COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 14.7.2021
COM(2021) 550 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI EMPTY
"Pronti per il 55 %": realizzare l'obiettivo climatico dell'UE per il 2030 lungo il cammino verso la neutralità climatica
1."Pronti per il 55 %": realizzare l'obiettivo climatico dell'UE per il 2030 lungo il cammino verso la neutralità climatica
È un momento topico per la risposta mondiale alle emergenze che minacciano il clima e la biodiversità e la nostra è l'ultima generazione che può intervenire in tempo. Questo decennio è decisivo se vogliamo rispettare gli impegni assunti nel quadro dell'accordo di Parigi, nell'interesse della salute, del benessere e della prosperità di tutti. L'UE ha dato l'esempio fissando obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni nette di almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e per diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Questi obiettivi non sono più aspirazioni o ambizioni, ma obblighi sanciti dalla prima normativa europea sul clima, che crea nuove opportunità per l'innovazione, gli investimenti e l'occupazione.
In quest'ottica, il pacchetto di proposte "Pronti per il 55 %" (Fit for 55) mira a far sì che l'UE sia "pronta per il 55 %" e a realizzare i cambiamenti trasformativi necessari nella sfera economica, sociale e industriale. Si tratta di una responsabilità collettiva e di un'opportunità che deve essere aperta a tutti: innovatori e investitori, imprese e città, consumatori, famiglie e singoli cittadini. Trarremo tutti giovamento dal maggiore spazio dato alla natura, dall'aria più pulita, da città più fresche e verdi, cittadini più sani, consumi energetici più contenuti e bollette più basse, nonché da nuovi posti di lavoro, tecnologie e opportunità industriali verranno condivisi da tutti. La sfida al centro della transizione verde dell'UE è capire come rendere tutti partecipi di tali benefici nel modo più rapido ed equo possibile, rafforzando al contempo la nostra competitività, creando posti di lavoro orientati al futuro e affrontando efficacemente i costi e le ripercussioni della transizione.
Per guidare la trasformazione piuttosto che trovarsi semplicemente a reagire e adattarsi ad essa è necessario intervenire prima del punto di non ritorno. Il prezzo dell'inazione è nettamente superiore a quello del perseguimento delle nostre ambizioni climatiche, per quanto i semplici numeri non possono cogliere appieno le gravi conseguenze del mantenimento dello status quo. L'inazione rischia anche di scavare un nuovo solco tra chi può permettersi soluzioni pulite e moderne basate sulle energie rinnovabili e chi non ha alternative alle tecnologie obsolete e inquinanti. Le prossime generazioni dovranno fare i conti con tempeste, incendi, siccità e inondazioni più frequenti e più intensi, nonché con i conflitti che questi eventi potrebbero scatenare in tutto il mondo. Affrontare queste crisi è quindi una questione di solidarietà intergenerazionale e internazionale. I risultati che conseguiremo nei prossimi dieci anni plasmeranno il futuro dei nostri figli. Per questo motivo l'opinione pubblica sostiene fermamente e in misura sempre crescente l'ambizione climatica e l'azione per il clima. L'appello a intensificare l'azione per il clima arriva anche e soprattutto dai giovani, compresi gli adolescenti di oggi, che, in quanto agenti del cambiamento, esortano i governi e l'UE ad agire con determinazione e senza indugio per proteggere il clima e l'ambiente per le generazioni future.
Le proposte odierne si basano su politiche e normative già predisposte dall'Unione europea. Il Green Deal europeo ha indicato la strada verso questa profonda trasformazione, gettando le basi per l'economia di domani con strategie di riferimento in materia di biodiversità, economia circolare, inquinamento zero, mobilità sostenibile e intelligente, ondata di ristrutturazioni, alimenti sostenibili, idrogeno, batterie, energie rinnovabili offshore e molto altro. Sono state stanziate risorse senza precedenti per sostenere la transizione, sia attraverso il piano di ripresa dell'UE, NextGenerationEU, che destinerà almeno il 37 % della spesa alla transizione verde, sia attraverso il prossimo bilancio a lungo termine dell'UE per il periodo 2021-2027 e la costante attenzione alla finanza sostenibile e allo sblocco degli investimenti privati. Continueremo a mobilitare tutte le politiche dell'UE per sostenere il passaggio alla neutralità climatica, comprese quelle in materia di ricerca, competenze, industria, concorrenza e scambi commerciali.
Il pacchetto si basa anche su prove evidenti, tanto della necessità di raggiungere il nostro obiettivo per il 2030 quanto del modo migliore e più equo per farlo. Il piano per l'obiettivo climatico 2030 ha valutato le opportunità e i costi derivanti dalla transizione verde e ha dimostrato che se riusciremo a trovare la giusta combinazione di politiche il saldo sarà positivo. Ciò poggia sulla consapevolezza che quello che fa bene al pianeta fa bene anche ai cittadini e all'economia, come testimonia il fatto che dal 1990 si sono registrati una crescita economica di oltre il 62 % e un calo delle emissioni del 24 %; risulta quindi evidente che la crescita è dissociata dalle emissioni di CO2.
Queste esperienze e conoscenze rendono il pacchetto l'insieme di proposte più completo mai presentato dalla Commissione in materia di clima ed energia, proposte che gettano le basi per la creazione di nuovi posti di lavoro e di un'economia europea resiliente e sostenibile per il futuro. Il pacchetto costruisce il fondamento normativo per raggiungere i nostri obiettivi in modo equo, competitivo ed efficiente sotto il profilo dei costi: fissa il prezzo del carbonio in diversi settori, cosa che genererà notevoli entrate supplementari utili a garantire una transizione equa e renderà meno costose le soluzioni più pulite; sostiene un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili e maggiori risparmi energetici; favorisce l'aumento delle vendite di veicoli nuovi ed ecologici e di carburanti più puliti per i trasporti; fa in modo che l'industria possa guidare la transizione e le dà le certezze necessarie per stimolare gli investimenti e l'innovazione e allinea la tassazione delle fonti di energia ai nostri obiettivi climatici e ambientali. Il pacchetto mette in pratica il principio "chi inquina paga". Mira a invertire la tendenza al ribasso della capacità della natura di eliminare il carbonio dall'atmosfera e, incoraggiando l'azione per il clima a livello mondiale, contribuisce a far sì che i nostri obiettivi climatici non siano compromessi dalla minaccia di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.
