COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 14.7.2022
COM(2022) 337 final
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Relazione sulla politica di concorrenza 2021
{SWD(2022) 188 final}
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Relazione sulla politica di concorrenza 2021
Contenuto
1. Introduzione
2. Garantire che le norme in materia di concorrenza continuino ad essere adatte al futuro - Progressi rispetto a un programma politico di ampia portata
2.1. Nuove iniziative legislative per rafforzare il pacchetto di strumenti della politica di concorrenza
2.2. Aggiornare gli orientamenti e le norme antitrust e in materia di concentrazioni per renderli adatti alle nuove sfide
2.3. Aggiornare le norme e gli orientamenti in materia di aiuti di Stato per renderli adatti alle nuove sfide
2.4. Adeguare la DG Concorrenza alle esigenze di applicazione attuali e future
3. L'applicazione della politica di concorrenza ha contribuito alla transizione digitale e a un mercato unico forte e resiliente
3.1. L'applicazione delle norme antitrust ha contribuito alla transizione digitale e a un mercato unico forte e resiliente
3.2. Il controllo delle concentrazioni ha contribuito alla transizione digitale e a un mercato unico forte e resiliente
3.3. Il controllo degli aiuti di Stato ha contribuito alla transizione digitale e alla resilienza del mercato unico
4. L'applicazione della politica di concorrenza ha contribuito alla transizione verde
4.1. Il controllo degli aiuti di Stato ha contribuito alla transizione verde
4.2 L'applicazione delle norme antitrust e il controllo delle concentrazioni hanno contribuito alla transizione verde
5. La politica di concorrenza ha contribuito a "Un'economia al servizio delle persone"
5.1. Servizi finanziari europei resilienti
5.2. Aiuti di Stato di carattere fiscale e agevolazioni fiscali selettive
5.3. La politica di concorrenza ha continuato ad attenuare le conseguenze economiche e sociali della pandemia di COVID-19
6. Unire le forze per plasmare una cultura della concorrenza globale ed europea
6.1. Coesione politica attraverso la rete europea della concorrenza
6.2. Cooperazione in materia di politica di concorrenza nel mondo
1. Introduzione
La relazione annuale sulla politica di concorrenza 2021, che la Commissione presenta al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, illustra gli sviluppi più significativi della politica di concorrenza dell'UE e della sua applicazione nel 2021
La politica di concorrenza è una delle pietre miliari del mercato unico dell'UE. L'applicazione vigorosa della politica di concorrenza offre alle imprese e ai consumatori europei scelta, innovazione, qualità e prezzi competitivi. In linea con le priorità della Commissione, l'applicazione della politica di concorrenza promuove anche la concorrenza verso una ripresa post-pandemia e un'economia più verde, più digitale, più resiliente e più inclusiva nell'UE.
Un mercato unico forte e resiliente sostiene l'imprenditorialità in tutte le fasi, consente alle imprese di tutte le dimensioni di trarre il massimo dalle dimensioni del mercato unico e di utilizzarle come vantaggio concorrenziale per essere più competitive in un'economia globalizzata. La politica di concorrenza dell'UE non solo deve essere applicata in modo efficace e coerente, ma deve anche essere sufficientemente agile per affrontare le sfide attuali e future.
Nel 2021, sotto la guida della vicepresidente esecutiva Vestager, la politica di concorrenza ha continuato a svolgere un ruolo importante nella risposta dell'UE alla crisi, dimostrando la sua capacità intrinseca di reagire rapidamente ai cambiamenti improvvisi dell'economia. Il quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia durante l'attuale emergenza della COVID-19 ha consentito agli Stati membri di fornire un sostegno necessario e proporzionato alle imprese, altrimenti redditizie, che sono state messe in pericolo dalla pandemia. La Commissione ha inoltre delineato un percorso per l'eliminazione graduale delle misure di crisi legate alla pandemia nell'ambito del quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato, accompagnata da misure atte a generare e attirare investimenti privati. Per ridurre l'impatto sociale ed economico negativo sull'UE causato dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, la Commissione ricorrerà nuovamente alla flessibilità del pacchetto di strumenti della politica in materia di aiuti di Stato. Ciò consentirà agli Stati membri di ridurre al minimo gli effetti economici negativi senza distorcere la concorrenza nell'UE più dello stretto necessario.
La Commissione ha continuato a lavorare per migliorare il funzionamento dei mercati per i cittadini e le imprese di tutte le dimensioni, applicando le norme dell'UE in materia di concorrenza nei settori dell'antitrust, del controllo delle concentrazioni e degli aiuti di Stato (nel settore digitale e in altri settori) tenendo conto delle specificità di ciascun mercato.
La Commissione ha operato in tal senso lavorando fianco a fianco con le autorità nazionali garanti della concorrenza degli Stati membri e sotto il controllo degli organi giurisdizionali dell'UE.
Come indicato nella comunicazione della Commissione Una politica della concorrenza pronta a nuove sfide, la Commissione sta effettuando un riesame senza precedenti della politica di concorrenza dell'UE, che riguarda oltre 20 serie di norme, con l'obiettivo di garantire che gli strumenti della politica di concorrenza dell'UE rimangano adeguati alle esigenze future e sostengano le transizioni verde e digitale dell'UE, il processo di ripresa, la risposta agli sviluppi economici e la promozione della resilienza del mercato unico.
La Commissione sta inoltre completando il pacchetto di strumenti della politica di concorrenza con nuovi strumenti volti a contrastare le sovvenzioni estere e i gatekeeper digitali. Nel maggio 2021 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento relativo alle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno. Nel 2021 i colegislatori hanno compiuto progressi significativi per quanto riguarda la proposta della Commissione di legge sui mercati digitali.
Nel 2021 la Commissione ha continuato ad aumentare l'efficienza delle sue operazioni di applicazione della politica di concorrenza. La DG Concorrenza ha proseguito gli sforzi per digitalizzare i processi di gestione dei casi. L'anno ha portato anche importanti cambiamenti nell'impiego delle risorse finanziarie direttamente per l'applicazione della politica di concorrenza attraverso un bilancio operativo dedicato. Il programma per il mercato unico e la sua componente per la politica di concorrenza, con un bilancio di 20,4 milioni di EUR per il 2021, prevede il finanziamento stabile di misure che rafforzano la capacità di applicazione della Commissione, le iniziative politiche, la cooperazione internazionale e la promozione della politica di concorrenza. La strategia di comunicazione della DG Concorrenza sostiene l'ambizione della vicepresidente esecutiva di comunicare proattivamente i benefici della politica di concorrenza in modo chiaro, coerente e continuo.
2. Garantire che le norme in materia di concorrenza continuino ad essere adatte al futuro - Progressi rispetto a un programma politico di ampia portata
2.1. Nuove iniziative legislative per rafforzare il pacchetto di strumenti della politica di concorrenza
Nell'ambito della strategia digitale dell'UE
, volta ad affrontare le sfide digitali sistemiche come la diffusione delle minacce informatiche, l'incitamento all'odio, la disinformazione, la limitazione della concorrenza e dell'equità nei mercati digitali, nel dicembre 2020 la Commissione ha presentato due proposte legislative, ossia la legge sui servizi digitali e la legge sui mercati digitali. La legge sui mercati digitali propone una serie di obblighi direttamente applicabili alle imprese che esercitano una funzione di controllo dell'accesso, vale a dire di "gatekeeper", per le imprese e i consumatori nel mercato unico. La legge sui mercati digitali è rimasta una priorità legislativa assoluta nel 2021, come dimostrato dall'adozione dei rispettivi mandati dei colegislatori nel novembre e dicembre 2021.
Nel maggio 2021 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento relativo alle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno. Mentre gli aiuti concessi dagli Stati membri dell'UE sono sottoposti a un attento esame, le sovvenzioni concesse dai paesi esterni all'UE alle imprese che operano nell'UE sfuggono in gran parte a qualsiasi verifica. Le nuove norme affronterebbero le sovvenzioni estere che distorcono la concorrenza nel mercato unico. In base alla proposta di regolamento, la Commissione sarebbe in grado di indagare sulle sovvenzioni concesse da Stati esteri a imprese attive nell'UE e di ovviare, se del caso, agli effetti distorsivi causati da tale sostegno statale.
2.2. Aggiornare gli orientamenti e le norme antitrust e in materia di concentrazioni per renderli adatti alle nuove sfide
L'obiettivo del riesame continuo delle principali norme antitrust e in materia di concentrazioni è quello di valutare le norme in vigore e di adeguarle laddove necessario, tenendo il passo con gli sviluppi del mercato che hanno trasformato il modo in cui le imprese operano, compresa la crescita del commercio elettronico e delle piattaforme online. La Commissione sta inoltre valutando se sia necessario fornire ulteriori orientamenti agli operatori del mercato.
Prosegue il riesame delle norme in materia di fornitura verticale e cooperazione orizzontale
Gli accordi verticali, come quelli tra i fornitori di beni o servizi e i loro distributori, sono comuni a tutti i settori dell'economia dell'UE. Nel luglio 2021 la Commissione ha avviato una consultazione pubblica sul progetto di revisione del regolamento di esenzione per categoria relativo agli accordi verticali e dei relativi orientamenti verticali. L'obiettivo della revisione in corso è quello di chiarire e semplificare alcune disposizioni e di colmare le lacune normative percepite laddove le norme attuali potrebbero non essere più adatte allo scopo a causa degli sviluppi del mercato, come la crescita delle vendite online e l'emergere di nuovi tipi di imprese attive su piattaforma. La Commissione mira a introdurre nuove norme alla scadenza di quelle attuali, il 31 maggio 2022.
Per quanto riguarda il riesame delle norme dell'UE in materia di concorrenza sulla cooperazione orizzontale, lo scopo di tali norme è facilitare alle imprese una cooperazione economicamente auspicabile e senza inconvenienti sotto l'aspetto della politica di concorrenza. Nel maggio 2021 la Commissione ha pubblicato i risultati della valutazione dei due regolamenti di esenzione per categoria relativi agli accordi orizzontali di ricerca e sviluppo e di specializzazione oltre che degli orientamenti orizzontali. Nel luglio 2021 la Commissione ha avviato una consultazione pubblica sulle opzioni strategiche per la revisione delle norme
. Poiché entrambi i regolamenti giungeranno a scadenza il 31 dicembre 2022, la Commissione intende adottare le nuove norme entro questa data.
