22.12.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 517/23


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Elementi fondamentali del lavoro sostenibile di qualità durante e dopo la ripresa»

(parere esplorativo richiesto dalla presidenza slovena)

(2021/C 517/04)

Relatore:

Andrej ZORKO

Parere richiesto dalla presidenza slovena del Consiglio dell’UE

Lettera del 19.3.2021

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

Sezione competente

Occupazione, affari sociali e cittadinanza

Adozione in sezione

7.9.2021

Adozione in sessione plenaria

23.9.2021

Sessione plenaria n.

563

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

146/24/54

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

La qualità del lavoro è uno degli elementi costitutivi fondamentali della qualità della vita. Occorre rispettare il principio della qualità del lavoro per la qualità della vita, poiché si tratta di uno dei presupposti di uno sviluppo sociale sostenibile. Pertanto, il CESE è fermamente convinto che si debba riservare un’attenzione particolare a tale principio nell’ambito delle politiche dell’UE, dato che esso deve prevenire i rischi di disuguaglianza, di povertà, di esclusione sociale e di concorrenza sleale.

1.2.

Il CESE è inoltre fermamente convinto che i problemi e le sfide che si pongono in materia di lavoro di qualità dovrebbero essere affrontati alla luce dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali e degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell’Agenda 2030. Si dovrebbe altresì tener conto delle norme internazionali dell’OIL in materia di lavoro dignitoso (1) e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (2). Invita pertanto gli Stati membri e le parti sociali, nel quadro del dialogo sociale e della contrattazione collettiva, a individuare ed elaborare, ai livelli appropriati e in funzione del contesto nazionale, delle soluzioni alle trasformazioni intervenute nel mercato del lavoro, alle quali la pandemia di coronavirus ha impresso un’accelerazione.

1.3.

Il CESE ritiene che l’Unione europea e gli Stati membri debbano adottare un approccio più ambizioso al fine di sostenere, coordinare e realizzare gli sforzi diretti all’attuazione di politiche attive nel mercato del lavoro, proteggendo nel contempo i diritti fondamentali dei lavoratori e garantendo alle aziende un contesto imprenditoriale sostenibile e competitivo nel quadro dell’economia globale. Il pilastro europeo dei diritti sociali dovrebbe servire da guida per l’attuazione dei principi dell’Europa sociale, della giustizia sociale e della ripresa sostenibile.

1.4.

Sulla base dell’esperienza maturata con la pandemia in ambito lavorativo, la Commissione europea e gli Stati membri, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali e di altri soggetti interessati, potrebbero monitorare l’applicazione delle normative in vigore o, se del caso, rivederle e, se necessario, modificarle, nonché elaborare politiche adeguate volte a garantire un lavoro dignitoso e sostenibile di qualità. Tra le misure per ottenere questo risultato potrebbero figurare la tutela dei lavoratori e un’adeguata organizzazione del lavoro che determini una maggiore produttività e un incremento dell’innovazione, promuovendo nel contempo gli aspetti positivi della digitalizzazione, inclusa l’esigenza dei lavoratori di ricevere una formazione digitale per favorirne l’occupabilità (3). Ci si dovrebbe concentrare in particolare sulla legislazione e le politiche in materia di intelligenza artificiale e sull’assicurazione che tutte le parti interessate abbiano l’opportunità di partecipare all’adozione di nuove soluzioni, attraverso una consultazione e negoziati con lavoratori e datori di lavoro.

1.5.

Il CESE invita la Commissione europea, segnatamente nel quadro del processo del semestre europeo rafforzato e di altri meccanismi in vigore, a istituire nuovi meccanismi e/o (4) a proseguire l’opera di individuazione dei fabbisogni del mercato del lavoro a medio e a lungo termine. Ciò consentirebbe agli Stati membri, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile, di mettere a punto una pianificazione e un’attuazione di più lungo periodo delle politiche occupazionali, inclusa la pianificazione della formazione e dell’apprendimento permanente dei lavoratori dipendenti e l’offerta di soluzioni volte a colmare il divario di competenze. È anche importante che i servizi pubblici per l’impiego vengano rafforzati e che ne sia potenziata la cooperazione con il settore privato, per contribuire a un inserimento più efficace dei gruppi più vulnerabili nel mercato del lavoro.

1.6.

Il CESE ribadisce che le politiche attive del mercato del lavoro (PAML) devono essere efficaci e mirate per ottenere buoni risultati in termini di occupazione (5) e sottolinea che gli Stati membri e le parti sociali devono impegnarsi per elaborare politiche attive del mercato del lavoro che promuovano un lavoro di qualità. Il CESE sottolinea inoltre la propria adesione ad un approccio graduale in tema di norme minime comuni in materia di assicurazione contro la disoccupazione al fine di garantire un lavoro di qualità negli Stati membri (6).

1.7.

Gli Stati membri devono creare le condizioni necessarie per garantire sia un’adeguata partecipazione (governance collettiva) ai processi di elaborazione delle politiche occupazionali o per il mercato del lavoro che l’attuazione di tali politiche.

1.8.

Il CESE incoraggia gli Stati membri e le parti sociali a rafforzare il dialogo sociale a livello nazionale. Raccomanda inoltre di prendere come base di partenza i contenuti tradizionali di tale dialogo sociale per aggiungervi altri contenuti, più strategici e orientati alla sostenibilità e alle soluzioni. Tale dialogo potrebbe affrontare, ad esempio, temi quali l’anticipazione dei fabbisogni futuri di imprese e lavoratori provvisti di determinate competenze e abilità, le attività congiunte per la formazione dei lavoratori, la garanzia di una transizione equa verso l’economia verde e quella digitale, nonché la regolamentazione del lavoro delle piattaforme e la formulazione di soluzioni equilibrate per questo particolare tipo di lavoro, e altre simili questioni di grande rilievo nel campo dello sviluppo.

1.9.