Il pacchetto "Pronti per il 55 %" rafforza il ruolo dell'UE in quanto leader mondiale che agisce e dà l'esempio nella lotta contro i cambiamenti climatici. Tuttavia, la sola azione dell'UE non è sufficiente per realizzare la riduzione delle emissioni mondiali di cui il pianeta ha bisogno. L'UE conferma il suo pieno impegno a favore dell'ordine globale multilaterale e invita alla collaborazione i partner di tutto il mondo. In questo spirito collabora con il G7, il G20 e altri partner internazionali per dimostrare che obiettivi climatici più ambiziosi, la prosperità economica e la crescita sostenibile possono andare di pari passo. In vista della 26a conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26), che si terrà a Glasgow nel novembre 2021, questa serie di proposte mira a definire un programma per collaborare con il resto del mondo a una transizione verde che affronti le minacce esistenziali e crei nuove opportunità per tutti.
Il pacchetto "Pronti per il 55 %" consta di varie proposte interconnesse, che insieme concretizzeranno le nostre ambizioni. La presente comunicazione fornisce una panoramica delle proposte e delle loro interazioni e illustra le misure strategiche prescelte, oltre a spiegare come si è trovato un equilibrio globale tra equità, riduzione delle emissioni e competitività e a descrivere le sinergie tra le diverse politiche.
Pacchetto "Pronti per il 55 %": in sintesi
Il pacchetto "Pronti per il 55 %" (Fit for 55) consiste in una serie di proposte interconnesse, tutte orientate verso lo stesso obiettivo: garantire una transizione equa, competitiva e verde entro il 2030 e oltre. Laddove possibile, rende più ambiziosa la legislazione esistente e se necessario presenta nuove proposte. Nel complesso, il pacchetto rafforza otto atti legislativi esistenti e presenta cinque nuove iniziative in una serie di settori strategici ed economici: clima, energia e combustibili, trasporti, edilizia, uso del suolo e silvicoltura.
Le proposte legislative sono accompagnate da un'analisi della valutazione d'impatto che tiene conto delle interconnessioni in tutto il pacchetto. Dall'analisi emerge che un'eccessiva dipendenza da politiche di regolamentazione rafforzate comporterebbe oneri economici inutilmente elevati, mentre la sola fissazione del prezzo del carbonio non consentirebbe di superare i persistenti fallimenti del mercato e gli ostacoli non legati al mercato. La combinazione di politiche prescelta è pertanto caratterizzata da un delicato equilibrio tra fissazione dei prezzi, obiettivi, norme e misure di sostegno.
Misure di sostegno
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•Utilizzare entrate e regolamenti per promuovere l'innovazione e la solidarietà e per mitigare le ripercussioni sui soggetti vulnerabili, in particolare attraverso il nuovo Fondo sociale per il clima e il potenziamento del Fondo per la modernizzazione e del Fondo per l'innovazione.
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2.Un approccio economico globale: transizione equa, competitiva e verde
Il pacchetto "Pronti per il 55 %" mira a conseguire l'obiettivo dell'UE di ridurre ulteriormente le emissioni a vantaggio di tutti gli europei, nonché a creare possibilità di partecipare alla transizione, ad aiutare i più bisognosi e a promuovere una riduzione più marcata delle emissioni globali. Sosterrà inoltre la ripresa verde dell'UE dalla pandemia, contribuirà a diffondere le norme ambientali oltre i confini dell'Unione e favorirà l'innovazione dei prodotti e delle tecnologie del futuro.
2.1 Una transizione socialmente equa: combattere le disuguaglianze e la povertà energetica attraverso l'azione per il clima
La transizione verso la neutralità climatica può dimostrarsi un'opportunità unica per ridurre le disuguaglianze sistemiche. Gli strumenti di fissazione del prezzo del carbonio, ad esempio, generano entrate che possono essere reinvestite per affrontare la povertà energetica e le difficoltà di mobilità dei più vulnerabili, stimolare l'innovazione e la crescita economica e creare occupazione. Non si tratta solo di una questione di equità e solidarietà, ma di una più ampia necessità sociale di affrontare le disuguaglianze che esistevano prima del Green Deal europeo e che peggiorerebbero senza un'azione risoluta contro i cambiamenti climatici e verso l'inquinamento zero.
Per questo motivo la solidarietà è un principio fondante del Green Deal europeo; solidarietà tra generazioni, tra Stati membri, tra regioni, tra zone rurali e urbane e tra diverse componenti della società, come esemplificato dal meccanismo per una transizione giusta e da una serie di altri strumenti messi a punto a livello dell'UE negli ultimi anni. Per raggiungere la neutralità climatica è necessario aderire a un obiettivo comune, effettuare sforzi collettivi e riconoscere i diversi punti di partenza e le diverse sfide da affrontare. Molti cittadini, in particolare i giovani, sono pronti a cambiare le proprie abitudini di consumo e di mobilità se dispongono delle informazioni pertinenti, al fine di limitare la propria impronta di carbonio e vivere in un ambiente più verde e più sano. Tuttavia, il pacchetto affronta anche le preoccupazioni di coloro per i quali la transizione avrà delle ripercussioni sull'occupazione o sul reddito.
Questo approccio trova riscontro in tutto il pacchetto "Pronti per il 55 %": dalla condivisione degli sforzi per raggiungere gli obiettivi climatici, cui gli Stati membri contribuiscono in funzione della loro ricchezza relativa, fino alla considerazione riservata alle loro diverse capacità in sede di distribuzione dei proventi e all'eliminazione delle disuguaglianze all'interno di ciascuno Stato membro. Ciò rispecchia la necessità di una maggiore solidarietà ed equità sociale per tenere il passo con le nostre maggiori velocità e ambizioni.