Principali risultati della valutazione delle norme sugli accordi orizzontali
Dalla valutazione è emerso che le norme sugli accordi orizzontali rimangono strumenti utili per le imprese. La valutazione ha tuttavia individuato diverse aree in cui le norme non sono sufficientemente adeguate alla digitalizzazione e al perseguimento degli obiettivi di sostenibilità. Alcune disposizioni dei regolamenti di esenzione per categoria relativi agli accordi orizzontali sono considerate rigide e complesse, mentre altre sono considerate poco chiare e di difficile interpretazione per le aziende. In particolare, le condizioni di esenzione previste dal regolamento di esenzione per categoria relativo agli accordi di ricerca e sviluppo potrebbero non essere più ottimali per cogliere gli accordi di R&S favorevoli alla concorrenza e l'ambito di applicazione del regolamento di esenzione per categoria relativo agli accordi di specializzazione potrebbe essere troppo ristretto. Alcune disposizioni dei regolamenti di esenzione per categoria relativi agli accordi orizzontali e degli orientamenti orizzontali sono inoltre considerate poco chiare o eccessivamente rigide. Infine gli orientamenti orizzontali offrono poche indicazioni sui recenti sviluppi del mercato, come la digitalizzazione, la resilienza e gli obiettivi di sostenibilità negli accordi orizzontali (ad esempio, non forniscono sufficiente certezza del diritto per l'autovalutazione degli accordi che perseguono obiettivi di sostenibilità e degli accordi di condivisione/collegamento dei dati.
|
Nel maggio 2021 la Commissione ha inoltre pubblicato i risultati della valutazione sul funzionamento del regolamento di esenzione per categoria nel settore automobilistico. La Commissione ha concluso che, sebbene i principi del regolamento rimangano validi, l'emergere di nuove tecnologie e il ruolo crescente dei dati nel settore automobilistico dovrebbero riflettersi negli orientamenti della Commissione che accompagnano il regolamento di esenzione per categoria nel settore automobilistico. L'attuale regolamento di esenzione per categoria nel settore automobilistico giungerà a scadenza il 31 maggio 2023.
La Commissione sta attualmente riflettendo sul seguito da dare a tali risultati, tenendo conto anche della revisione in corso del regolamento di esenzione per categoria per gli accordi verticali.
Pubblicati i risultati della valutazione della comunicazione sulla definizione del mercato
La comunicazione sulla definizione del mercato fornisce importanti orientamenti sul modo in cui la Commissione applica i concetti di mercato rilevante - del prodotto e geografico - in sede di applicazione del diritto in materia di concorrenza. Nel luglio 2021 la Commissione ha pubblicato i risultati della valutazione della comunicazione sulla definizione del mercato. Sulla base dei risultati, la Commissione ha deciso di riesaminare la comunicazione e consulterà i portatori di interessi in merito al progetto di revisione della comunicazione sulla definizione del mercato nel 2022.
Principali risultati della valutazione della comunicazione sulla definizione del mercato
La Commissione ha concluso che i principi della comunicazione sulla definizione del mercato, basati sulla giurisprudenza degli organi giurisdizionali dell'UE, rimangono validi. Tuttavia essi potrebbero non rispecchiare appieno i recenti sviluppi nelle pratiche di definizione del mercato, come quelli legati alla digitalizzazione. Le aree in cui la comunicazione sulla definizione del mercato potrebbe non essere del tutto aggiornata sono le seguenti: i) l'uso e lo scopo del test SSNIP (Small significant non-transitory increase in prices, modesto ma significativo incremento non transitorio dei prezzi) nella definizione dei mercati rilevanti; ii) i mercati digitali, in particolare per quanto riguarda i prodotti o i servizi offerti a prezzo monetario nullo e gli ecosistemi digitali; iii) la valutazione dei mercati geografici in condizioni di globalizzazione e concorrenza delle importazioni; iv) le tecniche quantitative per la definizione del mercato; v) il calcolo delle quote di mercato; e vi) la concorrenza non basata sui prezzi (compresa l'innovazione).
|
Pubblicato il progetto di orientamenti sull'applicazione del diritto in materia di concorrenza agli accordi collettivi dei lavoratori autonomi individuali
Alcuni lavoratori autonomi individuali hanno un'influenza limitata sulle loro condizioni di pagamento e di lavoro. Sebbene i contratti collettivi possano costituire uno strumento importante per ottenere condizioni migliori, alcuni lavoratori autonomi possono essere considerati "imprese" e i contratti collettivi possono quindi rientrare nel campo di applicazione delle norme dell'UE in materia di concorrenza. Per affrontare la questione, nel gennaio 2021 la Commissione ha consultato tutti i portatori di interessi sulle diverse opzioni strategiche, prima con una valutazione d'impatto iniziale e poi con un questionario dettagliato nel marzo 2021. Il 9 dicembre 2021 la Commissione ha pubblicato per consultazione il progetto di orientamenti sull'applicazione del diritto della concorrenza dell'UE agli accordi collettivi concernenti le condizioni di lavoro dei lavoratori autonomi individuali.
La Commissione valuterà i contributi dei portatori di interessi con l'obiettivo di pubblicare la versione finale degli orientamenti nel 2022.
Pubblicati i risultati della valutazione degli aspetti procedurali e giurisdizionali del controllo delle concentrazioni nell'UE e ulteriori orientamenti sull'articolo 22
L'obiettivo della valutazione degli aspetti procedurali e giurisdizionali del controllo delle concentrazioni nell'UE era quello di analizzare il funzionamento di alcune norme sulle concentrazioni in un contesto di mercato in evoluzione. La valutazione si è concentrata in particolare su due elementi: i) efficacia delle soglie per l'attribuzione della competenza basate sul fatturato nell'individuare le concentrazioni che potrebbero avere un impatto significativo sulla concorrenza nel mercato interno; ii) efficacia delle procedure di notifica semplificate introdotte nel 2013. Nel marzo 2021 la Commissione ha pubblicato i risultati della valutazione.
Principali risultati della valutazione degli aspetti procedurali e giurisdizionali del controllo UE delle concentrazioni
La Commissione ha concluso che le soglie per l'attribuzione della competenza basate sul fatturato, combinate con il meccanismo di rinvio, si sono generalmente dimostrate efficaci nell'individuare le operazioni significative nel mercato unico dell'UE. I recenti sviluppi del mercato hanno tuttavia determinato un graduale aumento delle acquisizioni di imprese che svolgono o potrebbero svolgere un ruolo concorrenziale significativo, pur generando un fatturato modesto o inesistente al momento della concentrazione. La valutazione ha concluso che, in alcuni casi, le operazioni che potrebbero incidere negativamente sulla concorrenza non sono state esaminate né dalla Commissione né dagli Stati membri. Tra queste si annoverano in particolare acquisizioni relative a imprese ai primi passi con un potenziale concorrenziale e imprese innovative attive nel settore digitale, in quello farmaceutico, nelle biotecnologie e in alcuni settori industriali, ma non solo. Non sempre il valore dell'impresa oggetto dell'acquisizione si è rivelato sufficientemente correlato ai potenziali effetti anticoncorrenziali dell'operazione.
|
Nel marzo 2021 la Commissione ha adottato una comunicazione contenente orientamenti su come applicare il meccanismo di rinvio tra gli Stati membri e la Commissione di cui all'articolo 22 del regolamento sulle concentrazioni
nelle circostanze specifiche in cui le soglie basate sul fatturato non rispecchiano il potenziale concorrenziale dell'obiettivo e l'operazione non è soggetta a notifica in alcuno Stato membro in base al diritto nazionale.
La Commissione intende incoraggiare e accettare un maggior numero di rinvii ai sensi dell'articolo 22 del regolamento sulle concentrazioni.
2.3. Aggiornare le norme e gli orientamenti in materia di aiuti di Stato per renderli adatti alle nuove sfide
Nel 2021 la Commissione ha proseguito la valutazione e la revisione delle norme e degli orientamenti esistenti in materia di aiuti di Stato per agevolare ulteriormente le transizioni verde e digitale e promuovere la resilienza del mercato unico nella fase di ripresa dalla pandemia di COVID‑19. La Commissione ha continuato a seguire gli sviluppi del mercato ed è pronta ad adeguare ulteriormente i suoi strumenti politici in modo che l'UE possa rispondere rapidamente alle crisi emergenti.
Adeguamenti del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato
Di recente, la Commissione ha consultato gli Stati membri in merito alla proposta di prorogare fino al 30 giugno 2022 il quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato, definendo al contempo il percorso per l'eliminazione graduale delle misure di sostegno in caso di crisi legate alle pandemie. La Commissione ha adottato la sesta modifica del quadro temporaneo nel novembre 2021. La proroga delle misure esistenti nell'ambito del quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato fino al 30 giugno 2022 eviterà "effetti precipizio" (cliff-edge effects), impedendo che le imprese siano improvvisamente tagliate fuori dal sostegno pubblico mirato in un momento in cui le gravi perturbazioni che colpiscono le economie degli Stati membri non sono ancora terminate. La Commissione continua a tenere in debita considerazione gli sviluppi che potrebbero interessare l'UE, compreso l'impatto sociale ed economico causato dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, al fine di agire rapidamente e, ove necessario, adeguare i propri strumenti politici. Inoltre la Commissione ha introdotto due nuovi strumenti per generare e raccogliere gli investimenti privati per una ripresa dalla pandemia più rapida, più verde e più digitale. La Commissione ha introdotto il sostegno agli investimenti per una ripresa sostenibile fino al 31 dicembre 2022 e il sostegno alla solvibilità fino al 31 dicembre 2023, che consente agli Stati membri di mobilitare fondi privati e metterli a disposizione per gli investimenti nelle PMI, comprese le start-up e le imprese di piccola e media capitalizzazione.
Adottata la disciplina in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell'ambiente e dell'energia
La Commissione ha proseguito il riesame delle norme in materia di aiuti di Stato per renderle adeguate allo scopo e allineate agli obiettivi climatici dell'UE. Nel giugno 2021 la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica invitando tutti i portatori di interessi a presentare osservazioni sulla proposta di revisione della disciplina in materia di aiuti di Stato relativi all'energia e all'ambiente. Nel dicembre 2021 la Commissione ha approvato la nuova disciplina in materia di aiuti di Stato relativi al clima, all'energia e all'ambiente (CEEAG). La revisione amplia l'ambito di applicazione della disciplina in modo da contemplare nuovi settori economici, quali la mobilità pulita e la decarbonizzazione dell'industria. Essa prevede inoltre un quadro flessibile, consentendo di fornire sostegno a tutte le tecnologie in grado di attuare il Green Deal europeo L'ambito di applicazione della disciplina, che è stato ampliato, è accompagnato da meccanismi di tutela che assicurano che gli aiuti di Stato siano efficacemente indirizzati dove sono necessari e richiedono agli Stati membri di consultare i portatori di interessi nel momento in cui vengono elaborate misure di aiuto di Stato di ampia portata. La disciplina sosterrà gli sforzi dell'UE verso la decarbonizzazione, l'economia circolare, la biodiversità, la mobilità pulita o a emissioni zero e l'efficienza energetica e le prestazioni degli edifici, al fine di raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici dell'UE per il 2030 e il 2050. La disciplina è entrata in vigore a gennaio 2022Secondo le norme riviste, rispetto al passato sarà considerato compatibile un numero maggiore di aiuti di Stato.
