ISSN 1977-0944

doi:10.3000/19770944.C_2013.328.ita

Gazzetta ufficiale

dell'Unione europea

C 328

European flag  

Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

56o anno
12 novembre 2013


Numero d'informazione

Sommario

pagina

 

IV   Informazioni

 

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA
Assemblea parlamentare paritetica dell'accordo di partenariato concluso fra i membri del gruppo degli Stati di Africa, Caraibi e Pacifico, da un lato, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, dall'altro
La 25a sessione ha avuto luogo a Bruxelles (Belgio) dal 17 al 19 giugno 2013.

2013/C 328/01

Processo verbale della seduta di lunedì 17 giugno 2013

1

2013/C 328/02

Processo verbale della seduta di martedì 18 giugno 2013

5

2013/C 328/03

Processo verbale della seduta di mercoledì 19 giugno 2013

8

Significato dei simboli utilizzati

*

procedura di consultazione

**I

procedura di cooperazione, prima lettura

**II

procedura di cooperazione, seconda lettura

***

parere conforme

***I

procedura di codecisione, prima lettura

***II

procedura di codecisione, seconda lettura

***III

procedura di codecisione, terza lettura

(La procedura di applicazione è fondata sulla base giuridica proposta dalla Commissione)

Significato delle abbreviazioni delle commissioni

AFET

commissione per gli affari esteri

DEVE

commissione per lo sviluppo

INTA

commissione per il commercio internazionale

BUDG

commissione per i bilanci

CONT

commissione per il controllo dei bilanci

ECON

commissione per i problemi economici e monetari

EMPL

commissione per l'occupazione e gli affari sociali

ENVI

commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

ITRE

commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

IMCO

commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori

TRAN

commissione per i trasporti e il turismo

REGI

commissione per lo sviluppo regionale

AGRI

commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

PECH

commissione per la pesca

CULT

commissione per la cultura e l'istruzione

JURI

commissione giuridica

LIBE

commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni

AFCO

commissione per gli affari costituzionali

FEMM

commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere

PETI

commissione per le petizioni

DROI

sottocommissione per i diritti dell'uomo

SEDE

sottocommissione per la sicurezza e la difesa

Significato delle abbreviazioni dei gruppi politici

PPE-DE

gruppo del Partito popolare europeo (Democratico cristiano)

S&D

gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento europeo

ALDE

gruppo dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa

Verts/ALE

gruppo Verde/Alleanza libera europea

ECR

Conservatori e Riformisti europei

GUE/NGL

gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

EFD

gruppo Europa della Libertà e della Democrazia

NI

Non iscritti

IT

 


IV Informazioni

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA Assemblea parlamentare paritetica dell'accordo di partenariato concluso fra i membri del gruppo degli Stati di Africa, Caraibi e Pacifico, da un lato, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, dall'altro La 25a sessione ha avuto luogo a Bruxelles (Belgio) dal 17 al 19 giugno 2013.

12.11.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 328/1


PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI LUNEDÌ 17 GIUGNO 2013

2013/C 328/01

Contenuto

Seduta formale inaugurale

Seduta dell'Assemblea parlamentare paritetica

Composizione dell'Assemblea parlamentare paritetica

Accreditamento dei rappresentanti non parlamentari

1.

Approvazione dell'ordine del giorno (AP101.358)

2.

Approvazione dei processi verbali delle ultime due sedute della 24a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica (GU C 158 del 4 giugno 2013)

3.

Comunicazioni dei copresidenti, incluse le decisioni adottate nella riunione dell'Ufficio di presidenza del 16 giugno 2013

4.

Dichiarazione di Andris Piebalgs, commissario responsabile per lo sviluppo

5.

Tempo delle interrogazioni alla Commissione

6.

Discussione con Andris Piebalgs, commissario responsabile per lo sviluppo – procedura catch-the-eye

7.

Seguito dato dalla Commissione alle risoluzioni approvate durante la 24a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica

8.

Accordi di partenariato economico - le prossime fasi

PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI LUNEDÌ 17 GIUGNO 2013

(La seduta inizia alle 11.00)

Seduta formale inaugurale

Prendono la parola di fronte all'Assemblea:

Louis Michel, copresidente dell'Assemblea parlamentare paritetica, Joyce Laboso, copresidente dell'Assemblea parlamentare paritetica, Sean Barrett T.D. presidente del Dail Eireann, la camera bassa del parlamento irlandese, presidenza dell'UE.

(La seduta, sospesa alle 12.00, riprende alle 15.00)

PRESIDENZA: Louis MICHEL

Copresidente

Seduta dell'Assemblea parlamentare paritetica

Il Copresidente dà il benvenuto ai partecipanti.

Composizione dell'Assemblea parlamentare paritetica

Il Copresidente comunica che l'elenco dei membri dell'Assemblea parlamentare paritetica (APP), trasmesso dalle autorità degli Stati ACP e dal Parlamento europeo, sarà allegato al processo verbale.

Accreditamento dei rappresentanti non parlamentari

Il copresidente comunica che sono pervenute due richieste di accreditamento di rappresentanti non parlamentari, in conformità dell'articolo 17, paragrafo 1, dell'accordo di Cotonou e dell'articolo 1, paragrafo 2, del regolamento dell'Assemblea parlamentare paritetica, in casi eccezionali di forza maggiore. Questi rappresentanti saranno registrati e i loro nomi figureranno nell'elenco allegato al processo verbale.

1.   Approvazione dell'ordine del giorno

L'ordine del giorno è approvato nella versione che figura nel presente processo verbale.

2.   Approvazione dei processi verbali delle ultime due sedute della 24a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica (GU C 158 del 4 giugno 2013)

I processi verbali sono approvati.

3.   Comunicazioni dei copresidenti, incluse le decisioni adottate nella riunione dell'Ufficio di presidenza del 16 giugno 2013

Il Copresidente comunica i risultati della riunione dell'Ufficio di presidenza del 16 giugno 2013.

Sono adottate le decisioni indicate di seguito.

a)

Le commissioni permanenti redigeranno le seguenti relazioni:

 

Commissione per gli affari politici

La diffusione globale del terrorismo: il ruolo di Internet e dei media sociali

 

Commissione per gli affari sociali e l'ambiente

L'estrazione del petrolio e dei minerali dai fondali marini nell'ambito dello sviluppo sostenibile. La commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il commercio sarà invitata a esprimere un parere sullo stesso tema.

b)

Una missione conoscitiva sarà inviata ad Haiti nei mesi di settembre e ottobre 2013 e un'altra missione sarà inviata nello Zimbabwe nei mesi di novembre e dicembre 2013.

c)

Saranno presentati all'Assemblea, in vista della loro approvazione, alcuni progetti di modifica al regolamento.

d)

Sarà presentato all'Assemblea, in vista della sua approvazione, il progetto di codice di condotta per i membri dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE che partecipano alle missioni di monitoraggio elettorale.

e)

La 10a riunione regionale avrà luogo dal 17 al 19 luglio 2013 ad Abuja (Nigeria).

f)

Una missione di monitoraggio elettorale sarà inviata in Mali in occasione delle elezioni presidenziali del 28 luglio 2013.

g)

L'Assemblea parteciperà a una conferenza tripartita sull'urbanizzazione, organizzata da UN Habitat, dal segretariato ACP e dalla Commissione europea, che si terrà a Kigali (Ruanda) dal 4 al 6 settembre 2013.

h)

La 26a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica avrà luogo ad Addis Abeba (Etiopia) dal 25 al 27 novembre 2013.

Il Copresidente informa l'Assemblea che il Forum delle donne si è riunito il 15 giugno 2013.

Il copresidente informa l'Assemblea che il 16 giugno 2013 si è tenuto il seminario sul tema "Migliorare le condizioni per gli investimenti nei paesi in via di sviluppo: quale ruolo per i parlamentari?".

Il copresidente comunica i seguenti termini di presentazione:

per quanto riguarda le modifiche alle risoluzioni di compromesso e due proposte di risoluzione urgenti: martedì 18 giugno 2013, alle 12.00.

per le richieste relative alle modalità di votazione: mercoledì 19 giugno 2013, alle 10.00, per iscritto.

4.   Dichiarazione di Andris Piebalgs, commissario responsabile per lo sviluppo

Andris Piebalgs, commissario responsabile per lo sviluppo, presenta le principali conclusioni e raccomandazioni della relazione sull'agenda post-OSM adottata dal gruppo di esperti ad alto livello nominati dal Segretario generale delle Nazioni Unite. La Commissione ha contribuito a tale processo con la sua comunicazione dal titolo "Un'esistenza dignitosa per tutti".

5.   Tempo delle interrogazioni alla Commissione

Sono presentate in totale 24 interrogazioni alla Commissione.

La Commissione ha risposto precedentemente per iscritto alle interrogazioni. Il commissario Piebalgs risponde oralmente alle domande supplementari dei seguenti interroganti:

 

Interrogazione n. 2 di Hussien Naïb (Eritrea) sull'occupazione dei territori soggetti alla sovranità eritrea da parte dell'Etiopia.

 

Interrogazione n. 4 di Joe Leinen sul Mali dopo il conflitto.

 

Interrogazione n. 8 di Michael Cashman (sostituito da David Martin) sul dialogo politico in materia di non discriminazione.

 

Interrogazione n. 11 di Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso) sul coinvolgimento dei parlamenti e dei deputati nel processo di elaborazione degli obiettivi di sviluppo post-2015.

 

Interrogazione n. 12 di Mariya Gabriel sugli obiettivi di sviluppo del Millennio nel contesto della politica di aiuto allo sviluppo dell'UE.

 

Interrogazione n. 3 di Olle Schmidt sulla tratta di esseri umani nel Sinai.

 

Interrogazione n. 14 di Gay Mitchell sulle questioni relative ai servizi igienico-sanitari e all'igiene nei paesi in via di sviluppo.

 

Interrogazione n. 15 di Zita Gurmai sui diritti inerenti alla salute sessuale e riproduttiva nell'11o FES.

 

Interrogazione n. 16 di Catherine Bearder sul sostegno dell'UE a progetti energetici su piccola scala nei paesi ACP.

 

Interrogazione n. 17 di Fiona Hall (sostituita da Catherine Bearder) sull'accesso all'energia nei paesi ACP.

 

Interrogazione n. 18 di Marielle de Sarnez sulla cooperazione ai fini di un utilizzo sostenibile delle materie prime nei paesi ACP.

 

Interrogazione n. 19 di David Martin sullo stato di avanzamento degli APE alla luce della revoca del regolamento sull'accesso al mercato.

 

Interrogazione n. 20 di Norbert Neuser sull'accordo di partenariato nel settore della pesca con Kiribati.

 

Interrogazione n. 22 di Lautafi Purcell (Samoa) sull'uscita di Samoa dalla categoria di PMS, gennaio 2014 e differenziazione - programma di cambiamento dell'UE.

Gli autori delle interrogazioni nn. 1, 7, 10, 13 e 24 non presentano domande supplementari.

Gli autori delle interrogazioni nn. 5, 6, 9, 21 e 23 non sono presenti.

6.   Discussione con Andris Piebalgs, commissario responsabile per lo sviluppo – procedura catch-the-eye

Lo scambio di opinioni si incentra su temi quali i diritti in materia di genere e di salute e i diritti riproduttivi, le energie rinnovabili, la sicurezza idrica, il sostegno di bilancio, il Mali, l'Eritrea e la situazione della sicurezza nel Sahel. I membri sono del parere che gli obiettivi post-OSM dovrebbero applicarsi non solo ai paesi in via di sviluppo, ma a tutti i paesi del mondo.

Intervengono: Miguel Angel Martinez Martinez, Ana Rita Sithole (Mozambico), Christa Klass, Rajeshree Kumaree Nita Deerpalsing (Maurizio), Michele Rivasi, Piet van der Waal (Namibia), Hans-Peter Mayer, Netty Baldeh (Gambia), Jacob Oulanyah (Uganda), Olle Schmidt, Abdourahamane Chegou (Niger), Edwin Banda (Malawi), Musa Hussein Naib (Eritrea), Percy Taione (Tonga), Assarid Ag Imbarcaouane (Mali), Hassab El Rasoul Amir (Sudan), Alem Deng (Sud Sudan).

Il commissario Piebalgs risponde alle domande poste dai membri nell'ordine indicato secondo la procedura catch-the-eye.

7.   Seguito dato dalla Commissione alle risoluzioni approvate durante la 24a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica

Il commissario Piebalgs menziona il documento relativo al seguito dato dalla Commissione alle risoluzioni approvate dall'Assemblea parlamentare paritetica di Paramaribo (Suriname).

8.   Accordi di partenariato economico - le prossime fasi

Commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il commercio

Correlatori: Edwin Banda (Malawi) e Patrice Tirolien

Patrice Tirolien e Edwin Banda (Malawi) presentano la relazione.

Intervengono: Bobbo Hamatoukour (Camerun), Frank Engel, Assarid Ag. Imbarcaouane (Mali), David Martin, Mohammed Mukhtar Ahmed (Nigeria), Niccolò Rinaldi, Nasraddin Mohammed Omer (Sudan), Jean-Jacob Bicep, Patrick Gamedze (Swaziland), Charles W. Kakoma (Zambia), Christophe Lutundula Apala (Repubblica democratica del Congo), Peter Štastný, Peter Thompson (Commissione europea).

Alcuni deputati del Parlamento europeo e degli Stati ACP esprimono opinioni contrastanti sui vantaggi degli APE sia dal punto di vista dello sviluppo che da quello dell'integrazione regionale. Alcuni deputati del Parlamento sottolineano che gli APE globali a livello regionale sono finalizzati a migliorare le condizioni economiche dei paesi ACP e esprimono preoccupazione in merito ai malintesi relativi ai vantaggi degli APE. Alcuni deputati del Parlamento e degli Stati ACP sono del parere che sia necessario porre maggiore attenzione sugli obiettivi iniziali degli APE, come previsto nell'accordo di Cotonou, mirando a concludere APE regionali reciprocamente vantaggiosi e compatibili con l'OMC.

(La seduta termina alle 18.20)

Joyce LABOSO

Louis MICHEL

Copresidenti

Alhaj Muhammad MUMUNI e

Luis Marco AGUIRIANO NALDA

Cosegretari generali


12.11.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 328/5


PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI MARTEDÌ 18 GIUGNO 2013

2013/C 328/02

Contenuto

1.

Mali - Discussione programmatica con Tieman Hubert Coulibaly, ministro degli affari esteri del Mali

2.

Questione d'urgenza n. 1: la situazione nella Repubblica centrafricana

3.

Minacce poste nuovamente dai colpi di Stato militari alla democrazia e alla stabilità politica nei paesi ACP e ruolo della comunità internazionale

4.

Violenza contro le donne, i minori e altri gruppi vulnerabili

5.

Sicurezza alimentare e nutrizionale

6.

Risorse umane per la sanità nei paesi ACP

7.

Politiche agricole di fronte alle sfide poste dalla sicurezza alimentare e dai cambiamenti climatici

8.

La gioventù al centro della nuova politica di sviluppo ACP: l'importanza delle nuove tecnologie, dell'istruzione e dell'imprenditorialità

PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI MARTEDÌ 18 GIUGNO 2013

(La seduta inizia alle 9.15)

PRESIDENZA: Joyce LABOSO

Copresidente

1.   Mali

Discussione programmatica con Tieman Hubert Coulibaly, ministro degli affari esteri del Mali

Tieman Hubert Coulibaly, ministro degli affari esteri del Mali, presenta un breve resoconto degli eventi fin dal colpo di Stato del marzo 2012 e illustra la situazione attuale.

Intervengono: Bobbo Hamatoukour (Camerun), Michèle Striffler, Laurent Ngon-Baba (RCA), Patrice Tirolien, Edwin Banda (Malawi), Marielle de Sarnez, Abdourahamane Chegou (Niger), Michèle Rivasi, Christophe Lutundula (Repubblica democratica del Congo), Adjedoue Weidou (Ciad), Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso), Assarid Ag. Imbarcaouane (Mali), Philippe Boulland, Zita Gurmai, Maria Da Graça Carvalho, Jo Leinen, Michael Gahler, Hans-Peter Mayer, Agustín Díaz De Mera García Consuegra, Peteris Ustubs (SEAE).

Tieman Hubert Coulibaly è fiducioso che verranno rispettate, in modo accettabile, le condizioni per le elezioni presidenziali del 28 luglio 2013, in particolare le condizioni di cui alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU e del Parlamento europeo, tenendo conto delle enormi sfide (disarmo dei ribelli, restituzione del controllo dell'intero territorio all'amministrazione, comprese le forze armate nazionali, ed elezioni organizzate in tutto il paese nonché nei campi profughi). Auspica l'imminente conclusione di un accordo approfondito con i restanti ribelli a Kidal.

2.   Questione d'urgenza n. 1: la situazione nella Repubblica centrafricana

Peteris Ustubs (SEAE) effettua una presentazione sulla situazione nella Repubblica centrafricana.

Intervengono: Mariya Gabriel, Bobbo Hamatoukour (Camerun), Norbert Neuser, Edwin Banda (Malawi), Louis Michel, Assarid Ag. Imbarcaouane (Mali), Jean-Jacop Bicep, Mohammed Mukhtar Ahmed (Nigeria), Christophe Lutundula (RDC), Laurent Ngon-Baba (RCA), Peter Šťastný.

Gli oratori sottolineano la necessità di stabilizzare la situazione sociale, economica e politica della Repubblica centrafricana e ristabilire l'ordine pubblico e costituzionale a seguito del colpo di Stato del 25 aprile 2013. I membri esprimono il loro sostegno al Primo ministro Nicolas Tiangaye nel suo difficile compito di ricostruzione nazionale, che comprende la smilitarizzazione e la smobilitazione delle forze armate irregolari, gli aiuti alla popolazione interessata dal conflitto e la condanna delle persone giudicate colpevoli di reati. I membri s'incentrano altresì sulla necessità di rispettare l'accordo di Libreville dell'11 gennaio 2013 e gli accordi adottati durante i vertici della CEEAC sulla Repubblica centrafricana.

3.   Minacce poste nuovamente dai colpi di Stato militari alla democrazia e alla stabilità politica nei paesi ACP e ruolo della comunità internazionale

Commissione per gli affari politici

Correlatori: Mariya Gabriel e Ana Rita Geremias Sithole (Mozambico)

Mariya Gabriel e Ana Rita Geremias Sithole (Mozambico) presentano la relazione.

Intervengono: Boniface Yehouetome (Benin), Michael Gahler, Bobbo Hamatoukour (Camerun), Olle Schmidt, Isabelle Durant, Assarid Ag. Imbarcaouane (Mali), Abdourahamane Chegou (Niger), Mohammed Mukhtar Ahmed (Nigeria), Christophe Lutundula (RDC), Filip Kaczmarek, Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso), Piet Van der Walt (Namibia), José Costa Pereira (SEAE).

Mariya Gabriel e Ana Rita Geremias Sithole (Mozambico) chiudono la discussione.

I membri sottolineano la necessità di istituire tutti i meccanismi possibili per evitare colpi di Stato militari, piuttosto che affrontarne le conseguenze. La solidarietà attiva dei paesi vicini potrebbe inoltre contribuire a tal fine, ma anche i sistemi di allarme rapido regionale e subregionale e una strategia di sicurezza integrata sono fondamentali. Alcuni membri invitano alla cautela per quanto riguarda l'inserimento di ex ribelli nelle forze armate. I membri ricordano inoltre che la trasparenza e l'equità delle elezioni sono alla base di un governo legittimo, purché integrino tutti gli aspetti di una buona governance.

4.   Violenza contro le donne, i minori e altri gruppi vulnerabili

Discussione senza risoluzione con Lakshmi Puri, direttrice facente funzione di UN Women

Lakshmi Puri, direttrice facente funzione di UN Women, rilascia una dichiarazione sulla violenza contro le donne, i minori e altri gruppi vulnerabili.

Intervengono: Boniface Yehouetome (Benin), Edit Bauer, Bobbo Hamatoukour (Camerun), Michael Cashman, Musa Hussein Naib (Eritrea), Catherine Bearder, Isabelle Durant, Sithembile Mlotshwa (Zimbabwe), Assarid Ag. Imbarcaouane (Mali), Abdourahamane Chegou (Niger), Attiat Mustafa Abdel Halim (Sudan), Patrick Gamedze (Swaziland), Mariya Gabriel, Christophe Lutundula (Repubblica democratica del Congo), Zita Gurmai, Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso), Michèle Striffler, Ana Rita Geremias Sithole (Mozambico), Anna Zaborska, Nela Khan (Trinidad e Tobago), Ibrahim Bundu (Sierra Leone), Piet Van der Walt (Namibia).

Lakshmi Puri illustra l'attività di UN Women e sottolinea l'importanza di un impegno comune e globale per porre fine alla violenza contro le donne, invitando i deputati a contribuire a far fronte a tale impegno.

In risposta alle domande dei membri, Lakshmi Puri sottolinea l'importanza delle prevenzione della violenza contro le donne mediante la sensibilizzazione, l'emancipazione economica, l'autonomia e la partecipazione politica. Sottolinea inoltre le misure adottate per cambiare la mentalità degli uomini e dei ragazzi. Chiede di porre fine all'impunità perseguendo i responsabili di tali violazioni dei diritti umani. Infine chiede che vengano messe a disposizione le risorse aggiuntive necessarie per garantire la protezione delle vittime nonché i servizi di base.

La seduta, sospesa alle 13.00, riprende alle 15.05

PRESIDENZA: Louis MICHEL

Copresidente

5.   Sicurezza alimentare e nutrizionale

Scambio di opinioni con Joe Costello T.D., ministro irlandese per lo sviluppo e il commercio (rappresentante della presidenza irlandese dell'UE)

Joe Costello illustra l'importanza della sicurezza alimentare e nutrizionale quale mezzo per conseguire il primo OSM.

Intervengono: Bobbo Hamatoukour (Camerun), Gay Mitchell, Jo Leinen, Edwin Banda (Malawi), Charles Goerens, Assarid Ag. Imbarcaouane (Mali), François Alfonsi, Abdourahamane Chegou (Niger), Attiat Mustafa Abdel Halim (Sudan), Gabriele Zimmer, Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso), Horst Schnellhardt, Michèle Striffler, Rajeshree Kumaree Nita Deerpalsing (Maurizio), Bernard Rey (Commissione europea).

Gli oratori riconoscono i progressi compiuti al riguardo, ma giudicano necessari ulteriori azioni concertate da parte dei paesi in via di sviluppo e dei paesi industrializzati. I membri sottolineano che la crescita demografica mondiale, la speculazione finanziaria sulle materie prime agricole, la produzione di biocarburanti, le politiche fondiarie (comprese quelle in materia di riforma fondiaria, di attribuzione dei titoli di proprietà fondiaria e di accaparramento dei terreni) nonché i cambiamenti climatici sono solo alcune delle sfide principali per far fronte al problema della sicurezza alimentare e nutrizionale.

6.   Risorse umane per la sanità nei paesi ACP

Commissione per gli affari sociali e l'ambiente

Correlatori: Charles W. Kakoma (Zambia) e Edit Bauer

Edit Bauer e Charles W. Kakoma (Zambia) presentano la relazione.

Intervengono: Bobbo Hamatoukour (Camerun), Horst Schnellhardt, Jutta Haug, Assarid Ag. Imbarcaouane (Mali), Catherine Bearder, Abdourahamane Chegou (Niger), Michèle Rivasi, Attiat Mustafa Abdel Halim (Sudan), Michael Peyrefitte (Belize), Alban Sumana Kingsford Bagbin (Ghana), Anna Záborská, Philippe Boulland, Christopher Knauth (Commissione europea).

I membri discutono delle conseguenze della carenza di risorse umane nel settore sanitario dei paesi ACP e riconoscono l'importanza del ruolo della società civile, delle autorità locali, delle organizzazioni sanitarie pubbliche senza fini di lucro e delle organizzazioni di volontariato a integrazione dei sistemi sanitari pubblici. I membri esortano la Commissione e gli Stati membri dell'UE a continuare a sostenere i paesi ACP, sia sul piano finanziario che su quello tecnico, al fine di elaborare piani sanitari nazionali ed evitare la fuga di cervelli. Gli Stati membri dell'UE dovrebbero garantire che le loro politiche in materia di migrazione non compromettano la disponibilità di professionisti del settore sanitario nei paesi del terzo mondo.

I correlatori Edit Bauer e Charles W. Kakoma (Zambia) chiudono la discussione.

7.   Politiche agricole di fronte alle sfide poste dalla sicurezza alimentare e dai cambiamenti climatici

Scambio di opinioni con Dacian Cioloș, commissario responsabile per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

Il commissario Dacian Cioloș sottolinea l'importanza dell'agricoltura sostenibile e dello sviluppo rurale quali fattori per lo sviluppo e la sicurezza alimentare, a cui la politica agricola comune dell'UE ha contribuito nel complesso.

Intervengono: Boniface Yehouetome (Benin), Hans-Peter Mayer, Bobbo Hamatoukour (Camerun), Zita Gurmai, Catherine Bearder, Edwin Banda (Malawi), François Alfonsi, Assarid Ag. Imbarcaouane (Mali), Janusz Wojciechowski, Gabriele Zimmer, Ana Rita Geremias Sithole (Mozambico), Christa Klass, Edit Bauer, Horst Schnellhardt, Michèle Striffler, Rajeshree Kumaree Nita Deerpalsing (Maurizio).

