ISSN 1725-2466

doi:10.3000/17252466.C_2010.135.ita

Gazzetta ufficiale

dell'Unione europea

C 135

European flag  

Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

53o anno
26 maggio 2010


Numero d'informazione

Sommario

pagina

 

II   Comunicazioni

 

COMUNICAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

 

Commissione europea

2010/C 135/01

Non opposizione ad un'operazione di concentrazione notificata (Caso COMP/M.5816 — Oaktree/Aleris) ( 1 )

1

 

IV   Informazioni

 

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

 

Consiglio

2010/C 135/02

Conclusioni del Consiglio, dell'11 maggio 2010, sulla dimensione sociale dell'istruzione e della formazione

2

2010/C 135/03

Conclusioni del Consiglio, dell'11 maggio 2010, sulle competenze che favoriscono l'apprendimento permanente e sull'iniziativa Nuove competenze per nuovi lavori

8

2010/C 135/04

Conclusioni del Consiglio, dell'11 maggio 2010, sull'internazionalizzazione dell'istruzione superiore

12

2010/C 135/05

Conclusioni del Consiglio, del 10 maggio 2010, sul contributo della cultura allo sviluppo locale e regionale

15

 

Commissione europea

2010/C 135/06

Tassi di cambio dell'euro

19

2010/C 135/07

Tassi di cambio dell'euro

20

 

V   Avvisi

 

PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI

 

Commissione europea

2010/C 135/08

Invito a presentare proposte — MOVE/SUB/01-2010 sulla sicurezza stradale e sul mercato interno: trasporto per vie navigabili

21

 

PROCEDIMENTI RELATIVI ALL'ATTUAZIONE DELLA POLITICA COMMERCIALE COMUNE

 

Commissione europea

2010/C 135/09

Avviso di scadenza di alcune misure antidumping

22

 

ALTRI ATTI

 

Commissione europea

2010/C 135/10

Avviso destinato a Nayif Bin-Muhammad al-Qahtani e Qasim Yahaya Mahdi al-Rimi, che sono stati aggiunti all'elenco di cui agli articoli 2, 3 e 7 del regolamento (CE) n. 881/2002 del Consiglio che impone specifiche misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità associate a Osama bin Laden, alla rete Al-Qaeda e ai Talibani, in forza del regolamento (UE) n. 450/2010 della Commissione

23

2010/C 135/11

Pubblicazione di una domanda a norma dell’articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine dei prodotti agricoli e alimentari

25

2010/C 135/12

Pubblicazione di una domanda a norma dell’articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine dei prodotti agricoli e alimentari

29

 


 

(1)   Testo rilevante ai fini del SEE

IT

 


II Comunicazioni

COMUNICAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

Commissione europea

26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/1


Non opposizione ad un'operazione di concentrazione notificata

(Caso COMP/M.5816 — Oaktree/Aleris)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

2010/C 135/01

In data 18 maggio 2010 la Commissione ha deciso di non opporsi alla suddetta operazione di concentrazione notificata e di dichiararla compatibile con il mercato comune. La presente decisione si basa sull'articolo 6, paragrafo 1, lettera b) del regolamento (CE) n. 139/2004 del Consiglio. Il testo integrale della decisione è disponibile unicamente in lingua inglese e verrà reso pubblico dopo che gli eventuali segreti aziendali in esso contenuti saranno stati espunti. Il testo della decisione sarà disponibile:

sul sito Internet della Commissione europea dedicato alla concorrenza, nella sezione relativa alle concentrazioni (http://ec.europa.eu/competition/mergers/cases/). Il sito offre varie modalità per la ricerca delle singole decisioni, tra cui indici per impresa, per numero del caso, per data e per settore,

in formato elettronico sul sito EUR-Lex (http://eur-lex.europa.eu/it/index.htm) con il numero di riferimento 32010M5816. EUR-Lex è il sistema di accesso in rete al diritto comunitario.


IV Informazioni

INFORMAZIONI PROVENIENTI DALLE ISTITUZIONI, DAGLI ORGANI E DAGLI ORGANISMI DELL'UNIONE EUROPEA

Consiglio

26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/2


Conclusioni del Consiglio dell'11 maggio 2010 sulla dimensione sociale dell'istruzione e della formazione

2010/C 135/02

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

VISTO QUANTO SEGUE:

1.

Le conclusioni del Consiglio e dei Rappresentanti del Governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 14 novembre 2006, su efficienza ed equità nell'istruzione e formazione (1), che invitano gli Stati membri ad assicurare equi sistemi di istruzione e formazione volti a fornire possibilità, accesso, trattamento e risultati che non dipendano dalle origini socioeconomiche e da altri fattori che possano risultare pregiudizievoli ai fini della formazione.

2.

La raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente (2), che pone in risalto l'importanza di sviluppare l'offerta di competenze chiave per tutti e di tenere debitamente conto di coloro che, a causa di svantaggi educativi, hanno bisogno di un sostegno particolare per realizzare le loro potenzialità educative.

3.

La risoluzione del Consiglio, del 15 novembre 2007, sulle nuove competenze per nuovi lavori (3), che sottolinea la necessità di prevedere in anticipo il fabbisogno di competenze ed innalzare il livello globale di competenza con priorità all'istruzione e alla formazione delle persone poco qualificate e delle altre persone maggiormente a rischio di esclusione economica e sociale.

4.

La risoluzione del Consiglio, del 23 novembre 2007, sulla modernizzazione delle università per la competitività dell'Europa in un'economia globale della conoscenza (4), che riafferma l'importanza di accrescere le opportunità di apprendimento permanente, estendere agli studenti non tradizionali e adulti l'accesso all'istruzione superiore e sviluppare la dimensione dell'apprendimento permanente nelle università.

5.

Le conclusioni del Consiglio, del 22 maggio 2008, sull'istruzione destinata agli adulti (5), che pongono in risalto la necessità di innalzare il livello di competenza dei lavoratori scarsamente qualificati, tuttora numerosi, e sottolineano il contributo fornito dall'istruzione degli adulti alla coesione sociale e allo sviluppo economico.

6.

La decisione n. 1098/2008/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2008, riguardante l’anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale (2010) (6), che afferma che la mancanza di competenze e di qualifiche di base adatte alle esigenze del mercato del lavoro costituisce un ostacolo importante all’integrazione nella società.

7.

Le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 21 novembre 2008, sulle priorità future di una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale (IFP) (7), che sottolineano che l'IFP favorisce non solo la competitività, le prestazioni delle imprese e l'innovazione nel contesto di un'economia globalizzata ma anche l'equità, la coesione, lo sviluppo personale e la cittadinanza attiva, e che la sua attrattiva dovrebbe essere promossa tra tutti i tipi di pubblico.

8.

Le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del 21 novembre 2008 — Preparare i giovani per il XXI secolo: un ordine del giorno per la cooperazione europea in materia scolastica (8), che invitano gli Stati membri a garantire l'accesso ad un'istruzione e a servizi di elevata qualità, soprattutto per i bambini e i giovani che possono essere svantaggiati da circostanze personali, sociali, culturali e/o economiche.

9.

Le conclusioni del Consiglio, del 26 novembre 2009, sull'istruzione dei bambini provenienti da un contesto migratorio (9), che invitano gli Stati membri a prendere le misure appropriate al livello opportuno di responsabilità — locale, regionale o nazionale — al fine di garantire che tutti i bambini ricevano opportunità eque e paritarie nonché il necessario sostegno per sviluppare appieno le loro potenzialità, indipendentemente dalla provenienza.

10.

La risoluzione del Consiglio, del 27 novembre 2009, su un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018) (10), che invita gli Stati membri a sostenere il pari accesso dei giovani ad un'istruzione e formazione di qualità a tutti i livelli e a promuovere migliori collegamenti fra l'istruzione formale e l'apprendimento non formale.

E VISTO IN PARTICOLARE QUANTO SEGUE:

Le conclusioni del Consiglio, del 12 maggio 2009, su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione («ET 2020») (11), che individuano nella promozione dell'equità, della coesione sociale e della cittadinanza attiva uno dei quattro obiettivi strategici del quadro stesso e definiscono cinque criteri di riferimento per i risultati registrati mediamente in Europa («criteri di riferimento europei»), che pure insistono fortemente sul raggiungimento dell'equità.

E ALLA LUCE DELLA:

conferenza sul tema Istruzione inclusiva: un modo per promuovere la coesione sociale, tenutasi a Madrid l'11 e il 12 marzo 2010.

RILEVANDO QUANTO SEGUE:

I sistemi di istruzione e formazione dell'intera UE devono garantire l'equità e l'eccellenza. È essenziale migliorare i livelli d'istruzione e fornire competenze chiave a tutti non solo per la crescita economica e la competitività, ma anche per la riduzione della povertà e la promozione dell'inclusione sociale.

L'inclusione sociale attraverso l'istruzione e la formazione dovrebbe garantire pari opportunità di accesso ad un'istruzione di qualità, come pure equità di trattamento, segnatamente adattando l'offerta alle esigenze individuali. Al tempo stesso, dovrebbe assicurare pari opportunità di ottenere i migliori risultati, cercando di fornire a tutti il più elevato livello di competenze chiave.

CONSAPEVOLE DI QUANTO SEGUE:

I sistemi di istruzione e formazione contribuiscono in maniera significativa a promuovere la coesione sociale, la cittadinanza attiva e la realizzazione personale nelle società europee. Hanno le potenzialità per promuovere la mobilità sociale ascendente e spezzare il circolo della povertà, dello svantaggio sociale e dell'esclusione. Il loro adattamento alla diversità dei contesti dei cittadini, in termini di ricchezza culturale, conoscenze e competenze acquisite nonché esigenze di apprendimento, potrebbe rafforzare ulteriormente il loro ruolo.

L'istruzione non è l'unica causa dell'esclusione sociale né l'unica soluzione per tale problema. È improbabile che l'impatto di molteplici svantaggi possa essere attenuato con le sole misure educative; occorrono quindi approcci multisettoriali, in grado di articolare tali misure con politiche sociali ed economiche più ampie.

L'aumento della competitività internazionale richiede competenze professionali elevate unitamente alla capacità di creare, innovare e operare in contesti multiculturali e multilingui. Insieme alla contrazione demografica, ciò accresce ancor più la necessità che i sistemi di istruzione e di formazione producano livelli globali di qualifiche più elevati, garantendo nel contempo a tutti, giovani e adulti — indipendentemente dalle loro origini socioeconomiche o circostanze personali — la possibilità di sviluppare appieno il proprio potenziale attraverso l'apprendimento permanente. A questo riguardo, andrebbe prestata particolare attenzione ai bisogni delle persone con esigenze particolari in materia di istruzione, delle persone provenienti da un contesto migratorio e della comunità Rom.

Mentre gli effetti della crisi economica continuano a manifestarsi, e nel contesto dell'anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale (2010) (12), è chiaro che la recessione ha colpito duramente le persone più svantaggiate, compromettendo al tempo stesso gli sforzi di bilancio mirati a tali gruppi.

RICONOSCE QUANTO SEGUE:

Se l’Europa deve competere e prosperare come un'economia incentrata sulla conoscenza, sulla base di livelli di occupazione elevati e sostenibili e di una coesione sociale rafforzata, come prevede la strategia Europa 2020, il ruolo dell'istruzione e della formazione in una prospettiva di apprendimento permanente è fondamentale. L'offerta di competenze chiave per tutti sulla base dell'apprendimento permanente rivestirà un'importanza cruciale ai fini del miglioramento dell'occupabilità, dell'inclusione sociale e della realizzazione personale dei cittadini.

Nel contesto dei criteri di riferimento europei convenuti nell'ambito del quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione («ET 2020») si ravvisa l'urgente necessità di ridurre il numero attuale di risultati insufficienti nelle competenze di base — specialmente nella lettura (le cifre attuali indicano che in media un alunno su quattro non è in grado di leggere e scrivere correttamente) — e di ridurre ulteriormente il numero dei giovani che abbandonano prematuramente l'istruzione e la formazione, nonché la necessità di accrescere la partecipazione ai servizi di istruzione e assistenza per la prima infanzia, di aumentare il numero di giovani con una qualifica di livello terziario e di accrescere la partecipazione degli adulti all'apprendimento permanente. Tali necessità sono particolarmente critiche nel caso di persone provenienti da contesti svantaggiati, che statisticamente tendono ad avere risultati notevolmente inferiori rispetto a ciascun criterio di riferimento. Solo affrontando le necessità delle persone a rischio di esclusione sociale, si possono adeguatamente raggiungere gli obiettivi del quadro strategico.

RITIENE QUANTO SEGUE:

Le differenze nel grado di inclusione sociale raggiunto dagli Stati membri indicano che vi sono ancora margini significativi per la riduzione delle disuguaglianze e dell'esclusione nell'UE, sia attraverso modifiche strutturali che mediante misure supplementari a sostegno dei discenti a rischio di esclusione sociale. L'equità e l'eccellenza non si escludono reciprocamente, bensì sono complementari e andrebbero perseguiti a livello sia nazionale che europeo. La situazione varia da uno Stato membro all'altro; tuttavia, la cooperazione europea può contribuire a individuare le modalità per promuovere l'inclusione sociale e l'equità, senza compromettere l'eccellenza.

I sistemi che promuovono elevati standard qualitativi per tutti e rafforzano la responsabilizzazione, che incentivano approcci personalizzati e inclusivi, che sostengono l'intervento precoce e si rivolgono in particolare ai discenti svantaggiati possono costituire potenti motori per la promozione dell'inclusione sociale.

