22.3.2019   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 110/156


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA III)»

[COM(2018) 465 final — 2018/0247 (COD)]

(2019/C 110/28)

Relatore:

Dimitris DIMITRIADIS

Consultazione

Parlamento europeo, 02/07/2018

Commissione europea, 12/07/2018

Consiglio dell’Unione europea, 18/07/2018

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

 

 

Sezione competente

Relazioni esterne

Adozione in sezione

23/11/2018

Adozione in sessione plenaria

12/12/2018

Sessione plenaria n.

539

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

181/1/1

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA III) per il periodo 2021-2027.

1.2.

Il CESE apprezza altresì l’affermazione secondo cui l’IPA III dovrebbe assegnare al criterio dei risultati un ruolo più centrale, cosa che permetterebbe un maggiore riorientamento complessivo degli stanziamenti dei fondi affinché questi tengano conto degli impegni dei beneficiari e dei progressi compiuti verso le riforme. L’impiego di indicatori di rendimento contribuirà alla valutazione complessiva dell’IPA III ed è conforme alle raccomandazioni precedentemente formulate per l’IPA II (1).

1.3.

Il CESE è convinto che l’istituzione dello strumento di assistenza preadesione sia conforme alla nuova strategia della Commissione europea per i Balcani occidentali «Una prospettiva di allargamento credibile e un maggior impegno dell’UE per i Balcani occidentali», pubblicata il 6 febbraio 2018, e alle sue sei iniziative faro che riguardano il consolidamento dello Stato di diritto, il rafforzamento della cooperazione in materia di sicurezza e migrazione attraverso le squadre investigative comuni, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, l’ampliamento dell’Unione dell’energia dell’UE ai Balcani occidentali, la riduzione delle tariffe di roaming e la diffusione della banda larga nella regione (2). È altresì conforme alla politica di allargamento dell’Unione europea in vista di una possibile futura adesione della Turchia.

1.4.

Il CESE ribadisce la propria posizione, fondata sull’articolo 49 del trattato sull’Unione europea, il quale stabilisce che ogni Stato europeo che osservi i valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone che appartengono a minoranze, e che si impegni a promuovere tali valori può domandare di diventare membro dell’Unione.

1.5.

Il CESE si rallegra per il fatto che, stando alla proposta della Commissione europea, l’importo di riferimento finanziario indicato dalla proposta di regolamento sull’IPA III per il periodo dal 2021 al 2027 sarà pari a circa 14,5 miliardi di euro.

1.6.

Il CESE si compiace inoltre per il fatto che il 25 % delle spese dell’UE contribuirà al conseguimento degli obiettivi in materia di clima.

1.7.

Il CESE apprezza che l’IPA III introduca una maggiore flessibilità, evitando di fissare subito le assegnazioni destinate ai partner. Il quadro di programmazione dell’IPA dovrebbe basarsi sull’evoluzione delle esigenze e garantire un equilibrio tra prevedibilità e finanziamenti basati sui risultati.

1.8.

Il CESE sottolinea che le osservazioni formulate dopo la valutazione intermedia dell’IPA II (3) e molte delle precedenti raccomandazioni del CESE (4) dovrebbero essere adottate senza riserve sia dalla Commissione europea che dai paesi candidati e potenziali candidati.

1.9.

Il CESE sottolinea l’importanza dell’assistenza preadesione per la promozione delle riforme economiche e la creazione di un contesto imprenditoriale favorevole e prevedibile al fine di stimolare l’imprenditorialità e la creazione di imprese e aiutare le PMI a crescere, incrementando così la competitività, la crescita economica e la creazione di nuovi e dignitosi posti di lavoro.

1.10.

Il CESE mette altresì in risalto l’importanza dei programmi di riforma economica e di un coinvolgimento significativo delle parti sociali e di altre organizzazioni della società civile nel processo di sviluppo e attuazione di tali programmi. Il CESE chiede di assegnare maggiori fondi, incluse le sovvenzioni organizzative, al rafforzamento delle capacità delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile per consentire loro di partecipare efficacemente a tali processi. Vanno inoltre incoraggiati i miglioramenti della qualità e del contenuto del dialogo sociale nei paesi candidati e potenziali candidati.

