15.1.2020   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 14/34


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Dieci anni di partenariato orientale: riflettere sui risultati e definire la futura politica del PO»

(parere d’iniziativa)

(2020/C 14/04)

Relatrice: Indrė VAREIKYTĖ

Decisione dell’Assemblea plenaria

20.2.2019

Base giuridica

Articolo 32, paragrafo 2, del Regolamento interno

Parere d’iniziativa

Sezione competente

Relazioni esterne

Adozione in sezione

5.9.2019

Adozione in sessione plenaria

26.9.2019

Sessione plenaria n.

546

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

155/3/6

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene che il partenariato orientale (PO) sia un’iniziativa dell’UE estremamente necessaria e potenzialmente efficace e chiede che il neoeletto Parlamento europeo e la Commissione europea si impegnino pienamente in tale processo. Per parte sua, inoltre, il CESE si impegna a continuare a partecipare attivamente alla costruzione di società più forti e democratiche nei paesi vicini (1).

1.2.

Mentre i principali risultati conseguiti finora dal PO sono gli accordi di associazione (AA), compresa la zona di libero scambio globale e approfondita (DCFTA) e gli accordi di esenzione dal visto con la Georgia, la Repubblica di Moldova e l’Ucraina (paesi che compongono il «trio associato»), si prevede che il partenariato registri progressi più consistenti e mirati nel prossimo decennio.

1.3.

Il CESE sottolinea che, se da un lato il trio associato ha compiuto progressi più significativi e ha manifestato una maggiore volontà di effettuare delle riforme, insieme con l’Armenia che ne ha seguito il buon esempio, in Bielorussia e in Azerbaigian, invece, si è per lo più assistito a una notevole stagnazione e, in alcuni casi, a un ulteriore allontanamento dalla definizione di democrazia.

1.4.

Il CESE ritiene che l’UE sia innanzitutto un’unione di valori e che, pertanto, anche le relazioni con i paesi vicini dovrebbero basarsi su questi stessi valori ed essere subordinate al loro rispetto.

1.5.

Il CESE individua le seguenti sfide principali da affrontare nell’ambito del PO: effettiva attuazione degli AA/DCFTA e di altri impegni correlati, rafforzamento dello Stato di diritto, attuazione di riforme giudiziarie e lotta alla corruzione; ulteriore protezione dell’ambiente e impegno attivo contro i cambiamenti climatici; aumento della resilienza sociale contrastando le minacce ibride e la disinformazione; rafforzamento di un contesto favorevole alla società civile e all’attività di media liberi e indipendenti; un più forte impegno dell’UE per contribuire a migliorare la vita dei cittadini colpiti dai conflitti nella regione.

1.6.

Per il prossimo periodo del PO il CESE raccomanda alla Commissione di fissare obiettivi e risultati specifici per ciascun paese partner. La partecipazione della società civile a questo processo sarà fondamentale per disporre di un ulteriore strumento che consenta di monitorare attivamente i progressi compiuti.

1.7.

Il CESE suggerisce di fissare un calendario per effettuare delle valutazioni obbligatorie consecutive dei progressi compiuti, così da incoraggiare i governi dei paesi del PO a dotarsi di piani propri, oltre alle tabelle di marcia bilaterali, e a pianificare e monitorare l’attuazione degli obiettivi e il conseguimento dei risultati.

1.8.

Il CESE raccomanda inoltre di aumentare progressivamente la quantità di indicatori e di dati che i paesi del PO sono tenuti a trasmettere ad Eurostat.

1.9.

Alla luce della disinformazione promossa dal governo russo e delle aggressive campagne condotte da Cina e Russia per i loro progetti di investimento, come pure di altre minacce presenti nella regione, le istituzioni dell’UE devono ripensare la strategia di comunicazione destinata alla regione del PO in modo da riuscire a raggiungere i cittadini di tali paesi.

1.10.

Il CESE ritiene che siano necessari maggiori sforzi e strumenti per migliorare le competenze delle organizzazioni della società civile, dei funzionari pubblici e dei dirigenti politici dei paesi del PO, nonché per sviluppare le capacità dei sindacati e delle associazioni imprenditoriali.

1.11.

