme economiche; |
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14. |
invita l'UE e i partner orientali a sfruttare appieno la piattaforma 2 del partenariato orientale («Integrazione economica e convergenza con le politiche UE»), che aggiunge valore ai processi di consultazione bilaterale e offre l'opportunità di scambiare informazioni e buone pratiche; |
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15. |
pone l'accento sul proprio ruolo nel monitorare e agevolare il processo di ravvicinamento della legislazione nazionale dei partner orientali alla legislazione UE in ambito economico e prestare la necessaria assistenza; |
Approccio UE al ravvicinamento normativo in ambito economico: assistenza tecnica e finanziaria e controllo della relativa attuazione
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16. |
invita l'UE a incrementare gli stanziamenti previsti per l'assistenza ai partner orientali nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2014-2020; plaude all'intenzione della Commissione di sviluppare una seconda generazione di iniziative faro per il partenariato orientale e chiede l'approvazione al vertice di Vilnius di nuove e visibili iniziative in ambiti importanti della cooperazione del partenariato orientale, mirate a sostenere lo sviluppo della cooperazione economica; |
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17. |
chiede alla Commissione di promuovere il processo di liberalizzazione dei visti per i partner orientali, un passo necessario in direzione dell'obiettivo finale di un regime di esenzione dal visto; |
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18. |
evidenzia il bisogno di garantire l'applicazione del principio «more for more» (maggiori aiuti a fronte di maggiore impegno), in quanto esso rappresenta uno strumento importante per il riconoscimento del progresso dei partner orientali verso un allineamento agli standard e ai valori dell'UE e per un ulteriore sostegno in tal senso; |
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19. |
ritiene che, sebbene la scelta delle priorità in termini di settori spetti a ogni partner orientale, l'UE debba indicare i provvedimenti più urgenti e proporre misure chiave in ogni settore, partendo dal presupposto che alcune aree, quali il diritto delle società, debbano considerarsi i «mattoni» fondamentali di un'economia moderna; |
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20. |
incoraggia l'UE ad assistere i partner orientali nella pianificazione delle rispettive strategie per un avvicinamento progressivo e un'efficace attuazione e applicazione della legislazione pertinente, in particolare rispetto all'ordine da seguire nell'avvicinamento delle varie aree normative, nonché alle condizioni necessarie all'attuazione; sottolinea al contempo che l'UE deve tener conto delle condizioni economiche specifiche di ciascun partner orientale, soprattutto qualora esse possano influenzare l'ordine che ogni paese deve rispettare per il ravvicinamento; a tale proposito osserva il proficuo lavoro del gruppo di consulenza UE ed esorta la Commissione a proseguire nello sviluppo di tale forma di assistenza in consultazione con i vari paesi e partner; |
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21. |
osserva l'esigenza di un maggiore coordinamento dell'assistenza UE esistente; evidenzia come tale assistenza debba essere potenziata, integrata ove necessario e resa più coerente; sottolinea che occorre prestare particolare attenzione al conseguimento di un coordinamento più stretto dell'assistenza tecnica degli Stati membri, e alla comprensione del suo potenziale; a tale proposito esorta gli Stati membri dell'UE, in particolare quelli che hanno recentemente affrontato il processo del ravvicinamento normativo (i membri più recenti), a contribuire più attivamente con le rispettive competenze e buone pratiche; |
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22. |
raccomanda la prossima creazione di un ufficio per lo scambio di informazioni (seguendo l'esempio dell'ufficio istituito dalla Commissione e sostenuto dal programma multipaese PHARE); pone l'accento su come tale ufficio debba agevolare l'offerta di assistenza, creare un database e fungere da stanza di compensazione associando le richieste di assistenza alla consulenza e alle competenze disponibili; |
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23. |
osserva che il ravvicinamento normativo deve essere organizzato e sostenuto mediante speciali provvedimenti di assistenza tecnica personalizzati; sottolinea l'esigenza di considerare la limitata entità delle risorse per il ravvicinamento sia nell'UE sia nei partner orientali, che pertanto devono essere concentrate nelle aree in cui sortiranno maggiore effetto; |
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24. |
esorta l'UE a continuare a sostenere lo sviluppo delle capacità delle istituzioni dei partner orientali per la predisposizione della legislazione necessaria; incoraggia in proposito un più ampio ricorso a importanti strumenti UE quali il programma per l'assistenza tecnica e lo scambio di informazioni (TAIEX), il programma globale di potenziamento istituzionale, i programmi di gemellaggio e altri; conta sul potenziamento del programma globale di potenziamento istituzionale nelle nuove prospettive finanziarie; |
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25. |
esorta l'UE a porre l'accento sull'importanza dell'efficacia della legislazione, a fare in modo che i numerosi benefici raggiungano le società interessate e a procedere verso un'ulteriore armonizzazione con gli standard UE; sottolinea pertanto che, dopo l'adozione della legislazione nazionale, si deve garantire un efficace monitoraggio dell'UE sull'attuazione e sull'applicazione di tali norme; |
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26. |
osserva come anche in altre aree collegate alla sfera economica, quali le politiche sociali e ambientali, il ravvicinamento deve essere incoraggiato e potrebbe dare origine a iniziative separate; ritiene che l'UE debba cercare di garantire un approccio più integrato, riconoscendo l'interconnessione dello sviluppo economico e sociale; |
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27. |
invita l'UE a elaborare una serie di raccomandazioni dettagliate rivolte ai partner orientali su come procedere con il ravvicinamento normativo e la relativa attuazione in ogni area (per esempio con un Libro bianco); osserva che tali raccomandazioni devono presentare un carattere informativo e consultivo; |
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28. |
osserva che l'UE deve tenere conto delle condizioni specifiche di ciascun partner orientale e del relativo stadio di sviluppo rispetto agli altri partner orientali in termini di integrazione economica, armonizzazione giuridica e politiche di attuazione, nonché del grado di preparazione a una cooperazione più intensa, e raccomanda un'azione dell'UE basata su approcci individuali, nel rispetto della volontà e degli interessi di ciascun partner orientale; |
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29. |
incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Parlamento europeo, al Consiglio, alla Commissione, alla vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, al Servizio europeo per l'azione esterna nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri UE e dei paesi del partenariato orientale. |
(1) Approvata a Bruxelles il 28 maggio 2013.
(2) GU L 310 del 9.11.2006, pag. 1.
(3) 2011/0405(COD), del 7.12.2011.
(4) Testi approvati, P7_TA(2011)0576.
(5) Testi approvati, P7_TA(2011)0153.
(6) Testi approvati, P7_TA(2012)0276.
