Bruxelles, 10.2.2016

COM(2016) 85 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

sullo stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione


Comunicazione sullo stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione

I    INTRODUZIONE: GESTIRE LA CRISI DEI RIFUGIATI 

Nel mondo vi sono oltre 60 milioni di rifugiati e sfollati interni — la più grave crisi dei rifugiati dalla fine della seconda guerra mondiale. I conflitti e le crisi in Siria e altrove hanno agito da detonatore, ma le tendenze demografiche di fondo, i cambiamenti climatici, la povertà, la globalizzazione dei trasporti e delle comunicazioni sono tutti fattori che hanno contribuito a questo numero record di arrivi di migranti e rifugiati nell'Unione europea nel 2015. Questa combinazione di elementi difficilmente potrà essere invertita nel prossimo futuro. Nel 2016 è quindi necessario rafforzare in modo radicale il sistema migratorio dell'UE. Dobbiamo andare oltre la gestione delle conseguenze dei flussi incontrollati e irregolari di persone ed essere effettivamente preparati a gestire tali flussi con strumenti organizzati e legali che permettano l'ingresso a chi ha bisogno di protezione e, al tempo stesso, l'identificazione e il rimpatrio rapidi ed efficaci di chi non ha diritto di restare nell'Unione europea.

Il secondo semestre del 2015 si è caratterizzato per un numero senza precedenti di ingressi irregolari nell'UE. Nell'ottobre 2015, all'apice del fenomeno, sono arrivate in Grecia oltre 200 000 persone in un solo mese. Sebbene siano sensibilmente diminuite a poco più di 60 000 in gennaio, le cifre rimangono elevate per i mesi invernali rispetto agli anni precedenti. L'intensificarsi del conflitto in Siria in questi ultimi giorni dovrebbe determinare un nuovo afflusso di rifugiati in Turchia. Ciò significa un ulteriore appello alla solidarietà europea, in linea con le responsabilità che l'UE ha assunto nell'ambito della convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati e con i valori umanitari che tutti gli Stati membri dell'Unione europea si sono impegnati a rispettare. L'UE deve inoltre adoperarsi affinché i rifugiati non abbiano più la necessità di intraprendere viaggi rischiosi, aiutandoli più vicino a casa. Un calo dei flussi è altamente auspicabile, considerato il sovraccarico che spesso grava sulle autorità nazionali e locali, ma non ci si può illudere di superare la crisi dei rifugiati senza affrontarne definitivamente le cause di fondo — instabilità, guerre e terrore nell'immediato vicinato dell'Europa, in particolare il perdurare del conflitto e delle atrocità in Siria. L'unica linea di condotta responsabile è affrontare questa realtà e spiegarla apertamente e onestamente ai cittadini; e intensificare gli sforzi per gestirne meglio e più efficacemente le conseguenze nell'Unione europea attraverso un approccio europeo più coordinato e conforme alle norme e ai valori dell'UE.

Negli ultimi mesi si è formata una rotta attraverso il Mediterraneo orientale e i Balcani occidentali lungo la quale i migranti si dirigono rapidamente verso nord attraversando una frontiera dopo l'altra, in fondamentale contraddizione con i principi del sistema europeo comune di asilo e le norme di Schengen. Ciò ha indotto diversi Stati membri a ripristinare temporaneamente i controlli alle frontiere interne, mettendo in discussione il corretto funzionamento dello spazio Schengen di libera circolazione e i suoi benefici per i cittadini e l'economia dell'UE. Anche la sicurezza è una questione di massima importanza, soprattutto dopo i recenti attentati terroristici sul suolo europeo, ed è stata invocata da alcuni Stati membri per giustificare tali misure temporanee. L'obiettivo deve essere quello di assicurare che chiunque arrivi nell'UE sia sottoposto a verifiche approfondite di sicurezza.

Negli ultimi sei mesi la Commissione europea si è impegnata coerentemente per dare una risposta europea rapida e coordinata. Ha presentato un'ampia serie di proposte intese a dotare gli Stati membri degli strumenti necessari per gestire l'elevato numero di arrivi, molte delle quali sono già state adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio: triplicazione della nostra presenza in mare; nuovo sistema di solidarietà in caso di emergenza per la ricollocazione dei richiedenti asilo dai paesi più colpiti; mobilitazione senza precedenti del bilancio (oltre 10 miliardi di euro) per affrontare la crisi dei rifugiati e assistere i paesi più colpiti; nuovo quadro di coordinamento e cooperazione per i paesi dei Balcani occidentali; avvio di un nuovo partenariato con la Turchia; proposta ambiziosa per una nuova guardia costiera e di frontiera europea. Grazie a tutte queste misure stiamo rafforzando la politica di asilo e migrazione dell'UE per permettere all'UE di rispondere alle nuove sfide cui è confrontata.

Sebbene gli elementi costitutivi fondamentali di un sistema sostenibile di gestione della migrazione esistano ora su carta, la loro attuazione rapida e integrale in loco si fa ancora attendere. A dicembre la Commissione europea ha riferito sui progressi compiuti nell'esecuzione delle decisioni adottate dagli Stati membri concludendo che l'attuazione era troppo lenta. Due mesi più tardi sono stati compiuti progressi riguardo a una serie di questioni. Resta il fatto, tuttavia, che diversi termini non sono stati rispettati e che molti impegni sono lungi dal potersi considerare adempiuti. È necessario che al livello più alto in tutti gli Stati membri siano assunte le responsabilità politiche per garantire che la risposta coordinata decisa a livello europeo sia in grado di far fronte con rapidità ed efficacia alla crisi dei rifugiati in loco, con l'azione delle autorità nazionali e locali, il sostegno dell'UE e l'assistenza messa a disposizione negli ultimi mesi.

Ripristinare una gestione ordinata delle frontiere sulla rotta del Mediterraneo orientale/dei Balcani occidentali è oggi la priorità assoluta dell'Unione europea. Nella prossima riunione del Consiglio europeo è opportuno che i leader si impegnino a prendere tutti i provvedimenti necessari per ristabilire l'ordine nel sistema migratorio e imporre il controllo dei flussi migratori irregolari e incontrollati attraverso la rotta del Mediterraneo orientale/dei Balcani occidentali entro la primavera. Ciò richiederà decisioni difficili, un'azione determinata, la responsabilità e la solidarietà di tutti gli Stati membri.

È di estrema importanza che tutti gli Stati membri si impegnino a porre fine all'atteggiamento permissivo nei confronti di chi si mostra propenso a chiedere asilo in altri paesi. Le persone che arrivano nell'Unione devono sapere che se hanno bisogno di protezione la troveranno, ma che non spetta loro decidere dove. Se non hanno i requisiti per beneficiare della protezione saranno rimpatriate, nel pieno rispetto del principio di non respingimento.

La Grecia e i paesi a monte sulla rotta dei Balcani occidentali avranno bisogno di un consistente sostegno per registrare e trattare efficacemente chi necessita di protezione e per rinviare rapidamente chi non ne ha bisogno nel suo paese d'origine o in un altro paese terzo sicuro attraverso cui è transitato. Gli altri Stati membri devono rispettare l'impegno di condividere la responsabilità di fornire accoglienza e rifugio a chi ne ha diritto, accelerando l'attuazione dei meccanismi di ricollocazione di emergenza già in vigore dal settembre 2015. Di conseguenza, sebbene la Grecia debba fare il necessario per tornare alla normale applicazione del controllo alle frontiere esterne Schengen e delle norme Dublino, non può essere lasciata sola ad affrontare le conseguenze della crisi dei rifugiati, ma dovrebbe continuare a ricevere il sostegno finanziario e l'assistenza tecnica dalle istituzioni e agenzie dell'UE e da tutti gli altri Stati membri onde poter far fronte alle responsabilità di Stato membro di primo ingresso conformemente alle norme UE stabilite di comune accordo.

La presente comunicazione fa il punto sull'attuazione delle azioni concordate per rispondere alla crisi dei rifugiati ed evidenzia i principali settori in cui è necessario intervenire maggiormente nell'immediato per riprendere il controllo della situazione. La Commissione fornirà un ulteriore contributo sulle modifiche più sostanziali necessarie per una politica migratoria sostenibile, in particolare la riforma del sistema Dublino, in vista del Consiglio europeo di marzo.

