29.4.2020   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 141/1


Risoluzione del Comitato europeo delle regioni — Strategia annuale di crescita sostenibile 2020

(2020/C 141/01)

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR),

vista la comunicazione della Commissione europea Strategia annuale di crescita sostenibile 2020 (1);

vista la propria risoluzione del 9 ottobre 2019 sul tema Il semestre europeo 2019 e la prospettiva dell’analisi annuale della crescita 2020 (2);

Integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nel semestre europeo

1.

accoglie con favore la strategia annuale di crescita sostenibile 2020 quale punto di partenza per l’integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nel semestre europeo, giacché fornisce a quest’ultimo il necessario orizzonte a lungo termine e una prospettiva più vasta che va al di là delle preoccupazioni puramente economiche;

2.

ritiene che per utilizzare la strategia annuale di crescita sostenibile come strumento di coordinamento delle politiche per attuare il Green Deal europeo sarà necessario un profondo cambiamento nella governance e nella mentalità che accompagnano il processo del semestre europeo nel suo complesso, oltre a un riorientamento del semestre in funzione della titolarità sul campo;

3.

sottolinea che per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile è necessario affrontare con un approccio onnicomprensivo tutte le dimensioni dello sviluppo sostenibile (competitività, inclusività, ambiente, buon governo), che sono più ampie del Green Deal; per perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile sarà necessaria la coerenza strategica nella gestione dei compromessi e delle sfide distributive. Ciò comprende anche il rafforzamento delle dimensioni culturali e sociali della creazione di conoscenze, della loro condivisione, e dell’innovazione. Il semestre europeo dovrebbe consentire a tutti i livelli di governo e ai soggetti interessati pertinenti, che operano in partenariato, di individuare e affrontare tali compromessi, evitando una mentalità a compartimenti stagni e garantendo la coerenza, nonché integrando gli obiettivi di sviluppo sostenibile in tutti i settori di intervento;

4.

accoglie con favore l’annuncio secondo cui le relazioni per paese e i programmi nazionali di riforma avranno sezioni specifiche per il monitoraggio degli obiettivi di sviluppo sostenibile e la valutazione delle politiche correlate, e le raccomandazioni specifiche per paese tratteranno i contributi specifici dei paesi agli obiettivi di sviluppo sostenibile; nota che l’integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nel semestre europeo deve tenere conto dei diversi punti di partenza territoriali e richiede una base statistica adeguata per monitorare gli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello regionale;

5.

chiede un calendario chiaro e traguardi chiari, temporalmente definiti e misurabili, per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile riguardo le azioni previste sia nell’ambito del Green Deal che della strategia annuale di crescita sostenibile; sottolinea che la definizione di tali obiettivi e calendari dovrebbe avvenire attraverso un processo misto dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto, in cui tutti i livelli di governo e le parti interessate dovrebbero lavorare in partenariato;

6.

condivide l’orientamento generale delle raccomandazioni rivolte agli Stati membri della zona euro, ma osserva che esse forniscono solo un sostegno modesto alle aspirazioni in materia di inverdimento e di integrazione veicolate dagli obiettivi di sviluppo sostenibile e dal Green Deal e che non pongono un accento sufficiente sulle sfide politiche derivanti dalle effettive differenze territoriali tra i punti di partenza;

7.

osserva che il piano di investimenti per un’Europa sostenibile mira a mobilitare 1 000 miliardi di euro di investimenti sostenibili nel prossimo decennio; si rammarica tuttavia del fatto che tale piano consista per lo più di un insieme di misure, iniziative e strumenti di finanziamento preesistenti o già pianificati, raccolti adesso sotto un’unica voce; teme pertanto che detto piano possa non essere in grado di mobilitare le risorse finanziarie e il coordinamento necessari per garantire un’efficace realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile in Europa entro il 2030; in quest’ottica, chiede un’ulteriore valutazione dei costi effettivi associati alla transizione verso lo sviluppo sostenibile e un piano più dettagliato sul finanziamento di tali costi; bisognerebbe dedicare speciale attenzione alla promozione di iniziative di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato in materia di innovazione sotto la guida delle città e delle regioni;

8.

sottolinea la necessità di rivedere il Patto di stabilità e crescita onde consentire una contabilità differenziata delle risorse necessarie a finanziare gli investimenti pubblici di tutti i livelli di governo rivolti ad attuare il Green Deal;