I membri sottolineano l'importanza della produzione agricola locale e l'emancipazione delle donne e dei piccoli agricoltori, che comporta un valore aggiunto nel paese d'origine delle materie prime. Il commissario Cioloș comunica ai membri che la graduale eliminazione delle quote di zucchero dell'UE non ostacolerà le condizioni di accesso al mercato offerte ai paesi ACP nell'ambito degli accordi di partenariato economico e che il ricorso a sussidi all'esportazione è stato marginale e limitato a condizioni di crisi straordinarie.

Dacian Cioloș chiude la discussione.

8.   La gioventù al centro della nuova politica di sviluppo ACP: l'importanza delle nuove tecnologie, dell'istruzione e dell'imprenditorialità

Scambio di opinioni con Cina Lawson, ministro delle poste e delle telecomunicazioni del Togo

Cina Lawson sottolinea che la promozione dell'imprenditorialità, dell'istruzione, della formazione professionale e dell'uso delle nuove tecnologie tra i giovani in Africa può essere considerato uno strumento efficace per promuovere l'occupazione e promuovere la crescita economica in Africa.

Intervengono: Mariya Gabriel, Zita Gurmai, Assarid Ag. Imbarcaouane (Mali), Fiona Hall, Rajeshree Kumaree Nita Deerpalsing (Maurizio), Michèle Rivasi, Boniface Yehouetome (Benin), Edit Bauer, Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso), Norbert Neuser, Patrick Gamedze (Swaziland), Filip Kaczmarek.

I membri sottolineano che è necessario sostenere politiche fondamentali volte al miglioramento dell'istruzione e della formazione professionale, in particolare mediante il programma Erasmus Mundus e il programma di mobilità interafricano per gli studenti. I membri accolgono positivamente la proposta di avviare un laboratorio di imprenditorialità ACP/UE per contribuire alla mobilità degli studenti di entrambe le regioni.

Cina Lawson chiude la discussione.

(La seduta termina alle 18.40)

Joyce LABOSO e

Louis MICHEL

Copresidenti

Alhaji Muhammad MUMUNI e

Luis Marco AGUIRIANO NALDA

Cosegretari generali


12.11.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 328/8


PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI MERCOLEDÌ 19 GIUGNO 2013

2013/C 328/03

Contenuto

1.

Dichiarazione di Olebile Gaborone, ministro aggiunto per gli alloggi e i terreni (Botswana), presidente in carica del Consiglio ACP

2.

Dichiarazione di Joe Costello T.D., ministro irlandese per lo sviluppo e il commercio, presidente in carica del Consiglio dell'UE

3.

Tempo delle interrogazioni al Consiglio

4.

Discussione con il Consiglio – procedura catch-the-eye

5.

Risorse naturali per promuovere lo sviluppo

6.

Approvazione del processo verbale della seduta di lunedì 17 giugno 2013 e della mattina di martedì 18 giugno 2013

7.

Questione d'urgenza n. 2: la situazione nella Repubblica di Guinea

8.

Relazione sulla nona riunione regionale (regione caraibica) svoltasi a Santo Domingo (Repubblica dominicana) dal 14 al 16 febbraio 2013 – relazione a cura dei copresidenti

9.

Relazioni di sintesi a conclusione del seminario

10.

Relazione dei partner economici e sociali

11.

Votazione delle proposte di risoluzione incluse nelle relazioni presentate dalle tre commissioni permanenti

12.

Votazione delle proposte di risoluzione urgenti

13.

Votazione delle modifiche al regolamento dell'APP

14.

Votazione sul progetto di codice di condotta per i membri dell'Assemblea parlamentare paritetica che partecipano alle delegazioni di monitoraggio elettorale

15.

Varie

16.

Intervento di Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo

17.

Approvazione del processo verbale della seduta del pomeriggio di martedì 18 giugno 2013

18.

Data e luogo della 26a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica

Allegato I

Elenco alfabetico dei membri dell'Assemblea parlamentare paritetica

Allegato II

Elenco di presenza alla sessione svoltasi dal 17 al 19 giugno a Bruxelles (Belgio)

Allegato III

Accreditamento dei delegati non parlamentari

Allegato IV

Testi approvati

Risoluzione sulle minacce poste nuovamente dai colpi di Stato militari alla democrazia e alla stabilità politica nei paesi ACP e sul ruolo della comunità internazionale (ACP-UE/101.355/def.)

Risoluzione sugli accordi di partenariato economico - le prossime fasi (ACP-UE/101.293/13/def.)

Risoluzione sulle risorse umane per la sanità nei paesi ACP (ACP-UE/101.294/def.)

Risoluzione sulla situazione nella Repubblica centrafricana (ACP-UE/101.376/fin)

Risoluzione sulla situazione nella Repubblica di Guinea (ACP-UE/101.377/def.)

Modifiche al regolamento dell'APP (AP101.347)

Codice di condotta per i membri dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE che partecipano alle delegazioni di monitoraggio elettorale (DV/1003463)

PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DI MERCOLEDÌ 19 GIUGNO 2013

(La seduta inizia alle 9.03)

PRESIDENZA: Joyce LABOSO

Copresidente

1.   Dichiarazione di Olebile Gaborone, ministro aggiunto per gli alloggi e i terreni (Botswana), presidente in carica del Consiglio ACP

Olebile Gaborone illustra gli insegnamenti tratti durante l'attuazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio dal 2000. Dichiara che il nuovo quadro post-2015 dovrebbe incentrarsi su questioni cruciali, includendo obiettivi limitati e misurabili applicabili a tutti i paesi, tenendo conto al contempo delle peculiarità nazionali e delle esigenze delle minoranze e dei gruppi vulnerabili. Inoltre, presenta alcuni principi di base su cui dovrebbero basarsi gli OSM post-2015.

2.   Dichiarazione di Joe Costello T.D., ministro irlandese per lo sviluppo e il commercio, presidente in carica del Consiglio dell'UE

Joe Costello riferisce in merito all'attuazione da parte del Consiglio dell'UE delle richieste presentate nelle risoluzioni approvate durante la 24a sessione. Illustra il miglioramento della situazione nel Mali, in Somalia e nella Repubblica democratica del Congo e commenta i preparativi per la conferenza dell'ONU sugli OSM post-2015 che si svolgerà a settembre 2013 a New York e le conclusioni sulla sicurezza alimentare e nutrizionale adottate dal Consiglio nel maggio 2013. Riferisce infine in merito alla recente adozione da parte del Consiglio dell'11o FES.

3.   Tempo delle interrogazioni al Consiglio

Olebile Gaborone (Botswana) risponde a nome del Consiglio ACP alle seguenti interrogazioni e quesiti supplementari:

 

Interrogazione n. 1 di Horst Schenllhardt sul trattato internazionale sul commercio di armi.

 

Interrogazione n. 3 di Mussa Hussein Naib (Eritrea) sull'attacco incendiario di tre centri locali in Svezia.

 

Interrogazione n. 5 di Olle Schmidt su un'unità operativa per i prigionieri politici.

 

Interrogazione n. 6 di Michael Cashman sul quadro di sviluppo post-2015.

 

Interrogazione n. 7 di Gay Mitchell sulla Nigeria.

 

Interrogazione n. 9 di Fiona Hall sulla pastorizia nei paesi ACP.

 

Interrogazione n. 10 di David Martin sulla partecipazione parlamentare ai negoziati APE.

 

Joe Costello T.D. risponde a nome del Consiglio dell'UE alle seguenti interrogazioni e quesiti supplementari:

 

Interrogazione n. 14 di Mussa Hussein Naib (Eritrea) sull'attacco incendiario di tre centri locali in Svezia.

 

Interrogazione n. 15 di Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso) sul coinvolgimento dei parlamenti e dei deputati nel processo di elaborazione degli obiettivi di sviluppo post-2015.

 

Interrogazione n. 18 di Horst Schenllhardt sul trattato internazionale sul commercio di armi.

 

Interrogazione n. 20 di Catherine Bearder sulla mancata attuazione della normativa CITES sugli animali selvatici catturati e sui progetti in materia di animali.

 

Interrogazione n. 21 di Patrice Tirolien sulla mobilitazione dei paesi UE per il Fondo mondiale per la lotta contro l'HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria.

 

Interrogazione n. 23 di Françoise Castex sul dividendo demografico e sulla crescita inclusiva nei paesi ACP.

 

Interrogazione n. 25 di Jo Leinen sulla cooperazione nella lotta contro la frode fiscale.

 

Interrogazione n. 26 di David Martin sull'esenzione dall'obbligo del visto per i paesi dei Caraibi.

 

Gli autori delle interrogazioni nn. 6, 15 e 18 non presentano domande supplementari.

 

Gli autori delle interrogazioni nn. 2, 4, 8, 11, 12, 13, 16, 17, 19, 22, 24 e 27 non sono presenti.

4.   Discussione con il Consiglio – procedura catch-the-eye

Olebile Gaborone e Joe Costello rispondono alle domande concernenti, in particolare: i problemi relativi ai visti dei funzionari degli Stati africani che viaggiano verso i paesi che ospitano le istituzioni dell'UE; le elezioni nel Madagascar; il sostegno al bilancio; i rifugiati somali; l'infiltrazione di terroristi nel Mali; le leggi contro l'omosessualità nei paesi ACP; il sostegno alle infrastrutture nei paesi ACP; gli accordi di partenariato economico; l'assistenza alle persone con disabilità nella strategia di sviluppo post-2015.

Intervengono: Netty Baldeh (Gambia), Ibrahim Bundu (Sierra Leone), Philippe Boulland, Catherine Bearder, Bobbo Hamatoukour (Camerun), James Kembi-Gitura (Kenya), Patrice Tirolien, Olle Schmidt, Assarid Ag. Imbarcaouane (Mali), Fitz Jackson (Giamaica), Michael Cashman, Abdourahamane Chegou (Niger), Dharamkumar Seeraj (Guyana).

5.   Risorse naturali per promuovere lo sviluppo

Discussione senza risoluzione

Intervengono: Boniface Yehouetome (Benin), Anna Záborská, Bobbo Hamatoukour (Camerun), Patrice Tirolien, Musa Hussein Naib (Eritrea), Catherine Bearder, Edwin Banda (Malawi), Lautafi Fio Selafi Purcell (Samoa), Abdourahamane Chegou (Niger), Charles W. Kakoma (Zambia), Charles Mwando Nsimba (Repubblica democratica del Congo), Derek Vaughan, Achille Marie Joseph Tapsoba (Burkina Faso), James Kembi-Gitura (Kenya), Ana Rita Geremias Sithole (Mozambico), Peter Naholo (Namibia), Mohammed Mukhtar Ahmed (Nigeria).

I membri concordano sull'importanza del ruolo delle risorse naturali per promuovere lo sviluppo. Vengono citati come elementi fondamentali di un quadro programmatico per la buona gestione delle risorse naturali la buona governance, la trasparenza e la responsabilità. Gli oratori sottolineano, a tal proposito, che è necessario il rafforzamento della legislazione nazionale e l'assistenza tecnica da parte dell'UE.

Peter Craig-Mcquaide (Commissione europea, DG DEVCO) introduce la discussione.

6.   Approvazione del processo verbale della seduta di lunedì 17 giugno 2013 e della mattina di martedì 18 giugno 2013

I processi verbali sono approvati.

7.   Questioni d'urgenza n. 2: la situazione nella Repubblica di Guinea

Sean Doyle (Servizio europeo per l'azione esterna) introduce la discussione.

Intervengono: Assarid Ag. Imbarcaouane (Mali), Maria Da Graça Carvalho, Patrice Tirolien, Netty Baldeh (Gambia), Olle Schmidt, Louis Michel, Hans-Peter Mayer, Peter Štastný, Guillome Albert Gomez (Repubblica di Guinea).

I membri accolgono con favore la prospettiva di attuazione della transizione democratica mediante la convocazione di elezioni amministrative imminenti e chiede l'entrata in vigore e il rispetto dell'accordo del 9 giugno 2013 tra i partiti politici sul calendario elettorale. Sottolineano la necessità di elezioni libere e trasparenti al fine di consolidare il processo democratico. I membri sottolineano inoltre l'importanza di un'opposizione libera che goda di diritti e doveri definiti e rispettati e di un sistema giudiziario e di mezzi d'informazione indipendenti. Infine, i membri esortano i partiti politici a rispettare i propri impegni in merito alla risoluzione delle proprie differenze solo con mezzi pacifici.

La seduta, sospesa alle 12.45, riprende alle 15.00

Joyce LABOSO e

Alhaj Muhammad MUMUNI e

Louis MICHEL

Luis Marco AGUIRIANO NALDA

Copresidenti

Cosegretari generali

PRESIDENZA: Joyce LABOSO

Copresidente

8.   Relazione sulla nona riunione regionale (regione caraibica) svoltasi a Santo Domingo (Repubblica dominicana) dall'14 al 16 febbraio 2013 – relazione a cura dei copresidenti

Il copresidente Louis Michel e il copresidente facente funzioni Nita K.R. Deerpalsing presentano una relazione orale sulla nona riunione regionale sottolineando, tra l'altro, il processo di integrazione e cooperazione regionale nei Caraibi, lo stato di attuazione dell'accordo di partenariato economico globale UE-Cariforum e i progressi relativi all'istituzione del mercato e dell'economia unici della CARICOM e ai finanziamenti a titolo del FES.

Intervengono: Nita K. R. Deerpalsing (Maurizio) e Fitz Jackson (Giamaica).

9.   Relazioni di sintesi a conclusione del seminario

Gay Mitchell, relatore, presenta una relazione orale sul seminario dal titolo "Promuovere un clima propizio agli investimenti nei paesi in via di sviluppo". Le conclusioni principali sono che lo sviluppo del settore privato è fondamentale per una crescita sostenibile e che il ruolo di tale settore è quello di fornire un quadro giuridico esecutivo e favorevole all'instaurazione di un dialogo pubblico-privato significativo.

10.   Relazione dei partner economici e sociali

Presentazione a cura di Xavier Verboven, presidente del comitato di monitoraggio ACP, Comitato economico e sociale europeo

La presentazione di Xavier Verboven riguarda la sicurezza e i rischi per la democrazia, la sicurezza alimentare e la resilienza, la gestione sostenibile delle risorse naturali e i sistemi di protezione sociale nei paesi ACP.

PRESIDENZA: Louis MICHEL

Copresidente

11.   Votazione delle proposte di risoluzione incluse nelle relazioni presentate dalle tre commissioni permanenti

Il copresidente ricorda all'Assemblea le modalità di voto.

Minacce poste nuovamente dai colpi di Stato militari alla democrazia e alla stabilità politica nei paesi ACP e ruolo della comunità internazionale (ACP-UE/101.355/13/def.)

Commissione per gli affari politici

Relazione di Mariya Gabriel e Ana Rita Geremias Sithole (Mozambico)

Emendamenti approvati: 1, 2, 3, 4, 5, 8.

Emendamenti ritirati: 6,7.

La risoluzione così modificata è approvata all'unanimità.

Accordi di partenariato economico - le prossime fasi (ACP-UE/101.293/13/def.)

Commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il commercio

Relazione di Edwin Banda (Malawi) e Patrice Tirolien

Emendamenti approvati: 1, 2, 5, 7 (prima parte), 8.

Emendamenti respinti: 3,4 (votazione per collegi separati richiesta dai gruppi PPE e ALDE), 6, 7 (seconda parte), emendamento orale 1, 9, 10.

I gruppi PPE e ALDE chiedono di procedere a una votazione per parti separate e per collegi separati sul paragrafo 5 e la prima parte del paragrafo viene respinta. La seconda parte del paragrafo è approvata.

I gruppi PPE e ALDE chiedono di procedere a una votazione per collegi separati sul paragrafo 7 e la prima parte del paragrafo viene approvata. La seconda parte del paragrafo è respinta.

Il gruppo PPE chiede di procedere a una votazione per collegi separati sul paragrafo 8, che viene respinto.

Il gruppo S&D chiede di procedere a una votazione per parti separate e i gruppi PPE e ALDE chiedono di procedere a una votazione per collegi separati sul paragrafo 11, che viene respinto.

Il gruppo ALDE chiede di procedere a una votazione per parti separate e i gruppi PPE e ALDE chiedono di procedere a una votazione per collegi separati sul paragrafo 15. La prima parte del paragrafo è approvata e la seconda è respinta.

I gruppi PPE e ALDE chiedono di procedere a una votazione distinta e per collegi separati sul paragrafo 24, che viene respinto.

Il gruppo PPE chiede di procedere a una votazione distinta e per parti separate sul considerando H ed entrambe le parti del considerando sono approvate.

Il PPE chiede di procedere a una votazione distinta sul considerando J, che viene approvato.

Il PPE chiede di procedere a una votazione distinta sul considerando K, che viene approvato.

I gruppi PPE e ALDE chiedono di procedere a una votazione per collegi separati sulla risoluzione così modificata, che viene approvata.

Risorse umane per la sanità nei paesi ACP (ACP-UE/101.294/13/def.)

Commissione per gli affari sociali e l'ambiente

Relazione di Charles W. Kakoma (Zambia) e Edit Bauer

Nessun emendamento presentato.

Il PPE chiede di procedere a una votazione per parti separate e per collegi separati sul paragrafo 8. La prima parte del paragrafo è approvata e la seconda è respinta.

La risoluzione così modificata è approvata all'unanimità.

12.   Votazione delle proposte di risoluzione urgenti

Proposta di risoluzione sulla situazione nella Repubblica centrafricana (ACP-UE/101.376/13/def.)

Emendamenti approvati: 1, 4, 6, 9, 10, 13, emendamento orale sul paragrafo 16.

Emendamento respinto: 7.

Emendamenti ritirati: 3, 5, 8, 11, 12.

Emendamento decaduto: 2.

Proposta di risoluzione sulla situazione nella Repubblica di Guinea (ACP-UE/101.377/13/def.)

Emendamenti approvati: 1, 3, 4, 5, 6, 8, 11, 12, 14, 15, 17, emendamento 18 con un emendamento orale, 21, 22, 23, 24, 25.

Emendamenti respinti: 2, 7, 9, 10, 16, 19, 20.

Emendamenti decaduti: 13, 18.

La risoluzione così modificata è approvata.

13.   Votazione delle modifiche al regolamento dell'Assemblea parlamentare paritetica (AP101.260)

Le modifiche al regolamento dell'APP presentate dall'Ufficio di presidenza a norma dell'articolo 35 del regolamento sono approvate all'unanimità. L'emendamento 4 è approvato con un emendamento orale.

14.   Votazione sul progetto di codice di condotta per i membri dell'Assemblea parlamentare paritetica che partecipano alle delegazioni di monitoraggio elettorale (DV/940953)

Il codice di condotta per i membri dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE che partecipano alle delegazioni di monitoraggio elettorale è approvato all'unanimità.

15.   Varie

Il copresidente Louis Michel informa i membri in merito alla risposta ricevuta da Juan Fernando López Aguilar, presidente della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni sui problemi riscontrati dai membri dell'Assemblea e dalle loro delegazioni nei loro viaggi verso l'Unione europea.

Laurent Ngon Baba (Repubblica centrafricana) ringrazia l'Assemblea per gli impegni assunti nella risoluzione sulla Repubblica centrafricana e fornisce un aggiornamento sul miglioramento della situazione nel suo paese.

Assarid Ag Imbarcaouane (Mali) comunica che è stato firmato un accordo tra le diverse milizie del nord e il governo del Mali.

Guillaume Albert Gomez (Guinea) ringrazia l'Assemblea per la risoluzione costruttiva sulla Guinea.

Il copresidente informa l'Assemblea in merito a due dichiarazioni dei copresidenti, una sulla situazione nel Madagascar e un'altra sull'Eritrea, a seguito di una relazione speciale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Il copresidente Joyce Laboso informa l'Assemblea in merito alle modalità seguite durante le recenti elezioni, alla luce delle contestazioni dei risultati da parte dei mezzi di comunicazione.

Intervengono: Catherine Bearder, Musa Hussein Naib (Eritrea) e Olle Schmidt.

16.   Intervento di Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo

Il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ricorda tra l'altro l'importanza del rispetto della democrazia, dei diritti umani e del "parlamentarismo" in un mondo in costante evoluzione. Sottolinea inoltre l'estrema importanza dell'inclusione di tutti i cittadini nel sistema politico democratico, anche per contrastare la crescente disuguaglianza economica.

Intervengono: Louis Michel, Ismail Elhag Musa (Sudan), Assarid Ag Imbarcaouane (Mali), Alban Sumana Kingsford Bagbin (Ghana), Charles W. Kakoma (Zambia), Adjedoue Weidou (Ciad), Joyce Laboso (Kenya) e Martin Schulz.

17.   Approvazione del processo verbale della seduta del pomeriggio di martedì 18 giugno 2013

Il processo verbale è approvato.

18.   Data e luogo della 26a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica

La 26a sessione dell'Assemblea parlamentare paritetica si terrà dal 25 al 27 novembre 2013 ad Addis Abeba (Etiopia).

(La seduta termina alle 17.45)

Joyce LABOSO e

Louis MICHEL

Copresidenti

Alhaj Muhammad MUMUNI e

Luis Marco AGUIRIANO NALDA

Cosegretari generali


ALLEGATO I

ELENCO ALFABETICO DEI MEMBRI DELL'ASSEMBLEA PARLAMENTARE PARITETICA

Rappresentanti dei paesi ACP

Rappresentanti del PE

LABOSO, (KENYA), copresidente

MICHEL, coresidente

ANGOLA

ALFONSI

ANTIGUA E BARBUDA

ALVES

BAHAMAS

BAUER

BARBADOS

BEARDER

BELIZE

BICEP

BENIN

BULLMANN

BOTSWANA

CALLANAN

BURKINA-FASO

CARVALHO

BURUNDI

CASA

CAMERUN (VP)

CASINI

CAPO VERDE

CASPARY

CIAD

CASTEX

COMORE

CHRISTENSEN

CONGO (Repubblica del) (VP)

COELHO

CONGO (Repubblica democratica del)

DE KEYSER

COSTA D'AVORIO

DELVAUX

DOMINICA

DE MITA

ERITREA

DE SARNEZ

ETIOPIA

DURANT

FIGI

ENGEL

GABON

ESTARÀS FERRAGUT

GAMBIA

FERREIRA, Elisa

GHANA

FERREIRA, João

GIAMAICA

FORD

GIBUTI (VP)

GABRIEL

GRENADA (VP)

GAHLER

GUINEA

GOERENS (VP)

GUINEA EQUATORIALE

GRIESBECK

GUINEA-BISSAU

GUERRERO SALOM

GUYANA

HALL

HAITI

HÄNDEL

ISOLE COOK

HANNAN

ISOLE MARSHALL (Repubblica delle)

HAUG

ISOLE SALOMONE

JENSEN

KIRIBATI

JOLY

LESOTHO

KACZMAREK

LIBERIA

KLASS (VP)

MADAGASCAR

KORHOLA

MALAWI (VP)

KUHN

MALI

KURSKI

MAURITANIA (VP)

LEGUTKO

MAURIZIO (VP)

LE PEN

MICRONESIA (Stati federati di)

LÓPEZ AGUILAR

MOZAMBICO (VP)

LÖVIN

NAMIBIA

McMILLAN-SCOTT

NAURU

MANDERS

NIGER (VP)

MARTIN

NIGERIA

MARTÍNEZ MARTÍNEZ

NIUE

MATO ADROVER

PALAU

MAYER

PAPUA NUOVA GUINEA

MITCHELL

REPUBBLICA CENTRAFRICANA

MIZZI

REPUBBLICA DOMINICANA (VP)

MOREIRA

RUANDA

NEUSER

SAINT KITTS E NEVIS

NICHOLSON (VP)

SAINT VINCENT E GRENADINE

OMARJEE (VP)

SAMOA (VP)

OUZKÝ (VP)

SANTA LUCIA

RIVASI (VP)

SAO TOMÉ E PRINCIPE

ROITHOVÁ (VP)

SENEGAL

RONZULLI (VP)

SEYCHELLES

SCHLYTER

SIERRA LEONE

SCHMIDT

SOMALIA

SCHNELLHARDT

SUD AFRICA

SCOTTÀ

SUDAN

SENYSZYN

SURINAME

SPERONI (VP)

SWAZILAND

ŠŤASTNÝ (VP)

TANZANIA

STRIFFLER

TIMOR-LESTE

STURDY

TOGO

TIROLIEN

TONGA

TOIA

TRINIDAD E TOBAGO

VAUGHAN (VP)

TUVALU

VLASÁK

UGANDA

WEBER

VANUATU (VP)

WIELAND

ZAMBIA

ZANICCHI

ZIMBABWE

ZIMMER


COMMISSIONE POLITICA

Membri ACP

Membri PE

PURCELL (SAMOA), copresidente

CASA, copresidente

MNKANDHLA (ZIMBABWE), VC

KORHOLA, VC

MANGOUALA (GABON), VC

CASTEX, VC

ANTIGUA E BARBUDA

ALFONSI

YEHOUETOME (BENIN)

CALLANAN

NGON-BABA (REPUBBLICA CENTRAFRICANA)

CASINI

CONGO, Repubblica del

DE KEYSER

DIOMANDE (COSTA D'AVORIO)

DURANT

WAÏSS (GIBUTI)

FERREIRA, Elisa

NAIB (ERITREA)

GABRIEL

WAKJIRA (ETIOPIA)

GAHLER

VOCEA (FIGI)

GRIESBECK

GUINEA

HANNAN

DHARAMKUMAR (GUYANA)

HÄNDEL

DERILUS (HAITI)

KACZMAREK

JACKSON (GIAMAICA)

LE PEN

KIRIBATI

LÓPEZ AGUILAR

LIBERIA

MANDERS

IMBARCAOUANE (MALI)

MARTÍNEZ MARTÍNEZ

SITHOLE (MOZAMBICO)

MOREIRA

PALAU

NICHOLSON

TOZAKA (ISOLE SALOMONE)

ROITHOVÁ

SLATER (ST VINCENT E GRENADINE)

SCHMIDT

SWAZILAND

SPERONI

TOGO

STRIFFLER

OULANYAH (UGANDA)

WIELAND


COMMISSIONE PER LO SVILUPPO ECONOMICO, LE FINANZE E IL COMMERCIO

Membri ACP

Membri PE

SALL (SENEGAL), copresidente

CARVALHO, copresidente

LENGKON (VANUATU), VC

LEGUTKO, VC

VAN DER WALT (NAMIBIA), VC

ALVES, VC

DE FONTES PEREIRA (ANGOLA)

BICEP

CHANDLER (BARBADOS)

BULLMANN

MUTIRI WA BASHARA (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO)

CASPARY

KINGSFORD BAGBIN(GHANA)

ENGEL

GUINEA EQUATORIALE

FORD

KEMBI-GITURA(KENYA)

GOERENS

SOFONIA (LESOTHO)

GUERRERO SALOM

BANDA (MALAWI)

JENSEN

ISOLE MARSHALL

KUHN

OULD GUELAYE (MAURITANIA)

MARTIN

MAURIZIO

MATO ADROVER

AHMED (NIGERIA)

MAYER

POLISI (RUANDA)

McMILLAN-SCOTT

SAINT KITTS E NEVIS

MICHEL

LONG (SANTA LUCIA)

MITCHELL

SAO TOMÉ E PRINCIPE

MIZZI

POOL (SEYCHELLES)

OMARJEE

BUNDU (SIERRA LEONE)

SCHLYTER

BUTI MANAMELA (SUD AFRICA)

ŠŤASTNÝ

ELHAG MUSA (SUDAN)

STURDY

PARMESSAR (SURINAME)

TIROLIEN

HAVEA TAIONE (TONGA)

WEBER

KHAN (TRINIDAD E TOBAGO)

ZANICCHI

LEUELU (TUVALU)

 


COMMISSIONE PER GLI AFFARI SOCIALI E L'AMBIENTE

Membri ACP

Membri PE

NDUGAI (TANZANIA), copresidente

RIVASI, copresidente

WEIDOU (CIAD), VC

BAUER, VC

GRENADA, VC

SCHNELLARDT, VC

BAHAMAS

BEARDER

PEYREFITTE (BELIZE)

CHRISTENSEN

MOTLHALE (BOSTWANA)

COELHO

TAPSOBA (BURKINA FASO)

DELVAUX

KARERWA (BURUNDI)

DE MITA

HAMATOUKOUR (CAMERUN)

DE SARNEZ

RAMOS (CAPO VERDE)

ESTARÀS FERRAGUT

DJABIR (COMORE)

FERREIRA, João

MARSTERS (ISOLE COOK)

HALL

DOMINICA

HAUG

JIMENEZ (REPUBBLICA DOMINICANA)

JOLY

BALDEH (GAMBIA)

KLASS

GUINEA-BISSAU

KURSKI

RAVELOSON (MADAGASCAR)

LÖVIN

YOSIWO (MICRONESIA, STATI FEDERATI DI)

NEUSER

NAURU

OUZKÝ

CHEGOU (NIGER)

RONZULLI

NIUE

SCOTTÀ

AIMO (PAPUA NUOVA GUINEA)

SENYSZYN

SOMALIA

TOIA

SUD AFRICA

VAUGHAN

TIMOR LESTE

VLASÁK

KAKOMA (ZAMBIA)

ZIMMER


ALLEGATO II

ELENCO DI PRESENZA ALLA SESSIONE SVOLTASI DAL 17 AL 19 GIUGNO A BRUXELLES (BELGIO).