Per contribuire a gestire efficacemente la crisi dei rifugiati, i leader durante il Consiglio europeo di febbraio dovrebbero impegnarsi a:

 

portare rapidamente a termine la creazione dei punti di crisi ("hotspot") in Grecia e in Italia, al fine di garantire la registrazione dei migranti e dei rifugiati e il sostegno agli stessi, in linea con il principio secondo il quale nessuno dovrebbe entrare nell'UE senza essere stato debitamente registrato e sottoposto al rilevamento delle impronte digitali; lo specifico sostengo dell'UE garantirà una maggiore capacità di accoglienza e il pieno funzionamento delle procedure di asilo e rimpatrio;

porre fine all'atteggiamento permissivo e insistere sull'applicazione delle norme dell'UE in materia di asilo e gestione delle frontiere;

dare una forte accelerazione al meccanismo di ricollocazione per attenuare la pressione sull'Italia e sulla Grecia;

utilizzare in modo più rigoroso e coerente le disposizioni che consentono il rimpatrio dei richiedenti asilo verso paesi terzi sicuri;

attuare l'approccio concordato per migliorare la cooperazione e il coordinamento tra i paesi lungo la rotta dei Balcani occidentali;

intensificare notevolmente tutti gli sforzi per assicurare procedure di rimpatrio e riammissione efficaci e per affrontare le cause profonde della migrazione massimizzando tutte le forme di influenza, comprese le preferenze commerciali e lo sviluppo, affinché i paesi terzi si impegnino a risultati concreti;

proseguire le azioni previste nel piano d'azione comune UE-Turchia onde arginare i flussi in provenienza dalla Turchia; attuare rapidamente i progetti nell'ambito dello strumento per i rifugiati in Turchia;

rafforzare i controlli alle frontiere esterne, giungendo all'accordo sulla guardia costiera e di frontiera europea entro giugno, se non prima, e rendendola operativa durante l'estate;

farsi carico dei bisogni primari dei migranti e rifugiati più vulnerabili, in particolare i bambini;

rafforzare la capacità dell'Unione europea di offrire assistenza umanitaria ai paesi terzi e istituire una capacità di assistenza umanitaria all'interno dell'UE per sostenere i paesi che devono far fronte a un gran numero di rifugiati e migranti;

intensificare il sostegno dell'UE ai rifugiati siriani, in particolare introducendo vie legali al reinsediamento e approvando il programma volontario di ammissione umanitaria con la Turchia, come raccomandato dalla Commissione il 15 dicembre 2015.

II.    CHE COSA È STATO FATTO

II.1    Misure operative

Gestione dei flussi di migranti e rifugiati

Il soccorso in mare è stata la priorità principale dell'Unione europea. Nel 2015 le operazioni congiunte di Frontex Triton e Poseidon hanno permesso di soccorrere oltre 250 000 persone 1 . Tali operazioni e l'invio nel mar Egeo di squadre Frontex di intervento rapido alle frontiere hanno contribuito a individuare più di un milione di migranti irregolari e a fermare oltre 900 presunti trafficanti.

L'azione dell'UE mira inoltre direttamente a combattere il traffico di migranti. Nel Mediterraneo meridionale e centrale l'operazione EUNAVFOR MED Sophia è entrata in una fase che autorizza a procedere a fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti, in acque internazionali, di imbarcazioni sospettate di essere usate per il traffico e la tratta di migranti. Finora ha permesso di soccorrere oltre 9 000 persone ed è pronta a estendere le sue operazioni in acque territoriali libiche, se gli sviluppi istituzionali e politici in Libia lo consentiranno.

Le agenzie dell'UE Frontex, Europol e Eurojust hanno potenziato la loro capacità di contrastare il traffico di migranti grazie a un maggiore coordinamento, a risorse aggiuntive e a una presenza permanente negli Stati membri sotto pressione. Raccogliendo informazioni in loco presso i punti di crisi aiutano le autorità nazionali a ottenere informazioni e avviare le indagini. Nel 2015 i dati di 10 735 nuove persone sospettate di essere collegate al traffico di migranti sono stati aggiunti alla banca dati Europol — che attualmente dispone di intelligence su oltre 38 600 sospettati. A breve, il 22 febbraio, Europol avvierà il Centro europeo contro il traffico di migranti, un polo d'informazione dell'UE sul traffico di migranti 2 .

Avvalendosi del forte supporto mirato dell'UE, la Grecia e l'Italia hanno iniziato a istituire i punti di crisi 3 , alcuni dei quali sono già predisposti, per garantire lo screening, l'identificazione e il rilevamento delle impronte digitali dei cittadini di paesi terzi che arrivano in modo irregolare alle frontiere esterne dell'UE. La registrazione è la prima tappa essenziale nel controllo e nella gestione dei flussi. I punti di crisi sono stati concepiti per consentire a squadre integrate di guardie di frontiera di operare in strutture specializzate 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Chiunque arrivi alle frontiere esterne dovrebbe essere registrato e sottoposto al rilevamento delle impronte digitali, e i suoi documenti dovrebbero essere oggetto di verifiche nelle banche dati di sicurezza nazionali e internazionali. I cittadini di paesi terzi che arrivano in modo irregolare dovrebbero essere reindirizzati verso uno dei tre meccanismi specifici: asilo nazionale, ricollocazione europea o rimpatrio. La percentuale di migranti le cui impronte digitali sono inserite nella banca dati EURODAC è aumentata, passando in Grecia dall'8% nel settembre 2015 al 78% nel gennaio 2016, e in Italia dal 36% all'87% nello stesso periodo 4 . Queste cifre dovrebbero salire ancora man mano che i punti di crisi diventano pienamente operativi. La Commissione ha una presenza permanente in entrambi gli Stati membri destinata esclusivamente ad aiutare le autorità nazionali. Attualmente nei punti di crisi vi sono solo 518 esperti Frontex e 21 esperti EASO, pochi rispetto alle necessità. La risposta degli Stati membri alla richiesta di squadre di intervento rapido ha avuto maggiore successo 5 . 

La Commissione ha proceduto a una mobilitazione senza eguali del bilancio dell'UE, destinando oltre 10 miliardi di euro alla crisi dei rifugiati. Ad esempio, il rafforzamento dei finanziamenti di emergenza ha permesso di rendere disponibili nel 2015 174 milioni di euro, che sono stati rapidamente utilizzati e spesi integralmente entro la fine dell'anno. Nel 2016 sono stati resi disponibili 161 milioni di euro. Circa 146 milioni di euro in finanziamenti di emergenza sono stati assegnati alla Grecia.

Un altro elemento chiave del sostegno dell'UE è stato la ricollocazione. La legislazione e le strutture necessarie per la ricollocazione di emergenza in altri Stati membri di 160 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale esistono già 6 . Il bilancio dell'UE ha stanziato 640 milioni di euro per sostenere la ricollocazione 7 . Il ritmo di avanzamento però è ben al di sotto di quanto necessario (cfr. la sezione sulla ricollocazione e l'allegato 4).

Per rispondere alle forti pressioni migratorie e alle particolari difficoltà incontrate dalla Svezia, in dicembre la Commissione ha proposto di sospendere temporaneamente gli obblighi di ricollocazione di tale paese. La Commissione ha proposto una sospensione analoga per l'Austria.

In dicembre la Commissione ha approvato un programma di 80 milioni di euro per aiutare la Grecia a sviluppare le capacità di accoglienza dei migranti e dei rifugiati onde raggiungere l'obiettivo convenuto di 50 000 posti supplementari, tra cui 20 000 posti per richiedenti asilo gestiti dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) utilizzando un sistema di buoni, e 7 000 posti nei punti di crisi. 14 950 posti sono stati individuati nell'ambito del sistema di buoni.

La Commissione ha istituito una task force sulla strategia di informazione dei migranti (MIS) per definire e diffondere informazioni utili ai richiedenti asilo riguardo ai loro diritti e obblighi. È essenziale che le persone sappiano di avere il diritto di chiedere asilo ma non quello di scegliere in quale Stato membro e che siano adeguatamente informate sulle implicazioni del meccanismo di ricollocazione. La prima serie di prodotti informativi sull'asilo e sulla ricollocazione è disponibile in 14 lingue 8 ed è attualmente utilizzata dall'EASO nei punti di crisi.