Il CESE ritiene che occorra dare maggiore priorità alle iniziative volte a colmare le carenze in termini di competenze e a rimediare agli squilibri tra domanda e offerta di competenze nei paesi del PO, a migliorare l’efficacia generale dell’istruzione e a rafforzare i legami tra istruzione, ricerca e innovazione, al fine di intensificare la cooperazione tra il settore pubblico e quello privato.

1.12.

Anche se gli scambi tra i paesi del PO e gli Stati membri dell’UE stanno aumentando, occorrerebbe rafforzare il commercio intraregionale, così da assicurare la diversificazione e la sostenibilità del reddito da attività commerciali.

1.13.

Il CESE è fermamente convinto che in ciascuno dei paesi del PO debba esistere un quadro giuridico obbligatorio che consenta alla società civile di accedere alle informazioni, di chiamare il governo a rendere conto del suo operato e di partecipare ai processi di definizione delle politiche.

1.14.

Il CESE sostiene con convinzione la proposta di instaurare un dialogo rafforzato sulle riforme legate agli AA/DCFTA tra l’UE e il «trio associato», come pure di inserire elementi comparativi nelle raccomandazioni specifiche per paese relative agli AA e di sincronizzare la loro pubblicazione per stimolare una sana competizione.

2.   Osservazioni generali

2.1.

Avviato nel 2009 come iniziativa politica congiunta, il PO mira ad approfondire e consolidare le relazioni tra l’Unione europea, i suoi Stati membri e sei suoi vicini orientali: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina.

2.2.

In tale quadro, tutti i paesi partner hanno convenuto di apportare benefici tangibili alla vita quotidiana dei loro cittadini consolidando le istituzioni e il buon governo, garantendo lo Stato di diritto e la sua applicabilità, attuando riforme giudiziarie fondamentali, combattendo la corruzione; accrescendo l’impegno con la società civile, favorendo l’emancipazione delle donne e assicurando l’equilibrio di genere, rafforzando la comunicazione strategica e sostenendo la pluralità e l’indipendenza dei media; favorendo la crescita delle piccole e medie imprese, attraendo gli investimenti, creando posti di lavoro di qualità in nuovi settori, rafforzando le opportunità commerciali mediante l’accesso a nuovi mercati; migliorando i collegamenti di trasporto e le infrastrutture, promuovendo la resilienza e l’efficienza energetica nonché l’utilizzo delle energie rinnovabili; e investendo nelle competenze, nell’imprenditorialità e nell’occupabilità dei giovani.

2.3.

Sebbene i tre AA/DCFTA e gli accordi di esenzione dal visto con gli Stati firmatari rappresentino indubbiamente dei lodevoli passi avanti, i progressi generali osservati nella maggior parte dei settori summenzionati sono purtroppo modesti e nessuno dei risultati specifici precedentemente stabiliti è stato pienamente raggiunto.

2.4.

Il CESE ritiene che l’UE sia innanzitutto un’unione di valori (2) e che, pertanto, anche le sue relazioni con i paesi vicini dovrebbero essere basate su questi stessi valori. Nel quadro del PO dovrebbe essere prevista una maggiore condizionalità, e andrebbero concordati percorsi chiari con i paesi partner per garantire i diritti umani, le libertà civili, dei media e della stampa, lo Stato di diritto, la governance trasparente, la parità di genere, il dialogo sociale, la protezione dell’ambiente e altri valori di base, senza i quali l’Europa di oggi sarebbe inimmaginabile. Quando le democrazie confinanti con l’UE raggiungeranno un piano di parità con quest’ultima, sarà l’intera regione a trarne il massimo beneficio. Gli Stati partner dovrebbero anche presentare un calendario per la ratifica di tutti i 18 trattati internazionali in materia di diritti umani (3) nonché per l’acquisizione (o il mantenimento) del livello «A» conferito dall’Alleanza globale delle istituzioni nazionali per i diritti umani (4).

2.5.