1.11.

A giudizio del CESE, il finanziamento erogato dall’IPA III è importante per l’integrazione delle economie dei Balcani occidentali nell’UE.

1.12.

Il CESE è del parere che i progressi dei beneficiari dell’IPA verso le riforme sia essenziale per l’assorbimento (tra il 64,3 % e l’88,9 % per l’IPA II) e lo sfruttamento di questi fondi ed evidenzia l’esigenza di rafforzare una cultura di cooperazione tra i beneficiari dei Balcani occidentali. Il caso della Turchia è assai più complesso e delicato. Il finanziamento di un paese in cui non si può escludere un ulteriore deterioramento della situazione relativa ai diritti civili impone cautela e l’applicazione del principio di condizionalità.

1.13.

Il CESE sottolinea la necessità di utilizzare l’assistenza preadesione per rafforzare la capacità dell’amministrazione dei paesi candidati e potenziali candidati al fine di prepararli all’utilizzo futuro dei fondi strutturali e alla partecipazione alla politica agricola comune dell’UE (PAC).

1.14.

Il CESE è fermamente convinto che l’UE debba mettere a punto meccanismi rigorosi ed efficienti per monitorare la distribuzione dell’assistenza preadesione a tutti i paesi candidati e potenziali candidati. Soprattutto nel caso della Turchia, è opportuno dedicare maggiore attenzione ai ritardi cronici che si registrano in vari settori.

1.15.

Il CESE osserva che sarà necessario accelerare l’attuazione dell’IPA III, in particolare nei primi anni, per evitare che si formino arretrati strutturali a livello di aggiudicazione dei contratti e attuazione e per recuperare gradualmente i ritardi attuali. La Commissione dovrebbe seguire con particolare attenzione la gestione indiretta con i beneficiari. La valutazione intermedia ha evidenziato che, sebbene l’impatto in termini di una maggiore titolarità sia considerato positivo, i risultati dal punto di vista dell’aggiudicazione dei contratti sono stati insoddisfacenti e si sono registrati notevoli ritardi nell’attuazione, in particolare in Turchia.

1.16.

Il CESE sottolinea che il monitoraggio deve essere effettuato sulla base degli indicatori definiti nella proposta della Commissione europea. I pertinenti indicatori di rendimento saranno definiti e inclusi nel quadro di programmazione dell’IPA, e ai destinatari dei fondi dell’UE saranno imposti obblighi di rendicontazione proporzionati. Per la valutazione dei risultati dell’assistenza fornita nel quadro dell’IPA III, si farà riferimento alle relazioni sull’allargamento. Il sistema di rendicontazione sui risultati dovrebbe garantire la raccolta efficiente, efficace e tempestiva dei dati ai fini del monitoraggio dell’attuazione e dei risultati.

1.17.

A giudizio del CESE, la Commissione dovrebbe procedere periodicamente al monitoraggio delle proprie azioni e all’esame dei progressi compiuti verso il conseguimento dei risultati. Tali valutazioni accerteranno l’impatto dello strumento sul terreno, sulla base di indicatori e obiettivi pertinenti e di un’analisi particolareggiata della misura in cui lo strumento può essere ritenuto pertinente, efficace ed efficiente, tale da fornire sufficiente valore aggiunto UE e coerente con le altre politiche dell’UE. Le valutazioni comprenderanno gli insegnamenti tratti dalle esperienze passate al fine di individuare eventuali carenze o problemi o eventuali possibilità di migliorare ulteriormente le azioni o i loro risultati e di contribuire a ottimizzarne lo sfruttamento e l’impatto.

1.18.

Il CESE è fermamente convinto dell’opportunità di fissare parametri e diffondere le migliori pratiche tra i paesi candidati e potenziali candidati per potenziare la loro capacità di assorbimento attivo dei finanziamenti.

