21.12.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 461/70


Parere del Comitato europeo delle regioni — Il pacchetto relativo al quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027

(2018/C 461/10)

Relatore generale:

Nikola DOBROSLAVIĆ (HR/PPE), presidente della provincia Dubrovnik-Neretva

Testi di riferimento:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Un bilancio moderno al servizio di un’Unione che protegge, che dà forza, che difende — Quadro finanziario pluriennale 2021-2027

COM(2018) 321 final

Proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027

COM(2018) 322 final

Proposta di accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria

COM(2018) 323 final

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla tutela del bilancio dell’Unione in caso di carenze generalizzate riguardanti lo Stato di diritto negli Stati membri

COM(2018) 324 final

Proposta di decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell’Unione europea

COM(2018) 325 final

Proposta di regolamento del Consiglio concernente le modalità e la procedura di messa a disposizione delle risorse proprie basate sulla base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società, sul sistema di scambio di quote di emissioni dell’Unione europea e sui rifiuti di imballaggi di plastica che non vengono riciclati, nonché le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria

COM(2018) 326 final

Proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell’Unione europea

COM(2018) 327 final

Proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CEE, Euratom) n. 1553/89 del Consiglio concernente il regime uniforme definitivo di riscossione delle risorse proprie provenienti dall’imposta sul valore aggiunto

COM(2018) 328 final

I.   PROPOSTE DI EMENDAMENTO

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla tutela del bilancio dell’Unione in caso di carenze generalizzate riguardanti lo Stato di diritto negli Stati membri

COM(2018) 324 final

Emendamento 1

Articolo 2, lettera c)

Testo proposto dalla Commissione europea

Emendamento del CdR

c)

«soggetto pubblico»: le autorità pubbliche a tutti i livelli di governo, comprese le autorità nazionali, regionali e locali , nonché le organizzazioni degli Stati membri ai sensi [dell’articolo 2, punto 42,] del regolamento (UE, Euratom) xx/xx (di seguito il «regolamento finanziario»).

c)

«soggetto pubblico»: le autorità delle amministrazioni dei governi centrali , nonché le organizzazioni degli Stati membri ai sensi [dell’articolo 2, punto 42,] del regolamento (UE, Euratom) xx/xx (di seguito il «regolamento finanziario»).

Motivazione

È necessario escludere dall’applicazione del regolamento proposto tutte le istituzioni e gli altri organi degli enti locali e regionali eletti a suffragio diretto.

Emendamento 2

Articolo 3, paragrafo 1, lettera f)

Testo proposto dalla Commissione europea

Emendamento del CdR

f)

l’effettiva e tempestiva collaborazione con l’Ufficio europeo per la lotta antifrode e con la Procura europea nelle loro indagini o azioni penali conformemente ai rispettivi atti giuridici e al principio di leale cooperazione.

f)

l’effettiva e tempestiva collaborazione con l’Ufficio europeo per la lotta antifrode e, se del caso, con la Procura europea nelle loro indagini o azioni penali conformemente ai rispettivi atti giuridici e al principio di leale cooperazione.

Motivazione

Le disposizioni relative alla Procura europea, dopo la sua istituzione, potranno essere applicabili solo agli Stati membri partecipanti.

Emendamento 3

Articolo 4, paragrafo 1, lettera b), punto 1

Testo proposto dalla Commissione europea

Emendamento del CdR

(1)

sospensione dell’approvazione di uno o più programmi o di una loro modifica;

 

Motivazione

La sospensione dell’approvazione di uno o più programmi o di una loro modifica non avrebbe alcun effetto sanzionatorio diretto, sul piano finanziario, sullo Stato membro interessato. Al contrario, la sospensione di impegni e/o pagamenti, pur mantenendo l’obbligo per i soggetti pubblici di attuare i programmi e di effettuare i pagamenti ai destinatari o beneficiari finali ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 2, della proposta di regolamento, avrebbe effetti immediati sui bilanci nazionali. Inoltre, la revoca della sospensione dell’approvazione di uno o più programmi o di una loro modifica ritarderebbe in misura considerevole l’attuazione dei programmi in questione, in quanto verrebbero sospese anche tutte le procedure successive.