9.

condivide il giudizio secondo cui le riforme strutturali negli Stati membri, nei settori strategici pertinenti per la realizzazione degli obiettivi del trattato e delle politiche dell’UE, sono fondamentali per la convergenza e la competitività dell’UE, anche sul piano dell’approfondimento del mercato unico. Il semestre europeo fornisce un quadro utile per promuovere tali riforme, purché il campo di applicazione delle riforme strutturali ammissibili ai finanziamenti dell’UE sia definito conformemente al principio di sussidiarietà e a condizione che gli enti locali e regionali siano coinvolti in tale processo in qualità di partner a pieno titolo.

La dimensione territoriale del semestre europeo

10.

si compiace dell’attenzione dedicata alle crescenti disparità regionali e alle relative sfide per la crescita e la coesione tra gli Stati membri e al loro interno; sottolinea che le differenze tra i punti di partenza incidono pesantemente sul modo in cui gli Stati membri e le loro regioni concepiscono e attuano le rispettive politiche in materia di sostenibilità; rileva che le differenze territoriali dovrebbero essere affrontate mediante politiche basate sul territorio, sostenute da valutazioni d’impatto territoriale;

11.

mette in evidenza l’aumentata rilevanza delle relazioni per paese, in particolare dell’allegato D, che fornirà orientamenti per le politiche di investimento a livello regionale e locale, comprese quelle finanziate nell’ambito della politica di coesione e del Fondo per una transizione giusta; rileva che, in base ai risultati di un’indagine condotta dal CdR presso le associazioni nazionali che rappresentano le città e le regioni dinanzi ai loro governi nazionali, gli enti locali e regionali non sono stati sufficientemente coinvolti dai rispettivi governi nazionali nella preparazione e nella discussione dell’allegato D a livello politico, e che spesso l’allegato D non fornisce un quadro preciso del loro fabbisogno di investimenti;

12.

ribadisce l’esigenza di una coerenza e di un coordinamento forti tra il semestre europeo e la politica di coesione, per conseguire gli obiettivi di sostenibilità e di inclusione sociale del Green Deal; i costi della transizione verso lo sviluppo sostenibile non devono essere a carico dei più vulnerabili; pertanto, il meccanismo per una transizione giusta deve fornire un sostegno su misura alle persone e alle regioni più colpite, in particolare a quelle che dipendono fortemente dai combustibili fossili — come le regioni con sistemi energetici isolati — e dalle industrie ad alta intensità energetica, nonché a quelle che stanno subendo le conseguenze sociali ed economiche del cambiamento di modello energetico dopo aver rispettato gli impegni presi per la decarbonizzazione; accoglie inoltre con favore la governance, basata sul regolamento recante disposizioni comuni, del Fondo per una transizione giusta, e chiede criteri di ripartizione chiari e obiettivi.

La dimensione sociale del semestre europeo

13.

sostiene l’integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nella pianificazione per la strategia economica sostenibile, in particolare perché la realizzazione degli obiettivi corrisponde in gran parte all’attuazione dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali; si compiace pertanto della recente comunicazione Un’Europa sociale forte per transizioni giuste (3), e chiede una rapida presentazione del piano d’azione per l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali;

14.

invita la Commissione a proporre ulteriori azioni per ridurre il divario di genere nei livelli di occupazione e di retribuzione;

15.

accoglie con favore l’inclusione di una dimensione regionale nell’ultima relazione comune sull’occupazione, che si richiama al Quadro europeo di valutazione della situazione sociale regionale del CdR del settembre 2019;

16.

condivide la preoccupazione della Commissione per gli effetti negativi dell’invecchiamento della popolazione e di altre sfide demografiche (come la bassa densità della popolazione e la sua dispersione, la diminuzione del numero di giovani e l’abbassamento del tasso di natalità) e la invita a tenere conto dei suggerimenti avanzati nel proprio parere sul tema Cambiamenti demografici: proposte per misurare e contrastare gli effetti negativi nelle regioni dell’UE e in quello sul tema Risposta dell’UE alla sfida demografica.