Il CESE riconosce la necessità di risultati chiari e misurabili e, per il prossimo periodo del PO, raccomanda alla Commissione di fissare obiettivi e risultati specifici per ciascun paese partner. È fondamentale garantire che gli obiettivi e i risultati futuri si concentrino non solo sugli indicatori economici, ma anche sulla prosperità e sul benessere della società. Un’attenzione esclusiva per lo sviluppo economico ha dimostrato di non produrre i risultati attesi. Ad esempio, l’importo totale delle sovvenzioni dell’UE per l’Ucraina raggiungerà i 4,8 miliardi di EUR entro il 2020 (5), ma il paese continua ad essere il più povero della regione.

2.6.

Inoltre, per rendere le riforme pianificate meno vulnerabili ai cicli elettorali e ai cambiamenti politici, sarà fondamentale garantire la partecipazione della società civile a questo processo. Il processo di trasformazione e l’attuazione delle riforme necessarie possono essere realizzati solo coinvolgendo le parti sociali e le organizzazioni della società civile nel processo legislativo, nelle riforme e nella loro attuazione. A tal fine, le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni di sostegno alle imprese dovrebbero partecipare ai processi di progettazione e attuazione delle strategie per lo sviluppo economico e la cooperazione regionale.

2.7.

Per essere pienamente realizzati e sostenibili, i risultati previsti necessitano di una forte titolarità locale. Se gli obiettivi non sono individuati, discussi, sostenuti e attuati in collaborazione con la società civile locale, le conquiste ottenute rischiano di essere facilmente ribaltate. Inoltre, finora i principali attori responsabili dell’attuazione sono stati la Commissione europea e i ministeri competenti per il PO, mentre i governi — chiamati ad assicurare una costante volontà politica di riforma — non figurano ancora tra gli attori principali quando si tratta di conseguire gli obiettivi (6).

2.8.

Nel pianificare i prossimi obiettivi a lungo termine, maggiore attenzione andrebbe riservata al monitoraggio dei progressi compiuti nella loro attuazione. Finora la valutazione è stata effettuata principalmente dal Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e dalla società civile dei paesi del PO. Il CESE suggerisce di fissare un calendario per effettuare delle valutazioni obbligatorie consecutive dei progressi compiuti, così da incoraggiare i governi del PO a dotarsi di piani propri, oltre alle tabelle di marcia bilaterali, e a pianificare e monitorare l’attuazione degli obiettivi e il conseguimento dei risultati.

2.9.

Il CESE raccomanda di valutare la possibilità di incrementare progressivamente la quantità di indicatori e dati che i paesi del PO sono tenuti a presentare ad Eurostat, così da garantire un più attento monitoraggio dei progressi sul fronte delle riforme chiave e assicurare una valutazione più trasparente e obiettiva. I paesi AA/DCFTA dovrebbero disporre di un calendario chiaro che consenta loro, nel tempo, di allinearsi agli Stati membri per quanto riguarda la trasmissione di dati ad Eurostat.

2.10.

Per valutare l’impatto della partecipazione della società civile alle riforme nei paesi del PO, il CESE propone di elaborare un’analisi comparativa volta a misurare le differenze in termini di risultati ottenuti e di impatto della società civile tra i paesi che dispongono di gruppi consultivi interni (GCI) e il resto dei partner del PO.

2.11.

Il CESE è fermamente convinto che l’attuale priorità del neoeletto Parlamento europeo e della Commissione europea sia quella di raggiungere un consenso sulle prospettive di associazione ed eventualmente di adesione degli Stati del PO che sono disposti e in grado di aderire all’UE nel prossimo futuro. Tuttavia, sia i progressi che la pianificazione in tal senso sono gravemente ostacolati dall’assenza di una visione chiara di quali siano l’obiettivo finale e la ricompensa per tutti gli sforzi compiuti da ciascun paese partner che abbia attuato pienamente gli obiettivi e ottenuto i risultati previsti.

2.12.

Nel più lungo termine, la strategia per il PO dopo il 2020 potrebbe portare alla liberalizzazione di alcuni servizi, compresi quelli finanziari, all’adesione dei paesi associati all’Area unica dei pagamenti in euro (SEPA) e, attraverso gli AA/DCFTA, allo Spazio economico europeo (SEE), nonché alla maggiore integrazione nel campo del mercato digitale, ad esempio per quanto riguarda la trasmissione di dati, e all’estensione della libertà di circolazione ai professionisti mediante la conclusione di accordi con l’UE sul riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali.

