COMMISSIONE EUROPEA
Strasburgo, 8.3.2016
COM(2016) 127 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Avvio di una consultazione su un pilastro europeo dei diritti sociali
{SWD(2016) 50 final}
{SWD(2016) 51 final}
1. Introduzione
Il presidente Juncker ha annunciato la creazione di un pilastro europeo dei diritti sociali nel discorso sullo stato dell'Unione tenuto al Parlamento europeo il 9 settembre 2015. Tale iniziativa rientra nel lavoro intrapreso dalla Commissione per costruire un'Unione economica e monetaria (UEM) più profonda e più equa e fa parte del programma di lavoro della Commissione per il 2016.
Il presidente Juncker nel suo discorso ha dichiarato: "Dobbiamo intensificare i lavori per un mercato del lavoro equo e veramente paneuropeo. (...) Nel quadro di tali sforzi, voglio sviluppare un pilastro europeo dei diritti sociali, che tenga conto delle mutevoli realtà delle società europee e del mondo del lavoro e che possa fungere da bussola per una rinnovata convergenza nella zona euro. Il pilastro europeo dei diritti sociali dovrebbe venire a integrare i risultati che abbiamo già raggiunto insieme in materia di protezione dei lavoratori nell'UE. Mi aspetto che le parti sociali svolgano un ruolo centrale in questo processo. Ritengo opportuno iniziare con questa iniziativa all'interno della zona euro, permettendo agli altri Stati membri dell'UE di aderirvi se lo desiderano."
La presente comunicazione delinea il percorso per costruire un pilastro europeo dei diritti sociali: espone le motivazioni dell'iniziativa, ne illustra il ruolo, la portata e la natura, e avvia un'ampia consultazione per la raccolta di osservazioni. Una prima stesura di massima del pilastro figura in allegato alla presente comunicazione per agevolare il dibattito. La comunicazione è inoltre corredata di due documenti di lavoro: il primo descrive le principali tendenze dell'economia, del mercato del lavoro e della società che sono alle origini del pilastro e cui esso intende fornire risposte; il secondo richiama le parti più pertinenti dell'acquis giuridico dell'UE.
2. Perché un pilastro europeo dei diritti sociali
2.1. Un'economia sociale di mercato altamente competitiva
L'azione a livello dell'UE riflette i principi fondanti dell'Unione e si basa sulla convinzione che lo sviluppo economico debba tradursi in maggiore progresso sociale e maggiore coesione e che, oltre a garantire le opportune reti di sicurezza nel rispetto dei valori dell'Europa, la politica sociale debba essere concepita anche come un fattore produttivo in grado di ridurre le disuguaglianze, massimizzare la creazione di posti di lavoro e far prosperare il capitale umano dell'Europa. Tale convinzione è avvalorata dai dati delle performance occupazionali e sociali. Gli Stati membri più virtuosi in termini economici hanno sviluppato politiche sociali più ambiziose ed efficienti, non solo come risultato dello sviluppo economico ma come elemento centrale del loro modello di crescita. Un elemento fondamentale è l'elaborazione di sistemi di protezione sociale e istituzioni del mercato del lavoro che svolgano pienamente il proprio ruolo e forniscano sostegno alla creazione di posti di lavoro.
Questo stesso approccio è al centro dell'agenda economica globale della Commissione in carica, esemplificata dall'edizione 2016 dell'analisi annuale della crescita. Nel porre l'accento sulla promozione delle riforme strutturali, degli investimenti e di politiche di bilancio responsabili, la Commissione ha messo chiaramente in risalto le considerazioni di carattere sociale e l'equità sociale.
Nel rispetto del principio di sussidiarietà, spetta in primo luogo agli Stati membri definire le proprie politiche sociali e per l'occupazione, e quindi il diritto del lavoro e l'organizzazione dei sistemi di protezione sociale. Ciò è riconosciuto dai trattati UE nei quali, fin dalla fondazione della Comunità economica europea, è previsto anche un ruolo dell'UE al fine di integrare le azioni degli Stati membri. L'articolo 3 del trattato sull'Unione europea rispecchia tale obiettivo generale dichiarando che l'Unione "si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente".
È per questi motivi che la creazione e l'approfondimento del mercato unico europeo hanno proceduto di pari passo con lo sviluppo dell'acquis in campo sociale a livello dell'UE, al fine di garantire parità di trattamento, limitare il rischio di dumping sociale o di "corsa al ribasso" e facilitare l'integrazione economica e sociale. È sempre per questi motivi che fin dagli anni '90 le considerazioni di carattere sociale e relative all'occupazione sono state una caratteristica essenziale del processo di coordinamento delle politiche economiche a livello dell'UE che è ora noto come semestre europeo. Le motivazioni alla base del pilastro europeo dei diritti sociali seguono tale logica e soddisfano la duplice necessità di superare la crisi e di guardare oltre per procedere verso un'UEM più profonda e più equa.
2.2. Superare la crisi e guardare oltre
L'Europa sta uscendo dalla peggiore crisi degli ultimi decenni; tutti gli Stati membri e l'UE nel suo complesso ne stanno affrontando le conseguenze politiche, economiche e sociali, sforzandosi al contempo di prevedere gli sviluppi futuri. La crisi ha prodotto ripercussioni gravi e visibili sulla società e sull'economia dell'Europa. I sistemi di protezione sociale hanno assorbito parzialmente l'impatto, però la disoccupazione è aumentata, una quota importante della popolazione è a rischio di povertà, le finanze pubbliche sono state messe a dura prova e si sono riscontrate notevoli divergenze tra le performance dei diversi paesi. La disoccupazione, in particolare, colpisce da molti anni gravemente gli individui e le società: quasi 22 milioni di persone sono ancora senza lavoro o in cerca di occupazione (quasi 17 milioni nella zona euro), di cui 10 milioni sono in tale situazione da oltre un anno.
La crisi ha inoltre parzialmente occultato alcune tendenze fondamentali di lungo periodo e ne ha accentuate altre. Ne sono esempi i cambiamenti delle strutture sociali, della famiglia e dell'organizzazione del lavoro, l'allungamento e la maggiore diversificazione della vita lavorativa, la maggiore eterogeneità dei lavoratori e la diffusione di nuove forme di lavoro, il paradosso dell'aumento dei livelli di istruzione unito alla diffusione dello squilibrio tra domanda e offerta di competenze, l'aumento delle disuguaglianze; le nuove necessità ed opportunità dovute all'aumento della speranza di vita e all'invecchiamento demografico, il cambiamento tecnologico e la digitalizzazione della società e dell'economia.
La portata e la natura delle sfide che assillano il mondo del lavoro, e la società nell'insieme, sono cambiate radicalmente rispetto al ventesimo secolo, e sono molte le tendenze nuove o future cui l'Europa dovrà adattarsi. Gli obiettivi della politica sociale e la sua capacità di ottenere risultati sono messi a dura prova; per l'Europa disporre di mercati del lavoro e sistemi di protezione sociale funzionanti ed equi è essenziale per incrementare la produttività, competere sul mercato globale, rafforzare la coesione sociale e continuare a migliorare il livello di vita dei suoi cittadini.
Tali riflessioni stanno acquistando un rilievo sempre maggiore a livello internazionale e all'interno di ogni Stato membro. A dispetto delle incertezze riguardo al futuro, vi sono indizi sempre più chiari e un consenso globale a favore della necessità di rafforzare il rapporto tra lo sviluppo economico, sociale e ambientale, sul fatto che le disuguaglianze ostacolano lo sviluppo economico e sull'esigenza di costruire un modello di crescita più inclusivo, come illustrato dagli obiettivi di sviluppo sostenibile adottati dalle Nazioni Unite nel settembre 2015, nonché, a varie riprese, ribaditi nelle conclusioni del G20. Tale agenda globale attinge in grande misura alla mole di ricerche svolte dalle organizzazioni internazionali, quali l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la Banca mondiale, l'Organizzazione internazionale del lavoro e il Fondo monetario internazionale.
Tali pubblicazioni sottolineano che l'investimento in capitale umano costituisce un importante meccanismo di trasmissione tra la crescita a lungo termine, l'uguaglianza e il progresso sociale. Confermano inoltre che la disparità di reddito può avere un impatto negativo a lungo termine sulla crescita potenziale, in quanto consolida e moltiplica le già esistenti disparità di opportunità, limita l'acquisizione di competenze e ostacola la mobilità sociale e occupazionale. Nelle economie avanzate, la cui prosperità si fonda sull'aumento della produttività e sulla capacità di innovare, le performance sociali e quelle economiche sono due facce della stessa medaglia.
La politica sociale moderna dovrebbe basarsi sull'investimento in capitale umano fondato sulle pari di opportunità, sulla prevenzione dei rischi sociali e la protezione da essi, sull'esistenza di reti di sicurezza efficaci e di incentivi per l'accesso al mercato del lavoro, mettendo in grado la popolazione di vivere dignitosamente, di passare ad un diverso status personale e professionale nel corso della vita e di sfruttare al massimo le proprie capacità.