Emendamento 4

Articolo 5, paragrafo 6

Testo proposto dalla Commissione europea

Emendamento del CdR

6.   Se ritiene assodata la carenza generalizzata riguardante lo Stato di diritto, la Commissione presenta al Consiglio una proposta di atto di esecuzione sulle opportune misure.

6.   Se ritiene assodata la carenza generalizzata riguardante lo Stato di diritto, la Commissione presenta al Consiglio una proposta di atto di esecuzione sulle opportune misure. La Commissione allega alla presente proposta una programmazione finanziaria indicativa del bilancio dell’UE interessate dalla misura proposta, per gli esercizi successivi, articolata per categoria di spesa, settore e linea di bilancio. Tale programmazione indicativa costituisce la base di una valutazione d’impatto delle implicazioni finanziarie sui bilanci nazionali e subnazionali dello Stato membro interessato.

Motivazione

La Commissione europea dovrebbe valutare le possibili implicazioni finanziarie di una riduzione del finanziamento dell’UE per i bilanci nazionali e subnazionali dello Stato membro in questione, tenendo debitamente conto dei principi di proporzionalità e non discriminazione.

Emendamento 5

Articolo 6, paragrafo 2

Testo proposto dalla Commissione europea

Emendamento del CdR

2.   La Commissione valuta la situazione nello Stato membro interessato. Allorché cessano di esistere, in tutto o in parte, le carenze generalizzate riguardanti lo Stato di diritto sulla cui base sono state adottate le opportune misure, la Commissione presenta al Consiglio una proposta di decisione relativa alla revoca totale o parziale di dette misure. Si applica la procedura di cui all’articolo 5, paragrafi 2, 4, 5, 6 e 7.

2.   La Commissione valuta la situazione nello Stato membro interessato. Allorché cessano di esistere, in tutto o in parte, le carenze generalizzate riguardanti lo Stato di diritto sulla cui base sono state adottate le opportune misure, la Commissione presenta al Consiglio una proposta di decisione relativa alla revoca totale o parziale di dette misure. Si applica la procedura di cui all’articolo 5, paragrafi 2, 4, 5, 6 e 7. Al fine di raccogliere elementi di prova sostanziali per la revoca delle misure, la Corte dei conti, tramite una procedura rapida, elabora una relazione speciale sulla questione in esame, ai sensi del paragrafo 4, secondo comma, dell’articolo 287 del TFUE.

Motivazione

La revoca delle misure deve essere accompagnata da prove solide, imparziali e tempestive, in modo che i programmi interessati possano essere portati avanti senza inutili ritardi.

Emendamento 6

Articolo 6, paragrafo 3

Testo proposto dalla Commissione europea

Emendamento del CdR

3.   Qualora siano revocate misure relative alla sospensione dell’approvazione di uno o più programmi o di una loro modifica, di cui all’articolo 4, paragrafo 2, lettera b), punto i), o alla sospensione degli impegni di cui all’articolo 4, paragrafo 2, lettera b), punto ii), gli importi corrispondenti agli impegni sospesi sono iscritti in bilancio fatto salvo l’articolo 7 del regolamento (UE, Euratom) xx/xx del Consiglio (regolamento sul QFP). Gli impegni sospesi dell’anno n non possono essere iscritti in bilancio oltre l’anno n+ 2 .

3.   Qualora siano revocate misure relative alla sospensione dell’approvazione di uno o più programmi o di una loro modifica, di cui all’articolo 4, paragrafo 2, lettera b), punto i), o alla sospensione degli impegni di cui all’articolo 4, paragrafo 2, lettera b), punto ii), gli importi corrispondenti agli impegni sospesi sono iscritti in bilancio fatto salvo l’articolo 7 del regolamento (UE, Euratom) xx/xx del Consiglio (regolamento sul QFP). Gli impegni sospesi dell’anno n non possono essere iscritti in bilancio oltre l’anno n+ 3 .

Motivazione

La soluzione proposta consentirebbe di accrescere le possibilità di utilizzare gli importi prima sospesi e poi «sbloccati» evitando così la perdita di tali importi.

