1.10.2020   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 324/1


Progetto di risoluzione del Comitato europeo delle regioni — Quadro finanziario pluriennale riveduto e piano di investimenti per un’Europa sostenibile

(2020/C 324/01)

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

Quadro finanziario pluriennale riveduto e strumento dell’Unione europea per la ripresa

1.

accoglie con favore la proposta della Commissione relativa al prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), che avrà una dotazione totale di 1 100 miliardi di EUR e allo strumento europeo per la ripresa («Next Generation EU»), la cui dotazione sarà di 750 miliardi di EUR, in quanto può aprire la via a un’Unione più forte, più sostenibile, coesa e resiliente. Tale proposta offre una prima risposta per affrontare l’imminente impatto della crisi provocata dalla pandemia di Covid-19 e per realizzare gli obiettivi a lungo termine dell’Unione;

2.

riconosce gli sforzi compiuti dalla Commissione per rispondere alle preoccupazioni degli Stati membri più colpiti dalla crisi e di quelli le cui regioni sono ancora in ritardo, cercando nel contempo di trovare un equilibrio tra la necessità di sovvenzioni e l’effetto leva degli strumenti finanziari;

3.

esprime preoccupazione, tuttavia, per il fatto che la dotazione di 1 100 miliardi di EUR prevista nella proposta riveduta di QFP sia inferiore di 34,6 miliardi rispetto alla proposta della Commissione del 2018 e ancora più bassa rispetto agli importi raccomandati dal CdR e dal Parlamento europeo, limitando così la capacità dell’UE di affrontare gli obiettivi di lungo termine che si è prefissa; è proprio su questo punto che il CdR e il Parlamento europeo devono essere coinvolti più seriamente e in maniera più adeguata;

4.

osserva che l’aumento del margine di manovra per il bilancio dell’UE ottenuto tramite un incremento temporaneo del massimale delle risorse proprie dello 0,6 % dell’RNL dell’UE consente all’Unione di disporre di un bilancio più adeguato per sostenere la ripresa ed essere all’altezza delle ambizioni delineate nella propria agenda strategica;

5.

osserva che la Commissione ha annunciato delle proposte riguardanti potenziali nuove risorse proprie collegate agli obiettivi del piano di ripresa. Sottolinea, tuttavia, che due anni dopo la prima proposta relativa a un QFP post-2020, la Commissione non ha ancora presentato proposte legislative per delle vere risorse proprie; ribadisce, a tale proposito, l’invito alla Commissione a presentare con urgenza delle proposte legislative concrete in materia, riguardanti, ad esempio, l’imposta sulla plastica e lo scambio delle quote di emissione;

6.

ribadisce che sia il QFP sia il piano per la ripresa devono concentrarsi sulla coesione quale valore fondamentale dell’Unione europea, per affrontare sfide di rilievo come la ripresa dalla crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, il Green Deal europeo, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, il pilastro europeo dei diritti sociali, nonché per stimolare la competitività, colmare le disparità e realizzare la trasformazione digitale in modo da non lasciare indietro nessuno, né persone né territori;

7.

sottolinea che agli enti locali e regionali fanno capo un terzo della spesa pubblica e due terzi degli investimenti pubblici, che essi sono responsabili dell’attuazione del 70 % di tutta la legislazione dell’UE, del 70 % delle misure di mitigazione dei cambiamenti climatici e del 90 % delle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici; va presa quindi una decisione essenziale sulla necessità di coinvolgere, ai fini dell’elaborazione, della consultazione, dell’attuazione e della gestione dei fondi, tutti gli enti locali e regionali, nonché sulla necessità di prevedere una norma vincolante che obblighi gli Stati ad autorizzare tutti gli enti locali a ottenere i fondi per gli investimenti, come gli investimenti territoriali integrati, e utilizzarli.

