22.3.2019   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 110/141


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Consiglio che istituisce il programma di assistenza alla disattivazione nucleare della centrale nucleare di Ignalina in Lituania (programma Ignalina), e che abroga il regolamento (UE) n. 1369/2013 del Consiglio»

[COM(2018) 466 final — 2018/0251 (NLE)]

e sulla «Proposta di regolamento del Consiglio che istituisce un programma di finanziamento specifico per la disattivazione degli impianti nucleari e la gestione dei rifiuti radioattivi, e che abroga il regolamento (Euratom) n. 1368/2013 del Consiglio»

[COM(2018) 467 final — 2018/0252 (NLE)]

e sulla «Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla valutazione e sull’attuazione dei programmi UE di assistenza alla disattivazione nucleare in Bulgaria, Slovacchia e Lituania

[COM(2018) 468 final]

(2019/C 110/26)

Relatore:

Rudy DE LEEUW

Consultazione

Commissione europea, 12/07/2018

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

 

 

Sezione competente

Trasporti, energia, infrastrutture, società dell’informazione

Adozione in sezione

20/11/2018

Adozione in sessione plenaria

12/12/2018

Sessione plenaria n.

539

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

177/8/6

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il CESE approva la proposta della Commissione e richiama l’attenzione sulle proposte di accompagnamento futuro formulate nel presente parere.

1.2.

Il CESE non propone modifiche alla proposta, ma raccomanda un più stretto monitoraggio delle attività relative ai punti evidenziati nel parere, in particolare per quanto riguarda:

un approccio incentrato sullo sviluppo sostenibile nella scelta energetica;

una valutazione accurata della situazione specifica della Lituania in particolare, ma anche degli altri paesi interessati, per quanto riguarda gli aspetti socioeconomici;

la diffusione in tutta l’UE delle conoscenze acquisite in materia di smantellamento e riguardo alla sfida della formazione dei lavoratori;

una gestione sicura e sostenibile dei rifiuti nucleari così prodotti;

il rafforzamento degli indicatori di prestazione, anche per quanto riguarda la radioprotezione dei lavoratori.

1.3.

Oltre agli esperti e alle autorità, anche la società civile dovrebbe essere incoraggiata e aiutata a partecipare al monitoraggio di tali attività.

1.4.

Il Comitato invita la Commissione europea a valutare la situazione creata dalla fine del ciclo di vita di diverse centrali nucleari nell’UE e a presentare una relazione contenente delle proposte volte a ridurre al minimo i costi e i rischi della disattivazione dei reattori e dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi. La relazione dovrebbe anche prendere in considerazione gli effetti della considerevole riduzione, nell’UE, della capacità di ritrattare i combustibili e i rifiuti nucleari a seguito della Brexit e, inversamente, dell’eccesso di capacità di ritrattamento nel Regno Unito.

2.   Sintesi delle proposte

2.1.

La Commissione propone di prorogare, nel periodo coperto dal quadro finanziario pluriennale post-2020 (QFP 2021-2027), i programmi di finanziamento per l’assistenza alla disattivazione degli impianti nucleari e la gestione dei rifiuti radioattivi per la Bulgaria (Kozloduy, unità 1-4) e la Slovacchia (Bohunice V1, unità1-2) da un lato, e per la Lituania (Ignalina, unità 1-2) dall’altro.

2.2.

Tali proposte apportano due modifiche:

una maggiore flessibilità nell’utilizzo del bilancio, come dichiarato: «…Una maggiore flessibilità di bilancio può essere ottenuta mediante la ridistribuzione dei fondi tra le azioni, se e quando necessario, in linea con il progresso delle azioni». In questo modo si tiene conto del livello variabile e spesso imprevedibile della spesa in un determinato anno;

l’inserimento, nel programma di disattivazione, di alcuni impianti nucleari del Centro comune di ricerca (JRC) in Germania, Italia, Belgio e Paesi Bassi.

3.   Osservazioni generali

3.1.

Il CESE constata con soddisfazione che, essendo stato realizzato uno degli obiettivi del programma (rispondere meglio alle esigenze e garantire una disattivazione sicura degli impianti), la fase successiva sarà incentrata su attività di disattivazione che presentano difficoltà in materia di sicurezza radiologica. Tali attività dovrebbero quindi essere valutate in funzione di un approccio orientato ad un contesto energetico sostenibile, in linea con gli accordi internazionali sottoscritti dall’UE (accordo di Parigi sul clima, impegno dell’UE per un’economia decarbonizzata ecc.).

3.2.