LABOSO, (Kenya), copresidente

MICHEL, copresidente

DE FONTES PEREIRA (Angola)

ALFONSI (2), (4)

CHANDLER (Barbados)

AYLWARD (3)

PEYREFITTE (Belize)

BAUER

YEHOUETOME (Benin)

BEARDER

MOTLHALE (Botswana)

BICEP

OUEDRAOGO ZARE (Burkina Faso)

BOULLAND (3), (4) (per KUHN, W.)

KARERWA (Burundi)

CARVALHO

HAMATOUKOUR (Camerun) (VP)

CASA (4)

NGON-BABA (Repubblica centrafricana)

CASTEX

WEIDOU (Ciad)

CASHMAN (4) (per TOIA, P.)

MWANDO NSIMBA (CONGO, Repubblica democratica del)

DE KEYZER (3), (4)

NDOUANE (Congo, Repubblica del)

DE SARNEZ (2), (3)

MARSTERS (Isole Cook)

DIAZ DE MERA GARCIA-CONSUEGRA (3) (per DELVAUX, A. )

DIOMANDE (Costa d'Avorio)

ENGEL (2), (4)

WAISS (Gibuti) (VP)

ESTARÀS FERRAGUT

JIMÉNEZ (Repubblica dominicana) (VP)

FISAS AYXELA Santiago (3), (4) (per CASINI, C.)

NAIB (Eritrea)

GABRIEL

DABA WAKJIRA (Etiopia)

GAHLER

MANGOUALA (Gabon)

GOEBBELS (per WEBER, H.)

BALDEH (Gambia)

GOMES (2) (per LÓPEZ AGUILAR, J. F.)

BAGBIN (Ghana)

GUERRERO SALOM

GOMEZ (Guinea)

GURMAI (per FERREIRE, E.)

SEERAJ (Guyana)

HALL (3), (4)

DERILUS (Haiti)

HAUG

JACKSON (Giamaica)

HANDZLIK Malgorzata (4) (per ZANICCHI, E.)

KEMBI-GITURA(Kenya)

KACZMAREK

SOFONIA (Lesotho)

KIIL-NIELSEN (3)

RAVELOSON (Madagascar) (1)

KLASS (VP) (2), (3)

BANDA (Malawi)

LEINEN (per OLE, C.)

ASSARID AG. IMBARCAOUANE (Mali)

MANDERS (3)

DEERPALSING (Maurizio) (VP)

MARTIN

GEORGE (Micronesia - Stati federati di)

MARTÍNEZ MARTÍNEZ (3), (4)

SITHOLE (Mozambico) (VP)

MAYER

VAN DER WALT (Namibia)

MITCHELL (3), (4)

CHEGOU (Niger) (VP)

MUNIZ DE URQUIZA (4) (per LÓPEZ AGUILAR, J.)

AHMED (Nigeria)

NEUSER (3), (4)

AIMO (Papua Nuova Guinea)

OMARJEE (VP) (4)

POLISI (Ruanda) (VP)

PIEPER (4) (per KLASS, C.)

SLATER (Saint Vincent e Grenadine)

PROTASIEWICZ (4) (per COELHO, C.)

PURCELL (Samoa)(VP)

RAPKAY (3) (per BULLMANN, U.)

SALL (Senegal)

RINALDI (2)

POOL (Seychelles)

RIVASI (VP) (3)

BUNDU (Sierra Leone)

ROITHOVÁ (VP) (2)

TOZAKA (Isole Salomone)

RONZULLI (VP) (4)

IKAR (Somalia)

SCHLYTER (3)

DENG (Sud Sudan)

SCHMIDT

MUSA (Sudan)

SCHNELLHARDT (3), (4)

PARMESSAR (Suriname)

SPERONI (VP) (3)

GAMEDZE (Swaziland)

ŠŤASTNÝ (VP)

NDUGAI (TANZANIA) (VP)

STRIFFLER (3), (4)

CORBAFO (Timor Leste)

STURDY (3), (4)

KLASSOU (Togo)

THUN Róża Maria Gräfin von (4) (per DE MITA, L.)

TAIONE (Tonga)

TIROLIEN (3), (4)

KHAN (Trinidad e Tobago)

VAUGHAN (VP) (4)

OULANYAH (Uganda)

WIELAND (3)

LENGKON (Vanuatu) (1)

WOJCIECHOWSKI (3) (per NICHOLSON, J.)

KAKOMA (Zambia)

ZABORSKA (per KORHOLA, E.R.)

MNKANDHLA (Zimbabwe)

ZIMMER (3)

Hanno partecipato inoltre alla riunione:

BARBADOS

BRATHWAITE

BENIN

HOUNGNIGBO

BOTON

LOKOSSOU

BOTSWANA

MOTLHALE

BURKINA-FASO

DOAMBA

OUEDRAOGO ZARE

KERE

CISSE

TAPSOBA

CAMERUN

NJIPENDI KUOTU

CIAD

AFFONO

TEKILO

ADJI

CONGO, Repubblica democratica del

LUTUNDULA APALA

MOLIWA MOLEKO

BASIALA MAKA

LUKUKA

JAV

KAT MUSHITU

NGINDU KABUNDI BIDUAYA

MUKENDI

PIKA FWELO

MENGE

CONGO, Repubblica del

DOUMA

MVOUAMA BANDOUBOULA

MAKAYA

ODZOKI

NKONTA

COSTA D'AVORIO

TOURE

TOURE

DIOMANDE

OUSSEINE

ERITREA

TEKLE

ETIOPIA

DABA

DESTA

GABON

MILEBOU

MAKITA NGADI

RISSONGA

OFOUNDA

GAMBIA

JAGNE

GHANA

ASAMOAH

KEDDEY

ASAMOAH

BROWN

ALIFO

OSEI-MENSAH

GIAMAICA

CLARKE

GUINEA

SYLLA

DIALLO

KENYA

ADEN

KABANDO

ONGUKA

OLOO

WERU

NDINDIRI

CHABITY

NJIRU

HAGGAI

NGALI

MADAGASCAR

RAZAFISON

MALAWI

MWACHANDE

KAUNDA

MAKANDE

MAURITANIA

ZAMEL

OULD HAMOUD

FATOU

MINT BILAL

GUELADIO

MAURIZIO

KOONJUL

MICRONESIA (Stati federati di)

ALLEN

MOZAMBICO

MALENDZA

MATE

MALENDZA

DAVA

NAMIBIA

NAHOLO

NGHILEEDELE

NIGER

OUSMANE

TONDY

MAINA

NIGERIA

MADWATTE

OKORIE

DALHATU

BURAIMO

IBRAHIM

ABDULLAHI

ALHASSAN

AKPAN

AHMED

OLADIPO

ABIMBOLA

IRABOR

REPUBBLICA CENTRAFRICANA

NOUGANGA

SAINT VINCENT E GRENADINE

WALLAST

SAMOA

LUTERU

SENEGAL

SALL

TALL

LO

SEYCHELLES

SAMSON

VEL

SIERRA LEONE

LEWALLY

SOMALIA

AWALE

HASSAN

ALI

SUD SUDAN

DENG

GUALDIT

ABER

SOLOMON

KONG

NYANG

ARIKO

YOKWE

DEBREF

MOU

SUDAN

ABDEL HALIM

OMER

AMIR

SURINAME

CHRISTOPHER

NELSON

SWAZILAND

NHLEKO

TANZANIA

MWANJELWA

TRINIDAD E TOBAGO

KING-ROUSSEAU

JOSEPH

RAMSUBAGH

UGANDA

NABBANJA

AKOL

ZAMBIA

MBEWE

KASHINKA

NGULUBE

KACHALI

MUBANGA

CHOOBE

PHIRI

ZIMBABWE

MLOTSHWA

SAMASUWO

RUKOBO

MLOTSHWA

RATSAKATIKA

ZANZA

CHIDAWANYIKA

MUCHADA

JURU

NYAMUKAPA

CONSIGLIO ACP

Olebile Gaborone, ministro aggiunto per gli alloggi e i terreni (Botswana), presidente in carica del Consiglio ACP

CONSIGLIO UE

Sean Barrett T.D., presidente del Dail Eireann, la camera bassa del parlamento irlandese

COMMISSIONE EUROPEA

RUDISCHHAUSER, Direttore generale aggiunto, DG DEVCO

SEAE

COSTA PEREIRA, capo divisione, Pan-Africa

PETERIS USTUBS

CESE

KING, presidente - commissione di verifica ACP

CSA

BOTO, Capo di gabinetto, Bruxelles

FAO

MAIGA, Funzionario di collegamento, Ufficio di collegamento con l'UE e il Belgio

SEGRETARIATO ACP

MUMUNI, cosegretario generale

SEGRETARIATO UE

AGUIRIANO NALDA, cosegretario generale


(1)  Paese rappresentato da una persona diversa da un parlamentare.

(2)  Presente il 17 giugno 2013

(3)  Presente il 18 giugno 2013

(4)  Presente il 19 giugno 2013


ALLEGATO III

ACCREDITAMENTO DEI DELEGATI NON PARLAMENTARI

Figi

Viliame Naupoto,

Ministro della gioventù e dello sport, capo della delegazione di Figi

Madagascar

Jean Constant Raveloson,

Presidente della commissione per gli affari giuridici e la legislazione del Congresso di transizione, capo della delegazione del Madagascar


ALLEGATO IV

TESTI ADOTTATI

Risoluzione sulle minacce poste nuovamente dai colpi di Stato militari alla democrazia e alla stabilità politica nei paesi ACP e sul ruolo della comunità internazionale

(ACP-UE/101.355/def.)

Risoluzione sugli accordi di partenariato economico - le prossime fasi

(ACP-UE/101.293/def.)

Risoluzione sulle risorse umane per la sanità nei paesi ACP

(ACP-UE/101.294/def.)

Risoluzione sulla situazione nella Repubblica centrafricana

(ACP-UE/101.376/fin)

Risoluzione sulla situazione nella Repubblica di Guinea

(ACP-UE/101.377/def.)

Modifiche al regolamento dell'APP (AP101.347)

Codice di condotta per i membri dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE che partecipano alle delegazioni di monitoraggio elettorale (DV/1003463)

RISOLUZIONE (1)

sulle minacce poste nuovamente dai colpi di Stato militari alla democrazia e alla stabilità politica nei paesi ACP e sul ruolo della comunità internazionale

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi a Bruxelles dal 17 al 19 giugno 2013,

visto l'articolo 18, paragrafo 1, del suo regolamento,

visto il trattato sull'Unione europea,

visto l'accordo di Cotonou,

vista la sua risoluzione del 29 novembre 2012 sulla situazione in Mali,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo del 13 giugno 2012 sul colpo di Stato militare in Guinea-Bissau (2012/2660(RSP)), del 20 aprile 2012 sulla situazione in Mali (2012/2603(RSP)), del 9 giugno 2011 sulla situazione in Madagascar (2011/2712(RSP)) e del 4 settembre 2008 sul colpo di Stato in Mauritania (2008/2623(RSP)),

vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

visti il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 1966 e la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia del 1989,

vista la strategia UE per la sicurezza e lo sviluppo nel Sahel, approvata nel marzo 2011,

vista la dichiarazione di Lomé del 12 luglio 2000 dei capi di Stato e di governo dell'Organizzazione dell'Unità africana (OUA),

visto l'atto costitutivo dell'Unione africana (UA), adottato nel 2000 al vertice di Lomé (Togo) ed entrato in vigore nel 2001,

visti il comunicato rilasciato dai capi di Stato dell'Unione africana il 14 luglio 2012 sulla situazione in Mali (PSC/AHG/COMM/1), la decisione dell'Assemblea dell'UA del 1o luglio 2011 sulla situazione in Madagascar (Assembly/AU/369), la decisione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'UA del 17 aprile 2012 sulla situazione in Guinea-Bissau e la risoluzione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell'UA del 6 febbraio 2009 sulla situazione in Mauritania,

vista la Carta africana per la democrazia, le elezioni e la governance (Carta per la democrazia) adottata dall'Unione africana il 30 gennaio 2007 ad Addis Abeba, Etiopia, ed entrata in vigore il 15 febbraio 2012,

visto il protocollo ECOWAS A/SP1/12/01 sulla democrazia e il buon governo, approvato a Dakar il 21 dicembre 2001,

vista la relazione della commissione per gli affari politici (ACP-UE 101.355),

A.

considerando che le democrazie sono caratterizzate dallo svolgimento di elezioni libere e trasparenti, mediante le quali il potere è trasferito per un determinato periodo a persone legittimate dal popolo attraverso il voto; che le democrazie sono caratterizzate dal rispetto dello Stato di diritto, da un equilibrio tra i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, oltre che dalla libertà di stampa; che l'alternanza democratica rappresenta un passo fondamentale per il consolidamento della democrazia;

B.

considerando che l'adozione di strumenti giuridici a livello dell'Unione africana e dell'ECOWAS contro cambiamenti di governo anticostituzionali non è stata sufficiente a scongiurare l’incidenza crescente dei colpi di Stato militari;

C.

considerando che i cambiamenti di governo anticostituzionali rappresentano senza dubbio seri ostacoli e ardue sfide alle garanzie di pace, sicurezza e sviluppo delle società negli Stati e nelle nazioni che li subiscono;

D.

considerando che in uno Stato democratico, ove si applichi lo Stato di diritto, i sistemi giudiziari e di polizia garantiscono l'applicazione della legge entro i confini nazionali e le forze armate assicurano la sicurezza esterna dello Stato;

E.

considerando che la forte interdipendenza degli Stati, la permeabilità delle frontiere, in particolare al traffico di armi, e l'attività transnazionale dei gruppi terroristici necessitano di risposte regionali per evitare che tali situazioni si replichino negli Stati vicini;

F.

considerando che la ristrutturazione degli eserciti nazionali dei paesi ACP nel periodo post-bellico, attraverso l'inclusione dei ribelli e la loro infiltrazione o amalgama nelle forze regolari, senza considerare criteri di arruolamento oggettivi o le effettive risorse disponibili negli Stati interessati per il mantenimento delle forze armate, compromettono seriamente la professionalità e la natura elitaria degli eserciti repubblicani, creando in tal modo condizioni favorevoli all'ammutinamento, alla ribellione e ai colpi di Stato militari, che ostacolano i processi democratici nei paesi ACP;

G.

considerando che i colpi di Stato e le tensioni interne rappresentano per i gruppi terroristici interni o esterni altrettante occasioni per ampliare la loro influenza e minacciare costantemente la stabilità a livello regionale o su più ampia scala;

H.

considerando che fattori interni e locali quali l'influenza del potere militare sulla vita politica, la corruzione, un'inefficace gestione delle risorse naturali, la politicizzazione e la strumentalizzazione delle tensioni etniche o religiose, rivalità tra le forze militari e di sicurezza nonché le interferenze esterne sono importanti fattori di fragilità per lo Stato e favoriscono il dilagare di crisi e conflitti con il rischio concreto di problemi sociali, politici e di sicurezza;

I.

considerando che i colpi di Stato militari e i cambiamenti di governo anticostituzionali minacciano le popolazioni locali e la capacità di garantire le libertà civili e i diritti umani;

J.

considerando che un elevato incremento demografico in un contesto di povertà costituisce un altro fattore importante di fragilità dello Stato, che potrebbe essere esacerbato dall'accelerazione del processo di urbanizzazione e pertanto aumenta la disoccupazione endemica e mette a repentaglio la sicurezza alimentare, provocando tensioni sociali che possono portare a un'insurrezione o a un colpo di Stato;

K.

considerando che, in contesti di estrema violenza da parte di gruppi armati militari o ribelli nei confronti della popolazione, gli Stati devono far fronte a un gran numero di sfollati, che per la maggior parte rimangono nel paese o si rifugiano nel paese confinante più vicino solo perché non possono permettersi di allontanarsi ulteriormente;

L.

considerando che gli spostamenti di persone, sia all'interno che all'esterno degli Stati in situazione di conflitto, colpiscono in modo particolare le donne, gli anziani e i bambini, ponendoli in una situazione di estrema vulnerabilità;

M.

considerando che la corruzione accresce la fragilità della democrazia favorendo l'insorgenza di nuovi colpi di Stato militari, nuoce al consolidamento di istituzioni statali stabili e democratiche e compromette gli sforzi per la promozione di sane relazioni civili-militari;

N.

considerando che l'impegno attivo dell'intera comunità internazionale nella prevenzione e lo sradicamento di colpi di Stato militari e dei cambiamenti incostituzionali in genere è essenziale per il trionfo dei valori democratici, la stabilizzazione degli Stati in via di sviluppo e il consolidamento della pace nel mondo;

1.

esorta tutti gli attori politici e militari al rispetto della legge internazionale, con particolare riferimento ai diritti dell'uomo, al governo democratico, allo Stato di diritto e all'uguaglianza di genere;

2.

è del parere che dai recenti colpi di Stato si debbano trarre insegnamenti su come gestire il ruolo dell'esercito nella costruzione di uno Stato democratico, il rispetto dello Stato di diritto e la garanzia dell'ordine pubblico e della difesa, creando in tal modo un ambiente capace di favorire lo sviluppo sostenibile;

3.

invita tutti gli attori politici a istituire e assicurare un governo democratico, basato sul pluralismo politico, sulla responsabilizzazione dei cittadini e sul dovuto rispetto di una chiara separazione dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario nonché sul pluralismo politico, sulla responsabilità e trasparenza e sul rispetto dei diritti dell'uomo;

4.

ritiene che la costruzione di una società democratica e la garanzia della stabilità politica richiedano, innanzitutto, una forte volontà politica e una visione ambiziosa da parte dei leader politici, dei governi e dell'opposizione, per creare istituzioni politiche che garantiscano i diritti umani, sociali, economici e ambientali della popolazione;

5.

insiste su un'efficace adozione e applicazione della dottrina in materia di cambiamenti di governo anticostituzionali elaborata dal Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana e dalla Commissione dell'Unione africana, attraverso il loro atto costitutivo, il Protocollo del Consiglio per la pace e la sicurezza, la Dichiarazione di Lomé e la Carta africana per la democrazia, le elezioni e la governance, che stabilisce il quadro di riferimento per la definizione, le sanzioni e il ritorno alla costituzionalità;

6.

sottolinea la funzione dell'applicazione di sanzioni coordinate a livello regionale e internazionale con valenza politica ed economica contro i responsabili di colpi di Stato militari e cambiamenti di governo anticostituzionali, nonché della promozione dell'immediato ritorno alla costituzionalità e allo Stato di diritto;

7.

sottolinea la necessità di reinserire i ribelli e i membri della milizia attraverso l'inclusione nelle forze armate regolari o disarmandoli e gestendo il loro ritorno alla vita civile, il che implica anche il pagamento di un salario regolare e il loro accasermamento; ribadisce l'esigenza di promuovere la professionalizzazione delle forze armate nel quadro dello Stato di diritto, attraverso interventi di formazione che promuovano la deontologia militare della protezione dei civili e valori patriottici e afferma che la rappresentanza delle diverse anime del paese nell'esercito e nelle forze di polizia rafforza la coesione nazionale;

8.

raccomanda che, nel processo di riforma dell'esercito degli Stati nel periodo post-bellico, sia rivolta un'attenzione particolare al profilo degli uomini reclutati, con particolare riferimento le esigenze specifiche del lavoro di soldato, e che si tenga conto delle risorse disponibili e delle reali necessità di ciascuno Stato interessato;

9.

esorta i paesi ACP a includere provvedimenti per la riforma del settore della sicurezza in tutti i piani d'azione volti a istituire e a rafforzare istituzioni democratiche responsabili;

10.

invita al rafforzamento della cooperazione politica regionale per controllare e prevenire i rischi di colpi di Stato e di terrorismo;

11.

ricorda che il disarmo dei ribelli nonché la regolamentazione e il controllo del commercio di armi sono necessari ad assicurare la stabilità politica, dato che tali traffici alimentano anche finanziariamente le organizzazioni mafiose, le forze ribelli e i gruppi terroristici; invita le organizzazioni internazionali e regionali ad attuare programmi idonei per il controllo delle armi;

12.

esorta la Commissione europea e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a dare la priorità e il seguito appropriati al sostegno di elezioni libere, onde consentire la creazione di istituzioni rappresentative del popolo;

13.

esorta la Commissione europea e il SEAE a conferire la dovuta priorità alla riforma del settore della sicurezza e all'addestramento continuo, al consolidamento delle istituzioni e delle strutture statali e alle conseguenze della ricostruzione post-bellica, al fine di potenziare la resilienza e la sostenibilità del funzionamento democratico dei paesi ACP;

14.

ritiene che per garantire la stabilità democratica nei paesi ACP, la politica di sviluppo debba essere al centro della strategia di prevenzione dei conflitti e che i leader politici, le organizzazioni della società civile, i rappresentanti religiosi e le associazioni femminili debbano pervenire a un consenso nazionale in merito a istituzioni adeguate e appropriate, oltre che su procedure definite e concordate tramite le quali poter attuare la pratica democratica;

15.

chiede alla Commissione e al SEAE di garantire il controllo dell'attuazione delle raccomandazioni delle missioni di osservazione elettorale dell'UE inviate negli Stati in corso di transizione, con particolare attenzione alle disposizioni relative alla riforma del settore della sicurezza;

16.

esorta la Commissione europea, il SEAE e i partner regionali e internazionali a impegnarsi per un migliore coordinamento dell'azione esterna e un intervento internazionale più rapido a favore dei paesi che hanno subito un colpo di Stato militare o un cambiamento di governo anticostituzionale, concentrandosi sulla costruzione e sul consolidamento dello Stato di diritto e della nazione e sulla riconciliazione nazionale;

17.

condanna l'utilizzo dello stupro come arma di guerra in numerose zone di conflitto e chiede che sia riconosciuto come crimine contro l'umanità; chiede che sia concesso un sostegno specifico alle vittime di stupro;

