ISSN 1725-2466

Gazzetta ufficiale

dell'Unione europea

C 297

European flag  

Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

49o anno
7 dicembre 2006


Numero d'informazione

Sommario

pagina

 

I   Comunicazioni

 

Consiglio

2006/C 297/1

Conclusioni del Consiglio sulla digitalizzazione e l'accessibilità on line del materiale culturale e sulla conservazione digitale

1

2006/C 297/2

Risoluzione del Consiglio e dei Rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, concernente la realizzazione degli obiettivi comuni per la partecipazione e l'informazione dei giovani al fine di promuovere la loro cittadinanza europea attiva

6

 

Commissione

2006/C 297/3

Tassi di cambio dell'euro

11

2006/C 297/4

Avviso relativo all'applicazione di misure antidumping, antisovvenzioni e di salvaguardia in vigore nella Comunità all'indomani dell'adesione della Repubblica di Bulgaria e della Romania e al possibile riesame delle medesime

12

2006/C 297/5

Avviso agli Importatori — Importazione nella Comunità di prodotti originari del Montenegro

13

2006/C 297/6

Autorizzazione degli aiuti di Stato sulla base degli articoli 87 e 88 del trattato CE — Casi contro i quali la Commissione non solleva obiezioni ( 1 )

14

2006/C 297/7

Aiuti di Stato — Francia — Aiuto di stato C 47/2006 (ex N 648/2005) — Credito d'imposta per la creazione di videogiochi — Invito a presentare osservazioni a norma dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE ( 1 )

19

2006/C 297/8

Aiuto di Stato — Svezia — Aiuto di Stato C 46/2006 (ex N 347/2006) — Esenzione dall'imposta sulle emissioni di CO2 in relazione al consumo di combustibile negli impianti soggetti al sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE — Invito a presentare osservazioni a norma dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE ( 1 )

27

2006/C 297/9

Aiuto di Stato — Grecia — Aiuto di stato C 44/2006 (ex N 614/2005) — Aiuto regionale al settore dei tessili, dell'abbigliamento e del cuoio in Grecia — Invito a presentare osservazioni a norma dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE ( 1 )

38

2006/C 297/0

Informazioni comunicate dagli Stati membri sugli aiuti di Stato concessi in virtù del regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione, del 12 dicembre 2002, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore dell'occupazione ( 1 )

43

2006/C 297/1

Informazioni comunicate dagli Stati membri sugli aiuti di Stato concessi in virtù del regolamento (CE) n. 68/2001, del 12 gennaio 2001, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti destinati alla formazione ( 1 )

44

2006/C 297/2

Notifica preventiva di una concentrazione (Caso n. COMP/M.4504 — SFR/TELE 2 France) ( 1 )

46

2006/C 297/3

Notifica preventiva di una concentrazione (Caso n. COMP/M.4501 — HAL/Egeria/NB) — Caso ammissibile alla procedura semplificata ( 1 )

47

2006/C 297/4

Non opposizione ad un'operazione di concentrazione notificata (Caso n. COMP/M.4242 — Thermo Electron/Fisher Scientific) ( 1 )

48

2006/C 297/5

Non opposizione ad un'operazione di concentrazione notificata (Caso n. COMP/M.4271 — Daikin/OYL) ( 1 )

48

2006/C 297/6

Non opposizione ad un'operazione di concentrazione notificata (Caso n. COMP/M.4428 — AXA/Gerflor) ( 1 )

49

 

SPAZIO ECONOMICO EUROPEO

 

Autorità di vigilanza EFTA

2006/C 297/7

Informazioni comunicate dagli Stati EFTA sugli aiuti di Stato concessi ai sensi dell'atto di cui al punto 1 f dell'Allegato XV all'Accordo SEE [regolamento (CE) n. 70/2001 della Commissione, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese]

50

 

Corte EFTA

2006/C 297/8

Sentenza della Corte, del 3 maggio 2006, nella causa E-3/05 — Autorità di vigilanza EFTA contro Regno di Norvegia (Mancata ottemperanza agli obblighi di una parte contraente — libera circolazione dei lavoratori — sicurezza sociale per lavoratori migranti con familiari residenti in uno Stato EFTA diverso da quello della sede di lavoro — obbligo di residenza nella regione ai fini degli assegni familiari — articolo 73 del regolamento (CEE) n. 1408/71 — articolo 7, paragrafo 2, del regolamento (CEE) n. 1612/68 — discriminazione — giustificazione al fine di promuovere un insediamento durevole)

51

2006/C 297/9

Sentenza della Corte, del 29 giugno 2006, nelle cause congiunte E-5/05, E-6/05, E-7/05, E-8/05 e E-9/05 — Autorità di vigilanza EFTA contro Principato del Liechtenstein [Mancato adempimento dei propri obblighi da parte di una parte contraente — Direttiva 2002/77/CE della Commissione, del 16 settembre 2002, relativa alla concorrenza nei mercati delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica — Direttiva 2002/19/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa all'accesso alle reti di comunicazione elettronica e alle risorse correlate, e all'interconnessione delle medesime (direttiva accesso) — Direttiva 2002/20/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (direttiva autorizzazioni) — Direttiva 2002/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva quadro) — Direttiva 2002/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica (direttiva servizio universale)]

52

 

Rettifiche

2006/C 297/0

Rettifica dell'aiuto di Stato N. 625/06 — Italia (GU C 291 del 30.11.2006)

53

2006/C 297/1

Rettifica dell'aiuto di Stato N. 51/06 — Italia (GU C 291 del 30.11.2006)

53

2006/C 297/2

UK-Cardiff: Esercizio di un servizio aereo di linea — Bando di gara pubblicato dal Regno Unito ai sensi dell'articolo 4, paragrafo 1, lettera d), del regolamento (CEE) n. 2408/92 del Consiglio, per l'esercizio di un servizio aereo di linea sulla rotta Cardiff-RAF Valley (Anglesey) (GU C 248 del 14.10.2006) (GU S 197 del 14.10.2006, procedura aperta, 208709-2006)

53

 


 

(1)   Testo rilevante ai fini del SEE

IT

 


I Comunicazioni

Consiglio

7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/1


Conclusioni del Consiglio sulla digitalizzazione e l'accessibilità on line del materiale culturale e sulla conservazione digitale

(2006/C 297/01)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

considerando che:

il patrimonio culturale e i contenuti e le espressioni culturali incarnano e trasmettono i valori fondamentali comuni dell'Unione europea e attestano la diversità culturale e linguistica europea;

i contenuti culturali svolgono un ruolo sociale ed economico essenziale. Vi è un'effettiva domanda di contenuti digitali da parte dei cittadini e in seno alla comunità scientifica. La digitalizzazione e l'accessibilità on line del nostro patrimonio culturale possono alimentare gli sforzi creativi ed essere di sostegno ad attività in altri settori, quali l'apprendimento e il turismo, aumentando così la competitività e la crescita in tutta l'Europa conformemente alla strategia di Lisbona;

per evitare la duplicazione degli sforzi e creare sinergie, è indispensabile un'azione coordinata a livello comunitario; tale azione deve tuttavia tener conto del fatto che gli attuali livelli di progresso e di coordinamento negli Stati membri per quanto concerne la digitalizzazione dei contenuti e la conservazione digitale differiscono notevolmente, così come la priorità nazionali in questi settori.

1.   ACCOGLIE CON FAVORE

la comunicazione e la raccomandazione della Commissione 'sulla digitalizzazione e l'accessibilità on line del materiale culturale e sulla conservazione digitale' nel quadro dell'iniziativa «i2010: le biblioteche digitali».

2.   APPOGGIA

gli obiettivi strategici soggiacenti e i principali elementi della raccomandazione della Commissione sulla digitalizzazione e l'accessibilità on line del materiale culturale e sulla conservazione digitale;

l'idea di una Biblioteca digitale europea quale punto d'accesso plurilingue comune al patrimonio culturale europeo digitale distribuito — vale a dire, conservato in luoghi differenti da organismi differenti —, aperto ad ogni tipo di materiale culturale (testi, audiovisivi, oggetti museali, documentazione d'archivio, ecc.) e mirante a garantire la rapida messa a disposizione degli utenti di una massa critica di risorse.

3.   RICONOSCE

la varietà delle iniziative in corso negli Stati membri volte a digitalizzare e rendere accessibile on line il materiale contenuto in archivi, biblioteche e musei, nonché i loro diversi gradi progresso;

la preziosa opera di coordinamento svolta dal gruppo di rappresentanti nazionali per la digitalizzazione (NRG) per quanto concerne lo scambio di esperienze tra Stati membri e il controllo dei progressi compiuti, tra l'altro mediante il piano d'azione dinamico (1);

la necessità di stabilire un quadro istituzionale comunitario per queste attività di coordinamento.

4.   PONE IN EVIDENZA

l'utile lavoro effettuato a livello europeo dalla Conferenza dei bibliotecari nazionali europei; (CENL);

per predisporre e realizzare la Biblioteca europea (TEL) quale via d'accesso alle risorse collettive delle biblioteche nazionali in tutta Europa;

per portare avanti tali attività nella prospettiva di creare la Biblioteca digitale europea;

i lavori in corso nel quadro dei progetti Michael (2) e Michael Plus per la descrizione e il collegamento digitale delle collezioni di musei, biblioteche e archivi di diversi Stati membri e per l'accesso a queste collezioni;

che i lavori futuri dovrebbero basarsi sulle iniziative sopra menzionate e su altre ad esse correlate, mirando alla realizzazione di una cooperazione equilibrata tra biblioteche, musei e archivi;

che, nel predisporre fin dall'inizio elementi concettuali e tecnici per tutte le categorie di materiale culturale (testi, audiovisivi, oggetti museali, documentazione d'archivio, ecc.), la Biblioteca digitale europea può sfruttare nella fase iniziale il potenziale di una massa critica di materiale testuale plurilingue;

l'importanza di avviare lavori nel settore della digitalizzazione, della conservazione e della disponibilità dei contenuti, nel pieno rispetto delle norme comunitarie e internazionali nel settore della proprietà intellettuale.

5.   PRENDE ATTO

dell'intenzione della Commissione di effettuare studi sui progressi compiuti in materia di digitalizzazione della cultura nell'Unione europea e sull'impatto socioeconomico, da un lato, della conservazione a lungo termine delle risorse digitali e, dall'altro, delle risorse di dominio pubblico;

dell'intenzione della Commissione di cofinanziare, nell'ambito del 7o programma quadro di ricerca e sviluppo, una rete di centri di competenza per la digitalizzazione e la conservazione digitale.

6.   INVITA GLI STATI MEMBRI

ad affrontare le questioni connesse alla digitalizzazione e all'accessibilità on line del materiale culturale e alla conservazione digitale individuate nella raccomandazione della Commissione, ed in particolare gli aspetti messi in evidenza nella presenti conclusioni;

ad adottare le seguenti iniziative preliminari, conformemente al calendario indicativo allegato e tenendo conto delle diverse situazioni iniziali degli Stati membri:

rafforzare le strategie e gli obiettivi nazionali in materia di digitalizzazione e conservazione digitale;

contribuire alla Biblioteca digitale europea, punto d'accesso plurilingue comune al patrimonio culturale europeo digitale distribuito;

migliorare le condizioni quadro per la digitalizzazione e l'accessibilità on line del materiale culturale e la conservazione digitale;

rafforzare il coordinamento in seno agli Stati membri e tra di essi sulle questioni correlate;

contribuire alla realizzazione di un'efficace panoramica dei progressi a livello europeo.

7.   INVITA LA COMMISSIONE

ad adottare le seguenti iniziative preliminari, conformemente al calendario indicativo allegato:

incentivare e coordinare i lavori finalizzati alla creazione di una Biblioteca digitale europea, quale punto d'accesso plurilingue comune al patrimonio culturale europeo digitale distribuito;

contribuire a migliorare il coordinamento della politica di digitalizzazione e accessibilità on line del materiale culturale e conservazione digitale, in particolare attraverso la creazione di un gruppo di rappresentanti degli Stati membri al fine di portare avanti le attività di coordinamento dell'NRG nel quadro istituzionale della Comunità assicurando la continuità — comprese efficaci disposizioni transitorie — e basandosi sull'esperienza e le conoscenze acquisite;

affrontare il tema delle condizioni generali per la digitalizzazione, l'accessibilità on line e la conservazione digitale;

valutare, tenendo conto delle diverse situazioni iniziali, i progressi globali compiuti dagli Stati membri sui pertinenti temi nonché i progressi globali compiuti verso la creazione della Biblioteca digitale europea e riferire al Consiglio di conseguenza.


(1)  Il piano d'azione dinamico per il coordinamento a livello UE della digitalizzazione dei contenuti culturali e scientifici.

(2)  Inventario plurilingue del patrimonio culturale in Europa.


ALLEGATO

AZIONI PRIORITARIE E CALENDARIO INDICATIVO (1)

A.   ATTIVITÀ E FINALITÀ PER GLI STATI MEMBRI

1.

Rafforzare le strategie e gli obiettivi nazionali per quanto concerne la digitalizzazione e la conservazione digitale mediante:

elaborazione e aggiornamento di piani e strategie nazionali per la digitalizzazione del materiale culturale

2007

definizione delle strategie nazionali per la conservazione a lungo termine e il deposito

Metà 2008

formulazione di obiettivi quantitativi e qualitativi, compresa la relativa programmazione finanziaria su base pluriennale per il deposito, la digitalizzazione e l'accesso on line del materiale culturale e la conservazione a lungo termine

2007

sondare il terreno e, ove opportuno, avviare e promuovere partenariati pubblici-privati per la digitalizzazione

2007-2008

2.

Rafforzare il coordinamento nell'ambito degli Stati membri e tra di essi mediante:

istituzione di meccanismi di coordinamento nazionale per le attività di digitalizzazione, anche a livello locale e regionale, nel settore dei contenuti culturali

2007

scambio di informazioni con gli altri Stati membri al fine di creare sinergie, evitare la frammentazione e la duplicazione

2007-2008

sviluppo di criteri comuni per la selezione del materiale da digitalizzare al fine di ottenere un valore aggiunto a livello europeo

2007

3.

Contribuire alla realizzazione della Biblioteca digitale europea mediante:

preparazione di tabelle di marcia e incentivi per il trasferimento, da parte delle istituzioni culturali, del materiale digitalizzato esistente e di recente digitalizzazione alla Biblioteca digitale europea

2007

incentivazione dei titolari di contenuti privati a permettere che il proprio materiale soggetto a diritto d'autore formi oggetto di ricerche e sia accessibile tramite il punto di accesso plurilingue comune

2008-2009

accordi o accordi collettivi tra titolari di diritti e istituzioni culturali come archivi, biblioteche e musei che permettano a dette istituzioni di rendere accessibile on line il materiale coperto da diritto d'autore in base a un contratto

2009

4.

Contribuire alla realizzazione di un'efficace panoramica dei progressi a livello europeo mediante:

valutazione dei risultati e dell'esperienza acquisita a livello nazionale

Primavera 2008

informazione della Commissione in merito a tali risultati ed esperienze e al seguito riservato ai diversi elementi della sua raccomandazione e delle presenti conclusioni sulla digitalizzazione e l'accessibilità on line del materiale culturale e sulla conservazione digitale

Primavera 2008

5.

Migliorare le condizioni generali per la digitalizzazione e l'accessibilità on line del materiale culturale e la conservazione digitale mediante:

individuazione e avvio di azioni intese ad eliminare gli ostacoli presenti nella legislazione nazionale per quanto riguarda la digitalizzazione e l'accessibilità on line del materiale culturale, anche per fini di studio e di ricerca o per altri usi subordinati ad opportune condizioni

2008

creazione di meccanismi volti ad agevolare la digitalizzazione e l'accesso on line ad «opere orfane» e opere fuori stampa e fuori distribuzione, nel pieno rispetto degli interessi e dei diritti dei titolari dei contenuti

2008

messa a punto di un quadro effettivo, normativo o di altro tipo, a sostegno della conservazione digitale; questo dovrebbe comprendere il deposito di materiale culturale digitale presso istituzioni ufficialmente designate e il web-harvesting da parte di dette istituzioni, tenendo conto fra l'altro della normativa comunitaria in materia di protezione dei dati e della riproduzione di più copie e migrazione

2009

incoraggiamento alle istituzioni culturali ad applicare standard tecnici adeguati per la conservazione digitale nell'organizzazione del lavoro di digitalizzazione

2008

B.   ATTIVITÀ E FINALITÀ DELLA COMMISSIONE

1.

Incentivare e coordinare i lavori finalizzati alla creazione di una Biblioteca digitale europea mediante:

coordinamento e promozione degli sforzi volti alla costituzione di un punto di accesso plurilingue comune per la distribuzione del materiale culturale

dal 2007 in poi

coordinamento e incentivazione dei lavori nell'ottica di risolvere le questioni inerenti alle norme per garantire l'interoperabilità, e di trattare con efficacia il tema dell'accesso plurilingue

2007-2008

messa a punto di un forum di discussione con il settore privato e con i pertinenti organismi al fine di delineare i principi per la fornitura di materiale per il punto di accesso comune

2007-2008

fornitura delle risorse finanziarie e di altra natura per le attività a livello europeo; sostegno, nell'ambito del settimo programma quadro, ad una rete di centri di competenza per la digitalizzazione e la conservazione digitale in Europa, tenendo pienamente conto delle differenti possibilità per gli Stati membri e delle caratteristiche specifiche dei diversi tipi di contenuti culturali; sostegno, nell'ambito del settimo programma quadro, alle tecnologie che stanno alla base di servizi innovativi e che potrebbero essere integrate nel punto d'accesso plurilingue comune

dal 2007 in poi

2.

Contribuire al miglioramento del coordinamento politico in materia di digitalizzazione e accessibilità on line del materiale culturale e conservazione digitale mediante:

controllo delle attività svolte dagli Stati membri e sostegno alla cooperazione tra Stati membri

dal 2007 in poi

assistenza agli Stati membri nell'individuazione dei problemi e nel controllo dei punti di strozzatura e, se del caso, formulazione di proposte di misure per l'avvio del processo di digitalizzazione

2008-2009

costituzione di un gruppo composto di esperti designati dagli Stati membri al fine di portare avanti le attività di coordinamento dell'NRG nel quadro istituzionale della Comunità, garantire la continuità — comprese efficaci disposizioni transitorie — e costruire sull'esperienza e sulle conoscenze acquisite

2007

3.

Mettere a punto le condizioni generali mediante:

formulazione di proposte di soluzioni su determinate questioni relative a diritti specifici, quali le «opere orfane» e le opere fuori stampa, nel pieno rispetto degli interessi e dei diritti dei titolari dei contenuti, assicurandone l'efficacia in un contesto transfrontaliero

2008-2009

sulla base dei punti di strozzatura individuati, formulazione di proposte di misure correttive a livello europeo laddove un «coordinamento flessibile» non porti ai risultati attesi

2008-2009

4.

Valutare i progressi globali a livello europeo mediante:

controllo dei progressi compiuti negli Stati membri e verso la realizzazione della Biblioteca digitale europea con il ricorso ad indicatori sia quantitativi sia qualitativi in base alle informazioni raccolte sul piano nazionale ed europeo

dal 2007 in poi

presentazione di una relazione sui progressi compiuti negli Stati membri e sui progressi per quanto concerne il punto d'accesso plurilingue comune e, in particolare, valutazione della misura in cui l'impostazione del «coordinamento flessibile» abbia avuto esito positivo

2008


(1)  Il calendario proposto per attività e obiettivi indica traguardi per gli Stati membri e la Commissione, ma non ha carattere vincolante.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/6


Risoluzione del Consiglio e dei Rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, concernente la realizzazione degli obiettivi comuni per la partecipazione e l'informazione dei giovani al fine di promuovere la loro cittadinanza europea attiva

(2006/C 297/02)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA E I RAPPRESENTANTI DEI GOVERNI DEGLI STATI MEMBRI, RIUNITI IN SEDE DI CONSIGLIO

considerando quanto segue:

(1)

Nella risoluzione del 27 giugno 2002 (1) il Consiglio ha adottato il metodo di coordinamento aperto quale nuovo quadro della cooperazione europea in materia di gioventù e ha approvato le quattro aree tematiche prioritarie per la gioventù evidenziate nel Libro bianco della Commissione del novembre 2001 intitolato «Un nuovo impulso per la gioventù», ossia partecipazione, informazione, attività di volontariato e migliore comprensione e conoscenza dei giovani.

(2)

Nella risoluzione del 25 novembre 2003 (2), il Consiglio ha adottato obiettivi comuni per la partecipazione e l'informazione dei giovani nel quadro del metodo di coordinamento aperto e ha convenuto di riferire sull'attuazione di tali obiettivi entro la fine del 2005.

(3)

Il Consiglio europeo del marzo 2005 (3) ha adottato il Patto europeo per la gioventù come uno degli strumenti che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi di Lisbona.

(4)

Nella risoluzione del 24 maggio 2005 (4) concernente la realizzazione degli obiettivi comuni in materia di informazione dei giovani, il Consiglio ha convenuto di prestare particolare attenzione al collegamento in rete rafforzato delle strutture d'informazione di settori che si rivolgono ai giovani e alla formazione continua degli operatori nel settore dell'informazione dei giovani.

(5)

Nella risoluzione del 24 maggio 2005 (5) concernente l'ampliamento della partecipazione dei giovani al sistema della democrazia rappresentativa, il Consiglio ha convenuto di ritrovarsi nel 2006 per fare il punto su questo obiettivo in base a relazioni nazionali sulla priorità «partecipazione».

(6)

Nella risoluzione del 24 maggio 2005 concernente il bilancio delle azioni condotte nel quadro della cooperazione europea in materia di gioventù (6), il Consiglio ha convenuto misure per sviluppare ulteriormente le modalità di attuazione del metodo di coordinamento aperto.

(7)

Nella risoluzione del 15 novembre 2005 (7) intitolata «Rispondere alle preoccupazioni dei giovani in Europa», il Consiglio ha invitato la Commissione a sviluppare un dialogo strutturato e ha invitato la Commissione e gli Stati membri a procedere a una valutazione del quadro di cooperazione europea in materia di gioventù nel 2009.

(8)

Nella comunicazione del 20 luglio 2006 (8) la Commissione ha proposto di confermare la pertinenza e la validità degli obiettivi comuni per la partecipazione e l'informazione dei giovani e di adattare le linee d'azione già adottate e intensificarne l'attuazione. Essa ha inoltre proposto azioni concrete per strutturare il dialogo con i giovani e rafforzare la gestione del metodo di coordinamento aperto;

preso atto di quanto segue

1.

Nella Carta europea dell'informazione per la gioventù l'Agenzia europea per l'informazione e la consulenza dei giovani enuncia una serie di linee guida per la definizione di norme minime e misure di qualità che possano servire come elementi costitutivi di un approccio globale, coerente e coordinato al lavoro di informazione dei giovani, che è parte delle politiche giovanili.

2.

Nella Carta europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale il Consiglio d'Europa ha sottolineato l'importanza di creare le condizioni favorevoli ad un dialogo ed un partenariato autentici tra i giovani e gli enti locali e regionali e di permettere ai giovani e ai loro rappresentanti di essere protagonisti a pieno titolo delle politiche che li riguardano;

SOTTOLINEANO CHE:

1.

le sfide socioeconomiche e culturali poste dalla forte diminuzione della proporzione di giovani nella popolazione europea dovrebbero rispecchiarsi nelle politiche comunitarie concernenti la gioventù e le generazioni;

2.

le politiche intersettoriali in materia di gioventù sono molto importanti ai fini dell'efficace attuazione degli obiettivi della strategia di Lisbona per quanto riguarda le politiche relative alla crescita, all'occupazione e alla cittadinanza;

3.

le priorità comuni per la partecipazione e l'informazione dei giovani hanno fornito uno stimolo alle politiche nazionali riguardanti la gioventù e restano essenziali per promuovere una cittadinanza attiva tra i giovani, in particolare quelli più svantaggiati;

4.

le organizzazioni giovanili svolgono un ruolo chiave nell'agevolare e promuovere la partecipazione dei giovani e nel sostenerli a realizzare pienamente le loro potenzialità;

5.

per sviluppare le politiche in materia di gioventù è essenziale impegnare i giovani che sono attivi nell'animazione giovanile e nelle organizzazioni giovanili, nonché i giovani ricercatori — riconoscendo i rispettivi settori di competenza — nelle discussioni concernenti l'elaborazione delle politiche in merito a questioni che riguardano i giovani;

6.

il concetto di cittadinanza attiva dovrebbe essere ampliato per includere non solo le sue dimensioni sociale e politica, ma anche i suoi aspetti culturali, economici e tecnologici in evoluzione;

7.

le varie forme di cittadinanza attiva esistenti dovrebbero essere considerate un'opportunità per rafforzare la democrazia e inserire nuovi temi nell'agenda politica;

8.

il metodo di coordinamento aperto nel settore della gioventù dovrebbe essere rafforzato per meglio attuare gli obiettivi comuni allorché sono sviluppati programmi e strategie politici nazionali in materia.

