61995J0391

Sentenza della Corte del 17 novembre 1998. - Van Uden Maritime BV, che agisce in giudizio con la denominazione Van Uden Africa Line contro Kommanditgesellschaft in Firma Deco-Line e a. - Domanda di pronuncia pregiudiziale: Hoge Raad - Paesi Bassi. - Convenzione di Bruxelles - Clausola compromissoria - Pagamento provvisorio - Nozione di provvedimenti provvisori. - Causa C-391/95.

raccolta della giurisprudenza 1998 pagina I-07091


Massima
Parti
Motivazione della sentenza
Decisione relativa alle spese
Dispositivo

Parole chiave


1 Convenzione concernente la competenza giurisdizionale e l'esecuzione delle decisioni - Competenza in materia contrattuale - Portata - Competenza a disporre provvedimenti provvisori o cautelari - Inclusione - Controversia sottoposta nel merito ad arbitrato - Fondamento della competenza sul solo art. 24

(Convenzione 27 settembre 1968, artt. 5, punto 1, e 24)

2 Convenzione concernente la competenza giurisdizionale e l'esecuzione delle decisioni - Competenza a disporre provvedimenti provvisori o cautelari - Adozione di provvedimenti - Presupposti - Provvedimento che ordina il pagamento di una provvisionale - «Provvedimento provvisorio» ai sensi dell'art. 24 - Presupposti

(Convenzione 27 settembre 1968, art. 24)

Massima


1 L'art. 5, punto 1, della Convenzione 27 settembre 1968, concernente la competenza giurisdizionale e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale, come modificata con la Convenzione 9 ottobre 1978 relativa all'adesione del Regno di Danimarca, dell'Irlanda e del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, e con la Convenzione 25 ottobre 1982 relativa all'adesione della Repubblica ellenica, dev'essere interpretato nel senso che l'organo giurisdizionale competente in forza di detta disposizione rimane del pari competente a disporre provvedimenti provvisori o cautelari, senza che quest'ultima competenza sia subordinata ad altri presupposti. Per contro, quando le parti hanno validamente sottratto una controversia derivante da un contratto alla competenza degli organi giurisdizionali statali per attribuirla ad un arbitro, un organo giurisdizionale statale, per il fatto che non può ordinare provvedimenti provvisori o cautelari in quanto organo giurisdizionale statale competente nel merito della causa, può essere autorizzato, in base alla Convenzione, a disporre siffatti provvedimenti soltanto in forza dell'art. 24 della Convenzione stessa. A questo proposito, se l'oggetto di una domanda di provvedimenti provvisori verte su una questione che rientra nell'ambito d'applicazione ratione materiae della Convenzione, quest'ultima si applica e il suo art. 24 può giustificare la competenza del giudice del procedimento sommario anche se un giudizio di merito è già stato o può essere promosso e anche se questo giudizio dovesse svolgersi dinanzi ad arbitri.

2 L'adozione di provvedimenti provvisori o cautelari in forza dell'art. 24 della Convenzione 27 settembre 1968 è subordinata, in particolare, alla condizione dell'esistenza di un effettivo nesso fra l'oggetto del provvedimento richiesto e la competenza territoriale dello Stato contraente del giudice adito. Per quanto riguarda un provvedimento che dispone il pagamento in via provvisoria di una controprestazione contrattuale, esso non costituisce un provvedimento provvisorio ai sensi di detto articolo, a meno che, da un lato, il rimborso al convenuto della somma versata sia garantito nell'ipotesi in cui il ricorrente non vinca la causa nel merito, e, dall'altro, il provvedimento richiesto riguardi solo determinati beni del convenuto che si situano, o che si devono situare, nella sfera della competenza territoriale del giudice adito.

Parti


Nel procedimento C-391/95,

avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, a norma del Protocollo 3 giugno 1971 relativo all'interpretazione da parte della Corte di giustizia della Convenzione 27 settembre 1968, concernente la competenza giurisdizionale e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale, dallo Hoge Raad dei Paesi Bassi, nella causa dinanzi ad esso pendente tra

Van Uden Maritime BV, che agisce in giudizio con la denominazione Van Uden Africa Line,

e

Kommanditgesellschaft in Firma Deco-Line e altri,

domanda vertente sull'interpretazione degli artt. 1, secondo comma, punto 4, 3, 5, punto 1, e 24 della precitata Convenzione 27 settembre 1968 (GU 1972, L 299, pag. 32), come modificata con la Convenzione 9 ottobre 1978 relativa all'adesione del Regno di Danimarca, dell'Irlanda e del Regno Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord (GU L 304, pag. 1, e - testo modificato - pag. 77), e con la Convenzione 25 ottobre 1982 relativa all'adesione della Repubblica ellenica (GU L 388, pag. 1),