I meccanismi di sostegno agli studenti, quali le borse di studio, i prestiti e le prestazioni supplementari non pecuniarie, possono svolgere un ruolo importante nel facilitare la parità di accesso, in particolare per quanto riguarda l'istruzione superiore. Data la crescente pressione sulle risorse finanziarie destinate all'istruzione, sarà essenziale migliorare l'efficacia degli investimenti pubblici; l'analisi della concezione e dell'impatto dei diversi sistemi di finanziamento potrà aiutare ad operare scelte informate.

RITIENE INOLTRE QUANTO SEGUE:

Per quanto riguarda l'istruzione precoce e scolastica:

1.

Il fatto di beneficiare di servizi di istruzione e assistenza per la prima infanzia di elevata qualità, con personale altamente qualificato e un'adeguata proporzione bambini-personale, produce risultati positivi per tutti i bambini e i massimi benefici per i più svantaggiati. Fornendo incentivi e sostegno adeguati, adattando l'offerta alle esigenze e migliorando l'accessibilità si può accrescere la partecipazione dei bambini provenienti da contesti svantaggiati (13).

2.

Uno dei modi più efficaci per promuovere l'inclusione sociale consiste nell'assicurare un'istruzione di elevata qualità che fornisca competenze chiave per tutti. Le scuole con una percentuale elevata di alunni provenienti da contesti svantaggiati necessitano di un sostegno supplementare.

3.

Per essere efficace, la prevenzione dell'abbandono scolastico precoce presuppone lo sviluppo della conoscenza dei gruppi a rischio di dispersione scolastica (dovuti per esempio a circostanze personali o socioeconomiche o a difficoltà di apprendimento) a livello locale, regionale e nazionale e sistemi per l'individuazione precoce dei soggetti a rischio. Dovrebbero essere attuate strategie globali intersettoriali, che prevedano una gamma di misure concernenti la scuola nel suo insieme e sistemiche, incentrate sui diversi fattori che portano alla dispersione scolastica. Il sostegno individualizzato per gli alunni a rischio può includere l'offerta di insegnamento personalizzato, consulenza, sistemi di mentoraggio e di tutoraggio, prestazioni sociali nonché attività extracurricolari a sostegno dell'apprendimento.

4.

A livello dei singoli istituti di istruzione, le strategie di inclusione richiedono una dirigenza forte, il controllo sistematico dei risultati e della qualità, un insegnamento innovativo e di elevata qualità sostenuto da idonei interventi di formazione, responsabilizzazione e motivazione degli insegnanti, la cooperazione con altri professionisti e la messa a disposizione di risorse adeguate. L'offerta di un sostegno più integrato ai discenti che ne abbisognano richiede la cooperazione con i genitori e i soggetti interessati della collettività, ad esempio in settori quali le attività extrascolastiche di apprendimento non formale e informale.

5.

La creazione delle condizioni necessarie per un'efficace inclusione degli alunni con esigenze particolari nei contesti tradizionali è vantaggiosa per l'insieme dei discenti. Un crescente ricorso ad approcci personalizzati, inclusi piani di apprendimento individualizzati e l'utilizzazione della valutazione a sostegno del processo di apprendimento, il conferimento agli insegnanti delle competenze per gestire la diversità e trarne profitto, nonché la promozione del ricorso all'insegnamento e all'apprendimento cooperativo e l'ampliamento dell'accesso e della partecipazione sono esempi di modi per migliorare la qualità a favore di tutti.

Per quanto riguarda l'istruzione e la formazione professionale (IFP):

Un'offerta di formazione professionale diversificata, che ponga maggiormente l'accento sulle competenze chiave, incluse quelle trasversali, può proporre ai singoli i percorsi necessari per migliorare le proprie qualifiche ed accedere quindi al mercato del lavoro. Per i gruppi svantaggiati, l'importanza dell'IFP può essere accresciuta adattando l'offerta alle esigenze individuali, rafforzando l'orientamento e la consulenza, riconoscendo le diverse forme di apprendimento preliminare e promuovendo programmi alternativi di apprendimento sul luogo di lavoro. Una maggiore partecipazione, in particolare delle persone scarsamente qualificate, all'istruzione e formazione professionale continua è fondamentale per una strategia di inclusione attiva e per la limitazione della disoccupazione in caso di mutamenti industriali.

Per quanto riguarda l'istruzione superiore:

1.

Per innalzare le aspirazioni e aumentare l'accesso degli studenti provenienti da contesti svantaggiati all'istruzione superiore occorre rafforzare i programmi di sostegno finanziario e altri incentivi e migliorarne la concezione. Prestiti per studenti abbordabili, accessibili, adeguati e trasferibili, come pure contributi in funzione del reddito, possono aumentare efficacemente il tasso di partecipazione di coloro che non possono sostenere i costi dell'istruzione superiore.

2.

Percorsi di apprendimento più flessibili e diversificati — ad esempio riconoscendo l'apprendimento preliminare, l'istruzione a tempo parziale e l'insegnamento a distanza — possono contribuire a conciliare l'istruzione superiore con gli impegni lavorativi o familiari e incentivare una più ampia partecipazione. L'attuazione di misure volte a controllare ed accrescere il tasso di prosecuzione degli studi superiori, a fornire un sostegno individualizzato nonché a rafforzare l'orientamento, il mentoraggio e la formazione specialistica — in particolare nelle fasi iniziali di un ciclo di formazione universitaria — può migliorare i tassi di conseguimento dei diplomi degli studenti svantaggiati.

3.

Sono necessari particolari sforzi, soprattutto in relazione al finanziamento, per garantire che si tenga pienamente conto delle esigenze degli studenti svantaggiati, che spesso non sono in grado di beneficiare dei programmi di mobilità disponibili.

4.

La lotta contro la disuguaglianza, la povertà e l'esclusione sociale può essere rafforzata riconoscendo che gli istituti di istruzione superiore hanno la responsabilità sociale di restituire alla società i benefici della conoscenza, di mettere la conoscenza al servizio della collettività in senso lato — a livello sia locale che mondiale — e di rispondere alle esigenze sociali.

5.

Gli istituti di istruzione superiore possono altresì dar prova di responsabilità sociale mettendo le loro risorse a disposizione dei discenti adulti, informali e non formali, potenziando la ricerca in materia di esclusione sociale, promuovendo l'innovazione e attualizzando le risorse e la metodologia educative.

Per quanto riguarda l'istruzione degli adulti:

1.

L'ampliamento dell'accesso all'istruzione degli adulti può creare nuove possibilità di inclusione attiva e migliorare la partecipazione sociale, specialmente per i soggetti scarsamente qualificati, i disoccupati, gli adulti con esigenze particolari, gli anziani e i migranti. Per quanto riguarda in particolare questi ultimi, l'apprendimento della o delle lingue del paese ospitante svolge un ruolo importante nella promozione dell'integrazione sociale nonché nel miglioramento delle competenze di base e dell'occupabilità.

2.

L'istruzione degli adulti, offerta in una varietà di contesti, con la partecipazione di molteplici soggetti interessati (inclusi i settori pubblico e privato, gli istituti di istruzione superiore, le comunità locali e le ONG) e l'inclusione dell'apprendimento per fini personali, civici, sociali e occupazionali, è fondamentale per raggiungere i gruppi svantaggiati e a rischio. Per quanto riguarda specificamente l'apprendimento legato all'occupazione, le imprese possono manifestare la loro responsabilità sociale migliorando la capacità di anticipare i cambiamenti strutturali e offrendo opportunità di riqualificazione.

3.

Il potenziale dell'apprendimento intergenerazionale può essere sfruttato come mezzo per condividere le conoscenze e le competenze e incoraggiare la comunicazione e la solidarietà tra le generazioni più giovani e quelle più anziane, per colmare il crescente divario digitale e ridurre l'isolamento sociale.

In una prospettiva di apprendimento permanente:

I sistemi di istruzione e formazione con percorsi flessibili, che mantengono aperte le opportunità il più a lungo possibile ed evitano i «vicoli ciechi», contribuiscono a superare lo svantaggio. Essi aiutano altresì ad evitare la marginalizzazione socioeconomica o culturale e l'effetto inibitore dovuto alle scarse aspettative. L'offerta di orientamento lungo tutto l'arco della vita e la convalida delle competenze acquisite, compreso il riconoscimento dell'apprendimento e dell'esperienza preliminari, la diversificazione delle tipologie di ammissione a tutti i livelli di istruzione e formazione, comprese l'istruzione superiore e l'istruzione degli adulti, e un'attenzione più accentuata alla qualità e all'attrattiva degli ambiti di apprendimento possono facilitare le transizioni per i discenti. Per raggiungere i gruppi svantaggiati al di fuori dei sistemi di istruzione e formazione sono necessari modi innovativi di fornire orientamento nonché la collaborazione con gli altri servizi sociali e con la società civile.

INVITA DI CONSEGUENZA GLI STATI MEMBRI:

Per quanto riguarda l'istruzione precoce e scolastica, a:

1.

assicurare un più ampio accesso a servizi di istruzione e assistenza per la prima infanzia di elevata qualità, al fine di offrire a tutti i bambini — specie a quelli provenienti da contesti svantaggiati o che presentano esigenze educative particolari — un avvio sicuro e rafforzare la motivazione all'apprendimento;

2.

migliorare la qualità dei servizi offerti nelle scuole e ridurre le differenze tra queste ultime e al loro interno al fine di contrastare eventuali tendenze alla marginalizzazione socioeconomica o culturale;

3.

puntare sull'acquisizione delle competenze di base fondamentali, soprattutto l'alfabetizzazione e il calcolo e — segnatamente nel caso di alunni provenienti da un contesto migratorio — le competenze linguistiche;

4.

incoraggiare le attività di collegamento in rete tra le scuole per scambiare esperienze ed esempi di buone pratiche;

5.

intensificare gli sforzi per prevenire la dispersione scolastica, basandosi sullo sviluppo di sistemi di allarme preventivo per l'individuazione degli alunni a rischio; incoraggiare strategie di inclusione concernenti la scuola nel suo insieme, imperniate sulla qualità e sostenute da un'adeguata formazione della dirigenza e degli insegnanti in una prospettiva di apprendimento permanente;

6.

elaborare approcci più personalizzati e risposte sistemiche per sostenere l'insieme degli alunni e fornire ulteriore sostegno a quelli provenienti da contesti svantaggiati o con esigenze particolari;

7.

rafforzare l'importanza dell'istruzione scolastica allo scopo di innalzare le aspirazioni degli alunni e stimolarne non solo la capacità di apprendimento, ma anche la motivazione;

8.

rafforzare l'attrattiva della professione docente, prevedere una pertinente formazione continua e assicurare una forte dirigenza scolastica;

9.

rendere le scuole maggiormente responsabili nei confronti della società in generale, rafforzare i partenariati tra scuole e genitori, imprese e collettività locali e integrare ulteriormente le attività formali e non formali;

10.

promuovere approcci all'istruzione efficaci ed inclusivi per tutti gli alunni, compresi quelli con esigenze particolari, trasformando le scuole in comunità di apprendimento in cui sia alimentato il senso dell'inclusione e del sostegno reciproco e siano riconosciuti i talenti di tutti gli alunni. Monitorare l'impatto di tali approcci, in particolare per innalzare i tassi di accesso e di conseguimento dei diplomi degli alunni con esigenze particolari a tutti i livelli del sistema d'istruzione.

Per quanto riguarda l'istruzione e formazione professionale, a:

1.

rafforzare l'acquisizione delle competenze chiave attraverso percorsi e programmi professionali e rispondere meglio alle esigenze dei discenti svantaggiati;

2.

sviluppare ulteriormente l'offerta di IFP, che consente ai discenti di elaborare i propri percorsi individualizzati;

3.

cercare di far sì che i sistemi di IFP siano adeguatamente integrati nei sistemi generali di istruzione e formazione, inclusi i percorsi flessibili che consentono ai discenti il passaggio da un settore all'altro nonché all'occupazione;

4.

rafforzare le attività di orientamento e consulenza e la pertinente formazione dei docenti al fine di aiutare gli studenti nelle scelte professionali e nelle transizioni all'interno dei sistemi d'istruzione o dall'istruzione al mondo del lavoro. Ciò è particolarmente importante ai fini di un'efficace integrazione nel mondo del lavoro e dell'inclusione degli studenti con esigenze particolari.

Per quanto riguarda l'istruzione superiore, a:

1.

promuovere l'ampliamento dell'accesso, ad esempio rafforzando i regimi di sostegno finanziario destinati agli studenti e mediante percorsi di apprendimento flessibili e diversificati;

2.

elaborare politiche volte ad accrescere i tassi di completamento dell'istruzione superiore, segnatamente rafforzando il sostegno, l'orientamento e il mentoraggio individualizzati a favore degli studenti;

3.

continuare ad eliminare gli ostacoli alla mobilità a fini di apprendimento, aumentando le possibilità e migliorando la qualità in tale settore, anche mediante l'offerta di incentivi alla mobilità degli studenti provenienti da contesti svantaggiati;

4.

promuovere programmi specifici per studenti adulti e altri discenti non tradizionali.

