ISSN 1725-2466

Gazzetta ufficiale

dell'Unione europea

C 204

European flag  

Edizione in lingua italiana

Comunicazioni e informazioni

49o anno
26 agosto 2006


Numero d'informazione

Sommario

pagina

 

I   Comunicazioni

 

Commissione

2006/C 204/1

Tassi di cambio dell'euro

1

2006/C 204/2

Autorizzazione degli aiuti di Stato sulla base degli articoli 87 e 88 del trattato CE — Casi contro i quali la Commissione non solleva obiezioni ( 1 )

2

2006/C 204/3

Aiuto di Stato — Svezia — Aiuto C 35/2006 (ex NN 37/2006) — Vendita di un terreno al di sotto del prezzo di mercato — Invito a presentare osservazioni ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE ( 1 )

5

2006/C 204/4

Aiuto di Stato — Regno Unito (Articoli da 87 a 89 del trattato che istituisce la Comunità europea) — Comunicazione della Commissione ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE, agli altri Stati membri e ai terzi interessati — Aiuto di Stato n. C 16/2005 (ex N 232/2004) — vendita di Tote ( 1 )

8

2006/C 204/5

Aiuti di Stato — Germania — Aiuto di Stato n. C 34/2006 (ex N 29/2005) — Introduzione della televisione terrestre digitale (DVB-T) nella Renania settentrionale-Vestfalia — Invito a presentare osservazioni ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE ( 1 )

9

2006/C 204/6

Pubblicazione di una domanda a norma dell'articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari.

26

2006/C 204/7

Pubblicazione di una domanda di registrazione ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari

30

2006/C 204/8

Notifica preventiva di una concentrazione (Caso n. COMP/M.4091 — Linde/Spectra) ( 1 )

33

2006/C 204/9

Notifica preventiva di una concentrazione (Caso n. COMP/M.4182 — Hörmann/MN/ACP JV) — Caso ammissibile alla procedura semplificata ( 1 )

34

2006/C 204/0

Notifica preventiva di una concentrazione (Caso n. COMP/M.4294 — Arcelor/SNCFL/CFL Cargo) ( 1 )

35

 

III   Informazioni

 

Commissione

2006/C 204/1

Bando di gara per la restituzione all'esportazione di avena dalla Finlandia e dalla Svezia per la campagna 2006/2007

36

 


 

(1)   Testo rilevante ai fini del SEE

IT

 


I Comunicazioni

Commissione

26.8.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 204/1


Tassi di cambio dell'euro (1)

25 agosto 2006

(2006/C 204/01)

1 euro=

 

Moneta

Tasso di cambio

USD

dollari USA

1,2762

JPY

yen giapponesi

149,64

DKK

corone danesi

7,4608

GBP

sterline inglesi

0,67620

SEK

corone svedesi

9,2231

CHF

franchi svizzeri

1,5809

ISK

corone islandesi

89,36

NOK

corone norvegesi

8,0655

BGN

lev bulgari

1,9558

CYP

sterline cipriote

0,5761

CZK

corone ceche

28,175

EEK

corone estoni

15,6466

HUF

fiorini ungheresi

277,34

LTL

litas lituani

3,4528

LVL

lats lettoni

0,6960

MTL

lire maltesi

0,4293

PLN

zloty polacchi

3,9259

RON

leu rumeni

3,5253

SIT

tolar sloveni

239,58

SKK

corone slovacche

37,730

TRY

lire turche

1,8882

AUD

dollari australiani

1,6797

CAD

dollari canadesi

1,4122

HKD

dollari di Hong Kong

9,9280

NZD

dollari neozelandesi

2,0083

SGD

dollari di Singapore

2,0149

KRW

won sudcoreani

1 227,64

ZAR

rand sudafricani

9,1118

CNY

renminbi Yuan cinese

10,1794

HRK

kuna croata

7,3050

IDR

rupia indonesiana

11 654,90

MYR

ringgit malese

4,696

PHP

peso filippino

65,581

RUB

rublo russo

34,1960

THB

baht thailandese

48,072


(1)  

Fonte: tassi di cambio di riferimento pubblicati dalla Banca centrale europea.


26.8.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 204/2


Autorizzazione degli aiuti di Stato sulla base degli articoli 87 e 88 del trattato CE

Casi contro i quali la Commissione non solleva obiezioni

(2006/C 204/02)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

Data della decisione:

Stato membro: Italia

Numero dell'aiuto: N 11/06

Denominazione: Proroga del regime di aiuti alla tutela dell'ambiente N 433/04 della Regione Friuli-Venezia Giulia

Obiettivo: Tutela dell'ambiente

Base giuridica: Decisione della Giunta Regionale n. 1002 del 22 aprile 2004 concernente la Legge regionale 18/2003

Stanziamento: 2 milioni di EUR

Intensità o importo dell'aiuto: 30 % più eventuali maggiorazioni del 10 % per le PMI o del 5 % per le imprese situate in zone ex articolo 87, paragrafo 3, lettera c). 15 % per le PMI che adattano nuove norme comunitarie

Durata: 2006-2007

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data della decisione:

Stato membro: Cipro

Numero dell'aiuto: N 65/2006

Denominazione: Tροποποίηση του καθεστώτος ενισχύσεων για τεχνολογική αναβάθμιση του μεταποιητικού τομέα

Obiettivo: Sviluppo regionale — PMI

Base giuridica: Υπ. Α. 15.11.2005

Spesa annuale prevista: 5,1 milioni di EUR

Durata:

Settore economico: Industria manifatturiera

Nome e indirizzo dell'autorità che concede l'aiuto: Ministry of Commerce, Industry and Tourism, Nicosia

Altre informazioni: Regime — Sovvenzione diretta

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data della decisione:

Stato membro: Regno Unito

Numero dell'aiuto: N 117/2005

Denominazione: raggruppamento degli appalti pubblici per i servizi di banda larga in Scozia

Obiettivo: le misure previste mirano a consentire a diversi servizi pubblici, quali scuole, librerie e municipi di determinate aree della Scozia, di avere accesso ai servizi avanzati di banda larga. Il progetto mira ad aggregare la domanda di detti servizi del settore pubblico e a soddisfarla tramite appalti pubblici

Base giuridica: The measure will be implemented under Section 69 of the Local Government Act 1973 and Section 20 of the Local Government in Scotland Act 2003

Stanziamento: lo stanziamento complessivo per gli appalti pubblici finanziati con risorse statali dovrebbe ammontare a 100 milioni di GBP (circa 145 milioni di EUR)

Intensità o importo dell'aiuto: 100 %

Durata: 5-7 anni

Altre informazioni: i fornitori selezionati dovranno assicurare l'accesso generalizzato e non discriminatorio degli altri operatori, qualora utilizzino parte delle infrastrutture fornite nel quadro del progetto per servire l'utenza domestica e commerciale

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data della decisione:

Stato membro: Regno Unito

Numero dell'aiuto: N 194/2006

Denominazione: Screen East Content Investment Fund

Obiettivo: Capitale di rischio per le PMI

Base giuridica: «National Lottery Act 1993» amendment of section 23 (No 2) Order 1999

Stanziamento: 2 285 714 GBP (circa 3,32 milioni di EUR)

Durata: Fino al 30 settembre 2008

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data della decisione:

Stato membro: Irlanda

Numero dell'aiuto: N 230/2006

Denominazione: Transitional extension to the scheme of reliefs for the renewal of certain urban areas (ex N 264/2004 and 270/2002)

Obiettivo: Aiuto regionale

Base giuridica: Finance Act 2006

Stanziamento: 20 milioni di EUR

Intensità o importo dell'aiuto: 4,4-11,56 % netto

Durata:

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data della decisione:

Stato membro: Irlanda

Numero dell'aiuto: N 231/2006

Denominazione: Transitional extension to the scheme of reliefs for the renewal of certain rural areas (ex N 257/2004 and N 271/2002)

Obiettivo: Aiuto regionale

Base giuridica: Finance Act 2006

Stanziamento: 4 milioni di EUR

Intensità o importo dell'aiuto: 4,4-11,56 % netto

Durata:

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data della decisione:

Stato membro: Irlanda

Numero dell'aiuto: N 232/2006

Denominazione: State Aid No N 232/2006 — Transitional extension to Capital Allowances Depreciation Regime for Hotels in Ireland (ex N 832/2000) — Ireland

Obiettivo: Aiuto a finalità regionale

Base giuridica: Finance Act 2006

Stanziamento: 35 000 000 di EUR

Intensità o importo dell'aiuto: 4,5 %/12,5 % netto

Durata:

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data della decisione:

Stato membro: Italia

Numero dell'aiuto: N 512/2005

Denominazione: Aiuto di Stato per il salvataggio di imprese in difficoltà — Volare Airlines SpA

Obiettivo: Proseguimento dell'attività dell'impresa, salvaguardia dell'occupazione e degli interessi dei creditori. (trasporto aereo)

Forma dell'aiuto: Garanzia su credito bancario

Base giuridica:

Decreto-legge n. 270 dell'8 luglio 1999 — Nuova disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, a norma dell'articolo 1 della legge n. 274 del 30 luglio 1998 (articoli 55, 58 e 109). Legge n. 95 del 3 aprile 1979 — Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge n. 26 del 30 gennaio 1979 recante — Provvedimenti urgenti per l'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. (articolo 2 bis).

Legge n. 39 del 18 febbraio 2004 –Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge n. 347 del 23 dicembre 2003 recante — Misure urgenti per la ristrutturazione industriale delle grandi imprese in stato di insolvenza e sue modifiche ed integrazioni (decreto-legge n. 19 del 3 maggio 2004 convertito, con modificazioni, con legge n. 116 del 5 luglio 2004).

Decreto-legge n. 281 del 29 novembre 2004 convertito con legge n. 6 del 28 gennaio 2005 che modifica il decreto 347/2003

Intensità o importo dell'aiuto: 25 milioni di EUR

Durata: 6 mesi

Altre informazioni: Trasmissione di relazioni periodiche sull'esecuzione dell'aiuto

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data della decisione:

Numero dell'aiuto: N 563/05

Stato membro: Francia (Dipartimento del Var)

Denominazione: Aiuto a Ryanair per il servizio aereo tra Toulon e Londra

Base giuridica: Loi no 2005-882 du 2 août 2005

Stanziamento: 500 000 EUR all'anno per 3 anni

Intensità o importo dell'aiuto: 50 % dei costi aggiuntivi

Durata: 3 anni

Settore economico interessato: Trasporti aerei

Nome ed indirizzo dell'autorità che concede l'aiuto:

Chambre de commerce et d'industrie du Var

Aéroport international Toulon-Hyères

Boulevard de la Marine

F-83418 Hyères Cedex

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data della decisione:

Stato membro: Polonia [Dolny Śląsk]

Numero dell'aiuto: N 629/2005

Denominazione: Pomoc regionalna dla Global e-Business Operations Centre Sp. z o. o.

Obiettivo: Aiuto regionale [attività di consulenza contabile (classe Nace 74.12)]

Base giuridica: Umowa ramowa o udzielenie dotacji celowej z dnia 15 kwietnia 2005 r. pomiędzy Ministrem Gospodarki i Pracy a Global e-Business Operations Centre Sp. z o. o, Uchwała nr 33/2004 z dnia 1 lutego 2005 r. w sprawie ustanowienia programu wieloletniego pod nazwą «Wsparcie finansowe inwestycji realizowanej przez Global e-Business Operations Centre Sp. z o. o., we Wrocławiu pod nazwą: “Global Business Centre”, w latach 2005-2009»

Art. 80 ustawy z dnia 26 listopada 1998 r. o finansach publicznych (Dz. U. z 2003 r., Nr 15, poz. 148)

Stanziamento: L'aiuto globale accordato ammonta a PLZ 8 640 000

Intensità o importo dell'aiuto: 10,53 %

Durata: Fino al 31.12.2009

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/

Data della decisione:

Stato membro: Germania

Numero dell'aiuto: NN 7/2006

Denominazione: Forschungskonzept «Mobilität und bodengebundener Verkehr»

Obiettivo: Ricerca e sviluppo (Tutti i settori)

Base giuridica: Bundeshaushaltsplan, Einzelplan 30, Kapitel 3006, Titel 68340

Stanziamento: 80 000 000 EUR

Intensità d'aiuto massima: 100 %

Durata: 1.1.2005-31.12.2006

Il testo delle decisioni nelle lingue facenti fede, ad eccezione dei dati riservati, è disponibile sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/


26.8.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 204/5


AIUTO DI STATO — SVEZIA

Aiuto C 35/2006 (ex NN 37/2006) — Vendita di un terreno al di sotto del prezzo di mercato

Invito a presentare osservazioni ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE

(2006/C 204/03)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

Con la lettera del 19/07/2006, riprodotta nella lingua facente fede dopo la presente sintesi, la Commissione ha notificato alla Svezia la propria decisione di avviare il procedimento di cui all'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE in relazione all'aiuto succitato.

La Commissione invita gli interessati a presentare osservazioni entro un mese dalla data di pubblicazione della presente sintesi e della lettera che segue, inviandole al seguente indirizzo:

Commissione europea

Direzione generale della Concorrenza

Protocollo Aiuti di Stato

Rue de la Loi/Wetstraat, 200

B-1049 Bruxelles/Brussel

Fax: (32-2) 296 12 42

Dette osservazioni saranno comunicate alla Svezia. Su richiesta scritta e motivata degli autori delle osservazioni, la loro identità non sarà rivelata.

SINTESI

Il 14 novembre 2005 la Commissione è stata informata da un terzo interessato della vendita effettuata, secondo quanto asserito, ad un prezzo inferiore a quello di mercato di un lotto di terreno dal comune di Åre a Konsum Jämtland ekonomisk förening, società cooperativa che vende beni di consumo.

Il denunciante sostiene che Lidl Sverige KB, concorrente diretto dell'acquirente del terreno nel settore del commercio al dettaglio di prodotti dell'alimentazione, aveva presentato un'offerta ufficiale di 6,6 milioni di corone svedesi per lo stesso terreno, mentre il prezzo effettivo di vendita era di 2 milioni di corone svedesi. L'importo del presunto aiuto è quindi di 4,6 milioni di corone svedesi (attualmente 0,5 milioni di euro).

Da un primo esame alla Commissione risulta che l'operazione comporta aiuto di Stato ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 1, del trattato CE. L'offerta presentata da Lidl sembra essere direttamente comparabile al prezzo effettivo dell'operazione. Il mercato rilevante è aperto agli scambi intracomunitari. La vendita del terreno non sembra essere conforme alle disposizioni contenute nella comunicazione della Commissione relativa agli elementi di aiuto di Stato connessi alle vendite di terreni e fabbricati da parte di pubbliche autorità (1), in particolare in quanto la vendita non è stata effettuata tramite una procedura di gara incondizionata e non vi è alcuna prova ufficiale di una valutazione del terreno da parte di periti indipendenti.

Poiché l'operazione non è stata notificata, la Commissione conclude in via preliminare che la Svezia non ha soddisfatto l'obbligo ad essa incombente ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del trattato CE di comunicare alla Commissione in tempo utile perché presenti le sue osservazioni, i progetti diretti a istituire o modificare aiuti. La misura è stata quindi considerata come un aiuto illegale.

La Commissione nutre seri dubbi circa la compatibilità di siffatto aiuto di Stato con il trattato CE. La misura non può essere considerata come un aiuto all'investimento iniziale in base agli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale (2). Essa sembra costituire un aiuto al funzionamento che non è autorizzato in regioni assistite ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, del trattato CE, in base agli stessi orientamenti. In questa fase la Commissione ritiene che non vi siano altre basi giuridiche per considerare compatibile la misura in questione.

Conformemente all'articolo 14 del regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio, ogni aiuto illegale può formare oggetto di recupero presso il beneficiario.

TESTO DELLA LETTERA

«Kommissionen önskar informera Sverige om att den, efter att ha granskat uppgifter som tillhandahållits av Era myndigheter om den ovannämnda stödåtgärden, har beslutat inleda det förfarande som anges i artikel 88.2 i EG-fördraget.

1.   FÖRFARANDE

1.

Genom ett klagomål som registrerades den 14 november 2005 informerade Stiftelsen den nya välfärden (the New Welfare Foundation) kommissionen om kommunen Åres försäljning av tomtmark till Konsum Jämtland ekonomisk förening (nedan kallat Konsum) som påstods omfatta olagligt statligt stöd.

2.

Genom två skrivelser av den 3 januari 2006 begärde kommissionen kompletterande upplysningar om transaktionen från de svenska myndigheterna respektive klaganden. Klaganden svarade genom en skrivelse av den 31 januari 2006 (som registrerades den 2 februari 2006) och de svenska myndigheterna svarade genom skrivelser av den 2 mars 2006 och den 28 mars 2006 (som registrerades den 3 mars 2006 respektive den 29 mars 2006).

2.   BESKRIVNING AV STÖDÅTGÄRDEN

Påstådd stödmottagare

3.

Konsum är en kooperativ förening som säljer konsumentvaror, inklusive livsmedel och dagligvaror, i hela Jämtland. Under 2004 hade Konsum en omsättning på 260 miljoner kronor (nuvärde 28 miljoner euro).

4.

Den 1 januari 2006 slogs Konsum Jämtland ekonomisk förening ihop med Konsum Nord ekonomisk förening. Båda föreningarna samarbetar med Kooperativa Förbundet (nedan kallat KF), som är en sammanslutning av svenska kooperativa föreningar. KF är moderbolag till koncernen KF som bland annat äger norska detaljhandelsföretag och som under 2004 hade en omsättning på ungefär 29 miljarder kronor (nuvärde 3 miljarder euro).

Den klagande

5.

Klaganden, Stiftelsen den nya välfärden, är en organisation som arbetar för företagande och som finansieras genom bidrag från ett stort antal företag. Stiftelsens mål är att verka för bättre näringslivsförutsättningar, huvudsakligen genom Företagarombudsmannen.

6.

Detta klagomål har lämnats för en av dess medlemmars räkning, Lidl Sverige KB (nedan kallat Lidl). Lidl var den första utländska aktören inom livsmedelssektorn att träda in på den svenska marknaden med en egen distributionskanal och företaget är en direkt konkurrent till Konsum inom detaljhandelssektorn för livsmedel och dagligvaror.

Påstått statligt stöd

7.

Den 15 oktober 2005 beslutade kommunstyrelsen i Åre att sälja tomtmark i Produkthusområdet (Åre Prästbord 1:30, 1:68 och 1:69) till Konsum som påstås ligga under marknadspris. Försäljningen har inte föregåtts av något anbudsförfarande.

8.

Priset för transaktionen var 2 miljoner kronor (nuvärde 215 314 euro). Genom ett e-postmeddelande av den 23 augusti 2005 inkom Lidl med ett formellt anbud på 6,6 miljoner kronor (nuvärde 710 602 euro) för samma mark. Anbudet offentliggjordes i lokalmedierna. Det påstådda stödet uppgår därmed till 4,6 miljoner kronor (nuvärde 495 268 euro).