LA CORTE,

composta dai signori G.C. Rodríguez Iglesias, presidente, P.J.G. Kapteyn, J.-P. Puissochet, G. Hirsch e P. Jann, presidenti di sezione, G.F. Mancini, J.C. Moitinho de Almeida, C. Gulmann, J.L. Murray, D.A.O. Edward, H. Ragnemalm (relatore), L. Sevón e M. Wathelet, giudici,

avvocato generale: P. Léger

cancelliere: signora D. Louterman-Hubeau, amministratore principale

viste le osservazioni scritte presentate:

- per la Van Uden Maritime BV, che agisce in giudizio con la denominazione Van Uden Africa Line, dalla signora L.M. Ebbekink, del foro dell'Aia;

- per la Kommanditgesellschaft in Firma Deco-Line e altri, dall'avv. J.L. de Wijkerslooth, del foro dell'Aia;

- per il governo tedesco, dal signor J. Pirrung, Ministerialrat presso il ministero federale della Giustizia, in qualità di agente;

- per il governo del Regno Unito, dalla signora L. Nicoll, del Treasury Solicitor's Department, in qualità di agente, assistita dal signor V.V. Veeder, QC;

- per la Commissione delle Comunità europee, dal signor B.J. Drijber, membro del servizio giuridico, in qualità di agente,

vista la relazione d'udienza,

sentite le osservazioni orali del governo tedesco, del governo del Regno Unito e della Commissione, all'udienza del 22 aprile 1997,

sentite le conclusioni dell'avvocato generale, presentate all'udienza del 10 giugno 1997,

ha pronunciato la seguente

Sentenza

Motivazione della sentenza


1 Con sentenza 8 dicembre 1995, pervenuta in cancelleria il 14 dicembre seguente, lo Hoge Raad dei Paesi Bassi ha sottoposto a questa Corte, a norma del Protocollo 3 giugno 1971 relativo all'interpretazione da parte della Corte di giustizia della Convenzione 27 settembre 1968, concernente la competenza giurisdizionale e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale, otto questioni pregiudiziali relative all'interpretazione degli artt. 1, secondo comma, punto 4, 3, 5, punto 1, e 24 della precitata Convenzione 27 settembre 1968 (GU 1972, L 299, pag. 32), come modificata con la Convenzione 9 ottobre 1978 relativa all'adesione del Regno di Danimarca, dell'Irlanda e del Regno Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord (GU L 304, pag. 1, e - testo modificato - pag. 77), e con la Convenzione 25 ottobre 1982 relativa all'adesione della Repubblica ellenica (GU L 388, pag. 1; in prosieguo: la «Convenzione»).

2 Tali questioni sono state sollevate nell'ambito di una controversia che oppone la Van Uden Maritime BV (in prosieguo: la «Van Uden»), con sede in Rotterdam (Paesi Bassi), alla Kommanditgesellschaft in Firma Deco-Line e altri (in prosieguo: la «Deco-Line»), con sede in Amburgo (Germania), riguardante una domanda di procedimento sommario concernente il pagamento di crediti derivanti da un contratto contenente una clausola compromissoria.

3 L'art. 1, primo comma, dispone che la Convenzione si applica in materia civile e commerciale. Il secondo comma, punto 4, dispone tuttavia che l'arbitrato è escluso dall'ambito d'applicazione della Convenzione.

4 L'art. 2 stabilisce il principio generale in materia di competenza giudiziaria secondo cui le persone aventi il domicilio nel territorio di uno Stato contraente sono convenute, a prescindere dalla loro nazionalità, davanti agli organi giurisdizionali di tale Stato.

5 Le persone aventi il domicilio nel territorio di uno Stato contraente possono essere convenute davanti agli organi giurisdizionali di un altro Stato contraente solo in virtù delle norme della Convenzione. L'art. 3, secondo comma, elenca le norme di competenza esorbitanti che non possono essere invocate contro le persone aventi il domicilio nel territorio di un altro Stato contraente, fra le quali figurano gli artt. 126, terzo comma, e 127 del codice di procedura civile olandese (in prosieguo: il «CPC»).

6 L'art. 5, punto 1, della Convenzione dispone che, in materia contrattuale, il convenuto domiciliato nel territorio di uno Stato contraente può essere citato in un altro Stato contraente davanti al giudice del luogo in cui l'obbligazione dedotta in giudizio è stata o dev'essere eseguita.