Per quanto riguarda l'istruzione degli adulti, a:

1.

rafforzare le politiche atte a consentire agli adulti disoccupati, scarsamente qualificati e, se opportuno, ai cittadini provenienti da un contesto migratorio, di ottenere una qualifica o di salire «di un gradino» nell'approfondimento delle proprie competenze, e ampliare l'offerta di istruzione della seconda opportunità per i giovani adulti;

2.

promuovere misure intese a far sì che tutti abbiano accesso alle competenze di base e alle competenze chiave necessarie per vivere ed apprendere nella società della conoscenza, in particolare l'alfabetizzazione e le competenze nel campo delle TIC;

e, in generale, a rafforzare la dimensione sociale dei sistemi di istruzione e di formazione mediante:

1.

l'aumento della flessibilità e permeabilità dei percorsi educativi e l'eliminazione degli ostacoli alla partecipazione e alla mobilità nell'ambito dei sistemi di istruzione e formazione e tra i medesimi;

2.

lo sviluppo di legami più stretti tra il mondo dell'istruzione e il mondo del lavoro e la società in generale, per rafforzare l'occupabilità e la cittadinanza attiva;

3.

l'introduzione di sistemi di convalida e riconoscimento dell'apprendimento preliminare, incluso l'apprendimento informale e non formale, e un maggiore ricorso all'orientamento lungo tutto l'arco della vita per i discenti svantaggiati e scarsamente qualificati;

4.

la valutazione dell'impatto e dell'efficacia delle misure di sostegno finanziario a favore delle persone svantaggiate, nonché degli effetti della concezione delle strutture e dei sistemi educativi su tale categoria di persone;

5.

l'esame della raccolta di dati relativi ai risultati, ai tassi di dispersione scolastica e ai contesti socioeconomici dei discenti, in particolare nel quadro dell'istruzione e formazione professionale, dell'istruzione superiore e dell'istruzione degli adulti;

6.

l'esame dell'introduzione di obiettivi quantificati in materia di inclusione sociale mediante l'istruzione, che siano adeguati alla situazione di ciascuno Stato membro;

7.

l'esame dello sviluppo di un approccio integrato a tali obiettivi, in coordinamento con altre politiche;

8.

l'assegnazione di risorse adeguate agli alunni e alle scuole svantaggiati e, se del caso, l'estensione del ricorso al Fondo sociale europeo e al Fondo europeo di sviluppo regionale per ridurre l'esclusione sociale attraverso l'istruzione.

INVITA DI CONSEGUENZA GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE A:

1.

proseguire la cooperazione concernente la priorità strategica della promozione dell'equità, della coesione sociale e della cittadinanza attiva, avvalendosi attivamente del metodo di coordinamento aperto nel contesto del quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione («ET 2020») e realizzando la dimensione sociale dei processi di Bologna e di Copenaghen, nonché adottando misure in linea con le conclusioni del Consiglio del 2008 sull'istruzione destinata agli adulti;

2.

cercare di avvalersi attivamente di ciascuna parte del programma di apprendimento permanente e, se del caso, del Fondo sociale europeo, del Fondo europeo di sviluppo regionale e del programma PROGRESS, al fine di rafforzare l'inclusione sociale attraverso l'istruzione e la formazione, e continuare a porre un accento particolare su tale dimensione nelle proposte relative alla prossima generazione di programmi;

3.

promuovere e sostenere una maggiore partecipazione dei discenti provenienti da contesti svantaggiati o con esigenze particolari ai programmi, ai partenariati e ai progetti di mobilità transnazionale, in particolare a quelli istituiti nell'ambito del programma di apprendimento permanente;

4.

sostenere la ricerca comparativa sull'efficacia delle politiche volte ad accrescere l'equità nel settore dell'istruzione e della formazione, ampliare la base di conoscenze in cooperazione con altre organizzazioni internazionali e assicurare un'ampia diffusione dei risultati della ricerca;

5.

promuovere il ruolo dell'istruzione e della formazione quali strumenti chiave per il conseguimento degli obiettivi dell'inclusione sociale e del processo di protezione sociale.


(1)  GU C 298 del 8.12.2006, pag. 3.

(2)  GU L 394 del 30.12.2006, pag. 10.

(3)  GU C 290 del 4.12.2007, pag. 1.

(4)  Doc. 16096/1/07 REV 1.

(5)  GU C 140 del 6.6.2008, pag. 10.

(6)  GU L 298 del 7.11.2008, pag. 20.

(7)  GU C 18 del 24.1.2009, pag. 6.

(8)  GU C 319 del 13.12.2008, pag. 20.

(9)  GU C 301 dell'11.12.2009, pag. 5.

(10)  GU C 311 del 19.12.2009, pag. 1.

(11)  GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.

(12)  Cfr. nota 6.

(13)  Ai fini del presente testo, i termini «provenienti da contesti svantaggiati» comprende, se del caso, anche le persone con esigenze particolari in materia di istruzione.


26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/8


Conclusioni del Consiglio dell'11 maggio 2010 sulle competenze che favoriscono l'apprendimento permanente e sull'iniziativa «Nuove competenze per nuovi lavori»

2010/C 135/03

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

RICORDANDO

1.

la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente (1), che mira ad assicurare che l'istruzione e la formazione iniziali offrano a tutti i giovani i mezzi per sviluppare le competenze chiave a un livello tale che li prepari per ulteriori occasioni di apprendimento e per la vita lavorativa e che consenta agli adulti di sviluppare e aggiornare le loro competenze chiave lungo tutto l'arco della loro vita;

2.

la risoluzione del Consiglio del 15 novembre 2007 sulle nuove competenze per nuovi lavori (2), e le conclusioni del Consiglio del 9 marzo 2009 sul tema «Nuove competenze per nuovi lavori — Prevedere le esigenze del mercato del lavoro e le competenze professionali e rispondervi» (3), che hanno posto l'accento sulla necessità di preparare le persone a nuovi lavori nella società dei saperi ed hanno riconosciuto che il fabbisogno di capacità professionali, competenze e qualifiche aumenterà in modo significativo per ogni tipo e ad ogni livello di occupazione e che esiste una domanda crescente da parte dei datori di lavoro di competenze di base trasversali;

3.

la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008, sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente (4), che incoraggia l'abbandono della tradizionale enfasi sugli «input dell'apprendimento» — quali la durata di un'esperienza di apprendimento o il tipo di istituto — e l'adozione di un approccio basato sui «risultati dell'apprendimento», ossia ciò che un discente conosce, capisce ed è in grado di realizzare;

4.

le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 22 maggio 2008, sulla promozione della creatività e dell'innovazione attraverso l'istruzione e la formazione (5), che hanno sottolineato l'importanza del quadro di competenze chiave per promuovere la creatività e l'innovazione ed hanno portato all'elaborazione del «Manifesto per la creatività e l'innovazione in Europa», presentato dagli Ambasciatori in occasione dell'Anno europeo della creatività e dell'innovazione (2009);

5.

le conclusioni del Consiglio, del 22 maggio 2008, sull'istruzione destinata agli adulti (6), che hanno sottolineato l'importanza dell'educazione degli adulti quale componente essenziale dell'apprendimento permanente;

6.

le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del 21 novembre 2008, sul tema «Preparare i giovani per il XXI secolo» (7), secondo cui un metodo coerente di sviluppo delle competenze, fondato sul quadro europeo delle competenze chiave per l'apprendimento permanente, richiede sforzi maggiori per migliorare la lettura e altri saperi di base;

7.

le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 21 novembre 2008, sulle priorità future di una maggiore cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale (IFP) (8), che hanno posto in rilievo che per l'IFP è particolarmente importante migliorare la creatività e l'innovazione e che a tal fine dovrebbe essere attivamente promossa l'acquisizione di competenze chiave per l'apprendimento permanente. Le conclusioni miravano altresì a sviluppare le relazioni tra l'IFP e il mercato del lavoro ponendo l'accento su impieghi e qualifiche;

8.

le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 12 maggio 2009, sul potenziamento dei partenariati fra istituti d'istruzione e di formazione e le parti sociali, in particolare i datori di lavoro, nel contesto dell'apprendimento permanente (9), che hanno raccomandato di rivolgere sufficiente attenzione in seno agli istituti di istruzione e di formazione, a tutti i livelli, all'acquisizione di competenze trasversali chiave utili nella vita professionale;

9.

le conclusioni del Consiglio, del 26 novembre 2009, sullo sviluppo professionale degli insegnanti e dei capi istituto (10), nelle quali si riconosce che le esigenze cui il corpo insegnante deve rispondere impongono la necessità di nuovi approcci e che gli insegnanti devono assumersi maggiori responsabilità riguardo all'aggiornamento e allo sviluppo delle proprie conoscenze e competenze;

10.

le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio, del 26 novembre 2009, sullo sviluppo del ruolo dell'educazione in un triangolo della conoscenza perfettamente funzionante (11), che hanno incoraggiato gli istituti di educazione e di formazione a stabilire programmi di studio, metodi didattici e tipi di esami, a tutti i livelli di educazione, tali da inglobare e promuovere la creatività, l'innovazione e l'imprenditorialità,

E RICORDANDO IN PARTICOLARE

le conclusioni del Consiglio, del 12 maggio 2009, su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione («ET 2020») (12), che costituisce uno strumento per far fronte alle sfide insite nella piena realizzazione delle competenze chiave e per migliorare l'apertura e la pertinenza dell'istruzione e della formazione, anche tramite la definizione dei settori di intervento prioritario nel ciclo di lavoro 2009-2011, l'eventuale sviluppo di un parametro di riferimento in materia di occupabilità e l'adeguamento del quadro coerente di indicatori, prestando particolare attenzione ai settori della creatività, dell'innovazione e dell'imprenditorialità,

CONSAPEVOLE DELLE SEGUENTI SFIDE

1.

l'attuale crisi economica, assieme al rapido ritmo del cambiamento sociale, tecnologico e demografico, sottolinea l'importanza cruciale di assicurare che, attraverso un'istruzione e una formazione permanenti di alta qualità, nonché una maggiore mobilità, tutti, in particolare i giovani, acquisiscano un solido bagaglio di competenze;

2.

l'acquisizione e l'ulteriore sviluppo delle competenze sono essenziali per migliorare le prospettive occupazionali e contribuiscono alla realizzazione personale, all'inclusione sociale ed alla cittadinanza attiva, in quanto sono segni della capacità di agire in modo auto-organizzato, in contesti complessi, in mutamento e imprevedibili. Come enunciato nella raccomandazione sulle competenze chiave, una persona competente è in grado di combinare le conoscenze, le capacità e le attitudini e di applicare e usare in situazioni nuove quanto ha appreso (in modo formale, non formale o informale) in precedenza;

3.

la relazione congiunta 2010 del Consiglio e della Commissione sull'attuazione del programma di lavoro «Istruzione e formazione 2010» riconosce che:

molti paesi stanno riformando i programmi di studio proprio sulla base del quadro delle competenze chiave, soprattutto in ambito scolastico; occorre però elaborare e attuare su più ampia scala approcci innovativi all'insegnamento e all'apprendimento per far sì che ogni cittadino possa avere accesso ad opportunità di apprendimento permanente di qualità,

vanno specificamente rafforzate le competenze necessarie alla partecipazione all'apprendimento ulteriore e al mercato del lavoro, due aspetti che sono spesso strettamente correlati tra loro. L'approccio basato sulle competenze chiave va dunque sviluppato ancora, al di là dell'ambito scolastico, nell'educazione degli adulti e nell'istruzione e formazione professionale (IFP) in collegamento con il processo di Copenaghen e bisogna fare in modo che i risultati dell'istruzione superiore siano più rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro. Ciò comporta anche la messa a punto di metodi di valutazione e attestazione di competenze chiave trasversali — fra cui si annoverano imparare ad imparare, competenze sociali e civiche, spirito d'iniziativa e imprenditorialità e consapevolezza ed espressione culturale (13) — pertinenti ai fini dell'accesso al lavoro e all'apprendimento ulteriore,

occorre elaborare un «linguaggio comune» che serva a far comunicare tra loro il mondo dell'istruzione e della formazione e quello del lavoro, in modo che per i cittadini e i datori di lavoro sia più facile comprendere la pertinenza delle competenze e dei risultati dell'apprendimento ai fini delle mansioni e occupazioni. Ciò favorirebbe una maggiore mobilità occupazionale e geografica dei cittadini;

al fine di migliorare le competenze dei cittadini e quindi prepararli meglio per il futuro, anche i sistemi di istruzione e di formazione devono aprirsi di più ed essere maggiormente in linea con il mondo esterno,

NEL SOTTOLINEARE CHE

tali sfide necessitano di azioni a livello sia europeo sia nazionale, nell'ambito dei settori di intervento prioritario programmati specificamente per il primo ciclo di lavoro 2009-2011 del quadro ET 2020. Occorre dare attuazione piena all'approccio basato sulle competenze chiave in ambito scolastico, in particolare per sostenere l'acquisizione di tali competenze e risultati dell'apprendimento di alta qualità da parte di coloro che rischiano risultati al di sotto delle loro potenzialità nel campo dell'istruzione e l'esclusione sociale. I metodi didattici e di valutazione devono evolvere e occorre sostenere lo sviluppo professionale iniziale e continuo di tutti gli insegnanti, formatori e capi istituto in linea con l'approccio basato sulle competenze,

è ora tuttavia anche necessario chiarire e valutare se occorra sviluppare il collegamento tra le diverse iniziative europee esistenti volte a rafforzare le competenze dei cittadini e a porre maggiormente l'accento sui risultati dell'apprendimento, ed assicurare inoltre un approccio coerente in questo campo. A tal fine si dovrebbe muovere dai progressi compiuti nell'attuazione sia della raccomandazione sulle competenze chiave sia del quadro europeo delle qualifiche (EQF) e collegare questi elementi all'acquisizione di competenze e ai risultati dell'apprendimento in tutti gli ambiti pertinenti e a tutti i livelli. Si dovrebbe inoltre puntare a migliorare e rafforzare sistematicamente l'acquisizione di competenze nell'istruzione e nella formazione, nonché a livello lavorativo,