Il CESE riconosce il ruolo importante delle parti sociali e dei contratti collettivi per il mantenimento dell’equilibrio nel mercato del lavoro. Una formazione adeguata delle parti sociali è fondamentale per l’ulteriore sviluppo del dialogo sociale (7). Questo è un aspetto che si sta dimostrando al tempo stesso un punto essenziale e un elemento fondamentale per l’ulteriore sviluppo del dialogo sociale, il quale dovrebbe anche puntare a garantire un lavoro sostenibile di qualità.

1.10.

Il CESE ritiene che la Commissione e gli Stati membri debbano rafforzare la capacità delle parti sociali e della società civile. Occorre creare un clima di fiducia nel dialogo sociale, riconoscerne l’importanza e coinvolgere in tempo utile le parti sociali e gli altri soggetti interessati nella definizione delle misure e nello stesso processo decisionale, laddove opportuno e in linea con le esigenze di sviluppo. È necessario un quadro robusto in materia di informazione e consultazione dei lavoratori per poter affrontare adeguatamente la duplice transizione verde e digitale, garantendo nel contempo la qualità del lavoro (8).

1.11.

Il CESE riconosce che il dispositivo per la ripresa e la resilienza potrebbe dare un contributo positivo nel rafforzare e garantire la qualità del lavoro nonché del ruolo che svolgono le parti sociali nella sua attuazione. Propone quindi alla Commissione di organizzare annualmente delle riunioni con le parti sociali e le organizzazioni della società civile per raccogliere i loro punti di vista sull’attuazione del dispositivo. Date le differenti situazioni di ciascuno Stato membro, sarebbe utile svolgere consultazioni distinte per ogni paese e formulare orientamenti comuni e raccomandazioni congiunte per continuare ad attuare con successo il dispositivo.

1.12.

Il CESE rileva che il dispositivo per la ripresa e la resilienza non tratta direttamente la questione degli elementi costitutivi di un lavoro di qualità e invita pertanto la Commissione ad aggiungere questa parte mancante nello strumento. La qualità del lavoro è un aspetto cruciale per conseguire gli obiettivi stabiliti nel dispositivo per la ripresa e la resilienza. Non si dovrebbero trascurare i gruppi vulnerabili, come i lavoratori precari e i giovani lavoratori, che hanno più duramente sofferto della pandemia.

1.13.

Il CESE chiede che siano realizzati degli studi per monitorare più da vicino gli sviluppi del mercato del lavoro durante il periodo di ripresa. Si deve altresì tenere conto dei cambiamenti dei modelli imprenditoriali che hanno un’incidenza sulle modalità di svolgimento del lavoro e sui diritti fondamentali dei lavoratori, e occorre anche considerare il processo di digitalizzazione e l’introduzione delle nuove tecnologie, con un’attenzione particolare alle carenze di competenze e alla transizione nel mercato del lavoro: ne andrebbero valutate ed esaminate con attenzione le implicazioni per l’organizzazione del lavoro e per altri importanti aspetti del lavoro di qualità, tenendo conto sia delle soluzioni positive che dei pericoli di una rapida digitalizzazione. Il Comitato sottolinea la necessità di tenere conto di fattori come la diversità tra i vari paesi e le ripercussioni della pandemia sia sulla società che sul mercato del lavoro. I cambiamenti intervenuti devono essere valutati ricorrendo ad un approccio olistico.

2.   Contesto

2.1.

Il CESE riconosce la diversità e la natura multiforme del concetto di lavoro sostenibile di qualità e sottolinea che quest’ultimo si compone di diversi elementi che incidono direttamente o indirettamente sulla qualità della vita delle persone, come pure sui diritti e sulla sicurezza sociale dei lavoratori. Al tempo stesso, il CESE riconosce anche che i datori di lavoro e gli Stati membri svolgono un ruolo centrale nel garantire un lavoro di qualità, tra l’altro attraverso la promozione delle competenze, di un’occupazione di qualità, delle nuove e diverse forme di lavoro, della sicurezza, del benessere dei lavoratori e della competitività delle imprese. La Commissione sembra esserne consapevole, dal momento che durante la pandemia di COVID-19 un gran numero di programmi e buona parte dell’assistenza finanziaria erogata, in particolare il programma SURE, sono stati mirati sia alla ripresa economica che al mantenimento delle prestazioni di sicurezza sociale dei beneficiari. Il CESE è fermamente convinto che la ripresa economica e la crescita dell’economia europea non saranno possibili se i sistemi di sicurezza sociale non verranno preservati e sviluppati garantendo nel contempo un contesto imprenditoriale competitivo per le aziende europee nell’economia globale, ed è anche convinto che ripresa economica e ripresa sociale debbano procedere di pari passo.

2.2.

Il CESE ritiene che la Commissione, gli Stati membri e le parti sociali a livello europeo e nazionale abbiano la responsabilità di pianificare e attuare provvedimenti tesi a garantire un lavoro sostenibile di qualità. È pertanto necessario elaborare e attuare quanto prima, sulla base di sforzi congiunti da parte di tutti i soggetti pertinenti, strategie e misure volte ad assicurare detto lavoro sostenibile di qualità.

2.3.

Garantire che l’economia europea benefici di condizioni eque e competitive, investire nell’innovazione e nello sviluppo, prevenire il dumping sociale, stimolare la creazione di occupazione e promuovere condizioni di lavoro eque e incentivi adeguati dovrebbero essere altrettante componenti essenziali delle strategie dell’UE e degli Stati membri, e costituiscono misure che possono dare un contributo sostanziale al miglioramento della qualità del lavoro.

2.4.

Se sussistono le condizioni idonee, le imprese europee possono contribuire a una prosperità sostenibile, all’incremento di posti di lavoro di qualità e ad un maggiore benessere. Ciò richiede condizioni quadro favorevoli, in particolare per quanto riguarda la capacità di garantire un approvvigionamento energetico affidabile, una forza lavoro qualificata, infrastrutture di trasporto adeguate e mercati del lavoro efficienti.

2.5.