7 L'art. 24 della Convenzione, che disciplina specificamente i provvedimenti provvisori e cautelari, dispone:

«I provvedimenti provvisori o cautelari, previsti dalla legge di uno Stato contraente, possono essere richiesti all'autorità giudiziaria di detto Stato anche se, in forza della presente convenzione, la competenza a conoscere nel merito è riconosciuta al giudice di un altro Stato contraente».

8 Nel marzo 1993 la Van Uden e la Deco-Line stipulavano un contratto denominato «slot-space charter agreement», ai termini del quale la Van Uden s'impegnava a porre a disposizione della Deco-Line un'area per il carico delle navi che la Van Uden gestisce direttamente o in collaborazione con altre compagnie marittime su un servizio di linea marittima tra l'Europa nordoccidentale e l'Africa occidentale. In compenso, la Deco-Line doveva versare un nolo calcolato secondo le tariffe convenute fra le parti.

9 La Van Uden avviava nei Paesi Bassi il procedimento d'arbitrato previsto dal contratto in quanto la Deco-Line non aveva pagato talune fatture da essa inviatele.

10 Inoltre, la Van Uden proponeva un procedimento sommario dinanzi al presidente del Rechtbank di Rotterdam in quanto la Deco-Line non mostrava la diligenza necessaria affinché gli arbitri fossero designati e il mancato pagamento delle sue fatture le causava problemi di liquidità. La Van Uden chiedeva a detto giudice la condanna della Deco-Line a versarle l'importo di quattro crediti risultanti dal contratto, vale a dire l'importo di 837 919,13 DM.

11 Nell'ambito di detto procedimento la Deco-Line innanzi tutto eccepiva l'incompetenza del giudice dell'urgenza olandese per conoscere di tali domande. Essa sosteneva che, poiché era stabilita in Germania, poteva essere citata soltanto dinanzi agli organi giurisdizionali di tale Stato.

12 Il giudice del procedimento sommario respingeva tale eccezione in quanto un provvedimento chiesto nell'ambito di un procedimento sommario dev'essere considerato un provvedimento provvisorio ai sensi dell'art. 24 della Convenzione.

13 Riferendosi all'art. 126, terzo comma, del CPC, il giudice del procedimento sommario concludeva che era competente, nella sua qualità di giudice del domicilio dell'attore, a conoscere di una domanda presentata da un attore residente nei Paesi Bassi contro un convenuto che non possiede nei Paesi Bassi né domicilio noto né residenza riconosciuta. Inoltre, concludeva che la causa presentava, per due motivi, criteri minimi di collegamento con l'ordinamento giuridico olandese. In primo luogo, la Deco-Line prende parte agli scambi commerciali internazionali e, a questo titolo, assumerebbe nei Paesi Bassi crediti che potrebbero essere assoggettati in questo paese all'esecuzione forzata di un'eventuale sentenza di condanna nei suoi confronti. In secondo luogo, siffatta sentenza potrebbe comunque essere eseguita in Germania.

14 Infine, il giudice dell'urgenza considerava che il fatto che le parti abbiano convenuto di ricorrere all'arbitrato nei Paesi Bassi nulla toglieva alla sua competenza poiché, ai sensi dell'art. 1022, n. 2, del CPC, una clausola compromissoria non può privare una parte del suo diritto di adire il giudice del procedimento sommario.

15 Con ordinanza provvisoriamente esecutiva 21 giugno 1994, il presidente del Rechtbank di Rotterdam condannava quindi la Deco-Line a versare alla Van Uden l'importo di 377 625,35 DM, maggiorato degli interessi legali.

16 Nell'ambito di un appello interposto dalla Deco-Line il Gerechtshof dell'Aia annullava detta ordinanza. Secondo questo organo giurisdizionale, la causa doveva presentare sufficienti criteri di collegamento con l'ordinamento giuridico olandese, il che significava che, in base alla Convenzione, l'ordinanza chiesta al giudice del procedimento sommario doveva potervi essere eseguita. Al riguardo non bastava il mero fatto che la Deco-Line potesse acquisire in futuro beni patrimoniali.

