COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 16.4.2024
COM(2024) 173 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Relazione sullo stato di Schengen 2024
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo,
al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni
Relazione sullo stato di Schengen 2024
Nel 2023 lo spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne ("spazio Schengen") ha continuato a mostrarsi resiliente di fronte a un panorama geopolitico in evoluzione, pur rimanendo esposto a sfide interconnesse. La relazione sullo stato di Schengen 2024 fa il punto sugli importanti sviluppi verificatisi nel corso dell'ultimo anno, fornendo una panoramica completa della situazione dello spazio Schengen. Rispecchia le principali iniziative volte a rafforzare il quadro Schengen nel contesto dell'attuale mandato della Commissione.
Sulla base delle attività di valutazione e monitoraggio Schengen svolte nel 2023, la relazione individua altresì i settori prioritari che richiedono un impulso politico e operativo e mette in evidenza i settori in cui è necessaria una migliore applicazione delle norme Schengen. A quasi 40 anni dalla firma dell'accordo di Schengen, un livello elevato di cooperazione transfrontaliera rimane quanto mai utile affinché lo spazio Schengen possa continuare a contribuire alla competitività economica dell'UE e rendere la vita più facile e più sicura per i cittadini e le imprese.
La presente relazione, che avvia il ciclo Schengen 2024-2025, funge da base per il processo decisionale e il follow-up a livello tanto europeo quanto nazionale. Al fine di agevolare l'attuazione delle azioni prioritarie per lo spazio Schengen, unitamente alla presente relazione la Commissione ha presentato una proposta di raccomandazione del Consiglio sullo spazio Schengen e invita il Consiglio a adottarla nella prossima sessione del Consiglio Schengen che si terrà nel giugno 2024.
In particolare, gli accordi raggiunti sul quadro legislativo, le misure storiche adottate per completare lo spazio Schengen e il consolidamento della governance sono gli elementi costitutivi per passare da uno stato costante di crisi alla preparazione, alla resilienza e alle risposte collettive, segnando un punto di svolta nei nostri sforzi congiunti di gestione di Schengen.
1. Rispettare i nostri impegni per rendere più forte lo spazio Schengen
Dopo quasi quattro decenni di cooperazione, Schengen è diventato il più grande spazio di libera circolazione al mondo. Istituendo uno spazio senza controlli alle frontiere interne con frontiere esterne condivise, gli Stati membri dell'UE hanno assunto un'ambiziosa responsabilità congiunta in un'impresa nel contesto della quale le azioni di ogni soggetto coinvolto vanno al di là degli interessi nazionali e incidono su tutti i membri di Schengen.
Un quadro giuridico rafforzato
La successione delle recenti crisi ha messo in risalto l'importanza di rafforzare la resilienza dello spazio Schengen. È diventato sempre più evidente che uno spazio Schengen ben funzionante richiede un quadro giuridico comune rafforzato per attenuare il senso di crisi persistente e abbandonare azioni unilaterali e non coordinate, derivanti principalmente dalla mancanza di strumenti comuni efficaci. Tenendo fede al nostro impegno a favore di uno spazio Schengen forte e adeguato alle esigenze future, gli accordi sulla nuova legislazione raggiunti durante il secondo ciclo Schengen aprono un nuovo capitolo della storia di Schengen per preservarne l'integrità.
L'accordo politico sul codice frontiere Schengen riveduto proteggerà un pilastro dello spazio Schengen: l'assenza di controlli alle frontiere interne. Le garanzie supplementari e le nuove misure, compresa la procedura di trasferimento volta ad attenuare i movimenti secondari, dovrebbero consentire agli Stati membri di affrontare in maniera efficace le loro preoccupazioni in materia di sicurezza e migrazione attraverso una cooperazione transfrontaliera rafforzata, sulla base della raccomandazione della Commissione del 2023 sulla cooperazione Schengen. Le nuove norme rafforzeranno inoltre il coordinamento dell'UE, garantiranno la prevedibilità e miglioreranno il pacchetto di strumenti disponibile per rispondere efficacemente alle sfide alle frontiere esterne dell'UE, in particolare in caso di minacce per la salute pubblica e in situazioni in cui i migranti sono strumentalizzati per fini politici.
Sono stati inoltre compiuti progressi nel garantire la sicurezza delle frontiere aeree esterne, agevolando nel contempo un trasporto aereo più rapido grazie all'accordo politico in merito a due regolamenti volti a migliorare l'uso delle informazioni anticipate sui passeggeri (Advance Passenger Information - API). Per la prima volta, le autorità di contrasto potranno ottenere tali informazioni per determinati voli all'interno dell'UE.
Inoltre il raggiungimento di un accordo politico sul patto sulla migrazione e l'asilo nel dicembre 2023 ha rappresentato un importante passo avanti che sosterrà e rafforzerà in modo significativo il buon funzionamento dello spazio Schengen. In particolare, il nuovo regolamento sugli accertamenti, una volta adottato, stabilirà norme uniformi per rafforzare le frontiere esterne e aumentare la sicurezza all'interno dello spazio Schengen in modo da garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali. Il patto renderà inoltre più efficaci le procedure di asilo e di rimpatrio, limitando così i movimenti secondari non autorizzati all'interno dello spazio Schengen.
La direttiva sullo scambio di informazioni tra le autorità di contrasto, adottata nel maggio 2023, e il regolamento Prüm II sulla consultazione e lo scambio automatizzati di dati per la cooperazione di polizia, adottato nel febbraio 2024, colmano le lacune in termini di informazioni e promuovono le attività di prevenzione, accertamento e indagine.
Inoltre sono entrate in vigore norme più rigorose a sostegno dello spazio di libertà, giustizia e sicurezza per contrastare due forme fondamentali di criminalità transfrontaliera. Innanzitutto, la direttiva anti-tratta modificata introdurrà strumenti più efficaci affinché le autorità di contrasto e giudiziarie possano indagare e perseguire nuove forme di sfruttamento e proteggere le vittime della tratta di esseri umani. La nuova legislazione garantisce un migliore coordinamento tra le autorità anti-tratta e quelle competenti in materia di asilo. In secondo luogo, l'accordo raggiunto sull'aggiornamento delle norme in materia di traffico di armi da fuoco all'importazione e all'esportazione
contribuirà a ridurre il rischio di elusione dell'embargo nell'esportazione di armi da fuoco per uso civile e a rafforzare i controlli sulle importazioni di tali armi da paesi terzi.
Infine, è tuttora necessario portare avanti i negoziati sulle proposte legislative per contrastare il traffico di migranti. La legislazione attualmente in vigore, vecchia di decenni, non fornisce gli strumenti giusti per combattere questa criminalità in continua evoluzione ed è necessario rafforzare la cooperazione a livello di UE e con gli Stati membri. Rientra in tale contesto la proposta di regolamento sul rafforzamento della cooperazione di polizia nel settore della prevenzione e dell'accertamento del traffico di migranti e della tratta di esseri umani e delle relative indagini, e sul potenziamento del sostegno di Europol alla prevenzione e alla lotta contro tali reati.
Verso un'attuazione tempestiva del quadro rafforzato
Il quadro giuridico aggiornato su cui si fonda il funzionamento dello spazio Schengen testimonia l'esistenza di un'Unione forte che consegue risultati a favore dei suoi cittadini. In seguito all'adozione formale del pacchetto legislativo, sarà fondamentale attuarlo per mantenere uno spazio Schengen forte negli anni a venire. La Commissione coordinerà e monitorerà da vicino questa fase. È nostra responsabilità collettiva garantire un'attuazione rapida, coerente e omogenea, in particolare:
alle frontiere esterne:
·al fine di garantire un'attuazione efficace del regolamento sugli accertamenti sarà necessario che ciascuno Stato membro avvii il processo di assegnazione delle risorse e delle capacità, istituendo altresì un meccanismo di monitoraggio indipendente;
in materia di misure interne:
·a seguito dell'adozione delle modifiche del codice frontiere Schengen, gli Stati membri, in stretta cooperazione con il coordinatore Schengen, lavoreranno con un approccio regionale al fine di mettere in atto le nuove misure nelle regioni frontaliere interne, comprese le modalità operative per l'utilizzo della procedura di trasferimento e la cooperazione di polizia rafforzata, al fine di eliminare gradualmente i controlli di lunga durata alle frontiere interne;
·entro la fine dell'anno tutti gli Stati membri dovranno garantire che il punto di contatto unico designato, che è l'organismo centrale competente per il coordinamento e l'agevolazione dello scambio di informazioni ai sensi della direttiva sullo scambio di informazioni tra le autorità di contrasto, sia operativo e costituito da personale delle pertinenti autorità di contrasto, operante nel contesto di un sistema elettronico unico di gestione dei casi;
·in linea con la direttiva anti-tratta riveduta, gli Stati membri devono modificare il diritto penale nazionale e formalizzare i loro meccanismi di orientamento come primo passo verso l'istituzione di un meccanismo di orientamento europeo per contrastare la tratta di esseri umani.
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Completamento dello spazio Schengen
Durante il secondo ciclo Schengen la Croazia ha aderito allo spazio Schengen. Nell'ultimo anno la Croazia ha accolto circa due milioni di turisti in più rispetto al 2022, il che ha stimolato l'economia nazionale, dal momento che il turismo rappresenta il 20 % del prodotto interno lordo (PIL) del paese. L'ammissione della Croazia allo spazio Schengen ha inoltre favorito l'intensificazione della cooperazione regionale con i paesi limitrofi, ossia Ungheria, Italia e Slovenia. Tra dicembre 2023 e febbraio 2024 la Croazia è stata sottoposta alla prima valutazione periodica Schengen, dalla quale è emersa l'intensificazione delle attività operative intrapresa per affrontare i movimenti secondari e le attività criminali transfrontaliere, con un aumento significativo dei pattugliamenti congiunti alla frontiera con la Slovenia. Tuttavia, il dirottamento dei flussi migratori lungo la rotta dei Balcani occidentali e l'aumento degli arrivi irregolari alla frontiera con la Bosnia-Erzegovina richiedono maggiori sforzi per ostacolare le reti di trafficanti e rafforzare ulteriormente le attività di sorveglianza di frontiera.
Segnando una svolta nel ciclo Schengen 2023-2024, nel dicembre 2023 il Consiglio ha adottato una decisione attesa da tempo circa l'ammissione a Schengen di Bulgaria e Romania. Ciò costituisce il risultato del costante contributo della Bulgaria e della Romania a uno spazio Schengen pienamente funzionante, dimostrato in numerose occasioni. Dal 31 marzo 2024 la Bulgaria e la Romania sono diventate nuovi membri dello spazio Schengen che applicano integralmente l'acquis di Schengen. In una prima fase sono stati aboliti i controlli alle frontiere interne aeree e marittime.
Per rafforzare la protezione delle frontiere esterne in quanto Stati Schengen, entrambi gli Stati membri hanno concordato con l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera ("Frontex") di aumentare la presenza del corpo permanente. Negli ultimi mesi l'Agenzia ha iniziato a lavorare per triplicare il dispiegamento di funzionari del corpo permanente alla frontiera tra Bulgaria e Turchia e ha intensificato la sua presenza alle frontiere bulgare e rumene con la Serbia. La cooperazione rafforzata nel contesto dei quadri di cooperazione avviati nel marzo 2024 sta già dando risultati positivi e la nuova azione di finanziamento specifica di 85 milioni di EUR avviata dalla Commissione migliorerà altresì le capacità alle frontiere esterne. Per preparare la futura soppressione dei controlli alle frontiere terrestri interne, è stata rafforzata la cooperazione di polizia nella regione attraverso l'istituzione di un'iniziativa di cooperazione regionale basata sull'approccio che prende in considerazione l'intero tragitto, comprendente anche Austria, Grecia, Ungheria e Slovacchia. Sulla base di analisi congiunte dei rischi, l'obiettivo è istituire un meccanismo di pianificazione annuale congiunta che definisca attività concrete. Il coordinatore Schengen continuerà a sostenere questa iniziativa, coordinata a rotazione dagli Stati membri coinvolti. La Commissione continuerà a fornire tutto il sostegno necessario alla presidenza del Consiglio al fine di garantire che nel 2024 possa essere adottata una decisione sulla soppressione dei controlli alle frontiere terrestri interne.
Lo scambio rapido di informazioni costituisce un pilastro dell'integrazione Schengen, in particolare per gli Stati membri che non applicano ancora integralmente l'acquis di Schengen. Data la sua posizione geografica, il collegamento di Cipro al sistema d'informazione Schengen avvenuto nel luglio 2023 ha rafforzato notevolmente la sicurezza in Europa. A febbraio 2024 Cipro aveva oltre 12 000 segnalazioni attive nel sistema e le autorità cipriote hanno effettuato circa 21 milioni di interrogazioni, che hanno portato all'individuazione di minacce alla sicurezza, contribuendo altresì a localizzare circa 30 persone scomparse. Dalla valutazione Schengen effettuata nel 2023 è emerso che il sistema è ben integrato nei processi di frontiera, migrazione e contrasto a Cipro, sebbene siano necessari ulteriori sforzi per sfruttare appieno tutte le funzionalità disponibili. Sono stati inoltre compiuti passi importanti per quanto concerne l'ammissione dell'Irlanda a Schengen per quanto riguarda le parti dell'acquis di Schengen alla quale essa ha chiesto di partecipare, tra cui la cooperazione di polizia, il sistema d'informazione Schengen, la cooperazione giudiziaria in materia penale, la cooperazione in materia di stupefacenti e l'articolo 26 della convenzione di Schengen. La valutazione Schengen del restante acquis a cui l'Irlanda ha chiesto di partecipare sarà ultimata nel secondo semestre del 2024.