La governance del semestre europeo

17.

osserva che il modello di crescita dell’UE potrà contribuire con successo alle finalità generali sancite dagli obiettivi di sviluppo sostenibile e dal Green Deal solo se viene garantito un adeguato coordinamento con gli enti locali e regionali. Ribadisce la necessità di accrescere la titolarità del semestre europeo sul campo, per renderlo più efficace a fronte del nuovo e ambizioso obiettivo dell’UE di perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile, anche perché, secondo l’OCSE, il 65 % dei 169 traguardi degli obiettivi di sviluppo sostenibile non può essere raggiunto senza un pieno coinvolgimento degli enti locali e regionali e un pieno coordinamento con essi. Affinché il semestre europeo possa tener fede alle sue promesse, occorrerebbe coinvolgere in veste di partner tutti i livelli di governo e le parti interessate, andando oltre le attuali pratiche che sono principalmente basate su consultazioni nelle ultime fasi del processo relativo al semestre. Questo approccio di partenariato dovrebbe essere adottato con urgenza e dovrebbe portare alla localizzazione dell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile tramite finalità e traguardi basati sul territorio, da raggiungere secondo i relativi calendari; ciò richiede una maggiore concentrazione sugli impegni operativi nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile, e valutazioni volontarie locali dei processi di attuazione di tali obiettivi;

18.

sottolinea che il semestre europeo fornisce attualmente orientamenti sulla programmazione degli investimenti che saranno cofinanziati dai fondi strutturali e di investimento europei, oltre che sullo strumento di bilancio per la convergenza e la competitività che è stato proposto. Segnala tuttavia il rischio che l’approccio centralizzato dall’alto che è proprio del semestre europeo imponga vincoli eccessivi all’approccio decentrato dal basso e alle politiche basate sul territorio della politica di coesione dell’UE; chiede inoltre che vi sia coerenza tra l’approccio di programmazione pluriennale della politica di coesione e il semestre europeo;

19.

invita l’UE a coordinare efficacemente i processi di governance del semestre europeo e la politica di coesione dell’UE sulla base dei medesimi principi di partenariato e di governance multilivello; ricorda il proprio parere sui legami tra la politica di coesione e il semestre europeo; rinnova la propria proposta di un codice di condotta (4), volto a coinvolgere gli enti locali e regionali nel semestre europeo come partner a pieno titolo, che sia simile al codice di condotta sul partenariato di cui al regolamento recante disposizioni comuni per il periodo 2014-2020; sottolinea l’esigenza di promuovere il ricorso alle politiche finanziate dall’UE per lo sviluppo di capacità da parte degli enti locali e regionali, e ricorda il proprio recente parere su tale argomento (5); si rammarica che la relazione annuale di monitoraggio sull’attuazione del programma di sostegno alle riforme strutturali del 2018 non fornisca dati sul ricorso al programma da parte degli enti locali e regionali;

20.

osserva inoltre che gli stessi obiettivi di sviluppo sostenibile richiedono un coinvolgimento attivo delle parti interessate, compresi gli enti locali e regionali. Occorrerebbe pertanto che, al termine del mandato della piattaforma multilaterale sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, venissero definite nuove forme, non meno ambiziose, di coinvolgimento delle parti interessate nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, anche attraverso il semestre europeo;

21.

incarica il proprio presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione europea, al Parlamento europeo, alla presidenza croata del Consiglio dell’UE e al presidente del Consiglio europeo.

Bruxelles, 12 febbraio 2020

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Apostolos TZITZIKOSTAS


(1)  https://ec.europa.eu/info/publications/2020-european-semester-annual-sustainable-growth-strategy_it

(2)  https://webapi2016.cor.europa.eu/v1/documents/cor-2019-03856-00-00-res-tra-it.docx/content

(3)  COM(2020) 14 final.

(4)  Parere del Comitato europeo delle regioni — Migliorare la governance del semestre europeo: un codice di condotta per il coinvolgimento degli enti locali e regionali. Relatore Rob Jonkman (NL/ECR). Adottato l’11 maggio 2017 (GU C 306 del 15.9.2017, pag. 24).

(5)  Parere del Comitato europeo delle regioni — Migliorare la capacità amministrativa degli enti locali e regionali per rafforzare gli investimenti e le riforme strutturali nel periodo 2021-2027. Relatrice Manuela Bora (IT/PSE). Adottato il 4 dicembre 2019 (GU C 79 del 10.3.2020, pag. 25).