Solidarietà e responsabilità

Il meccanismo unionale di protezione civile è stato utilizzato per fornire sostegno a cinque paesi; quattro richieste (dalla Serbia, dalla Slovenia, dalla Croazia e dalla Grecia) sono ancora in corso. In totale 15 paesi hanno offerto assistenza, fornendo, tra l'alto, tende, materiale da pernottamento, dispositivi di protezione individuale, apparecchi di riscaldamento, generatori e sistemi di illuminazione. La Commissione europea sostiene finanziariamente il trasporto dei mezzi di assistenza offerti dagli Stati partecipanti e facilita il coordinamento generale dei trasporti e della logistica. Di recente la Commissione ha aumentato il finanziamento, che attualmente copre l'85% dei costi di trasporto, ma alcune richieste di assistenza di taluni Stati membri sono ancora in sospeso, come descritto nell'allegato 9.

Si sono tenute riunioni settimanali organizzate dalla Commissione per monitorare il piano in 17 punti concordato durante la riunione dei leader sui flussi di rifugiati lungo la rotta dei Balcani occidentali, presieduta dal presidente Juncker. In un periodo in cui le comunicazioni erano quasi del tutto cessate, tale coordinamento è stato essenziale per ridurre il rischio che un paese prendesse inaspettatamente iniziative che avrebbero potuto avere ripercussioni su altri paesi. È stato inoltre disposto un sostegno diretto. La Commissione ha stanziato 10 milioni di euro 9 alla Serbia e all'ex Repubblica iugoslava di Macedonia affinché aumentino la capacità operativa nella gestione della migrazione e ottengano risultati visibili. Tutto questo si aggiunge ai 22 milioni di euro stanziati per l'aiuto umanitario.

II.2    Dimensione esterna

Le dimensioni esterna e interna della migrazione sono strettamente interconnesse. L'UE si è adoperata sia per affrontare le cause profonde dell'intensificarsi dei flussi migratori, distinguendo tra i motivi che li generano e quelli che li agevolano, sia per far venire meno la necessità per i rifugiati di intraprendere viaggi pericolosi verso l'Europa, aiutandoli più vicino a casa. La sua azione si è inoltre incentrata sul rafforzamento della cooperazione in materia di gestione della migrazione con i paesi terzi di origine e di transito, come parte essenziale del loro partenariato bilaterale con l'UE e i suoi Stati membri.

Gli sforzi diplomatici per risolvere le crisi, quali quelle in Siria e in Libia, e contrastare la minaccia del Daesh vertono sulle cause profonde che generano i flussi, e mirano a creare un ambiente stabile in cui i rifugiati possano fare ritorno. Tale sforzo deve essere globale. Nel caso della Libia, l'UE si è impegnata a fornire supporto politico, finanziario e logistico alle iniziative delle Nazioni Unite volte a risolvere la crisi politica e di sicurezza. Negli ultimi mesi sono stati compiuti notevoli progressi, con la firma in dicembre dell'accordo politico libico. I progressi sono tuttavia fragili e devono essere rapidamente consolidati, e il governo di intesa nazionale dovrebbe godere di autorità sufficiente per poter affrontare le minacce e le sfide cui è confrontata la Libia. L'accordo firmato a dicembre deve essere seguito da un governo di intesa nazionale in grado di rispondere alle minacce e ai problemi che affliggono il paese: l'UE ha predisposto un pacchetto di sostegno di 100 milioni di euro per aiutare il futuro governo. Per quanto riguarda la Siria, oltre a essere il primo donatore di aiuti umanitari e allo sviluppo, l'UE ha svolto e continua a svolgere un ruolo chiave nell'istituzione e nell'attività del gruppo internazionale di sostegno alla Siria, compresi i lavori che hanno portato all'adozione unanime della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU che definisce una tabella di marcia per il dialogo e il processo politico all'interno dello Stato siriano. Tuttavia, considerato l'intensificarsi dei combattimenti nel nord della Siria, occorre raddoppiare gli sforzi diplomatici.

L'UE ha risposto ai devastanti effetti della crisi siriana in vari modi. In termini di aiuti umanitari alla Siria e ai paesi limitrofi di accoglienza, il contributo del bilancio dell'UE ha superato i 400 milioni di euro nel 2015 — parte dell'impegno generale dell'UE di oltre 5 miliardi di euro di aiuti umanitari, allo sviluppo e alla stabilizzazione. Tra questi figura il sostegno diretto ai siriani in Siria e ai paesi con le percentuali più elevate di rifugiati siriani. Oltre 160 milioni di euro sono stati destinati a operazioni umanitarie in Siria, in settori quali l'assistenza sanitaria, la protezione, la fornitura di acqua, strutture igienico-sanitarie, generi alimentari e alloggi: 97 milioni di euro per i rifugiati in Libano, 58 milioni di euro per la Giordania e 35 milioni di euro per la Turchia. Il Fondo fiduciario regionale dell'UE in risposta alla crisi siriana rappresenta uno strumento particolarmente flessibile ed efficace per la messa in comune e la diffusione di assistenza da parte dell'UE e dei suoi Stati membri. Finora ha ricevuto 654 milioni di euro di contributi, sebbene i contributi nazionali non abbiano ancora raggiunto l'obiettivo di equiparare il contributo del bilancio dell'UE 10 . Il Fondo sostiene fino a 1,5 milioni di rifugiati siriani e le comunità di accoglienza messe a dura prova in Libano, Turchia, Giordania e Iraq fornendo istruzione di base e protezione dei minori, migliorando l'accesso all'assistenza sanitaria e le infrastrutture idriche e delle acque reflue e sostenendo le opportunità economiche e l'inclusione sociale. Come annunciato la scorsa settimana durante la conferenza di Londra sul sostegno alla Siria e alla regione, il contributo dell'UE per far fronte alla crisi in Siria nel 2016 raggiungerà 1,115 miliardi di euro. La Commissione sta adottando misure per garantire che il contributo dell'UE mantenga gli stessi livelli anche nel 2017. Nel corso della conferenza, la Commissione ha assunto un ruolo guida nella risposta internazionale, proponendo lo sviluppo di "patti" per la Giordania e il Libano. Si tratta di ampi pacchetti che includono una serie di misure politiche in tutti i settori di competenza dell'Unione, in particolare le preferenze commerciali.

Il vertice di La Valletta sulla migrazione del novembre 2015 ha riunito i capi di Stato o di governo europei e africani per rafforzare la cooperazione in materia di migrazione tra i paesi di origine, transito e destinazione. Ha sottolineato la necessità di intensificare gli sforzi per contrastare l'immigrazione irregolare in Europa e integrare la migrazione nella cooperazione allo sviluppo, e ha concordato azioni concrete da attuare entro la fine del 2016. L'UE ha istituito un Fondo fiduciario di emergenza per l'Africa per la stabilità e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati e per la cooperazione in materia di migrazione con i paesi di origine e di transito. Il livello di finanziamento si avvicina a 1,9 miliardi di euro, ma anche in questo caso l'obiettivo che i finanziamenti nazionali corrispondano al finanziamento dell'UE è ben lungi dall'essere raggiunto, dato che i contributi nazionali sono inferiori a 82 milioni di euro 11 . Sono già stati approvati progetti per un importo totale di oltre 350 milioni di euro, in settori quali la creazione di posti di lavoro, il miglioramento della gestione della migrazione e il rafforzamento della sicurezza 12 . L'UE ha inoltre mantenuto il sostegno ai rifugiati e agli sfollati interni in Libia. A livello diplomatico, l'Alta rappresentante/Vicepresidente e la Commissione hanno inoltre avviato un'azione volta a includere la migrazione e la sicurezza nelle priorità politiche bilaterali con i paesi africani.

 

Il piano d'azione comune UE-Turchia 13 ha segnato un importante passo avanti nella cooperazione per sostenere i siriani che beneficiano della protezione temporanea in Turchia e nella gestione della migrazione per affrontare la crisi dovuta alla situazione in Siria (cfr. la sezione sulla cooperazione con la Turchia). L'UE e gli Stati membri intensificheranno la cooperazione con la Turchia e aumenteranno significativamente il loro impegno politico e finanziario. Un importante contributo dell'UE, che rispecchia lo spirito di condivisione delle responsabilità, è il nuovo strumento per i rifugiati in Turchia, istituito dalla Commissione il 24 novembre 2015, con il finanziamento approvato dagli Stati membri il 3 febbraio 2016. Questo strumento mette insieme le risorse del bilancio dell'UE e degli Stati membri per fornire sin d'ora un pacchetto di assistenza globale e coordinato a sostegno di 2 milioni di profughi siriani in Turchia. Tale importo ammonterà a 3 miliardi di euro nel periodo 2016-2017.