2.3. Il percorso verso un'Unione economia e monetaria più profonda e più equa
La zona euro ha tratto insegnamenti dalla crisi recente e ha avviato un processo di ulteriore integrazione e consolidamento che non può prescindere dalla dimensione sociale. La relazione dei cinque presidenti sul completamento dell'UEM in Europa ha evidenziato che "l'ambizione dell'Europa dovrebbe essere quella di ottenere una 'tripla A sociale'" e che "per il successo dell'UEM occorre che i mercati del lavoro e i sistemi di protezione sociale funzionino correttamente e in modo equo in tutti gli Stati membri della zona euro". Pur ricordando che "non c'è un modello da seguire 'uguale per tutti'", la relazione sottolinea che le sfide sono spesso simili in tutti gli Stati membri ed esorta a dedicare maggior attenzione alle performance occupazionali e sociali nel contesto di un processo più ampio di convergenza verso strutture economiche più resilienti nella zona euro.
Non si tratta solo di un imperativo politico o sociale ma anche di una necessità economica: l'esperienza degli ultimi quindici anni ha mostrato che gli squilibri persistenti in uno o diversi Stati membri possono mettere a rischio la stabilità della zona euro nel suo insieme e che l'incapacità di correggerli potrebbe sfociare in una divergenza ancora più ampia e dispendiosa. Dopo la crisi degli anni 2007-2008, che ha colpito in particolare alcuni paesi, la zona euro è divenuta più eterogenea e per ridurre tale eterogeneità è necessario tempo. In prospettiva è chiaro che il successo futuro della zona euro dipende in notevole misura dall'efficacia dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale nazionali, come anche dalla capacità dell'economia di assorbire gli shock e di adattarsi ad essi.
Mercati del lavoro funzionanti ed inclusivi devono abbinare efficacemente elementi di flessibilità e di sicurezza, tali da assicurare livelli superiori di occupazione e di capacità di adattamento. Il concetto correlato di "flessicurezza" non è nuovo, ma all'indomani della crisi e alla luce dei cambiamenti nel mondo del lavoro è giunto il tempo di ridefinire le modalità migliori per applicarlo nella pratica. È interesse delle imprese operare in un ambiente economico prevedibile e contrassegnato dalla certezza del diritto, riuscire ad attirare lavoratori qualificati e produttivi, ma anche adattarsi al rapido cambiamento delle realtà del mercato. È interesse dei lavoratori avere un lavoro e la sicurezza del reddito, poter riconciliare la vita professionale e la vita privata, ma anche accettare le nuove sfide e adattarsi nel corso delle loro carriere, nonché continuare ad acquisire competenze durante tutta la vita. Coloro che sono disoccupati ed inattivi sono spesso alla ricerca di un accesso al mondo del lavoro che non li rinchiuda in lavori di bassa qualità e poco pagati, né li privi di diritti sociali essenziali. È interesse dell'economia e della società, in particolare nella zona euro, migliorare lo sviluppo e l'uso delle competenze, che vi siano maggiore agilità e resilienza, coesione sociale ed una distribuzione equa ed efficace dei diritti, dei doveri e dei redditi, anche tra diverse generazioni.
Allo stesso tempo la disoccupazione elevata e l'invecchiamento demografico, associati alla pressione sulle finanze pubbliche e alla necessità di ridurre al minimo gli effetti di ricaduta tra paesi degli squilibri macroeconomici, hanno posto in primo piano la questione della performance dei sistemi nazionali di protezione sociale sotto diversi aspetti: in primo luogo per quanto riguarda la loro adeguatezza e sostenibilità di bilancio alla luce dell'evoluzione dei bisogni sociali, compresa la necessità di affrontare il problema della povertà; in secondo luogo per quanto riguarda il loro impatto sulla creazione di posti di lavoro, sia dal punto di vista dei datori di lavoro sia da quello di chi è in cerca di occupazione, compresa la capacità di tali sistemi di rendere finanziariamente conveniente essere occupati e di migliorare le competenze dei lavoratori e la loro capacità di partecipare pienamente alla vita sociale; in terzo luogo, e tale aspetto è di particolare importanza per la zona euro, per quanto riguarda la loro capacità di assorbire gli shock macroeconomici e di svolgere una funzione di stabilizzazione automatica. Per il buono stato delle finanze pubbliche sono di cruciale importanza un tasso di occupazione elevato, un tasso di disoccupazione basso e sistemi di protezione sociale ben concepiti, mentre le divergenze eccessive dei mercati del lavoro e delle performance sociali costituiscono un pericolo per il funzionamento della zona euro. Tra le misure adottate per migliorare la sorveglianza di bilancio a livello dell'UE, la riflessione sulla qualità delle finanze pubbliche, sulle quali incidono fortemente i sistemi di protezione sociale, ha condotto ad una maggiore attenzione per le questioni di equità ed efficienza delle entrate e delle spese pubbliche.
2.4. Attingere ad una ricca esperienza
Il pilastro europeo dei diritti sociali può attingere ad una ricca base di esperienze e pratiche: in diversi campi i migliori risultati al mondo si riscontrano in Europa e le soluzioni sono ben note. Data però la grandezza delle sfide attuali non ci si può adagiare nell'autocompiacimento e accontentarsi dello status quo. Le veloci trasformazioni nel mondo intero hanno anche molti insegnamenti da offrire.
Pur riconoscendo che le situazioni sono estremamente diverse negli Stati membri, il pilastro può comunque attingere ai valori comuni e ai principi condivisi a livello nazionale, europeo e internazionale. Tali valori e principi sono in primo piano nei documenti di riferimento, quali il trattato sull'Unione europea (TUE), il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), la Carta dei diritti fondamentali e la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, come anche in dichiarazioni internazionali quali la Carta sociale adottata dal Consiglio d'Europa e le raccomandazioni formulate dall'Organizzazione internazionale del lavoro.
Tali quadri di riferimento contemplano spesso un'ampia gamma di settori per i quali essi definiscono i principi generali o le norme minime da integrare a livello nazionale, regionale o locale. La questione principale in Europa non riguarda quindi necessariamente il riconoscimento dei diritti, ma piuttosto la loro effettiva adozione ed esercizio alla luce dei rapidi mutamenti in atto nel contesto sociale, giuridico ed economico.
Nel corso degli anni la Commissione ha preso iniziative per intensificare gli sforzi su priorità urgenti e per aggiornare l'acquis dell'UE, nella logica di una migliore regolamentazione: ciò non significa regolamentare meno, bensì adottare un approccio che tenga pienamente conto delle ripercussioni economiche, sociali ed ambientali a valle in modo da garantire che ogni iniziativa consegua il proprio obiettivo nel modo migliore. Nel corso dell'attuale mandato la Commissione ha dispiegato i Fondi strutturali e di investimento europei per il periodo 2014-2020, circa il 20% dei quali è mobilitato attraverso il Fondo sociale europeo. Essa si è inoltre attivata su diversi fronti tra i quali ricordiamo:
maggiore attenzione alle considerazioni di ordine sociale nell'ambito del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche, l'uso di indicatori sociali nella cosiddetta procedura per gli squilibri macroeconomici, la promozione di parametri di riferimento sociali e la valutazione dell'impatto sociale del nuovo programma di sostegno alla stabilità della Grecia,
integrare gli obiettivi sociali nelle iniziative faro quali il Piano di investimenti per l'Europa, l'Unione dell'energia e il Mercato unico digitale,
presentare un impegno strategico a favore della parità di genere per il periodo 2016-2019,
anticipazione del sostegno finanziario agli Stati membri a favore della Garanzia per i giovani, grazie alla quale tutti i giovani di età inferiore a 25 anni dovrebbero ricevere un'offerta di lavoro qualitativamente valida e concreta entro quattro mesi dall'uscita dall'istruzione formale o dall'inizio della disoccupazione,
redazione di orientamenti agli Stati membri sulla reintegrazione nel mercato del lavoro dei disoccupati di lungo periodo,
proposta di un atto europeo sull'accessibilità al fine di facilitare l'accesso ai beni e servizi essenziali alle persone con disabilità nel mercato unico,
proposta di una revisione della direttiva sul distacco dei lavoratori al fine di promuovere il principio della parità di retribuzione a parità di lavoro svolto in un medesimo luogo.
Si continua a lavorare nel 2016 a diversi altri aspetti, in parallelo alla consultazione sul pilastro: un nuovo inizio nella promozione dell'equilibrio tra vita professionale e vita familiare per i genitori che lavorano, un'agenda europea delle competenze, e una valutazione approfondita delle 24 direttive in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, che dovrebbe permettere di giudicarne la rilevanza, l'efficacia e la coerenza, al fine di preservare un livello elevato di protezione della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro alla luce dei nuovi rischi, semplificando e modernizzando al contempo la legislazione vigente, anche per facilitarne l'applicazione da parte delle PMI. Tali esempi illustrano il ruolo di sostegno, orientamento e inquadramento generale che l'UE può svolgere in campo sociale, nonché le ulteriori azioni che possono scaturire dalla costruzione del nuovo pilastro.
Per la Commissione in carica è inoltre fondamentale incoraggiare il dialogo sociale a tutti i livelli. In seguito ad una conferenza di alto livello su un nuovo inizio del dialogo sociale nell'UE a marzo del 2015, le parti sociali dell'UE a livello intersettoriale hanno concordato un'analisi comune approfondita della situazione occupazionale ed un programma comune di lavoro per il periodo 2015-2017. Sono iniziati i negoziati per un accordo quadro autonomo relativo all'invecchiamento attivo, si stanno redigendo le conclusioni comuni sull'equilibrio tra vita professionale e vita familiare, e un gruppo di lavoro sta esaminando l'attuazione degli accordi quadro precedenti da parte dei membri. Le parti sociali dell'UE, attive in 43 settori diversi e che rappresentano il 75% della forza lavoro, hanno inoltre continuato a lavorare ai rispettivi programmi comuni.