9.

Efter anbudet från Lidl ökade försäljningspriset successivt från 1 krona till 1 miljon kronor och slutligen till 2 miljoner kronor.

10.

Transaktionen har överklagats och hänskjutits till länsrätten i Jämtlands län.

De svenska myndigheternas argument

11.

Enligt de svenska myndigheterna är inte kommunen rättsligt skyldig att inleda ett anbudsförfarande vid försäljning av mark.

12.

Försäljningspriset fastställdes på grundval av informella kontakter med lokala experter och en angränsande kommun och på en värdering av Ernst & Young Real Estate. Inga formella bevis på någon oberoende värdering av marken har dock lämnats.

13.

De svenska myndigheterna menade att försäljningen till Konsum var ett led i ett antal marktransaktioner som bland annat omfattade Konsums försäljning av mark i ett annat område i Åre som kommunen hade för avsikt att använda för andra utvecklingsändamål. Genom försäljningen av marken flyttade Konsum sin verksamhet och gjorde det därmed möjligt för kommunen att uppnå sin målsättning. Om Lidls anbud hade godtagits skulle inte kommunen ha kunnat fullfölja den nya utvecklingsplanen, då Konsum skulle ha fortsatt sin verksamhet i de gamla lokalerna. I köpekontraktet nämns ingen annan försäljning av mark och inte heller värdet på den mark Konsum sålde i det andra området i Åre.

Den klagandes argument

14.

Enligt klaganden var inte Lidls anbud kopplat till några särskilda villkor. Kommunen skulle därmed ha kunnat ingå ett köpeavtal med Lidl som helt motsvarar det som ingicks med Konsum. Därmed är de två anbuden direkt jämförbara.

15.

De systematiska prishöjningarna till följd av Lidls anbud visar att kommunens avsikt varit att sälja marken under marknadsvärdet.

16.

Klaganden hävdade vidare att kommunen inte erbjudit Lidl någon alternativ lokalisering och därför utgjorde försäljningen till Konsum ett etableringshinder för Lidl.

3.   BEDÖMNING AV STÖDÅTGÄRDEN

Statligt stöd enligt artikel 87.1

17.

På grundval av de uppgifter som lämnats kan inte förekomsten av statligt stöd i enlighet med innebörden i artikel 87.1 uteslutas.

Användning av offentliga medel

18.

På grundval av tillgängliga uppgifter verkar det troligt att det pris Konsum betalade för marken låg under marknadsvärdet och att offentliga medel därmed har använts.

19.

Det påstådda stödbeloppet på 4,6 miljoner kronor (nuvärde 495 268 euro) överskrider det tak på 100 000 euro som fastställs i kommissionens förordning nr 69/2001 av den 12 januari 2001 om tillämpningen av artiklarna 87 och 88 i EG-fördraget på stöd av mindre betydelse (3).

20.

Anbuden från Konsum och Lidl verkar vara direkt jämförbara och inga särskilda villkor verkar vara kopplade till Lidls anbud. Höjningarna av försäljningspriset efter det att Lidl tillkännagav sitt anbud stödjer denna preliminära slutsats.

Gynnande av vissa företag

21.

Om statliga medel förekommer finns det inga tvivel på att de gynnar ett visst företag.

Snedvridning av konkurrensen och påverkan på handeln mellan medlemsstaterna

22.

Om statliga medel ingår påverkas en stor internationell aktör – Lidl – då en direkt konkurrent tagit emot offentliga medel som Lidl inte haft tillgång till.

23.

Konsum verkar vara ett i huvudsak regionalt företag, men det är också kopplat till KF, en stor sammanslutning av svenska kooperativa föreningar, som också bedriver verksamhet i Norge.

24.

Den berörda sektorn, detaljhandelsförsäljning av livsmedel och dagligvaror, är öppen för handel inom gemenskapen.

25.

Då en internationellt aktiv konkurrent i en sektor som är öppen för handel inom gemenskapen har påverkats, kan det inte uteslutas att också handeln mellan medlemsstaterna påverkas.

26.

Försäljningen av marken har inte gjorts i enlighet med bestämmelserna i kommissionens meddelande om inslag av stöd vid statliga myndigheters försäljning av mark och byggnader (4) (nedan kallat meddelandet) av följande orsaker:

Försäljningen utfördes inte genom ett villkorslöst anbudsförfarande.

De svenska myndigheterna har inte lämnat bevis på att en oberoende expertvärdering av marken gjorts i enlighet med meddelandet.

Trots att kommunen gjorde en vinst vid försäljningen förvärvades marken redan under 1998, och inköpspriset kan inte betraktas som en giltig indikator när det gäller marknadsvärdet för marken under 2005 i enlighet med innebörden i meddelandet.

Kravet på anmälan

27.

Försäljningen av marken godkändes av kommunstyrelsen i Åre den 5 oktober 2005. Försäljningen anmäldes inte till kommissionen.

28.

Därför anser kommissionen preliminärt att Sverige underlåtit att uppfylla sin skyldighet att, i enlighet med artikel 88.3 i EG-fördraget, i god tid informera kommissionen så att den kan lämna synpunkter på eventuella planer på att bevilja eller ändra stöd. Stödåtgärden måste därför behandlas som olagligt stöd.

Förenlighet

29.

Om det bekräftas att statligt stöd ingår förefaller detta stöd vara oförenligt med fördraget, av de orsaker som anges nedan.

30.

Transaktionen utfördes i ett stödberättigat område enligt artikel 87.3 c i EG-fördraget. Försäljning av mark till ett förmånligt pris kan i princip betraktas som förenligt med investeringsstöd enligt riktlinjerna för statligt stöd för regionala ändamål (nedan kallade riktlinjerna) (5). Det är dock tydligt att denna stödåtgärd inte ingår som en del i en regional stödordning. Riktlinjerna omfattar normalt inte sådana särskilda åtgärder. Stödåtgärden förefaller inte heller relatera till någon ny investering eller bidra till regional utveckling, då den bara inbegriper en omlokalisering av en befintlig verksamhet inom regionen. Slutligen verkar inte stimulanskriteriet vara uppfyllt, då stödmottagaren inte lämnat någon formell ansökan om stöd och en liknande investering skulle ha kunnat genomföras utan stöd (av Lidl).

31.

Försäljningen av marken förefaller utgöra driftstöd som, i enlighet med punkt 4.15 i riktlinjerna, inte är tillåtet i stödberättigade områden i enlighet med artikel 87.3 i EG-fördraget.

32.

I detta skede anser kommissionen att det inte finns någon ytterligare rättslig grund för att undanta denna stödåtgärd från principen om stödets oförenlighet.

Slutsats

33.

Kommissionen anser att det är sannolikt att det vid försäljningen av marken förekom statligt stöd enligt artikel 87.1 i EG-fördraget. Kommissionen hyser också allvarliga tvivel på om det eventuella statliga stödet är förenligt med EG-fördraget.

4.   BESLUT

34.

Detta beslut skall betraktas som ett beslut om att inleda det formella granskningsförfarandet i enlighet med artikel 88.2 i EG-fördraget och rådets förordning (EG) nr 659/1999 (6). Kommissionen uppmanar Sverige att, inom ramen för förfarandet i artikel 88.2 i EG-fördraget, inom en månad från mottagandet av denna skrivelse inkomma med synpunkter och tillhandahålla alla upplysningar som kan bidra till undersökningen av åtgärden. Upplysningarna skall särskilt innehålla följande:

Om tillgängligt, formella bevis på en oberoende värdering av marken som visar att transaktionspriset låg i linje med marknadspraxis.

Om tillgängligt, formella bevis som visar att transaktionen ingick som ett led i ett antal marktransaktioner som tillsammans var finansiellt neutrala för Åre kommun.

Motivering till transaktionens förenlighet med EU:s regler om statligt stöd (särskilt reglerna om statligt regionalstöd).

En förklaring av eventuella kvalitativa skillnader mellan Lidls anbud och det köpeavtal som ingicks med Konsum.

35.

Kommissionen anmodar Sverige att omgående vidarebefordra en kopia av denna skrivelse till Konsum.

36.

Kommissionen påminner Sverige om att artikel 88.3 i EG-fördraget har uppskjutande verkan och hänvisar till artikel 14 i rådets förordning (EG) nr 659/1999, som föreskriver att allt olagligt stöd kan återkrävas från mottagaren.

37.

Kommissionen meddelar Sverige att den kommer att underrätta alla berörda parter genom att offentliggöra denna skrivelse och en sammanfattning av den i Europeiska unionens officiella tidning. Kommissionen kommer även att underrätta berörda parter i de Eftaländer som är avtalsslutande parter i EES-avtalet genom att offentliggöra ett tillkännagivande i EES-supplementet till EUT, samt Eftas övervakningsmyndighet genom att skicka en kopia av denna skrivelse. Samtliga berörda parter uppmanas att inkomma med synpunkter inom en månad från dagen för offentliggörandet.»


(1)  GU C 209 del 10 luglio 1997, pag. 3.

(2)  GU C 74 del 10 marzo 1998, pag. 9.

(3)  EGT L 10, 13.1.2001, s. 30.

(4)  EGT C 209, 10.7.1997, s. 3.

(5)  EGT C 74, 10.3.1998, s. 9.

(6)  EUT L 83, 27.3.1999, s. 1.


26.8.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 204/8


AIUTO DI STATO — REGNO UNITO

(Articoli da 87 a 89 del trattato che istituisce la Comunità europea)

Comunicazione della Commissione ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE, agli altri Stati membri e ai terzi interessati

Aiuto di Stato n. C 16/2005 (ex N 232/2004) — vendita di Tote

(2006/C 204/04)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

Con la seguente lettera del 05/07/2006, la Commissione ha comunicato al Regno Unito la propria decisione di chiudere la procedura di cui all'articolo 88, paragrafo 2 del trattato CE.

«con decisione del 1o giugno 2005, la Commissione ha avviato il procedimento di indagine formale di cui all'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE, in relazione all'aiuto in oggetto. La decisione di avviare la procedura è stata comunicata al Regno Unito il 1o giugno 2005 e pubblicata nella Gazzetta ufficiale in data 8 luglio 2005 (GU C 168/41). Il Regno Unito ha ritirato la sua notifica relativa alla misura di aiuto con lettera del 5 maggio 2006.

La Commissione prende atto della dichiarazione del governo britannico secondo cui rinuncia all'attuale progetto di vendita.

La Commissione osserva che, ai sensi dell'articolo 8 del regolamento del Consiglio 659/99 (1), lo Stato membro interessato può ritirare la notifica, a tempo debito, prima che la Commissione abbia adottato una decisione relativa all'aiuto. Nel caso in cui la Commissione abbia avviato il procedimento d'indagine formale, essa provvede a dichiararlo chiuso.

Sulla base delle precedenti considerazioni, la Commissione ha deciso di chiudere il procedimento d'indagine formale di cui all'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE, nei riguardi delle misure di aiuto di cui trattasi, avendo preso atto che il Regno Unito ha ritirato la notifica.»


(1)  Regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio, del 22 marzo 1999, recante modalità di applicazione dell'articolo 93 del trattato, GU L 83 del 27.3.1999, pag. 1.


26.8.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 204/9


AIUTI DI STATO — GERMANIA

Aiuto di Stato n. C 34/2006 (ex N 29/2005) — Introduzione della televisione terrestre digitale (DVB-T) nella Renania settentrionale-Vestfalia

Invito a presentare osservazioni ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE

(2006/C 204/05)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

Con lettera del 19 luglio 2006, riprodotta nella lingua facente fede dopo la presente sintesi, la Commissione ha comunicato alla Repubblica federale di Germania la propria decisione di avviare il procedimento di cui all'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE in relazione all'aiuto in oggetto.

La Commissione invita gli interessati a presentare osservazioni in merito all'aiuto riguardo al quale viene avviato il procedimento entro un mese dalla data della presente pubblicazione, inviandole al seguente indirizzo:

Commissione europea

Direzione generale Concorrenza

Direzione H, Aiuti di Stato II

Edificio/Ufficio J-70, 4/08

B-1049 Bruxelles

Fax: (32-2) 295 13 73

Dette osservazioni saranno comunicate alle autorità della Repubblica federale di Germania. Se gli autori delle osservazioni ne presenteranno per iscritto richiesta motivata, la loro identità non sarà rivelata.

TESTO DELLA SINTESI

DESCRIZIONE DELLA MISURA

La misura notificata riguarda l'introduzione della televisione digitale terrestre («DVB-T») nel Land tedesco della Renania settentrionale-Vestfalia, dove è stata introdotta in due aree nel corso del 2004. Il progetto di switchover è stato coordinato da Landesanstalt für Medien Nordrhein-Westfalen («LfM»), l'autorità responsabile del settore audiovisivo nella Renania settentrionale-Vestfalia.

LfM ha previsto in bilancio una spesa di 6,8 milioni di EUR per l'introduzione della DVB-T nella Renania settentrionale-Vestfalia. Le condizioni dettagliate dell'assistenza finanziaria di LfM alle emittenti commerciali sono definite nella direttiva relativa al sostegno finanziario per la DVB-T (Förderrichtlinie DVB-T) emessa il 19 novembre 2004. La direttiva specifica che il sostegno è limitato a cinque anni. Il sostegno è correlato ai canoni di trasmissione delle emittenti della rete DVB-T e nel corso del quinquennio, ammonta a circa il 30 per cento dei canoni. Durante il primo anno, l'assistenza ammonta al 40 per cento di tali canoni; per poi essere ridotta di cinque punti percentuali ogni anno successivo fino a raggiungere il 20 per cento il quinto anno. La direttiva stabilisce inoltre che l'assistenza sia ridotta dell'importo che le emittenti risparmiano dalla cessazione della trasmissione in tecnica analogica (Abschaltgewinne). L'assistenza finanziaria alle emittenti commerciali sarà concessa sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto.

Per quanto riguarda i singoli canali di programmi Viva, Eurosport, CNN e Terra Nova, il sostegno finanziario previsto corrisponde al regime descritto nella direttiva. Per il quinquennio il sostegno finanziario per questi quattro canali ammonta pertanto ad un totale di 4 050 000 EUR. Per quanto concerne il gruppo RTL, a cui è stato assegnato un intero multiplex con quattro canali di programmi, LfM non prevede la concessione di alcun sostegno finanziario poiché RTL realizza considerevoli risparmi dalla cessazione delle sue trasmissioni in tecnica analogica terrestre. I risparmi non sono originati solo da tale cessazione nella Renania settentrionale-Vestfalia bensì anche, in certa misura, nella Germania settentrionale. Per quanto riguarda ProSiebenSat.1, a cui è stato ugualmente assegnato un intero multiplex, il sostegno finanziario previsto ammonta a 550 000 EUR all'anno e rimane costante per tutto il quinquennio. Il sostegno totale per ProSiebenSat.1 ammonta pertanto a 2 750 000 EUR. Come nel caso del gruppo RTL, il calcolo della sovvenzione prende in considerazione i risparmi realizzati dalla cessazione delle trasmissioni in tecnica analogica terrestre nella Renania settentrionale-Vestfalia e nella Germania settentrionale.

VALUTAZIONE DELLA MISURA

La Commissione ritiene, in via preliminare, che la sovvenzione concessa da LfM costituisca un aiuto di Stato ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 1. La Commissione è del parere che LfM possa essere considerato un organismo pubblico istituito o designato dallo Stato, che assolve una funzione pubblica, e che i vantaggi accordati da tale organismo possano essere considerati come risorse statali.

L'assistenza finanziaria di LfM sembra favorire due gruppi di beneficiari, ossia, da una parte, le emittenti commerciali che ricorrono alla DVB-T (beneficiari diretti) e, dall'altra, T-Systems, l'operatore della rete DVB-T (beneficiario indiretto). Per quanto riguarda le emittenti, la sovvenzione concessa da LfM copre parte dei loro costi di trasmissione attraverso la rete DVB-T per un periodo di cinque anni. La sovvenzione pertanto consente loro di non sostenere spese che costituiscono parte dei normali costi di esercizio. A livello di rete, non è escluso che l'operatore di rete T-Systems tragga un vantaggio indiretto derivante dalla sovvenzione di LfM perché può evitare di far gravare i costi di accesso alla DBV-T agli utenti finali, e avrebbe potuto inoltre stabilire un importo del canone di trasmissione maggiore a quello che le emittenti sarebbero state pronte a pagare in assenza della sovvenzione. Tuttavia, nella fase attuale, non risulta chiaro se vi sia stato un trasferimento effettivo delle risorse statali all'operatore di rete.

La Commissione dubita inoltre che le procedure di gara siano state definite in modo da limitare al minimo o da eliminare del tutto il vantaggio economico selettivo derivante dal contributo concesso da LfM, ed evitare così in maniera idonea ogni distorsione della concorrenza. In realtà, sembra che la misura falsi la concorrenza nella misura in cui la parte dei costi di trasmissione coperta dal contributo non è uguale per tutte le emittenti commerciali e che, per esempio, non arreca vantaggio alle emittenti che utilizzano altre vie di trasmissione, diverse dalla DVB-T. Esistono inoltre dati empirici sulla sostituibilità delle varie vie di trasmissione e, in particolare, sugli effetti in termini di concorrenza che l'introduzione della DVB-T ha determinato per gli operatori delle reti via cavo. Inoltre, la Commissione ritiene che la misura in questione possa incidere sugli scambi tra gli Stati membri poiché i presunti beneficiari operano a livello internazionale su vari mercati.

Le autorità tedesche hanno fatto valere la compatibilità della misura, qualora risultasse essere un aiuto, con l'articolo 87, paragrafo 3, lettere c) e d), e con l'articolo 86, paragrafo 2, del trattato CE. Con riferimento all'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), la Commissione dubita che la misura notificata sia appropriata e necessaria per garantire la pluralità dei mezzi d'informazione, promuovere lo sviluppo di nuovi servizi o stimolare la concorrenza tra le varie vie di trasmissione, come sostenuto dalle autorità. La Commissione inoltre non dispone di elementi indicanti che la misura notificata sarebbe appropriata o necessaria per affrontare ogni altro tipo di fallimento di mercato che potrebbe ostacolare il passaggio alla televisione digitale. Al contrario, la necessità della misura appare dubbia perché le emittenti commerciali hanno ritenuto proficua la realizzazione della DVB-T e la trasmissione attraverso questa rete per più di due anni senza alcuna garanzia di assistenza finanziaria.

Con riferimento all'articolo 87, paragrafo 3, lettera d), la Commissione ritiene, in via preliminare, che la misura riguardi la trasmissione di segnali radiotelevisivi e non abbia alcun nesso con uno specifico contenuto culturale che altrimenti non verrebbe diffuso.

