15.2.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 58/164


P8_TA(2016)0133

Relazione 2015 sulla Turchia

Risoluzione del Parlamento europeo del 14 aprile 2016 sulla relazione 2015 sulla Turchia (2015/2898(RSP))

(2018/C 058/19)

Il Parlamento europeo,

vista la relazione 2015 della Commissione sulla Turchia (SWD(2015)0216),

viste le conclusioni del Consiglio del 15 dicembre 2015 sull'allargamento e il processo di stabilizzazione e di associazione e le precedenti conclusioni in materia del Consiglio e del Consiglio europeo,

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 10 novembre 2015, sulla strategia di allargamento dell'UE (COM(2015)0611),

viste la decisione 2008/157/CE del Consiglio, del 18 febbraio 2008, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato di adesione con la Repubblica di Turchia («partenariato di adesione»), nonché le precedenti decisioni del Consiglio del 2001, 2003 e 2006 sul partenariato di adesione,

visti la dichiarazione congiunta che ha fatto seguito al vertice UE-Turchia del 29 novembre 2015 e il piano d'azione UE-Turchia,

vista la sua risoluzione del 15 aprile 2015 sul centenario del genocidio armeno (1),

vista la conferenza intergovernativa del 14 dicembre 2015 durante la quale è stato ufficialmente aperto il capitolo 17 concernente la politica economica e monetaria,

viste le sue precedenti risoluzioni sulla Turchia, in particolare quelle del 10 febbraio 2010 sulla relazione concernente i progressi realizzati dalla Turchia nel 2009 (2), del 9 marzo 2011 sulla relazione 2010 sui progressi compiuti dalla Turchia (3), del 29 marzo 2012 sulla relazione 2011 relativa ai progressi compiuti dalla Turchia (4), del 18 aprile 2013 sulla relazione 2012 sui progressi compiuti dalla Turchia (5), del 13 giugno 2013 sulla situazione in Turchia (6), del 12 marzo 2014 sulla relazione 2013 sui progressi compiuti dalla Turchia (7), del 13 novembre 2014 sulle azioni della Turchia che creano tensioni nella zona economica esclusiva della Repubblica di Cipro (8), del 15 gennaio 2015 sulla libertà di espressione in Turchia (9) nonché del 10 giugno 2015 sulla relazione 2014 della Commissione sui progressi compiuti dalla Turchia (10),

visto il suo appello alla Commissione, nella risoluzione sulla relazione 2014 della Commissione sui progressi compiuti dalla Turchia, a riesaminare il modo in cui sono stati condotti finora i negoziati e il modo in cui potrebbero essere migliorate e intensificate le relazioni e la cooperazione UE-Turchia,

visto il quadro negoziale per la Turchia del 3 ottobre 2005,

visti la dichiarazione della Comunità europea e dei suoi Stati membri del 21 settembre 2005, che prevede che il riconoscimento di tutti gli Stati membri sia una componente necessaria dei negoziati ed evidenzia la necessità che la Turchia attui pienamente il protocollo aggiuntivo all'accordo di Ankara eliminando tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle merci senza pregiudizi né discriminazioni,

visto il fatto che l'adesione della Turchia all'UE dipende dalla piena osservanza dei criteri di Copenaghen e dalla capacità di integrazione dell'UE, conformemente alle conclusioni della riunione del Consiglio europeo del dicembre 2006,

visto l'articolo 46 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU), in cui si afferma che le parti contraenti si impegnano a conformarsi alle sentenze definitive della Corte europea dei diritti dell'uomo sulle controversie nelle quali sono parti,

vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

visti la crisi in Siria, gli sforzi volti a un cessate il fuoco e a una soluzione pacifica, nonché il dovere della Turchia di rafforzare la stabilità e promuovere rapporti di buon vicinato, compiendo intensi sforzi per risolvere le questioni bilaterali in sospeso, le controversie e i conflitti con i paesi limitrofi sulle frontiere terrestri e marittime e sullo spazio aereo, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e i valori e principi sui quali l'UE è fondata,

vista l'importanza fondamentale attribuita, nel processo negoziale, al rispetto dello Stato di diritto, compresi, in particolare, la separazione dei poteri, la democrazia, la libertà di espressione, i diritti umani, i diritti delle minoranze e la libertà di religione;

vista l'approvazione dello stanziamento di tre miliardi di euro per la gestione della crisi dei rifugiati in Turchia, di cui un miliardo proveniente dal bilancio dell'UE e il resto dagli Stati membri,

visto il lavoro svolto da Kati Piri come relatore permanente sulla Turchia della commissione per gli affari esteri del Parlamento,

visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.

considerando che il 3 ottobre 2005 sono stati avviati i negoziati di adesione con la Turchia e che l'apertura di negoziati di questo tipo rappresenta il punto di partenza di un processo duraturo e aperto basato su un'equa e rigorosa condizionalità e un impegno a effettuare riforme;

B.

considerando che l'UE dovrebbe continuare a sostenere le riforme in Turchia, data la capacità dei negoziati di adesione e del processo di allargamento di indurre il cambiamento,

C.

considerando che, conformemente alle conclusioni della riunione del Consiglio europeo del dicembre 2006, dovrebbero essere pienamente rispettati i criteri di Copenaghen e la capacità di integrazione dell'UE; che la Turchia si è impegnata a soddisfare i criteri di Copenaghen, ad attuare riforme adeguate ed efficaci e a porre in atto un progressivo allineamento all'aquis dell'UE; che tali sforzi dovrebbero essere visti come un'opportunità per la Turchia di rafforzare le sue istituzioni e portare avanti il processo di democratizzazione e ammodernamento;

D.

considerando che nel processo negoziale riveste un'importanza fondamentale lo Stato di diritto, compresi, in particolare, la separazione dei poteri, la libertà di espressione e dei media, i diritti umani e la democrazia, la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, le relazioni di buon vicinato, la libertà di religione, la libertà di associazione e di manifestazione pacifica, i diritti delle minoranze, i diritti delle donne e il contrasto della discriminazione contro i gruppi vulnerabili, quali i rom, le persone con disabilità e le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI);

E.

considerando che, con riferimento ai criteri politici, il ritmo delle riforme è rallentato e si è registrata un'involuzione significativa negli ambiti della libertà di espressione e della libertà di associazione;

F.

considerando che la Turchia rimane tra i paesi al mondo con il maggior numero di giornalisti detenuti in carcere;

G.