III    AZIONI PRIORITARIE NELLE PROSSIME SETTIMANE E NEI PROSSIMI MESI

La forte pressione esercitata dai flussi di rifugiati e migranti costituisce un'enorme sfida per la gestione della migrazione dell'UE. Le procedure di gestione delle frontiere e di asilo al primo punto di ingresso non sono state in grado di farvi fronte, il che si è tradotto in un flusso di rifugiati e migranti palesemente in contrasto con le norme di base del sistema di asilo dell'UE. I rifugiati stessi hanno tentato di recarsi nella destinazione da loro desiderata, mentre secondo le norme dell'UE dovrebbero chiedere protezione nel primo Stato membro dell'UE di arrivo. I paesi lungo la rotta, anziché adempiere alle proprie responsabilità di trattare le domande di asilo, hanno iniziato a considerarsi meri paesi di transito. Il risultato è stato una frammentazione nell'applicazione delle norme e una pressione sproporzionata e insostenibile anche su tre principali Stati membri di destinazione. Inoltre tale situazione ha reso molto più difficile avviare la ricollocazione. Ripristinare l'ordine in queste circostanze richiede una rapida azione coordinata a livello europeo per affrontare le attuali carenze nonché contenere la dimensione stessa dell'afflusso di migranti.

III.1    Stabilizzare la situazione negli Stati membri che subiscono la maggiore pressione

È chiaramente necessario intervenire per affrontare le enormi pressioni a cui devono far fronte gli Stati membri che costituiscono zone di primo arrivo per la maggior parte dei rifugiati e dei migranti nell'UE — un intervento che richiede il sostegno di tutti gli Stati membri, con un particolare onere di fornire assistenza a Grecia e Italia.

L'approccio basato sui punti di crisi consente di concentrarsi sulle località soggette alla massima pressione. I punti di crisi rappresentano un elemento di ordine e di procedura in una situazione caratterizzata da un afflusso di migranti senza precedenti. Tuttavia, a soli sei mesi dal loro avvio, lo scorso settembre, i progressi sono stati molto più lenti di quanto la portata della sfida richiederebbe. Attualmente solo tre punti di crisi 14 sono pienamente operativi. È ora fondamentale che siano resi tutti pienamente operativi. Tutti devono essere completati con urgenza, poiché, in caso contrario, si corre il rischio grave che le pressioni siano semplicemente dirottate verso l'anello più debole. Nei prossimi giorni è necessario accelerare il processo, in modo che i punti di crisi siano senza indugio pienamente operativi. Ciò significa affrontare, con il sostegno dell'UE e dei funzionari nazionali presenti in loco, carenze infrastrutturali, di personale, e nel collegamento tra punti di crisi e gli altri elementi del sistema migratorio. Le norme in materia di registrazione, identificazione, rilevamento delle impronte digitali e screening di sicurezza dei nuovi arrivati devono essere applicate in modo efficace e sistematico. È di fondamentale importanza che gli Stati membri forniscano le conoscenze specialistiche in risposta alle chiamate per esperti di Frontex e dell'EASO 15 . 

Nel caso della Grecia, ciò richiede di accelerare i lavori e affrontare le carenze con una nuova determinazione. L'introduzione dei punti di crisi è stata lenta, essendo stato necessario crearli dal nulla e con carenze infrastrutturali, di personale e di coordinamento. Attualmente solo un punto di crisi può essere considerato pienamente operativo, mentre altri sono prossimi al completamento 16 . A seguito di un intenso dialogo con la Commissione, il governo greco si è recentemente impegnato a fare ricorso alle forze armate che contribuiranno a rendere i punti di crisi pienamente operativi prima del Consiglio europeo di febbraio. A tal fine occorre completare la costruzione, fornire servizi essenziali e mobilitare il personale necessario. Le capacità di accoglienza dovrebbero essere aumentate, a sostegno sia delle esigenze umanitarie sia di una migliore gestione dei flussi in entrata — il finanziamento dell'UE è già in atto per aiutare a raggiungere l'obiettivo di 50 000 posti convenuto nel corso della riunione dei leader sui Balcani occidentali. Dovrebbero essere applicate procedure standardizzate per tutte le fasi del processo e deve essere raggiunta la piena operatività delle apparecchiature per il rilevamento delle impronte digitali di Eurodac. Inoltre, non ci devono essere lacune nel sostegno dell'UE: le agenzie dovrebbero essere presenti su tutte le isole.

In Italia, gli arrivi sono diminuiti con l'incedere della stagione invernale, ma si rendono necessari preparativi in vista di un probabile improvviso aumento non appena miglioreranno le condizioni climatiche 17 . Attualmente solo due punti di crisi 18 sono pienamente operativi. Sono stati avviati il ripristino e l'apertura di due ulteriori punti di crisi. I lenti progressi dei due ultimi punti di crisi sono collegati all'attuale uso di un sito come centro per la ricollocazione e a difficoltà amministrative con le autorità portuali nell'altro sito — se necessario, dovrebbero essere considerati siti alternativi qualora questo sia l'unico modo di disporre di capacità sufficienti nelle prossime settimane. Ulteriori iniziative sono inoltre necessarie per colmare le carenze esistenti e migliorare l'efficienza, quali una migliore assistenza medica, un miglior coordinamento dello sbarco dei migranti soccorsi in mare, e la completa connettività delle banche dati per i controlli di sicurezza. La Commissione è pronta ad organizzare una squadra per punti di crisi, mobile e innovativa, (composta da agenti provenienti da Frontex e dall'EASO) nella Sicilia orientale per sostenere l'identificazione, il rilevamento delle impronte digitali e la diffusione di informazioni ai migranti che non possono essere sbarcati nei porti designati dei punti di crisi, per contribuire a colmare le lacune esistenti nelle operazioni di rilevamento delle impronte digitali e di registrazione dei migranti oltre i punti di crisi. Il collegamento con la terraferma è importante per garantire che i migranti qualificati per il rimpatrio o ulteriori procedure di asilo rimangano entro il sistema.

Una componente essenziale dei punti di crisi sia per l'Italia che per la Grecia deve essere il rafforzamento delle misure di sicurezza. Sono stati individuati problemi nella coerenza dei documenti forniti; tale problema sembra più acuto nelle procedure in cui la pressione è maggiore, quali il trasferimento dai punti di crisi verso il continente. In Grecia, l'introduzione di elementi di sicurezza nei documenti rilasciati al momento della registrazione è essenziale per impedire che tali documenti vengano scambiati o alterati. Le verifiche nelle banche dati di Interpol ed europee per i controlli di sicurezza e la verifica dei documenti, in particolare il sistema di informazione Schengen, devono diventare sistematiche, rendendo accessibili le banche dati europee agli agenti distaccati di Frontex. Le verifiche sistematiche nelle banche dati di sicurezza non sono solo obbligatorie a norma del diritto dell'UE, ma risultano tanto più indispensabili alla luce della concreta minaccia terroristica. Grecia e Italia hanno dovuto affrontare il problema del rifiuto da parte degli immigrati di sottoporsi al rilevamento delle impronte digitali. La legislazione nazionale dovrà essere modificata in via prioritaria e tutte le misure operative dovranno essere attuate per garantire che a tutti i migranti siano rilevate le impronte digitali — anche, in ultima istanza, mediante un uso proporzionato di misure coercitive — e che siano evitati tutti i movimenti secondari di migranti non identificati e non registrati. Sono stati compiuti progressi, ma devono essere accelerati per garantire la piena copertura al 100% dell'identificazione e della registrazione di tutti gli ingressi prima del Consiglio europeo di marzo. Al tempo stesso, devono essere garantite indagini e un'azione penale più incisive nei confronti dei criminali che utilizzano documenti di viaggio e d'identità falsi ai fini del traffico di migranti.

