28.6.2018 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 227/27 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sui «Capitoli sul commercio e sullo sviluppo sostenibile (CSS) negli accordi di libero scambio (ALS) dell’UE»
(parere d'iniziativa)
(2018/C 227/04)
Relatrice: |
Tanja BUZEK |
Decisione dell’assemblea plenaria |
19.10.2017 |
Base giuridica |
Articolo 29, paragrafo 2, del Regolamento interno |
|
Parere d’iniziativa |
Organo competente |
REX |
Adozione in sezione |
26.1.2018 |
Adozione in sessione plenaria |
14.2.2018 |
Sessione plenaria n. |
532 |
Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
133/1/9 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1. |
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie favorevolmente l’iniziativa della Commissione europea, volta a fare il punto sull’attuazione dei capitoli sul commercio e sullo sviluppo sostenibile (CSS) negli accordi commerciali dell’UE mediante il documento informale (1) e a consultare la società civile su questo tema. |
1.2. |
Il CESE ha svolto un ruolo importante nel sensibilizzare la società civile alla politica commerciale dell’UE, sia all’interno dell’Unione che nei paesi terzi. I membri del CESE sono stati e continueranno ad essere impegnati a rafforzare la cooperazione con la società civile dei paesi terzi nel monitoraggio dei negoziati e dell’attuazione degli accordi commerciali dell’UE. |
1.3. |
Il CESE esorta la Commissione a intensificare il dialogo con la società civile al fine di perfezionare il funzionamento del capitolo sugli scambi e lo sviluppo sostenibile negli accordi commerciali attuali e futuri e, in particolare, a rispecchiare tale dialogo nella revisione del capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile nell’ambito dell’accordo economico e commerciale globale UE-Canada (CETA). |
1.4. |
Il CESE, tuttavia, esorta la Commissione ad essere più ambiziosa nel suo approccio, in particolare per quanto riguarda il rafforzamento dell’effettiva applicabilità degli impegni contenuti nei capitoli CSS, che è di fondamentale importanza per il CESE. Ai capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile deve essere attribuita la stessa importanza di quelli che riguardano le questioni commerciali, tecniche o di tariffarie. |
1.4.1. |
Il CESE raccomanda di dare l’incarico ai GCI di monitorare l’impatto che avranno sui diritti umani, del lavoro e ambientali tutte le parti degli accordi commerciali e ritiene che l’ambito di applicazione debba includere gli interessi dei consumatori. |
1.4.2. |
Il CESE si rammarica dell’approccio restrittivo dei capitoli CSS per quanto riguarda gli interessi dei consumatori e sarebbe favorevole all’introduzione nel loro quadro di un capitolo specifico per i consumatori che riprendesse i pertinenti standard internazionali riguardanti i consumatori e rafforzasse la cooperazione in materia di applicazione dei loro diritti. |
1.5. |
Il CESE ritiene che i capitoli CSS svolgano un ruolo cruciale ai fini del conseguimento dell’obiettivo della Commissione di promuovere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell’ONU nel quadro della sua strategia «Commercio per tutti» (2) e «gestire la globalizzazione» (3), e ritiene che l’istituzione di GCI (GCI) sia uno dei principali risultati dei suddetti capitoli al fine di responsabilizzare la società civile nei paesi terzi, di incoraggiare questi ultimi a promuovere attivamente valori simili a quelli riconosciuti come «valori dell’UE» (ivi comprese le norme sociali e di protezione dei consumatori e dell’ambiente e la diversità culturale) e di conferire maggiore visibilità all’UE in tali paesi, e fornisca inoltre un’importante piattaforma per il monitoraggio degli impegni in materia di diritti umani, del lavoro e ambientali negli accordi commerciali. |
1.6. |
Il CESE apprezza il mandato conferitogli di fornire parte dei membri e della segreteria dei GCI, ma sottolinea che quella del finanziamento e delle risorse resta una questione cruciale per il funzionamento attuale e futuro dei GCI e invita la Commissione, e oltre che il Consiglio e il Parlamento, a cooperare con il CESE in materia al fine di attuare con urgenza soluzioni sistemiche in quest’ambito. |
1.7. |
