25.10.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 387/8


Parere del Comitato europeo delle regioni — Esame dell’attuazione dell’agenda urbana per l’UE

(2018/C 387/03)

Relatore:

Kieran McCARTHY (IE/AE), consigliere comunale di Cork

Testo di riferimento:

Relazione della Commissione al Consiglio sull’agenda urbana per l’UE

COM(2017) 657 final

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

Riconoscimento del lavoro svolto

1.

riafferma il suo impegno a rinnovare la sua strategia iniziale di monitoraggio dell’attuazione dell’agenda urbana per l’UE e a fare il punto sul proprio contributo a livello politico all’attuazione delle relative azioni;

2.

dà atto dell’impegno delle istituzioni dell’UE a riconoscere il ruolo e l’influenza sempre crescenti delle città europee in quanto fattori essenziali per il conseguimento degli obiettivi strategici dell’UE e per la realizzazione di un’Europa inclusiva, ambiziosa in termini di attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e competitiva a livello globale;

3.

osserva che l’elemento centrale dell’agenda urbana per l’UE consiste nel fatto che essa miri a mobilitare l’esperienza e la competenza degli enti urbani e di metterli in condizione di contribuire allo sviluppo e all’attuazione dei processi e degli strumenti delle politiche dell’UE che hanno il maggiore impatto sulle città;

4.

condivide l’analisi secondo cui il processo dell’agenda urbana per l’UE ha determinato, in una certa misura e in alcuni Stati membri, un rinnovato interesse per lo sviluppo o il rafforzamento della politica urbana;

5.

accoglie con favore i metodi di lavoro fortemente innovativi dei partenariati dell’agenda urbana, che per la prima volta coinvolgono direttamente le autorità urbane nel processo di elaborazione delle politiche dell’UE e promuovono una metodologia dal basso verso l’alto (bottom-up); e reputa che tale approccio sia strettamente legato al dibattito sul futuro dell’Europa, aprendo la strada a un coinvolgimento locale e decentrato dei cittadini;

6.

sottolinea che, nell’ambito del processo sul futuro dell’Europa, è necessario migliorare la condivisione delle conoscenze e la cooperazione tra le città per promuovere lo scambio delle buone pratiche in materia di funzionamento delle città, ridurre al minimo gli oneri amministrativi connessi alle politiche dell’UE, trovare, per tali politiche, modi di attuazione più efficaci sotto il profilo dei costi ed evitare duplicazioni, in particolare per quanto riguarda l’adeguata progettazione degli strumenti di finanziamento e delle iniziative politiche dell’UE;

7.

riconosce che attualmente l’agenda urbana è in larga misura un processo in pieno svolgimento; osserva che, nella relazione del novembre 2017, la Commissione europea si dichiara complessivamente soddisfatta dei primi risultati dell’attuazione dell’agenda; sottolinea nondimeno che questo giudizio si basa interamente sui riscontri dei partecipanti, e pertanto accoglie con favore la consultazione in merito a tale valutazione;

8.

sostiene l’approccio dell’agenda urbana e il metodo di lavoro basato sulla governance multilivello e articolato su 12 grandi temi strategici prioritari, individuati dal patto di Amsterdam, e concorda sulla necessità di ripensare gli approcci all’elaborazione delle norme e dei regolamenti esistenti, facilitando l’uso delle diverse risorse di finanziamento disponibili specifiche per l’ambiente urbano, e di migliorare lo scambio di conoscenze e la cooperazione sulle questioni urbane tra i diversi soggetti interessati;

9.

sottolinea che il metodo basato sui partenariati fornisce una piattaforma che consente di integrare i preziosi punti di vista di operatori esperti su tutta una serie di questioni riconosciute come prioritarie dall’UE e di tenere conto della loro esperienza pratica riguardo all’impatto delle politiche dell’UE sulla vita quotidiana delle città e dei cittadini.

Considerazioni trasversali e sinergie

10.