La coesione al centro della ripresa

8.

sottolinea che l’impatto asimmetrico della pandemia di Covid-19 sulla coesione economica, sociale e territoriale dell’UE e sulle sue regioni esige una risposta politica adeguata;

9.

accoglie con favore la proposta della Commissione europea intesa a consolidare il ruolo della politica di coesione dell’UE in quanto vigorosa politica di investimenti a lungo termine dell’UE, come pure degli investimenti supplementari attraverso la nuova iniziativa di sostegno aggiuntivo denominata REACT-EU, e approva l’approccio volto a garantire che il sostegno sia commisurato all’impatto della crisi. In questo senso, la continuità è essenziale per gli enti locali e regionali nel momento in cui passano alle fasi della ripresa e offrono sostegno alle persone e ai territori che ne hanno più bisogno. Nel complesso, tali proposte danno una risposta immediata ed efficace alla pandemia di Covid-19 con le sue conseguenze sociali ed economiche; il CdR sottolinea, tuttavia, che le flessibilità in questo nuovo programma non dovrebbero essere gestite a livello centrale bensì essere attuate secondo il principio della gestione condivisa, nel rispetto delle prerogative degli enti locali e regionali;

10.

chiede maggiore chiarezza per quanto riguarda l’interazione tra diversi nuovi meccanismi, quali REACT-EU, il Fondo per una transizione giusta e il dispositivo per la ripresa e la resilienza, al fine di evitare che gli Stati membri introducano maggiore complessità e restrizioni più gravose a livello nazionale;

11.

osserva che la proroga proposta dei programmi operativi in corso dovrebbe consentire una rapida attuazione di investimenti cruciali. Invita ad approvare in tempi brevi le proposte volte ad aumentare la flessibilità e ad ampliare la gamma dei settori che beneficeranno del sostegno, in modo che vi rientrino, tra gli altri, i servizi sanitari, il turismo, l’agricoltura, l’istruzione, i settori culturali e le PMI. In questo modo si aiuterebbero le città e le regioni a investire le risorse dove sono più necessarie, in linea con i principi della politica di coesione;

12.

è preoccupato per il carattere temporaneo di alcuni incrementi, in particolare in relazione alla politica di coesione e allo sviluppo rurale, in quanto ciò non risponde alle esigenze di sviluppo a lungo termine e ai tagli iniziali effettuati dalla Commissione nelle proposte del 2018; pertanto accoglie con favore la proposta della Commissione di rivedere le dotazioni nazionali per la politica di coesione nel 2024 al fine di aggiungere eventualmente altri 10 miliardi al bilancio di tale politica senza che nessuno Stato membro perda una parte delle sue assegnazioni;

13.

deplora che la Commissione non abbia revocato la decisione di separare il FEASR dal regolamento recante disposizioni comuni, fatto che rischia di ostacolare lo sviluppo integrato (assolutamente necessario) delle zone urbane e rurali;

14.

si rammarica del fatto che la quota di risorse finanziarie sia destinata a misure a livello degli Stati membri anziché a livello locale e regionale, mentre molte delle competenze in materia di assistenza sanitaria, misure sociali e resilienza spettano al livello locale e/o regionale, e sottolinea pertanto la necessità di rispettare i principi di partenariato, decentramento e governance multilivello;

15.

ricorda l’importanza della cooperazione territoriale europea per aiutare le persone, le comunità e le imprese a cooperare a livello transfrontaliero, a superare gli effetti nocivi della crisi e ad accelerare la ripresa economica; la collaborazione sarà indispensabile per la ripresa e, a questo proposito, il nuovo strumento per gli investimenti interregionali in materia di innovazione sarà essenziale per sostenere lo sviluppo di catene del valore industriali e dell’innovazione europee, in linea con le strategie di specializzazione intelligente;

16.

si compiace che, nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la proposta, sia stata condotta un’adeguata valutazione d’impatto territoriale degli impatti asimmetrici a livello regionale;

17.

si rallegra del fatto che venga mantenuto lo stretto collegamento con gli obiettivi strategici dell’UE (Green Deal, digitalizzazione) e che la Commissione li proponga come strumenti per una ripresa europea; deplora, tuttavia, che il pilastro europeo dei diritti sociali non sia al centro della strategia dell’UE per la ripresa;

18.

ritiene importante che la ripresa, in linea con una politica di coesione forte, sia attuata in modo da incorporare i principi fondamentali della sussidiarietà attiva.