Il concetto di lavoro sostenibile di qualità è una delle componenti fondamentali della qualità della vita e va considerato in associazione con il concetto di sviluppo sostenibile, tenendo conto del più ampio contesto della crescita sostenibile e dell’occupazione, in particolare della transizione verso un’economia verde e della digitalizzazione, due processi che devono essere equi per tutti i soggetti interessati. A questo proposito, il CESE rimanda segnatamente ai pareri che ha già adottato in questo ambito.

2.6.

Il CESE è fermamente convinto che l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell’Agenda 2030, adottata dai 193 Stati membri delle Nazioni Unite nel 2015 (9) — e in particolare dell’OSS n. 8 — possa contribuire in misura significativa ad assicurare un lavoro sostenibile di qualità, tenendo altresì conto della crescita economica e di un’occupazione piena e produttiva. Soprattutto durante il periodo di ripresa la Commissione europea dovrebbe concentrarsi maggiormente sul conseguimento degli OSS e incoraggiare gli Stati membri a realizzarli.

2.7.

Il CESE sottolinea inoltre che l’attuazione dei principi sanciti dal pilastro europeo dei diritti sociali e dal relativo piano d’azione, come pure delle pertinenti norme giuridiche a livello internazionale (10), riveste la massima importanza per garantire un lavoro sostenibile di qualità. Il CESE ha già adottato una serie di pareri su questi temi ed esorta le istituzioni dell’UE e gli Stati membri, in funzione delle rispettive competenze, a partecipare attivamente all’attuazione dei suddetti principi unitamente alle parti sociali e ad altri soggetti interessati.

2.8.

Nel definire le misure volte a garantire un lavoro sostenibile di qualità occorre prendere in considerazione i diversi fattori che incidono sulla qualità della vita, assicurano un lavoro dignitoso, riducono le disuguaglianze e l’esclusione sociale, prevengono la povertà e garantiscono la competitività dell’economia europea, favorendo al tempo stesso una transizione fluida verso una società e un’economia digitali e verdi. L’insieme di questi fattori dev’essere bilanciato con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, e le parti sociali e le organizzazioni della società civile devono essere attivamente coinvolte nell’elaborazione di dette misure. In questo contesto, il CESE mette l’accento sull’importanza di un più ampio consenso sociale.

2.9.

Il CESE è consapevole dell’esistenza di una serie di elementi, fattori e circostanze che incidono sulla qualità e l’offerta sostenibile di lavoro, e ne ha già preso atto in un suo precedente parere (11). Questi elementi sono, ad esempio, il livello e la prevedibilità delle retribuzioni dei lavoratori, le forme e i metodi di lavoro, l’ambiente lavorativo, la salute e la sicurezza sul lavoro, la stabilità dell’occupazione, l’apprendimento permanente, la formazione dei lavoratori, orari di lavoro regolari e prevedibili, la tutela dei diritti dei lavoratori, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, come pure un dialogo sociale attivo ed efficace.

2.10.

Il CESE osserva che assicurare un lavoro dignitoso è uno degli elementi fondamentali per garantire un lavoro di qualità. Invita pertanto la Commissione, gli Stati membri e le parti sociali a riservare una maggiore attenzione alle questioni del lavoro dignitoso e di qualità.

2.11.

Il CESE è consapevole che offrire gli elementi costitutivi di un lavoro di qualità dipende anche dalla resilienza delle imprese europee nel mercato globale, nonché dalla situazione del mercato interno, dai diversi modelli imprenditoriali adottati e dalle politiche economiche attuate. Chiede quindi alla Commissione e agli Stati membri di creare, insieme alle parti sociali, condizioni propizie alla realizzazione di investimenti sostenibili e che, quindi, consentano ai datori di lavoro di offrire un lavoro di qualità su base sostenibile e di combattere le pratiche sleali. Gli Stati membri dovrebbero contribuire ad accelerare questo processo tramite diversi incentivi, politiche e regolamentazioni adeguate.

3.   La crisi della COVID-19

3.1.

Il CESE riconosce che il declino dell’attività economica è stato asimmetrico durante l’epidemia e che il meccanismo di SURE (strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza), introdotto dalla Commissione europea durante la pandemia, ha contribuito al mantenimento di un gran numero di posti di lavoro. Al fine di evitare licenziamenti e il deterioramento della sicurezza del reddito dei cittadini, gli Stati membri hanno adottato tutta una serie di provvedimenti: regimi di riduzione dell’orario lavorativo, integrazioni salariali per i lavoratori dipendenti, sistemi di cassa integrazione (ad esempio non autorizzando lavoratori in attività a lavorare) con riduzione del salario, varie misure di politica occupazionale attiva, tutela dei giovani e degli anziani, versamento di sussidi a parziale compensazione della perdita di reddito, un reddito di base per alcune categorie di popolazione ecc. Tuttavia, il CESE sottolinea che queste misure temporanee non dovrebbero far dimenticare la necessità di adottare, nell’UE e nei singoli Stati membri, politiche economiche sane e sostenibili volte a incrementare la crescita e a creare nuovi posti di lavoro.

3.1.1.

Il CESE si rammarica che la Commissione non abbia in maniera attiva introdotto, quale importante criterio per potersi avvalere di questi fondi, un adeguato coinvolgimento delle parti sociali e di altri soggetti interessati. In alcuni Stati membri le parti sociali non sono state attivamente coinvolte nella definizione delle misure e delle politiche per il mercato del lavoro. In questi paesi sarà più difficile far ripartire l’economia e garantire un lavoro di qualità.

3.2.

Il CESE prende atto che durante la pandemia sono cambiate le modalità di svolgimento di alcune attività lavorative, al punto che alcune di queste trasformazioni permarranno durante il periodo di ripresa e anche oltre. È pertanto fondamentale riconoscere tali cambiamenti, affrontarli in modo adeguato, monitorarli e incanalarne lo sviluppo in direzione dell’assicurazione di una qualità duratura del lavoro, al fine di creare ulteriori opportunità per le imprese e per i lavoratori. Occorre prestare particolare attenzione all’impatto e alle conseguenze della digitalizzazione e dell’introduzione dell’intelligenza artificiale nei posti di lavoro.

3.3.