3. Il pilastro europeo dei diritti sociali: ruolo, campo di applicazione e natura
L'obiettivo del pilastro è esprimere alcuni principi essenziali per conseguire mercati del lavoro e sistemi di protezione sociale funzionanti ed equi. Come indicato dal presidente Juncker, il pilastro verrà sviluppato nella zona euro, pur permettendo agli altri Stati membri dell'UE di aderirvi se lo desiderano.
Il pilastro andrà così a sviluppare e integrare l'acquis sociale esistente dell'UE, e i principi che esso conterrà saranno incentrati in particolare sulle risposte ai bisogni e alle sfide cui deve far fronte la zona euro. Una volta creato, il pilastro dovrebbe diventare un quadro di riferimento per vagliare le performance occupazionali e sociali degli Stati membri partecipanti, per stimolare le riforme a livello nazionale e più specificamente per fungere da bussola per una rinnovata convergenza nella zona euro.
3.1. Principi adatti alle realtà dell'oggi e del domani
Nell'allegato alla presente comunicazione si presenta a fini di discussione una prima stesura di massima del pilastro. I principi sono stati selezionati in base alla loro rilevanza, sia economica sia sociale, per la performance degli Stati membri partecipanti.
Il progetto è articolato in tre rubriche principali.
Pari opportunità e pari accesso al mercato del lavoro, compresi lo sviluppo di competenze e l'apprendimento permanente e il sostegno attivo all'occupazione, per aumentare le opportunità occupazionali, facilitare le transizioni tra status diversi e migliorare l'occupabilità dei singoli.
Condizioni di lavoro eque per creare un equilibrio adeguato ed affidabile dei diritti e dei doveri tra i lavoratori e i datori di lavoro, come anche tra gli elementi di flessibilità e quelli di sicurezza, facilitare la creazione di nuovi posti di lavoro, le assunzioni e l'adattabilità delle imprese, nonché promuovere il dialogo sociale.
Protezione sociale adeguata e sostenibile, come anche accesso a servizi essenziali di alta qualità, comprese l'assistenza all'infanzia, l'assistenza sanitaria e l'assistenza a lungo termine, assicurare una vita dignitosa e protezione dai rischi e mettere in grado i singoli di partecipare pienamente alla vita professionale e sociale.
Sono stati individuati diversi settori per ciascuno dei quali si enunciano diversi principi. Questi prendono origine da determinati diritti già iscritti nelle fonti del diritto, dell'UE o di altra natura, ed enunciano con maggiori particolari i possibili modi di renderli operativi. Tali formulazioni traggono inoltre ispirazione dagli orientamenti esistenti a livello dell'UE, ad esempio nel contesto del coordinamento delle politiche economiche, sforzandosi però di cogliere le tendenze più attuali.
La situazione relativa a ciascuno di questi principi varia fortemente in Europa e vi sono molte difficoltà pratiche, piccole e grandi, da risolvere. Si tratta ad esempio delle divergenze tra gli interessi dei singoli, delle imprese e della società, dei possibili compromessi tra soluzioni a breve e a lungo termine, dell'esistenza di "zone grigie" che sono anche la conseguenza della crescente indeterminatezza della nozione di lavoro, del problema di "chi paga cosa", in funzione del fatto che si faccia ricorso a risorse private o pubbliche. Vi è inoltre la difficoltà di elaborare norme e pratiche nuove mantenendo la coerenza con le esigenze di un'economia dinamica, per sostenere il processo di convergenza verso l'alto in tutte le regioni e negli Stati membri.
La logica del pilastro, e delle discussioni che lo hanno ispirato, non è nascondere tali differenze e tensioni bensì esplicitarle e affrontarle in una luce nuova, che tiene conto delle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro e della diversità delle situazioni in Europa. Il pilastro dovrebbe in tal modo contribuire ad aggiornare, ampliare e approfondire i diritti sociali, sul lavoro e nella società, facilitandone l'effettiva applicazione e promuovendo pratiche di segno positivo dal punto di vista dei singoli, delle imprese e della società.
3.2. Valore aggiunto per la zona euro e per l'UE nel suo complesso
Il pilastro non è una ripetizione né una parafrasi dell'acquis dell'UE. Esso esplicita con maggiori particolari i principi e gli impegni che possono condurre ad una maggiore convergenza nella zona euro. Così come il pilastro non sostituisce l'acquis, i principi proposti non sostituiscono i diritti esistenti: essi offrono una modalità per valutare l'efficacia delle politiche nazionali occupazionali e sociali, e, in futuro, ravvicinarle e migliorarle.
Il processo che conduce al pilastro dovrebbe però anche costituire un'occasione di rivisitare l'acquis. L'acquis esistente si è formato passo dopo passo in diverse fasi temporali e ha riguardato alcuni settori più di altri. La consultazione sul pilastro offre l'occasione di sviluppare una visione d'insieme dell'acquis, di riesaminarne la rilevanza alla luce delle nuove tendenze e di individuare i possibili settori di azione futura al livello opportuno.
Tale valutazione dovrebbe servire in particolare a rispondere alle domande seguenti: esiste un deficit di attuazione dell'acquis? Esistono lacune essenziali nei diritti sociali enunciati a livello dell'UE? Da cosa dipendono tali deficit e/o lacune? Questo è uno dei motivi per cui il processo consultivo verso la creazione del pilastro sarà aperto a tutti gli Stati membri e dovrebbe anche aiutare quelli che non appartengono alla zona euro a decidere se aderire al pilastro.
Il lavoro per la creazione del pilastro integrerà altre azioni in corso volte ad approfondire l'UEM e dovrebbe costituire un contributo per l'elaborazione del Libro bianco sul futuro dell'UEM previsto per la primavera del 2017. La relazione dei cinque presidenti "Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa", in particolare, ha posto in evidenza la necessità di perseguire il processo di convergenza verso strutture economiche più resilienti e di rendere tali processi più vincolanti a medio termine. Ciò verrebbe conseguito fissando un insieme di norme comuni di alto livello che dovrebbe riguardare, tra l'altro, i mercati del lavoro.
In ultima analisi la stessa natura giuridica del pilastro non potrà non tenere conto del campo di applicazione e dei limiti giuridici a livello dell'UE e della zona euro. Ad esempio, è chiaro che l'articolo 153 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea non prevede che l'Unione abbia competenza per legiferare in materia di retribuzione.
Se da un lato per stabilire il pilastro è possibile considerare vari strumenti, per esempio una raccomandazione, la Commissione ritiene dall'altro indispensabile coinvolgere il Parlamento europeo e il Consiglio, ccome pure le altre istituzioni dell'UE, e raccogliere un ampio sostegno per la sua attuazione.
4. Obiettivi della consultazione
La creazione del pilastro è un'occasione per indirizzare la riflessione sui diritti sociali esistenti, sulle esigenze peculiari della zona euro, sulle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro, nonché sulle riforme necessarie a tutti i livelli. Il processo consultivo dovrebbe pertanto essere il più ampio possibile.
4.1. Risultati possibili
Il processo consultivo persegue tre obiettivi principali.
Il primo è procedere ad una valutazione dell'attuale acquis dell'UE. La consultazione dovrebbe in particolare contribuire a determinare in quale misura i diritti esistenti sono esercitati e conservano rilevanza in relazione alle sfide dell'oggi e del domani, e/o se si debbano esaminare nuove modalità per garantirne il rispetto.
Il secondo obiettivo è riflettere sulle nuove tendenze nei modelli del lavoro e della società a causa dell'impatto delle tendenze demografiche, delle nuove tecnologie e di altri fattori importanti per la vita professionale e le condizioni sociali. Si dovrebbe incoraggiare attivamente l'individuazione delle migliori pratiche e degli insegnamenti ricavabili dall'innovazione sociale.
Il terzo obiettivo è la raccolta di opinioni e osservazioni sul progetto del pilastro europeo dei diritti sociali. La consultazione dovrebbe servire a discuterne il campo di applicazione e il contenuto, come anche il ruolo in quanto parte della dimensione sociale dell'UEM, a riflettere sulle esigenze particolari della zona euro, a dibattere la specificità dei principi proposti nella presente comunicazione e a studiare le sfide ad essi associate. La consultazione dovrebbe inoltre aiutare gli Stati membri che non appartengono alla zona euro a decidere se partecipare al pilastro.
Il processo consultivo dovrebbe concludersi entro il 31 dicembre 2016 e fornire le basi affinché la Commissione formuli una proposta definitiva relativa al pilastro all'inizio del 2017.
4.2. Mobilitarsi per il dibattito
Nei mesi a venire la Commissione si impegnerà attivamente in discussioni con le altre istituzioni dell'UE, le autorità e i parlamenti nazionali, i sindacati e le associazioni imprenditoriali, le ONG, i prestatori di servizi sociali, esperti del mondo accademico e con il pubblico. A livello nazionale la Commissione faciliterà il dibattito tramite le proprie rappresentanze negli Stati membri.