Adottata la revisione della comunicazione sugli IPCEI
Gli importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI) riuniscono conoscenze, competenze, risorse finanziarie e attori economici in tutta l'UE con l'obiettivo di ovviare a gravi fallimenti del mercato, fallimenti sistemici e sfide sociali che non potrebbero essere affrontate altrimenti. Essi contribuiscono alla crescita economica sostenibile, all'occupazione, alla competitività e rafforzano l'autonomia strategica aperta dell'UE. Per far sì che non distorcano la concorrenza nel mercato unico, gli IPCEI richiedono l'approvazione della Commissione in base alle norme sugli aiuti di Stato. Gli IPCEI consentono innovazioni rivoluzionarie fino alla prima applicazione industriale e investimenti infrastrutturali di grande importanza nei quali è necessario l'intervento pubblico. Gli IPCEI stimolano l'imprenditorialità nell'UE, facilitano le transizioni verde e digitale e aumentano la resilienza del mercato unico. A seguito di una valutazione e dopo un'ampia consultazione di tutte le parti interessate sulla proposta di revisione della comunicazione, nel novembre 2021 la Commissione ha adottato una
comunicazione riveduta sulle norme in materia di aiuti di Stato a favore di importanti progetti di comune interesse europeo
(comunicazione sugli IPCEI). La comunicazione IPCEI rivista si applica a decorrere dal 1º gennaio 2022.
Comunicazione sulle norme in materia di aiuti di Stato a favore di importanti progetti di comune interesse europeo
La comunicazione aggiornata amplia la portata europea e il carattere trasparente degli IPCEI stabilendo che gli IPCEI devono di norma coinvolgere almeno quattro Stati membri. Inoltre gli IPCEI devono essere progettati in modo trasparente e inclusivo. La comunicazione riveduta facilita la partecipazione delle PMI agli IPCEI e aumenta i benefici del loro coinvolgimento. La comunicazione sugli IPCEI 2021 allinea i suoi obiettivi con le attuali priorità dell'UE. Al fine di sostenere le strategie ambientali dell'UE e di accelerare la transizione verde, la comunicazione riveduta sugli IPCEI impone agli Stati membri di dimostrare che i progetti notificati sono conformi al principio "non arrecare un danno significativo". La comunicazione chiarisce inoltre i criteri da utilizzare quando si combinano fondi UE e nazionali.
|
Consultazione pubblica sulla disciplina degli aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione
La disciplina degli aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione (la disciplina RSI) incentiva le attività di ricerca, sviluppo e innovazione (RSI) rischiose, che non si svolgerebbero in assenza di sostegno pubblico. Nell'aprile 2021 la Commissione ha avviato una consultazione pubblica per semplificare l'attuale disciplina degli aiuti di Stato. L'obiettivo è rendere più semplice per gli Stati membri sostenere la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione, anche per le PMI e i poli di innovazione, garantendo al contempo che le possibili distorsioni della concorrenza siano mantenute al minimo e fornendo i giusti incentivi per consentire le transizioni verde e digitale dell'UE. A seguito della consultazione pubblica e dei contributi ricevuti, la Commissione continua a riflettere su come modernizzare la disciplina RSI e renderla a prova di futuro. Data l'importanza delle transizioni verde e digitale e della resilienza del mercato unico, le riflessioni sulla modernizzazione della disciplina RSI riguardano, ad esempio, settori quali il collaudo e la sperimentazione delle infrastrutture, nonché lo sviluppo e la realizzazione di tecnologie innovative. La Commissione prevede di adottare la disciplina RSI riveduta nel 2022.
Consultazione pubblica sugli orientamenti in materia di aiuti di Stato per le reti a banda larga
Le norme in materia di aiuti di Stato per lo sviluppo di reti a banda larga (gli orientamenti sulle reti a banda larga) facilitano la diffusione e l'adozione di reti a banda larga in zone caratterizzate da connettività insufficiente, come le regioni remote e scarsamente popolate.
Gli orientamenti consentono agli Stati membri di sostenere infrastrutture moderne che forniscono agli utenti finali servizi a banda larga di alta qualità e a prezzi accessibili in zone in cui gli operatori commerciali sono poco incentivati a investire.
Nel luglio 2021 la Commissione ha pubblicato i risultati della valutazione degli orientamenti sulle reti a banda larga. La Commissione ha concluso che, nel complesso, le norme esistenti funzionano bene e sono adatte allo scopo ma che sarebbero necessari alcuni adeguamenti per adattare le norme attuali ai recenti progressi tecnologici. Sono necessari investimenti adeguati per raggiungere gli attuali obiettivi delle politiche dell'UE, in particolare la società dei Gigabit europea 2025 e la bussola per il digitale 2030. Nel novembre 2021 la Commissione ha sottoposto a consultazione pubblica la proposta di revisione degli orientamenti sulle reti a banda larga. La consultazione pubblica è rimasta aperta fino all'11 febbraio 2022. Il progetto di orientamenti mira a rendere più facile per gli Stati membri stimolare lo sviluppo di reti a banda larga ad alte prestazioni, comprese le reti Gigabit e 5G, limitando al contempo le distorsioni della concorrenza.
Esteso l'ambito di applicazione del regolamento generale di esenzione per categoria per agevolare i programmi dell'UE
Con l'obiettivo di migliorare l'interazione tra le norme dell'UE in materia di finanziamenti e quelle in materia di aiuti di Stato nell'ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale, nel luglio 2021 la Commissione ha adottato alcune modifiche al regolamento generale di esenzione per categoria (RGEC). Le modifiche estendono l'ambito di applicazione del regolamento e semplificano le norme in materia di aiuti di Stato applicabili ai finanziamenti nazionali che rientrano nell'ambito di alcuni programmi UE recentemente adottati.
Con la modifica del RGEC, gli aiuti di Stato concessi dalle autorità nazionali per progetti finanziati da programmi gestiti a livello UE possono essere attuati direttamente dagli Stati membri senza previa notifica alla Commissione. Gli Stati membri devono tuttavia informare la Commissione delle misure di aiuto dopo la loro adozione. Il RGEC aggiornato consente inoltre agli Stati membri di fornire aiuti di Stato per le transizioni digitale e verde. Esso consente un certo grado di flessibilità per fornire rapidamente sostegno alle imprese che necessitano di assistenza a causa degli effetti economici negativi provocati da shock esterni inattesi. L'esenzione di ampie categorie di aiuti di Stato dalla notifica preventiva rappresenta un'importante semplificazione e facilita una rapida attuazione da parte degli Stati membri.
Revisione del RGEC alla luce del Green Deal
Il RGEC è attualmente oggetto di una revisione mirata che ha l'obiettivo di consentire agli Stati membri di mobilitare rapidamente un maggior numero di aiuti per i progetti verdi, senza la necessità di un'approvazione preventiva da parte della Commissione. La revisione mira ad ampliare l'ambito di applicazione del RGEC in modo da coprire gli aiuti agli investimenti in nuove tecnologie come la cattura, lo stoccaggio o l'utilizzo dell'idrogeno e del carbonio, che sono essenziali per affrontare le dipendenze strategiche. L'ambito di applicazione del RGEC sarà esteso a settori fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo, ad esempio l'efficienza delle risorse e la biodiversità. Inoltre la revisione del RGEC mira a perfezionare le disposizioni sugli aiuti agli investimenti in settori strategici chiave, come il rendimento energetico degli edifici e la ricarica e il rifornimento delle infrastrutture per la mobilità pulita. Infine le norme per la definizione dei costi ammissibili e delle intensità di aiuto ammissibili saranno rese più flessibili.
Adottata la revisione degli orientamenti sul finanziamento del rischio
Nel dicembre 2021 la Commissione ha adottato la revisione degli orientamenti sugli aiuti di Stato destinati a promuovere gli investimenti per il finanziamento del rischio.
Gli orientamenti rivisti apportano una serie di miglioramenti che ne faciliteranno l'applicazione, consolidano i requisiti esistenti in materia di valutazione ex ante e limitano l'obbligo di fornire un'analisi del deficit di finanziamento ai regimi di finanziamento del rischio di maggiore entità. Gli orientamenti rivisti introducono inoltre condizioni semplificate per la valutazione dei regimi destinati esclusivamente alle start‑up e alle PMI che non hanno ancora effettuato le prime vendite commerciali. Per garantire la coerenza, alcune definizioni contenute negli orientamenti sono allineate a quelle del RGEC. Gli orientamenti riveduti si applicano a decorrere dal 1º gennaio 2022.
Adottata la comunicazione riveduta sull'assicurazione del credito all'esportazione a breve termine
A dicembre 2021 la Commissione ha adottato una comunicazione riveduta sull'assicurazione del credito all'esportazione a breve termine. La comunicazione contiene un numero limitato di modifiche. Ad esempio, la comunicazione modifica i criteri di ammissibilità per le PMI, che in determinate circostanze possono beneficiare dell'assicurazione statale. Secondo le norme precedenti, la soglia per le PMI era un fatturato annuo all'esportazione non superiore a 2 milioni di EUR. La comunicazione riveduta sull'assicurazione del credito all'esportazione a breve termine porta tale soglia a 2,5 milioni di EUR. La comunicazione riveduta sull'assicurazione del credito all'esportazione a breve termine è entrata in vigore il 1º gennaio 2022.
Adottati gli orientamenti riveduti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale
Gli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale consentono agli Stati membri di fornire sostegno alle regioni meno favorite e a quelle che devono affrontare sfide transitorie o strutturali. Gli orientamenti garantiscono inoltre l'integrità del mercato unico, tenendo conto degli obiettivi di coesione dell'UE. A seguito della valutazione delle norme attuali nel 2019
e di un'ampia consultazione dei portatori di interessi sul progetto di testo, nell'aprile 2021 la Commissione ha adottato gli orientamenti riveduti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale. Gli orientamenti riveduti comprendono una serie di adeguamenti mirati che riflettono l'esperienza acquisita con l'applicazione delle norme precedenti. Inoltre tengono conto delle nuove priorità strategiche legate al Green Deal europeo e alle strategie industriale e digitale dell'UE. Gli orientamenti riveduti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale sono entrati in vigore il 1º gennaio 2022.
Pubblicata la valutazione del regolamento di esenzione per categoria e degli orientamenti in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo
Nel maggio 2021 la Commissione ha pubblicato una valutazione del regolamento di esenzione per categoria nel settore agricolo e degli orientamenti per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali La valutazione ha concluso che nel complesso le norme sono adatte allo scopo e soddisfano le esigenze dei settori interessati. Tuttavia alcune revisioni mirate, tra cui il chiarimento di alcuni concetti, un'ulteriore razionalizzazione e semplificazione, l'allineamento alla riforma della politica agricola comune nonché gli adeguamenti per riflettere le attuali priorità dell'UE, in particolare il Green Deal europeo.