Il CESE rileva che l’epidemia ha puntato i riflettori su determinati modelli economici e imprenditoriali e su forme e modalità di lavoro fino ad allora trascurati o non sufficientemente presi in considerazione. Bisogna assicurarsi che queste forme divenute più frequenti di attività imprenditoriali e lavorative non abbiano un’incidenza negativa sul mercato del lavoro né sulla qualità del lavoro e non costituiscano pratiche sleali.

3.4.

Il CESE accoglie con favore la raccomandazione della Commissione relativa a un sostegno attivo ed efficace all’occupazione (Effective Active Support to Employment — EASE) a seguito della crisi della COVID-19 e invita gli Stati membri a dare la priorità alle politiche del mercato del lavoro così da fare degli investimenti nelle persone uno degli elementi chiave per uscire dalla crisi, tenendo conto della necessità di una duplice transizione verde e digitale. Gli Stati membri dovrebbero includere misure di tipo EASE, concordate con le parti sociali, nei rispettivi piani nazionali per la ripresa e la resilienza.

3.5.

Il CESE esprime il timore che, nel periodo della pandemia, il benessere mentale dei lavoratori europei sia peggiorato in misura significativa, in particolare tra i giovani e tra quanti hanno perso il posto di lavoro (12). Il Comitato chiede pertanto l’adozione di un approccio olistico e congiunto, che combini una serie di politiche ambiziose in campo sanitario e in materia di sicurezza e di benessere mentale.

3.6.

Il CESE ribadisce le posizioni assunte e le proposte formulate in una serie di pareri (13) su questioni riguardanti il futuro del lavoro, la digitalizzazione, il lavoro a domicilio, l’organizzazione dell’orario di lavoro, l’apprendimento permanente e la formazione nonché l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare. Tutto quanto sopra affermato in merito alla qualità del lavoro vale anche per chiunque lavori, indipendentemente dalla nazionalità, ragion per cui sono importanti anche le questioni dell’immigrazione e dell’integrazione dei cittadini di paesi terzi.

3.7.

Tenuto conto dei cambiamenti indotti dalla pandemia, della parallela evoluzione della digitalizzazione e del fatto che sulla qualità del lavoro incidono numerosi fattori, il presente parere si concentra solo su taluni aspetti evidenziati dalla presidenza slovena che richiedono particolare attenzione quanto alla questione dello sviluppo di un lavoro di qualità. Si tratta dei seguenti elementi: 1) l’adattamento dell’ambiente di lavoro al fenomeno dell’invecchiamento demografico; 2) la formazione e l’apprendimento permanente; 3) la garanzia dell’uguaglianza; 4) la presa in considerazione dei benefici e degli svantaggi della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale; e 5) il ruolo delle parti sociali.

4.   Adattamento dell’ambiente di lavoro al fenomeno dell’invecchiamento demografico

4.1.

Con l’invecchiamento della popolazione in Europa, anche la vita lavorativa si sta prolungando nella maggior parte degli Stati membri e va aumentando l’età effettiva di pensionamento. Questo, a sua volta, impone la creazione di condizioni di lavoro adeguate per gli anziani: si tratta principalmente di adattamenti alle capacità psicofisiche di questo segmento della popolazione, assicurando nel contempo che la loro base di competenze stia al passo con le esigenze del mercato del lavoro. Anche migliorare la tutela della salute sul luogo di lavoro e l’accesso all’apprendimento permanente per i lavoratori anziani sono due elementi indispensabili per garantire la qualità del lavoro dei lavoratori più avanti con l’età.

4.2.

Sebbene garantire condizioni di lavoro adeguate sia un dovere primario del datore di lavoro, anche la cooperazione tripartita tra le parti sociali e i governi svolge un ruolo importante al riguardo, in quanto, con la loro conoscenza delle procedure di lavoro e degli stessi lavoratori, questi soggetti possono contribuire, mediante il dialogo sociale e contratti collettivi al livello appropriato, a creare un ambiente di lavoro che consenta ai lavoratori anziani di lavorare correttamente.

4.3.

Anche gli Stati membri hanno un ruolo importante da svolgere in questo ambito. Garantendo un livello adeguato di protezione sociale, l’accesso a servizi di assistenza sanitaria di qualità e una serie di incentivi e sussidi per i datori di lavoro, essi possono contribuire a creare un ambiente di lavoro che consenta ai lavoratori, man mano che invecchiano, di lavorare in modo sicuro e produttivo.

4.4.

Il CESE propone di riservare maggiore attenzione all’attuazione di politiche per il mercato del lavoro legate alle questioni demografiche nel quadro del semestre europeo. È essenziale coinvolgere attivamente le parti sociali nelle strategie e nell’attuazione di politiche e misure relative agli anziani nel mercato del lavoro, incluso un loro adeguato inserimento in tale mercato.

4.5.

Occorre sviluppare modalità moderne e innovative che consentano a giovani e anziani di lavorare insieme. È essenziale un adeguato trasferimento bidirezionale di conoscenze ed esperienze tra le generazioni.

5.   Formazione e apprendimento permanente

5.1.

Nei suoi pareri il CESE ha insistito ripetutamente sull’importanza dell’apprendimento permanente e della formazione sia per i disoccupati che per i lavoratori in attività (14).

5.2.

Il CESE rileva che è importante anticipare in tempo utile i fabbisogni dei lavoratori e dei datori di lavoro in termini di competenze e di pianificazione strategica in questo ambito. A tal fine è necessaria la collaborazione delle parti sociali, in particolare a livello settoriale e aziendale.

5.3.

Particolare attenzione andrebbe prestata ai disoccupati di lungo periodo e a chi è rimasto fuori dal mercato del lavoro per un periodo di tempo prolungato. L’assenza prolungata dal mercato del lavoro costituisce un significativo freno all’occupabilità, soprattutto se si tiene conto della velocità della trasformazione digitale (15). La pandemia — con la chiusura di determinate attività, che ha costretto i lavoratori a rimanere a casa — ha aggravato il problema. Ecco perché, date le circostanze attuali, sono necessarie politiche attive per l’occupazione efficaci.