Per il CESE è necessario che la Commissione intervenga per migliorare l’efficacia dei capitoli sugli scambi e lo sviluppo sostenibile e dei GCI in particolare, in quanto organi incaricati del monitoraggio di tali impegni. Molte raccomandazioni di natura pratica potrebbero essere attuate senza modificare il testo degli attuali capitoli CSS e pertanto si dovrebbe procedere in tal senso al più presto. |
1.7.1. |
Le carenze individuate comprendono uno squilibrio nella composizione e ritardi nell’istituzione dei GCI, la necessità di riunioni congiunte tra i GCI dell’UE e i GCI dei paesi partner, l’esigenza che i presidenti di questi gruppi partecipino alle riunioni dei comitati CSS, e la mancanza di adeguati finanziamenti per i GCI, da parte sia dell’UE che dei paesi partner. |
1.7.2. |
A tal fine il CESE propone di includere nel testo dell’accordo lo svolgimento di riunioni congiunte dei GCI dell’UE e dei paesi partner per consentire loro di scambiarsi esperienze su progetti comuni ed elaborare raccomandazioni congiunte. |
1.7.3. |
Si insiste con forza sulla necessità di sviluppare le capacità per la società civile nell’UE e in particolare nei paesi partner prima dell’entrata in vigore dell’accordo, e di favorire la rapida istituzione dei GCI, dotandoli del necessario sostegno politico, finanziario e logistico, garantendo nel contempo una composizione equilibrata. |
1.7.4. |
Si richiama inoltre l’attenzione della Commissione sui persistenti problemi di confusione, risultanti dall’incrociarsi degli accordi di associazione dell’UE e gli accordi di libero scambio globali e approfonditi (DCFTA) con la Georgia, la Moldova e l’Ucraina e dal più ampio ruolo attribuito, in particolare in America latina, ai forum della società civile, che ha indebolito i messaggi fondamentali dei GCI di ciascuna delle parti. |
1.7.5. |
Inoltre, il CESE deplora la mancanza di risposta da parte della Commissione alle critiche sollevate dai GCI. I meccanismi di controllo dovrebbero pertanto essere in grado di avviare in modo autonomo indagini concernenti le violazioni degli impegni chiari in materia di commercio e sviluppo sostenibile. |
1.8. |
Il CESE invita la Commissione a istituire un meccanismo di ricorso più trasparente e semplificato, e raccomanda inoltre che i presidenti dei GCI partecipino alle riunioni del comitato per il commercio e lo sviluppo sostenibile, il quale dovrebbe fornire, entro un termine ragionevole, risposte ai problemi e alle raccomandazioni in materia di commercio e sviluppo sostenibile formulate dai gruppi consultivi. Raccomanda di instaurare un dialogo regolare tra i GCI dell’UE, la Commissione, il SEAE, il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE; |
1.9. |
Per quanto riguarda gli OSS, il CESE raccomanda di includere una clausola specifica volta a promuovere detti obiettivi in tutti i futuri mandati riguardanti i capitoli sugli scambi e lo sviluppo sostenibile. |
1.10. |
Per quanto riguarda il fermo impegno assunto dalla Commissione europea in merito al rafforzamento delle disposizioni sul lavoro, i paesi partner dovrebbero dimostrare il pieno rispetto delle otto convenzioni fondamentali del lavoro dell’OIL prima della conclusione degli accordi commerciali. Se un paese partner non ha ratificato o attuato correttamente tali convenzioni, o dimostrato un livello di protezione equivalente, il CESE raccomanda di chiedere che una tabella di marcia basata su impegni concreti sia inclusa nel capitolo CSS per garantire che ciò avvenga in modo tempestivo. |
1.11. |
Il CESE rileva che il documento informale solleva la questione delle sanzioni e incoraggia la Commissione a valutare ulteriormente i meccanismi sanzionatori degli accordi commerciali e l’uso fattone finora, nonché a trarre insegnamenti dai loro limiti potenziali, al fine di valutare e migliorare l’efficacia di un meccanismo esecutivo di controllo del rispetto delle disposizioni dell’accordo che potrebbe essere elaborato nei capitoli sugli scambi e lo sviluppo sostenibile. Nel fare ciò, la Commissione dovrebbe tenere nella dovuta considerazione il fatto che taluni settori della società civile hanno espresso gravi preoccupazioni circa il loro impiego. |
1.12. |