II.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

Osservazioni generali

1.

apprezza la proposta per il QFP post-2020 presentata dalla Commissione quale solida base per i negoziati, tenuto conto del recesso del Regno Unito dall’UE e di altre sfide sia interne che esterne. Valuta positivamente il lavoro effettuato, ma è del parere che la proposta debba essere ulteriormente sviluppata e perfezionata prima dell’adozione, in modo da poter soddisfare le aspettative dei cittadini dell’Unione europea e le esigenze degli enti locali e regionali;

2.

prende atto dell’assenza di una strategia che succeda esplicitamente alla strategia Europa 2020, con la conseguenza di una mancanza di chiarezza nella definizione degli obiettivi strategici dei singoli programmi come pure di un collegamento insufficiente dell’intero QFP con gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Chiede pertanto alla Commissione di definire, nel quadro dei dibattiti sulla proposta di QFP, gli obiettivi strategici delle singole politiche dell’UE e i loro effetti attesi. Questo richiede un metodo di lavoro strutturato a livello nazionale, regionale e locale che evidenzi il collegamento tra i punti di forza e gli impegni degli enti locali e regionali e gli obiettivi comuni europei;

3.

osserva con rammarico che la proposta della Commissione non è sufficientemente ambiziosa, considerata la discrepanza tra, da un lato, gli impegni derivanti dagli obiettivi stabiliti nel trattato e dalle questioni attuali e future e, dall’altro, l’entità del futuro QFP. Ribadisce ancora una volta la propria posizione, che è anche quella del Parlamento europeo, secondo cui il futuro QFP deve essere fissato a un livello pari ad almeno l’1,3 % dell’RNL. Rileva con preoccupazione che, in casi precedenti, l’importo definitivo del QFP è stato inferiore a quello proposto dalla Commissione e che, se ciò si ripetesse, ne deriverebbe un’ulteriore riduzione degli effetti finali delle singole politiche pubbliche dell’Unione;

4.

ritiene inaccettabile che il finanziamento delle ulteriori priorità dell’Unione vada a scapito di politiche attuali che hanno dimostrato di apportare un valore aggiunto europeo, come la politica di coesione e la politica agricola comune, e in particolare la politica di sviluppo rurale. I tagli proposti rappresentano il modo sbagliato di affrontare la questione del finanziamento delle ulteriori priorità e sfide;

5.

accoglie con favore la proposta della Commissione di rendere le norme più coerenti e di ridurre fortemente gli oneri amministrativi per i beneficiari e le autorità di gestione al fine di agevolarne la partecipazione ai programmi dell’UE e di accelerare l’attuazione;

6.

deplora la mancanza di trasparenza della Commissione per quanto riguarda il confronto degli importi dell’attuale e del futuro QFP. A tale riguardo accoglie con favore gli sforzi compiuti dal servizio di ricerca del Parlamento europeo nel condurre un’analisi finanziaria comparativa dei due QFP;

7.

prende atto dell’approccio incentrato sui risultati della nuova struttura proposta per il QFP, che mira a rispondere alle esigenze sul campo e a garantire un maggiore valore aggiunto europeo. Si oppone alla soppressione della rubrica unica per la coesione economica, sociale e territoriale, perché ciò costituisce un ulteriore indebolimento della posizione della politica di coesione nell’ambito del QFP e apre la strada a una possibile separazione dell’FSE+ dalla politica di coesione. Se ciò accadesse, si ridurrebbero ulteriormente le sinergie e il collegamento tra diverse fonti di finanziamento di particolare importanza per gli enti locali e regionali;

8.

rileva con preoccupazione che la proposta della Commissione va nel senso di un ulteriore rafforzamento del ruolo dei programmi in regime di gestione diretta o indiretta, a scapito dei programmi attuati mediante gestione concorrente da parte della Commissione e degli Stati membri, una tendenza, questa, che nel lungo periodo ridurrà la visibilità dell’attuazione delle politiche dell’UE a livello locale e regionale. Sottolinea che i principi di partenariato e governance multilivello devono essere pienamente rispettati e attuati per garantire il coinvolgimento degli enti locali e regionali in tutte le fasi pertinenti, dall’elaborazione fino all’attuazione delle politiche dell’UE;

9.