Con riferimento all'articolo 86, paragrafo 2, la Commissione ritiene, in primo luogo, che i servizi di interesse economico generale devono essere definiti con chiarezza dalle autorità nazionali e che devono essere affidati espressamente ad un'impresa determinata, cosa che invece non sembra essere stata fatta nel presente caso. In secondo luogo, la Commissione mette in dubbio che la presente misura di concessione di sostegno finanziario ad ordinarie attività commerciali di imprese commerciali possa essere inclusa nei servizi di interesse economico generale, in particolar modo in presenza di emittenti del servizio pubblico che sono esplicitamente incaricate di un obbligo di servizio pubblico sia per garantire la pluralità sia per offrire programmi locali e regionali.

TESTO DELLA LETTERA

«Die Kommission teilt der Bundesrepublik Deutschland mit, dass sie nach Prüfung der von der Bundesregierung übermittelten Angaben zu der oben genannten Beihilfe beschlossen hat, das Verfahren nach Artikel 88 Absatz 2 EG-Vertrag einzuleiten.

1.   VERFAHREN

(1)

Mit Schreiben vom 26. Januar 2006 ersuchte die Kommission die Bundesregierung um zusätzliche Auskünfte zu Presseberichten über eine öffentliche Förderung der Einführung des digitalen terrestrischen Fernsehens in Nordrhein-Westfalen (nachstehend ‚NRW‘ abgekürzt). Die Bundesregierung erteilte diese Auskünfte mit Schreiben vom 23. März 2004. Am 2. Juni 2004 fand ein Treffen der Dienststellen der Kommission mit der für die vorliegende Maßnahme zuständigen Landesanstalt für Medien Nordrhein-Westfalen (nachstehend ‚LfM‘ abgekürzt) und am 10. Dezember 2004 ein Treffen mit Vertretern des Landes Nordrhein-Westfalen statt.

(2)

Mit Schreiben vom 13. Januar 2005 (mit demselben Eingangsdatum registriert) unterrichtete die Bundesregierung die Kommission gemäß Artikel 88 Absatz 3 EG-Vertrag über eine Maßnahme zur Finanzierung des Aufbaus des digitalen terrestrischen Fernsehens in NRW. Die Bundesregierung meldete diese Maßnahme aus Gründen der Rechtssicherheit an.

(3)

Mit Schreiben vom 10. März 2005 erging ein Ersuchen der Kommission um zusätzliche Auskünfte, die die Bundesregierung nach Fristverlängerung mit Schreiben vom 29. April 2005 (mit demselben Eingangsdatum registriert) erteilte. Am 23. Juni 2005 fand ein Treffen der Kommissionsdienststellen mit Vertretern der LfM und des Landes NRW statt, auf dem NRW zusätzliche Informationen vorlegte.

(4)

Die Maßnahme weist Ähnlichkeiten mit der öffentlichen Förderung des digitalen terrestrischen Fernsehens in Berlin-Brandenburg auf, wegen der die Kommission am 14. Juli 2004 (1) ein förmliches Prüfverfahren eröffnete und am 9. November 2005 eine endgültige Entscheidung erließ, in der sie die staatliche Beihilfe als mit dem Gemeinsamen Markt unvereinbar erklärte (2). Da die beiden Fälle ähnlich gelagert sind, vereinbarten die Kommission und Deutschland, das Notifizierungsverfahren im vorliegenden Fall auszusetzen, um den Behörden die Gelegenheit zu geben zu bewerten, wie sich die Entscheidung im Fall Berlin-Brandenburgs auf das laufende Verfahren (sowie auf eine ähnliche Anmeldung betreffend Bayern) auswirkt (3).

(5)

Mit Schreiben vom 12. April 2006 bat die Kommission Deutschland, seinen Standpunkt zum anhängigen Notifizierungsverfahren innerhalb von einem Monat mitzuteilen. Mit Schreiben vom 12. Mai 2006 teilte Deutschland der Kommission mit, dass es die angemeldete Maßnahme nicht zurückzunehmen oder zu ändern gedenke. Deutschland kündigte zudem an, zu einem späteren Zeitpunkt eingehender zu erläutern, warum die Hinweise zu möglichen Formen der öffentlichen Förderung des digitalen Umstiegs in der Entscheidung im Fall Berlin-Brandenburgs nicht auf den vorliegenden Fall anwendbar seien. Bislang hat Deutschland die angekündigten Ausführungen nicht übermittelt. Deutschland wird die Gelegenheit haben, dies im Rahmen des förmlichen Prüfverfahrens nachzuholen.

2.   AUSFÜHRLICHE BESCHREIBUNG DER BEIHILFE

2.1.   Regulatorischer und technischer Hintergrund

(6)

Die angemeldete Beihilfe betrifft die Einführung des digitalen terrestrischen Fernsehens (nachstehend ‚DVB-T‘ abgekürzt) in Nordrhein-Westfalen (4). Wie in mehreren anderen Mitgliedstaaten wird Übertragung von Rundfunksignalen von analoger auf digitale Technik umgestellt. Diese Umstellung betrifft alle derzeit gängigen Übertragungswege für die Ausstrahlung von Rundfunksignalen (d. h. Übertragung über Kabel, Satellit und Terrestrik). Der bedeutendste Vorteil der Digitalisierung besteht bei allen Übertragungswegen in der größeren Übertragungskapazität dank einer effizienteren Nutzung des Frequenzspektrums. Die Kommission unterstützt aktiv die Digitalisierung des Rundfunks (5). Die vorliegende Maßnahme betrifft den digitalen Umstieg lediglich des terrestrischen Übertragungswegs.

(7)

Seit dem Aufkommen von Kabel und Satellit in den 80er Jahren ist die Nutzung der Terrestrik in Deutschland stark zurückgegangen. Nach Angaben der AGF/GfK war die Empfangssituation der Fernsehhaushalte für Erstgeräte in ganz Deutschland am 1. Januar 2006 wie folgt: 4,6 % Terrestrik, 55,5 % Kabel und 39,9 % Satellit (6). ASTRA/Infratest-Erhebungen zufolge lag der Anteil der Terrestrik Ende 2005 bei 4,8 % (7). ASTRA/Infratest schlüsselt den Fernsehempfang zudem nach Bundesländern auf. Demnach war die Empfangssituation der Haushalte in NRW Ende 2005 wie folgt: Terrestrik 8,2 %, Kabel 48,2 % und Satellit 43,6 %. Dieser Quelle zufolge ist der Anteil der terrestrischen Übertragung seit der Einführung von DVB-T in NRW im Jahre 2004 deutlich angestiegen, und zwar von 4,0 % Ende 2003 auf 8,2 % Ende 2005 (siehe Schaubild 1).

Schaubild 1

Marktanteil der Terrestrik bundesweit und in NRW

Image

(8)

Der digitale Umstieg wurde von der LfM geleitet. Gemäß § 27 Absatz 1 des Landesmediengesetzes Nordrhein-Westfalen (nachstehend ‚LMG NRW‘ abgekürzt) (8) ‚unterstützt und begleitet [die LfM] die Umstellung der analogen auf die digitale Übertragung‘. Dabei muss sie das Rundfunkangebot ‚durch das Zusammenspiel der verschiedenen Übertragungswege zu angemessenen Bedingungen‘ sicherstellen. Eine weitere allgemeine Aufgabe der LfM besteht in der Aufsicht über private Rundfunkanbieter.

Die einzelnen Phasen der Umstellung

(9)

Am 27. November 1998 beschloss die LfM den Start eines DVB-T-Feldversuchs, der in den Jahren 1999 und 2000 durchgeführt wurde (9). Des Weiteren war die LfM Vertragspartei einer Vereinbarung zwischen dem Land NRW, der Deutschen Telekom/T-Systems und den öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten ZDF und WDR über die Einführung von DVB-T in NRW. Auf der Grundlage dieser Vereinbarung wurde das DVB-T-Projektbüro NRW eingerichtet, das von der LfM in Zusammenarbeit mit dem ZDF und dem WDR geführt wurde und das seine Arbeit im Mai 2005 einstellte (10). Am 20. Oktober 2003 unterzeichneten die drei öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten ARD, ZDF und WDR, (11) die privaten Rundfunkanbieter RTL Television (‚RTL‘), VOX Film und Fernseh-GmbH & Co. KG (‚VOX‘) und ProSiebenSat.1 Media AG (‚ProSiebenSat.1‘) eine Grundsatzvereinbarung über die Einführung von DVB-T in NRW. Ergänzend unterzeichneten dieselben Vertragsparteien am 10. Dezember 2003 eine Kooperationsvereinbarung. (  (12) ) Am 14. November 2003 erließ die LfM die Satzung über die Zuweisung von terrestrischen Übertragungskapazitäten für Fernseh- und Hörfunkprogramme sowie Mediendienste (‚Zuweisungssatzung‘). Die LfM schrieb die DVB-T-Übertragungskapazitäten im Ballungsraum Köln/Bonn und im Ballungsraum Düsseldorf/Ruhrgebiet per Beschluss vom 4. Dezember 2003 und Bekanntmachung am 30. Dezember 2003 aus. Am 23. April 2004 entschied die Medienkommission der LfM über die Zuweisung der für private Rundfunkanbieter vorgesehenen Programme. Auf der Grundlage dieses Beschlusses erteilte die LfM am 14. Mai 2004 die entsprechenden DVB-T-Lizenzen.

(10)

Die digitale terrestrische Übertragung wurde im Ballungsraum Köln/Bonn am 24. Mai 2004 und im Ballungsraum Düsseldorf/Ruhrgebiet am 8. November 2004 eingeführt. Die Übertragungskapazität des DVB-T-Netzes umfasst in jedem Verbreitungsgebiet sechs Multiplexe, über die insgesamt 24 Fernsehprogramme übertragen werden können (13). Die analoge terrestrische Übertragung der privaten Rundfunkanbieter wurde zum jeweiligen Startdatum der DVB-T-Übertragung eingestellt. Allerdings wurde die analoge terrestrische Übertragung der drei öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten ARD-Das Erste, ZDF und WDR noch rund fünf Monate lang fortgesetzt (Parallelbetrieb oder auch Simulcast-Phase genannt) und dann im Köln/Bonner Raum am 8. November 2004 und im Ballungsraum Düsseldorf/Ruhrgebiet am 4. April 2005 eingestellt. In diesen beiden Gebieten lebt insgesamt mehr als die Hälfte der Bevölkerung Nordrhein-Westfalens (14). Am 19. November 2004 erließ die LfM die Förderrichtlinie ‚DVB-T‘, die rückwirkend zum 3. Mai 2004 in Kraft trat.

(11)

Am 29. Mai 2006 wurden in zwei weiteren Landesteilen von NRW (Wuppertal und Ostwestfalen-Lippe) DVB-T eingeführt. Im Gegensatz zur Einführung von DVB-T in den ersten beiden Verbreitungsgebieten waren daran keine privaten Rundfunkanbieter beteiligt. Außerdem wurde nur für den Anbieter ARD-Das Erste ein Parallelbetrieb aufrechterhalten (15). Die vollständige Einführung von DVB-T in NRW soll nach den Plänen der Behörden 2008 abgeschlossen sein.

(12)

Der digitale terrestrische Rundfunk betrifft generell zwei Arten von Betreibern, die unter Umständen integriert sein können: Sendernetzbetreiber, die für die Übertragung der Rundfunksignale sorgen, und Rundfunkanbieter, die inhaltliche Programme zusammenstellen. Die Entwicklung des digitalen terrestrischen Rundfunks erfordert eine Anpassung der Übertragungseinrichtungen durch die Sendernetzbetreiber sowie die Zuteilung von Frequenzen für die Übertragung. Die folgenden Absätze beschreiben die Verfahren, mit denen die deutschen Behörden Rundfunkanbietern und Sendernetzbetreibern die entsprechenden Lizenzen zugeteilt haben.

Vergabe der Rundfunklizenzen

(13)

In Einklang mit § 52a Absatz 1 des Rundfunkstaatsvertrags (16) sind gemäß § 28 Absatz 1 LMG NRW bei der erstmaligen Zuweisung digitaler terrestrischer Übertragungskapazitäten im Fernsehen die Fernsehveranstalter mit denjenigen Programmen vorrangig zu berücksichtigen, die in dem jeweils betroffenen Verbreitungsgebiet analog verbreitet werden. Die technischen Übertragungskapazitäten für diese Programme müssen im Verhältnis zu den übrigen Übertragungskapazitäten gleichwertig sein.

(14)

Wie bereits weiter oben erwähnt, schrieb die LfM die DVB-T-Übertragungskapazitäten für den Ballungsraum Köln/Bonn und den Raum Düsseldorf/Ruhrgebiet per Beschluss vom 4. Dezember 2003 und Bekanntmachung vom 30. Dezember 2003 aus (17). Die Ausschreibung bezog sich auf die für private Rundfunkangebote vorgesehenen Kapazitäten. Die Ausschreibung definierte Auswahlkriterien für den Fall, dass es mehr Antragsteller als Programmplätze geben würde und in diesem Falle eine Vorrangentscheidung getroffen werden müsste. Zu den Kriterien zählten der Beitrag eines Programms zur Programmvielfalt und Anbietervielfalt sowie die Präsenz eines Rundfunkanbieters im analogen terrestrischen Netz (18). Die Ausschreibung enthielt weder Einzelheiten zu den Kosten für die Übertragung eines Programms über DVB-T noch Hinweise auf eine mögliche finanzielle Förderung des digitalen Umstiegs. Die allgemeine Absicht der LfM, die Umstellung zu unterstützen, ist in der Vereinbarung enthalten, die sie am 20. Oktober 2003 mit allen im analogen terrestrischen Netz vertretenen Rundfunkanbietern unterzeichnete (19). In dieser Vereinbarung heißt es: ‚Als unterstützende Maßnahme fördert die Landesanstalt für Medien Nordrhein-Westfalen die technische Infrastruktur für die DVB-T-Verbreitung in Nordrhein-Westfalen.‘

(15)

Die Gesamtübertragungskapazität für die DVB-T-Verbreitung umfasst sechs Multiplexe. Diese wurden wie folgt zugeteilt: je ein Multiplex für die öffentlich-rechtlichen Fernsehanstalten ARD, ZDF und WDR sowie für die privaten Rundfunkanbieter RTL-Gruppe und ProSiebenSat.1. Die Kapazitäten auf dem sechsten Multiplex wurden Viva, Eurosport, CNN und Terra Nova zugewiesen (20). Gemäß § 8 LMG NRW wird die erste Zulassung für mindestens vier und höchstens zehn Jahre erteilt. Der Kommission ist nicht bekannt, wie lange die DVB-T-Lizenzen der privaten Rundfunkanbieter gelten.

Tabelle 1

Programmspektrum in Köln/Bonn vor und nach der Umstellung

Kanal

Analog- TV

Versorgungsbedarfe

seit 4.4.2005

Belegung

ab 24.5.2004

Belegung

ab 8.11.2004

Belegung

ab 4.4.2005

K 05

Sat.1

 

Das Erste — Parallelbetrieb

X

X

K 26

ZDF

bundesweit

ZDF Bouquet

ZDF-Bouquet

ZDF-Bouquet

K 29

ZDF D'dorf

D

ZDF Düsseldorf

RTL-Bouquet

RTL-Bouquet

K 34

VOX

 

ZDF — Parallelbetrieb

X

X

K 36

RTL D'dorf

E

RTL Düsseldorf

WDR — Parallelbetrieb

Viva/ Eurosport/ CNN/ Terra Nova

K 43

Das Erste

C

RTL/ VOX/ ProSieben/ Sat.1

Pro7Sat.1-Bouquet

Pro7Sat.1-Bouquet

K 49

WDR

B

WDR — Parallelbetrieb

WDR-Bouquet

WDR-Bouquet

K 65

X

A

ARD-Bouquet

ARD-Bouquet

ARD-Bouquet

K 66

X

 

N24/ Kabel 1/ RTL II/ Super RTL

Viva/ Eurosport/ CNN/ Terra Nova

X

Erläuterungen: Die DVB-T-Kanäle K26, K29, K36 und K43 werden von T-Systems betrieben, während die Kanäle K49 und K65 dem WDR zugeteilt wurden, jedoch ebenfalls teilweise von T-Systems betrieben zu werden scheinen. Die analoge Ausstrahlung ist in Kursivschrift angegeben. Die DVB-T-Belegung mit Rundfunkanbieter im Ballungsraum Düsseldorf/ Ruhrgebiet ist nicht in der Tabelle erfasst, aber ähnlich wie in Köln/Bonn.

Vergabe der Netzlizenzen

(16)

Auf Antrag der Staatskanzlei von NRW eröffnete die Regulierungsbehörde für Telekommunikation und Post (nachfolgend ‚RegTP‘ abgekürzt) am 4. Februar 2004 das Frequenzzuteilungsverfahren (21). Der Gesamtversorgungsbedarf wurde in fünf Versorgungsbedarfe (A bis E) untergliedert. In der einschlägigen Verfügung ist allerdings nicht vermerkt, dass bereits am 27. November 2002 ein zusätzlicher bundesweiter Versorgungsbedarf ausgeschrieben worden war (22). Dieser Versorgungsbedarf wurde T-Systems (Tochtergesellschaft von Deutsche Telekom) zugewiesen und umfasst die Übertragung der Fernsehprogramme des ZDF. Im Frequenzzuteilungsverfahren in NRW bewarb sich T-Systems für die Frequenzen für die Versorgungsbedarfe C, D und E und der WDR für die Versorgungsbedarfe A und B. Da für jeden der ausgeschriebenen Versorgungsbedarfe nur jeweils ein Antrag einging, wies die RegTP die Frequenzen im so genannten Antragsverfahren zu und konnte davon absehen, die zweite Stufe des Frequenzzuteilungsverfahrens, das Ausschreibungsverfahren, zu eröffnen. Da T-Systems und der WDR bereits Betreiber des analogen terrestrischen Netzes waren und folglich eine Telekommunikationsgenehmigung besaßen, war auch diese Voraussetzung für die antragsmäßige Zuteilung der Frequenzen erfüllt. Die DVB-T-Nutzungsrechte wurden für eine Dauer von zwanzig Jahren bis zum 31. Dezember 2025 erteilt.

2.2.   Ausführliche Beschreibung der Maßnahme

(17)

Gegenstand der Notifizierung ist die finanzielle Förderung, die die LfM privaten Rundfunkanbietern für die digitale terrestrische Übertragung ihrer Programme gewährt. Rechtliche Grundlage dieser Förderung sind § 40 Absatz 1 Nr. 1 RStV und § 88 Absatz 3 LMG NRW, wonach die Landesmedienanstalten, in diesem Falle die LfM, die Aufgabe haben, aus ihrem Anteil an der Rundfunkgebühr unter anderem die technische Infrastruktur für die Rundfunkversorgung und Projekte für neuartige Rundfunkübertragungstechniken zu fördern. Der Haushalt der LfM finanziert sich im Wesentlichen aus einem Anteil von zwei Prozent des auf NRW entfallenden Rundfunkgebührenaufkommens (gemäß § 40 RStV und § 116 Absatz 1 LMG NRW) (23).