17 Adito con un ricorso contro quest'ultima pronuncia, lo Hoge Raad dei Paesi Bassi ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali:

«1) Nell'ipotesi in cui l'obbligazione di pagare il debito nascente da un contratto debba essere eseguita in uno degli Stati contraenti e il creditore, al fine di chiedere l'adempimento di detta obbligazione, possa quindi citare ai sensi dell'art. 5, punto 1, della Convenzione dinanzi ai giudici di tale Stato il debitore moroso nonostante che questi sia domiciliato nel territorio di un altro Stato contraente, se i giudici del primo Stato siano al tempo stesso (senz'altro) competenti a conoscere di una domanda presentata in un procedimento sommario dal creditore nei confronti del suo debitore e intesa a far condannare quest'ultimo con provvedimento provvisoriamente esecutivo al pagamento di quanto, con molta probabilità, a parere del giudice del procedimento sommario, è da lui dovuto al creditore, ovvero se a proposito della competenza del giudice del procedimento sommario sussistano ulteriori condizioni, come, ad esempio, quella secondo cui il provvedimento richiesto al giudice del procedimento sommario deve essere (o poter essere) produttivo di effetti nello Stato contraente interessato.

2) Se ai fini della soluzione della questione n. 1 implichi una differenza il fatto che l'accordo tra le parti contenga una clausola compromissoria e, in caso affermativo, se sia rilevante il luogo dell'arbitrato risultante da tale clausola.

3) Qualora la questione n. 1 debba essere risolta nel senso che ai fini della competenza del giudice del procedimento sommario sussiste al tempo stesso la condizione che il provvedimento richiesto deve essere (o poter essere) produttivo di effetti nello Stato contraente considerato, se si debba con ciò intendere che il provvedimento di condanna richiesto debba poter essere ivi messo in esecuzione e sia di conseguenza necessario che tale condizione sia soddisfatta al momento di proporre la domanda nel procedimento sommario, ovvero se sia sufficiente la previsione che detta condizione si realizzerà in futuro.

4) Se la possibilità prevista nell'art. 289 e ss. del codice di procedura civile olandese di chiedere al Presidente dell'Arrondissementsrechtbank, per motivi di assoluta urgenza, un provvedimento provvisorio immediato, rientri nel concetto di "provvedimenti provvisori o cautelari" ai sensi dell'art. 24 della Convenzione.

5) Se ai fini della soluzione della questione n. 4 implichi una differenza il fatto che sia già pendente o possa essere promossa una causa di merito e, in caso affermativo, se nella specie abbia influenza il fatto che era pendente un arbitrato.

6) Se ai fini della soluzione della questione n. 4 implichi una differenza il fatto che il provvedimento richiesto nel procedimento sommario sia una condanna a adempiere un obbligo di pagamento, come indicato nella questione n. 1.

7) In caso di soluzione affermativa della questione n. 4, nell'ipotesi in cui "in forza della [qui considerata] Convenzione la competenza a conoscere nel merito [sia] riconosciuta al giudice di un altro Stato contraente", se l'art. 24 e, in particolare, il rinvio ivi operato ai "provvedimenti provvisori previsti dalla legge di uno Stato contraente", debba essere inteso nel senso che il giudice del procedimento sommario è (senz'altro) competente, quando la competenza gli viene riconosciuta dalle pertinenti norme del proprio diritto nazionale, anche in presenza delle norme indicate nell'art. 3, n. 2, della Convenzione, ovvero se, in quest'ultimo caso, la sua competenza è subordinata al realizzarsi di ulteriori condizioni, ad esempio, che il provvedimento richiesto al giudice del procedimento sommario sia (o possa essere) produttivo di effetti nello Stato contraente considerato.

8) Qualora la questione n. 7 debba essere risolta nel senso che ai fini della competenza del giudice del procedimento sommario sussiste al tempo stesso la condizione che il provvedimento richiesto sia (o possa essere) produttivo di effetti nello Stato contraente considerato, se con ciò si debba intendere che il provvedimento di condanna richiesto debba poter essere ivi messo in esecuzione e sia di conseguenza necessario che tale condizione sia soddisfatta al momento di proporre la domanda nel procedimento sommario, ovvero se sia sufficiente la previsione che detta condizione si realizzerà in futuro».

18 Le questioni sollevate vertono sulla competenza del giudice del procedimento sommario in forza della Convenzione. L'organo giurisdizionale nazionale mira a far stabilire se siffatta competenza possa essere stabilita in base, da un lato, all'art. 5, punto 1 (questioni 1-3), e, dall'altro, all'art. 24 della Convenzione (questioni 4-8). In entrambi i casi i dubbi del giudice a quo vertono

- anzitutto, sull'incidenza del fatto che la controversia sottopostagli è soggetta, a termini del contratto, all'arbitrato,

- inoltre, sulla questione se la competenza del giudice del procedimento sommario sia subordinata alla condizione che il provvedimento richiesto produca o possa produrre i suoi effetti nello Stato del giudice adito, in particolare alla condizione che esso possa esservi eseguito e se sia necessario che siffatta condizione sia soddisfatta al momento della presentazione della domanda,

- e, infine, sull'incidenza del fatto che la causa verte su una domanda di pagamento in via provvisoria di una controprestazione contrattuale.