Piano per la ripresa e semestre europeo

19.

accoglie con favore l’ambiziosa proposta della Commissione che istituisce un dispositivo per la ripresa e la resilienza, che consentirà di fornire un sostegno finanziario su vasta scala per gli investimenti e le riforme necessari; ricorda che gli enti locali e regionali sono responsabili di oltre la metà degli investimenti pubblici e devono pertanto essere in grado di ricevere un sostegno adeguato da tale iniziativa; sottolinea, a tale proposito, che l’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza attraverso i programmi nazionali rischia di non fornire un’informazione e una comunicazione adeguate sull’intervento dell’UE a favore dei suoi cittadini;

20.

chiede alla Commissione europea di garantire la coerenza dei piani per la ripresa, nonché di evitare duplicazioni degli investimenti e un eccesso di burocrazia o di oneri amministrativi, in modo da assicurare l’efficienza di tali misure e il conseguimento dell’obiettivo comune di superare al più presto la crisi climatica, economica e sociale;

21.

sottolinea che lo stretto collegamento del dispositivo per la ripresa e la resilienza con il semestre europeo rende più urgente una profonda riforma di quest’ultimo e della governance economica dell’UE nel senso di un processo trasparente, inclusivo e democratico. Senza una riforma del semestre europeo, il dispositivo per la ripresa e la resilienza rischierebbe di comportare un ulteriore accentramento e un approccio «dall’alto» dei piani di ripresa, come pure il ritorno a politiche che non tengono conto della coesione economica, sociale e territoriale tra gli Stati membri e al loro interno, e ostacolano gli investimenti pubblici urgenti per la ripresa sostenibile dell’UE;

22.

ritiene pertanto che, per diventare un meccanismo di attuazione legittimo ed efficiente, il semestre europeo dovrebbe integrare i principi di partenariato e di governance multilivello, come pure una dimensione territoriale. È pertanto più urgente che mai attuare la proposta del CdR relativa a un codice di condotta per il coinvolgimento, nel semestre europeo, degli enti locali e regionali a livello nazionale e del Comitato europeo delle regioni a livello europeo;

23.

sostiene l’ambizione della Commissione di potenziare la ripresa dell’UE, come pure la sua resilienza e autonomia strategica, mediante il rafforzamento di InvestEU e la creazione del dispositivo per gli investimenti strategici;

24.

accoglie con favore la proposta di un nuovo strumento di sostegno alla solvibilità, che rilancerà l’economia dell’UE incentivando gli investimenti privati e preparerà le imprese di tutti i settori a un futuro neutro sotto il profilo delle emissioni di carbonio e digitalizzato. Tale strumento deve essere attuato rapidamente, e sarebbe auspicabile che venissero elaborati degli orientamenti volti ad allineare chiaramente gli investimenti con le priorità dell’UE al fine di conseguire l’obiettivo di aiutare imprese prima prospere a sopravvivere all’attuale crisi; sottolinea che tale sostegno deve essere concesso secondo criteri trasparenti, che tengano conto non soltanto dell’impatto specifico sul settore e sulla regione, ma anche degli aiuti finanziari pubblici ottenuti secondo altre modalità.

Un’Unione più resiliente e più rispettosa dell’ambiente

25.

accoglie con favore l’aumento sostanziale della dotazione a titolo del Fondo per una transizione giusta destinata alle regioni che si trovano ad affrontare sfide di rilievo nella transizione energetica, che porta l’importo complessivo del Fondo a 40 miliardi di EUR; chiede tuttavia che si tenga conto delle regioni che, in previsione dell’adozione di misure efficaci di regolamentazione per la protezione del clima, hanno investito con molto anticipo risorse considerevoli nelle energie rinnovabili e nelle relative tecnologie, e intendono continuare a farlo; richiama l’attenzione sulla situazione particolare delle regioni che dipendono dai combustibili fossili e hanno sistemi energetici isolati, come le isole e le regioni ultraperiferiche; osserva tuttavia con grande preoccupazione che le risorse finanziarie necessarie per decarbonizzare l’economia dell’UE vanno molto al di là dell’importo proposto dalla Commissione europea;