CONVENGONO CHE

1.

sono confermate la pertinenza e la validità degli obiettivi comuni per la partecipazione e l'informazione dei giovani, adottati nel 2003;

2.

le linee di azione adottate riguardo agli obiettivi comuni per la partecipazione e l'informazione dei giovani, descritte nell'allegato, saranno adattate e migliorate;

3.

i forum di dibattito e dialogo con i giovani, con coloro che sono attivi nell'animazione giovanile e nelle organizzazioni giovanili e con i giovani ricercatori dovrebbero essere strutturati meglio e ulteriormente sviluppati, dal livello locale a quello europeo;

4.

i pareri e le preoccupazioni dei giovani dovrebbero essere presi in considerazione mediante processi di dialogo sia dal basso verso l'alto che viceversa, per assicurare l'inclusione degli aspetti della vita dei giovani considerati da essi stessi importanti;

5.

si dovrebbe tenere debitamente conto di questo dialogo strutturato e dei relativi risultati nel processo di definizione delle politiche ai livelli pertinenti;

6.

dovrebbe essere istituito un forum informale costituito da rappresentanti dei giovani, dalla presidenza del Consiglio attuale e da quella successiva, dal Parlamento europeo e dalla Commissione, che dovrebbe riunirsi periodicamente per assicurare coerenza e continuità tra le agende nel settore della gioventù;

7.

per accrescere il sentimento di cittadinanza europea dei giovani, si dovrebbe trarre profitto da altre iniziative quali il Piano D della Commissione per la democrazia, il dialogo e il dibattito (9);

8.

i temi prioritari da discutere sino al 2009 nell'ambito del dialogo strutturato sono l'inclusione e la diversità sociale nel 2007, il dialogo interculturale nel 2008 e le prospettive di cooperazione continua nel settore della gioventù nel 2009. Tali questioni andrebbero discusse parallelamente ai temi prioritari trattati nel quadro del metodo di coordinamento aperto nel settore della gioventù e del Patto europeo per la gioventù nonché alle priorità orizzontali concordate nel settore della gioventù, quali la lotta alla discriminazione e la salute. Spetterebbe alle presidenze definire ulteriormente questi temi in funzione delle rispettive agende specifiche.

INVITANO GLI STATI MEMBRI A

1.

individuare, entro la fine di marzo 2007, le linee di azione per la partecipazione e l'informazione su cui intendono concentrarsi e a definire misure concrete e/o piani d'azione per la loro attuazione;

2.

istituire meccanismi di preparazione e di controllo per assicurare l'effettiva realizzazione degli obiettivi comuni in cooperazione con gli attori pertinenti, tra cui giovani, organizzazioni giovanili, giovani ricercatori e autorità locali e regionali;

3.

promuovere gli obiettivi comuni per la partecipazione e l'informazione tra le autorità regionali e locali, le organizzazioni giovanili e i giovani e a cooperare strettamente con le autorità regionali e locali per assicurare l'attuazione più piena possibile di tali obiettivi;

4.

indicare, alla fine del 2008, nelle relazioni sugli obiettivi comuni di maggiore conoscenza e comprensione dei giovani in che modo le linee d'azione individuate per il conseguimento degli obiettivi comuni di partecipazione e informazione per i giovani siano state attuate.

RILEVANO CHE LA COMMISSIONE INTENDE

1.

creare un Eurobarometro specifico per i giovani;

2.

mobilitare le reti europee d'informazione dei giovani (10) affinché sostengano il dialogo strutturato;

3.

sviluppare ulteriormente il Portale europeo per i giovani;

4.

organizzare regolarmente insieme ai pertinenti partner dei paesi partecipanti una settimana europea della gioventù, con la partecipazione dei Commissari e dei rappresentanti delle altre istituzioni europee, preceduta, se possibile, da una consultazione sul portale europeo per i giovani;

5.

organizzare incontri con giovani che generalmente non hanno contatti con le istituzioni europee.

INVITANO GLI STATI MEMBRI E LA COMMISSIONE A

1.

garantire che il processo del metodo di coordinamento aperto rimanga accessibile e trasparente e che si faccia il miglior uso possibile delle informazioni fornite con tale processo;

2.

sviluppare e sostenere un dialogo strutturato e costante volto ad assicurare un contributo tempestivo ed effettivo da parte dei giovani e di altri attori nel settore della gioventù per la formulazione di politiche pertinenti per la vita dei giovani;

3.

collaborare con i pertinenti attori, tra cui le autorità locali e regionali, nonché con istituti di istruzione e organizzazioni non governative, nell'instaurazione di tale dialogo strutturato;

4.

cercare di garantire che il dialogo strutturato riunisca coloro che sono direttamente o indirettamente coinvolti in questioni riguardanti la gioventù, per sviluppare un approccio più coerente e intersettoriale a tali questioni;

5.

incoraggiare un approccio integrato a tale dialogo coinvolgendo giovani impegnati in forme varie e innovative di cittadinanza attiva, giovani che non sono membri di alcuna organizzazione e giovani più svantaggiati, e creare condizioni di pari partecipazione di tutti questi giovani;

6.

incoraggiare le attività di apprendimento tra pari nel settore dell'informazione e della partecipazione dei giovani, eventualmente coinvolgendo paesi europei che non sono membri dell'UE;

7.

istituire su base volontaria un gruppo di lavoro a livello europeo incaricato di esaminare mezzi pratici per valutare l'impatto della realizzazione degli obiettivi comuni per la partecipazione e l'informazione dei giovani. La Commissione è invitata a riferire al Consiglio in merito ai risultati raggiunti dal gruppo;

8.

trarre il massimo profitto dal programma «Gioventù in azione» per il periodo 2007-2013 al fine di sostenere questo dialogo strutturato;

9.

discutere l'attuazione di detto dialogo strutturato ai livelli nazionale ed europeo nell'ambito della valutazione del quadro di cooperazione europea nel settore della gioventù nel 2009.


(1)  GU C 168 del 13.7.2002, pag. 2.

(2)  GU C 295 del 5.12.2003, pag. 6.

(3)  Doc. 7619/1/05, punto 37.

(4)  GU C 141 del 10.6.2005, pag. 5.

(5)  GU C 141 del 10.6.2005, pag. 3.

(6)  GU C 141 del 10.6.2005, pag. 1.

(7)  GU C 292 del 24.11.2005, pag. 5.

(8)  Doc. 11957/06.

(9)  14775/05 e 9393/06.

(10)  Quali ERYICA, EURODESK e EYCA.


ALLEGATO

MISURE ATTE A RAFFORZARE LA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI COMUNI PER LA PARTECIPAZIONE E L'INFORMAZIONE DEI GIOVANI

In funzione del contesto particolare e delle priorità di ciascuno Stato membro e fatte salve le diverse responsabilità delle autorità nazionali, regionali e locali negli Stati membri, si possono seguire le seguenti linee d'azione, il cui elenco non esaustivo figura in appresso.

INFORMAZIONE

1.   Accesso dei giovani ai servizi d'informazione

(a)

elaborare e promuovere — in particolare mediante un migliore coordinamento dei servizi d'informazione nel loro territorio — strategie d'informazione dei giovani coerenti e globali che trattino tutte le questioni riguardanti i giovani;

(b)

sviluppare sul web servizi d'informazione e di consulenza e altri approcci innovativi all'informazione dei giovani, quali apposite unità mobili, in modo da agevolare l'accesso all'informazione dei giovani più svantaggiati.

2.   Informazione di qualità

(c)

fornire opportunità di istruzione e formazione ai responsabili dell'informazione dei giovani;

(d)

sviluppare ulteriormente i servizi d'informazione e di consulenza individuali;

(e)

sviluppare i servizi d'informazione e di consulenza destinati ai giovani in funzione delle loro necessità, e ricorrere ai canali d'informazione che essi utilizzano più frequentemente;

(f)

fare il miglior uso delle linee guida esistenti per la definizione di norme minime di qualità e/o elaborare norme di qualità al fine di garantire informazioni di elevata qualità;

(g)

migliorare la valutazione della qualità delle informazioni;

(h)

adoperarsi per assicurare che i risultati della ricerca sui giovani siano disponibili in modo comprensibile e facilmente accessibile.

3.   Partecipazione dei giovani ad attività di informazione

(i)

esortare le organizzazioni giovanili a diffondere informazioni sul loro ruolo fondamentale nella costruzione della società civile;

(j)

migliorare la partecipazione dei giovani all'elaborazione e valutazione di strategie d'informazione pubblica;

(k)

incoraggiare i giovani a partecipare alla raccolta, all'elaborazione e alla diffusione di informazioni ad essi destinate e di loro interesse, nonché alle correlate attività di consulenza.

PARTECIPAZIONE

1.   Partecipazione dei giovani alla vita civica

(a)

creare condizioni propizie per il funzionamento delle organizzazioni giovanili e dei gruppi d'iniziativa giovanili, per esempio fornendo sostegno finanziario o strutture per le loro attività;

(b)

incoraggiare l'offerta di ampie e pari opportunità per la partecipazione di tutti i giovani;

(c)

esortare i giovani e le organizzazioni giovanili a creare partnership globali;

(d)

individuare nuove forme di partecipazione e appoggiare progetti pilota per sostenerle;

(e)

promuovere un dialogo strutturato con i giovani su questioni che li interessano, coinvolgendo sia i consigli nazionali della gioventù sia i giovani impegnati in nuove forme di cittadinanza attiva, quali reti e gruppi d'iniziativa, nel processo di consultazione;

(f)

sostenere lo sviluppo e il collegamento in rete di strutture partecipative locali, quali consigli della gioventù, che coinvolgano sistematicamente i giovani nei lavori degli organi decisionali locali e mobilitare il sostegno delle autorità regionali e locali;

(g)

assicurare che i giovani siano sistematicamente consultati in merito a questioni che li riguardano e incentivare lo sviluppo e la realizzazione di iniziative locali destinate ai giovani;

(h)

creare politiche intersettoriali a livello nazionale e coinvolgere i giovani nella loro attuazione;

(i)

studiare la possibilità di creare gruppi di discussione sul web;

(j)

sviluppare strumenti per promuovere la partecipazione, come gli orientamenti per i meccanismi di partecipazione o i forum interattivi di partecipazione alle politiche su Internet.

2.   Maggiore partecipazione dei giovani al sistema della democrazia rappresentativa

(k)

sviluppare misure concrete per garantire una maggiore partecipazione dei giovani all'attività delle istituzioni della democrazia rappresentativa, nel rispetto dei valori della dignità umana, della libertà, della democrazia e dell'uguaglianza;

(l)

utilizzare meglio la tecnologia dell'informazione per agevolare la partecipazione dei giovani alle elezioni ai livelli locale, nazionale, regionale ed europeo;

(m)

ove opportuno, prendere in considerazione un dibattito sull'età minima per l'esercizio del diritto di voto e sfruttare appieno le esperienze maturate in alcuni Stati membri;

3.   Sostegno a varie forme di apprendimento della partecipazione

(n)

sviluppare sinergie con azioni intraprese nel settore dell'istruzione. A livello europeo questo obiettivo può essere raggiunto attraverso legami più stretti con il metodo di coordinamento aperto per l'istruzione e la formazione. Negli Stati membri si dovrebbero concepire misure appropriate a livello nazionale, regionale e locale, ad esempio iniziative nelle scuole volte a promuovere la cittadinanza attiva;

(o)

fornire ai giovani opportunità di apprendimento non formale che accrescerà la loro partecipazione allo sviluppo della società civile e rafforzare i legami tra scuola e società civile, organizzazioni giovanili e attività locali nel settore della gioventù. Si dovrebbe prestare particolare attenzione ai giovani più svantaggiati;

(p)

sviluppare, valutare e divulgare migliori prassi sull'educazione alla democrazia e sulla partecipazione dei giovani.


Commissione

7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/11


Tassi di cambio dell'euro (1)

6 dicembre 2006

(2006/C 297/03)

1 euro=

 

Moneta

Tasso di cambio

USD

dollari USA

1,3274

JPY

yen giapponesi

152,66

DKK

corone danesi

7,4561

GBP

sterline inglesi

0,67540

SEK

corone svedesi

9,0757

CHF

franchi svizzeri

1,5888

ISK

corone islandesi

91,74

NOK

corone norvegesi

8,1350

BGN

lev bulgari

1,9558

CYP

sterline cipriote

0,5781

CZK

corone ceche

28,015

EEK

corone estoni

15,6466

HUF

fiorini ungheresi

255,40

LTL

litas lituani

3,4528

LVL

lats lettoni

0,6984

MTL

lire maltesi

0,4293

PLN

zloty polacchi

3,8111

RON

leu rumeni

3,4368

SIT

tolar sloveni

239,66

SKK

corone slovacche

35,465

TRY

lire turche

1,9201

AUD

dollari australiani

1,6892

CAD

dollari canadesi

1,5177

HKD

dollari di Hong Kong

10,3129

NZD

dollari neozelandesi

1,9429

SGD

dollari di Singapore

2,0447

KRW

won sudcoreani

1 216,16

ZAR

rand sudafricani

9,4459

CNY

renminbi Yuan cinese

10,3848

HRK

kuna croata

7,3569

IDR

rupia indonesiana

12 105,89

MYR

ringgit malese

4,7116

PHP

peso filippino

65,713

RUB

rublo russo

34,8160

THB

baht thailandese

47,342


(1)  

Fonte: tassi di cambio di riferimento pubblicati dalla Banca centrale europea.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/12


Avviso relativo all'applicazione di misure antidumping, antisovvenzioni e di salvaguardia in vigore nella Comunità all'indomani dell'adesione della Repubblica di Bulgaria e della Romania e al possibile riesame delle medesime

(2006/C 297/04)

Con l'allargamento, il 1o gennaio 2007, tutte le misure antidumping, antisovvenzioni e di salvaguardia in vigore si applicheranno automaticamente alle importazioni verso i ventisette Stati membri della Comunità allargata e saranno pertanto applicate anche alle importazioni verso i due nuovi Stati membri (1).. In quella data sarà in corso un numero di inchieste iniziate prima del 1o gennaio 2007 e i provvedimenti che ne potrebbero scaturire saranno applicati a pari titolo alle importazioni verso i ventisette Stati membri della Comunità.

La Commissione rende noto di essere pronta a riesaminare le misure antidumping, antisovvenzioni e di salvaguardia a norma dell'articolo 11, paragrafo 3 del regolamento (CE) n. 384/96 (2), dell'articolo 19 del regolamento (CE) n. 2026/97 (3) e all'articolo 23 del regolamento (CE) n. 3285/94 (4) qualora le parti interessate ne facciano richiesta fornendo le prove che dette misure sarebbero state sostanzialmente diverse se le informazioni su cui si basavano avessero tenuto conto dell'adesione dei nuovi Stati membri. A tale riguardo va fatto presente che, in assenza delle prove di cui sopra, l'allargamento non costituisce di per sé un motivo sufficiente per dare inizio ad un riesame. Le parti interessate possono visitare il sito della DG Trade dedicato all'impatto dell'allargamento sulla difesa commerciale:

(http://ec.europa.eu/trade/issues/respectrules/tdi_enlarg/index_en.htm) per ulteriori informazioni e ragguagli tramite servizio di helpdesk.


(1)  Repubblica di Bulgaria e Romania.

(2)  Modificato da ultimo dal regolamento (CE) n. 2117/2005 del Consiglio del 21.12.2005, GU L 340 del 23.12.2005, pag. 17.

(3)  Modificato da ultimo dal regolamento (CE) n. 461/2004 del Consiglio dell'8.3.2004, GU L 77 del 13.3.2004, pag. 12.

(4)  Modificato da ultimo dal regolamento (CE) n. 2200/2004 del Consiglio del 13.12.2004, GU L 374 del 22.12.2004, pag. 1.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/13


AVVISO AGLI IMPORTATORI

Importazione nella Comunità di prodotti originari del Montenegro

(2006/C 297/05)

Con l'avviso agli importatori pubblicato nella Gazzetta ufficiale C 14 del 20 gennaio 2004, pag. 2, la Commissione ha informato gli operatori che presentavano prove documentali dell'origine, allo scopo di ottenere un trattamento preferenziale per tutti i prodotti importati da Serbia e Montenegro, di adottare tutte le precauzioni necessarie poiché l'immissione in libera pratica di dette merci può determinare l'insorgere di un'obbligazione doganale. L'avviso è stato pubblicato in quanto sussistevano dubbi sul fatto che i prodotti importati dalla Serbia e dal Montenegro in regime preferenziale fossero stati oggetto di una effettiva e corretta verifica del carattere originario, come previsto dal diritto comunitario. L'avviso non riguardava il Kosovo, quale definito dalla risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 10 giugno 1999.

Il regolamento (CE) n. 1946/2005 del Consiglio, del 14 novembre 2005, che modifica il regolamento (CE) n. 2007/2000 recante misure commerciali eccezionali applicabili ai paesi e territori che partecipano o sono legati al processo di stabilizzazione e di associazione dell'Unione europea, ha introdotto a decorrere dal 1o gennaio 2006 tre diverse origini con riguardo alle misure commerciali autonome, che corrispondono ai tre diversi territori doganali: origine 'Serbia', origine 'Montenegro' e origine 'Kosovo'. Questa distinzione resta applicabile in seguito alla decisione di indipendenza del Montenegro dello scorso maggio.

In base alle principali risultanze della missione di controllo condotta dai servizi della Commissione in Serbia e Montenegro risulta che in Serbia sono già presenti gli elementi necessari affinché l'amministrazione doganale possa gestire e controllare correttamente il regime preferenziale, in occasione dell'esportazione dei prodotti verso la Comunità e verso gli altri paesi dei Balcani. In Montenegro, tuttavia, è ancora necessario apportare alcuni miglioramenti per quanto concerne gli aspetti legali e la prassi nell'attuazione dei controlli in materia di origine.

Poiché in Serbia sono state ristabilite le condizioni per un efficace funzionamento del regime preferenziale, l'avviso agli importatori concernente le importazioni nella Comunità di prodotti originari della Serbia e del Montenegro deve essere ritirato per quanto riguarda la Serbia e mantenuto per le importazioni nella Comunità di tutti i prodotti originari del Montenegro. L'avviso non si applica al Kosovo quale definito dalla risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 10 giugno 1999.

Si consiglia pertanto agli operatori comunitari che presentano prove d'origine documentali, allo scopo di ottenere un trattamento preferenziale per tutti i prodotti importati dal Montenegro, di adottare tutte le precauzioni necessarie poiché l'immissione in libera pratica di dette merci può determinare l'insorgere di un'obbligazione doganale.

Il presente avviso sostituisce l'avviso pubblicato nella Gazzetta ufficiale C 14 del 20 gennaio 2004, pag. 2.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/14


Autorizzazione degli aiuti di Stato sulla base degli articoli 87 e 88 del trattato CE

Casi contro i quali la Commissione non solleva obiezioni

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2006/C 297/06)

Data di adozione della decisione

12.10.2006

Numero dell'aiuto

N 53/06

Stato membro

Belgio

Regione

Fiandre

Titolo

„Proefproject van het Vlaamse Gewest voor subsidies voor het vervoer van containers via binnenvaart en estuaire vaart van en naar de Vlaamse kusthavens”.

Fondamento giuridico

Besluit van de Vlaamse regering tot toekenning van een toelage voor het transport via binnenvaart en estuaire vaart van de Vlaamse kusthavens naar het hinterland

Tipo della misura

Regime di aiuto

Obiettivo

attuare il trasferimento modale dal trasporto su strada alle vie di navigazione interna;

compensare i costi esterni che non sono sostenuti dal trasporto su strada;

generare, dopo la fine del periodo di avvio, movimenti di traffico di merci sufficientemente consistenti per consentire l'organizzazione di servizi regolari di trasporto container fra i porti costieri fiamminghi e l'hinterland senza bisogno di interventi statali.

Forma dell'aiuto

Sovvenzione diretta

Stanziamento

6 240 776 EUR per tre anni.

Intensità

Costruzione o ricostruzione di imbarcazioni per la navigazione su estuari: 20% del costo totale. Aiuto all'avvio 1,14% e 3,16% del costo totale del trasporto di un TEU destinato rispettivamente alle Fiandre e alla zona del Reno.

Durata

2006-2008

Settori economici

Navigazione interna

Nome e indirizzo dell'autorità che concede l'aiuto

La Regione fiamminga tramite l'Agenzia Waterwegen en Zeekanaal S.A.

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data di adozione della decisione

13.9.2006

Numero dell'aiuto

N 223/06

Stato membro

Francia

Regione

Regione Martinica

Titolo

Régime d'aides sociales à caractère individuel au profit de certaines catégories de passagers des liaisons aériennes régulières entre la Martinique et la métropole, en application de l'article 60 de la loi no 2003-660 du 21 juillet 2003 de programme pour l'outre-mer

Fondamento giuridico

Article 60 de la loi no 2003-660 du 21 juillet 2003 de programme pour l'outre-mer; décret no 2004-100 du 30 janvier 2004 relatif à la dotation de continuité territoriale instituée par l'article 60 de la loi de programme pour l'outre-mer; arrêté du 7 février 2006 fixant pour l'année 2006 la répartition de la dotation de continuité territoriale instituée par l'article 60 de la loi de programme pour l'outre-mer; délibération du conseil régional de la Martinique no 04-1012 du 15 juin 2004 portant dispositif de continuité territoriale; délibération du conseil régional de la Martinique no 04-1711 du 6 octobre 2004 portant autorisation de signer des conventions avec les agences de voyage dans le cadre de la mise en place du dispositif de continuité territoriale; délibération du conseil régional de la Martinique no 05-1742 du 25 octobre 2005 portant modification du dispositif d'aide au voyage aérien

Tipo di misura

Regime di aiuti

Obiettivi

Migliorare la mobilità dei residenti della Martinica tra l'isola e la Francia metropolitana

Forma di sostegno

Presa a carico del 50% del biglietto aereo A/R

Dotazione di bilancio

Circa 5 000 000 EUR l'anno

Intensità

50% del prezzo del biglietto A/R

Durata

10 anni

Settori economici

Trasporti aerei

Nome e indirizzo dell'autorità che concede l'aiuto

Conseil régional de la Martinique — Hôtel de Région — Plateau Roy-Cluny

Rue Defferre — BP 601 F-97200

Fort-de-France

Altre informazioni

Relazione

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data di adozione della decisione

4.7.2006

Numero dell'aiuto

N 279/06

Stato membro

Slovacchia

Titolo

SEN Films s.r.o.

Base giuridica

a)

Zákon č. 523/2004 Z. z. o rozpočtových pravidlách verejnej správy a o zmene a doplnení niektorých zákonov,

b)

Zákon č. 231/1999 Z. z. o štátnej pomoci v znení zákona č. 203/2004 - § 4 ods. 1, písm. d),

c)

Výnos MK SR - 12947/05-110/30493 zo 16. novembra 2005 o poskytovaní dotácií v pôsobnosti MK SR

Tipo di misura

Aiuto individuale

Obiettivo

Cultura

Forma dell'aiuto

Sovvenzione a fondo perduto

Dotazione di bilancio

Spesa annua prevista 9 Mio SKK; Importo totale dell'aiuto previsto 30,6 Mio SKK

Intensità

29,4 %

Durata

31 dicembre 2006

Settore economico

Attività ricreative, culturali e sportive

Nome e indirizzo dell'autorità che eroga l'aiuto

Ministerstvo kultúry Slovenskej republiky, Námestie SNP č. 33, SK-813 31 Bratislava 1

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data di adozione della decisione

12.10.2006

Numero dell'aiuto

N 348/2006

Stato membro

Paesi Bassi

Titolo

Overgangsbudget voor de liberalisatie van de markt voor inburgeringscursussen voor recente immigranten

Base giuridica

Artikel 60 Wetsvoorstel

Ministeriële Regeling

Kamerstukken 2005-2006 30308 nr. 2 & 3.