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19.11.2013 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 338/15 |
RISOLUZIONE (1)
sulla sicurezza energetica in relazione al mercato dell'energia e all'armonizzazione tra i paesi partner dell'Europa orientale e i paesi dell'UE
2013/C 338/03
L'ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURONEST,
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visto l'Atto costitutivo dell'Assemblea parlamentare EURONEST del 3 maggio 2011, |
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viste le conclusioni del vertice del partenariato orientale tenutosi a Varsavia il 29 e 30 settembre 2011, |
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vista la dichiarazione da parte dei partecipanti del vertice sul corridoio meridionale tenutosi a Praga l'8 maggio 2009, |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo del 25 novembre 2010 dal titolo «Verso una nuova strategia energetica per l'Europa 2011-2020», |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo del 12 giugno 2012 sull'impegno nella cooperazione nel settore della politica energetica con i partner al di là delle nostre frontiere: un approccio strategico per un approvvigionamento energetico sicuro, sostenibile e competitivo, |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo del 26 settembre 2007 dal titolo «Verso una politica estera comune dell'Europa in materia di energia» (2007/2000(INI)), |
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viste le conclusioni del Consiglio dell'Unione europea del 24 novembre 2011 sul rafforzamento della dimensione esterna della politica energetica dell'UE, |
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vista la comunicazione congiunta del 15 maggio 2012 dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione dal titolo «Partenariato orientale: una roadmap fino al vertice dell'autunno 2013», |
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vista la comunicazione della Commissione del 13 novembre 2008 sul secondo riesame strategico della politica energetica, |
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viste la comunicazione della Commissione, del 17 novembre 2010, dal titolo «Priorità per le infrastrutture energetiche per il 2020 e oltre – Piano per una rete energetica europea integrata» e la risoluzione del Parlamento europeo del 5 luglio 2011 sulle priorità per le infrastrutture energetiche per il 2020 e oltre, |
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vista la comunicazione della Commissione, del 7 settembre 2011, sulla sicurezza dell'approvvigionamento energetico e la cooperazione internazionale, dal titolo «La politica energetica dell'UE: un impegno con i partner di là dalle nostre frontiere», |
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vista la comunicazione della Commissione, del 15 novembre 2012, intitolata «Rendere efficace il mercato interno dell'energia», |
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visti i documenti strategici nazionali per l'energia di Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina per i periodi fino al 2020 e al 2030, |
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visto il programma di lavoro 2012-2013 del partenariato orientale – Piattaforma 3 – Sicurezza energetica, |
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vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare EURONEST del 3 aprile 2012 su sicurezza energetica, energie rinnovabili, efficienza energetica, infrastrutture energetiche: gli sviluppi nei paesi del partenariato orientale e dell'UE, |
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viste la relazione annuale del 2011 sulle attività della Comunità dell'energia al Parlamento europeo e ai parlamenti nazionali e la relazione annuale del 1o settembre 2012 sull'attuazione dell'acquis nell'ambito del trattato che istituisce la Comunità dell'energia, |
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A. |
considerando che il partenariato orientale è inteso a rafforzare la sicurezza energetica tramite la cooperazione sotto il profilo dell'approvvigionamento e del transito stabili e sicuri di energia nel lungo periodo, anche attraverso migliore regolamentazione, efficienza energetica e maggiore utilizzo di fonti energetiche rinnovabili; |
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B. |
considerando che le sfide globali in materia di energia e ambiente richiedono lo sviluppo di strategie comuni e di cooperazione a livello internazionale; che l'UE e i partner dell'Europa orientale affrontano sfide politiche comuni in termini di riduzione delle emissioni nel settore energetico e di ricerca del giusto equilibrio tra le varie fonti di energia attuali, di garanzia di approvvigionamento affidabile e sicuro e di razionalizzazione del consumo di energia, in particolare aumentando l'efficienza energetica; |
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C. |
considerando che il ruolo dei legislatori nel definire politiche e norme in materia energetica e le condizioni quadro che si applicano ai mercati dell'energia è fondamentale per lo sfruttamento efficace delle risorse interne, in modo da garantire prezzi dell'energia accessibili, conseguire una notevole riduzione dell'impatto della produzione e del consumo di energia sul clima e sull'ambiente e stabilire eque relazioni commerciali; |
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D. |
considerando che gli Stati membri dell'UE e i partner dell'Europa orientale diventeranno sempre più interdipendenti in futuro e hanno intrapreso un dialogo significativo nell'ambito del partenariato orientale in merito all'elaborazione di politiche energetiche per soddisfare il fabbisogno energetico futuro; che gli accordi di associazione bilaterali futuri tra l'UE e i partner dell'Europa orientale interessati, inclusi gli accordi per zone di libero scambio approfondite e globali, avranno un'importante componente energetica, al fine di agevolare il commercio di energia; |
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E. |
considerando che il dialogo sulla politica energetica regionale nell'ambito del partenariato orientale si è intensificato negli ultimi anni, toccando la convergenza dei mercati dell'energia, la diversificazione dell'approvvigionamento e del transito di energia e lo sviluppo di fonti energetiche sostenibili, nonché infrastrutture di interesse comune e regionale; |
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F. |
considerando che i mercati dell'energia all'interno dell'UE e nei paesi partner dell'Europa orientale variano notevolmente da un paese all'altro, sebbene la maggior parte sia ereditata da un situazione in cui gli operatori pubblici dell'approvvigionamento e della distribuzione energetica hanno rivestito un ruolo dominante; considerando che i costi e le fonti energetiche che influenzano le scelte politiche possono variare drasticamente tra gli Stati membri e i partner dell'Europa orientale; che la maggior parte dei paesi dell'Europa orientale e del Caucaso meridionale è stata legata all'ex Unione sovietica per la loro economia energetica e dipende ancora fortemente dalle importazioni dalla Federazione russa per il loro consumo di petrolio e di gas; |
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G. |
considerando che i mercati dell'energia in numerosi Stati membri dell'UE e nella maggior parte dei paesi partner dell'Europa orientale sono per natura concentrati, con un numero eccessivamente limitato di fornitori di energia e di gestori della rete di trasmissione e di distribuzione; che le politiche passate erano fortemente incentrate sull'aumento dell'approvvigionamento energetico e meno sulla domanda; |
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H. |
considerando che l'UE ha fissato l'obiettivo del completamento entro il 2014 di un mercato interno dell'energia pienamente integrato, come strumento fondamentale della sua strategia generale di rafforzamento della sua competitività economica avanzando al contempo verso la transizione a un'economia a basse emissioni ed è impegnata in tal senso; |
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I. |
considerando che l'UE è impegnata nella liberalizzazione dei mercati dell'elettricità e del gas mediante l'attuazione del terzo pacchetto legislativo dell'UE in materia di energia adottato nel 2009, che prevede come elementi chiave la separazione delle attività di trasmissione e approvvigionamento di energia e il principio dell'«accesso di terzi», garantendo il diritto dei fornitori di gas e di elettricità ad accedere alle reti di trasmissione in base a condizioni non discriminatorie; considerando che, basandosi su mercati progressivamente liberalizzati, gli Stati membri hanno beneficiato dell'aumento del commercio di energia e hanno visto una maggiore convergenza dei prezzi energetici all'ingrosso, nonostante affrontino ancora delle sfide in termini di piena attuazione del suddetto pacchetto a livello transnazionale e nazionale; |
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J. |