è a favore di un’agenda urbana per l’UE diretta a tutte le zone urbane — comprese le rispettive aree funzionali, spesso rurali — al fine di conseguire un approccio più integrato e olistico alla politica e alla legislazione dell’UE e di coinvolgere più da vicino le città in tutte le fasi di elaborazione di tali politiche; e sottolinea la necessità di allargare la partecipazione nella misura più ampia, in modo da coinvolgere davvero tutte le zone urbane;

11.

fa notare che molte delle tematiche del partenariato sono esse stesse strettamente legate ad altri temi e che, nello spirito del pensiero integrato, non dovrebbero essere considerate separatamente; e insiste sulla necessità di un maggiore coordinamento tra i piani d’azione, in quanto le loro attività potrebbero avere notevoli influenze reciproche: si pensi, ad esempio, ai casi dei i) partenariati sull’uso sostenibile del territorio e le soluzioni fondate sulla natura, sull’edilizia abitativa e sull’adattamento ai cambiamenti climatici, dei ii) partenariati sull’adattamento ai cambiamenti climatici, sulla transizione energetica e sulla qualità dell’aria, e dei iii) partenariati sulla povertà urbana, sull’edilizia abitativa e sull’inclusione dei migranti e dei rifugiati;

12.

si rallegra del fatto che, negli ultimi anni, la situazione dei dati disponibili sulle questioni urbane sia nel complesso migliorata, ma reputa che sia ancora necessaria una migliore rappresentazione dei livelli infranazionali, regionali e locali, tale da permettere un’elaborazione delle politiche basata su dati fattuali;

13.

sottolinea, con riferimento al punto 12.6 del patto di Amsterdam, che l’agenda urbana dell’UE deve contribuire anche al conseguimento della parità di genere e dell’emancipazione femminile. Strumenti adatti a questo scopo sono i metodi di valutazione dell’impatto di genere (Gender Impact Assessment) e una banca dati sensibile alla specificità di genere, come pure un’analisi dell’integrazione della dimensione di genere nei programmi e nei progetti;

14.

appoggia la richiesta di rispettare in ugual misura, nell’ambito del partenariato, le altre considerazioni di carattere trasversale dell’agenda urbana: la governance urbana e la pianificazione urbana, i collegamenti tra zone urbane e rurali, la gestione delle ripercussioni sul cambiamento della società, le sfide e le opportunità per le città piccole e medie, il risanamento urbano, i cambiamenti demografici, i servizi pubblici di interesse generale e i collegamenti con la nuova agenda urbana dell’ONU;

15.

sottolinea che molte delle questioni individuate dai partenariati sono trattate nei propri pareri e nelle proprie risoluzioni, talché il lavoro del CdR su temi con una chiara dimensione urbana dovrebbe servire effettivamente come uno strumentario per i piani d’azione; reputa che, allo stesso modo, le realizzazioni e i risultati che emergono dall’agenda urbana possano essere diffusi come buone pratiche attraverso gli eventi di sensibilizzazione e le pubblicazioni del CdR; sottolinea che molti degli enti locali di cui sono esponenti membri del CdR sono rappresentati nei partenariati urbani e chiede di essere informato sulle attività di tali partenariati;

16.

fa notare che numerose attività urbane sono legate, sia direttamente che indirettamente, alla cooperazione fra le città e gli enti locali dei territori vicini (cioè le aree periurbane) o addirittura dipendono da tale cooperazione, e che pertanto queste attività dovrebbero essere tenute nella dovuta considerazione ai fini dell’attuazione e della valutazione dell’agenda urbana per l’UE;

17.

rimanda al proprio parere sulla riqualificazione delle città portuali e delle aree portuali, ricordando la necessità di considerare le sfide specifiche di questi territori, che richiedono un approccio integrato in materia di sviluppo e pianificazione urbane sostenibili;

18.

prende atto della possibilità di creare ulteriori sinergie mirate insieme con organizzazioni rappresentate in diversi partenariati, come il Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa (CCRE) e le reti Eurocities, il programma Urbact 3 per lo sviluppo urbano sostenibile e la rete europea dei centri risorse per le politiche urbane (European Urban Knowledge Network, EUKN).