1.19.

Il CESE sottolinea che la nuova proposta di regolamento attribuisce importanza anche all’intensificazione del coordinamento e della cooperazione con altri donatori e istituzioni finanziarie, anche del settore privato.

1.20.

Il CESE invita la Commissione a esplorare il potenziale di una prospettiva di più lungo termine per l’attuazione. Ciò servirà a migliorare il livello di prevedibilità e ad alleviare la pressione delle scadenze, soprattutto allorché nel periodo in corso si accumulano ritardi significativi.

1.21.

Il CESE nota la necessità di migliorare la qualità generale dei documenti (di lavoro) utilizzati per la pianificazione dell’approccio settoriale, nonché di chiarire la pianificazione dell’approccio settoriale con tutti i soggetti pertinenti. A tale scopo, raccomanda pure di adottare misure per migliorare la capacità della Commissione europea di integrare le questioni orizzontali. Vi è l’esigenza complessiva di rafforzare le capacità di tutte le istituzioni coinvolte nella realizzazione dell’assistenza preadesione, anche con un uso proporzionato dell’assistenza tecnica a sostegno di tali istituzioni nei paesi candidati e potenziali candidati.

1.22.

Il CESE ritiene che l’IPA III dovrebbe essere utilizzato per migliorare la comprensione dei valori fondamentali dell’UE, nonché per promuovere il valore aggiunto dell’assistenza preadesione tra i cittadini dei paesi candidati e potenziali candidati, in particolare attraverso programmi di sovvenzioni gestiti dalle delegazioni dell’Unione europea.

1.23.

Il CESE accoglie con favore la volontà di legare l’assistenza preadesione a fattori quali: (a) lo Stato di diritto, (b) la buona governance e i diritti fondamentali, (c) lo sviluppo socioeconomico, (d) l’adozione delle politiche e dell’acquis dell’Unione, (e) le relazioni di buon vicinato e la riconciliazione e (f) la cooperazione regionale.

2.   Stato di diritto, buona governance e diritti fondamentali

2.1.

Il CESE sottolinea che esiste ancora una forte divergenza tra le norme UE e quelle vigenti in tutti i paesi candidati e potenziali candidati. In Turchia la situazione sembra peggiorata, soprattutto dopo il fallito colpo di Stato del luglio 2016 e l’imposizione della legge marziale.

2.2.

A giudizio del CESE, l’IPA III dovrebbe continuare a investire nei progetti riguardanti lo Stato di diritto che hanno aiutato i paesi a istituire organismi giudiziari e di contrasto solidi e professionali, indipendenti e liberi da influenze esterne.

2.3.

Il CESE è altresì convinto che si debba manifestare un interesse specifico per la formazione di un sistema efficiente di protezione delle frontiere, gestione dei flussi migratori, prevenzione delle crisi umanitarie e offerta di asilo a chi ne ha bisogno. Un’assistenza tecnica dell’UE a sostegno delle pratiche di buona governance in questi settori potrebbe rivelarsi particolarmente utile. Inoltre, tutti i paesi candidati e potenziali candidati devono mettere a punto meccanismi per la prevenzione della criminalità organizzata e la lotta al terrorismo e all’immigrazione illegale. La Turchia dovrebbe impegnarsi più decisamente nell’attuazione dell’accordo con l’UE firmato il 28 marzo 2016, inteso ad arrestare il flusso della migrazione irregolare che dalla Turchia si dirige in Europa (5).

2.4.

Il CESE rileva che in tutti i paesi candidati e potenziali candidati il settore pubblico soffre ancora di problemi quali il clientelismo, la mancanza di trasparenza, la corruzione e la disuguaglianza.

2.5.

Il CESE non ignora che in tutti i paesi candidati e potenziali candidati le minoranze devono ancora affrontare innumerevoli problemi causati da atteggiamenti e comportamenti discriminatori.

2.6.