considerando che la cooperazione e la convergenza normative sono essenziali per avanzare verso l'ulteriore integrazione e interconnessione dei mercati dell'energia e per sviluppare relazioni commerciali tra operatori energetici nell'UE e nei paesi partner dell'Europa orientale, in base a condizioni eque e affidabili; che l'armonizzazione delle norme tecniche e operative che disciplinano i mercati dell'elettricità e del gas in Europa richiede ulteriore cooperazione istituzionale; |
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K. |
considerando che il trattato sulla Carta dell'energia che tutti gli Stati membri e i partner dell'Europa orientale hanno firmato fornisce una sede internazionale per la cooperazione energetica e ha un ruolo prezioso da svolgere nell'istituzione di un fondamento giuridico internazionale per la sicurezza energetica, sulla base dei principi dei mercati aperti e concorrenziali e dello sviluppo sostenibile; che il trattato che istituisce la Comunità dell'energia fissa la base per la realizzazione di un mercato dell'energia regionale pienamente integrato in grado di favorire la crescita sostenibile e gli investimenti tra l'UE e nove parti contraenti dell'Europa orientale e sudorientale; |
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L. |
considerando che un bilancio di 271 milioni di euro è stato assegnato per fornire sostegno finanziario dell'UE ai partner dell'Europa orientale nel settore dell'energia nell'ambito dello strumento della politica europea di vicinato per il periodo 2007-2011, incluso il programma di cooperazione energetica internazionale INOGATE e il Fondo d'investimento per la politica di vicinato che ha agevolato lo stanziamento di prestiti dalla Banca europea per gli investimenti e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo per la costruzione di infrastrutture energetiche strategiche; |
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M. |
considerando che i paesi produttori di gas dell'Europa orientale cercano rotte sicure ed efficaci per esportare il gas direttamente in Europa, il che può obbligarli ad accettare elevati rischi politici per la loro situazione geopolitica, ma contribuirebbe alla stabilità della regione sul lungo periodo; |
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N. |
considerando che l'UE, come principale importatore di energia, necessita della diversificazione di fonti e rotte di approvvigionamento; che i paesi partner orientali produttori di energia necessitano della diversificazione dei consumatori; |
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O. |
considerando che l'UE si sta adoperando per promuovere la diversificazione dell'approvvigionamento di gas, per instaurare relazioni a lungo termine con i paesi produttori di gas e di transito nella regione dell'Europa orientale e per garantire l'approvvigionamento energetico sicuro agevolando l'attuazione del corridoio meridionale, collegando pertanto il mercato dell'UE a uno dei maggiori depositi di gas nel mondo; |
Definizione di approcci coerenti nelle politiche energetiche dell'UE e dei partner dell'Europa orientale
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1. |
sottolinea l'importanza di istituire strategie durature e coerenti in materia di energia nell'UE e nei paesi partner dell'Europa orientale al fine di orientarsi verso sistemi energetici a basse emissioni che hanno un impatto limitato sul clima e sull'ambiente e che promuovono energia sicura, sostenibile e accessibile a vantaggio dei consumatori di energia; |
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2. |
invita il Consiglio dell'UE e i governi dei paesi partner dell'Europa orientale a garantire che la cooperazione in materia di sicurezza energetica sia chiaramente identificata come priorità nell'ambito del partenariato orientale e della politica europea di vicinato per il periodo 2014-2020; prevede che il terzo vertice del partenariato orientale si tenga a Vilnius a novembre 2013 per fornire un impulso per la cooperazione rafforzata nel settore dell'energia in linea con la visione per i temi chiave del partenariato, ovvero rispetto della democrazia e dei diritti umani, associazione politica, integrazione economica e mobilità per i cittadini; |
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3. |
sostiene gli obiettivi e gli sforzi della piattaforma del partenariato orientale sulla sicurezza energetica e raccomanda agli Stati membri dell'UE e ai partner dell'Europa orientale di intraprendere passi per garantire una maggiore partecipazione e per trarre il massimo beneficio dalle sue attività in fase di elaborazione relative all'integrazione dei mercati europei dell'energia; incoraggia gli Stati membri dell'UE e i partner dell'Europa orientale a estendere il loro partenariato definendo posizioni comuni in sedi internazionali quale la conferenza della Carta dell'energia e in altri organismi internazionali impegnati nel settore dell'energia e del clima; |
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4. |
ritiene che sia di fondamentale importanza garantire la coesione e la coerenza delle relazioni esterne dell'UE relativamente ai principali produttori di energia e ai paesi consumatori e di transito, nonché stabilire il coordinamento e la cooperazione tra gli Stati membri nel contesto dei negoziati per la definizione di accordi tra Stati membri e fornitori di energia o paesi terzi; |
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5. |
auspica, pertanto, una maggiore trasparenza e un più ampio coinvolgimento dell'UE nei negoziati per la definizione di accordi tra Stati membri e paesi terzi, in quanto tali accordi potrebbero avere anche un impatto sul funzionamento del mercato interno dell'energia dell'UE; |
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6. |
sottolinea la decisione del Consiglio dell'UE del 4 ottobre 2012 che stabilisce un meccanismo per lo scambio di informazioni tra gli Stati membri e la Commissione sugli accordi intergovernativi nel settore dell'energia; ritiene che tale decisione contribuisca all'ulteriore coordinamento tra le politiche degli Stati membri e per l'azione congiunta e la solidarietà; sottolinea che le politiche energetiche nazionali ed esterne dell'UE e dei partner dell'Europa orientale devono essere trasparenti al fine di creare un clima di cooperazione basato sulla fiducia reciproca e la reciprocità; |
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7. |
riconosce il valore del meccanismo di allarme rapido istituito dall'UE e dalla Federazione russa per garantire una valutazione preliminare dei potenziali rischi e problemi correlati all'approvvigionamento energetico della Russia all'UE e per garantire una rapida reazione nel caso di una situazione di emergenza; sottolinea, tuttavia, che in caso di controversie politiche e commerciali, nonché per motivi tecnici, dove è possibile prevedere eventuali perturbazioni degli approvvigionamenti energetici, occorre comunicarle prima che si verifichino effettivamente; raccomanda che l'UE e la Federazione russa intraprendano un dialogo destinato a estendere simili meccanismi ai partner dell'Europa orientale e stabilire un quadro comune di assistenza reciproca, solidarietà e risoluzione delle controversie, in caso di crisi che possano minacciare l'approvvigionamento energetico di uno o più Stati membri o paesi partner dell'Europa orientale; |
Sviluppo di un mercato regionale dell'energia più aperto e armonizzato
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8. |
sottolinea che lo sviluppo di un mercato dell'energia aperto e integrato tra l'UE e i suoi partner dell'Europa orientale è economicamente vantaggioso e fondamentale per rafforzare i loro legami politici, l'integrazione economica e la solidarietà nell'ambito del partenariato orientale; evidenzia, a tale riguardo, che l'apertura delle frontiere tra i paesi vicini nella regione dell'Europa orientale avrebbe un impatto significativo sull'economia regionale e sui mercati dell'energia, offrendo in particolare maggiori opportunità nel trasporto e nel commercio di energia; |
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9. |
ritiene che la politica energetica esterna dell'UE debba avere un fondamento e promuovere i principi di solidarietà, trasparenza, sussidiarietà, sostenibilità e cooperazione, nonché reciprocità, un approccio di mercato basato sulle regole e coordinamento tra gli Stati membri dell'UE e i partner dell'Europa orientale; sottolinea la necessità di azioni congiunte coordinate nel settore della sicurezza energetica, della trasparenza e della creazione di nuovi corridoi di trasporto; |
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10. |
sottolinea che la creazione di mercati efficienti dell'energia, nel segnare al contempo la transizione a un'economia a basse emissioni, richiederà investimenti su vasta scala nelle infrastrutture di generazione, trasmissione e distribuzione in linea con gli obiettivi in materia di clima ed energia del 2050; ritiene che gli investitori pubblici e privati finanzieranno ambiziosi progetti a lungo termine se i mercati dell'energia potranno basarsi su norme stabili, trasparenti e armonizzate che garantiscano un'equa concorrenza e rafforzino la posizione dei consumatori in modo che essi possano svolgere un ruolo attivo nella scelta dei fornitori e delle modalità di approvvigionamento energetico; |
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11. |