considerando che, in base alla graduatoria sulla libertà di stampa e dei media stilata da Freedom House, in Turchia la stampa è ancora classificata come non libera e la libertà di Internet è considerata solo parziale;

H.

considerando che in Turchia si sta rapidamente deteriorando la situazione della sicurezza, sia interna che esterna;

I.

considerando che la Turchia ha subito numerosi attacchi terroristici attribuiti al cosiddetto Stato islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL/Daesh), nelle città di Diyarbakir, Suruç, Ankara e Istanbul, in cui hanno perso la vita 150 persone innocenti;

J.

considerando che il bombardamento da parte della Russia su Aleppo e altre parti della Siria ha provocato un forte aumento del numero di rifugiati che cercano protezione in Turchia;

K.

considerando che l'UE e la Turchia hanno concordato di rilanciare il processo negoziale e di cooperare intensamente in materia di migrazione;

L.

considerando che la popolazione turca ha dimostrato un'ammirevole ospitalità nei confronti dell'elevato numero di rifugiati che vivono nel paese; considerando che la Turchia ospita il più grande numero di rifugiati al mondo, tra cui circa 2,7 milioni di rifugiati registrati provenienti dalla Siria, dall'Iraq e dall'Afghanistan, secondo l'UNHCR;

M.

considerando che le autorità turche non hanno acconsentito alla riapertura del seminario ortodosso nell'isola di Heybeliada;

I.    Situazione delle relazioni UE-Turchia

1.

manifesta profonda preoccupazione, alla luce dell'involuzione registrata nel rispetto della democrazia e dello Stato di diritto in Turchia, per il notevole rallentamento del ritmo complessivo delle riforme in Turchia e per i passi indietro riscontrati in alcuni settori fondamentali, quali l'indipendenza del sistema giudiziario, la libertà di assemblea, la libertà di espressione e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, che allontanano sempre di più l'adempimento dei criteri di Copenaghen, richiesto ai paesi candidati;

2.

sottolinea che la Turchia è un partner strategico fondamentale per l'UE e che lo svolgimento di negoziati attivi e credibili rappresenterebbe un quadro adeguato per sfruttare appieno il potenziale delle relazioni UE-Turchia; prende atto del rilancio del processo negoziale da parte dell'UE e auspica che l'apertura dei capitoli dia luogo a risultati concreti; sollecita, a tal proposito, il conseguimento di risultati concreti da parte della Turchia nonché il suo impegno effettivo; invita nuovamente la Commissione a riesaminare il modo in cui sono stati condotti finora i negoziati e il modo in cui potrebbero essere migliorate e intensificate le relazioni e la cooperazione UE-Turchia; sostiene fermamente un dialogo politico di alto livello strutturato, aperto e più frequente su questioni tematiche fondamentali di comune interesse quali la migrazione, la lotta contro il terrorismo, l'energia, l'economia e il commercio;

3.

ritiene che il differimento della relazione 2015 della Commissione sui progressi compiuti a dopo le elezioni di novembre in Turchia sia stato una decisione sbagliata, poiché ha dato l'impressione che l'UE sia disposta a tacere sulle violazioni dei diritti fondamentali in cambio della cooperazione del governo turco nella questione dei rifugiati; chiede alla Commissione di impegnarsi a pubblicare le relazioni annuali sui progressi compiuti secondo un calendario specifico e definito; invita la Commissione e il Consiglio a non ignorare gli sviluppi interni in Turchia e a sostenere chiaramente il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Turchia, conformemente ai criteri di Copenaghen e indipendentemente da altri interessi;

4.

prende atto dei risultati delle elezioni parlamentari svoltesi il 1o novembre 2015 e della formazione di un nuovo governo; invita nuovamente ad abbassare la soglia elettorale del 10 % e a garantire la trasparenza riguardo al finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali; plaude alla partecipazione attiva dei volontari della società civile durante le elezioni e l'elevata affluenza alle urne; condanna, tuttavia, le intimidazioni e le vessazioni ai danni dei media e la discriminazione dei partiti di opposizione in termini di copertura pre-elettorale, il clima violento e intimidatorio, segnato in particolare da attacchi contro singoli candidati e uffici dei partiti di opposizione, in particolare del Partito democratico del popolo (HDP), come pure l'intensa polarizzazione politica; plaude al fatto che, in seguito alle ultime due elezioni, la Grande assemblea nazionale turca sia diventata più inclusiva nei confronti delle minoranze in Turchia, nonostante la soglia del 10 %;

5.

invita a potenziare l'unione doganale e a estenderla a nuovi settori, quali ad esempio i prodotti agricoli, i servizi e gli appalti pubblici; prende atto che l'avvio dei relativi negoziati è previsto nella seconda metà del 2016; rammenta che le potenzialità dell'unione doganale possono realizzarsi appieno solo quando la Turchia attuerà integralmente il protocollo aggiuntivo nei confronti di tutti gli Stati membri; ritiene opportuno tenere conto degli interessi della Turchia nei futuri accordi di libero scambio che l'UE firmerà con terzi, in particolare nel caso dei negoziati tra l'UE e gli Stati Uniti relativi al partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP); chiede un miglioramento della libera circolazione delle persone e un incremento degli scambi interculturali;

6.

prende atto con favore dell'intensificazione del dialogo politico tra l'UE e la Turchia in materia di politica estera e di sicurezza, come pure del maggiore allineamento della Turchia alle dichiarazioni dell'UE e alle decisioni del Consiglio nel 2015; si rammarica del mancato allineamento della Turchia alla decisione del Consiglio in seguito all'annessione illegale della Crimea da parte della Federazione russa e agli eventi nell'Ucraina orientale, ivi incluse le misure restrittive;

7.

ribadisce che la Turchia dovrebbe allineare maggiormente la propria politica estera a quella dell'UE, secondo le disposizioni del quadro negoziale; ritiene essenziale incrementare gli scambi di informazioni sulle questioni di politica estera e invitare il ministro degli Esteri turco a partecipare alle riunioni del Consiglio «Affari esteri», ove opportuno; rammenta l'importanza strategica della Turchia per la sicurezza energetica dell'UE in quanto paese di transito fondamentale; attribuisce estrema importanza al rapido sviluppo della cooperazione energetica e all'espansione del corridoio di transito dell'energia attraverso la Turchia verso l'Unione europea;

8.