Il CESE è fermamente convinto che l’assistenza preadesione debba privilegiare le iniziative miranti a riformare e depoliticizzare il settore pubblico, promuovere la trasparenza e la rendicontabilità, potenziare i servizi amministrativi online (eGovernment) e migliorare la gestione. A questo proposito, l’assistenza preadesione dovrebbe essere utilizzata per creare opportunità concrete per il coinvolgimento della più ampia gamma possibile di organizzazioni della società civile nella formazione delle politiche pubbliche.

2.7.

Il CESE è persuaso che sia necessario riconoscere il ruolo significativo della società civile per l’affermazione dello Stato di diritto, e che quindi occorra privilegiare le iniziative della società civile nei programmi dell’assistenza preadesione.

2.8.

Il CESE giudica inoltre necessario privilegiare, nell’assistenza preadesione, le istituzioni di finanziamento che agevolano e promuovono l’uguaglianza e il rispetto dei diritti civili.

3.   Sviluppo socioeconomico

3.1.

Il CESE riconosce che la necessità di erogare assistenza finanziaria a questi partner è dimostrata dal persistere di elevati tassi di disoccupazione (per esempio il 21,6 % nella ex Repubblica iugoslava di Macedonia e il 35,3 % in Kosovo (*1) nel primo trimestre del 2018) e dalla lentezza del recupero nei confronti dei paesi dell’UE in termini di PIL pro capite.

3.2.

Il CESE è perfettamente consapevole che la povertà, la disoccupazione elevata, l’economia informale, i bassi salari, la corruzione, le condotte illecite, l’emigrazione di lavoratori qualificati e la fuga di cervelli sono fenomeni che interessano tutti i partner dei Balcani occidentali (6) così come la Turchia.

3.3.

Il CESE ritiene che il ruolo dell’istruzione in tutti i partner dei Balcani occidentali e in Turchia, compresa la parità di accesso ai sistemi d’istruzione, sia un fattore fondamentale in termini di promozione dei valori europei, educazione alla tolleranza nei confronti delle minoranze, promozione della parità di genere, lotta contro i pregiudizi e rafforzamento della coesione sociale.

3.4.

Il CESE ritiene inoltre opportuno attuare, tramite l’IPA III, una «agenda della coesione sociale», migliorando l’efficienza e l’efficacia dei sistemi di istruzione e affrontando così il problema della carenza di competenze e degli squilibri tra domanda e offerta di competenze, nonché le difficoltà generate sul mercato del lavoro dai cambiamenti tecnologici e digitali nell’economia. Un maggiore sostegno finanziario per i programmi di istruzione professionale, l’apprendistato e i programmi di apprendimento permanente, nonché un maggiore coinvolgimento, nella loro concezione, delle parti sociali e di altre organizzazioni della società civile pertinenti, contribuirebbero a ridurre lo squilibrio tra domanda e offerta di competenze nel mercato del lavoro e gli elevati livelli di disoccupazione, come pure a diminuire il numero di posti di lavoro che rimangono vacanti.

3.5.

Il CESE giudica importante istituire, tramite l’assistenza preadesione, meccanismi di lotta alla povertà e accesso al mercato del lavoro, rivolti soprattutto a giovani, donne e gruppi minoritari, così da prevenire l’emigrazione e la fuga dei cervelli.

3.6.

A giudizio del CESE, l’approfondimento e l’ampliamento del dialogo sociale costituiscono una condizione imprescindibile dello sviluppo socioeconomico. Le parti sociali devono svolgere un ruolo importante nell’elaborazione e nell’attuazione delle politiche.

3.7.

Il CESE è fermamente convinto che, nella distribuzione dell’assistenza preadesione, i paesi candidati e potenziali candidati debbano dare la priorità alle azioni volte ad incrementare la capacità di rafforzare la stabilità macroeconomica e a sostenere i progressi verso la creazione di un’economia di mercato funzionante, in grado di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all’interno dell’Unione. Occorre tuttavia dedicare un’attenzione particolare anche al livello imprenditoriale delle economie dei beneficiari di IPA III, e non vanno trascurati elementi quali l’imprenditorialità, il lavoro autonomo, le PMI e i microfinanziamenti.