Tipo di misura

Regime

Obiettivo

Sviluppo settoriale

Forma dell'aiuto

Sovvenzione a fondo perduto

Dotazione di bilancio

Spesa annua prevista: 2007: 62 Mio EUR, 2008: 40 Mio EUR, 2009: 20 Mio EUR; Importo totale dell'aiuto previsto 122 Mio EUR

Durata

1o gennaio 2007-31 dicembre 2009

Nome e indirizzo dell'autorità che eroga l'aiuto

Ministerie van Onderwijs, Cultuur en Wetenschap

Postbus 16375, 2500 BJ Den Haag, Nederland

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data di adozione della decisione

13.9.2006

Numero dell'aiuto

N 387/06

Stato membro

Repubblica slovacca

Regione

Nitriansky kraj

Titolo

Renty (t. j. odškodnenia za pracovné úrazy a choroby z povolania) pre Hornonitrianske bane Prievidza, a.s. Prievidza

Fondamento giuridico

Článok 7 nariadenia Rady (ES) č. 1407/2002 o štátnej pomoci pre uhoľný priemysel v kombinácii s číslom 1 písm. f) prílohy k nariadeniu

Tipo della misura

Aiuto singolo

Obiettivo

Compensazione per «oneri ereditati dal passato»

Forma dell'aiuto

Pagamento diretto

Stanziamento

39,9 milioni di SKK

Durata

1.1.2005 – 31.12.2005

Settori economici

Industria carbonifera

Nome e indirizzo dell'autorità che concede l'aiuto

Ministerstvo hospodárstva Slovenskej republiky

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data di adozione della decisione

7.6.2006

Numero dell'aiuto

N 622/2005

Stato membro

Paesi Bassi

Titolo

Steunregeling voor de aanpassing van het Europese signaleringssysteem (ETCS) in series goederenlocomotieven

Base giuridica

Regeling, houdende bepalingen voor de subsidiëring van ombouw en typekeuring van ETCS in goederenlocomotieven

Obiettivo

Fornire assistenza finanziaria per i costi di installazione del sistema ETCS su diverse serie di locomotive per treni merci da utilizzare sulla nuova linea Betuwe

Dotazione di bilancio

15 milioni di EUR

Intensità

50% delle spese ammissibili

Durata

2006 — 2007

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data di adozione della decisione

13.9.2006

Numero dell'aiuto

NN 9/2006

Stato membro

Repubblica slovacca

Titolo

Aiuto di Stato all'industria carboniera

Fondamento giuridico

Zákon č. 461/2003

Obiettivo

Chiusura di miniere

Dotazione di bilancio

191 000 000 SKK

Durata

Dal 2004 al 2010

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data di adozione della decisione

20.4.2004

Numero dell'aiuto

N. 54/2001

Stato membro

Italia

Regione

Provincia autonoma di Trento

Titolo

Provvidenze per gli impianti a fune e le piste da sci

Base giuridica

Deliberazione della giunta provinciale n. 6749 del 12 giugno 1998, concernente provvidenze per gli impianti a fune e le piste da sci — anni 1999 e 2000

Tipo di misura

Regime

Obiettivo

Sviluppo settoriale

Forma dell'aiuto

Sovvenzione a fondo perduto

Dotazione di bilancio

Spesa annua prevista 10,9 Mio EUR; Importo totale dell'aiuto previsto 21,8 Mio EUR

Intensità

45 %

Durata

1o gennaio 1999-31 dicembre 2000

Settore economico

Attività ricreative, culturali e sportive

Nome e indirizzo dell'autorità che eroga l'aiuto

Provincia autonoma di Trento — Piazza Dante 15, I-38100 Trento

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/19


AIUTI DI STATO — FRANCIA

Aiuto di stato C 47/2006 (ex N 648/2005) — Credito d'imposta per la creazione di videogiochi

Invito a presentare osservazioni a norma dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2006/C 297/07)

Con lettera del 22 novembre 2006, riprodotta nella lingua facente fede dopo la presente sintesi, la Commissione ha comunicato alla Francia la propria decisione di avviare il procedimento di cui all'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE in relazione alla misura in oggetto.

La Commissione invita gli interessati a presentare osservazioni in merito alla misura riguardo alla quale viene avviato il procedimento entro un mese dalla data della presente pubblicazione, inviandole al seguente indirizzo:

Commissione europea

Direzione generale Concorrenza

Protocollo Aiuti di Stato

SPA 3 6/5

B-1049 Bruxelles

Fax: (32-2) 296 12 42

Dette osservazioni saranno comunicate alla Francia. Su richiesta scritta e motivata degli autori delle osservazioni, la loro identità non sarà rivelata.

TESTO DELLA SINTESI

1.   DESCRIZIONE DELLA MISURA

In data 20 dicembre 2005 le autorità francesi hanno notificato il progetto di credito d'imposta per la creazione di videogiochi.

Sono ammesse a beneficiare del credito d'imposta le imprese, indipendenti o filiali di editori, che sviluppano videogiochi. Sono interessati i videogiochi per PC o console, i giochi mobili o on-line, il software educativo o ludico-educativo nonché, a talune condizioni, i CD-ROM culturali, nel rispetto di una serie di criteri.

Sono innanzitutto esclusi i giochi che prevedono sequenze di tipo pornografico o molto violente. Per essere ammissibili, i videogiochi devono inoltre rispondere ad uno dei due criteri culturali seguenti:

1.

Sviluppano un adattamento di un'opera preesistente del patrimonio culturale europeo a partire da una sceneggiatura scritta in francese.

2.

Soddisfano un criterio di qualità e originalità del concetto nonché di contributo all'espressione della diversità culturale e della creatività europea in materia di videogiochi. La rispondenza a questo criterio sarà valutata tramite l'esame della qualità e dell'originalità del contenuto, del soggetto, della giocabilità, della navigazione, dell'interattività e delle componenti visive, sonore e grafiche.

A ciò si aggiunge un criterio culturale europeo: un punteggio assegnato per categoria e per posti occupati da cittadini di uno Stato membro dell'Unione europea determinerà il carattere europeo dei videogiochi e quindi la loro ammissibilità a beneficiare del credito d'imposta. Inoltre, il calcolo del punteggio è indipendente dalla localizzazione delle spese.

Sono considerate ammissibili le spese di personale (oneri salariali e sociali), le dotazioni per gli ammortamenti delle immobilizzazioni, diverse dagli immobili, connesse direttamente alla creazione di videogiochi ammessi e le altre spese di funzionamento, nella misura forfettaria del 75 % delle spese di personale.

Alle spese così definite è applicato il tasso di credito d'imposta, pari al 20 % delle spese ammissibili. Allorché l'importo della riduzione d'imposta a titolo di un esercizio supera l'importo dell'imposta dovuta, la quota eccedente viene restituita all'impresa. Il bilancio annuale previsionale per tale intervento è quantificato in 30-60 milioni di euro. È prevista una durata fino al 31 dicembre 2008.

2.   VALUTAZIONE DELLA MISURA

Il summenzionato credito d'imposta conferisce un vantaggio selettivo, sotto forma di riduzione d'imposta e quindi finanziato tramite risorse statali, a talune imprese operanti nel settore della produzione di videogiochi. Del resto, in questo settore si verificano scambi tra Stati membri. Di conseguenza, la misura notificata costituisce aiuto di Stato ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 1, del trattato CE.

Innanzitutto, la Commissione deve verificare che la misura non contenga alcuna clausola contraria alle disposizioni del trattato CE in ambiti diversi dagli aiuti di Stato. Risulterebbero rientrare tra le spese ammissibili soltanto le dotazioni per gli ammortamenti e le spese di personale sostenute dall'impresa beneficiaria del credito d'imposta, mentre non risulta chiaramente se e come vengano considerati i costi di imprese subappaltatrici, che possono essere stabilite in altri Stati membri. La Commissione non può quindi concludere che la misura non determini alcuna discriminazione in base alla localizzazione dei costi. Inoltre, non è chiaro neanche se possano beneficiare del credito d'imposta le sedi stabili francesi di imprese europee, indipendentemente dalla loro forma giuridica.

In merito alla compatibilità rispetto alle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato, le autorità francesi ritengono che alla misura notificata si applichi la deroga di cui all'articolo 87, paragrafo 3, lettera d), del trattato CE. Per essere compatibile in virtù di tale articolo, l'aiuto deve avere una finalità di promozione della cultura in misura proporzionale e necessaria.

La Commissione non esclude che taluni videogiochi possano costituire prodotti culturali ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera d), del trattato CE. Tale qualifica dipenderà dal loro contenuto e quindi dai criteri di selezione applicati dalle autorità francesi.

Il primo criterio culturale proposto dalle autorità francesi è che i giochi costituiscano un adattamento di un'opera preesistente del patrimonio culturale europeo. Le autorità francesi hanno fornito esempi di videogiochi che rispetterebbero tale criterio, ma alcuni di essi sembrano indicare che il criterio potrebbe trovare applicazione molto ampia, che quindi non darebbe tutte le garanzie necessarie per assicurare che i videogiochi selezionati costituiscano effettivamente un adattamento di un'opera preesistente del patrimonio culturale europeo. Si dovrebbe quindi precisare quest'ultimo concetto.

Sono inoltre ammissibili i videogiochi che rispondono ad un criterio di qualità ed originalità del concetto nonché di contributo all'espressione della diversità culturale e della creatività europea in materia di videogiochi. Anche il contenuto di questo secondo criterio culturale si presta ad essere potenzialmente interpretato in senso lato, includendovi ad esempio i giochi di simulazione o i giochi sportivi dal contenuto culturale controverso. Inoltre, questo criterio di qualità e originalità del concetto sembra essere funzionale più alla selezione di videogiochi validi dal punto di vista ricreativo e dell'animazione piuttosto che di videogiochi effettivamente culturali.

Nella fase attuale, la Commissione nutre pertanto dubbi sul fatto che la misura notificata consenta di selezionare esclusivamente videogiochi a carattere effettivamente culturale e abbia quindi una finalità di promozione della cultura ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera d), del trattato CE.

Presupponendo che la promozione della produzione dei videogiochi quali definiti in base alla misura in esame abbia finalità culturale ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera d), occorre verificare che la misura sia articolata in modo da realizzare tale obiettivo, in particolare che sia uno strumento adeguato, che abbia un sufficiente effetto incentivante e che sia proporzionale. Nella fase attuale la Commissione ritiene che le autorità francesi non abbiano fornito informazioni idonee a stabilire che la misura ha un sufficiente effetto incentivante. In merito alla proporzionalità, la Commissione rileva che il credito d'imposta è pari al 20 % delle spese, tasso ragionevole a condizione che i costi ammissibili siano definiti esattamente e che vengano considerati solo i costi di produzione realmente sostenuti.

Le altre spese di funzionamento (escluse le spese di personale e le dotazioni per gli ammortamenti delle immobilizzazioni) sono quantificate forfettariamente nella misura del 75 % delle spese di personale. La Commissione dubita che tali modalità di calcolo delle altre spese di funzionamento consentano di stabilire i costi realmente sostenuti dalle imprese ammissibili per la creazione dei videogiochi e quindi che siano conformi alle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato.

Infine, per essere compatibile, la misura notificata deve incidere in modo limitato sulle condizioni della concorrenza e degli scambi, affinché il bilancio complessivo dell'aiuto sia positivo. Riducendo i costi di produzione delle imprese del settore stabilite in Francia, il credito d'imposta in questione può rafforzare la loro posizione rispetto ai concorrenti europei, in particolare nel Regno Unito e in Germania. Le autorità francesi non hanno fornito alcuna precisazione sull'incidenza della misura sulla concorrenza intracomunitaria.

Per i motivi sopra esposti, nella fase attuale la Commissione dubita che la misura notificata sia compatibile con il mercato comune ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera d), del trattato CE. Peraltro, la Commissione dubita che la misura possa essere compatibile a norma di altre disposizioni del trattato o del diritto derivato.

Conformemente all'articolo 14 del regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio, ogni aiuto illegale può essere oggetto di recupero presso il beneficiario.

TESTO DELLA LETTERA

«Par la présente, la Commission a l'honneur d'informer la France qu'après avoir examiné les informations fournies par vos autorités sur la réforme citée en objet, elle a décidé d'ouvrir la procédure prévue à l'article 88, paragraphe 2, du traité CE.

1.   PROCÉDURE

1.

Le 20 décembre 2005, les autorités françaises ont notifié la présente mesure d'aide.

2.

Par lettre datée du 25 janvier 2006, la Commission a demandé des informations supplémentaires, qui ont été fournies par courrier daté du 15 février 2006.

3.

Le 3 mai 2006, une réunion a eu lieu entre les services de la Commission et les autorités françaises. À la suite de cette réunion, les autorités françaises ont apporté des changements à cette mesure, dont elles ont informé la Commission par lettre en date du 12 juin 2006.

4.

Sur la base de ces changements, la Commission a demandé des informations supplémentaires par lettre datée du 1er août 2006, à laquelle les autorités françaises ont répondu, après une demande d'extension de délai, par courrier daté du 18 septembre 2006.

2.   DESCRIPTION DE LA MESURE

2.1.   Contexte de la mesure

5.

D'après les autorités françaises, la France est historiquement un pays de création de jeux vidéo. Actuellement trois sociétés françaises figurent au rang des tout premiers éditeurs mondiaux: Ubisoft, Atari et Vivendi Universal Games. Outre ces trois éditeurs, près d'une soixantaine de studios de développement indépendants, généralement de taille petite (5-10 personnes) à moyenne (50-60 personnes) participent en France à la création de jeux sur le territoire.

6.

Les autorités françaises soulignent par ailleurs que le jeu vidéo s'est affirmé comme “un mode créatif d'expression capable de véhiculer des valeurs sociales, culturelles voire artistiques”. Cela serait particulièrement vrai en France. Selon les autorités françaises, il y a en effet une tradition et un savoir-faire français du jeu vidéo, qui sont tournés vers la création originale et où le graphisme et la jouabilité (“gameplay”) s'inspirent tout à la fois du cinéma et de la bande dessinée. Le jeu vidéo français se distingue aussi par l'importance des jeux à contenu directement culturel ou ludo-éducatif.

7.

Or, selon les autorités françaises, l'environnement économique mondial menace les conditions de la création du jeu vidéo en France. La première raison serait d'ordre technologique: la particularité du jeu vidéo est d'être soumise à un cycle technologique court, marqué par le renouvellement tous les cinq ou six ans des consoles de jeu. L'introduction de nouvelles technologies rend chaque cycle de production plus coûteux et plus complexe puisqu'il faut à chaque fois réinventer la chaîne de production. Le dernier changement de consoles au début des années 2000 a ainsi abouti à des budgets de développement des nouveaux produits très supérieurs à ceux de la génération précédente. Or un nouveau cycle industriel est en court, avec les mêmes conséquences économiques pour les producteurs de jeux vidéos.

8.

En outre, si les éditeurs français de jeux vidéo sont parmi les premiers au rang mondial, les studios européens et notamment français quant à eux souffrent, selon les autorités françaises, d'un manque de compétitivité par rapport aux autres pays, notamment le Canada Ainsi, pour un même projet, l'écart de coût de développement peut atteindre 33 % entre la France et les États-Unis et 90 % par rapport au Canada. En effet, le Québec a mis en place un crédit d'impôt sur les dépenses de jeux vidéo (37,5 % sur les dépenses de production éligibles), dont semble bénéficier d'ailleurs Ubisoft, qui a installé une filiale dans ce pays.

9.

La concomitance de ces facteurs aurait ainsi provoqué un effondrement du tissu productif français, dont les effectifs seraient en baisse de 50 % depuis 2000. Ainsi une vingtaine de sociétés françaises ont cessé leurs activités entre 2001 et 2004. Cette situation mettrait en péril le secteur de la création de jeux vidéo européenne et française dont la dimension culturelle est essentielle, selon les autorités françaises. Face à ces difficultés, les autorités françaises proposent de mettre en place un mécanisme de soutien à la création de jeux vidéo ayant une dimension culturelle.

2.2.   Modalités de la mesure

10.

La base juridique de la mesure est un projet d'article de loi instaurant un crédit d'impôt pour dépenses dans la création de jeux vidéo, à insérer dans la loi de finances pour 2006.

a)   Entreprises et jeux vidéo éligibles

11.

Les entreprises éligibles sont celles qui produisent les jeux vidéos, à savoir les studios de développement, indépendants ou filiales d'éditeurs.

12.

Les jeux éligibles sont définis comme les logiciels de loisir mis à la disposition du public sur support physique ou en ligne et intégrant des éléments de création artistique et technologique. Ceci recouvre non seulement le jeu vidéo pour PC ou console, mais aussi le jeu mobile, le jeu en ligne multi-joueurs ou non, le logiciel éducatif ou ludo-éducatif et le CD-Rom culturel si il intègre une interactivité et une créativité suffisante. Un montant minimum de 150 000 EUR de coûts de développement a été fixé pour exclure les jeux qui n'ont pas vocation à une commercialisation significative. De plus, pour être admis au bénéfice du crédit d'impôt, les jeux vidéo devront remplir un certain nombre de critères.

13.

Le premier critère sera négatif: seront exclus du bénéfice du crédit d'impôt les jeux vidéo comportant des séquences à caractère pornographique ou de très grande violence.

14.

Les jeux vidéo éligibles devront par ailleurs avoir une dimension culturelle. Pour ce faire, les jeux vidéo devront satisfaire l'un de deux critères suivants:

a)

Soit ils développent une adaptation d'une œuvre pré-existante du patrimoine culturel européen à partir d'un scénario écrit en français.

b)

Soit ils développent un concept original. Ce critère a été ultérieurement précisé par les autorités françaises: les jeux vidéo sont éligibles sur la base du second critère culturel si ils remplissent “un critère de qualité et d'originalité du concept et de contribution à l'expression de la diversité culturelle et de la création européennes en matière de jeu vidéo”. L'appréciation de ce critère comprendra “l'examen de la qualité et de l'originalité du contenu, du scénario, de la jouabilité, de la navigation, de l'interactivité et des composantes visuelles, sonores et graphiques”.

15.

S'ajoutera enfin un critère “culturel” européen: un barème de points répartis par catégories et affectés par postes en fonction de la qualité de ressortissant d'un État membre de l'Union européenne déterminera le caractère européen des jeux vidéo et donc leur admissibilité au bénéfice du crédit d'impôt. Sont pris en compte pour le barème non seulement les collaborateurs directement engagés par le producteur de jeu, mais aussi ceux rattachés aux éventuelles entreprises sous-traitantes chargées des opérations de fabrication. Le calcul de ce barème est aussi fait indépendamment de la localisation des dépenses: ainsi les dépenses effectuées auprès d'entreprises sous-traitantes établies en Europe seront éligibles.

b)   Dépenses éligibles

16.

Les dépenses éligibles sont définies de façon à correspondre aux dépenses de conception et de création. En sont notamment exclues les dépenses de débogage et de tests avals. Elles recouvrent par contre:

a)

les charges de personnel (rémunération et charges sociales) afférentes:

au réalisateur, à l'adjoint du réalisateur, au directeur artistique, au directeur technique;

aux personnes chargées du scénario et des dialogues, du design et de la conception des niveaux de jeu;

aux personnes chargées de la programmation;

aux personnes chargées du graphisme et de l'animation;

aux personnes chargées de l'environnement sonore.

b)

Les dotations aux amortissements des immobilisations, autres que les immeubles, affectées directement à la création de jeux vidéo agréés;

c)

Les autres dépenses de fonctionnement, établies de façon forfaitaire à 75 % des dépenses de personnel.

17.

Les subventions publiques perçues par les entreprises à raison de dépenses ouvrant droit au crédit d'impôt viendront en diminution de la base de calcul du crédit d'impôt.

c)   Mécanisme d'application du crédit d'impôt

18.

C'est à l'assiette de dépenses ainsi définies qu'est appliqué le taux de crédit d'impôt. Le taux du crédit d'impôt est de 20 % de l'assiette des dépenses éligibles.

19.

Les autorités françaises se proposent par ailleurs d'instituer un plafond par entreprise dans un souci de maîtriser le coût fiscal de la mesure. Dans l'état actuel du projet, les autorités françaises se proposent de fixer ce plafond à 3 millions EUR. Le budget annuel prévisionnel pour ce dispositif est chiffré entre 30 millions EUR et 60 millions EUR.

20.

Un mécanisme d'agrément est par ailleurs mis en place afin de vérifier les critères de sélection des jeux vidéo. Cette évaluation sera effectuée par un comité d'experts composé de représentants des administrations françaises et de personnalités qualifiées, qui n'appartiendront pas forcément au monde du jeu vidéo, mais qui pourront aussi représenter d'autres disciplines culturelles. Ce groupe d'experts vérifiera l'éligibilité de l'entreprise, du jeu, la nature des dépenses, et le respect des critères culturels énumérés ci-dessus. Ce comité émettra un avis sur la base duquel le Ministère de la Culture et de la Communication émettra son agrément.

21.

Les modalités de versement sont les suivantes: le crédit d'impôt est imputé sur l'impôt sur les sociétés dû au titre du premier exercice clos à compter de la date d'agrément provisoire qui est donné au démarrage du projet, puis sur l'impôt sur les sociétés dû au titre de chaque exercice au cours desquelles les dépenses éligibles ont été engagées. L'agrément définitif est délivré lors de la livraison à l'éditeur. Si l'agrément définitif n'est pas délivré dans un délai de 24 mois à compter de la date de délivrance de l'agrément provisoire, l'entreprise doit reverser le crédit d'impôt qu'elle a utilisé. Enfin, lorsque le montant de la réduction d'impôt au titre d'un exercice excède le montant de l'impôt dû, l'excédent est restitué à l'entreprise.

22.

Le dispositif est initialement prévu pour durer jusqu'au 31 décembre 2008.

3.   ÉVALUATION DE LA MESURE

3.1.   Qualification des mesures

23.

L'article 87 paragraphe 1 du traité CE dispose: “Sauf dérogations prévues par ledit traité, sont incompatibles avec le marché commun, dans la mesure où elles affectent les échanges entre États membres, les aides accordées par les États ou au moyen de ressources d'État sous quelque forme que ce soit qui faussent ou qui menacent de fausser la concurrence en favorisant certaines entreprises ou certaines productions”.

24.

La mesure visée par la présente décision consiste en un crédit d'impôt qui vient en déduction de l'impôt sur les sociétés normalement dû par les bénéficiaires. Le caractère de ressource étatique de cette mesure ne fait donc aucun doute.

25.

Cette mesure vise à réduire les coûts de production des entreprises bénéficiaires et constitue clairement un avantage qui est par ailleurs sélectif dans la mesure où seul le secteur de production de jeux vidéo peut en bénéficier. Cette mesure constitue donc un avantage sélectif susceptible de créer une distorsion de concurrence au sens de l'Article 87(1) CE.

26.

Par ailleurs, selon les informations sur les parts de marchés fournies par les autorités françaises, et qui ne sont disponibles que pour les éditeurs de jeux vidéo, les trois grands éditeurs français de jeux vidéo, à savoir Ubisoft, Atari et VUGames représentaient respectivement 6,4 %, 3,5 % et 4,4 % des parts de marchés des éditeurs de jeux vidéo en 2005 dans l'ensemble formé par le Royaume-Uni, l'Allemagne, la France, l'Espagne et l'Italie. Les studios établis en France, à qui la mesure est destinée, ne représentent qu'une proportion limitée du chiffre d'affaire de ces éditeurs (25 % pour Ubisoft, 10 % pour Atari et 2 % pour VUGames). Ils n'en représentent donc pas moins une proportion non négligeable de la part de marché de ces éditeurs dans les cinq pays européens mentionnés ci-dessus. À l'évidence, le marché des jeux vidéo n'est donc pas un marché national. L'on peut donc considérer que le crédit d'impôt est susceptible d'affecter les échanges entre États Membres.