Risorse per l’agenda urbana

19.

si compiace del fatto che i partenariati siano dotati di risorse proprie (dato che i costi di partecipazione non sono coperti) e degli sforzi compiuti dalla Commissione europea per facilitare l’attuazione dell’agenda urbana;

20.

sottolinea che, a quasi due anni dall’introduzione dell’agenda urbana per l’UE, finora le principali preoccupazioni hanno riguardato la mancanza di risorse, in particolare per coprire i costi di partecipazione delle città che aderiscono ai partenariati (e specialmente di quelle piccole e medie);

21.

osserva che i centri urbani più grandi dispongono generalmente delle risorse necessarie per partecipare alle iniziative europee — accesso alle informazioni, individuazione delle opportunità di finanziamento e finanche azioni tese a influenzare l’elaborazione delle politiche — mentre ciò è impossibile per quelli più piccoli; e insiste sul fatto che l’agenda urbana dell’UE dovrebbe rispondere in maniera adeguata alle esigenze dei piccoli enti locali urbani, i quali svolgono un ruolo importante nell’ambito delle più ampie economie regionali di cui fanno parte, affinché questi enti possano plasmare meglio il proprio sviluppo urbano sostenibile;

22.

invita a studiare la possibilità di istituire un meccanismo di sostegno finanziario alla cooperazione a favore dell’agenda urbana appositamente dedicato alle città più piccole, in modo da incitarle ad essere più attive nel campo della condivisione di esperienze. Rafforzare la funzione educativa della cooperazione (ossia la diffusione di informazioni dagli enti con maggiore esperienza — principalmente città medie e grandi — alle città di minori dimensioni) è particolarmente importante al fine di realizzare economie di scala e accelerare il ritmo dello sviluppo sociale e della crescita economica;

23.

esprime preoccupazione per l’evidente rischio di una mancanza di titolarità dovuta all’attuale assetto e funzionamento dei partenariati, e in particolare al carattere volontario della struttura di governance generale, alla passività di alcuni Stati membri e ad alcuni problemi di organizzazione interna dovuti alla mancanza di regole sulla ripartizione dei compiti e delle responsabilità tra i membri dei partenariati; e chiede che tali questioni vengano affrontate con urgenza nel prosieguo dell’attuazione dell’agenda urbana;

24.

accoglie con favore il sostegno offerto dal segretariato tecnico per assistere i partenariati; nel contempo, però, chiede di porre maggiormente l’accento sulle competenze specifiche e su approcci orientati ai risultati, in modo che il supporto tecnico non sia soltanto di natura amministrativa. A tal proposito sono necessarie anche una maggiore trasparenza e una più forte «titolarità» dei partenariati, se si vuole che essi traggano adeguato beneficio da tale supporto tecnico, ad esempio grazie al coinvolgimento di esperti;

25.

insiste sul fatto — peraltro evidente — che, per conseguire risultati credibili e ben pianificati attraverso i partenariati, il processo dell’agenda urbana deve poter fare affidamento su un bilancio pluriennale stabile;

26.

plaude all’iniziativa di creare il sito web interattivo «Futurium» al fine di raccogliere tutti i risultati del partenariato in unico luogo virtuale e di offrire alla vasta comunità di soggetti interessati la possibilità di aggiornarsi, confrontarsi e fornire contributi ai lavori; ma avverte altresì che uno «sportello unico» online non dovrebbe, di per sé, essere visto come una panacea per il conseguimento degli obiettivi dell’agenda urbana, tanto più che tale strumento risulta ancora troppo poco diffuso tra i suoi destinatari potenziali.

Migliore regolamentazione e urban-proofing

27.

riconosce che, al fine di realizzare l’agenda urbana, è necessario creare nuovi meccanismi giuridici tra le istituzioni dell’UE, gli Stati membri, le città e le parti interessate in modo da sostenere l’attuazione di azioni ad essi rivolte e che rientrano nei loro ambiti di competenza;

28.

rilancia la sua richiesta di fondare l’attuazione dell’agenda urbana sulla forza vincolante, in quanto precisa responsabilità della Commissione, di modo che tutte le DG competenti siano mobilitate per lavorare alla realizzazione di questa fase, come stanno già facendo dando il loro contributo ai partenariati; analogamente, chiede con urgenza che il coinvolgimento degli Stati membri abbia luogo al livello ministeriale pertinente a seconda dei temi piuttosto che riguardare automaticamente il ministero responsabile dello sviluppo urbano;