si rammarica del mancato allineamento tra l’adozione dell’8o programma d’azione in materia di ambiente (PAA) e il QFP per il periodo successivo al 2020. Il processo decisionale del futuro PAA e la durata dei programmi dovrebbero essere allineati con il calendario del QFP, in modo tale che i finanziamenti assegnati riflettano adeguatamente le priorità e gli obiettivi in materia di sostenibilità;

10.

esprime preoccupazione per l’incertezza nella pianificazione del QFP qualora non si raggiungesse un accordo tempestivo, chiaro e solido sul recesso del Regno Unito dall’Unione;

11.

approva la proposta della Commissione di stabilire legami più stretti tra i fondi regionali e il semestre europeo, a condizione che a quest’ultimo sia aggiunta una prospettiva regionale, dato che è questo l’unico modo sostenibile per stabilire un collegamento chiaro e significativo tra i primi e il secondo.

Riforma del sistema delle risorse proprie

12.

accoglie con favore la proposta della Commissione di introdurre tre nuove fonti di risorse proprie, osservando, tuttavia, con rammarico che la Commissione ha accolto soltanto due di quelle proposte dal gruppo di lavoro ad alto livello sulle risorse proprie e ritiene che la proposta avrebbe dovuto mostrarsi più ambiziosa a questo riguardo; chiede, a tale proposito, di proseguire con urgenza i lavori volti a ricercare nuove fonti di finanziamento del bilancio;

13.

accoglie con favore gli sforzi della Commissione volti a semplificare la parte del bilancio riguardante le entrate, in particolare la proposta di eliminare progressivamente tutti gli sconti concessi agli Stati membri nonché di semplificare il calcolo delle entrate basate sull’IVA;

14.

sottolinea con rammarico che la Commissione, nella proposta per l’introduzione di nuove risorse proprie, non ha controllato in misura sufficiente il rispetto del principio di sussidiarietà e non ha valutato il potenziale impatto della proposta sulla situazione finanziaria degli enti regionali e locali;

15.

sottolinea che la proposta di una base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società offre un notevole potenziale per aumentare la quota delle risorse proprie, a condizione che sia obbligatoria per un gran numero di società, fatto questo che per adesso non è ancora certo, come è ignoto il momento dell’entrata in vigore di tale fonte di gettito. Esprime preoccupazione per quanto concerne la nuova risorsa propria basata su rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, poiché uno dei principali obiettivi dell’UE è proprio l’eliminazione totale di questa intera tipologia di rifiuti, il che avrebbe come conseguenza un calo del gettito da tale fonte, ovvero una maggiore instabilità delle entrate di bilancio;

16.

sostiene la proposta di ridurre l’importo che gli Stati membri sono autorizzati a trattenere per le spese di riscossione delle risorse proprie tradizionali, ma invita la Commissione ad andare oltre e a stabilire che tale compensazione, invece del 10 % proposto, sia fissata sulla base dei costi effettivamente sostenuti.

Stato di diritto, flessibilità e stabilità

17.

ritiene che il rispetto dello Stato di diritto rappresenti una vera e propria condicio sine qua non per una sana gestione finanziaria e un uso efficiente del bilancio dell’Unione. A tale riguardo, accoglie con favore gli sforzi compiuti dalla Commissione per introdurre meccanismi efficaci volti a garantire il rispetto dello Stato di diritto, la certezza giuridica in tutti gli Stati membri e una lotta più efficace contro la frode e la corruzione;

18.

concorda con il parere della Corte dei conti sul fatto che il meccanismo proposto per garantire il rispetto dello Stato di diritto vada oltre l’articolo 7 del TUE e possa essere applicato più rapidamente;

19.

accoglie con favore gli sforzi compiuti dalla Commissione per garantire un finanziamento regolare dei beneficiari finali dell’Unione, imponendo agli Stati membri l’obbligo di onorare i propri impegni finanziari nei confronti di tali beneficiari anche nei casi in cui vengano attivati dei meccanismi di salvaguardia per tutelare gli interessi finanziari dell’Unione; si attende che la Commissione metta a punto dei metodi ulteriori per proteggere gli interessi dei beneficiari finali;

20.