Essenziale per l'approccio dei punti di crisi è che esso contribuisce a individuare i soggetti che necessitano di protezione internazionale e coloro che non ne hanno diritto mediante una procedura di identificazione e un filtro delle domande. L'UE e le sue agenzie dovrebbero tenersi pronte a fornire tutta l'assistenza per l'attuazione di questo processo. A tale riguardo, i legami con il sistema di rimpatrio sono di particolare importanza. Il 1º febbraio Frontex ha avviato un nuovo programma di sostegno in materia di rimpatrio, destinato in particolare a Grecia, Italia e Bulgaria — che prevede un sostegno ampio e flessibile. La Grecia ha conseguito un certo successo in passato in questo settore: già nel 2013 aveva ottenuto risultati migliori della media dell'UE, con un tasso di rimpatrio del 59%. Ora è necessario uno sforzo particolare per accelerare le procedure. La Grecia deve poter emettere una decisione di rimpatrio in tempi rapidi nei confronti dei migranti che sono entrati nel suo territorio in modo irregolare e che non presentano domanda d'asilo o non sono riconosciuti aventi diritto all'asilo. Dovrebbe utilizzare procedure accelerate, ove disponibili, per il rimpatrio dei migranti e garantire che tutti rimangono sotto il controllo delle autorità durante tali procedure. Anche questo richiede di intervenire in modo da impedire ai migranti irregolari di rendersi irreperibili prima di essere rimpatriati — anche mediante il trattenimento.

Anche l'Italia ha incontrato difficoltà nell'ottenere rimpatri effettivi. Essa ha compiuto progressi su un nuovo programma di rimpatrio assistito volontario, che dovrebbe diventare operativo a breve, sta lavorando sulla riammissione e applica con successo procedure accelerate per l'adozione delle decisioni di rimpatrio e per far riammettere i migranti irregolari in alcuni paesi africani. Tuttavia, persiste il problema dei migranti irregolari che si rendono irreperibili prima della conclusione delle procedure. È necessario far fronte con urgenza per ovviare ad una limitata capacità di trattenimento e ad un massimale di 90 giorni di trattenimento amministrativo a fini di rimpatrio. L'UE e le sue agenzie continueranno ad assistere le autorità italiane in merito a tali questioni.

 

Ripristinare i trasferimenti Dublino verso la Grecia

Perché funzioni il sistema europeo comune di asilo, deve esistere la reale opportunità di rimpatriare i richiedenti asilo nel paese di primo ingresso nell'UE («trasferimenti Dublino»), come previsto dalle norme UE stabilite di comune accordo. In ottobre, la Commissione ha ricordato che dal 2010-2011, gli Stati membri non erano stati in grado di effettuare i trasferimenti in base al regolamento Dublino verso la Grecia 19 . Le carenze sistemiche riscontrate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo e dalla Corte di giustizia europea includevano il pieno accesso al sistema di asilo e la messa a disposizione e la qualità delle capacità di accoglienza. La responsabilità di decidere di ripristinare i trasferimenti incombe alle autorità degli Stati membri sotto il controllo degli organi giurisdizionali nazionali e della Corte di giustizia. Benché siano stati realizzati progressi da allora, persistono carenze nei settori della capacità e nelle condizioni di accoglienza, nell'accesso alla procedura di asilo, ai ricorsi e al patrocinio a spese dello Stato. Di conseguenza, la Commissione ha adottato oggi una raccomandazione che elenca le misure concrete necessarie per riallineare la Grecia al sistema di Dublino 20 . Le relazioni della Grecia in merito ai suoi progressi nell'attuazione delle azioni raccomandate, nonché altri contributi quali le relazioni del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa sull'esecuzione delle sentenze e le relazioni dell'UNHCR, contribuiranno a stabilire se le condizioni sono tali da consentire agli Stati membri di ripristinare singoli trasferimenti verso la Grecia in virtù del regolamento Dublino, tenendo presente che il volume dei trasferimenti e le categorie di persone da trasferire dovranno corrispondere agli specifici progressi che si stanno realizzando. 

Prossime tappe principali:

Con il pieno sostegno dell'UE, la Grecia e l'Italia devono mettere a disposizione punti di crisi pienamente operativi in tutte le località individuate, e ciò nel più breve tempo possibile;

Altri Stati membri devono colmare con urgenza le restanti necessità in termini di esperti Frontex e EASO;

La Grecia e l'Italia devono intensificare i loro sforzi per ripristinare rimpatri effettivi e impedire ai migranti in posizione irregolare di rendersi irreperibili prima del rimpatrio; 

La Grecia dovrebbe adottare le misure indicate nella raccomandazione odierna della Commissione per consentire una ripresa dei trasferimenti Dublino, caso per caso, sulla base dei progressi compiuti.

III.2    Attuare il programma di ricollocazione

Adottando le due decisioni di ricollocazione giuridicamente vincolanti, il Consiglio ha riconosciuto la necessità di fornire urgentemente assistenza alla Grecia e all'Italia in una situazione di emergenza. La ricollocazione è uno strumento essenziale per alleggerire il carico degli Stati membri che subiscono la maggiore pressione migratoria al fine di ristabilire l'ordine nella gestione della migrazione. Tale misura richiede tuttavia un'efficace cooperazione tra paesi che procedono alla ricollocazione e lo Stato membro ricevente. In primo luogo, è fondamentale che l'Italia e la Grecia si impegnino ad effettuare in modo ordinato e approfondito la registrazione e il vaglio dell'ammissibilità (screening) dei ricollocandi. I due Stati membri stanno mettendo in atto sistemi per identificare, orientare, registrare e trasferire i candidati alla ricollocazione, così come per svolgere controlli medici e indagini di sicurezza prima della loro partenza.

I richiedenti asilo dovrebbero capire che la ricollocazione garantisce una maggiore certezza del diritto rispetto alla fuga dal sistema di asilo locale e che sarà loro impedito di recarsi irregolarmente nello Stato membro di loro scelta. Nel caso della Grecia, è necessario un migliore controllo (con il sostegno e l'assistenza dell'UE) del confine tra la Grecia e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia al fine di garantire in particolare che le persone entrate in modo irregolare nel territorio dell'UE siano registrate; nonché di identificare e rimpatriare in modo rapido ed efficace quanti non hanno diritto a rimanere nell'Unione europea. È altresì essenziale che i movimenti secondari verso altri Stati membri siano sanzionati e che le persone coinvolte siano rinviate nello Stato membro di ricollocazione.

Il fattore più importante rimane tuttavia la volontà politica degli Stati membri di far funzionare la ricollocazione 21 . Mentre il numero di candidati identificati ammissibili è in aumento, gli Stati membri hanno formalizzato finora la messa a disposizione di solo poco più di 2 000 posti e solo dodici Stati membri hanno accolto dei ricollocandi. Alla data dell'8 febbraio, solo 218 persone sono state ricollocate dalla Grecia e 279 dall'Italia 22 e cinque Stati membri non hanno ancora reso disponibile alcun posto di ricollocazione 23 . Il debole tasso di ricollocazione è stato attribuito a fattori quali la mancanza di appositi punti di contatto (per i controlli sanitari e di sicurezza, che sono gli unici motivi sulla cui base uno Stato membro di ricollocazione può rifiutare di accettare un candidato alla ricollocazione) e l'insufficiente capacità di accoglienza nello Stato membro ricevente. Gli Stati membri di ricollocazione devono mettere un termine ai ritardi e alle preferenze inaccettabili nell'indicazione e nella classificazione dei posti disponibili.

È per questo motivo che oggi la Commissione ha scritto a tutti gli Stati membri per ricordare loro gli obblighi ai sensi delle due decisioni e chiedere un'accelerazione del ritmo di attuazione alla luce del chiaro obiettivo di fornire un'assistenza urgente. Man mano che i controlli di frontiera lungo la rotta dei Balcani occidentali si rafforzano, le pressioni che tali decisioni intendevano alleviare rischiano di aumentare, rendendo ancora più urgente un intervento di solidarietà.

 

Prossime tappe principali:

Gli Stati membri dovrebbero tener fede ai loro impegni attuando più rapidamente le decisioni di ricollocazione.

Gli Stati membri e le agenzie dell'UE (Frontex, EASO) dovrebbero assistere la Grecia a controllare più efficacemente il confine tra la Grecia e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia al fine di garantire in particolare che le persone entrate in modo irregolare nel territorio dell'UE siano registrate; nonché di identificare e rimpatriare in modo rapido ed efficace quanti non hanno diritto a rimanere nell'Unione europea.