è fermamente convinta che l'armonizzazione delle norme del mercato dell'energia nell'UE e nei paesi partner dell'Europa orientale sia essenziale al fine di incoraggiare la concorrenza e l'innovazione, ridurre il rischio di abuso delle posizioni dominanti nei mercati dell'approvvigionamento e della distribuzione energetica, agevolare il commercio transfrontaliero e sviluppare procedure compatibili che consentano alle società energetiche di operare a livello transnazionale; |
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12. |
ritiene che la liberalizzazione dei mercati nazionali dell'energia nei paesi partner dell'Europa orientale abbia esito positivo solo se attuata in modo graduale e che la priorità immediata debba essere garantire una gestione sana e trasparente da parte dei soggetti interessati del settore energetico pubblico; |
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13. |
sottolinea che un mercato concorrenziale ben funzionante implica prezzi dell'energia che riflettono i costi di generazione, trasmissione e distribuzione; riconosce la dimensione ambientale e sociale della politica energetica; raccomanda di garantire la protezione dei consumatori e prezzi dell'energia accessibili per le categorie di consumatori vulnerabili; |
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14. |
sostiene fermamente l'obiettivo dell'UE di raggiungimento di una quota del 20 % delle fonti energetiche rinnovabili nel suo consumo di energia entro il 2020; sottolinea, a tale riguardo, che l'apertura dei mercati dell'energia e il rafforzamento della loro integrazione debbano agevolare in modo considerevole la partecipazione di nuovi soggetti produttori di energie rinnovabili; |
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15. |
ritiene che le fonti rinnovabili di energia diventeranno sempre più competitive dal punto di vista economico e che un quadro normativo stabile o almeno prevedibile, nonché la concorrenza, siano favorevoli a investimenti nei settori delle energie rinnovabili; invita l'UE e i partner dell'Europa orientale a condividere ulteriormente esperienze e a rafforzare il loro dialogo politico sulle modalità di promozione delle fonti energetiche rinnovabili, sulla base di approcci comuni e coerenti, senza creare oneri non necessari per i bilanci statali; raccomanda che gli Stati membri dell'UE e i partner dell'Europa orientale agevolino l'introduzione del trattamento preferenziale per il commercio di energia generato da fonti rinnovabili, vale a dire in base ai meccanismi e alle condizioni di cui alla direttiva 2009/28/CE; |
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16. |
sottolinea il vasto potenziale in termini di crescita economica e impatto ambientale dell'attuazione dell'acquis in materia di efficienza energetica dell'UE; sottolinea, a tale riguardo, l'importanza di un quadro normativo in materia di energia come motore in grado di stimolare la trasformazione del mercato verso prodotti e servizi, mezzi di trasporto ed edifici più efficienti dal punto di vista energetico, creando al contempo anche modifiche comportamentali nel consumo di energia da parte dei cittadini e delle aziende; raccomanda agli Stati membri dell'UE e ai partner dell'Europa orientale di sviluppare strategie in materia di efficienza energetica con obiettivi realistici per il risparmio energetico e l'attuazione di quadri normativi in materia di efficienza energetica; |
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17. |
raccomanda che gli aiuti di Stato ai settori energetici si concentrino su progetti in materia di sicurezza energetica, sulla costruzione di infrastrutture energetiche strategiche sviluppando nuove tecnologie sostenibili e fonti energetiche rinnovabili e migliorando quelle esistenti, nonché aumentando l'efficienza energetica; ritiene che gli obblighi di servizio pubblico correlati alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico debbano essere resi trasparenti per le parti interessate e gli operatori del settore energetico; |
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18. |
sottolinea che l'UE e i partner dell'Europa orientale interessati devono garantire che la loro cooperazione nel settore energetico nel quadro di futuri accordi di associazione sia in linea con le norme del mercato interno dell'UE, al fine di fornire agli operatori energetici un quadro normativo sicuro e stabile per il futuro; |
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19. |
riconosce il valore del trattato che istituisce la Comunità dell'energia, il quale stabilisce una base per la creazione a lungo termine di un mercato dell'energia regionale pienamente integrato tra l'UE e i suoi vicini orientali e sudorientali; sottolinea il crescente interesse nella Comunità dell'energia in tutta la regione dell'Europa orientale, come mostrato dalle adesioni al trattato della Moldova e dell'Ucraina rispettivamente nel 2010 e nel 2011, nonché dalla partecipazione dell'Armenia e della Georgia in veste di osservatori; ritiene che la cooperazione dell'UE con l'Armenia e la Georgia, nonché con l'Azerbaigian e la Bielorussia, debba essere sviluppata in linea con gli obiettivi del trattato che istituisce la Comunità dell'energia e sulla base dell'interesse reciproco e delle specificità dei singoli paesi; |
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20. |
raccomanda di estendere la durata della Comunità dell'energia oltre il 2016 e rafforzarne il quadro di cooperazione stabilendo una tabella di marcia operativa che consenta la modernizzazione dei settori energetici all'interno delle parti contraenti della Comunità e ulteriori progressi nell'armonizzazione delle norme del mercato dell'energia, nonché adatti il processo decisionale e le strutture organizzative della Comunità dell'energia alle sfide future; |
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21. |
sottolinea che le parti contraenti della Comunità si sono impegnate nei confronti dell'attuazione delle norme dell'acquis dell'UE relative al mercato dell'elettricità, all'energia rinnovabile, alla sicurezza dell'approvvigionamento, all'efficienza energetica e al terzo pacchetto legislativo dell'UE in materia di energia; ritiene che le parti debbano realizzare il ravvicinamento dei loro quadri normativi in materia di energia alle norme e alle disposizioni dell'UE e garantire che nuovi accordi bilaterali con terzi si conformino ai loro obblighi ai sensi del trattato; |
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22. |
riconosce l'importanza dell'assistenza legislativa e tecnica che l'UE fornisce nel consentire ai partner dell'Europa orientale di attuare riforme intese al ravvicinamento alle norme e alle disposizioni dell'UE; invita l'UE a mantenere l'attuale livello di risorse finanziarie disponibili per questo tipo di assistenza nell'ambito del futuro strumento europeo di vicinato per il periodo 2014-2020; |
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23. |
sottolinea la necessità di sviluppare ulteriormente scambi di esperienze e il collegamento in rete di comunità di esperti sulle politiche e pratiche normative tra l'UE e i partner dell'Europa orientale; accoglie con favore, a tale riguardo, l'istituzione, il 23 novembre 2012, della rete per la concorrenza della Comunità dell'energia, il cui obiettivo è fungere da piattaforma per la promozione della cooperazione e dello scambio di esperienze relativamente alla politica di concorrenza, alla legislazione e all'applicazione dell'acquis in materia di concorrenza dell'UE all'interno della Comunità dell'energia; accoglie con favore l'iniziativa di svolgere seminari annuali di esperti nell'ambito della commissione per la sicurezza energetica dell'Assemblea parlamentare Euronest; |
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24. |
osserva i risultati e i progressi compiuti nell'attuazione dell'iniziativa faro del partenariato orientale in materia di energia, i cui obiettivi principali includono la promozione della convergenza del mercato dell'elettricità; è consapevole dell'esistenza di vari gradi di maturità in termini di sviluppo dei mercati dell'elettricità nei paesi partner dell'Europa orientale e raccomanda di compiere ulteriori sforzi per promuovere la liberalizzazione del mercato dell'elettricità; |
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25. |
sottolinea l'importanza del rafforzamento del ruolo e dell'indipendenza dei regolatori nazionali dell'energia; invita i regolatori nazionali degli Stati membri e dei partner dell'Europa orientale a intensificare la loro cooperazione elaborando programmi di formazione comuni e scambi periodici all'interno dell'Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia e dell'Associazione delle autorità regionali di regolamentazione dell'energia; |
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26. |
elogia le azioni del Patto dei sindaci che riunisce 48 città firmatarie dei paesi partner dell'Europa orientale impegnate nell'attuazione di politiche energetiche sostenibili al fine di rispettare o superare l'obiettivo dell'UE di riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 20 % entro il 2020, attraverso maggiore efficienza energetica e lo sviluppo di energia rinnovabile; sottolinea il ruolo fondamentale delle autorità locali, come produttori e regolatori di energia, nel promuovere cambiamenti del mercato nel settore della mobilità e della pianificazione urbana, dell'efficienza energetica degli edifici e della promozione delle fonti energetiche rinnovabili e decentrate; raccomanda di intensificare le attività del Patto dei sindaci, nonché il sostegno dell'UE a tale Patto, come piattaforma di scambio e strumento per la governance multilivello all'interno del partenariato orientale; |