29.

sottolinea che uno degli aspetti fondamentali del patto di Amsterdam è stato quello di stabilire il collegamento con l’agenda «Legiferare meglio» dell’Unione europea; e raccomanda pertanto di stabilire un legame diretto tra le attività dei partenariati e i membri della piattaforma REFIT, nonché di dedicare assai più spazio, nelle riunioni dei partenariati, al miglioramento del contesto normativo dell’UE nell’ambito di intervento considerato;

30.

ritiene che sarebbe utile collegare più strettamente le azioni dei partenariati dell’agenda urbana con i lavori del comitato per il controllo normativo (RSB) della Commissione europea;

31.

ricorda gli sforzi da esso profusi per l’attuazione dell’agenda in relazione alla componente «Legiferare meglio» attraverso la sperimentazione, negli ultimi anni, di valutazioni d’impatto urbano (territoriale) intese a fornire ai relatori un’analisi dei potenziali effetti «sul campo» di specifiche proposte legislative in un campione di contesti urbani;

32.

ritiene che l’urban-proofing (verifica dell’adeguamento alle esigenze delle città) debba diventare un elemento essenziale dell’elaborazione delle politiche dell’UE; e sottolinea che si potrebbe puntare a una valutazione più sistematica dell’impatto delle azioni programmate dall’UE sulle città (a vari livelli) al fine di garantire che la prospettiva locale sia adeguatamente presa in considerazione nella politica o nella legislazione finale;

33.

accoglie con favore il fatto che la DG REGIO abbia riconosciuto l’importanza di effettuare valutazioni di impatto territoriale al momento di discutere le nuove proposte legislative, e incoraggia la Commissione a fare più ampio ricorso a tali valutazioni in tutti i settori di intervento delle politiche;

34.

chiede che le città e le zone urbane contribuiscano a definire priorità dell’UE adeguate alle loro specifiche esigenze di sviluppo, e sottolinea che lo «sviluppo locale» dovrebbe continuare a essere parte di un più ampio approccio dell’UE allo «sviluppo territoriale» ed essere meglio definito in quanto concetto olistico.

I futuri quadri per un’agenda urbana dell’UE post-2020

35.

sulla base dei risultati della collaborazione finora emersi dai primi partenariati, ritiene che l’agenda urbana dell’UE costituisca una solida base di conoscenze fattuali per impostare e finanche determinare la direzione della futura cooperazione europea per quanto riguarda sia i fondi SIE che gli elementi dei programmi a gestione centralizzata della Commissione per il periodo successivo al 2020;

36.

chiede che la proposta relativa al prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) e la politica di coesione dopo il 2020 rispecchino il ruolo delle città e delle zone urbane, potenziando gli strumenti e i meccanismi integrati per responsabilizzare e sostenere direttamente le città e le regioni; e sottolinea che è di cruciale importanza che la politica di coesione persegua il valore aggiunto dell’approccio territoriale integrato e, oltre a garantire un sostegno forte alle aree rurali, abbia anche una forte dimensione urbana, favorendo sul campo una «titolarità della politica urbana» nelle città e nelle zone urbane;

37.

fa osservare che, sebbene nell’UE sia cresciuta l’importanza dei livelli di governo più bassi (come ad esempio le città) rispetto al livello centrale, in determinati paesi si assiste a un riaccentramento dei meccanismi di governance, al prezzo di una perdita di mezzi finanziari finora disponibili per le città e le regioni, che permettevano loro di decidere in autonomia. Si tratta di un fenomeno pericoloso, che impedisce una crescita policentrica basata su fattori di sviluppo locali e sulle specificità dei singoli territori;

38.

sostiene la necessità di rendere più flessibili e più proporzionati i nuovi strumenti integrati e di introdurre orientamenti più mirati per garantire una migliore comprensione di tali strumenti e una maggiore certezza per coloro che intendono utilizzarli;

39.