Il CESE è pronto a contribuire allo sviluppo di nuove idee per aiutare la Commissione ad accrescere l’efficacia dei meccanismi di attuazione indipendenti nei capitoli CSS, non da ultimo attraverso il diritto a reagire quando non si tiene conto delle sue preoccupazioni. Qualsiasi riferimento al ricorso a sanzioni ove necessario deve essere sfumato se si vuole che i potenziali partner commerciali siano disponibili ad accettare un tale approccio: a differenza dell’SPG +, non vi può essere alcuna revoca unilaterale delle disposizioni in caso di controversia. |
2. Contesto
2.1. |
A partire dalla prima inclusione di disposizioni in materia di sviluppo sostenibile nell’accordo di partenariato economico UE-Cariforum (APE) e nell’accordo di libero scambio (ALS) UE-Corea, entrato in vigore nel 2011, tutti gli accordi commerciali dell’UE comprendono un capitolo sul Commercio e lo sviluppo sostenibile (CSS). Attualmente, inoltre, l’UE ha concluso accordi che includono capitoli di questo tipo con l’America centrale, la Colombia e il Perù, la Georgia, la Moldova e l’Ucraina, e li includerà negli accordi da concludere in futuro. |
2.2. |
Negli ultimi anni l’interesse per disposizioni in materia di lavoro, ambiente e consumatori negli accordi commerciali si è andato intensificando. Sono in corso discussioni in seno al Parlamento europeo e al Consiglio, negli Stati membri e tra gli attori della società civile, compreso il CESE. |
2.3. |
Negli ultimi anni il Comitato ha elaborato diversi pareri riguardanti vari aspetti del commercio e dello sviluppo sostenibile nell’ambito della politica commerciale dell’UE formulando raccomandazioni in merito. Si fa riferimento, in particolare, ai pareri sulla strategia «Commercio per tutti» (4), sul ruolo degli scambi commerciali in relazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) (5) e, molto concretamente, sul capitolo riguardante il commercio e lo sviluppo sostenibile dell’accordo di libero scambio UE-Corea (6). Nel luglio 2017 il CESE ha organizzato un convegno al quale hanno partecipato in particolare i membri di diversi GCI, che hanno discusso del modo in cui i capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile possono avere un impatto concreto (7). |
2.4. |
È possibile fare una serie di valutazioni dell’impatto e dell’efficienza dei capitoli sugli scambi e lo sviluppo sostenibile. Nonostante il fatto che nell’UE vi sia un forte sostegno per l’inclusione di impegni ambiziosi in materia di diritti dei lavoratori e protezione dell’ambiente e dei consumatori, nonché di un ruolo attivo della società civile, negli accordi di libero scambio attuali e futuri, è altresì necessario dimostrare che detti capitoli possono contribuire alle ambizioni delineate nella comunicazione «Commercio per tutti» (8) e nel recente documento di riflessione della Commissione sulla gestione della globalizzazione (9). |
2.5. |
Nel quadro dell’approvazione del CETA da parte del Parlamento europeo, la commissaria dell’UE per il Commercio Cecilia Malmström si è impegnata (10) a lanciare un’ampia consultazione pubblica con i deputati al Parlamento europeo e la società civile, incluso il CESE, sui capitoli in materia di commercio e sviluppo sostenibile. Questa riflessione sull’attuazione di tali capitoli è necessaria anche nel quadro dei negoziati commerciali in corso con il Messico e il Mercosur e per definire la posizione dell’UE nel caso di un riesame del capitolo del CETA (11), come era stato concordato dalle due parti nello strumento interpretativo comune allegato all’accordo stesso (12). |
2.6. |
Il documento informale della Commissione, pubblicato l’11 luglio 2017 (13), era inteso ad aprire un dibattito con il Parlamento europeo, il Consiglio e le parti interessate della società civile nei mesi successivi. Include una descrizione e una valutazione della prassi attuale e presenta due opzioni volte a migliorare l’attuazione dei capitoli in materia di commercio e sviluppo sostenibile, ponendo alcuni quesiti alle parti interessate. Il presente parere è destinato a contribuire al processo di consultazione e a riflettere su tali questioni. |
2.7. |
Gli Stati membri hanno ricevuto il documento informale e stanno presentando osservazioni e proposte. Il Parlamento europeo ne ha discusso nella sessione plenaria del gennaio 2018. |
3. Osservazioni generali
3.1. |