27.

Eu égard à ces considérations, il convient de conclure que ces financements constituent des aides d'État au sens du traité.

3.2.   Compatibilité des mesures

3.2.1.   Position des autorités françaises

28.

Les autorités françaises considèrent que la dérogation visée à l'article 87 paragraphe 3 d) du traité CE s'applique à la mesure notifiée. Cet article précise que peuvent être considérées comme compatibles avec le marché commun les aides destinées à promouvoir la culture et la conservation du patrimoine, quand elles n'altèrent pas les conditions des échanges et de la concurrence dans la Communauté dans une mesure contraire à l'intérêt commun. Pour établir que les jeux vidéo éligibles au bénéfice de ce crédit d'impôt constituent des objets culturels au sens de l'article 87 paragraphe 3 d) du traité CE, les autorités françaises avancent les arguments suivants:

a)

Ces jeux vidéo sont conçus sur la base d'un scénario en langue française, ce qui est un véhicule des modes de pensée associés à l'usage de cette langue.

b)

Les jeux vidéo sont une création artistique et technologique. La part des dépenses artistiques devient en effet majoritaire dans la conception du jeu, au détriment des dépenses de programmation qui ne représentent plus qu'un tiers des coûts d'un projet. En effet, une grande partie de ces dépenses porte sur la substance du jeu, à savoir la qualité de l'interaction, autrement dit la jouabilité (“gameplay”). Cet élément essentiel relève de la dimension culturelle, à savoir le talent artistique.

c)

La dimension culturelle des jeux vidéo transparaît aussi dans les relations complémentaires que ce média a tissées avec le cinéma et qui se manifestent à travers l'utilisation de certaines techniques cinématographiques dans les jeux vidéo (telles que les techniques d'animation), à travers le fait qu'un nombre croissant de jeux vidéo s'inspirent du cinéma et que les jeux vidéos reprennent les modes de narration utilisés au cinéma.

d)

Cette dimension culturelle du jeu vidéo explique par ailleurs la réflexion actuellement en cours en France autour du statut des auteurs dans le jeu vidéo, réflexion qui va dans le sens de la protection des droits de propriété artistique de certains fonctions créatives telles que la réalisation du scénario interactif, la conception graphique et la création de la composition musicale originale.

e)

Les autorités françaises soutiennent que la Commission a soutenu cette industrie à travers le programme MEDIA.

f)

En outre, le caractère culturel des jeux vidéo éligibles serait garanti par les critères de sélection décrits au point 14.

29.

De plus, les autorités françaises soutiennent par ailleurs que, conformément à la Communication de la Commission sur l'application des règles relatives aux aides d'État aux mesures relevant de la fiscalité directe des entreprises de 1998, ce crédit d'impôt respecte les principes de légalité générale et notamment les principes du Traité interdisant toute discrimination en fonction de la nationalité et assurant la liberté d'établissement, la libre circulation des marchandises et la libre prestation des services. À ce titre, les autorités françaises soulignent qu'aucune discrimination n'est faite entre collaborateurs nationaux et européens. Toutes les entreprises établies en France, quelque soit leur nationalité, peuvent aussi être bénéficiaires du dispositif.

30.

Enfin, les autorités françaises considèrent que la mesure notifiée n'altère pas les échanges dans une mesure contraire à l'intérêt commun. Tout d'abord, la mesure proposée n'est pas discriminatoire, puisqu'elle permet d'associer les talents de tous les États membres de l'Union, sans traitement différencié en fonction des nationalités. Ensuite, les autorités françaises soutiennent que l'intérêt commun réside dans l'existence et le soutien à une production culturelle de jeux vidéo. Ainsi, même si le Royaume Uni et l'Allemagne ont aussi une industrie du jeux vidéo, la concurrence est aujourd'hui essentiellement extra-communautaire et provient des États-Unis, du Canada, de la Corée du Sud et du Japon. Ainsi, l'impact de la mesure devrait s'apprécier au regard de cette concurrence extra-communautaire.

3.2.2.   Position de la Commission

31.

En premier lieu, et en application du principe établi par la Cour dans l'arrêt Matra (1), la Commission doit s'assurer que les conditions d'accès au crédit d'impôt ne contiennent pas de clauses contraires aux dispositions du traité CE dans des domaines autres que les aides d'État, et notamment qu'elles ne comprennent aucune discrimination en raison de la nationalité.

32.

Sur ce point, il convient de noter que la mesure ne paraît contenir aucune restriction quant à la nationalité des personnels employés. Par contre, seules les dotations aux amortissements et les charges de personnels salariés de l'entreprise bénéficiaire du crédit d'impôt semblent être pris en compte dans les coûts éligibles. Il n'apparaît pas clairement si et comment sont pris en compte dans les coûts éligibles les coûts d'entreprises sous-traitantes, qui peuvent être situées dans d'autres États Membres. La Commission ne peut donc à ce stade conclure que la mesure n'introduit aucune discrimination sur la base de la localisation des coûts.

33.

Du plus, le fait que les studios de production de jeux vidéo éligibles doivent être établis en France est, compte tenu des règles françaises d'imposition, inhérent à la condition de l'assujettissement en France aux fins de l'impôt sur les sociétés et serait donc justifié par la nature fiscale de la mesure d'aide qui est un crédit d'impôt. Il reste néanmoins à vérifier que les établissements stables français d'entreprises européennes pourraient elles aussi bénéficier du crédit d'impôt quelque soit leur forme juridique.

34.

En conclusion, à ce stade, la Commission ne peut conclure que la mesure d'aide ne comporte aucune infraction aux autres dispositions du Traité CE.

35.

Concernant ensuite la question de la compatibilité de la mesure avec le marché commun sur la base de l'article 87 paragraphe 3 d), la Commission souhaite rappeler à titre préliminaire que cette dérogation doit, comme toute dérogation à la règle générale énoncée à l'article 87 paragraphe 1, être interprétée de façon restrictive.

36.

Afin d'être compatible sur la base de cet article, une mesure d'aide doit remplir un objectif de promotion de la culture de façon proportionnelle et nécessaire. Elle doit en particulier être évaluée sur la base des questions suivantes:

1.

La mesure vise-t-elle à un réel objectif de promotion de la culture?

2.

Est-elle conçue de façon à remplir cet objectif culturel? En particulier:

a)

Est-elle un instrument approprié ou existent-ils d'autres instruments mieux appropriés?

b)

A-t-elle un effet incitatif suffisant?

c)

Est-elle proportionnelle? Est-ce que le même résultat ne pourrait être obtenu avec moins d'aide?

3.

Est-ce que les distorsions de concurrence et les effets sur le commerce sont limités, de telle manière que le bilan global de l'aide est positif?

1)   Existence d'un objectif culturel

37.

Les jeux vidéo sont des produits audiovisuels pour lesquels il existe un marché international en pleine expansion, avec une forte concurrence internationale, ainsi que potentiellement des marchés plus locaux.

38.

La production de jeux vidéo fait certes appel à des talents créatifs mais cela ne signifie pas nécessairement que ce sont des produits culturels au sens de l'article 87 paragraphe 3 d). Certains éléments de créativité interviennent en effet dans la production de nombreux produits qui ne sauraient à l'évidence rentrer dans le champ d'application de cet article (e.g.: design d'automobiles).

39.

Toutefois, la Commission a eu l'occasion de déclarer compatibles sur la base de l'article 87 paragraphe 3 d) du traité CE des mesures de soutien à la création de certains produits audiovisuels sélectionnés sur la base de critères précis visant à identifier ceux qui ont un contenu culturel. Ainsi, dans sa décision du 16 mai 2006 dans le cas no N45/2006 Crédit d'impôt en faveur de la production phonographique, la Commission a conclu que le soutien à la création d'œuvres musicales remplissant certains critères visait à promouvoir la culture. De la même manière, à ce stade, la Commission n'exclut pas que certains jeux vidéo puissent constituer des produits culturels au sens de l'article 87 paragraphe 3 d) du Traité CE. Leur caractère culturel dépendrait de leur contenu et donc en premier lieu des critères de sélection des jeux éligibles utilisés par les autorités françaises.

40.

Le premier critère culturel proposé par les autorités françaises pour sélectionner les jeux vidéo éligibles est que ces jeux constituent une adaptation d'une œuvre pré-existante du patrimoine culturel européen à partir d'un scénario écrit en français. Or certains des exemples fournis par les autorités françaises de jeux vidéo qui rempliraient ce critère semblent indiquer que ce dernier pourrait être appliqué d'une façon très large, qui ne fournirait pas toutes les garanties nécessaires pour assurer que les jeux vidéo sélectionnés constituent effectivement une adaptation d'une œuvre pré-existante du patrimoine culturel européen. Ainsi, parmi les exemples cités, figure le jeu vidéo “Caméra Café: Le Jeu”, basé sur un programme télévisuel français dont l'appartenance au patrimoine culturel européen n'apparaît pas clairement à ce stade. Le concept de patrimoine culturel européen devrait donc être précisé.

41.

Les jeux vidéo sont aussi éligibles s'ils remplissent “un critère de qualité et d'originalité du concept et de contribution à l'expression de la diversité culturelle et de la création européennes en matière de jeu vidéo”. L'appréciation de ce deuxième critère culturel inclut “l'examen de la qualité et de l'originalité du contenu, du scénario, de la jouabilité, de la navigation, de l'interactivité et des composantes visuelles, sonores et graphiques”. Le contenu de ce critère est lui aussi sujet à une interprétation potentiellement large. Il n'est ainsi pas exclu que, sur la base de ce critère, soient éligibles des jeux de simulation, ou des jeux sportifs, par exemple basés sur les courses automobiles, dont le contenu culturel n'apparaît pas clairement à ce stade. Ainsi, ce critère de “qualité et d'originalité du concept” pourrait être utilisé plutôt pour sélectionner de bons jeux vidéo, en termes de divertissement ou d'animation, que des jeux vidéo en effet culturels.

42.

Une évaluation, par exemple basée sur la production des dernières années, du pourcentage de jeux vidéo qui seraient éligibles sur la base de ces deux critères permettrait aussi de mieux évaluer leur caractère sélectif. Ainsi, par exemple, si la mesure aboutissait à soutenir la production d'une large proportion de jeux vidéo, il pourrait alors apparaître qu'elle est détournée de son objectif avoué de promotion de la culture, et qu'elle pourrait alors avoir plus un objectif industriel de soutien à un secteur subissant une forte concurrence internationale et une phase de mutation technologique.

43.

Il conviendrait enfin d'expliciter le critère qui vise à exclure du bénéfice du crédit d'impôt les jeux de “très grande violence”.

44.

Pour les raisons décrites ci-dessus, à ce stade, la Commission a des doutes que les critères proposés par les autorités françaises permettent d'identifier uniquement des jeux vidéo qui sont en effet des produits culturels et que la mesure a donc réellement pour seul objectif la promotion de la culture au sens de l'article 87 paragraphe 3 d) du traité CE.

2)   Est-ce que la mesure est conçue de façon à remplir cet objectif culturel?

45.

À supposer que la promotion de la production des jeux vidéo tels que définis sur la base de cette mesure d'aide soit un objectif culturel au sens de l'article 87 paragraphe 3 d), il convient de s'assurer que la mesure est conçue de façon à remplir cet objectif.

46.

Dans un contexte où les producteurs de jeux vidéo doivent faire face à des coûts croissants, un crédit d'impôt assis sur les coûts de production de ces jeux vidéo peut être vu comme un instrument approprié pour encourager la production de ces jeux. Les autorités françaises n'ont toutefois par fourni d'informations démontrant qu'aucun autre instrument ne permettrait d'aboutir au même objectif.

47.

Les autorités françaises n'ont pas non plus fourni d'éléments visant à prouver que la mesure a un effet incitatif suffisant et notamment qu'elle est nécessaire pour la production de jeux vidéo ayant un caractère culturel.

48.

Enfin, la mesure doit être proportionnelle. Il convient en particulier de s'assurer que le même résultat ne pourrait être obtenu avec moins d'aide. À ce titre, la Commission note que le taux du crédit d'impôt est de 20 % des dépenses éligibles, ce qui semble à première vue et à ce stade raisonnable et en ligne avec les taux déjà acceptés par la Commission dans les cas similaires de promotion de produits culturels (2). Il convient néanmoins de s'assurer que les coûts éligibles sont correctement définis et que seuls les coûts de production réellement supportés sont pris en compte.

49.

Or, les “autres dépenses de fonctionnement” (hors charges de personnel et dotations aux amortissements des immobilisations) sont établies forfaitairement à 75 % des dépenses de personnel. La Commission doute que ce calcul des “autres dépenses de fonctionnement” permette de déterminer les coûts réellement supportés pour la création des jeux vidéo par les entreprises éligibles et soit donc conforme aux règles communautaires en matière d'aide d'État. Les autorités françaises ont expliqué qu'elles ont retenu ce mode de calcul des coûts éligibles par analogie avec le dispositif français du crédit d'impôt recherche. Selon les autorités françaises, la Commission a eu connaissance de cette mesure et elle n'aurait pas émis d'objection sur ce mode de calcul.

50.

Or il s'avère que le crédit d'impôt recherche est une mesure générale. La Commission n'a donc pas eu par conséquent à se prononcer sur ses modalités d'application et en particulier sur la conformité de ce mode de calcul des coûts éligibles au regard des règles communautaires en matière d'aide d'État.

51.

À ce stade, la Commission a des doutes quant à la conformité du calcul des coûts éligibles avec les règles communautaires en matière d'aides d'État.

3)   Est-ce que les distorsions de concurrence et les effets sur le commerce sont limités, de telle manière que le bilan global de l'aide est positif?

52.

Si les principaux concurrents dans le domaine des jeux vidéo proviennent d'Amérique du Nord et d'Asie, il existe aussi des producteurs de jeux vidéo dans le autres États membres et en particulier au Royaume Uni et en Allemagne. Ainsi le Royaume-Uni compte environ 160 studios indépendants, et un éditeur national, SCi Games. Quant à l'Allemagne, elle compte une cinquantaine de studios indépendants.

53.

Ainsi, en réduisant les coûts de production des entreprises de ce secteur établies en France, ce crédit d'impôt est susceptible de renforcer leur position par rapport à leurs concurrents européens. Les autorités françaises n'ont fourni aucune information précise sur l'impact de cette mesure sur la concurrence intra-communautaire.

54.

À ce stade, la Commission doute donc que les distorsions de concurrence et les effets sur le commerce de la mesure sont suffisamment limités de telle manière que le bilan global de l'aide est positif.

Conclusion

55.

Pour l'ensemble de ces raisons, à ce stade, la Commission a des doutes que la mesure notifiée soit compatible avec le marché commun sur la base de l'article 87 paragraphe 3 d) du traité CE. La Commission a par ailleurs des doutes que la mesure puisse être compatible sur la base d'autres dispositions. L'article 87 paragraphe 2 n'est clairement pas applicable. L'article 87 paragraphe 3 a) concerne les aides pour les régions assistées, or la présente mesure n'est pas limitée à ces régions. Elle ne constitue pas non plus une projet important d'intérêt européen au sens de l'article 87 paragraphe b). Selon l'article 87 paragraphe 3 c), les aides qui visent à faciliter le développement de certaines activités ou de certaines régions peuvent être compatibles avec le marché commun lorsqu'elle n'altèrent pas les conditions des échanges dans une mesure contraire à l'intérêt commun. Les autorités françaises n'ont pas avancé d'arguments permettant de conclure que la mesure notifiée vise au développement de certaines activités au sens de l'article 87 paragraphe 3 c). La Commission note toutefois qu'il n'est pas exclu que cette mesure, qui concerne le développement de nouveaux produits, puisse dans une certaine mesure tomber dans le champ d'application de l'encadrement communautaire des aides d'État à la recherche et au développement (3). Les autorités françaises n'ont toutefois pas fourni les informations nécessaires permettant de vérifier l'éventuelle conformité de la mesure notifiée avec cet encadrement.

56.

En conséquence, la Commission requiert l'avis de la France et des parties intéressées sur la mesure notifiée.

4.   CONCLUSION

Compte tenu des considérations qui précèdent, la Commission a des doutes à ce stade que la mesure en cause soit compatible avec le marché commun. Par conséquent, conformément à l'article 6 du règlement (CE) no 659/1999 du Conseil du 22 mars 1999 portant modalités d'application de l'article 93 du traité CE, la Commission invite la France, dans le cadre de la procédure prévue à l'article 88, paragraphe 2, du traité CE, à présenter ses observations et à fournir toute information utile pour l'évaluation des mesures dans un délai d'un mois à compter de la date de réception de la présente.

La Commission rappelle à la France l'effet suspensif de l'article 88, paragraphe 3, du traité CE et se réfère à l'article 14 du règlement (CE) no 659/1999 du Conseil qui prévoit que toute aide illégale pourra faire l'objet d'une récupération auprès de son bénéficiaire.

Par la présente, la Commission avise la France qu'elle informera les intéressés par la publication de la présente lettre et d'un résumé de celle-ci au Journal officiel de l'Union européenne. Elle informera également les intéressés dans les pays de l'AELE signataires de l'accord EEE par la publication d'une communication dans le supplément EEE du Journal officiel, ainsi que l'autorité de surveillance de l'AELE en leur envoyant une copie de la présente.»


(1)  Matra v. Commission (Aff. C-225/91), Rec. 1993, I -3203.

(2)  Voir par exemple décision de la Commission du 16 mai 2006 dans le cas no N45/2006 crédit d'impôt en faveur de la production phonographique.

(3)  JO C 45 du 17.2.1996, p. 5.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/27


AIUTO DI STATO — SVEZIA

Aiuto di Stato C 46/2006 (ex N 347/2006) — Esenzione dall'imposta sulle emissioni di CO2 in relazione al consumo di combustibile negli impianti soggetti al sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE

Invito a presentare osservazioni a norma dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2006/C 297/08)

Con lettera dell'8 novembre 2006, riprodotta nella lingua facente fede dopo la presente sintesi, la Commissione ha comunicato alla Svezia la propria decisione di avviare il procedimento di cui all'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE in relazione all'aiuto in oggetto.

La Commissione invita gli interessati a presentare osservazioni in merito all'aiuto riguardo al quale viene avviato il procedimento entro un mese dalla data di pubblicazione della presente sintesi e della lettera che segue, inviandole al seguente indirizzo:

Commissione europea

Direzione generale Concorrenza

Protocollo aiuti di Stato

Rue de la Loi/Wetstraat, 200

B-1049 Bruxelles

Numero di fax: (32-2) 296 12 42

Dette osservazioni saranno comunicate alla Svezia. Su richiesta scritta e motivata degli autori delle osservazioni, la loro identità non sarà rivelata.

SINTESI

1.   DESCRIZIONE

Nella direttiva sulla tassazione dell'energia (2003/96/CE) sono stabiliti i livelli minimi comunitari di tassazione per il consumo di prodotti energetici e di elettricità. In Svezia, due imposte sono incluse nei livelli minimi di tassazione previsti dalla direttiva: un'imposta sull'energia e una sul biossido di carbonio. Si applicano diversi livelli di tassazione su scala nazionale: un livello più alto per i nuclei familiari e le società del settore dei servizi e per il teleriscaldamento (il 100 % dell'imposta sull'energia e il 100 % dell'imposta sul biossido di carbonio) e uno più basso per il combustibile utilizzato nel processo di fabbricazione nelle attività industriali e per la produzione di calore negli impianti di cogenerazione (lo 0 % dell'imposta sull'energia e il 21 % dell'imposta sul biossido di carbonio). Un'ulteriore riduzione fiscale è concessa per le imprese produttrici ad elevato consumo di energia, se il valore del combustibile fossile che esse utilizzano nella produzione supera lo 0,8 % del valore delle vendite dei beni prodotti. Le riduzioni fiscali per il combustibile utilizzato dall'industria manifatturiera e per quello utilizzato negli impianti di cogenerazione sono state precedentemente approvate in quanto aiuti di Stato. Conformemente alla direttiva 2003/87/CE, il sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE («sistema UE ETS») è entrato in vigore il 1o gennaio 2005. La direttiva riguarda alcune attività energetiche e produzioni industriali, e impone agli operatori di impianti soggetti al sistema UE ETS («impianti ETS») di restituire diritti di emissione per le loro emissioni di gas a effetto serra. I diritti sono concessi gratuitamente all'operatore all'inizio di ogni periodo di scambio, oppure acquistati dall'operatore all'asta e/o sul mercato. Nel primo periodo di scambio, che è iniziato nel gennaio 2005 e finirà nel dicembre 2007, la Svezia ha scelto di concedere gratuitamente tutti i diritti di emissione.

La misura notificata consiste in sgravi fiscali per il combustibile utilizzato in impianti ETS. Si propone di accordare a vari tipi di impianti ETS nei settori manifatturiero ed energetico i seguenti livelli di sgravio fiscale:

il combustibile utilizzato nel processo manifatturiero in attività industriali e quello utilizzato per la produzione di calore in alcuni impianti di cogenerazione ultraefficienti sarebbero totalmente esenti dalle imposte sul biossido di carbonio e sull'energia;

il combustibile utilizzato in altri impianti di cogenerazione sarebbe completamente esente dall'imposta sull'energia e sarebbe soggetto al 7 % dell'imposta sul biossido di carbonio;

il combustibile utilizzato in altri impianti soggetti al sistema UE ETS, ossia negli impianti di produzione di calore, rimarrebbe interamente soggetto all'imposta sull'energia e pagherebbe l'86 % dell'imposta sul biossido di carbonio.

In seguito alla misura notificata, nella prima delle tre categorie elencate i combustibili non sarebbero soggetti ad alcuna imposta sull'energia ai sensi della direttiva sulla tassazione dell'energia. La tassazione dei combustibili utilizzati per la produzione di calore in impianti di cogenerazione non ultraefficienti e di quelli utilizzati negli impianti di teleriscaldamento dovrebbe comunque essere conforme ai livelli minimi stabiliti dalla direttiva sulla tassazione dell'energia.

L'obiettivo della misura notificata è evitare la doppia regolamentazione che, secondo le autorità svedesi, si è creata a causa dell'introduzione del sistema UE ETS. La Svezia intende in tal modo contribuire a rendere la politica sul clima efficace in termini economici nell'intera UE. Il principio generale della politica svedese in materia di clima consiste nel regolamentare la riduzione delle emissioni di CO2 da parte degli impianti ETS soltanto mediante il sistema UE ETS, abolendo progressivamente l'imposta sul biossido di carbonio. La misura notificata costituisce il primo passo per tale abolizione: le restanti esenzioni dall'imposta sul biossido di carbonio per il combustibile utilizzato in impianti ETS saranno applicate gradualmente, quando il bilancio statale lo autorizzerà. I beneficiari del regime sono le imprese, di qualunque dimensione e in qualunque regione, che possiedono attività in impianti ETS. Si calcola un numero di beneficiari compreso tra 101 e 500. Il bilancio previsto è di 358 milioni di SEK (circa 38 milioni di EUR) all'anno e 2 258 milioni di SEK (circa 239 milioni di EUR) in tutto. Il regime notificato dovrebbe essere in vigore dal 1o gennaio 2007 al 31 dicembre 2011.

2.   VALUTAZIONE PRELIMINARE E DUBBI DELLA COMMISSIONE

2.1   Presenza di aiuto ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 1, del trattato CE

Lo sgravio fiscale notificato rappresenta un vantaggio economico per i beneficiari, in quanto li solleva da costi normalmente a carico dei loro bilanci operativi. Poiché alla luce della definizione della «natura o struttura generale del sistema» (1) non sembra probabile che la riduzione fiscale sia giustificata su tale base, e poiché sembrano soddisfatti i criteri di cui all'articolo 87, paragrafo 1, del trattato CE, la Commissione ritiene attualmente che la misura debba essere considerata un aiuto di Stato.