chiede che l’agenda urbana consideri prioritario l’obiettivo di rendere più accessibile il quadro — attualmente molto frammentato — dei finanziamenti urbani, a beneficio delle città di tutte le dimensioni, ad esempio mediante la cooperazione con i principali soggetti interessati — compresi lo stesso CdR e le reti paneuropee dei governi locali e regionali — per lo sviluppo di materiali informativi «su misura» che coprano l’intera gamma delle possibilità di finanziamento per ciascuno dei 12 temi;

40.

chiede di considerare questioni prioritarie il lancio di una massiccia campagna di sensibilizzazione degli enti locali e regionali riguardo alle iniziative di finanziamento esistenti (i regimi di prestiti ad hoc di URBIS e della BEI) e la razionalizzazione dell’attuale quadro di consulenza e di finanziamento, con un certo grado di adattamento alle specifiche esigenze urbane;

41.

è consapevole della necessità di semplificare il quadro dei finanziamenti per gli investimenti urbani e di adeguare i servizi collegati al sistema di prestiti della BEI alle esigenze delle singole città; e riconosce il ruolo della nuova piattaforma dedicata per la consulenza e gli investimenti urbani (URBIS) nel fornire alle autorità urbane orientamenti tecnici e finanziari in tutte le fasi cruciali della preparazione e dell’attuazione dei progetti urbani integrati, compresi lo sviluppo di strategie di investimento, la preparazione delle riserve di progetti e l’esplorazione di strumenti di finanziamento innovativi (ad esempio, combinando gli interventi dei fondi strutturali e di investimento europei con quelli del Fondo europeo per gli investimenti strategici);

42.

sottolinea l’importanza che continua ad avere la cooperazione territoriale europea per le città e gli enti locali, in quanto offre una prospettiva europea per impostare il loro sviluppo; rileva che più di un terzo dei cittadini dell’UE vive e lavora nelle città e regioni frontaliere d’Europa, le quali generano due terzi del PIL dell’UE; e osserva che i progetti Interreg transfrontalieri e transnazionali hanno conseguito numerosi risultati concreti a beneficio dei cittadini europei in ambiti di rilievo per l’agenda urbana, tra i quali la mobilità, l’adattamento ai cambiamenti climatici, la transizione energetica, la formazione e la creazione di posti di lavoro;

43.

chiede che siano pienamente integrati nell’agenda urbana gli obiettivi e i meccanismi di attuazione di tutta la prossima generazione di programmi «non di coesione» dell’UE con una componente urbana, come il nono programma quadro per la ricerca e l’innovazione, nonché le iniziative strategiche come il Patto dei sindaci per il clima e l’energia;

44.

sottolinea che l’agenda urbana dovrebbe occupare un posto di primo piano nei futuri programmi di lavoro annuali della Commissione, e invita le presidenze di turno del Consiglio a rinnovare l’impegno politico ad alto livello nei confronti di questo processo, a consentire agli Stati membri di apportare il loro contributo e anche a riferire formalmente in merito allo sviluppo dei partenariati;

45.

chiede che le città e le regioni abbiano accesso ai gruppi di lavoro e ai triloghi del Consiglio e del Parlamento europeo sulle questioni urbane attraverso il loro rappresentante istituzionale — il CdR — in modo da poter seguire da vicino i lavori del Consiglio e fornire un contributo più accurato in settori che hanno un impatto su di esse e sulle loro competenze;

46.

sottolinea che i piani d’azione proposti devono essere accompagnati da una tabella di marcia che indichi risultati, scadenze, indicatori e traguardi realistici per il conseguimento dei singoli obiettivi, riflettendo il carattere multilaterale dei partenariati, e sia elaborata in cooperazione con i diversi livelli amministrativi, il settore privato e la società civile;

47.

propone che, una volta messi a punto i piani d’azione, sia organizzata una serie di campagne di diffusione con adeguati meccanismi di riscontro attraverso i ministeri nazionali e/o altri moltiplicatori, compresi gli uffici di rappresentanza delle città o delle regioni a Bruxelles;

48.

si aspetta che l’esercizio di valutazione della Commissione europea nel 2019 delinei i modi nei quali i partenariati hanno contribuito all’agenda per una migliore regolamentazione, a un più agevole accesso ai finanziamenti e a un migliore scambio di conoscenze e buone pratiche;

49.

chiede che i partenariati effettuino anch’essi una loro valutazione, comunichino se e in che misura il processo dell’agenda europea ha soddisfatto le loro aspettative e propongano possibili miglioramenti;

50.