Il CESE accoglie favorevolmente l’iniziativa della Commissione europea volta a fare il punto sull’attuazione dei capitoli sul commercio e sullo sviluppo sostenibile negli accordi commerciali dell’UE (14) e il documento informale della DG Trade che ha dato il via al dibattito e a alla consultazione della società civile riguardo alle possibilità di migliorarla. |
3.2. |
Il CESE ritiene che i capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile svolgano un ruolo cruciale ai fini del conseguimento dell’obiettivo della Commissione di promuovere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell’ONU nel quadro della sua strategia «Commercio per tutti» e del documento di riflessione sulla gestione della globalizzazione. Si tratta di aspetti importanti quanto il rispetto degli impegni internazionali, come quelli assunti nell’ambito dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e quelli in materia di commercio di combustibili fossili. |
3.3. |
Nel contesto degli OSS, il CESE desidera richiamare l’attenzione sulle conclusioni e raccomandazioni da esso formulate nel proprio parere (15), in particolare sulla proposta di includere in tutti i futuri mandati negoziali relativi a tali capitoli «una specifica clausola che impone a entrambe le parti di ciascun meccanismo di monitoraggio ad opera della società civile di lavorare insieme per promuovere gli OSS» e la raccomandazione che a essi sia «riconosciuta un’importanza pari a quella dei capitoli relativi alle questioni commerciali, tecniche o tariffarie». |
3.3.1. |
Il Comitato ha già fatto rilevare (16) che l’obiettivo di sviluppo sostenibile n. 17 menziona specificamente il ruolo della società civile, stabilendo che «un’agenda efficace per lo sviluppo sostenibile necessita di partenariati tra i governi, il settore privato e la società civile». Per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite inoltre, gli OSS specificano che i governi sono tenuti a rispondere ai cittadini. |
3.4. |
Il CESE, tuttavia, lamenta l’approccio restrittivo adottato nell’attuale dibattito sui capitoli CSS e sulla loro portata generale per quanto riguarda gli interessi dei consumatori. Mentre la strategia «Commercio per tutti» pone un chiaro accento sulla fiducia dei consumatori nella sicurezza dei prodotti, gli orientamenti delle Nazioni Unite sulla protezione dei consumatori (17) danno un’interpretazione assai più ampia, che include la protezione della vita privata dei consumatori, i loro diritti nell’ambito del commercio elettronico e il diritto a un’efficace applicazione dei diritti dei consumatori. Considerato l’impatto della liberalizzazione commerciale sui consumatori, il CESE sarebbe favorevole all’introduzione di un capitolo specifico per i consumatori, incentrato sul tema «commercio e consumatori», nel quadro del CSS, che riprendesse i pertinenti standard internazionali riguardanti i consumatori e rafforzasse la cooperazione in materia di applicazione dei loro diritti. |
3.5. |
Il CESE accoglierebbe con favore anche un impegno a integrare la dimensione di genere nella politica commerciale e, più in particolare, nei capitoli CSS. In molti paesi partner commerciali dell’UE le donne costituiscono la maggioranza della forza lavoro in determinati settori, come l’industria tessile, e pertanto gli accordi commerciali dell’UE non dovrebbero contribuire ad aumentare le disuguaglianze di genere. La Commissione europea dovrebbe garantire il pieno rispetto delle norme internazionali del lavoro in materia di parità di genere e di diritti delle donne sul luogo di lavoro. In particolare, il CESE chiede il rispetto della convenzione dell’OIL n. 100 sulla parità di retribuzione, della convenzione n. 111 concernente la discriminazione in materia di impiego e di professione, che promuove la non discriminazione sul luogo di lavoro, e della convenzione n. 183 sulla protezione della maternità. |
3.6. |
Il CESE esorta la Commissione a intensificare il dialogo con la società civile al fine di perfezionare il funzionamento del capitolo sugli scambi e sullo sviluppo sostenibile negli accordi commerciali attuali e futuri. Ciò dovrebbe rispecchiarsi in particolare nella revisione del capitolo sul commercio e sullo sviluppo sostenibile nell’ambito del CETA (18). Il CESE accoglie con favore il riesame anticipato delle disposizioni dell’accordo in materia di commercio e lavoro e di commercio e ambiente promesso dalla commissaria Malmström, e chiede di essere coinvolto nel suddetto riesame. |