3.8.

Il CESE invita a moltiplicare gli sforzi per migliorare l’orientamento al mercato del settore privato e la competitività delle imprese private tramite la distribuzione dell’assistenza preadesione.

3.9.

A giudizio del CESE, nell’ambito di IPA III si dovrebbero mettere a disposizione delle organizzazioni della società civile sovvenzioni di funzionamento estese ad almeno 36 mesi.

3.10.

Il CESE ritiene che l’impatto dei regimi di riassegnazione di minore entità diretti alle organizzazioni della società civile rurali, di base e di piccole dimensioni nell’ambito dell’IPA II dovrebbe essere ulteriormente rafforzato, in particolare attraverso una partecipazione molto più approfondita di tali organizzazioni a tutte le fasi di programmazione di ciascuno dei regimi di riassegnazione.

3.11.

Il CESE sottolinea la necessità di erogare aiuti tramite le istituzioni di assistenza preadesione, allo scopo di agevolare la distribuzione e le tecnologie digitali, tutelare l’ambiente e fissare gli standard più elevati di sicurezza nucleare.

3.12.

Il CESE ritiene inoltre che si debba privilegiare, per quanto riguarda l’erogazione dell’assistenza preadesione, la creazione di istituzioni che promuovano la parità di accesso all’istruzione per l’infanzia, lo sviluppo dell’istruzione professionale, una miglior qualità dell’istruzione superiore e il potenziamento dell’apprendimento permanente, nonché l’introduzione di meccanismi/organi che disciplinino i rapporti di lavoro, procedure per la contrattazione collettiva e la risoluzione delle vertenze di lavoro, come pure procedure di dialogo strutturato tra le parti sociali.

4.   Adozione delle politiche e dell’acquis dell’UE

4.1.

Il CESE è consapevole della forte divergenza esistente tra le norme UE e quelle vigenti in tutti i paesi candidati e potenziali candidati.

4.2.

Il CESE ritiene importante promuovere l’allineamento di norme, politiche e pratiche vigenti nei paesi candidati e potenziali candidati a quelle dell’Unione, comprese le norme sugli aiuti di Stato.

4.3.

Il CESE sottolinea che, oltre all’armonizzazione con la parte legislativa dell’acquis comunitario, i paesi candidati e potenziali candidati dovranno prendere confidenza ed eventualmente armonizzarsi con politiche che sono attualmente oggetto di discussione ed elaborazione in seno all’UE, come il pilastro europeo dei diritti sociali, gli obiettivi di sviluppo del millennio dell’ONU (OSM) e l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, nonché con la cooperazione tra gli Stati membri dell’UE per quanto riguarda i flussi di rifugiati e migranti e il controllo integrato delle frontiere.

5.   Relazioni di buon vicinato e riconciliazione

5.1.

I paesi candidati e potenziali candidati dei Balcani occidentali e la Turchia portano ancora i segni delle ferite inferte da guerre e conflitti e presentano tuttora problemi legati all’odio etnico, alla presenza di movimenti irredentisti e a conflitti congelati che potrebbero esplodere nuovamente. È necessario promuovere con forza la risoluzione delle questioni bilaterali più pressanti prima dell’adesione all’UE, anche se insistere sulla risoluzione di tutte le questioni in sospeso potrebbe ritardare tale processo. Incoraggiando il rilancio del commercio e di altre relazioni economiche tra questi paesi, sarebbe possibile contribuire alla risoluzione dei conflitti e alla crescita economica.

5.2.

Il CESE accoglie con favore le iniziative lanciate da istituzioni pubbliche del settore della cultura e dell’istruzione, dal mondo accademico e da organizzazioni della società civile per favorire la riconciliazione, le relazioni di buon vicinato e un approccio critico nei confronti del passato.

5.3.