raccomanda alla Commissione di prendere in considerazione l’introduzione di meccanismi aggiuntivi, volti a garantire gli interessi finanziari dell’Unione, con un impatto più equo su tutti gli Stati membri, come le multe una tantum;

21.

visto il parere della Corte dei conti, ritiene che l’attuale soluzione legislativa lasci un eccessivo margine discrezionale alla Commissione per avviare la procedura e invita quest’ultima a stabilire criteri chiari sulla cui base si possano definire quelle che vengono considerate carenze generalizzate riguardanti lo Stato di diritto che minacciano una sana gestione finanziaria;

22.

propone di rafforzare il ruolo della Corte dei conti nell’attuazione del meccanismo proposto, conformemente all’articolo 287 del TUE;

23.

accoglie con favore le proposte della Commissione volte ad aumentare la flessibilità del QFP, che saranno sicuramente utili per affrontare in modo tempestivo sfide nuove e impreviste. Sottolinea tuttavia che la maggiore flessibilità nell’utilizzo delle risorse non deve andare a scapito della prevedibilità a lungo termine e dell’orientamento strategico dei programmi, in particolare di quelli attuati attraverso la gestione concorrente. Invita pertanto a verificare se la maggiore flessibilità nella parte relativa all’aumento dei poteri della Commissione per quanto riguarda la riassegnazione delle risorse non costituisca una violazione dei principi di sussidiarietà e governance multilivello. Chiede inoltre che gli enti locali e regionali siano coinvolti nel processo decisionale ogni qual volta si debbano riassegnare risorse che sono oggetto di gestione concorrente.

Le singole rubriche del bilancio

24.

accoglie con favore le proposte volte ad aumentare le risorse per i settori politici collegati a nuove sfide importanti quali la migrazione e la gestione delle frontiere, nonché la creazione di una rubrica specifica per la sicurezza e la difesa;

25.

sostiene l’aumento degli stanziamenti per la ricerca e l’innovazione, la prosecuzione e la trasformazione dell’attuale Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) nel nuovo fondo InvestEU, l’aumento dei finanziamenti per il programma Erasmus+ e l’ulteriore potenziamento degli investimenti per la lotta ai cambiamenti climatici in tutte le politiche dell’UE. Tuttavia, sottolinea ancora una volta che l’aumento proposto non deve andare a scapito del bilancio per la politica di coesione e la politica di sviluppo rurale;

26.

si oppone con fermezza alla proposta di ridurre del 10 % le risorse per la politica di coesione, in particolare per la parte relativa al Fondo di coesione, laddove il calo previsto è addirittura del 45 %. Allo stesso modo, ritiene inaccettabile la proposta di ridurre il bilancio per la politica agricola comune, in particolare la parte riguardante i tagli del 28 % per il FEASR e del 13 % per il FEAMP. Questa notevole riduzione delle risorse destinate a settori che dimostrano costantemente di apportare un valore aggiunto europeo e rappresentano le politiche europee più visibili per i cittadini europei avrebbe un impatto molto negativo sulla crescita e sullo sviluppo delle regioni europee;

27.

chiede, al contrario, sulla scia della dichiarazione sullo sviluppo rurale adottata a Cork nel settembre 2016, di rafforzare il sostegno finanziario complessivo dell’UE allo sviluppo rurale, andando oltre il 5 % del bilancio dell’UE, a favore delle zone rurali e intermedie, che rappresentano più del 90 % del territorio e nelle quali vive il 58 % della popolazione e si trova il 56 % dei posti di lavoro dell’UE;

28.

sottolinea che la riduzione proposta delle risorse per la politica di coesione metterebbe a repentaglio il conseguimento di uno dei principali obiettivi del trattato, vale a dire la realizzazione della coesione economica, sociale e territoriale. Una conseguenza di un approccio di questo tipo potrebbe essere l’aumento delle disparità tra le regioni europee, che interesserebbe in modo particolare le regioni meno sviluppate e quelle caratterizzate da svantaggi strutturali e demografici marcati. Tale approccio ignora inoltre il contributo significativo che la politica di coesione ha già apportato in settori quali l’innovazione, la digitalizzazione e la lotta ai cambiamenti climatici. Fa rilevare che la riduzione della dotazione per i programmi di cooperazione territoriale costituisce una minaccia per il rafforzamento della coesione territoriale e i suoi importanti meccanismi, come i GECT e le strategie macroregionali;