La relazione sulla valutazione e l’attuazione dei programmi UE di assistenza alla disattivazione nucleare in Bulgaria, Slovacchia e Lituania (in appresso «la relazione») conferma che la continuazione dei programmi è finanziariamente realizzabile. Il CESE prende atto che, nel quadro finanziario pluriennale per il periodo successivo al 2020, le stime di bilancio per il proseguimento e il completamento del programma Kozloduy e del programma Bohunice rappresentano meno di un quarto rispetto al quadro finanziario pluriennale 2014-2020, ossia 63 milioni di EUR per Kozloduy e 55 milioni di EUR per Bohunice, e assicureranno il raggiungimento dello stadio finale del processo di disattivazione previsto. La stima di bilancio per il quadro finanziario pluriennale dopo il 2020 arriva a 522 milioni di EUR, un importo superiore a quello previsto nel QFP 2014-2020.

3.3.

Il CESE sottolinea che vi sono ancora delle preoccupazioni relative alla Lituania. Constata che il bilancio proposto dalla Commissione coprirebbe solo il 70 % del fabbisogno per tale periodo e ritiene pertanto che la proposta in esame non apporti né una prova di solidarietà né un’assistenza finanziaria sufficiente per un progetto che risulta importante anche per gli Stati limitrofi. Riuscire a smantellare la centrale di Ignalina rappresenta la sfida principale in materia di sicurezza nucleare nell’Unione europea: tale obiettivo dovrebbe essere realizzato garantendo al tempo stesso una diminuzione dei rischi per i cittadini dell’UE.

3.4.

Il CESE accoglie con favore l’iniziativa della Commissione di aggiungere alcuni impianti del JRC al programma per la Bulgaria e la Slovacchia. La stima del bilancio per lo smantellamento degli impianti nucleari del JRC è pari a 348 milioni di EUR. Il Comitato sottolinea l’importanza del ruolo esemplare che l’UE deve svolgere nella gestione delle operazioni del proprio JRC, dal momento che si tratta di una competenza esclusiva della Commissione (JRC) in veste di titolare della licenza. Sulla base del trattato Euratom, il JRC è tenuto a gestire le proprie responsabilità nucleari storiche e a procedere alla disattivazione dei propri impianti nucleari spenti. Il programma offre ampie possibilità di creare e condividere le conoscenze, sostenendo in tal modo gli Stati membri dell’UE nei loro propri processi di disattivazione.

3.5.

Per quanto riguarda le conoscenze, il CESE sottolinea anche l’importanza di misurare le conseguenze economiche e sociali dello smantellamento, ad esempio per il mercato del lavoro, gli indicatori sanitari e lo sviluppo strutturale di una regione di uno Stato membro. Occorre assolutamente cogliere l’occasione delle attività di smantellamento per offrire una formazione teorica e pratica supplementare ai lavoratori locali in settori di attività essenziali per il futuro. Tali formazioni non possono essere escluse dal finanziamento.

3.6.

Il CESE, nel quadro dell’invito ad un più stretto monitoraggio, raccomanda che nell’ambito del programma siano assegnate delle risorse finanziarie per garantire una partecipazione adeguata di organizzazioni locali e nazionali della società civile interessate, con l’obiettivo di assicurare un monitoraggio pubblico indipendente, credibile e permanente delle attività realizzate grazie a tale assistenza finanziaria.

3.7.

Il Comitato rileva con soddisfazione che la Slovacchia, la Bulgaria e la Lituania hanno compiuto notevoli progressi verso la disattivazione dei loro reattori entro la data stabilita. Ciò nondimeno, il Comitato segnala che vi saranno diverse sfide da affrontare nell’immediato futuro: smantellare il nocciolo dei reattori ed effettuare altre operazioni negli edifici dei reattori. La relazione dice poco sui vincoli in materia di gestione dei rifiuti nucleari, in particolare per il carbonio, né si sofferma sui reattori obsoleti in Francia e nel Regno Unito. Il CESE propone che la relazione esamini in modo più approfondito la questione della gestione dei rifiuti nucleari, che costituisce un problema molto importante nel lungo periodo.

3.8.

Il Comitato segnala inoltre la buona prassi, attuata in particolare sul sito di Ignalina, di aiutare gli ex dipendenti della centrale nucleare a trovare un lavoro a livello locale: uno sforzo, questo, che non solo è utile sul piano sociale, ma contribuisce anche allo sviluppo di capacità specifiche nel campo della disattivazione e al trasferimento delle conoscenze. Il Comitato ritiene che si tratti di un modo interessante di rispondere alle esigenze di queste persone. Inoltre, l’iniziativa può essere accompagnata da misure volte a formare i lavoratori. Gli istituti di ricerca dovrebbero essere incoraggiati a partecipare attivamente a tali progetti, che devono essere adeguatamente sostenuti sul piano finanziario.

3.9.

L’ambito di applicazione dei programmi è in linea con la politica di sicurezza dell’UE, formulata in tre direttive:

1)

la direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio (1) che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi;

2)

la direttiva 2009/71/Euratom del Consiglio (2) e la sua direttiva di modifica 2014/87/Euratom del Consiglio (3) che istituisce un quadro comunitario per la sicurezza nucleare degli impianti nucleari;

3)

la direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio (4) che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti.

3.10.