3.7. |
Il CESE ha svolto un ruolo importante nel sensibilizzare la società civile alla politica commerciale dell’UE, sia all’interno dell’Unione che nei paesi terzi. I membri del CESE sono stati e continueranno ad essere impegnati a rafforzare la cooperazione con la società civile dei paesi terzi nel monitoraggio dei negoziati e dell’attuazione degli accordi commerciali dell’UE. Questa azione proattiva del CESE è stata fondamentale per la responsabilizzazione delle organizzazioni della società civile nei paesi terzi e per una maggiore democratizzazione dei processi decisionali. |
3.8. |
Malgrado il periodo relativamente breve di applicazione delle disposizioni CSS (6 anni dopo l’entrata in vigore del primo accordo di libero scambio di nuova generazione, ossia l’accordo di libero scambio UE-Corea), il CESE ha individuato una serie di risultati positivi e di lacune che dovrebbero essere analizzate e dovrebbero servire a orientare la prossima revisione del capitolo CSS del CETA, nonché di altri accordi commerciali. |
3.9. |
Uno dei principali risultati dei capitoli CSS è l’istituzione dei GCI, al fine di mettere a disposizione della società civile un’importante piattaforma per il monitoraggio degli impegni in materia di diritti umani, del lavoro e ambientali negli accordi commerciali. Tuttavia, il CESE considera importante ampliarne l’ambito di applicazione al fine di includere anche gli interessi dei consumatori. |
3.9.1. |
Nella misura in cui le sue competenze glielo consentono, l’UE dovrebbe anche cercare di sviluppare maggiori sinergie tra la redazione dei capitoli CSS e le 27 convenzioni obbligatorie in materia ambientale e nell’ambito dell’OIL che hanno rilevanza per il suo programma SPG + (nonché i requisiti relativi al regime «Tutto tranne le armi» per i paesi meno sviluppati). |
3.10. |
Il CESE apprezza il mandato conferitogli di fornire una parte dei membri e il segretariato dei sei GCI creati fino ad oggi dai seguenti accordi: UE-Corea, UE-Colombia/Perù, accordo di associazione UE-America centrale, accordi di libero scambio globale e approfondito UE-Georgia, UE-Moldova e UE-Ucraina, nonché per il comitato consultivo dell’accordo di partenariato economico UE-Cariforum. Inoltre, il CESE auspica di proseguire il suo lavoro nei futuri gruppi consultivi, come quelli relativi al CETA e all’ALS UE-Giappone. |
3.10.1. |
Si richiama inoltre l’attenzione della Commissione sui persistenti problemi di confusione, il primo risultante dall’incrociarsi degli accordi di associazione dell’UE e gli accordi di libero scambio globali e approfonditi (DCFTA) con la Georgia, la Moldova e l’Ucraina, che sono difficili da distinguere per la società civile locale, il secondo derivante dal più ampio ruolo attribuito, in particolare in America latina, ai forum della società civile, che ha ridotto l’attenzione sulle questioni centrali e indebolito i messaggi fondamentali dei GCI di ciascuna delle parti. |
3.11. |
Quella del finanziamento e delle risorse resta tuttavia una questione di cruciale importanza. Con sette meccanismi di monitoraggio in vigore (sei accordi di libero scambio e l’APE Cariforum) e altri previsti, tra l’altro nel quadro degli importanti accordi con il Canada e il Giappone, sarà una sfida per il CESE gestire in modo efficace i GCI attuali e quelli che saranno istituiti in futuro senza risorse aggiuntive. La Commissione dovrebbe urgentemente mettere a punto soluzioni sistemiche insieme con il CESE e, di concerto con il Parlamento e il Consiglio, garantire che vi siano sufficienti risorse disponibili affinché tali meccanismi di monitoraggio possano funzionare e prevedano la piena partecipazione dei gruppi rappresentativi della società civile. |
3.12. |
Come il CESE ha indicato in vari suoi pareri, un efficace meccanismo di applicazione dei capitoli sul commercio e sullo sviluppo sostenibile è fondamentale (19). I GCI, in quanto organismi di monitoraggio, hanno un importante ruolo da svolgere nel garantire che le violazioni degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile siano individuate e affrontate in modo efficace. Il CESE, in quanto membro attivo dei GCI dell’UE, ha contribuito notevolmente al loro lavoro e invita pertanto la Commissione a essere più ambiziosa per quanto riguarda un meccanismo di applicazione efficace. Nel caso della Corea del Sud, il CESE rileva che il GCI dell’UE ha chiesto alla Commissione (20) di avviare la procedura di risoluzione delle controversie ma la Commissione, pur avendo tentato di affrontare la questione, non lo ha ancora fatto. In tale contesto, il Comitato ha ribadito che «l’attuazione degli aspetti dell’ALS relativi allo sviluppo sostenibile, in particolare per le questioni attinenti al lavoro, rimane insoddisfacente» (21). |