ribadisce la necessità di rafforzare i rapporti di buon vicinato, che costituiscono una parte fondamentale del quadro negoziale e un elemento essenziale del processo di allargamento; a tale riguardo invita la Turchia a intensificare gli sforzi intesi a risolvere le questioni bilaterali in sospeso, tra cui gli obblighi giuridici irrisolti e le vertenze frontaliere terrestri e marittime e in materia di spazio aereo con i paesi limitrofi, conformemente alle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite e al diritto internazionale, invita il governo turco a firmare e ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), sollecita il governo turco a porre fine alle ripetute violazioni dello spazio aereo e delle acque territoriali della Grecia nonché al sorvolo delle isole greche da parte di aerei militari turchi; si rammarica che la minaccia di casus belli formulata dalla Grande assemblea nazionale turca contro la Grecia non sia ancora stata ritirata; esorta la Turchia e l'Armenia a procedere a una normalizzazione delle loro relazioni stabilendo relazioni diplomatiche senza precondizioni e invita all'apertura delle frontiere tra i due paesi, che potrebbe indurre un miglioramento delle relazioni, in particolare nell'ambito della cooperazione transfrontaliera e dell'integrazione economica;

II.    Rispetto dello Stato di diritto, della democrazia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali

9.

ritiene che, in linea con l'impegno dell'UE a favore dello Stato di diritto e dei valori fondamentali, in Turchia sia urgentemente necessario introdurre riforme negli ambiti del sistema giudiziario e dei diritti fondamentali, nonché della giustizia, della libertà e della sicurezza; invita il Consiglio dell'UE a proporre, ferme restando le posizioni degli Stati membri e una volta soddisfatti i parametri ufficiali di apertura, l'apertura dei capitoli 23 (potere giudiziario e diritti fondamentali) e 24 (giustizia, libertà e sicurezza) e a garantire che il processo di riforma in Turchia sia improntato ai valori e alle norme dell'UE; invita la Turchia a impegnarsi pienamente con il Consiglio d'Europa e la Commissione di Venezia nei settori della riforma giudiziaria;

10.

deplora la grave involuzione nell'ambito della libertà di parola, espressione e opinione, online come offline, registrata in Turchia, che occupa la 149a posizione su 180 paesi nella classifica sulla libertà di stampa redatta da Reporter senza frontiere; rammenta che, in base ai dati delle autorità turche, la Turchia è il paese che detiene il numero maggiore di giornalisti detenuti in carcere; ribadisce che le libertà di opinione, espressione e parola, ivi inclusa l'indipendenza dei media, sono valori fondamentali dell'UE; plaude alla sentenza della corte costituzionale che ha riconosciuto la violazione dei diritti di Can Dündar e Erdem Gül; rammenta che essi sono ancora sottoposti a giudizio e che l'accusa chiede di condannarli a vari ergastoli, esprime preoccupazione per la decisione di escludere il pubblico per l'intera durata del processo e chiede un'indagine esaustiva e oggettiva in merito alle accuse dei giornalisti relative al trasporto di armi in Siria; condanna le recenti dichiarazioni del presidente della Turchia contro la corte costituzionale; chiede il rilascio immediato di tutti i giornalisti detenuti in carcere e incoraggia i diplomatici europei a continuare a monitorare con attenzione tutti i procedimenti penali in atto contro giornalisti; deplora gli attacchi personali ai danni di giornalisti e oppositori da parte di funzionari di spicco del governo, nonché le tendenze sempre più autoritarie dei dirigenti turchi; sollecita la Turchia ad agire contro qualsiasi forma di intimidazione ai danni dei giornalisti, in particolare indagando su tutti gli attacchi fisici e le minacce rivolte ai giornalisti e prevenendo attivamente gli attacchi agli organi d'informazione, ma anche disinnescando le tensioni del clima politico che creano un ambiente che limita la libertà di espressione nei media e su Internet;

11.

prende atto dell'indice di percezione della corruzione 2015, pubblicato da Transparency International il 27 gennaio 2016, che evidenzia un incremento della corruzione in Turchia durante lo scorso anno, collocando attualmente il paese al 66o posto in classifica; sottolinea la necessità che il governo turco invii segnali chiari e coerenti in merito alla sua effettiva intenzione di combattere la corruzione a tutti i livelli del potere;

12.

rammenta che la lotta alla corruzione dovrebbe essere una delle priorità della Turchia; chiede, pertanto, alla Turchia di aggiornare la propria strategia e il piano d'azione sulla lotta alla corruzione, di istituire un ente per la lotta alla corruzione e di ottenere risultati credibili nel campo delle indagini, dei procedimenti giudiziari e delle condanne, anche per i casi di alto livello;

13.

chiede il ripristino dell'indipendenza dei media dei gruppi Koza Ipek Holding e Feza, l'allontanamento di tutti i rappresentanti del governo dai consigli di amministrazione, la riassunzione delle decine di lavoratori licenziati per aver espresso il proprio disaccordo sull'acquisizione da parte dello Stato e il ritiro delle accuse di terrorismo;

14.

condanna l'acquisizione illegale e violenta di numerosi giornali turchi, tra cui recentemente Zaman, e manifesta preoccupazione per la decisione di Digiturk, presumibilmente dettata, tra le altre cose, da motivi politici, di interrompere le trasmissioni dei suoi canali televisivi; chiede al governo turco di porre fine alla pressione politica ed economica esercitata sui media indipendenti; condanna fermamente gli attacchi verbali e fisici contro i giornalisti e il crescente ricorso alla diffamazione e alla legislazione antiterrorismo nei loro confronti; constata la censura applicata agli articoli online e su carta e il blocco dei siti web, in particolare dei social network, il che ha portato a casi di autocensura tra i giornalisti per paura che le critiche alle autorità possano aggravare ulteriormente le ritorsioni; è seriamente preoccupato per il blocco di decine di migliaia di siti web, per gli emendamenti della legge sulla regolamentazione dei media e di internet adottati a marzo 2015 e per i poteri del Direttorato delle telecomunicazioni (TIB) che gli consentono di bloccare siti web nell'arco di quattro ore per un'ampia gamma di motivi vaghi; esprime preoccupazione per il fatto che il fornitore satellitare turco Turksat abbia interrotto le trasmissioni da IMC TV venerdì 26 febbraio 2016 su richiesta di un procuratore di Ankara che sta conducendo indagini per verificare se il canale appoggia un gruppo «terroristico»; manifesta preoccupazione per le sanzioni eccezionalmente elevate imposte alle aziende del settore mediatico; chiede una revisione della legge in materia di internet al fine di sostenere un ambiente favorevole alla libertà di espressione su internet e alla tutela del diritto alla privacy e dei diritti personali; condanna i tentativi dei funzionari del governo turco di intimidire e in alcuni casi di espellere numerosi giornalisti internazionali; chiede un'indagine indipendente sugli omicidi, commessi in territorio turco, dei giornalisti Naji Jerf, Ibrahim Abdel Qader e Fares Hammadi del blog «Raqqa is Being Slaughtered Silently» dedicato alla situazione siriana; deplora, inoltre, le indagini, gli arresti, le condanne a pene detentive e ammende per presunti insulti contro il capo di Stato, sulla base dell'articolo 299 del codice penale; chiede al governo turco di occuparsi di queste questioni in modo prioritario e urgente allo scopo di salvaguardare il pluralismo, in conformità degli standard internazionali; ritiene che un dibattito pubblico aperto sia un elemento fondamentale di qualsiasi democrazia sana;