2.2   Compatibilità dell'aiuto con il mercato comune

La Commissione dubita che le esenzioni proposte dalle autorità svedesi possano essere approvate in base alla disciplina degli aiuti per la tutela dell'ambiente. Il punto 51.1, lettera b), non è applicabile, poiché l'imposta pagata dalle imprese nell'ambito del regime proposto sarebbe inferiore al minimo previsto dalla direttiva sulla tassazione dell'energia. Neppure le condizioni previste dal punto 51.1, lettera a), sembrano essere soddisfatte, poiché le imprese che beneficiano dell'aiuto non sottoscriverebbero impegni o accordi volontari.

La Commissione dubita inoltre che le esenzioni proposte possano essere approvate sulla base dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del trattato CE per quanto riguarda la presunta necessità di eliminare la doppia regolamentazione. Attualmente essa si chiede quale influenza possa avere sulla sua analisi l'esistenza di una doppia regolamentazione e se quest'ultima possa giustificare un'esenzione dall'imposta sul biossido di carbonio in base alle norme sugli aiuti di Stato. In particolare, la Commissione emette le seguenti riserve.

La direttiva sulla tassazione dell'energia e il sistema di scambio delle quote di emissione sono due strumenti distinti della normativa comunitaria. Anche se perseguono in parte lo stesso scopo, ossia internalizzare i costi esterni delle emissioni di CO2, essi hanno anche obiettivi divergenti, in particolare per quanto riguarda i livelli minimi di tassazione, il cui fine principale è il buon funzionamento del mercato interno. Comunque, per conformarsi alla direttiva sulla tassazione dell'energia gli Stati membri sono liberi di applicare varie tasse, ad esempio le imposte sull'emissione di CO2, il cui obiettivo può essere identico a quello del sistema ETS. I metodi adottati dai vari Stati membri sono diversi e soltanto in alcuni di essi le imposte comprese nei livelli minimi assumono parzialmente la forma di un'imposta sull'emissione di CO2. Laddove viene imposta una tassa sull'emissione di CO2 al fine di rispettare i livelli minimi di tassazione previsti dalla direttiva sulla tassazione dell'energia, come avviene in Svezia, un'esenzione da tale imposta rischierebbe quindi di falsare la concorrenza sul mercato interno, aumentando la differenziazione fiscale in un settore in cui è stata realizzata l'armonizzazione fiscale a livello comunitario, soprattutto per garantire un buon funzionamento del mercato interno e condizioni di parità tra i concorrenti.

La Commissione ritiene inoltre che, nel concedere aiuti di Stato nel settore dell'ambiente, si debba tener conto del principio «chi inquina paga». Esonerare tutte le imprese che partecipano al sistema UE ETS da una simile imposta sull'emissione di CO2 potrebbe non essere giustificabile, poiché esonerare società che hanno ricevuto gratuitamente quote di emissione potrebbe contraddire il principio «chi inquina paga». D'altronde, esonerare da tale imposta le imprese che devono acquistare quote supplementari per coprire il loro inquinamento eccedente rischia di essere contrario alla logica della protezione ambientale, poiché equivarrebbe ad accordare un vantaggio a coloro che non hanno realizzato investimenti e non hanno provocato minore inquinamento, o addirittura ne hanno provocato di più.

La Commissione deve inoltre valutare in quale misura la doppia regolamentazione falsi la concorrenza e se questa presunta distorsione vada in particolare a detrimento delle imprese svedesi, come le autorità svedesi sembrano sostenere. Deve altresì verificare ulteriormente se le imprese rischino davvero di sostenere costi superiori all'imposta sulle emissioni di CO2 per l'inquinamento causato laddove tali imprese devono acquistare quote e al tempo stesso pagare l'imposta per le medesime emissioni. D'altro lato, nel caso in cui le quote siano state assegnate gratuitamente e non venga percepita alcuna imposta sulle emissioni, rischia di non essere rispettato il principio «chi inquina paga». Nel valutare l'onere finanziario complessivo per le imprese che partecipano al sistema UE ETS rispetto a quelle che non partecipano, occorre tenere conto che gli Stati membri fissano l'importo totale delle quote di emissione e hanno dovuto assegnare gratuitamente alle imprese almeno il 95 % di tali quote nel primo periodo di scambio.

La Commissione sottolinea che l'obiettivo del sistema UE ETS è precisamente limitare le emissioni di CO2 offrendo alle imprese partecipanti un incentivo economico a ridurre tali emissioni, data la rigidità del massimale globale di emissioni. Per valutare se possa verificarsi una distorsione della concorrenza dovuta all'imposizione concomitante della tassa sulle emissioni di CO2, la Commissione dovrebbe analizzare in modo approfondito le conseguenze finanziarie del sistema UE ETS in Svezia. In tale contesto, la Commissione avrebbe bisogno di ulteriori informazioni sui meccanismi che potrebbero essere applicati dalle autorità svedesi per verificare l'esistenza di un onere supplementare e determinarne l'importo a livello di ogni singola impresa, e per garantire che soltanto le imprese su cui effettivamente grava, almeno parzialmente, tale onere siano esentate da esso grazie agli esoneri fiscali notificati.

La Commissione deve inoltre valutare se la proposta riduzione fiscale sia compatibile con l'articolo 17 della direttiva sulla tassazione dell'energia e invita pertanto la Svezia a completare le informazioni già fornite.

TESTO DELLA LETTERA

«Kommissionen önskar underrätta Sverige om att den, efter att ha granskat uppgifter som tillhandahållits av Era myndigheter om det ovannämnda stödet, har beslutat inleda det förfarande som anges i artikel 88.2 i EG-fördraget.

1.   FÖRFARANDE

(1)

Genom en skrivelse av den 6 juni 2006, som registrerades hos kommissionen samma dag, anmälde de svenska myndigheterna den nedan beskrivna åtgärden till kommissionen. Genom en skrivelse av den 10 juli 2006 begärde kommissionen kompletterande upplysningar. Sverige inkom med kompletterande upplysningar genom skrivelser av den 11 september 2006 och den 18 september 2006, som registrerades hos kommissionen samma dagar.

2   DETALJERAD BESKRIVNING AV ÅTGÄRDEN

2.1   Bakgrund till den anmälda stödordningen

(2)

Gemenskapens minimiskattenivåer för förbrukning av energiprodukter och elektricitet fastställs i rådets direktiv 2003/96/EG av den 27 oktober 2003 om en omstrukturering av gemenskapsramen för beskattning av energiprodukter och elektricitet (2) (nedan kallat energiskattedirektivet). I Sverige räknas två olika skatter in i minimiskattenivåerna enligt direktivet, nämligen en energiskatt och en koldioxidskatt. Olika nationella skattenivåer tillämpas, en högre nivå för hushållen och tjänste- och fjärrvärmesektorn (100 % energiskatt och 100 % koldioxidskatt) och en lägre nivå för bränsle som används i tillverkningsprocesser inom industrin och bränsle som används för värmeproduktion i kraftvärmeanläggningar (0 % energiskatt och 21 % koldioxidskatt). En extra skattenedsättning beviljas tillverkningsföretag inom energiintensiv industri om värdet på det fossila bränsle de använder inom produktionen överstiger 0,8 % av försäljningsvärdet på de varor som tillverkas. Den högsta skatten på sådant bränsle uppgår till 0,8 % av försäljningsvärdet plus 24 % av det skattebelopp som ursprungligen översteg sistnämnda belopp. Skattenedsättningarna för bränsle som används inom tillverkningsindustrin och för bränsle som används i kraftvärmeanläggningar har tidigare godkänts som statligt stöd enligt följande tabell:

Förbrukningssektor

Aktuell situation

Godkännande av statligt stöd

1.

Tillverkningsindustri

 

 

a)

Energiintensiv industri

0 % energiskatt; 21 % koldioxidskatt + extra nedsättning av koldioxidskatten enligt 0,8 %-regeln

N 588/2005 + N 595/2005; EU:s minimiskattenivåer iakttas

b)

Icke energiintensiv industri

0 % energiskatt; 21 % koldioxidskatt

N 588/2005; EU:s minimiskattenivåer iakttas

2.

Värmeproduktion i kraftvärmeanläggningar

0 % energiskatt; 21 % koldioxidskatt

N 594/2005; EU:s minimiskattenivåer iakttas

3.

Fjärrvärmeproduktion och tjänstesektorn

100 % energiskatt; 100 % koldioxidskatt

 

(3)

I enlighet med Europaparlamentets och rådets direktiv 2003/87/EG av den 13 oktober 2003 om ett system för handel med utsläppsrätter för växthusgaser inom gemenskapen och om ändring av rådets direktiv 96/91/EG (3) (nedan kallat direktivet om handel med utsläppsrätter), trädde EU:s system för handel med utsläppsrätter (nedan kallat EU:s utsläppshandelssystem) i kraft den 1 januari 2005.Direktivet om handel med utsläppsrätter omfattar vissa energiverksamheter och viss industriproduktion. I direktivet krävs att de som driver anläggningar som omfattas av EU:s utsläppshandelssystem skall överlämna utsläppsrätter för sina utsläpp av växthusgaser. Utsläppsrätterna delas ut avgiftsfritt till operatören i början av varje handelsperiod eller köps av operatören på auktion och/eller på marknaden. Under den första handelsperioden, som började löpa i januari 2005 och pågår till december 2007, var medlemsstaterna skyldiga att dela ut minst 95 % av utsläppsrätterna avgiftsfritt (4). Sverige valde att dela ut alla utsläppsrätter avgiftsfritt.

2.2   Den anmälda stödordningen

(4)

Den anmälda stödordningen består av skattelättnader för bränsle som används i anläggningar som omfattas av utsläppshandelssystemet. Det föreslås att olika typer av sådana anläggningar inom tillverkningssektorn och energisektorn skall omfattas av följande skattelättnader:

Bränsle som förbrukas i samband med tillverkningsprocesser inom industriell verksamhet och bränsle som förbrukas för värmeproduktion i vissa högeffektiva kraftvärmeanläggningar skulle helt befrias från både koldioxidskatt och energiskatt (en extra nedsättning av koldioxidskatten med 21 procentenheter jämfört med dagens situation). De svenska myndigheterna har åtagit sig att tillämpa denna fullständiga befrielse endast på företag som uppfyller villkoren för energiintensiva företag enligt artikel 17.1 a i energiskattedirektivet.

Bränsle som förbrukas i andra kraftvärmeanläggningar skulle helt befrias från energiskatt och betala 7 % av koldioxidskatten (en extra nedsättning av koldioxidskatten med 14 procentenheter jämfört med dagens situation).

Bränsle som förbrukas i andra anläggningar som omfattas av utsläppshandelssystemet, det vill säga värmeverk, skulle fortsätta betala full energiskatt och betala 86 % av koldioxidskatten (en extra nedsättning av koldioxidskatten med 14 procentenheter jämfört med dagens situation).

(5)

Den anmälda åtgärden skulle leda till en situation där bränslen i den första av de tre nämnda kategorierna inte skulle omfattas av någon energiskatt enligt energiskattedirektivet. De svenska myndigheterna har dock uppgivit att skattenivån för bränsle som används för värmeproduktion i kraftvärmeanläggningar som inte är högeffektiva och för bränslen som används i fjärrvärmeanläggningar kommer att följa minimiskattenivåerna i energiskattedirektivet, vilket illustreras i följande tabell:

Förbrukning

Tung eldningsolja, skatt/m3

Kol, skatt/1 000 kg

Naturgas, skatt/1 000 m3

Gasol, skatt/1 000 kg

SEK

euro

SEK

euro

SEK

euro

SEK

euro

Värmeproduktion i kraftvärmeanläggningar:

Energiskatt

0

0

0

0

0

0

0

0

Koldioxidskatt

184

20

160

17

138

15

193

21

Summa

184

20

160

17

138

15

193

21

Fjärrvärmeanläggningar:

Energiskatt

739

79

315

34

239

26

145

16

Koldioxidskatt

2256

242

1963

211

1690

182

2373

255

Summa

2995

321

2278

245

1929

208

2518

271

EU:s minimiskattenivå

130

14

38

4

49

5

0

0

(6)

Anmälan i detta ärende omfattar de ovan beskrivna skattelättnaderna bara i den mån lättnaderna avser bränslen som används i anläggningar som omfattas av EU:s utsläppshandelssystem, men där användningen av energiprodukter inte omfattas av första, andra och femte strecksatsen i artikel 2.4 b i energiskattedirektivet. Enligt de bestämmelserna gäller direktivet inte användningen av energiprodukter som används för andra ändamål än som motorbränslen eller som bränslen för uppvärmning, dubbel användning av energiprodukter och mineralogiska processer.

2.3   Syftet med den anmälda stödordningen

(7)

Syftet med den anmälda stödordningen är att undvika de dubbla styrmedel som enligt de svenska myndigheterna uppkommit på grund av att EU:s utsläppshandelssystem införts. De svenska myndigheterna vill således bidra till en kostnadseffektiv klimatpolitik för EU som helhet.

(8)

Det övergripande syftet med den svenska klimatpolitiken är att enbart med hjälp av EU:s utsläppshandelssystem reglera minskningen av koldioxidutsläpp från anläggningar som omfattas av utsläppshandelssystemet och att så småningom avskaffa koldioxidskatten. Den anmälda stödordningen är det första steget mot att avskaffa koldioxidskatten. Enligt planerna skall befrielsen från koldioxidskatt på resten av det bränsle som förbrukas i anläggningar som omfattas av utsläppshandelssystemet införas successivt, när statsbudgeten tillåter det.

2.4   Rättslig grund

(9)

Den rättsliga grunden för de föreslagna skattenedsättningarna är ett förslag till lag om ändring i 6 a kap. 1 § 15–17 lagen (1994:1776) om skatt på energi.

2.5   Stödmottagare

(10)

Stödmottagare är företag, av alla storlekar och i alla regioner, som bedriver verksamhet i anläggningar som omfattas av utsläppshandelssystemet. Stödmottagarna är verksamma inom följande sektorer:

 

Nace-kod

 

DA 15 – Livsmedels- och dryckesvaruframställning

 

DB 17 – Textilvarutillverkning

 

DD2 – Tillverkning av trä och varor av trä, kork, rotting o.d. utom möbler, Tillverkning av varor av halm och flätningsmaterial.

 

DE21 – Massa-, pappers- och pappersvarutillverkning.

 

DG24 – Tillverkning av kemikalier och kemiska produkter

 

DH25 – Tillverkning av gummi- och plastvaror

 

DM34.1 – Tillverkning av motorfordon

 

E – El-, gas- och vattenförsörjning

(11)

Antalet stödmottagare uppskattas till 101–500.

2.6   Budget och varaktighet

(12)

Den planerade årliga budgeten är 358 miljoner kronor (cirka 38 miljoner euro) och den totala budgeten 2 258 miljoner kronor (cirka 239 miljoner euro) (5). Den anmälda stödordningen löper från den 1 januari 2007 till den 31 december 2011.

3.   PRELIMINÄR BEDÖMNING

3.1   Förekomst av statligt stöd enligt artikel 87.1 i EG-fördraget

(13)

Selektiv nedsättning av skatter som tas ut av miljöskyddsskäl utgör i regel driftsstöd som omfattas av artikel 87 i EG-fördraget. Artikel 87 är tillämplig på stöd som ges av en medlemsstat eller med hjälp av statliga medel, av vilket slag det än är, som snedvrider eller hotar att snedvrida konkurrensen genom att gynna vissa företag eller viss produktion, i den utsträckning det påverkar handeln mellan medlemsstaterna.

(14)

Den anmälda skattelättnaden utgör en ekonomisk förmån för stödmottagarna och befriar dem från kostnader som normalt belastar deras driftsbudget. Stödordningen leder till bortfall av skatteintäkter och finansieras således med statliga medel.

(15)

Skattelättnaden gäller bara företag som omfattas av EU:s utsläppshandelssystem. De svenska myndigheterna har hävdat att det ligger i den svenska klimatförändringsstrategins natur och logik att avskaffa koldioxidskatten för anläggningar som omfattas av utsläppshandelssystemet, eftersom den logiska ekonomiska grunden för den strategin är att tillämpa ett enda marknadsbaserat styrmedel i fall där fler styrmedel inte skulle leda till någon ytterligare minskning av utsläppen. Med hänsyn till definitionen av ‚systemets art och struktur‘, som fastställts i EG-domstolens rättspraxis (6) och antagits av kommissionen i dess meddelande av den 10 december 1998 om tillämpningen av reglerna om statligt stöd på åtgärder som omfattar direkt beskattning av företag (7), tvivlar kommissionen emellertid på att skattenedsättningen skulle vara berättigad på den grunden. Kommissionen konstaterar vidare att nedsättningen inte gäller lika för alla anläggningar som omfattas av utsläppshandelssystemet, eftersom vissa av de berörda anläggningarna skulle fortsätta att betala 7 % respektive 86 % i koldioxidskatt. Kommissionen anser därför i det här skedet att stödet är selektivt.

(16)

De företag som gynnas av stödet är verksamma på marknader där det förekommer handel mellan medlemsstater. Det betyder att stödet snedvrider eller hotar att snedvrida konkurrensen på den inre marknaden. Kommissionen anser därför i det här skedet att villkoren i artikel 87.1 i fördraget är uppfyllda.

3.2   Stödets förenlighet med den gemensamma marknaden

(17)

Statligt stöd enligt definitionen i artikel 87.1 anses oförenligt med den gemensamma marknaden om det inte omfattas av något av de undantag som anges i fördraget. Ett av undantagen är artikel 87.3 c, enligt vilket stöd för att underlätta utveckling av vissa näringsverksamheter eller vissa regioner kan anses vara förenligt med den gemensamma marknaden, när det inte påverkar handeln i negativ riktning i en omfattning som strider mot det gemensamma intresset. Kommissionen har antagit gemenskapens riktlinjer för statligt stöd till skydd för miljön (8) (nedan kallade miljöstödsriktlinjerna) för att med hjälp av dem kunna bedöma om statligt stöd på miljöområdet är förenligt med den gemensamma marknaden enligt den artikeln.

3.2.1   Tillämpliga bestämmelser i miljöstödsriktlinjerna

(18)

Avsnitt E.3.2 i miljöstödsriktlinjerna innehåller regler för bedömning av om driftsstöd i form av nedsättningar eller befrielser från miljöskatter är förenligt med den gemensamma marknaden. Enligt punkt 51.1 b i miljöstödsriktlinjerna kan en nedsättning av en miljöskatt som avser en harmoniserad gemenskapsskatt vara berättigad om det belopp företaget betalar efter nedsättningen fortfarande är högre än gemenskapens harmoniserade minimibelopp.

(19)

Enligt punkt 51.1 a i miljöstödsriktlinjerna kan också befrielser från miljöskatter som underskrider gemenskapens harmoniserade miniminivåer vara berättigade, om stödmottagarna har ingått frivilliga avtal genom vilka de åtar sig att uppnå miljöskyddsmål under den period för vilken befrielserna gäller. Medlemsstaterna måste noggrant kontrollera att företagen fullgör sina åtaganden, och avtalen måste innehålla föreskrifter om vilka straff som blir följden om åtagandena inte fullgörs. Den bestämmelsen är också tillämplig när en medlemsstat förenar en skattenedsättning med villkor som har samma effekt som sådana frivilliga avtal eller åtaganden.

(20)

Punkt 51.1 i riktlinjerna är tillämplig på nya skatter men kan enligt punkt 51.2 också tillämpas på befintliga skatter, under förutsättning att skatten har en betydande positiv effekt när det gäller miljöskydd och att undantaget har blivit nödvändigt till följd av en betydande förändring av de ekonomiska betingelserna som försatte företagen i en särskilt svår konkurrenssituation.

3.2.2   Tillämpliga bestämmelser i energiskattedirektivet

(21)

Undantag från harmoniserade miljöskatter kan bara godkännas enligt miljöstödsriktlinjerna om de också är tillåtna enligt det berörda harmoniseringsdirektivet. Den åtgärd som anmälts av Sverige kan således godkännas bara i den mån den är förenlig med energiskattedirektivet, genom vilket energibeskattningen har harmoniserats.

(22)

Enligt artikel 17.2 i energiskattedirektivet kan energiintensiva företag i den mening som avses i direktivet beviljas nedsättning av energiskatt ända ner till noll procent. I artikel 17.3 i samma direktiv tillåts skattenivåer ner till 50 % av direktivets miniminivåer för företag som inte är energiintensiva. Enligt artikel 17.4 tillåts en sådan nedsättning bara om stödmottagarna har ingått avtal eller genomfört system för handel med utsläppsrätter eller likvärdiga arrangemang, som leder till att miljömål uppnås, i stort sett motsvarande vad som skulle ha uppnåtts om gemenskapens vanliga minimiskattesatser hade iakttagits.

3.2.3   Argument som anförts av de svenska myndigheterna

(23)

De svenska myndigheterna har åberopat villkoret i artikel 17.4 i energiskattedirektivet och hävdat att förenligheten med detta kan bedömas genom att marginalkostnaderna för utsläppsminskningar som härrör från minimiskattesatserna respektive utsläppshandelssystemet jämförs. Eftersom marknadspriset för en utsläppsrättighet enligt de svenska myndigheterna är cirka 10 euro per ton koldioxid och gemenskapens genomsnittliga minimiskattesatser motsvarar en koldioxidskatt på omkring 5 euro per ton koldioxid, hävdar de svenska myndigheterna att marginalkostnaden för en utsläppsminskning är högre inom utsläppshandelssystemet jämfört med minimiskattesatserna, och att utsläppsminskningen inom utsläppshandelssystemet således är större än minskningen hade varit om minimiskattesatserna hade tillämpats. De svenska myndigheterna har dessutom gjort gällande att villkoren för en skattebefrielse i enlighet med artikel 17 i energiskattedirektivet är uppfyllda.

(24)

Enligt de svenska myndigheterna omfattas en skattebefrielse för bränslen som används i anläggningar som omfattas av utsläppshandelssystemet av villkor som har samma effekt som frivilliga avtal i den mening som avses i punkt 51.1 a i miljöstödsriktlinjerna. Enligt dem är den tillämpliga bestämmelsen inriktad på miljöeffekten och föreskriver inte på något sätt att villkoren måste vara frivilliga. De svenska myndigheterna hävdar att miljövinsten av EU:s utsläppshandelssystem är känd på förhand, vilket är en fördel jämfört med att använda skattestyrmedlet, och att det saknar betydelse att miljöskyddssyftet uppnås genom ett obligatoriskt EU-system snarare än genom ett frivilligt avtal mellan ett enskilt företag och en medlemsstat.

(25)

Skulle kommissionen finna att den anmälda åtgärden inte kan godkännas med hänsyn till miljöstödsriktlinjerna, anser de svenska myndigheterna i alla händelser att den uppfyller villkoren för ett undantag enligt artikel 87.3 i EG-fördraget och därför är förenlig med den gemensamma marknaden genom direkt tillämpning av fördraget tillsammans med artikel 17 i energiskattedirektivet, eftersom den ekonomiska logiken och EU:s övergripande miljöskyddsmål talar mycket starkt för att en koldioxidskatt på bränslen som används i anläggningar som omfattas av utsläppshandelssystemet bör avskaffas. De svenska myndigheterna anser att de gällande miljöstödsriktlinjerna inte är fullt tillämpliga på åtgärder som vidtas i samband med EU:s utsläppshandelssystem, eftersom riktlinjerna antogs före direktivet om handel med utsläppsrätter. Att inte vidta åtgärder för att minimera samhällets kostnader för en gemensam tillämpning av EU:s utsläppshandelssystem och koldioxidskatten skulle enligt dem strida mot gemenskapens rättsuppfattning. Enligt de svenska myndigheterna leder de dubbla styrmedlen i form av samtidig tillämpning av beskattning och utsläppshandel till ökade kostnader både för enskilda operatörer och för samhället, och det faktum att de dubbla styrmedlen åsamkar samhället kostnader bör kunna motivera ett avskaffande av koldioxidskatten.