Completamento dello spazio Schengen
Uno spazio Schengen ampio e unito costituisce una forza trainante per la stabilità e la prosperità in tutto il continente. Il completamento dello spazio Schengen è stato una priorità fondamentale per questa Commissione. Lo testimoniano il primo allargamento nel corso di più di un decennio con la Croazia e la decisione adottata nel 2023 sulla soppressione dei controlli alle frontiere aeree e marittime interne con la Bulgaria e la Romania.
Prossime tappe:
·è ora necessario che il Consiglio adotti una decisione definitiva e stabilisca una data adeguata per la soppressione dei controlli alle frontiere terrestri interne con la Bulgaria e la Romania;
·una volta che la valutazione Schengen in corso confermerà la preparazione dell'Irlanda all'attuazione delle parti dell'acquis alle quali ha chiesto di partecipare, il Consiglio sarà in grado di adottare una decisione unanime;
·in seguito alle valutazioni Schengen di Cipro in tutti i settori d'intervento, la Commissione sta monitorando i progressi compiuti nell'attuazione delle raccomandazioni e, a tale riguardo, effettuerà le necessarie visite di verifica. Parallelamente la Commissione continuerà a collaborare con le autorità cipriote per un'ulteriore integrazione dello Stato membro nello spazio Schengen, tenendo conto delle sue circostanze particolari.
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2. Verso un quadro di governance Schengen integrato
Come sottolineato dalla presidente von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione 2023, le sfide comuni richiedono un'unità di azione. Negli ultimi anni lo spazio Schengen ha costantemente dimostrato di essere in grado di fornire un livello elevato di protezione attraverso un approccio europeo coordinato. Nel 2023 il Consiglio Schengen si è trasformato in una piattaforma volta a coordinare una risposta comune alle sfide comuni che incidono sui membri di Schengen e sullo spazio Schengen nel suo complesso.
Coordinamento politico a livello di UE con strumenti rafforzati
In linea con le priorità stabilite dal Consiglio Schengen nel giugno 2023, gli strumenti del ciclo Schengen sono stati rafforzati al fine di migliorare l'individuazione tempestiva dei rischi e delle carenze che compromettono la stabilità di Schengen e di promuovere un livello più elevato di attuazione. Questi sforzi congiunti hanno portato a un rafforzamento del mandato del Consiglio Schengen, che ha gettato le basi per risposte comuni più efficaci.
In particolare, il barometro Schengen+, che ha integrato sempre più i risultati delle valutazioni Schengen, ha individuato in modo più efficace le questioni che richiedono una risposta comune. Ad esempio, la rivelazione degli abusi del sistema di asilo da parte di cittadini esenti dall'obbligo del visto ha sostenuto la revisione del meccanismo di sospensione dei visti e le conoscenze approfondite sulle sfide in materia di rimpatri hanno contribuito alla riflessione in corso su come aumentare l'efficacia dei rimpatri sostenibili attraverso la promozione di un approccio europeo. Analogamente, i risultati della prima valutazione tematica sul traffico di stupefacenti e l'individuazione di carenze gravi nello svolgimento dei controlli di frontiera hanno consentito di proporre azioni correttive concrete.
Colmare le lacune nel quadro situazionale dell'UE
Il barometro Schengen+ ha contribuito allo sviluppo del quadro situazionale dell'UE riunendo i dati e l'intelligence disponibili a livello di UE. Tuttavia i dati disponibili sono ancora incompleti e frammentati a causa della scarsa qualità dei dati stessi e dell'analisi globale poco sviluppata a livello nazionale e di UE.
Nel ciclo Schengen 2024-2025 la Commissione continuerà ad adoperarsi per ottenere dati e analisi più completi e qualitativi in stretta collaborazione con le agenzie del settore della giustizia e degli affari interni e gli Stati membri. È necessario tracciare i collegamenti mancanti tra i dati connessi, la cui assenza ostacola le capacità decisionali delle autorità competenti per le frontiere, la migrazione e la sicurezza e costituisce una lacuna in materia di sicurezza. La Commissione invita inoltre tali agenzie a rafforzare le analisi congiunte concernenti questioni trasversali, basandosi su un maggiore scambio di informazioni tra loro e includendo tutte le informazioni pertinenti.
I sistemi di informazione su larga scala rafforzati, unitamente ai nuovi sistemi e agli strumenti di interoperabilità, saranno essenziali per affrontare tali sfide. È prioritario attuarli tempestivamente. Nella stessa ottica, è necessario accelerare i lavori per l'attuazione dell'archivio centrale di relazioni e statistiche, che consentirà la generazione automatica di dati statistici e di relazioni analitiche intersistemici.
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Governance nazionale
Una governance Schengen sostenibile a più livelli si basa su solide strutture nazionali all'interno degli Stati membri che garantiscano un livello elevato di coordinamento di tutti i soggetti pertinenti e contribuiscano efficacemente a un'interazione senza soluzione di continuità tra il livello nazionale e quello dell'UE al fine di garantire un'attuazione coerente dell'architettura Schengen.
A livello nazionale, nelle valutazioni Schengen del 2023 sono state evidenziate divergenze tra le strutture di coordinamento, le strategie e le capacità amministrative nel mettere in pratica le prescrizioni di Schengen. Sebbene alcuni Stati membri abbiano istituito strutture e pratiche di coordinamento della governance Schengen, molti altri non dispongono ancora di un ente di coordinamento centralizzato. Inoltre non è applicato un modello unificato di analisi dei rischi a tutti i settori pertinenti. Tali carenze impediscono agli Stati membri di definire un quadro situazionale nazionale olistico, il che limita la loro comprensione delle esigenze generali esistenti ed emergenti. Il quadro situazionale attuale non riesce neppure a rilevare le interconnessioni tra varie questioni quali la criminalità transfrontaliera e la gestione delle frontiere. In diversi Stati membri tali questioni sono trattate separatamente, il che limita le procedure di frontiera alla sola gestione della migrazione.
La debolezza delle strutture di governance nazionali ostacola l'attuazione efficace di strumenti e processi strategici, in particolare lo sviluppo delle capacità nazionali e la pianificazione di emergenza. Ostacola inoltre l'allineamento efficace delle strategie nazionali ed europee, diminuendo la capacità di agire in relazione alle priorità europee a livello nazionale. Infine la frammentazione impedisce agli Stati membri di beneficiare delle iniziative dell'UE attuate nel contesto del Consiglio Schengen e di darvi seguito.
Dopo che la Commissione ha adottato, nel marzo 2023, la politica strategica pluriennale per la gestione europea integrata delle frontiere, Frontex ha riveduto la strategia tecnica e operativa e ha fornito formazione e sostegno tecnico agli Stati membri per la revisione delle loro strategie nazionali. La Commissione riesaminerà a breve le strategie aggiornate presentate dagli Stati membri tenendo conto dei risultati della valutazione tematica sulla gestione europea integrata delle frontiere effettuata nel 2019. Un approccio analogo è necessario nel settore della sicurezza interna, in quanto da recenti valutazioni Schengen è emerso che le strategie nazionali di sicurezza interna non sono sempre allineate alle priorità e alle strategie di sicurezza interna dell'UE.
Una governance nazionale rafforzata aprirà la strada a un livello di attuazione più elevato delle norme Schengen aumentando la titolarità e il coordinamento. La qualità di qualsiasi legislazione dipende dall'efficacia della sua attuazione e il meccanismo di valutazione e di monitoraggio Schengen costituisce una salvaguardia essenziale a tale riguardo. Al fine di colmare il divario tra il livello operativo e quello politico, nel 2023 la Commissione ha effettuato nuove valutazioni Schengen complessive che hanno prodotto relazioni concernenti un unico paese. In linea con le nuove relazioni strategiche, che rispecchiano le sinergie tra tutti i settori d'intervento Schengen, nel 2023 la Commissione e gli Stati membri hanno stabilito una metodologia comune e obiettiva per il quadro di valutazione Schengen. Il quadro di valutazione Schengen visualizza il livello di attuazione delle raccomandazioni risultanti dalle valutazioni Schengen e misura i progressi compiuti nella fase di seguito delle valutazioni Schengen. Fornendo tale panoramica olistica e integrata, detto quadro consente di individuare le lacune attuative sulle quali gli Stati membri devono concentrare i loro sforzi.
Dai singoli quadri di valutazione Schengen 2024 è emerso che, nel complesso, gli Stati membri hanno adottato misure efficaci per attuare misure correttive volte a dare seguito alle raccomandazioni derivanti dalle valutazioni Schengen, sebbene la loro attuazione sia lenta. In media, il grado di attuazione è compreso tra il 48 % e l'80 % e la maggior parte degli Stati membri si colloca a un livello superiore al 50 %. I progressi variano tra i sei diversi settori misurati nel contesto del quadro di valutazione. In taluni settori, quali la sicurezza interna e la cooperazione di polizia, gli Stati membri registrano un livello simile di attuazione, il che indica difficoltà analoghe nell'applicazione delle norme Schengen, e la maggior parte degli Stati membri si colloca nell'intervallo compreso tra il 50 % e il 75 %. Tuttavia in altri settori, in particolare la gestione delle frontiere esterne e il rimpatrio, l'attuazione delle azioni correttive varia da uno Stato membro all'altro e, in numerosi casi, permangono carenze importanti non affrontate (cfr. allegato 1).
Quadro di valutazione Schengen aggregato: punteggi medi per dimensione chiave del sistema Schengen.
Nel contesto del nuovo approccio del meccanismo di valutazione e di monitoraggio Schengen, il coordinatore Schengen ha svolto il follow-up con gli Stati membri al fine di sostenere l'attuazione delle priorità di Schengen, come illustrato nel quadro di valutazione Schengen. Ciò contribuisce a rafforzare la governance nazionale, come dimostrato dalle recenti visite in Lituania, Finlandia, Lettonia e Islanda.
Ciclo Schengen 2024-2025
Durante il ciclo Schengen 2024-2025, l'impegno dovrebbe concentrarsi sulla garanzia di una solida preparazione dei Consigli Schengen attraverso metodi di lavoro rafforzati. Il primo programma di lavoro del Consiglio Schengen istituito dalla presidenza belga costituisce un passo importante verso un ciclo Schengen più stabile. Le questioni trasversali derivanti dal meccanismo di valutazione Schengen individuate nelle nuove relazioni di valutazione Schengen per paese devono essere meglio integrate nella preparazione e nel seguito delle riunioni del Consiglio.
Sulla base dei progressi compiuti nel 2023 nel consolidare la governance Schengen, è necessario rafforzare il quadro in questione al fine di migliorare la definizione delle priorità comuni per lo spazio Schengen e il seguito dato alle stesse attraverso una maggiore titolarità politica di tutti gli Stati membri e una maggiore responsabilità a livello di UE. Per conseguire tale obiettivo, la relazione sullo stato di Schengen 2024 è accompagnata da una proposta di raccomandazione del Consiglio sullo spazio Schengen per il ciclo Schengen 2024-2025. Questo quadro strutturato sosterrà gli Stati membri integrandone gli sforzi individuali con un'azione coordinata e comune attraverso il Consiglio Schengen e favorirà un monitoraggio attento dei progressi compiuti per garantire un livello elevato di attuazione delle norme Schengen. Ciò massimizzerà la capacità del ciclo Schengen di apportare cambiamenti attraverso azioni sia individuali che collettive.
Prossime tappe:
·adozione da parte del Consiglio della proposta della Commissione di raccomandazione del Consiglio per il periodo 2024-2025 e monitoraggio efficace della sua attuazione;
·follow-up tempestivo dei risultati dei quadri di valutazione Schengen 2024 con il sostegno del coordinatore Schengen;
·preparazione e follow-up affidabili dei Consigli Schengen attraverso metodi di lavoro rafforzati e l'ottimizzazione degli strumenti del ciclo Schengen;
·dato il ruolo cruciale svolto dalle agenzie che operano nel settore della giustizia e degli affari interni per attuare le priorità del ciclo Schengen, il Consiglio Schengen dovrebbe rafforzare il proprio orientamento politico in relazione alle azioni operative, sostenendo gli Stati membri nell'attuazione delle priorità di Schengen e garantendo le sinergie necessarie.
Al fine di sostenere l'attuazione delle priorità per lo spazio Schengen e tenendo conto delle proposte presentate dagli Stati membri durante il processo di consultazione, nel 2025 potrebbe essere effettuata una delle seguenti valutazioni tematiche:
1.valutazione dei processi e degli strumenti a sostegno della conoscenza situazionale comune per le frontiere, la migrazione e la sicurezza sulla base di una migliore gestione delle informazioni, per uno spazio Schengen più resiliente;
2.individuazione di soluzioni comuni per superare i rischi associati alla frode in materia di identità e documentale;
3.capacità e processi per affrontare i rischi per la sicurezza associati alla migrazione irregolare, con particolare attenzione al traffico di migranti e alle infiltrazioni terroristiche.