26.

accoglie con favore il programma autonomo «UE per la salute» (EU4Health), per un importo di 7,7 miliardi di EUR di risorse aggiuntive che porta il totale complessivo a 9,4 miliardi di EUR, come parte del terzo pilastro del piano di ripresa per l’Europa in linea con le recenti richieste politiche del CdR; sottolinea che tale programma deve rimanere un impegno costante a tutela della salute nel bilancio dell’UE e non deve costituire semplicemente uno strumento temporaneo nel quadro del QFP 2021-2027;

27.

chiede un ulteriore rafforzamento degli aspetti regionali e locali delle misure relative alla salute, in particolare per quanto concerne l’assistenza sanitaria transfrontaliera e delle regioni ultraperiferiche, e osserva che, a causa della natura decentrata di alcuni sistemi sanitari, gli Stati membri e la Commissione europea devono coinvolgere maggiormente i governi regionali nelle risposte sanitarie di emergenza e seguire le loro indicazioni riguardo all’assegnazione dei fondi;

28.

accoglie con favore il rafforzamento di rescEU per un importo di 2 miliardi di EUR, volto a sviluppare una capacità permanente di gestione di tutti i tipi di crisi, in particolare creando infrastrutture di risposta alle emergenze, capacità di trasporto e squadre di sostegno di emergenza. Insiste sul fatto che uno strumento una tantum e temporaneo non sarà sufficiente e che occorre un impegno a lungo termine con una dotazione aumentata; plaude all’impegno, assunto dalla Commissione per essere preparata ad eventuali nuove crisi, a trarre insegnamenti dalla pandemia in atto e a rafforzare alcuni programmi, tra cui, ma non solo, rescEU e Orizzonte Europa;

29.

concorda sulla necessità di sviluppare ulteriormente le capacità di risposta dell’UE alle emergenze e alle catastrofi e sostiene la proposta della Commissione di rafforzare i suoi strumenti di emergenza, quali il Fondo di solidarietà dell’UE e la riserva di solidarietà e per gli aiuti d’urgenza, e di renderli più flessibili. Sottolinea, tuttavia, che le misure e gli strumenti proposti devono tenere conto anche delle esigenze e delle circostanze a livello locale e regionale, specialmente nelle zone particolarmente vulnerabili come le regioni ultraperiferiche;

30.

ricorda il valore aggiunto dei territori rurali per assicurare la riuscita del progetto europeo e, in particolare, per far fronte a situazioni estreme. Le regioni e gli enti locali mettono a punto soluzioni innovative e soddisfano i bisogni essenziali in materia di sicurezza alimentare in Europa, anche per il resto della popolazione europea. L’attuale emergenza richiede dei cambiamenti del paradigma sociale, economico e territoriale per colmare il divario, migliorare i collegamenti e promuovere la cooperazione tra aree urbane e rurali;

31.

si rammarica della proposta della Commissione volta a ridurre il bilancio del FEASR rispetto al periodo di programmazione precedente, una scelta che è in contrasto con l’obiettivo della coesione territoriale dell’UE. Accoglie con favore i 15 miliardi di EUR di sostegno supplementare previsti per lo sviluppo rurale; sottolinea, tuttavia, che tale lieve aumento non compensa la riduzione del 28 % del bilancio del FEASR proposta dalla Commissione nel 2018; si rammarica inoltre del fatto che la Commissione europea, nella proposta riveduta di QFP, abbia ridotto il finanziamento della politica agricola comune del 9 % rispetto al QFP per il periodo 2014-2020;

32.

chiede di rafforzare la dotazione finanziaria del POSEI, che prevede misure specifiche in materia di agricoltura a favore delle regioni ultraperiferiche dell’Unione, non accogliendo quindi la riduzione proposta dalla Commissione per il periodo 2021-2027;

33.

sottolinea che i finanziamenti per il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale devono rispecchiare le esigenze e l’ambizione della strategia «Dal produttore al consumatore» e di quella per la biodiversità recentemente pubblicate e sostenere gli agricoltori e le zone rurali nel realizzare i cambiamenti strutturali necessari per una transizione verso sistemi alimentari più sostenibili; la strategia per la biodiversità, tuttavia, necessita di strumenti concreti e di finanziamenti consistenti, e deve essere elaborata insieme alle regioni e alle città, che devono anch’esse contribuire alla sua attuazione;