2.13.

La promozione dei valori dell’UE è stata ed è tuttora l’idea centrale che ispira la politica del PO. Presso i cittadini dei paesi del PO resta forte il sostegno a un’intensificazione delle relazioni e, col tempo, all’adesione all’UE, ma un cambiamento di mentalità richiede un impegno a lungo termine. Mentre l’importanza di rispettare lo Stato di diritto, pagare le tasse ed evitare l’economia sommersa è riconosciuta dalla maggior parte dei cittadini dell’UE, nei paesi del PO — in ragione della situazione economica — le persone lottano ogni giorno per sopravvivere e, quindi, non ritengono prioritaria l’accettazione di taluni valori dell’Unione.

2.14.

Al fine di migliorare la gestione e l’efficacia dei regimi e degli strumenti di sostegno volti a garantire la partecipazione inclusiva della società civile ai processi generali del PO, si dovrebbe considerare la possibilità di concentrare tali strumenti nell’ambito del CESE, per via delle capacità, dell’esperienza nel settore, della storia istituzionale e della permeabilità alla società senza eguali che esso può vantare.

2.15.

Alla luce dell’impatto enorme sulla società prodotto dalla disinformazione promossa dal governo russo e dalle aggressive campagne condotte da Cina e Russia per i loro progetti di investimento, come pure da altre minacce presenti nella regione, le istituzioni dell’UE devono ripensare la strategia di comunicazione destinata alla regione del PO. Un metodo che ha dimostrato la sua efficacia nel diffondere informazioni sui valori, gli obiettivi, l’impatto e i buoni esempi di cooperazione con l’UE consiste nel responsabilizzare le organizzazioni della società civile locali, semplicemente aiutandole ad accrescere l’impatto del loro lavoro quotidiano.

2.16.

L’UE dovrebbe continuare a contribuire a una soluzione pacifica dei conflitti nella regione del PO. Dovrebbero trovare maggiore diffusione approcci quali il partenariato europeo per la risoluzione pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh (EPNK), nel cui ambito le organizzazioni della società civile degli Stati membri dell’UE e dei paesi del PO hanno unito le loro forze per arrivare ad una comprensione reciproca e infondere fiducia nel processo di risoluzione.

3.   Società

3.1.

I più recenti meccanismi di finanziamento per le organizzazioni della società civile dei paesi del PO pongono una condizione: per permettere alla società civile di contribuire all’attuazione degli accordi di associazione e alle riforme, tali organizzazioni devono diventare agenti dell’UE e talvolta lavorare su argomenti che non sono loro familiari. In ragione di questa situazione, le organizzazioni della società civile si limitano a presentare domanda per i finanziamenti disponibili, anziché concentrarsi sui propri obiettivi e sulle esigenze della società, diventando così un ulteriore prestatore di servizi.

3.2.

Le relazioni e i dati comparativi delle organizzazioni della società civile dell’UE confermano (7) che la maggioranza delle loro omologhe del PO non dispone neppure delle competenze di base in materia di gestione dei progetti, comprese quelle riguardanti la preparazione delle proposte e dei bilanci. Molto importante resta dunque il ruolo delle organizzazioni dell’UE nel produrre risultati in termini di monitoraggio delle riforme, elaborazione di relazioni alternative, analisi su diversi temi e raccomandazioni. Il CESE è del parere che le organizzazioni della società civile meno qualificate dei paesi del PO non andrebbero ignorate o sottovalutate, ma, più semplicemente, che le aspettative nei loro confronti dovrebbero essere realistiche: si tratta infatti di attori importanti nelle loro comunità, ma non è possibile attendersi da loro i medesimi risultati ottenuti dalle organizzazioni europee con esperienza in materia.

3.3.

Il CESE raccomanda dunque alla Commissione di creare, in partenariato con gli Stati membri dell’UE, un programma d’istruzione accessibile incentrato sul miglioramento delle capacità dei rappresentanti delle organizzazioni della società civile, dei funzionari pubblici e dei dirigenti dei paesi del PO. Detto programma, peraltro, potrebbe anche affrontare il vuoto di competenze cui sono confrontati i rappresentanti delle organizzazioni della società civile quando entrano a far parte della pubblica amministrazione, com’è accaduto dopo la rivoluzione della dignità in Ucraina o la rivoluzione di velluto in Armenia.