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3. Migliorare la nostra preparazione per rendere resilienti le frontiere esterne
La migrazione irregolare ha continuato a rappresentare una sfida comune nel 2023, anche se il numero di attraversamenti irregolari delle frontiere è sceso a un quinto dei livelli del 2015. Sebbene sia stato rilevato un calo significativo sulla rotta dei Balcani occidentali, gli arrivi via mare sono stati particolarmente elevati in Italia, nelle isole Canarie e nelle isole greche. È probabile che le tensioni nell'immediato vicinato e oltre, associate agli effetti dell'instabilità sociale, economica e climatica, aumenteranno la pressione migratoria verso lo spazio Schengen. La guerra di aggressione in corso della Russia contro l'Ucraina ha costretto milioni di persone a cercare rifugio in Europa, mettendo ulteriormente alla prova le capacità degli Stati membri. Alla frontiera terrestre orientale è stata riscontrata nuovamente la strumentalizzazione dei migranti orchestrata dalla Russia. La strumentalizzazione dei migranti e altre minacce ibride, compreso il rischio di perturbare la resilienza delle infrastrutture critiche transfrontaliere, può incidere ulteriormente sulla capacità degli Stati membri di difendere lo spazio Schengen.
Esiste inoltre una preoccupazione pressante per la criminalità transfrontaliera e le reti criminali che continuano a sfruttare le frontiere esterne degli Stati membri per le attività di tratta di esseri umani e traffico di migranti.
Nel contesto delle minacce alla sicurezza globale la cooperazione internazionale è più importante che mai. Poiché il traffico di migranti ha causato ingenti perdite di vite umane in mare e un numero crescente di ingressi e movimenti non autorizzati nello spazio Schengen legati al traffico di migranti, nel novembre 2023 la Commissione ha lanciato un'alleanza mondiale per contrastare il traffico di migranti. L'obiettivo è aprire una nuova era di cooperazione internazionale, concentrandosi sulla prevenzione e sulla risposta al traffico di migranti e offrendo alternative alla migrazione irregolare per scoraggiare il traffico.
In tale contesto, il Consiglio europeo del 2023 ha sottolineato ripetutamente che un approccio globale e coordinato per quanto concerne la preparazione e la risposta dell'UE alle crisi costituisce una delle principali priorità politiche. Si tratta infatti di un aspetto essenziale ai fini del funzionamento dello spazio Schengen. Il quadro situazionale dello spazio Schengen si basa sull'intelligence raccolta da varie fonti alle frontiere esterne, dai paesi terzi e all'interno dello spazio Schengen. È necessario ottimizzare la fornitura e lo scambio di informazioni, condurre un'analisi dei rischi approfondita e valida e adeguare tempestivamente le risposte operative. In tal modo lo spazio Schengen sarà più preparato a gestire efficacemente le sfide comuni e più resiliente, anche grazie a un migliore collegamento tra la dimensione strategica e quella operativa.
Fattori chiave che incidono sul quadro situazionale dell'UE e sul suo impatto sui processi europei e nazionali.
Dimensione esterna del quadro di intelligence dell'UE: dalla reazione alla prevenzione
Dotare l'UE degli strumenti necessari per far fronte a uno scenario globale in continuo mutamento richiede una vigilanza e un adattamento costanti. La resilienza e la preparazione dello spazio Schengen si basano su un quadro di intelligence fondato su una comprensione approfondita degli sviluppi globali, delle minacce e delle sfide emergenti nei paesi terzi. I funzionari di collegamento europei e nazionali inviati nei paesi terzi svolgono un ruolo fondamentale nel fornire informazioni aggiornate sugli sviluppi e sulle sfide emergenti. Raccolgono, analizzano e scambiano informazioni e contribuiscono ai processi decisionali nazionali e collettivi degli Stati membri in materia di gestione delle frontiere, immigrazione e sicurezza. Dalle valutazioni Schengen del 2023 è emerso tuttavia che taluni Stati membri non utilizzano in modo efficiente il sostegno in materia di intelligence fornito dai funzionari inviati da altri Stati membri, perdendo in tal modo informazioni fondamentali. Allo stesso tempo, paesi di importanza prioritaria per l'UE non sono efficacemente coperti e i mandati dei funzionari di collegamento nazionali differiscono notevolmente, spaziando da quelli generici a quelli specializzati. Inoltre la metodologia di raccolta delle informazioni è frammentata e le reti locali non sono pienamente sfruttate, il che crea lacune nel quadro di intelligence dell'UE. È inoltre limitato lo scambio di informazioni su questioni trasversali tra i funzionari addetti a compiti relativi a frontiere e migrazione e quelli che si occupano di sicurezza.
Al fine di ovviare a tali carenze è necessario coordinare attentamente l'invio di funzionari di collegamento europei e nazionali in paesi terzi prioritari per assicurare l'individuazione tempestiva dei rischi in tali paesi. Per sfruttare appieno il loro potenziale, i funzionari di collegamento dovrebbero essere dispiegati in modo strategico, individuando e ottimizzando le località, i mandati e gli obblighi di rendicontazione. In tal modo si massimizzerà il loro valore, si sosterranno le priorità dell'UE e si eviteranno le sovrapposizioni. Occorre inoltre rafforzare le reti esistenti di funzionari di collegamento sotto l'egida delle delegazioni dell'UE nei paesi terzi prioritari, al fine di garantire un'analisi integrata seguita da una risposta operativa. Ciò consentirà di colmare le lacune, migliorare l'orientamento politico e mettere in comune la consapevolezza strategica e operativa frammentata ai fini di una gestione più efficace delle frontiere, dell'immigrazione e delle azioni di sicurezza. I funzionari di collegamento e il personale impiegati in paesi terzi contribuiscono altresì a prevenire la migrazione irregolare e i rischi per la sicurezza attraverso le loro attività operative.
Presenza di funzionari di collegamento dell'UE in paesi terzi.
Frontex ha inviato funzionari di collegamento
e l'Unione ha firmato una serie di accordi sullo status con paesi terzi, che consentono a Frontex di svolgere attività operative nei loro territori con poteri esecutivi. Tali accordi hanno inoltre permesso di inviare funzionari del corpo permanente e di fornire assistenza tecnica e operativa alla frontiera tra paesi terzi. Nell'ultimo anno l'Agenzia ha rafforzato il proprio sostegno alle attività di controllo di frontiera attraverso una nuova generazione di accordi sullo status con Albania, Moldova, Montenegro e Macedonia del Nord, che includono salvaguardie in materia di diritti fondamentali. Dovrebbero inoltre essere conclusi rapidamente nuovi accordi con Serbia e Bosnia-Erzegovina. L'Agenzia ha inoltre firmato diversi accordi di lavoro con autorità di paesi terzi per sostenere le attività di sviluppo delle capacità. È tuttavia necessario sfruttare appieno tale sostegno operativo, in particolare al fine di garantire che siano conclusi i necessari accordi sullo status e accordi di lavoro con i principali paesi di origine o di transito della migrazione verso l'UE, come evidenziato nella valutazione del regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea. Durante il ciclo Schengen 2024-2025 è necessario rafforzare le sinergie tramite altre iniziative dell'UE nei paesi terzi pertinenti e creare le condizioni affinché tali paesi possano partecipare a detti accordi e intese.
Unitamente a una presenza europea rafforzata e più strategica in paesi terzi, la politica comune dell'UE in materia di visti costituisce uno strumento essenziale per l'interazione dell'Unione con i paesi partner, importante per affrontare i rischi per la sicurezza e la migrazione irregolare, oltre che per agevolare i viaggi. In particolare, il meccanismo di sospensione dei visti consente di monitorare i settori in cui l'Unione può essere esposta a rischi a causa di abusi dei regimi di esenzione dall'obbligo del visto. Tra questi figurano la percentuale elevata di domande di asilo presentate da cittadini di paesi terzi esenti dall'obbligo del visto, che rappresentano un onere significativo per i sistemi nazionali di asilo e rimpatrio, nonché i rischi associati ai programmi di cittadinanza per investitori e la mancanza di allineamento tra la politica in materia di visti dell'UE e quella di taluni paesi terzi. Per far fronte a tali rischi, la Commissione ha presentato una proposta di revisione del meccanismo di sospensione dei visti che prevede motivi nuovi per sospendere i regimi di esenzione dall'obbligo del visto e soglie più flessibili per l'attivazione del meccanismo di sospensione. I negoziati in merito alla proposta sono in corso. La Commissione accoglie con favore l'approccio generale adottato dal Consiglio e invita i colegislatori a compiere progressi rapidi in merito a questo fascicolo fondamentale. Parallelamente, la Commissione continuerà a riferire sui paesi terzi esenti dall'obbligo del visto in relazione alle sfide in materia di migrazione e sicurezza.
Un controllo efficace delle frontiere esterne
La resilienza dello spazio Schengen si basa su un solido sistema di sorveglianza di frontiera. Dalle valutazioni Schengen dei paesi baltici e della Finlandia effettuate nel 2023 emerge un miglioramento del livello di capacità, in particolare per quanto riguarda la sorveglianza delle frontiere terrestri. La Finlandia ha ad esempio adottato misure importanti dopo l'ultima valutazione del 2018 al fine di migliorare le sue capacità in termini di sorveglianza di frontiera. Tale rafforzamento deve ora essere completato con urgenza al fine di rispondere alle minacce e alle sfide derivanti dall'obbligo di gestire una delle sezioni più lunghe delle frontiere terrestri esterne dello spazio Schengen. Anche l'ammissione della Croazia nello spazio Schengen richiede attività di sorveglianza rafforzata per affrontare le sfide migratorie emergenti alla frontiera con la Bosnia-Erzegovina. Per quanto riguarda le capacità di sorveglianza e rilevamento alle frontiere marittime dell'UE, la maggior parte degli Stati membri dispone di attività e sistemi di sorveglianza. Permangono tuttavia carenze in alcuni Stati membri per la mancanza di sistemi di sorveglianza integrati e per l'insufficienza della governance, del coordinamento e della cooperazione, nonché per la persistente incompletezza della conoscenza situazionale e la scarsa analisi dei rischi. Tali carenze riducono le capacità di risposta delle autorità nazionali e delle agenzie alle frontiere marittime dell'UE.
L'UE ha intensificato il suo sostegno operativo e finanziario alla gestione delle frontiere affinché gli Stati membri rafforzino le loro capacità, anche acquistando aeromobili di sorveglianza, navi pattuglia e veicoli dotati di apparecchiature per la registrazione di immagini termiche, nonché attuando soluzioni tecnologiche quali gli aeromobili senza equipaggio.
Alle frontiere esterne dell'UE, dalle valutazioni Schengen è emerso un maggiore ricorso a Eurosur, il quadro centrale per lo scambio di informazioni e la cooperazione operativa in seno alla guardia di frontiera e costiera europea. Tale sistema è utilizzato per individuare, prevenire e combattere l'immigrazione irregolare e la criminalità transfrontaliera, contribuendo a proteggere e salvare la vita dei migranti che tentano di attraversare le frontiere esterne. I centri nazionali di coordinamento hanno acquisito un ruolo più rilevante a livello nazionale e di UE, il che ha portato a una gestione efficiente e armonizzata delle frontiere esterne dell'UE. Sebbene la qualità e il volume dello scambio di informazioni in Eurosur siano aumentati negli ultimi anni, i quadri situazionali nazionali ed europei rimangono frammentati. Di conseguenza è importante che gli Stati membri integrino in Eurosur i risultati operativi e le analisi dei rischi e utilizzino appieno il trattamento e l'analisi delle informazioni sulla criminalità transfrontaliera. Occorre inoltre rafforzare la raccolta e lo scambio di informazioni strategiche con Frontex, tra gli Stati membri e, se del caso, con i paesi partner nella zona pre-frontaliera. Figurano in tale contesto gli sforzi dell'UE volti ad assistere i partner nei paesi terzi nello sviluppo di centri nazionali di coordinamento con una componente Eurosur.
Frontex sostiene attivamente le attività di gestione delle frontiere e di rimpatrio degli Stati membri, garantendo il pieno rispetto di tutti gli obblighi in materia di diritti fondamentali. Nel complesso sono attualmente in corso 22 attività operative, tra cui operazioni congiunte in Italia, Spagna, Grecia, Bulgaria e Romania e alla frontiera terrestre orientale. Oltre 2 000 membri del corpo permanente sono schierati alle frontiere esterne degli Stati membri. Il corpo permanente aumenta gradualmente il proprio organico fino al 2027 per diventare un sostegno ancora più affidabile e permanente per gli Stati membri. Poiché proteggere le frontiere esterne dell'UE è una responsabilità condivisa, tutti gli Stati membri dovrebbero contribuire al corpo permanente in linea con i loro obblighi. Al tempo stesso, gli Stati membri devono garantire una risposta efficace alle richieste dell'Agenzia di personale da dispiegare. Nel procedere in tal senso si dovrebbe tenere conto dell'attuale contesto dinamico all'interno degli Stati membri e in tutto lo spazio Schengen, così come della necessità di profili specializzati per colmare le lacune esistenti. È inoltre necessario adottare misure correttive per superare le sfide che ostacolano la capacità del corpo permanente di sostenere pienamente gli Stati membri, come evidenziato dalle valutazioni Schengen. L'Agenzia adotterà ulteriori misure per garantire che il corpo permanente risponda meglio alle esigenze operative, anche migliorando la formazione in relazione ai profili maggiormente richiesti, in linea con il piano d'azione risultante dalla valutazione del regolamento relativo alla guardia di frontiera e costiera europea.