In tale ottica, un nuovo Fondo sociale per il clima fornirà finanziamenti specifici agli Stati membri per sostenere i cittadini europei più colpiti o a rischio di povertà energetica o di mobilità, al fine di accompagnare l'introduzione dello scambio di quote di emissioni nel settore dei trasporti stradali e dell'edilizia. La sola povertà energetica interessa oggi fino a 34 milioni di persone nell'Unione europea. Il Fondo contribuirà ad attenuare i costi per le persone più esposte agli aumenti dei prezzi dei combustibili fossili durante la transizione e promuoverà l'equità e la solidarietà tra gli Stati membri e al loro interno, mitigando al contempo il rischio di povertà energetica e di mobilità. Si baserà sui meccanismi di solidarietà esistenti e li integrerà. Il Fondo sociale per il clima fornirà al bilancio dell'UE 72,2 miliardi di EUR a prezzi correnti per il periodo 2025-2032, provenienti dal nuovo sistema per lo scambio di quote di emissioni. Consentirà agli Stati membri di sostenere le famiglie vulnerabili a reddito medio e basso, gli utenti dei trasporti e le microimprese che soffrono le ripercussioni dall'estensione dello scambio di quote di emissioni all'edilizia e ai trasporti. Ciò comporterà un sostegno agli investimenti volti ad aumentare l'efficienza energetica e le ristrutturazioni degli edifici, promuovere il riscaldamento e il raffrescamento puliti e integrare le energie rinnovabili in modo da ridurre in modo sostenibile sia le emissioni di CO2 che le bollette energetiche delle famiglie vulnerabili e delle microimprese. Finanzierà inoltre l'accesso alla mobilità a zero e a basse emissioni. Se del caso e per tutto il tempo necessario, il Fondo può coprire il sostegno diretto al reddito mentre vengono effettuati investimenti verdi – attraverso il Fondo e attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza e il Fondo europeo di sviluppo regionale, tra gli altri – e se ne materializzano i benefici.
Il suo volume corrisponderà, in linea di principio, al 25 % delle entrate previste derivanti dal nuovo sistema per lo scambio di quote di emissioni per i settori dell'edilizia e del trasporto su strada, che sarà messo in atto un anno prima dell'entrata in vigore della fissazione del prezzo del carbonio per prepararsi al cambiamento. A ciò si aggiungeranno contributi nazionali pari ad almeno il 50 % La Commissione proporrà a breve una modifica della decisione sulle risorse proprie e del quadro finanziario pluriennale 2021‑2027 per tener conto di questo nuovo strumento. La Commissione intende inoltre fornire ulteriori orientamenti agli Stati membri attraverso una proposta di raccomandazione del Consiglio su come affrontare al meglio gli aspetti sociali e occupazionali della transizione climatica.
Nel 2028 la Commissione valuterà il funzionamento del Fondo sociale per il clima, anche alla luce degli effetti auspicati del regolamento sulla condivisione degli sforzi e dell'applicazione dello scambio di quote di emissioni ai nuovi settori.
Al fine di rafforzare ulteriormente la dimensione sociale, la Commissione invita gli Stati membri a utilizzare una parte delle entrate generate dalla messa all'asta di quote nei settori dell'edilizia e del trasporto su strada per attenuare l'impatto sulle famiglie vulnerabili e sugli utenti vulnerabili dei trasporti che si situano nella fascia di reddito basso e medio-basso, integrando il Fondo sociale per il clima.
Gli Stati membri con una quota maggiore di combustibili fossili nel mix energetico, maggiori emissioni di gas a effetto serra, un'intensità energetica più elevata e un PIL pro capite più basso beneficeranno anche di un Fondo per la modernizzazione rafforzato. Le sue risorse dipenderanno dal prezzo del carbonio, ma il fondo potrà contare su 192,5 milioni di quote aggiuntive.
Infine, vi sarà anche una costante solidarietà nell'ambito del regolamento sulla condivisione degli sforzi e del sistema per lo scambio di quote di emissioni dell'UE; in particolare, sarà ridistribuito tra gli Stati membri un decimo delle quote destinate alla vendita all'asta.
2.2 Una transizione competitiva: nuove opportunità grazie a cambiamenti industriali e settoriali
Per raggiungere l'obiettivo 2030 sarà necessaria una trasformazione sistemica dell'economia. Le imminenti revisioni dei piani nazionali per l'energia e il clima e del regolamento sulla governance assicureranno che la pianificazione, l'attuazione e il monitoraggio della transizione verde da qui al 2030 avvengano in modo integrato, permettendo così all'UE e agli Stati membri di compiere progressi equilibrati. Questo approccio trova riscontro nelle proposte del pacchetto "Pronti per il 55 %", che interessano i settori dell'industria, dei trasporti, dell'edilizia e dell'energia. Politiche complementari mirate a livello dell'UE e nazionale imprimeranno un'accelerazione ai cambiamenti comportamentali, all'innovazione tecnologica e alle relative applicazioni, nonché allo sviluppo di nuove infrastrutture. Uno dei pilastri del pacchetto consiste nel fare leva sugli ottimi risultati conseguiti dal sistema per lo scambio di quote di emissioni dell'UE (EU ETS), rafforzandolo e applicandolo a nuovi settori nei quali a oggi non si registrano riduzioni soddisfacenti delle emissioni. L'esperienza maturata negli ultimi 16 anni dimostra che lo scambio di quote di emissioni costituisce un meccanismo estremamente valido per ridurre le emissioni con efficacia di costo; per giunta le entrate che esso genera possono essere usate per sostenere la transizione verso una produzione più pulita e stimolare l'innovazione.
In aggiunta al segnale trasmesso dal prezzo del carbonio, per dare impulso al cambiamento servono obiettivi chiari, come quelli fissati con la revisione del regolamento sulla condivisione degli sforzi. Il regolamento rivisto consentirà agli Stati membri di intervenire a livello nazionale per affrontare la questione delle emissioni dell'edilizia, dei trasporti, dell'agricoltura, dei rifiuti e della piccola industria. La proposta dovrebbe portare entro il 2030 a una riduzione del 40 % di tali emissioni rispetto al 2005. I principi per determinare lo sforzo relativo dei vari Stati membri restano immutati: si continuerà a tenere conto della loro diversa capacità d'intervento fissando obiettivi nazionali in base al PIL pro capite, con adeguamenti in considerazione delle circostanze nazionali e dell'efficienza sotto il profilo dei costi.