18.

condanna l'utilizzo dei bambini-soldato e chiede di perseguire penalmente i capi dei ribelli che vi abbiano fatto ricorso; sottolinea che il reinserimento dei bambini-soldato è una priorità per garantire la stabilità politica a lungo termine e la coesione sociale; ricorda in questo contesto la necessità di garantire l'accesso all'istruzione agli ex bambini-soldato;

19.

ribadisce quale ruolo attivo e positivo possano svolgere le donne nei processi di pacificazione e di ricostruzione, stabilizzazione, democratizzazione e riconciliazione nazionale in generale; esorta la Commissione europea, il SEAE, i paesi ACP e i partner regionali e internazionali a promuovere la rappresentanza femminile nelle posizioni decisionali in ambito politico ed economico, il principio dell'uguaglianza di genere e i diritti delle donne;

20.

incoraggia le autorità pubbliche dei paesi ACP, nonché i partner regionali e internazionali, a elaborare e attuare strategie legislative e programmi per combattere la disoccupazione giovanile e favorire il coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali politici ed economici;

21.

chiede agli Stati interessati e ai loro partner tecnici e finanziari di avviare la riforma del settore giudiziario, con particolare riferimento alla formazione del personale giudiziario;

22.

ricorda l'importanza della ricostruzione post-bellica a lungo termine e riconosce in tale contesto che occorrono sforzi per promuovere una migliore urbanizzazione sostenibile nei paesi ACP e contribuire, in tal modo, alla riduzione della disoccupazione endemica, dell'insicurezza alimentare e dei rischi di tensioni sociali;

23.

raccomanda ai donatori internazionali, ai paesi ACP e ai rispettivi partner regionali di adottare tutti i provvedimenti necessari a promuovere l'istruzione e, in particolare, l'educazione civica fin dai primi anni, e a sensibilizzare tutta la popolazione verso una cultura ispirata alla pace, ai diritti dell'uomo, alla democrazia, allo Stato di diritto e alle libertà civili;

24.

chiede alla Commissione europea e al SEAE di adoperarsi attivamente per i programmi di assistenza nel quadro del periodo post-bellico, per meglio coordinare le azioni urgenti e quelle legate allo sviluppo a lungo termine;

25.

chiede che gli autori di colpi di Stato e di cambiamenti di governo anticostituzionali e i loro complici siano processati;

26.

sollecita un'azione più decisa da parte del Tribunale penale internazionale per una lotta efficace contro l'impunità;

27.

raccomanda che organizzazioni continentali quali l'Unione africana e le comunità economiche regionali promuovano maggiormente una forte interconnessione politica ed economica fra i rispettivi Stati membri, affinché possano affrontare insieme problemi comuni quali il terrorismo, il contrabbando, la criminalità organizzata e il fondamentalismo religioso;

28.

raccomanda che le organizzazioni regionali e i rispettivi Stati membri promuovano la prevenzione dei colpi di Stato militari mediante una chiara identificazione e definizione dei ruoli e delle responsabilità delle élite politiche e militari, così da incoraggiare l'assunzione di decisioni politiche responsabili e l’elaborazione di politiche di difesa responsabili;

29.

raccomanda che organizzazioni continentali come l'Unione africana e organizzazioni regionali come l'ECOWAS utilizzino i rispettivi sistemi di allarme precoce per prevenire e disinnescare a uno stadio iniziale possibili conflitti non solo tra i loro Stati membri ma anche all’interno dei confini nazionali;

30.

esorta la comunità internazionale dei donatori a prestare assistenza alle popolazioni civili vittime delle conseguenze di colpi di Stato militari e di altri cambiamenti di governo anticostituzionali, dedicando particolare attenzione ai gruppi vulnerabili, quali sfollati, donne, anziani e bambini;

31.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione alle istituzioni dell'Unione africana e dell'Unione europea, al Consiglio ACP, all'ECOWAS, all'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD), alla Comunità di sviluppo dell'Africa meridionale (SADC), alla Comunità dei paesi di lingua portoghese, alla Francofonia, al Commonwealth e al Segretario generale delle Nazioni Unite.

RISOLUZIONE (2)

sugli accordi di partenariato economico - le prossime fasi

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi a Bruxelles dal 17 al 19 giugno 2013,

visti l'articolo 21, paragrafo 1, e l'articolo 21, paragrafo 3, del titolo V del trattato sull'Unione europea,

visto l'articolo 18, paragrafo 1, del suo regolamento,

visto l'accordo di partenariato fra i membri del gruppo di Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico da un lato e la Comunità europea e i suoi Stati membri dall'altro, sottoscritto a Cotonou il 23 giugno 2000 (Accordo di Cotonou) (3), in particolare gli articoli 36 e 37, nonché le modifiche apportate all'accordo nel 2005 e nel 2010 (4),

viste le risoluzioni del Parlamento europeo del 26 settembre 2002 contenente le raccomandazioni alla Commissione in ordine ai negoziati relativi agli accordi di partenariato economico con le regioni e gli Stati ACP (5), del 23 marzo 2006 sull'impatto sullo sviluppo degli accordi di partenariato economico (6), del 23 maggio 2007 sugli accordi di partenariato economico (7), del 12 dicembre 2007 sugli accordi di partenariato economico (8) e del 5 febbraio 2009 sull'impatto sullo sviluppo degli accordi di partenariato economico (9),

visto il regolamento (UE) n. 978/2012 del 25 ottobre 2012 relativo all'applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate che abroga il regolamento (CE) n. 732/2008 del Consiglio (10) nonché la risoluzione del Parlamento europeo del 13 giugno 2012 sulla proposta relativa all'applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate (11),

viste le risoluzioni del Parlamento europeo del 13 settembre 2012 (12) e del 16 aprile 2013 (13) sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica l'allegato I del regolamento (CE) n. 1528/2007 del Consiglio per quanto riguarda l'esclusione di alcuni paesi dall'elenco delle regioni o degli Stati che hanno concluso negoziati,

vista la risoluzione del Parlamento europeo del 25 novembre 2010 (14) sui diritti umani e le norme sociali e ambientali negli accordi commerciali internazionali,

vista la risoluzione del Parlamento europeo del 20 novembre 2012 sui lavori dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE nel 2011 (15),

viste le risoluzioni dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE del 19 febbraio 2004 sugli accordi di partenariato economico: problemi e prospettive (16) e del 23 novembre 2006 sulla revisione dei negoziati per gli accordi di partenariato economico (APE) (17),

viste le risoluzioni del Parlamento europeo del 25 marzo 2009 sull'accordo di partenariato economico tra gli Stati del Cariforum, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra (18), del 25 marzo 2009 sull'accordo di partenariato interinale tra gli Stati del Pacifico, da una parte, e la Comunità europea, dall'altra (19), del 25 marzo 2009 sull'accordo di partenariato economico tra la Côte d'Ivoire, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra (20), del 25 marzo 2009 sull'accordo di partenariato economico interinale tra il Ghana, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra (21), del 25 marzo 2009 sull'accordo di partenariato economico interinale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Africa centrale, dall'altra (22), del 25 marzo 2009 sull'accordo interinale che istituisce un quadro per un accordo di partenariato economico tra gli Stati dell'Africa orientale e meridionale, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri dall'altra (23), del 25 marzo 2009 su un accordo di partenariato economico interinale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e gli Stati della SADC aderenti all'APE, dall'altra (24), del 25 marzo 2009 sull'accordo che istituisce un quadro per un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e gli Stati partner della Comunità dell'Africa orientale, dall'altra (25), del 19 gennaio 2011 sull'accordo di partenariato interinale tra la Comunità europea e gli Stati del Pacifico (26),

vista la prima riunione del Consiglio congiunto CARIFORUM-UE, tenutasi il 17 maggio 2010 a Madrid, Spagna, e la seconda riunione del Consiglio congiunto CARIFORUM-UE, tenutasi il 26 ottobre 2012 a Bruxelles,

vista la risoluzione della 95a sessione del Consiglio dei ministri ACP, riunitosi a Port Vila, Vanuatu, dal 10 al 15 giugno 2012, riguardante gli accordi di partenariato economico (APE) (27),

vista la dichiarazione di Sipopo, approvata dai capi di Stato e di governo dei paesi ACP al 7o summit tenutosi nella Guinea Equatoriale il 13 e 14 dicembre 2012 (28),

visto l'Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT), e in particolare l'articolo XXIV di quest'ultimo, nonché le dichiarazioni ministeriali approvate alla quarta sessione della Conferenza ministeriale dell'OMC, riunitasi a Doha il 14 novembre 2001, e la sesta sessione della Conferenza ministeriale dell'OMC, riunitasi a Hong Kong il 18 dicembre 2005,

viste la comunicazione della Commissione europea del 28 novembre 2006 dal titolo ''Comunicazione relative alla modifica delle direttive di negoziato degli accordi di partenariato economico con i paesi e le regioni ACP'' (COM(2006)0673) e la comunicazione della Commissione europea del 23 ottobre 2007 sugli accordi di partenariato economico (COM(2007)0635),

viste le conclusioni del Consiglio ''Affari generali e relazioni esterne'' (CAGRE) dell'aprile 2006, ottobre 2006, maggio 2007, ottobre 2007, novembre 2007 e maggio e giugno 2008,

visto il comunicato rilasciato al termine della trentatreesima sessione ordinaria della conferenza dei capi di governo della comunità dei Caraibi, tenutasi a Gros Islet, Santa Lucia, dal 4 al 6 luglio 2012,

visto l'esito della riunione dei leader dei paesi ACP del Pacifico, tenutasi a Rarotonga, Isole Cook, il 28 agosto 2012,

vista la decisione di stimolare il commercio intra-africano e di introdurre un iter accelerato nell'area di libero scambio continentale (Doc. Assembly/AU/11(XIX)) della diciannovesima sessione ordinaria della conferenza dei capi di Stato e di governo dell'Unione africana, tenutasi ad Addis Abeba, Etiopia, il 15 e 16 luglio 2012,

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio del 27 gennaio 2012 relativa a Commercio, crescita e sviluppo – Ripensare le politiche commerciali e d'investimento per i paesi più bisognosi (COM(2012) 0022 def.),

vista la risoluzione europea del 16 aprile 2013 (29) sul miglioramento dello sviluppo attraverso il commercio,

vista la risoluzione della 97a sessione del Consiglio dei ministri ACP, riunitosi a Bruxelles dal 3 al 5 giugno 2013, riguardante gli accordi di partenariato economico e altre questioni commerciali,

vista la relazione della commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il commercio (AP101.293/13/A/def.),

A.

considerando che il capitolo relativo alla cooperazione commerciale dell'accordo di Cotonou, a norma del quale l'UE ha esteso le preferenze commerciali non reciproche ai paesi ACP, è scaduto il 31 dicembre 2007, e che i paesi ACP e l'UE si apprestano a negoziare APE intesi come strumenti di commercio e sviluppo per i paesi ACP, la maggior parte dei quali sono poco sviluppati;

B.

considerando che, conformemente all'accordo di Cotonou, i negoziati relativi agli APE devono essere avviati ai livelli che gli Stati ACP ritengono appropriati e conformemente alle procedure accettate dal gruppo ACP; che tali negoziati devono inoltre tenere conto dei processi di integrazione regionale attuali e futuri tra gli Stati ACP, nonché delle scelte politiche e delle priorità di sviluppo oggetto di tali processi;

C.

considerando che l'obiettivo principale dei rapporti di cooperazione tra l'UE e i paesi ACP, ai fini dello sviluppo economico, sociale e culturale di questi ultimi, previsto dall'accordo di partenariato di Cotonou consiste nel contribuire alla riduzione e, successivamente, all'eliminazione della povertà, e nel favorire la pace e la sicurezza nonché la stabilità politica e democratica dei paesi ACP, per raggiungere progressivamente gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM); considerando che il collegamento tra la liberalizzazione del commercio e la riduzione della povertà non è automatico; che, tuttavia, le misure commerciali pensate su misura possono essere un forte fattore di crescita e sviluppo, responsabilizzando al contempo le imprese locali e su piccola scala;

D.

considerando che l'accordo di Cotonou si basa sull'uguaglianza dei partner e sull'assunzione della responsabilità delle strategie di sviluppo;

E.

considerando che gli accordi di partenariato economico (APE) dovrebbero essere intesi a sostenere l'integrazione regionale attraverso lo sviluppo del commercio, la crescita sostenibile e la riduzione della povertà promuovendo al contempo la graduale integrazione delle economie ACP nell'economia mondiale;

F.

considerando che la Commissione europea intende raggiungere accordi di ampio respiro per un'integrazione approfondita, che prevedano non solo la liberalizzazione degli scambi di beni, ma anche degli investimenti, degli appalti pubblici e del commercio di servizi, insieme a impegni in materia di diritti di proprietà intellettuale e agevolazione degli scambi commerciali; che gli orientamenti di negoziazione ACP riguardano in primo luogo il miglioramento della cooperazione, al fine di rafforzare le capacità economiche e commerciali dei paesi ACP e di aiutarli a promuovere lo sviluppo sostenibile e a eliminare la povertà, aumentando nel contempo la loro quota del commercio mondiale;

G.

considerando che finora solo la regione del Cariforum ha concluso e sta attuando un APE completo, mentre altre regioni hanno attuato o stanno attuando accordi provvisori ma si sono impegnate a concludere i negoziati sulle questioni ancora aperte;

H.

considerando che gli APE sono concepiti come accordi regionali che potrebbero sostenere l'integrazione dei piccoli e frammentati mercati ACP in economie regionali più forti, ma che con alcuni paesi ACP soggetti a forti pressioni per la firma di accordi individuali sono stati creati regimi commerciali con l'UE differenti rispetto ai paesi limitrofi, minacciando così l'integrazione regionale;

I.

considerando che la Commissione ha proposto di riesaminare gli accordi di partenariato economico interinali nel contesto degli attuali negoziati per gli accordi di partenariato economico finali;

J.

considerando che il settimo summit dei capi di Stato e di governo dei paesi ACP, tenutosi nel dicembre 2012, è giunto alla conclusione che dopo 10 anni di negoziati gli accordi di partenariato economico non hanno dato i risultati auspicati, che le regioni che hanno firmato o avviato gli APE alla fine del 2007 erano per lo più interessate a prevenire il rischio di perturbazioni del commercio e che le questioni controverse sono rimaste irrisolte e pongono forti limiti al margine d'azione o compromettono l'equilibrio di diritti e obblighi dei paesi ACP;

K.

considerando che l'eliminazione dei dazi potrebbe causare un grave disavanzo nei bilanci di molti Stati ACP, che fanno affidamento sui dazi sulle importazioni e sulle imposte sulle esportazioni per gran parte delle loro entrate pubbliche;

L.

considerando che i paesi ACP possono necessitare di ulteriori risorse a copertura dei costi di adeguamento derivanti dagli APE, quali una diminuzione dei ricavi e un'intensificazione della concorrenza, e che contribuiscano alle rispettive capacità di produzione e infrastrutture, sostengano gli sforzi di diversificazione e potenzino la competitività affinché possano trarre vantaggio dall'accesso ai mercati UE, intra-regionali, regionali e globali;

M.

considerando che il regolamento (CE) n. 1528/2007 è stato modificato per eliminare dal campo di applicazione (in relazione all'accesso al mercato in esenzione da dazi e contingenti) i paesi che non hanno adottato le misure necessarie per la ratifica dell'APE entro il 1o ottobre 2014;

N.

considerando che le regioni ACP hanno manifestato apprensione su una serie di tematiche controverse che a loro giudizio pongono forti limiti al margine d'azione e compromettono l'equilibrio di diritti e obblighi nell'ambito degli APE;

O.

considerando che il gruppo ACP ha ribadito il pieno impegno volto ad assicurare che i negoziati siano conclusi fintanto che il loro risultato riguardi le loro preoccupazioni e i loro obiettivi di sviluppo;

P.

considerando che le recenti riforme dell'UE relative al sistema europeo di preferenze tariffarie generalizzate (SPG) metteranno fine alle preferenze commerciali unilaterali di determinati paesi ACP;

1.

sottolinea che la conclusione e l'agevole attuazione di APE equilibrati e completi devono favorire lo sviluppo sostenibile degli Stati ACP e rivolgere la dovuta attenzione alle scelte politiche, alle priorità di sviluppo e al rafforzamento dell'integrazione regionale; ritiene che il rafforzamento delle capacità statali debba continuare ad essere un obiettivo comune e condiviso dell'ACP e dell'UE;

2.

invita l'Unione europea a tradurre in pratica il proprio impegno riguardante la coerenza delle politiche per lo sviluppo, in modo da rafforzare la coerenza tra le politiche in materia di commercio, agricoltura, imposizione fiscale, cambiamenti climatici, investimenti, accesso alle materie prime e sviluppo, contribuendo in tal modo alla trasformazione degli Stati ACP in economie in grado di autosostenersi;

3.

ritiene che gli APE debbano essere negoziati tenendo in considerazione le diverse crisi ed evoluzioni economiche degli ultimi dieci anni;

4.

ricorda l'esigenza di ripristinare la fiducia e un dialogo costruttivo in tutte le discussioni con le regioni ACP; esorta pertanto tutte le parti coinvolte nei negoziati APE a mantenere la volontà politica e un certo grado di flessibilità e pragmatismo al fine di colmare le lacune esistenti nelle tematiche ancora aperte, così da concludere in breve tempo e con reciproca soddisfazione i negoziati in corso per gli APE globali;

5.

ricorda che l'integrazione regionale dei paesi ACP è uno degli obiettivi dichiarati dei negoziati APE;

6.

insiste affinché gli APE e gli altri accordi commerciali si basino sull'acquis delle relazioni commerciali ACP-UE e ribadisce pertanto che, al termine del processo degli APE, nessuno Stato ACP si deve trovare o continuare a trovarsi in condizioni peggiori rispetto ai precedenti accordi commerciali ACP-UE; chiede accordi trasparenti, equi e giusti in materia di scambi commerciali e investimenti con i paesi ACP, che contribuiscano ai loro obiettivi di sviluppo attraverso una serie di criteri sociali e ambientali;

7.

ricorda la posizione iniziale del Parlamento europeo sul regolamento concernente l'accesso al mercato, n. 1528/2007, e la scadenza del termine prevista per il 1o ottobre 2014, affinché gli APE completi siano conclusi, firmati e attuati onde garantire un accesso al mercato stabile, prevedibile e rafforzato per le esportazioni ACP contemplate dagli APE;

8.

sostiene i dibattiti in corso circa l'istituzione di fondi APE regionali, che agevolino la destinazione delle risorse devolute dall'UE e forniscano assistenza finanziaria soprattutto per affrontare gli ostacoli sul fronte dell'offerta e della capacità produttiva, per incrementare la competitività e sostenere le iniziative per la diversificazione dei ricavi, le riforme fiscali e l'attuazione di un buon governo;

9.

sostiene la richiesta dei capi di Stato dei paesi ACP di una maggiore coerenza tra l'agenda per l'integrazione regionale, gli accordi di partenariato economico e gli impegni del ciclo di Doha, attraverso un più stretto coordinamento tra i negoziatori nei tre ambiti per garantire la coerenza;

10.

sostiene la proposta della Commissione di adottare un approccio maggiormente improntato ai bisogni nell'ambito del suo regime di aiuto per il commercio, con un'attenzione maggiore ai paesi meno sviluppati e ai paesi a basso reddito; chiede di porre maggiore enfasi sul rafforzamento, in tali paesi, delle capacità nell'ambito delle infrastrutture e delle competenze, al fine di promuovere strumenti commerciali ben funzionanti;

11.

invita la Commissione europea a dimostrarsi flessibile in merito a tutte le tematiche ancora aperte e controverse, nella prospettiva di risolverle e quindi concedere ai paesi e alle regioni ACP l'opportunità di stimolare l'industrializzazione, lo sviluppo delle industrie nascenti, l'aggiunta di valore, nonché potenziare la percezione di ricavi, in particolare nel contesto di scambi commerciali sud-sud, e consentire il massimo sfruttamento del margine d'azione ai fini dello sviluppo;

12.

invita le parti coinvolte nei negoziati ad assicurare che, durante i negoziati e più specificamente in fase di attuazione, gli impegni assunti nel quadro di un APE e le politiche che ne derivano contribuiscano efficacemente alla riduzione della povertà, allo sviluppo economico degli Stati ACP e alla sostenibilità ambientale;

13.

mette in luce l'importanza degli scambi ACP-UE, sud-sud e intra-regionali nonché dell'integrazione regionale fra i paesi ACP e fra i paesi ACP e PTOM, essenziali per uno sviluppo socio-economico sostenibile che dovrebbe essere sostenuto attivamente da APE individuali, sub-regionali o regionali;

14.

invita l'UE e i paesi ACP a definire congiuntamente lo sviluppo di una strategia capace di accrescere la competitività agricola di questi ultimi che vada oltre l'accesso al mercato, affrontando tematiche di sviluppo rurale, le restrizioni dal lato dell'offerta e l'accesso a microfinanziamenti nella prospettiva di tutelare il sostentamento dei piccoli agricoltori e garantire la sovranità e la sicurezza alimentare;

15.

sottolinea che l'accesso ai microfinanziamenti, che rappresenta uno strumento di credito, assicurazione e risparmio a sostegno degli imprenditori e promuove pertanto gli investimenti sostenibili e lo sviluppo dell'economia locale, deve essere promosso e incoraggiato negli APE;

16.

plaude all'impegno dei capi di Stato e di governo dei paesi ACP per continuare ad accelerare i negoziati e concludere APE destinati a stimolare lo sviluppo socio-economico dei paesi ACP e l'integrazione regionale all'interno del gruppo ACP;

17.

sottolinea che affinché gli APE abbiano effettivamente una dimensione di sviluppo sostenibile, è fondamentale che tali accordi siano oggetto di un seguito attento a livello sia dei negoziati che della loro attuazione;

18.

invita le parti che partecipano ai negoziati a valutare congiuntamente la possibilità di creare un meccanismo di follow-up degli APE avente l'obiettivo di valutare i progressi realizzati, ma anche gli ostacoli da superare nei negoziati e nell'attuazione degli APE;

19.

incoraggia le autorità pubbliche dei paesi ACP a provvedere affinché gli impegni commerciali previsti dagli APE siano in linea con le strategie nazionali di sviluppo e con i programmi indicativi regionali (PIR), al fine di rafforzare la dimensione regionale;

20.

incoraggia l'UE e i partner ACP a far sì che vi sia un adeguamento del calendario degli impegni di liberalizzazione e di quello degli aiuti allo sviluppo;

21.

invita gli Stati ACP a coinvolgere tutte le parti interessate nei negoziati APE e nel processo decisionale onde assicurare l'assunzione di responsabilità del processo a livello locale e la coerenza e il controllo delle iniziative successive;

22.

sottolinea l'importanza del ruolo dei parlamenti e degli attori non statali nel monitoraggio dei negoziati degli APE e della relativa attuazione; esorta al loro coinvolgimento sistematico nei processi di negoziato in corso sulla base di un approccio partecipativo e per la massima trasparenza nel funzionamento delle istituzioni congiunte poste in essere dagli APE;

23.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dei ministri ACP-UE, al Parlamento europeo, alla Commissione europea e alla Presidenza del Consiglio dell'UE, nonché all'Unione africana, al Parlamento panafricano, ai parlamenti nazionali e regionali e alle organizzazioni regionali dei paesi ACP.