29.

si rammarica che, nonostante oltre un terzo dei cittadini dell’UE viva in regioni frontaliere, e dato che queste devono far fronte a numerose sfide territoriali, sia previsto che la dotazione di bilancio per la cooperazione transfrontaliera diminuisca in termini reali malgrado il suo comprovato valore aggiunto europeo;

30.

sottolinea le conseguenze estremamente negative di questa proposta di QFP per gli agricoltori europei e gli abitanti delle zone rurali. Qualora fosse approvato il taglio proposto delle risorse per il secondo pilastro, la politica di sviluppo rurale non sarebbe più in grado di svolgere i propri compiti, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle disparità delle condizioni di vita tra aree urbane e rurali. Inoltre, chiede che il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale continui a rientrare nel sistema di gestione nel quadro del regolamento recante disposizioni comuni, in modo che sia mantenuta la coerenza tra le diverse fonti di finanziamento e rafforzata la dimensione territoriale della PAC;

31.

in particolare è contro la proposta di ridurre gli stanziamenti per il programma POSEI, destinato alle regioni ultraperiferiche, perché ciò mette a repentaglio il suo obiettivo che è quello di dare una risposta orientata ai problemi specifici del settore agricolo di ciascuna regione, attraverso il suo ruolo di strumento finanziario per il sostegno diretto agli agricoltori;

32.

si rammarica del fatto che non si sia arrivati ad un aumento effettivo degli impegni per il Fondo sociale europeo Plus, nonostante i compiti aggiuntivi che saranno svolti da tale fondo, tra cui l’integrazione dei cittadini di paesi terzi; ricorda che il Fondo sociale europeo (cfr. il parere del CdR sull’FSE+ (1)) deve rimanere radicato nella politica di coesione, che è il principale strumento dell’UE per investire nelle persone e nel capitale umano, promuovere la parità tra uomini e donne e migliorare la vita di milioni di cittadini europei;

33.

si rammarica che il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), malgrado le sovrapposizioni e gli scambi esistenti con l’FSE+, non sia stato incorporato in quest’ultimo; è dell’avviso che le misure finanziate dal FEG apporteranno un valore aggiunto nella misura in cui saranno completate da processi di riconversione e ristrutturazione attuati attraverso programmi di sviluppo regionale a lungo termine, in particolare attraverso misure preventive come quelle offerte dall’FSE+;

34.

è contrario all’introduzione della regola n+2 anziché n+3 in termini di arco temporale per l’utilizzo degli importi annuali, poiché vi è un notevole rischio di un’adozione tardiva della normativa, il che, se venisse adottata la regola n+2, potrebbe mettere in discussione l’utilizzo delle risorse già assegnate;

35.

respinge con forza le soluzioni proposte che determinano un ulteriore peggioramento, rispetto ad oggi, della situazione degli enti locali e regionali per quanto riguarda i tempi di utilizzo degli stanziamenti annuali dai programmi UE, come pure la quota di prefinanziamento e in particolare di cofinanziamento dei progetti, dato che molti enti locali e regionali non dispongono della capacità finanziaria per assicurare le risorse proprie necessarie;

36.

invita la Commissione a calcolare le assegnazioni delle risorse della politica di coesione agli Stati membri sulla base della ripartizione più recente delle regioni NUTS 2 per le quali Eurostat può assicurare le informazioni necessarie, in modo da garantire un collegamento migliore tra le opportunità socioeconomiche nelle regioni NUTS 2 e il calcolo delle dotazioni nazionali;

37.

chiede, inoltre, alla Commissione europea di prendere in considerazione, nella modulazione dei criteri di cofinanziamento e di assegnazione dei fondi della politica di coesione, altri indicatori oltre al PIL pro capite, poiché questo non è una misura precisa della capacità di una società di affrontare questioni che la interessano, quali l’evoluzione demografica, ed esorta a definire indici su scala internazionale, nazionale, locale e regionale per misurare il progresso al di là del PIL. Per quanto riguarda la sfida demografica, propone di considerare i seguenti possibili scenari: evoluzione della popolazione (perdita intensa e costante) dispersione sul territorio, invecchiamento, invecchiamento estremo, emigrazione dei giovani e degli adulti e conseguente declino della natalità;