L'applicazione a nuovi settori dello scambio di quote di emissioni va ad aggiungersi alle altre politiche del pacchetto volte a riorientare gli investimenti pubblici e privati e incentivare il cambiamento delle abitudini dei consumatori e delle pratiche commerciali. Dalla valutazione d'impatto della Commissione emerge che la decisione di non estendere lo scambio di quote renderebbe necessarie in tutti i settori misure di regolamentazione ben più rigorose rispetto a quelle proposte nel pacchetto, in particolare per quanto riguarda le norme per i carburanti, le rinnovabili, l'efficienza energetica e la tassazione.
2.2.1 Trasformazione industriale e fissazione del prezzo del carbonio
La transizione verde offre un gran numero di opportunità all'industria dell'UE, che può essere d'esempio al resto del mondo in termini di sviluppo dei mercati per le tecnologie e i prodotti puliti e creazione di posti di lavoro qualificati, sostenibili e locali nell'Unione. Il settore industriale dell'UE è pronto a investire, ma per farlo esige prevedibilità, un quadro normativo coerente, accesso alle infrastrutture e sostegno all'innovazione.
Se da un lato il pacchetto impone all'industria nuovi obblighi di decarbonizzazione dei processi di produzione, dall'altro contempla anche meccanismi che favoriranno la diffusione di nuove tecnologie. Il Fondo per l'innovazione, che sostiene gli investimenti delle imprese e delle PMI nell'energia pulita, metterà a disposizione più finanziamenti a favore di infrastrutture e progetti innovativi tesi a decarbonizzare l'industria, con particolare riguardo per i progetti nei settori interessati dal meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM).
Vista la necessità di un taglio più deciso delle emissioni, la Commissione propone che entro il 2030 i settori coperti dall'EU ETS riveduto siano tenuti a ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 61 % rispetto ai livelli del 2005. A tal fine occorre abbassare il massimale annuo delle emissioni in linea con il percorso verso il conseguimento di obiettivi 2030 più ambiziosi.
Per rafforzare il ruolo della fissazione del prezzo del carbonio per i trasporti, la Commissione propone di estendere progressivamente l'EU ETS ai trasporti marittimi tra il 2023 e il 2025. Anche gli operatori del trasporto aereo dovranno intensificare gli sforzi per ridurre le emissioni, motivo per cui la Commissione propone di eliminare a poco a poco le quote gratuite di cui beneficiano attualmente nell'ambito dell'ETS. Per affrontare il problema delle emissioni del settore dell'aviazione a livello mondiale, daremo attuazione al regime di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio del trasporto aereo internazionale (CORSIA) attraverso la direttiva EU ETS, impegnandoci sia sul fronte delle politiche interne che su quello della collaborazione con i partner internazionali mediante l'Organizzazione marittima internazionale e l'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale (ICAO).
I combustibili fossili impiegati nei trasporti stradali e nell'edilizia sono una fonte significativa di emissioni e inquinamento. Pur essendosi finora dimostrati molto difficili da decarbonizzare, questi settori presentano un enorme potenziale di innovazione e creazione di posti di lavoro: lo scambio di quote di emissioni nei trasporti stradali, ad esempio, incentiverà ulteriormente l'offerta di carburanti più puliti per i veicoli esistenti, contribuendo così all'evoluzione delle alternative disponibili per l'attuale parco veicoli e spingendo i fornitori a decarbonizzare i propri carburanti. Il prezzo del carbonio di per sé non può tuttavia garantire una transizione rapida verso una mobilità a emissioni zero, che richiede politiche complementari, anche in materia di infrastrutture di ricarica.
Analogamente, l'applicazione dello scambio di quote di emissioni ai combustibili nel settore dell'edilizia aiuterà a far arrivare sul mercato combustibili più puliti per il riscaldamento, ad accorciare i tempi di recupero degli investimenti in ristrutturazioni e ad accelerare il passaggio ad altri combustibili per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici esistenti. A ciò si aggiungeranno misure politiche volte a migliorare l'efficienza energetica degli edifici e di apparecchi e sistemi energetici, così da ridurre il fabbisogno complessivo di energia delle abitazioni e quello per il riscaldamento e il raffrescamento.
Per questi motivi la Commissione propone di iniziare ad applicare dal 2026 lo scambio di quote di emissioni ai trasporti stradali e all'edilizia. Lo si farà con un sistema a parte incentrato sui fornitori di combustibili a monte, cui spetterà la responsabilità di adeguarsi, anziché coinvolgere direttamente le singole famiglie e i singoli utenti dei trasporti. Le emissioni dei trasporti stradali e dell'edilizia saranno soggette a un massimale, che verrà progressivamente ridotto in modo da far diminuire le emissioni totali.
Se i partner internazionali non condividono il livello di ambizione dell'UE si pone il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, vale a dire il rischio che la produzione sia trasferita dall'Unione ad altri paesi con obiettivi di riduzione delle emissioni più contenuti. Le emissioni mondiali resterebbero quindi invariate. Per questa ragione la Commissione propone di istituire un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, illustrato nel dettaglio al punto 4, che definisca il prezzo d'importazione di un numero limitato di beni altamente inquinanti in base al loro tenore di carbonio.
La transizione dell'industria verso la neutralità climatica all'orizzonte del 2030 e oltre dev'essere uno sforzo collettivo e inclusivo, pianificato di concerto con gli ecosistemi industriali. La strategia industriale aggiornata annunciava che sarebbero stati tracciati percorsi di transizione, in collaborazione con le parti sociali e gli altri portatori di interessi, per individuare il modo migliore di accelerare la duplice transizione e trarne vantaggio, tenendo conto della portata, della velocità e delle condizioni del processo in ciascun ecosistema. I percorsi determineranno l'entità delle esigenze, anche sul piano della riqualificazione, degli investimenti e delle tecnologie, e metteranno a punto interventi per soddisfarle, sulla scorta ad esempio delle tabelle di marcia della strategia industriale. Sarà data priorità agli ecosistemi che si impegnano a perseguire la transizione e che fanno fronte al maggior numero di sfide o hanno risentito in modo particolare della crisi, quali la mobilità, l'edilizia e le industrie ad alta intensità energetica.