Tuttavia, i programmi derogano parzialmente, per ragioni storiche, alla responsabilità ultima degli Stati membri di assicurare adeguate risorse finanziarie per la disattivazione nucleare e la gestione dei rifiuti radioattivi. Il CESE ha già convenuto con questa posizione per motivi di solidarietà.

3.11.

Inoltre, una maggiore sicurezza nucleare è di vitale importanza, non solo a livello regionale o nazionale, ma anche su scala europea e addirittura mondiale. È per questo motivo che uno sforzo comune per una gestione sicura dei problemi tecnologici legati alla disattivazione nucleare e per l’acquisizione di conoscenze in questo settore è importante non solo per le regioni o gli Stati membri interessati, ma anche per l’Unione europea nel suo complesso. Il CESE sottolinea, pertanto, la necessità di una stretta cooperazione tra gli Stati membri e i partecipanti ai programmi, da un lato, e la Commissione, dall’altro.

3.12.

Il Comitato constata con soddisfazione che il programma ha permesso di sviluppare nuovi strumenti molto efficaci per ridurre il volume dei rifiuti, e raccomanda alla Commissione di adottare un approccio proattivo per favorire la condivisione delle conoscenze in materia.

3.13.

Il Comitato riconosce la pertinenza degli indicatori chiave di prestazione utilizzati per misurare i progressi compiuti nella disattivazione e i suoi costi di finanziamento. Richiama l’attenzione sui vantaggi derivanti da un attento monitoraggio e da un’attuazione efficiente dei requisiti del programma, e sottolinea che le attività finanziate dall’UE dovrebbero promuovere un’occupazione di qualità elevata nel rispetto del massimo livello di sicurezza e radioprotezione, conformemente alle summenzionate direttive UE in materia.

4.   Osservazioni particolari

4.1.

In linea con queste considerazioni, il Comitato ritiene che dovrebbe essere possibile ottenere un quadro più concreto dello stato della radioprotezione operativa su ciascun sito in questione e mettere a punto una strategia ALARA (As Low As Reasonably Achievable — «tanto basso quanto ragionevolmente ottenibile»). Naturalmente, fare in modo che ciò avvenga rientra nella responsabilità esclusiva dello Stato membro, ai sensi dell’articolo 5 della direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti. Mantenere la dose di radiazioni cui i lavoratori sono esposti nell’ordine di un valore ottimizzato della dose effettiva è un indicatore sintomatico, che corrisponde a uno degli obiettivi dei programmi, quello che prevede di concentrarsi sulla sicurezza radiologica. Questi dati devono essere disponibili nel registro delle autorità degli Stati membri competenti in materia di sicurezza e di protezione dalle radiazioni.

4.2.

Un’altra preoccupazione riguarda lo smaltimento definitivo dei rifiuti radioattivi, che costituisce chiaramente una competenza esclusiva dello Stato membro. Tuttavia, il Comitato raccomanda alla Commissione di sostenere non solo la condivisione delle conoscenze, ma anche una cooperazione dinamica tra Stati membri, laddove sia giuridicamente possibile. Ciò contribuirà a conseguire un elevato livello di sicurezza all’interno di parametri economici ragionevoli.

4.3.

La cooperazione con le autorità locali responsabili della sicurezza sembra essere un punto sul quale vengono fornite scarse informazioni. Tuttavia, alcuni problemi individuati nella proposta di regolamento del Consiglio che istituisce un programma di finanziamento specifico per la disattivazione degli impianti nucleari e la gestione dei rifiuti radioattivi, e che abroga il regolamento (Euratom) n. 1368/2013 del Consiglio, richiedono di essere esaminati con maggiore attenzione, in particolare nei casi in cui le «lunghe procedure di autorizzazione da parte delle autorità nazionali … [rendono] difficile gestire il programma». La Commissione dispone di un ampio ventaglio di strumenti per migliorare tale cooperazione, in particolare mediante il gruppo dei regolatori europei in materia di sicurezza nucleare (ENSREG).

4.4.

Il Comitato fa notare che diverse centrali nucleari nell’Unione europea hanno concluso o stanno per concludere il loro ciclo di vita e dovranno essere disattivate. Pur trattandosi di una responsabilità esclusiva dello Stato membro, il CESE invita la Commissione europea a valutare la situazione e a presentare una relazione contenente delle proposte volte a ridurre al minimo i costi e i rischi della disattivazione dei reattori e dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi. La relazione dovrebbe anche prendere in considerazione gli effetti della considerevole riduzione, nell’UE, della capacità di ritrattare i combustibili e i rifiuti nucleari a seguito della Brexit e, inversamente, dell’eccesso di capacità di ritrattamento nel Regno Unito.

Bruxelles, 12 dicembre 2018

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Luca JAHIER


(1)  GU L 199 del 2.8.2011, pag. 48.

(2)  GU L 172 del 2.7.2009, pag. 18.

(3)  GU L 219 del 25.7.2014, pag. 42.

(4)  GU L 13 del 17.1.2014, pag. 1.