PONE PERTANTO L'ACCENTO SULL'IMPORTANZA DI INIZIATIVE NEI SEGUENTI SETTORI

occorre compiere sforzi per dimostrare quanto le competenze chiave siano importanti a tutti i livelli dell'istruzione e della formazione e in tutte le fasi e situazioni della vita. Oltre a sostenere l'attuazione delle competenze chiave nei settori indicati nella raccomandazione del 2006, occorre adoperarsi altresì per sfruttare al meglio la raccomandazione al fine di sostenere l'apprendimento permanente dopo la fine della scuola dell'obbligo,

si dovrebbe fare di più per sostenere l'acquisizione, l'aggiornamento e l'ulteriore sviluppo dell'intera gamma delle competenze chiave nei settori dell'istruzione e formazione professionale e dell'educazione degli adulti,

per fornire agli studenti le competenze richieste dal mercato del lavoro, nonché per ulteriori attività di apprendimento e ricerca, occorre inoltre attribuire priorità, nell'ambito dell'istruzione superiore, all'aggiornamento, acquisizione e ulteriore sviluppo delle competenze chiave. È particolarmente importante che gli istituti d'istruzione superiore offrano agli studenti la possibilità di sviluppare la capacità di comunicare nelle lingue straniere, ove occorra, oltre che un solido bagaglio di competenze chiave trasversali, in quanto tali competenze sono essenziali all'acquisizione di altre capacità, all'adattamento a diversi ambienti di lavoro e all'esercizio della cittadinanza attiva,

occorre che la concezione dei piani di studio, l'insegnamento, la valutazione e gli ambienti di apprendimento siano fondati in modo coerente sui risultati dell'apprendimento, ossia le conoscenze, le capacità e le competenze che devono essere acquisite dai discenti. Occorre porre in particolare evidenza le competenze chiave trasversali che richiedono metodi interdisciplinari e innovativi; per completare il passaggio a un approccio basato sulle competenze, è altresì necessario agire per far sì che gli insegnanti, i formatori e i capi istituto siano preparati ad assumere i nuovi ruoli impliciti in tale approccio. Questo processo può essere sostenuto attraverso la promozione dei partenariati tra gli istituti d'istruzione e formazione e il mondo esterno, in particolare il mondo del lavoro,

occorre altresì adoperarsi maggiormente per valutare, registrare e dimostrare adeguatamente le competenze acquisite dai cittadini nel corso di tutto l'arco della vita come risultato dell'apprendimento in contesti formali, non formali e informali ai fini dell'occupazione e dell'accesso all'apprendimento ulteriore, così come per la partecipazione attiva alla società. Percorsi di istruzione e formazione flessibili possono sia migliorare le possibilità occupazionali dei cittadini sia agevolare l'individuazione delle loro competenze in evoluzione e delle loro future esigenze in termini di apprendimento. L'efficacia degli strumenti per l'individuazione e la registrazione delle competenze potrebbe aumentare se, nell'istruzione e formazione così come sul mercato del lavoro, tutti i soggetti interessati adottassero una terminologia e un approccio standardizzati,

INVITA GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE A

sostenere lo scambio di migliori pratiche e le iniziative nazionali inerenti ai settori summenzionati. In linea con i settori di intervento programmati per il primo ciclo di lavoro 2009-2011 dell'ET 2020 e sfruttando al meglio le competenze e il sostegno costante del Cedefop, si dovrebbe in quest'ambito tenere maggiormente conto delle competenze chiave trasversali nei piani di studio, nelle valutazioni e nelle qualifiche; promuovere la creatività e l'innovazione elaborando metodi di insegnamento e apprendimento specifici; stringere partenariati tra i fornitori di istruzione e formazione, le aziende e la società civile,

sostenere lo sviluppo professionale iniziale e continuo di tutti gli insegnanti, formatori e capi istituto, a livello sia di istruzione generale sia di istruzione e formazione professionale, anche al fine di prepararli ad assumere i nuovi ruoli impliciti in un approccio basato sulle competenze,

avviare lavori per chiarire come le competenze chiave possano evolvere continuamente adattandosi via via alle sfide che si pongono alle persone nel corso della vita scolastica e lavorativa mediante l'esame e lo sviluppo, tra l'altro, della valutazione delle competenze chiave a vari livelli di istruzione e formazione. Occorre considerare, in particolare, l'opportunità di istituire un collegamento tra, da un lato, i livelli di riferimento fondati sui risultati dell'apprendimento promossi dall'attuazione dell'EQF da parte degli Stati membri e, dall'altro, il quadro delle competenze chiave,

avviare lavori, in collaborazione con le parti sociali, i servizi pubblici per l'impiego ed altri soggetti interessati, sull'elaborazione di un linguaggio comune, o di una terminologia standardizzata, che comprenda il quadro europeo per le capacità, le competenze e l'occupazione (ESCO). Questo linguaggio comune dovrebbe essere inteso a migliorare l'articolazione tra le competenze acquisite nei processi di apprendimento e le esigenze occupazionali e del mercato del lavoro, creando così un collegamento tra il mondo dell'istruzione/formazione e quello del lavoro. Potrebbe sia fungere da supporto sia basarsi sull'attuazione dell'EQF, facilitando la descrizione, categorizzazione e classificazione dell'offerta di istruzione e formazione, dei risultati conseguiti con l'apprendimento individuale e delle relative esperienze, nonché delle opportunità occupazionali correlate. L'obiettivo generale sarebbe aiutare i cittadini, i servizi pubblici per l'impiego, i consulenti professionali, i prestatori di servizi di orientamento e i datori di lavoro a comprendere la pertinenza dei risultati dell'apprendimento nelle qualifiche nazionali rispetto alle mansioni e occupazioni, nonché usare il linguaggio comune per adeguare meglio al mercato del lavoro le capacità richieste,

continuare a sviluppare e promuovere, in collaborazione con tutti i pertinenti soggetti interessati, il riconoscimento dell'apprendimento in contesti non formali e informali, allo scopo di consentire ai cittadini di partecipare all'apprendimento ulteriore e al mercato del lavoro,

sviluppare il quadro Europass in linea con l'attuazione dell'EQF e allo scopo di registrare e porre in evidenza con maggiore efficacia le conoscenze, le capacità e le competenze acquisite dai cittadini nel corso della vita in molteplici ambiti di apprendimento, anche prendendo in considerazione lo sviluppo di un «passaporto delle competenze personali» fondato sugli attuali elementi dell'Europass,

continuare a lavorare per individuare le conoscenze, capacità e competenze emergenti necessarie a scopi lavorativi o di apprendimento, tenendo conto al tempo stesso dell'importanza dei sistemi di orientamento professionale, al fine di sostenere i cittadini nei loro sforzi per trovare e creare posti di lavoro nuovi e migliori e di misurare e analizzare eventuali squilibri tra domanda e offerta di competenze,

INVITA LA COMMISSIONE A

riferire al Consiglio, entro la fine del 2011, sulle possibili modalità per portare avanti il programma enunciato nelle presenti conclusioni e lavorare alla sua attuazione insieme agli Stati membri e ai soggetti interessati, secondo le priorità definite nelle conclusioni del Consiglio, del 12 maggio 2009, su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione nonché nel contesto della strategia Europa 2020.


(1)  GU L 394 del 30.12.2006, pag. 10.

(2)  GU C 290 del 4.12.2007, pag. 1.

(3)  Doc. 6479/09.

(4)  GU C 111 del 6.5.2008, pag. 1.

(5)  GU C 141 del 7.6.2008, pag. 17.

(6)  GU C 140 del 6.6.2008, pag. 10.

(7)  GU C 319 del 13.12.2008, pag. 20.

(8)  GU C 18 del 24.1.2009, pag. 6.

(9)  Doc. 9876/09.

(10)  GU C 302 del 12.12.2009, pag. 6.

(11)  GU C 302 del 12.12.2009, pag. 3.

(12)  GU C 119 del 28.5.2009, pag. 2.

(13)  GU L 394 del 30.12.2006, pag. 10 e GU C 119 del 28.5.2009, pag. 4.


26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/12


Conclusioni del Consiglio dell'11 maggio 2010 sull'internazionalizzazione (1) dell'istruzione superiore

2010/C 135/04

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

CONSIDERANDO QUANTO SEGUE:

1.

La dichiarazione di Bologna del 19 giugno 1999 ha istituito un processo intergovernativo volto alla costruzione di uno spazio europeo dell'istruzione superiore entro il 2010, attivamente sostenuto dall'Unione europea, e i ministri responsabili dell'istruzione superiore dei 46 paesi partecipanti, riuniti a Lovanio e a Louvain-la-Neuve il 28 e 29 aprile 2009, hanno chiesto che gli istituti d'istruzione superiore rendano ancora più internazionali le loro attività.

2.

La risoluzione del Consiglio del 23 novembre 2007 sulla modernizzazione delle università per la competitività dell'Europa in un'economia globale della conoscenza (2) invitava gli Stati membri a promuovere l'internazionalizzazione degli istituti d'istruzione superiore incoraggiando la garanzia della qualità mediante valutazioni indipendenti e valutazioni inter pares delle università, accrescendo la mobilità, promuovendo il ricorso a diplomi congiunti e doppi e agevolando il riconoscimento delle qualifiche e dei periodi di studio.

3.

L'Unione europea vanta una lunga tradizione di cooperazione con paesi terzi sulla base di una serie di politiche e strumenti in cui l'istruzione superiore va svolgendo un ruolo crescente. Gli accordi di cooperazione con partner di tutto il mondo spesso includono un sostegno alle infrastrutture e ai programmi di cooperazione nel settore dell'istruzione superiore, come pure quadri di riferimento per lo svolgimento di dialoghi politici in tale settore. La cooperazione nell'ambito dell'istruzione superiore occupa inoltre una posizione di spicco in quadri di cooperazione multilaterali quali l'Unione per il Mediterraneo, la dimensione settentrionale o il partenariato orientale.

4.

La decisione n. 1298/2008/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, ha istituito il programma d'azione Erasmus Mundus 2009-2013 per il miglioramento della qualità nell’istruzione superiore e la promozione della comprensione interculturale mediante la cooperazione con i paesi terzi (3).

5.

Il programma Tempus IV (2007-2013) sostiene l’ammodernamento dell'istruzione superiore nei paesi partner dell'Europa orientale, dell'Asia centrale, dei Balcani occidentali e della regione mediterranea soprattutto mediante progetti di cooperazione universitaria e partenariati. Altri programmi, quali i programmi di cooperazione con paesi industrializzati o Edulink, Nyerere e Alfa, riguardano le attività di cooperazione accademica con altre regioni del mondo.

6.

Le azioni Marie Curie nell'ambito del 7o programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico promuovono l'eccellenza e la mobilità nella ricerca europea e forniscono ampio sostegno allo sviluppo di risorse umane dinamiche di rilevanza mondiale nel sistema europeo di ricerca, tenendo conto della dimensione internazionale intrinseca della ricerca.

RILEVANDO CHE:

1.

L'istruzione superiore sta acquisendo una crescente dimensione internazionale, poiché sempre più istituti d'istruzione superiore contano iscrizioni di studenti provenienti da paesi terzi, effettuano scambi di studenti, personale, progetti e conoscenze e avviano attività di cooperazione internazionale nel settore accademico e della ricerca.

2.

La qualità degli istituti d'istruzione superiore europei e la gamma e la profondità ineguagliabili degli studi che offrono rendono tali istituti estremamente attrattivi per il mondo accademico internazionale, sia come destinazioni di studio che come partner per «joint venture» nell'ambito dell'istruzione e della ricerca.

3.

Inoltre, il successo dell'Europa nel creare strumenti quali il quadro di riferimento comune che mette in relazione i sistemi e i quadri nazionali delle qualifiche rapportandosi a un punto di riferimento comune europeo (4) e nello sviluppare una comprensione comune in ambiti quali la garanzia della qualità (5) sta suscitando un crescente interesse nei partner mondiali.

4.

I programmi di cooperazione internazionale e il dialogo politico con paesi terzi nel settore dell'istruzione superiore non solo consentono una più libera diffusione delle conoscenze, ma contribuiscono altresì ad accrescere la qualità e il prestigio internazionale dell'istruzione superiore europea, a potenziare la ricerca e l’innovazione, a promuovere la mobilità e il dialogo interculturale, nonché a incentivare lo sviluppo internazionale conformemente agli obiettivi dell'UE in materia di politica esterna.

RAMMENTANDO QUANTO SEGUE:

Il Consiglio attribuisce grande importanza alla promozione della mobilità dei discenti nel campo dell'istruzione superiore per gli studenti, il personale docente e i ricercatori. Tale mobilità offre un mezzo per arricchire il capitale umano e incrementare l'occupabilità attraverso l'acquisizione e lo scambio delle conoscenze, lo sviluppo di competenze linguistiche e interculturali e la promozione di contatti interpersonali. Inoltre, aumentare in tal modo la divulgazione delle conoscenze può potenziare le capacità di creazione e innovazione.

CONSAPEVOLE TUTTAVIA CHE:

La concorrenza mondiale nell'assicurarsi quote sempre maggiori della popolazione internazionale di studenti in mobilità è sempre più strenua, in quanto altri partner mondiali perseguono anch'essi attivamente strategie per promuovere l'apertura dei loro istituti d'istruzione superiore al resto del mondo ed attrarre i migliori talenti.

CONVIENE CHE:

1.