La Commissione è consapevole che la transizione verde può riuscire solo se l'UE dispone della forza lavoro qualificata di cui ha bisogno per restare competitiva. L'istruzione e la formazione sono cruciali per sensibilizzare i cittadini e rafforzare le competenze connesse all'economia verde, ricorrendo a strumenti quali il filone verde di Erasmus+ e la coalizione "Istruzione per il clima". Nel quadro dell'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza, la Commissione attua azioni faro tese a dotare le persone delle competenze indispensabili per la transizione verde e digitale. Agevola altresì la definizione di impegni in materia di riqualificazione professionale e miglioramento delle competenze in tutti gli ecosistemi industriali: diversi ecosistemi, tra cui quello automobilistico, si sono già impegnati in tal senso lungo tutta la catena del valore nell'ambito del patto per le competenze.
2.2.2 Mobilità e carburanti più puliti
Dal momento che i trasporti generano quasi un quarto delle emissioni di gas a effetto serra nell'UE e sono la prima fonte di inquinamento atmosferico nelle città, la fissazione del prezzo del carbonio deve essere integrata da altre misure per avviare fermamente questo settore verso l'azzeramento delle emissioni e contenere l'inquinamento atmosferico. Le emissioni complessive dei trasporti sono ancora superiori ai livelli del 1990 e per raggiungere la neutralità climatica bisognerà ridurle del 90 % entro il 2050.
Il pacchetto "Pronti per il 55 %" include pertanto quattro proposte che promuovono veicoli e carburanti più puliti, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica. La revisione dei livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei furgoni nuovi punta a ridurre ulteriormente le emissioni di gas a effetto serra di questo tipo di veicoli, delineando un percorso chiaro e realistico verso una mobilità a emissioni zero. La domanda di veicoli a emissioni zero è già in forte crescita.
Il regolamento sull'infrastruttura per i combustibili alternativi assicurerà che siano realizzate in tutta l'Unione le infrastrutture indispensabili per la ricarica e il rifornimento di veicoli più puliti, all'insegna dell'interoperabilità e della facilità d'uso, tenendo il passo con gli sviluppi del mercato e garantendo l'inclusione delle zone rurali e remote. Gli obiettivi obbligatori proposti per l'infrastruttura per i combustibili alternativi sono fondamentali per favorire la diffusione dei veicoli puliti e la crescita continua di questo mercato, che apre opportunità straordinarie all'industria automobilistica dell'UE.
Tutte le misure di cui sopra sono sinergiche e complementari. Posto che un'auto ha in media una vita utile di 10-15 anni, per rendere più ecosostenibile il parco veicoli esistente bisogna fissare con urgenza il prezzo del carbonio per i trasporti su strada. Livelli di prestazione più ambiziosi in materia di emissioni di CO2 aiuteranno inoltre a mettere rapidamente in circolazione un maggior numero di veicoli a emissioni zero, mentre gli obblighi infrastrutturali garantiranno la realizzazione delle stazioni di ricarica e rifornimento necessarie ad alimentare i milioni di nuovi veicoli che secondo le previsioni circoleranno entro il 2030. In parallelo continueremo anche a sviluppare una catena del valore delle batterie sostenibile e competitiva su scala mondiale.
La transizione dell'industria automobilistica e della sua catena di approvvigionamento è già in atto: per portarla a termine è necessario avvalersi di risorse finanziarie come quelle del Fondo per l'innovazione e sfruttare le possibilità d'investimento concesse conformemente alle norme sugli aiuti di Stato al fine di creare opportunità commerciali in vari segmenti dell'ecosistema industriale. È inoltre possibile fare ricorso al Fondo sociale europeo Plus (FSE+), a InvestEU e ad altri programmi di finanziamento dell'UE per sostenere misure di riqualificazione e miglioramento delle competenze.
La Commissione propone anche di promuovere i carburanti sostenibili destinati ai trasporti aerei e marittimi, integrando l'ETS in modo che quelli inquinanti risultino più costosi per i fornitori. ReFuelEU Aviation, iniziativa incentrata sui carburanti sostenibili per l'aviazione, obbligherà i fornitori a unire una quota crescente di carburanti sostenibili alla miscela con cui vengono riforniti gli aeromobili nell'UE; incentiverà inoltre l'uso di carburanti sintetici, noti come "elettrocarburanti". La futura alleanza per trasporti aerei a zero emissioni coadiuverà sforzi in tal senso assicurandosi che il mercato sia pronto per configurazioni pionieristiche (ad esempio aeromobili a idrogeno o a energia elettrica). La Commissione esorta il Consiglio e il Parlamento europeo a giungere rapidamente a un accordo sulla disciplina aggiornata del "cielo unico europeo", che dovrebbe contribuire a ridurre le emissioni dell'aviazione fino al 10 %.
La proposta FuelEU Maritime sui carburanti sostenibili per i trasporti marittimi introdurrà invece nuovi obblighi per le navi in arrivo o in partenza dai porti dell'UE – a prescindere dalla bandiera che battono – limitando il tenore di gas a effetto serra dell'energia che esse usano e rivedendo progressivamente al ribasso tali limiti. L'alleanza per la catena del valore dei carburanti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, di prossima istituzione, darà impulso all'approvvigionamento e alla diffusione dei carburanti più promettenti per tutti i modi di trasporto.
L'unico modo di dare certezze riguardo alle prestazioni in termini di emissioni in questi settori è garantire che i nuovi carburanti rispettino i criteri di sostenibilità per le fonti rinnovabili: dobbiamo mantenere tale nesso e assicurarci di promuovere solo i biocarburanti avanzati più puliti e i nuovi elettrocarburanti che vantano le prestazioni migliori da questo punto di vista. Nel settore dell'aviazione sarà attuato il regime di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio del trasporto aereo internazionale (CORSIA) istituito dall'ICAO. Queste misure saranno affiancate dalla revisione della direttiva sulla tassazione dell'energia, che migliorerà l'attrattiva dei carburanti puliti per tutti i modi di trasporto e colmerà le lacune per quanto riguarda quelli inquinanti.