(18)

Die genauen Bedingungen für die finanzielle Förderung der privaten Rundfunkanbieter durch die LfM sind in der Förderrichtlinie DVB-T vom 19. November 2004 niedergelegt (24). In dieser Richtlinie ist die finanzielle Förderung auf fünf Jahre befristet. Die Förderung bezieht sich auf die Übertragungsgebühren der Rundfunkanbieter im DVB-T-Netz. Über einen Zeitraum von fünf Jahren beläuft sich die Förderung auf durchschnittlich 30 Prozent der Übertragungsgebühren der Rundfunkanbieter. Im ersten Betriebsjahr beträgt die Förderung 40 Prozent der Übertragungsgebühren der Rundfunkanbieter. In jedem darauf folgenden Jahr wird sie um fünf Prozentpunkte gesenkt und liegt dann im fünften Jahr bei 20 Prozent. In der Richtlinie ist außerdem festgelegt, dass die durch Abschaltung der analogen Sender auftretenden Einsparungen (‚Abschaltegewinne‘) auf die Förderung angerechnet werden. Die finanzielle Förderung der privaten Rundfunkanbieter erfolgt in Form nicht rückzahlbarer Zuschüsse.

(19)

In der Anmeldung hat Deutschland die Übertragungskosten pro Multiplex und Jahr mit 2,7 Mio. EUR angegeben. Die Kosten für jeden der vier Programmplätze auf einem Multiplex betragen somit 0,675 Mio. EUR pro Jahr und insgesamt 3,375 Mio. EUR für den gesamten Fünfjahreszeitraum der Regelung (25). In Tabelle 2 ist die Entwicklung der finanziellen Förderung pro Programm über fünf Jahre angegeben. Bei den Programmen Viva, Eurosport, CNN und Terra Nova entspricht die geplante finanzielle Förderung in der Tat der in Tabelle 2 dargestellten Regelung. Für diese vier Programme beträgt die über fünf Jahre gewährte Förderung somit insgesamt 4 050 000 EUR.

Tabelle 2

Übertragungskosten und Zuschuss pro Programmplatz

Jahr

Übertragungskosten pro Programmplatz

Prozentualer Anteil

Finanzielle Förderung

1

675 000 EUR

40 %

270 000 EUR

2

675 000 EUR

35 %

236 250 EUR

3

675 000 EUR

30 %

202 500 EUR

4

675 000 EUR

25 %

168 750 EUR

5

675 000 EUR

20 %

135 000 EUR

Insgesamt

3 375 000 EUR

 

1 012 500 EUR

(20)

Für die RTL-Gruppe, der ein Multiplex mit vier Programmplätzen zugeteilt wurde, sieht die LfM keine finanzielle Förderung vor, da RTL durch die Einstellung ihrer Übertragungen über das analoge terrestrische Netz, in dem es mit zwei Fernsehprogrammen (RTL und VOX) vertreten war, erhebliche Einsparungen erzielt. Die Kosteneinsparungen entstehen nicht nur durch die Abschaltung des analogen Fernsehens in NRW, sondern auch zu einem gewissen Grad durch die Analogabschaltung in Norddeutschland, die ebenfalls bei der Berechnung des Zuschusses berücksichtigt wird. Nach deutschen Angaben habe die RTL-Gruppe in den Verhandlungen ausdrücklich erklärt, dass sie von der Beantragung einer finanziellen Förderung absehen werde.

(21)

Bei ProSiebenSat.1, der ebenfalls ein ganzer Multiplex zugeteilt wurde, liegt die geplante finanzielle Förderung für den gesamten Fünfjahreszeitraum in jedem Jahr bei 550 000 EUR. Über fünf Jahre soll ProSiebenSat.1 somit insgesamt 2 750 000 EUR an Fördermitteln erhalten. Wie bei der RTL-Gruppe werden bei der Berechnung dieses Zuschusses die Kosteneinsparungen durch die Abschaltung der analogen terrestrischen Netze in NRW und Norddeutschland berücksichtigt, in denen ProSiebenSat.1 mit einem Programm (Sat.1) vertreten war.

(22)

Gemäß diesen Angaben verfügt die LfM über insgesamt 6,8 Mio. EUR für die Bezuschussung der DVB-T-Übertragung der privaten Rundfunkanbieter.

(23)

Die LfM gewährt die oben beschriebene Förderung nur Programmen privater Rundfunkanbieter. Die öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten finanzieren ihre Aufwendungen für die DVB-T-Übertragung aus dem ihnen zustehenden Teil des Rundfunkgebührenaufkommens. Aus den von den deutschen Behörden übermittelten Informationen geht hervor, dass der WDR für den Zeitraum von 2001 bis 2008 über rund 40,8 Mio. EUR verfügt, um die Kosten der Analog-Digital-Umstellung zu finanzieren. Demgegenüber standen dem ZDF in der Zeit von 2001 bis 2004 insgesamt 36,8 Mio. EUR für die bundesweite Umstellung auf DVB-T zur Verfügung.

3.   WÜRDIGUNG DER MASSNAHME

3.1.   Staatliche Beihilfe im Sinne von Artikel 87 Absatz 1 EG-Vertrag

(24)

Die Kommission muss prüfen, ob die Maßnahme als staatliche Beihilfe im Sinne von Artikel 87 Absatz 1 EG-Vertrag anzusehen ist, wonach ‚staatliche oder aus staatlichen Mitteln gewährte Beihilfen gleich welcher Art, die durch die Begünstigung bestimmter Unternehmen oder Produktionszweige den Wettbewerb verfälschen oder zu verfälschen drohen, mit dem Gemeinsamen Markt unvereinbar sind, soweit sie den Handel zwischen Mitgliedstaaten beeinträchtigen.‘

3.1.1.   Staatliche Mittel

(25)

Nach bisheriger Rechtsprechung des Gerichtshofs vertritt die Kommission die Auffassung, dass die von einer vom Staat benannten oder errichteten privaten oder öffentlichen Einrichtung gewährten Vorteile ebenfalls in den Geltungsbereich von Artikel 87 Absatz 1 EG-Vertrag fallen (26). Nach ersten Erkenntnissen der Kommission kann die LfM als eine vom Staat benannte oder errichtete öffentliche Einrichtung angesehen werden, die eine öffentliche Aufgabe erfüllt, und die von ihr gewährten Vorteile können als staatliche Mittel im Sinne des Artikels 87 Absatz 1 betrachtet werden (27).

(26)

Die deutschen Behörden machen geltend, dass eine Maßnahme nur dann als staatliche Mittel anzusehen sei, wenn sie die staatlichen Haushalte belaste. Da der Zuschuss keine finanzielle Belastung für den nordrhein-westfälischen Landeshaushalt mit sich bringe, sondern über die bei den Fernsehzuschauern erhobene Rundfunkgebühr finanziert werde, erfolge die Förderung nicht aus staatlichen Mitteln. Zweitens entscheide die LfM in Eigenverantwortung und entsprechend ihrer staatsunabhängigen Organisationsstruktur darüber, welche konkreten Maßnahmen notwendig sind, um den digitalen Umstieg zu fördern. Eine direkte Einflussnahme des Staates liege somit nicht vor.

(27)

Nach vorläufiger Auffassung der Kommission werden die von der LfM geleisteten Zahlungen mittelbar aus staatlichen Mitteln gewährt und sind dem Staat zuzurechnen. Die Zahlungen werden aus den Haushaltsmitteln der LfM finanziert. Ungeachtet dessen, ob die deutschen Rundfunkgebühren, aus denen sich der Haushalt der LfM finanziert, als staatliche Mittel einzustufen sind oder nicht, müssen diese Gelder von dem Zeitpunkt an als staatliche Mittel betrachtet werden, ab dem sie in den Haushalt der LfM einfließen. Die Tatsache, dass diese Gelder, wie die deutschen Behörden argumentieren, bei Privatpersonen erhoben werden, steht in jedem Fall nicht im Widerspruch zu der Feststellung, dass die Haushaltsmittel der LfM als staatliche Mittel anzusehen sind. Die der LfM durch die Gewährung des Vorteils entstandenen Kosten stellen eindeutig eine Belastung für den Haushalt der LfM dar.

(28)

Darüber hinaus ist die LfM eine rechtsfähige Anstalt des öffentlichen Rechts, die nach dem Landesmediengesetz NRW gegründet wurde. Dieses Gesetz legt die Organisationsstruktur der LfM fest und weist ihr eine breite Palette öffentlicher Aufgaben im Rundfunk- und Frequenzmanagement zu. Außerdem unterliegt die LfM der staatlichen Rechtsaufsicht des Landes Nordrhein-Westfalen (28); ihr Jahreshaushalt wird vom Landesrechnungshof geprüft (29). Die im vorliegenden Fall relevante öffentliche Aufgabe ist im Rundfunkstaatsvertrag niedergelegt und wird als Förderung der technischen Infrastruktur für die Rundfunkversorgung und von Projekten für neuartige Rundfunkübertragungstechniken beschrieben (30). Darüber hinaus ist im LMG NRW ausdrücklich festgelegt, dass die LfM die Umstellung der analogen auf digitale Übertragung unterstützt und begleitet (31).

(29)

Schließlich kann es gemeinschaftsrechtlich nicht zulässig sein, dass Vorschriften über staatliche Beihilfen allein dadurch umgangen werden, dass unabhängige Einrichtungen geschaffen werden, denen die Verteilung der Beihilfen übertragen wird (32). Obwohl der Rundfunkstaatsvertrag und das LMG NRW ein gewisses Maß an Unabhängigkeit zulassen, sind die von der LfM zu erfüllenden öffentlichen Aufgaben klar definiert, und ihr wird bei der Verwendung der Haushaltsmittel kaum Ermessensspielraum zugestanden. Insbesondere scheint die der LfM zugestandene Unabhängigkeit nicht auszuschließen, dass ihre Tätigkeit und vor allem die Verwendung ihrer Finanzmittel von politischen Überlegungen geleitet werden. Dass die Entscheidungen der LfM eher von politischen als von zum Beispiel wirtschaftlichen Überlegungen geleitet werden, ist im vorliegenden Fall beispielsweise daran ablesbar, dass die Förderung in Form nicht rückzahlbarer Zuschüsse ohne unmittelbaren Nutzen für die LfM gewährt wird. Deshalb ist die Maßnahme nach vorläufiger Auffassung der Kommission dem Staat zuzurechnen.

3.1.2.   Vorteil

(30)

Die vorliegende Maßnahme scheint zwei Gruppen von Empfängern zu begünstigen, erstens die am DVB-T teilnehmenden privaten Rundfunkanbieter als unmittelbar Begünstigte und zweitens den Betreiber des DVB-T-Netzes, T-Systems, als mittelbar Begünstigten.

(31)

Auf Ebene der Rundfunkanbieter deckt der von der LfM gewährte Zuschuss für einen Zeitraum von fünf Jahren einen Teil der Ausstrahlungskosten der privaten Rundfunkanbieter über das DVB-T-Netz. Der Zuschuss entlastet sie somit von Aufwendungen, die Teil ihrer normalen Betriebskosten sind.

(32)

In der Anmeldung haben die deutschen Behörden erklärt, dass der Zuschuss der LfM erforderlich sei, da insbesondere ProSiebenSat.1 als Bedingung für den Verzicht auf die Übertragungskapazitäten im analogen terrestrischen Netz einen Ausgleich für das mit dem Start von DVB-T verbundene wirtschaftliche Risiko gefordert habe. Darüber hinaus kam für ProSiebenSat.1 und die RTL-Gruppe eine Teilnahme an DVB-T nur dann in Frage, wenn ihnen dadurch keine Mehrkosten im Vergleich zu der Übertragung über das analoge terrestrische Netz entstehen würden. Gleichzeitig stellten die deutschen Behörden klar, dass der Besitz und die verbleibende Dauer der bisherigen analogen terrestrischen Lizenzen der Rundfunkanbieter keine Auswirkungen auf die Höhe des Zuschusses hätten (33). Der Zuschuss beziehe sich ausschließlich auf die Übertragungskosten im DVB-T-Netz.

(33)

Das obige Argument, dass der Zuschuss für den Start des DVB-T-Netzes erforderlich gewesen sei, ist aus mehreren Gründen nicht stichhaltig.

(34)

Erstens strahlen die privaten Rundfunkanbieter ihre Programme schon seit mehr als zwei Jahren ohne verbindliche Zusage eines Zuschusses über das DVB-T-Netz aus. ProSiebenSat.1 und die RTL-Gruppe unterzeichneten bereits im Jahre 2003, als noch gar nicht beschlossen war, dass sie einen Zuschuss erhalten sollten, mit der LfM eine Vereinbarung über die Einführung von DVB-T in NRW (34).

(35)

Da zweitens die Umstellung mehrere Jahren im Voraus geplant wurde, hätte die LfM die Laufzeit der analogen terrestrischen Lizenzen bis zum Umstellungsdatum befristen können, um etwaigen Entschädigungsansprüchen seitens der privaten Rundfunkanbieter vorzubeugen. Diese Vorgehensweise wurde zum Beispiel im Vereinigten Königreich gewählt. § 27 Absatz 3 LMG NRW sieht ausdrücklich vor, dass die Zuweisung einer Übertragungskapazität mit einer Befristung versehen werden kann, wenn dadurch der Übergang zur digitalen Übertragung gefördert wird. Die LfM verlängerte jedoch noch am 11. Juli 2003, d. h. weniger als ein Jahr vor der Analog-Digital-Umstellung, die analogen terrestrischen Lizenzen von RTL und Sat.1 (35).

(36)

Drittens wurden die im analogen terrestrischen Netz vertretenen privaten Rundfunkanbieter für ihre Analogabschaltung bereits dadurch — falls nicht ganz, so doch zumindest teilweise — entschädigt, dass ihnen DVB-T-Programmplätze zugewiesen wurden. Die RTL-Gruppe und ProSiebenSat.1 erhielten effektiv mehr DVB-T-Programmplätze als sie zuvor im analogen terrestrischen Netz innehatten.

(37)

Viertens, was die Übertragungskosten betrifft, ist der Zuschuss nicht als befristete Förderung konzipiert, um die Umstellung während des Parallelbetriebs zu erleichtern, sondern er erstreckt sich auf fünf Jahre nach der Umstellung. Im Falle der privaten Rundfunkanbieter gab es zudem überhaupt keinen Parallelbetrieb (36). Darüber hinaus liegen die Übertragungskosten pro Fernsehprogramm bei DVB-T unter jenen der analogen Übertragung, so dass die Rundfunkanbieter bei der Umstellung auf DVB-T sogar ohne jede Förderung pro Programmplatz Kosteneinsparungen erzielen.

(38)

Auf Netzebene ist nicht ausgeschlossen, dass der Sendernetzbetreiber T-Systems aus dem LfM-Zuschuss einen mittelbaren Vorteil zieht (37). Verglichen mit einer Situation ohne Förderung könnte T-Systems möglicherweise eine Belastung der Endnutzer (Abonnentengebühren) für den Zugang zu DVB-T umgehen, so wie dies beispielsweise in den Niederlanden und Schweden geschieht. Außerdem kann nicht ausgeschlossen werden, dass T-Systems in der Lage war, die derzeit verlangten Übertragungsgebühren auf einem höheren Niveau anzusetzen, als die Rundfunkanbieter ohne Zuschuss zu zahlen bereit wären.

(39)

Da die privaten Rundfunkanbieter nur von der LfM finanziell gefördert werden, wenn sie das DVB-T-Netz nutzen, hat T-Systems den Vorteil, dass sich mehr private Rundfunkanbieter für sein Netz interessieren, zum Beispiel ProSiebenSat.1 als einer der beiden großen deutschen privaten Rundfunkanbieter was Fernsehwerbeeinnahmen und Fernsehzuschauer anbetrifft (38). Die garantierte Teilnahme der privaten deutschen Rundfunkanbieter ist für T-Systems daher als Einkommensgarantie wichtig.

(40)

Die deutschen Behörden haben die Anwendung der Kriterien des Altmark-Urteils geltend gemacht, um dafür einzutreten, dass die angemeldete Maßnahme keine staatliche Beihilfe darstellt, denn ihrer Meinung nach handelt es sich um einen Ausgleich für eine Dienstleistung von allgemeinem wirtschaftlichen Interesse (39). In § 27 Absatz 1 LMG NRW wird der LfM ausdrücklich der Auftrag erteilt, die Umstellung von der analogen auf die digitale Übertragung zu unterstützen und zu begleiten (40). Hinsichtlich des Erfordernisses, eine Überkompensierung einer Dienstleistung von allgemeinem wirtschaftlichen Interesse zu vermeiden, argumentieren die Behörden, dass dieses Kriterium nur in solchen Fällen angewandt werden könne, in denen es tatsächlich möglich ist, die Kosten, Einnahmen und einen annehmbaren Gewinn einer Dienstleistung zu berechnen. Im vorliegenden Fall müssten andere Kriterien zugrunde gelegt werden, da das mit einer Teilnahme an DVB-T verbundene Risiko für die Rundfunkanbieter, das im vorliegenden Fall kompensiert werden soll, nicht quantifiziert werden könne. Die deutschen Behörden versichern, dass sich der Ausgleich ohnehin auf das notwendige Mindestmaß beschränke, denn bei der Berechnung des Zuschusses würden die Kosteneinsparungen der Rundfunkanbieter in anderen Bundesländern berücksichtigt. Außerdem sei der Zuschuss auf fünf Jahre und auf die durch die Teilnahme an DVB-T entstehenden Mehrkosten begrenzt.

(41)

Die Kommission vertritt die vorläufige Auffassung, dass das Vorliegen einer staatlichen Beihilfe durch die Anwendung der Kriterien des Altmark-Urteils nicht in Frage gestellt wird. Keines der vier Kriterien (Definition und Erfüllung gemeinwirtschaftlicher Verpflichtungen, vorherige Festlegung der Parameter für den Ausgleich, keine Überkompensierung und Wahl eines effizienten Leistungserbringers) scheint entgegen der Auffassung der deutschen Behörden erfüllt. Die Fernsehprogramme der privaten Rundfunkanbieter scheinen nicht als Dienstleistung von allgemeinem wirtschaftlichen Interesse definiert worden zu sein. Sie stellen vielmehr reguläre gewerbliche Tätigkeiten dar, die ausschließlich wirtschaftlichen Erwägungen unterliegen. In Bezug auf das zweite Kriterium stellt die Kommission fest, dass die Parameter, anhand deren der Ausgleich berechnet wird, nicht zuvor in objektiver und transparenter Weise aufgestellt wurden. So wurde beispielsweise nicht berücksichtigt, dass ProSiebenSat.1 im DVB-T-Netz viermal so viele Kanäle hat wie im analogen terrestrischen Netz. Aufgrund des Fehlens objektiver und transparenter Parameter für die Berechnung des Ausgleichs kann folglich auch nicht ausgeschlossen werden, dass der Ausgleich für die privaten Rundfunkanbieter zu hoch ist. Außerdem bezweifelt die Kommission, dass die Kosten der Rundfunkanbieter den Kosten gut geführter Unternehmen entsprechen, da die Auswahlkriterien in der Ausschreibung nicht in erster Linie wirtschaftlicher Natur waren, sondern auf die Förderung von Angebots- und Meinungsvielfalt abstellten (41).