15.

chiede al governo turco di adottare una legge forte sulla protezione dei dati e di istituire un'autorità indipendente per la protezione dei dati, in linea con le norme europee, creando le condizioni necessarie per una cooperazione di polizia e giudiziaria nonché una condivisione di informazioni a livello internazionale che funzionino in modo efficiente ed efficace, contribuendo, nel contempo, a soddisfare i criteri per la liberalizzazione dei visti; chiede alle autorità turche di definire chiaramente le eccezioni all'ambito di applicazione della legge, in particolare in materia di trattamento dei dati relativi alla salute, e di mettere in atto una procedura di selezione che garantisca l'indipendenza dei membri dell'autorità per la protezione dei dati;

16.

ribadisce la propria preoccupazione in merito alla legge antiterrorismo, in particolare per l'ampia e troppo vaga definizione di terrorismo, criminalità organizzata e propaganda in essa contenuta, rendendo evidentemente impossibile determinare la natura precisa di tali reati; insiste sulla necessità di conformare la legislazione penale e antiterrorismo alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, che dovrebbe essere pienamente rispettata e attuata dalla Turchia; chiede alla Turchia di creare un ambiente politico e giuridico che consenta al sistema giudiziario di svolgere i propri compiti in modo indipendente e imparziale, anche nella pratica, affinché esso non diventi uno strumento di repressione dell'opposizione interna; chiede alla Turchia di applicare tutte le sentenze dei tribunali europei; manifesta preoccupazione per le numerose riassegnazioni, i trasferimenti forzati e i licenziamenti di giudici e procuratori, che mettono in pericolo l'indipendenza, l'imparzialità e l'efficienza del sistema giudiziario, come pure il rispetto dei principi del giusto processo e della separazione dei poteri; chiede l'urgente ripristino della separazione dei poteri e l'adozione di misure significative per garantire la piena indipendenza della magistratura; deplora le alterazioni del corso della giustizia a favore di certi politici, ormai pratica usuale in Turchia a seguito dello scandalo sulla corruzione del 2013; sottolinea che il ruolo e l'influenza del potere esecutivo all'interno del Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri devono essere limitati e che sono necessarie garanzie adeguate contro i trasferimenti forzati dei giudici;

17.

evidenzia che la straordinaria crescita economica della Turchia degli ultimi dieci anni ha condotto a un'espansione senza precedenti dell'edilizia residenziale e delle infrastrutture, spesso a discapito delle considerazioni ambientali e di salvaguardia del patrimonio; esprime particolare preoccupazione per i vari megaprogetti nel paese e chiede con urgenza al governo di avvalersi di valutazioni dell'impatto ambientale e sociale e di coinvolgere adeguatamente la popolazione locale nella progettazione, in modo da evitare, per quanto possibile, effetti negativi a lungo termine relativi all'urbanizzazione, al consumo dello spazio e al degrado ambientale;

18.

è del parere che il processo di riforma costituzionale debba sfociare in una società secolare, pluralista, inclusiva e tollerante; sottolinea che una nuova costituzione dovrebbe basarsi su un ampio consenso da parte di tutto il panorama politico e della società nel suo complesso, rispettando pienamente i diritti delle minoranze, indipendentemente dalla loro cultura o religione, e fornendo, in tal modo, una base solida per le libertà fondamentali e lo Stato di diritto; esorta la Turchia a rispettare pienamente lo Stato di diritto e i diritti e le libertà fondamentali, in particolare la libertà delle minoranze religiose ed etniche; evidenzia la necessità di adottare una legislazione globale contro la discriminazione, che preveda il divieto di discriminazioni e incitamento all'odio basati sull'origine etnica, sulla religione, sull'orientamento sessuale, sul genere e sull'identità di genere, e che il divieto di siffatte forme di discriminazione sia incluso in una nuova costituzione; sottolinea che ciò non dovrebbe impedire alla Turchia di concedere diritti specifici ai cittadini sulla base dell'origine etnica, della religione o della lingua, in modo da preservare la loro identità; rileva, a tal proposito, la necessità di ulteriori iniziative intese ad affrontare i problemi con cui si misurano i membri della minoranza greca, segnatamente in relazione all'istruzione e ai diritti di proprietà; sollecita le autorità turche ad adottare provvedimenti giudiziari contro le persone e gli enti responsabili di aver commesso qualsiasi tipo di crimine generato dall'odio, tra cui l'antisemitismo, come dichiarato nel «pacchetto di democratizzazione» del governo del 2013; condanna l'atteggiamento passivo del governo turco a proposito delle gravi minacce contro i cristiani e i loro parroci nei social media; si aspetta che il governo turco tratti ogni cittadino turco senza pregiudizi basati sulla fede religiosa; chiede alle autorità turche, considerando che in Turchia si trova la più grande minoranza rom del mondo, di attuare misure concrete ed efficaci per conseguire un'effettiva parità di diritti per i rom nella società turca e per migliorare la loro situazione, dedicando un'attenzione particolare alla situazione dei bambini e all'inclusione delle donne;

19.

chiede alla Turchia di continuare a lavorare a stretto contatto con la Commissione europea sulla nuova legislazione in fase di preparazione e sull'attuazione delle leggi esistenti, al fine di garantire la compatibilità con l'acquis dell'UE;

20.

sottolinea la necessità di rispettare pienamente, in linea con i valori europei, il diritto a differenti stili di vita, sia secolari sia basati sulla fede, e di mantenere la separazione tra Stato e religione;

21.