34.

ribadisce la forte opposizione alle soluzioni proposte dalla Commissione europea che determinano un ulteriore peggioramento, rispetto ad oggi, della situazione degli enti locali e regionali per quanto riguarda i tempi di utilizzo degli stanziamenti annuali dai programmi UE, come pure la quota di prefinanziamento e in particolare di cofinanziamento dei progetti;

35.

accoglie con favore l’aumento di 10,5 miliardi di EUR, rispetto all’ultima proposta di QFP, per lo strumento per il vicinato, lo sviluppo e la cooperazione internazionale (NDICI), che ne porta la dotazione a 86 miliardi di EUR, di cui 1 miliardo sarà già messo a disposizione nel 2020;

36.

sostiene l’intenzione di stimolare la crescita dopo la pandemia investendo nelle infrastrutture critiche di trasporto e nelle connessioni transfrontaliere per promuovere la transizione verde verso una mobilità a zero emissioni, in particolare costruendo un milione di punti di ricarica per veicoli elettrici. Osserva che la disponibilità di carburanti puliti è importante per la coesione territoriale e sociale e che la diminuzione della domanda nelle zone rurali e insulari dovrebbe essere compensata da un regime speciale, analogo al programma WiFi4EU per le zone rurali;

37.

deplora che la base generale del nuovo programma Diritti e valori, inteso a finanziare gli sforzi volti a proteggere i diritti fondamentali e i valori dell’UE e a incoraggiare la cittadinanza europea attiva, non sia stata aumentata per far fronte alle enormi sfide che si profilano in questo ambito in alcuni Stati membri;

38.

ricorda che il Green Deal è stato concepito come una strategia di trasformazione che protegge l’ambiente e, di conseguenza, i nostri mezzi di sussistenza; sottolinea che le energie rinnovabili, le tecnologie pulite, l’economia circolare e la trasformazione digitale rappresentano una grande opportunità economica e industriale per generare crescita e occupazione e creare un nuovo modello di prosperità;

39.

esprime il proprio pieno sostegno all’attuazione del Green Deal e allo sviluppo del Patto per il clima attraverso misure e iniziative coordinate e trasversali che garantiscano la debita considerazione della governance multilivello e della diversità territoriale, come pure il rispetto del principio per cui nessuna persona o regione può essere lasciata indietro; ritiene che le regioni e le città siano in una buona posizione per accelerare il processo attraverso una serie di attività, tra cui gli appalti pubblici, la ristrutturazione degli edifici, i trasporti puliti, una migliore gestione dei rifiuti, una maggiore digitalizzazione e una trasformazione sostenibile del turismo;

40.

in tale contesto, chiede strumenti aggiuntivi che garantiscano agli enti locali e regionali un accesso diretto ai fondi UE per le loro azioni sostenibili nell’ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale, come ad esempio l’attuale strumento European City Facility nel quadro del programma Orizzonte 2020;

41.

chiede un uso più flessibile delle nuove risorse del QFP al fine di valutare e adeguare i costi effettivi associati alla transizione verso lo sviluppo sostenibile e una ripresa verde, e incoraggia il lancio di iniziative per l’innovazione attuate in collaborazione tra settore pubblico e privato sotto la guida di città e regioni;

42.

raccomanda che i finanziamenti dell’UE siano sempre sottoposti a una valutazione dell’impatto sul clima e sulla sostenibilità. Le sovvenzioni, gli aiuti e i programmi di sostegno che, direttamente o indirettamente, risultano dannosi per l’ambiente dovrebbero essere riesaminati per verificarne la coerenza con gli obiettivi in materia di clima e sostenibilità;

43.