Il passo successivo è procedere a una valutazione d'impatto che esamini le questioni individuate durante la valutazione. La Commissione prevede di adottare le norme riviste entro il 31 dicembre 2022, quando scadranno quelle attuali.
2.4. Adeguare la DG Concorrenza alle esigenze di applicazione attuali e future
Trasformazione digitale
La Commissione riconosce la trasformazione digitale quale importante priorità politica per il suo attuale mandato (Un'Europa pronta per l'era digitale), non solo per guidare il cambiamento nei mercati ma anche per consentire la modernizzazione del settore pubblico. Nel 2021 la DG Concorrenza ha elaborato e approvato una strategia digitale interna completa, che renderà più efficienti i processi di indagine e le altre attività che le competono.
La strategia digitale rafforzerà inoltre l'applicazione del diritto dell'UE in materia di concorrenza investendo in soluzioni digitali all'avanguardia e modernizzando i sistemi di gestione dei casi della DG Concorrenza, in particolare con l'inaugurazione di CASE@EC per la gestione degli aiuti di Stato e dei documenti. La strategia digitale è saldamente ancorata alla strategia digitale globale della Commissione europea, che trasforma la Commissione in un'organizzazione digitalizzata, incentrata sull'utente e guidata dai dati.
La DG Concorrenza sta sviluppando e migliorando le soluzioni digitali a sostegno dell'interazione tra i portatori di interessi esterni, come le autorità nazionali garanti della concorrenza, le imprese attive nel mercato unico, gli studi legali e i privati cittadini. In questo contesto, la DG Concorrenza ha introdotto nel 2021 tre nuove soluzioni digitali; il sistema di notifica interattiva degli aiuti di Stato (SARI2), eConfidentiality ed eRFI. La DG Concorrenza ha inoltre avviato un progetto per rinnovare le informazioni relative ai casi pubblicate sul sito web EUROPA, con l'obiettivo di migliorare l'accesso, la ricerca e l'esportazione dei dati pubblici sulla politica di concorrenza (compresi i casi e le decisioni in materia di aiuti di Stato, antitrust e concentrazioni). Data la natura sensibile e riservata delle informazioni gestite dalla DG Concorrenza, sono stati redatti o aggiornati piani di sicurezza informatica per le nuove soluzioni digitali e per quelle esistenti. Per migliorare la sicurezza e la resilienza informatica, sono in corso di attuazione le necessarie misure di sicurezza e monitoraggio.
Nel 2021 la DG Concorrenza ha continuato a investire in servizi e soluzioni di corporate intelligence, dati avanzati e apprendimento automatico a supporto delle indagini. Un'unità dedicata conduce analisi di intelligence e di indagine e fornisce assistenza informatica forense. Inoltre l'unità raccoglie e analizza informazioni da fonti pubblicamente disponibili e raccoglie informazioni potenzialmente rilevanti dal punto di vista investigativo per l'individuazione di nuovi casi.
Risorse e organizzazione
Per far fronte all'evoluzione delle politiche, nel novembre 2021 la DG Concorrenza ha operato una riorganizzazione all'interno della struttura organizzativa esistente. Il numero di unità che si occupano di importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI) è stato aumentato da uno a due. Inoltre è stata costituita una Task Force per la legge sui mercati digitali per sostenere l'adozione e l'attuazione di tale legge. La DG Concorrenza ha inoltre creato un'unità rafforzata per attuare un approccio più coordinato alle implicazioni delle politiche in materia di aiuti di Stato della legislazione fiscale e della pianificazione fiscale aggressiva.
Programma per il mercato unico
Il programma per il mercato unico è stato adottato nell'aprile 2021. Il programma, il cui bilancio per il periodo 2021‑2027 ammonta a 4,2 miliardi di EUR, fornisce un sostegno finanziario per rafforzare la governance e il funzionamento del mercato unico e comprende una componente relativa alla concorrenza, vale a dire un bilancio dedicato alla politica di concorrenza. Con un bilancio di 20,4 milioni di EUR per il 2021, il programma per il mercato unico ha fornito sostegno per un'applicazione efficace e aggiornata della politica di concorrenza dell'UE. I fondi sono stati utilizzati anche per la cooperazione e i partenariati con le amministrazioni pubbliche nell'UE e nel mondo, nonché per le misure di sensibilizzazione in materia di concorrenza.
Sensibilizzazione in materia di concorrenza
Nel 2021 la Commissione si è impegnata a sostenere l'efficacia della politica di concorrenza dell'UE con azioni di sensibilizzazione e promozione a più livelli, in particolare con la partecipazione della vicepresidente esecutiva Vestager a eventi e conferenze stampa.
Per comunicare i vantaggi della politica di concorrenza sono stati utilizzati comunicati stampa, newsletter e social media. Sono stati inoltre organizzati eventi dedicati a livello internazionale o in collaborazione con gli Stati membri. A causa della pandemia di COVID‑19, nel 2021 la maggior parte degli eventi si è svolta in forma virtuale e/o ibrida.
3. L'applicazione della politica di concorrenza ha contribuito alla transizione digitale e a un mercato unico forte e resiliente
Attraverso la tematica ambiziosa "Un'Europa pronta per l'era digitale", la presidente von der Leyen ha definito il settore digitale come una delle principali priorità del presente mandato della Commissione. Per prosperare in mercati competitivi le imprese devono innovare e divenire più efficienti. Ciò vale sia per i mercati digitali incentrati sull'innovazione e in rapida evoluzione, sia per i mercati non ancora digitali. Un'applicazione efficace delle norme dell'UE in materia di concorrenza e le riforme normative sono di vitale importanza per la trasformazione digitale dell'economia dell'UE, per la ripresa dalla pandemia di COVID-19 e per rafforzare la resilienza del mercato unico.
3.1. L'applicazione delle norme antitrust ha contribuito alla transizione digitale e a un mercato unico forte e resiliente
Nel 2021 la Commissione ha continuato ad applicare con vigore le norme in materia di concorrenza per affrontare le restrizioni della concorrenza nel mercato unico.
Per quanto riguarda i mercati dei videogiochi per PC, la Commissione ha inflitto un'ammenda complessiva di 7,8 milioni di EUR a Valve, proprietario della piattaforma di gioco online per PC Steam, e a cinque editori (Bandai Namco, Capcom, Focus Home, Koch Media e ZeniMax) per aver limitato le vendite transfrontaliere di videogiochi per PC sulla base della posizione geografica degli utenti all'interno del SEE ("blocco geografico")
. Le ammende per gli editori, per un totale di oltre 6 milioni di EUR, sono state ridotte perché le società hanno collaborato con la Commissione. A Valve, che ha scelto di non collaborare, è stata comminata un'ammenda di oltre 1,6 milioni di EUR.
Nell'aprile 2021 la Commissione ha trasmesso a Apple una comunicazione degli addebiti, ritenendo in via provvisoria che Apple abbia distorto la concorrenza nel mercato dello streaming di musica, in quanto ha abusato della sua posizione dominante per la distribuzione di applicazioni di streaming di musica attraverso il suo App Store. La Commissione contesta l'uso obbligatorio del meccanismo di acquisto in-app imposto da Apple agli sviluppatori di applicazioni di streaming di musica per distribuire le loro applicazioni attraverso l'App Store di Apple. La Commissione teme inoltre che Apple applichi alcune restrizioni agli sviluppatori di app, impedendo loro di informare gli utenti di iPhone e iPad su possibilità di acquisto alternative e più convenienti.
La Commissione ha inoltre proseguito le indagini sulle pratiche potenzialmente anticoncorrenziali di Amazon. La Commissione teme che Amazon falsi la concorrenza nei mercati della vendita al dettaglio online basandosi sistematicamente su dati commerciali non pubblici di venditori indipendenti che vendono sul mercato virtuale di Amazon. Tale pratica avvantaggia l'attività di vendita al dettaglio di Amazon, che è in diretta concorrenza con i venditori terzi. In un caso separato, la Commissione indaga sulla possibilità che Amazon conceda un trattamento preferenziale alle proprie offerte al dettaglio a scapito dei venditori del mercato virtuale di Amazon che utilizzano i servizi logistici e di consegna di Amazon.
Nel giugno 2021 la Commissione ha avviato un'indagine antitrust formale per valutare se Facebook abbia violato le norme dell'UE in materia di concorrenza utilizzando i dati pubblicitari raccolti in particolare presso gli inserzionisti per competere con loro nei mercati in cui opera anche Facebook, ad esempio quello degli annunci. La Commissione teme che, per dare a Facebook Marketplace un vantaggio competitivo, Facebook utilizzi i dati di fornitori concorrenti quando questi ultimi pubblicano i loro annunci pubblicitari sul social network di Facebook. L'indagine antitrust formale valuterà anche se Facebook collega o meno Facebook Marketplace, il servizio di annunci classificati online dell'azienda, al proprio social network. La Commissione esaminerà se il modo in cui Marketplace è inserito nel social network costituisce una forma di legame anticoncorrenziale che dà all'azienda un vantaggio nel raggiungere i clienti e preclude i servizi di annunci online concorrenti.
Nel giugno 2021 la Commissione ha avviato un'indagine antitrust formale sul settore della pubblicità online. La Commissione sta indagando se Google abbia favorito la propria tecnologia di display advertising online nella filiera ad-tech a vantaggio di YouTube e a scapito dei fornitori concorrenti di servizi di tecnologia pubblicitaria, degli inserzionisti e degli editori online. L'indagine formale esaminerà inoltre se Google stia distorcendo la concorrenza limitando l'accesso di terzi ai dati degli utenti per scopi pubblicitari su siti web e app, riservando invece tali dati al proprio uso. L'indagine della Commissione si concentra sul display advertising, in cui Google offre una serie di servizi agli inserzionisti e agli editori.
Nel novembre 2021 il Tribunale ha in larga parte confermato la precedente decisione della Commissione nel caso Google Shopping.