sottolinea l'importanza di proseguire il processo di riforma nell'ambito della libertà di pensiero, di coscienza e di religione, offrendo alle comunità religiose la possibilità di ottenere personalità giuridica, eliminando qualsiasi limitazione alla formazione, alla nomina e alla successione del clero, rispettando tutte le pertinenti sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo e le raccomandazioni della Commissione di Venezia ed eliminando ogni forma di discriminazione o barriera sulla base della religione; invita la Turchia a rispettare il carattere distinto e l'importanza del Patriarcato ecumenico e a riconoscerne la personalità giuridica; ribadisce la necessità di consentire la riapertura del seminario di Halki e di eliminare tutti gli ostacoli al suo corretto funzionamento e di permettere altresì l'uso pubblico del titolo ecclesiastico del Patriarca ecumenico;

22.

invita il governo turco a sospendere i piani di costruzione della centrale nucleare di Akkuyu; rileva che il sito previsto è ubicato in una regione altamente sismica e che ciò costituisce una seria minaccia non solo per la Turchia, ma anche per la regione del Mediterraneo nel suo insieme; chiede pertanto al governo turco di aderire alla convenzione di Espoo, che impone alle parti l'obbligo di notifica e di consultazione per quanto riguarda tutti i grandi progetti suscettibili di avere un impatto transfrontaliero pregiudizievole importante sull'ambiente; chiede a tal fine al governo turco di coinvolgere o almeno consultare i governi dei paesi limitrofi, quali Grecia e Cipro, nel corso di eventuali sviluppi ulteriori dell'iniziativa di Akkuyu;

23.

esprime preoccupazione per i livelli elevati di violenza contro le donne e la mancata attuazione del diritto nazionale al fine di prevenire tali episodi e di proteggere le donne da tale violenza; insiste, inoltre, affinché le autorità applichino in modo efficace le leggi esistenti in materia di violenza contro le donne e abusi domestici, problemi molto diffusi sia nelle zone rurali che in quelle urbane, affrontino il problema delle omesse segnalazioni delle violenze di genere, forniscano servizi di sostegno e accoglienza alle vittime di tali violenze e impongano sanzioni agli autori di tali crimini, nonché aumentino la consapevolezza sociale e contrastino l'accettazione sociale della violenza di genere; raccomanda fermamente al governo di promuovere la parità di genere in campo politico, economico, sociale, culturale, civile e in qualsiasi altro settore;

24.

chiede alla Turchia di compiere seri sforzi per proteggere i diritti della comunità LGBTT; esprime profonda preoccupazione per l'assenza di tutele garantite alle persone LGBTI contro gli atti di violenza; sottolinea, a questo proposito, la sua delusione per la mancata inclusione della protezione contro i crimini generati dall'odio per motivi di orientamento sessuale e identità di genere nella legge sui crimini generati dall'odio; deplora la frequente impunità dei reati dettati dall'odio contro le persone LGBTI o la riduzione delle pene nei confronti degli autori di tali reati per presunta «ingiusta provocazione» da parte delle vittime;

III.    Processo di pace curdo e situazione nel sud-est della Turchia

25.

esprime profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione nel sud-est della Turchia; ricorda che al governo turco incombe la responsabilità di proteggere tutte le popolazioni che vivono sul suo territorio, a prescindere dalle loro origini culturali e religiose; riconosce il diritto legittimo della Turchia di combattere il terrorismo, nel rispetto del diritto internazionale; sottolinea, tuttavia, che le misure di sicurezza devono essere attuate nel rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani; evidenzia che tutte le operazioni condotte dalle forze di sicurezza devono essere proporzionate e non assumere la forma di punizioni collettive; condanna il comportamento scorretto delle forze speciali di sicurezza e chiede che i responsabili siano assicurati alla giustizia; chiede l'applicazione del diritto umanitario in modo che tutti i feriti possano ricevere le cure a cui hanno diritto;

26.

condanna e non ritiene giustificato il ritorno alla violenza del PKK, che figura nell'elenco dell'UE delle organizzazioni terroristiche; sottolinea che la questione curda non può essere risolta con la violenza ed esorta il governo turco a farsi carico della ripresa dei negoziati al fine di pervenire a una soluzione globale e sostenibile della questione curda; invita il PKK a deporre le armi, ad abbandonare le tattiche terroristiche e ad utilizzare mezzi pacifici e legali per dar voce alle sue aspettative; condanna fermamente gli attacchi contro le forze di sicurezza e i civili; manifesta profonda preoccupazione, a questo proposito, per la costruzione di barricate e lo scavo di trincee da parte dei militanti dell'unità di protezione popolare (YPG-H); insiste, tuttavia, affinché siano consentite le proteste pacifiche;

27.

invita le autorità turche a revocare immediatamente i coprifuochi che sono stati attuati in violazione della costituzione turca; esprime preoccupazione particolarmente profonda per la situazione in Cizre e Sur/Diyarbakir e condanna il fatto che i civili vengano uccisi, feriti e lasciati senza acqua, cibo e cure mediche; chiede alla Turchia di permettere alla Mezzaluna Rossa internazionale di alleviare la crisi umanitaria in corso a Cizre e Diyarbakır; esorta il governo a consentire il trasporto dei feriti in ospedale, rispettando le misure provvisorie della CEDU, e ad assicurare una via di uscita sicura per i civili nelle città sotto coprifuoco; esprime profonda preoccupazione per il crescente numero di morti e di feriti registrati tra i civili, che deve essere oggetto di indagini esaustive, e per il fatto che vi siano ormai circa 400 000 sfollati interni; sottolinea che, nel rispetto della dignità umana, le famiglie devono essere autorizzate a recuperare dalle strade i corpi delle vittime e a dar loro sepoltura; evidenzia la responsabilità del governo turco di assicurare i diritti umani, e di garantire sicurezza e accesso a beni e servizi a tutta la popolazione civile nelle zone a predominanza curda della Turchia interessate dai combattimenti; chiede al governo turco di istituire un meccanismo formale volto a fornire aiuti urgenti e compensazioni a coloro che sono stati costretti a fuggire dalle proprie case e che hanno perso il lavoro e i propri mezzi di sussistenza; deplora la distruzione del patrimonio storico;

28.

prende atto con preoccupazione dei progetti di trasformazione urbana e di ricollocazione in zone di conflitto presentati recentemente dal governo turco e deplora la decisione di procedere a un ampio esproprio a Sur, un distretto di Diyarbakir, che comprende proprietà appartenenti al comune e alla chiesa, il che rappresenterebbe una violazione dei diritti delle minoranze religiose; invita il governo turco a rispettare il carattere culturale distintivo della regione e ad astenersi dal conferire ulteriori poteri alla struttura centralizzata del governo locale della regione; chiede che sia rivista la decisione relativa all'esproprio e ai piani di ricostruzione con l'avvio di una fase di dialogo e cooperazione con i comuni metropolitani e del distretto, nel rispetto dei diritti dei residenti e dei proprietari immobiliari;

29.