3.4.

Il CESE ritiene inoltre che occorrerebbe attribuire una chiara priorità ai regimi di sostegno e all’inclusione, nel partenariato, delle organizzazioni giovanili dei paesi del PO, come pure all’ulteriore sostegno della loro partecipazione ai programmi internazionali di cooperazione e mobilità (ad esempio Gioventù in azione ed Erasmus+). L’istituzione, nel resto dei paesi del PO, di scuole europee come quella creata a Tbilisi, in Georgia, potrebbe essere un buon punto di partenza per migliorare il livello di istruzione, ispirandosi agli esempi migliori provenienti dagli Stati membri dell’UE.

3.5.

Il CESE ritiene che l’agenda per la coesione sociale debba sovvenire alle carenze di competenze e agli squilibri tra domanda e offerta di competenze nei paesi del PO, al fine di migliorare l’efficacia generale dell’istruzione, adattando i migliori esempi e sistemi offerti dai loro omologhi dell’UE. La qualità di un’istruzione che consente l’innovazione è ancora scarsa nella regione: occorre pertanto riformare i sistemi di istruzione e coinvolgere le organizzazioni della società civile e gli operatori del settore nell’elaborazione dei programmi di studio. Vanno migliorati i collegamenti tra istruzione, ricerca e innovazione al fine di rafforzare la cooperazione tra il settore pubblico e quello privato (8).

3.6.

Il CESE accoglie con favore il coinvolgimento della Confederazione sindacale internazionale (CSI) e del suo consiglio regionale paneuropeo (PERC), come pure della Confederazione europea dei sindacati (CES), nel rafforzamento delle capacità dei sindacati indipendenti dei paesi del PO. Tali progetti e iniziative sono importanti per la promozione del modello sociale europeo, che comprende il dialogo sociale e la sicurezza sociale come pure la contrattazione collettiva. L’esistenza di forti organizzazioni sindacali indipendenti è fondamentale per realizzare con successo la crescita sostenibile e il progresso sociale derivanti dai processi di trasformazione connessi all’attuazione degli accordi di associazione o di partenariato. La presenza di sindacati forti è anche una condizione preliminare per una società civile incisiva e dinamica.

4.   Economia

4.1.

La costruzione della resilienza economica e il miglioramento della competitività rivestono un ruolo centrale nella cooperazione dell’UE con i paesi del PO, incentrata in particolare su un lavoro comune finalizzato a creare occupazione e a sviluppare economie più solide, diversificate, dinamiche e sostenibili. In questo ambito sono stati compiuti progressi notevoli, compresa l’intensificazione degli scambi commerciali tra tutti i sei paesi partner e l’UE.

4.2.

Il CESE ritiene che gli impegni assunti sul fronte dell’armonizzazione dei mercati digitali nella regione del PO non siano ancora stati efficacemente realizzati, e che ciò ostacoli i progressi e lo sviluppo dei servizi digitali. Al contempo, il CESE plaude al consenso raggiunto sui progetti relativi a un accordo in materia di roaming per la regione entro il 2020, che migliorerebbe non soltanto l’accesso alle comunicazioni per i cittadini, ma potrebbe anche stimolare il turismo e apportare vantaggi economici più ampi.

4.3.

Anche se gli scambi tra i paesi del PO e gli Stati membri dell’UE stanno aumentando, sono necessari maggiori sforzi per consolidare il commercio intraregionale, così da assicurare la diversificazione e la sostenibilità del reddito da attività commerciali.

4.4.

Il CESE è del parere che un’integrazione commerciale regionale che porti a uno spazio economico comune, il roaming gratuito, uno spazio migratorio comune, la sincronizzazione delle reti elettriche, lo sviluppo di fonti energetiche pulite e indipendenti e la conversione degli standard agricoli a quelli dell’UE andrebbero valutati e attuati in quanto progetti economici fondamentali, comuni ai partner orientali e all’UE nel suo insieme.