3.1.3.   Wettbewerbsverfälschung

Zuteilung der Netz- und Rundfunklizenzen

(42)

Die deutschen Behörden haben geltend gemacht, dass die Maßnahme den Wettbewerb nicht verfälsche, da sie weder den privaten Rundfunkanbietern noch dem Netzbetreiber T-Systems einen selektiven Vorteil übertrage, denn die Lizenzen seien im Wege offener und transparenter Ausschreibungsverfahren erworben worden. Grundsätzlich habe jeder Rundfunkanbieter oder Sendernetzbetreiber von der Förderung profitieren können, so dass die Maßnahme nicht als selektiv angesehen werden könne. Insbesondere im Falle von mittelbar Begünstigten müsse eine Maßnahme selektiv sein, um als Beihilfe eingestuft werden zu können.

(43)

Die Kommission bezweifelt, dass die Ausschreibungsverfahren dergestalt waren, den selektiven wirtschaftlichen Vorteil des LfM-Zuschusses auf ein Mindestmaß zu begrenzen bzw. sogar ganz aufzuheben, und somit hinreichend waren, um einer Wettbewerbsverfälschung vorzubeugen.

(44)

Auf der Ebene der Rundfunkanbieter organisierte die LfM ein offenes Ausschreibungsverfahren, das alle 12 für private Rundfunkanbieter vorgesehene DVB-T-Programmplätze beinhaltete (42). Dabei wurden jedoch Programme, die bereits über das analoge terrestrische Netz verbreitetet wurden, vorrangig berücksichtigt. Dies betraf drei Fernsehprogramme (43). Außerdem enthielt die Ausschreibung keinerlei Hinweis darauf, dass die LfM die Übertragungskosten subventionieren würde (44). Die Kommission ist deshalb vorläufig der Auffassung, dass das Ausschreibungsverfahren nicht transparent genug war um sicherzustellen, dass der aus dem LfM-Zuschuss erwachsende Vorteil in den Angeboten der Rundfunkanbieter hinreichend berücksichtigt war (45) bzw. dass jegliche Selektivität ausgeschlossen werden kann.

(45)

Auf Netzebene eröffnete die RegTP am 27. November 2002 ein erstes Frequenzzuteilungsverfahren für einen bundesweiten Multiplex und am 4. Februar 2004 ein zweites Verfahren für fünf regionale Multiplexe (46). Nach Auffassung der Kommission reichten diese Verfahren nicht aus, um einen möglichen durch die Förderung der LfM gewährten wirtschaften Vorteil für den Sendernetzbetreiber T-Systems aufzuheben, so dass der Wettbewerb möglicherweise verfälscht wurde.

Erstens wurde in den Ausschreibungsbedingungen nicht auf die von der LfM gewährte finanzielle Unterstützung zugunsten der Rundfunkanbieter für die Nutzung des DVB-T-Netzes hingewiesen; ferner stand der Förderbetrag zum Zeitpunkt der Veröffentlichung der Ausschreibungen noch nicht fest (47). Da die Bieter über die Existenz der Beihilfe im Unklaren waren, konnten sie kein entsprechendes Lizenzgebot abgeben.

Zweitens war T-Systems als Betreiber und Eigentümer des analogen terrestrischen Netzes und als Teilnehmer an dem DVB-T-Projekt in Berlin-Brandenburg bei der Einreichung eines Angebots gegenüber Neuanbietern im Markt im Vorteil. Selbst wenn Wettbewerber einen Teil der terrestrischen Infrastruktur von T-Systems anmieten könnten, um ein DVB-T-Netz aufzubauen, ist davon auszugehen, dass T-Systems als etablierter Betreiber des terrestrischen Netzes in Deutschland einen komparativen Vorteil gegenüber jedem Neuanbieter hat. Außerdem lagen nur rund zwei Monate zwischen der Abgabefrist im Frequenzzuteilungsverfahren (17. März 2004) und der Aufnahme des DVB T-Betriebs (24. Mai 2004), so dass neuen Marktteilnehmern nur wenig Zeit blieb, um ein Netz aufzubauen, das zum vorgesehenen Termin mit DVB-T-Übertragungen hätte beginnen können (48).

Drittens ist in der RegTP-Veröffentlichung über die Zuteilung des bundesweiten Multiplexes angegeben, dass dieser von ein und demselben Sendernetzbetreiber betrieben werden muss, wodurch regionale Mitbieter faktisch ausgeschlossen waren (49). Des Weiteren hieß es dort, dass die Frequenzen für diesen Multiplex im Einzelnen noch nicht bekannt waren, wodurch die Unsicherheit bei der DVB-T-Einführung noch erhöht wurde.

Viertens betreibt T-Systems nicht nur den bundesweiten Multiplex, sondern scheint außerdem auch teilweise die DVB T-Multiplexe zu betreiben, die formell dem WDR zugewiesen wurden, wodurch T-Systems der zusätzliche Vorteil zuteil wird, den für die Übertragung der WDR- und ARD-Programme vorbehaltenen Teil des DVB-T-Netzes zu betreiben. Indem T-Systems alle drei den öffentlich-rechtlichen Rundfunksendern vorbehaltenen Multiplexe betreibt und somit über die Hälfte der gesamten Übertragungskapazität verfügt, könnte es Größen- und Verbundvorteile nutzen, über die andere Wettbewerber nicht verfügen.

(46)

Auf Netzebene scheinen die Ausschreibungsverfahren demnach durch ein hohes Maß an Unsicherheit und Intransparenz bei gleichzeitiger starker Position des etablierten terrestrischen Sendernetzbetreibers T-Systems gekennzeichnet gewesen zu sein, so dass es für jedes andere Unternehmen als T-Systems schwierig gewesen sein muss, ein Angebot für den Netzbetrieb abzugeben. Tatsächlich reichte nur T-Systems ein Angebot für den Betrieb der fraglichen Multiplexe ein. Aufgrund dieser günstigeren Ausgangslage für den Betrieb des DVB-T-Netzes könnte T-Systems ein Angebot unterbreitet haben, das dem wirtschaftlichen Vorteil, der sich aus dem Betrieb des Sendernetzes ergibt, möglicherweise nicht in vollem Umfang gerecht wird. Die Ausschreibungsverfahren reichten deshalb möglicherweise nicht aus, um eine Selektivität der Maßnahme auszuschließen und somit einer Wettbewerbsverfälschung vorzubeugen.

(47)

Selbst wenn T-Systems im Rahmen des Ausschreibungsverfahrens ein Angebot eingereicht hätte, in dem sich alle für den Bieter ergebenden direkten und indirekten wirtschaftlichen Vorteile berücksichtigt worden wären, würde dies nichts daran ändern, dass die Maßnahme Elemente einer sektoriellen Beihilfe aufweist (vgl. Randnummern 51 bis 57).

Unterschiede in der öffentlichen Finanzierung für private Rundfundanbieter

(48)

Auf Ebene der Rundfunkanbieter kann die Maßnahme insofern den Wettbewerb verfälschen, als der durch den Zuschuss gedeckte Anteil an den Übertragungskosten nicht für alle privaten Rundfunkanbieter gleich ist. Auf den ersten Blick scheinen die Unterschiede bei den Zuschüssen für die Rundfunkanbieter durch die Unterschiede in den Kosteneinsparungen gerechtfertigt zu sein, die die Rundfunkanbieter durch die Abschaltung der analogen terrestrischen Übertragung realisieren können. Die Kommission muss allerdings die gegenwärtig von T-Systems erhobenen Übertragungskosten prüfen, um festzustellen, ob alle Rundfunkanbieter gleich behandelt werden. Die deutschen Behörden haben erklärt, dass die jährlichen Übertragungskosten in Höhe von 675.000 EUR je DVB-T-Programmplatz auf Schätzungen der Rundfunkanbieter aus dem Jahr 2003 beruhen (50).

(49)

Die unterschiedliche Bezuschussung der privaten Rundfunkanbieter durch die LfM verfälscht den Wettbewerb, da diese auf demselben relevanten Markt für frei empfangbares Fernsehen konkurrieren. Insbesondere konkurrieren die Empfänger des LfM-Zuschusses um Werbe- oder sonstige gewerbliche Einnahmen, da sie sich aus kommerziellen Einnahmen finanzieren.

(50)

Obwohl im Falle der privaten Rundfunksender ein Verzerrungselement vorliegen könnte, führt die Maßnahme anscheinend nicht zu einer Benachteiligung der öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten, auch wenn der Zuschuss ausschließlich privaten Rundfunkanbietern gewährt wird. Der Grund hierfür ist, dass die DVB-T-Übertragung der Programme der öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten über das allgemeine Finanzierungssystem des öffentlich-rechtlichen Rundfunks finanziert wird, d. h. aus den Rundfunkgebühren.

Sektorielle Beihilfe

(51)

Nach Auffassung der Kommission könnte die untersuchte Maßnahme insofern selektiv sein, als der Zuschuss Rundfunkanbietern gewährt wird, die das von T-Systems ausgebaute DVB-T-Netz nutzen, während beispielsweise Rundfunkanbieter, die andere Übertragungswege nutzen, nicht unterstützt werden. Die Maßnahme könnte daher als ‚sektorielle Beihilfe‘ betrachtet werden.

(52)

Auf der Ebene der Rundfunkanbieter verhelfen sektorielle Beihilfen den Sendern dazu, mehr Zuschauer zu erreichen, und ihre Attraktivität für Werbekunden zum Nachteil anderer Medien zu steigern. In Fusionsfällen hat die Kommission einen Produktmarkt für ‚Medienkauf‘ (‚media buying‘) definiert, der eine große Bandbreite unterschiedlicher Medien umfasst (51). Medienkauf wird definiert als Planung und Einkauf von Sendezeiten und/oder Werbeflächen in verschiedenen Medien, einschließlich Fernsehen, Hörfunk, Zeitungen, Zeitschriften, Plakatwerbung und Internet. Aus dieser Sicht können sektorielle Beihilfen für die Fernsehübertragung via DVB-T den Wettbewerb in anderen Mediensektoren verfälschen.

(53)

Auf der Ebene der Sendernetzbetreiber könnte die Maßnahme den Wettbewerb auf zweierlei Weise verfälschen. Erstens kann der Betreiber des DVB-T-Netzes aufgrund der Bezuschussung auf dem Großkundenmarkt höhere Übertragungsgebühren von den Rundfunkanbietern verlangen als unter normalen Marktbedingungen. Wichtiger noch ist allerdings die Tatsache, dass die selektive Finanzierung und die ‚künstliche‘ Entwicklung einer konkurrierenden Übertragungstechnologie auf dem Endverbrauchermarkt die Auswahlmöglichkeiten der Zuschauer zwischen den verschiedenen Übertragungswegen, insbesondere zwischen DVB-T, Kabel und DTH (Satellitendirektempfang) beeinflussen könnten.

(54)

In Kartell- und Fusionsfällen ist die Austauschbarkeit zwischen verschiedenen Übertragungswegen auf dem Endverbrauchermarkt bisher fallabhängig entschieden worden (52). In jüngster Zeit besteht jedoch die Tendenz, ungeachtet der Übertragungsplattform einen einzigen Markt für Übertragungsdienste zu definieren (53). Dies spiegelt unter anderem das Aufkommen von DVB-T wider, wodurch sich die Kapazität der terrestrischen Plattform erhöht hat, sowie der Rückgang der Preise für Empfangsgeräte wie Satellitenschüsseln oder Set-Top-Boxen, wodurch sich der Lock-in-Effekt (54) verringert hat.

(55)

In Deutschland gibt es auf allen drei Plattformen eine große Zahl frei empfangbarer Fernsehprogramme, was auf eine gewisse Ähnlichkeit des Angebots schließen lässt. Das gegenwärtige Angebot über DVB-T umfasst in Nordrhein-Westfalen insgesamt 24 Programme und ist damit dem Angebot im analogen Kabelfernsehen, der in NRW am meisten verbreiteten Form des Fernsehempfangs, vergleichbar (55). Vor allem umfasst DVB-T gemessen an Zuschaueranteil und Werbeeinnahmen alle bedeutenden Fernsehprogramme (56).

(56)

Für das Land Berlin-Brandenburg, in dem die Umstellung zwischen November 2002 und August 2003 erfolgte, liegen empirische Daten über die Austauschbarkeit verschiedener Übertragungsplattformen und insbesondere über den Wettbewerbseffekt der DVB-T-Einführung auf Kabelbetreiber vor (57). Die während und nach der Umstellung in Berlin-Brandenburg erfassten Daten zeigen, dass die terrestrische Übertragung seit der Umstellung an Bedeutung gewonnen hat und das Kabel in gewissem Umfang durch die terrestrische Übertragung ersetzt worden ist, wenngleich die Substitution anfänglich, d. h. während der Umstellung, stärker in die entgegengesetzte Richtung verlief (58). Im Jahr 2005 ist der Anteil der Haushalte in Berlin-Brandenburg, die nunmehr DVB-T empfangen, von 2,8 % auf 7,4 % angestiegen (59). In NRW gibt es Hinweise auf einen ähnlichen Trend (siehe Schaubild 1). Gründe dafür, warum sich die Zuschauer für DVB-T statt Kabel entschieden haben, liegen einer Umfrage nach vor allem darin, dass der DVB-T-Empfang kostenlos ist, während für den Kabelempfang eine monatliche Gebühr zu entrichten ist (60).

(57)

In Hinblick auf künftige DVB-T-Anwendungen dürfte die Wettbewerbsverzerrung weit über die derzeitige Marktstruktur hinausgehen und neben dem frei empfangbaren Fernsehen auch neu entstehende Märkte betreffen. DVB-T kann Pay-TV-Dienste anbieten, wie dies die Entwicklungen in anderen Mitgliedstaaten zeigen (61). Ist das DVB-T-Netz einmal eingerichtet, können Rundfunkübertragungen mit anderen Telekommunikationsdiensten kombiniert werden.

3.1.4.   Auswirkungen auf den Handel

(58)

Nach Auffassung der Kommission könnte die Maßnahme den Handel zwischen den Mitgliedstaaten beinträchtigen. Private Rundfunkanbieter wie ProSiebenSat.1 agieren international auf den Märkten für Fernsehwerbung und Filmrechte, wo sie mit anderen Rundfunkanbietern und Telekommunikationsgesellschaften im Wettbewerb stehen. Netzbetreiber wie T-Systems, das Tochterunternehmen der Deutschen Telekom, konkurrieren mit Kabelbetreibern und Medienkonzernen wie UPC (Liberty Media) sowie mit Satellitenbetreibern wie SES Astra, NSAB und Eutelsat, die Infrastrukturdienste für Rundfunksender anbieten. Gleichzeitig konkurrieren in verschiedenen Mitgliedstaaten Kabel- und Satellitenbetreiber um die Endverbraucher.

3.1.5.   Vorläufige Schlussfolgerung zum Beihilfecharakter der Maßnahme

(59)

Aus den vorgenannten Gründen ist die Kommission der vorläufigen Auffassung, dass der von der LfM gewährte Zuschuss eine staatliche Beihilfe im Sinne des Artikels 87 Absatz 1 darstellt. Die privaten Rundfunkanbieter scheinen die unmittelbar Begünstigten zu sein. T-Systems, der Betreiber der von den privaten Rundfunkanbietern genutzten Multiplexe, scheint mittelbar durch die Maßnahme begünstigt worden zu sein. Zum gegenwärtigen Zeitpunkt ist jedoch nicht klar, ob tatsächlich staatliche Mittel im Sinne des Artikels 87 Absatz 1 auf T-Systems übertragen wurden.

3.2.   Würdigung der Vereinbarkeit

(60)

Die deutschen Behörden haben die Vereinbarkeit der Maßnahme mit dem Gemeinsamen Markt gemäß Artikel 87 Absatz 3 Buchstaben c und d sowie Artikel 86 Absatz 2 EG-Vertrag geltend gemacht.

3.2.1.   Artikel 87 Absatz 3 EG-Vertrag

(61)

Die deutschen Behörden machen geltend, dass die Maßnahme zur Entwicklung des Rundfunksektors beitrage, da DVB-T die Medienvielfalt gewährleiste und für eine ausgewogene Rundfunklandschaft (einschließlich regionaler und lokaler Fernsehprogramme) sorge. Kabel und Satellit würden sich nicht in derselben Weise für die Übertragung lokaler und regionaler Programme eignen wie die Terrestrik, da terrestrische Übertragungen besser auf die relevanten Zielgruppen ausgerichtet werden könnten und zudem benötigt würden, um lokale und regionale Programme in die jeweiligen Kabelnetze einzuspeisen. Darüber hinaus erklären die deutschen Behörden, dass mit der Satelliten- und Kabelübertragung keine flächendeckende Versorgung aller Haushalte gewährleistet werden könne.

(62)

Als zweites Argument bringen die deutschen Behörden vor, dass die Maßnahme zur Entwicklung des Rundfunksektors beitrage, weil DVB-T die Entwicklung neuer Dienste wie interaktive Fernsehdienste oder den mobilen und portablen Empfang voranbringe.

(63)

Drittens machen die deutschen Behörden geltend, die Maßnahme fördere den Wettbewerb zwischen den verschiedenen digitalen Übertragungswegen.

(64)

Die Kommission bezweifelt, dass die von den deutschen Behörden vorgebrachten Argumente ausreichen, um die angebliche Beihilfe im Sinne des Artikels 87 Absatz 3 Buchstabe c zu rechtfertigen. Selbst wenn durch das DVB-T-Netz die Übertragungskapazitäten erhöht werden, schneidet es im Vergleich zu der Anzahl der Programme, die über Kabel oder Satellit verfügbar sind, schlechter ab. Selbst im analogen Modus bieten die anderen beiden Übertragungswege mehr Programme an als das DVB-T. Das Argument der Programmvielfalt ist deshalb keine ausreichende Begründung für eine Beihilfe, die DVB-T gegenüber anderen Plattformen begünstigt, die eine noch größere Vielfalt anbieten. Ferner sind etablierte Rundfunkanbieter bei der Zuteilung der DVB-T-Programmplätze vorrangig behandelt worden, während die Zahl neuer Anbieter äußerst gering ist.