Le parti sociali dell'UE saranno invitate a svolgere un ruolo attivo nella formulazione del pilastro. La Commissione chiederà altresì il parere del Comitato economico e sociale europeo e del Comitato delle regioni.
4.3. Osservazioni strutturate
In aggiunta alla consultazione pubblica si organizzeranno tre flussi di lavoro che confluiranno nella discussione, uno per ciascuno dei risultati possibili di cui sopra.
L'acquis sociale dell'UE: un bilancio.
Il futuro del lavoro e dei sistemi di protezione sociale: sfide e opportunità.
Il ruolo del pilastro europeo dei diritti sociali in quanto parte di un'UEM più profonda e più equa.
La Commissione terrà una conferenza europea entro la fine del 2016 per raccogliere osservazioni.
4.4. Per un dibattito informato
Una pagina web dedicata alla consultazione è stata creata all'indirizzo
http://ec.europa.eu/priorities/deeper-and-fairer-economic-and-monetary-union/european-pillar-social-rights
Essa ospiterà:
la presente comunicazione e i relativi documenti di lavoro della Commissione,
una serie di schede informative redatte dai servizi della Commissione, che indicano più in dettaglio le considerazioni di ordine economico e giuridico in base alle quali sono stati selezionati i settori indicati nel progetto del pilastro allegato alla presente comunicazione,
le attività previste nell'ambito di ognuno dei flussi di lavoro di cui sopra,
un elenco degli incontri e degli eventi previsti a livello dell'UE e nazionale nei mesi a venire.
5. Domande per la consultazione
La Commissione invita tutti gli interessati a rispondere alle domande poste nella presente comunicazione, nonché a presentare eventuali altre osservazioni, entro la data del 31 dicembre 2016.
A tale scopo si può compilare un questionario on line disponibile nella pagina web dedicata di cui sopra, o si possono inviare contributi per posta elettronica al seguente indirizzo:
EMPL-EUROPEAN-PILLAR-OF-SOCIAL-RIGHTS@ec.europa.eu
oppure per posta all'indirizzo:
COMMISSIONE EUROPEA
Direzione generale per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione
Rue Joseph II, 27 – 00/120
B-1049 BRUXELLES
Le domande per le quali la Commissione europea sollecita opinioni e reazioni sono le seguenti:
Sulla situazione sociale e sull'acquis sociale dell'UE
1.Quali sono secondo Lei le priorità più urgenti in campo sociale e nell'ambito dell'occupazione?
2.Come possiamo tenere presenti le diverse situazioni occupazionali e sociali in Europa?
3.Ritiene aggiornato l'acquis dell'UE e vi è spazio per ulteriori interventi dell'UE?
Sul futuro del lavoro e dei sistemi di protezione sociale:
4.Quali tendenze secondo Lei produrranno importanti trasformazioni?
5.Quali potrebbero essere i maggiori rischi e le principali opportunità correlati a tali tendenze?
6.Vi sono pratiche a livello politico, istituzionale o di impresa (esistenti o emergenti) che raccomanderebbe come riferimenti?
Sul pilastro europeo dei diritti sociali
7.Condivide l'approccio qui delineato per la creazione di un pilastro europeo dei diritti sociali?
8.È d'accordo con il campo d'applicazione del pilastro, i settori e i principi qui proposti? Vi sono aspetti non ancora espressi o non trattati adeguatamente?
9.Quali settori e principi sono più importanti nell'ambito di una rinnovata convergenza per la zona euro?
10.Come dovrebbero essere espressi e resi operativi? In particolare, ravvisa opportunità e valore aggiunto nell'adozione di norme minime o parametri di riferimento in determinati settori, e se sì in quali?
Si possono anche esprimere commenti su ogni settore e principio del pilastro proposto compilando un questionario online più specifico sulla pagina web dedicata alla consultazione.
COMMISSIONE EUROPEA
Strasburgo, 8.3.2016
COM(2016) 127 final
ALLEGATO
Prima stesura del pilastro dei diritti sociali
della
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Avvio di una consultazione su un pilastro europeo dei diritti sociali
{SWD(2016) 50 final}
{SWD(2016) 51 final}
Indice
CAPITOLO I: PARI OPPORTUNITÀ E ACCESSO AL MERCATO DEL LAVORO
1.Competenze, istruzione e apprendimento permanente
2.Contratti di lavoro flessibili e sicuri
3.Cambiamenti di professione in sicurezza
4.Sostegno attivo all'occupazione
5.Parità di genere ed equilibrio tra vita professionale e vita familiare
6.Pari opportunità
CAPITOLO II: CONDIZIONI DI LAVORO EQUE
7.Condizioni di impiego
8.Retribuzioni
9.Salute e sicurezza sul luogo di lavoro
10.Dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori
CAPITOLO III: PROTEZIONE SOCIALE ADEGUATA E SOSTENIBILE
11.Prestazioni e servizi sociali integrati
12.Assistenza sanitaria e prestazioni di malattia
13.Pensioni
14.Prestazioni di disoccupazione
15.Reddito minimo
16.Prestazioni di invalidità
17.Assistenza di lunga durata
18.Assistenza all'infanzia
19.Alloggi
20.Accesso ai servizi essenziali
Nota esplicativa
Il presente allegato contiene una prima stesura del pilastro europeo dei diritti sociali, destinata alla consultazione del grande pubblico. Il pilastro è concepito perla zona euro, ma contempla la possibilità dell'adesione volontaria degli altri Stati membri.
Il pilastro si ispira agli obiettivi e ai diritti sociali iscritti nel diritto primario dell'UE: il trattato sull'Unione europea (TUE), il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), la Carta dei diritti fondamentali e la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea. Per garantire alla consultazione una base sufficientemente ampia, il pilastro contempla sia settori nei quali l'UE ha competenza a legiferare, sia altri nei quali la responsabilità compete in primo luogo agli Stati membri e nei quali il ruolo dell'UE è principalmente di sostegno e integrazione. Si ispira anche a pratiche a livello nazionale e a fonti internazionali del diritto.
Il progetto del pilastro non ripete l'enunciazione dei diritti esistenti, che restano validi, né li modifica: esso mira a integrarli precisando alcuni principi essenziali che dovrebbero diventare patrimonio comune degli Stati membri aderenti per l'attuazione della loro politica occupazionale e sociale, con un'attenzione particolare per le esigenze e le sfide cui deve far fronte la zona euro. Una volta creato, il pilastro dovrebbe diventare un quadro di riferimento per esaminare le performance occupazionali e sociali degli Stati membri aderenti, per stimolare le riforme a livello nazionale e più specificamente per fungere da bussola per una rinnovata convergenza nella zona euro.
I principi qui esposti sono raggruppati in 20 ambiti di intervento ritenuti essenziali per il buon funzionamento e l'equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale, tenendo conto di considerazioni di ordine economico e sociale e della grande diversità delle situazioni in Europa, come anche delle trasformazioni in atto nella vita reale. Intendono fornire risposte a problematiche fondamentali per un'Unione economica e monetaria approfondita e più equa, quali la necessità di migliorare la competitività, aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, sviluppare sistemi di protezione sociale di base adeguati, esplicare pienamente il potenziale delle persone, assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche e aumentare la capacità di adattamento e la resilienza delle strutture economiche.
I principi qui esposti si applicano ai cittadini dell'UE e ai cittadini di paesi terzi residenti legalmente nell'UE, attivi o inattivi, secondo la formulazione di ogni principio. A titolo provvisorio, ai fini della consultazione, il termine "lavoratore" designa tutti coloro che, per un certo lasso di tempo, prestano servizi a un'altra persona ricevendo in cambio una retribuzione e agendo sotto la direzione di tale persona, in particolare per quanto riguarda la definizione della durata, del luogo e del contenuto di tale lavoro.
"Lavoratore autonomo" designa tutti coloro che esercitano un'attività lucrativa per proprio conto. "Occupati" si riferisce a entrambe le categorie indicate. Potrebbe rivelarsi necessario definire ulteriormente il campo di applicazione di questi termini durante il processo di consultazione.
La scelta e la formulazione dei principi attingono, tra l'altro, agli orientamenti esistenti per il semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche, alla legislazione secondaria dell'UE e a orientamenti non vincolanti, qualora disponibili. Per inquadrare meglio ogni principio questa prima stesura riporta le principali sfide da affrontare, indica il valore aggiunto potenziale di ogni principio e cita, se del caso, i diritti corrispondenti nel diritto primario, figuranti in appositi riquadri. I principi dovrebbero essere oggetto di ampia discussione e di ridefinizione nel contesto del processo di consultazione al fine di finalizzare una proposta di pilastro europeo dei diritti sociali nel 2017.