Occorre inoltre che entro il 2027 sia la componente europea che quella nazionale della guardia di frontiera e costiera completino il passaggio dalla pianificazione tradizionale basata sulle risorse a una pianificazione basata sulle capacità. Il 26 marzo 2024 il consiglio di amministrazione di Frontex ha adottato la tabella di marcia relativa alle capacità della guardia di frontiera e costiera europea. Tale tabella fa convergere i piani di sviluppo delle capacità degli Stati membri e la pianificazione pluriennale delle risorse dell'Agenzia per ottimizzare gli investimenti a lungo termine a favore della gestione delle frontiere esterne e dei rimpatri. Gli Stati membri devono garantire l'attuazione dei piani nazionali di sviluppo delle capacità, che dovranno essere aggiornati regolarmente al fine di consentire una pianificazione delle capacità a medio e lungo termine. Nel 2023, oltre 201 milioni di EUR sono stati messi a disposizione delle capacità operative degli Stati membri a sostegno di questo obiettivo.
Pianificazione di emergenza
Nel corso dell'ultimo anno l'UE e gli Stati membri si sono concentrati sull'elaborazione e sull'aggiornamento di piani di emergenza al fine di affrontare eventuali crisi alle frontiere esterne. Tenendo conto del contesto geostrategico in evoluzione, diversi Stati membri, in particolare Estonia, Finlandia, Lituania e Romania, hanno effettuato esercizi di simulazione per valutare le procedure e le capacità esistenti per rispondere in modo tempestivo ed efficace a cambiamenti situazionali alle frontiere esterne. Tali esercizi hanno rivelato che gli attuali piani di emergenza sono idonei ad affrontare crisi impreviste e hanno consentito agli Stati membri di aggiornare i piani in questione laddove necessario.
Le valutazioni Schengen svolte nel 2023 hanno confermato che tutti gli Stati membri hanno stabilito piani di emergenza nazionali per la gestione delle frontiere, sebbene vi siano ancora carenze dovute alla cooperazione limitata tra agenzie, da cui deriva un quadro incompleto delle capacità nazionali. Gli Stati membri devono inoltre armonizzare le soglie per l'attivazione dei diversi livelli di pianificazione di emergenza e integrare il sostegno europeo in modo più coerente.
Oltre a garantire risposte adeguate alle frontiere esterne, un approccio globale alla migrazione richiede altresì una solida pianificazione di emergenza al fine di prevenire l'aumento della pressione migratoria. Dopo la crisi migratoria del 2015-2016 l'UE è meglio preparata ad affrontare improvvisi aumenti dei flussi migratori. La Commissione collabora strettamente con gli Stati membri che sono esposti all'aumento degli arrivi e hanno rafforzato le misure di emergenza. Ad esempio, in Italia è in fase di definizione un piano di emergenza con il sostegno dell'EUAA e di Frontex al fine di garantire una rapida decongestione dei punti di sbarco e una maggiore resilienza del sistema di accoglienza. Sulla rotta atlantica, il sistema di accoglienza in Spagna è stato costantemente sottoposto a pressioni negli ultimi anni, di recente a causa dell'aumento degli arrivi irregolari via mare nelle Isole Canarie. In tale contesto, nell'ambito del piano operativo dell'EUAA, sono in corso sforzi volti a elaborare e attuare un quadro nazionale per la preparazione e la risposta alle emergenze in Spagna. La Commissione sta inoltre collaborando strettamente con Cipro e con l'EUAA per elaborare un piano di emergenza per far fronte all'aumento degli arrivi via mare.
Gli obblighi derivanti dal patto sulla migrazione e l'asilo, in particolare per quanto riguarda gli accertamenti e la risposta alle crisi, unitamente alla revisione in corso delle strategie nazionali di gestione integrata delle frontiere, offrono agli Stati membri un'opportunità unica di elaborare piani di emergenza nazionali riguardanti processi chiave, quali nello specifico la gestione delle frontiere, la migrazione e i rimpatri, idonei ad affrontare le sfide attuali ed emergenti.
Costruire un sistema comune dell'UE per i rimpatri
Il rafforzamento dell'efficacia e della rapidità dei rimpatri di cittadini di paesi terzi che non soddisfano o non soddisfano più le condizioni d'ingresso nello spazio Schengen, in particolare di coloro che sono considerati una minaccia per la sicurezza pubblica, costituisce una priorità del ciclo Schengen 2023-2024
. In occasione dei Consigli Schengen di ottobre e dicembre del 2023
, i ministri hanno chiesto soluzioni operative europee che utilizzino strumenti comuni e aumentino il coordinamento dell'UE.
In tale contesto, nel corso dell'ultimo anno l'attenzione si è spostata sugli sforzi congiunti a livello di UE, dando priorità alle misure relative ai principali paesi terzi. Per garantire la complementarità dell'azione e un approccio olistico, il coordinatore dell'UE per i rimpatri, con il sostegno della rete ad alto livello per i rimpatri, ha elaborato una tabella di marcia per i rimpatri con azioni mirate. Sebbene il numero di rimpatri effettivamente eseguiti rimanga esiguo, le iniziative congiunte stanno già dando risultati positivi, come dimostrato da un aumento dei rimpatri effettivi nel corso dell'ultimo anno. Nel 2023 sono stati rimpatriati quasi 100 000 cittadini di paesi terzi, con un aumento del 15 % rispetto allo stesso periodo del 2022 e in particolare un aumento del 120 % dei rimpatri volontari tramite il sostegno di Frontex.
Dalle attività di valutazione e monitoraggio nel contesto di Schengen svolte nel 2023 è emerso che permangono ostacoli che impediscono l'esecuzione delle decisioni di rimpatrio. Innanzitutto è necessario attuare un approccio strategico nell'assegnazione e nella pianificazione delle risorse sulla base delle esigenze correnti e previste. Gli Stati membri devono garantire una pianificazione integrata proattiva, al fine di determinare e aggiornare le priorità nazionali e l'assegnazione delle risorse alla luce delle tendenze in materia di migrazione e asilo, nonché in linea con le iniziative dell'UE. In tale contesto, nel 2024 Frontex ha avviato riunioni di pianificazione per azioni coordinate dell'UE in materia di identificazione e documentazione, consulenza in materia di rimpatrio e operazioni di rimpatrio. Tutti gli Stati membri devono integrare pienamente gli strumenti di rimpatrio di Frontex nei rispettivi sistemi nazionali.
È inoltre necessario un approccio strategico ai rimpatri volontari e forzati, che garantisca la complementarità delle azioni e la preferenza per i rimpatri volontari. Nell'ultimo anno la Commissione, gli Stati membri e Frontex hanno compiuto progressi significativi nell'attuazione della strategia dell'UE sui rimpatri volontari e la reintegrazione. Per garantire la sostenibilità di tali misure, tutti gli Stati membri devono stabilire le proprie capacità nazionali in termini di consulenza in materia di rimpatrio, che costituiscono un elemento centrale della pianificazione nazionale integrata. Allo stesso tempo, l'attenuazione del rischio di fuga e dei movimenti secondari costituisce un aspetto essenziale di un sistema di rimpatrio efficace e richiede una definizione efficace delle priorità e risorse adeguate. Nel 2023 gli Stati membri hanno iniziato a utilizzare misure alternative più avanzate al trattenimento, compresi i sistemi di gestione dei casi. Nel caso in cui debba essere imposto il trattenimento in linea con il diritto dell'UE, occorre garantire una capacità sufficiente di alloggio e condizioni adeguate. Nel 2023 sono state individuate in Lituania e Croazia migliori pratiche per quanto concerne le condizioni di trattenimento, mentre in alcuni Stati membri le strutture di trattenimento continuano ad essere inadeguate. La Commissione mantiene contatti stretti e regolari con le autorità degli Stati membri in merito a tali questioni, anche attraverso attività di seguito relative alle valutazioni Schengen.
In secondo luogo, gli Stati membri devono migliorare la cooperazione e la comunicazione tra le autorità nazionali, la cui mancanza ostacola l'adozione di decisioni di rimpatrio e il follow-up. In molti casi, la mancanza di appositi strumenti informatici a supporto della cooperazione tra le autorità aggrava le lacune in materia di comunicazione. Il patto sulla migrazione e l'asilo, in particolare con il nuovo regolamento sugli accertamenti e le procedure di rimpatrio alla frontiera, stabilirà collegamenti più stretti tra le attività alle frontiere esterne e la procedura di asilo. Il regolamento sulla procedura di asilo colmerà inoltre il divario tra la procedura di asilo e quella di rimpatrio e, di conseguenza, migliorerà il funzionamento del sistema di rimpatrio e pertanto il funzionamento dello spazio Schengen, facendo sì che una decisione negativa in materia di asilo sia emessa unitamente a una decisione di rimpatrio.
La cooperazione a livello nazionale deve procedere di pari passo con un maggiore coordinamento a livello di UE. Nel 2023 la Commissione e gli Stati membri hanno raddoppiato gli sforzi per sfruttare appieno tutte le opzioni disponibili per promuovere un maggiore riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio. Tali attività si sono fondate sulla raccomandazione della Commissione del marzo 2023 e sono state agevolate dalle nuove segnalazioni di rimpatrio nel sistema d'informazione Schengen (SIS). La Commissione si sta adoperando per individuare situazioni ottimali per applicare questa possibilità, anche nel contesto delle azioni mirate delineate nella tabella di marcia per i rimpatri. In particolare la Commissione tiene riunioni con gli Stati membri a livello di esperti al fine di discutere l'importanza di includere nelle segnalazioni di rimpatrio tutte le informazioni, compresi i dati biometrici, così come l'uso di segnalazioni di rimpatrio nel SIS per fini di identificazione, valutazione del rischio di fuga, agevolazione del riconoscimento reciproco e identificazione dei rimpatriandi che comportano un rischio di fuga. Per poter sfruttare appieno il potenziale delle nuove segnalazioni, è necessario fare in modo che una decisione di rimpatrio possa essere condivisa tra gli Stati membri a seguito di una segnalazione di rimpatrio inserita nel sistema d'informazione Schengen.
Unitamente all'impegno rafforzato per superare gli ostacoli interni all'attuazione dei rimpatri, negli ultimi anni il miglioramento della cooperazione in materia di riammissione ha costituito una priorità fondamentale. Il monitoraggio della cooperazione in materia di riammissione dei paesi terzi soggetti all'obbligo del visto ha contribuito a introdurre misure volte a migliorare tale cooperazione. Ha inoltre aumentato le opportunità di intensificare il dialogo sulla riammissione con paesi terzi, anche aprendo nuovi canali di comunicazione laddove in precedenza non vi era stato alcun impegno mirato. La Commissione sta attualmente preparando la quinta relazione di valutazione sulla cooperazione in materia di riammissione sulla base dell'articolo 25 bis del codice dei visti, riguardante la cooperazione in materia di riammissione con 34 paesi terzi.
La risposta comune alle sfide attuali è tuttavia limitata da un quadro giuridico obsoleto in materia di rimpatri istituito nel 2008, con negoziati sulla rifusione della direttiva rimpatri ancora da concludere. La Commissione adotterà misure per esaminare e valutare le principali lacune e debolezze del quadro legislativo esistente e su tale base valuterà la via da seguire. L'obiettivo è continuare a basarsi sul sistema comune dell'UE per i rimpatri, integrare la nuova legislazione del patto, dotare l'Unione e i suoi Stati membri di strumenti di rimpatrio efficaci e facilitare l'armonizzazione delle procedure nazionali di rimpatrio. La Commissione si baserà inoltre sui risultati della valutazione tematica in corso per un sistema efficace dell'UE per i rimpatri, che individuerà soluzioni comuni, tenendo conto delle sfide correlate.
Azioni prioritarie per rafforzare la preparazione e le frontiere esterne dell'UE
1. Misure per la dimensione esterna di Schengen
·Coordinare attentamente l'invio di funzionari di collegamento europei e nazionali mediante la mappatura e l'ottimizzazione delle località di dispiegamento, dei mandati e degli obblighi di rendicontazione.
·Massimizzare il ricorso all'intelligence dei funzionari di collegamento sotto l'egida della delegazione dell'UE al fine di garantire un'analisi e una risposta operativa integrate.
·Massimizzare il sostegno operativo di Frontex nei paesi terzi mediante la conclusione di accordi con paesi strategici.
·Portare avanti rapidamente la revisione del meccanismo di sospensione dei visti.