(26)

De svenska myndigheterna gör gällande att alla marginalskatter, till exempel en koldioxidskatt eller någon annan indirekt skatt som beräknas utifrån mängden förbrukat bränsle, snedvrider priset på utsläppsrätterna och leder till att utsläppsminskningarna sprids ineffektivt över utsläppshandelssystemet. De gör därför gällande att eventuella övervinster som härrör från en fri fördelning av utsläppsrätter bör fångas in genom en schablonskatt för att undvika en sådan snedvridning av marginalbeteendet inom utsläppshandelssystemet. Den begränsning av koldioxidutsläppen som fastställs genom utsläppshandelssystemet åsamkar kostnader för de operatörer som deltar i systemet, för det första i form av extra kostnader för att köpa nödvändiga utsläppsrätter utöver fördelade utsläppsrätter och för det andra i form av högre elpriser på grund av den begränsning som fastställts för utsläpp från elproduktion som grundar sig på fossila bränslen och det faktum att en eventuell ökning av marginalkostnaden för elproduktion också påverkar marknadspriset på elektricitet.

(27)

Enligt de svenska myndigheterna snedvrids prismekanismen av beskattning inom utsläppshandelssystemet utan att det ger några miljöfördelar. De anser att en samtidig tillämpning av beskattning och utsläppshandel inte påverkar de totala utsläppen inom utsläppshandelssystemet, eftersom den totala utsläppsnivån avgörs av mängden fördelade utsläppsrätter, och ett eventuellt överskott på utsläppsrätter kommer bara att säljas på marknaden och leda till en ökning av utsläppen inom en annan del av systemet. Det påverkar dock marginalkostnaden för utsläppsminskningar och därmed den totala kostnaden för att nå målet att minska utsläppen. De svenska myndigheterna anser att en samtidig tillämpning av de båda styrmedlen leder till att utsläppsminskningarna fördelas ineffektivt över utsläppshandelssystemet, och resultatet blir att den totala kostnaden för att nå EU:s mål för utsläppsminskningar kommer att öka.

(28)

De svenska myndigheterna gör gällande att snedvridningarna i det långa loppet kommer att påverka investeringarna och därmed till vilken ort framtida produktionskapacitet kommer att förläggas inom de sektorer som omfattas av utsläppshandelssystemet. De europeiska företagens konkurrenskraft på den internationella marknaden kommer att försvagas. Den samtidiga tillämpningen av beskattning och utsläppshandel kommer att leda till att kostnaderna för att minska utsläppen kommer att vara högre än minskningens marknadsvärde. Det är ett ineffektivt sätt att fördela resurser som leder till förlorat välstånd, det vill säga en kostnad för samhället.

(29)

De svenska myndigheterna har gett ett exempel där två operatörer omfattas av EU:s utsläppshandelssystem och där utsläppshandelssystemet inte innehåller någon skatt. I ett sådant fall kommer operatören med de lägre marginalkostnaderna för utsläppsminskningar att minska utsläppen mer, hävdar de svenska myndigheterna. Utsläppsminskningarna kommer att fördelas optimalt eftersom varje operatör kommer att minska utsläppen tills de har samma marginalkostnader för minskningen. De svenska myndigheterna hävdar att om en av operatörerna är skyldig att betala en viss skatt kommer de ökade marginalkostnaderna för en utsläppsminskning att sporra den operatören att minska utsläppen mer och därmed göra det möjligt för denne att sälja utsläppsrätter på marknaden, vilket leder till lägre marknadspriser på utsläppsrätter. Det gör det möjligt för andra operatörer med potentiellt lägre marginalkostnader för utsläppsminskningar att köpa och använda utsläppsrätter. Denna ineffektiva resursfördelning leder till förlorat välstånd för samhället. Principskälen för en koldioxidskatt är i praktiken också tillämpliga på andra typer av energiskatter inom EU:s utsläppshandelssystem, eftersom energiskattedirektivet inte gör någon åtskillnad mellan olika slag av indirekta skatter (utom mervärdesskatt) som beräknas utifrån mängden energiprodukter och elektricitet när de frisläpps för konsumtion.

(30)

De svenska myndigheterna gör gällande att om skattebasen och den skattesats som tillämpas harmoniserades fullständigt inom EU-25 för bränslen som förbrukas i de berörda anläggningarna och om skattebasen motsvarade räckvidden för EU:s utsläppshandelssystem, skulle de dubbla styrmedlen inte störa utsläppshandelssystemets funktion, eftersom det bara skulle leda till lägre priser på utsläppsrätter tack vare mindre efterfrågan på eller större utbud på utsläppsrätter. Enligt de svenska myndigheterna omfattar den obligatoriska beskattningen på EU-nivå emellertid bara delar av de bränslen som ger upphov till koldioxidutsläpp som omfattas av EU:s utsläppshandelssystem, och det faktum att beskattningen inte tillämpas lika inom utsläppshandelssystemet snedvrider systemets funktion. Möjligheten till nollbeskattning enligt artikel 17.4 i energiskattedirektivet är väsentlig. De svenska myndigheterna hävdar vidare att i Sverige utgör utsläppen från industrisektorn 80 % av den totala mängden fördelade utsläppsrätter, medan situationen för hela EU-25 är att 70 % av de utsläpp som omfattas av utsläppshandelssystemet härrör från fossila bränslen som används inom energisektorn.

(31)

De svenska myndigheterna anser att tillämpningen av koldioxidskatten utöver EU:s utsläppshandelssystem inte kommer att leda till någon ytterligare minskning av den totala mängden utsläpp inom EU, eftersom den mängden fastställs på förhand. De gör gällande att svenska företag kommer att minska sina utsläpp mer än utländska företag som inte ålagts någon skatt, eftersom de svenska företagen har högre kostnader för utsläpp på grund av skatten på bränslen som förbrukas i anläggningar som omfattas av utsläppshandelssystemet. Enligt de svenska myndigheternas uppfattning kommer beskattningen bara att leda till en situation där företag i olika medlemsstater åsamkas olika kostnader för sina koldioxidutsläpp. Den grundläggande prismekanismen i utsläppshandelssystemet – som går ut på att alla företag möter samma kostnad för att släppa ut koldioxid – sätts ur spel. Då finns det inte längre någon garanti för att utsläppsminskningarna sker till lägsta möjliga kostnad. Konkurrensen snedvrids till nackdel för svenska företag, som kommer att ha en relativt sett högre kostnad för sina utsläpp, och samma grad av miljöstyrning uppnås till en högre kostnad. Förekomsten av kostnadsineffektiva miljörelaterade styrmedel är ett hinder för att nå målen för Lissabonstrategin.

(32)

De svenska myndigheterna påpekar vidare att kommissionen har godkänt den nationella allokeringsplan (NAP) som Sverige anmälde i enlighet med direktivet om handel med utsläppsrätter, och därmed godkänt en viss nivå av koldioxidutsläpp i Sverige. Att kräva att Sverige skall ha kvar sin koldioxidskatt skulle enligt de svenska myndigheterna i praktiken innebära att Sverige måste minska sina utsläpp ytterligare. De svenska myndigheterna anser dock att kommissionen måste anses ha avhänt sig den möjligheten när den godkände den utsläppsnivå som skulle bli följden av den svenska allokeringsplanen.

(33)

Påföljderna för brott mot lagen (2004:1199) om handel med utsläppsrätter, genom vilken direktivet om handel med utsläppsrätter införlivades i svensk lagstiftning, fastställs i lagen och uppfyller de krav på påföljder som föreskrivs i punkt 51.1 a i miljöstödsriktlinjerna.

3.2.4   Kommissionens tvivel

Förenlighet med miljöstödsriktlinjerna

(34)

Kommissionen betvivlar att de undantag som de svenska myndigheterna föreslår kan godkännas på grundval av miljöstödsriktlinjerna. Punkt 51.1 b är inte tillämplig, eftersom den skatt som företagen skulle betala enligt den föreslagna stödordningen skulle ligga under miniminivåerna enligt energiskattedirektivet. Inte heller villkoren i punkt 51.1 a förefaller vara uppfyllda, eftersom de företag som gynnas av stödet inte skulle ingå frivilliga åtaganden eller avtal. För att ett företag skall beviljas en skattenedsättning måste det vidta åtgärder som går utöver fullgörandet av en harmoniserad EU-skyldighet. EU:s utsläppshandelssystem utgör emellertid en obligatorisk standard i alla medlemsstater, och därför kan förenligheten med det systemet inte betraktas som en tillräcklig miljöinsats som tillåter statligt stöd.

(35)

Sammanfattningsvis tvivlar kommissionen på att de föreslagna skattelättnaderna – som underskrider gemenskapens minimiskattesatser och inte medför någon miljövinst som går utöver de krav gemenskapen ställer – är förenliga med miljöstödsriktlinjerna.

Förenlighet med den gemensamma marknaden enligt artikel 87.3 c i EG-fördraget på grundval av en ekonomisk bedömning av det påstådda behovet av att avskaffa dubbla styrmedel

(36)

När det gäller möjligheten att godkänna den anmälda stödordningen på grundval av behovet att avskaffa de dubbla styrmedel som de svenska myndigheterna hänvisar till anser kommissionen att principen om att förorenaren betalar måste beaktas när statligt stöd beviljas på miljöområdet.

(37)

Kommissionen tvekar i detta skede beträffande hur förekomsten av dubbla styrmedel kan komma att påverka dess bedömning och huruvida den kan berättiga till en befrielse från koldioxidskatt enligt reglerna om statligt stöd. Kommissionen har särskilt följande betänkligheter:

Energiskattedirektivet och utsläppshandelssystemet är två separata instrument i gemenskapens lagstiftning. Även om de delvis har samma politiska mål, nämligen att internalisera de externa kostnaderna för koldioxidutsläpp, har de också skilda syften. Det gäller särskilt minimiskattenivåerna, vars primära syfte är att få den inre marknaden att fungera smidigt. För att uppfylla kraven i energiskattedirektivet kan medlemsstaterna dock ta ut olika skatter, till exempel koldioxidskatt, som kan ha samma syfte som utsläppshandelssystemet. De nationella strategierna skiljer sig från varandra, och det är bara i vissa medlemsstater som de skatter som ingår i miniminivåerna delvis utgörs av en koldioxidskatt. När en koldioxidskatt tas ut för att uppfylla kraven enligt minimiskattenivåerna i energiskattedirektivet, vilket är fallet i Sverige, kan en nedsättning av en sådan koldioxidskatt således snedvrida konkurrensen på den inre marknaden genom att öka skattedifferentieringen på ett område där skatteharmonisering har genomförts på gemenskapsnivå, framför allt i syfte att skapa en välfungerande inre marknad och lika villkor mellan aktörerna.

Att befria alla företag som deltar i utsläppshandelssystemet från en sådan koldioxidskatt kan vara oberättigat, eftersom det skulle kunna strida mot den nämnda principen om att förorenaren betalar, om företag som avgiftsfritt tagit emot utsläppstillstånd befrias från skatten. Å andra sidan kan det strida mot miljölogiken att en sådan koldioxidskatt sätts ned för de företag som måste köpa fler utsläppstillstånd därför att de behöver täcka sin extra förorening – det kan leda till att en förmån beviljas de företag som inte gjort investeringar och inte minskat sin förorening eller till och med förorenat mer.

(38)

Kommissionen måste dessutom bedöma i vilken utsträckning de dubbla styrmedlen snedvrider konkurrensen, och huruvida denna påstådda snedvridning särskilt drabbar svenska företag, vilket de svenska myndigheterna tycks hävda. Kommissionen behöver närmare undersöka möjligheten att företag kan åsamkas en högre kostnad än koldioxidskatten för sina föroreningar i fall där de måste köpa utsläppstillstånd och samtidigt betala koldioxidskatt för samma utsläpp. Å andra sidan kanske principen om att förorenaren betalar inte iakttas i en situation där tillstånden har tilldelats avgiftsfritt och det inte finns någon skatt på utsläpp.

(39)

Kommissionen anser att man vid bedömningen av den samlade finansiella bördan för de företag som deltar i EU:s utsläppshandelssystem jämfört med de företag som inte deltar måste ta hänsyn till att medlemsstaterna fastställer mängden totala utsläppskvoter och att de under den första handelsperioden var tvungna att dela ut minst 95 % av utsläppsrätterna avgiftsfritt till företagen.

(40)

Kommissionen betonar att syftet med EU:s utsläppshandelssystem är just att begränsa koldioxidutsläppen genom att ge de deltagande företagen ett ekonomiskt incitament att minska utsläpp, som härrör från restriktiviteten hos den totala utsläppsgränsen. För att kunna bedöma om samtidig koldioxidskatt eventuellt orsakar en snedvridning av konkurrensen skulle kommissionen i detalj behöva undersöka de ekonomiska konsekvenserna av att EU:s utsläppshandelssystem tillämpas i Sverige. I detta sammanhang skulle kommissionen vidare behöva ytterligare uppgifter om de mekanismer som de svenska myndigheterna kan ha planerat för att fastställa förekomsten av en eventuell extra börda utöver koldioxidskatten och, för varje enskilt företag, fastställa beloppet för denna samt säkerställa att bara företag som faktiskt drabbas, åtminstone delvis, av en sådan börda befrias från den genom de anmälda skatteundantagen.

(41)

Kommissionen hyser därför tvivel om huruvida den anmälda stödordningen kan anses förenlig med den gemensamma marknaden enligt artikel 87.3 c i EG-fördraget på grundval av det påstådda behovet av att avskaffa dubbla styrmedel.

Bedömning av stödordningen mot bakgrund av energiskattedirektivet

(42)

Kommissionen måste dessutom undersöka om den planerade skattenedsättningen är förenlig med artikel 17 i energiskattedirektivet. Därför begär kommissionen att Sverige kompletterar den information som redan lämnats när det gäller tillämpningen av artikel 17, särskilt med uppgifter för ekvivalenstestet i artikel 17.4 i energiskattedirektivet.

3.3   Slutsats

(43)

Kommissionens preliminära undersökning har således väckt tvivel beträffande förekomsten av statligt stöd i den mening som avses i artikel 87.1 i EG-fördraget. Kommissionen tvivlar vidare på att sådant potentiellt statligt stöd är förenligt med miljöstödsriktlinjerna och med den gemensamma marknaden enligt artikel 87.3 c i EG-fördraget på grundval av det påstådda behovet av att avskaffa dubbla styrmedel. Dessa tvivel gör det nödvändigt att undersöka frågan vidare, och kommissionen vill ha in synpunkter från de svenska myndigheterna och från andra berörda parter.

4.   BESLUT

Kommissionen underrättar härmed Sverige om att den efter att ha undersökt den information som de svenska myndigheterna lämnat i ärendet har beslutat att inleda ett formellt granskningsförfarande enligt artikel 88.2 i EG-fördraget.

Av ovan anförda skäl uppmanar kommissionen, i enlighet med det förfarande som anges i artikel 88.2 i EG-fördraget, Sverige att inom en månad för mottagandet av denna skrivelse inkomma med synpunkter och tillhandahålla alla upplysningar som kan bidra till bedömningen av stödet. Kommissionen uppmanar Era myndigheter att omedelbart översända en kopia av denna skrivelse till den potentiella stödmottagaren.

Kommissionen påminner Sverige om att artikel 88.3 i EG-fördraget har uppskjutande verkan och hänvisar till artikel 14 i rådets förordning (EG) nr 659/1999, som föreskriver att allt olagligt stöd kan återkrävas från mottagaren.

Kommissionen meddelar Sverige att den kommer att underrätta alla berörda parter genom att offentliggöra denna skrivelse och en sammanfattning av den i Europeiska unionens officiella tidning. Kommissionen kommer även att underrätta berörda parter i de Eftaländer som är avtalsslutande parter i EES-avtalet genom att offentliggöra ett tillkännagivande i EES-supplementet till Europeiska unionens officiella tidning, samt Eftas övervakningsmyndighet genom att skicka en kopia av denna skrivelse. De berörda parterna kommer att uppmanas att inkomma med synpunkter inom en månad från dagen för offentliggörandet.»


(1)  Definizione stabilita dalla giurisprudenza della Corte di giustizia, confermata ad es. nella sentenza sul caso C-88/03, Repubblica portoghese contro Commissione (sentenza del 6 settembre 2006), e adottata dalla Commissione nella sua Comunicazione sull'applicazione delle norme relative agli aiuti di Stato alle misure di tassazione diretta delle imprese (GU C 384 del 10.12.1998, pag. 3).

(2)  EUT L 283, 31.10.2003, s. 51.

(3)  EUT L 275, 25.10.2003, s. 32.

(4)  Under den andra perioden inom EU:s system för utsläppshandel, som inleds 2008, kommer medlemsstaterna att åläggas att dela ut minst 90 % av utsläppsrätterna avgiftsfritt.

(5)  Detta innefattar en årlig ökning med 2 % på grund av inflationen.

(6)  Senast bekräftad genom EG-domstolens dom i mål C-88/03, Portugal mot kommissionen (dom av den 6 september 2006).

(7)  EGT C 384, 16.2.1998, s. 3.

(8)  EGT C 37, 3.2.2001, s. 3.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/38


AIUTO DI STATO — GRECIA

Aiuto di stato C 44/2006 (ex N 614/2005) — Aiuto regionale al settore dei tessili, dell'abbigliamento e del cuoio in Grecia

Invito a presentare osservazioni a norma dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2006/C 297/09)

Con la lettera del 24 ottobre 2006 riprodotta nella lingua facente fede dopo la presente sintesi, la Commissione ha comunicato alla Grecia la propria decisione di avviare il procedimento di cui all'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE in relazione alla misura in oggetto.

La Commissione invita gli interessati a presentare osservazioni in merito alla misura riguardo alla quale viene avviato il procedimento entro un mese dalla data della presente pubblicazione, inviandole al seguente indirizzo:

Commissione europea

Direzione generale Concorrenza

Protocollo Aiuti di Stato

B-1049 Bruxelles

Numero di fax: (32-2) 296 12 42

Dette osservazioni saranno comunicate alla Grecia. Su richiesta scritta e motivata degli autori delle osservazioni, la loro identità non sarà rivelata.

SINTESI

DESCRIZIONE DELLA MISURA

Nel dicembre 2005 la Grecia ha notificato il regime di aiuti summenzionato, volto a sostenere l'industria greca dei tessili e dell'abbigliamento, che sta affrontando una crisi in seguito all'abolizione progressiva delle quote e alla totale liberalizzazione delle importazioni nel 2005.

La Grecia ha diritto per la totalità del proprio territorio agli aiuti regionali di cui all'articolo 87, paragrafo 3, lettera a), fino al 31.12.2006. Gli aiuti saranno erogati sotto forma di sovvenzioni dirette. Una parte degli aiuti notificati sarà concessa a progetti di investimenti iniziali. Una parte delle misure notificate costituisce aiuto al funzionamento, in particolare, per il sostegno fornito alla rimozione e ricollocazione delle attrezzature esistenti, per l'acquisizione di software destinato al controllo di qualità del processo di produzione, per la creazione di banche dati, nonché per il collegamento in rete, le campagne pubblicitarie e il marketing.

In parte le misure notificate rientrano nei vari regolamenti di esenzione per categoria, in particolare quelli relativi alle piccole e medie imprese, alla formazione e alla ricerca e sviluppo per le PMI. I beneficiari saranno soltanto le PMI ai sensi della definizione comunitaria. Il regime rispetterà l'attuale carta degli aiuti regionali per la Grecia per il 2000-2006 e il massimale di aiuto in vigore; scadrà il 31.12.2006. Il finanziamento totale ammonterà a circa 150 milioni di euro.

VALUTAZIONE

La Commissione ritiene che il regime di aiuti costituisca aiuto di Stato. Utilizza risorse statali, concede un vantaggio ai beneficiari, è selettivo e incide sugli scambi.

La Commissione ha esaminato il regime alla luce dell'articolo 87 del trattato CE e, in particolare, in base agli «Orientamenti in materia di aiuti di stato a finalità regionale» e ai regolamenti di esenzione per categoria relativi alle PMI e all'occupazione.

La Commissione osserva che parte delle misure di aiuto notificate costituisce aiuto al funzionamento, poiché è destinata a ridurre le spese correnti di un'impresa. Non disponendo di informazioni sufficienti sulle carenze a cui la misura di aiuto intende porre rimedio, la Commissione ha bisogno di ulteriori informazioni per valutare la compatibilità dell'aiuto con il funzionamento del mercato comune.

Il regime è destinato ad un settore specifico dell'economia della Grecia, vale a dire quello dei tessili, dell'abbigliamento e del cuoio. La Commissione è del parere che l'aiuto limitato a un solo settore di attività potrebbe avere forti ripercussioni sulla concorrenza nel mercato rilevante e che i suoi effetti sullo sviluppo regionale potrebbero essere troppo limitati.

La Commissione esprime dubbi sul fatto che un regime di aiuti limitato a un solo settore economico costituisca parte integrante di una strategia di sviluppo regionale. La Grecia non ha spiegato perché il regime attuale di aiuti orizzontali globali non possa essere sufficiente ad innescare un processo di sviluppo regionale. Inoltre vi è una forte concorrenza nell'industria dei tessili, dell'abbigliamento e del cuoio e vi sono scambi notevoli fra Stati membri. Quindi l'approvazione di un tale regime in Grecia minaccerebbe seriamente di falsare la concorrenza.

Alla luce di quanto precede la Commissione, dopo una valutazione preliminare della misura, dubita che il regime di aiuti possa essere considerato compatibile con il mercato comune, e in caso affermativo, in quale misura lo sia. Essa intende raccogliere informazioni presso le parti interessate.

Pertanto, la Commissione ha deciso di avviare un procedimento di indagine formale, ai sensi dell'articolo 6 del regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio, onde verificare la compatibilità del regime di aiuti di Stato con il mercato comune.

TESTO DELLA LETTERA

«Η Επιτροπή επιθυμεί να ενημερώσει την Ελλάδα ότι, αφού εξέτασε τις πληροφορίες που έχει στη διάθεσή της και που υποβλήθηκαν από τις αρχές της χώρας σας σχετικά με το προαναφερόμενο μέτρο, αποφάσισε να κινήσει την επίσημη διαδικασία που προβλέπεται στο άρθρο 88 παράγραφος 2 της Συνθήκης ΕΚ.

1.   ΔΙΑΔΙΚΑΣΙΑ

(1)

Με επιστολή της 5ης Δεκεμβρίου 2005, που καταχωρήθηκε από την Επιτροπή στις 8 Δεκεμβρίου 2005 (Α/40253), οι ελληνικές αρχές κοινοποίησαν στην Επιτροπή το προαναφερόμενο καθεστώς ενισχύσεων σύμφωνα με το άρθρο 88 παράγραφος 3 της Συνθήκης ΕΚ. Με επιστολές της 23ης Δεκεμβρίου 2005 (D/60212), της 22ας Φεβρουαρίου 2006 (D/51560), της 18ης Μαΐου 2006 (D/54076) και της 27ης Ιουλίου 2006 (D/56465), η Επιτροπή ζήτησε συμπληρωματικές πληροφορίες, οι οποίες υποβλήθηκαν εν μέρει από τις ελληνικές αρχές με επιστολές της 25ης Ιανουαρίου 2006 (Α/30736), της 21ης Μαρτίου 2006 (A/32245), της 8ης Ιουνίου 2006 και της 7ης Σεπτεμβρίου 2006 (Α37004).

2.   ΠΕΡΙΓΡΑΦΗ ΤΟΥ ΜΕΤΡΟΥ ΕΝΙΣΧΥΣΗΣ

Στόχος του καθεστώτος

(2)

Το καθεστώς ενισχύσεων θα εφαρμόζεται μόνο στον τομέα της υφαντουργίας, της ένδυσης και των υποδημάτων (1). Το καθεστώς αυτό αποσκοπεί στην προώθηση της ανταγωνιστικότητας των επιχειρήσεων των κλάδων κλωστοϋφαντουργίας, ένδυσης, υποδημάτων και δέρματος της Ελλάδας. Σκοπό έχει την ενίσχυση των επιχειρήσεων που δραστηριοποιούνται στους ανωτέρω τομείς προκειμένου να αντιμετωπίσουν την κρίση που διέρχεται επί του παρόντος ο κλάδος. Ειδικότερα, θα βοηθήσει τις επιχειρήσεις αυτές να αναβαθμίσουν τις επιδόσεις τους και να αποκτήσουν καλύτερη πρόσβαση στις αγορές μέσω της βελτίωσης της ποιότητας των προϊόντων και των παραγωγικών μεθόδων, της εισαγωγής καινοτόμων μεθόδων παραγωγής ή/και προϊόντων. Το καθεστώς δεν θα εφαρμόζεται στους τομείς άνθρακα και χάλυβα, των συνθετικών ινών και της γεωργίας.