2.2.3 Energia
Considerato che l'uso dell'energia è all'origine del 75 % delle emissioni dell'UE, le nostre ambizioni climatiche non possono prescindere dalla trasformazione del sistema energetico. Un maggior risparmio di energia e l'aumento della quota di rinnovabili in quella che consumiamo sono fattori chiave di crescita, creazione di posti di lavoro e riduzione delle emissioni.
Per centrare l'obiettivo 2030, la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili propone di portare l'obiettivo vincolante complessivo di rinnovabili nel mix energetico dell'UE dall'attuale 32 % al 40 %. Saranno inoltre stabiliti contributi nazionali indicativi, che precisano l'entità del contributo di ogni Stato membro al raggiungimento dell'obiettivo collettivo. La proposta aiuta gli Stati membri a sfruttare al meglio le possibilità di usare energie rinnovabili in tutti i settori con efficienza di costo, grazie a una combinazione di obiettivi e misure settoriali. Mira a rendere il sistema energetico più pulito ed efficiente favorendo l'elettrificazione basata sulle rinnovabili e promuovendo combustibili rinnovabili quali l'idrogeno pulito ove ciò sia più difficile, come ad esempio nei settori dell'industria e dei trasporti.
Consumi energetici più contenuti ci consentiranno di tagliare le emissioni e i costi dell'energia sia per i consumatori che per l'industria. La revisione della direttiva sull'efficienza energetica propone quindi di innalzare il livello di ambizione degli obiettivi pertinenti a livello dell'UE e di renderli vincolanti, cosa che dovrebbe tradursi entro il 2030 in una riduzione del 9 % del consumo di energia rispetto alle proiezioni dello scenario di base
. In tale contesto l'azione degli Stati membri sarà guidata anche da parametri nazionali indicativi di efficienza energetica calcolati secondo una nuova formula. La revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, in programma per quest'anno, individuerà misure specifiche per accelerare il ritmo delle ristrutturazioni, contribuendo a conseguire gli obiettivi fissati per l'efficienza energetica e le rinnovabili nonché a ridurre le emissioni degli edifici.
Il sistema di tassazione dei prodotti energetici deve da un lato tutelare il mercato interno e dall'altro sostenere la transizione verde con i giusti incentivi. La revisione della direttiva sulla tassazione dell'energia propone pertanto di allineare l'aliquota minima d'imposta per i combustibili destinati al riscaldamento e ai trasporti agli obiettivi dell'UE in materia di clima ed energia, attutendo al contempo gli impatti sociali. Le nuove norme elimineranno esenzioni obsolete – ad esempio nel settore dei trasporti aerei e marittimi – e altri incentivi all'uso dei combustibili fossili, promuovendo in parallelo il ricorso a combustibili puliti.
2.3 Una transizione verde: proteggere la natura e aumentare il pozzo naturale di assorbimento del carbonio dell'UE
Le due crisi del clima e della biodiversità non possono essere trattate separatamente: o le risolviamo insieme o non usciamo da nessuna delle due. Di fatto non dovremmo usare più risorse di quelle che il pianeta può darci; se invece contribuiamo alla ripresa di delicati ecosistemi terrestri e marini, questi possono assicurare la vita sul pianeta e svolgere il loro ruolo nella lotta contro i cambiamenti climatici. Il ripristino della natura e la ricostituzione della biodiversità sono essenziali per assorbire e immagazzinare più carbonio:
dobbiamo aumentare la capacità di foreste, suoli, zone umide e torbiere, oceani e corpi idrici nell'UE di fungere da pozzi di assorbimento e riserve di carbonio. In un settore agricolo ammodernato, abbiamo bisogno di pratiche agricole che mettano il suolo e la natura al primo posto e rigenerino i suoli per garantire la sicurezza alimentare.
Nell'ambito del regolamento aggiornato sull'uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura, la Commissione propone obiettivi più ambiziosi per espandere l'assorbimento naturale di carbonio dell'UE, fondamentale per compensare le emissioni e raggiungere la neutralità climatica. La nuova proposta intende invertire l'attuale tendenza al ribasso degli assorbimenti di CO2 e aumentare la qualità e la quantità delle foreste dell'UE e di altri pozzi naturali di assorbimento del carbonio. Propone di fissare un obiettivo UE di assorbimento netto dei gas a effetto serra nel settore LULUCF pari a 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalente entro il 2030, con obiettivi nazionali specifici per contribuire al suddetto obiettivo comune. Dopo il 2030 la Commissione valuterà i progressi compiuti e prevede proposte per indirizzare questo settore sul percorso verso il conseguimento della neutralità climatica, tenendo conto sia delle emissioni e degli assorbimenti provenienti dal settore LULUCF, sia dalle emissioni agricole diverse dal CO2.
Gli Stati membri continueranno a godere di una certa flessibilità nel ripartire l'impegno tra i settori contemplati dal regolamento sulla condivisione degli sforzi e il settore LULUCF, sottolineando ancora una volta la complementarità tra le diverse proposte del pacchetto "Pronti per il 55 %".
La Commissione adotta varie misure per incentivare le buone pratiche nella produzione di biomassa e far sì che offerta e domanda di biomassa legnosa restino nei limiti della sostenibilità in linea con gli obiettivi di ripristino della biodiversità, miglioramento della salute della natura e rispetto dei limiti del pianeta.
La proposta sulla produzione di energia rinnovabile prevede criteri di sostenibilità rafforzati per la bioenergia, che ampliano il campo di applicazione e allargano le zone in cui è vietata la raccolta di materie prime. La bioenergia rappresenta attualmente circa il 60 % della produzione di energia rinnovabile; se da un lato, stando alle proiezioni, la percentuale diminuirà tra il 2030 e il 2050, dall'altro aumenterà la domanda complessiva di energia rinnovabile. La proposta conferma il principio dell'uso a cascata, che privilegia gli impieghi del legno che apportano il massimo valore aggiunto e al quale i regimi nazionali di sostegno all'uso della biomassa ottenuta in modo sostenibile devono conformarsi per evitare conseguenze dannose sulla biodiversità.