La cooperazione internazionale nell'ambito dell'istruzione superiore è un settore importante e vantaggioso che merita sostegno a livello sia nazionale che dell'UE. Tale cooperazione contribuisce a migliorare la qualità e l'innovazione nel campo dell'insegnamento, dell'apprendimento e della ricerca ed è benefica alla produzione di conoscenza. L'istruzione superiore svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo dei singoli individui e delle società, poiché accresce lo sviluppo sociale, culturale ed economico e promuove la cittadinanza attiva e i valori etici. Tenendo particolarmente conto del principio di sussidiarietà, la cooperazione nell'ambito dell'istruzione superiore dovrebbe pertanto costituire parte integrante delle politiche dell'UE in materia di cooperazione esterna e dovrebbe adattarsi alle esigenze, agli interessi e allo stato di sviluppo specifici dei paesi partner interessati.

2.

È necessario sostenere le iniziative e i programmi dell'UE che promuovono la cooperazione nell'ambito dell'istruzione superiore con una dimensione europea e che offrono sostegno agli istituti d'istruzione superiore nel lavorare a progetti accademici comuni e nel rafforzare le reti europee, riducendo così le barriere tra i sistemi nazionali. Il sostegno agli istituti d'istruzione superiore europei affinché cooperino con i loro omologhi mondiali svolge un ruolo importante nel promuovere la qualità e l'eccellenza. La cooperazione di questo tipo ha contribuito, ad esempio, alla creazione di corsi innovativi e ha aperto la strada all'istituzione di diplomi congiunti, doppi e multipli transnazionali. I programmi di cooperazione accademica dell'UE dovrebbero essere organizzati in modo tale da sviluppare meccanismi attuativi altamente visibili ed efficaci e trasmettere messaggi chiari, coerenti e persuasivi in tutto il mondo.

3.

I progressi conseguiti nel migliorare la compatibilità e l'equiparabilità della struttura dei diplomi attraverso il processo paneuropeo di Bologna, nonché il successo ottenuto dall'UE nell'adottare approcci e strumenti comuni per quanto riguarda il riconoscimento delle qualifiche e la garanzia della qualità hanno rafforzato l'attrattiva dell'istruzione superiore nell'Unione. Vi è un interesse condiviso nel promuovere tali sviluppi a livello mondiale e nel rispondere al crescente interesse che manifestano i paesi terzi. Il Forum sulle politiche di Bologna, che facilita il dialogo politico tra lo spazio europeo dell'istruzione superiore e altre parti del mondo, dovrebbe essere accolto con favore quale strumento di scambio su questioni concrete d'interesse reciproco.

4.

Le iniziative che rendono l'istruzione superiore europea più comprensibile e trasparente per gli attori internazionali possono contribuire anche a rendere l'Europa più attrattiva quale destinazione di studio. Lo studio in atto, volto al rilevamento della diversità delle missioni e delle prestazioni degli istituti d'istruzione superiore e a valutare la possibilità di realizzare uno strumento di trasparenza europeo, dovrebbe essere proseguito al fine di rendere più percepibili i particolari punti di forza dell'istruzione superiore europea e dare loro maggiore visibilità.

5.

Un numero crescente di paesi terzi è interessato alle politiche e strumenti comuni sviluppati dall'UE per sostenere gli Stati membri nell'ammodernamento dei loro diversi sistemi d'istruzione: il sistema europeo di accumulazione e trasferimento dei crediti (ECTS) e il quadro europeo delle qualifiche (EQF) sono tra quelli che hanno suscitato particolare interesse. Per tale motivo, oltre ai programmi di cooperazione accademica internazionale, il dialogo politico sull'istruzione superiore dovrebbe essere maggiormente sviluppato con una serie di partner mondiali interessati, al fine di condividere esperienze e buone prassi, creare capacità locali e avvalersi dei riscontri positivi per migliorare le politiche dell'UE.

6.

La cooperazione accademica internazionale dovrebbe continuare a costituire un mezzo importante mediante il quale l'UE può sostenere gli sforzi di ammodernamento dei suoi partner, poiché offrendo partenariati strutturati tra istituti d'istruzione superiore dell'UE e dei paesi terzi, l'UE può contribuire a creare capacità locali, sia all'interno degli istituti d'istruzione superiore che fuori di essi, mantenere un personale universitario qualificato e accrescere gli scambi accademici internazionali e la mobilità.

INVITA PERTANTO GLI STATI MEMBRI A:

adottare, in coordinamento con gli istituti d'istruzione superiore e nel rispetto della loro autonomia e delle prassi nazionali, misure intese a:

1.

promuovere una cultura veramente internazionale nell'ambito di tali istituti, ad esempio:

a)

promuovendo la cooperazione, i collegamenti e l'interazione tra istituti d'istruzione superiore, mondo della ricerca e settore economico a livello internazionale, nell'ambito degli sforzi volti a dare piena operatività al triangolo della conoscenza;

b)

incentivando e sostenendo la mobilità di studenti, docenti, ricercatori e altri operatori internazionali;

c)

fornendo agli studenti, ai docenti, ai ricercatori e agli altri attori dell'istruzione superiore la formazione e le competenze necessarie per lavorare in un contesto internazionale aperto;

d)

assumendo personale con esperienza internazionale che possa incoraggiare gli studenti ed il personale docente autoctoni ad avere una visione più internazionale;

e)

garantendo l'offerta di curricoli di alta qualità e l'applicazione di metodi di insegnamento che tengano conto della dimensione internazionale;

f)

dando vita ad un ambiente istituzionale che incoraggi la partecipazione di studenti, personale docente e ricercatori a programmi internazionali, diplomi congiunti, doppi e multipli e progetti di ricerca;

g)

incoraggiando gli istituti d'istruzione superiore ad elaborare strategie di internazionalizzazione e/o ad inglobare tale dimensione nei loro piani di sviluppo;

2.

accrescere l'attrattiva internazionale degli istituti d'istruzione superiore, ad esempio:

a)

promuovendo l'eccellenza accademica dei campus europei e migliorandone la visibilità internazionale per l'interesse che rivestono come luoghi di studio e di ricerca;

b)

migliorando la qualità dei servizi a sostegno dell'accoglienza, del soggiorno e del ritorno di studenti, personale docente, ricercatori e altri operatori internazionali;

c)

partecipando a reti di cooperazione internazionale, a progetti e a programmi comuni nel settore dell'istruzione e della ricerca;

d)

promuovendo lo sviluppo di diplomi congiunti, doppi e multipli di alta qualità, nonché una loro supervisione congiunta;

e)

agevolando il riconoscimento di qualifiche e periodi di studio compiuti all'estero, pur tenendo in debita considerazione i sistemi di garanzia della qualità;

3.

promuovere la dimensione globale e la consapevolezza della responsabilità sociale degli istituti d'istruzione superiore, ad esempio:

a)

favorendo forme nuove e innovative di cooperazione transnazionale nell'ambito degli istituti d'istruzione superiore;

b)

promuovendo e migliorando la parità di accesso all'istruzione superiore e ai programmi di mobilità internazionale attraverso incentivi e sostegni adeguati;

c)

riversando le conoscenze nella società a livello sia locale che nazionale e globale, contribuendo così a rispondere alle esigenze della stessa e ad affrontare le importanti sfide sociali;

INVITA PERTANTO LA COMMISSIONE A:

1.

sviluppare, in collaborazione con gli Stati membri e nel pieno rispetto dell'autonomia degli istituti d'istruzione superiore, una strategia internazionale dell'UE in materia d'istruzione superiore che miri a migliorare la coerenza e la complementarità delle iniziative di cooperazione internazionale in corso a livello sia nazionale che di UE e che continui a promuovere l'attrattiva dell'istruzione superiore, della ricerca e dell'innovazione europee nelle attività esterne dell'UE, nonché i programmi e le politiche di cooperazione dell'UE in questo settore;

2.

assicurare che la mobilità nel campo dell'apprendimento e della ricerca tra l'UE e il resto del mondo faccia parte di tale strategia;

3.

continuare a sostenere i partenariati internazionali in materia d'istruzione superiore, le azioni di cooperazione accademica internazionale e di creazione di capacità, e ad agevolare il dialogo politico sull'istruzione superiore con i paesi terzi interessati;

4.

promuovere lo scambio di esperienze e buone prassi in questo settore.


(1)  Ai fini del presente testo il termine «internazionalizzazione» è utilizzato con riferimento allo sviluppo delle attività di cooperazione internazionale tra gli istituti d'istruzione superiore dell'UE e quelli di paesi terzi.

(2)  16096/1/07 REV 1.

(3)  GU L 340 del 19.12.2008, pagg. 83.

(4)  Il quadro europeo delle qualifiche (GU C 111 del 6.5.2008, pag. 1).

(5)  Per esempio, il Registro europeo di certificazione della qualità dell'istruzione superiore e le norme e gli indirizzi europei per la certificazione della qualità nello spazio europeo dell'istruzione superiore, istituiti nell'ambito del processo di Bologna.


26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/15


Conclusioni del Consiglio del 10 maggio 2010 sul contributo della cultura allo sviluppo locale e regionale

2010/C 135/05

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

RICORDANDO:

il pertinente contesto politico riepilogato nell'allegato delle presenti conclusioni,

le sfide, sia economiche che sociali cui l'Unione europea è confrontata e la necessità di una strategia europea per far fronte a tali sfide,

il valore intrinseco della cultura, nonché la sua importanza come volano chiave per un'economia di mercato competitiva, innovativa e inclusiva e come veicolo di coesione sociale,

la specifica ricchezza e diversità culturale delle regioni e città d'Europa, per la loro prossimità ai bisogni dei cittadini e dei soggetti locali interessati e il loro ruolo di piattaforme per la coesione economica, sociale e territoriale,

il contributo che la cultura e le industrie culturali e creative apportano allo sviluppo locale e regionale aumentando la capacità di attrazione delle regioni europee e sviluppando il turismo sostenibile, creando nuove opportunità di occupazione e prodotti e servizi innovativi e contribuendo allo sviluppo di nuove capacità e competenze,

CONVIENE CHE:

vi è un legame evidente tra cultura, creatività e innovazione, che contribuisce al progresso sociale ed economico. È pertanto essenziale consolidare il contributo della cultura, specie delle industrie culturali e creative, alla strategia «Europa 2020» per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva,

RITIENE CHE PER RAFFORZARE IL CONTRIBUTO DELLA CULTURA ALLO SVILUPPO LOCALE E REGIONALE SIA NECESSARIO:

integrare la cultura in quanto elemento strategico e trasversale nelle politiche nazionali ed europee per lo sviluppo sociale ed economico delle regioni e città europee,

incoraggiare investimenti strategici in ambito culturale e nelle industrie culturali e creative, in particolare le PMI, a livello locale e regionale, al fine di promuovere società creative e dinamiche,

promuovere il contributo della cultura al turismo sostenibile, in quanto fattore fondamentale per l'attrattiva locale e regionale e lo sviluppo economico, nonché forza trainante per mettere in luce l'importanza del patrimonio culturale in Europa,

sensibilizzare i decisori a politiche locali e regionali che sviluppino nuove competenze, attraverso la cultura e la creatività, adattate all'attuale contesto in rapida evoluzione, al fine di sviluppare nuove capacità, migliorare il capitale umano e promuovere la coesione sociale,

rafforzare le iniziative culturali transfrontaliere, transnazionali e interregionali quale mezzo per creare legami tra i differenti popoli e regioni d'Europa e rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale,

TENENDO DEBITAMENTE CONTO DEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ, INDIVIDUA I SEGUENTI SETTORI PRIORITARI:

1.   Integrare la cultura nelle politiche di sviluppo locale e regionale

Si invitano gli Stati membri e la Commissione a:

a)

rafforzare il ruolo della cultura nelle politiche di sviluppo locale e regionale integrate, incluso in materia infrastrutture, rivitalizzazione urbana, diversificazione rurale, servizi, imprenditorialità, turismo, ricerca e innovazione, miglioramento del capitale umano, inclusione sociale e cooperazione interregionale;

b)

potenziare le sinergie verticali e orizzontali tra il settore culturale e gli altri settori nonché i partenariati tra soggetti interessati pubblici e privati;

c)

appoggiare un approccio empirico agli investimenti culturali a livello locale e regionale, valendosi degli strumenti di analisi e di valutazione dell'impatto;

d)

promuovere una cooperazione e uno scambio di buone pratiche più ampi tra gli Stati membri, le regioni, le città e i soggetti interessati europei;

e)

promuovere l'informazione e la sensibilizzazione in merito al contributo della cultura allo sviluppo locale e regionale;

f)

facilitare una migliore comprensione del quadro normativo e delle procedure d'attuazione degli strumenti della politica di coesione, che coinvolgano specificamente i soggetti interessati in ambito culturale dei settori sia pubblico che privato, inclusa la società civile, e contribuiscano a sensibilizzare i responsabili delle politiche di sviluppo locale e regionale sulla dimensione culturale.

Si invitano gli Stati membri a:

a)

includere i soggetti interessati in ambito culturale in un approccio integrato dal basso verso l'alto ai programmi di sviluppo locale e regionale, anche, se del caso, nel contesto della politica di coesione europea;

b)

associare gli enti locali e regionali all'attuazione dell'agenda europea per la cultura, in modo che la politica culturale risponda alle aspettative e ai bisogni delle regioni e città europee;

c)

promuovere strategie integrate di sviluppo locale intese a compensare le disparità geografiche di accesso alla cultura esistenti tra i cittadini.

Si invita la Commissione a:

a)

raccogliere e diffondere le migliori pratiche a livello europeo e mettere a punto strumenti per lo scambio di informazioni su scala europea.