Il caso Google Search (Shopping)
Nel giugno 2017 la Commissione ha inflitto a Google un'ammenda di 2,42 miliardi di EUR per aver abusato della sua posizione dominante sul mercato come motore di ricerca conferendo un vantaggio illegale a un altro prodotto Google, il suo servizio di comparazione dei prodotti. La funzione di comparazione dei prodotti di Google per l'Europa è un prodotto che consente ai consumatori di confrontare i prodotti e i prezzi online e di trovare offerte da rivenditori online, compresi i negozi online di produttori, piattaforme (come Amazon ed eBay) e altri rivenditori. Nel 2008 Google ha adottato una strategia per spingere il proprio servizio di comparazione dei prodotti. A causa delle pratiche illecite di Google, il traffico verso il servizio di comparazione dei prodotti di Google è aumentato in modo sostanziale, mentre i servizi di comparazione dei prodotti concorrenti hanno subito perdite di traffico sostanziali su base duratura. A seguito della decisione della Commissione, Google ha modificato il cosiddetto "shopping box" per consentire a servizi di comparazione dei prezzi di terzi di figurarvi. Nel novembre 2021 il Tribunale ha in larga parte confermato la decisione della Commissione.
|
In un mercato di prodotti farmaceutici, nel febbraio 2021 la Commissione ha accettato una serie di impegni proposti da Aspen
, a seguito di un'indagine sui presunti prezzi eccessivi imposti da Aspen. Aspen ha accettato di ridurre i prezzi in media del 73 % in tutta Europa (tranne che in Italia) per sei farmaci essenziali per il trattamento di gravi forme di tumore del sangue, tra cui il mieloma e la leucemia. Tali riduzioni di prezzo comporteranno un notevole risparmio per i sistemi sanitari dell'UE e garantiranno che tali farmaci rimangano disponibili sul mercato.
Nel marzo 2021 la Commissione ha avviato un'indagine antitrust formale per stabilire se Teva abbia bloccato o ritardato abusivamente l'ingresso di nuove aziende in concorrenza con il suo farmaco di punta Copaxone, a scapito dei pazienti e dei sistemi sanitari
.
Nel marzo 2021 la Corte di giustizia europea ha confermato la precedente decisione della Commissione nel caso Lundbeck relativo ad accordi pay‑for‑delay.
La sentenza della Corte di giustizia nella causa Lundbeck
Nella causa Lundbeck, la Corte di giustizia europea ha confermato pienamente l'approccio della Commissione
riguardo agli accordi pay-for-delay nel contesto delle controversie sui brevetti. Negli accordi pay-for-delay, un'azienda farmaceutica offre trasferimenti di valore ai produttori di farmaci generici per indurli a rinunciare al loro ingresso sul mercato o a ritardarlo. Nel 2002 Lundbeck aveva concluso una serie di accordi con diversi produttori di farmaci generici riguardanti le versioni generiche del farmaco di marca di Lundbeck, il citalopram, antidepressivo di punta dell'azienda. Tali aziende avevano concordato con Lundbeck di non entrare nel mercato in cambio di sostanziosi pagamenti in contanti e altri incentivi. Gli incentivi ammontavano a decine di milioni di euro. Lundbeck ha parlato internamente della formazione di un "club" e di "un mucchio di soldi" da ripartire con i produttori di medicinali generici.
La Corte di giustizia ha confermato la valutazione della Commissione secondo cui tali accordi pay‑for‑delay costituivano restrizioni per oggetto, in quanto i trasferimenti di valore non potevano avere altra spiegazione se non l'interesse delle parti a non farsi concorrenza in base ai meriti. La Corte ha inoltre confermato che, all'epoca degli accordi, i produttori di farmaci generici erano potenziali concorrenti di Lundbeck, in quanto avevano reali e concrete opportunità di entrare nel mercato e competere con Lundbeck, senza peraltro trovarsi di fronte ad ostacoli insormontabili a tale ingresso.
A seguito dell'avvio dell'indagine antitrust di settore sull'internet delle cose per i consumatori nel 2020
, nel giugno 2021 la Commissione ha pubblicato una relazione preliminare per la consultazione. L'indagine di settore si è concentrata su prodotti e servizi legati agli assistenti vocali digitali, ai dispositivi domestici intelligenti e ai dispositivi indossabili. La relazione finale e il documento di lavoro che la accompagna sono stati pubblicati nel gennaio 2022
.
Relazione finale relativa all'indagine settoriale sull'internet delle cose per i consumatori
Nel gennaio 2022, la Commissione ha pubblicato i risultati della sua indagine settoriale sull'internet delle cose per i consumatori
. Questo settore è in rapida crescita e si registra un aumento della domanda di assistenti vocali come interfaccia utente per l'interazione con altri dispositivi intelligenti e servizi dell'internet delle cose per i consumatori. È stata individuata una serie di potenziali problemi di concorrenza, come l'esclusività e le pratiche di vendita vincolata per gli assistenti vocali, la limitazione della possibilità di utilizzare diversi assistenti vocali sullo stesso dispositivo intelligente, la mancanza di interoperabilità e la limitazione delle funzionalità sui dispositivi intelligenti di terzi e sui servizi dell'internet delle cose per i consumatori. Il complesso panorama della normazione e l'altrettanto complesso panorama delle tecnologie proprietarie possono incidere negativamente sul potenziale di crescita dei prodotti dell'internet delle cose per i consumatori. Un'altra preoccupazione è stata la limitazione delle funzionalità predefinite messe a disposizione degli utenti. Altre potenziali restrizioni della concorrenza sono state individuate nella preinstallazione, nell'impostazione predefinita e nel posizionamento preminente dei servizi dell'internet delle cose per i consumatori sui dispositivi intelligenti o in relazione agli assistenti vocali. Le informazioni raccolte nell'ambito dell'indagine settoriale sull'internet delle cose per i consumatori serviranno per orientare in futuro i lavori della Commissione nei settori del controllo dell'attuazione delle norme e della regolamentazione. Esse contribuiscono inoltre al dibattito legislativo sulla proposta di legge sui mercati digitali presentata dalla Commissione.
3.2. Il controllo delle concentrazioni ha contribuito alla transizione digitale e a un mercato unico forte e resiliente
Il controllo delle concentrazioni garantisce che il consolidamento avvenga in modo da preservare una sufficiente pressione della concorrenza nei mercati interessati dalla concentrazione. Il controllo delle concentrazioni impedisce la creazione di strutture di mercato in cui le imprese e i consumatori hanno una scelta troppo limitata, si trovano di fronte a una minore innovazione, a una qualità inferiore o a prezzi più elevati. Il controllo delle concentrazioni richiede una valutazione degli effetti positivi e negativi del consolidamento.
Nel 2021 l'attività della Commissione in materia di concentrazioni si è mantenuta a un livello molto elevato. La Commissione ha adottato 396 decisioni in materia di concentrazioni in vari settori (nel 2020 erano 352), di cui 309 sono state approvate con procedura semplificata.
La Commissione è intervenuta in 14 progetti di acquisizione: per 11 di questi ha concesso l'approvazione solo a determinate condizioni. Tre operazioni notificate sono state abbandonate dalle parti e ritirate nella fase II.
Nel marzo 2021 la Commissione ha approvato, a seguito di un'indagine approfondita e a determinate condizioni, l'acquisizione di Eaton Hydraulics da parte di Danfoss. L'azienda fornisce componenti idraulici utilizzati nei macchinari per l'agricoltura, l'industria e l'edilizia. Gli impegni hanno risposto alle preoccupazioni della Commissione in materia di concorrenza e hanno garantito che i produttori di macchine a valle potessero continuare a beneficiare di prezzi competitivi e di un'ampia scelta di componenti innovativi per i loro prodotti.
Nel marzo 2021 la Commissione ha approvato, a seguito di un'indagine approfondita e a determinate condizioni, l'acquisizione di GrandVision da parte di EssilorLuxottica
. L'azienda è attiva nei mercati dei prodotti per l'occhialeria (occhiali da sole, lenti e montature) e nella vendita al dettaglio di tali prodotti. Intervenendo, la Commissione ha garantito che la concorrenza a livello di vendita al dettaglio rimanga vivace, a vantaggio dei clienti di Belgio, Italia e Paesi Bassi.
Nell'aprile 2021, Air Canada e Transat hanno deciso di porre fine alla proposta di accordo di concentrazione
. Ciò ha fatto seguito a un'indagine approfondita della Commissione sul progetto di acquisizione notificato nell'aprile 2020, che si è concentrata sulla sovrapposizione delle operazioni delle parti nei servizi di trasporto aereo passeggeri tra il SEE e il Canada.
La Commissione ha concluso in via preliminare che l'operazione proposta avrebbe sollevato problemi dal punto di vista della concorrenza su un gran numero di rotte transatlantiche e che, in base ai risultati dell'indagine di mercato, le misure correttive proposte dalle parti sono apparse insufficienti.
Nel dicembre 2021 l'International Consolidated Airlines Group (IAG) e Air Europa hanno deciso di ritirare la proposta di accordo di concentrazione. Il ritiro ha fatto seguito a un'indagine approfondita della Commissione sulla proposta di acquisizione di Air Europa da parte di IAG, che controlla Iberia, British Airways e diverse altre compagnie aeree
.
La Commissione aveva espresso preoccupazione per il fatto che l'operazione proposta avrebbe potuto ridurre significativamente la concorrenza su 70 coppie di città di origine e destinazione all'interno della Spagna e da/per la Spagna, dove entrambe le compagnie aeree offrono servizi diretti.
Nel 2021 la Commissione ha proseguito l'indagine approfondita sulla proposta di acquisizione di Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering da parte di Hyundai Heavy Industries Holding. Nel gennaio 2022 la Commissione ha vietato la concentrazione perché avrebbe creato una posizione dominante da parte della società risultante dall'operazione e ridotto la concorrenza nel mercato mondiale della costruzione di grandi navi per il trasporto di gas liquefatto. Il gas naturale liquefatto (GNL) contribuisce alla diversificazione delle fonti energetiche dell'UE e migliora la sicurezza energetica.
3.3. Il controllo degli aiuti di Stato ha contribuito alla transizione digitale e alla resilienza del mercato unico
Un'infrastruttura a banda larga che soddisfa le esigenze in termini di velocità, capacità e qualità digitali altissime è fondamentale per conseguire gli obiettivi di connettività dell'UE per il 2025 previsti dalla società dei Gigabit europea 2025 e dalla strategia digitale nonché gli obiettivi di connettività dell'UE per il 2030 previsti dalla bussola per il digitale 2030
.
Gli aiuti di Stato contribuiscono alla diffusione di reti a banda larga ad alte prestazioni nell'UE facendo fronte ai fallimenti del mercato, vale a dire le situazioni e le zone in cui gli operatori commerciali non sono incentivati a fornire una copertura sufficiente per la banda larga.
Nel 2021, oltre ai progetti a sostegno della diffusione e dell'adozione dei servizi a banda larga fissa, la Commissione ha approvato diversi progetti relativi alla diffusione dei servizi a banda larga mobile, tra cui, nel maggio 2021, un regime di aiuti tedesco da 2,1 milioni di EUR e, nel dicembre 2021, un regime spagnolo a sostegno dello sviluppo di infrastrutture passive per la fornitura di servizi di comunicazione mobile in aree prive di copertura mobile 4G.