III.3    Frontiere solide

La gestione delle frontiere esterne dell'UE comporta responsabilità. Le persone che attraversano la frontiera in modo irregolare dovrebbero poter presentare domanda di protezione internazionale: in tal caso, lo Stato membro del primo ingresso deve consentire loro l'accesso alle procedure nazionali in materia di asilo, come previsto dal diritto internazionale ed europeo. Se dette persone non presentano domanda di asilo, lo Stato membro di primo ingresso può e deve rifiutare loro l'ingresso. La responsabilità del controllo di frontiera è speculare agli obblighi che incombono ai migranti alla frontiera — la base del principio "senza registrazione, nessun diritto". Il cittadino di un paese terzo deve soddisfare le condizioni d'ingresso previste dal codice frontiere Schengen, tra l'altro deve essere in possesso di un documento di viaggio valido 24 . Gli Stati membri devono adottare misure adeguate volte a garantire che quanti hanno avuto accesso al loro territorio come richiedenti asilo non possano rendersi irreperibili prima che sia stata effettuata una valutazione e sia presa una decisione in merito. Dovrebbe essere chiaro che l'intenzione di transitare attraverso uno Stato membro per recarsi in un altro Stato membro nel quale presentare la domanda di asilo non è una ragione valida per consentire l'ingresso. Il diritto di accesso a una procedura di asilo equa — riconosciuto dal diritto internazionale sui rifugiati e rispettato dagli Stati membri dell'UE e dai paesi dei Balcani occidentali — non può essere utilizzato dal richiedente asilo come pretesto per cercare di scegliere il paese in cui presentare la domanda di asilo.

Si tratta tuttavia di una delle tendenze che hanno caratterizzato i controlli di frontiera sulla rotta dei Balcani occidentali negli ultimi mesi. Sotto forte pressione migratoria, vari paesi, compresi alcuni Stati membri, si sono considerati dei meri paesi di transito, hanno messo a disposizione capacità di accoglienza molto limitate e di breve durata e, in alcuni casi, effettuato il trasporto di migranti da una frontiera all'altra. La cooperazione tra i paesi della rotta lungo i Balcani occidentali rimane insufficiente e spesso si è assistito a decisioni adottate unilateralmente in un paese che hanno generato un effetto domino alle frontiere dei paesi a monte. Il risultato è una politica de facto del rifiuto d'ingresso in base alla cittadinanza o al paese in cui il migrante intende registrare la richiesta di asilo. Tali politiche non rappresentano una soluzione strutturale alla sfida che l'Unione europea deve affrontare. Per questo motivo, la Commissione ha insistito sull'importanza della registrazione dei migranti, sulla resilienza delle frontiere e sull'aumento della capacità di accoglienza.

Il primo passo verso una normalizzazione della situazione consiste nell'accettare la necessità di un coordinamento di tali misure, al fine di prevenire il rimpallo delle responsabilità, le tensioni tra paesi confinanti ed evitare che un numero elevato di migranti restino bloccati lungo la rotta. A tal fine è necessario realizzare misure in materia di allarme rapido e di trasparenza. Ma un secondo passo deve ora essere il ripristino dell'ordine nel sistema permettendo l'ingresso solo a quanti chiedono asilo nel sistema nazionale di asilo dello Stato membro responsabile in base alle norme Dublino. Il fatto di sapere che rifugiati e migranti sono già transitati attraverso il proprio territorio ha ovviamente indebolito la volontà degli Stati membri di adempiere a tali responsabilità: cionondimeno il ripristino di tale norma deve essere l'obiettivo.

La tendenza più recente nei paesi che si trovano lungo la rotta dei Balcani occidentali è tuttavia chiara: un graduale irrigidimento dei controlli di frontiera, il che potrebbe portare alla loro chiusura se il flusso di migranti non diminuisce. È quindi necessario accelerare l'adempimento degli impegni assunti in occasione della riunione dei leader sui Balcani occidentali e assicurare che le decisioni adottate nei paesi siano pienamente coordinate e, se del caso, inquadrate dal diritto dell'Unione.

In tale contesto, la Grecia dovrebbe, con il sostegno rafforzato di Frontex, esercitare il pieno controllo della sua frontiera con l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia. Un primo passo è stato fatto su richiesta della Grecia, mediante un limitato spiegamento di Frontex, che dovrebbe ora essere intensificato e utilizzato per il suo intero potenziale, segnatamente aumentando la gamma di compiti che possono essere svolti da funzionari distaccati. Sebbene non sia possibile introdurre un'operazione congiunta di Frontex direttamente nel territorio dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, modalità alternative di assistenza Frontex sono attualmente in fase di preparazione. Ogni altra misura complementare adottata nel lato nord di tale frontiera dovrebbe essere eseguita nel quadro dell'Unione.

La capacità dell'Unione di mantenere uno spazio senza controlli alle frontiere interne dipende dalla sicurezza delle frontiere esterne. Il sistema di Schengen prevede una grande flessibilità per consentire agli Stati membri di rispondere all'evoluzione delle circostanze. Le norme ammettono una risposta a situazioni specifiche attraverso il ripristino temporaneo dei controlli di frontiera in tutte le frontiere interne di uno Stato membro, o specifiche parti delle stesse, a motivo di una minaccia grave per la sicurezza interna o l'ordine pubblico. Il continuo aumento del numero di migranti e rifugiati in arrivo ha indotto gli Stati membri ad adottare misure eccezionali di extrema ratio, quali la costruzione di recinzioni e il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere interne 25 . Il codice frontiere Schengen stabilisce termini per il ripristino dei controlli di frontiera, adeguati alla loro natura eccezionale; una loro estensione è possibile soltanto a condizioni rigorosamente definite. Tali misure dovrebbero essere eliminate dopo un periodo complessivo di otto mesi, a meno che il Consiglio raccomandi che i controlli di frontiera siano prolungati oltre tale periodo, poiché persistono le gravi carenze nel controllo alle frontiere esterne individuate in una relazione di valutazione Schengen, alle quali non è stato posto rimedio, e qualora il funzionamento generale dello spazio Schengen sia a rischio e vi sia una grave minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza interna.

Nel quadro della valutazione ordinaria della gestione delle frontiere esterne, nel novembre 2015 è stata effettuata una visita di valutazione Schengen senza preavviso alle frontiere esterne della Grecia. Due gruppi composti da esperti degli Stati membri e della Commissione hanno valutato la frontiera marittima greca (due isole del Mar Egeo) e la frontiera terrestre con la Turchia. Dopo aver dato alle autorità greche l'opportunità di presentare osservazioni sui dati della relazione, la stessa ha ricevuto il parere positivo degli Stati membri riuniti nel comitato di valutazione di Schengen. Il 2 febbraio la Commissione ha concluso che le insufficienze individuate costituiscano gravi carenze e il Consiglio sta ora considerando le raccomandazioni atte a porvi rimedio. La Commissione è pronta ad adottare le misure di attuazione adeguate che faranno seguito alla decisione del Consiglio.

I costi del ripristino dei controlli alle frontiere interne

La stabilizzazione del sistema Schengen grazie all'applicazione dei suoi meccanismi di salvaguardia è essenziale al fine di garantire la successiva eliminazione di tutti i controlli alle frontiere interne. Se ciò non avvenisse significherebbe non solo privare le persone degli enormi vantaggi offerti dalla libera circolazione attraverso le frontiere, ma rischierebbe anche di generare ingenti costi economici per i cittadini e le imprese, compromettendo il mercato unico 26 . Se i controlli alle frontiere sono reintrodotti in maniera più sistematica e durevole i costi diretti potrebbero essere ingenti, in particolare per i lavoratori transfrontalieri dell'UE, i trasportatori di merci su strada e la pubblica amministrazione. Il libero scambio di beni all'interno dell'UE ammonta attualmente a oltre 2 800 miliardi di euro in valore e 1 700 milioni di tonnellate in volume. Le stime suggeriscono che reintrodurre i controlli alle frontiere interne su base sistematica e a lungo termine potrebbe costare tra 5 e 18 miliardi di euro di soli costi diretti generali 27 . L'impatto andrebbe ben oltre il settore dei trasporti, incidendo sul volume e sui costi del commercio di beni e sull'efficienza del settore logistico europeo, con un probabile aumento dei prezzi. Vi sarebbero anche nuove difficoltà sul mercato del lavoro — l'1% dei lavoratori che vivono nei paesi Schengen sono lavoratori frontalieri e saranno interessati dal ripristino dei controlli 28 .