CAPITOLO I: PARI OPPORTUNITÀ E
ACCESSO AL MERCATO DEL LAVORO
1.Competenze, istruzione e apprendimento permanente
Disporre delle conoscenze di base relative a lingua, alfabetizzazione, calcolo numerico e informatica, che sono gli elementi di partenza dell'apprendimento, è ancora problematico per una quota significativa della popolazione, dall'infanzia all'età adulta. Per migliorare la qualità e la rilevanza dei risultati dell'istruzione, i sistemi di istruzione e formazione devono diventare più efficaci, equi e corrispondere meglio alle esigenze del mercato del lavoro e della società. La parità di accesso a prescindere dalle disponibilità economiche, per acquisire un solido fondamento di conoscenze di base e competenze chiave, deve essere integrata da valide opportunità per gli adulti di acquisire conoscenze di base e competenze chiave nel corso della vita. L'invecchiamento demografico, l'allungamento della vita lavorativa e l'accresciuta immigrazione di cittadini di paesi terzi impongono a tutti maggiore impegno per migliorare le proprie competenze e apprendere durante tutta la vita, in modo da adattarsi con successo alle trasformazioni tecnologiche e ai rapidi cambiamenti nei mercati del lavoro.
a.Ogni persona ha accesso a istruzione e formazione di qualità durante tutta la vita per acquisire un livello adeguato di conoscenze di base e competenze chiave e partecipare attivamente alla società e al mondo del lavoro. I giovani poco qualificati e gli adulti in età lavorativa sono incoraggiati a migliorare le proprie competenze.
L'articolo 14 della Carta dei diritti fondamentali recita: "Ogni persona ha diritto all'istruzione e all'accesso alla formazione professionale e continua. Questo diritto comporta la facoltà di accedere gratuitamente all'istruzione obbligatoria."
Gli articoli 165 e 166 del TFUE stabiliscono che l'Unione attua una politica di formazione professionale e contribuisce allo sviluppo di un'istruzione di qualità incentivando la cooperazione tra Stati membri, sostenendo ed integrando la loro azione.
2.Contratti di lavoro flessibili e sicuri
I contratti flessibili possono facilitare l'ingresso nel mercato del lavoro e promuovere cambiamenti di carriera permettendo al contempo ai datori di lavoro di reagire alle variazioni della domanda. Le economie digitali trasformano i modelli lavorativi e producono nuove forme di lavoro, specialmente autonomo. Possono così esistere percorsi diversi per l'ingresso nel mercato del lavoro, che agevolano l'attività della popolazione. Persistono però notevoli differenze tra le condizioni di impiego nelle diverse tipologie di contratti di lavoro.
Esistono inoltre "zone grigie", quali il lavoro autonomo con vincoli di dipendenza o fittizio, che causano situazioni di incertezza del diritto e ostacoli all'accesso alla protezione sociale. Tali fenomeni rischiano di creare precarietà e/o mercati del lavoro a due livelli, segmentati, che ostacolano la produttività e portano all'esclusione. L'occupazione non permanente può aumentare i rischi di precarietà mediante livelli inferiori di tutela dal licenziamento, retribuzioni inferiori, accesso ristretto alla protezione sociale e alla formazione. Il passaggio a tipologie di contratti che offrono garanzie e costi paragonabili può permettere all'occupazione temporanea di diventare una porta di accesso ad un'occupazione stabile e sicura, aumentando al contempo la resilienza dei mercati del lavoro agli shock.
a.Si assicura parità di trattamento, a prescindere dal contratto di lavoro, a meno che la differenza di trattamento sia giustificata da ragioni obiettive. Va prevenuto l'uso improprio o l'abuso dei rapporti di lavoro precari e non permanenti.
b.La flessibilità delle condizioni di impiego può agevolare l'ingresso nel mercato del lavoro e salvaguardare la capacità dei datori di lavoro di reagire rapidamente alle variazioni della domanda; si assicura però la transizione a contratti di lavoro a tempo indeterminato.
L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione adotta le prescrizioni minime e sostiene e completa l'azione degli Stati membri nel settore delle condizioni di lavoro.
3.Cambiamenti professionali in sicurezza
La vita lavorativa diventa sempre più variegata, anche con molteplici posti di lavoro e forme di lavoro, interruzioni di carriera, maggiore mobilità e cambiamenti professionali nel corso della vita. Per avvalersi nel modo migliore del cambiamento tecnologico e delle rapide trasformazioni dei mercati del lavoro è necessario un sostegno migliore e rapido ai cambiamenti di lavoro e professione, oltre al sostegno per un continuo miglioramento delle competenze durante la vita lavorativa.
Tale miglioramento delle competenze impone investimenti da parte dei singoli lavoratori, delle imprese e della società. Alcuni diritti a forme di protezione sociale, quali le pensioni aziendali o professionali, le prestazioni di disoccupazione, l'assicurazione sanitaria o l'ammissione alla formazione, non sempre possono essere trasferiti facilmente quando si cambia lavoro, né possono essere valorizzati o capitalizzati all'avvio di un'attività autonoma. Nel caso opposto, determinati diritti a prestazioni di coloro che cercano lavoro o sono inattivi non devono trasformarsi in disincentivi alla ripresa del lavoro o all'avvio di attività.
a.Ogni persona in età lavorativa ha accesso a un'assistenza individuale per la ricerca di lavoro ed è incoraggiata a ricevere formazione e migliorare le proprie competenze al fine di migliorare le prospettive di occupabilità o imprenditoriali e velocizzare il passaggio ad altro lavoro e professione.
b.Si assicurano il mantenimento e la portabilità dei diritti a prestazioni sociali e a formazione accumulati nel corso della carriera, in modo da agevolare il passaggio ad altro lavoro e altra professione.
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo la promozione dell'occupazione. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione sostiene e completa l'azione degli Stati membri per la sicurezza sociale e la protezione sociale dei lavoratori, la lotta contro l'esclusione sociale e la modernizzazione dei regimi di protezione sociale.
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4.Sostegno attivo all'occupazione
La disoccupazione persistente, ricorrente e di lungo periodo, in particolare per i giovani e le persone poco qualificate, impone di fornire un sostegno adeguato e mirato all'inserimento o reinserimento lavorativo, oltre a misure per sviluppare le competenze, le qualifiche o l'esperienza lavorativa e accedere a nuovi impieghi. L'accesso rapido ed efficace a tali misure può prevenire l'esclusione dal mercato del lavoro e l'esclusione sociale.
a.Tutti i giovani di età inferiore a 25 anni ricevono un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale.
b.Si assicura che i disoccupati di lungo periodo iscritti ricevano una valutazione individuale approfondita, orientamento e un accordo di reinserimento lavorativo con un'offerta individuale di servizi nonché l'indicazione di un punto di contatto unico al più tardi dopo 18 mesi di disoccupazione.
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo la promozione dell'occupazione. L'articolo 153 stabilisce inoltre che l'Unione adotta prescrizioni minime e sostiene e completa l'azione degli Stati membri per promuovere l'integrazione delle persone escluse dal mercato del lavoro.
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5.Parità di genere ed equilibrio tra vita professionale e vita familiare
Le donne sono ancora sottorappresentate nell'occupazione ma sovrarappresentate negli impieghi a tempo parziale e nei settori meno retribuiti; le loro retribuzioni orarie sono inferiori, anche se in termini di livello di istruzione esse hanno sorpassato gli uomini. Sostenere la loro partecipazione al mercato del lavoro è di fondamentale importanza per garantire pari opportunità e assume il valore di un imperativo economico nel contesto di una forza lavoro che invecchia.
La scarsità di modalità adeguate di congedi lavorativi e di assistenza a figli e altri membri della famiglia da assistere può dissuadere coloro che hanno responsabilità di assistenza, le donne in primo luogo, dal restare o ritornare al lavoro. Gli ostacoli alla partecipazione femminile al mercato del lavoro comprendono la scarsità di politiche adeguate per equilibrare vita professionale e vita familiare, disincentivi fiscali per i secondi percettori di reddito o una tassazione eccessiva dei redditi da lavoro, nonché stereotipi che riguardano i campi di studio e di impiego.
Persistono livelli differenti di accesso ai congedi familiari pagati o a sistemi di assicurazione per i lavoratori autonomi o per coloro che non hanno contratti di lavoro a tempo pieno e indeterminati. La scarsità di possibilità e incentivi affinché gli uomini si avvalgano dei congedi consolida il ruolo delle donne come maggiori responsabili dell'assistenza, con effetti negativi sull'occupazione femminile.
Vi è peraltro maggiore possibilità di flessibilità nell'organizzazione del lavoro, in parte grazie all'ambiente digitale e alla combinazione di occupazioni diverse nell'economia della condivisione e collaborativa Modalità flessibili di lavoro possono anche contribuire a facilitare l'equilibrio tra vita professionale e vita familiare, permettendo sia agli occupati sia alle imprese di adattare i ritmi e i modelli di lavoro alle loro esigenze.
a.Si promuove la parità di genere nel mercato del lavoro e nell'istruzione, garantendo parità di trattamento in tutti i settori, compresa la retribuzione, contrastando gli ostacoli alla partecipazione femminile e prevenendo la segregazione occupazionale.
b.Tutti i genitori e tutte le persone con responsabilità di assistenza hanno accesso a modalità adeguate di congedo per occuparsi di figli o altri familiari da assistere, e accesso a servizi di assistenza. Si incoraggia l'uso paritario dei congedi tra i sessi , anche con la concessione di congedi parentali retribuiti sia agli uomini sia alle donne.
c.Di comune accordo tra datori di lavoro e lavoratori, sono offerte e incoraggiate modalità di lavoro flessibili, anche in relazione all'orario di lavoro, tenendo conto delle esigenze sia dei lavoratori sia dei datori di lavoro.