La nuova strategia forestale dell'UE presentata insieme al pacchetto "Pronti per il 55 %", la nuova strategia sui suoli e la legge sul ripristino della natura di prossima adozione, insieme all'iniziativa per il sequestro del carbonio nei suoli agricoli programmata per la fine del 2021, rafforzeranno ulteriormente i pozzi naturali di assorbimento del carbonio dell'UE affinché la biodiversità assuma un ruolo chiave nell'approccio globale e sosterranno le importanti funzioni sociali ed economiche della silvicoltura e dei settori connessi.
3.Opportunità e incentivi: innovare e investire per una transizione competitiva
La transizione verso un'economia climaticamente neutra sostiene l'innovazione. Il Green Deal europeo è una strategia di crescita e, come indicato nella strategia industriale aggiornata dell'UE, le proposte del pacchetto "Pronti per il 55 %" offrono ampie opportunità di sviluppare, applicare ed esportare tecnologie a basse emissioni di carbonio, oltre a creare posti di lavoro verdi.
Nel definire un quadro chiaro con precisi obiettivi e politiche, la Commissione rafforza la certezza degli investitori e riduce il rischio di immobilizzare investimenti in settori ad alta intensità di carbonio che diventeranno obsoleti nel prossimo futuro, con il rischio di attivi irrecuperabili. L'UE trae profitto dal ruolo pionieristico che ha assunto con interventi globali sempre più incisivi sui cambiamenti climatici. Gli investimenti in un'economia a basse emissioni di carbonio possono dare una spinta a crescita economica e occupazione, accelerare la transizione verso l'energia pulita, aumentare la competitività a lungo termine e ripercuotersi positivamente sulla ripresa verde.
Il bilancio a lungo termine dell'UE e il pacchetto per la ripresa NextGenerationEU sono specificamente concepiti per sostenere la transizione verde. Il 30 % dei programmi del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 è inteso a sostenere l'azione per il clima, ad esempio tramite la politica di coesione, l'agricoltura e il programma LIFE per il clima e l'ambiente. L'obiettivo di destinare il 35 % dei finanziamenti per la ricerca e l'innovazione nell'ambito di Orizzonte Europa a investimenti verdi e i vari partenariati e le missioni del programma offrono le risorse necessarie per forgiare soluzioni sostenibili e innovative per la transizione verde. Orizzonte Europa sostiene fortemente le PMI, in particolare start-up e spin-out, stimolandole a sviluppare e ampliare innovazioni rivoluzionarie.
I piani nazionali degli Stati membri per la ripresa e la resilienza finanziati nell'ambito dello strumento per la ripresa e la resilienza devono contribuire alla transizione verde con misure che rappresentino almeno il 37 % delle dotazioni. Ma i finanziamenti pubblici non saranno sufficienti: la strategia di finanziamento della transizione verso un'economia sostenibile contribuirà a sbloccare gli investimenti privati necessari.
La Commissione continuerà a stimolare gli investimenti nella transizione verde. Nel riesaminare la disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell'ambiente e dell'energia, la Commissione curerà in particolare che rifletta la portata e l'ambizione del Green Deal europeo. Sebbene la recente valutazione dell'attuale comunicazione IPCEI abbia dimostrato che le disposizioni funzionano bene, sarebbero necessari alcuni adeguamenti mirati, anche per ampliare l'ammissibilità dei progetti, per facilitare la partecipazione delle PMI a tali programmi e per fornire orientamenti sui criteri per mettere in comune i fondi provenienti dai bilanci nazionali e dai programmi dell'UE.
A tal fine le proposte del pacchetto "Pronti per il 55 %" contengono strumenti finanziari specifici propri a sostegno di una transizione equa, basati sulle entrate generate dall'estensione e dal rafforzamento dello scambio di quote di emissioni: qui, ancora, si mette in evidenza l'interconnessione tra le diverse parti del pacchetto di proposte. I meccanismi e i fondi di solidarietà esistenti sono potenziati per tener conto degli effetti distributivi e stimolare ulteriori investimenti in soluzioni innovative a basse emissioni di carbonio. L'ammontare e l'ambito di applicazione del Fondo per l'innovazione sono ampliati per fornire sostegno a progetti sotto forma di contratti per differenza sul carbonio che producano riduzioni delle emissioni nell'industria.
4.Un'UE sostenibile in un mondo sostenibile
Pur generando solo l'8 % delle emissioni mondiali di CO2, l'UE riconosce di essere responsabile di una quota più alta di emissioni cumulative; si è quindi impegnata ad aprire alacremente una strada verso un'economia verde, competitiva, inclusiva e circolare. Il Green Deal europeo, la nostra strategia per la crescita e la competitività, contribuisce a trasformare la storia del nostro pianeta nella misura in cui incide sui mercati politici e commerciali e offre un esempio da seguire.
L'impegno globale e la cooperazione internazionale sono fondamentali per far fronte alla crisi climatica e l'UE tiene attivo il dialogo con i paesi partner a livello bilaterale e multilaterale.
Il pacchetto "Pronti per il 55 %" è una tappa fondamentale sulla strada per Glasgow, la città che nel corso dell'anno ospiterà la prossima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (la COP26). Sarà la struttura portante dei risultati dell'UE a fronte degli impegni presi nei confronti del pianeta e del mondo, sottoscritti nell'accordo di Parigi.
L'UE è decisa a far sì che i progressi compiuti nella decarbonizzazione non comportino il puro e semplice trasferimento delle emissioni oltre le nostre frontiere. Attualmente grazie al rilascio di quote gratuite nel sistema per lo scambio di quote di emissioni (ETS) si è evitato di rilocalizzare le emissioni di carbonio: siamo sì riusciti a contrastare tale rischio ma riduciamo l'incentivo a investire in una produzione più verde sia all'interno delle nostre frontiere che all'estero.