38.

respinge, in particolare alla luce dell’ingiustificata riduzione della dotazione del Fondo di coesione, la riduzione dei finanziamenti destinati alle infrastrutture di trasporto nel quadro del Meccanismo per collegare l’Europa, ritenendo che tale proposta non sia giustificata in relazione agli obiettivi e alle esigenze di garantire sistemi di trasporto ecologici, sicuri e ben collegati;

39.

ritiene che la dotazione proposta per il nuovo strumento «funzione europea di stabilizzazione degli investimenti», sotto forma di linea di bilancio nell’ambito del bilancio dell’UE che permette di erogare prestiti fino a un importo massimo di 30 miliardi di euro, per dare una risposta adeguata ad eventuali nuovi shock economici e finanziari sui mercati aventi un impatto sugli Stati membri della zona dell’euro e su quelli che partecipano al meccanismo europeo di cambio (ERM II), sia troppo ridotta. Propone quindi di aumentare in misura significativa le risorse destinate a tale sezione per proteggere il potenziale di investimento dell’Unione e di contabilizzarle al di fuori del bilancio dell’UE;

40.

esprime preoccupazione per la proposta di un programma di sostegno alle riforme strutturali. Infatti, dal momento che la proposta si basa sull’articolo 175 del trattato, che riguarda la coesione, il programma dovrebbe essere limitato a riforme che rafforzino la coesione economica, sociale e territoriale e che presentino un valore aggiunto europeo. Il programma dovrebbe altresì rientrare in una nuova strategia di sviluppo a lungo termine dell’UE che succeda alla strategia Europa 2020 e sia articolata intorno agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Inoltre, per quanto concerne il partenariato e il coinvolgimento degli enti locali e regionali nella pianificazione e attuazione delle riforme, le condizioni dovrebbero essere uguali a quelle che si applicano per i fondi strutturali e d’investimento; è, infine, contrario alla possibilità prevista nel regolamento quadro sui fondi strutturali e d’investimento di trasferire fino al 5 % delle dotazioni verso fondi e strumenti finanziari dell’Unione che non hanno alcun rapporto con gli obiettivi di coesione e che, per di più, sono per la maggior parte in gestione diretta senza coinvolgimento degli enti territoriali;

41.

sottolinea che i tagli alla politica di coesione, alla politica di sviluppo rurale e alla PAC avranno notevoli effetti negativi sul conseguimento degli obiettivi in materia di coesione territoriale e protezione dell’ambiente. Nonostante l’aumento di quasi il 60 % delle risorse destinate al programma LIFE, nel complesso il bilancio per la politica climatica e l’adeguamento energetico sarà peggiore rispetto alle prospettive finanziarie attuali. Invece di sfruttare il considerevole potenziale della politica agricola, e in particolare della politica di coesione, per stimolare investimenti che producano effetti positivi sull’ambiente e sulla lotta contro i cambiamenti climatici, questa proposta di QFP, con la riduzione dei finanziamenti per la politica di coesione e la PAC, mette a rischio il conseguimento degli obiettivi ambientali dell’Unione;

42.

prende atto della proposta di aumentare il finanziamento del programma LIFE (cfr. parere del CdR sul programma LIFE (2)), che è cruciale per gli enti locali e regionali al fine di aiutarli a lottare contro la perdita di biodiversità, a sviluppare soluzioni di infrastruttura verde e a promuovere la sostenibilità; si rammarica, tuttavia, che l’aumento proposto sia in parte compensato dall’inclusione di misure sulla transizione verso l’energia pulita precedentemente finanziate da Orizzonte 2020; chiede quindi che il finanziamento complessivo del programma LIFE sia incrementato dell’importo corrispondente; invita inoltre a mantenere lo stesso coefficiente di cofinanziamento previsto dal programma Orizzonte 2020 per le azioni intese a creare capacità a sostegno della transizione verso l’energia pulita;

43.