RISOLUZIONE (30)

sulle risorse umane per la sanità nei paesi ACP

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi a Bruxelles dal 17 al 19 giugno 2013,

visto l'articolo 18, paragrafo 1, del suo regolamento,

visto l'articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che riconosce la salute come un diritto fondamentale,

visto l'accordo di partenariato ACP-CE (''accordo di Cotonou'') e, in particolare, l'articolo 25, paragrafo 1, lettere b), c), d) e g), sullo sviluppo del settore sociale, l'articolo 29, paragrafo 3, lettera c), sulla cooperazione ACP-UE a sostegno della cooperazione e dell'integrazione regionali, e l'articolo 31, lettera b), punto iii), sulle questioni di genere,

viste le priorità dell'Unione europea definite nel dicembre 2005 nel ''Consenso europeo per lo sviluppo'',

visti gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) fissati dalle Nazioni Unite nel 2000, segnatamente in materia di sviluppo umano (salute e istruzione),

vista la risoluzione del Parlamento europeo sui sistemi sanitari nell'Africa subsahariana e la sanità mondiale (31),

vista la strategia d'azione comunitaria in merito alla carenza di risorse umane per la sanità nei paesi in via di sviluppo (COM(2005)0642),

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, del 21 dicembre 2006, intitolata ''Programma d'azione europeo per ovviare alla grave carenza di operatori sanitari nei paesi in via di sviluppo (2007-2013)'' (COM(2006)0870 def.),

vista la comunicazione della Commissione del 31 marzo 2010 sul ruolo dell'Unione europea nella sanità mondiale (COM(2010)0128),

vista la relazione dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) intitolata ''Working together for health: The World Health Report 2006'' (Lavorare insieme per la salute: rapporto sulla salute nel mondo 2006),

visto il codice di condotta mondiale sul reclutamento internazionale di personale sanitario dell'OMS (WHA63.16), adottato nel maggio 2010 dalla 63a Assemblea mondiale della sanità,

visto il rapporto OCSE del 2010 intitolato ''International Migration of Health Workers: Improving International Co-operation to Address the Global Health Workforce Crisis'' (Migrazione internazionale degli operatori sanitari: migliorare la cooperazione internazionale per fronteggiare la carenza globale di personale sanitario),

vista la relazione OMS di C. Dolea et al., (2010) intitolata ''Increasing access to health workers in remote and rural areas through improved retention'' (Incrementare l'accesso degli operatori sanitari alle zone rurali e periferiche favorendo il loro mantenimento in loco),

vista la relazione dell'OMS dal titolo ''Task shifting: rational redistribution of tasks among health workforce teams, Global recommendations and guidelines'' (Mobilità funzionale: ridistribuzione razionale dei compiti all'interno dei gruppi di personale sanitario – Raccomandazioni e orientamenti a livello internazionale), Ginevra, 2008,

vista la dichiarazione di Kampala, Primo forum globale sulle risorse umane per la sanità, Kampala (Uganda), 2-7 marzo 2008,

vista la strategia comune Unione africana/Unione europea in materia di sanità definita a Lisbona nel dicembre 2007,

visti gli impegni formulati nella dichiarazione di Abuja sull'HIV/AIDS, tubercolosi e altre malattie infettive del 27 aprile 2001,

vista la relazione della commissione per gli affari sociali e l'ambiente (ACP-UE/101.294/13/A/def.),

A.

considerando che occorrono 4 milioni di medici, infermieri, ostetriche e altro personale sanitario per svolgere interventi sanitari di base e per realizzare gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) e che tali obiettivi non possono essere adeguatamente raggiunti senza la formazione, il sostegno e l'occupazione di operatori sanitari che siano equamente retribuiti in funzione delle difficili condizioni di lavoro;

B.

considerando che 38 paesi ACP si trovano in una situazione di grave carenza di personale nel settore sanitario, con il risultato che in Africa si trova quasi il 25% del carico globale di malattia, ma vi si dispone soltanto del 3% del personale sanitario totale a livello mondiale; che pesanti oneri amministrativi e il ricorso a metodi e processi obsoleti assorbono in maniera eccessiva la capacità in termini di personale;

C.

considerando che il diritto alla salute è un diritto fondamentale, sancito dall'articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite;

D.

considerando che occorre trattenere gli operatori sanitari nelle rispettive zone rurali e isolate creando e migliorando l'ambiente di vita e di lavoro e la formazione e fornendo incentivi economici e sostegno personale e professionale;

E.

considerando che l'invecchiamento della popolazione nei paesi ad alto reddito richiede un incremento dei servizi sanitari; che numerosi paesi in via di sviluppo si trovano in una situazione di grave carenza di personale sanitario; che le prescrizioni di riduzione della spesa pubblica nel quadro dei programmi di adeguamento strutturale della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale acuiscono tale problema in molti paesi;

F.

considerando che le iniziative mirate in materia di assunzioni, nonché gli incentivi finanziari e di altro tipo offerti dai ricchi Stati di destinazione, unitamente ai salari bassi, agli ambienti di lavoro inadeguati e precari e ai fragili sistemi sanitari di molti paesi in via di sviluppo, stanno contribuendo alla migrazione internazionale del personale sanitario;

G.

considerando che la delega di responsabilità del servizio medico e sanitario dai quadri più alti al personale sanitario di livello più basso e, in alcuni casi, al personale non professionale (mobilità funzionale e ripartizione dei compiti), se pianificata e attuata con attenzione, può migliorare l'accesso a servizi sanitari di qualità e ridurre i costi;

H.

considerando che, per raggiungere le popolazioni isolate ed emarginate e per fornire una soluzione al problema della carenza di personale sanitario, è essenziale integrare nei sistemi sanitari, senza discriminazioni, gli operatori sanitari della comunità e i professionisti della medicina tradizionale, addestrati per far fronte alle esigenze specifiche di gruppi mirati di beneficiari, quali i pazienti affetti da HIV/AIDS, i lavoratori del sesso, i giovani e le donne in stato di gravidanza; che l'impiego di operatori sanitari della comunità nei programmi sanitari attuati a livello di comunità ha dato risultati positivi ed economicamente vantaggiosi;

I.

considerando che le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) possono essere utilizzate come strumenti per favorire un accesso equo alle cure sanitarie, con particolare riferimento alla diagnosi e alle cure mediante la telemedicina, nonché una maggiore diffusione delle informazioni sulla salute pubblica, oltre ad agevolare il dibattito e il dialogo pubblici sulle principali minacce per la salute pubblica nei paesi ACP;

1.

ritiene che l'istruzione, la formazione e la ricerca medica nei sistemi sanitari dei paesi ACP siano attualmente finanziate in misura insufficiente;

2.

chiede ai paesi ACP, anche in presenza di bilanci pubblici limitati, di sviluppare sistemi e strategie sanitarie più forti al fine di:

i)

promuovere lo sviluppo di un approccio fondato sui diritti umani e sul genere,

ii)

potenziare l'insieme di risorse umane e promuovere un impiego efficace delle risorse, in particolare migliorando l'accesso ai servizi attraverso la mobilità funzionale e la ripartizione dei compiti,

iii)

ottenere un'assistenza sanitaria universale con un numero sufficiente di operatori sanitari qualificati;

3.

osserva che l'OMS ha sottolineato che ''i sistemi sanitari pubblici dei paesi ACP non provvedono alla formazione e all'assunzione di personale sufficiente''; prende inoltre atto della rilevante migrazione interna verso il settore privato e delle ONG;

4.

ribadisce inoltre che la crisi delle risorse umane in ambito sanitario è una questione fondamentale che dovrebbe essere affrontata con urgenza, in particolare nel quadro del dialogo politico ACP-UE; riconosce che una delle cause principali di questa situazione difficile nei paesi in via di sviluppo è la fuga di operatori sanitari che vengono reclutati nei paesi sviluppati; plaude, quale primo passo, al codice di condotta mondiale sul reclutamento internazionale di personale sanitario dell'OMS e invita gli Stati membri dell'UE e gli altri paesi industrializzati a rispettarlo; è del parere che i paesi industrializzati debbano investire nella formazione del proprio personale sanitario;

5.

ribadisce che è necessario che i paesi ACP e i paesi industrializzati, nel rispetto delle esigenze dei primi, risolvano quanto prima il problema della carenza di risorse umane nel settore sanitario, coinvolgendo tutte le parti interessate e con l'aiuto di investimenti finanziari e assistenza tecnica da parte dei donatori;

6.

invita i paesi ACP a realizzare l'obiettivo di Abuja del 2001 di destinare il 15% dei rispettivi bilanci nazionali alla sanità; sollecita i paesi che hanno rispettato tale impegno ad adottare altre misure concrete per una strategia equa e a lungo termine in materia di risorse umane per la sanità, specialmente se non si è ottenuto un impatto positivo in termini di morbilità e mortalità;

7.

invita l'Unione europea e i suoi Stati membri ad aiutare i paesi ACP a raggiungere la spesa sanitaria pro capite raccomandata dall'OMS attraverso l'assistenza tecnica oppure, nel caso dei paesi più vulnerabili e meno sviluppati, attraverso l'aiuto pubblico allo sviluppo;

8.

ricorda che l'indebitamento dei paesi ACP rappresenta un grave ostacolo, che li priva di risorse assolutamente indispensabili per finanziare settori vitali come la sanità e, più in generale, per promuovere lo sviluppo economico; chiede la cancellazione dei debiti, per lo meno per i paesi meno sviluppati, poiché si tratta di debiti odiosi contratti dai governi contro gli interessi del loro popolo;

9.

ritiene che sia necessario consolidare e sviluppare i servizi pubblici, perennemente a corto di fondi e di organico, allo scopo di servire la grande maggioranza della popolazione; osserva che il segmento più ricco della popolazione utilizza il sistema privato e usufruisce di servizi di qualità decisamente superiore;

10.

invita i paesi ACP a coinvolgere tutti gli operatori del settore nell'elaborazione della pianificazione delle risorse umane del settore sanitario, che rappresenta una parte vitale dei piani sanitari nazionali;

11.

invita i paesi ACP a incrementare i finanziamenti diretti al personale sanitario attraverso investimenti nell'assunzione, nell'istruzione e nella formazione degli operatori sanitari su base non discriminatoria, per fornire incentivi adeguati e creare un ambiente di lavoro idoneo e sicuro in grado di trattenere in modo efficace gli operatori sanitari, specialmente nelle zone rurali, e per garantire una distribuzione equa del personale sanitario; chiede, a tale proposito, che il settore sanitario sia escluso dai programmi di adeguamento strutturale della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale;

12.

invita i paesi ACP a inserire nella pianificazione nazionale delle risorse umane del settore sanitario il principio della delega di responsabilità del servizio medico e sanitario dai quadri più alti al personale sanitario di livello più basso; invita gli Stati ACP a esaminare, in sede di pianificazione dei servizi sanitari, le possibilità di migliorare l'efficienza e la qualità dell'assistenza, allo scopo di alleggerire il carico di lavoro del personale in servizio;

13.

invita i paesi in via di sviluppo a sviluppare e/o ripristinare i sistemi e servizi sanitari pubblici e di base e invita l'Unione europea a sostenere tale processo attraverso gli aiuti destinati al rafforzamento delle capacità umane e istituzionali e delle infrastrutture, fra cui il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale medico, la fornitura di idonei apparecchi medici e il trasferimento di tecnologie;

14.

esorta le autorità della sanità pubblica dei paesi ACP a integrare gli operatori sanitari della comunità e i professionisti della medicina tradizionale nei sistemi sanitari formali e ad aumentare il sostegno finanziario e politico a favore di tali operatori e di soluzioni gestite dalle comunità fornendo formazione, supervisione, incentivi e sostegno continuo;

15.

sottolinea l'importanza delle campagne di sensibilizzazione e di prevenzione sanitaria nella lotta contro le epidemie e le pandemie; ritiene essenziale coinvolgere gli operatori sanitari della comunità e i professionisti della medicina tradizionale in tali campagne;

16.

riconosce le potenzialità delle TIC in relazione alla fornitura di servizi sanitari; esorta pertanto i paesi ACP ad attuare politiche e quadri normativi appropriati per l'utilizzo delle TIC nei sistemi sanitari;

17.

riconosce l'importanza del ruolo complementare svolto dalla società civile, dalle autorità locali, dalle comunità, dalle organizzazioni sanitarie pubbliche senza fini di lucro e dalle organizzazioni di volontariato rispetto ai sistemi sanitari pubblici; invita pertanto i paesi ACP a coinvolgere attivamente tutte le parti interessate nel processo di miglioramento dei servizi sanitari;

18.

ritiene che gli Stati membri dell'UE debbano rafforzare il sostegno finanziario e tecnico ai paesi ACP al fine di elaborare piani sanitari nazionali e strategie volte a trovare un punto di equilibrio tra le competenze degli operatori sanitari e le esigenze locali e a fornire un'istruzione di livello universitario e un aumento progressivo della formazione agli operatori sanitari della comunità; è del parere che tali piani debbano essere incentrati sull'obiettivo di garantire la formazione continua e il mantenimento degli operatori sanitari della comunità, in particolare nelle comunità rurali, nonché di promuovere la conoscenza e il rispetto per il loro lavoro, allo scopo di migliorare la loro posizione in seno alla comunità;

19.

suggerisce agli Stati ACP, con il sostegno dell'Unione, di effettuare una valutazione globale delle esigenze in materia di formazione, allo scopo di stabilire le necessità degli Stati in termini di risorse umane per la sanità;

20.

ricorda che il personale sanitario deve essere in grado di esercitare la propria attività in condizioni di lavoro adeguate e invita, pertanto, l'UE e i paesi ACP a concentrarsi sullo sviluppo di infrastrutture mediche e ospedaliere di qualità, soprattutto nelle zone rurali e isolate; esorta l'Unione europea e i paesi ACP ad attuare partenariati tra gli ospedali europei e gli ospedali dei paesi ACP;

21.

prende atto che i paesi ACP non sempre hanno accesso alle cure di ultima generazione; invita l'UE e gli altri donatori a migliorare le condizioni di accesso dei paesi ACP ai farmaci più recenti, in particolare quelli che consentono di curare epidemie e pandemie;

22.

invita gli Stati membri dell'UE ad attuare e monitorare le iniziative illustrate nella comunicazione della Commissione europea dal titolo ''Strategia d'azione comunitaria in merito alla carenza di risorse umane per la sanità nei paesi in via di sviluppo'' (COM(2005)0642), con particolare riferimento al sostegno e al finanziamento dei piani nazionali per le risorse umane;

23.

invita gli Stati membri dell'UE, la Commissione e i governi ACP a sostenere i servizi sanitari integrati, come i programmi in materia di HIV/AIDS e di salute sessuale e riproduttiva, ai fini di una maggiore efficacia ed efficienza anche nel settore delle risorse umane;

24.

rinnova il suo invito agli Stati membri dell'UE ad attuare e monitorare le misure presentate nel programma di azione ''Programma d'azione europeo per ovviare alla grave carenza di operatori sanitari nei paesi in via di sviluppo (2007-2013)'' (COM(2006)0870), in particolare l'elaborazione di un piano di attuazione congiunto e di un quadro di monitoraggio dell'azione nazionale e collettiva dell'UE in materia di risorse umane;

25.

esorta gli Stati membri dell'UE ad attuare e monitorare adeguatamente il codice di condotta mondiale sul reclutamento internazionale di personale sanitario dell'OMS, che favorisce la migrazione circolare come strumento per mitigare la fuga di cervelli dai paesi che subiscono questo fenomeno;

26.

invita gli Stati membri dell'UE a garantire che le loro politiche sull'immigrazione, specialmente quelle che portano a una fuga di cervelli, non compromettano la disponibilità di professionisti del settore sanitario nei paesi terzi, pur rispettando la libertà individuale di movimento e le aspirazioni personali e professionali;

27.

invita gli Stati membri sia dell'UE che dei paesi ACP a promuovere l'assegnazione di incarichi temporanei agli operatori sanitari dei paesi ACP che vivono nei paesi dell'UE e a favorire accordi sui visti per ingressi multipli per gli operatori sanitari, onde consentire loro di seguire corsi di formazione in Europa – continuando a risiedere nei propri paesi d'origine – e di promuovere la creazione di reti;

28.

invita l'UE ad accelerare i progressi verso gli impegni concordati nell'ambito della strategia d'azione dell'Unione europea in merito alla crisi di risorse umane per la sanità nei paesi in via di sviluppo;

29.

sollecita l'UE a inserire l'istruzione e la formazione degli operatori sanitari tra le priorità della futura politica di sviluppo e a garantire che almeno il 20% degli aiuti dell'Unione sia destinato all'istruzione e alle cure sanitarie di base;

30.

insiste affinché il tema delle risorse umane per la sanità sia integrato nell'agenda dello sviluppo post-2015;

31.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dei ministri ACP-UE, al Parlamento europeo, alla Commissione europea, alla Presidenza del Consiglio dell'Unione europea, all'Unione africana, al Parlamento panafricano e al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

RISOLUZIONE (32)

sulla situazione nella Repubblica centrafricana

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi a Bruxelles (Belgio) dal 17 al 19 giugno 2013,

visto l'articolo 18, paragrafo 2, del suo regolamento,

visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 1966 e la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne del 1979,

visti l'articolo 3 e il protocollo II della Convenzione di Ginevra del 1949, ratificata dalla Repubblica centrafricana, che vieta le esecuzioni sommarie, lo stupro, l'arruolamento forzato e altri abusi,

visto lo Statuto di Roma del Tribunale penale internazionale del 1998, ratificato dalla Repubblica centrafricana nel 2001 e successivamente modificato a Kampala nel 2010, che definisce i reati internazionali più gravi, come i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra, inclusi l'omicidio, gli attacchi contro la popolazione civile, la tortura, le razzie, la violenza sessuale, il reclutamento e l'impiego di bambini nelle forze armate e le sparizioni forzate, e che afferma l'obbligo primario di tutte le giurisdizioni nazionali a svolgere indagini e punire tali crimini, in modo da prevenirli,

visto il Protocollo opzionale concernente il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, firmata dalla Repubblica centrafricana,

vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli, ratificata dalla Repubblica centrafricana nel 1986,

visto l'accordo di partenariato 2000/483/CE tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000 e successivamente rivisto nel 2005 e nel 2010,

visto l'Accordo di pace di Libreville tra il governo della Repubblica centrafricana e i movimenti politico-militari dell'Africa centrale dell'Esercito popolare per la restaurazione della democrazia (APRD), del Fronte democratico popolare del Centrafrica e dell'Unione delle forze democratiche per l'unità del 21 giugno 2008,

vista la dichiarazione finale del vertice straordinario dei capi di Stato e di governo della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale (CEEAC), tenutosi il 21 dicembre 2012 a N'Djamena (Ciad),

vista la dichiarazione del 21 dicembre 2012 del commissario europeo per la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi, Kristalina Georgieva, sulla recrudescenza del conflitto nella Repubblica centrafricana;

visto l'accordo di Libreville (Gabon) dell'11 gennaio 2013 sulla risoluzione della crisi politico-militare nella Repubblica centrafricana, firmato sotto l'egida dei capi di Stato e di governo della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale (CEEAC), che stabilisce le condizioni per porre fine alla crisi nella Repubblica centrafricana,

vista la risoluzione del Parlamento europeo del 17 gennaio 2013 sulla situazione nella Repubblica centrafricana (33),

viste la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2088(2013) del 24 gennaio 2013 e le dichiarazioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla Repubblica centrafricana,

viste le dichiarazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, del portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite e dell'inviato delle Nazioni Unite nella Repubblica centrafricana sulla situazione politica nel paese e sul deterioramento della situazione umanitaria e di sicurezza,

viste le dichiarazioni e le decisioni dell'Unione africana (UA) sulla situazione nella Repubblica centrafricana,

vista la dichiarazione del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) sulla situazione nella Repubblica centrafricana,

vista la dichiarazione del 16 aprile 2013 dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navanethem Pillay, in cui auspicava la fine delle violenze e la restaurazione dello Stato di diritto nel paese,

visti i vertici straordinari dei capi di Stato e di governo della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale (CEEAC), tenutisi a N'Djamena (Ciad) il 3 aprile 2013 e il 18 aprile 2013, e viste le loro decisioni di istituire un Consiglio nazionale transitorio con poteri legislativi e costituenti e di adottare una tabella di marcia per il processo di transizione nella Repubblica centrafricana,

vista la risoluzione sul colpo di Stato nella Repubblica centrafricana adottata dal Congresso nazionale della Repubblica Dominicana il 25 aprile 2013, che condanna il colpo di Stato, non riconosce le azioni intraprese dalla coalizione ribelle Seleka ed esorta il Tribunale penale internazionale e tutti gli Stati interessati, inclusa la Repubblica centrafricana, a condurre indagini sui reati che continuano ad essere commessi nel contesto del colpo di Stato e a perseguirli dinanzi alla corte,

visto l'incontro del Gruppo di contatto internazionale del 3 maggio 2013 a Brazzaville (Repubblica del Congo), che ha convalidato la tabella di marcia per il processo di transizione e ha istituito un Fondo speciale di assistenza alla Repubblica centrafricana,

viste le varie fazioni che compongono la coalizione Seleka, segnatamente la Convenzione dei patrioti per la giustizia e la pace (CPJP), l'Unione delle forze democratiche per l'unità (UFDR), il Fronte democratico popolare del Centrafrica (FDPC), la Convenzione patriottica per la salvezza di Kodro (CPSK) e l'Alleanza per la rinascita e la rifondazione (ARR),

A.

considerando che tra dicembre 2012 e marzo 2013 vi sono stati scontri tra la coalizione ribelle Seleka e il governo a seguito del mancato rispetto da parte del presidente François Bozizé degli impegni assunti nel 2008 con l'Accordo di pace di Libreville;

B.

considerando che l'11 gennaio 2013 è stato firmato un accordo di pace tra il governo del presidente Bozizé e i ribelli e altri protagonisti a Libreville (Gabon), che stabiliva una tregua e l'istituzione di un governo provvisorio di unità nazionale in cui i rappresentanti dell'opposizione occupavano ruoli cruciali;

C.

considerando che alla fine di marzo 2013 i ribelli hanno denunciato il fatto che il governo non teneva fede agli impegni assunti con l'accordo di Libreville del gennaio 2013 e che hanno assunto il controllo della capitale, Bangui, il 24 marzo, e del resto del paese, costringendo il presidente Bozizé ad abbandonare il paese;

D.

considerando che il 24 marzo 2013 il capo dei ribelli Michel Djotodia ha preso il potere e che il 26 marzo si è autoproclamato presidente della Repubblica, ha sospeso la costituzione nazionale, ha sciolto l'assemblea nazionale, ha dichiarato un periodo di governo transitorio di tre anni e ha assunto l'impegno di guidare la Repubblica centrafricana fino alle elezioni del 2016;

E.

considerando che il vertice CEEAC del 3 aprile 2013 ha istituito un Consiglio nazionale transitorio che rappresenta tutte le forze attive nel paese e che esercita i poteri legislativi e costituenti; considerando che il vertice ha anche incaricato il Consiglio nazionale transitorio di eleggere, tra i propri membri, un presidente provvisorio e due vicepresidenti, il primo dei quali destinato ad assumere la presidenza del Consiglio nazionale transitorio;

F.

considerando che elezioni libere, democratiche, trasparenti e legittime saranno indette al termine del periodo di transizione di 18 mesi ma che il capo di Stato, il primo ministro, i membri del governo transitorio e i membri dell'ufficio di presidenza del Consiglio nazionale transitorio non potranno candidarsi;

G.

considerando che il vertice CEEAC del 18 aprile 2013 di N'Djamena (Ciad) ha adottato una tabella di marcia per la composizione e il funzionamento del Consiglio nazionale transitorio e ha aumentato il numero dei membri a 135, per garantire una migliore rappresentanza dell'opposizione e della società civile;

H.

considerando che la CEEAC ha deciso, in occasione del vertice del 18 aprile 2013 a N'Djamena (Ciad), di quadruplicare il contingente della Forza multinazionale dell'Africa centrale (FOMAC), aumentando il numero di soldati da 500 a 2 000;

I.

considerando che il primo ministro Nicolas Tiangaye gode del sostegno e del riconoscimento della comunità internazionale per aver contribuito a istituire un quadro che sarà probabilmente accettato da tutti e un ambiente favorevole all'instaurazione della pace e della stabilità nella Repubblica centrafricana; considerando che egli invita al rispetto della tabella di marcia per la composizione e il funzionamento del Consiglio nazionale transitorio, concordata in occasione del summit CEEAC il 18 e 19 aprile 2013;

J.

considerando che il Consiglio nazionale transitorio ha nominato Michel Djotodia presidente provvisorio;

K.

considerando che nell'incontro del Gruppo di contatto internazionale del 3 maggio 2013 a Brazzaville (Repubblica del Congo) è stata adottata la tabella di marcia per il processo di transizione è stato istituito un Fondo speciale di assistenza alla Repubblica centrafricana,

L.

considerando che la situazione nella Repubblica centrafricana continua ad essere estremamente preoccupante, con gravi violazioni dei diritti umani e crimini internazionali commessi da gruppi armati, inclusi omicidi, stupri (anche di minorenni), detenzione arbitraria, sparizioni forzate, tortura, abusi e impiego forzato o arruolamento volontario di minori nei gruppi armati; che la violenza sessuale e l'uso frequente dello stupro quale arma di guerra hanno conseguenze tragiche e devono essere considerati crimini di guerra; che il primo ministro Nicolas Tiangaye ha pubblicamente condannato le violenze e le razzie; che è stata istituita una commissione di inchiesta sui crimini; e che il Tribunale penale internazionale ha deciso di avviare le indagini sui presunti crimini che rientrano nella sua giurisdizione;

M.

considerando che, nonostante l'attuazione graduale delle misure di sicurezza concordate a N'Djamena, la situazione continua ad essere instabile;

N.

considerando che la Repubblica centrafricana è chiamata a fronteggiare notevoli sfide economiche e sociali, poiché i settori pubblico e privato sono stati oggetto di razzie e distruzioni che hanno gravemente compromesso il tessuto amministrativo ed economico del paese e causato disordini sociali;

O.

considerando che anche gli ospedali sono stati oggetto di saccheggi massicci, con conseguenze disastrose per la situazione sanitaria nel paese;

P.

considerando che, a causa della crisi alimentare e delle violenze presenti e passate, decine di migliaia di persone dell'Africa centrale hanno cercato rifugio nei paesi limitrofi o sono sfollate interne; che secondo le stime delle Nazioni Unite vi sono 1,5 milioni di cittadini della Repubblica centrafricana che necessitano di assistenza umanitaria, che vanno ad aggiungersi ai 17 000 congolesi e sudanesi che si sono rifugiati nella Repubblica centrafricana per sfuggire ai combattimenti nei propri paesi;

Q.

considerando che la maggioranza di queste persone si trova in zone in cui non ha accesso ai servizi di base e che l'insicurezza nel paese e il pericolo di attacchi rende difficile un aiuto efficace da parte delle organizzazioni umanitarie;

R.

considerando che il 25 marzo 2013, a seguito della presa di potere da parte dei ribelli nel paese, l'Unione africana ha sospeso la Repubblica centrafricana e ha imposto divieti di viaggio e il congelamento dei beni dei capi dell'insurrezione;

S.

considerando che l'8 aprile 2013 il Consiglio permanente della Francofonia ha deciso di sospendere temporaneamente la Repubblica centrafricana, in attesa di una valutazione degli impegni assunti da tutte le parti interessate nella Repubblica centrafricana;

T.