La Commissione propone quindi oggi un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere che, concepito come strumento d'intervento per il clima, introduce una dinamica di mercato a tutela dell'integrità della politica climatica dell'UE e mondiale, da un lato riducendo le emissioni di gas a effetto serra nell'UE e nel mondo, dall'altro inducendo i settori interessati ad ammodernarsi, diventare più sostenibili e imprimere un calo al tenore di carbonio.
Il meccanismo sarà introdotto gradualmente per alcuni prodotti selezionati e, per agevolarne l'avvio, nei primi anni si applicherà un sistema semplificato. Grazie al meccanismo suddetto, i prodotti nazionali e quelli importati pagheranno per il carbonio lo stesso prezzo: la proposta della Commissione è quindi non discriminatoria e compatibile con le norme dell'OMC e con altri obblighi internazionali dell'UE. All'introduzione graduale del meccanismo nei settori interessati corrisponderà la graduale eliminazione delle quote gratuite per far sì che il nuovo sistema stimoli più decisamente le industrie dell'UE e straniere all'innovazione e alla riduzione delle emissioni. Per di più, settori e imprese fuori dell'UE con cicli di produzione a tenore di carbonio già contenuto o che applicano un sistema analogo di fissazione del prezzo del carbonio trarranno vantaggio dal meccanismo. Il nostro è quindi un invito ai nostri partner internazionali ad alzare insieme il livello delle ambizioni sul clima.
L'abbandono dei combustibili fossili a livello mondiale è già ben avviato, con effetti che al di là di clima e ambiente interessano la geopolitica. L'UE deve adeguare di conseguenza le proprie politiche per assicurare una transizione stabile anche al di fuori dei suoi confini. In questo spirito la Commissione europea presenterà presto una nuova normativa per ridurre al minimo il contributo dell'UE alla deforestazione e al degrado forestale nel mondo e integrare una governance societaria sostenibile nelle strategie delle imprese.
Ci aspettiamo che anche i nostri partner rispettino gli impegni assunti a Parigi e siamo pronti a collaborare potenziando la diplomazia climatica dell'UE. Per rafforzare la cooperazione con i partner internazionali e agevolare la transizione globale verso un'economia a zero emissioni nette, l'UE sfrutterà l'intera gamma degli strumenti di politica esterna nell'allineamento a questi obiettivi più alti. All'insegna della diplomazia climatica, nei partenariati bilaterali e nelle organizzazioni multilaterali l'UE provvederà a consultare, fornire spiegazioni e assistenza e, laddove possibile, venire incontro ai partner, tenendo sempre presenti gli obiettivi principali dell'accordo di Parigi. In questo senso si inseriscono i finanziamenti per aiutare i paesi vulnerabili ad adattarsi ai cambiamenti climatici e a investire nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. L'UE e gli Stati membri sono sempre stati il principale fornitore mondiale di finanziamenti pubblici per il clima ai paesi a basso e medio reddito, e continueranno ad esserlo, con particolare attenzione alle esigenze dei paesi meno sviluppati.
5.Conclusioni
L'Unione europea è costruita sul presupposto di sviluppare politiche comuni per realizzare interessi comuni. La solidarietà tra gli Stati membri e tra i cittadini è necessaria per raggiungere gli obiettivi e trarne beneficio: tutti devono adoprarsi secondo le proprie capacità e competenze, rispettando le diverse specificità nazionali e i diversi punti di partenza nel perseguire l'obiettivo finale. Il pacchetto "Pronti per il 55 %" è concepito in questo spirito: gli sforzi sono condivisi tra gli Stati membri nel modo economicamente più efficiente, nel rispetto delle nostre differenze; è fornito sostegno a chi ne ha più bisogno perché ogni cittadino possa toccare con mano i vantaggi della transizione.
Il pacchetto di proposte è stato attentamente elaborato per ottenere un giusto equilibrio tra le misure politiche e i proventi generati, così da progettare e realizzare un cambiamento giusto e trasformativo dell'economia dell'UE. Cambiare il peso di ciascuno strumento produce inevitabilmente effetti a catena su molti altri, così come per eliminare qualsiasi misura proposta è necessario adeguarne altre in altri settori. Per far sì che l'Unione europea sia pronta per il 55 %, ossia per ridurre in tempo le nostre emissioni di almeno il 55 %, abbiamo bisogno di tutti questi strumenti e di questo equilibrio.
Il pacchetto "Pronti per il 55 %" riconosce che ai cittadini dell'UE occorre offrire un'informazione migliore, opzioni a prezzi accessibili e incentivi adeguati per consentire loro di procedere a cambiamenti individuali che collettivamente ci aiutino a vivere in armonia con il nostro ambiente e il nostro pianeta. I cittadini di tutte le regioni e di tutte le età saranno coinvolti da vicino nell'attuazione del pacchetto, ad esempio attraverso il patto europeo per il clima e i gruppi di cittadini della Conferenza sul futuro dell'Europa. Il pacchetto riconosce l'efficacia di dare un prezzo al carbonio e sfrutta il potere economico delle imprese e dei mercati per apportare all'economia cambiamenti strutturali in grado di fornire i beni e servizi più puliti e più sani di cui abbiamo bisogno. Infine, questo pacchetto consente all'UE di programmare gli investimenti a lungo termine, orientare i mercati e applicare nuove norme verdi, una combinazione che attrezza l'UE per un futuro climaticamente neutro.
Le sfide lanciate dai cambiamenti climatici richiedono una risposta globale e l'UE continuerà a impegnarsi attivamente con i paesi partner per sostenere a livello mondiale la trasformazione climatica ed energetica.
La Commissione ha presentato le proposte necessarie per permettere all'UE di tener fede ai propri impegni e obiettivi e di andare davvero incontro alla trasformazione che ci aspetta. Invitiamo il Parlamento europeo e il Consiglio ad avviare prontamente i lavori legislativi sulle proposte presentate oggi provvedendo a che siano trattate come un insieme coerente, rispettandone le molteplici interconnessioni.
Il decennio decisivo è già cominciato. L'UE ha bisogno che gli strumenti politici del pacchetto "Pronti per il 55 %" siano disponibili quanto prima per permetterci di raggiungere i nostri obiettivi per il 2030 e prendere con decisione la strada per diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.