è costernato dinanzi alle azioni delle forze speciali di polizia note come «gruppi Esedullah», che sembrano essere responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui l'uccisione deliberata di civili nel sud-est della Turchia; chiede alle autorità turche di svolgere un'indagine approfondita sulle azioni di detti gruppi, con piena responsabilità e punizione delle persone colpevoli delle violazioni dei diritti umani;

30.

sollecita un cessate il fuoco immediato e la ripresa del processo di pace per raggiungere una soluzione negoziata della questione curda; sottolinea la priorità di compiere progressi verso la democratizzazione e la riconciliazione; chiede a tale proposito che in seno alla Grande assemblea nazionale turca sia istituita una commissione speciale per la risoluzione della questione curda, per contribuire alla pace duratura rinstaurando un senso di giustizia e lenendo i traumi, che sono vulnerabili agli abusi politici; esorta l'UE ad assumere senza indugio un ruolo attivo nel processo di pace; sottolinea l'importanza di dare priorità al potenziamento dei diritti sociali, culturali e politici nonché della parità di trattamento delle persone di origine curda; ribadisce la sua richiesta alla Turchia, come membro del Consiglio d'Europa, di ritirare le riserve fatte alla Carta europea dell'autonomia locale per garantire una piena attuazione di tutti i suoi aspetti;

31.

deplora fortemente le intimidazioni e i procedimenti penali a carico di oltre 1 000 esponenti del mondo accademico firmatari di una petizione per la pace; condanna la revoca o la sospensione degli incarichi subita da almeno 50 di loro, nonché la reclusione di altri quattro firmatari; insiste affinché i responsabili dell'uccisione di Tahir Elçi, avvocato che ha dedicato la propria vita alla pace e ai diritti umani, siano assicurati alla giustizia; esprime forti preoccupazioni per le indagini giudiziarie svolte principalmente a carico di membri dell'HDP, nonché per la reclusione ancora in corso degli eletti a livello locale e la revoca dei loro mandati, tra cui figurano 25 co-sindaci, e le minacce che pesano su numerosi politici curdi;

32.

condanna con determinazione gli attacchi terroristici attribuiti all'ISIL/Daesh a Diyarbakir, Suruç, Ankara e Istanbul; esprime la propria solidarietà alle vittime, alle loro famiglie e ai cittadini turchi che sono in prima linea nella lotta contro l'estremismo; condanna con pari determinazione le bombe fatte esplodere ad Ankara il 17 febbraio 2016 che sono state rivendicate dal gruppo di militanti TAK (Aquile della libertà del Kurdistan) nonché gli attacchi di Ankara del 13 marzo 2016 ed esprime il proprio cordoglio alle famiglie delle vittime e alle persone in lutto; sottolinea l'importanza di svolgere indagini esaustive in merito a tali attacchi con l'intento di assicurare i responsabili alla giustizia; crede che una più stretta collaborazione tra l'Europol e le forze dell'ordine turche sia la chiave per combattere con efficacia il terrorismo;

33.

accoglie con favore la partecipazione della Turchia alla coalizione internazionale per combattere l'ISIL e l'apertura delle sue basi alle forze degli Stati Uniti e della coalizione; sollecita la Turchia ad agire con la necessaria moderazione e in piena collaborazione con i suoi alleati occidentali;

34.

esorta la Turchia a continuare a intensificare il suo impegno per impedire che i combattenti stranieri, il denaro o le attrezzature raggiungano l'ISIL/Daesh e gli altri gruppi estremisti attraverso il suo territorio; esprime inquietudine rispetto alla possibilità che le autorità turche non abbiano adottato tutte le misure possibili per bloccare e impedire le attività dell'ISIL/Daesh, in particolare per contrastare il traffico illegale di petrolio attraverso i suoi confini; chiede all'UE di migliorare la sua capacità di scambio di informazioni e di collaborare strettamente con le autorità turche in tale ambito per sostenere ulteriormente la lotta alle reti del traffico di migranti; nota alcune carenze nell'arresto dei combattenti stranieri e nel controllo delle frontiere con l'Iraq e la Siria;

35.

plaude al sostegno e al contributo da parte della Turchia all'accordo raggiunto tra le grandi potenze per cessare le ostilità in Siria e fornire aiuti umanitari alle persone che ne hanno bisogno; lo apprezza come un passo importante verso la soluzione della crisi in Siria; rileva che la cessazione delle ostilità dovrebbe applicarsi a tutte le parti del conflitto diverse dai gruppi designati come organizzazioni terroristiche dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; invita tutte le parti a implementare rapidamente e integralmente questi impegni; ricorda la sua convinzione che non esiste una soluzione militare al conflitto in Siria e insiste sul bisogno di raggiungere una soluzione politica; condanna l'intervento militare della Turchia contro le forze curde nella Siria settentrionale, che mette a repentaglio la lotta contro l'ISIL/Daesh e pregiudica gli sforzi per la pace e la sicurezza;

IV.    Cooperazione tra l'UE e la Turchia sulla crisi dei rifugiati / della migrazione

36.

sostiene un impegno politico rinnovato tra l'UE la Turchia sulle sfide geopolitiche, in particolare la crisi dei rifugiati e della migrazione; riconosce l'importante contributo umanitario della Turchia nell'ospitare il numero più elevato di rifugiati al mondo; sollecita l'UE e la Turchia ad unire le forze per migliorare e garantire condizioni di vita dignitose e capacità di base nei campi profughi e a facilitare l'operato dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), per evitare un esodo massiccio di migranti; sollecita l'UE a continuare a collaborare con gli ufficiali del governo turco per assicurare la corretta documentazione dei migranti; ricorda che la Turchia è uno dei paesi di transito cruciali per i migranti e i richiedenti asilo diretti nell'UE, non solo dalla Siria ma anche da molti altri paesi; sottolinea l'importanza di cooperare con la Turchia per gestire la crisi dei rifugiati ed evitare la perdita di vite umane in mare; si compiace della missione di vigilanza della NATO nel mar Egeo;

37.