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27. |
ritiene che lo sviluppo dello sfruttamento di combustibili fossili di energia da idrocarburi non convenzionali, in particolare gas di scisto, a livello globale possa avere un importante impatto sui mercati dell'energia all'interno dell'UE e dei paesi partner dell'Europa orientale; raccomanda all'UE e ai partner dell'Europa orientale di impegnarsi in uno scambio di conoscenze e competenze nell'ambito della piattaforma del partenariato orientale - Sicurezza energetica, relativamente alle politiche e alle normative che si applicano ai giacimenti di gas non convenzionali in Europa e di condividere le migliori pratiche per garantire la protezione della salute umana, del clima e dell'ambiente; |
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28. |
sottolinea la necessità di garantire che gli Stati membri dell'UE e i partner dell'Europa orientale applichino i più alti standard in merito alla protezione e alla sicurezza ambientale nella costruzione e nella gestione delle infrastrutture energetiche; invita, a tale riguardo, l'UE e i partner dell'Europa orientale a sviluppare ulteriormente la loro cooperazione nel rafforzamento del quadro normativo per la sicurezza nucleare; |
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29. |
raccomanda all'UE e ai partner dell'Europa orientale di garantire sinergie tra le rispettive attività nel quadro del partenariato orientale, della Comunità dell'energia, della sinergia del Mar Nero, dell'iniziativa di Baku e del programma di cooperazione energetica internazionale INOGATE; |
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30. |
sottolinea i possibili vantaggi reciproci che l'UE e i partner dell'Europa orientale possono trarre dallo sviluppo completo del corridoio meridionale e dall'impatto positivo della politica di diversificazione, consentendo prezzi dell'energia più competitivi nell'UE e nei paesi partner dell'Europa orientale e riducendo la dipendenza dalle importazioni di energia di fornitori con una posizione dominante sul mercato; |
Rafforzamento di reti dell'energia integrate e interconnesse
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31. |
sottolinea che la capacità di interconnessione energetica tra gli Stati membri dell'UE e i partner dell'Europa orientale non è sufficiente e rimane un importante ostacolo allo sviluppo di un mercato integrato concorrenziale nei settori dell'elettricità, del petrolio e del gas; |
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32. |
osserva che la forte dipendenza dalle importazioni di fornitori con una posizione dominante nel mercato può essere impiegata come strumento di pressione in politica estera; sottolinea, a tale riguardo, l'assoluta necessità della diversificazione dei fornitori e delle rotte al fine di rafforzare l'indipendenza geopolitica e garantire una reale concorrenza tra fonti di gas e di petrolio all'interno dell'UE e dei paesi partner dell'Europa orientale; |
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33. |
ritiene che i mercati e gli investitori privati debbano avere la responsabilità primaria di garantire il finanziamento di future reti e infrastrutture, mentre gli investimenti pubblici debbano mobilitare capitali privati; |
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34. |
riconosce come sfida attuale la necessità di un continuo approvvigionamento energetico sicuro e affidabile; sottolinea che i servizi energetici affidabili sono parte della prosperità globale e offrono la possibilità di migliorare il tenore di vita, rafforzare la produttività e la competitività industriale sul mercato globale e promuovere la crescita economica e la creazione di posti di lavoro; |
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35. |
accoglie con favore la proposta di regolamento della Commissione che istituisce il meccanismo per collegare l'Europa come nuovo strumento integrato per investire nelle priorità per le infrastrutture dell'UE nel settore dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni; sottolinea la necessità di tenere pienamente conto della dimensione del vicinato orientale durante la pianificazione delle priorità per le infrastrutture energetiche dell'UE; |
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36. |
invita l'UE e i partner dell'Europa orientale a intensificare il loro dialogo politico per determinare priorità comuni nella diversificazione delle fonti e delle rotte dell'approvvigionamento energetico; raccomanda che la pianificazione infrastrutturale energetica da parte dell'UE e dei partner dell'Europa orientale debba comportare lo sviluppo dei corridoi di transito, in particolare il corridoio meridionale, tra cui i progetti per il trasporto di energia attraverso il Mar Caspio e il rafforzamento o l'ampliamento dei corridoi di transito esistenti; |
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37. |
sottolinea che lo sviluppo di un corridoio del petrolio e del gas transcaspico e di un corridoio meridionale, insieme all'ulteriore sviluppo dei gasdotti Baku-Tbilisi-Ceyhan e Baku-Supsa, deve collegare i paesi dell'Asia centrale all'Europa, sotto il profilo economico e politico, offrendo al contempo opportunità ai paesi dell'Europa orientale come partner di transito affidabili; |
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38. |
sottolinea il ruolo della regione del Mar Nero in termini di diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento del gas all'UE, nonché di potenziale energetico rinnovabile grazie alla sua posizione geostrategica; osserva la particolare importanza dello sviluppo del corridoio meridionale del gas, come evidenziato dalla comunicazione della Commissione dal titolo «Priorità per le infrastrutture energetiche per il 2020 e oltre – Piano per una rete energetica europea integrata»; raccomanda all'UE e ai partner dell'Europa orientale di stimolare lo sviluppo di progetti per il trasporto di energia e di infrastrutture di transito; |
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39. |
raccomanda all'UE e ai partner dell'Europa orientale di stimolare progetti intesi a modernizzare le infrastrutture di trasporto del gas consentendo trasmissioni a flusso inverso; |
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40. |
sottolinea che nuove infrastrutture per la trasmissione efficace dell'elettricità, sfruttando nuove tecnologie, in particolare reti intelligenti e contatori, sono un elemento fondamentale nello sviluppo di una rete elettrica integrata e nell'aumento dell'efficienza energetica; |
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41. |
sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione alla ricerca nel settore della produzione, della trasmissione e dello stoccaggio di energia tra l'UE e i paesi partner dell'Europa orientale; |
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42. |
invita la Commissione, l'Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (ACER), la rete europea di gestori di sistemi di trasmissione dell'energia elettrica (REGST dell'energia elettrica) e la rete europea di gestori di sistemi di trasporto del gas (REGST del gas) a intensificare la loro cooperazione e coinvolgere le controparti dei partner dell'Europa orientale nell'elaborazione di codici di rete e norme di interoperabilità per le infrastrutture di trasmissione dell'elettricità e del gas; |
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43. |
sottolinea l'importante ruolo dell'ENTSO-E nel contribuire al funzionamento del mercato interno dell'UE e del commercio transfrontaliero migliorando la gestione della rete di trasmissione dell'elettricità europea; incoraggia gli sforzi di Moldova e Ucraina volti al potenziamento della loro capacità di trasmissione dell'elettricità, con l'obiettivo di conseguire l'interconnessione delle loro reti elettriche con la rete europea e la partecipazione alla REGST dell'energia elettrica; |
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44. |
osserva che lo sviluppo di fonti rinnovabili comporta sfide per le infrastrutture di rete esistenti, dal momento che alcune fonti rinnovabili generano un approvvigionamento variabile da numerosi siti di produzione locale; invita gli Stati membri dell'UE e i partner dell'Europa orientale a incoraggiare gli investimenti ben pianificati nelle infrastrutture adeguate per l'energia rinnovabile, al fine di agevolarne l'integrazione nei mercati e stimolare l'attività di ricerca correlata alla creazione di una nuova capacità innovativa per la trasmissione e lo stoccaggio dell'elettricità; |
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45. |
incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al presidente del Parlamento europeo, al Consiglio, alla Commissione, alla vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, al Servizio europeo per l'azione esterna, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi partner dell'Europa orientale. |
(1) Approvata a Bruxelles, Belgio, il 28 maggio 2013.