Nel giugno 2021 la Commissione ha riscontrato che l'aiuto ricevuto dagli operatori terrestri per l'estensione della rete televisiva terrestre alle aree remote della Spagna violava le norme UE sugli aiuti di Stato. A seguito dell'annullamento di una decisione della Commissione del 2013 (riguardante tutte le regioni tranne Castiglia-La Mancia), la Commissione ha confermato che, tra il 2005 e il 2008, gli operatori delle piattaforme terrestri hanno ricevuto un vantaggio selettivo incompatibile rispetto ai loro concorrenti. La Corte di giustizia ha confermato la decisione della Commissione relativa a Castiglia-La Mancia nel settembre 2018. Poiché la Spagna aveva recuperato solo parzialmente l'aiuto, la Commissione ha avviato un procedimento dinanzi alla Corte di giustizia. Nell'aprile 2021 la Corte ha dichiarato che la Spagna non ha recuperato gli aiuti (C-704/19). Il recupero degli aiuti è in corso.
4. L'applicazione della politica di concorrenza ha contribuito alla transizione verde
La politica di concorrenza dell'UE si trova nella posizione ideale per contribuire agli obiettivi climatici e ambientali dell'UE, compresa la decarbonizzazione dell'economia e la transizione, nel settore dei trasporti, dai combustibili fossili inquinanti ai combustibili alternativi in conformità della politica di mobilità della Commissione. L'applicazione del diritto dell'UE in materia di concorrenza contribuisce al Green Deal europeo mantenendo i mercati efficienti, equi e innovativi. In tale contesto, l'applicazione efficace nell'ambito dello strumento per gli aiuti di Stato è fondamentale per evitare distorsioni della concorrenza nel mercato unico.
Nel febbraio 2021 la DG Concorrenza ha organizzato una conferenza con i portatori di interessi per discutere di come la politica antitrust, la politica in materia di concentrazioni e la politica in materia di aiuti di Stato possano collaborare al meglio con le politiche ambientali e climatiche. A seguito di ciò, la DG Concorrenza ha pubblicato, nel settembre 2021, un documento strategico in materia di concorrenza su come la politica di concorrenza possa sostenere e sosterrà gli obiettivi del Green Deal.
4.1. Il controllo degli aiuti di Stato ha contribuito alla transizione verde
Nel 2021 la Commissione ha approvato una serie di misure di aiuto di Stato volte a sostenere la transizione verde dell'UE. In particolare, sono state approvate dalla Commissione 18 misure a sostegno delle energie rinnovabili e 7 a sostegno della mobilità pulita.
Nel gennaio 2021 la Commissione ha adottato una decisione che autorizza il secondo importante progetto di comune interesse europeo (IPCEI) in materia di batterie
. Il progetto, denominato "European Battery Innovation", sosterrà la ricerca e l'innovazione nella catena del valore delle batterie. Nei prossimi anni i 12 Stati membri erogheranno finanziamenti pubblici fino a 2,9 miliardi di EUR, che dovrebbero sbloccare ulteriori 9 miliardi di EUR di investimenti privati. Questo progetto integra il primo IPCEI incentrato sulla catena del valore delle batterie, approvato nel dicembre 2019. Il progetto è coerente con le politiche della Commissione a favore di una transizione dall'uso di combustibili fossili a tecnologie alternative in materia di combustibili e con le transizioni verde e digitale dell'economia dell'UE nell'ambito del Green Deal europeo e della strategia digitale
nonché con l'obiettivo di aumentare la resilienza dell'economia dell'UE.
Nel febbraio 2021 la Commissione ha approvato i piani rumeni per sostenere l'aggiornamento del sistema di teleriscaldamento di Bucarest. La misura di aiuto da 254 milioni di EUR finanziata dai fondi strutturali dell'UE aiuterà la Romania a raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica e contribuirà alla riduzione dei gas a effetto serra e di altre sostanze inquinanti senza distorcere indebitamente la concorrenza.
Nell'aprile 2021 la Commissione ha approvato la proroga e la modifica di un regime tedesco a sostegno della produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili e da gas di miniera, nonché la riduzione degli oneri per finanziare il sostegno all'elettricità da fonti rinnovabili. La riduzione degli oneri sarà disponibile per le aziende ad alta intensità energetica e per la fornitura di energia elettrica da terra alle navi ormeggiate nei porti.
Nel maggio 2021 la Commissione ha approvato un regime di aiuti danese a sostegno della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. La misura aiuterà la Danimarca a raggiungere i suoi obiettivi in materia di energie rinnovabili senza distorcere indebitamente la concorrenza e contribuirà all'obiettivo europeo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Nel giugno 2021 la Commissione ha approvato la proroga e la modifica di un regime tedesco esistente a sostegno della produzione di energia elettrica da parte di impianti di cogenerazione nuovi, modernizzati e riadattati ad alto rendimento. Il regime approvato promuoverà l'efficienza energetica e contribuirà a ridurre ulteriormente le emissioni di CO2.
Nel luglio 2021 la Commissione ha approvato un regime francese da 30,5 miliardi di EUR per sostenere gli operatori di impianti solari, eolici e idroelettrici a terra. La misura aiuterà la Francia a raggiungere i suoi obiettivi in materia di energie rinnovabili senza distorcere indebitamente la concorrenza e contribuirà all'obiettivo europeo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Inoltre nel dicembre 2021 la Commissione ha approvato un regime tedesco da 900 milioni di EUR a sostegno degli investimenti nella produzione di idrogeno rinnovabile in paesi terzi per l'importazione e la vendita successive nell'UE. Il regime, denominato H2Global, mira a soddisfare la domanda di idrogeno rinnovabile dell'UE, che nei prossimi anni dovrebbe aumentare, sostenendo lo sviluppo del potenziale di risorse rinnovabili non sfruttato al di fuori dell'UE. H2Global sosterrà inoltre i progetti che porteranno a una sostanziale riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, in linea con gli obiettivi ambientali e climatici definiti nel Green Deal europeo.
4.2 L'applicazione delle norme antitrust e il controllo delle concentrazioni hanno contribuito alla transizione verde
Nel luglio 2021 la Commissione ha riscontrato che i costruttori di automobili Daimler, BMW e il gruppo Volkswagen (Volkswagen, Audi e Porsche) violavano le norme antitrust dell'UE, colludendo sullo sviluppo tecnico nel settore dell'abbattimento degli ossidi di azoto per le autovetture diesel. La Commissione ha inflitto ammende per 875,2 milioni di EUR dopo che tutte le parti avevano accettato di risolvere il caso nell'ambito della procedura di transazione. A Daimler non è stata comminata alcuna ammenda in quanto ha rivelato alla Commissione l'esistenza del cartello. Le case automobilistiche avevano colluso per frenare il pieno potenziale di una tecnologia sviluppata congiuntamente per limitare le emissioni nocive delle autovetture diesel, segnalandosi a vicenda che non avrebbero cercato di conseguire risultati che superassero i requisiti dell'UE relativi alle emissioni delle autovetture.
Nell'aprile 2021 la Commissione ha inflitto alle compagnie ferroviarie Österreichische Bundesbahnen (ÖBB), Deutsche Bahn (DB) e Société Nationale des Chemins de fer belges / Nationale Maatschappij der Belgische Spoorwegen (SNCB) un'ammenda complessiva di 48 milioni di EUR per la loro partecipazione a un cartello per la distribuzione della clientela. L'infrazione riguardava i servizi di trasporto ferroviari transnazionali di merci nell'UE da parte di ÖBB, DB e SNCB forniti su treni completi secondo il cosiddetto modello di condivisione del carico. L'indagine della Commissione ha rivelato che le tre compagnie ferroviarie hanno coordinato la loro condotta scambiandosi informazioni collusive sulle richieste di offerte concorrenziali da parte dei clienti e fornendosi reciprocamente preventivi di comodo per proteggere le rispettive attività.
Nel settembre 2021 la Commissione ha reso giuridicamente vincolanti le misure proposte dalla Grecia per consentire ai concorrenti di Public Power Corporation (PPC) di acquistare una maggiore quantità di energia elettrica a più lungo termine. La Grecia ha presentato tali misure per eliminare la distorsione creata dall'accesso esclusivo di PPC alla produzione di energia elettrica dalla lignite, che secondo la Commissione e i tribunali dell'UE creava una disparità di opportunità nei mercati greci dell'elettricità. Le misure correttive proposte decadranno quando gli impianti di lignite esistenti cesseranno di funzionare commercialmente o, al più tardi, entro il 31 dicembre 2024.
Nel dicembre 2021 la Commissione ha inflitto ad Abengoa S.A. e alla sua controllata Abengoa Bionenergía S.A.
un'ammenda di 20 milioni di EUR per aver partecipato a un cartello riguardante il meccanismo di formazione dei prezzi all'ingrosso nel mercato europeo dell'etanolo. I biocarburanti possono contribuire a promuovere trasporti più puliti e a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, svolgendo quindi un ruolo chiave nella transizione verde.
Nell'ambito del controllo delle concentrazioni, la Commissione ha approvato con condizioni l'acquisizione di Suez da parte di Veolia nel dicembre 2021. Veolia e Suez operano nei settori del trattamento delle acque e della gestione dei rifiuti. Le due società offrono un'ampia gamma di servizi a clienti municipali e industriali. L'indagine della Commissione ha rivelato che l'operazione avrebbe portato a significative sovrapposizioni orizzontali in diversi mercati in Francia e nel SEE. Tali sovrapposizioni avrebbero rischiato di eliminare la pressione concorrenziale esercitata da Suez su Veolia. I clienti si sarebbero quindi trovati di fronte a una scelta ridotta di soluzioni di servizio, spesso limitata all'entità risultante dalla concentrazione, senza avere un reale potere contrattuale.
5. La politica di concorrenza ha contribuito a "Un'economia al servizio delle persone"
L'economia sociale di mercato, uno dei fondamenti su cui si basa l'Unione europea, è sostenuta dalla politica di concorrenza dell'UE. Nel 2021 la DG Concorrenza ha sostenuto tale tematica ambiziosa attraverso l'applicazione delle norme in materia di concorrenza e la tutela della concorrenza in condizioni di equità e parità. La dimensione digitale è stata presa in considerazione, ad esempio, nell'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, dell'Unione dei mercati dei capitali, dell'Unione bancaria e nel garantire un'imposizione effettiva.
5.1. Servizi finanziari europei resilienti
Applicazione delle norme antitrust nei servizi finanziari
La politica di concorrenza dell'UE svolge un ruolo importante nel garantire che la concorrenza avvenga in condizioni di equità e parità in tutto il settore dei servizi finanziari. Nel 2021 la Commissione si è concentrata fortemente sull'applicazione delle norme anticartello nel settore dei servizi finanziari, infliggendo ammende per un totale di 740 milioni di EUR a 16 diversi istituti finanziari.