5.4.

Le attività di formazione dovrebbero essere incentrate su un’adeguata sensibilizzazione dei datori di lavoro all’importanza di una pianificazione tempestiva in termini di fabbisogni di abilità e di competenze per il lavoro futuro. A questo proposito, il CESE raccomanda di prestare particolare attenzione ai piani per la formazione digitale dei lavoratori.

5.5.

Il CESE raccomanda agli Stati membri di prendere in considerazione anche l’introduzione di incentivi finanziari e fiscali diretti ad una formazione più attiva dei lavoratori da parte dei datori di lavoro, sotto forma di finanziamenti diretti o di sgravi/agevolazioni fiscali per le imprese.

6.   Garanzia dell’uguaglianza

6.1.

Il CESE ritiene che, durante e dopo il processo di ripresa, sia cruciale preservare l’uguaglianza per quanto riguarda la situazione personale del singolo ed evitare qualsiasi forma di pratica discriminatoria. Pur riconoscendo le opportunità offerte da forme di lavoro diversificate, vi è però il rischio che tale varietà delle forme di lavoro accresca la disuguaglianza tra i lavoratori, anche sotto il profilo della parità di genere (16). Occorre trovare dei modi per garantire la parità di trattamento dei lavoratori attraverso tutti i canali appropriati, tra i quali sia la legislazione che i contratti collettivi.

6.2.

Il CESE osserva che l’uguaglianza non è stata garantita durante la pandemia, dal momento che le misure adottate non hanno riguardato tutti i lavoratori e tutte le imprese. Le piccole e medie imprese, i lavoratori occupati in forme di lavoro precarie, i lavoratori autonomi, i migranti, i giovani e le donne spesso non hanno avuto la possibilità di accedere agli indennizzi per la perdita di reddito o non sono stati inclusi nelle misure adottate, con un conseguente aumento della povertà e dell’esclusione sociale durante l’epidemia. Inoltre, diverse imprese hanno cessato la loro attività, con conseguenti perdite di posti di lavoro.

6.3.

Il CESE osserva che durante la pandemia la situazione delle donne nel mercato del lavoro si è notevolmente deteriorata (17): molte di loro hanno perso il posto di lavoro, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata è peggiorato e, in ultima analisi, si è registrato un aumento della precarietà.

6.4.

È peggiorata anche la situazione dei migranti sul mercato del lavoro e quella dei giovani, che hanno sempre più difficoltà a trovare un posto di lavoro, e per di più sono alle prese in misura ancora maggiore con forme precarie di lavoro, che non garantiscono loro una vita dignitosa.

6.5.

La disuguaglianza trova maggiormente riscontro nel livello di reddito e nella stabilità dell’occupazione. Pertanto, il CESE è fermamente convinto che le politiche per il mercato del lavoro debbano affrontare il problema del divario retributivo, come pure la questione di misure che promuovano la trasparenza salariale, si occupino della segregazione orizzontale e verticale del mercato del lavoro, incentivino il lavoro a tempo pieno per le donne e affrontino gli impegni e le difficoltà legati al lavoro di assistenza non retribuito e l’attuazione del principio della parità di retribuzione per un lavoro di pari valore. Occorre inoltre adottare misure che garantiscano il rispetto dei diritti dei lavoratori. Si dovrebbe inoltre incoraggiare il dialogo sociale con un’attenzione specifica alla contrattazione collettiva in attività non standard quali il lavoro domestico, il lavoro di assistenza e cura alla persona, il lavoro tramite piattaforme e altri aspetti simili.

7.   Digitalizzazione e intelligenza artificiale

7.1.

La digitalizzazione ha un forte impatto sulle relazioni industriali, date le ripercussioni sia positive che negative della sua applicazione nei processi lavorativi da parte dei datori di lavoro.

7.2.

Le soluzioni digitali suscitano dei timori per quanto riguarda le relazioni contrattuali tra lavoratori e datori di lavoro. Al fine di garantire elementi costitutivi sostenibili di un lavoro di qualità, è necessario monitorare gli sviluppi nel mercato del lavoro e assicurare che esistano meccanismi adeguati a tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori, senza ostacolare lo sviluppo di soluzioni digitali. L’UE, gli Stati membri, le parti sociali e gli altri soggetti interessati dovrebbero ciascuno avere un ruolo da svolgere nel trovare soluzioni eque alle preoccupazioni dei cittadini. Il CESE sottolinea che l’aumento della digitalizzazione nella vita lavorativa può apportare benefici, ma pone anche delle sfide. A questo proposito, il CESE riconosce che attuare in tempi rapidi l’accordo quadro delle parti sociali europee sulla digitalizzazione può avere il suo peso e la sua importanza (18).

7.3.

Vi è l’urgente necessità di gestire l’uso dell’intelligenza artificiale sul luogo di lavoro, in particolare per quanto riguarda la prevenzione delle pratiche discriminatorie, la sorveglianza illegale dei lavoratori — incluso il diritto alla disconnessione — e altri trattamenti lesivi dei lavoratori. Le parti sociali devono essere associate ai processi di adozione e di attuazione della legislazione in materia di intelligenza artificiale.

Bruxelles, 23 settembre 2021

La presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG


(1)  https://www.ilo.org/global/topics/decent-work/lang--en/index.htm

(2)  GU C 326 del 26.10.2012, pag. 391.

(3)  GU C 374 del 16.9.2021, pag. 16.

(4)  A seconda della situazione nei singoli Stati membri.

(5)  GU C 125 del 21.4.2017, pag. 10, punto 3.19.

(6)  Cfr. GU C 97 del 24.3.2020, pag. 32 e GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 159, punto 1.6.

(7)  Voss, Eckhard, Broughton, Andrea, Pulignano, Valeria, Franca, Valentina, Rodriguez Contreras, Ricardo, Exploring the connections between EU- and national-level social dialogue (Esplorare i collegamenti tra il dialogo sociale a livello di UE e nazionale), Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, Lussemburgo, 2018.