L'articolo 33 della Carta dei diritti fondamentali recita: "Al fine di poter conciliare vita familiare e vita professionale, ogni persona ha il diritto di essere tutelata contro il licenziamento per un motivo legato alla maternità e il diritto a un congedo di maternità retribuito e a un congedo parentale dopo la nascita o l'adozione di un figlio."
L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione adotta le prescrizioni minime e sostiene e completa l'azione degli Stati membri nei settori dell'ambiente di lavoro, delle condizioni di lavoro e della parità tra uomini e donne per quanto riguarda le opportunità sul mercato del lavoro ed il trattamento sul lavoro.
L'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali recita inoltre: "La parità tra donne e uomini deve essere assicurata in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione. Il principio della parità non osta al mantenimento o all'adozione di misure che prevedano vantaggi specifici a favore del sesso sottorappresentato."
L'articolo 3 del TUE stabilisce che l'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni. L'articolo 8 del TFUE stabilisce inoltre che l'Unione mira ad eliminare le ineguaglianze, nonché a promuovere la parità tra donne e uomini. L'articolo 19 del TFUE stabilisce che l'Unione può prendere i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione adotta le prescrizioni minime e sostiene e completa l'azione degli Stati membri in merito all'integrazione delle persone escluse dal mercato del lavoro e promuove la parità tra donne e uomini per quanto riguarda le opportunità sul mercato del lavoro ed il trattamento sul lavoro.
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6.Pari opportunità
Le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali sono illegittime in tutta l'Unione. Determinati gruppi però incontrano difficoltà nell'accesso al mondo del lavoro. In particolare, i cittadini di paesi terzi e le minoranze etniche sono sottorappresentati nell'occupazione e a maggior rischio di povertà ed esclusione sociale. È importante rimuovere gli ostacoli alla loro partecipazione, tra cui le barriere linguistiche o il mancato riconoscimento di competenze e qualifiche. Per quanto riguarda la discriminazione fondata sulla cittadinanza o l'origine etnica, l'esperienza concreta indica una mancanza di consapevolezza, sia tra i datori di lavoro in merito alle pratiche di assunzione non discriminatorie, sia tra le vittime della discriminazione in merito ai loro diritti.
Sostenere la loro partecipazione al mercato del lavoro è di fondamentale importanza per garantire la parità di opportunità e assume il valore di un imperativo economico nel contesto di una forza lavoro che invecchia.
a. La partecipazione al mercato del lavoro dei gruppi sottorappresentati è rafforzata assicurando parità di trattamento in tutti i settori, anche mediante la sensibilizzazione e la lotta contro le discriminazioni.
L'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali recita: "È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale."
L'articolo 3 del TUE stabilisce che l'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni. L'articolo 8 del TFUE stabilisce inoltre che l'Unione mira ad eliminare le ineguaglianze, nonché a promuovere la parità tra uomini e donne. L'articolo 19 del TFUE stabilisce che l'Unione può prendere i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione adotta le prescrizioni minime e sostiene e completa l'azione degli Stati membri in merito all'integrazione delle persone escluse dal mercato del lavoro e promuove la parità tra donne e uomini per quanto riguarda le opportunità sul mercato del lavoro ed il trattamento sul lavoro.
CAPITOLO II: CONDIZIONI DI LAVORO EQUE
7.Condizioni di impiego
Le nuove forme di occupazione flessibile impongono maggiore attenzione nello specificare la natura, il volume o la durata del lavoro, nell'individuare i datori di lavoro e il livello corrispondente di protezione sociale, nonché per evitare abusi durante i periodi di prova. Le forme di lavoro decentralizzate e autorganizzate possono aumentare l'autonomia dei lavoratori e stimolare lo sviluppo dell'impresa, conducendo però ad una minore consapevolezza dei diritti e a dubbi sugli obblighi di informazione dei datori di lavoro. Le disposizioni giuridiche vigenti dell'UE sull'informazione ai lavoratori in merito alle condizioni di impiego non si applicano fin dall'inizio del rapporto di lavoro e la loro applicazione diventa più difficile in presenza di modelli organizzativi aziendali sempre più transnazionali, mobili, digitali e delocalizzati. La regolamentazione sulla risoluzione dei contratti a tempo indeterminato, complessa, costosa e aperta a interpretazioni, stimola la riluttanza delle imprese ad assumere e comporta anche un'attuazione non omogenea delle norme in essere.
a.Ogni lavoratore è informato in forma scritta prima dell'inizio dell'impiego in merito ai diritti e agli obblighi derivanti dal rapporto di lavoro.
b.Il periodo di prova, se previsto, ha una durata ragionevole; prima del suo inizio i lavoratori sono informati in merito alle relative condizioni.
c.Il licenziamento di un lavoratore è motivato, preceduto da un periodo ragionevole di preavviso e comporta un'adeguato risarcimento, unitamente all'accesso a forme rapide ed efficaci di ricorso ad un sistema imparziale di risoluzione delle controversie.
L'articolo 30 della Carta dei diritti fondamentali recita: "Ogni lavoratore ha il diritto alla tutela contro ogni licenziamento ingiustificato, conformemente al diritto dell'Unione e alle legislazioni e prassi nazionali."
L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione adotta direttive che determinano le prescrizioni minime, e sostiene e completa l'azione degli Stati membri nel settore delle condizioni di lavoro e per la protezione dei lavoratori in caso di risoluzione del contratto di lavoro.
8.Retribuzioni
Retribuzioni minime di livello adeguato garantiscono uno standard dignitoso di vita ai lavoratori e alle loro famiglie e contribuiscono a ridurre l'incidenza della povertà lavorativa. Un'ampia copertura evita le distorsioni che creano un mercato del lavoro a due livelli. La prevedibilità dell'evoluzione delle retribuzioni è un fattore importante per la stabilità dell'ambiente economico. Le retribuzioni minime devono essere fissate a un livello che salvaguardi le prospettive occupazionali per le persone poco qualificate e renda conveniente per le persone disoccupate e inattive trovare un'occupazione. Mantenere l'evoluzione delle retribuzioni in collegamento con la produttività si è rivelato di importanza fondamentale per la competitività, particolarmente nella zona euro.
a.Ogni impiego è retribuito equamente in modo da consentire un livello di vita dignitoso. Le retribuzioni minime sono fissate con un meccanismo trasparente e prevedibile in modo da salvaguardare l'accesso al lavoro e la motivazione a cercare lavoro. Le retribuzioni evolvono in linea con le variazioni della produttività, in consultazione con le parti sociali e conformemente alle pratiche nazionali.
9.Salute e sicurezza sul luogo di lavoro
Sono emerse nuove sfide per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro in seguito alla minore stabilità dei rapporti di lavoro, ai nuovi modelli di lavoro e all'invecchiamento della forza lavoro. Garantire la protezione da infortuni e malattie professionali a tutti i lavoratori, a prescindere dalla forma del lavoro, e affrontare il problema delle "zone grigie", quali il lavoro autonomo con vincoli di dipendenza o fittizio, che comportano situazioni di incertezza del diritto, costituisce un modo importante di ridurre la precarietà e i costi sociali e migliorare la produttività delle imprese. Rafforzare le azioni volte al reinserimento e alla riqualificazione comporta un maggiore impegno dei datori di lavoro nella formazione a nuove mansioni o nell'adattamento del luogo di lavoro. Resta però oneroso per le piccole imprese mettere in atto le misure preventive e correttive.
a.Si assicura un livello adeguato di protezione da tutti i rischi che possono presentarsi sul lavoro, con il debito sostegno all'attuazione, segnatamente nelle microimprese e nelle piccole imprese.
L'articolo 31 della Carta dei diritti fondamentali recita: "Ogni lavoratore ha diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose."
L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione adotta direttive che determinano le prescrizioni minime, e sostiene e completa l'azione degli Stati membri per il miglioramento dell'ambiente di lavoro per proteggere la sicurezza e la salute dei lavoratori.
10.Dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori
Un dialogo sociale che funzioni bene necessita di parti sociali autonome e rappresentative capaci di concludere accordi collettivi. Visto il calo della densità organizzativa e della rappresentatività, le parti sociali devono sviluppare ulteriormente la propria capacità di impegnarsi in un dialogo sociale che funzioni meglio e sia di maggiore efficacia. L'impegno delle parti sociali a livello dell'Unione e nazionale è essenziale per il successo dell'elaborazione e dell'attuazione delle politiche economiche e sociali, compresi gli sforzi tesi a salvaguardare l'occupazione in periodi di contrazione dell'economia. Le nuove forme di organizzazione del lavoro, come nel settore dei servizi e nell'economia digitale, rendono inoltre più disomogeneo il coinvolgimento dei lavoratori e più complesso informarli e consultarli.
a.Le parti sociali sono consultate per l'elaborazione e l'attuazione delle politiche dell'occupazione e sociali. Esse sono incoraggiate a concludere accordi collettivi negli ambiti di loro interesse, nel rispetto delle tradizioni nazionali, della loro autonomia e del diritto all'azione collettiva.
b.Si garantiscono informazione e consultazione in tempo utile a tutti i lavoratori, anche a coloro che lavorano con strumenti digitali e/o operano a livello transfrontaliero, o ai loro rappresentanti, in particolare in caso di esuberi collettivi, trasferimenti, ristrutturazioni e fusioni aziendali.