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19.11.2013 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 338/24 |
RISOLUZIONE (1)
sulla lotta alla povertà e all'esclusione sociale nei paesi partner orientali
2013/C 338/04
L'ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURONEST,
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vista la dichiarazione congiunta del vertice di Praga per il partenariato orientale del 7 maggio 2009, |
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vista la dichiarazione comune del vertice del partenariato orientale di Varsavia del 29 e 30 settembre 2011, |
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visto l'atto costitutivo dell'Assemblea parlamentare EURONEST del 3 maggio 2011, |
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visti gli articoli 8 e 49 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), |
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visto il trattato di Lisbona, che modifica il trattato sull'Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea, firmato a Lisbona, |
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vista la comunicazione della Commissione al Parlamento e al Consiglio del 3 dicembre 2008 dal titolo «Partenariato orientale» (COM(2008)0823), |
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vista la comunicazione congiunta dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione del 25 maggio 2011 dal titolo «Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento», |
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viste le comunicazioni della Commissione del 5 dicembre 2007 dal titolo «Una forte politica europea di vicinato», del 4 dicembre 2006«sullo sviluppo della politica europea di vicinato», del 12 maggio 2004 dal titolo «Politica europea di prossimità – Documento di strategia» e del 1o marzo 2003 dal titolo «Europa ampliata – Prossimità: un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali», |
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vista la comunicazione congiunta dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione del 15 maggio 2012 dal titolo «Partenariato orientale: una roadmap fino al vertice dell'autunno 2013», |
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vista la comunicazione congiunta dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione del 15 maggio 2012 su «Delivering on a New European Neighbourhood Policy» (realizzare una nuova politica europea di vicinato)(JOIN(2012)14), il documento di lavoro comune dei servizi che la accompagna, dal titolo «Implementation of the European Neighbourhood Policy in 2011 Regional Report: attuazione della politica europea di vicinato nella relazione regionale 2011: partenariato orientale), e le relazioni che riportano i progressi compiuti nel 2011 a livello nazionale in Armenia, Azerbaigian, Georgia, Ucraina e Repubblica moldova, |
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vista la comunicazione congiunta dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione del 20 marzo 2013 dal titolo «Politica europea di vicinato: contribuire a un partenariato più forte», |
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visti i negoziati bilaterali in corso per gli accordi di associazione tra l'UE e l'Armenia, l'Azerbaigian, la Georgia e la Repubblica moldova, nonché l'accordo di partenariato e cooperazione firmato dall'UE e dalla Bielorussia nel 1995, ma non ratificato, |
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viste le precedenti risoluzioni del Parlamento europeo sulla dimensione orientale della politica europea di vicinato e su Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica moldova e Ucraina, |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo del 7 aprile 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato – dimensione orientale (2), |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo del 14 dicembre 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato (3), |
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vista la risoluzione del Parlamento europeo del 3 luglio 2012 sugli aspetti commerciali del partenariato orientale (4), |
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vista la risoluzione del 3 aprile 2012 dell'Assemblea parlamentare Euronest sul rafforzamento della società civile nei paesi del partenariato orientale, compresa la cooperazione tra governo e società civile e le riforme volte a potenziare il ruolo politico della società civile, |
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viste la Dichiarazione del millennio delle Nazioni Unite del settembre 2000 e la risoluzione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite del 19 ottobre 2010 dal titolo «Mantenere la promessa: uniti per realizzare gli obiettivi di sviluppo del millennio», |
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vista l'attuazione dell'«Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale» da parte dell'Unione europea per il 2010, |
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visto il proprio regolamento, |
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A. |
considerando che il termine «povertà» si riferisce a una condizione di assenza di reddito e di risorse materiali sufficienti a vivere dignitosamente, incluso un accesso inadeguato a servizi di base quali l'assistenza sanitaria, gli alloggi e l'istruzione nonché l'esclusione dal mercato del lavoro; considerando che il concetto di esclusione sociale ha un significato più ampio e spesso è strettamente connesso alla povertà; |
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B. |
considerando che il partenariato orientale, quale dimensione specifica della politica europea di vicinato, è stato lanciato per sostenere gli sforzi dei partner europei orientali nel proseguire con riforme sostenibili, nell'ottica di accelerare l'associazione politica e l'integrazione economica con l'UE; |
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C. |
considerando che nel corso del secondo vertice del partenariato orientale, tenutosi a Varsavia il 29 e 30 settembre 2011, i capi di Stato e di governo e i rappresentanti di Armenia, Azerbaigian, Georgia, Repubblica moldova e Ucraina e i rappresentanti dell'Unione europea hanno rinnovato il loro impegno ai fini del conseguimento degli obiettivi del partenariato orientale e del proseguimento della sua attuazione; |
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D. |
considerando che la firma degli accordi di associazione con l'UE, e in particolare degli accordi di libero scambio globali e approfonditi, creerebbe nuove opportunità per l'imprenditoria, il commercio internazionale e lo sviluppo del mercato; |
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E. |
considerando che la riconfigurazione delle finanze pubbliche nei paesi post-sovietici, inclusi i paesi partner orientali, conformemente ai principi dell'economia di mercato, ha comportato una notevole riduzione degli investimenti in sanità, istruzione e in altri programmi sociali generando un netto aumento della povertà; |
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F. |
considerando che, secondo le relazioni della Commissione del 2011 su Armenia, Azerbaigian, Georgia, Repubblica moldova e Ucraina, in alcuni di questi paesi oltre il 30 % della popolazione vive sotto la soglia nazionale di povertà; |
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G. |
considerando che nei paesi partner orientali la povertà e l'esclusione sociale sono aumentate, fra gli altri, per effetto della crisi economico-finanziaria globale, e che a essere maggiormente colpiti sono i gruppi più vulnerabili, quali gli anziani e i disabili; |
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H. |
considerando che la malnutrizione spesso non è riconosciuta, percepita e affrontata, ed è direttamente collegata al livello di povertà e di esclusione sociale nei paesi partner orientali; |
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I. |
considerando che la malnutrizione presenta effetti negativi a lungo termine e compromette il sano sviluppo e la produttività lungo tutto l'arco della vita di un individuo, in particolare dei bambini, nei quali può causare difficoltà di apprendimento e di memoria, un basso QI, scarsi risultati scolastici e problemi comportamentali nell'infanzia e nell'adolescenza; |
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J. |
considerando che in paesi non democratici la povertà può portare a una grave erosione della dignità umana, alla marginalizzazione, alla discriminazione e alla violazione dei diritti dell'uomo; |
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K. |
considerando che la povertà infantile può portare sia alla marginalizzazione sia all'esclusione e presenta ripercussioni negative sulla successiva integrazione nel mercato del lavoro e nel tessuto sociale; |
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L. |
considerando l'invecchiamento della popolazione dei paesi partner orientali e la grande sfida rappresentata dal pensionamento della generazione del «baby boom» ai fini dell'efficienza delle riforme, della stabilità e della crescita economica; |
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M. |
considerando che, sebbene ogni partner orientale abbia un approccio diverso alla lotta alla povertà e all'esclusione sociale, per rimanere competitivi, creare posti di lavoro e combattere la povertà è necessario un continuo processo di riforma; |
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N. |
considerando che il partenariato orientale dovrebbe essere basato su un'ulteriore integrazione economica fra l'UE e i suoi partner e sul sostegno alla liberalizzazione degli scambi commerciali e degli investimenti all'interno dei paesi partner orientali al fine di creare una rete di zone di libero scambio estese e globali; |
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O. |
considerando che la cooperazione nell'ambito del partenariato orientale intende produrre effetti positivi fungendo da piattaforma per lo scambio di opinioni, per l'individuazione di posizioni comuni sulle sfide globali dei nostri tempi, inclusi l'economia, il commercio, la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, e per la creazione di legami più forti tra i paesi di questa regione e l'UE nonché tra i paesi stessi del partenariato orientale; |