2. Misure per la gestione delle frontiere esterne dello spazio Schengen
·Istituire o aggiornare i sistemi integrati di sorveglianza di frontiera, in associazione a maggiori capacità, a una migliore cooperazione tra agenzie e a solide analisi dei rischi.
·Integrare i risultati operativi e le analisi dei rischi in Eurosur e rafforzare lo scambio di informazioni sulla migrazione irregolare e sulla criminalità transfrontaliera con Frontex e, se del caso, con i paesi partner.
·Rafforzare l'efficacia di Frontex attuando le misure individuate nella valutazione del regolamento relativo alla guardia di frontiera e costiera europea.
·Garantire l'aggiornamento e l'attuazione efficace dei piani nazionali in materia di capacità in linea con la tabella di marcia relativa alle capacità della guardia di frontiera e costiera europea.
·Adottare e aggiornare piani di emergenza completi per le frontiere, la migrazione e i rimpatri, fissando soglie armonizzate per l'attivazione di diversi livelli di pianificazione di emergenza e integrando in modo coerente il sostegno europeo.
3. Misure per un sistema comune dell'UE per i rimpatri
·Stabilire piani strategici integrati per l'assegnazione e la pianificazione delle risorse sulla base delle esigenze correnti e previste, tenendo conto delle tendenze in materia di migrazione e asilo, così come delle attività di pianificazione di Frontex.
·Impegnarsi attivamente nelle azioni mirate stabilite dalla tabella di marcia dell'UE per i rimpatri, conducendo anche azioni specifiche e sostenendo gli Stati membri.
·Integrare pienamente gli strumenti di rimpatrio di Frontex nel sistema nazionale di rimpatrio, compresi il modello del sistema di gestione dei casi di rimpatrio (RECAMAS), l'applicazione di Frontex per i rimpatri, l'assistenza alla reintegrazione e i dispiegamenti di esperti in materia di rimpatrio.
·Creare capacità nazionali solide e sostenibili di consulenza in materia di rimpatrio, in linea con la strategia dell'UE sui rimpatri volontari e la reintegrazione.
·Migliorare la cooperazione e la comunicazione tra le autorità nazionali, in particolare tra le autorità competenti in materia di asilo e rimpatrio, e tra le autorità preposte alla sicurezza e ai rimpatri.
·Adottare misure atte a garantire che una decisione di rimpatrio, o parti pertinenti della stessa, possano essere condivise sulla base di una richiesta di informazioni supplementari presentata da uno Stato membro a seguito di una segnalazione di rimpatrio nel SIS, al fine di rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri in materia di rimpatri.
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4. Uno spazio Schengen accogliente per un'Unione competitiva
Nel corso dell'ultimo anno lo spazio Schengen ha continuato a migliorare in modo significativo la vita quotidiana dei suoi cittadini, il loro modo di lavorare e svolgere attività commerciali, nonché a facilitare i viaggi e le interazioni. Lo spazio Schengen ospita alcune delle destinazioni turistiche più richieste del mondo. Ogni anno è visitato da milioni di viaggiatori ed è la principale destinazione a livello mondiale. Nel 2023 si è osservata una forte tendenza positiva: molte destinazioni hanno superato i livelli di arrivi turistici registrati nel 2019. Oggi oltre 1,4 miliardi di persone provenienti da circa 61 paesi possono beneficiare dell'esenzione dall'obbligo del visto per recarsi nello spazio Schengen e nel 2023 sono stati registrati oltre mezzo miliardo di attraversamenti delle frontiere esterne: è stato così raggiunto il 92 % dei livelli del 2019 antecedenti la pandemia. Il turismo contribuisce per quasi il 10 % al PIL dell'UE e dà lavoro a circa 22,6 milioni di persone. Questa tendenza al rialzo è destinata ad aumentare negli anni a venire e si stima che nel 2024 i viaggi aerei verso l'Europa supereranno del 5 % i livelli antecedenti la pandemia. Garantire viaggi agevoli e sicuri verso lo spazio Schengen è pertanto essenziale ai fini della competitività dell'Unione ed è particolarmente importante in un momento in cui l'UE si trova ad affrontare una forte concorrenza globale. Secondo l'indagine Eurobarometro 2023 su cittadinanza e democrazia, circa il 90 % dei cittadini apprezza la libertà di viaggiare all'interno dell'UE, mentre l'89 % dichiara di beneficiare personalmente di tale libertà e l'83 % ritiene che tale libertà apporti benefici all'economia. Dall'indagine Eurobarometro 2024 su Schengen emerge che l'80 % delle imprese concorda decisamente circa il fatto che lo spazio Schengen mette a loro disposizione un ambiente attraente per la loro attività commerciale, e di conseguenza oltre tre quarti delle imprese sono attive principalmente all'interno dello spazio Schengen. L'impatto positivo di Schengen sull'economia dell'UE è estremamente apprezzato dalle imprese: l'81 % delle imprese ritiene che lo spazio Schengen sia uno dei principali risultati conseguiti dall'UE.
Modernizzazione della dimensione esterna di Schengen: verso visti Schengen digitali
Il rilascio dei visti Schengen è aumentato costantemente dal 2020. Nel 2023 sono stati presentati quasi 10,4 milioni di domande e sono stati rilasciati più di 8,4 milioni di visti. La domanda è cambiata nel 2023, caratterizzata da un aumento delle domande in India, Turchia e Africa settentrionale e da una significativa riduzione delle domande provenienti dalla Russia.
Sono in corso iniziative per ridurre i persistenti ritardi prolungati nella concessione degli appuntamenti e nel trattamento delle domande di visto, una tendenza confermata dalle valutazioni Schengen effettuate nel 2023. Il rafforzamento del personale presso i consolati con il sostegno dei finanziamenti dell'UE dovrebbe consentire agli Stati membri di migliorare la rapidità e la qualità del trattamento dei visti. Inoltre la Commissione ha avviato un progetto pilota per l'istituzione di un'unica lista d'attesa per tutti gli Stati membri conservata presso un'unica sede, che ridurrebbe il rischio di caccia al visto più vantaggioso (il cosiddetto "visa shopping"), eliminando la possibilità di scegliere i consolati.
Nel novembre del 2023 è stato adottato il regolamento sulla digitalizzazione delle procedure per il rilascio dei visti. Una volta attuate, le nuove norme consentiranno di presentare le domande di visto attraverso una piattaforma online che consentirà di abbandonare procedure onerose, basate soprattutto su supporti cartacei. La Commissione, l'Agenzia dell'Unione europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (eu-LISA) e gli Stati membri hanno già avviato l'attuazione che, unitamente alla piena attuazione del nuovo sistema di informazione visti, consentirà una procedura di rilascio dei visti più rapida tanto per i viaggiatori quanto per le autorità.
Altrettanto importante ai fini del miglioramento dell'efficienza delle procedure di rilascio dei visti è garantire un esame di qualità delle domande di visto. Dalle valutazioni Schengen del 2023 è emerso che l'esame complessivo delle domande di visto è affidabile e che sono in atto procedure atte a garantire un processo decisionale di qualità per le domande di visto nella maggior parte delle località visitate. Tuttavia occorre migliorare il trattamento dei visti presso alcuni consolati razionalizzando la cooperazione con i fornitori esterni di servizi e i flussi di lavoro presso i consolati e utilizzando meglio gli strumenti informatici a disposizione. Nel 2024 gli esperti della Commissione e degli Stati membri hanno effettuato visite senza preavviso presso i consolati di Germania, Polonia e Spagna e i rispettivi fornitori esterni di servizi a Mumbai, tenendo conto del fatto che l'India è uno dei maggiori paesi terzi soggetti all'obbligo del visto, che rappresenta una quota considerevole delle domande presentate. Sebbene in generale tutti e tre gli Stati membri rispettino l'acquis di Schengen, tutti e tre si trovano ad affrontare sfide con i loro fornitori esterni di servizi, in particolare per quanto concerne la gestione generale dei dati personali e i sistemi informatici nazionali per il trattamento dei visti.
Contribuire al futuro digitale dell'Europa con soluzioni digitali sicure a livello transfrontaliero
Grazie allo sviluppo di soluzioni digitali per rafforzare il controllo di frontiera, lo spazio Schengen può diventare un leader mondiale nella facilitazione di viaggi sicuri e senza ostacoli. Gli investimenti nella ricerca e nell'innovazione, anche nel quadro di Orizzonte Europa, ci consentono di esplorare e costruire soluzioni europee per sistemi di viaggio digitali nei prossimi decenni. Nel 2024 la Commissione proporrà un regolamento sulla digitalizzazione dei documenti di viaggio e l'agevolazione dei viaggi, per rendere più agevole e sicuro l'attraversamento delle frontiere semplificando nel contempo i processi di viaggio. L'uso volontario di documenti di viaggio digitali andrà a vantaggio tanto dei viaggiatori, accelerando i controlli di frontiera, quanto delle autorità di frontiera, consentendo loro di effettuare le verifiche necessarie prima che la persona arrivi alla frontiera fisica. Sosterrà inoltre l'attuazione del sistema di ingressi/uscite (Entry/Exit System - EES) consentendo ai viaggiatori non europei di preregistrare i dati prima del viaggio, riducendo le strozzature e il tempo perduto all'arrivo alla frontiera.
Gli imminenti avvii dell'operatività dell'EES e del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (European Travel Information and Authorisation System - ETIAS) rappresentano elementi costitutivi fondamentali per la creazione del sistema di gestione delle frontiere, dell'immigrazione e della sicurezza più tecnologicamente avanzato e interoperabile al mondo. Nel 2023 sono state accelerate le iniziative per garantire l'entrata in funzione del sistema di ingressi/uscite nell'autunno del 2024. Nell'ultimo anno la Commissione ha fornito a Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria e Slovacchia altri 25,5 milioni di EUR per soluzioni integrate volte a facilitare e automatizzare l'attraversamento delle frontiere. Sebbene siano stati compiuti progressi importanti in tutto lo spazio Schengen, alcuni Stati membri sono ancora in ritardo, in particolare per quanto concerne l'uso di attrezzature efficaci ai valichi di frontiera. La Commissione invita tutti gli Stati membri ad accelerare con urgenza i preparativi per garantire l'attuazione tempestiva del sistema, quale approvato dal Consiglio "Giustizia e affari interni" nell'ottobre 2023.
Situazione attuale della preparazione dei valichi di frontiera per l'entrata in funzione dell'EES.
Parallelamente, sono in corso iniziative per garantire l'avvio dell'operatività dell'ETIAS nel primo semestre del 2025. La grande maggioranza del quadro giuridico è stata stabilita. Gli Stati membri, eu-LISA e Frontex devono istituire rapidamente le unità centrali e nazionali ETIAS al fine di consentire una migliore identificazione dei viaggiatori. Ad oggi, 21 dei 30 Stati membri che attuano l'ETIAS dichiarano di essere sulla buona strada per quanto riguarda l'attuazione del progetto, mentre nove Stati membri hanno dichiarato di aver incontrato delle difficoltà, sebbene queste ultime non incidano sull'inizio delle operazioni. Alcuni Stati membri si trovano ancora ad affrontare questioni in materia di appalti o contratti, mentre tre Stati membri stanno registrando ritardi nell'assegnazione delle risorse finanziarie.
Soluzioni digitali alle frontiere accompagnate da verifiche di frontiera approfondite
Lo sviluppo e l'avvio in corso di soluzioni digitali per le frontiere offrono un'opportunità senza precedenti per attuare il sistema di gestione delle frontiere più sicuro e avanzato al mondo. Tuttavia tali sviluppi devono procedere di pari passo con procedure di verifiche di frontiera armonizzate e di qualità elevata. La qualità delle verifiche di frontiera alle frontiere esterne costituisce una priorità fondamentale dell'Unione. Sebbene apportino enormi benefici economici allo spazio Schengen, i notevoli flussi di passeggeri mettono altresì a dura prova le risorse necessarie per garantire una gestione delle frontiere esterne di qualità elevata sulla base di solide analisi dei rischi.
Dalle valutazioni Schengen continuano a emergere notevoli divergenze nella qualità delle verifiche di frontiera alle frontiere esterne dell'UE, che registra livelli particolarmente bassi in alcuni Stati membri. Ciò è dovuto alle risorse limitate, alla formazione insufficiente, alla verifica incompleta delle condizioni di ingresso e all'uso limitato delle attrezzature di rilevamento. Nel contesto di una delle visite senza preavviso effettuate nel 2023 sono state individuate carenze gravi. Sebbene diversi Stati membri abbiano intensificato le verifiche sistematiche alle frontiere esterne in tutte le banche dati pertinenti, la questione continua a destare preoccupazione. Il ricorso alla funzionalità di ricerca delle impronte digitali nel sistema d'informazione Schengen e nel sistema di informazione visti per verificare le minacce alla sicurezza e individuare le frodi di identità rimane sottoutilizzato. Dalle valutazioni Schengen è emersa la necessità di migliorare la qualità delle verifiche di frontiera effettuate dagli Stati membri utilizzando soluzioni automatizzate di controllo di frontiera (varchi per il controllo di frontiera automatizzato) per garantire che la verifica delle condizioni di ingresso nell'UE soddisfi le norme di sicurezza.