(8)  Ad esempio, la risoluzione del CESE sul vertice sociale di Porto (GU C 286 del 16.7.2021, pag. 6) e il parere (GU C 341 del 24.8.2021, pag. 23).

(9)  Transforming our World: The 2030 Agenda for Sustainable Development (Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU).

(10)  Norme dell'OIL e articoli 151 e 156 del TFUE.

(11)  GU C 125 del 21.4.2017, pag. 10, punto 3.4.

(12)  Eurofound — Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (2021), Vita, lavoro e COVID-19 (aggiornamento aprile 2021): peggiorano la salute mentale e la fiducia in tutta l'UE con l'inizio di un altro anno di pandemia, Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, Lussemburgo, pag. 4.

(13)  GU C 129 dell'11.4.2018, pag. 44, GU C 197 dell'8.6.2018, pag. 45, GU C 237 del 6.7.2018, pag. 8, GU C 367 del 10.10.2018, pag. 15, GU C 440 del 6.12.2018, pag. 37, GU C 232 del 14.7.2020, pag. 18.

(14)  Come precisato nella GU C 374 del 16.9.2021, pag. 38.

(15)  Il livello di competenze digitali e di formazione dei lavoratori varia notevolmente da uno Stato membro all’altro, il che aggrava le disparità tra le situazioni dei lavoratori. Nel 2019, in media, meno del 25 % delle imprese dell’UE ha fornito ai lavoratori una formazione digitale, con percentuali che vanno dal 6 % della Romania al 37 % della Finlandia.

(16)  GU C 220 del 9.6.2021, pag. 13.

(17)  https://eige.europa.eu/news/covid-19-derails-gender-equality-gains

(18)  Accordo quadro delle parti sociali europee sulla digitalizzazione e relative firme: https://www.etuc.org/system/files/document/file2020-06/Final 22 06 20_Agreement on Digitalisation 2020.pdf.


ALLEGATO

I seguenti emendamenti sono stati respinti nel corso del dibattito, ma hanno ottenuto almeno un quarto dei voti espressi (articolo 43, paragrafo 2, del Regolamento interno):

EMENDAMENTO 3

Presentato da:

ARDHE Christian

HOŠTÁK Martin

KONTKANEN Mira-Maria

LE BRETON Marie-Pierre

SOC/685

Elementi fondamentali del lavoro sostenibile di qualità durante e dopo la ripresa

Punto 2.9

Modificare come segue:

Parere della sezione

Emendamento

Il CESE è consapevole dell’esistenza di una serie di elementi, fattori e circostanze che incidono sulla qualità e l’offerta sostenibile di lavoro, e ne ha già preso atto in un suo precedente parere (11). Questi elementi sono, ad esempio, il livello e la prevedibilità delle retribuzioni dei lavoratori, le forme e i metodi di lavoro, l’ambiente lavorativo, la salute e la sicurezza sul lavoro, la stabilità dell’occupazione, l’apprendimento permanente, la formazione dei lavoratori, orari di lavoro regolari e prevedibili, la tutela dei diritti dei lavoratori, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, un dialogo sociale attivo ed efficace e altri fattori simili.

Il CESE è consapevole dell’esistenza di una serie di elementi, fattori e circostanze che incidono sulla qualità e l’offerta sostenibile di lavoro, e ne ha già preso atto in un suo precedente parere (11). Questi elementi sono, ad esempio, il livello e la prevedibilità delle retribuzioni dei lavoratori, le forme e i metodi di lavoro — compresa la necessità di forme diverse di lavoro e di flessibilità nel quadro del dialogo sociale  —, l’ambiente lavorativo, la salute e la sicurezza sul lavoro, la stabilità dell’occupazione, l’apprendimento permanente, la formazione dei lavoratori, orari di lavoro regolari e prevedibili, la tutela dei diritti dei lavoratori, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, un dialogo sociale attivo ed efficace e altri fattori simili.

Esito della votazione:

Voti favorevoli:

92

Voti contrari:

120

Astensioni:

15

EMENDAMENTO 4

Presentato da:

ARDHE Christian

HOŠTÁK Martin

KONTKANEN Mira-Maria

LE BRETON Marie-Pierre

SOC/685

Elementi fondamentali del lavoro sostenibile di qualità durante e dopo la ripresa

Punto 3.3

Modificare come segue:

Parere della sezione

Emendamento

Il CESE rileva che l’epidemia ha puntato i riflettori su determinati modelli economici e imprenditoriali e su forme e modalità di lavoro fino ad allora trascurati o non sufficientemente presi in considerazione. Bisogna assicurarsi che queste forme divenute più frequenti di attività imprenditoriali e lavorative non abbiano un’incidenza negativa sul mercato del lavoro né sulla qualità del lavoro e non costituiscano pratiche sleali.

Il CESE rileva che l’epidemia ha puntato i riflettori su determinati modelli economici e imprenditoriali e su forme e modalità di lavoro fino ad allora trascurati o non sufficientemente presi in considerazione. Se da un lato è importante migliorare e rafforzare politiche favorevoli all’imprenditorialità e all’autoimprenditorialità sia a livello europeo che nazionale e promuovere lo sviluppo sostenibile di queste forme divenute più frequenti di attività imprenditoriali e lavorative, dall’altro ci si dovrebbe assicurare che esse non abbiano un’incidenza negativa sul mercato del lavoro né sulla qualità del lavoro e non costituiscano pratiche sleali.

Esito della votazione:

Voti favorevoli:

90

Voti contrari:

125

Astensioni:

16

EMENDAMENTO 5

Presentato da:

ARDHE Christian

HOŠTÁK Martin

KONTKANEN Mira-Maria

LE BRETON Marie-Pierre

SOC/685

Elementi fondamentali del lavoro sostenibile di qualità durante e dopo la ripresa

Punto 6.2

Modificare come segue:

Parere della sezione

Emendamento

Il CESE osserva che l’uguaglianza non è stata garantita durante la pandemia, dal momento che le misure adottate non hanno riguardato tutti i lavoratori e tutte le imprese. Le piccole e medie imprese, i lavoratori occupati in forme di lavoro precarie , i lavoratori autonomi, i migranti, i giovani e le donne spesso non hanno avuto la possibilità di accedere agli indennizzi per la perdita di reddito o non sono stati inclusi nelle misure adottate, con un conseguente aumento della povertà e dell’esclusione sociale durante l’epidemia. Inoltre, diverse imprese hanno cessato la loro attività, con conseguenti perdite di posti di lavoro.