19 In limine, per quanto riguarda la competenza del giudice del procedimento sommario in forza della Convenzione, occorre rilevare come sia pacifico che un organo giurisdizionale competente a conoscere del merito di una causa conformemente agli artt. 2 e 5-18 della Convenzione rimane competente a disporre i provvedimenti provvisori o cautelari che risultino necessari.

20 Inoltre, l'art. 24, che figura nella sezione 9 della Convenzione, aggiunge una norma in materia di competenza, non appartenente al sistema enunciato dagli artt. 2 e 5-18, secondo cui un organo giurisdizionale è autorizzato a disporre provvedimenti provvisori o cautelari anche se non è competente nel merito. Tale articolo dispone che i provvedimenti che possono essere accordati sono quelli previsti dalla legge dello Stato cui appartiene l'organo giurisdizionale adito.

21 Per quanto riguarda l'art. 5, punto 1, della Convenzione, tale disposizione prevede che, in materia contrattuale, il convenuto può essere citato in uno Stato contraente diverso da quello del suo domicilio, dinanzi al giudice del luogo in cui l'obbligazione dedotta in giudizio è stata o dev'essere eseguita.

22 A questo proposito, occorre constatare che il giudice competente a conoscere del merito di una causa in forza di uno dei criteri di competenza previsto dalla Convenzione rimane del pari competente ad ordinare provvedimenti provvisori o cautelari, senza che quest'ultima competenza sia subordinata ad altri presupposti, quale quello menzionato nella terza questione del giudice a quo.

23 Tuttavia, nella causa principale il contratto stipulato tra la Van Uden e la Deco-Line contiene una clausola compromissoria.

24 Si deve constatare che, quando le parti hanno validamente sottratto una controversia derivante da un contratto alla competenza degli organi giurisdizionali statali per attribuirla ad un arbitro, non vi è, ai sensi della Convenzione, un organo giurisdizionale statale competente nel merito. Ne consegue che una parte di siffatto contratto non ha la facoltà di presentare una domanda al fine di ottenere provvedimenti provvisori o cautelari dinanzi ad un organo giurisdizionale statale competente nel merito in forza della Convenzione.

25 In tal caso, un organo giurisdizionale statale può essere autorizzato, in base alla Convenzione, a disporre provvedimenti provvisori o cautelari soltanto in forza dell'art. 24.

26 A questo proposito, la Deco-Line e i governi tedesco e del Regno Unito sostengono che, poiché le parti hanno deciso di sottoporre la loro controversia ad un arbitro, neanche il procedimento sommario rientra nell'ambito d'applicazione della Convenzione. Il governo tedesco fa valere in particolare che i provvedimenti provvisori richiesti, essendo intrinsecamente collegati all'oggetto di un procedimento arbitrale, esulano dall'ambito d'applicazione della Convenzione. Secondo il governo del Regno Unito, i provvedimenti richiesti nella fattispecie possono considerarsi far parte del procedimento arbitrale, di modo che gli stessi sono esclusi dall'ambito d'applicazione della Convenzione.

27 La Van Uden e la Commissione controdeducono che l'esistenza di una clausola compromissoria non produce l'effetto di sottrarre una domanda di provvedimenti provvisori alla sfera d'applicazione della Convenzione. La Commissione rileva che l'oggetto della controversia è decisivo e che l'osservanza di un'obbligazione contrattuale, vale a dire una materia che rientra nell'ambito di applicazione della Convenzione, è all'origine del procedimento sommario.

28 Occorre anzitutto ricordare che l'art. 24 della Convenzione si applica anche se un organo giurisdizionale di un altro Stato contraente è competente a conoscere del merito, purché l'oggetto della causa rientri nell'ambito d'applicazione ratione materiae della Convenzione, il quale concerne le materie civili e commerciali.

29 Il mero fatto che una procedura nel merito sia stata avviata o possa esserlo dinanzi ad un organo giurisdizionale di uno Stato contraente non priva quindi l'organo giurisdizionale di un altro Stato contraente della sua competenza in forza dell'art. 24 della Convenzione.

30 Tuttavia, l'art. 24 della Convenzione non può essere invocato per far rientrare nell'ambito di applicazione di quest'ultima i provvedimenti provvisori o cautelari relativi a materie che ne sono escluse (sentenza 27 marzo 1979, causa 143/78, De Cavel, Racc. pag. 1055, punto 9).