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P. |
considerando che la promozione degli scambi commerciali, dell'accesso al mercato del lavoro, dell'assistenza sanitaria e dei servizi sociali di base rappresenta una condizione essenziale per la riduzione della povertà; |
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Q. |
considerando che i servizi sociali, e in particolare l'accesso ai servizi di assistenza all'infanzia, agli anziani e ad altri soggetti in stato di dipendenza, sono fondamentali ai fini di una partecipazione paritaria di donne e uomini al mercato del lavoro, all'istruzione e alla formazione; |
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R. |
considerando che la presenza di regioni pacifiche, sicure, stabili e prive di conflitti promuoverebbe uno sviluppo socio-economico sostenibile dei rispettivi paesi, eliminerebbe gli ostacoli alla cooperazione regionale e creerebbe opportunità per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale nei paesi partner orientali; |
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S. |
considerando che la nuova politica europea di vicinato si propone di sostenere uno sviluppo economico inclusivo, affinché i paesi vicini dell'UE possano intrattenere scambi commerciali, investire e far crescere le proprie economie in modo sostenibile, riducendo allo stesso tempo le disuguaglianze sociali e regionali e la povertà, creando posti di lavoro per la popolazione e offrendo standard di vita più elevati; |
Un impegno politico per la riduzione della povertà
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1. |
incoraggia ogni paese partner orientale a considerare la definizione di obiettivi espliciti e ambiziosi per la riduzione della povertà; |
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2. |
chiede a ogni paese partner orientale di garantire lo stanziamento del budget necessario o di risorse alternative per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, facilitando al contempo l'accesso a tali risorse per i soggetti interessati; chiede a ogni Stato membro dell'UE di garantire lo stanziamento delle risorse necessarie all'interno del prossimo quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 al fine di finanziare la politica esterna dell'UE e, in particolare, i programmi del partenariato orientale; |
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3. |
incoraggia tutti i paesi partner orientali a sfruttare appieno gli strumenti finanziari per sostenere la coesione sociale e territoriale, prestando particolare attenzione alla lotta alla povertà nelle aree urbane e rurali; |
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4. |
sottolinea il bisogno di promuovere la parità di genere e l'indipendenza economica delle donne, ponendo l'accento sul maggiore rischio di povertà per le donne in età matura, tenendo in considerazione che il divario di retribuzione tra uomini e donne e il conseguente divario pensionistico sono ancora fra le cause principali che portano le donne sotto la soglia di povertà in età matura, come avviene ai genitori single, alle donne con disabilità e alle donne appartenenti a minoranze etniche; |
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5. |
sottolinea che la competitività economica e la prosperità future dei paesi partner orientali sono strettamente correlate alla capacità di questi ultimi di sfruttare appieno la propria forza lavoro, inclusa una maggiore partecipazione femminile nel mercato del lavoro; |
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6. |
sottolinea l'importanza della lotta alla povertà fra i disabili tramite parità d'accesso al mercato del lavoro, eliminazione degli ostacoli al pieno esercizio dei loro diritti, sviluppo di servizi che rispondano alle loro esigenze e offerta di parità d'accesso a un'assistenza sanitaria modernizzata; |
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7. |
chiede ai paesi partner orientali un pieno impegno per l'eliminazione della malnutrizione, che presenta profonde ripercussioni sulla salute e accresce gli oneri e i costi dell'assistenza a livello individuale e della società; |
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8. |
chiede all'Unione europea di incoraggiare i paesi partner orientali ad affrontare la malnutrizione infantile e a impegnarsi attivamente per ridurre i livelli di deperimento e arresto della crescita nei bambini di età inferiore ai cinque anni mediante la creazione di partnership pubbliche e private associate alla responsabilità sociale delle imprese; sottolinea che tali approcci, sostenuti dalla comunicazione della Commissione del 12 marzo 2013 dal titolo «Migliorare l'alimentazione materna e infantile nell'assistenza esterna: un quadro strategico dell'Unione», non solo generano benefici socio-economici diretti, ma influenzano anche i costi sanitari nel lungo termine; |
Lotta alla povertà mediante sviluppo economico, commercio e integrazione regionale
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9. |
sottolinea come il commercio sia uno degli strumenti più efficaci per la promozione della crescita economica e, al contempo, rappresenti un aspetto fondamentale per lo sviluppo sostenibile e per il miglioramento delle condizioni socio-economiche dei paesi partner orientali; |
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10. |
riconosce l'importanza dello sviluppo economico, delle agevolazioni commerciali e dell'integrazione dei paesi partner orientali nell'economia mondiale in termini di lotta alla povertà e all'esclusione sociale; evidenzia che i paesi inseriti nel libero scambio hanno conosciuto un'elevata crescita economica e un miglioramento degli indicatori della povertà; |
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11. |
incoraggia l'integrazione regionale tra i paesi partner orientali mediante lo sviluppo del loro mercato regionale, attraverso la negoziazione e l'attuazione di accordi regionali e bilaterali con l'Unione europea; |
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12. |
sottolinea l'importanza dei negoziati degli accordi di associazione, inclusi gli accordi di libero scambio globali e approfonditi, quali strumenti essenziali per stimolare la liberalizzazione degli scambi commerciali e l'abbattimento delle barriere commerciali nei paesi orientali e, quindi, per una lotta alla povertà efficace e sostenibile; |
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13. |
chiede a ogni paese partner orientale di includere gli scambi commerciali nelle proprie strategie di sviluppo in quanto rappresentano un fattore economico incisivo che contribuisce alla riduzione della povertà, mediante il sostegno alla cooperazione e all'integrazione regionale e una buona governance economica, nonché con lo sviluppo del capitale umano, la promozione delle norme fondamentali del lavoro e un migliore accesso al mercato (in particolare per gli abitanti delle aree rurali); |
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14. |
mette in evidenza come l'abbattimento delle barriere commerciali, associato a riforme interne, darebbe un contributo significativo a uno sviluppo economico sostenibile e alla lotta alla povertà e all'esclusione sociale; sottolinea che l'integrazione regionale risulta più efficace in presenza di una cooperazione transfrontaliera e protesa a una maggiore integrazione nell'economia mondiale; |
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15. |
accoglie con favore l'impegno della maggior parte dei paesi partner orientali nei confronti degli accordi dell'OMC come un'ancora per politiche interne credibili in materia di scambi commerciali e quale incentivo per un migliore ambiente commerciale a livello normativo e istituzionale; |
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16. |
invita l'Unione europea e il Servizio europeo per l'azione esterna (EEAS) a sostenere i paesi partner orientali nei loro sforzi di riforma e potenziamento delle capacità commerciali con un'ulteriore assistenza tecnica e finanziaria, e invita la Commissione a considerare come si possano conseguire tali obiettivi; |
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17. |
pone l'accento sul fatto che le riforme della politica commerciale dovrebbero riflettere le condizioni specifiche di ciascun paese partner orientale e scaturire da un dialogo nazionale fra il governo, il settore privato e i rappresentanti dei lavoratori e della società civile, e dovrebbero accompagnarsi a riforme macroeconomiche e istituzionali che promuovano la crescita e lo sviluppo umano; |
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18. |
sostiene lo sviluppo di approcci transsettoriali che consentono di agire in vari ambiti correlati quali l'occupazione, l'istruzione, la sanità, la gioventù, l'edilizia abitativa e la protezione sociale; |
Lotta alla povertà mediante occupazione, servizi sociali, istruzione e formazione
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19. |
evidenzia che la lotta alla povertà e all'esclusione sociale deve basarsi sulla crescita e sull'occupazione, nonché su una politica di protezione sociale moderna ed efficace; mette in evidenza come le indagini sulla qualità della vita di Eurofound (5) abbiano confermato che uno degli strumenti principali per il miglioramento della qualità di vita dei cittadini, garantendo un pieno inserimento nel tessuto sociale e la coesione sociale e territoriale, consiste nella fornitura e nello sviluppo di servizi sociali; |
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20. |
osserva che i servizi sociali comprendono regimi obbligatori o integrativi di sicurezza sociale nonché servizi universalmente disponibili, forniti direttamente alle persone, con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita di tutti; tali servizi rivestono un ruolo importante ai fini della prevenzione e della coesione e inclusione sociale, e rispettano i diritti fondamentali; |
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21. |
esorta i paesi partner orientali a promuovere l'offerta di servizi sociali accessibili, economicamente sostenibili e di alta qualità, e a garantirne l'accesso in modo non discriminatorio, senza distinzioni di genere, reddito, razza od origini etniche, religione o convinzioni, disabilità, età, orientamento sessuale od occupazione; |