è preoccupato per la carenza di investimenti nella trasformazione verde, stimata di recente a 470 miliardi di EUR all’anno; sottolinea che è urgente elaborare un piano dettagliato sulle modalità per finanziare questa enorme lacuna;

44.

accoglie con favore l’«ondata di ristrutturazioni» proposta e chiede finanziamenti adeguati e la partecipazione dell’intera catena del valore al fine di stimolare la ripresa. Tenuto conto delle profonde differenze tra i territori, si dovrebbe concedere maggiore autonomia alle regioni e alle città nella pianificazione e, in particolare, nella fase di attuazione dei loro piani, nonché un accesso diretto ai Fondi strutturali e di investimento europei. Anche la formazione e la condivisione delle conoscenze dovrebbero far parte del quadro europeo per promuovere sinergie da sfruttare e per aumentare l’efficienza nell’uso dei fondi.

Un’Unione orientata al futuro

45.

accoglie con favore il rafforzamento di Orizzonte Europa con 7,8 miliardi di EUR, di Europa digitale con 1,5 miliardi e della sezione Trasporti del meccanismo per collegare l’Europa (MCE) con 1,5 miliardi di EUR. I fondi supplementari per la ricerca, in particolare per quanto riguarda la salute, l’economia verde e il Consiglio europeo per l’innovazione, hanno chiaramente un impatto a livello locale; sottolinea al riguardo che numerosi enti regionali sono responsabili degli istituti di istruzione superiore e di ricerca e possono quindi trarre vantaggio, in via indiretta, da tali programmi; mette in rilievo la necessità di assegnare i finanziamenti per la ricerca secondo criteri di concorrenza per poter competere a livello globale nel campo della ricerca e dell’innovazione e per rafforzare i gruppi di ricerca europei;

46.

è preoccupato, tuttavia, per il persistere dei tagli alle sezioni dedicate all’energia e al digitale dell’MCE;

47.

accoglie con favore le proposte della Commissione europea per il Fondo sociale europeo Plus, intese a rafforzare il sostegno alle misure in materia di disoccupazione giovanile e povertà infantile e a concentrarsi maggiormente sul sostegno della forza lavoro in vista delle transizioni verde e digitale, come pure il raddoppio della dotazione per il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG);

48.

accoglie con favore la proposta della Commissione di rafforzare, almeno in piccola parte, gli investimenti nei giovani e nei settori culturali e creativi aggiungendo 3,4 miliardi di EUR al programma Erasmus e 150 milioni di EUR al programma Europa creativa; esprime preoccupazione, tuttavia, per il fatto che tali aumenti sono ancora inferiori alle proposte della Commissione del maggio 2018 e conferma la sua richiesta di triplicare il numero di partecipanti al programma Erasmus (1) e di destinare 2 miliardi di EUR al programma Europa creativa (2);

49.

plaude alla speciale attenzione rivolta alla cultura, al patrimonio culturale, ai settori audiovisivo e creativo che, insieme al turismo, sono stati fortemente colpiti dalla crisi, e sostiene l’idea che possano beneficiare dell’iniziativa REACT-UE.

50.

chiede un quadro adeguato per le regioni caratterizzate da una scarsa diversificazione economica e specializzate nei settori più colpiti dall’impatto della crisi della Covid-19 nel contesto del piano di ripresa economica dell’UE, a breve, medio e lungo termine;

51.

sottolinea l’importanza di rivedere le politiche di istruzione dell’UE, nonché l’esigenza di aggiornare il piano d’azione per l’istruzione digitale necessario per il dopo Covid-19 al fine di aiutare le regioni, in particolare quelle meno sviluppate, a essere ben preparate e attrezzate per l’istruzione digitale, il che aiuterebbe, da questo punto di vista, le zone interessate dal divario digitale.