Se ai controlli alle frontiere si aggiunge una frammentazione della politica comune dell'UE in materia di visti, le simulazioni indicano un impatto potenziale considerevole per l'industria del turismo (tra i 10 e i 20 miliardi di euro, pari allo 0,07%-0,14% del PIL dell'UE). Se è messo in moto un processo che mette a rischio il grado di approfondimento dell'integrazione economica, compreso il corretto funzionamento dell'Unione economica e monetaria, a medio termine i costi indiretti potrebbero essere enormemente superiori alle stime dirette, poiché l'incidenza sugli scambi intracomunitari, sugli investimenti e sulla mobilità sarebbe senza precedenti.

Una soluzione sostenibile alle frontiere esterne

Nel dicembre 2015 la Commissione ha adottato un pacchetto sulle frontiere inteso ad aiutare a gestire meglio la migrazione e a rispondere alle minacce alla sicurezza nell'UE, salvaguardando nel contempo il principio di libera circolazione nello spazio Schengen. Il fulcro di questo pacchetto è la proposta della Commissione, del 15 dicembre 2015, relativa alla guardia costiera e di frontiera europea 29 . La proposta consiste nell'istituire un sistema comune che permetterà di aumentare notevolmente l'efficacia dei controlli lungo le frontiere esterne, individuare le carenze in tempi molto più rapidi, e definire chiare misure operative per porvi rimedio 30 . Non appena possibile, Frontex dovrebbe diventare un'Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera con nuovi compiti e responsabilità, e dotata di risorse proprie che le consentano di intervenire sul piano operativo alle frontiere esterne quando è necessaria un'azione urgente. Oltre a raddoppiare l'attuale organico di Frontex, l'Agenzia sarà in grado di attingere a una riserva di almeno 1 500 esperti nazionali che potranno essere inviati entro tre giorni. Ciò porrebbe rimedio al problema che attualmente Frontex incontra, vale a dire il fatto che gli Stati membri non rispondono alle sue chiamate per l'invio di guardie di frontiera nazionali. La proposta risponde a una necessità urgente, e i confini dell'UE continueranno ad essere vulnerabili finché non è in vigore. Nelle conclusioni del dicembre 2015 il Consiglio europeo ha invitato il Consiglio a raggiungere un accordo in tal senso entro il mese di giugno. La Commissione appoggia la richiesta dei leader che vogliono accelerare l'istituzione della nuova guardia costiera e di frontiera europea e di renderla operativa durante l'estate. 

La Commissione ha anche presentato una proposta recante una modifica mirata al codice frontiere Schengen in modo da introdurre verifiche sistematiche obbligatorie dei cittadini dell'UE nelle relative banche dati alle frontiere esterne 31 . Ciò costituirebbe un importante contributo alla sicurezza, specificamente nel contesto dei combattenti terroristi stranieri. Resteranno obbligatori i controlli sistematici nelle banche dati pertinenti dei cittadini di paesi terzi in ingresso e in uscita.

Prossime tappe principali:

Il Parlamento europeo e il Consiglio dovrebbero accordarsi, quanto prima e al più tardi entro giugno, sull'istituzione della guardia costiera e di frontiera europea, di modo che possa diventare operativa durante l'estate.

Tutti i paesi dei Balcani occidentali dovrebbero passare dall'allerta rapida in caso di modifiche alle norme e procedure sulle frontiere al ripristino della piena applicazione del diritto unionale e internazionale.

La Grecia dovrebbe porre rapidamente rimedio alle gravi carenze individuate attraverso le procedure di salvaguardia di Schengen, compreso il pieno controllo del confine con l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia.

Qualsiasi assistenza supplementare a favore dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia dovrebbe essere adottate entro un quadro dell'UE.

III.4    Rispondere ai bisogni elementari di migranti e rifugiati

L'imperativo umanitario e i diritti fondamentali sono principi guida dell'approccio dell'UE ai rifugiati e ai migranti. Essi sono i motori di molte delle azioni specifiche in corso: ricerca e soccorso nel Mediterraneo e del mar Egeo, cooperazione con i paesi che affrontano un enorme afflusso di rifugiati per migliorare aspetti come la capacità di accoglienza, e misure intese ad aiutare gli Stati membri ad assistere le persone bisognose e a sostenere l'integrazione.

Vi sono due aspetti fondamentali che devono essere rispettati nel modo in cui l'UE e i suoi Stati membri trattano i migranti e i rifugiati. Il primo riguarda l'accesso al sistema di asilo e la possibilità di chiedere protezione internazionale: la relativa procedura deve essere rapida, efficace e offrire l'occasione per esaminare ciascun caso sulla base dei meriti, e prevedere adeguate procedure di ricorso. Il diritto di non respingimento 32 deve sempre essere tutelato. Il secondo aspetto riguarda le condizioni di trattamento dei migranti e dei rifugiati. Le norme fondamentali devono rispettare i diritti umani e la dignità di tutti.

L'agenda europea sulla migrazione pone un accento particolare sulla necessità di proteggere i minori e di dare seguito al piano d'azione sui minori non accompagnati (2010-2014) 33 . Questo lavoro, attualmente in corso, è volto ad adottare un approccio globale per la tutela dei minori in tutta la catena migratoria. La priorità per le categorie vulnerabili, in particolare i minori non accompagnati, è un principio incardinato anche nel processo di ricollocazione. La protezione e la salvaguardia dei minori dovrebbero essere pienamente integrate nei punti di crisi. Lo stato di avanzamento dei lavori in corso e a breve termine è riportato nell'allegato 6.

 

È inoltre evidente che la crisi migratoria è stata sfruttata da reti criminali coinvolte nella tratta di esseri umani soprattutto delle persone più vulnerabili, in particolare le donne e i bambini. Le ricerche indicano che in alcuni Stati membri sono state prese di mira le strutture di accoglienza e che in certi casi fino al 60% dei minori non accompagnati risultano dispersi, con serio rischio che cadano vittime delle reti dedite alla tratta di esseri umani. Europol rileva che vi è una forte convergenza tra i trafficanti transfrontalieri di migranti e le bande responsabili del loro sfruttamento nel commercio sessuale o nel lavoro forzato. È pertanto essenziale che dalla prima fase del metodo basato sui punti di crisi, le vittime, effettive o potenziali, della tratta di esseri umani siano individuate e informate dei loro diritti e che sia posto in essere il necessario coordinamento con le autorità di polizia e giudiziarie per garantire che i trafficanti siano identificati e sottoposti ad azioni penali.

Con l'inasprimento dei controlli alle frontiere, che è la tendenza attuale lungo la rotta dei Balcani occidentali, l'UE dovrebbe prepararsi ad intensificare l'assistenza umanitaria lungo l'intero percorso con breve preavviso. A tal fine l'UE deve potenziare la propria capacità di fornire assistenza umanitaria esterna e realizzare le capacità necessarie sul piano interno per sostenere i paesi che devono affrontare l'arrivo di un gran numero di rifugiati e migranti.

Prossime tappe principali:

Gli Stati membri dovrebbero prestare particolare attenzione alle esigenze dei minori non accompagnati nell'applicare il metodo basato sui punti di crisi ed eseguire la ricollocazione.

Rafforzare la capacità dell'Unione europea di fornire assistenza umanitaria a paesi terzi e istituire la capacità di fornire assistenza umanitaria all'interno dell'UE per sostenere i paesi che devono affrontare l'arrivo di un gran numero di rifugiati e migranti.

La Commissione intende concentrare i finanziamenti per rafforzare le azioni a tutela dei minori, durante la migrazione, compresa l'istruzione e programmi di protezione per i minori all'interno e all'esterno dell'UE.

 

III.5    Far funzionare i rimpatri e le riammissioni

Il sistematico e celere rimpatrio dei migranti in posizione irregolare è un elemento indispensabile di una gestione efficace della migrazione e un potente deterrente per l'immigrazione irregolare. L'UE è pienamente impegnata a tutelare le persone che fuggono da violenze e conflitti. Ma i migranti che non necessitano di protezione devono essere effettivamente rimpatriati nei loro paesi di origine o nei paesi di transito, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umani. Un sistema di rimpatrio efficace è altresì essenziale affinché le risorse possano essere concentrate per accogliere le persone bisognose di protezione. È necessario agire sia all'interno dell'UE che con i paesi terzi. Tuttavia, i sistemi nazionali di rimpatrio devono far fronte a numerosi problemi pratici: mancanza di documenti di viaggio, mancanza di capacità di trattenimento negli Stati membri, lunghe ed inefficaci procedure nazionali che possono agevolare la fuga, e paesi di origine che ostacolano la riammissione. I tassi di rimpatrio effettivi sono stati bassi nel 2014: 16% in determinati casi per i paesi africani e anche il tasso medio dell'UE - 40% - è di per sé troppo basso.