2.   Stimolare un ambiente favorevole a livello locale e regionale per un migliore sviluppo delle industrie culturali e creative, specie le PMI

Si invitano gli Stati membri e la Commissione a:

a)

valersi in modo più efficace degli strumenti della politica di coesione e di altri pertinenti programmi finanziari al fine di ottimizzare il sostegno alle industrie culturali e creative, anche attraverso la facilitazione dell'accesso alle informazioni sulle possibilità di finanziamento e la prestazione di servizi di consulenza;

b)

favorire la creazione di incubatori di imprese nel settore culturale e creativo a livello locale e regionale, rafforzando in tal modo l'imprenditorialità;

c)

vagliare soluzioni per promuovere nuovi modelli d'impresa e consolidare i raggruppamenti di attività creative e i centri di ricerca delle imprese sfruttando le opportunità offerte dall'applicazione e dall'utilizzo delle TIC;

d)

sostenere e potenziare l'accesso delle PMI nel settore culturale e creativo ai canali di distribuzione digitale e fisica, grazie ad una politica che promuova la più ampia distribuzione e circolazione possibile delle opere, assicurando un'equa retribuzione degli attori che intervengono nella catena creativa.

Si invitano gli Stati membri a:

a)

promuovere un contesto normativo favorevole alle PMI nel settore culturale e creativo e vagliare soluzioni innovative che permettano l'accesso ai finanziamenti, sia pubblici che privati;

b)

promuovere una migliore comunicazione tra le industrie culturali e creative e i servizi finanziari, incoraggiando la gestione d'impresa, la ricerca e l'innovazione e la formazione nel settore finanziario e dell'informazione per società, datori di lavoro e persone che operano nel settore della cultura.

Si invita la Commissione a:

a)

annettere maggiore importanza alle industrie culturali e creative nelle principali iniziative politiche, nelle pertinenti strategie e nei programmi dell'Unione europea.

3.   Approfondire il contributo della cultura al turismo sostenibile

Si invitano gli Stati membri e la Commissione a:

a)

promuovere lo sviluppo del turismo culturale quale elemento fondamentale del turismo sostenibile, nonché prestare debita attenzione alla protezione dell'ambiente, del patrimonio culturale, del paesaggio e della qualità della vita.

Si invitano gli Stati membri a:

a)

promuovere la rivitalizzazione delle risorse proprie di una regione, prestando particolare attenzione al patrimonio culturale (tangibile e intangibile), alle espressioni culturali e alle attività correlate;

b)

incoraggiare le attività culturali che considerano e rispettano le specificità di una regione e ne promuovono l'immagine permettendo, nel contempo, il coinvolgimento e la partecipazione della popolazione locale;

c)

sviluppare ulteriormente, nel contesto dell'educazione ambientale, una maggiore consapevolezza della necessità di tutelare il patrimonio culturale e naturale, per incoraggiare i turisti e i fornitori di servizi turistici ad assumere atteggiamenti responsabili.

4.   Promuovere la creatività nell'istruzione e nella formazione per sviluppare nuove capacità, migliorare il capitale umano e promuovere la coesione sociale

Si invitano gli Stati membri e la Commissione a:

a)

incoraggiare la creatività e l'innovazione nei settori dell'istruzione e delle imprese attraverso la creazione di reti tra istituti scolastici, centri di ricerca, attori culturali e imprese;

b)

rafforzare i legami tra i settori della cultura, dell'istruzione e delle imprese a livello locale e regionale al fine di facilitare l'inserimento dei giovani e delle persone con minori opportunità nel mercato del lavoro e dotarli delle tecniche di comunicazione e capacità imprenditoriali necessarie in un contesto socioeconomico in evoluzione.

Si invitano gli Stati membri a:

a)

unitamente agli enti locali e regionali competenti, valutare le potenziali esigenze di una regione sotto il profilo delle capacità e indicare i modi in cui la cultura può contribuire a politiche intese a migliorare il capitale umano locale;

b)

promuovere l'educazione culturale e artistica quale importante elemento dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita.

Si invita la Commissione a:

a)

censire le capacità e le esigenze richieste per i settori culturale e creativo a fronte delle nuove sfide derivanti dal passaggio al digitale, dai cambiamenti demografici e dall'evolvere della situazione economica;

b)

mobilitare gli strumenti esistenti a sostegno della mobilità dei professionisti dei settori culturale e creativo, compresi i giovani imprenditori, e incoraggiare nuove forme di apprendimento (tra l'altro, iniziative transfrontaliere di apprendimento tra pari).

5.   Rafforzare la cooperazione culturale transfrontaliera, transnazionale e interregionale

Si invitano gli Stati membri e la Commissione a:

a)

agevolare la cooperazione culturale e la mobilità degli operatori culturali tra le diverse regioni d'Europa;

b)

sostenere lo sviluppo di progetti e attività culturali transfrontalieri e interegionali che sottolineino le specificità locali di un territorio e tentino di coinvolgere i cittadini.

Si invitano gli Stati membri a:

a)

promuovere il ricorso agli strumenti della politica di coesione per rafforzare la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale.

Si invita la Commissione a:

a)

continuare a sostenere le iniziative culturali nell'ambito degli strumenti della politica di coesione che fanno da catalizzatore per laboratori di buone prassi, scambi e innovazione;

b)

diffondere ampiamente tra i soggetti interessati gli studi pertinenti e gli esempi di buone pratiche.

INVITA GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE A:

tener conto di tali priorità nell'elaborare e nell'attuare le politiche attuali e future di sviluppo locale e regionale e nell'attuare la politica di coesione europea secondo le rispettive competenze.


ALLEGATO

Nell'adottare le presenti conclusioni il Consiglio rammenta, in particolare, i seguenti documenti di riferimento:

convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali (20 ottobre 2005),

regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999,

conclusioni del Consiglio sul contributo dei settori culturale e creativo al conseguimento degli obiettivi di Lisbona (24 maggio 2007),

comunicazione della Commissione — Agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo (19 ottobre 2007),

risoluzione del Consiglio su un'agenda europea per la cultura (16 novembre 2007),

conclusioni della presidenza del Consiglio europeo del 13 e 14 marzo 2008, che hanno riconosciuto come un fattore fondamentale per la crescita futura il pieno sviluppo del potenziale d'innovazione e di creatività dei cittadini europei basato sulla cultura europea e l'eccellenza in campo scientifico (doc. 7652/08),

conclusioni del Consiglio sulle competenze interculturali (22 maggio 2008),

conclusioni del Consiglio e dei Rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, sul piano di lavoro per la cultura 2008-2010,

conclusioni del Consiglio sulla cultura come catalizzatore per la creatività e l'innovazione (12 maggio 2009),

europa 2020 — Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (3 marzo 2010),

libro verde su come mettere a frutto il potenziale delle industrie culturali e creative (27 aprile 2010).

Studi:

applicazione dell'articolo 151, paragrafo 4 del trattato CE: uso dei fondi strutturali nel settore della cultura nel periodo 1994-1999 (doc. 6929/04),

l'economia della cultura in Europa, ed. KEA European Affairs (13 novembre 2006),

l'impatto della cultura sulla creatività, ed. KEA European Affairs (giugno 2009),

il contributo della cultura allo sviluppo economico regionale e locale come parte della politica regionale europea (aprile 2010).


Commissione europea

26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/19


Tassi di cambio dell'euro (1)

24 maggio 2010

2010/C 135/06

1 euro =


 

Moneta

Tasso di cambio

USD

dollari USA

1,2360

JPY

yen giapponesi

111,63

DKK

corone danesi

7,4421

GBP

sterline inglesi

0,86080

SEK

corone svedesi

9,7960

CHF

franchi svizzeri

1,4339

ISK

corone islandesi

 

NOK

corone norvegesi

8,0848

BGN

lev bulgari

1,9558

CZK

corone ceche

25,664

EEK

corone estoni

15,6466

HUF

fiorini ungheresi

278,34

LTL

litas lituani

3,4528

LVL

lats lettoni

0,7074

PLN

zloty polacchi

4,1150

RON

leu rumeni

4,1820

TRY

lire turche

1,9488

AUD

dollari australiani

1,4928

CAD

dollari canadesi

1,3095

HKD

dollari di Hong Kong

9,6421

NZD

dollari neozelandesi

1,8429

SGD

dollari di Singapore

1,7408

KRW

won sudcoreani

1 500,79

ZAR

rand sudafricani

9,7392

CNY

renminbi Yuan cinese

8,4400

HRK

kuna croata

7,2715

IDR

rupia indonesiana

11 446,75

MYR

ringgit malese

4,1029

PHP

peso filippino

57,547

RUB

rublo russo

38,4500

THB

baht thailandese

40,112

BRL

real brasiliano

2,3026

MXN

peso messicano

16,0745

INR

rupia indiana

58,0730


(1)  Fonte: tassi di cambio di riferimento pubblicati dalla Banca centrale europea.


26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/20


Tassi di cambio dell'euro (1)

25 maggio 2010

2010/C 135/07

1 euro =


 

Moneta

Tasso di cambio

USD

dollari USA

1,2223

JPY

yen giapponesi

109,53

DKK

corone danesi

7,4404

GBP

sterline inglesi

0,85205

SEK

corone svedesi

9,8275

CHF

franchi svizzeri

1,4244

ISK

corone islandesi

 

NOK

corone norvegesi

8,1270

BGN

lev bulgari

1,9558

CZK

corone ceche

25,647

EEK

corone estoni

15,6466

HUF

fiorini ungheresi

280,38

LTL

litas lituani

3,4528

LVL

lats lettoni

0,7074

PLN

zloty polacchi

4,1642

RON

leu rumeni

4,1839

TRY

lire turche

1,9464

AUD

dollari australiani

1,5047

CAD

dollari canadesi

1,3204

HKD

dollari di Hong Kong

9,5370

NZD

dollari neozelandesi

1,8474

SGD

dollari di Singapore

1,7345

KRW

won sudcoreani

1 529,06

ZAR

rand sudafricani

9,7373

CNY

renminbi Yuan cinese

8,3495

HRK

kuna croata

7,2733

IDR

rupia indonesiana

11 428,04

MYR

ringgit malese

4,1124

PHP

peso filippino

57,591

RUB

rublo russo

38,5050

THB

baht thailandese

39,750

BRL

real brasiliano

2,3236

MXN

peso messicano

16,2297

INR

rupia indiana

58,3200


(1)  Fonte: tassi di cambio di riferimento pubblicati dalla Banca centrale europea.


V Avvisi

PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI

Commissione europea

26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/21


Invito a presentare proposte — MOVE/SUB/01-2010 sulla sicurezza stradale e sul mercato interno: trasporto per vie navigabili

2010/C 135/08

La Commissione prevede di erogare contributi per un importo complessivo indicativo di 2 250 000 EUR finalizzati alla promozione degli obiettivi della politica dei trasporti. Le priorità politiche sono state stabilite nel programma di lavoro per il 2010 adottato dalla Commissione.

I principali temi selezionati riguardano la sicurezza stradale e il mercato interno dei trasporti per vie navigabili.

Le informazioni relative a questo invito a presentare proposte sono disponibili sul sito della direzione generale della Mobilità e dei trasporti al seguente indirizzo:

http://ec.europa.eu/transport/grants/index_en.htm


PROCEDIMENTI RELATIVI ALL'ATTUAZIONE DELLA POLITICA COMMERCIALE COMUNE

Commissione europea

26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/22


Avviso di scadenza di alcune misure antidumping

2010/C 135/09

La Commissione informa che la misura antidumping indicata in appresso scadrà a breve.

Il presente avviso è pubblicato a norma dell'articolo 11, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1225/2009 del Consiglio, del 30 novembre 2009 (1), relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri della Comunità europea.

Prodotto

Paese/i di origine o di esportazione

Misure

Riferimento

Data di scadenza

Ossido di magnesio

Repubblica popolare cinese

Dazio antidumping

Regolamento (CE) n. 778/2005 del Consiglio (GU L 131 del 25.5.2005, pag. 1)

26.5.2010


(1)  GU L 343 del 22.12.2009, pag. 51.


ALTRI ATTI

Commissione europea

26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/23


Avviso destinato a Nayif Bin-Muhammad al-Qahtani e Qasim Yahaya Mahdi al-Rimi, che sono stati aggiunti all'elenco di cui agli articoli 2, 3 e 7 del regolamento (CE) n. 881/2002 del Consiglio che impone specifiche misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità associate a Osama bin Laden, alla rete Al-Qaeda e ai Talibani, in forza del regolamento (UE) n. 450/2010 della Commissione

2010/C 135/10

1.

La posizione comune 2002/402/PESC (1) invita l'Unione a congelare i capitali e le risorse economiche di Osama bin Laden, dei membri dell'organizzazione Al-Qaida e dei Taliban e di altri individui, gruppi, imprese ed entità ad essi associati, quali figurano nell'elenco compilato conformemente alle UNSCR 1267(1999) e 1333(2000) e regolarmente aggiornato dal comitato delle Nazioni Unite istituito ai sensi della UNSCR 1267(1999).

L'elenco compilato dal suddetto Comitato delle Nazioni Unite comprende:

Al-Qaeda, i Talibani e Osama bin Laden;

le persone fisiche e giuridiche, le entità e gli organismi associati a Al-Qaeda, ai Talibani e a Osama bin Laden

e

le persone giuridiche, le entità e gli organismi posseduti o controllati da uno/a qualsiasi di queste persone, entità, organismi e gruppi associati o che li sostengono in altro modo.