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22. |
riconosce nella disoccupazione una delle cause principali della povertà per la popolazione dei paesi partner orientali in età lavorativa e, pertanto, sottolinea che qualunque politica pertinente debba essere incentrata primariamente su una crescita occupazionale sostenibile; sottolinea la necessità di offrire ai cittadini un'istruzione, una formazione e abilità adeguate, che consentano di ottenere posti di lavoro competitivi; |
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23. |
sottolinea che la promozione dell'occupazione dei genitori rappresenta un fattore chiave nell'affrontare la povertà infantile, in quanto tale condizione è spesso «“ereditata”» dai figli; incoraggia l'adozione di misure volte a offrire ai genitori un migliore accesso alla formazione e a qualifiche particolari, a sostenerli nell'ingresso nel mercato del lavoro o nel reinserimento dopo la sospensione dell'attività lavorativa e a concedere loro permessi e orari flessibili; |
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24. |
invita i governi a sostenere il reddito delle famiglie con bambini mediante esenzioni fiscali, assegni familiari, prestazioni in denaro, servizi di istruzione, assistenza per l'infanzia e indennità di alloggio per le famiglie con esigenze specifiche (famiglie con più figli, figli con disabilità, famiglie monoparentali, famiglie adottive); invita l'UE a promuovere nel rapporto con i paesi partner norme sociali e lavorative; |
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25. |
invita a combattere la povertà e l'esclusione sociale dei giovani migliorando i servizi di istruzione, in particolare nelle aree svantaggiate, e modernizzando le infrastrutture per l'istruzione scolare e prescolare, nonché attraverso metodi di partecipazione e apprendimento informali; |
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26. |
invita l'UE a lanciare e sviluppare ulteriormente i programmi di scambio e formazione professionale per gli studenti e per il personale docente attraverso maggiori sinergie fra università, istituti di formazione, organizzazioni giovanili e imprese; sottolinea l'importanza dell'adeguamento delle competenze al mercato del lavoro, consentendo così la transizione verso un'economia intelligente, sostenibile e inclusiva; sottolinea la necessità di accrescere la capacità dei giovani di trovare lavoro nei rispettivi ambiti di interesse, e di incrementare la loro consapevolezza dei diritti umani, della politica di genere e della tutela di minori e disabili; |
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27. |
mette in evidenza come l'abbattimento delle barriere specifiche che si presentano alle giovani donne nella ricerca occupazionale debba essere alla base dell' approccio progressivo alla disoccupazione giovanile; invita i paesi partner orientali a porre l'accento su strategie che uniscano le politiche in materia di istruzione e formazione a politiche occupazionali mirate per giovani donne; |
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28. |
pone l'accento su come ulteriori agevolazioni per i visti e programmi di mobilità offriranno ai giovani dei paesi partner orientali maggiori opportunità per lo svolgimento di soggiorni di studio e scambi all'estero; invita la Commissione a fornire assistenza tecnica e finanziaria ai paesi partner orientali nei loro sforzi tesi ad avvicinare diplomi e standard dell'istruzione superiore a quelli dello Spazio europeo dell'istruzione superiore; |
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29. |
invita l'Unione europea a incoraggiare i paesi partner orientali nell'offerta ai giovani di opportunità di formazione, stage e tirocini durante l'iter formativo, che accresceranno le loro possibilità occupazionali tramite una maggiore esperienza professionale; invita i governi dei paesi partner orientali a rafforzare a livello legislativo i meccanismi economici volti a incoraggiare i datori di lavoro a offrire opportunità di primo impiego a studenti che abbiano concluso gli studi, nonché opportunità di formazione e stage ad allievi e studenti delle scuole professionali e degli istituti d'istruzione superiore; |
Lotta alla povertà mediante agevolazioni allo sviluppo delle piccole e medie imprese
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30. |
sottolinea che il provvedimento più importante per la riduzione della povertà giovanile consiste nel favorire l'occupazione dei giovani e la creazione di nuovi posti di lavoro migliorando la qualità dell'ambiente in cui operano le piccole e medie imprese; considera lo sviluppo della conoscenza e delle competenze imprenditoriali un aspetto fondamentale di strategie nazionali ben pianificate e attuate in modo adeguato; |
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31. |
evidenzia che l'imprenditoria femminile rappresenta una preziosa fonte di crescita economica e di creazione di posti di lavoro; invita pertanto i paesi partner orientali a promuovere l'imprenditoria femminile, nonché l'accesso alle risorse finanziarie e una maggiore disponibilità di sistemi di consulenza e di programmi di formazione professionale e d'istruzione; |
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32. |
invita i paesi partner orientali a rimuovere gli ostacoli allo sviluppo delle piccole e medie imprese, inclusi i monopoli e la concorrenza sleale o distorta, a combattere la corruzione delle autorità responsabili della registrazione, della tassazione, delle misure igieniche, dei dati catastali, delle formalità doganali per le piccole e medie imprese e degli altri enti di controllo, e a semplificare l'iter di accesso al credito bancario, spesso ostacolato da tassi di interesse particolarmente elevati e da procedure complesse; |
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33. |
sottolinea che l'integrazione regionale, uno degli elementi chiave per la promozione del commercio, incentiva anche politiche solide in settori quali le norme fondamentali, la tutela della proprietà intellettuale e la protezione sociale; sottolinea che la capacità commerciale deve essere migliorata con un'ulteriore assistenza allo sviluppo in materia di commercio, incluse politiche fiscali e settoriali che migliorano il clima degli investimenti, nonché con un adeguato sostegno allo sviluppo del settore privato, in particolare per le piccole e medie imprese; manifesta il proprio sostegno allo sviluppo di istituzioni e mercati regionali fra i paesi partner orientali, in particolare attraverso la negoziazione, la conclusione e l'attuazione di accordi regionali e bilaterali con l'UE; |
Sistemi pensionistici
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34. |
osserva che la modernizzazione dei sistemi pensionistici dovrebbe essere un tema prioritario nell'agenda dei paesi partner orientali per la riduzione della povertà; pone l'accento sull'esigenza di salvaguardare la capacità delle pensioni di offrire un reddito sicuro e adeguato ai pensionati; sottolinea che la modernizzazione dei sistemi pensionistici dovrebbe rispondere ai cambiamenti nei bisogni della società e del mercato del lavoro; |
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35. |
evidenzia che i responsabili politici nazionali dei paesi partner orientali rimangono responsabili dei rispettivi sistemi pensionistici; suggerisce che i sistemi pensionistici dovrebbero prevenire in modo efficace la povertà e l'esclusione sociale dei beneficiari, offrendo loro standard di vita dignitosi durante la pensione; |
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36. |
osserva che i sistemi pensionistici devono essere rivisti per renderli finanziariamente sostenibili e coerenti con i piani pensionistici e le agevolazioni fiscali; |
Assistenza sanitaria
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37. |
riconosce che lo sviluppo dei sistemi sanitari riveste un ruolo cruciale nella lotta alla povertà e all'esclusione sociale; |
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38. |
insiste sulla riduzione del rischio di povertà legato alla salute mediante un sistema di assistenza sanitaria di alta qualità che sia accessibile e finanziariamente sostenibile, tenendo conto delle esigenze e delle difficoltà dei gruppi e degli individui più svantaggiati; |
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39. |
manifesta la propria apprensione per il mancato riconoscimento da parte della collettività della malnutrizione quale serio rischio per la salute pubblica; sottolinea come la malnutrizione debba essere affrontata a tutti i livelli, da parte dei governi, dei responsabili della sanità e dell'assistenza sociale, dai professionisti e dai singoli individui; |
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40. |
invita i partner orientali a mettere in atto i meccanismi, le politiche e i programmi necessari a garantire che la prevenzione e la gestione della malnutrizione siano pienamente integrate in tutti gli ambienti clinici e assistenziali; |
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41. |
invita i paesi partner orientali a compiere maggiori sforzi per la prevenzione delle patologie a trasmissione sessuale e per la promozione dei programmi di prevenzione; ricorda che la vaccinazione contro l'epatite B si è dimostrata molto efficace e ha ridotto il tasso di infezione cronica a meno dell'1 % fra i bambini immunizzati a livello mondiale; mette in evidenza come la contrazione dell'HIV sia spesso causa di esclusione sociale; esorta pertanto i governi dei paesi interessati a sviluppare politiche attive per la prevenzione e il trattamento dell'HIV, nonché campagne informative sulla trasmissione del virus e sui comportamenti di prevenzione; |
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42. |
incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Parlamento europeo, al Consiglio, alla Commissione, all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione, al SEAE, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi del partenariato orientale. |
(1) Come approvata a Bruxelles il 28 maggio 2013.
(2) Testi approvati, P7_TA(2011)0153.
(3) Testi approvati, P7_TA(2011)0576.
(4) Testi approvati, P7_TA(2012)0276.
(5) Eurofound – Indagini sulla qualità di vita http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlfiles/ef09108.htm