31 A tenore dell'art. 1, secondo comma, punto 4, della Convenzione, l'arbitrato è escluso dal suo campo d'applicazione. Con tale disposizione le parti contraenti hanno inteso escludere l'arbitrato in quanto materia nel suo complesso, comprese le azioni intentate dinanzi agli organi giurisdizionali statali (sentenza 25 luglio 1991, causa C-190/89, Rich, Racc. pag. I-3855, punto 18).

32 Infatti, la relazione degli esperti redatta in occasione dell'adesione del Regno di Danimarca, dell'Irlanda e del Regno Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord alla Convenzione in esame (GU 1979, C 59, pag. 71, in particolare pag. 92) precisa che la Convenzione non si applica alle pronunce giudiziarie che dichiarano la validità o la nullità di un compromesso arbitrale o che impongono alle parti di non proseguire un procedimento arbitrale a causa della sua invalidità, né ai procedimenti o decisioni concernenti le domande di annullamento, di modifica, di riconoscimento e di esecuzione di lodi arbitrali. Inoltre, sono esclusi dall'ambito d'applicazione della Convenzione i procedimenti che servono ad attuare un procedimento arbitrale, quali i procedimenti di designazione o di ricusazione di un arbitro o di determinazione del luogo d'arbitrato e di proroga del termine fissato per la pronuncia del lodo.

33 Tuttavia, a questo proposito si deve rilevare che i provvedimenti provvisori non mirano, in via di principio, ad attuare un procedimento arbitrale, ma sono adottati contemporaneamente a tale procedimento e sono diretti a rafforzarne l'efficacia. Infatti, l'oggetto di detti provvedimenti non riguarda l'arbitrato in quanto materia, ma la salvaguardia dei diritti di natura molto varia. La loro appartenenza al campo d'applicazione della Convenzione è quindi determinata non già dalla loro natura, bensì dalla natura dei diritti che essi devono tutelare (v. sentenza 26 marzo 1992, causa C-261/90, Reichert e Kockler, Racc. pag. I-2149, punto 32).

34 Occorre quindi concludere che, se l'oggetto di una domanda di provvedimenti provvisori verte, come nella causa principale, su una questione che rientra nell'ambito d'applicazione ratione materiae della Convenzione, quest'ultima si applica e il suo art. 24 può giustificare la competenza del giudice del procedimento sommario anche se un giudizio di merito è già stato promosso o può essere avviato e anche se questo giudizio dovesse svolgersi dinanzi ad arbitri.

35 Inoltre, per quanto riguarda le condizioni enunciate dalla Convenzione per la concessione di un provvedimento in forza dell'art. 24, la Van Uden fa valere che il giudice del procedimento sommario è competente senza alcun'altra condizione, purché le sue norme nazionali gli attribuiscano la competenza, anche se si tratta di norme di cui all'art. 3, secondo comma, della Convenzione. La Deco-Line sostiene invece come sia giustificato imporre condizioni più rigorose e, in ogni caso, che il rinvio effettuato dall'art. 24 alle norme nazionali di competenza implica che il giudice del procedimento sommario sia libero di subordinare la sua competenza a siffatte condizioni.

36 Secondo il governo tedesco, l'art. 24 autorizza l'adozione di provvedimenti provvisori disposti da un organo giurisdizionale che si pronuncia in forza di una norma di competenza menzionata dall'art. 3, secondo comma, della Convenzione soltanto se tale norma di competenza è subordinata all'urgenza della decisione o è motivata da quest'ultima e se, al momento dell'adozione del provvedimento provvisorio, il regime da essa previsto presenta un nesso sufficiente con lo Stato dell'organo giurisdizionale adito. Tale ultima condizione sarebbe soddisfatta qualora il provvedimento provvisorio possa essere eseguito nello Stato del giudice adito.

37 Al riguardo, occorre ricordare che per «provvedimenti provvisori o cautelari» ai sensi dell'art. 24 della Convenzione devono intendersi i provvedimenti volti, nelle materie oggetto della Convenzione, alla conservazione di una situazione di fatto o di diritto onde preservare diritti dei quali spetterà poi al giudice del merito accertare l'esistenza (precitata sentenza Reichert e Kockler, punto 34).

38 La concessione di tal genere di provvedimenti richiede da parte del giudice adito una particolare circospezione e una conoscenza approfondita delle circostanze concrete in cui i provvedimenti richiesti dovranno esplicare i propri effetti. Secondo i casi, ed in particolare secondo gli usi commerciali, egli deve poter limitare nel tempo la sua autorizzazione o, per quanto riguarda la natura dei beni o delle merci oggetto dei provvedimenti prospettati, esigere garanzie bancarie o nominare un custode delle cose sequestrate e, in generale, subordinare la sua autorizzazione a tutte le condizioni che garantiscono la provvisorietà o il carattere cautelare del provvedimento da lui disposto (sentenza 21 maggio 1980, causa 125/79, Denilauler, Racc. pag. 1553, punto 15).