4.5.

Il CESE sottolinea la necessità di creare associazioni imprenditoriali indipendenti e organizzazioni di sostegno alle imprese nella regione. Tali organizzazioni vanno coinvolte in modo più stretto ed efficace nello sviluppo economico e nell’attuazione della DCFTA. Al contempo, le PMI dei paesi del PO devono creare associazioni e/o organizzazioni generali che rappresentino i loro interessi e le rendano più forti quando dovranno far valere i loro interessi nel processo legislativo e assicurarsi una quota dei mercati locali e dell’UE.

5.   Governance

5.1.

Intensificare le azioni nel settore del consolidamento delle istituzioni e del buon governo è una priorità chiave per l’UE nei paesi del PO in cui ancora sussistono criticità in tal senso. Più specificamente, sono necessari maggiori sforzi sul fronte dello Stato di diritto, dell’attuazione delle principali riforme giudiziarie e della lotta alla corruzione, condizioni imprescindibili per assicurare la fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato, la stabilità a lungo termine e un contesto sicuro per gli investimenti.

5.2.

Il CESE fa presente che solo la Repubblica di Moldova e l’Ucraina dispongono di una legislazione che prevede la consultazione obbligatoria dei cittadini da parte del governo. È necessario un quadro giuridico vincolante che permetta alla società civile di accedere alle informazioni, di chiamare il governo a rendere conto del suo operato e di partecipare ai processi di definizione delle politiche. Inoltre, al fine di rafforzare le organizzazioni della società civile, i governi dei paesi del PO devono impegnarsi per garantire a tali organizzazioni un sostegno più costante e diretto.

5.3.

Per quanto riguarda lo sviluppo delle capacità, nei paesi del PO la presenza di istituzioni efficienti e capaci di realizzare le necessarie riforme è più importante che mai; pertanto, occorrerebbe formalizzare i gemellaggi tra le stesse (ad esempio, creando reti di agenzie per la sicurezza alimentare, di enti di normazione, di agenzie anticorruzione ecc.) e, laddove possibile, assicurare il sostegno dell’UE.

5.4.

Lo sviluppo delle capacità perseguito in modo congiunto, le formule di gemellaggio e di lavoro in rete, la condivisione delle pratiche nonché lo sviluppo di approcci e strumenti comuni potrebbero essere tutti sostenuti attraverso uno strumento di associazione congiunto. Inoltre si potrebbe valutare il finanziamento di gruppi di lavoro dedicati alle riforme, ispirandosi alle modalità messe a punto per l’Ucraina.

5.5.

Il CESE sottolinea altresì la necessità di aiutare i governi e la società civile del PO a mettere a punto gli strumenti necessari a valutare e combattere le disparità di genere. È essenziale garantire che il sostegno concesso agli istituti statali di statistica includa la raccolta di dati statistici sul commercio e il genere, anche attraverso quesiti specifici nei sondaggi per le famiglie e le imprese, nonché indicatori dedicati per monitorare, nel tempo, l’impatto sul commercio.

6.   Connettività

6.1.

La collaborazione dell’UE con i paesi partner finalizzata a migliorare i collegamenti di trasporto e le infrastrutture, a rafforzare la resilienza e l’efficienza energetica nonché l’utilizzo dell’energia rinnovabile per ridurre le emissioni di gas a effetto serra ha registrato progressi notevoli. Ulteriori investimenti in questi settori rafforzeranno lo sviluppo economico sostenibile e apporteranno benefici concreti alla vita dei cittadini, individuando fonti di energia alternative e riducendo la dipendenza energetica — perlopiù da un unico fornitore — e i consumi.

6.2.

Il CESE sottolinea quindi l’importanza di diversificare ulteriormente le fonti di energia, di ridurre le emissioni di CO2 e di introdurre meccanismi nazionali efficaci di monitoraggio delle emissioni, intensificando al contempo le azioni sul fronte della tutela della biodiversità e della gestione sostenibile delle foreste.

7.   Accordi di associazione (AA)/Zona di libero scambio globale e approfondita (DCFTA)

7.1.