3.13. |
Il CESE ritiene che le imprese possano svolgere un ruolo importante nel garantire il rispetto dei diritti sociali e del lavoro sostenendo e attuando leggi a tutela dei diritti dei lavoratori e attraverso il dialogo sociale con i sindacati teso a concordare norme dignitose, sia nella loro attività propria che lungo tutta la loro catena di approvvigionamento. Il CESE invita la Commissione a garantire che gli accordi commerciali promuovano un corretto comportamento delle imprese e prevengano il dumping sociale e l’indebolimento delle norme sociali attraverso la definizione di clausole in materia di responsabilità sociale delle imprese, che integrino impegni concreti, siano in linea con gli orientamenti dell’OCSE sulle imprese e i diritti umani e introducano punti di contatto nazionali (PCN) (22) indipendenti e strutturati in modo da coinvolgere le parti sociali in quanto membri di PCN stessi o dei relativi comitati di sorveglianza. È opportuno che detti punti di contatto dispongano di personale adeguatamente formato e in numero adeguato, nonché di finanziamenti sufficienti. |
3.14. |
Il CESE è pronto a contribuire allo sviluppo di nuove idee per aiutare la Commissione ad accrescere l’efficacia dei meccanismi di attuazione indipendenti nei capitoli CSS, non da ultimo attraverso il diritto a reagire quando non si tiene conto delle sue preoccupazioni. Qualsiasi possibile ricorso a sanzioni ove necessario dovrebbe basarsi su un approccio sfumato. |
4. Osservazioni particolari
4.1. |
Per il CESE è necessario che la Commissione intervenga per migliorare l’efficacia dei capitoli sugli scambi e lo sviluppo sostenibile, al fine di garantire che i diritti sociali, ambientali, dei consumatori e dei lavoratori siano rispettati. Un elemento fondamentale è collegato all’obiettivo di migliorare l’efficacia dei GCI in quanto organismi incaricati di monitorare tali impegni. |
4.1.1. |
Il CESE osserva che diverse parti interessate hanno avanzato proposte volte a migliorare l’indipendenza e l’efficacia dei capitoli CSS degli accordi commerciali e condivide l’opinione secondo cui è opportuno incoraggiare con decisione il rispetto di impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile. Per quanto riguarda le disposizioni in materia di lavoro, tra esse figurano la proposta di un segretariato indipendente del lavoro (23) e un sistema di reclami collettivi proposto nel modello di capitolo sul lavoro (24). |
4.2. |
Il CESE ha valutato la sua esperienza nei capitoli sugli scambi e lo sviluppo sostenibile. A tale proposito, ha individuato una serie di carenze che invita la Commissione ad affrontare, e più precisamente:
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4.3. |
I consiglieri del CESE membri dei GCI e di altre organizzazioni che rappresentano le imprese, i lavoratori e il settore del volontariato hanno formulato una serie di raccomandazioni affinché la Commissione intervenga per affrontare le carenze degli accordi commerciali e per migliorare l’efficacia dei GCI nel garantire che gli impegni in materia di diritti sociali e del lavoro e disposizioni ambientali siano rispettati. La Commissione dovrebbe procedere a un esame approfondito di tali raccomandazioni. Si tratta in particolare delle seguenti:
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4.4. |
Il CESE ritiene che le suddette raccomandazioni di natura pratica possano essere accolte senza modificare il testo degli attuali capitoli sugli scambi e sullo sviluppo sostenibile, e che pertanto esse vadano attuate senza indugio. |
4.5. |