considerando che l'Unione europea è impegnata in un dialogo politico periodico con la Repubblica centrafricana nel quadro dell'accordo di Cotonou ed è il principale donatore del paese, con aiuti allo sviluppo pari a 137 milioni di euro stanziati fino al 2013 nel quadro del decimo Fondo europeo di sviluppo (FES 2008-2013), oltre ai 14,3 milioni di euro stanziati nel 2012 nel quadro del Fondo per la pace in Africa per la missione di pacificazione MICOPAX;

U.

considerando che anche la Commissione europea, attraverso la direzione generale per gli Aiuti umanitari e la protezione civile (ECHO), ha stanziato 8 milioni di euro nel 2012 per aiutare le persone interessate dal conflitto e gli sfollati nella Repubblica centrafricana, fornendo servizi sanitari di emergenza, forniture alimentari e non alimentari, acqua potabile e servizi sanitari;

V.

considerando che i recenti attacchi dell'LRA, in particolare nella regione di Bria nel nord-est del paese e vicino alle miniere di diamanti, hanno causato oltre una dozzina di vittime;

1.

deplora la presa di potere attraverso un colpo di Stato; chiede che venga restaurato l'ordine costituzionale e invita tutte le parti ad evitare atti di violenza, a rispettare pienamente i diritti umani e a ripristinare l'ordine pubblico, la sicurezza pubblica e la stabilità nel paese;

2.

ribadisce il proprio sostegno alla sovranità, unità e integrità territoriale della Repubblica centrafricana;

3.

osserva con soddisfazione che nel 2008 la Repubblica centrafricana ha aderito all'iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive (EITI); ritiene che la gestione delle abbondanti risorse naturali dell'Africa centrale debba essere oggetto di controlli trasparenti, in particolare in relazione ai pagamenti fatti ai governi da parte delle società di estrazione ed esportazione e alla percentuale di tali introiti utilizzata per i programmi di sviluppo;

4.

prende atto dell'istituzione del Consiglio nazionale transitorio, dell'elezione di un capo di Stato e dell'insediamento di un governo di transizione; prende atto che la transizione durerà 18 mesi, al termine della quale dovranno essere pienamente ripristinati l'ordine e la legalità costituzionale;

5.

invita il governo provvisorio e il Consiglio nazionale transitorio ad assicurare il pieno rispetto dello Stato di diritto e a proteggere la popolazione civile; plaude agli sforzi compiuti finora dalle autorità di transizione e in particolare dal primo ministro Nicolas Tiangaye ed esorta l'intera comunità internazionale a sostenere quest'ultimo e i suoi provvedimenti con tutti i mezzi appropriati;

6.

plaude agli sforzi di mediazione del presidente della Repubblica del Congo e al ruolo attivo delle Nazioni Unite, dell'UA, dell'UE, della CEEAC, dell'Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF), del Sudafrica, del Benin, della Francia e degli Stati Uniti, che hanno contribuito alla firma degli accordi di Libreville;

7.

invita il Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'UA a sostenere attivamente l'attuazione della tabella di marcia e plaude alle misure di sicurezza (raggruppamento e acquartieramento, pattuglie congiunte, ecc.) già adottate dal governo di unità nazionale;

8.

sostiene il governo di unità nazionale nel desiderio di assicurare alla giustizia tutti i responsabili di crimini; si congratula con il governo di unità nazionale per l'istituzione di una commissione d'inchiesta sui crimini;

9.

insiste in particolare affinché i responsabili di violazioni dei diritti umani, crimini di guerra, crimini contro l'umanità, violenze sessuali contro le donne e arruolamento forzato di bambini soldato siano denunciati, identificati, perseguiti e puniti, a norma del diritto penale nazionale e internazionale; sottolinea in tal senso che la situazione nella Repubblica centrafricana è già stata portata dinanzi al Tribunale penale internazionale e che, a norma del suo statuto, non è prevista la prescrizione per il genocidio, i crimini contro l'umanità o i crimini di guerra;

10.

esprime preoccupazione in merito alla situazione umanitaria nel paese, in particolare per i cittadini sfollati della Repubblica centrafricana o che si sono rifugiati nei paesi limitrofi; esorta tutte le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale e il lavoro dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti;

11.

plaude agli aiuti umanitari forniti, in particolare dall'UE, dall'UA e dalle Nazioni Unite, alle popolazioni interessate dal conflitto e agli sfollati nella Repubblica centrafricana e invita dette istituzioni e gli altri partner internazionali e regionali a sostenere attivamente la ricostruzione della Repubblica centrafricana e il processo di consolidamento della pace;

12.

plaude all'azione intrapresa dal governo di unità nazionale in collaborazione con il Programma alimentare mondiale (PAM) volta a fornire risorse alimentari, protezione e distribuzione degli alimenti alle popolazioni sfollate nel paese; si appella urgentemente alla comunità internazionale affinché conceda un massiccio sostegno finanziario che consenta alle autorità di ripristinare i servizi statali;

13.

condanna i crimini di guerra e l'impiego e l'arruolamento, forzato o meno, di bambini-soldato in violazione del diritto internazionale; plaude al desiderio del governo di attuare, nel quadro della riforma del settore della sicurezza, un processo atto a riformare le forze di difesa e di sicurezza; sostiene la volontà del governo di selezionare i combattenti di Seleka e di formarli allo scopo di integrarli nelle forze armate della Repubblica centrafricana, nella gendarmeria e nelle forze di polizia; sostiene le azioni di disarmo, smobilitazione, reintegrazione e rimpatrio dei combattenti, al fine di garantire la sicurezza durante la fase di transizione; invita il governo ad adottare misure simili per fornire sostegno e risarcimento alle vittime della violenza e dei crimini internazionali;

14.

plaude alla decisione della CEEAC di aumentare il contingente di soldati della Forza multinazionale dell'Africa centrale (FOMAC) da 700 a 2 000 e chiede che il mandato della FOMAC sia esercitato sotto l'egida delle Nazioni Unite;

15.

chiede che le operazioni a livello internazionale e regionale per arrestare i membri dell'LRA vengano riprese e intensificate con il consenso della Repubblica centrafricana, in modo da porre fine alle devastazioni che questo gruppo criminale ha inflitto alla popolazione della Repubblica centrafricana;

16.

osserva che la Repubblica centrafricana è ricca di risorse naturali (uranio, greggio, oro, diamanti, ecc.); sottolinea che la trasparenza e il controllo democratico del settore minerario sono quanto mai fondamentali per lo sviluppo del paese;

17.

ritiene altresì necessario far fronte alle conseguenze dei conflitti, in particolare con la riforma delle forze armate e di sicurezza, la smilitarizzazione, la smobilitazione e il reintegro degli ex combattenti, il rimpatrio dei rifugiati, il ritorno degli sfollati interni e l'attuazione di programmi di sviluppo sostenibili;

18.

invita tutti i partiti politici e le parti interessate ad affrontare le cause strutturali di questa crisi ricorrente e ritiene che le decisioni riguardanti il futuro politico, economico e sociale della Repubblica centrafricana, fondato su una transizione pacifica e democratica basata sullo Stato di diritto, la separazione dei poteri e il pieno esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché un accesso equo alle risorse e la ridistribuzione dei profitti, attraverso il bilancio nazionale, spettino alla popolazione della Repubblica centrafricana e a quanti la rappresentano;

19.

plaude al fatto che dal 10 giugno 2013 una quarantina di capi religiosi abbiano tenuto discorsi a Bangui volti a prevenire le tensioni;

20.

incarica i suoi copresidenti a trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dei ministri ACP-UE, al Consiglio dell'Unione europea, alla Commissione europea, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, all'UA, al presidente della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale e all'Organizzazione internazionale della Francofonia, al presidente del Consiglio nazionale transitorio e al governo della Repubblica centrafricana.

RISOLUZIONE (34)

sulla situazione nella Repubblica di Guinea

L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

riunitasi a Bruxelles (Belgio) dal 17 al 19 giugno 2013,

visto l'articolo 18, paragrafo 2, del suo regolamento,

viste le sue precedenti risoluzioni,

visto l'articolo 11, paragrafo 7, dell'accordo di Cotonou riveduto, che riafferma l'impegno delle parti a consolidare la pace e la giustizia internazionale,

A.

considerando che il Professor Alpha Condé, capo di Stato, è stato il primo presidente della Repubblica di Guinea eletto democraticamente da quando il paese ha ottenuto l'indipendenza il 2 ottobre 1958;

B.

considerando che la Guinea ha ratificato lo Statuto di Roma del Tribunale penale internazionale il 14 luglio 2003,

C.

considerando che la procedura elettorale è stata approvata dalla missione elettorale dell'UE, dall'ECOWAS, dall'Unione africana e dall'Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF) e i risultati sono stati avallati dall'intero spettro politico in Guinea e dalla comunità internazionale;

D.

considerando che le autorità della Guinea, per rispettare appieno il processo democratico, hanno deciso, di concerto con la Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI), di indire le elezioni legislative in una data da concordarsi con tutti i partiti interessati, dopo una serie di rinvii richiesti dai partiti di opposizione;

E.

considerando che il 29 marzo 2013, la CENI ha deciso di monitorare la situazione, istituendo con la collaborazione dei partner finanziari, ossia l'Unione europea, gli Stati Uniti, l'OIF, il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite e la Francia, un ''comitato tecnico di monitoraggio'', composto da membri nominati dalla CENI, all'interno del quale verrà garantita pari rappresentanza all'opposizione e alla maggioranza del presidente;

F.

considerando che il rimpasto della CENI volto ad assicurare pari rappresentanza, unitamente alla composizione dell'esecutivo, sono stati concordati in risposta ad una richiesta dell'opposizione e accettati dall'intero spettro politico;

G.

considerando che è stato istituito un ''quadro per il dialogo politico'' tripartito, composto da alcuni facilitatori, incluso un rappresentante delle Nazioni Unite;

H.

considerando che il Rappresentante speciale delle Nazioni Unite per l'Africa occidentale, Said Djinnit, è stato nominato ''facilitatore internazionale'' dalle Nazioni Unite in seguito alle obiezioni dei membri dell'opposizione nei confronti di Lamine Cissé, che era stato nominato senza una consultazione formale;

I.

considerando che l'opposizione aveva invitato al boicottaggio delle elezioni fissate per il 30 giugno 2013 dal presidente della Repubblica, sulla base di una proposta della CENI;

J.

considerando che il ''forum consultivo'' tenutosi dal 3 al 9 giugno ha rivolto l'attenzione ai seguenti aspetti:

(1)

operatore tecnico e registro elettorale;

(2)

diritto di voto per i cittadini della Guinea all'estero;

(3)

funzionamento della CENI;

(4)

calendario delle elezioni;

K.

considerando che durante le consultazioni l'OIF, l'Unione europea, il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, l'ECOWAS, gli Stati Uniti e la Francia hanno garantito che il processo di elaborazione del registro elettorale da parte dell'operatore tecnico fosse sicuro e che hanno dichiarato la propria disponibilità ad adottare eventuali misure supplementari necessarie a rendere sicuro il processo e a mobilitare risorse eccezionali per sostenere le decisioni dei partiti della Guinea;

L.

considerando che l'operatore tecnico incaricato dell'elaborazione della lista elettorale non sarà coinvolto in altre operazioni del processo elettorale;

M.

considerando che il facilitatore internazionale, a nome di tutti i facilitatori e della comunità internazionale che rappresenta, ha fatto appello all'opposizione, affinché accetti di partecipare alle elezioni, alla luce di tutte le garanzie ed assicurazioni summenzionate;

N.

considerando che la partecipazione alle elezioni da parte dei cittadini della Guinea all'estero è stata accettata alle stesse condizioni applicate alle elezioni presidenziali del 2010, e sulla base delle liste stilate allora;

O.

visto l'accordo sulle misure da adottare per colmare le lacune della CENI;

P.

considerando che l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione si è congratulata con il presidente Condé per i significativi progressi compiuti nel dialogo politico con l'opposizione e ha affermato che era in corso una procedura in seno al Consiglio, volta ad assicurare che i fondi stanziati nel quadro del decimo Fondo europeo di sviluppo sarebbero stati mantenuti, a condizione che si svolgano elezioni libere e trasparenti prima del 31 ottobre 2013;

Q.

considerando che il Segretario generale delle Nazioni Unite il 12 giugno 2013 ha affermato che "trovava incoraggianti i progressi compiuti dalle parti coinvolte nel dialogo politico interno in Guinea" e che l'atmosfera positiva avrebbe "creato le condizioni per elezioni libere, eque e pacifiche";

R.

considerando che l'incertezza politica danneggia l'economia del paese;

S.

viste le violenze della fine di febbraio - inizio marzo 2013, e le nuove violenze di aprile e maggio, che hanno seguito gli inviti dell’opposizione a manifestare e hanno causato diversi morti e centinaia di feriti;

T.

considerando che lo Stato di diritto implica l'osservanza da parte di tutte le istituzioni, la separazione dei poteri e il libero esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la responsabilità penale, il risarcimento delle vittime e l'uguaglianza di tutti dinanzi alla legge;

U.

considerando che l'istituzione del ministero per i Diritti umani e le libertà civili e della commissione per la verità e la riconciliazione, la prima nella storia del paese, rappresenta un primo passo nella giusta direzione per risolvere i problemi del paese in modo pacifico e democratico;

V.

considerando che la faziosità politica rappresenta una grave minaccia alla stabilità in Guinea;

W.

considerando che il presidente della Repubblica ha avviato la riforma dei servizi di sicurezza;

1.

plaude al fatto che la transizione alla democrazia si stia avviando al termine, grazie alla decisione delle autorità della Guinea, di concerto con la CENI e la società civile, di completare il processo di democratizzazione con l'indizione a breve di elezioni libere e trasparenti all'Assemblea nazionale;

2.

plaude ai progressi compiuti nel dialogo e all'accordo raggiunto tra i partiti politici il 9 giugno 2013, sotto la guida del governo e di tre facilitatori, per quanto riguarda l'operatore tecnico e il registro elettorale, il diritto di voto dei cittadini della Guinea all'estero, il funzionamento interno della CENI e il principio di riapertura e revisione delle liste elettorali; chiede che l'accordo sia rispettato e attuato;

3.

plaude alla dichiarazione dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione del 12 giugno 2013 sui progressi compiuti nel dialogo politico interno in Guinea e sul mantenimento dei fondi stanziati alla Guinea nel quadro del decimo Fondo europeo di sviluppo a condizione che siano indette elezioni libere e trasparenti entro il 31 ottobre 2013;

4.

plaude all'assistenza tecnica fornita dall'UE e da altri partner bilaterali e multilaterali per salvaguardare e garantire la trasparenza e la credibilità delle elezioni;

5.

invita l'Unione europea, l'Unione africana, l'OIF, l'ECOWAS e le Nazioni Unite a continuare a seguire da vicino il processo elettorale;

6.

invita i politici della Guinea a concentrarsi sul dialogo e sulle consultazioni per superare le loro divergenze e a procedere con le elezioni, al fine di rafforzare il processo di democratizzazione in Guinea;

7.

esorta le forze politiche a proseguire la transizione democratica avviata con l'elezione di Alpha Condé a presidente e a rispettare la democrazia, le istituzioni e i diritti dell'opposizione; ritiene che, affinché le prossime elezioni possano essere parte integrante del processo di democratizzazione, occorre che siano libere e trasparenti;

8.

sottolinea l'importanza di un'opposizione libera con diritti e doveri consolidati e rispettati, incluso il diritto a manifestare pacificamente; osserva che tale opposizione costituisce uno dei poteri di compensazione necessari per il corretto funzionamento della democrazia;

9.

esprime apprensione per i rischi di violenza intercomunitaria e invita i leader politici a rinunciare alla faziosità nell'interesse della stabilità, della coesione e dell'armonia sociale;

10.

invita le forze politiche ad assumersi le proprie responsabilità compiendo gli sforzi necessari per non pregiudicare la pace civile e ponendo fine alle provocazioni e alla violenza; invita altresì le forze di sicurezza del paese a rispettare il diritto di manifestare pacificamente e ad assicurare la sicurezza della popolazione civile, rispettando al contempo i diritti umani e lo Stato di diritto;

11.

plaude alla creazione di un contesto continuo per il dialogo, con la partecipazione di tre facilitatori, incluso un rappresentante delle Nazioni Unite, sullo svolgimento delle elezioni legislative e il consolidamento dello Stato di diritto e dei principi democratici in Guinea;

12.

plaude all'impegno assunto dal capo dello Stato per assicurare la trasparenza e l'affidabilità del processo elettorale e alla sua decisione di concedere l'amnistia alle persone arrestate nel corso di proteste politiche;

13.

plaude all'impegno assunto il 24 aprile 2013 dal governo e dai partiti di maggioranza e di opposizione di superare le controversie unicamente con mezzi pacifici; deplora il fatto che ciò non sia finora avvenuto; esprime il suo cordoglio alle famiglie delle vittime; auspica che in futuro le parti terranno fede all'impegno;

14.

insiste affinché le autorità giudiziarie investighino e trattino con la dovuta diligenza ed equità tutti i casi di violazione dei diritti umani;

15.

prende atto della dichiarazione del Segretario generale delle Nazioni Unite del 25 aprile 2013 in cui esprimeva soddisfazione per i progressi compiuti in Guinea per la ripresa del dialogo politico, e in particolare per l'impegno assunto dal capo di Stato di garantire la trasparenza e l'affidabilità delle elezioni con il sostegno dei partner internazionali; accoglie con favore la sua dichiarazione del 12 giugno 2013 in cui sottolineava i progressi compiuti nel creare le condizioni per elezioni libere, eque e pacifiche;

16.

plaude all'impegno del presidente della Repubblica di Guinea a rispettare i risultati delle elezioni, quali essi siano, e auspica che i leader dell'opposizione ne seguano l'esempio;

17.

plaude all'istituzione del ministero per i Diritti umani e le libertà civili e della commissione per la verità e la riconciliazione; sottolinea che le due istituzioni devono ricevere tutto il sostegno necessario per poter svolgere il proprio lavoro; insiste sulla necessità che la commissione per la verità e la riconciliazione sia indipendente, in modo che i problemi dei cittadini possano essere risolti pacificamente e democraticamente;

18.

ritiene che un sistema giudiziario e media indipendenti siano essenziali ai fini della formazione e regolamentazione dell’applicazione delle pratiche democratiche volte al rafforzamento dello Stato di diritto, alla creazione di istituzioni democratiche, compreso un parlamento funzionante, alla rappresentazione del pluralismo politico e al rafforzamento del ruolo della società civile; invita i donatori a fornire sostegno per il rafforzamento del sistema giudiziario in Guinea;

19.

è del parere che una gestione attenta delle abbondanti risorse naturali della Guinea, inclusa l'istituzione di un meccanismo di controllo trasparente volto a rendere pubbliche le somme pagate dalle società di estrazione ed esportazione al governo e la percentuale di tali introiti utilizzata per i programmi di sviluppo, contribuirà a risolvere i problemi di povertà diffusa tra la popolazione della Guinea e a gettare le basi per uno sviluppo sostenibile;

20.

plaude agli sforzi compiuti dalle autorità della Guinea per migliorare la gestione macroeconomica nel paese, che hanno consentito di rinnovare le relazioni con tutti i donatori bilaterali e multilaterali, incluse le istituzioni di Bretton Woods, e a completare l'iniziativa a favore dei paesi fortemente indebitati (HIPC);

21.

invita le autorità politiche a non perdere di vista le altre priorità fondamentali per lo sviluppo sostenibile del paese;

22.

invita il Consiglio, la Commissione, gli Stati membri dell'UE, i paesi ACP, le Nazioni Unite, l'ECOWAS, l'OIF, gli Stati Uniti, la Francia e il Segretariato ACP a continuare a sostenere le autorità della Guinea per quanto riguarda lo svolgimento di elezioni legislative libere e trasparenti;

23.

esprime la propria solidarietà al popolo della Repubblica di Guinea e sostiene il suo desiderio di vedere la fine del periodo di transizione e l'istituzione della democrazia;

24.

incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione alle istituzioni dell'UE, all'Unione africana, al gruppo ACP, all'ECOWAS, all'OIF, agli Stati Uniti, alla Francia, al Segretario generale delle Nazioni Unite e alle autorità della Guinea.

MODIFICHE AL REGOLAMENTO DELL'ASSEMBLEA PARLAMENTARE PARITETICA ACP-UE PRESENTATE DALL'UFFICIO DI PRESIDENZA IN CONFORMITÀ DELL'ARTICOLO 35 DEL REGOLAMENTO

Regolamento dell'assemblea Parlamentare paritetica

Articolo 1

Assemblea parlamentare paritetica

1.   L'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE (in appresso "l'Assemblea") è costituita in conformità dell'articolo 17 dell'accordo di partenariato firmato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, dall'altro.

2.   L'Assemblea è composta da due camere formate da un numero uguale di rappresentanti dell'Unione europea e degli Stati ACP. I membri dell'Assemblea parlamentare paritetica sono, da un lato, membri del Parlamento europeo e, dall'altro, parlamentari o, in mancanza, in casi eccezionali, quali casi di forza maggiore, di cui deve essere trasmessa notifica anticipatamente e per iscritto all'Ufficio di presidenza dell'Assemblea di cui all'articolo 2 (nel prosieguo: "Ufficio di presidenza"), rappresentanti designati dal parlamento di ciascuno Stato ACP. Nel caso di uno Stato ACP che non abbia un Parlamento, la partecipazione, senza diritto di voto, di un rappresentante di tale Stato è soggetta all'approvazione preliminare dell'Assemblea.

3.   I poteri dei membri dell'Assemblea vengono attestati da una designazione scritta emanante, per i rappresentati degli ACP, dalle autorità competenti dei loro rispettivi Stati e, per i rappresentanti del Parlamento europeo, dal Presidente di quest'ultimo.

Articolo 2

Ufficio di presidenza

1.   Ogni camera elegge i suoi membri all'Ufficio di presidenza conformemente alla sua prassi.

2.   L'Ufficio di presidenza si compone di due copresidenti con identici poteri e di ventiquattro vicepresidenti. I membri dell'Ufficio di presidenza sono designati, rispettivamente, una metà dai rappresentanti degli Stati ACP e l'altra metà dai rappresentanti del Parlamento europeo, conformemente alle procedure fissate da ciascuno delle due camere.

3.   L'Ufficio di presidenza prepara i lavori dell'Assemblea, controlla il seguito dato alle attività e alle risoluzioni dell'Assemblea e stabilisce tutti i contatti necessari con il Consiglio dei ministri ACP-UE, e con il Comitato degli Ambasciatori ACP-UE.

4.   L'Ufficio di presidenza è responsabile del coordinamento dei lavori dell'Assemblea. Esso può designare alcuni dei suoi membri quali vicepresidenti responsabili di questioni specifiche, in conformità con il principio di parità tra i membri dei parlamenti degli Stati ACP e i membri del Parlamento europeo.

5.   L'Ufficio di presidenza si riunisce, su iniziativa dei suoi copresidenti, almeno quattro volte all'anno; due delle riunioni hanno luogo nei giorni precedenti le sessioni dell'Assemblea.

6.   L'Ufficio di presidenza sottopone all'approvazione dell'Assemblea l'ordine del giorno delle discussioni. Esso ha la responsabilità di assicurare che, nella misura del possibile, metà dei punti iscritti all'ordine del giorno riguardino temi di interesse comune.

Esso può proporre di limitare il tempo di parola per le discussioni.

7.   L'Ufficio di presidenza è competente per quanto concerne la composizione e la ripartizione delle competenze delle commissioni permanenti di cui all'articolo 25 ("commissioni permanenti").

8.   L'Ufficio di presidenza è competente per quanto concerne l'autorizzazione all'elaborazione di una relazione o di una relazione contenente un progetto di risoluzione da parte delle commissioni permanenti.

9.   L'Ufficio di presidenza può altresì presentare questioni all'esame delle commissioni permanenti che, successivamente, possono chiedere l'autorizzazione di elaborare una relazione su un tema specifico.

10.   L'Ufficio di presidenza è responsabile della verifica del seguito dato alle risoluzioni e alle decisioni dell'Assemblea. Nel caso di risoluzioni presentate da una commissione permanente, esso può delegare tale responsabilità di verifica al presidente e al relatore della commissione permanente in questione.

11.   La competenza per la discussione, a porte chiuse, di singoli casi in materia di diritti umani spetta all'Ufficio di presidenza.

12.   Le riunioni dell'Ufficio di presidenza non sono pubbliche.

Articolo 3

Presenza di altre istituzioni

1.   Il Consiglio dei ministri ACP-UE, a norma dell'articolo 15 dell'accordo di partenariato, è invitato a presentare all'Assemblea la propria relazione annuale sull'applicazione dell'accordo di partenariato. Tale presentazione è seguita da una discussione.

2.   Il Consiglio dei ministri ACP, il Comitato degli Ambasciatori ACP, nonché il Consiglio dell'Unione europea, l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza (in appresso: "Alto rappresentante") e la Commissione europea possono partecipare, su invito dell'Ufficio di presidenza, alle sessioni dell'Assemblea.

3.   Il Consiglio dei ministri ACP, il Consiglio dell'Unione europea, l'Alto rappresentante e la Commissione europea possono partecipare, su invito dell'Ufficio di presidenza, alle riunioni dell'Ufficio di presidenza in relazione a punti che riguardano i rispettivi ambiti di competenza.

Articolo 4

Osservatori e altri ospiti

1.   I seguenti Stati, in qualità di osservatori permanenti, possono inviare un rappresentante a partecipare alle sessioni dell'Assemblea:

a)

gli Stati che stanno procedendo alla ratifica dell'accordo di partenariato;

b)

gli Stati che sono membri del gruppo ACP.