Inoltre la condivisione delle informazioni anticipate sui passeggeri (API) consente alle guardie di frontiera di effettuare verifiche preliminari sui viaggiatori nelle banche dati pertinenti prima del loro arrivo nell'UE, il che aumenta la loro capacità di combattere la criminalità transfrontaliera, riducendo nel contempo i tempi di attesa per l'ingresso dei viaggiatori nello spazio Schengen. Sebbene dalle valutazioni Schengen del 2023 sia emerso un quadro complessivamente positivo che registra un uso efficace di tali dati, le attività di monitoraggio svolte lo scorso anno hanno rivelato che alcuni Stati membri non hanno ancora attuato o hanno attuato in modo insufficiente i sistemi destinati alla raccolta e all'utilizzo delle informazioni anticipate sui passeggeri. Il quadro rinnovato rafforzerà ulteriormente il suo potenziale automatizzando la raccolta dei dati e agevolando la combinazione con i dati relativi ai codici di prenotazione (Passenger Name Record - PNR) per identificare in maniera efficace i viaggiatori ad alto rischio.
Considerando il rischio potenziale per lo spazio Schengen, tutti gli Stati membri devono migliorare urgentemente le verifiche di frontiera garantendo risorse sufficienti, una formazione adeguata e un'attuazione efficace delle procedure di frontiera per una valutazione adeguata delle condizioni d'ingresso e l'individuazione tempestiva dei rischi per la sicurezza, anche potenziando il ricorso all'identificazione biometrica.
5. Uno spazio Schengen sicuro e protetto in un ambiente geostrategico in evoluzione
Nonostante l'aumento della criminalità organizzata a livello mondiale, secondo la pubblicazione 2023 Global Organised Crime Index l'Europa continua ad essere una delle regioni del mondo a bassa criminalità. Ciò è dovuto principalmente a quadri stabili e solidi di lotta alla criminalità, nel contesto dei quali le organizzazioni criminali trovano minori opportunità per espandere le loro attività all'interno delle nostre frontiere. Sebbene nella pubblicazione citata l'Europa sia individuata come leader mondiale in termini di resilienza, la stabilità regionale rimane incerta. In particolare gli effetti della guerra in Ucraina, il conflitto tra Israele e Hamas e l'ascesa dell'estremismo politico violento nell'immediato vicinato dell'UE possono favorire la radicalizzazione all'interno dell'Unione. Allo stesso tempo, le reti della criminalità organizzata stanno sfruttando nuove opportunità per beneficiare della maggiore interconnessione delle società.
Verso un approccio coerente alla lotta contro il traffico di stupefacenti
I gruppi criminali hanno caratteristiche sempre più multinazionali e policriminali. Come osservato nel 2023, gran parte della violenza associata alla criminalità organizzata in Europa è legata al traffico illecito di stupefacenti, che attira un numero significativo di criminali e genera profitti considerevoli.
La crescente diversità e complessità dei mercati della droga dell'UE pone nuove sfide, che richiedono una risposta europea globale. Nella valutazione tematica Schengen sul traffico di stupefacenti, conclusa di recente, è stato sottolineato che l'UE e gli Stati membri dispongono soltanto di un quadro parziale del fenomeno, dal momento che solo una piccola percentuale di stupefacenti oggetto di traffico nello spazio Schengen viene individuata e sequestrata. Tale individuazione deve procedere di pari passo con lo smantellamento delle strutture criminali. Inoltre il coordinamento e la collaborazione integrati tra le autorità di contrasto sono fondamentali per garantire un approccio multidisciplinare alla lotta contro il traffico di stupefacenti a tutti i livelli. L'acquis di Schengen e gli strumenti esistenti concepiti per combattere la criminalità organizzata rappresentano risorse preziose per la lotta contro il traffico di stupefacenti. Tuttavia, al fine di massimizzarne l'impatto è necessario rafforzarne l'applicazione.
Nell'ottobre 2023 la Commissione ha adottato la
tabella di marcia dell'UE per contrastare il traffico di droga e la criminalità organizzata
, che propone, tra l'altro, misure volte a rafforzare la resilienza dei centri logistici, spesso interessati da operazioni di traffico, e a smantellare le reti criminali a rischio elevato. L'attuazione della tabella di marcia è già in corso, ad esempio con l'istituzione dell'Alleanza europea dei porti. Tale partenariato pubblico-privato riunisce tutti i portatori di interessi, anche nel settore privato, con l'obiettivo di trovare soluzioni volte a proteggere i porti dal traffico di stupefacenti e da infiltrazioni della criminalità. Unitamente all'attuazione delle migliori pratiche individuate, tali iniziative costituiscono risorse preziose per lottare contro il traffico di stupefacenti.
Tali azioni devono essere integrate da un forte coinvolgimento dei partner di tutto il mondo per intervenire con decisione sulle principali rotte di approvvigionamento. Nel 2023 la Commissione, unitamente agli Stati membri interessati, ha intensificato le attività di sensibilizzazione in paesi terzi, iniziando dall'America latina. Sulla base del protocollo d'intesa firmato dall'UE e dall'Ecuador, nella primavera del 2024 sarà convocato un dialogo politico ad alto livello.
Da misure ad hoc a soluzioni transfrontaliere strutturate per affrontare sfide comuni
La cooperazione transfrontaliera consegue un equilibrio efficace tra il mantenimento della sicurezza per i cittadini e la necessità di non perturbare la circolazione transfrontaliera. In tale contesto, il ripristino dei controlli alle frontiere interne è stato oggetto di particolare preoccupazione per la Commissione. Nella relazione sullo stato di Schengen del 2023, la Commissione ha avviato una consultazione con tutti gli Stati membri interessati dai controlli alle frontiere interne al fine di discutere i motivi del ripristino di detti controlli e il loro impatto. Dalle consultazioni con il coordinatore Schengen è emersa la natura non sistematica delle verifiche nella maggior parte delle sezioni di frontiera e il generale aumento della cooperazione transfrontaliera. Sulla base della consultazione, la Commissione ha inoltre adottato la raccomandazione (UE) 268/2024
che riesamina le raccomandazioni adottate negli anni precedenti e le integra con gli insegnamenti tratti dalla lotta contro le minacce gravi per l'ordine pubblico o la sicurezza interna.
Nell'ottobre 2023, a seguito della crescente pressione migratoria alle frontiere esterne dell'UE e dell'aumento delle minacce terroristiche nello spazio Schengen, alcuni Stati membri hanno ripristinato i controlli in nuove sezioni delle frontiere interne. Da allora il coordinatore Schengen ha proseguito lo stretto dialogo tanto con gli Stati membri interessati dai controlli di lunga durata alle frontiere interne quanto con gli Stati membri interessati dai più recenti ripristini dei controlli alle frontiere interne, al fine di sostenerli nell'attuazione delle misure previste dalla raccomandazione (UE) 268/2024. Ciò ha consentito di compiere progressi importanti in diverse sezioni di frontiera negli ultimi mesi. In particolare tutti gli Stati membri che hanno ripristinato i controlli alle frontiere interne hanno riferito di aver notevolmente aumentato la cooperazione transfrontaliera di polizia con i loro paesi limitrofi, anche attraverso pattugliamenti congiunti, nonché la cooperazione in materia di riammissione. Alla frontiera tra Austria e Ungheria sono in corso discussioni per avviare una task force per la sicurezza delle frontiere, che si fonderebbe su un accordo trilaterale tra Ungheria, Serbia e Austria e aumenterebbe il livello della cooperazione nel contesto della lotta contro la criminalità transfrontaliera e della protezione delle frontiere. Oltre all'iniziativa di cooperazione regionale istituita tra Austria, Bulgaria, Grecia, Ungheria, Romania e Slovacchia, con un approccio che prende in considerazione l'intero tragitto, è stata notevolmente rafforzata la cooperazione transfrontaliera tra Croazia, Slovenia e Italia: i capi della polizia dei tre Stati membri hanno firmato una lettera d'intenti per sviluppare ulteriormente la cooperazione congiunta, con il rafforzamento dei pattugliamenti congiunti bilaterali e l'organizzazione di pattugliamenti congiunti trilaterali alla frontiera croata con la Bosnia-Erzegovina.
Europol ha intensificato il proprio sostegno operativo a favore degli Stati membri al fine di contrastare il traffico di migranti. Ad esempio, ha sostenuto la Bulgaria attraverso una task force operativa regionale incaricata di rafforzare le indagini sui casi di traffico di migranti.
Sulla base di tali sviluppi positivi, rispettivamente a gennaio, febbraio e marzo del 2024, sono stati soppressi i controlli alle frontiere interne tra Cechia e Slovacchia, tra Slovacchia e Ungheria e tra Polonia e Slovacchia. Progressi analoghi sono attesi nei prossimi mesi alle frontiere tra Italia e Slovenia e tra Slovenia e Croazia.
Gli Stati membri possono continuare ad avvalersi di accordi o intese bilaterali di riammissione preesistenti per rinviare un cittadino di un paese terzo in uno Stato membro limitrofo, come previsto all'articolo 6, paragrafo 3, della direttiva rimpatri. La recente giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea conferma che il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere interne non dispensa gli Stati membri dall'obbligo di applicare le norme e le garanzie previste dalla direttiva rimpatri. Ciò non dovrebbe tuttavia incidere sul ricorso ad accordi o intese bilaterali di riammissione alle frontiere interne, in sostituzione dell'emissione di una decisione di rimpatrio, in quanto tale possibilità è esplicitamente prevista dalla direttiva rimpatri. Il coordinatore Schengen continuerà a discutere dell'attuazione degli accordi e delle intese bilaterali in materia di riammissione e promuoverà la cooperazione tra le autorità degli Stati membri in merito al ricorso efficace a tali accordi e intese. Analogamente, i servizi della Commissione seguiranno da vicino la definizione delle modalità pratiche per l'attuazione della procedura di trasferimento
ai sensi del codice frontiere Schengen riveduto.
Il coordinatore Schengen continuerà inoltre a sostenere gli Stati membri nel rafforzamento della loro cooperazione transfrontaliera al fine di eliminare gradualmente i controlli alle frontiere interne, in particolare alle frontiere che richiedono ulteriori azioni congiunte, come quelle tra Francia e Spagna, tra Austria e Germania e tra Germania e Polonia. Tali controlli sottraggono risorse fondamentali alla gestione delle frontiere esterne e hanno conseguenze socioeconomiche negative. A seguito dell'accordo sulla revisione del codice frontiere Schengen, gli Stati membri disporranno di strumenti supplementari per affrontare le preoccupazioni in materia di sicurezza e migrazione utilizzando misure alternative, tra cui la nuova procedura di trasferimento e la cooperazione di polizia rafforzata.
Nell'ultimo anno sono stati compiuti sforzi paralleli per garantire la piena attuazione delle misure previste nella raccomandazione del Consiglio del 2022 sulla cooperazione operativa nell'attività di contrasto
. Tale raccomandazione offre soluzioni per superare i problemi in termini di cooperazione operativa tra le autorità di contrasto degli Stati membri. Sono stati organizzati quattro seminari di esperti e la Commissione ha pubblicato un invito a presentare progetti di cooperazione operativa nell'attività di contrasto da finanziare a titolo del Fondo Sicurezza interna-Polizia (9 milioni di EUR), nel contesto del quale sono già stati finanziati sei nuovi progetti che coinvolgono 13 Stati membri. Nei prossimi mesi la Commissione riferirà in merito alle misure adottate per garantire la piena attuazione della raccomandazione del Consiglio e proseguirà gli sforzi volti a istituire un gruppo permanente di esperti sulla cooperazione operativa nell'attività di contrasto, che fungerà da piattaforma per consentire alle autorità di contrasto degli Stati membri di scambiarsi migliori pratiche e di confrontarsi in merito alle sfide cui devono far fronte nel contesto della cooperazione transfrontaliera.
Dalle valutazioni Schengen del 2023 sono emersi progressi verso una cooperazione di polizia rafforzata, in particolare a livello locale. Numerosi Stati membri consentono ora alle autorità degli Stati membri limitrofi coinvolti in operazioni congiunte di effettuare controlli di identità o di trattenere le persone che cercano di evitare tali controlli. Ciò è essenziale al fine di evitare che le reti criminali traggano vantaggio dall'assenza di controlli alle frontiere interne. Tuttavia gli Stati membri devono ancora garantire una comunicazione sicura in tempo reale sulla base della quale possano essere intraprese azioni a livello transfrontaliero. Sono in corso diversi progetti, in particolare nel contesto del progetto BroadNet, che definirà le procedure radio operative del futuro sistema radiofonico paneuropeo.
Dalle valutazioni Schengen sono inoltre emersi miglioramenti nel funzionamento dei centri di cooperazione di polizia e doganale, che ora sostengono in modo più efficace il coordinamento dei pattugliamenti congiunti e lo sviluppo di analisi congiunte regionali. Esistono tuttavia margini per integrare ulteriormente tale intelligence nelle valutazioni dei rischi, istituendo procedure più sistematiche per lo scambio di informazioni. In molti di questi centri occorre introdurre quanto prima l'applicazione di rete per lo scambio sicuro di informazioni (SIENA) per intensificare la cooperazione e lo scambio di informazioni con Europol.