accoglie con favore l'attivazione in data 29 novembre 2015 del piano d'azione comune UE-Turchia sui rifugiati e la gestione dei flussi migratori, quale elemento di un'agenda globale per la cooperazione fondata sulla responsabilità condivisa, gli impegni reciproci e l'ottenimento di risultati e sottolinea la necessità di procedere immediatamente alla sua attuazione; sottolinea che la cooperazione UE-Turchia in materia di migrazione non dovrebbe essere connessa al calendario, al contenuto e alla condizionalità del processo negoziale; reputa che esternalizzare la crisi dei rifugiati in Turchia non sia una soluzione credibile al problema nel lungo termine; lancia un appello alla solidarietà tra gli Stati membri affinché aumenti il numero di paesi disposti ad accettare i rifugiati per il reinsediamento in uno spirito di condivisione degli oneri e delle responsabilità;

38.

sottolinea che i 3 miliardi di EUR, e i fondi aggiuntivi, dello strumento a favore dei rifugiati in Turchia dovranno essere utilizzati in modo adeguato e rapido a vantaggio diretto dei rifugiati e delle comunità che li ospitano, mediante l'attuazione di progetti volti a rispondere ai bisogni immediati di cibo, cure mediche, servizi igienico-sanitari e istruzione; chiede il pieno coinvolgimento del Parlamento nel processo decisionale in quanto co-legislatore e autorità di bilancio; chiede che i fondi previsti siano erogati più rapidamente; sollecita la Commissione e gli Stati membri ad assicurare, in cooperazione con la Turchia, che sia istituito un meccanismo per verificare che i fondi siano correttamente utilizzati a tal fine, che tale meccanismo sia strettamente monitorato e che il Parlamento europeo informi regolarmente la Commissione in merito all'utilizzo dei fondi; sottolinea la necessità di prestare particolare attenzione ai gruppi vulnerabili quali le donne e i bambini, in particolare gli orfani, nonché le minoranze religiose quali i cristiani e gli yazidi; sottolinea il bisogno urgente di affrontare la violenza di genere e gli abusi contro donne e bambine sulle rotte dei migranti che attraversano la Turchia;

39.

plaude alla recente decisione del governo turco di aprire il mercato del lavoro ai rifugiati siriani; incoraggia ulteriori misure urgenti volte a garantire che tutti i 700 000 minori siriani abbiano accesso all'istruzione; elogia il governo turco per la fornitura gratuita di servizi sanitari e d'istruzione ai rifugiati siriani; deplora che non sia stata data una risposta sufficiente all'appello dell'UNHCR per un aumento dei finanziamenti e che il Programma alimentare mondiale abbia dovuto ridurre l'apporto nutritivo all'80 % a causa di tagli ai fondi; elogia la Turchia per aver colmato unilateralmente questa lacuna finanziaria e sollecita gli altri Stati membri e l'UE ad aumentare i fondi diretti alle agenzie delle Nazioni Unite e le ONG partner in Turchia;

40.

apprezza che la Turchia abbia mantenuto fino a poco tempo fa una politica di apertura delle frontiere per i rifugiati siriani; elogia l'introduzione di nuove regole nel regime dei visti turco le quali hanno aperto la strada per un forte calo degli ingressi irregolari; sottolinea, tuttavia, la necessità di applicare una politica assai più rigorosa in materia di visti nei confronti di paesi terzi, in linea con la politica dell'UE in materia di visti, onde ridurre l'afflusso in Europa attraverso la Turchia di quei migranti che non hanno bisogno di protezione internazionale; sottolinea che la Turchia necessita di ogni forma di assistenza per rafforzare la sicurezza alle frontiere e per intensificare la lotta contro i trafficanti di esseri umani; sollecita la Turchia a mostrare tolleranza zero e ad adottare misure efficaci per arrestare la tratta di esseri umani e il flusso di rifugiati verso le isole greche, fenomeni dai quali derivano gravi problemi umanitari, politici, sociali e di sicurezza nell'UE; incoraggia una maggiore cooperazione tra la Turchia, la Bulgaria e la Grecia nell'ambito delle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mar Egeo e invita Frontex a offrire sostegno alla guardia costiera turca e a potenziare lo scambio bilaterale di informazioni; riconosce che le misure contro il traffico criminale di migranti possono essere efficaci solamente se affiancate dall'introduzione di vie sicure e legali per i rifugiati e i richiedenti asilo per entrare nell'Unione europea;

41.

sottolinea che il contenimento della migrazione verso l'UE non dovrebbe comportare il respingimento dei rifugiati o detenzioni illegali; invita la Commissione, per quanto riguarda il piano d'azione comune UE-Turchia, a indagare sulle denunce contenute nella relazione di Amnesty International del 1o aprile 2016, secondo cui la Turchia sta attuando rimpatri forzati di rifugiati siriani; insiste sul fatto che tutte le procedure di rimpatrio forzato dalla Grecia alla Turchia devono essere pienamente in linea con le norme internazionali e dell'UE relative all'accesso all'asilo e alla protezione internazionale nonché all'applicazione dei diritti fondamentali e delle garanzie procedurali; invita, a tale proposito, la Commissione a seguire con attenzione le modalità con cui le autorità turche attuano l'accordo e a verificare se il principio di non respingimento è rispettato nel caso delle persone rimpatriate in Turchia; ribadisce il proprio appello al governo turco affinché abolisca la riserva geografica posta alla convenzione di Ginevra del 1951; insiste sull'importanza fondamentale di predisporre vie sicure e legali per i rifugiati ed esorta gli Stati membri a intensificare in misura sostanziale gli sforzi di reinsediamento; ritiene che sia assolutamente necessario trovare una soluzione politica alla crisi siriana; esorta la Turchia a intensificare notevolmente i suoi sforzi per trovare una soluzione politica, in particolare a superare le sue riserve rispetto alla partecipazione dei curdi ai colloqui di pace a Ginevra;

42.

accoglie con favore il fatto che le autorità turche e l'UNHCR in Turchia stiano armonizzando le loro banche dati per la registrazione dei profughi in un solo sistema di registrazione; considera urgente studiare modalità tecniche per rendere tale banca dati interoperabile e compatibile con la banca dati europea per la registrazione dei richiedenti asilo, Eurodac; sottolinea come sia altresì importante che i rifugiati vengano cancellati dalla banca dati turca una volta che abbiano lasciato la Turchia per recarsi in Europa;

43.