Il CESE ritiene fondamentale che i meccanismi di controllo, per essere efficaci, debbano essere in grado di avviare in modo autonomo indagini concernenti le violazioni degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile. Se dovessero essere individuati degli abusi, sarebbe opportuno avviare senza indugio una procedura di risoluzione delle controversie, con un mandato sostanziale per far rispettare le disposizioni dell’accordo. Il CESE rileva che negli accordi commerciali conclusi con vari paesi, tra cui gli Stati Uniti e il Canada, esiste tutta una gamma di diversi modelli che prevedono la possibilità di infliggere sanzioni pecuniarie in caso di violazione degli impegni. |
4.6. |
Il CESED si rammarica che, apparentemente, il documento informale suggerisca che il valore di multe o sanzioni negli accordi commerciali può essere valutato unicamente sulla base della sola causa giudiziaria intentata dagli Stati Uniti contro il Guatemala nel quadro dell’accordo CAFTA (26). Il fatto che gli Stati Uniti non abbiano avuto soddisfazione non è però dovuto alla disponibilità o meno di sanzioni, ma alla definizione degli impegni nel capitolo concernente il lavoro nell’accordo CAFTA. Il capitolo impone un obbligo giuridico secondo il quale per giustificare l’imposizione delle sanzioni le violazioni dei diritti del lavoro devono avvenire «in modo tale da influire sugli scambi». In questo caso, il tribunale ha ritenuto che sebbene esistessero chiare violazioni dei diritti del lavoro sanciti dall’OIL, non c’erano prove sufficienti per indicare che dette violazioni fossero «tali da influire sugli scambi». La Commissione deve esaminare altri meccanismi di sanzioni esistenti negli accordi commerciali, valutandone l’impiego e i potenziali limiti e tenendo debito conto del fatto che alcuni settori in seno alla società civile hanno espresso gravi preoccupazioni circa il loro utilizzo. |
4.7. |
L’approccio degli Stati Uniti in materia di sanzioni presenta altre limitazioni per quanto riguarda l’ammissibilità, l’ambito di applicazione e la durata della procedura, e questo ha fatto sì che solo un numero molto ridotto di controversie sia stato risolto mediante un approccio di tipo sanzionatorio. La Commissione dovrebbe trarre insegnamento dalle limitazioni esistenti nei meccanismi sanzionatori applicati dagli USA o da altri paesi come il Canada nei loro accordi commerciali, al fine di valutare e migliorare l’efficacia di un meccanismo esecutivo di controllo del rispetto delle disposizioni dell’accordo che potrebbe eventualmente essere elaborato nei capitoli sugli scambi e sullo sviluppo sostenibile. Un potenziale limite è rappresentato dal rischio reale che l’UE finisca per scoraggiare i partner commerciali dall’avviare negoziati o per perdere peso nei negoziati stessi. |
4.8. |
Il CESE è pronto ad assistere la Commissione nell’elaborazione di un meccanismo efficace che migliori l’attuazione e il monitoraggio dei capitoli CSS negli accordi di libero scambio dell’UE, attingendo alle esperienze di altri paesi nonché alle proposte avanzate dalle imprese nonché dai rappresentanti della società civile attivi nel campo dell’ambiente, dell’occupazione o in altri settori. |
Bruxelles, 14 febbraio 2018.
Presidente del Comitato economico e sociale europeo
Georges DASSIS
(1) http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2017/july/tradoc_155686.pdf.
(2) http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2015/october/tradoc_153846.pdf.
(3) https://ec.europa.eu/commission/sites/beta-political/files/reflection-paper-globalisation_it.pdf.
(4) Parere del CESE sul tema Commercio per tutti — Verso una politica commerciale e di investimento più responsabile, relatore: PEEL (UK-I) (GU C 264 del 20.7.2016, pag. 123).
(5) REX/486 — Parere del CESE Il ruolo fondamentale del commercio e degli investimenti nel conseguire e attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile, relatore: PEEL (UK-I), correlatore: QUAREZ (FR-II) (non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale).
(6) Parere del CESE Accordo di libero scambio UE-Corea — Relazione di valutazione concernente il capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile, relatore: FORNEA (RO-II) (GU C 81 del 2.3.2018, pag. 201).
(7) Convegno sul tema I capitoli su commercio e sviluppo sostenibile negli accordi commerciali dell’UE — Come possono avere un impatto concreto? Sintesi con i principali messaggi: http://www.eesc.europa.eu/sites/default/files/files/summary_conference_on_tsd_chapters_in_eu_trade_agreements.pdf.