Gli Stati membri dovrebbero adottare un approccio più strategico alla cooperazione transfrontaliera, collegando altresì l'intelligence e le informazioni alle frontiere esterne e all'interno dello spazio Schengen in un unico quadro situazionale (nazionale), rafforzando la cooperazione e lo scambio di informazioni tra i punti di contatto unici, con i centri nazionali di coordinamento e i centri di cooperazione di polizia e doganale attraverso SIENA. Le iniziative di cooperazione esistenti devono essere collegate a iniziative ombrello regionali. Occorre aggiornare le strategie e i processi nazionali relativi alla criminalità transfrontaliera e alle sfide connesse, compresi i movimenti secondari. In tale ambito dovrebbero figurare le nuove possibilità previste dal codice frontiere Schengen e quelle previste dalla raccomandazione del Consiglio relativa alla cooperazione operativa nell'attività di contrasto. A questo scopo è fondamentale aggiornare gli accordi bilaterali in materia di cooperazione transfrontaliera nell'attività di contrasto. Un esempio è rappresentato dal nuovo accordo "BENELUX" sulla cooperazione di polizia tra Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi, che approfondisce la cooperazione regionale anche per quanto riguarda gli inseguimenti e l'osservazione transfrontaliera. Inoltre, in preparazione della piena applicazione dell'acquis di Schengen in Bulgaria e Romania, entrambi gli Stati membri stanno aggiornando i loro accordi bilaterali con gli Stati membri limitrofi.
Scambio di informazioni e protezione dei dati
Uno spazio Schengen sicuro richiede un flusso costante di informazioni tra le autorità dei diversi Stati membri nel pieno rispetto dei livelli elevati di protezione dei dati nell'UE. Il sistema di ingressi/uscite e l'ETIAS, unitamente alla nuova banca dati Eurodac, forniscono all'Unione strumenti più efficaci alle frontiere esterne, sostenendo l'identificazione, prevenendo i movimenti secondari e contribuendo a procedure più efficaci. Con il sistema d'informazione Schengen rinnovato, è stata rafforzata la sicurezza interna dello spazio Schengen ampliando le possibilità di accesso e di uso dei dati contenuti nel SIS. L'avvio delle attività operative nel marzo 2023 è stato attuato e integrato con successo presso numerose autorità degli Stati membri senza difficoltà operative o tecniche. Le valutazioni Schengen hanno confermato che gli Stati membri stanno progressivamente utilizzando le nuove funzionalità e inserendo nuove categorie di segnalazioni nel sistema, sebbene vi siano ancora margini di miglioramento per massimizzare appieno l'uso di tali dati. Inoltre taluni Stati membri non caricano sistematicamente i dati relativi alle impronte digitali e si registra altresì una persistente mancanza di risorse e uno sviluppo insufficiente delle capacità degli uffici SIRENE nazionali, il che ostacola notevolmente lo scambio generale di informazioni tra gli Stati membri. Al fine di garantire un pieno scambio di informazioni, tutti gli Stati membri devono istituire un punto di contatto unico pienamente operativo e dotato di risorse adeguate, come stabilito nella direttiva sullo scambio di informazioni tra le autorità di contrasto adottata nel maggio 2023. Come rilevato durante le valutazioni Schengen, numerosi punti di contatto unici non utilizzano ancora un unico sistema di gestione dei casi. Sebbene in oltre la metà degli Stati membri il recepimento legislativo della direttiva abbia raggiunto uno stadio avanzato, gli sforzi di attuazione dovrebbero essere intensificati.
Gli Stati membri devono tuttavia garantire che il maggiore scambio di informazioni, anche di dati personali, da parte delle autorità di contrasto e giudiziarie avvenga nel pieno rispetto dei requisiti in materia di protezione dei dati. Le autorità che gestiscono e utilizzano sistemi di informazione su larga scala devono garantire che i requisiti in materia di protezione dei dati siano rispettati nella pratica e che la conformità sia monitorata regolarmente per individuare eventuali vulnerabilità nei sistemi, compreso il trattamento illecito di dati personali. Le valutazioni Schengen effettuate nel 2023 hanno confermato che ciò non costituisce ancora la norma. Inoltre le autorità per la protezione dei dati non controllano sempre in modo esaustivo la liceità del trattamento dei dati personali nei sistemi di informazione su larga scala e dovrebbero intensificare le loro attività a questo scopo. Talune autorità di protezione dei dati continuano a necessitare di risorse finanziarie e umane supplementari.
Infine il passaggio alla gestione digitale dello spazio Schengen richiede una gestione forte e agile dei sistemi. A tal fine la Commissione sta effettuando una valutazione dell'Agenzia dell'Unione europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (eu-LISA), in linea con l'articolo 39 del regolamento eu-LISA.
Priorità per uno spazio Schengen sicuro e più protetto
·Attuare un approccio strategico alla cooperazione transfrontaliera che allinei le priorità nazionali ed europee e colleghi l'intelligence alle frontiere esterne e all'interno dello spazio Schengen in un quadro situazionale (nazionale), rafforzando anche i punti di contatto unici in linea con la direttiva (UE) 2023/977.
·Stabilire le misure di cooperazione di polizia necessarie per affrontare i rischi esistenti ed emergenti in materia di migrazione e sicurezza, in stretta cooperazione con gli Stati membri limitrofi nella regione, attuando pienamente la raccomandazione (UE) 2022/915 del Consiglio sulla cooperazione operativa nell'attività di contrasto e in linea con la raccomandazione (UE) 2024/268 della Commissione sulla cooperazione tra gli Stati membri.
·Utilizzare appieno l'intelligence disponibile a tutti i livelli completando la distribuzione dell'applicazione SIENA, anche presso i centri di cooperazione di polizia e doganale.
·Massimizzare l'uso dei dati del SIS utilizzando tutte le nuove funzionalità e assegnando risorse e capacità agli uffici SIRENE.
·Garantire che il maggiore scambio di informazioni avvenga nel pieno rispetto dei requisiti in materia di protezione dei dati.
·Contribuire attivamente alla tabella di marcia dell'UE contro il traffico di stupefacenti e la criminalità organizzata, anche attuando le migliori pratiche individuate nella valutazione tematica Schengen sulla lotta al traffico di stupefacenti.
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6. Prossime tappe
Dalla presente relazione emerge che sono stati conseguiti sviluppi legislativi e operativi essenziali per l'attuazione delle priorità individuate nella relazione sullo stato di Schengen del 2023. In particolare sono state adottate misure specifiche volte a consolidare e potenziare il ciclo di governance Schengen, rafforzare ulteriormente le frontiere esterne dell'UE, aumentare l'efficacia del sistema di rimpatrio e la sicurezza interna e migliorare l'attuazione della politica dell'UE in materia di visti. Sono stati inoltre compiuti importanti passi avanti verso il completamento dello spazio Schengen con l'adozione, a dicembre, della decisione del Consiglio relativa alla soppressione dei controlli alle frontiere aeree e marittime interne di Bulgaria e Romania. La relazione sullo stato di Schengen 2024 individua le carenze residue relative all'attuazione del ciclo 2023-2024, nonché le sfide emergenti per lo spazio Schengen e le azioni prioritarie per il ciclo Schengen 2024-2025.
Per favorire l'attuazione di tali priorità, la Commissione ha presentato una proposta di raccomandazione del Consiglio per il ciclo Schengen 2024-2025 e invita il Consiglio a adottarla nella prossima sessione del Consiglio Schengen del giugno 2024.
Gli elementi presentati in questo nuovo ciclo Schengen dovrebbero costituire la base per un dialogo politico rafforzato a livello tanto nazionale quanto europeo, anche in seno al Parlamento europeo e al Consiglio.
COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 16.4.2024
COM(2024) 173 final
ALLEGATO
della
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni
Relazione sullo stato di Schengen 2024
ALLEGATO 1
Il meccanismo di valutazione e di monitoraggio Schengen: sviluppi principali e
prossime tappe
Il meccanismo di valutazione e di monitoraggio Schengen costituisce il fulcro di uno spazio Schengen ben funzionante, che consente di individuare tempestivamente le carenze e di porvi rimedio. Attraverso tale meccanismo tra pari, le squadre di esperti degli Stati membri, coordinate dalla Commissione e sostenute da osservatori delle agenzie e degli organismi dell'UE, valutano in modo esaustivo ciascuno Stato membro e ciascun paese associato Schengen che applica integralmente l'acquis di Schengen.
Nel 2023, con l'entrata in funzione del nuovo regolamento sul meccanismo di valutazione e di monitoraggio Schengen, è stata avviata una nuova generazione di valutazioni Schengen. La terza generazione introduce un concetto di valutazione Schengen più strategico e integrato con un'unica squadra di valutazione composta da esperti in diversi settori d'intervento. Il passaggio a una valutazione incentrata sul paese fornisce un quadro più completo dei risultati complessivi di uno Stato membro in relazione all'attuazione dell'acquis di Schengen e del contributo al funzionamento dello spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne ("spazio Schengen").
Sulla base degli importanti progressi compiuti negli ultimi anni, il rafforzamento del meccanismo mira a garantire che i risultati delle valutazioni Schengen siano più utilizzati a livello politico e operativo al fine di sostenere l'attuazione delle norme Schengen e, in tale contesto, rafforzare la fiducia reciproca.
In linea con la nuova impostazione, la Commissione ha aggiornato gli strumenti chiave a sostegno del buon funzionamento delle valutazioni Schengen. Innanzitutto è stata adottata la nuova guida alla valutazione Schengen per rispecchiare i principi del nuovo regolamento e promuovere la coerenza durante l'intero processo. Tale guida prevede una maggiore trasparenza, in linea con le disposizioni del nuovo regolamento. In secondo luogo, è stato riveduto il questionario standard di valutazione Schengen per tenere conto dei nuovi sviluppi giuridici e operativi connessi all'attuazione delle norme Schengen.
Valutazioni Schengen per paese 2023
Nel 2023 la Commissione ha avviato la terza generazione di valutazioni Schengen con le valutazioni periodiche di Finlandia, Lituania, Lettonia ed Estonia. Il nuovo approccio alle valutazioni Schengen, basato sul nuovo regolamento sul meccanismo di valutazione e di monitoraggio Schengen, ha consentito la prima valutazione integrata e strategica del modo in cui gli Stati membri valutati applicano l'acquis di Schengen nel suo complesso.
Siti visitati
üAutorità centrali: centri nazionali di coordinamento, sedi delle forze di polizia, ministeri pertinenti e uffici SIRENE, autorità di protezione dei dati.
üFrontiere terrestri con Russia e Bielorussia: valichi di frontiera di Vaalimaa e Nuijamaa, Medininkai, Silene, Paternieki, Narva e Luhamaa.
üAeroporti: Helsinki, Tampere, Turku, Vilnius, Kaunas, Palanga, Tallinn e Riga.
üPorti: Tallinn, Paldiski, Liepāja, Ventspils, Riga, Neringa, Klaipėda, Uostas.
üCentri di trattenimento e di accoglienza: Metsälä, Joutseno, Tallinn, Soodevahe, centro di registrazione degli stranieri di Pabradė, centro di accoglienza per i rifugiati di Rukla, centro di accoglienza per stranieri trattenuti di Mucenieki, Daugavpils.
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Nel corso delle valutazioni è stata prestata particolare attenzione ai seguenti aspetti:
·capacità, processi e strumenti degli Stati membri per affrontare i rischi in materia di migrazione e sicurezza alle loro frontiere esterne, assicurando nel contempo un livello adeguato di protezione dei diritti fondamentali, in particolare alla luce della strumentalizzazione dei migranti da parte di Russia e Bielorussia;
·governance strategica a livello nazionale quale condizione preliminare per un'attuazione efficace e integrata dell'acquis di Schengen; in questo contesto sono state esaminate le strategie nazionali, le risorse umane e la formazione (anche in materia di diritti fondamentali), l'analisi dei rischi, la pianificazione di emergenza e l'attuazione degli strumenti dell'UE;
·efficacia delle iniziative regionali di lotta contro la criminalità transfrontaliera all'interno dello spazio Schengen;
·attuazione dei sistemi di informazione su larga scala a sostegno dell'applicazione dell'acquis di Schengen, compreso il rispetto dei requisiti in materia di protezione dei dati, in particolare le nuove funzionalità del sistema d'informazione Schengen, e il livello di preparazione all'entrata in funzione del sistema di ingressi/uscite.
Questo approccio strategico ha consentito alle squadre di valutazione di stabilire una comprensione olistica delle questioni chiave che incidono sulla buona governance e sulla gestione dello spazio Schengen in ciascuno degli Stati membri valutati. Le relazioni Schengen per paese, che sostituiscono le precedenti sei relazioni tematiche per Stato membro, hanno individuato problemi comuni in questi quattro Stati membri, i quali si trovano infatti ad affrontare sfide analoghe come illustrato di seguito.