Gli osservatori permanenti possono rivolgersi direttamente all'Assemblea.

2.   Altre organizzazioni o altri organismi possono partecipare, in qualità di osservatori, alle sessioni dell'Assemblea, alle riunioni delle commissioni permanenti e alle riunioni parlamentari regionali su invito dei copresidenti, previo accordo dell'Ufficio di presidenza.

Essi possono, caso per caso, rivolgersi all'Assemblea o intervenire durante le riunioni di commissione, previo accordo rispettivamente dell'Assemblea o dell'Ufficio di presidenza della commissione interessata.

3.   Gli osservatori, permanenti o meno, non hanno diritto di voto.

4.   La partecipazione, con funzioni consultive, di altri ospiti, quali rappresentanti della società civile alle sessioni dell'Assemblea, alle riunioni delle commissioni permanenti e alle riunioni regionali dell'Assemblea è approvata dall'Ufficio di presidenza caso per caso.

Articolo 5

Sessioni dell'Assemblea

1.   L'Assemblea si riunisce due volte all'anno, per un periodo di tre giorni; le sue sessioni sono convocate dai suoi copresidenti e si riuniscono alternativamente in uno Stato ACP e in uno Stato membro dell'Unione europea, se possibile quello che esercita la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea.

2.   La fissazione del luogo di sessione deve rispettare un'alternanza tra le regioni del gruppo di Stati ACP e gli Stati membri dell'Unione europea.

3.   Su richiesta dell'Ufficio di presidenza o del Consiglio dei ministri ACP-UE, l'Assemblea può essere convocata dai copresidenti in sessione straordinaria.

Articolo 6

Riunioni regionali dell'Assemblea

1.   A norma dell'articolo 17, paragrafo 3 dell'accordo di partenariato, l'Assemblea può tenere riunioni parlamentari regionali. Tali riunioni sono decise su richiesta dell'Ufficio di presidenza o delle regioni interessate.

2.   Ai fini del presente regolamento il termine “regione” si riferisce ad entità definite dai parlamenti nazionali degli Stati ACP. Ogni entità così definita è soggetta all'approvazione definitiva dell'Assemblea.

3.   Partecipano alle riunioni regionali un rappresentante di ogni Stato ACP della regione e un numero equivalente di membri del Parlamento europeo.

4.   L'Assemblea tiene al massimo tre riunioni regionali all'anno, della durata massima di tre giorni ciascuna. Qualora ne siano tenute più di due, una avrà luogo a margine della sessione tenuta in uno Stato ACP. Tali riunioni adottano conclusioni sotto forma di comunicato. Il presente regolamento si applica mutatis mutandis alle riunioni regionali.

5.   Le riunioni regionali riguardano questioni di interesse regionale e di attualità, specialmente i documenti strategici regionali e nazionali della regione interessata. Alla successiva sessione dell'Assemblea è presentata una relazione di follow-up per ciascuna riunione regionale.

6.   Prima di ogni riunione regionale, viene redatta una relazione su ciascuna regione ACP da discutersi nel contesto di tale riunione regionale.

Articolo 7

Ordine del giorno

1.   L'Ufficio di presidenza elabora il progetto di ordine del giorno della sessione. Tale progetto è sottoposto dai copresidenti all'approvazione dell'Assemblea. I temi sono attinenti alla cooperazione allo sviluppo tra l'Unione europea e gli Stati ACP nel quadro dell'accordo di partenariato.

Il progetto di ordine del giorno di ogni sessione comprende le seguenti categorie di argomenti:

i)

le relazioni presentate dalle commissioni permanenti. Esse saranno limitate a tre per tornata. La lunghezza delle proposte di risoluzione contenute nelle relazioni è stabilita nell'allegato II del presente regolamento.

ii)

gli argomenti d'urgenza proposti da una commissione permanente o presentati dallo stesso Ufficio di presidenza. L'iscrizione di argomenti d'urgenza rimane un'eccezione e non può essere superiore a due per tornata. Ulteriori argomenti sono trasmessi alla commissione permanente responsabile;

iii)

un argomento di rilievo per un dibattito di alto livello.

2.   Un rappresentante degli Stati ACP, un gruppo politico o dieci membri possono presentare una proposta di risoluzione sugli argomenti di urgenza. Le proposte di risoluzione devono limitarsi ai temi d'urgenza già iscritti nel progetto di ordine del giorno della tornata e non possono superare la lunghezza stabilita nell'allegato II. Le proposte di risoluzione devono essere presentate al più tardi quattro settimane prima dell'inizio della tornata nel corso della quale devono essere discusse e poste in votazione.

3.   In caso di urgenza, i copresidenti possono aggiornare il progetto di ordine del giorno tra le riunioni dell'Ufficio di presidenza mediante procedura scritta e/o procedura di approvazione tacita.

4.   Le proposte di risoluzione relative ad argomenti d'urgenza sono presentate all'Ufficio di presidenza, il quale verifica che ognuna di esse risponda ai requisiti stabiliti al paragrafo 2, figuri iscritta all'ordine del giorno e sia disponibile in inglese e francese. Le proposte dell'Ufficio di presidenza sono soggette all'approvazione dell'Assemblea.

5.   L'Ufficio di presidenza trasmette per informazione alla commissione competente le proposte di risoluzione sugli argomenti d'urgenza.

Articolo 8

Numero legale

1.   Il numero legale è raggiunto quando si trovino riuniti un terzo dei rappresentanti degli Stati ACP e un terzo dei rappresentanti del Parlamento europeo.

2.   Le votazioni sono valide a prescindere dal numero dei votanti, a meno che il presidente, su richiesta fatta da almeno dieci membri prima dell'inizio dei voti, constati che il numero legale non è stato raggiunto al momento della votazione. In assenza del numero legale, la votazione è iscritta all'ordine del giorno della seduta successiva.

Articolo 9

Presidenza delle sedute

1.   I copresidenti decidono di comune accordo chi tra i due assumerà la presidenza di ogni seduta dell'Assemblea.

2.   Il presidente apre, sospende e toglie le sedute, fa osservare il regolamento, mantiene l'ordine, concede la facoltà di parlare, dichiara chiuse le discussioni, mette le questioni ai voti e proclama i risultati delle votazioni.

3.   Il presidente può prendere la parola in un dibattito solo per esporre la questione o richiamare alla medesima; se intende partecipare a un dibattito, abbandona il seggio presidenziale.

4.   I copresidenti possono farsi sostituire alla presidenza dell'Assemblea da un vicepresidente.

Articolo 10

Disposizione dei posti

I membri siedono in ordine alfabetico. Tale ordine è determinato per i rappresentanti del Parlamento europeo dal cognome e per i rappresentanti degli Stati ACP dal loro cognome e dal nome del paese di provenienza; la lettera iniziale dell'ordine alfabetico è modificata in modo consecutivo a ogni sessione.

Articolo 11

Lingue ufficiali

1.   Le lingue ufficiali dell'Assemblea sono il bulgaro, il ceco, il danese, l'estone, il finlandese, il francese, il greco, l'inglese, l'italiano, il lettone, il lituano, il maltese, l'olandese, il polacco, il portoghese, il romeno, lo slovacco, lo sloveno, lo spagnolo, lo svedese, il tedesco e l'ungherese.

Per tutte le riunioni che si tengono nei luoghi di lavoro consueti del Parlamento europeo è assicurato un servizio d'interpretazione in tutte le lingue di lavoro dei membri del Parlamento europeo effettivamente presenti. Per tutte le riunioni che si tengono al di fuori dei luoghi di lavoro consueti del Parlamento europeo, un servizio d'interpretazione é assicurato conformemente alle norme interne del Parlamento europeo applicabili, quali contenute nelle norme che regolano le riunioni dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE e i suoi organismi, stabiliti dalla decisione dell'Ufficio di presidenza del Parlamento europeo del 10 febbraio 2003 (35). Per ogni riunione è assicurato un servizio di traduzione in inglese e francese.

2.   Gli atti approvati dall'Assemblea sono pubblicati nelle lingue ufficiali. I documenti preliminari e i documenti di lavoro sono pubblicati almeno in inglese e in francese.

Articolo 12

Pubblicità dei lavori

Le sessioni dell'Assemblea sono pubbliche, salvo che quest'ultima decida altrimenti.

Articolo 13

Verbali

1.   Il processo verbale di ogni seduta contiene le decisioni dell'Assemblea e i nomi degli oratori. Esso viene distribuito durante la seduta successiva.

2.   Il processo verbale è pubblicato dal Parlamento europeo nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea e dal Segretariato ACP secondo le modalità che esso ritiene più appropriate. Il processo verbale dell'ultima seduta della sessione è presentato per approvazione all'inizio della sessione successiva ed eventuali modifiche sono pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e dal Segretariato ACP secondo le modalità che esso ritiene più appropriate.

Articolo 14

Dichiarazioni e comunicati stampa dei copresidenti

1.   I copresidenti possono, possibilmente previa consultazione dei membri dell'Ufficio di presidenza, mediante procedura scritta e/o procedura di approvazione tacita, rilasciare dichiarazioni congiunte urgenti su qualsiasi questione relativa al partenariato ACP-UE. Tali dichiarazioni si basano su risoluzioni e dichiarazioni esistenti e, una volta rilasciate, i copresidenti ne danno comunicazione al loro Ufficio di presidenza ai fini della discussione e poi, il prima possibile, ai membri dell'Assemblea.

2.   I comunicati stampa sono redatti in inglese e in francese. Questi documenti non hanno carattere ufficiale.

Articolo 15

Diritto di parola

1.   I membri dell'Assemblea possono parlare soltanto su invito del presidente. I rappresentanti dei paesi citati nelle risoluzioni o nel corso delle discussioni godono del diritto di risposta entro i tempi loro assegnati.

2.   Nelle discussioni in Assemblea, il tempo di parola è suddiviso equamente tra i rappresentanti del Parlamento europeo e degli Stati ACP. Su proposta del presidente, l'Assemblea può decidere di limitare il tempo di parola. I membri possono presentare contributi scritti in aggiunta alle loro dichiarazioni, limitati a 2 000 caratteri. I contributi scritti sono archiviati nella loro lingua originale.

3.   Per quanto riguarda il Parlamento europeo, il tempo di parola sarà concesso conformemente al sistema d'Hondt.

4.   I membri del Consiglio dei ministri ACP-UE o i rappresentanti da essi designati, come pure i rappresentanti degli organismi e delle istituzioni di cui all'articolo 3, paragrafo 2, sono ascoltati su loro richiesta.

4 bis.     Il Segretario generale del Parlamento europeo e il Segretario generale del Segretariato ACP possono intervenire alle riunioni dell'Ufficio di presidenza e alle sessioni dell'Assemblea qualora debitamente incaricati dalle rispettive camere e se invitati a farlo dal copresidente che presiede tali incontri e sessioni .

5.   Oltre al caso previsto al paragrafo 6, un oratore non può essere interrotto se non dal presidente e soltanto qualora il suo tempo di parola sia scaduto.

6.   Se un oratore si discosta dall'argomento, il presidente lo richiama all'ordine. Se l'oratore persiste, il presidente può vietargli di parlare per il tempo che ritiene opportuno.

Articolo 16

Diritto di voto e modalità di votazione

1.   Ciascun membro avente diritto di voto dispone di un voto. Il voto per procura è vietato.

2.   L'Assemblea vota di norma per alzata di mano. Se il risultato della votazione per alzata di mano è incerto, l'Assemblea è invitata a pronunciarsi utilizzando schede colorate o mediante voto elettronico.

3.   Se ne viene presentata richiesta scritta entro le 10 del giorno della votazione da parte di almeno dieci membri, l'Assemblea vota a scrutinio segreto.

4.   Per essere considerata adottata, una decisione deve ottenere la maggioranza dei voti espressi. Nel caso di richiesta di votazione separata per camera, presentata da almeno cinque membri entro le 10 del giorno della votazione, si procede ad una votazione nella quale i membri dei parlamenti degli Stati ACP e i membri del Parlamento europeo votano separatamente e in ordine alternato. In tal caso, la decisione sottoposta a votazione si considera approvata solo se riceve la maggioranza dei voti espressi tanto dai membri dei parlamenti degli Stati ACP quanto dai membri del Parlamento europeo che partecipano alla votazione.

5.   In caso di parità di voti, la proposta non è adottata. Essa può essere nuovamente posta in votazione nella successiva seduta dell'Assemblea.

6.   Su richiesta presentata da almeno cinque membri entro le 10 del giorno della votazione, l'Assemblea vota su parti separate del testo di un paragrafo o di un emendamento.

7.   Qualsiasi richiesta presentata a norma dei paragrafi 3, 4 e 6 può essere ritirata dai suoi autori in qualsiasi momento prima della votazione.

Articolo 17

Dichiarazioni di voto

Sulla votazione finale ciascun membro può presentare una dichiarazione orale che non deve durare oltre un minuto e mezzo, o una dichiarazione scritta che non deve superare le duecento parole. Le dichiarazioni scritte sono archiviate nella loro lingua originale.

Articolo 18

Risoluzioni dell'Assemblea

1.   L'Assemblea si pronuncia sulle proposte di risoluzione, comprese quelle contenute in relazioni presentate dalle commissioni permanenti in conformità dell'articolo 7.

2.   L'Assemblea si pronuncia altresì, ove necessario, sulle proposte di risoluzione relative ad argomenti d'urgenza in conformità dell'articolo 7.

3.   Ove necessario, il presidente invita gli autori delle risoluzioni relative ad argomenti d'urgenza simili ad elaborare una risoluzione di compromesso. Al termine del dibattito le risoluzioni di compromesso e i relativi emendamenti vengono posti alla votazione dell'Assemblea. Una volta approvata una risoluzione di compromesso, tutte le risoluzioni presentate sullo stesso argomento decadono.

4.   Le risoluzioni approvate dall'Assemblea sono trasmesse alla Commissione europea, al Consiglio dei ministri ACP-UE e alle parti interessate. Nella sessione successiva la Commissione europea e il Consiglio dei ministri ACP-UE riferiscono all'Assemblea sul seguito riservato alle risoluzioni che sono state approvate.

Articolo 19

Modifiche

1.   Un rappresentante ACP avente diritto di voto, un gruppo politico o dieci membri possono presentare emendamenti. Gli emendamenti devono riferirsi al testo che tendono a modificare e devono essere presentati per iscritto. Sulla base di tali criteri, il presidente decide in merito alla loro ricevibilità.

2.   Il termine per la presentazione degli emendamenti è annunciato all'inizio della sessione.

3.   In sede di votazione, gli emendamenti hanno precedenza sul testo cui si riferiscono.

4.   Per gli emendamenti relativi allo stesso oggetto viene prima messo ai voti quello il cui contenuto si allontana di più dal testo in esame. Sono ammessi solo gli emendamenti orali intesi a correggere errori tecnici o linguistici. Tutti gli altri emendamenti orali sono lasciati alla discrezione dell'Assemblea. Un emendamento orale non è preso in considerazione se vi si oppongono dieci membri alzandosi in piedi.

Articolo 20

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

1.   Ogni membro dell'Assemblea può rivolgere al Consiglio dei ministri ACP-UE o alla Commissione europea interrogazioni con richiesta di risposta scritta.

2.   Le interrogazioni sono presentate per iscritto all'Ufficio di presidenza il quale, se le reputa ricevibili, le trasmette al Consiglio dei ministri ACP-UE o, se del caso, alla Commissione europea. Il Consiglio dei ministri ACP-UE o la Commissione europea sono invitati a rispondere per iscritto entro un termine di due mesi dalla notifica dell'interrogazione.

3.   Le interrogazioni alle quali è stata data una risposta sono pubblicate, insieme alla relativa risposta, dal Parlamento europeo nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea e dagli Stati ACP secondo le modalità che ciascuno di essi ritiene più appropriate.

4.   Le interrogazioni alle quali non sia stata data risposta entro la scadenza prevista vengono pubblicate alle stesse condizioni, indicando che finora ad esse non è stata data risposta.

Articolo 21

Tempo delle interrogazioni

1.   Il tempo riservato alle interrogazioni con il Consiglio dei ministri ACP-UE e la Commissione europea si svolge in ciascuna sessione nei momenti stabiliti dall'Ufficio di presidenza in modo da assicurare la presenza di tali due istituzioni al più alto livello.

2.   Ogni membro dell'Assemblea può rivolgere un'interrogazione al Consiglio dei ministri ACP-UE e una alla Commissione europea. Le interrogazioni firmate da più membri possono essere presentate da uno solo di essi.

3.   Le interrogazioni sono presentate per iscritto all'Ufficio di presidenza entro i termini stabiliti da quest'ultimo.

4.   In caso di urgenza, e con l'accordo dell'istituzione destinataria dell'interrogazione, i copresidenti o l'Ufficio di presidenza possono decidere di iscrivere un'interrogazione all'ordine del giorno anche se i termini stabiliti dall'Ufficio di presidenza sono scaduti.

5.   I copresidenti dell'Assemblea decidono della ricevibilità delle interrogazioni, che è determinata in funzione del quadro e del contenuto dell'accordo di partenariato. Le interrogazioni relative ad argomenti già iscritti all'ordine del giorno per la discussione con l'istituzione in questione sono dichiarate irricevibili. Le interrogazioni dichiarate ricevibili vengono comunicate al Consiglio dei ministri ACP-UE o alla Commissione europea. I copresidenti decidono l'ordine in cui le interrogazioni sono trattate. La decisione è notificata immediatamente all'interrogante.

6.   Le interrogazioni non devono superare le cento parole e devono essere presentate sotto forma di interrogazioni e non di dichiarazioni.

7.   L'Assemblea dedica una specifica quantità di tempo durante ciascuna sessione all'esame delle interrogazioni al Consiglio dei ministri ACP-UE e alla Commissione europea. Le interrogazioni che non possono ottenere risposta per mancanza di tempo ricevono una risposta scritta, salvo che l'interrogante ritiri l'interrogazione.

8.   Può essere data risposta solo se l'interrogante è presente o ha designato un suo sostituto, con comunicazione scritta ai copresidenti, prima dell'inizio del Tempo delle interrogazioni.

9.   Qualora non siano presenti né l'interrogante né il suo sostituto, all'interrogazione viene data risposta per iscritto.

10.   Il Consiglio dei ministri ACP-UE o la Commissione europea forniscono in primo luogo risposte scritte. L'autore dell'interrogazione originaria, se presente, o un suo sostituto, può formulare una breve domanda supplementare, a condizione che l'autore dell'interrogazione originaria abbia notificato per iscritto ai copresidenti, prima dell'inizio del Tempo delle interrogazioni, il nome di tale sostituto. Il presidente può respingere le domande che non si riferiscono all'interrogazione iniziale. Altre interrogazioni possono quindi essere presentate al Consiglio dei ministri ACP-UE o alla Commissione europea in base alla procedura "catch the eye", se il tempo lo permette.

11.   Su richiesta di almeno dieci membri dell'Assemblea, dopo la risposta del Consiglio dei ministri ACP-UE o della Commissione europea può aver luogo un dibattito. La durata di detto dibattito è stabilita dal presidente.

Articolo 22

Relazione sull'applicazione dell'accordo di partenariato da parte del Consiglio dei ministri ACP-UE

La relazione sull'applicazione dell'accordo di partenariato da parte del Consiglio dei ministri ACP-UE, che riguarda tra l'altro le misure adottate per dar seguito alle risoluzioni dell'Assemblea e le raccomandazioni adottate dall'Assemblea, è stampata nelle lingue ufficiali e distribuita per una discussione annuale in Assemblea.

Articolo 23

Controllo dello stato di applicazione dell'accordo di partenariato

Fatte salve le relazioni regionali di cui all'articolo 6, su proposta dell'Ufficio di presidenza, l'Assemblea può nominare un correlatore ACP e un correlatore dell'Unione europea, incaricati di elaborare una relazione su una specifica regione ACP o su qualsiasi altra questione riguardante l'applicazione dell'accordo di partenariato.

Articolo 24

Richieste di parere del Consiglio dei ministri ACP-UE

1.   Se l'Assemblea è chiamata ad esprimere un parere su una decisione o un progetto di decisione, di risoluzione, di raccomandazione o di parere del Consiglio dei ministri ACP-UE, la richiesta in tal senso è sottoposta all'Ufficio di presidenza, che trasmette all'Assemblea la questione, accompagnata da una raccomandazione.

2.   Nel caso in cui il Consiglio dei ministri ACP-UE dichiari l'urgenza, l'Ufficio di presidenza può adottare una decisione definitiva.

Articolo 25

Commissioni permanenti

1.   L'Assemblea istituisce tre commissioni parlamentari permanenti (36) incaricate, nel quadro dell'applicazione dell'accordo di partenariato, dei seguenti settori:

la promozione dei processi democratici attraverso il dialogo e la concertazione;

le questioni economiche, finanziarie e commerciali e l'attuazione del Fondo europeo di sviluppo;

le questioni sociali ed ambientali.

2.   Sull'esempio del funzionamento generale dell'Assemblea, le commissioni permanenti sono composte da membri dell'Assemblea in conformità dell'articolo 1 e funzionano in modo strettamente paritetico.

3.   Le commissioni permanenti sono dotate di un regolamento approvato dall'Assemblea su proposta dell'Ufficio di presidenza.

Articolo 26

Commissioni temporanee di verifica

1.   L'Ufficio di presidenza può, su proposta dell'Assemblea, istituire commissioni temporanee di verifica su argomenti specifici connessi con l'accordo di partenariato o su questioni che rientrano nell'ambito di applicazione dello stesso. Non possono essere contemporaneamente operative più di due commissioni di verifica. Le commissioni di verifica devono terminare i loro lavori nell'arco di un anno.

2.   L'Ufficio di presidenza ne determina le attribuzioni, la composizione ed il mandato.

Articolo 27

Seminari

1.   Al fine di favorire "una migliore comprensione tra i popoli dell'Unione europea e degli Stati ACP e sensibilizzare le opinioni pubbliche sui problemi dello sviluppo", l'Assemblea organizza regolarmente gruppi di discussione sia nell'Unione europea che negli Stati ACP.

2.   I gruppi di discussione sono organizzati sotto la responsabilità dell'Ufficio di presidenza e permettono in particolare di invitare persone in grado di informare l'Assemblea sulle realtà politiche, economiche, sociali e culturali che formano oggetto di preoccupazione.

3.   Il giorno precedente l'apertura di ogni sessione dell'Assemblea sono organizzati fino a tre seminari. Ogni relatore presenta alla sessione una breve relazione orale, seguita, eventualmente, da una discussione.

Articolo 28

Missioni e delegazioni

1.   L'Ufficio di presidenza può decidere di inviare missioni d'informazione e di studio in Stati ACP o negli Stati membri dell'Unione europea ovvero presso organizzazioni internazionali, e ciò nel rispetto dei vincoli di bilancio. L'Ufficio di presidenza o l'Assemblea possono altresì decidere di inviare delegazioni congiunte di osservatori in occasione di elezioni presidenziali o legislative su invito dei paesi interessati, purché non sussistano problemi di sicurezza e, per quanto riguarda i membri del Parlamento europeo, purché ciò sia compatibile con il regolamento interno del Parlamento europeo. In conformità del principio di stretta cooperazione previsto dall'articolo 29, l'Ufficio di presidenza può inoltre inviare delegazioni a riunioni del Comitato economico e sociale europeo e delle parti sociali, anche se tali riunioni non si tengono a Bruxelles.

Una relazione è sottoposta all'Ufficio di presidenza e alla sessione successiva dell'Assemblea. È dato un seguito concreto alle raccomandazioni formulate in occasione della riunione successiva dell'Ufficio di presidenza.

2.   I copresidenti, o i loro vicepresidenti, possono prendere parte a riunioni di alto livello o a riunioni di organismi parlamentari internazionali se invitati a partecipare in veste ufficiale, singolarmente o insieme, per conto dell'Assemblea parlamentare paritetica. Queste missioni devono rappresentare l'Assemblea nel suo insieme e le attività realizzate devono riflettere gli interessi comuni ACP-UE.

Articolo 29

Consultazione con la società civile

L'Assemblea vigila affinché gli Stati ACP e l'Unione europea tengano regolarmente contatti e consultazioni con i rappresentanti degli ambienti economici e sociali ACP-UE e gli altri rappresentanti della società civile, al fine di raccogliere il loro parere sull'attuazione degli obiettivi dell'accordo di partenariato. Tali rappresentanti della società civile hanno la possibilità di assistere alle riunioni regionali e alle riunioni delle commissioni permanenti, nonché di partecipare ai gruppi di discussione. L'Ufficio di presidenza esamina caso per caso le condizioni alle quali vengono loro rivolti gli inviti.

Articolo 30

Presidente onorario

Su proposta dell'Ufficio di presidenza, e a titolo eccezionale, l'Assemblea può conferire a uno dei suoi ex copresidenti il titolo di presidente onorario. Questa distinzione testimonia la riconoscenza dell'Assemblea per gli eminenti servizi resi dalla persona in questione, durante il suo mandato, alla causa dell'Assemblea.

Articolo 31

Segretariato

Il Segretario generale del Parlamento europeo e il Segretario generale del Segretariato ACP adottano tutte le disposizioni necessarie per assicurare l'assistenza dell'Assemblea e il buon funzionamento dei suoi lavori. Ciascuno di essi può designare un funzionario di grado elevato del proprio Segretariato a rappresentarlo come Cosegretario generale dell'Assemblea. Essi sono responsabili nei confronti dell'Ufficio di presidenza.