Il CESE osserva che l’uguaglianza non è stata garantita durante la pandemia, dal momento che le misure adottate non hanno riguardato tutti i lavoratori e tutte le imprese. Le piccole e medie imprese, i lavoratori occupati in forme di lavoro meno stabili e sicure , i lavoratori autonomi, i migranti, i giovani e le donne spesso non hanno avuto la possibilità di accedere agli indennizzi per la perdita di reddito o non sono stati inclusi nelle misure adottate, con un conseguente aumento della povertà e dell’esclusione sociale durante l’epidemia. Inoltre, diverse imprese hanno cessato la loro attività, con conseguenti perdite di posti di lavoro.

Esito della votazione:

Voti favorevoli:

88

Voti contrari:

138

Astensioni:

14

EMENDAMENTO 6

Presentato da:

ARDHE Christian

HOŠTÁK Martin

KONTKANEN Mira-Maria

LE BRETON Marie-Pierre

SOC/685

Elementi fondamentali del lavoro sostenibile di qualità durante e dopo la ripresa

Punto 6.3

Modificare come segue:

Parere della sezione

Emendamento

Il CESE osserva che durante la pandemia la situazione delle donne nel mercato del lavoro si è notevolmente deteriorata (17): molte di loro hanno perso il posto di lavoro, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata è peggiorato e, in ultima analisi, si è registrato un aumento della precarietà .

Il CESE osserva che durante la pandemia la situazione delle donne nel mercato del lavoro si è notevolmente deteriorata (17): molte di loro hanno perso il posto di lavoro, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata è peggiorato e, in ultima analisi, si è registrato un aumento della difficoltà di trovare un’occupazione più stabile e sicura .

Esito della votazione:

Voti favorevoli:

80

Voti contrari:

143

Astensioni:

10

EMENDAMENTO 7

Presentato da:

ARDHE Christian

HOŠTÁK Martin

KONTKANEN Mira-Maria

LE BRETON Marie-Pierre

SOC/685

Elementi fondamentali del lavoro sostenibile di qualità durante e dopo la ripresa

Punto 6.4

Modificare come segue:

Parere della sezione

Emendamento

È peggiorata anche la situazione dei migranti sul mercato del lavoro e quella dei giovani, che hanno sempre più difficoltà a trovare un posto di lavoro, e per di più sono alle prese in misura ancora maggiore con forme precarie di lavoro , che non garantiscono loro una vita dignitosa .

È peggiorata anche la situazione dei migranti sul mercato del lavoro e quella dei giovani, che hanno sempre più difficoltà a trovare un posto di lavoro, e per di più sono alle prese in misura ancora maggiore con la difficoltà di trovare forme di lavoro più stabili e sicure .

Esito della votazione:

Voti favorevoli:

80

Voti contrari:

143

Astensioni:

10

EMENDAMENTO 8

Presentato da:

BARRERA CHAMORRO Maria del Carmen

MEYNENT Denis

SALIS-MADINIER Franca

ZORKO Andrej

SOC/685

Elementi fondamentali del lavoro sostenibile di qualità durante e dopo la ripresa

Punto 6.5

Modificare come segue:

Parere della sezione

Emendamento

La disuguaglianza trova maggiormente riscontro nel livello di reddito e nella stabilità dell’occupazione. Pertanto, il CESE è fermamente convinto che le politiche per il mercato del lavoro debbano affrontare il problema del divario retributivo, come pure la questione di misure che promuovano la trasparenza salariale, si occupino della segregazione orizzontale e verticale del mercato del lavoro, incentivino il lavoro a tempo pieno per le donne e affrontino gli impegni e le difficoltà legati al lavoro di assistenza non retribuito e l’attuazione del principio della parità di retribuzione per un lavoro di pari valore. Occorre inoltre adottare misure che garantiscano il rispetto dei diritti dei lavoratori. Si dovrebbe inoltre incoraggiare il dialogo sociale con un’attenzione specifica alla contrattazione collettiva in attività non standard quali il lavoro domestico, il lavoro di assistenza e cura alla persona, il lavoro tramite piattaforme e altri aspetti simili.

La disuguaglianza trova maggiormente riscontro nel livello di reddito e nella stabilità dell’occupazione. Pertanto, il CESE è fermamente convinto che le politiche per il mercato del lavoro debbano affrontare il problema del divario retributivo, come pure la questione di misure vincolanti che promuovano la trasparenza salariale, si occupino della segregazione orizzontale e verticale del mercato del lavoro, incentivino il lavoro a tempo pieno per le donne e affrontino gli impegni e le difficoltà legati al lavoro di assistenza non retribuito e l’attuazione del principio della parità di retribuzione per un lavoro di pari valore. Occorre inoltre adottare misure che garantiscano il rispetto dei diritti dei lavoratori. Si dovrebbe inoltre incoraggiare il dialogo sociale con un’attenzione specifica alla contrattazione collettiva in attività non standard quali il lavoro domestico, il lavoro di assistenza e cura alla persona, il lavoro tramite piattaforme e altri aspetti simili.

Esito della votazione:

Voti favorevoli:

102

Voti contrari:

113

Astensioni:

16

EMENDAMENTO 10

Presentato da:

ARDHE Christian

HOŠTÁK Martin

KONTKANEN Mira-Maria

LE BRETON Marie-Pierre

SOC/685

Elementi fondamentali del lavoro sostenibile di qualità durante e dopo la ripresa

Punto 7.3

Modificare come segue:

Parere della sezione

Emendamento

Vi è l’urgente necessità di gestire l’uso dell’intelligenza artificiale sul luogo di lavoro, in particolare per quanto riguarda la prevenzione delle pratiche discriminatorie, la sorveglianza illegale dei lavoratori — incluso il diritto alla disconnessione — e altri trattamenti lesivi dei lavoratori. Le parti sociali devono essere associate ai processi di adozione e di attuazione della legislazione in materia di intelligenza artificiale.