Gli atti o le attività che indicano che una persona, un gruppo, un'impresa o un'entità è «associata/o con» Al-Qaeda, Osama bin Laden o i Talibani consistono, tra l'altro, nel:

a)

partecipare al finanziamento, alla programmazione, all'agevolazione, alla preparazione o all'esecuzione di atti o attività in collegamento con, con il nome di, per conto di o a sostegno di Al-Qaeda, Osama bin Laden o i Talibani o di qualsiasi loro cellula, affiliato, ala scissionista o emanazione;

b)

fornire, vendere o trasferire ad uno qualsiasi di essi armi e materiale connesso;

c)

arruolare per uno qualsiasi di essi

o

d)

sostenere in altro modo atti o attività di uno qualsiasi di essi.

2.

L'11 maggio 2010 il Comitato delle Nazioni Unite ha deciso di aggiungere Nayif Bin-Muhammad al-Qahtani e Qasim Yahaya Mahdi al-Rimi all'elenco corrispondente. Queste persone possono presentare in qualsiasi momento a detto Comitato, unitamente ad eventuali documenti giustificativi, una richiesta di riesame della decisione di inserirle nel suddetto elenco delle Nazioni Unite. La richiesta deve essere inviata al seguente indirizzo:

United Nations — Focal point for delisting

Security Council Subsidiary Organs Branch

Room S-3055 E

New York, NY 10017

UNITED STATES OF AMERICA

Per ulteriori informazioni consultare http://www.un.org/sc/committees/1267/delisting.shtml

3.

Sulla base della decisione delle Nazioni Unite di cui al paragrafo 2, la Commissione ha adottato il regolamento (UE) n. 450/2010 (2), recante modifica del regolamento (CE) n. 881/2002 del Consiglio che impone specifiche misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità associate a Osama bin Laden, alla rete Al-Qaeda e ai Talibani (3). La modifica, eseguita a norma dell'articolo 7, paragrafo 1, lettera a), e dell'articolo 7 bis, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 881/2002, aggiunge Nayif Bin-Muhammad al-Qahtani e Qasim Yahaya Mahdi al-Rimi all'elenco dell'allegato I del regolamento («allegato I»).

Le seguenti misure del regolamento (CE) n. 881/2002 si applicano alle persone e alle entità che figurano nell'allegato I:

1)

congelamento di tutti i fondi e risorse economiche appartenenti alle persone e alle entità interessate, o in loro possesso, e divieto (per tutti) di mettere direttamente o indirettamente fondi e risorse economiche a disposizione di una qualsiasi delle persone ed entità interessate o di destinarli a loro vantaggio (articolo 2 e articolo 2 bis) (4)

e

2)

divieto di concedere, vendere, fornire o trasferire, direttamente o indirettamente, a una qualsiasi delle persone ed entità interessate consulenze tecniche, assistenza o formazione connesse ad attività militari (articolo 3).

4.

L'articolo 7 bis del regolamento (CE) n. 881/2002 (5) prevede una procedura di riesame che si applica qualora chi è stato inserito nell'elenco formuli osservazioni circa i motivi dell'inserimento. Le persone e le entità aggiunte all'allegato I con regolamento (UE) n. 450/2010 possono presentare alla Commissione una richiesta volta ad ottenere la motivazione del loro inserimento nell’elenco. La richiesta deve essere inviata al seguente indirizzo:

European Commission

«Restrictive measures»

Rue de la Loi/Wetstraat 200

1049 Bruxelles/Brussel

BELGIQUE/BELGIË

5.

Si segnala inoltre alle persone e alle entità interessate che è possibile impugnare il regolamento (UE) n. 450/2010 dinanzi al Tribunale dell'Unione europea, alle condizioni di cui all'articolo 263, paragrafi 4 e 6, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

6.

I dati personali delle persone interessate saranno gestiti in conformità del regolamento (CE) n. 45/2001 concernente la tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni e degli organismi della Comunità (attualmente Unione), nonché la libera circolazione di tali dati (6). Le eventuali richieste, ad esempio, di ulteriori informazioni o finalizzate all'esercizio dei diritti di cui al regolamento (CE) n. 45/2001 (accesso ai dati personali, rettifica di tali dati, ecc.) devono essere inviate alla Commissione, all'indirizzo indicato al paragrafo 4.

7.

Per completezza, si richiama l'attenzione delle persone e delle entità che figurano nell'allegato I sulla possibilità di presentare una richiesta alle autorità competenti dello Stato membro o degli Stati membri interessato/i, elencate nell'allegato II del regolamento (CE) n. 881/2002, per ottenere l'autorizzazione di utilizzare i fondi e le risorse economiche congelati per soddisfare un fabbisogno fondamentale o per effettuare pagamenti specifici a norma dell'articolo 2 bis del medesimo regolamento.


(1)  GU L 139 del 29.5.2002, pag. 4. Posizione comune modificata da ultimo dalla posizione comune 2003/140/PESC (GU L 53 del 28.2.2003, pag. 62).

(2)  GU L 217 del 26.5.2010, pag. 8.

(3)  GU L 139 del 29.5.2002, pag. 9.

(4)  L'articolo 2 bis è stato inserito con regolamento (CE) n. 561/2003 del Consiglio (GU L 82 del 29.3.2003, pag. 1).

(5)  L'articolo 7 bis è stato inserito con regolamento (UE) n. 1286/2009 del Consiglio (GU L 346 del 23.12.2009, pag. 42).

(6)  GU L 8 del 12.1.2001, pag. 1.


26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/25


Pubblicazione di una domanda a norma dell’articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine dei prodotti agricoli e alimentari

2010/C 135/11

La presente pubblicazione conferisce il diritto di opporsi alla registrazione a norma dell’articolo 7 del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio (1). Le dichiarazioni di opposizione devono pervenire alla Commissione entro un termine di sei mesi dalla data della presente pubblicazione.

SCHEDA RIEPILOGATIVA

REGOLAMENTO (CE) N. 510/2006 DEL CONSIGLIO

«LIMONE DI SIRACUSA»

N. CE : IT-PGI-0005-0502-11.10.2005

DOP ( ) IGP ( X )

La presente scheda riepilogativa presenta a fini informativi gli elementi principali del disciplinare.

1.   Servizio competente dello Stato membro:

Nome:

Ministero delle Politiche Agricole e Forestali

Indirizzo:

Via XX Settembre 20

00187 Roma RM

ITALIA

Tel.

+39 0646455104

Fax

+39 0646655306

E-mail:

saco7@politicheagricole.gov.it

2.   Associazione:

Nome:

Consorzio del Limone di Siracusa

Indirizzo:

c/o SOAT 30 — viale Teracati 39

96100 Siracusa SR

ITALIA

Tel.

+39 093138234

Fax

+39 093138234

e-mail:

Composizione:

Produttori/trasformatori ( X ) altro ( )

3.   Tipo di prodotto:

Classe 1.6:

Ortofrutticoli e cereali, allo stato naturale o trasformati.

4.   Disciplinare:

[sintesi dei requisiti di cui all’articolo 4, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006]

4.1.   Nome:

«Limone di Siracusa»

4.2.   Descrizione:

L'Indicazione geografica protetta «Limone di Siracusa» è riservata alla cultivar «Femminello» e ai suoi cloni, riferibili alla specie botanica Citrus limon (L) Burm coltivati in impianti specializzati nel territorio della provincia di Siracusa definito al punto 4.3.

Gli elementi caratterizzanti le tipologie di frutto a seconda delle epoche di raccolta sono le seguenti:

Primofiore: sono i frutti raccolti a partire dal 1o ottobre fino al 14 aprile e che rispondono alle seguenti caratteristiche:

Colore della buccia: da verde chiaro a giallo citrino;

Forma: ellittica;

Pezzatura: da media a grossa;

Peso dei frutti: non inferiore a 100 g;

Polpa: di colore verde chiaro o giallo citrino;

Succo: di colore giallo citrino;

Tenore minimo di succo filtrato: > 34 % del peso;

Grado Brix della polpa: > 7;

Acidità: > 6 %.

Bianchetto o Maiolino (o limone primaverile): sono i frutti raccolti dal 15 aprile al 30 giugno e che rispondono alle seguenti caratteristiche:

Colore della buccia: giallo chiaro;

Forma: ellittica o ovoidale;

Pezzatura: grossa;

Peso frutti: non inferiore a 100 g;

Polpa: di colore giallo;

Succo: di colore giallo citrino;

Tenore minimo di succo filtrato: > 30 % del peso;

Grado Brix della polpa: > 6,5;

Acidità: > 5,5 %.

Verdello (o limone d'estate): sono i frutti raccolti dall’1 luglio al 30 settembre e che rispondono alle seguenti caratteristiche:

Colore della buccia: verde chiaro;

Forma: ellittica-sferoidale;

Pezzatura: medio-grossa;

Peso frutti: non inferiore a 100 g;

Polpa: giallo citrino;

Succo: di colore giallo citrino;

Tenore minimo di succo filtrato: > 25 % del peso;

Grado Brix della polpa: > 6;

Acidità: > 5,5 %.

I frutti che si fregiano dell'Indicazione geografica protetta «Limone di Siracusa» devono essere commercializzati allo stato fresco nelle categorie Extra e Prima. I calibri ammessi sono: 3, 4, 5.

4.3.   Zona geografica:

La zona geografica di coltivazione del Limone di Siracusa I.G.P. comprende i comuni di Augusta, Melilli, Siracusa, Avola, Noto, Rosolini, Floridia, Solarino, Sortino e Priolo Gargallo.

Tale area geografica si estende non oltre i 10 km dal mare Ionio e non supera i 210 metri di altitudine sul livello del mare ed è delimitata a nord dalle valli esposte a sud del torrente Porcaria e a sud dalle valli esposte a sud del fiume Tellaro.

4.4.   Prova dell’origine:

Ogni fase del processo produttivo deve essere monitorata documentando per ognuna il prodotto in entrata ed in uscita. In questo modo e attraverso l'iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di controllo, delle particelle catastali sulle quali avviene la coltivazione, dei coltivatori-produttori e dei confezionatori, nonché attraverso la denuncia tempestiva alla struttura di controllo delle quantità prodotte, è garantita la tracciabilità del prodotto. Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi, saranno assoggettate al controllo da parte della struttura di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.

4.5.   Metodo di ottenimento:

I sesti di impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura devono essere quelli atti a mantenere un perfetto equilibrio e sviluppo della pianta oltre ad una normale aerazione e soleggiamento della stessa. La densità di piantagione massima è di 400 piante per ettaro. Per i sesti dinamici la densità massima ammessa è di 850 piante per ettaro.

I portinnesti sono i seguenti: «Arancio amaro», «Poncirus trifoliata», «Citrange Troyer», «Citrange Carrizo» e «Citrus macrophylla», dotati di alta stabilità genetica.

La raccolta dei frutti dalla pianta deve essere effettuata a mano.

Il distacco dei frutti deve essere effettuato con l'ausilio di forbicine da raccolta per il taglio del peduncolo. La raccolta va fatta direttamente dalla pianta secondo i metodi tradizionali ad un livello di sviluppo dei frutti tale da garantire la buona qualità organolettica ed estetica degli stessi.

La produzione massima consentita di limoni è fissata in 29 t/ha per l'intera campagna di produzione comprendente i frutti di tutte le fioriture.

4.6.   Legame:

Il «Limone di Siracusa» è caratterizzato, dall’elevata resa in succo, dalla pezzatura medio grossa e dal calendario di raccolta che copre l’intero arco dell’anno. Tali peculiarità derivano dalle condizioni pedoclimatiche del territorio e dalle cultivar presenti nell’areale di produzione. La coltivazione del «Limone di Siracusa» avviene lungo la fascia costiera ed in alcune limitate aree interne, comprese nelle valli dei corsi d’acqua che solcano la provincia di Siracusa. Dall’analisi dei valori medi annui delle temperature rilevate nella pianura costiera di Siracusa è possibile evidenziare, infatti, che l’ambiente siracusano presenta condizioni di clima temperato da ottobre a marzo ed arido da aprile a settembre. Nell’intera area, i terreni sono dotati di ottima fertilità, sono più o meno profondi e ben dotati di elementi nutritivi e di sostanza organica.

L’acqua è il fattore determinante per la coltivazione del limone. Nell’area di produzione del «Limone di Siracusa» le riserve d’acqua sono garantite dal grande bacino idrico sotterraneo del tavolato ibleo, che costituisce il più importante serbatoio naturale di acqua dell’intera Sicilia, e dai corsi d’acqua superficiali. La disponibilità di acqua unita all’umidità atmosferica hanno un ruolo decisivo nella determinazione della qualità dei frutti di Limone di Siracusa, infatti l’assenza di stress idrici e un’atmosfera mediamente umida consentono di ottenere frutti più succosi, di forma regolare, con buccia fine e che possono essere raccolti 12 mesi l’anno.

La Sicilia annovera una storica tradizione nella coltivazione degli agrumi ed il rispetto delle antiche tradizioni nella coltivazione di queste piante, tramandata di generazione in generazione continua ancora oggi nel siracusano, dando vita ad una propria scuola di specialisti nella coltivazione del «Limone di Siracusa».

4.7.   Organismo di controllo:

La struttura di controllo adempie le condizioni stabilite nella norma EN 45011.

Nome:

Det Norske Veritas Italia

Indirizzo:

Viale A. De Gasperi 187

95127 Catania CT

ITALIA

Tel.