(8) Op. cit.
(9) Op. cit.
(10) Lettera della commissaria Malmström al presidente della commissione INTA Lange, gennaio 2017, https://ec.europa.eu/carol/index-iframe.cfm?fuseaction=download&documentId=090166e5af9d7b2e&title=letter.pdf.
(11) Lettera della commissaria Malmström al ministro canadese del commercio internazionale Champagne, ottobre 2017, https://ec.europa.eu/carol/index-iframe.cfm?fuseaction=download&documentId=090166e5b568bc60&title=SIGNED_LETTER.pdf.
(12) Strumento interpretativo comune sull’accordo economico e commerciale globale (CETA) tra il Canada e l’Unione europea e i suoi Stati membri (GU L 11 del 14.11.2017, pag. 3).
(13) http://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=1689.
(14) Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull’attuazione degli accordi di libero scambio, pubblicata il 9 novembre 2017.
(15) REX/486 — Parere del CESE Il ruolo fondamentale del commercio e degli investimenti nel conseguire e attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile, relatore: PEEL (UK-I), correlatore: QUAREZ (FR-II) (non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale).
(16) REX/486 — Parere del CESE Il ruolo fondamentale del commercio e degli investimenti nel conseguire e attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile, relatore: PEEL (UK-I), correlatore: QUAREZ (FR-II) (non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale).
(17) http://unctad.org/en/PublicationsLibrary/ditccplpmisc2016d1_en.pdf.
(18) Lettera della commissaria Malmström al ministro canadese del commercio internazionale Champagne, ottobre 2017, op. cit.
(19) Parere del CESE Commercio per tutti — Verso una politica commerciale e di investimento più responsabile, relatore: PEEL (UK-I) (GU C 264 del 20.7.2016, pag. 123); Parere del CESE La posizione del CESE su alcune questioni specifiche fondamentali sollevate nel quadro dei negoziati sul partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP), relatore: DE BUCK, correlatore: BUZEK (GU C 487 del 28.12.2016, pag. 30). Parere del CESE Accordo di libero scambio UE-Corea — Relazione di valutazione concernente il capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile, relatore: FORNEA (RO-II) (GU C 81 del 2.3.2018, pag. 201).
(20) Lettera alla commissaria Malmström sulla Consultazione dei governi a norma dell’ALS UE-Corea, dicembre 2016, http://ec.europa.eu/carol/?fuseaction=download&documentId=090166e5af1bf802&title=EU_DAG%20letter%20to%20Commissioner%20Malmstrom_signed%20by%20the%20Chair%20and%20Vice-Chairs.pdf.
(21) Parere del CESE Accordo di libero scambio UE-Corea — Relazione di valutazione concernente il capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile, relatore: FORNEA (RO-II) (GU C 81 del 2.3.2018, pag. 201).
(22) I governi che aderiscono agli orientamenti sono tenuti a istituire un punto di contatto nazionale (PCN) il cui ruolo principale consiste nel migliorare l’efficacia degli orientamenti attraverso attività promozionali e inchieste, nonché nel contribuire alla risoluzione delle questioni che possono sorgere dalla presunta non conformità agli orientamenti in casi specifici. I punti di contatto nazionali aiutano le imprese e le altre parti interessate ad adottare misure appropriate per promuovere l’osservanza degli orientamenti. Offrono una piattaforma di conciliazione e di mediazione per risolvere i problemi pratici che possono derivare dall’attuazione degli orientamenti.
(23) Documento informale basato su una proposta congiunta della Confederazione europea dei sindacati (CES) e della Federazione americana del lavoro e associazione di organizzazioni industriali (AFL-CIO), settembre 2016, https://www.etuc.org/en/page/non-paper-introducing-independent-labour-secretariat-ceta.
(24) Progetto di modello di capitolo sul lavoro per gli accordi commerciali dell’UE, messo a punto in cooperazione con il presidente della commissione INTA, Bernd Lange, giugno 2017, http://www.fes-asia.org/news/model-labour-chapter-for-eu-trade-agreements/.
(25) http://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---dgreports/---integration/documents/publication/wcms_229374.pdf.
(26) Cfr. https://www.ictsd.org/bridges-news/bridges/news/trade-dispute-panel-issues-ruling-in-us-guatemala-labour-law-case.