39 A questo proposito, la Corte ha considerato nella precitata sentenza Denilauler, al punto 16, come sia certamente il giudice del luogo o in ogni caso dello Stato contraente in cui sono ubicati i beni che costituiranno oggetto dei provvedimenti richiesti il più qualificato per valutare le circostanze che possono condurre alla concessione o al rifiuto dei provvedimenti richiesti o alla prescrizione delle modalità e delle condizioni che l'istante dovrà rispettare per garantire il carattere provvisorio e cautelare dei provvedimenti autorizzati.

40 Ne consegue che la concessione di provvedimenti provvisori o cautelari in forza dell'art. 24 è subordinata, in particolare, alla condizione dell'esistenza di un effettivo nesso di collegamento fra l'oggetto dei provvedimenti richiesti e la competenza territoriale dello Stato contraente del giudice adito.

41 Ne consegue del pari che è compito del giudice che dispone provvedimenti in base all'art. 24 prendere in considerazione la necessità di imporre condizioni o modalità dirette a garantire la provvisorietà o il carattere cautelare dei provvedimenti medesimi.

42 Per quanto riguarda più in particolare il fatto che, nella fattispecie, il giudice nazionale ha basato la sua competenza su una delle disposizioni nazionali elencate nell'art. 3, secondo comma, della Convenzione, si deve ricordare che, a tenore del primo comma di tale disposizione, le persone aventi il domicilio nel territorio di uno Stato contraente possono essere convenute davanti agli organi giurisdizionali di un altro Stato contraente solo in virtù delle norme enunciate alle sezioni 2-6 del titolo II, vale a dire negli artt. 5-18 della Convenzione. Ne consegue che il divieto stabilito dall'art. 3 di invocare norme di competenza esorbitanti non si applica al regime speciale contemplato dall'art. 24.

43 Infine, quanto alla questione se un'ordinanza di provvedimenti provvisori che disponga il versamento di una controprestazione contrattuale possa essere considerata un provvedimento provvisorio ai sensi dell'art. 24 della Convenzione, la Deco-Line e il governo del Regno Unito ritengono che ciò non si verifichi. Il governo tedesco considera, dal canto suo, che il procedimento nella causa principale non rientrerebbe - a quanto sembra - nella nozione di provvedimenti provvisori o cautelari.

44 La Van Uden e la Commissione non condividono tale assunto. Secondo la Commissione, devono essere considerati provvedimenti provvisori quelli che perdono la loro validità al momento della definizione della lite o alla scadenza di un termine stabilito. Essi possono consistere in provvedimenti che comportano un facere, vale a dire in un'ingiunzione di fare qualcosa, come la consegna di un bene o il versamento di un importo pecuniario.

45 A questo proposito, si deve rilevare come non si possa escludersi a priori, in modo generale e astratto, che un pagamento in via provvisoria di una controprestazione contrattuale, anche se per un importo corrispondente a quello della domanda principale, sia necessario per garantire l'efficacia della sentenza nel merito e, eventualmente, appaia giustificato alla luce degli interessi in gioco [v., per quanto riguarda il diritto comunitario, ordinanza 29 gennaio 1997, causa C-393/96 P (R), Antonissen/Consiglio e Commissione, Racc. pag. I-441, punto 37].

46 Tuttavia, l'ingiunzione di un pagamento in via provvisoria è, per sua natura, idonea a sostituirsi alla decisione del giudice del merito. Inoltre, se fosse riconosciuto al ricorrente il diritto di ottenere il pagamento in via provvisoria di una controprestazione contrattuale dinanzi all'organo giurisdizionale del proprio domicilio, il quale non è competente a conoscere del merito in forza degli artt. 2-18 della Convenzione, e poi di ottenere il riconoscimento e l'esecuzione dell'ordinanza nello Stato del convenuto, si potrebbero eludere in tal caso le norme di competenza stabilite dalla Convenzione.

47 Di conseguenza, il pagamento in via provvisoria di una controprestazione contrattuale non costituisce un provvedimento provvisorio ai sensi di detta disposizione, a meno che, da un lato, il rimborso al convenuto della somma versata sia garantito nell'ipotesi in cui il ricorrente non vinca la causa nel merito e, dall'altro, il provvedimento richiesto riguardi solo determinati beni del convenuto che si situano, o che si devono situare, nella sfera della competenza territoriale del giudice adito.