Alle frontiere esterne:
·i risultati complessivi conseguiti in relazione al controllo di frontiera e alla resilienza durante le situazioni di crisi in Finlandia, Lituania, Lettonia ed Estonia sono attualmente adeguati. Tuttavia il numero di membri del personale si colloca sul livello minimo necessario per assicurare un'attuazione efficace delle attività di gestione delle frontiere e di rimpatrio e qualsiasi eventuale cambiamento della situazione attuale metterebbe sotto pressione le capacità di reazione per i compiti di gestione delle frontiere e di rimpatrio;
·gli Stati membri valutati hanno incontrato difficoltà nel garantire il rispetto dei diritti fondamentali, in particolare del principio di non respingimento, durante l'applicazione di misure di polizia alle frontiere;
·la qualità della sorveglianza delle frontiere terrestri è complessivamente adeguata, sebbene permangano lacune legate alla mancanza di attrezzature di rilevamento e di risorse umane;
·la qualità delle verifiche di frontiera è variabile.
Misure all'interno dello spazio Schengen volte a contrastare la migrazione irregolare e la criminalità transfrontaliera:
·sebbene Finlandia, Lituania, Lettonia ed Estonia abbiano apportato cambiamenti importanti a livello strategico, giuridico e operativo per far fronte all'aumento degli arrivi di migranti irregolari, permangono difficoltà per quanto riguarda l'esecuzione efficace delle decisioni di rimpatrio. In particolare, la mancanza di monitoraggio dei rimpatri in caso di mancato rispetto del periodo per la partenza volontaria e l'emissione di molteplici decisioni di rimpatrio nei confronti della stessa persona incidono negativamente sulle possibilità di effettuare rimpatri. Il maggiore ricorso al riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio da parte delle autorità lettoni è stato considerato una migliore pratica e può contribuire ad affrontare alcuni dei problemi individuati;
·le strategie nazionali di sicurezza interna nei quattro Stati membri valutati non sono coerenti con le priorità e le strategie dell'UE in materia di sicurezza interna, il che impedisce un'assegnazione efficace delle risorse nazionali, ostacolando l'attuazione degli strumenti e delle funzioni comuni europei in materia di sicurezza.
Per quanto concerne lo scambio di informazioni attraverso i sistemi informatici Schengen e i relativi requisiti in materia di protezione dei dati:
·non tutte le funzionalità del SIS rinnovato sono state attuate, in particolare in Lettonia, dove sarà organizzata una visita di verifica. Inoltre, nei quattro Stati membri valutati le ricerche nel SIS-AFIS (sistema automatico per il riconoscimento delle impronte digitali) non sono effettuate in relazione a tutti gli utenti finali;
·si registra una generale mancanza di risorse e uno sviluppo insufficiente delle capacità negli uffici SIRENE, il che rende difficile gestire in modo efficiente lo scambio tempestivo di informazioni;
·le autorità che gestiscono e utilizzano il sistema d'informazione Schengen e il sistema di informazione visti non rispettano sempre i requisiti in materia di protezione dei dati: le competenze sono assegnate in modo poco chiaro, la gestione degli accessi e la sicurezza dei dati sono inadeguate, i periodi di conservazione delle registrazioni non sono corretti, il monitoraggio è scarso e la formazione del personale è insufficiente. Inoltre le autorità di protezione dei dati non sempre controllano la liceità del trattamento dei dati personali in modo tempestivo e completo a causa della mancanza di risorse finanziarie e umane;
·in taluni Stati membri gli interessati incontrano difficoltà nell'esercizio dei loro diritti (ad esempio il diritto di accesso ai dati) a causa dei requisiti sproporzionati stabiliti per le richieste che essi desiderano presentare.
Per quanto concerne la dimensione esterna di Schengen:
·sebbene l'esame delle domande di visto da parte delle autorità valutate nei consolati visitati fosse nel complesso solido e le decisioni fossero fondate, resta comunque necessario razionalizzare la cooperazione con i fornitori esterni di servizi nei quattro Stati membri valutati e il relativo monitoraggio;
·persiste il problema dei lunghi tempi di attesa per ottenere appuntamenti per i visti Schengen, anche se in misura inferiore rispetto al 2022.
Oltre alle valutazioni periodiche del 2023, nell'ottobre del 2023 Cipro è stata sottoposta per la prima volta a una valutazione Schengen che ha esaminato l'uso del sistema d'informazione Schengen a seguito della connessione a tale sistema nel luglio del 2023. La valutazione ha confermato che il sistema informatico di base è ben integrato nelle procedure di lavoro delle diverse autorità competenti. Sono state inoltre individuate migliori pratiche relative alla formazione delle autorità competenti. È opportuno apportare miglioramenti per dotare l'ufficio SIRENE di risorse umane sufficienti e per utilizzare in modo efficace i dati SIS.
Nel settembre del 2023 la Commissione ha organizzato due visite senza preavviso in Italia e Francia alla luce delle analisi dei rischi e delle valutazioni delle vulnerabilità effettuate da Frontex.
Le vulnerabilità della Francia nello svolgimento del controllo di frontiera, in particolare per quanto concerne le verifiche di frontiera, sono state considerate una grave carenza. Le autorità francesi stanno adottando misure immediate per ovviare a tali carenze. Il coordinatore Schengen segue da vicino la situazione insieme alle autorità francesi e ai servizi della Commissione con un attento monitoraggio.
Valutazione tematica Schengen 2023: lotta contro il traffico di stupefacenti nell'UE
Le valutazioni tematiche Schengen offrono un'opportunità unica per valutare lo stato di attuazione dell'acquis di Schengen in un determinato momento in tutti gli Stati membri e in tutti i settori d'intervento. La natura trasversale di tali valutazioni offre una visione senza precedenti dei risultati conseguiti dallo spazio Schengen in relazione a particolari questioni di interesse, offrendo una valida base per definire e attuare le scelte politiche e per l'apprendimento tra pari tra gli Stati membri.
Nel 2023 tutti gli Stati membri che applicano integralmente l'acquis di Schengen sono stati valutati nell'ambito della valutazione tematica Schengen al fine di individuare le migliori pratiche nelle loro capacità nazionali di lotta contro il traffico di stupefacenti, con particolare attenzione al traffico nei porti. Tutti gli Stati membri sono stati valutati mediante un questionario mirato e sono state organizzate visite in loco presso i porti di Rotterdam, Anversa, Marsiglia e Amburgo.
Dalla valutazione tematica è emerso che l'UE e gli Stati membri dispongono soltanto di un quadro parziale della minaccia relativa al traffico di stupefacenti, dal momento che solo una piccola percentuale degli stupefacenti oggetto di traffico nello spazio Schengen viene individuata e sequestrata. Al fine di affrontare tale vulnerabilità sono state individuate le migliori pratiche in materia di analisi dei rischi, cooperazione tra agenzie, anche con portatori di interessi privati, e scambio di informazioni.
Una delle sfide comuni che interessano tutti i principali porti è la necessità di un coordinamento tra tutti i soggetti interessati coinvolti nelle operazioni portuali. Il coordinamento e la cooperazione tra le autorità di contrasto, le forze di polizia, le guardie di frontiera, i servizi doganali e i partner privati sono fondamentali per contrastare in maniera efficace il traffico di stupefacenti a livello nazionale, europeo e internazionale. In questo settore sono state rilevate diverse migliori pratiche, tra cui l'efficacia dei partenariati pubblico-privato e le misure per contrastare la corruzione lungo la catena di approvvigionamento degli stupefacenti.
Inoltre dalla valutazione è emersa la necessità di rafforzare gli ostacoli ai flussi di stupefacenti all'interno dello spazio Schengen attraverso un'efficiente cooperazione operativa transfrontaliera. Alcuni Stati membri hanno adottato accordi bilaterali o multilaterali con disposizioni speciali che facilitano la cooperazione in materia di traffico di stupefacenti. Altre migliori pratiche in questo settore riguardano la partecipazione all'EMPACT (la piattaforma multidisciplinare europea di lotta alle minacce della criminalità) e alle relative task force operative di Europol.
I risultati della valutazione tematica sottolineano inoltre la necessità di una stretta e ampia cooperazione internazionale con i paesi terzi. Diversi Stati membri hanno concluso accordi specifici di cooperazione operativa e strategica con paesi di origine o di transito e l'UE sta lavorando per rafforzare la collaborazione operativa con i principali paesi dell'America centrale e meridionale interessati dal traffico di stupefacenti.
Sulla base della relazione di valutazione tematica, nel marzo del 2024 il Consiglio Schengen ha adottato una decisione del Consiglio recante una raccomandazione per l'attuazione delle migliori pratiche riscontrate
. Tutti gli Stati membri valutati sono invitati a presentare piani d'azione che specifichino le migliori pratiche utili per la loro specifica situazione nazionale e le corrispondenti modalità di attuazione.
Sfruttare appieno il potenziale delle valutazioni Schengen attraverso un'attuazione e un monitoraggio efficaci
La fase di monitoraggio costituisce il braccio operativo fondamentale del meccanismo di valutazione e di monitoraggio Schengen, che consente di trasformare i risultati individuati dalle squadre di valutazione in una risposta concreta da parte dello Stato membro al fine di migliorare l'applicazione dell'acquis di Schengen. Gran parte dell'impatto positivo del meccanismo per l'intero spazio Schengen dipende dall'attuazione efficace delle singole raccomandazioni formulate a seguito della valutazione Schengen.
Dall'avvio del primo ciclo Schengen nel 2022, i quadri di valutazione Schengen, consegnati ai ministri in sede di Consiglio Schengen, forniscono loro una buona panoramica delle principali carenze nella gestione nazionale dello spazio Schengen. Lo sviluppo di una metodologia comune per il quadro di valutazione Schengen nel 2023 consente di visualizzare meglio il livello di attuazione delle raccomandazioni delle valutazioni Schengen e di individuare i settori che richiedono un'attenzione urgente a livello nazionale ed europeo. Il quadro di valutazione è essenziale per colmare il divario tra la dimensione politica e quella operativa di Schengen, permettendo di comprendere chiaramente le implicazioni della mancata applicazione delle norme Schengen. La maggiore visibilità dei risultati delle valutazioni Schengen, in particolare per la riunione dei ministri competenti in sede di Consiglio Schengen, può contribuire a un follow-up efficace delle attività di valutazione Schengen.
Il quadro di valutazione Schengen 2024 ha consentito di confermare che l'acquis di Schengen nel complesso è adeguatamente applicato, anche se i progressi variano tra gli Stati membri e tra le diverse parti dell'acquis. Tuttavia dalle attività di monitoraggio nel contesto del meccanismo di valutazione e di monitoraggio Schengen è emerso che in numerosi Stati membri il ritmo di attuazione è lento, il che comporta diffuse carenze persistenti, anche per quanto riguarda aspetti fondamentali dell'architettura di Schengen.
Quadro di valutazione Schengen 2024 per singoli indicatori chiave
Le attività di valutazione e di monitoraggio svolte nel secondo ciclo Schengen, illustrate nei quadri di valutazione Schengen 2024, rivelano che in tutto lo spazio Schengen sono necessarie azioni correttive prioritarie al fine di migliorare la qualità delle verifiche di frontiera, rafforzare le limitate capacità di rimpatrio, affrontare le sfide nell'individuazione delle minacce alla sicurezza attraverso il sistema d'informazione Schengen e rimuovere gli ostacoli allo scambio transfrontaliero di informazioni, in particolare quelli legati all'inefficacia e alla mancata automatizzazione dei punti di contatto unici.
La Commissione invita tutti gli Stati membri e i paesi associati Schengen a garantire un follow-up efficace dei risultati dei quadri di valutazione Schengen 2024, anche attraverso un'attiva interazione con il coordinatore Schengen. In particolare è stata registrata la necessità di affrontare con urgenza le gravi carenze persistenti rilevate in Francia e in Grecia, nonché i problemi relativi alle procedure di infrazione in corso. La Commissione collaborerà strettamente con gli Stati membri al fine di assicurare la rapida attuazione delle misure correttive. In caso di raccomandazioni con implicazioni finanziarie per gli Stati membri, la Commissione invita questi ultimi a dare priorità alla loro attuazione nel contesto dei programmi nazionali dei fondi dell'UE.
Durante il secondo ciclo Schengen, la Commissione ha intensificato le iniziative per monitorare in modo più efficiente l'attuazione delle raccomandazioni. Ha monitorato la situazione sul campo in diversi Stati membri in cui sono state riscontrate carenze gravi, mediante nuove visite e visite di verifica in linea con i nuovi strumenti previsti dal nuovo regolamento sul meccanismo di valutazione e di monitoraggio Schengen.
Nuove visite del 2023
üPaesi Bassi (giugno) nel settore della politica in materia di visti
üSpagna (luglio) nel settore della gestione delle frontiere esterne
üIslanda (settembre) nel settore della cooperazione di polizia
Visti i buoni progressi compiuti da questi Stati membri, le squadre di valutazione hanno concluso che le carenze gravi sono state adeguatamente affrontate.
Visite di verifica del 2023
üBelgio (gennaio)
üFrancia (novembre)
Entrambe le visite miravano a monitorare le azioni correttive connesse alla qualità del controllo di frontiera. Sebbene in Belgio siano stati osservati alcuni progressi, permangono carenze importanti in entrambi gli Stati membri, anche per quanto riguarda la governance nazionale, che devono essere affrontate con urgenza.
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