L'articolo 12 e l'articolo 27 della Carta dei diritti fondamentali recitano rispettivamente: "Ogni persona ha diritto alla libertà di riunione pacifica e alla libertà di associazione a tutti i livelli, segnatamente in campo politico, sindacale e civico, il che implica il diritto di ogni persona di fondare sindacati insieme con altri e di aderirvi per la difesa dei propri interessi." "Ai lavoratori o ai loro rappresentanti devono essere garantite, ai livelli appropriati, l'informazione e la consultazione in tempo utile nei casi e alle condizioni previsti dal diritto dell'Unione e dalle legislazioni e prassi nazionali."
L'articolo 28 della Carta dei diritti fondamentali recita: "I lavoratori e i datori di lavoro, o le rispettive organizzazioni, hanno, conformemente al diritto dell'Unione e alle legislazioni e prassi nazionali, il diritto di negoziare e di concludere contratti collettivi, ai livelli appropriati, e di ricorrere, in caso di conflitti di interessi, ad azioni collettive per la difesa dei loro interessi, compreso lo sciopero."
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo la promozione del dialogo sociale. L'articolo 152 del TFUE stabilisce che l'Unione riconosce e promuove il ruolo delle parti sociali e facilita il loro dialogo. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione adotta le prescrizioni minime, e sostiene e completa l'azione degli Stati membri nel settore dell'informazione e della consultazione dei lavoratori, della rappresentanza e della difesa collettiva degli interessi dei lavoratori e dei datori di lavoro. Gli articoli 154 e 155 del TFUE attribuiscono alle parti sociali un ruolo nel processo legislativo.
CAPITOLO III: PROTEZIONE SOCIALE ADEGUATA E SOSTENIBILE
11.Prestazioni e servizi sociali integrati
In alcuni casi la molteplicità delle prestazioni e dei servizi, delle agenzie e delle procedure complicano l'accesso a tutte le forme di sostegno di cui si avrebbe bisogno. La scarsità di prestazioni e servizi integrati riduce inoltre la loro efficacia nel contrastare la povertà e nel sostenere l'integrazione sociale e l'inserimento nel mercato del lavoro. La chiave di un sostegno efficace consiste nell'allineare tra loro prestazioni sociali, sostegno attivo e servizi sociali. Tale operazione dovrebbe riguardare l'ammissibilità e la copertura, offerte coordinate di sostegno e il mantenimento di alcuni diritti a prestazioni anche in caso di ritorno al lavoro (dipendente o autonomo che sia). Una migliore integrazione delle prestazioni e dei servizi può migliorare l'efficacia della protezione sociale in termini di costi.
a.Le prestazioni e i servizi di protezione sociale sono integrati per quanto possibile al fine di rafforzarne la coerenza e l'efficacia e di sostenere l'integrazione sociale e l'inserimento nei mercati del lavoro.
L'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali recita: "L'Unione riconosce e rispetta il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale e ai servizi sociali."
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo una protezione sociale adeguata e la lotta contro l'emarginazione. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione sostiene e completa l'azione degli Stati membri per la sicurezza sociale e la protezione sociale dei lavoratori, la modernizzazione dei regimi di protezione sociale e l'integrazione delle persone escluse dal mercato del lavoro.
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12.Assistenza sanitaria e prestazioni di malattia
L'invecchiamento della popolazione e i costi sempre maggiori dei trattamenti gravano sempre più sulla sostenibilità dei sistemi sanitari e sulla capacità di fornire un'adeguata assistenza sanitaria universale. Il costo elevato di un trattamento rispetto al reddito o periodi di attesa troppo lunghi si sono dimostrati fattori determinanti dell'impossibilità di accedere all'assistenza sanitaria. Assicurare l'accesso universale all'assistenza di qualità, garantendo al contempo la sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari, incoraggiare prestazioni che siano efficaci in termini di costi e stimolare contemporaneamente la promozione della salute e la prevenzione delle malattie: tutto ciò impone maggiori sforzi per migliorare la resilienza, l'efficienza e l'efficacia dei sistemi sanitari e può migliorare la capacità dei sistemi sanitari di far fronte a tali sfide. Assicurare l'accesso universale all'assistenza sanitaria e contrastare le sperequazioni in campo sanitario rafforzeranno la coesione sociale e miglioreranno gli esiti in termini economici.
I regimi delle indennità e/o dei congedi di malattia retribuiti variano considerevolmente per quanto riguarda i tempi di attesa, la durata, i livelli di sostituzione e i meccanismi di controllo. Garantire un livello minimo adeguato di sostituzione per le indennità di malattia e stimolare la riabilitazione e il reinserimento salvaguardando al contempo la sostenibilità finanziaria di tali regimi resta una sfida.
a.Ogni persona ha accesso in tempo utile all'assistenza sanitaria di qualità, preventiva e terapeutica, e la necessità di cure mediche non deve condurre alla povertà o né a difficoltà finanziarie.
b.I sistemi di assistenza sanitaria incoraggiano l'erogazione di prestazioni efficaci in termini di costi, la promozione della salute e la prevenzione delle malattie, con l'obiettivo di migliorare la propria resilienza e sostenibilità finanziaria.
c.A tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo di contratto, è garantita una retribuzione adeguata durante i periodi di malattia; si incoraggia la partecipazione dei lavoratori autonomi a regimi assicurativi. Si incoraggiano l'efficace reinserimento e la riabilitazione al fine di un rapido ritorno al lavoro.
L'articolo 35 della Carta dei diritti fondamentali recita: "Ogni persona ha il diritto di accedere alla prevenzione sanitaria e di ottenere cure mediche alle condizioni stabilite dalle legislazioni e prassi nazionali. Nella definizione e nell'attuazione di tutte le politiche ed attività dell'Unione è garantito un livello elevato di protezione della salute umana." L'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali recita: "L'Unione riconosce e rispetta il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale [...] in casi quali [...] la malattia."
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo una protezione sociale adeguata. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione sostiene e completa l'azione degli Stati membri per la sicurezza sociale e la protezione sociale dei lavoratori e la modernizzazione dei regimi di protezione sociale.
L'articolo 168 del TFEU stabilisce che un livello elevato di protezione della salute umana deve è garantito nella definizione e nell'attuazione di tutte le politiche e attività dell'Unione.
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13.Pensioni
L'aumento della longevità e il calo della popolazione in età lavorativa danno origine alla duplice sfida di assicurare la sostenibilità finanziaria delle pensioni e di riuscire ad erogare un reddito adeguato dopo il pensionamento. Correlare l'età pensionabile per legge alla speranza di vita e ridurre il divario tra l'età pensionabile per legge e l'età del pensionamento effettivo, evitando un'uscita precoce dalla forza lavoro, sono azioni importanti per riconciliare la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche e l'equità intergenerazionale.
L'inadeguatezza delle pensioni costituisce un'ulteriore sfida in diversi Stati membri. Esiste anche nella maggior parte dei paesi un elevato divario di genere tra le pensioni, in quanto le retribuzioni inferiori e le interruzioni di carriera delle donne comportano livelli inferiori di contribuzioni pensionistiche e in ultima analisi minori importi delle pensioni.
I lavoratori autonomi e coloro che esercitano professioni atipiche presentano inoltre un rischio più elevato di ricevere pensioni non adeguate e risentono della minore copertura offerta dai regimi pensionistici aziendali e professionali.
a.Le pensioni assicurano ad ogni persona un livello di vita dignitoso all'età pensionabile. Si prendono misure per contrastare il divario di genere tra i trattamenti pensionistici, ad esempio riconoscendo adeguatamente i periodi dedicati alle attività di assistenza. Nel rispetto delle specificità nazionali si incoraggia la partecipazione dei lavoratori autonomi ai regimi pensionistici.
b.I sistemi pensionistici si adoperano per salvaguardare la sostenibilità e l'adeguatezza futura delle pensioni assicurando una base contributiva ampia, correlando l'età pensionabile per legge alla speranza di vita e riducendo il divario tra l'età di pensionamento effettiva e l'età pensionabile per legge evitando l'uscita precoce dalla forza lavoro.
L'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali recita: "L'Unione riconosce e rispetta il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale [...] in casi quali [...] la vecchiaia [...] [e] il diritto all'assistenza sociale a tutti coloro che non dispongano di risorse sufficienti."
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo una protezione sociale adeguata [...] e la lotta contro l'emarginazione. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione sostiene e completa l'azione degli Stati membri per la sicurezza sociale e la protezione sociale dei lavoratori, la lotta contro l'esclusione sociale e la modernizzazione dei regimi di protezione sociale.
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14.Prestazioni di disoccupazione
Un sistema efficace di prestazioni di disoccupazione riesce ad incentivare la ricerca del lavoro e migliorare l'abbinamento delle competenze alla domanda, a fornire una sicurezza economica durante i periodi di disoccupazione, a prevenire la povertà e a consentire una stabilizzazione automatica nei periodi di contrazione dell'economia. In alcuni casi la copertura offerta dalle prestazioni di disoccupazione è molto limitata per il rigore dei criteri di ammissibilità. Suscitano inoltre preoccupazione la durata delle prestazioni in alcuni Stati membri e l'attuazione delle condizioni che riguardano la ricerca di un lavoro e la partecipazione al sostegno attivo.
a.Le azioni a sostegno dei disoccupati prevedono l'obbligo della ricerca attiva di lavoro e della partecipazione a misure attive di sostegno unitamente a prestazioni di disoccupazione adeguate. La durata delle prestazioni consente un lasso di tempo sufficiente per la ricerca di lavoro, salvaguardando al contempo gli incentivi per un rapido ritorno all'occupazione.