48 Alla luce delle precedenti considerazioni, la prima e la seconda questione devono essere risolte come segue:

- l'art. 5, punto 1, della Convenzione dev'essere interpretato nel senso che l'organo giurisdizionale competente in forza di questa disposizione resta del pari competente a disporre provvedimenti provvisori o cautelari, senza che quest'ultima competenza sia subordinata ad altre condizioni, e,

- quando le parti hanno validamente sottratto una lite derivante da un contratto alla competenza degli organi giurisdizionali statali per attribuirla ad un arbitro, i provvedimenti provvisori o cautelari non possono essere disposti in base all'art. 5, punto 1, della Convenzione.

Occorre risolvere la quinta questione come segue:

- quando l'oggetto di una domanda di provvedimenti provvisori verte su una questione che rientra nell'ambito d'applicazione ratione materiae della Convenzione, quest'ultima si applica e il suo art. 24 può giustificare la competenza del giudice del procedimento sommario anche se un giudizio di merito è già stato promosso o può essere avviato e anche se questo giudizio dovesse svolgersi dinanzi ad arbitri.

Infine, le questioni quarta, sesta, settima e ottava devono essere risolte come segue:

- l'art. 24 della Convenzione dev'essere interpretato nel senso che la sua applicazione è subordinata, in particolare, alla condizione dell'esistenza di un effettivo nesso di collegamento fra l'oggetto del provvedimento richiesto e la competenza territoriale dello Stato contraente del giudice adito, e

- il pagamento in via provvisoria di una controprestazione contrattuale non costituisce un provvedimento provvisorio ai sensi dell'art. 24 della Convenzione, a meno che, da un lato, il rimborso al convenuto della somma versata sia garantito nell'ipotesi in cui il ricorrente non vinca la causa nel merito, e, dall'altro, il provvedimento richiesto riguardi solo determinati beni del convenuto che si situano, o che si devono situare, nella sfera della competenza territoriale del giudice adito.

Decisione relativa alle spese


Sulle spese

49 Le spese sostenute dai governi tedesco e del Regno Unito, nonché dalla Commissione, che hanno presentato osservazioni alla Corte, non possono dar luogo a rifusione. Nei confronti delle parti nella causa principale il presente procedimento costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese.

Dispositivo


Per questi motivi,

LA CORTE,

pronunciandosi sulle questioni sottopostele dallo Hoge Raad dei Paesi Bassi, con sentenza 8 dicembre 1995, dichiara:

1) L'art. 5, punto 1, della Convenzione 27 settembre 1968, concernente la competenza giurisdizionale e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale, come modificata con la Convenzione 9 ottobre 1978 relativa all'adesione del Regno di Danimarca, dell'Irlanda e del Regno Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord, e con la Convenzione 25 ottobre 1982 relativa all'adesione della Repubblica ellenica, dev'essere interpretato nel senso che l'organo giurisdizionale competente in forza di questa disposizione resta del pari competente a disporre provvedimenti provvisori o cautelari, senza che quest'ultima competenza sia subordinata ad altre condizioni.

2) Quando le parti hanno validamente sottratto una lite derivante da un contratto alla competenza degli organi giurisdizionali statali per attribuirla ad un arbitro, i provvedimenti provvisori o cautelari non possono essere disposti in base all'art. 5, punto 1, della Convenzione 27 settembre 1968.

3) Quando l'oggetto di una domanda di provvedimenti provvisori verte su una questione che rientra nell'ambito d'applicazione ratione materiae della Convenzione 27 settembre 1968, quest'ultima si applica e il suo art. 24 può giustificare la competenza del giudice del procedimento sommario anche se è già stato promosso o può essere avviato un giudizio di merito e anche se questo giudizio dovesse svolgersi dinanzi ad arbitri.

4) L'art. 24 della Convenzione 27 settembre 1968 dev'essere interpretato nel senso che la sua applicazione è subordinata, in particolare, alla condizione dell'esistenza di un effettivo nesso di collegamento fra l'oggetto del provvedimento richiesto e la competenza territoriale dello Stato contraente del giudice adito.

5) Il pagamento in via provvisoria di una controprestazione contrattuale non costituisce un provvedimento provvisorio ai sensi dell'art. 24 della Convenzione 27 settembre 1968, a meno che, da un lato, il rimborso al convenuto della somma versata sia garantito nell'ipotesi in cui il ricorrente non vinca la causa nel merito, e, dall'altro, il provvedimento richiesto riguardi solo determinati beni del convenuto che si situano, o che si devono situare, nella sfera della competenza territoriale del giudice adito.