+39 095370020

Fax

+39 095372871

E-mail:

4.8.   Etichettatura:

Per i frutti confezionati, è obbligatorio indicare a caratteri leggibili e visibili su almeno uno dei lati dell'imballaggio, mediante stampa diretta indelebile o mediante etichetta integrata nel collo o solidamente fissata ad esso: varietà, origine, categoria, calibro, lotto.

Per i frutti venduti alla rinfusa è obbligatoria la bollinatura del 100 % di essi.

I materiali per gli imballaggi sono: cartone, legno, plastica. È ammesso l'uso di imballaggi in plastica a noleggio, riciclabili. Le confezioni ammesse sono: reti e borse con banda plastica attaccata alla rete. Ogni imballaggio ed ogni confezione devono riportare il logo del «Limone di Siracusa».

Il logo consiste in un ovale orizzontale contenente una raffigurazione in bianco e nero del Teatro Greco di Siracusa nella cui cavea, nella parte destra, sono poggiati due limoni. Di questi uno è intero, con una foglia, posto in secondo piano, l'altro è in sezione e copre in parte il primo limone. Il limone con la foglia ha un peduncolo, e la foglia è di colore verde quadricromia. La foglia è rivolta verso il centro del marchio e copre in parte il limone a cui è attaccata col peduncolo.

All’interno dell’ovale, in alto, è riportata la dicitura «Limone di Siracusa».

È vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione e menzione diverse da quelle espressamente previste, ivi compresi aggettivi qualificativi del tipo «fine, superiore, selezionato, scelto» e similari. Non è consentito l'uso di termini laudativi.

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(1)  GU L 93 del 31.3.2006, pag. 12.


26.5.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 135/29


Pubblicazione di una domanda a norma dell’articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine dei prodotti agricoli e alimentari

2010/C 135/12

La presente pubblicazione conferisce il diritto di opporsi alla registrazione a norma dell’articolo 7 del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio (1). La dichiarazione di opposizione deve pervenire alla Commissione entro un termine di sei mesi dalla data della presente pubblicazione.

DOCUMENTO UNICO

REGOLAMENTO (CE) N. 510/2006 DEL CONSIGLIO

«ARANCIA DI RIBERA»

N. CE: IT-PDO-0005-0669-07.01.2008

IGP ( ) DOP ( X )

1.   Denominazione:

«Arancia di Ribera»

2.   Stato membro o paese terzo:

Italia

3.   Descrizione del prodotto agricolo o alimentare:

3.1.   Tipo di prodotto:

Classe 1.6:

Ortofrutticoli e cereali freschi e trasformati.

3.2.   Descrizione del prodotto a cui si applica la denominazione di (1):

La Denominazione d’Origine Protetta «Arancia di Ribera» è riservata alle produzioni derivanti dalle seguenti varietà: Brasiliano con i cloni: Brasiliano comune, Brasiliano risanato; Washington Navel, Washington navel comune, Washington Navel risanato, Washington Navel 3033, Navelina con i cloni: Navelina comune, Navelina risanata e Navelina ISA 315. All’atto della sua immissione al consumo la DOP «Arancia di Ribera» presenta le seguenti caratteristiche: frutto (esperidio) diametro traverso minimo di 70 mm; calibro minimo di 6 secondo la classificazione europea; forma tipicamente sferica-ellissoidale (ovoide o schiacciata o ellittica) con ombelico interno; colore della buccia: arancio uniforme, con tendenza al rossastro a fine inverno; polpa con colore arancio uniforme, tessitura fine e soda, senza semi; succo: colore arancio; resa in succo non inferiore al 40 %; contenuto di solidi solubili compreso tra 9 e 15 Brix; acidità compresa tra 0,75 e 1,50; rapporto solidi solubili/acidi organici titolabili non inferiore a 8. La DOP «Arancia di Ribera» è riservata alle arance appartenenti alla categoria commerciale «Extra» e «I».

3.3.   Materie prime (solo per i prodotti trasformati):

3.4.   Alimenti per animali (solo per prodotti di origine animale):

3.5.   Fasi specifiche della produzione che devono avvenire nella zona geografica identificata:

Al fine di salvaguardare la qualità e l’integrità delle produzioni a «DOP», tutte le operazioni di condizionamento dovranno avvenire all’interno dell’area di produzione delimitata al punto 4, in quanto lunghi trasporti e successive manipolazioni potrebbero favorire l’insorgenza di fenomeni patogeni e contaminazioni del prodotto.

Infatti, l’Arancia di Ribera non subisce alcun trattamento chimico sia in pre e post raccolta sia nella fase di condizionamento. L’assenza di conservanti sulla buccia rende quindi l’Arancia di Ribera più sensibile ai trasporti e alle manipolazioni.

3.6.   Norme specifiche in materia di affettatura, grattugiatura, condizionamento, ecc.:

L’«Arancia di Ribera DOP» è immessa al consumo nelle seguenti confezioni:

contenitori e/o vassoi di legno, plastica e cartone del peso fino ad un massimo di 25 kg;

sacchi retinati del peso massimo di 5 kg;

bins alveolari del peso massimo di 40 kg.

le confezioni, i sacchi ed i bins devono essere sigillati in modo tale da impedire che il contenuto possa essere estratto senza la rottura del sigillo.

3.7.   Norme specifiche relative all’etichettatura:

Le confezioni recano obbligatoriamente sulla etichetta a caratteri di stampa chiari e leggibili:

la denominazione «Arancia di Ribera» D.O.P. e il Logo, con caratteri superiori a quelli delle altre diciture presenti in etichetta;

la varietà di arance: Brasiliano, Washington navel e Navelina;

il nome, la ragione sociale, l’indirizzo dell’azienda produttrice e/o confezionatrice.

La categoria commerciale di appartenenza «Extra» o «I».

È’ altresì vietata l’aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista. È’ tuttavia ammesso l’utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a marchi privati, purché questi non abbiano significato laudativo o siano tali da trarre in inganno il consumatore, all’indicazione del nome dell’azienda dai cui appezzamenti il prodotto deriva, nonché a altri riferimenti veritieri e documentabili che siano consentiti dalla normativa vigente. E’ facoltativa l’indicazione della settimana di raccolta dei frutti.

Il Logo dell’«Arancia di Ribera DOP» risulta così composto:

Dicitura «Arancia di Ribera D.O.P. Denominazione Di Origine Protetta» in carattere Textile, «Arancia di Ribera», minuscolo con le iniziali maiuscolo ad eccezione dell’articolo «di», «DOP» in maiuscolo puntato e «Denominazione di Origine Protetta» tutto maiuscolo. La dicitura Arancia di Ribera è sormontata da un accenno di sky-line del frutto con i contorni e colori tipici dell’arancia di Ribera: grossa dimensione, buccia arancione e foglie larghe. Nel lato sinistro della dicitura «D.O.P» è presente la Sicilia geografica stilizzata. Sulle etichette apposte sulle confezioni devono essere riportate, a caratteri di stampa chiari e leggibili, le seguenti indicazioni:

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4.   Definizione concisa della zona geografica:

La zona di produzione dell’«Arancia di Ribera» si sviluppa lungo i lati e i versanti dei fiumi, Verdura, Magazzolo, Platani e Carboj e comprende le aree della Provincia di Agrigento ricadenti nei Comuni di: Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Ribera, Sciacca, Siculiana e Villafranca Sicula e della Provincia di Palermo nel comune di Chiusa Sclafani.

5.   Legame con la zona geografica:

5.1.   Specificità della zona geografica:

L’areale in cui viene coltivata l’Arancia di Ribera è una vera «oasi arancicola» totalmente distaccata dal contesto agrumicolo regionale. Gli aranceti, infatti, sono presenti ai lati e sui versanti dei fiumi Verdura, Magazzolo, Platani e Carboj. I suoli, che appartengono all’ordine dei Vertisuoli e degli Inceptsuoli, hanno una grande potenzialità agronomica, sia per la loro ricchezza in minerali sia per la loro tessitura.

Durante la stagione estiva, per far fronte alla mancanza di piogge, gli agrumeti ricadenti nel comprensorio dell’Arancia di Ribera vengono irrigati attraverso un sistema di canalizzazione che utilizza le acque invasate nelle dighe Castello, Arancio e di Prizzi, provenienti rispettivamente dai fiumi Magazzolo, Carboj e Verdura.

I suddetti fiumi forniscono abbondante acqua di ottima qualità, di composizione equilibrata con bassa conducibilità, esente da elementi inquinanti.

La presenza del mare determina per tutto l’anno condizioni termiche e igrometriche, che ben si sposano con le esigenze ecofisiologiche dell’arancio, assai raramente, infatti, si verificano danni da calamità naturali come gelate o venti sciroccali responsabili di notevoli danni per le colture.

5.2.   Specificità del prodotto:

La specificità dell’Arancia di Ribera, è rappresentata dalla netta percezione di succosità e bassa resistenza alla masticazione della membrana racchiudente i singoli spicchi e le vescicole; quest’ultima sensazione è associata quasi sempre ad una generica percezione di deliquescenza della stessa.

Inoltre, caratterizzano l’Arancia di Ribera anche l’elevato rapporto solidi solubili/acidi, una buona croccantezza e persistenza gustativa, che la rendono particolarmente indicata per il consumo come frutta fresca, l’elevata «dolcezza» e l’assenza di amaro. Altri elementi che contraddistinguono l’Arancia di Ribera sono la colorazione arancio intenso della buccia e del succo.

5.3.   Legame causale fra la zona geografica e la qualità o le caratteristiche del prodotto (per DOP) o una qualità specifica, la reputazione o altre caratteristiche del prodotto (per le IGP):

Le caratteristiche dell’Arancia di Ribera sono legate alla storica combinazione tra fattori naturali quali il clima, il terreno, l’acqua e la capacità professionale dell’ agricoltore riberese.

I suoli sono ricchi di minerali primari prontamente assimilabili, ad alta capacità di scambio cationico (> 20 meq/100 g.), caratteristica che contribuisce ad aumentare notevolmente il contenuto di potassio scambiabile e disponibile per la pianta. L’elevata disponibilità di potassio, che favorisce la migrazione degli zuccheri dalle radici, foglie e rami sino ai frutti, unita alle condizioni climatiche tipiche dell’area mediterranea, contribuisce in maniera decisa ad aumentare il contenuto di zuccheri e la qualità gustativa nell’Arancia di Ribera.

In queste aree, i suoli, formati da sedimenti alluvionali, sono caratterizzati da una tessitura equilibrata, legata all’elevato contenuto di argilla, mitigato dalla sabbia e frequentemente da ciottoli, che garantiscono la libera circolazione dell’aria e dell’acqua e consentono l’instaurazione di processi biologici, con l’insediamento di una microflora «positiva», che favorendo la sintesi di sostanza organiche, facilita l’assimilazione degli elementi nutritivi e dell’acqua e contribuisce alla succosità del frutto. L’ottima qualità e l’abbondanza dell’acqua fornita dai fiumi Magazzolo, Carboj e Verdura, l’assenza di inquinanti nel terreno permette una perfetta irrigazione, ideale per l’esaltazione delle qualità organolettiche di questo prodotto. Sono proprio queste condizioni pedoclimatiche a conferire al prodotto quel colore arancio intenso, e soprattutto quella succosità che lo rende indicato anche come arancia da succo.

Sin dal 1950 è conosciuta sui mercati nazionali con la denominazione «Arancia di Ribera». Maggiore impulso alla sua affermazione viene dato dall’organizzazione della Fiera Mercato nel 1966 e che diventa «Sagra dell’Arancia di Ribera» dal 1985. Nella vallata del fiume Verdura documenti storici dimostrano la coltivazione di eccellenti produzioni di arance già a partire dagli inizi del 1800, in cui si descrive un territorio ricco, con acque dolcissime e prodotti che venivano trasportati a Palermo ed esportati fino in America.

Il principale attore di queste produzione è sempre stato l’agricoltore che ha saputo sfruttare nel migliore dei modi la perfetta acclimatazione delle varietà al territorio ed introdurre innovazioni semplici ma efficaci che hanno consentito di adeguare la coltivazione dell’Arancia di Ribera ai tempi e alle nuove esigenze di coltivazione, senza costituire oggetto di contrasto con le tradizioni e la cultura locale. A tal proposito, si sono diffuse, quelle innovazioni che hanno determinato nel corso degli anni un risparmio gestionale, quali ad esempio l’irrigazione con sistema tubato a bassa pressione, che fa risparmiare acqua e l’utilizzo di forbici pneumatiche nella potatura. Il territorio agricolo di Ribera ha rappresentato per molti decenni il punto di riferimento più all’avanguardia dell’intero territorio regionale ed in alcuni casi anche a livello nazionale per le capacità professionali delle maestranze, per le avanzate tecniche colturali messe a punto dai coltivatori, per la qualità delle produzioni ottenute, che continuano a riscuotere notevole successo.

Riferimento alla pubblicazione del disciplinare:

Il testo consolidato del disciplinare di produzione è consultabile:

sul seguente link http://www.politicheagricole.it/DocumentiPubblicazioni/Search_Documenti_Elenco.htm?txtTipoDocumento=Disciplinare%20in%20esame%20UE&txtDocArgomento=Prodotti%20di%20Qualit%E0>Prodotti%20Dop,%20Igp%20e%20Stg

oppure

accedendo direttamente all’home page del sito del Ministero (http://www.politicheagricole.it) e cliccando poi su «Prodotti di Qualità» (a sinistra dello schermo) ed infine su «Disciplinari di Produzione all’esame dell’UE [regolamento (CE) n. 510/2006]».


(1)  GU L 93 del 31.3.2006, pag. 12.