Νομική βάση του καθεστώτος

(3)

Νομική βάση του καθεστώτος είναι οι νόμοι 2244/94 (2), 2308/95 (3) και το προεδρικό διάταγμα 93/97 (4).

Μορφές της ενίσχυσης

(4)

Η ενίσχυση θα έχει μορφή άμεσων (μη επιστρεπτέων) επιχορηγήσεων. Θα χορηγείται επίσης ενίσχυση για τη δημιουργία θέσεων απασχόλησης που δεν συνδέονται με επενδύσεις. Δεν είναι σαφές εάν η ενίσχυση θα υπόκειται σε φορολογία. Η χορήγηση της ενίσχυσης θα είναι στη διακριτική ευχέρεια των ελληνικών αρχών, με βάση αντικειμενικά κριτήρια αξιολόγησης. Ειδικότερα, τα κριτήρια θα αφορούν την αξιολόγηση του επενδυτή (βιωσιμότητα και οικονομικά στοιχεία της εταιρείας, υποδομή, πιστοληπτική ικανότητα) και την αξιολόγηση του επενδυτικού σχεδίου (εισαγωγή νέων τεχνολογιών, ποσοστό ιδίας συμμετοχής).

Επιλέξιμα σχέδια και δαπάνες

(5)

Οι επιλέξιμες δαπάνες περιλαμβάνουν την επέκταση υφιστάμενων εγκαταστάσεων ή την έναρξη δραστηριότητας η οποία συνεπάγεται θεμελιώδη αλλαγή στο προϊόν ή τη μέθοδο παραγωγής μιας υφιστάμενης εγκατάστασης, νέα μηχανήματα και εξοπλισμό, καθώς και άυλα περιουσιακά στοιχεία, όπως δαπάνες για τη μεταφορά τεχνολογίας με απόκτηση διπλωμάτων ευρεσιτεχνίας, αδειών εκμετάλλευσης και τεχνογνωσίας ή τεχνικών γνώσεων μη κατοχυρωμένων με δίπλωμα ευρεσιτεχνίας. Οι επενδύσεις αντικατάστασης δεν είναι επιλέξιμες για τη χορήγηση ενίσχυσης.

(6)

Το ανώτατο όριο των δαπανών όσον αφορά τις άυλες επενδύσεις δεν μπορεί να υπερβαίνει το 50 % των επιλέξιμων δαπανών. Τα επιλέξιμα άυλα περιουσιακά στοιχεία θα εξακολουθούν να συνδέονται με την περιφέρεια που λαμβάνει την ενίσχυση και θα περιλαμβάνονται στα περιουσιακά στοιχεία της επιχείρησης τα οποία μπορούν να αποσβεστούν.

(7)

Επιπλέον, θα χορηγείται ενίσχυση για την αποξήλωση ή τη μετεγκατάσταση υφιστάμενων μηχανημάτων ή εξοπλισμού για την αγορά λογισμικού που συνδέεται με τον έλεγχο της ποιότητας της διαδικασίας παραγωγής, για τη δημιουργία βάσεων δεδομένων για πελάτες ή εμπόρους, καθώς και τη διασύνδεση των επιχειρήσεων, τις διαφημιστικές εκστρατείες και το μάρκετινγκ.

(8)

Όσον αφορά τη δημιουργία θέσεων απασχόλησης, δεν είναι σαφές τι περιλαμβάνουν οι επιλέξιμες δαπάνες ή σε ποια βάση θα υπολογίζεται η ενίσχυση.

Αποδέκτες

(9)

Αρχικά, οι ελληνικές αρχές δήλωσαν ότι αποδέκτες μπορούν είναι οι επιχειρήσεις κάθε μεγέθους. Με επιστολή της 25ης Ιανουαρίου 2006 (5), ανέλαβαν τη δέσμευση ότι οι αποδέκτες θα είναι μόνο μικρομεσαίες επιχειρήσεις που δραστηριοποιούνται στους μεταποιητικούς τομείς της κλωστοϋφαντουργίας, της ένδυσης, των υποδημάτων και του δέρματος. Οι ελληνικές αρχές ανέλαβαν τη δέσμευση να τηρήσουν τον ορισμό των ΜΜΕ που περιλαμβάνεται στο παράρτημα Ι του κανονισμού (EΚ) αριθ. 364/2004 (6). Με επιστολή δε της 8ης Ιουνίου 2006 (7), επιβεβαίωσαν ότι οι δικαιούχοι δεν θα χαρακτηρίζονται ως προβληματικές επιχειρήσεις σύμφωνα με τον ορισμό που περιέχεται στις κοινοτικές κατευθυντήριες γραμμές όσον αφορά τις κρατικές ενισχύσεις για τη διάσωση και την αναδιάρθρωση προβληματικών επιχειρήσεων (8) και ότι τυχόν ενισχύσεις που χορηγούνται σε προβληματικές επιχειρήσεις θα κοινοποιούνται ατομικά στην Επιτροπή.

Ένταση των ενισχύσεων

(10)

Αρχικά οι ελληνικές αρχές κοινοποίησαν ένα και μόνο ανώτατο όριο ενισχύσεων για το σύνολο της ελληνικής επικράτειας που έφθανε σε 55 % για τα ενσώματα περιουσιακά στοιχεία και 50 % για τα άυλα περιουσιακά στοιχεία. Ωστόσο, με επιστολή της 25ης Ιανουαρίου 2006 (9), ανέλαβαν τη δέσμευση να τηρήσουν τα ισχύοντα ανώτατα όρια περιφερειακών ενισχύσεων, όπως προσδιορίζονται στον χάρτη περιφερειακών ενισχύσεων για την Ελλάδα για την περίοδο 2000-2006 (10).

Άλλοι όροι

(11)

Οι αιτήσεις για τη χορήγηση ενίσχυσης πρέπει να υποβάλλονται πριν αρχίσουν οι εργασίες εφαρμογής του σχεδίου.

(12)

Η συμβολή του αποδέκτη στη χρηματοδότηση της επένδυσης θα πρέπει να ανέρχεται σε τουλάχιστον 25 % του επενδυτικού κόστους.

Διάρκεια και προϋπολογισμός του καθεστώτος

(13)

Το καθεστώς λήγει στις 31 Δεκεμβρίου 2006, τελευταία ημερομηνία κατά την οποία οι ελληνικές αρχές θα είναι σε θέση να λάβουν νομικά δεσμευτικές αποφάσεις σχετικά με τη χορήγηση ενίσχυσης. Ο συνολικός προϋπολογισμός του καθεστώτος ανέρχεται κατά προσέγγιση σε 150 εκατ. ευρώ.

Σώρευση ενισχύσεων

(14)

Με επιστολή της 8ης Ιουνίου 2006 (11), οι ελληνικές αρχές επιβεβαίωσαν ότι οι ενισχύσεις που χορηγούνται βάσει του καθεστώτος δεν μπορούν να σωρευθούν με άλλες κρατικές ενισχύσεις για τις ίδιες επιλέξιμες δαπάνες, και ότι θα τηρούνται τα ανώτατα επιτρεπόμενα όρια για τις περιφερειακές ενισχύσεις.

3.   ΑΞΙΟΛΟΓΗΣΗ

Νομιμότητα

(15)

Με την κοινοποίηση του σχεδίου χορήγησης ενισχύσεων μέσω του καθεστώτος ενισχύσεων που περιγράφηκε ανωτέρω πριν αυτό τεθεί σε εφαρμογή, οι ελληνικές αρχές τήρησαν τις υποχρεώσεις που υπέχουν δυνάμει του 88 παράγραφος 3 της Συνθήκης ΕΚ.

Χαρακτήρας του καθεστώτος ως κρατικής ενίσχυσης

(16)

Βάσει του καθεστώτος, το κράτος χορηγεί επιχορηγήσεις σε επιχειρήσεις που δραστηριοποιούνται στον τομέα της κλωστοϋφαντουργίας και της ένδυσης οι οποίες πραγματοποιούν επενδύσεις. Η ενίσχυση θα χορηγείται σε περιορισμένο αριθμό επιχειρήσεων, οι οποίες θα επιλέγονται από τις ελληνικές αρχές με βάση αντικειμενικά κριτήρια. Κατά την επιλογή των δικαιούχων, οι ελληνικές αρχές ασκούν κάποιο βαθμό διακριτικής ευχέρειας. Η ενίσχυση συνιστά πλεονέκτημα για τους αποδέκτες (μειώνονται οι δαπάνες των σχετικών επενδύσεων). Με αυτή την έννοια, η ενίσχυση βελτιώνει τη θέση των αποδεκτών σε σύγκριση με εκείνη των ανταγωνιστών τους σε άλλα κράτη μέλη. Συνεπώς, πρέπει να θεωρηθεί ότι στρεβλώνει τον ανταγωνισμό και επηρεάζει τις συναλλαγές μεταξύ των κρατών μελών.

(17)

Λαμβάνοντας υπόψη τα ανωτέρω, η Επιτροπή θεωρεί ότι υφίσταται κρατική ενίσχυση κατά τη έννοια του άρθρου 87 παράγραφος 1 της συνθήκης ΕΚ.

Συμβιβάσιμο του μέτρου ενίσχυσης

(18)

Αφού διαπιστώθηκε ότι το καθεστώς συνιστά κρατική ενίσχυση κατά την έννοια του άρθρου 87 παράγραφος 1 της συνθήκης ΕΚ, είναι απαραίτητο να εξεταστεί κατά πόσο το μέτρο μπορεί να θεωρηθεί συμβιβάσιμο με την κοινή αγορά.

(19)

Η Επιτροπή εξέτασε το καθεστώς με βάση το άρθρο 87 της συνθήκης ΕΚ, και ιδίως με βάση τις “κατευθυντήριες γραμμές σχετικά με τις κρατικές ενισχύσεις περιφερειακού χαρακτήρα” (12) (αναφέρονται στο εξής ως ΚΕΠΧ), τον κανονισμό για τις ΜΜΕ (13) και τον κανονισμό για την απασχόληση (14). Τα αποτελέσματα της εξέτασης αυτής συνοψίζονται στη συνέχεια.

(20)

Η Επιτροπή διαπιστώνει ότι ένα μέρος των ενισχύσεων που κοινοποιήθηκαν θα χορηγούνται σε σχέδια για αρχική επένδυση στην Ελλάδα, τα οποία είναι εξ ολοκλήρου επιλέξιμα για τη χορήγηση περιφερειακών ενισχύσεων βάσει του άρθρου 87 παράγραφος 3 στοιχείο α) της συνθήκης ΕΚ μέχρι τις 31.12.2006. Αυτό ισχύει ιδίως για τις επενδύσεις σε κτίρια και εγκαταστάσεις ή μηχανήματα. Η Επιτροπή σημειώνει ότι οι μέγιστες εντάσεις των επενδυτικών ενισχύσεων που χορηγούνται βάσει του καθεστώτος είναι σύμφωνες με τα ανώτατα όρια περιφερειακών ενισχύσεων που ισχύουν για την Ελλάδα για την περίοδο 2000-2006. Το καθεστώς αυτό λήγει την ίδια ημερομηνία όπως και ο ισχύων χάρτης περιφερειακών ενισχύσεων, δηλαδή στις 31.12.2006.

(21)

Οι ελληνικές αρχές σκοπεύουν επίσης να χορηγήσουν περιφερειακές ενισχύσεις για τη δημιουργία θέσεων απασχόλησης που δεν συνδέονται με επενδυτικά σχέδια. Ωστόσο, δεν παρέχονται περισσότερες επεξηγήσεις. Η Επιτροπή χρειάζεται περισσότερες πληροφορίες, ειδικότερα σχετικά με τη μέθοδο υπολογισμού της ενίσχυσης έτσι ώστε να είναι σε θέση να αξιολογήσει το συμβατό της βάσει των ΚΕΠΧ ή του κανονισμού για την απασχόληση.

(22)

Η Επιτροπή διαπιστώνει ότι ορισμένα από τα μέτρα ενίσχυσης που κοινοποιήθηκαν ενδέχεται να συνιστούν ενίσχυση λειτουργίας, δεδομένου ότι αποσκοπούν στη μείωση των τρεχουσών δαπανών των επιχειρήσεων. Αυτό ισχύει ιδίως για τη στήριξη που χορηγείται για την αποξήλωση και τη μετεγκατάσταση υφιστάμενου εξοπλισμού, την αγορά λογισμικού που συνδέεται με τον έλεγχο ποιότητας των διαδικασιών παραγωγής, τη δημιουργία βάσεων δεδομένων καθώς και τη διασύνδεση των επιχειρήσεων, τις διαφημιστικές εκστρατείες και τις δαπάνες μάρκετινγκ. Δεν μπορεί να αποκλεισθεί ότι οι δαπάνες μάρκετινγκ μπορεί να συνδέονται με τις εξαγωγικές δραστηριότητες και, συνεπώς, να συνιστούν εξαγωγικές ενισχύσεις.

(23)

Σύμφωνα με το σημείο 4.15 των ΚΕΠΧ, οι ενισχύσεις λειτουργίας καταρχήν απαγορεύονται, αλλά κατ' εξαίρεση, μπορούν να χορηγούνται ενισχύσεις λειτουργίας σε περιοχές που δικαιούνται την παρέκκλιση του άρθρου 87 παράγραφος 3 στοιχείο α), υπό τον όρο ότι (i) δικαιολογούνται από τη συμβολή τους στην περιφερειακή ανάπτυξη και το χαρακτήρα τους και (ii) το ύψος τους είναι ανάλογο προς τα προβλήματα που καλούνται να αντιμετωπίσουν. Επίσης πρέπει να μειώνονται προοδευτικά και να χορηγούνται για περιορισμένο χρονικό διάστημα. Ωστόσο, παρόλο που ζητήθηκε επανειλημμένα από την Επιτροπή, οι ελληνικές αρχές δεν απέδειξαν ότι τα διαρθρωτικά προβλήματα των περιοχών είναι τόσο σοβαρά ώστε η περιφερειακή επενδυτική ενίσχυση να μην είναι επαρκής για να θέσει σε λειτουργία μια διαδικασία περιφερειακής ανάπτυξης και ότι η επενδυτική ενίσχυση θα πρέπει να συμπληρωθεί από περιφερειακή ενίσχυση λειτουργίας. Διαβεβαιώνουν απλώς ότι οι ενισχύσεις λειτουργίας είναι καθοριστικές για τη βιωσιμότητα και την ανάπτυξη των κλάδων αυτών, οι οποίοι είναι κρίσιμοι για τις σχετικές περιφέρειες. Επιπλέον, δεν παρέχονται πληροφορίες για τις σχεδιαζόμενες εντάσεις των ενισχύσεων όσον αφορά τις ενισχύσεις λειτουργίας.

(24)

Λαμβάνοντας υπόψη την ανεπαρκή αιτιολόγηση των συγκεκριμένων προβλημάτων τα οποία προορίζονται να επιλύσουν τα ανωτέρω μέτρα, η Επιτροπή χρειάζεται περισσότερες πληροφορίες για να είναι σε θέση να εκτιμήσει το συμβιβάσιμο των ενισχύσεων λειτουργίας με την κοινή αγορά. Σχετικά με την πτυχή αυτή, οι ενδιαφερόμενοι τρίτοι καλούνται να υποβάλουν όλες τις σχετικές παρατηρήσεις τους.

(25)

Επιπλέον, η Επιτροπή διαπιστώνει ότι το καθεστώς στοχεύει σε ένα συγκεκριμένο κλάδο της ελληνικής οικονομίας, και συγκεκριμένα την κλωστοϋφαντουργία, τη βιομηχανία ένδυσης και δέρματος. Η Επιτροπή έχει την άποψη ότι οι ενισχύσεις που περιορίζονται σε ένα τομέα δραστηριότητας μπορεί να έχουν σημαντικές επιπτώσεις στον ανταγωνισμό στη σχετική αγορά και ότι τα αποτελέσματά τους στην περιφερειακή ανάπτυξη είναι πιθανό να είναι πολύ περιορισμένα. Οι ενισχύσεις αυτές υπάγονται εν γένει σε συγκεκριμένες ή τομεακές βιομηχανικές πολιτικές και συχνά δεν συνάδουν με το πνεύμα της πολιτικής περιφερειακών ενισχύσεων αυτής καθεαυτής. Η πολιτική αυτή θα πρέπει να παραμείνει ουδέτερη όσον αφορά την κατανομή παραγωγικών πόρων μεταξύ των διαφόρων οικονομικών τομέων και δραστηριοτήτων (15).

(26)

Οι ελληνικές αρχές ισχυρίζονται ότι η σταδιακή κατάργηση των ποσοστώσεων από το 1995 και η απελευθέρωση των εισαγωγών από το 2005 στην κλωστοϋφαντουργία έπληξαν την ελληνική κλωστοϋφαντουργία, και τη βιομηχανία ένδυσης και δέρματος και οδήγησαν σε απώλεια θέσεων εργασίας και στο κλείσιμο ενός σημαντικού αριθμού των επιχειρήσεων του κλάδου. Επισημαίνουν ότι στη βιομηχανία ένδυσης και μόνο από το 1995 έως το 2004, έκλεισε το 50 % των επιχειρήσεων και η απασχόληση μειώθηκε κατά 16 %. Το πρόβλημα επιδεινώνεται με τη μετεγκατάσταση των ελληνικών επιχειρήσεων σε γειτονικές βαλκανικές χώρες και ιδίως τη Βουλγαρία. Συνεπώς, οι ελληνικές αρχές έχουν την άποψη ότι πρέπει να ληφθούν συγκεκριμένα μέτρα έτσι ώστε να υποστηριχθεί και να ενισχυθεί ανταγωνιστικότητα των επιχειρήσεων που δραστηριοποιούνται στους ανωτέρω τομείς.

(27)

Η Επιτροπή χρειάζεται περισσότερες πληροφορίες για να αξιολογήσει κατά πόσο ένα καθεστώς ενισχύσεων που περιορίζεται σε ένα τομέα της οικονομίας αποτελεί αναπόσπαστο μέρος μιας στρατηγικής περιφερειακής ανάπτυξης με σαφώς καθορισμένους στόχους. Οι ελληνικές αρχές δεν εξήγησαν για ποιο λόγο το υφιστάμενο γενικό καθεστώς οριζόντιων ενισχύσεων δεν είναι επαρκές για να θέσει σε λειτουργία μια διαδικασία περιφερειακής ανάπτυξης.

(28)

Επιπλέον, η Επιτροπή διαπιστώνει ότι υπάρχει έντονος ανταγωνισμός στους τομείς της κλωστοϋφαντουργίας, της ένδυσης και του δέρματος, και οι εμπορικές συναλλαγές μεταξύ των κρατών μελών είναι εκτεταμένες. Κατά συνέπεια, η έγκριση ενός τέτοιου καθεστώτος στην Ελλάδα θα αποτελούσε σοβαρή απειλή για στρέβλωση του ανταγωνισμού. Συνεπώς, η Επιτροπή δεν είναι βέβαιη εάν μια τέτοια ενίσχυση δεν θα οδηγήσει σε απαράδεκτες στρεβλώσεις του ανταγωνισμού στην ΕΕ. Σχετικά με την πτυχή αυτή, οι ενδιαφερόμενοι τρίτοι καλούνται να υποβάλουν όλες τις σχετικές παρατηρήσεις τους.

(29)

Επιπλέον, η Επιτροπή σημειώνει ότι δεν πληρούνται οι λοιπές προϋποθέσεις για τη χορήγηση περιφερειακής ενίσχυσης:

Το μέτρο δεν προβλέπει υποχρέωση διατήρησης της σχετικής επένδυσης και των θέσεων απασχόλησης που δημιουργούνται στην επιλέξιμη περιφέρεια επί μια τουλάχιστον πενταετία.

Το μέτρο δεν προβλέπει το δικαίωμα για τις αρχές που χορηγούν την ενίσχυση να ζητούν την πλήρη ανάκτησή τους σε περίπτωση παράβασης των προϋποθέσεων χορήγησης.

(30)

Λαμβάνοντας υπόψη τα ανωτέρω, η Επιτροπή, μετά από αρχική προκαταρκτική εξέταση του μέτρου, έχει αμφιβολίες για το αν και σε ποιο βαθμό το κοινοποιηθέν καθεστώς ενισχύσεων μπορεί να θεωρηθεί συμβιβάσιμο με την κοινή αγορά. Η Επιτροπή δεν είναι σε θέση να σχηματίσει εκ πρώτης όψεως (prima facie) γνώμη για τον εν μέρει ή πλήρως συμβιβάσιμο χαρακτήρα του εξεταζόμενου μέτρου και θεωρεί ότι απαιτείται διεξοδικότερη ανάλυση του μέτρου ενίσχυσης. Η Επιτροπή οφείλει να πραγματοποιήσει όλες τις απαιτούμενες διαβουλεύσεις και, συνεπώς, να κινήσει τη διαδικασία που προβλέπεται στο άρθρο 88 παράγραφος 2 της συνθήκης ΕΚ, εάν η αρχική έρευνα δεν επιτρέψει την αντιμετώπιση όλων των δυσχερειών που συνδέονται με την εξακρίβωση του συμβιβάσιμου της ενίσχυσης με την κοινή αγορά. Λαμβάνοντας υπόψη τις πληροφορίες που θα υποβληθούν τόσο από το οικείο κράτος μέλος όσο και από τους ενδιαφερόμενους τρίτους, η Επιτροπή θα αξιολογήσει το μέτρο και θα λάβει την τελική της απόφαση.

4.   ΑΠΟΦΑΣΗ

(31)

Λαμβάνοντας υπόψη τις ανωτέρω παρατηρήσεις, η Επιτροπή συμφωνεί με τη διαδικασία που ορίζεται στο άρθρο 88 παράγραφος 2 της συνθήκης ΕΚ, καλεί την Ελλάδα να υποβάλει τις παρατηρήσεις της και να παράσχει όλες τις πληροφορίες που θα συνέβαλαν στην αξιολόγηση του μέτρου, εντός προθεσμίας ενός μήνα από την παραλαβή της παρούσας επιστολής. Στις πληροφορίες αυτές πρέπει ιδίως να διευκρινίζονται τα εξής:

να αποδεικνύεται ότι το καθεστώς ενισχύσεων που αφορά ειδικά τους τομείς της κλωστοϋφαντουργίας, της ένδυσης και του δέρματος της Ελλάδας, συμβάλλει σε μια συνεκτική στρατηγική περιφερειακής ανάπτυξης και ότι δεν θα οδηγήσει σε απαράδεκτες στρεβλώσεις του ανταγωνισμού. Ειδικότερα, οι ελληνικές αρχές θα πρέπει να εξηγήσουν για ποιο λόγο το υφιστάμενο γενικό καθεστώς οριζόντιων ενισχύσεων δεν θα επαρκούσε να θέσει σε λειτουργία μια διαδικασία περιφερειακής ανάπτυξης·

βάσει ποιων στοιχείων αιτιολογείται η ανάγκη χορήγησης ενίσχυσης λειτουργίας σε επιχειρήσεις που δραστηριοποιούνται στους τομείς της κλωστοϋφαντουργίας, της ένδυσης και του δέρματος της Ελλάδας·

να αναφέρονται λεπτομέρειες όσον αφορά τη χορήγηση ενίσχυσης για τη δημιουργία θέσεων απασχόλησης·

να δικαιολογείται γιατί το μέτρο δεν περιλαμβάνει υποχρέωση διατήρησης της επένδυσης και των δημιουργούμενων θέσεων εργασίας στην επιλέξιμη περιοχή για διάστημα τουλάχιστον πέντε ετών·

να εξηγείται γιατί το μέτρο δεν προβλέπει δικαίωμα της χορηγούσας αρχής να ζητήσει πλήρη επιστροφή της ενίσχυσης σε περίπτωση παραβίασης των όρων χορήγησης.