Il CESE ribadisce che rafforzare le capacità delle organizzazioni della società civile e delle parti sociali (comprese le associazioni professionali) e incoraggiare il lavoro in rete a tutti i livelli tra le organizzazioni dell’UE e quelle dei beneficiari significa agevolare il processo di integrazione.

5.4.

A giudizio del CESE, l’IPA III dovrebbe erogare finanziamenti alle organizzazioni della società civile che intendono ampliare lo spazio civico per l’impegno e la partecipazione. Nell’ambito dell’IPA III sarebbe opportuno estendere il sostegno alle infrastrutture nonché alle reti e piattaforme tematiche regionali della società civile.

6.   Cooperazione regionale

6.1.

Le reti dell’energia e dei trasporti dovrebbero essere un fattore di sviluppo e di interconnettività per la regione. Ciò garantirebbe che i cittadini dei paesi candidati e potenziali candidati dei Balcani occidentali e della Turchia si facciano un’idea chiara dei vantaggi sociali, economici e ambientali derivanti dall’adesione all’UE. Ad esempio, l’efficienza energetica e il risparmio di energia consentono di generare attività per le imprese e di creare posti di lavoro, sia verdi che tradizionali.

6.2.

Il CESE ritiene opportuno privilegiare, nel quadro dell’assistenza preadesione, le istituzioni e le iniziative che creano collegamenti tra i paesi candidati e potenziali candidati nei settori dell’energia, della comunicazione, della digitalizzazione, dell’innovazione, dei trasporti e della tutela dell’ambiente. La cooperazione instaurata tra le città di Kula in Bulgaria e Boljevac in Serbia, che intendevano acquistare veicoli speciali, droni di sorveglianza ed equipaggiamenti protettivi personalizzati per la lotta agli incendi boschivi, potrebbe costituire un esempio di buona pratica (7).

6.3.

Il CESE sostiene il trattato che istituisce la Comunità dei trasporti firmato dall’UE e dai paesi candidati e potenziali candidati dei Balcani occidentali il 12 luglio 2017, e incoraggia le parti a svilupparlo ulteriormente. A tale riguardo, la Commissione europea, la Banca europea per gli investimenti e i partner dei Balcani occidentali dovrebbero concentrare i loro investimenti sui collegamenti tra la rete centrale TEN-T dell’UE e le infrastrutture dei Balcani occidentali. Pertanto, è ora necessario elaborare un programma condiviso, che individui i fondi disponibili e definisca un calendario comune.

6.4.

Il miglioramento delle infrastrutture permetterà di ridurre i costi dei trasporti e dell’energia e faciliterà l’arrivo di investimenti consistenti nella regione, come pure il commercio intraregionale. Inoltre, la promozione di una migliore digitalizzazione e la graduale riduzione delle tariffe di roaming nei Balcani occidentali contribuiranno allo sviluppo di attività economiche, all’aumento della produttività e a miglioramenti nella qualità della vita. La carenza di infrastrutture non è però l’ostacolo principale alla cooperazione tra i partner dei Balcani occidentali. Le ostilità del passato e le controversie ancora irrisolte che li contrappongono hanno limitato la portata e i contenuti della cooperazione. Per porre parziale rimedio a questa situazione, l’IPA potrebbe incoraggiare il varo di progetti IPA di cooperazione transfrontaliera.

6.5.

Si dovrebbe fare ricorso ai media e ad altre forme di comunicazione per dare risalto alla presenza e all’importanza delle attività dell’UE nei paesi candidati e potenziali candidati. Occorre inoltre rafforzare la capacità dei funzionari locali in materia di gestione e attuazione dei progetti durante l’intero processo di adesione all’UE.

7.   Osservazioni particolari sul progetto di regolamento IPA III

7.1.

Il CESE rileva che la proposta si basa sui risultati e sugli insegnamenti appresi durante i precedenti periodi di programmazione, e la giudica idonea a realizzare gli obiettivi previsti. Ribadisce tuttavia che i paesi candidati e potenziali candidati devono affrontare sfide assai differenti da quelle che si pongono agli Stati membri; una grande flessibilità è perciò assolutamente necessaria.