(65)

Darüber hinaus ist die Kommission nicht davon überzeugt, dass sich die terrestrische Verbreitungsweise besser als die Kabel- oder Satellitenverbreitung dazu eignet, Meinungsvielfalt zu fördern und lokale und regionale Programme auszustrahlen, und in diesem Zusammenhang die in Rede stehende Maßnahme das richtige Mittel zur Korrektur eines Marktversagens darstellt. Über die beiden anderen Übertragungswege werden ebenfalls lokale und regionale Programme verbreitet. In NRW gibt es in verschiedenen Regionen lokale Fernsehprogramme, die über Kabel ausgestrahlt werden, während über DVB-T kein einziges lokales Fernsehprogramm ausgestrahlt wird. Die deutschen Behörden haben bislang keine Angaben zum Anteil der Haushalte vorgelegt, die nicht über Kabel- oder Satellitenempfang verfügen,, was erforderlich wäre, um ihr Argument der flächendeckenden Versorgung zu untermauern. Stattdessen haben die Behörden eingeräumt, dass aus technischer Sicht nahezu jeder Haushalt Fernsehen über Satellit empfangen kann (62). Da die in Rede stehende Maßnahme auf städtische Regionen begrenzt ist, müsste auch der Empfang über Kabel generell verfügbar sein.

(66)

Die Kommission bezweifelt außerdem, dass die Maßnahme der Innovationsförderung dient, indem neue Dienste wie interaktive Fernsehdienste oder der mobile und portable Empfang über DVB-T angeboten werden. Interaktive Dienste benötigen einen inhaltetauglichen Rückkanal. Vergleichbar der Satellitenplattform bietet DVB-T jedoch keinen Rückkanal, sondern lediglich einen Kanal, auf dem das Signal zum Endnutzer übertragen wird (63). Demnach ist Interaktivität kein intrinsisches Merkmal von DVB-T (64).

(67)

Für die sonstigen Dienste ist festzuhalten, dass in NRW weder die Zuteilung der Kapazitäten noch die öffentlichen Finanzhilfen gezielt auf innovative Medien- oder Telekommunikationsdienste ausgerichtet sind. Was die Kapazität angeht, so ist nicht klar, welche Frequenzen für neue Mediendienste bereitgestellt wurden. Ferner wird lediglich die Übertragung von Fernsehprogrammen mit öffentlichen Mitteln bezuschusst.

(68)

Schließlich bezweifelt die Kommission, dass die Stärkung des Wettbewerbs zwischen den verschiedenen Übertragungswegen als Rechtfertigung für die Maßnahme akzeptiert werden kann. Die deutschen Behörden haben nicht überzeugend dargelegt, dass die Rundfunkübertragung in NRW durch strukturelle Wettbewerbsprobleme beeinträchtigt wird oder dass DVB-T zur Beseitigung bestimmter Marktstarrheiten beitragen könnte. Auch ohne terrestrische Übertragung bieten Kabel und Satellit bereits eine große Bandbreite frei empfangbarer Fernsehprogramme, und sie sind generell verfügbar. Zudem gibt es Wettbewerb zwischen verschiedenen Kabelbetreibern um den Anschluss von Haushalten. Zusätzlicher Wettbewerb entsteht durch Fernsehen über Breitband (z. B. DSL), das im Begriff ist, sich als weitere Plattform für die Rundfunkübertragung zu etablieren.

(69)

Unter diesen Umständen, die es offensichtlich mehreren Plattformen erlauben, gleichzeitig am Markt zu bestehen, erscheint die Verwendung von Beihilfen zur Steuerung des Marktes in eine bestimmte Richtung nicht erforderlich und könnte die Entwicklung von Alternativen wie DSL eher hemmen. Wie in der Mitteilung der Kommission über den Übergang vom analogen zum digitalen Rundfunk dargelegt, ‚sollte prinzipiell jedes Netz aus eigener Kraft am Wettbewerb teilnehmen‘  (65). Damit soll gewährleistet werden, dass selektive Beihilfen nicht bereits getätigte und künftige Investitionen in andere Netze gefährden.

(70)

Außerdem sieht die Kommission keine Anzeichen dafür, dass die angemeldete Maßnahme angemessen oder erforderlich wäre, um irgendeiner anderen Form von Marktversagen zu begegnen, das den Umstieg auf digitales Fernsehen erschweren könnte (66). Die Notwendigkeit der Maßnahme ist vielmehr fraglich, da die privaten Rundfunkanbieter es als lohnenswert angesehen haben, an DVB-T teilzunehmen, und seit über zwei Jahren ohne verbindliche Zusage einer finanziellen Förderung ihre Programme auf diesem Wege ausstrahlen. Ferner haben die privaten Rundfunkanbieter RTL und ProSiebenSat.1 im Jahr 2003 eine Vereinbarung mit der LfM über die Einzelheiten der Einführung von DVB-T in NRW unterzeichnet, d. h. bereits mehrere Monate vor Beginn der Umstellung, ohne dass es eine Zusage für einen Zuschuss gab (67). Die privaten Rundfunkanbieter haben überdies an der Ausschreibung für die DVB-T-Lizenzen teilgenommen, obwohl die Ausschreibung keinen Hinweis auf eine eventuelle Förderung enthielt (68). Darüber hinaus wurde die DVB-T Förderrichtlinie von der LfM erst am 19. November 2004 verabschiedet, d. h., über sechs Monate nach der Einführung von DVB-T in NRW.

3.2.2.   Artikel 87 Absatz 3 Buchstabe d EG-Vertrag

(71)

Nach Auffassung der deutschen Behörden ist die Errichtung eines pluralistischen Rundfunksystems Teil der Kulturhoheit der Mitgliedstaaten, der die Gemeinschaft gemäß Artikel 151 Absatz 4 EG-Vertrag in Beihilfeverfahren Rechnung tragen muss.

(72)

Die Kommission stimmt darüber ein, dass, wie in Artikel 151 Absatz 4 EG-Vertrag niedergelegt, die Gemeinschaft bei ihrer Tätigkeit kulturellen Aspekten und insbesondere der Förderung kultureller Vielfalt, Rechnung tragen soll. Nach Ansicht der Kommission ist diese ‚kulturelle‘ Ausnahmebestimmung, dargelegt in Artikel 87 Absatz 3 Buchstabe d EG-Vertrag, jedoch wie jede Ausnahme eng auszulegen und betrifft Fälle, in denen das Kulturgut eindeutig identifiziert oder identifizierbar ist (69). Im vorliegenden Fall soll die Förderung die Übertragung von Rundfunksignalen fördern und steht in keinerlei Zusammenhang mit einem bestimmten Kulturinhalt, der andernfalls nicht ausgestrahlt würde.

3.2.3.   Artikel 86 Absatz 2 EG-Vertrag

(73)

Den deutschen Behörden zufolge kann die Übertragung von Rundfunksignalen über DVB-T als eine Dienstleistung von allgemeinem wirtschaftlichen Interesse betrachtet werden. Diese bestehe in der erfolgreichen Umstellung von der analogen zur digitalen Übertragung, die wiederum technische Innovationen wie den mobilen und portablen Empfang fördere, den Wettbewerb zwischen den verschiedenen Übertragungswegen erhalte und zur Sicherung einer ausgewogenen Rundfunkstruktur beitrage.

(74)

Durch die Zuweisung der Übertragungskapazitäten seien die privaten Anbieter mit der Erbringung dieser Dienstleistung von allgemeinem wirtschaftlichen Interesse betraut worden. Ohne eine finanzielle Förderung wären die privaten Anbieter nicht bereit gewesen, am Aufbau von DVB-T mitzuwirken, was den Erfolg von DVB-T gefährdet hätte, an dem die deutschen Behörden ein öffentliches Interesse haben.

(75)

Nach Auffassung der Kommission müssen Dienstleistungen von allgemeinem wirtschaftlichen Interesse von den Behörden eindeutig definiert und ausdrücklich einem bestimmten Unternehmen übertragen werden. Im vorliegenden Fall scheinen die deutschen Behörden das Argument des allgemeinen wirtschaftlichen Interesses ad hoc formuliert zu haben. Außerdem wird der angebliche Ausgleich für eine Dienstleistung im öffentlichen Interesse an private Rundfunkanbieter gezahlt, die im Gegensatz zu den öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten keinen öffentlichen Auftrag haben. Die Finanzierung der Übertragungskosten scheint den privaten Anbietern stattdessen einen Vorteil bei ihrer regulären kommerziellen Tätigkeit zu verschaffen.

(76)

Was das zur Begründung der finanziellen Förderung durch die LfM vorgebrachte Argument des allgemeinen wirtschaftlichen Interesses anbetrifft (d. h. Förderung technischer Innovationen, Aufrechterhaltung des Wettbewerbs zwischen den verschiedenen Übertragungswegen und Förderung einer ausgewogenen Rundfunkstruktur einschließlich lokaler und regionaler Programme), so hat die Kommission bereits in der Würdigung der Maßnahme in Verbindung mit Artikel 87 Absatz 3 Buchstabe c ihre Bedenken zum Ausdruck gebracht. Ganz allgemein fragt sich die Kommission, ob die in Rede stehende Maßnahme, die reguläre gewerbliche Aktivitäten privater Unternehmen fördert, als Dienstleistung von allgemeinem wirtschaftlichen Interesse gelten kann, insbesondere wenn es parallel dazu öffentlich-rechtliche Rundfunkanstalten gibt, deren ausdrücklicher öffentlicher Auftrag in der Sicherung der Meinungsvielfalt und der Bereitstellung lokaler und regionaler Programmangebote besteht.

4.   SCHLUSSFOLGERUNG

Aus diesen Gründen fordert die Kommission die Bundesrepublik Deutschland im Rahmen des Verfahrens nach Artikel 88 Absatz 2 EG-Vertrag auf, innerhalb eines Monats nach Eingang dieses Schreibens ihre Stellungnahme abzugeben und alle für die Würdigung der Maßnahme sachdienlichen Informationen zu übermitteln.

Die Kommission ersucht um zusätzliche Auskünfte zu folgenden Fragen:

1)

Bitte übermitteln Sie die Vereinbarungen der LfM, der verschiedenen Rundfunkanbieter und/oder anderer Akteure hinsichtlich der Einführung von DVB-T (siehe insbesondere Randnummer 9).

2)

Hat die Bundesnetzagentur den relevanten Markt/die relevanten Märkte für die Rundfunkübertragungsdienste definiert und eventuell für einen Betreiber eine beträchtliche Marktmacht festgestellt?

3)

Bitte übermitteln Sie für die Jahre 2003, 2004 und 2005 eine Aufstellung der Kosten von T-Systems für die Verbreitung der einzelnen Fernsehprogramme im analogen terrestrischen Netz und im derzeitigen DVB-T-Netz.

4)

Bitte übermitteln Sie die Lizenzen und/oder Vereinbarungen der LfM für die Nutzung des DVB-T-Netzes durch private Rundfunkanbieter.

5)

Bitte übermitteln Sie vollständige Angaben zu den Vereinbarungen zwischen T-Systems und den Rundfunkanbietern der ARD-Gruppe (insbesondere WDR), mit denen T-Systems teilweise oder ausschließlich mit dem technischen Betrieb der dieser Gruppe zugeteilten Multiplexe beauftragt wurde. Waren T-Systems oder deren Vorgänger bereits mit dem Betrieb des analogen terrestrischen Netzes des WDR betraut?

6)

Bitte übermitteln Sie die einschlägigen Unterlagen (Vereinbarungen, Lizenzen), aus denen die Bedingungen hervorgehen, unter denen T-Systems die von den privaten Rundfunkanbietern genutzten Multiplexe betreibt.

Ihre Behörden werden aufgefordert, unverzüglich eine Kopie dieses Schreibens an die potenziellen Beihilfeempfänger weiterzuleiten.

Die Kommission erinnert die Bundesrepublik Deutschland an die Sperrwirkung des Artikels 88 Absatz 3 EG-Vertrag und verweist auf Artikel 14 der Verordnung (EG) Nr. 659/1999 des Rates, wonach alle rechtswidrigen Beihilfen von den Empfängern zurückgefordert werden können.

Die Kommission weist die Bundesrepublik Deutschland darauf hin, dass sie alle betroffenen Dritten durch die Veröffentlichung des vorliegenden Schreibens und einer aussagekräftigen Zusammenfassung desselben im Amtsblatt der Europäischen Union unterrichten wird. Außerdem wird sie die betroffenen Dritten in den EFTA-Staaten, die das EWR-Abkommen unterzeichnet haben, durch die Veröffentlichung einer Bekanntmachung in der EWR-Beilage zum Amtsblatt der Europäischen Union und die EFTA-Überwachungsbehörde durch Übermittlung einer Kopie dieses Schreibens von dem Vorgang in Kenntnis setzen. Alle Betroffenen werden aufgefordert, innerhalb eines Monats ab dem Datum dieser Veröffentlichung ihre Stellungnahme abzugeben.»


(1)  ABl. C 216 vom 28. August 2004, S. 5.

(2)  Entscheidung K(2005)3903 der Kommission vom 9. November 2005 über die staatliche Beihilfe, die die Bundesrepublik Deutschland zugunsten der Einführung des digitalen terrestrischen Fernsehens (DVB-T) in Berlin-Brandenburg gewährt hat, siehe Amtsblatt L 200 vom 22. Juli 2006.

(3)  Mit Schreiben vom 2. Dezember 2005, 9. Dezember 2005 und 12. Dezember 2005.

(4)  DVB-T bedeutet Digital-Video-Broadcasting über ein terrestrisches Netz.

(5)  ‚eEurope 2005: Eine Informationsgesellschaft für alle‘ (KOM(2002)263 endg.); ‚Mitteilung der Kommission über den Übergang vom analogen zum digitalen Rundfunk (digitaler Übergang und Analogabschaltung)‘ (KOM(2003)541 endg.) und ‚Mitteilung der Kommission über die Beschleunigung des Übergangs vom analogen zum digitalen Rundfunk‘ (KOM(2005)204 endg.).

(6)  Die Arbeitsgemeinschaft Fernsehforschung (AGF) ist ein Zusammenschluss der größten deutschen Rundfunkanbieter zur Messung des Fernsehzuschauerverhaltens. Im Gegensatz zum Satellitenempfang, der in rund 30 % der deutschen Fernsehhaushalte digital übertragen wird, ist der Kabelempfang vorwiegend analog. Nur 10 % der Kabelhaushalte empfangen digitale Rundfunksignale.

(7)  SES/ASTRA ist der größte Satellitenbetreiber in Deutschland und veröffentlicht jedes Jahr den German Satellite Monitor über die Bedeutung der verschiedenen Fernsehübertragungswege. In Schaubild 1 sind die jeweils zum Jahresende datierten Angaben der ASTRA/Infratest-Erhebungen, z.B. Ende 2005, auf den 1. Januar des folgenden Jahres bezogen, z.B. 1.1.2006, um sie mit den Angaben von AGF/GfK vergleichbar zu machen, die jeweils zu Jahresbeginn erhoben werden.

(8)  Landesmediengesetz Nordrhein-Westfalen (‚LMG NRW‘) in der Fassung vom 2. Juli 2002. Gesetz- und Verordnungsblatt für das Land NRW vom 30. Juli 2002, Nr. 20, S. 334.

(9)  Damals hieß die LfM noch Landesanstalt für Rundfunk Nordrhein-Westfalen.

(10)  Siehe Schreiben der deutschen Behörden vom 29. April 2005, S. 9.

(11)  ARD steht für Arbeitsgemeinschaft der öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten der Bundesrepublik Deutschland, ZDF für Zweites Deutsches Fernsehen und WDR für Westdeutscher Rundfunk.

(12)  Siehe Schreiben der deutschen Behörden vom 23. März 2004, S. 10.

(13)  Ein Multiplex entspricht einem Frequenzblock für die Rundfunkübertragung und beinhaltet in NRW vier Programme.

(14)  Einer Pressemitteilung des Projektbüros DVB-T Nordrhein-Westfalen vom 24. November 2004 zufolge können 14 der insgesamt 18 Mio. Einwohner Nordrhein-Westfalens seit dem 8. November 2004 DVB-T-Übertragungen empfangen.

(15)  In einem Teil des Ballungsraums Düsseldorf/Ruhrgebiet (Oberbergischer Kreis) erfolgte die digitale Umstellung allerdings ohne die privaten Rundfunkanbieter.

(16)  Staatsvertrag über den Rundfunk im vereinten Deutschland vom 31. August 1991 (Rundfunkstaatsvertrag - RStV) in der Fassung vom 1. Juli 2002, Bayerisches Gesetz- und Verordnungsblatt, S. 162.

(17)  Erstmalige Zuweisung von Übertragungskapazitäten für die landesweite digitale terrestrische Verbreitung bzw. Weiterleitung von Fernsehprogrammen und Mediendiensten im DVB-T Standard in Nordrhein-Westfalen, Bekanntmachung der LfM vom 4. Dezember 2003, veröffentlicht im Landesministerialblatt vom 30. Dezember 2003.

(18)  Grundlage der Maßgabe, dass bei der Vergabe von Lizenzen für die digitale terrestrische Übertragung im Fernsehen Fernsehveranstalter mit denjenigen Programmen vorrangig zu berücksichtigen sind, die in dem jeweils betroffenen Verbreitungsgebiet analog verbreitet werden, ist in Artikel 52a Absatz 1 des Rundfunkstaatsvertrags und in § 28 Absatz 1 des LMG NRW enthalten.

(19)  Siehe Randnummer 0.

(20)  Terra Nova ist der Nachfolgesender von Onyx-TV, dem die ursprüngliche Lizenz erteilt wurde. Am 15. September 2004 ersetzte die französische Groupe AB ihren Musiksender Onyx durch den Dokumentarsender Terra Nova.

(21)  Amtsblatt RegTP Nr. 3/2004, Vfg Nr. 3/2004, S. 82.

(22)  Amtsblatt RegTP Nr. 23/2002, Vfg Nr. 36/2002, S. 1695.

(23)  45 % des auf NRW entfallenden Rundfunkgebührenanteils wird an die Filmstiftung NRW überwiesen.

(24)  Siehe Randnummer (10).

(25)  In der Anmeldung hat Deutschland berechnet, dass die Übertragungskosten pro Programm für einen Zeitraum von fünf Jahren insgesamt 2,7 Mio. EUR betragen; diese Summe steht jedoch im Widerspruch zu allen anderen übermittelten Informationen.

(26)  Rs. T-358/94, Air France/Kommission, Slg. 1996 II-2109 und Rs. C-482/99, France/Kommission, Stardust Marine Slg. 2002 I-4397.

(27)  LMG NRW, insbesondere § 87 und § 88.

(28)  LMG NRW, § 117.

(29)  LMG NRW, § 113 und § 114.

(30)  Siehe Randnummer 17.

(31)  LMG NRW, § 27 Absatz 1.