rileva che l’obiettivo previsto di portare al 25 % la quota di spesa del bilancio UE volta a contribuire al conseguimento degli obiettivi climatici non sembra adeguato all’obiettivo di realizzare gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Nell’ambito del prossimo quadro finanziario ci si dovrebbe impegnare per fare in modo che sia possibile aumentare la quota di spesa destinata alla decarbonizzazione dell’energia, dell’industria e dei sistemi di trasporto e alla transizione verso un’economia circolare a più del 30 %;

44.

accoglie con favore la decisione di aumentare gli stanziamenti per la sottorubrica Orizzonte Europa rispetto all’importo attuale e raccomanda di creare un quadro per disciplinare le opzioni relative agli storni di bilancio da altri strumenti previsti nel QFP verso Orizzonte Europa, nel rispetto segnatamente della libertà di iniziativa delle pertinenti autorità di gestione, di una costruzione congiunta delle azioni così cofinanziate e di un ritorno dei fondi nel territorio dell’autorità di gestione;

45.

accoglie con favore la creazione di una rubrica specifica per la migrazione e la gestione delle frontiere, come pure il significativo incremento delle risorse destinate allo svolgimento di attività in tali ambiti. Deplora che l’accento venga posto in misura molto maggiore sul tema della sicurezza delle frontiere rispetto ad altre problematiche collegate alla migrazione, come la garanzia della protezione e dell’asilo per i migranti, il sostegno alla migrazione legale e gli sforzi di integrazione. Chiede pertanto che le risorse finanziarie destinate al Fondo Asilo e migrazione (cfr. parere del CdR sul Fondo Asilo e migrazione (3)) siano aumentate della stessa percentuale (240 %) di quelle relative alla protezione delle frontiere esterne, al fine di garantire che saranno sufficienti per dare risposte adeguate alle sfide dell’integrazione;

46.

sottolinea — considerata la scarsa ambizione che si osserva per quanto riguarda l’importo complessivo del quadro finanziario pluriennale, che limita ulteriormente l’ambito d’azione dell’Unione in questo settore d’importanza eccezionale per la sua stabilità sul piano politico, della sicurezza e sociale — che ciò è particolarmente rilevante per gli enti locali e regionali che sono competenti per molte di queste misure; fa altresì notare, in questo contesto, che le risorse finanziarie del Fondo sociale europeo (FSE+), che dovrebbero sostenere le misure d’integrazione a lungo termine per i migranti, devono essere aumentate di conseguenza per coprire il nuovo compito;

47.

richiama inoltre l’attenzione sul fatto che il nuovo programma Diritti e valori, che dovrebbe coprire la protezione dei diritti e dei valori fondamentali dell’UE e incoraggiare la cittadinanza europea attiva, riveste una grande importanza per gli enti locali e regionali in tali ambiti. Per questo motivo, propone di aumentare la base generale di tale programma per rispondere alle enormi sfide in materia;

48.

sostiene la semplificazione degli strumenti per le azioni esterne, come pure del bilancio globale, che dovrebbe rendere più efficace ed efficiente la politica estera e di sviluppo dell’UE. A tale proposito sottolinea l’importante ruolo degli enti locali e regionali nel rafforzare la cooperazione con i paesi vicini e i paesi terzi in tutta una serie di settori e nel conseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nel suo complesso; chiede che di tale ruolo si tenga conto in modo più esplicito nel QFP, preferibilmente attraverso un’assegnazione diretta di risorse;

49.

ritiene che un’amministrazione pubblica europea forte, efficiente e di alta qualità sia indispensabile per realizzare le politiche dell’Unione, ripristinare la fiducia nel valore aggiunto dell’UE e rafforzare il dialogo con i cittadini a tutti i livelli; a questo riguardo, mette l’accento sul ruolo importante che ricoprono le istituzioni costituite da membri eletti democraticamente;

50.

invita tutte le istituzioni dell’UE a raggiungere rapidamente un accordo sul prossimo quadro finanziario pluriennale, al fine di assicurare un’adozione tempestiva dei programmi dell’UE prima dell’inizio del prossimo QFP.

Bruxelles, 9 ottobre 2018

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Karl-Heinz LAMBERTZ


(1)  Parere del CdR 3597/2018, non ancora adottato.

(2)  Parere del CdR 3653/2018.

(3)  Parere del CdR 4007/2018.