sottolinea che l'attuazione dell'accordo di riammissione nei confronti di tutti gli Stati membri è fondamentale per l'UE, in quanto offre l'opportunità di applicare una politica di rimpatrio più efficace per i migranti che non necessitano di protezione internazionale; accoglie favorevolmente il consenso politico raggiunto in occasione del vertice UE-Turchia del 29 novembre 2015 dalle due parti affinché l'accordo UE-Turchia per la riammissione diventi pienamente applicabile dal giugno 2016; invita tutte le parti ad attuare pienamente ed efficacemente gli accordi di riammissione bilaterali esistenti e a garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali dei migranti rimpatriati;

44.

incoraggia il governo a rispettare pienamente e in maniera non discriminatoria tutti i criteri definiti nella tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti nei confronti di tutti gli Stati membri; ribadisce che la liberalizzazione dei visti è un processo fondato sul merito e che l'esenzione dall'obbligo del visto per i cittadini turchi sarà possibile soltanto una volta soddisfatti i requisiti; chiede alla Commissione di prestare maggiore assistenza tecnica per l'adempimento delle condizioni della tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti;

V.    Avanzamento delle trattative sulla riunificazione di Cipro

45.

elogia i notevoli progressi compiuti nelle trattative sulla riunificazione di Cipro, sotto l'egida delle Nazioni Unite; accoglie con favore la dichiarazione congiunta resa dai due leader l'11 febbraio 2014 quale base per una soluzione; sostiene la trasformazione della Repubblica di Cipro in una federazione composta da due comunità e due zone caratterizzata da un'unica sovranità, un'unica personalità internazionale e un'unica cittadinanza, che garantisca uguaglianza politica tra le due comunità e pari opportunità per tutti i cittadini, lasciando impregiudicato l'accordo finale e in linea con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU e il diritto internazionale; plaude all'approccio costruttivo dei leader delle comunità greca cipriota e turca cipriota dell'isola, nonché alla loro determinazione e agli sforzi che compiono instancabilmente per il raggiungimento di un accordo equo, globale e realizzabile al più presto possibile; sottolinea che il raggiungimento di una soluzione alla questione di Cipro, che si protrae da decenni, è fondamentale per l'intera regione e per l'Europa/l'Unione Europea; accoglie quindi favorevolmente la possibilità di un nuovo referendum sulla riunificazione ed esorta tutte le parti ad adoperarsi affinché sia raggiunto un risultato positivo;

46.

sottolinea che la mancata risoluzione della questione di Cipro influenza lo sviluppo delle relazioni UE-Turchia e invita pertanto tutte le parti interessate a compiere uno sforzo verso la sua risoluzione;

47.

invita la Turchia ad adempiere al proprio obbligo di attuare, integralmente e in modo non discriminatorio, il protocollo aggiuntivo all'accordo di associazione CE-Turchia nei confronti di tutti gli Stati membri, inclusa la Repubblica di Cipro, la cui realizzazione potrebbe imprimere un notevole slancio al processo negoziale;

48.

deplora la politica d'insediamento illegale della Turchia e chiede a quest'ultima di astenersi da ulteriori insediamenti di cittadini turchi nelle zone occupate di Cipro, che sono in contrasto con la Convenzione di Ginevra e i principi del diritto internazionale; esorta la Turchia a porre fine a tutte le azioni che alterano l'equilibrio demografico dell'isola ostacolando in tal modo una soluzione futura;

49.

chiede alla Turchia di astenersi da qualsiasi azione nella zona economica esclusiva di Cipro che possa portare ad attriti e a una crisi in una regione molto sensibile e che possa avere effetti negativi sui negoziati per una soluzione democratica che porrebbe quindi fine all'inaccettabile situazione di dicotomia esistente; riconosce il diritto dei suoi Stati membri di firmare accordi bilaterali e di altro genere, nel contesto dei loro diritti sovrani al fine di sfruttare le risorse nazionali nella loro ZEE;

50.

accoglie con favore l'accordo raggiunto dai due leader in merito a diverse misure intese a rafforzare la fiducia, tra cui l'apertura di due nuovi valichi di frontiera e l'interconnessione tra le reti elettriche; osserva tuttavia che i progressi compiuti per l'interoperabilità della telefonia mobile sono stati scarsi, se non nulli; esorta quindi entrambe le parti ad attuare tutte le misure concordate senza ulteriori ritardi; invita l'UE a sostenere pienamente l'accordo, a livello politico e finanziario; invita la Turchia a sostenere attivamente il processo negoziale e una sua conclusione positiva; invita la Turchia a dare inizio al ritiro delle sue truppe da Cipro e a trasferire la zona chiusa di Famagosta alle Nazioni Unite, come previsto dalla risoluzione 550(1984) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; plaude al fatto che al Comitato per le persone scomparse (che si occupa delle persone scomparse sia turche che cipriote) sia stato concesso l'accesso a tutti i luoghi pertinenti, comprese le zone militari; sollecita, tuttavia, la Turchia a concedere l'accesso agli archivi pertinenti in quanto massimizzerebbe l'efficacia del comitato;

51.

accoglie positivamente l'iniziativa del presidente della Repubblica di Cipro Nicos Anastasiades volta a far sì che il turco diventi una lingua ufficiale dell'UE ed esorta tutte le parti ad accelerare tale processo; osserva che i preparativi per l'attuazione dell'acquis dell'UE nel futuro Stato costituente turco-cipriota, a partire dall'entrata in vigore dell'accordo, devono essere già in una fase avanzata; accoglie positivamente, a tal proposito, la creazione di una commissione ad-hoc delle due comunità sulla preparazione all'UE; esorta sia il Parlamento europeo che la Commissione ad intensificare gli sforzi di collaborazione con i turco-ciprioti per preparare una piena integrazione nell'UE; esorta il Presidente del Parlamento europeo ad adottare i provvedimenti necessari in caso di accordo;

o

o o

52.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Segretario generale del Consiglio d'Europa, al Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al governo e al parlamento della Repubblica di Turchia.


(1)  Testi approvati, P8_TA(2015)0094.

(2)  GU C 341 E del 16.12.2010, pag. 59.

(3)  GU C 199 E del 7.7.2012, pag. 98.

(4)  GU C 257 E del 6.9.2013, pag. 38.

(5)  GU C 45 del 5.2.2016, pag. 48.

(6)  GU C 65 del 19.2.2016, pag. 117.

(7)  Testi approvati, P7_TA(2014)0235.

(8)  Testi approvati, P8_TA(2014)0052.

(9)  Testi approvati, P8_TA(2015)0014.

(10)  Testi approvati, P8_TA(2015)0228.