Per garantire uno sviluppo trasparente ed equilibrato dell’intelligenza artificiale , vi è l’urgente necessità di gestirne l’uso sul luogo di lavoro, in particolare per quanto riguarda l’esigenza di dissipare le preoccupazioni infondate, la promozione dell’autonomia dei lavoratori e la prevenzione delle pratiche discriminatorie, della sorveglianza illegale dei lavoratori e di altri trattamenti lesivi dei lavoratori. Le parti sociali devono essere associate ai processi di adozione e di attuazione della legislazione in materia di intelligenza artificiale.

Esito della votazione:

Voti favorevoli:

88

Voti contrari:

136

Astensioni:

10

EMENDAMENTO 11

Presentato da:

ARDHE Christian

HOŠTÁK Martin

KONTKANEN Mira-Maria

LE BRETON Marie-Pierre

SOC/685

Elementi fondamentali del lavoro sostenibile di qualità durante e dopo la ripresa

Punto 1.1

Modificare come segue:

Parere della sezione

Emendamento

La qualità del lavoro è uno degli elementi costitutivi fondamentali della qualità della vita. Occorre rispettare il principio della qualità del lavoro per la qualità della vita, poiché si tratta di uno dei presupposti di uno sviluppo sociale sostenibile. Pertanto, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) è fermamente convinto che si debba riservare un’attenzione particolare a tale principio nell’ambito delle politiche dell’UE, dato che esso deve prevenire i rischi di disuguaglianza, di povertà, di esclusione sociale e di concorrenza sleale.

La qualità del lavoro è uno degli elementi costitutivi fondamentali della qualità della vita e va considerato in associazione con il concetto di sviluppo sostenibile, tenendo conto del più ampio contesto della crescita sostenibile e dell’occupazione, e in particolare della transizione verso un’economia verde e della digitalizzazione . Al tempo stesso, il CESE riconosce il ruolo che svolgono i datori di lavoro per la promozione delle competenze, dell’occupazione, delle diverse forme di lavoro, della sicurezza, del benessere dei lavoratori e della competitività delle imprese. Pertanto, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) è fermamente convinto che le politiche dell’UE debbano riservare un’attenzione particolare alla qualità del lavoro in quanto componente della crescita economica e dell’occupazione , dato che essa può apportare un duplice e importante contributo al rafforzamento della crescita sostenibile, dell’occupazione e della produttività, contrastando nel contempo i rischi di disuguaglianza, di povertà, di esclusione sociale e di concorrenza sleale.

Esito della votazione:

Voti favorevoli:

79

Voti contrari:

136

Astensioni:

11

EMENDAMENTO 12

Presentato da:

ARDHE Christian

HOŠTÁK Martin

KONTKANEN Mira-Maria

LE BRETON Marie-Pierre

SOC/685

Elementi fondamentali del lavoro sostenibile di qualità durante e dopo la ripresa

Punto 1.2

Inserire un nuovo punto:

Posizione: dopo l’attuale punto — stesso livello

Parere della sezione

Emendamento

 

Il CESE sottolinea la necessità di condurre un’azione globale e adeguatamente mirata per far sì che i mercati del lavoro negli Stati membri siano reattivi, resilienti e inclusivi, anche a seguito della pandemia, con particolare attenzione alla creazione di posti di lavoro flessibili. Fa notare, tuttavia, che gli sviluppi del mercato del lavoro devono essere sostenuti, e non sovraregolamentati né ostacolati. Per quanto riguarda le competenze dell’UE e degli Stati membri e i diversi strumenti a loro disposizione, occorre prestare particolare attenzione ai principi di sussidiarietà e proporzionalità. Al fine di assicurare un fondamento economico solido inteso a sostenere delle transizioni eque in Europa, si dovrebbe porre l’accento sulla creazione di un quadro normativo equo, stabile e prevedibile per le imprese, ed evitare di imporre loro degli oneri amministrativi.

Esito della votazione:

Voti favorevoli:

79

Voti contrari:

144

Astensioni:

7

EMENDAMENTO 15

Presentato da:

ARDHE Christian

HOŠTÁK Martin

KONTKANEN Mira-Maria

LE BRETON Marie-Pierre

SOC/685

Elementi fondamentali del lavoro sostenibile di qualità durante e dopo la ripresa

Punto 1.12

Modificare come segue:

Parere della sezione

Emendamento

Il CESE rileva che il dispositivo per la ripresa e la resilienza non tratta direttamente la questione degli elementi costitutivi di un lavoro di qualità e invita pertanto la Commissione ad aggiungere questa parte mancante nello strumento . La qualità del lavoro è un aspetto cruciale per conseguire gli obiettivi stabiliti nel dispositivo per la ripresa e la resilienza. Non si dovrebbero trascurare i gruppi vulnerabili , come i lavoratori precari e i giovani lavoratori , che hanno più duramente sofferto della pandemia.

Il CESE rileva che il dispositivo per la ripresa e la resilienza non tratta direttamente la questione degli elementi costitutivi di un lavoro di qualità e invita pertanto la Commissione a garantire che nell’attuazione del dispositivo si tenga adeguatamente conto di tali elementi . La qualità del lavoro è un aspetto cruciale per conseguire gli obiettivi stabiliti nel dispositivo per la ripresa e la resilienza. Non si dovrebbero trascurare i gruppi vulnerabili, che hanno più duramente sofferto della pandemia.

Esito della votazione:

Voti favorevoli:

82

Voti contrari:

140

Astensioni:

8


(11)  GU C 125 del 21.4.2017, pag. 10, punto 3.4.

(11)  GU C 125 del 21.4.2017, pag. 10, punto 3.4.

(17)  https://eige.europa.eu/news/covid-19-derails-gender-equality-gains

(17)  https://eige.europa.eu/news/covid-19-derails-gender-equality-gains