L'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali recita: "L'Unione riconosce e rispetta il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale [...] in caso di perdita del posto di lavoro."
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo una protezione sociale adeguata e la lotta contro l'emarginazione. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione sostiene e completa l'azione degli Stati membri per la sicurezza sociale e la protezione sociale dei lavoratori, la lotta contro l'esclusione sociale e la modernizzazione dei regimi di protezione sociale.
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15.Reddito minimo
La maggior parte degli Stati membri, ma non tutti, erogano un reddito minimo alle persone in condizioni di povertà o a rischio di povertà che non dispongono di altri mezzi di sussistenza. Tra i problemi attuali figurano però l'inadeguatezza della prestazione, che non permette ai beneficiari di sottrarsi alla povertà, una copertura ridotta e il mancato ottenimento di tale sostegno a causa della complessità delle procedure. Per le persone in età lavorativa la scarsità di contatti con i servizi di sostegno attivo e i servizi sociali, e la soppressione completa e immediata delle prestazioni con il ritorno all'occupazione, possono provocare dipendenza dalle prestazioni e disincentivare il lavoro. La sicurezza di un reddito è insufficiente per coloro che hanno esaurito le prestazioni di disoccupazione, a causa dello scarso coordinamento tra le prestazioni di disoccupazione e il reddito minimo garantito. Per le persone anziane nella maggior parte degli Stati membri le disposizioni sul reddito minimo non sono sufficienti a sottrarre alla povertà coloro che non dispongono di altre risorse.
a.Si assicura un adeguato reddito minimo garantito a coloro che non dispongono di risorse sufficienti per un livello di vita dignitoso. Per le persone in età lavorativa tali prestazioni prevedono l'obbligo della partecipazione a misure attive di sostegno per incoraggiare l'inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro.
L'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali recita: "Al fine di lottare contro l'esclusione sociale e la povertà, l'Unione riconosce e rispetta il diritto all'assistenza sociale e all'assistenza abitativa volte a garantire un'esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di risorse sufficienti."
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo la lotta contro l'emarginazione.
L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione sostiene e completa l'azione degli Stati membri per lottare contro l'esclusione sociale e per l'integrazione delle persone escluse dal mercato del lavoro.
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16.Disabilità
Le persone con disabilità corrono un rischio di povertà e di esclusione sociale molto superiore a quello della popolazione in generale. Incontrano ostacoli quali la mancanza di un'effettiva accessibilità del luogo di lavoro, discriminazioni e disincentivi di natura fiscale. Il modo in cui sono concepite le prestazioni di invalidità può provocare dipendenza dalle prestazioni, ad esempio se queste vengono revocate completamente in caso di assunzione o riassunzione. Anche la disponibilità di servizi di sostegno può influire sulla capacità di partecipare al mondo del lavoro e alla vita della comunità.
a.Alle persone con disabilità sono assicurati servizi abilitanti ed una sicurezza basilare in termini di reddito che consenta loro un livello di vita dignitoso. Le condizioni relative a tali prestazioni non creano barriere all'occupazione.
L'articolo 26 della Carta dei diritti fondamentali recita: "L'Unione riconosce e rispetta il diritto delle persone con disabilità di beneficiare di misure intese a garantirne l'autonomia, l'inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità."
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo una protezione sociale adeguata e la lotta contro l'emarginazione. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione sostiene e completa l'azione degli Stati membri per la sicurezza sociale e la protezione sociale dei lavoratori, la lotta contro l'esclusione sociale e la modernizzazione dei regimi di protezione sociale.
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17.Assistenza di lunga durata
L'invecchiamento della popolazione, le mutazioni delle strutture familiari e la sempre maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro contribuiscono ad una domanda crescente di servizi di assistenza di lunga durata. Sono solitamente le donne a prestare assistenza familiare per rimediare alle carenze dei servizi di assistenza istituzionali, non disponibili o troppo costosi. L'assistenza formale prestata a domicilio, per quanto preferita da molti beneficiari e dai loro familiari, resta insufficiente, rendendo spesso l'assistenza prestata in modo informale l'unica opzione disponibile per molte famiglie e assoggettando le persone interessate a notevoli oneri finanziari. Assicurare l'accesso a servizi adeguati di assistenza a lungo termine, garantendo al contempo la sostenibilità finanziaria dei sistemi che li erogano, richiede quindi la profusione di maggiori sforzi per migliorarne l'erogazione e il finanziamento.
a.Si assicura l'accesso a servizi di assistenza a lungo termine di qualità e non eccessivamente costosi, compresa l'assistenza fornita a domicilio erogata da professionisti adeguatamente qualificati.
b.L'erogazione e il finanziamento di servizi di assistenza a lungo termine è rafforzata e migliorata al fine di assicurare l'accesso all'assistenza adeguata in modi finanziariamente sostenibili.
L'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali recita: "L'Unione riconosce e rispetta il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale e ai servizi sociali che assicurano protezione in casi quali [...] la dipendenza."
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo una protezione sociale adeguata. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione sostiene e completa l'azione degli Stati membri per la sicurezza sociale e la protezione sociale dei lavoratori e la modernizzazione dei regimi di protezione sociale.
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18.Assistenza all'infanzia
I servizi di assistenza all'infanzia migliorano lo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini, in particolare di quelli che vivono in famiglie svantaggiate, e aprono a prospettive più positive nell'istruzione e sul mercato del lavoro negli anni successivi. L'assistenza all'infanzia formale costituisce inoltre uno strumento fondamentale per l'equilibrio tra vita familiare e vita professionale e stimola l'occupazione dei genitori, in particolare delle donne. La disponibilità e l'accesso limitati, il costo elevato e i problemi di qualità restano però ostacoli importanti che incidono negativamente sullo sviluppo dei bambini. Persiste inoltre il problema dell'accesso a tali servizi per i bambini provenienti da situazioni svantaggiate.
a.Si assicura a tutti i bambini l'accesso a servizi di assistenza all'infanzia di qualità e non eccessivamente costosi, erogati da professionisti adeguatamente qualificati.
b.Si prendono misure tempestive e si adottano approcci preventivi per contrastare la povertà infantile, tra cui misure specifiche per incoraggiare la frequenza dei bambini provenienti da situazioni svantaggiate.
L'articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali recita: "I minori hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere."
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo una protezione sociale adeguata. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione sostiene e completa l'azione degli Stati membri per la sicurezza sociale e la protezione sociale dei lavoratori, la lotta contro l'esclusione sociale e la modernizzazione dei regimi di protezione sociale.
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19.Alloggi
La scarsità di alloggi adeguati e l'insicurezza abitativa continuano a rappresentare una grande fonte di preoccupazione nell'UE, che conduce ad assumere rischi finanziari sempre maggiori, a sgomberi, al ritardato pagamento di affitti e rate di mutuo e in alcuni casi estremi all'esclusione abitativa. Le limitazioni dell'offerta nel settore residenziale e le distorsioni del mercato degli affitti contribuiscono alla scarsa disponibilità. La scarsità di alloggi adeguati costituisce inoltre un ostacolo alla mobilità occupazionale, alla presenza di giovani sul mercato del lavoro e alla realizzazione dei progetti di vita e di esistenza indipendente.
a.I soggetti in condizioni di bisogno hanno accesso ad alloggi sociali o all'assistenza abitativa. Si assicura la protezione contro lo sgombero delle persone vulnerabili e il sostegno all'accesso alla proprietà dell'abitazione per le famiglie a reddito medio e basso.
b.Si fornisce ricovero a coloro che sono privi di abitazione e si provvede al collegamento con altri servizi sociali al fine di promuovere l'integrazione sociale.
L'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali recita: "Al fine di lottare contro l'esclusione sociale e la povertà, l'Unione riconosce e rispetta il diritto [...] all'assistenza abitativa volta a garantire un'esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di risorse sufficienti."
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo la lotta contro l'emarginazione. L'articolo 153 del TFUE stabilisce che l'Unione sostiene e completa l'azione degli Stati membri contro l'esclusione sociale.
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20.Accesso ai servizi essenziali
Servizi essenziali, quali le comunicazioni elettroniche, i trasporti, l'energia (per esempio elettricità e riscaldamento) e i servizi finanziari (quali i conti bancari) che permettono la piena integrazione delle persone nella società, oltre ad assicurare pari opportunità nell'accesso all'occupazione, non sono sempre disponibili o accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno. Gli ostacoli all'accesso comprendono i prezzi elevati, l'assenza di infrastrutture o, per le persone con disabilità, il mancato rispetto delle prescrizioni in materia di accessibilità.
a.Si assicura all'intera popolazione l'accesso a prezzi non eccessivi ai servizi essenziali, tra i quali le comunicazioni elettroniche, l'energia, i trasporti e i servizi finanziari. Per le persone in stato di bisogno si adottano misure che facilitino l'accesso a tali servizi.
L'articolo 151 del TFUE stabilisce che l'Unione e gli Stati membri hanno come obiettivo una protezione sociale adeguata [...] e la lotta contro l'emarginazione.
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