7.2.

Il CESE approva senza riserve gli obiettivi dichiarati dell’IPA III, ma ricorda che nel breve periodo è difficile rilevare effetti diretti. Raccomanda pertanto di valutare meticolosamente il valore aggiunto degli interventi futuri dal punto di vista dell’entità dell’impegno, del peso politico e del sostegno per gran parte dei beneficiari. Va apprezzato il fatto che il sostegno al bilancio erogato nell’attuale periodo di programmazione sia servito da catalizzatore del cambiamento istituzionale e abbia promosso il dialogo politico nei paesi destinatari (per esempio Serbia, Montenegro e Albania).

7.3.

Alla luce della difficile situazione in cui versa la maggior parte dei beneficiari, il CESE raccomanda di semplificare adeguatamente i requisiti di documentazione e di privilegiare il sostegno, nonché la garanzia della titolarità dei risultati per i destinatari. A tale scopo, è opportuno proseguire negli sforzi per sviluppare ulteriormente la modalità di gestione indiretta con il paese beneficiario, parallelamente ad azioni di potenziamento delle capacità che aiutino i portatori di interessi a impegnarsi costruttivamente nel processo generale di programmazione.

7.4.

Il CESE reputa necessario rafforzare la complementarità dell’IPA III con le azioni finanziate nel quadro di altre fonti di finanziamento nei paesi candidati e potenziali candidati.

7.5.

Il CESE suggerisce di adottare, durante il processo di negoziazione, misure specifiche a livello nazionale nei paesi candidati e potenziali candidati per superare le strozzature, le inefficienze e i ritardi cronici emersi durante l’attuale periodo di programmazione. Evidentemente, bisogna tenere presente l’entità relativamente limitata dei fondi IPA rispetto ai bilanci nazionali di alcuni paesi beneficiari, nonché la necessità di mantenere uno stabile consenso tra la Commissione europea e le istituzioni nazionali di tali paesi; queste considerazioni devono fornire il contesto del dialogo politico.

8.   Migliori pratiche

8.1.

Moduli di domanda: devono essere ulteriormente semplificati e unificati, in particolare nell’ambito dell’IPA, ma anche rispetto ad altri donatori e alle prescrizioni della legislazione nazionale. Vi è un numero eccessivo di orientamenti e istruzioni: esistono margini di unificazione, sintetizzando le specifiche in un capitolo separato.

8.2.

Occorre migliorare le qualifiche, le conoscenze e le competenze delle amministrazioni aggiudicatrici, compresi gli organismi di controllo/audit, soprattutto quando sia necessario interpretare determinate questioni e i tempi di risposta siano conseguentemente molto lunghi.

8.3.

Alcuni regimi di sovvenzioni prevedono requisiti eccessivi per quanto riguarda l’analisi del contesto del progetto, la situazione delle varie regioni ecc., il che può rivelarsi alquanto oneroso per i normali richiedenti. Il metodo si può rovesciare. Le amministrazioni aggiudicatrici possono ingaggiare esperti per svolgere tali analisi e valutare la fattibilità di un progetto.

8.4.

Un approccio che agevoli maggiormente i richiedenti: è possibile esaminare in anticipo i fascicoli delle domande, oppure farli consultare da funzionari delle rispettive amministrazioni (o da fornitori di assistenza tecnica); sarebbe inoltre opportuno concedere tempi più lunghi per adempiere le prescrizioni amministrative.

8.5.

Modifiche del contratto: occorre garantire flessibilità e procedure più rapide. Di solito un programma viene definito nell’arco di uno o due anni, cui fa seguito un lungo iter procedurale; sarà quindi necessario introdurre strumenti flessibili per la modifica dei contratti.

8.6.

Pubbliche relazioni, marchi e visibilità: vi sono margini per semplificare e ottimizzare i requisiti. Va inoltre incrementata la visibilità dei progetti finanziati dall’UE.

8.7.

È opportuno modificare le schede di settore e di progetto concernenti i valori obiettivo degli indicatori, per sincronizzarle con il periodo di attuazione effettivo.