(32)  Rs. C-482/99 Frankreich/Kommission, Stardust Marine Slg. 2002 I-4397, Randnummer 23 und darin genannte Verweise.

(33)  Siehe Schreiben der deutschen Behörden vom 29. April 2005, S. 8.

(34)  Siehe Randnummer 9.

(35)  Die analoge terrestrische Lizenz für VOX scheint 2002 verlängert worden zu sein.

(36)  Siehe Randnummer 10.

(37)  Obwohl dem WDR ein Teil des DVB-T-Netzes (zwei Multiplexe) zugeteilt wurde, kann er nicht als Begünstigter angesehen werden, da diese Multiplexe ausschließlich von öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten genutzt werden, die keine Zuschüsse von der LfM erhalten.

(38)  Media Perspektiven, Basisdaten: Daten zur Mediensituation in Deutschland 2004, S. 11 und S. 18; AGF/GfK Fernsehforschung und I-Punkt Deutschland auf der Grundlage von Nielsen Media Research.

(39)  Urteil vom 24. Juli 2004 in der Rs. C-280/00 Altmark Trans GmbH, Slg. 2003 I-7747, Randnummern 88-94.

(40)  Siehe Randnummern 8 und 28.

(41)  Siehe Randnummer 14.

(42)  Siehe Randnummern 13 bis 15.

(43)  Bei den drei Sendern handelt es sich um RTL, VOX und Sat.1 (siehe Tabelle 1).

(44)  Siehe Randnummer 14.

(45)  Bei einem völlig transparenten und offenen Ausschreibungsverfahren wäre von den bietenden Rundfunkanbietern zu erwarten, dass sie einen zuschussbedingten Vorteil ganz oder teilweise in höhere oder qualitativ bessere Lizenzgebote umsetzen.

(46)  Siehe Randnummer 16.

(47)  Im Schreiben der deutschen Behörden vom 25. April 2005 heißt es auf Seite 13: ‚Die Förderung der Landesmedienanstalt ist völlig unabhängig von den potentiellen und dem tatsächlichen Netzbetreiber festgelegt worden und spielte für das telekommunikationsrechtliche Ausschreibungsverfahren der RegTP keine Rolle.‘

(48)  Der Kommission ist nicht bekannt, wann die RegTP über die Frequenzzuteilung entschieden hat.

(49)  Siehe Randnummer 16.

(50)  Siehe Schreiben der deutschen Behörden vom 29. April 2005, S. 3.

(51)  Entscheidung der Kommission vom 4. September 2001 (Sache Nr. COMP/M.2558 - Havas/Tempus; ABl. C 319 vom 14. November 2001, Randnummer 9 und darin genannte Verweise).

(52)  Für einen Überblick über neuere Fälle siehe Entscheidung der Kommission im Fall Telenor/Canal+/Canal Digital (COMP/C.2/38.287 vom 29. Dezember 2003, insbesondere die Randnummern 32-50).

(53)  Siehe TPS I (IV/36.237 vom 3. März 1999, Randnummer 30), British Interactive Broadcasting/Open (IV/36.539 vom 15. September 1999, ABl. L 312, Randnummer 26) und Telenor/Canal+/Canal Digital (COMP/C.2/38.287 vom 29. Dezember 2003, Randnummer 50).

(54)  Ein ‚Lock-in-Effekt‘ liegt vor, wenn Haushalte nicht bereit sind, in einen anderen Übertragungsmodus zu investieren, so dass ein Wechsel zwischen verschiedenen Plattformen unwahrscheinlich ist; siehe Entscheidung der Kommission im Fall MSG Media Service (ABl. L 364 vom 31. Dezember 1994, Randnummer 42).

(55)  Siehe Randnummer 7 und Fußnote 6 .

(56)  Auf die 24 Programme, die das DVB-T in NRW anbietet, entfielen 2004 über 80 % der Zuschauer und mehr als 90 % der Einnahmen aus der Fernsehwerbung in Deutschland; (siehe Fußnote 38).

(57)  Vgl. den oben genannten Fall C25/04 Einführung des digitalen terrestrischen Fernsehens (DVB-T) in Berlin-Brandenburg.

(58)  Kurzfristig konnten die Kabelbetreiber Zuschauer, die am analogen Empfang über Kabel festhalten wollten, abwerben; dies war jedoch nur ein einmaliger Effekt, der sich nach der digitalen Umstellung nicht fortsetzte. Mittelfristig haben die Kabelbetreiber Kunden an die gebührenfreie DVB-T-Plattform verloren. Quelle: Emnid-Studie vom 30.4.2003, zitiert im Mabb-Bericht ‚Berlin goes digital‘, und ‚DVB-T-Region Berlin/Potsdam: Terrestrik wächst weiter‘, in: Media Perspektiven 7/2004, S. 296.

(59)  Quelle: ASTRA (2006): Reichweiten in Deutschland: Marktdaten Jahresende 2005: 7,4 % (gegenüber 2,8 % im Jahr 2004) ist das gewogene Mittel von Berlin mit 8,9 % (3,6 %) und Brandenburg mit 5,2 % (1,5 %).

(60)  Siehe ‚Berlin/Potsdam: Erste DVB-T-Region Deutschland‘, in: Media Perspektiven 12/2003, S. 565.

(61)  Insbesondere in Italien, Frankreich, Schweden und dem Vereinigten Königreich.

(62)  Siehe Schreiben vom 29. April 2005, Ziffer 2: ‚Technisch gesehen kann nahezu jeder Haushalt in NRW Rundfunk über Satellit empfangen.‘

(63)  Interaktivität kann lediglich durch Bereitstellung eines DVB-RCT (Return Channel Terrestrial – terrestrischer Rückkanal) mit zusätzlichen Kosten und mittels eines teureren Decoders oder durch herkömmliche Rückkanäle wie das Telefon- oder ein interaktives Fernsehkabel erreicht werden.

(64)  Im Gegensatz zum digitalen Kabel, das parallel zur bloßen Übertragung für komplexe interaktive Dienstleistungen mit einem Rückkanal aufgerüstet werden kann.

(65)  ‚Mitteilung über den Übergang vom analogen zum digitalen Rundfunk‘ (digitaler Übergang und Analogabschaltung) (KOM(2003) 541 endg.).

(66)  Siehe insbesondere den Fall C25/04 DVB-T in Berlin-Brandenburg und die Mitteilung der Kommission KOM(2003) 541 endg.

(67)  Siehe Randnummer 9.

(68)  Siehe Randnummer 14.

(69)  Entscheidungen der Kommission in den Sachen NN 88/98, BBC 24-stündiger werbefreier Nachrichtenkanal (ABl. C 78 vom 18.3.2000) und NN 70/98, ‚Kinderkanal und Phoenix‘ (ABl. C 238 vom 21. 8.1999).


26.8.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 204/26


Pubblicazione di una domanda a norma dell'articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari.

(2006/C 204/06)

La presente pubblicazione conferisce il diritto di opporsi alla registrazione a norma dell'articolo 7 del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio. Le dichiarazioni di opposizione devono pervenire alla Commissione entro un termine di sei mesi dalla data della presente pubblicazione.

SCHEDA RIEPILOGATIVA

REGOLAMENTO (CE) N. 510/2006 DEL CONSIGLIO

Domanda di registrazione a norma dell'articolo 5 e dell'articolo 17, paragrafo 2,

«POMME DU LIMOUSIN»

CE N.: FR/PDO/005/0442/29.11.2004

DOP ( X ) IGP ( )

La presente scheda riepilogativa è stata redatta solo a scopo informativo. Per maggiori informazioni gli interessati sono invitati a consultare la versione integrale del disciplinare presso le autorità nazionali indicate nella sezione 1 oppure presso la Commissione europea (1).

1.   Servizio competente dello stato membro:

Nome:

Institut National des Appellations d'Origine

Indirizzo:

51, rue d'Anjou — F-75008 Paris

Tel.:

(33-1) 53 89 80 00

Fax:

(33-1) 42 25 57 97

e-mail:

info@inao.gouv.fr

2.   Associazione richiedente:

Nome:

Syndicat de défense de la Pomme du Limousin

Indirizzo:

Le Bois Redon — F-19230 Pompadour

Tel.:

(33-5) 55 73 31 51

Fax:

(33-5) 55 98 54 42

e-mail:

pommelimousin@wanadoo.fr

Composizione:

Produttori/trasformatori ( X ) altro ( )

3.   Tipo di prodotto:

Classe 1.6 — Frutta fresca

4.   Disciplinare (riepilogo delle condizioni di cui all'articolo 4, paragrafo 2)

4.1   Nome: «Pomme du Limousin»

4.2   Descrizione: La «Pomme du Limousin» è una mela fresca che si caratterizza per:

forma leggermente allungata, con il calice e la cavità calicina ben marcati,

calibro minimo di 65 mm,

polpa bianca e compatta, consistenza croccante, succosa e non farinosa,

gusto equilibrato, tra lo zuccherato e l'acidulo.

Essa è prodotta a partire dalla varietà «Golden delicious» .

La «Pomme du Limousin» presenta un indice rifrattometrico non inferiore al 12,5 % Brix, una compattezza non inferiore a 5 Kg/cm2 ed un grado di acidità non inferiore a 3,7 g/l di acido malico.

La mela in questione appartiene alle categorie commerciali Extra e 1, come definite dal regolamento (CE) n. 85/2004 del 15 gennaio 2004, o rientra nella categoria commerciale 2, solo per il suo grado di rugginosità.

La «Pomme du Limousin» ha una colorazione che va dal bianco/verde al giallo e può presentare una faccetta rosata.

Ai prodotti derivati da questa mela (succo, composta, ecc.) non può essere concessa la DOP «Pomme du Limousin».

4.3   Zona geografica: La zona geografica nella quale vengono prodotte, scelte e confezionate le mele, comprende 100 comuni situati nei dipartimenti del Corrèze, della Creuse, della Dordogne e dell'Haute-Vienne.

L'elenco completo dei comuni figura nel disciplinare.

4.4   Prova dell'origine: Ogni operatore è identificato mediante una dichiarazione di attitudine sottoscritta presso l'INAO (Istituto nazionale delle denominazioni d'origine).

Il controllo documentario è attuato allo scopo di seguire il prodotto dalla fase d'impianto fino alla spedizione dei frutti.

Appena raccolte, le mele sono immagazzinate per unità di produzione omogenea (UPO), come definita dal disciplinare, e sono oggetto di un'identificazione. Al termine della raccolta, ogni produttore invia una dichiarazione riassuntiva di raccolta ai servizi dell'INAO.

Gli enti assuntori/confezionatori delle mele DOP «Pomme du Limousin» devono tenere aggiornati i registri che permettono di identificare la provenienza e la destinazione delle mele così come le quantità di mele utilizzate e quelle messe in commercio.

Le mele DOP «Pomme du Limousin» sono identificate mediante un'etichetta autoadesiva apposta su ogni singola mela al momento del confezionamento.

Le mele identificate dalla DOP «Pomme du Limousin» sono sottoposte ad esami analitici ed organolettici per campione, volti a verificare la presenza delle caratteristiche di cui al punto 4.2.

4.5   Metodo di ottenimento:

Tipo varietale:

Le mele sono ottenute dalla varietà «Golden delicious» o da uno dei mutanti autorizzati dalla DOP (caratteristiche standard e simili a quelle del tipo della «Golden delicious»).

I portinnesti e le marze devono essere certificati.

Tecniche di coltivazione:

La resa agronomica non deve superare le 58 tonnellate per ettaro. Il superamento di questa resa comporta la perdita del beneficio della DOC per tutta la produzione dell'UPO interessata.

Densità:

La densità d'impianto dei meli deve essere compresa tra i 1 000 e i 3 000 alberi per ettaro.

Benché sia autorizzata la presenza di varietà da impollinazione, ai frutti di questi alberi non può essere concessa la DOP.

Potatura:

La potatura dei meli deve avvenire almeno ogni due anni, a partire dalla terza foglia, secondo una forma di tipo assiale. Le operazioni di potatura consistono, da una parte, nel ridurre il numero di rami fruttiferi e, dall'altra, nell'eliminare i tralci situati sotto i rami e/o quelli che non ricevono abbastanza luce.

Irrigazione:

Sono autorizzate solamente l'irrigazione localizzata e la microirrigazione, a condizione che sia predisposto un dispositivo che permetta di controllare gli apporti d'acqua.

La fertirrigazione è vietata.

L'irrigazione è vietata dopo il 31 agosto e, in ogni caso, nei 15 giorni che precedono la raccolta.

Trattamenti fitosanitari:

È vietata la disinfezione chimica dei terreni prima dell'impianto.

I produttori tengono aggiornato un registro delle colture sul quale vengono riportate tutte le operazioni colturali effettuate su ogni UPO.

La raccolta:

La data d'inizio della raccolta è fissata con decreto prefettizio su proposta dei servizi dell'INAO.

La raccolta delle mele avviene manualmente.

Una volta raccolti, i frutti non possono in nessun caso essere sottoposti a trattamenti fitosanitari.

Immagazzinamento delle mele:

Dopo la raccolta, le mele devono essere conservate al freddo al fine di preservare le loro caratteristiche legate alla compattezza, alla consistenza e alla succosità.

A partire dal 15 dicembre le mele confezionate devono provenire da celle ad atmosfera controllata. Queste ultime devono essere a tenuta stagna e dotate di apparecchi per la registrazione e il controllo della temperatura, dell'anidride carbonica e dell'ossigeno.

Confezionamento:

Il confezionamento delle mele deve essere eseguito nella zona geografica specificata al punto 4.3, utilizzando imballaggi atti a preservare le caratteristiche e la qualità dei frutti.

È vietato, di conseguenza, il confezionamento in unità superiori ai 20 kg e l'imballaggio in sacchetti di plastica o di carta.

Le mele non possono più essere messe in commercio con la DOP «Pomme du Limousin» dopo una data compresa tra il 1o giugno e il 1o agosto, fissata in funzione della loro colorazione.

4.6   Legame: La zona di produzione della «Pomme du Limousin» si colloca sugli altipiani dell'Haut-Limousin, che costituiscono i primi contrafforti del Massiccio Centrale, tra l'Auvergne e il Bacino dell'Aquitania. Questa unità geografica e geologica comprende una parte delle regioni amministrative del Limosino e dell'Aquitania, i dipartimenti del Corrèze, della Creuse, della Dordogne e dell'Haute-Vienne.

I terreni, che poggiano su uno zoccolo cristallino, sono allo stesso tempo leggeri e profondi e presentano una buona capacità di ritenzione dell'acqua.

Il clima è, inoltre, di tipo oceanico umido, con precipitazioni sufficientemente abbondanti ma senza eccessi e temperature senza estremi. La temperatura media, superiore ai 9 °C, definisce il limite fisiologico della coltura del melo e può essere direttamente correlata al fattore di escursione termica tra il giorno e la notte, determinante nei mesi di settembre e ottobre. L'alternanza di notti fredde e giornate calde e soleggiate favorisce lo sviluppo di sostanze aromatiche e della pigmentazione rosata della buccia dovuta agli antociani.

A tali elementi si aggiunge il fattore altitudine: le zone migliori per lo sviluppo dei meli si situano tra i 300 e i 500 metri. Esiste infatti un legame preciso tra le qualità gustative di una mela e l'altitudine, che ha l'effetto di mitigare le temperature più elevate che possono spesso inibire lo sviluppo delle sostanze aromatiche e dei pigmenti antociani. Se coltivata ad alta quota, la «Golden delicious» presenta una forma allungata e si caratterizza per una compattezza più marcata ed una più elevata ricchezza di zuccheri.

Sostenuta dal crescente successo della «Pomme du Limousin», riscontrato anche nei mercati d'esportazione, l'intera filiera ha saputo unire gli sforzi per promuovere l'originalità di questo prodotto mediante diverse iniziative, tra le quali si annoverano: la creazione di una «Route de la Pomme du Limousin», l'organizzazione di manifestazioni turistiche, culturali e sportive legate alla DOP e il lavoro di artigiani e ristoratori, impegnati nell'elaborazione di menu speciali che sottolineino le qualità gustative del prodotto.

4.7   Struttura di controllo:

Nome:

Institut National des Appellations d'Origine

Indirizzo:

51, rue d'Anjou — F-75008 Paris

Tel.:

(33-1) 53 89 80 00

Fax:

(33-1) 42 25 57 97

e-mail:

info@inao.gouv.fr

4.8   Etichettatura: Ogni mela è identificata mediante l'apposizione di un'etichetta autoadesiva sulla quale figurano:

la dicitura «AOC», scritta in caratteri di dimensioni non inferiori rispetto a quelle utilizzate per i caratteri delle altre diciture;

il nome «Pomme du Limousin», scritto in caratteri di dimensioni non inferiori alla metà di quelle utilizzate per i caratteri della dicitura «AOC».

Ogni imballaggio unitario deve recare inoltre:

il nome «Pomme du Limousin» scritto in caratteri di dimensioni non inferiori a quelle dei caratteri più grandi che figurano sull'etichetta stessa;

la dicitura «denominazione di origine controllata» o «AOC».

Nel caso in cui sull'etichetta compaiano, indipendentemente dall'indirizzo, il nome di un'azienda o di una marca, il nome della denominazione viene ripetuto tra le parole «denominazione» e «controllata».

Oltre all'etichettatura, tutti i documenti di accompagnamento e le fatture devono contenere il nome della denominazione d'origine controllata «Pomme du Limousin» e la dicitura «denominazione di origine controllata» o «AOC».

4.9   Condizioni nazionali: —


(1)  Commissione europea, Direzione generale Agricoltura e Sviluppo rurale, Politica di qualità dei prodotti agricoli, B-1049 Bruxelles.


26.8.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 204/30


Pubblicazione di una domanda di registrazione ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari

(2006/C 204/07)

La presente pubblicazione conferisce il diritto di opporsi alla registrazione a norma dell'articolo 7 del regolamento (CE) n. 510/2006. La dichiarazione di opposizione deve pervenire alla Commissione entro un termine di sei mesi dalla data della presente pubblicazione.

SCHEDA RIEPILOGATIVA

REGOLAMENTO (CE) N. 510/2006 DEL CONSIGLIO

Domanda di registrazione ai sensi dell'articolo 5 e dell'articolo 17, paragrafo 2

«ŽATECKÝ CHMEL»

N. CE: CZ/PDO/005/0402/19.10.2004

DOP ( X ) IGP ( )

La presente scheda costituisce una sintesi redatta a scopo informativo. Per un'informazione completa gli interessati sono invitati a consultare la versione integrale del disciplinare presso i servizi delle autorità nazionali indicati nella sezione 1 oppure presso i servizi competenti della Commissione europea (1).