è favorevole alla proposta di istituire un comitato direttivo per discutere dei futuri sviluppi dell’agenda urbana, con particolare ma non esclusivo riguardo ai messaggi fondamentali trasmessi dai partenariati per incidere sui futuri processi decisionali in materia di politiche e programmi, a possibili nuovi partenariati tematici, alla considerazione di questioni trasversali e alla diffusione dei risultati delle discussioni; e concorda sull’opportunità di prendere in considerazione anche altri temi, quali la sicurezza, il patrimonio culturale, l’evoluzione demografica, i nodi urbani e le reti TEN-T;

51.

insiste, tuttavia, sulla necessità, prima di avviare dei nuovi partenariati, di effettuare una corretta valutazione dei risultati, nonché della struttura e delle misure di attuazione, di quelli già esistenti;

52.

si offre di partecipare all’organizzazione della riunione annuale di coordinamento al fine di fornire contributi, proporre azioni, ospitare riunioni e, in particolare, evitare sovrapposizioni con altri potenziali eventi e dibattiti.

Conclusioni

53.

invita le istituzioni dell’UE a ribadire il loro impegno a favore dell’agenda urbana per l’UE e a formalizzarne il processo; e afferma che l’agenda urbana offre troppe potenzialità di migliorare in futuro il funzionamento delle nostre città per limitarsi a una mera attività di collegamento in rete, ragion per cui essa deve invece essere riconosciuta come un impegno politico vincolante per l’elaborazione e l’attuazione della normativa e dei programmi di finanziamento europei e nazionali;

54.

sottolinea che il patto di Amsterdam prevede un rafforzamento del ruolo istituzionale del CdR, dato che invita il Comitato, in quanto organo consultivo dell’UE che rappresenta ufficialmente le regioni e i comuni a livello di Unione europea, a contribuire all’ulteriore sviluppo dell’agenda urbana;

55.

raccomanda alle prossime presidenze del Consiglio dell’UE di promuovere lo sviluppo di sinergie tra il dibattito sull’esame dell’attuazione dell’agenda urbana per l’UE e quello su una nuova agenda territoriale dopo il 2020, nell’ottica di un approccio più integrato in materia di pianificazione del territorio e governance territoriale, nel quale dovrebbero essere coinvolti gli enti locali e regionali e gli urbanisti sulla base di un approccio dal basso fondato su elementi concreti;

56.

riconosce l’importanza delle città ai fini della realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030; e invoca sinergie molto forti tra l’agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile e la definizione delle priorità politiche dell’UE per il dopo 2020;

57.

reputa che un’adeguata integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) nelle politiche dell’UE favorirà una visione più integrata in tutta l’Unione sul futuro delle nostre città e regioni; ritiene che la dimensione urbana degli OSS richieda un approccio globale, integrato ed efficace; invoca pertanto una stretta cooperazione con i partner e gli altri soggetti interessati, nonché con gli enti locali e regionali, per catalizzare l’azione multilaterale;

58.

chiede che le autorità statistiche europee e nazionali elaborino e perfezionino i dati, gli indicatori, gli strumenti e la metodologia per quantificare e monitorare il contributo delle politiche dell’UE agli obiettivi di rilevanza urbana dell’Agenda 2030, mettendo a disposizione un maggior numero di indicatori dettagliati per i livelli NUTS 3, NUTS 2 e area urbana funzionale;

59.

sottolinea che la nuova agenda urbana dell’ONU orienterà gli sforzi relativi allo sviluppo urbano sostenibile di un’ampia gamma di soggetti per i prossimi 20 anni; invita tutti i livelli di governo dell’UE a lavorare insieme per utilizzare la nuova agenda urbana come strumento per conseguire uno sviluppo urbano inclusivo e sostenibile.

Bruxelles, 4 luglio 2018.

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Karl-Heinz LAMBERTZ