Il CESE sostiene con convinzione la proposta di instaurare un dialogo rafforzato sulle riforme legate agli AA/DCFTA tra l’UE e il «trio associato», come pure di inserire elementi comparativi nelle raccomandazioni specifiche per paese relative agli AA e di sincronizzare la loro pubblicazione per stimolare una sana competizione: un approccio, questo, che si è già dimostrato utile ad accelerare i progressi in Europa centrale e orientale.

7.2.

Si raccomanda l’ulteriore istituzionalizzazione della cooperazione tra questi tre paesi e l’UE, in particolare al livello esecutivo. In tal senso, la creazione di un gruppo esecutivo congiunto e di una serie di sottogruppi, sulla falsariga del processo di istituzionalizzazione a livello parlamentare, potrebbe essere un buon punto di partenza. A questi potrebbero seguire raggruppamenti analoghi della società civile organizzata, in seno alle piattaforme della società civile del PO, delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni di sostegno alle imprese, dei sindacati e di altri soggetti. L’esperienza maturata e le reti istituite nell’ambito della cooperazione con l’Organizzazione per la democrazia e lo sviluppo economico (GUAM) potrebbero fungere da esempio. Il sostegno dell’UE e dei singoli Stati membri darebbe un notevole contributo a tale istituzionalizzazione.

7.3.

Per via della loro complessità, gli AA/DCFTA sono difficili da attuare, in quanto richiedono risorse politiche, finanziarie e umane significative e pongono tutta una serie di sfide, soprattutto perché finalizzati alle riforme del mercato laddove le vere aspettative rispetto alle riforme dell’UE riguardano principalmente lo Stato di diritto e il buon governo. Il CESE ritiene essenziale tenere conto di tali aspettative e sostenere l’attuazione degli AA/DCFTA con iniziative parallele tese a consolidare le democrazie associate. Inoltre, si potrebbero valutare ulteriori meccanismi di sostegno, da mettere a disposizione solo a fronte della piena attuazione di obiettivi comunemente concordati all’interno di tali iniziative parallele. Questi meccanismi potrebbero fungere da ulteriore stimolo.

7.4.

Il CESE, inoltre, raccomanda vivamente di affrontare con regolarità i temi dei diritti delle lavoratrici e dei loro salari, specialmente nei settori industriali e dei servizi in cui si riscontrano i divari più marcati e più eterogenei. Il programma di avvicinamento degli AA/DCFTA offre un approccio globale per quanto riguarda l’azione legislativa e l’applicazione delle convenzioni internazionali, anche in relazione alle questioni di genere e alla lotta alla discriminazione. È fondamentale monitorare tale processo, migliorare la raccolta di statistiche disaggregate per sesso sull’occupazione e sui salari nonché sostenere i gruppi di donne nella difesa dei loro interessi.

Bruxelles, 26 settembre 2019

Il presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Luca JAHIER


(1)  Nell’ultimo decennio il CESE ha adottato più di una dozzina di pareri su vari aspetti del PO. Ha inoltre istituito un comitato di monitoraggio permanente Vicini dell’Est europeo, ha costituito delle piattaforme bilaterali della società civile dei paesi dell’UE e del PO, nonché gruppi consultivi interni (GCI), e ha organizzato i forum delle imprese del PO in concomitanza con i vertici di tale partenariato.

(2)  Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, 2016/C 202/02

(3)  https://indicators.ohchr.org

(4)  https://nhri.ohchr.org/

(5)  Rebuilding Ukraine: An assessment of EU assistance (Ricostruire l’Ucraina: una valutazione dell’assistenza dell’UE), Chatham House, the Royal Institute of International Affairs, 2018.

(6)  EaP CSF Policy brief, Joint Staff Working Document EaP — Focusing on key priorities and deliverables — Assessment and recommendations by the civil society (Documento di sintesi del Forum della società civile del partenariato orientale, documento di lavoro congiunto dal titolo «Il partenariato orientale — Concentrarsi sulle priorità e gli obiettivi chiave — Valutazione e raccomandazioni della società civile»), 2017.

(7)  Ukraine Analytica, numero 3 (13), 2018.

(8)  http://eu4business.eu/files/medias/regional-position-paper_final_kyiv-21-june-2017-2_0.pdf