Piano di investimenti per un’Europa sostenibile (3)

52.

ritiene che la crisi provocata dalla pandemia di Covid-19 non debba interferire con le ambizioni dell’Europa di attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ambizioni che sono realistiche solo se accompagnate da mezzi finanziari adeguati e da un appropriato quadro normativo e di bilancio;

53.

accoglie con favore l’ambizione della Commissione di mobilitare 1 000 miliardi di EUR di investimenti privati e pubblici nel prossimo decennio, ma teme che: a) questo importo rappresenti solo una parte relativamente ridotta degli investimenti complessivi necessari che la stessa Commissione europea stima a 260 miliardi l’anno entro il 2030; b) tale stima sia limitata agli investimenti in materia di clima ed energia, e dunque il conseguimento di obiettivi più ampi nel campo della sostenibilità, compresi gli investimenti nel capitale sociale e umano, richiederebbe importi anche più elevati; c) la cifra complessiva di 1 000 miliardi non sia basata, in ampia misura, su nuovi finanziamenti o iniziative «supplementari», ma piuttosto su politiche e strumenti dell’UE già in atto o programmati;

54.

deplora il fatto che l’importo complessivo del piano sembri sovrastimato, mentre il piano stesso appare sottofinanziato e limitato nella sua portata, poiché trascura gli aspetti socioeconomici fondamentali;

55.

sottolinea che, dall’energia ai trasporti o agli alloggi, gli enti locali e regionali sono attori fondamentali ai fini della realizzazione degli investimenti necessari per la transizione verso la sostenibilità; ritiene pertanto che gli obiettivi del piano non possano essere conseguiti senza un effettivo coinvolgimento di tali enti, e si rammarica che la Commissione sembri non tenere conto di questa realtà;

56.

ritiene che gli investimenti nella transizione verso un modello economico sostenibile richiedano un sistema finanziario e fiscale che incentivi gli investitori ad effettuare investimenti sostenibili; accoglie con favore, a tale proposito, il costante lavoro della Commissione in materia di finanza sostenibile, ma ricorda la necessità di ampliare rapidamente il quadro normativo per coprire anche la sostenibilità sociale (4);

57.

è fermamente convinto che, attraverso opportuni segnali di prezzo, la tassazione possa indurre comportamenti sostenibili da parte dei produttori, degli utilizzatori e dei consumatori; esorta pertanto il Consiglio ad adottare rapidamente la proposta legislativa relativa all’imposta sul valore aggiunto (IVA), in modo che gli Stati membri possano fare un uso più mirato delle aliquote IVA per riflettere le accresciute ambizioni ambientali;

58.

esprime cautela per quanto riguarda i piani della Commissione volti a introdurre nuove norme in materia di appalti pubblici verdi; anche se possono costituire uno strumento utile a questo proposito, va detto che molte autorità pubbliche stanno ancora lavorando per adeguarsi al quadro vigente a seguito della riforma del 2014, per cui ulteriori requisiti legislativi dovrebbero essere semplici ma efficaci (5); accoglie con favore l’indicazione della Commissione secondo cui i futuri orientamenti riveduti sugli aiuti di Stato consentiranno un’ulteriore flessibilità per permettere alle autorità pubbliche di incoraggiare e accompagnare la transizione verso un modello economico sostenibile;

59.

è fermamente convinto che, tenendo conto degli insegnamenti tratti dalla loro sospensione in risposta alla crisi della Covid-19, le norme di bilancio dell’UE dovrebbero integrare meglio gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine dell’UE;

60.

sottolinea la necessità di compiere sforzi mirati, nel quadro di un impegno concertato di tutte le istituzioni dell’UE, per comunicare in modo facilmente accessibile le nuove opportunità offerte dal QFP ai cittadini e anche al milione di politici eletti a livello locale e regionale nell’UE.

Bruxelles, 2 luglio 2020

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Apostolos TZITZIKOSTAS


(1)  Parere del Comitato europeo delle regioni — Erasmus — Programma per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport (GU C 168 del 16.5.2019, pag. 49).

(2)  Parere del Comitato europeo delle regioni su «Europa creativa e Una nuova agenda europea per la cultura»GU C 168 dem 16.5.2019, pag. 37).

(3)  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni Piano di investimenti per un’Europa sostenibile — Piano di investimenti del Green Deal europeo [COM(2020) 21 final].

(4)  Parere del Comitato europeo delle regioni — Piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile (GU C 86 del 7.3.2019, pag. 24).

(5)  Parere del Comitato europeo delle regioni — Relazione sull’attuazione delle direttive sugli appalti pubblici (GU C 39 del 5.2.2020, pag. 43).