8.8.

I contratti di riforma settoriale contribuiranno alla realizzazione delle riforme politiche e al conseguimento di risultati specifici per i vari settori. Nel quadro dell’IPA III si possono adottare misure come l’impiego di personale qualificato nella struttura operativa e un sostegno tecnico adeguato e costante alla struttura operativa. È opportuno consolidare la titolarità del processo per i principali portatori di interessi. Problemi di programmazione: la successione dei contratti nell’arco del programma può portare al mancato rispetto delle scadenze del contratto, e quindi all’insorgere di svariate criticità nel processo di attuazione.

8.9.

I potenziali rischi emersi durante il periodo di riferimento di IPA II evidenziano la necessità di garantire l’impegno e una cooperazione e coordinamento interministeriali efficienti. Ciò è dovuto alla complessità degli interventi e alle responsabilità condivise tra specifiche istituzioni nazionali, dal momento che le riforme previste rientrano fra le responsabilità di diversi settori pubblici.

8.10.

I problemi di preparazione per gli appalti/l’aggiudicazione dei contratti a livello di progetto risiedono essenzialmente nella difficoltà di rispettare i prerequisiti e di coordinarsi e mettersi in sequenza con altri progetti/contratti collegati, ma anche nella scarsa capacità di preparare in tempo utile una documentazione di qualità per la gara.

8.11.

Dal punto di vista dell’aggiudicazione dei contratti, è opportuno approfondire i seguenti insegnamenti principali: carenza di capacità provocata dalle fluttuazioni di personale nelle istituzioni del beneficiario; qualità inadeguata della documentazione presentata dai beneficiari; mancanza di specifiche competenze interne di carattere pratico per i progetti più complessi; necessità di consolidare la titolarità del processo per i principali portatori di interessi; una successione dei contratti impegnativa nel programma che può portare al mancato rispetto del contratto e/o della scadenza di attuazione; tempestivo adempimento dei prerequisiti ecc.

8.12.

Un problema che si riscontra spesso è quello della discrepanza tra gli indicatori nelle schede di settore/di progetto iniziali e i valori successivi alla fine del periodo di riferimento del programma. Inoltre, in alcuni casi la qualità e la portata degli indicatori sono inadeguate, e ciò impedisce di monitorare in maniera efficiente l’attuazione del programma.

8.13.

Il contenuto di alcuni dei contratti gestiti dalle autorità decentrate dipende dai risultati dei contratti precedenti conclusi dalle amministrazioni aggiudicatrici centrali, con conseguenti rischi per quanto riguarda la rapidità delle gare e dell’attuazione dei suddetti contratti.

Bruxelles, 12 dicembre 2018

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Luca JAHIER


(1)  Parere del CESE sul tema Strumento di assistenza preadesione/Strumento europeo di vicinato (GU C 11 del 15.1.2013, pag. 77).

(2)  I principi fondamentali della strategia dell’UE nei confronti dei Balcani occidentali sono stati fissati dalla Commissione il 6 febbraio 2018 nella comunicazione «Una prospettiva di allargamento credibile e un maggiore impegno dell'UE per i Balcani occidentali», COM(2018) 65 final.

(3)  Cfr. https://ec.europa.eu/europeaid/evaluation-instrument-pre-accession-assistance-ipa-ii-draft-report_en

(4)  Cfr. nota 1.

(5)  http://www.europarl.europa.eu/legislative-train/theme-towards-a-new-policy-on-migration/file-eu-turkey-statement-action-plan

(*1)  Tale designazione non pregiudica la posizione riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 dell’UNSC e con il parere della CIG sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.

(6)  Parere del CESE sul tema Coesione economica e sociale e integrazione europea dei Balcani occidentali — sfide e priorità (GU C 262 del 25.7.2018, pag. 15).

(7)  https://ec.europa.eu/transparency/regdoc/rep/3/2018/IT/COM-2017-654-F1-IT-MAIN-PART-1.PDF