1.   Servizio competente dello Stato membro:

Nome:

Úřad průmyslového vlastnictví

Indirizzo:

Antonína Čermáka 2a, CZ-160 68 Praha 6

Tel.:

(420) 220 383 111

Fax:

(420) 224 324 718

E-mail:

posta@upv.cz

2.   Gruppo richiedente:

Nome:

Svaz pěstitelů chmele České republiky

Indirizzo:

Mostecká 2580, CZ-438 19 Žatec

Tel.:

(420) 415 733 401

Fax:

(420) 415 726 052

E-mail:

svaz@czhops.cz

Composizione:

produttori/trasformatori ( X ) altri ( )

3.   Tipo di prodotto:

Classe 1.8 — Luppolo

4.   Descrizione del disciplinare (sintesi delle condizioni di cui all'articolo 4, paragrafo 2)

4.1   Nome: «Žatecký chmel»

4.2   Descrizione: Le caratteristiche specifiche dello «Žatecký chmel» (luppolo di Žatec) sono l'aspetto del cono (di forma ovoidale media-lunga, peso di 100 coni: 13-17 grammi, con strobilo fine e regolare da 12 a 16 mm di lunghezza), il suo aroma fine di luppolo e il colore giallo dorato del luppolino. Le particolarità dello «Žatecký chmel» sono il colore rosso del fusto, l'infiorescenza strobiliforme fine, il basso tenore di mircene e il contenuto equilibrato di acidi alfa e beta. La composizione delle resine del luppolo è caratterizzata dal contenuto relativamente basso di acidi alfa, compreso tra 2,5 e 5,5 %. Il contenuto di acidi beta è superiore a quello di acidi alfa, che sono generalmente presenti in proporzione dello 0,60-0,80. Il tasso di mircene varia tra 25 e 40 %. Un'altra peculiarità è la presenza di una quantità significativa di beta-farnesene (14-20 %), sostanza presente soltanto in scarsissima quantità nelle altre varietà di luppolo. Il carattere generale dell'aroma dello «Žatecký chmel» è dato dall'interazione di tutti i suoi singoli componenti. Il luppolo di Žatec è una varietà semi precoce ed è commercializzato sotto forma compressa di plugs o pellets.

4.3   Zona geografica: Lo «Žatecký chmel» è coltivato nella «Žatecká chmelařská oblast» (regione di coltivazione del luppolo di Žatec), un territorio situato nelle zone di Louny, Rakovník, Chomutov, Kladno, Plzeň-sever, Rokycany. Una descrizione più precisa di questa regione figura del disciplinare.

4.4   Prova dell'origine: Nella Repubblica ceca, il luppolo è sottoposto a certificazione ai sensi della legge n. 97/1996 sulla protezione del luppolo e alla normativa comunitaria (regolamento (CE) n. 1952/2005 e regolamento (CEE) n. 1784/77 del Consiglio e regolamento (CEE) n. 890/78 della Commissione). L'ÚKZÚZ (Ústřední kontrolní a zkušební ústav zemědělský — Istituto centrale di controllo e di sperimentazione agricoli) è l'autorità competente per la certificazione del luppolo nella Repubblica ceca.

La tracciabilità dell'origine è garantita da una procedura stabilita per legge. Il produttore pesa il luppolo prodotto, etichetta e sigilla debitamente gli imballaggi e redige una dichiarazione nella quale indica il numero e il peso degli imballaggi etichettati, con riferimento alla zona catastale e alla varietà di luppolo. L'ÚKZÚZ procede alla certificazione del luppolo e dei prodotti derivati già contrassegnati e rilascia un certificato vigilando sul controllo del rispetto degli obblighi previsti dalla legge sulla protezione del luppolo e dalla normativa comunitaria. L'Istituto tiene anche un registro dei luppoleti e dei produttori di luppolo.

La Státní zemědělská a potravinářská inspekce (Ispettorato nazionale dei prodotti agricoli e alimentari) effettua controlli sul rispetto dei disciplinari e pubblica decisioni di concerto con l'ÚKZÚZ.

4.5   Metodo di ottenimento: Lo «Žatecký chmel» è coltivato nei luppoleti della regione di Žatec. I lavori primaverili cominciano in aprile con il taglio e l'impianto dei tutori, seguiti dal palizzamento, dalla sarchiatura e dal trattamento chimico. Durante il ciclo vegetativo le piante sono trattate a più riprese contro gli animali infestanti e le malattie. Il raccolto del luppolo avviene a partire dalla seconda metà di agosto fino all'inizio di settembre. Il luppolo è compresso o trasformato in pellets.

La struttura di sostegno del luppoleto è composto da pali in legno (a volte in calcestruzzo). Successivamente si utilizzano fili di ferro o, per le costruzioni nuove, cavi di acciaio. Le strutture raggiungono all'incirca i 7 metri di altezza (altezza ideale per il luppolo coltivato in questa regione). Si contano da 2 500 a 3 500 cespi di luppolo per ettaro, in funzione della densità di impianto (determinata dalla tecnica agronomica, dalle proprietà di crescita delle piante e dall'ottimizzazione della struttura vegetativa). Il luppolo è una pianta vigorosa, il cui ciclo di vita arriva a una ventina di anni. Nei luppoleti sono coltivati per la produzione le piante femminili. Si evita la coltivazione di piante maschili poiché possono esercitare un'influenza negativa sulla qualità del luppolo.

Lo «Žatecký chmel» è coltivato da oltre mille anni nella sua regione tradizionale. Soltanto i cloni seguenti possono vantare il nome di «Žatecký chmel»: Lučan (registrato nel 1941), Blato (1952), clone di Osvald 31 (1952), clone di Osvald 72 (1952), clone di Osvald 114 (1952), Siřem (1969), Zlatan (1976), Podlešák (1989) e Blšanka (1993).

4.6   Legame: Il carattere unico dello «Žatecký chmel» (cfr. punto 4.2) si basa sulle particolari condizioni ambientali presenti nella regione di coltivazione del luppolo di Žatec. La regione è protetta a nord-ovest dai Monti metalliferi (Krušné hory), dalle montagne di Doupov (Doupovské vrchy) e dal Massiccio Centrale ceco (České středohoří), i quali costituiscono una sorta di «barriera contro la pioggia». Le precipitazioni annuali medie della regione si aggirano soltanto sui 450 mm. La distribuzione delle precipitazioni favorisce tuttavia la coltura del luppolo (durante il cui ciclo vegetativo le precipitazioni raggiungono mediamente i 260 mm). La temperatura media annuale è di 8-9 °C (durante il ciclo vegetativo, raggiunge 14-16 °C). Oltre al clima, anche le condizioni pedologiche della regione incidono sulla qualità del luppolo. Si tratta soprattutto di terreni permiani rossi, ma anche di suolo marnoso più leggero. La crescita e lo sviluppo del luppolo dipendono anche dalla posizione del luppoleto, principalmente dall'altitudine (da 200 a 500 m di altitudine), dall'ubicazione rispetto al rilievo del terreno, dalla pendenza e dall'esposizione. La zona è caratterizzata soprattutto da grandi valli aperte dove l'aria circola liberamente, ma che sono sufficientemente al riparo dai forti venti che soffiano da ovest e dal nord. Viste le condizioni sopra illustrate, il luppolo non raggiungerebbe qualità e rendimenti analoghi in altre regioni. L'ambiente influisce in particolare sul contenuto di sostanze chimiche e sulla crescita. Le condizioni sopra menzionate (combinazione di precipitazioni medie, temperature, profili pedologici, altitudine e esposizione al sole) sono uniche della regione di coltivazione del luppolo di Žatec. Le altre regioni nel mondo in cui si coltiva il luppolo presenteranno sempre delle differenze rispetto ad alcune delle citate condizioni di base (precipitazioni più elevate, temperature medie più elevate, ore di luce quotidiane mediamente più brevi durante il ciclo vegetativo).

4.7   Struttura di controllo:

Nome:

Státní zemědělská a potravinářská inspekce, inspektorát v Ústí nad Labem

Indirizzo:

Masarykova 19/275, CZ-403 40 Ústí nad Labem

Tel.:

(420) 475 651 224

Fax:

(420) 475 651 225

E-mail:

usti@szpi.gov.cz


Nome:

Ústřední kontrolní a zkušební ústav zemědělský, odbor trvalých kultur Žatec

Indirizzo:

Chmelařské náměstí 1612, CZ-438 43 Žatec

Tel.:

(420) 415 778 119

Fax:

(420) 415 778 136

E-mail:

webmaster@ukzuz.cz

La decisione finale spetta allo Státní zemědělská a potravinářská inspekce.

4.8   Etichettatura: La menzione ŽATECKÝ CHMEL è apposta su ciascuno imballaggio.

4.9   Condizioni nazionali: —


(1)  Commissione europea, direzione generale dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale, unità Politica di qualità dei prodotti agricoli, B-1049 Bruxelles.


26.8.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 204/33


Notifica preventiva di una concentrazione

(Caso n. COMP/M.4091 — Linde/Spectra)

(2006/C 204/08)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

1.

In data 16.8.2006 è pervenuta alla Commissione la notifica di un progetto di concentrazione in conformità all'articolo 4 e a seguito di un rinvio ai sensi dell'articolo 4, paragrafo 5, del regolamento (CE) n. 139/2004 del Consiglio (1). Con tale operazione l'impresa tedesca Linde AG («Linde») acquisisce ai sensi dell'articolo 3, paragrafo 1, lettera b), del regolamento del Consiglio il controllo dell'insieme dell'impresa statunitense Spectra Gases, Inc. («Spectra») mediante acquisto di quote.

2.

Le attività svolte dalle imprese interessate sono le seguenti:

per Linde: produzione e distribuzione di gas industriali e speciali, compresa la costruzione di impianti;

per Spectra: produzione e distribuzione di gas speciali.

3.

A seguito di un esame preliminare la Commissione ritiene che la concentrazione notificata possa rientrare nel campo d'applicazione del regolamento (CE) n. 139/2004. Tuttavia si riserva la decisione finale al riguardo.

4.

La Commissione invita i terzi interessati a presentare le loro eventuali osservazioni relative all'operazione proposta.

Le osservazioni debbono pervenire alla Commissione non oltre dieci giorni dalla data di pubblicazione della presente comunicazione. Le osservazioni possono essere trasmesse alla Commissione per fax (fax n. +32/2/2964301 o 2967244) o per posta, indicando il riferimento COMP/M.4091 — Linde/Spectra, al seguente indirizzo:

Commissione europea

Direzione generale Concorrenza

Protocollo Concentrazioni

J-70

B-1049 Bruxelles


(1)  GU L 24 del 29.1.2004, pag. 1.


26.8.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 204/34


Notifica preventiva di una concentrazione

(Caso n. COMP/M.4182 — Hörmann/MN/ACP JV)

Caso ammissibile alla procedura semplificata

(2006/C 204/09)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

1.

In data 21.08.2006 è pervenuta alla Commissione la notifica di un progetto di concentrazione in conformità all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 139/2004 del Consiglio (1). Con tale operazione l'impresa MAN Nutzfahrzeuge AG («MN, Germania»), appartenente al gruppo MAN («MAN», Germania) e l'impresa Hörmann GmbH & Co. Beteiligungs KG («Hörmann», Germania) acquisiscono ai sensi dell'articolo 3, paragrafo 1, lettera b), del regolamento del Consiglio il controllo in comune della impresa Automotive Components Penzberg GmbH («ACP», Germania) tramite l' acquisto di azioni o quote.

2.

Le attività svolte dalle imprese interessate sono le seguenti:

per MN: progettazione, produzione e commercializzazione di camion, autobus, componenti e servizi relativi.;

per MAN: veicoli commerciali, motori diesel, motori turbo, servizi industriali, servizi di ingegneria, costruzioni di ingegneria;

per Hörmann: ingegneria elettrica, di machine, di costruzione,di radio e servizi relativi;

per ACP: produzione di componenti di metallo per costruzione di camion pesanti.

3.

A seguito di un esame preliminare la Commissione ritiene che la transazione notificata possa rientrare nel campo d'applicazione del regolamento (CE) n. 139/2004. Tuttavia si riserva la decisione finale al riguardo. Si rileva che, ai sensi della comunicazione della Commissione concernente una procedura semplificata per l'esame di determinate concentrazioni a norma del regolamento (CE) n. 139/2004 (2) del Consiglio, il presente caso potrebbe soddisfare le condizioni per l'applicazione della procedura di cui alla comunicazione stessa.

4.

La Commissione invita i terzi interessati a presentare le loro eventuali osservazioni sulla concentrazione proposta.

Le osservazioni debbono pervenire alla Commissione non oltre dieci giorni dalla data di pubblicazione della presente comunicazione. Le osservazioni possono essere trasmesse alla Commissione per fax (fax n. +32/2/2964301 o 2967244) o per posta, indicando il riferimento COMP/M.4182 — Hörmann/MN/ACP JV, al seguente indirizzo:

Commissione europea

Direzione generale Concorrenza

Protocollo Concentrazioni

J-70

B-1049 Bruxelles/Brussel


(1)  GU L 24 del 29.1.2004, pag. 1.

(2)  GU C 56 del 05.3.2005, pag. 32.


26.8.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 204/35


Notifica preventiva di una concentrazione

(Caso n. COMP/M.4294 — Arcelor/SNCFL/CFL Cargo)

(2006/C 204/10)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

1.

In data 21.8.2006 è pervenuta alla Commissione la notifica di un progetto di concentrazione in conformità all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 139/2004 del Consiglio (1). Con tale operazione l'impresa Arcelor Profil Luxembourg S.A. («Arcelor Profil», Lussemburgo), appartenente al gruppo Arcelor, e l'impresa Société Nationale des Chemins de Fer Luxembourgeois («SNCFL», Lussemburgo) acquisiscono ai sensi dell'articolo 3, paragrafo 1, lettera b), del regolamento del Consiglio il controllo in comune dell'impresa di nuova costituzione CFL Cargo S.A. («CFL Cargo», Lussemburgo), che si configura come impresa comune, mediante acquisto di quote.

2.

Le attività svolte dalle imprese interessate sono le seguenti:

per Arcelor Profil: produzione e distribuzione di prodotti siderurgici lunghi al carbonio;

per SNCFL: fornitura di servizi ferroviari.

3.

A seguito di un esame preliminare la Commissione ritiene che la concentrazione notificata possa rientrare nel campo d'applicazione del regolamento (CE) n. 139/2004. Tuttavia si riserva la decisione finale al riguardo.

4.

La Commissione invita i terzi interessati a presentare le loro eventuali osservazioni relative all'operazione proposta.

Le osservazioni debbono pervenire alla Commissione non oltre dieci giorni dalla pubblicazione della presente comunicazione. Le osservazioni possono essere trasmesse alla Commissione per fax (fax n. +32/2/2964301 o 2967244) o per posta, indicando il riferimento COMP/M.4294 — Arcelor/SNCFL/CFL Cargo, al seguente indirizzo:

Commissione europea

Direzione generale della Concorrenza

Protocollo concentrazioni

J-70

B-1049 Bruxelles


(1)  GU L 24 del 29.1.2004, pag. 1.


III Informazioni

Commissione

26.8.2006   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 204/36


Bando di gara per la restituzione all'esportazione di avena dalla Finlandia e dalla Svezia per la campagna 2006/2007

(2006/C 204/11)

I.   OGGETTO

1.

È indetta una gara per la restituzione all'esportazione di avena di cui al codice NC 1004 00 00 verso qualsiasi paese terzo, escluse la Bulgaria, la Norvegia, la Romania e la Svizzera.

2.

L'aggiudicazione è effettuata conformemente alle disposizioni:

del regolamento (CE) n. 1784/2003 del Consiglio (1),

del regolamento (CE) n. 1501/95 (2),

del regolamento (CE) n. 1278/2006 della Commissione (3).

II.   PERIODI DI PRESENTAZIONE

1.

Per la prima delle gare settimanali il periodo di presentazione delle offerte inizia il 8 settembre 2006 e termina il 14 settembre 2006 alle ore 10.

2.

Per le gare settimanali successive il periodo di presentazione delle offerte scade alle ore 10 del giovedì di ogni settimana, ad eccezione del 2 novembre 2006, del 28 dicembre 2006, del 5 aprile 2007 e del 17 maggio 2007.

Per la seconda gara settimanale e le gare successive il periodo di presentazione delle offerte inizia a decorrere dal primo giorno lavorativo successivo al giorno di scadenza della gara precedente.

3.

Il presente bando è pubblicato esclusivamente per indire la presente gara. Fatta salva la possibilità di modifica o di sostituzione, esso è valido per tutte le gare settimanali effettuate nel periodo di validità della presente gara.

III.   OFFERTE

1.

Le offerte devono pervenire per iscritto entro le date e le ore indicate nel titolo II, mediante deposito contro dichiarazione di ricevuta oppure mediante lettera raccomandata, telex, fax o telegramma, a uno dei seguenti indirizzi:

Statens Jordbruksverk

Vallgatan 8

S-551 82 Jönköping

fax: (46) 36 19 05 46)

Maa- ja metsätalousministeriö (MMM)

Interventioyksikkö — Intervention Unit

Malminkatu 16, Helsinki

PL 30

FIN-00023 Valtioneuvosto

Tel. (358) 9 160 01

fax: (358) 9 1605 2772, (358) 9 1605 2778

Le offerte non presentate per telex, fax o telegramma devono pervenire al relativo indirizzo in doppia busta sigillata. La busta interna, anch'essa sigillata, deve recare la seguente dicitura:

«Offerta relativa alla gara per la restituzione all'esportazione di avena verso qualsiasi paese terzo, escluse la Bulgaria, la Norvegia, la Romania e la Svizzera — [regolamento (CE) n. 1278/2006 — Riservato]».

Fino al momento in cui lo Stato membro di cui trattasi non comunica all'interessato l'avvenuta aggiudicazione, le offerte presentate non possono essere ritirate.

2.

L'offerta, nonché la prova e la dichiarazione di cui all'articolo 5, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1501/95 e all'articolo 3 del regolamento (CE) n. 1278/2006, sono redatte nella lingua ufficiale o in una delle lingue ufficiali dello Stato membro il cui organismo competente ha ricevuto l'offerta.

IV.   CAUZIONE DI GARA

La cauzione di gara è costituita a favore dell'organismo competente.

V.   AGGIUDICAZIONE

Dall'avvenuta aggiudicazione sorge:

a)

il diritto al rilascio, nello Stato membro in cui è stata presentata l'offerta, di un titolo di esportazione indicante la restituzione all'esportazione prevista nell'offerta e aggiudicata per il quantitativo in causa;

b)

l'obbligo di chiedere un titolo di esportazione per tale quantitativo nello Stato membro di cui alla lettera a).


(1)  GU L 270 del 21.10.2003, pag. 78.

(2)  GU L 147 del 30.6.1995, pag. 7. Regolamento modificato da ultimo dal regolamento (CE) n. 444/2004 (GU L 123 del 27.4.2004, pag. 50).

(3)  GU L 233 del 26.8.2006, pag. 6.