Nell'aprile 2021
la Commissione ha adottato una decisione contro Bank of America Merrill Lynch, Crédit Agricole, Credit Suisse e Deutsche Bank per aver preso parte a un cartello relativo alle obbligazioni sovranazionali, sovrane e di agenzie denominate in dollari statunitensi. Le quattro banche d'investimento collaboravano attraverso un nucleo di operatori che si scambiavano informazioni sensibili sotto il profilo commerciale. I partecipanti al cartello comunicavano tramite chat room multilaterali o bilaterali utilizzando terminali Bloomberg.
Nel maggio 2021 la Commissione ha sanzionato un altro cartello di compravendita di obbligazioni, imponendo ammende per un totale di 371 milioni di EUR. La Commissione ha concluso che Bank of America, Natixis, Nomura, RBS (ora NatWest), UBS, UniCredit e WestLB (ora Portigon) hanno violato le norme antitrust dell'UE. Un gruppo di operatori impiegati da tali società ha partecipato a un cartello nel mercato primario e secondario dei titoli di Stato europei, gli European Government Bonds (EGB).
Nel dicembre 2021 la Commissione ha sanzionato un terzo cartello nel settore delle operazioni a pronti sul mercato dei cambi
. La Commissione ha inflitto a Barclays, RBS HSBC e Credit Suisse un'ammenda complessiva di 344 milioni di EUR (che si aggiunge agli 1,7 miliardi di EUR già inflitti alle stesse società nei due precedenti casi Forex).
Nel giugno 2021 la Commissione ha emesso una comunicazione degli addebiti nei confronti di Insurance Ireland, associazione di assicuratori irlandesi. La Commissione ha ritenuto in via preliminare che Insurance Ireland abbia violato le norme antitrust dell'UE limitando la concorrenza nel mercato irlandese dell'assicurazione autoveicoli.
Applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato nei servizi finanziari
La Commissione ha autorizzato la proroga di diversi regimi di aiuti di Stato esistenti, consentendo agli Stati membri di continuare a rafforzare la resilienza del settore finanziario, senza dover concedere nuovi aiuti di Stato a singoli istituti finanziari. La Commissione ha altresì autorizzato la proroga dei regimi di ristrutturazione o di fuoriuscita ordinata dal mercato delle banche in difficoltà situate in Polonia, Irlanda e Danimarca. Inoltre la Commissione ha affrontato le potenziali carenze di liquidità delle banche in Grecia.
La Commissione ha infine autorizzato la proroga dei regimi di garanzia coerenti con il mercato sulla cartolarizzazione dei prestiti in sofferenza in Grecia (Hercules) e in Italia (GACS). Tali regimi di garanzia aiutano le banche a risanare i bilanci senza concedere aiuti di Stato o falsare la concorrenza.
Per Cipro
e Grecia
, la Commissione ha autorizzato aiuti di Stato indiretti a favore di diversi istituti finanziari. I regimi di aiuti di Stato sono principalmente orientati a fornire sostegno sociale alle famiglie vulnerabili che rischiano di perdere la casa. La Commissione ha inoltre autorizzato il sostegno degli Stati membri alle PMI di recente costituzione e alle start‑up spesso frenate da un accesso limitato ai finanziamenti. A tal fine, la Commissione ha approvato una modifica del regime di finanziamento del rischio esistente in Francia.
5.2. Aiuti di Stato di carattere fiscale e agevolazioni fiscali selettive
Nel 2021 la Commissione ha approvato diversi regimi di aiuti di Stato che differiscono il pagamento delle imposte per attenuare l'impatto economico della pandemia di COVID‑19. Nel gennaio 2021 la Commissione ha approvato, nell'ambito del quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato, un regime di aiuti lituano di 156 milioni di EUR a favore delle imprese colpite negativamente dalla pandemia di COVID‑19. Il sostegno pubblico comprende il differimento delle imposte e misure di liquidità fiscale (ad esempio il pagamento a rate delle imposte arretrate, periodi di debito senza interessi e la sospensione del recupero del debito d'imposta).
Nel marzo 2021 la Commissione aveva deciso di deferire il Regno Unito alla Corte di giustizia per non aver recuperato integralmente aiuti di Stato illegali fino a 100 milioni di EUR. L'aiuto di Stato illegale era stato concesso sotto forma di esenzione fiscale degli interessi passivi e del reddito derivante da royalties a Gibilterra tra il 2011 e il 2013.
La Commissione aveva dichiarato tale regime di esenzione dall'imposta sulle società illegale e incompatibile con le norme in materia di aiuti di Stato nel 2018 e, a più di due anni dalla decisione della Commissione, le autorità di Gibilterra avevano recuperato meno del 20 % dell'aiuto illegale totale. Poiché gli importi degli aiuti in sospeso e gli interessi dovuti per il recupero sono stati completamente rimborsati in conti vincolati tra il maggio 2021 e il luglio 2021, la Commissione ha abrogato la sua precedente decisione di avviare un procedimento ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 2, TFUE nei confronti del Regno Unito.
5.3. La politica di concorrenza ha continuato ad attenuare le conseguenze economiche e sociali della pandemia di COVID‑19
La Commissione ha utilizzato la piena flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato per le circostanze eccezionali al fine di adattare il quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato. La modifica ha fornito agli Stati membri un pacchetto di strumenti su misura per sostenere l'economia durante la pandemia di COVID‑19. Dalla prima adozione nel marzo 2020, la Commissione ha adattato le norme alle esigenze in evoluzione degli Stati membri e delle imprese. Due ulteriori modifiche sono state adottate nel gennaio e nel novembre 2021. Con la sesta modifica è stato tracciato un percorso verso l'eliminazione graduale delle misure di crisi, evitando al contempo effetti "precipizio" e limitando il rischio di una maggiore divergenza economica tra gli Stati membri.
Decisioni in materia di aiuti di Stato ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE e del quadro temporaneo
La Commissione ha continuato a valutare le misure di aiuto ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 3, lettere b) e c), TFUE e del quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato.
Il quadro di temporaneo per le misure di aiuto di Stato, inizialmente istituito con scadenza 31 dicembre 2020, prevede una serie di misure di aiuto che la Commissione ritiene compatibili ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 3, lettere b) e c), TFUE, come gli aiuti di importo limitato, le agevolazioni fiscali selettive e le garanzie dello Stato per i prestiti.
Alla fine del 2021 la Commissione aveva adottato più di 1 180 decisioni in tutti gli Stati membri, comprese quelle previste dal quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato.
Nel 2021, ad esempio, la Commissione ha approvato, nell'ambito del quadro temporaneo, un regime greco per 800 milioni di EUR per sostenere le imprese attive nel settore turistico colpite dalla pandemia di COVID‑19. La Commissione ha concluso che la misura era necessaria, adeguata e proporzionata per porre rimedio a un grave turbamento dell'economia greca. Per quanto riguarda l'Italia, nell'ottobre 2021 la Commissione ha approvato, nell'ambito del quadro temporaneo, un regime italiano per 31,9 miliardi di EUR a sostegno delle imprese colpite dalla pandemia di COVID‑19.
Alcune di queste misure di aiuto sono state cofinanziate nell'ambito della politica di coesione, a seguito dei due pacchetti di misure varati dalla Commissione: l'Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus (CRII), l'Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus Plus (CRII+) e il pacchetto REACT-EU.
Nel marzo 2021 la Commissione ha approvato un regime di garanzia dello Stato francese per un importo massimo di 20 miliardi di EUR, destinato a sostenere l'economia nel contesto della pandemia di COVID‑19. Il regime fornisce finanziamenti a lungo termine alle aziende e facilita nuovi investimenti a sostegno della ripresa dalla pandemia di COVID‑19.
Decisioni in materia di aiuti di Stato e iniziative politiche legate alla COVID-19
Nell'agosto 2021 la Commissione ha approvato una serie di garanzie sulle tranche di cartolarizzazione sintetica nell'ambito del Fondo europeo di garanzia gestito dal Gruppo Banca europea per gli investimenti. L'iniziativa sostiene le imprese colpite dalla pandemia di COVID‑19 in 22 Stati membri partecipanti.
Decisioni in materia di aiuti di Stato ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE
L'articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE consente alla Commissione di approvare le misure di aiuto di Stato concesse dagli Stati membri per compensare le imprese dei danni direttamente arrecati da eventi eccezionali come la pandemia di COVID‑19 (ad esempio nei settori dei trasporti, del turismo, della cultura, dell'ospitalità e delle vendite al dettaglio).
Gli Stati membri possono notificare alla Commissione misure di compensazione dei danni ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE, a condizione che l'aiuto sia proporzionato e che esista un nesso causale diretto tra l'evento eccezionale (la pandemia COVID‑19) e il danno subito dai beneficiari.
Nel gennaio 2021, ad esempio, la Commissione ha autorizzato un regime ombrello tedesco per 12 miliardi di EUR inteso a riparare i danni subiti dalle imprese a causa delle misure restrittive introdotte per contenere la pandemia di COVID‑19. In base a tale regime, le imprese di tutti i settori avranno diritto a un risarcimento per i danni subiti durante i periodi di confinamento a seguito delle restrizioni imposte dal governo tedesco nei mesi di marzo/aprile e novembre/dicembre 2020.
Nell'aprile 2021 la Commissione ha autorizzato, ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE, un regime danese per 1,74 miliardi di EUR destinato a risarcire gli allevatori di visoni e le attività correlate per le misure adottate nel contesto della pandemia di COVID‑19. Nel maggio 2021 la Commissione ha autorizzato un regime tedesco per 10 miliardi di EUR volto a risarcire le imprese di tutti i settori per i danni causati dalle misure di emergenza adottate per limitare la diffusione della COVID‑19. Inoltre, nel luglio 2021, la Commissione ha approvato un regime italiano di 800 milioni di EUR destinato a risarcire gli aeroporti e gli operatori di servizi di assistenza a terra per i danni subiti a causa della pandemia di COVID-19, in particolare per le restrizioni di viaggio imposte per arginare la diffusione del virus.
Aiuti di Stato al settore dell'aviazione
Per tutto il 2021 il settore dell'aviazione ha continuato a essere uno dei più colpiti dalla pandemia di COVID‑19. In tale anno la Commissione ha adottato 35 decisioni di autorizzazione di aiuti di Stato destinati a imprese attive nel settore dell'aviazione per soddisfare le loro esigenze di liquidità e di capitale indotte dalla pandemia di COVID‑19. Tali misure di aiuto di Stato sono state nella maggior parte dei casi approvate in base al quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato o all'articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE.
La Commissione ha approvato aiuti di Stato a favore delle compagnie aeree Air France, TUI, Scandinavian Airlines Systems, Finnair e altre. La Commissione ha inoltre valutato diverse misure di salvataggio o ristrutturazione per compagnie aeree quali TAP e Condor e ha autorizzato aiuti di Stato per garantire la redditività a lungo termine di queste e altre compagnie aeree.