Articolo 32

Regolamento finanziario

L'Assemblea adotta il proprio regolamento finanziario sulla base di proposte dell'Ufficio di presidenza.

Articolo 33

Interpretazione del regolamento interno

Il presidente o, dietro sua richiesta, l'Ufficio di presidenza decide in merito ai problemi relativi all'interpretazione del regolamento.

Articolo 34

Richiamo al regolamento

1.   Un deputato può far richiamo al regolamento o presentare una mozione di procedura e a tal fine egli ha il diritto di parlare con precedenza. Il richiamo al regolamento o la mozione di procedura devono essere illustrati dal deputato per una durata massima di due minuti.

2.   Il presidente, su richiesta, può dare la parola ad un oratore che desideri intervenire contro tale mozione, per non più di due minuti.

3.   Non è concessa la parola e nessun altro oratore.

4.   Il presidente comunica la sua decisione sul richiamo al regolamento o sulla mozione di procedura. Egli può consultare previamente l'Ufficio di presidenza.

Articolo 35

Revisione del regolamento

1.   Qualsiasi modifica del presente regolamento è decisa dall'Assemblea sulla base delle proposte dell'Ufficio di presidenza, dopo aver consultato la commissione per gli affari politici.

2.   Le modifiche sono approvate soltanto se raccolgono la maggioranza dei voti di ognuno dei due gruppi di rappresentanti in seno all'Assemblea.

3.   Salvo che sia previsto altrimenti al momento della votazione, le modifiche al presente regolamento entrano in vigore il primo giorno della sessione successiva a quella in cui sono state approvate.

ALLEGATO I

Competenze, attribuzioni, composizione e procedure delle commissioni permanenti

Articolo 1

Le commissioni parlamentari permanenti sono tre e hanno le seguenti competenze e attribuzioni:

I.

COMMISSIONE POLITICA

Tale commissione è competente per le questioni concernenti:

1.

il dialogo politico (articolo 8 dell'accordo di partenariato ACP-UE), lo sviluppo e le questioni istituzionali;

2.

il rispetto e la promozione dei diritti umani, della democrazia e del buon governo (articolo 9 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

3.

le politiche di pacificazione e di prevenzione e la risoluzione dei conflitti (articolo 11 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

4.

le questioni concernenti la migrazione (articolo 13 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

5.

le relazioni dell'Assemblea con le organizzazioni internazionali competenti.

Tale commissione coordinerà l'attività delle missioni conoscitive, comprese quelle inviate per monitorare le elezioni a norma dell'articolo 28 del regolamento dell'Assemblea.

II.

COMMISSIONE PER LO SVILUPPO ECONOMICO, LE FINANZE E IL COMMERCIO

Tale commissione è competente per le questioni concernenti:

1.

lo sviluppo economico e la cooperazione commerciale nonché la costruzione delle capacità per lo sviluppo e il partenariato;

2.

le riforme macroeconomiche e strutturali, lo sviluppo del settore economico e il turismo (articoli da 22 a 24 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

3.

i nuovi accordi commerciali ACP-UE, l'accesso al mercato e la graduale integrazione degli Stati ACP nell'economia mondiale (articoli da 34 a 37 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

4.

gli scambi e le norme di lavoro (articolo 50 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

5.

lo sviluppo rurale, la pesca e la sicurezza alimentare (articoli 53 e 54 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

6.

tutte le questioni riguardanti la cooperazione finanziaria allo sviluppo, compreso il seguito dato all'attuazione del Fondo europeo di sviluppo.

III.

COMMISSIONE PER GLI AFFARI SOCIALI E L'AMBIENTE

Tale commissione è competente per le questioni concernenti:

1.

lo sviluppo sociale e umano;

2.

l'infrastruttura e i servizi sociali, comprese le questioni sanitarie e in materia di istruzione (articolo 25 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

3.

le questioni relative ai giovani e alla cultura (articoli 26 e 27 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

4.

le questioni di genere (articolo 31 dell'accordo di partenariato ACP-UE);

5.

l'ambiente e le risorse naturali (articolo 32 dell'accordo di partenariato ACP-UE).

Articolo 2

1.   Ciascun membro dell'Assemblea ha il diritto di essere membro di una delle commissioni permanenti.

2.   Le commissioni sono composte da 52 membri e sono formate da un numero uguale di deputati al Parlamento europeo, da un lato e di deputati ai parlamenti degli Stati ACP, dall'altro. Qualora il numero degli Stati ACP aumenti, il numero dei componenti delle commissioni permanenti aumenta in proporzione.

3.   I membri possono inoltre partecipare alle riunioni delle commissioni di cui non fanno parte, in veste consultiva o qualora l'argomento in discussione riguardi il loro paese o la loro regione, purché invitati dall'Ufficio di presidenza della commissione.

4.   La partecipazione di rappresentanti che non sono membri di un Parlamento è consentita solo se l'argomento in discussione riguarda il loro paese; essi non hanno tuttavia diritto di voto.

5.   A meno che una commissione non decida altrimenti, tutte le riunioni sono pubbliche.

Articolo 3

1.   La composizione delle commissioni riflette, per quanto possibile, la composizione dell'Assemblea.

2.   Le commissioni eleggono fra i loro membri un Ufficio di presidenza di commissione per la durata di un anno.

3.   L'Ufficio di presidenza delle commissioni è composto da due copresidenti (un rappresentante del Parlamento europeo e un rappresentante degli Stati ACP) e da quattro covicepresidenti (due rappresentanti degli Stati ACP e due rappresentanti del Parlamento europeo).

4.   Le commissioni sono presiedute congiuntamente da un deputato al Parlamento europeo e da un membro del Parlamento che rappresenta uno Stato ACP.

5.   Le commissioni possono nominare relatori incaricati di esaminare questioni specifiche rientranti nell'ambito delle loro competenze e di elaborare relazioni da presentare all'Assemblea, previa autorizzazione dell'Ufficio di presidenza, ai sensi dell'articolo 2 del regolamento.

Le proposte di risoluzione contenute nelle relazioni possono essere corredate da una motivazione che non superi le quattro pagine.

6.   Le commissioni permanenti discutono altri punti all'ordine del giorno, senza relazione, e comunicano per iscritto all'Ufficio di presidenza che tali punti sono stati discussi.

7.   Le commissioni contribuiscono altresì al dialogo con gli interlocutori non statali, ai sensi dell'articolo 17, paragrafo 3, dell'accordo di partenariato, segnatamente attraverso audizioni.

8.   Le commissioni riferiscono all'Assemblea in merito alla loro attività.

Articolo 4

1.   Le commissioni si riuniscono previa convocazione dei loro copresidenti e per un massimo di quattro sessioni all'anno, due delle quali durante la sessione dell'Assemblea.

2.   Ogni deputato può presentare emendamenti affinché siano esaminati in commissione. Per quanto riguarda la procedura, alle riunioni di commissione si applicano, mutatis mutandis, gli articoli 3 (Presenza di altre istituzioni), 4 (Osservatori), 8 (Numero legale), 9 (Presidenza delle sedute), 16 (Diritto di voto e modalità di votazione) e 29 (Consultazione con la società civile) del regolamento dell'Assemblea.

ALLEGATO II

Lunghezza dei testi

I seguenti limiti massimi si applicano ai testi consegnati ai fini della traduzione e della riproduzione:

motivazione, documenti di lavoro preparatori e resoconti delle missioni d'informazione e di studio: 6 pagine,

proposte di risoluzione nelle relazioni e nei provvedimenti urgenti: 4 pagine, inclusi i considerando, ma esclusi i visti.

Per pagina si intende un testo di 1 500 caratteri stampati senza spazi.

Il presente allegato può essere modificato mediante semplice decisione dell'Ufficio di presidenza.

ALLEGATO III

Riunioni dei raggruppamenti politici

I gruppi politici del Parlamento europeo, così come i membri del Parlamento europeo e dei parlamenti degli Stati ACP, secondo le loro affiliazioni politiche, possono riunirsi a margine delle sessioni dell'Assemblea, ma non contemporaneamente alle stesse sessioni. Per tali riunioni viene fornito il servizio di interpretazione.

ALLEGATO IV

Regolamentazione del Parlamento europeo in materia di servizi di interpretazione e di traduzione (articolo 11 del presente regolamento)

Servizi di interpretazione e di traduzione (37)

a)

Per le riunioni organizzate nei luoghi di lavoro abituali del Parlamento europeo:

i)

l'interpretazione è assicurata in tutte le lingue di lavoro dei membri europei dell'APP effettivamente presenti;

ii)

la presenza effettiva ai sensi del punto precedente significa la partecipazione a tutte le sedute di una sessione, nonché alle riunioni dell'Ufficio di presidenza e delle commissioni permanenti per i rispettivi membri,

iii)

i lavori di traduzione durante la riunione in questione sono assicurati in inglese e francese.

b)

Per tutte le riunioni organizzate al di fuori dei luoghi di lavoro abituali del Parlamento europeo:

i)

come regola generale, i servizi di interpretazione saranno prestati all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE in inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano e portoghese; in via eccezionale potranno essere prese in considerazione altre lingue per riunioni specifiche (ad esempio la lingua della Presidenza del Consiglio).

Qualora due settimane prima di una riunione programmata si accerti che vi parteciperanno meno di tre deputati che utilizzano una di tali lingue, l'interpretazione nella(e) lingua(e) interessata(e) non sarà fornita.

La partecipazione è confermata secondo le seguenti modalità:

per le riunioni fuori dall'Unione europea: mediante la prenotazione di un biglietto aereo presso l'agenzia viaggi accreditata del Parlamento europeo, oppure

per le riunioni nell'Unione europea: in base agli elenchi trasmessi dai gruppi politici al co-segretariato europeo, mediante la prenotazione di un titolo di trasporto e/o di una camera d'albergo,

ii)

una volta iniziata la riunione, l'interpretazione sarà fornita nelle lingue previste, anche se meno di tre deputati che utilizzano una di tali lingue continuano ad essere presenti a questa riunione specifica,

iii)

se, dopo applicazione delle regole di cui al punto i), la lingua del paese ospitante non fa parte del profilo linguistico degli interpreti della sessione dell'APP, l'interpretazione attiva e passiva in tale lingua può essere assicurata aggiuntivamente, purché si tratti di una lingua comunitaria,

iv)

i lavori di traduzione durante la riunione in questione sono assicurati in inglese e francese.

CODICE DI CONDOTTA PER I MEMBRI DELL’ASSEMBLEA PARLAMENTARE PARITETICA ACP-UE CHE PARTECIPANO ALLE DELEGAZIONI DI MONITORAGGIO ELETTORALE

Introduzione

Il monitoraggio elettorale internazionale è largamente accettato in tutto il mondo. Viene effettuato da organizzazioni e associazioni intergovernative e non governative internazionali al fine di fornire una valutazione imparziale e accurata della natura dei processi elettorali, a vantaggio sia della popolazione del paese in cui si svolgono le elezioni che della comunità internazionale.

Quando l’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE partecipa a monitoraggi elettorali, la sua delegazione dovrebbe essere integrata in una missione di monitoraggio a lungo termine, organizzata da partner di riconosciuta capacità come le MOE dell'UE, l'ODIHR dell'OSCE e l'Unione africana.

Il presente Codice di condotta definisce i principi generali dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE per il compimento delle missioni di monitoraggio elettorale. È complementare al Codice di condotta per gli osservatori elettorali internazionali, ivi allegato.

I deputati designati a far parte di una delegazione di monitoraggio elettorale dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE devono sottoscrivere e rispettare il presente Codice di condotta dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE quale prerequisito per partecipare a dette delegazioni.

Principi generali

I membri dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE sono vincolati dal Codice di condotta per gli osservatori elettorali internazionali, che stabilisce le seguenti regole generali di condotta:

rispettare la sovranità e i diritti umani internazionali;

rispettare le leggi del paese e l'autorità degli organi elettorali;

mantenere sempre una rigorosa imparzialità politica;

rispettare l'integrità della missione internazionale di monitoraggio elettorale;

non ostacolare i processi elettorali;

fornire un'idonea identificazione;

mantenere l'accuratezza del monitoraggio e la professionalità nel trarre conclusioni;

astenersi dal rilasciare commenti al pubblico o ai media prima che la missione si sia espressa collettivamente;

cooperare con gli altri osservatori elettorali;

mantenere un comportamento personale corretto.

Segnatamente:

1.

I membri devono mantenere una rigorosa imparzialità politica per tutta la durata di attività della delegazione.

2.

I membri partecipano pienamente a tutti i lavori della delegazione, dalla prima riunione d'informazione fino alla conferenza stampa finale.

Riunioni preparatorie obbligatorie si terranno alla vigilia della missione in loco e tutti i membri della delegazione devono parteciparvi.

Le delegazioni dell’APP devono arrivare nel paese in cui le elezioni si svolgono tre o quattro giorni prima del giorno delle elezioni e possono partire solo dopo la chiusura delle votazioni.

Il lavoro della delegazione inizia con la prima riunione d'informazione e si conclude con la conferenza stampa finale. In ogni caso, i capi della delegazione APP o un membro designato partecipano alla conferenza stampa finale.

I membri delle delegazioni APP devono attenersi al programma convenuto (che comprende riunioni d'informazione, riunioni finali e incontri programmati).

I deputati che intendono partecipare a una delegazione di monitoraggio delle elezioni assicurano la propria disponibilità per un'eventuale seconda tornata elettorale.

3.

Solo i deputati possono far parte di una delegazione di monitoraggio elettorale, accompagnati dal personale del segretariato del Parlamento europeo e del Gruppo di Stati ACP. Nessun altro può farne parte o accompagnare una delegazione.

4.

I deputati che partecipano a una delegazione di monitoraggio elettorale per la prima volta devono partecipare a una riunione d'informazione sulle delegazioni di monitoraggio elettorale.

5.

I membri della delegazione svolgono un ruolo attivo il giorno delle elezioni, recandosi ai seggi e controllandone l'apertura e la chiusura nonché assistendo alle operazioni di voto e allo spoglio delle schede.

6.

I membri della delegazione possono illustrare la natura della delegazione di monitoraggio elettorale e le relative attività. Su tutte le altre questioni relative al monitoraggio elettorale, si astengono dal rilasciare commenti in pubblico o attraverso i mezzi di informazione prima della conferenza stampa congiunta e rimandano i media o altre persone interessate:

alla conferenza stampa che si svolge congiuntamente con la missione internazionale di monitoraggio elettorale poco dopo il giorno delle elezioni;

al capo della missione internazionale di monitoraggio elettorale;

ai capi missione della delegazione di monitoraggio elettorale dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE.

DISPOSIZIONI IN CASO DI MANCATO RISPETTO DEL CODICE DI CONDOTTA

In caso di grave violazione del Codice di condotta,

I copresidenti della delegazione dell’APP hanno la facoltà di escludere il deputato interessato dalla delegazione.

La delegazione può, deliberando a maggioranza dei voti, e votando per camere separate, porre fine al mandato di uno dei copresidenti della delegazione, qualora ritenga che abbia commesso una colpa grave.

I copresidenti dell'APP sono informati e informano rispettivamente il presidente del gruppo politico interessato (o l'Ufficio di presidenza, nel caso dei deputati non iscritti) se il deputato in questione appartiene al Parlamento europeo o il presidente del parlamento dello Stato ACP, se il deputato in questione appartiene al parlamento di uno Stato ACP.

Il deputato può essere escluso dalla partecipazione alle delegazioni di monitoraggio elettorale per la durata di 4 anni.

Data _

Nome _

Firma _

ALLEGATO I

CODICE DI CONDOTTA DEGLI OSSERVATORI ELETTORALI INTERNAZIONALI

Il monitoraggio elettorale internazionale è ampiamente accettato in tutto il mondo. Viene effettuato da organizzazioni e associazioni intergovernative e non governative internazionali al fine di fornire una valutazione imparziale e accurata della natura dei processi elettorali, a vantaggio sia della popolazione del paesi in cui si svolgono le elezioni che della comunità internazionale. Pertanto occorre garantire l'integrità del processo di osservazione delle elezioni e tutti coloro che fanno parte della missione di monitoraggio internazionale delle elezioni, inclusi gli osservatori a breve termine e quelli a lungo termine, i membri di delegazioni di valutazione, le equipe di osservazione specializzate e i capi missione, devono sottoscrivere e applicare questo codice di condotta.

Rispettare la sovranità e i diritti umani internazionali

Le elezioni sono un'espressione della sovranità, che appartiene al popolo di un paese, la cui libera espressione costituisce la base dell'autorità e della legittimità del governo. I diritti dei cittadini di votare e di essere eletti in elezioni autentiche e periodiche sono diritti umani internazionalmente riconosciuti e richiedono l'esercizio di una serie di diritti e di libertà fondamentali. Gli osservatori elettorali devono rispettare la sovranità del paese ospitante così come i diritti umani e le libertà fondamentali del suo popolo.

Rispettare le leggi del paese e l'autorità degli organi elettorali

Gli osservatori devono rispettare la leggi del paese ospitante e l'autorità degli organi incaricati di gestire il processo elettorale. Gli osservatori devono seguire tutte le legittime istruzioni impartite dalle autorità governative, dalla sicurezza e dalle autorità elettorali. Gli osservatori devono anche mantenere un atteggiamento rispettoso verso i funzionari elettorali e le altre autorità nazionali. Gli osservatori devono segnalare se le leggi, i regolamenti o le azioni dei funzionari statali o elettorali complicano indebitamente o ostacolano l'esercizio dei diritti collegati alle elezioni, che sono garantiti per legge, dalla Costituzione o dagli strumenti internazionali applicabili.

Rispettare l'integrità della missione internazionale di monitoraggio elettorale

Gli osservatori devono rispettare e proteggere l'integrità della missione internazionale di monitoraggio elettorale. Questo comporta il rispetto del presente Codice di condotta, di qualsiasi istruzione scritta (come termini di riferimento, direttive e linee guida) e di eventuali istruzioni verbali impartite dai capi della missione di osservazione. Gli osservatori devono assistere a tutte le riunioni obbligatorie della missione di osservazione, alle formazioni specifiche e alle riunioni conclusive, acquisire dimestichezza con la legge elettorale, i regolamenti e altre leggi specifiche in base alle direttive della missione di osservazione nonché aderire meticolosamente alle metodologie impiegate dalla missione di osservazione. Gli osservatori devono anche riferire ai capi missione eventuali conflitti di interesse o qualsiasi comportamento scorretto da parte di altri osservatori facenti parte della missione.

Mantenere sempre una rigorosa imparzialità politica

Gli osservatori devono mantenere una rigorosa imparzialità politica in qualsiasi momento, anche nel tempo libero, nel paese ospitante. Non devono esprimere o mostrare pregiudizi o preferenze in relazione alle autorità nazionali, ai partiti politici, ai candidati, alle questioni referendarie o in relazione ad eventuali questioni controverse nel processo elettorale. Inoltre, gli osservatori non devono condurre alcuna attività che si possa ragionevolmente ritenere capace di favorire o di fornire vantaggi preferenziali a qualsiasi concorrente politico nel paese ospitante, come ad esempio indossare o mostrare simboli, colori, striscioni di parte o accettare qualsiasi cosa di valore da contendenti politici.

Non ostacolare i processi elettorali

Gli osservatori non devono ostacolare alcun elemento del processo elettorale, inclusi i processi preelettorali, il voto, il conteggio e la tabulazione dei risultati, e le operazioni che si concludono dopo il giorno delle elezioni. Gli osservatori possono segnalare irregolarità, frodi o problemi importanti ai funzionari elettorali in loco, a meno che la legge lo vieti, e nel farlo non devono ostacolare le operazioni di voto. Gli osservatori possono porre domande ai funzionari elettorali, ai rappresentanti dei partiti politici e ad altri osservatori presenti nei seggi e possono rispondere a domande inerenti alle proprie attività nella misura in cui non ostacolino le operazioni di voto. Nel rispondere alle domande, gli osservatori non devono cercare di influenzare la consultazione elettorale. Gli osservatori possono fare domande agli elettori e rispondere alle loro domande, ma non possono chiedere loro per quale candidato o partito o posizione referendaria hanno votato.

Fornire un'idonea identificazione

Gli osservatori devono apporre l'identificazione fornita dalla missione di monitoraggio elettorale nonché l'identificazione richiesta dalle autorità nazionali e devono presentarla, su richiesta, agli ufficiali elettorali e alle altre autorità nazionali interessate.

Mantenere l'accuratezza del monitoraggio e la professionalità nel trarre conclusioni

Gli osservatori devono garantire che tutte le loro osservazioni siano accurate. Le osservazioni devono essere esaustive, prendendo atto sia dei fattori positivi che di quelli negativi, distinguendo fra elementi importanti e elementi insignificanti e individuando le pratiche che potrebbero avere un impatto considerevole sull'integrità del processo elettorale. I giudizi degli osservatori devono essere improntati ai criteri più elevati di accuratezza delle informazioni e imparzialità delle analisi, operando una distinzione fra fattori soggettivi e realtà oggettiva. Gli osservatori devono basare tutte le conclusioni su prove concrete e verificabili e non trarre conclusioni premature. Gli osservatori devono anche tenere un registro ben documentato dei luoghi che hanno monitorato, delle osservazioni fatte e di qualsiasi altra informazione pertinente, come richiesto dalla missione di monitoraggio elettorale, e devono consegnare tale documentazione alla missione.

Astenersi dal fare commenti in pubblico o ai media prima che la missione si sia espressa

Gli osservatori devono astenersi dal fare commenti personali circa le loro osservazioni o conclusioni ai mezzi di informazione o al pubblico prima che la missione di osservazione elettorale abbia fatto una dichiarazione, salvo diversamente previsto dai capi missione. Gli osservatori possono spiegare la natura della missione di osservazione, le sue attività e altre questioni ritenute idonee dalla missione di osservazione e devono invitare i mezzi di informazione o altre persone interessate a fare riferimento alle persone designate dalla missione di osservazione

Cooperare con gli altri osservatori elettorali

Gli osservatori devono essere a conoscenza delle altre missioni di osservazione elettorale, sia internazionali che nazionali, e cooperare con loro in base alle istruzioni date dai capi della missione di osservazione elettorale.

Mantenere un comportamento personale corretto

Gli osservatori devono mantenere un comportamento personale corretto e rispettare gli altri, dando anche prova di sensibilità per le culture e le tradizioni del paese ospitante, esercitando un sano giudizio nelle interazioni personali e dando prova della massima professionalità in qualsiasi momento, compreso nel tempo libero.

Violazioni del Codice di condotta

Nell'eventualità di una presunta violazione del Codice di condotta, la missione di osservazione elettorale svolge un'inchiesta al riguardo. Qualora si appuri che è stata commessa una grave violazione, l'osservatore in questione può vedersi revocato l'accreditamento come osservatore o essere escluso dalla missione di osservazione elettorale. Solo i capi della missione di osservazione elettorale hanno l'autorità per prendere tali decisioni.

Impegno a rispettare il Codice di condotta

Ogni persona che partecipa a questa missione di osservazione elettorale deve leggere e prendere atto del Codice di condotta nonché firmare che si impegna a rispettarlo.


(1)  Adottata dall’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 19 giugno 2013 a Bruxelles.

(2)  Adottata dall’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 19 giugno 2013 a Bruxelles (Belgio).

(3)  GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3.

(4)  GU L 287 del 4.11.2010, pag. 3.

(5)  GU C 273 E del 14.11.2003, pag. 305.

(6)  GU C 292 E del 1.12.2006, pag. 121.

(7)  GU C 102 E del 24.04.2008, pag. 301.

(8)  GU C 323 E del 18.12.2008, pag. 361.

(9)  GU C 67 E del 18.03.2010, pag. 124.

(10)  GU L 303 del 31.10.2012, pag. 1

(11)  Testi approvati: P7_TA(2012)0241.

(12)  Testi approvati: P7_TA(2012)0342.

(13)  Testi approvati: P7_TA(2013)0112.

(14)  P7_TA(2010)0434.

(15)  Testi approvati: P7_TA(2012)0431.

(16)  GU C 120 del 30.4.2004, pag. 16.

(17)  GU C 330 del 30.12.2006, pag. 36.

(18)  GU C 117 E del 6.05.2010, pag. 101.

(19)  GU C 117 E del 6.05.2010, pag. 118.

(20)  GU C 117 E del 6.05.2010, pag. 106.

(21)  GU C 117 E del 6.05.2010, pag. 112.

(22)  GU C 117 E del 6.05.2010, pag. 141.

(23)  GU C 117 E del 6.05.2010, pag. 129.

(24)  GU C 117 E del 6.5.10, pag. 124.

(25)  GU C 117 E del 6.05.2010, pag. 135.

(26)  GU C 136 E dell'11.5.2012, pag.19.

(27)  ACP/25/006/12 [def.].

(28)  ACP/28/065/12 [def.].

(29)  Testi approvati: P7_TA(2013)0119.

(30)  Adottata dall’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 19 giugno 2013 a Bruxelles (Belgio).

(31)  GU C 371 E del 20.12.11, pag. 30.

(32)  Adottata dall’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 19 giugno 2013 a Bruxelles (Belgio).

(33)  Testi approvati: P7_TA(2013)0033.

(34)  Adottata dall’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE il 19 giugno 2013 a Bruxelles (Belgio).

(35)  Si veda l'allegato IV.

(36)  SI veda l'allegato I per norme più dettagliate.

(37)  Si veda altresì il codice di condotta sul multilinguismo, in particolare l'articolo 2, paragrafo 2, e l'articolo 8, paragrafo 2.