(32)

Η Επιτροπή γνωστοποιεί στην Ελλάδα ότι θα ενημερώσει όλα τα ενδιαφερόμενα μέρη με δημοσίευση της παρούσας επιστολής και σχετικής περίληψής της στην Επίσημη Εφημερίδα της Ευρωπαϊκής Ένωσης. Επίσης, θα ενημερώσει τους ενδιαφερόμενους στις χώρες της ΕΖΕΣ που έχουν υπογράψει τη συμφωνία με τον ΕΟΧ, με δημοσίευση ανακοίνωσης το συμπλήρωμα για τον ΕΟΧ της Επίσημης Εφημερίδας της Ευρωπαϊκής Ένωσης και θα ενημερώσει την Εποπτεύουσα Αρχή της ΕΖΕΣ με την αποστολή αντιγράφου της παρούσας επιστολής. Όλα τα ενδιαφερόμενα μέρη θα κληθούν να υποβάλουν τις παρατηρήσεις εντός προθεσμίας ενός μηνός από την ημερομηνία της δημοσίευσής της.»


(1)  Οι κωδικοί NACE: ΔB.17.00 — Παραγωγή κλωστοϋφαντουργικών ινών, ΔB.18.00 — Κατασκευή ειδών ενδυμασίας· κατεργασία και βαφή γουναρικών· ΔΓ.19.00 — Κατεργασία και δέρψη δέρματος· κατασκευή ειδών ταξιδίου (αποσκευών), τσαντών, ειδών σελοποιίας, ειδών σαγματοποιίας και υποδημάτων, 743, 748.9.

(2)  ΦΕΚ 168/A/1994.

(3)  ΦΕΚ 114/A/1995.

(4)  ΦΕΚ 92/A/1997.

(5)  A/30736, A.Π. Φ6410/Α/705.

(6)  Κανονισμός (EΚ) αριθ. 364/2004 της 25ης Φεβρουαρίου 2004 για την τροποποίηση του κανονισμού (EΚ) αριθ. 70/2001 όσον αφορά την επέκταση του πεδίου εφαρμογής του ώστε να συμπεριλαμβάνει τις ενισχύσεις για έρευνα και ανάπτυξη, ΕΕ L 63 της 28.2.2004, σ. 22.

(7)  Α/34500, Α.Π. Φ6410/Α/5286.

(8)  ΕΕ C 244 της 1.10.2004, σ. 2.

(9)  A/30736, A.Π. Φ6410/Α/705.

(10)  Ο ελληνικός χάρτης περιφερειακών ενισχύσεων για την περίοδο 2000-2006 εγκρίθηκε από την Επιτροπή με την επιστολή N469/1999 SG(2000) D/100661 της 21.1.2000 όπως τροποποιήθηκε με την απόφαση της Επιτροπής N349/02 της 17.2.2002.

(11)  Α/34500, Α.Π. Φ6410/Α/5286.

(12)  ΕΕ C 74 της 10.3.1998, σ. 9.

(13)  Κανονισμός (EΚ) αριθ. 70/2001 της Επιτροπής, της 12ης Ιανουαρίου 2001, σχετικά με την εφαρμογή των άρθρων 87 και 88 της συνθήκης ΕΚ στις κρατικές ενισχύσεις προς μικρές και μεσαίες επιχειρήσεις, ΕΕ L 10 της 13.1.2001, σ. 33.

(14)  Κανονισμός (EΚ) αριθ. 2204/2002 της Επιτροπής, της 12ης Δεκεμβρίου 2002, σχετικά με την εφαρμογή των άρθρων 87 και 88 της συνθήκης ΕΚ στις κρατικές ενισχύσεις στην απασχόληση, ΕΕ L 337 της 13.12.2002, σ. 3.

(15)  Βλ. επίσης τμήμα 2 των ΚΕΠΧ.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/43


Informazioni comunicate dagli Stati membri sugli aiuti di Stato concessi in virtù del regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione, del 12 dicembre 2002, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore dell'occupazione

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2006/C 297/10)

Numero dell'aiuto

XE 26/05

Stato membro

Polonia

Regione

Dolny Śląsk

Miasto Świdnica

Titolo del regime di aiuti

Regime di aiuto all'occupazione nell'ambito dell'esenzione per categorie a favore delle imprese che creano nuovi posti di lavoro sul territorio del comune di Świdnica

Base giuridica

Prawo Krajowe: art. 18 ust. 2 pkt 8 ustawy z dnia 8 marca 1990 r. o samorządzie gminnym (Dz. U. z 2001 r. Nr 142, poz. 1591, z późn. zm.) oraz art. 7 ust. 3 ustawy z dnia 12 stycznia 1991 r. o podatkach i opłatach lokalnych (Dz. U. z 2002 r. Nr 9, poz. 84, z późn. zm.)

DIRITTO COMUNITARIO: Regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione, del 12 dicembre 2002, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore dell'occupazione

Spesa annua prevista per il regime

Importo annuo totale

1,24 milioni di EUR

Credito garantito

 

Intensità massima dell'aiuto

Conformemente all'articolo 4, paragrafi da 2 a 5, all'articolo 5 e all'articolo 6 del regolamento

Data di applicazione

14.9.2005

Durata del regime

Fino al 31.12.2006

Obiettivo dell'aiuto

Articolo 4 — Creazione di posti di lavoro

Articolo 5 — Assunzione di lavoratori svantaggiati e disabili

 

Articolo 6 — Occupazione di lavoratori disabili

 

Settori economici interessati

Tutti i settori comunitari (1) ammissibili agli aiuti a favore dell'occupazione

Nome e indirizzo dell'autorità che concede l'aiuto

Prezydent Miasta Świdnicy

Urząd Miejski

ul. Armii Krajowej 49

PL-58-100 Świdnica

Aiuto soggetto all'obbligo di notificazione preventiva alla Commissione

Conformemente all'articolo 9 del regolamento


(1)   Ad eccezione del settore della costruzione navale e di altri settori oggetto di norme specifiche stabilite dai regolamenti e dalle direttive che disciplinano tutti gli aiuti di Stato a tali settori.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/44


Informazioni comunicate dagli Stati membri sugli aiuti di Stato concessi in virtù del regolamento (CE) n. 68/2001, del 12 gennaio 2001, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti destinati alla formazione

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2006/C 297/11)

Numero dell'aiuto

XT 44/06

Stato membro

Malta

Titolo del regime di aiuti o nome dell'impresa che riceve un singolo aiuto

Training Assistance

(Aiuto alla formazione)

Base giuridica

Business Promotion Regulations (S.L. 325.06)

Spesa annua prevista per il regime o importo totale dell'aiuto singolo concesso all'impresa

Regime di aiuti

Importo annuo totale

6 milioni di EUR

Credito garantito

 

Aiuto singolo

Importo totale dell'aiuto

 

Credito garantito

 

Intensità massima dell'aiuto

Conformemente all'articolo 4, paragrafi da 2 a 7 del regolamento

Data di applicazione

Dall'1.8.2006

Durata del regime o dell'aiuto singolo concesso

Fino al 31.12.2007

Obiettivo dell'aiuto

Formazione generale

Formazione specifica

Settori interessati

Aiuto limitato a settori specifici:

Altre industrie manifatturiere

Altri servizi

Nome e indirizzo dell'autorità che concede l'aiuto

Malta Enterprise Corporation

Enterprise Center

Industrial Estate

MT-San Gwann SGN 09

Concessione di singoli aiuti di importo elevato

Conformemente all'articolo 5 del regolamento


Numero dell'aiuto

XT 46/06

Stato membro

Malta

Titolo del regime di aiuti o nome dell'impresa che riceve un singolo aiuto

Programma di aiuto alla formazione del Centro Europeo per la Formazione

Base giuridica

Employment and Training Services Act (Cap. 343)

Spesa annua prevista per il regime o importo totale dell'aiuto singolo concesso all'impresa

Regime di aiuti

Importo annuo totale

1,2 milioni di e EUR

Credito garantito

 

Aiuto singolo

Importo totale dell'aiuto

 

Credito garantito

 

Intensità massima dell'aiuto

Conformemente all'articolo 4, paragrafi da 2 a 7 del regolamento

Data di applicazione

1.9.2006

Durata del regime o dell'aiuto singolo concesso

Until 31.12.2007 (1)

Obiettivo dell'aiuto

Formazione generale

Formazione specifica

Settori economici interessati

Tutti i settori in cui sono ammissibili gli aiuti destinati alla formazione

Nome e indirizzo dell'autorità che concede l'aiuto

Employment and Training Corporation

Head Office

Hal-Far, P.O. Box 20,

MT-Birzebbuga, BBG 01

Concessione di singoli aiuti di importo elevato

Conformemente all'articolo 5 del regolamento


(1)  La presente tabella verrà adattata secondo le norme applicabili in seguito alla revisione del regolamento del Consiglio (CE) n. 68/2001.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/46


Notifica preventiva di una concentrazione

(Caso n. COMP/M.4504 — SFR/TELE 2 France)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2006/C 297/12)

1.

In data 28.11.2006 è pervenuta alla Commissione la notifica di un progetto di concentrazione in conformità all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 139/2004 del Consiglio (1). Con tale operazione l'impresa SFR SA («SFR», Francia), controllata da Vivendi SA («Vivendi», France) e Vodafone Group plc («Vodafone»,Regno Unito), acquisisce ai sensi dell'articolo 3, paragrafo 1, lettera b), del regolamento del Consiglio il controllo dell'insieme delle attività di telefonia a rete fissa e di internet dell'impresa TELE 2 France («TELE 2», Francia) mediante: acquisto di azioni o quote.

2.

Le attività svolte dalle imprese interessate sono le seguenti:

per Videndi: media e telecomunicazioni,

per Vodafone: telecomunicazioni su rete mobile,

per SFR: servizi di telefonia mobile in Francia,

per TELE 2: telefonia a rete fissa e mobile, internet e servizi di TV DSL in Francia.

3.

A seguito di un esame preliminare la Commissione ritiene che la transazione notificata possa rientrare nel campo d'applicazione del regolamento (CE) n. 139/2004. Tuttavia si riserva la decisione finale al riguardo.

4.

La Commissione invita i terzi interessati a presentare le loro eventuali osservazioni sulla concentrazione proposta.

Le osservazioni debbono pervenire alla Commissione non oltre dieci giorni dalla data di pubblicazione della presente comunicazione. Le osservazioni possono essere trasmesse alla Commissione per fax [fax n. (32-2) 296 43 01 o 296 72 44] o per posta, indicando il riferimento COMP/M.4504 — SFR/TELE 2 France, al seguente indirizzo:

Commissione europea

Direzione generale Concorrenza

Protocollo Concentrazioni

J-70

B-1049 Bruxelles/Brussel


(1)  GU L 24 del 29.1.2004, pag. 1.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/47


Notifica preventiva di una concentrazione

(Caso n. COMP/M.4501 — HAL/Egeria/NB)

Caso ammissibile alla procedura semplificata

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2006/C 297/13)

1.

In data 29.11.2006, è pervenuta alla Commissione la notifica di un progetto di concentrazione in conformità all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 139/2004 del Consiglio (1). Con tale operazione le imprese HAL Investments B.V. («HAL», Paesi Bassi) e Egeria Capital B.V. («Egeria», Paesi Bassi) acquisiscono ai sensi dell'articolo 3, paragrafo 1, lettera b) del regolamento del Consiglio il controllo dell'insieme dell'impresa N.V. Nationale Borg-Maatschappij («NB», Paesi Bassi) mediante acquisto di azioni.

2.

Le attività svolte dalle imprese interessate sono le seguenti:

per HAL: società d'investimento internazionale che investe in società attive in numerosi settori,

per Egeria: impresa di private equity che investe in società con sede nei Paesi Bassi o aventi collegamenti con i Paesi Bassi,

per NB: compagnia di assicurazioni specializzata nell'emissione di obbligazioni e garanzie.

3.

A seguito di un esame preliminare, la Commissione ritiene che la concentrazione notificata possa rientrare nel campo d'applicazione del regolamento (CE) n. 139/2004. Tuttavia si riserva la decisione finale al riguardo. Si rileva che, ai sensi della comunicazione della Commissione concernente una procedura semplificata per l'esame di determinate concentrazioni a norma del regolamento (CE) n. 139/2004 del Consiglio (2), il presente caso potrebbe soddisfare le condizioni per l'applicazione della procedura di cui alla comunicazione stessa.

4.

La Commissione invita i terzi interessati a presentare le loro eventuali osservazioni sulla concentrazione proposta.

Le osservazioni devono pervenire alla Commissione non oltre dieci giorni dalla data di pubblicazione della presente comunicazione. Le osservazioni possono essere trasmesse alla Commissione per fax [fax n. (32-2) 296 43 01 o 296 72 44] o per posta, indicando il riferimento COMP/M.4501 — HAL/Egeria/NB, al seguente indirizzo:

Commissione europea

Direzione generale Concorrenza

Protocollo Concentrazioni

J-70

B-1049 Bruxelles/Brussel


(1)  GU L 24 del 29.1.2004, pag. 1.

(2)  GU C 56 del 5.3.2005, pag. 32.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/48


Non opposizione ad un'operazione di concentrazione notificata

(Caso n. COMP/M.4242 — Thermo Electron/Fisher Scientific)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2006/C 297/14)

Il 9.11.2006 la Commissione ha deciso di non opporsi alla suddetta operazione di concentrazione notificata e di dichiararla compatibile con il mercato comune. La decisione si basa sull'articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 139/2004 del Consiglio. Il testo integrale della decisione è disponibile unicamente in lingua inglese e verrà reso pubblico dopo che gli eventuali segreti commerciali in esso contenuti saranno stati espunti. Il testo della decisione sarà disponibile:

sul sito Internet di Europa nella sezione dedicata alla concorrenza (http://ec.europa.eu/comm/competition/mergers/cases/). Il sito offre varie modalità per la ricerca delle singole decisioni, tra cui indici per società, per numero del caso, per data e per settore,

in formato elettronico sul sito EUR-Lex, al documento n.32006M4242. EUR-Lex è il sistema di accesso in rete al diritto comunitario. (http://eur-lex.europa.eu)


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/48


Non opposizione ad un'operazione di concentrazione notificata

(Caso n. COMP/M.4271 — Daikin/OYL)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2006/C 297/15)

Il 2.10.2006 la Commissione ha deciso di non opporsi alla suddetta operazione di concentrazione notificata e di dichiararla compatibile con il mercato comune. La decisione si basa sull'articolo 6, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (CE) n. 139/2004 del Consiglio. Il testo integrale della decisione è disponibile unicamente in lingua inglese e verrà reso pubblico dopo che gli eventuali segreti commerciali in esso contenuti saranno stati espunti. Il testo della decisione sarà disponibile:

sul sito Internet di Europa nella sezione dedicata alla concorrenza (http://ec.europa.eu/comm/competition/mergers/cases/). Il sito offre varie modalità per la ricerca delle singole decisioni, tra cui indici per società, per numero del caso, per data e per settore,

in formato elettronico sul sito EUR-Lex, al documento n.32006M4271. EUR-Lex è il sistema di accesso in rete al diritto comunitario. (http://eur-lex.europa.eu)


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/49


Non opposizione ad un'operazione di concentrazione notificata

(Caso n. COMP/M.4428 — AXA/Gerflor)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2006/C 297/16)

Il 15.11.2006 la Commissione ha deciso di non opporsi alla suddetta operazione di concentrazione notificata e di dichiararla compatibile con il mercato comune. La decisione si basa sull'articolo 6, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (CE) n. 139/2004 del Consiglio. Il testo integrale della decisione è disponibile unicamente in lingua inglese e verrà reso pubblico dopo che gli eventuali segreti commerciali in esso contenuti saranno stati espunti. Il testo della decisione sarà disponibile:

sul sito Internet di Europa nella sezione dedicata alla concorrenza (http://ec.europa.eu/comm/competition/mergers/cases/). Il sito offre varie modalità per la ricerca delle singole decisioni, tra cui indici per società, per numero del caso, per data e per settore,

in formato elettronico sul sito EUR-Lex, al documento n.32006M4428. EUR-Lex è il sistema di accesso in rete al diritto comunitario. (http://eur-lex.europa.eu)


SPAZIO ECONOMICO EUROPEO

Autorità di vigilanza EFTA

7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/50


Informazioni comunicate dagli Stati EFTA sugli aiuti di Stato concessi ai sensi dell'atto di cui al punto 1 f dell'Allegato XV all'Accordo SEE [regolamento (CE) n. 70/2001 della Commissione, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese]

(2006/C 297/17)

Numero dell'aiuto

Aiuto alle piccole e medie imprese 1/2006

Stato EFTA

Norvegia

Regione

Hordaland, Norvegia occidentale

Titolo del regime di aiuti

Pilotprosjekt for å utløyse ei bioenerginæring i Hordaland.

(Progetto pilota per incentivare l'insediamento del settore della bioenergia nella regione di Hordaland)

Base giuridica

Budget decision dated 12.10.2005, Hordaland County Council, (fylkestinget), letter from Hordaland County Council 17.1.2006

Spesa annua prevista per il regime

Importo annuo totale:

0,25 milioni di EUR nel 2006 (2 milioni di NOK), 0,125 milioni di EUR nel 2007 (1 milione di NOK), 0,125 milioni di EUR nel 2008 (1 milione di NOK)

Intensità massima dell'aiuto

Conformemente all'articolo 4, paragrafi da 2 a 6, e all'articolo 5 del regolamento

Data di applicazione

16.3.2006

Durata del regime

31.12.2008

Obiettivo dell'aiuto

Aiuto alle piccole e medie imprese

Aiuto all'investimento e aiuto per consulenze e altri servizi.

Settori economici interessati

Aiuto limitato a settori specifici: altre industrie manifatturiere (bioenergia)

Nome e indirizzo dell'autorità che concede l'aiuto

Osterfjord Næringssamarbeid

N-5282 Lonevåg

Concessione di singoli aiuti di importo elevato

Conformemente all'articolo 6 del regolamento


Corte EFTA

7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/51


SENTENZA DELLA CORTE

del 3 maggio 2006

nella causa E-3/05

Autorità di vigilanza EFTA contro Regno di Norvegia

(Mancata ottemperanza agli obblighi di una parte contraente — libera circolazione dei lavoratori — sicurezza sociale per lavoratori migranti con familiari residenti in uno Stato EFTA diverso da quello della sede di lavoro — obbligo di residenza nella regione ai fini degli assegni familiari — articolo 73 del regolamento (CEE) n. 1408/71 — articolo 7, paragrafo 2, del regolamento (CEE) n. 1612/68 — discriminazione — giustificazione al fine di promuovere un insediamento durevole)

(2006/C 297/18)

Nella causa E-3/05, Autorità di vigilanza EFTA contro Regno di Norvegia — ISTANZA di dichiarazione secondo cui il Regno di Norvegia è venuto meno agli obblighi derivanti dall'articolo 73 dell'atto di cui al punto 1 dell'allegato VI dell'accordo SEE (regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio, del 14 giugno 1971, relativo all'applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all'interno della Comunità), adattato all'accordo SEE con il protocollo n. 1; o, in alternativa, mantenendo lo stesso obbligo, il Regno di Norvegia è venuto meno agli obblighi derivanti dall'articolo 7, paragrafo 2, dell'atto di cui al punto 2 dell'allegato V (regolamento (CEE) n. 1612/68 del Consiglio, del 15 ottobre 1968, relativo alla libera circolazione dei lavoratori all'interno della Comunità), adattato all'accordo SEE con il protocollo n. 1, la Corte, composta da: Carl Baudenbacher, presidente, Henrik Bull e Thorgeir Örlygsson (giudice relatore), giudici, ha pronunciato il 3 maggio 2006 una sentenza dal seguente dispositivo:

1.

Respinge la domanda.

2.

Condanna l'Autorità di vigilanza EFTA al pagamento delle spese processuali della convenuta.


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/52


SENTENZA DELLA CORTE

del 29 giugno 2006

nelle cause congiunte E-5/05, E-6/05, E-7/05, E-8/05 e E-9/05

Autorità di vigilanza EFTA contro Principato del Liechtenstein

[Mancato adempimento dei propri obblighi da parte di una parte contraente — Direttiva 2002/77/CE della Commissione, del 16 settembre 2002, relativa alla concorrenza nei mercati delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica — Direttiva 2002/19/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa all'accesso alle reti di comunicazione elettronica e alle risorse correlate, e all'interconnessione delle medesime (direttiva accesso) — Direttiva 2002/20/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (direttiva autorizzazioni) — Direttiva 2002/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva quadro) — Direttiva 2002/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica (direttiva servizio universale)]

(2006/C 297/19)

Nelle cause congiunte E-5/05, E-6/05, E-7/05, E-8/05 e E-9/05, Autorità di vigilanza EFTA conto Principato del Liechtenstein — RICHIESTA di una dichiarazione in base alla quale, non adottando entro i termini previsti, o non notificando all'Autorità di vigilanza l'adozione delle misure necessarie all'esecuzione degli atti di cui al punto 13a dell'Allegato XIV e punti 5cj, 5ck, 5cl e 5cm dell'Allegato XI dell'Accordo SEE, cioè la direttiva della Commissione 2002/77/CE del 16 settembre 2002 e le direttive 2002/19/CE, 2002/20/CE, 2002/21/CE e 2002/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 marzo 2002, nella forma in cui sono stati adattati all'Accordo SEE dal Protocollo 1 e gli adattamenti settoriali contenuti negli allegati XIV e XI di tale Accordo, il Principato del Liechtenstein non ha adempiuto agli obblighi che gli incombevano a norma di tali atti e a norma dell'art. 7 dell'Accordo SEE, la Corte, costituita da: Carl Baudenbacher, Presidente, Thorgeir Örlygsson e Henrik Bull (giudice relatore), giudici, il 29 giugno 2006, sentenzia e statuisce che

1.

non adottando entro i termini previsti, o non notificando all'Autorità di vigilanza l'adozione delle misure necessarie all'esecuzione degli atti di cui al punto 13a dell'Allegato XIV e punti 5cj, 5ck, 5cl e 5cm dell'Allegato XI dell'Accordo SEE, cioè la direttiva della Commissione 2002/77/CE del 16 settembre 2002 e le direttive 2002/19/CE, 2002/20/CE, 2002/21/CE e 2002/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 marzo 2002, nella forma in cui sono stati adattati all'Accordo SEE dal Protocollo 1 e gli adattamenti settoriali contenuti negli allegati XIV e XI di tale Accordo, il Principato del Liechtenstein non ha adempiuto agli obblighi che gli incombevano a norma di tali atti e a norma dell'art. 7 dell'Accordo SEE.

2.

Condanna il Principato del Liechtenstein al pagamento delle spese di giudizio.


Rettifiche

7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/53


Rettifica dell'aiuto di Stato N. 625/06 — Italia

( Gazzetta ufficiale dell'Unione europea C 291 del 30 novembre 2006 )

(2006/C 297/20)

A pagina 16, nella seconda riga «Numero dell'aiuto»:

anziché:

«N. 625/06»,

leggi:

«N 625/06».


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/53


Rettifica dell'aiuto di Stato N. 51/06 — Italia

( Gazzetta ufficiale dell'Unione europea C 291 del 30 novembre 2006 )

(2006/C 297/21)

A pagina 17, nella seconda riga «Numero dell'aiuto»:

anziché:

«N. 51/06»,

leggi:

«NN 51/06».


7.12.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 297/53


UK-Cardiff: Esercizio di un servizio aereo di linea

Bando di gara pubblicato dal Regno Unito ai sensi dell'articolo 4, paragrafo 1, lettera d), del regolamento (CEE) n. 2408/92 del Consiglio, per l'esercizio di un servizio aereo di linea sulla rotta Cardiff-RAF Valley (Anglesey)

( Gazzetta ufficiale dell'Unione europea C 248 del 14.10.2006 )

( Supplemento alla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea n. S 197 del 14.10.2006 , procedura aperta, 208709-2006)

(2006/C 297/22)

Head of Procurement, Procurement Branch 6, RNR Division, Room 2-045, National Assembly for Wales, Cathays Park, Cardiff CF10 3NQ, United Kingdom.

anziché:

9.   Termine per la presentazione delle offerte: 1 mese dalla data di pubblicazione della presente comunicazione.

leggi:

9.   Termine per la presentazione delle offerte: 20.12.2006.