Nel settembre 2021 la Commissione ha adottato due decisioni riguardanti la compagnia aerea italiana Alitalia. Dopo indagini approfondite su due prestiti di Stato per un totale di 900 milioni di EUR concessi nel 2017, la Commissione ha concluso che tali prestiti costituivano aiuti di Stato illegali e incompatibili. In una decisione separata, la Commissione ha stabilito che la nuova compagnia aerea italiana ITA, destinata a rilevare una parte delle attività di Alitalia, non è il successore economico di Alitalia e quindi non è responsabile del rimborso degli aiuti di Stato illegali ricevuti da Alitalia. La Commissione ha inoltre ritenuto che i conferimenti di capitale pari a 1,35 miliardi di EUR a favore di ITA fossero conformi al mercato. I conferimenti di capitale non si configurano quindi come aiuti di Stato ai sensi delle norme UE.
Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è diventato operativo - Preparare l'uscita dalla crisi
Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è entrato in vigore il 19 febbraio 2021. Esso finanzia le riforme e gli investimenti negli Stati membri dall'inizio della pandemia nel febbraio 2020 fino al 31 dicembre 2026. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è il fulcro di NextGenerationEU, uno strumento temporaneo per la ripresa che consente alla Commissione di raccogliere fondi per contribuire riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia di COVID‑19.
L'obiettivo del dispositivo per la ripresa e la resilienza è attenuare l'impatto economico e sociale della pandemia di COVID-19 e rendere l'UE più sostenibile, resiliente e meglio preparata alle sfide e opportunità legate alle transizioni verde e digitale. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza consente alla Commissione di raccogliere fondi per aiutare gli Stati membri ad attuare riforme e investimenti in linea con le priorità dell'UE.
Per beneficiare del sostegno del dispositivo per la ripresa e la resilienza, gli Stati membri devono presentare alla Commissione i piani per la ripresa e la resilienza. Tali piani definiscono le riforme e i progetti di investimento pubblico che ciascuno Stato membro intende attuare con il sostegno del dispositivo per la ripresa e la resilienza.
La DG Concorrenza ha fornito orientamenti per accompagnare e agevolare l'attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza, al fine di garantire che i progetti di investimento e di riforma finanziati siano compatibili con le norme sugli aiuti di Stato. La DG Concorrenza ha inoltre fornito indicazioni pratiche agli Stati membri per un rapido trattamento delle notifiche relative agli aiuti di Stato nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza.
6. Unire le forze per plasmare una cultura della concorrenza globale ed europea
6.1. Coesione politica attraverso la rete europea della concorrenza
Nel 2021 la Commissione ha continuato a garantire la coerenza nell'applicazione degli articoli 101 e 102 tramite la REC. Due dei principali meccanismi di cooperazione e sostegno di cui al regolamento (CE) n. 1/2003 sono: primo, l'obbligo delle autorità nazionali garanti della concorrenza di informare la Commissione di nuove indagini al momento della prima misura formale di indagine e, secondo, di consultare la Commissione circa le decisioni previste. Nel 2021 sono state avviate 145 nuove indagini all'interno della rete e sono state presentate 84 decisioni previste.
Oltre ai meccanismi di cooperazione di cui al regolamento (CE) n. 1/2003, altri meccanismi di cooperazione della REC garantiscono l'applicazione coerente delle norme dell'UE in materia di concorrenza nelle varie giurisdizioni. I membri della REC si riuniscono regolarmente per discutere i casi aperti di recente, le questioni politiche e le questioni di importanza strategica. Nel 2021 i gruppi di lavoro orizzontali e i sottogruppi settoriali hanno tenuto 37 riunioni in cui i funzionari delle autorità nazionali garanti della concorrenza hanno scambiato opinioni ed esperienze.
Nel 2021 la Commissione ha supervisionato e coadiuvato gli Stati membri nei loro sforzi volti a recepire la direttiva REC+ nel diritto nazionale. Il recepimento doveva avvenire entro il 4 febbraio 2021. Nel marzo 2021 la Commissione ha avviato procedure di infrazione nei confronti di 22 Stati membri che non avevano notificato l'attuazione della direttiva REC+ prima della scadenza. Dei 22 Stati membri, 14 hanno successivamente notificato l'attuazione prima della fine del 2021. Prima di chiudere il procedimento di infrazione, la Commissione verificherà che la direttiva REC+ sia stata attuata correttamente. Nel 2021 la Commissione ha continuato ad assistere gli altri Stati membri nel completamento dell'attuazione della direttiva.
6.2. Cooperazione in materia di politica di concorrenza nel mondo
Relazioni multilaterali
Nel 2021 la Commissione ha continuato a partecipare attivamente nelle sedi internazionali attinenti alla concorrenza, quali il comitato per la concorrenza dell'OCSE, la Rete internazionale della concorrenza (ICN) e la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD).
In occasione delle riunioni del comitato per la concorrenza dell'OCSE del 2021, la Commissione ha contribuito alle discussioni sull'applicazione delle norme in materia di concorrenza e sulle alternative normative, sui programmi di conformità in materia di concorrenza, sulla concorrenza potenziale, sulle metodologie per misurare la concorrenza sul mercato, sulle considerazioni ambientali nell'applicazione delle norme in materia di concorrenza e sulla promozione della neutralità in materia di concorrenza da parte delle autorità garanti della concorrenza. Nel suo ruolo di copresidenza del gruppo di lavoro sulla condotta unilaterale dell'ICN, la Commissione ha proseguito un progetto pluriennale di valutazione della posizione dominante e del potere di mercato nei mercati digitali. Nel 2021 la Commissione ha partecipato alla 19a riunione del Gruppo intergovernativo di esperti di diritto e politica della concorrenza dell'UNCTAD.
La Commissione ha continuato a impegnarsi per migliorare le norme internazionali in materia di sovvenzioni. La riforma delle norme in materia di sovvenzioni è una delle principali priorità dell'UE nella revisione delle norme sugli scambi commerciali dell'Organizzazione mondiale del commercio, come confermato dalla dichiarazione congiunta di UE, Stati Uniti e Giappone.
Relazioni bilaterali
Nel dicembre 2021 la Commissione e le autorità statunitensi garanti della concorrenza hanno avviato il dialogo congiunto UE-USA sulla politica di concorrenza in ambito tecnologico per definire approcci comuni e rafforzare la cooperazione in materia di politica di concorrenza e di applicazione della politica di concorrenza nei settori tecnologici. La Commissione è rimasta in stretto contatto con la Fair Trade Commission coreana e con la Fair Trade Commission giapponese nell'ambito dei rispettivi accordi di cooperazione. Nel 2021 la Commissione ha proseguito i negoziati con il Giappone per un accordo di cooperazione in materia di concorrenza di seconda generazione. Per quanto riguarda il progetto di accordo di cooperazione di seconda generazione tra l'UE e il Canada, la Commissione è in contatto regolare con la direzione della concorrenza canadese per trovare una soluzione sulle norme in materia di protezione dei dati in Canada per renderle coerenti con le norme stabilite dal parere della Corte di giustizia sull'accordo del 2014 tra l'UE e il Canada relativo ai dati dei passeggeri aerei. Infine la Commissione ha proseguito la stretta collaborazione in materia di politica di concorrenza con l'amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato nell'ambito degli accordi di cooperazione del 2019.
La Commissione intende includere disposizioni sul controllo della concorrenza e degli aiuti di Stato nei negoziati per gli accordi di libero scambio (ALS). Nel 2021 la Commissione ha proseguito le trattative in materia di ALS con Australia, Azerbaigian, Cile, Indonesia, Nuova Zelanda e Uzbekistan.
Per i paesi candidati e i potenziali candidati, il principale obiettivo politico della Commissione è quello di assisterli nell'adozione di quadri giuridici per la politica di concorrenza, nella creazione di autorità garanti della concorrenza ben funzionanti e indipendenti dal punto di vista operativo e nella creazione di una solida documentazione in materia di applicazione. Nel 2021 la Commissione ha continuato a monitorare il rispetto degli impegni assunti dai paesi candidati e dai potenziali candidati nell'ambito degli accordi di stabilizzazione e associazione.
Per sviluppare la cooperazione in materia di concorrenza, la Commissione ha continuato a collaborare con diverse autorità nazionali e regionali in Africa. Nel 2021 la Commissione ha ospitato seminari congiunti con la commissione per la concorrenza sudafricana sugli aspetti digitali della politica di concorrenza e sulla cooperazione tra le autorità garanti della concorrenza.
Un dialogo interistituzionale regolare e costruttivo
Il Parlamento europeo, il Consiglio, il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato europeo delle regioni sono partner fondamentali della Commissione nei continui dialoghi sulla politica di concorrenza. Nonostante la pandemia di COVID‑19, i dialoghi sono proseguiti nel 2021 attraverso incontri di persona e partecipazione a distanza.
Al Parlamento europeo, nel 2021 la vicepresidente esecutiva Vestager ha partecipato a una serie di scambi di opinioni, tra cui dialoghi sulla legge sui mercati digitali in seno alla commissione per i problemi economici e monetari, alla commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, alla commissione giuridica e alla commissione per l'industria, la ricerca e l'energia. La vicepresidente esecutiva Vestager ha inoltre avuto uno scambio di opinioni con la sottocommissione per le questioni fiscali sulla tassazione digitale e sugli aiuti di Stato in ambito fiscale. La vicepresidente esecutiva Vestager ha inoltre partecipato a dibattiti in plenaria sulla politica di concorrenza, sulla disciplina in materia di aiuti di Stato relativi al clima, all'energia e all'ambiente, sulla legge sui mercati digitali e sul Consiglio UE‑USA per il commercio e la tecnologia. Infine la vicepresidente esecutiva Vestager ha partecipato a diversi dialoghi strutturati con le commissioni del Parlamento europeo, ad esempio a un dialogo strutturato con la commissione per i problemi economici e monetari.
Nella risposta scritta del settembre 2021 alla risoluzione del Parlamento sulla politica di concorrenza (relatore Van Overtveldt; ECR, BE), la Commissione ha evidenziato, tra l'altro, l'adozione del quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato, la crisi COVID‑19, le indagini sulle pratiche di ruling fiscale degli Stati membri e le modifiche alla legislazione fiscale. Inoltre la Commissione ha evidenziato la proposta di una legge sui mercati digitali e la revisione in corso delle norme in materia di aiuti di Stato (soprattutto la revisione della disciplina a favore dell'ambiente e dell'energia che ha fatto seguito al cosiddetto vaglio di adeguatezza).
Nel 2021, in seno al Consiglio, la vicepresidente esecutiva Vestager ha partecipato a scambi di opinioni e dibattiti su questioni di politica della concorrenza, comprese diverse riunioni del Consiglio Competitività - Mercato interno e industria.