Migliorare il sistema di rimpatrio

Dato il crescente numero di migranti osservato nel 2015 e previsto per il 2016, la capacità di rimpatrio dell'UE deve essere rafforzata e migliorata. Un sistema di rimpatrio efficace è fondamentale per la sostenibilità delle politiche migratorie dell'Europa: se desidera accogliere le persone bisognose di protezione, l'Europa deve rimpatriare senza indugio tutti coloro che non hanno il diritto di soggiornarvi. Fino ad oggi gli Stati membri non sono stati pienamente efficaci nel porre in essere sistemi nazionali in grado di far fronte a tale sfida, compromettendo così la credibilità del sistema di rimpatrio dell'UE nel suo insieme. Il piano d'azione della Commissione sul rimpatrio 34 offre un percorso verso un solido sistema di rimpatrio a livello nazionale ed europeo.

È necessario agire sia all'interno dell'UE che con i paesi terzi. All'interno dell'UE, è importante che gli Stati membri applichino correttamente e interamente la direttiva sui rimpatri e collaborino con la Commissione per individuare e affrontare gli ostacoli giuridici e pratici a rimpatri effettivi — dall'adozione delle decisioni di rimpatrio fino a garantire che i rimpatriandi non riescano ad eludere il processo, tutelando al contempo i diritti umani di base e le esigenze di protezione di tutti. In dicembre la Commissione ha presentato una proposta per un nuovo documento di viaggio europeo per i rimpatri 35 . Il rimpatrio volontario rimane l'opzione preferita — essendo la più dignitosa e la più efficiente in termini di costi — ed è finanziato tramite il bilancio dell'UE, così come i programmi congiunti e lo scambio delle migliori pratiche. Tuttavia, spesso i migranti accettano il rimpatrio volontario solo se sussiste una seria e credibile prospettiva di essere rimpatriati contro la loro volontà. Gli Stati membri devono quindi assicurare che questa prospettiva sia reale.

L'approccio della Commissione si avvale di un sostegno pratico e finanziario. Consiste nell'istituire un sistema integrato di gestione dei rimpatri, che riunisce tutte le reti degli Stati membri e dell'UE che operano nel settore del rimpatrio e del reinserimento. Frontex ha coordinato 66 voli di rimpatrio congiunti e un totale di 3 565 migranti sono stati rimpatriati in tali operazioni congiunte nel 2015 36 . Il bilancio di Frontex per il rimpatrio è stato notevolmente incrementato per il 2016 — le operazioni di rimpatrio congiunte potranno beneficiare di una dotazione di 65 milioni di euro, contro i circa 10 milioni di euro precedentemente. I risultati saranno visibili nelle prossime settimane nel corso di operazioni specifiche a supporto del rimpatrio di migranti irregolari dalla Grecia e dall'Italia.

Cooperazione con i paesi terzi in materia di rimpatrio e riammissione

Il rimpatrio di migranti che si trovano in situazione irregolare e che non necessitano di protezione internazionale è una componente essenziale della politica migratoria dell'Unione. I paesi terzi hanno l'obbligo di riammettere i propri cittadini. Ma le persistenti difficoltà al riguardo e le tendenze della migrazione irregolare nel 2015 hanno ora reso il rimpatrio e la riammissione una delle principali priorità nelle relazioni dell'UE con i paesi terzi di origine e/o di transito 37 . La Commissione e gli Stati membri stanno studiando la possibilità di incentivi, positivi e negativi, che possano essere utilizzati per garantire l'applicazione effettiva degli accordi di riammissione esistenti o per concludere nuovi accordi. Ciò è conforme alla richiesta fatta nell'ottobre 2015 dal Consiglio europeo di definire pacchetti globali e su misura intesi a sottolineare ai partner l'importanza della cooperazione nel settore della riammissione per le relazioni nel loro insieme. I pacchetti di incentivi e strumenti di pressione, comprese le preferenze commerciali, dovrebbero essere applicati in maniera coordinata da parte dell'Unione europea e dei suoi Stati membri. I primi risultati dovrebbero essere esposti al Consiglio europeo di marzo.

Particolare attenzione è rivolta al miglioramento della cooperazione in materia di rimpatrio e di riammissione con determinati partner. L'accento è posto sui paesi terzi che presentano un basso coefficiente di rimpatrio e con i quali i negoziati per la conclusione di un accordo di riammissione non progrediscono, quali Algeria o Marocco, o quelli in cui l'accordo di riammissione già concluso non è attuato correttamente, ad esempio il Pakistan. Nel caso del Pakistan, nonostante i contatti ad alto livello dell'UE e gli sforzi profusi nel corso del 2015, l'attuazione dell'accordo di riammissione esistente ha incontrato una serie di ostacoli. Inoltre, particolare attenzione viene prestata ai paesi dai quali sono notevolmente aumentati gli ingressi irregolari, come Afghanistan e Bangladesh: oltre 200 000 afghani sono entrati nell'UE attraverso la Grecia nel 2015, mentre il numero di bangladesi che entrano irregolarmente è triplicato tra il 2014 e il 2015.

In Africa, a seguito del piano d'azione di La Valletta, la Commissione sta lavorando in stretta cooperazione con i paesi dell'Africa subsahariana per consentire a tali paesi di origine di conformarsi all'obbligo giuridico di riammettere i propri cittadini ai sensi dell'accordo di Cotonou. I tassi di rimpatrio effettivi oggi sono bassi: essi raggiungono il 16% in determinati casi, un tasso notevolmente inferiore alla media UE del 40%, che già è troppo bassa. Le misure intese a migliorare tale situazione cercano di individuare mezzi pratici per aiutare i paesi in questione ad attuare i loro impegni in materia di riammissione.

Paesi terzi sicuri

La direttiva sulle procedure di asilo stabilisce che gli Stati membri hanno la possibilità di non esaminare nel merito una domanda d'asilo quando, a motivo di un legame sufficiente con un «paese terzo sicuro», il richiedente può invece cercare protezione in detto Stato. In presenza delle condizioni necessarie, questa disposizione consente agli Stati membri di chiudere la procedura di asilo e di rimpatriare il richiedente asilo verso il paese terzo in questione. In questa fase, tuttavia, non tutti gli Stati membri prevedono l'applicazione di questa possibilità nella loro legislazione nazionale, oppure lo fanno in condizioni limitative 38 . Tutti gli Stati membri dovrebbero prevedere nella loro legislazione nazionale la nozione di paese terzo sicuro e applicare tale disposizione quando le condizioni sono soddisfatte. 

In questo contesto, la Commissione sottolinea che il concetto di paese terzo sicuro definito nella direttiva procedure 39 richiede che esista la possibilità di beneficiare di una protezione conformemente alla convenzione di Ginevra, ma non richiede che il paese terzo abbia ratificato tale convenzione senza riserva geografica. Inoltre, per quanto riguarda la questione dell'esistenza di un legame con il paese terzo in questione, e quindi della ragionevolezza per il richiedente asilo di recarsi in tale paese, si può altresì tener conto dell'eventuale transito del richiedente attraverso detto paese terzo, oppure della vicinanza geografica del paese terzo al paese di origine del richiedente.

 

Prossime tappe principali:

In collaborazione con la Commissione, gli Stati membri dovrebbero porre rapidamente rimedio agli ostacoli e alle strozzature a livello amministrativo affinché le procedure di rimpatrio siano effettuate in modo sistematico e rapido.

Con la piena partecipazione degli Stati membri, sulla base delle loro relazioni bilaterali, è necessario intensificare il dialogo con i paesi prioritari al fine di predisporre pacchetti di incentivi e strumenti di pressione per migliorare i tassi di riammissione.

Tutti gli Stati membri dovrebbero prevedere nella loro legislazione nazionale la nozione di paese terzo sicuro e applicarla qualora le condizioni siano soddisfatte.

III.6    Attuare il piano d'azione comune UE-Turchia

L'attuazione del piano d'azione comune UE-Turchia sarà fondamentale per arginare l'afflusso di migranti irregolari nelle settimane e nei mesi a venire, tenendo presente che i volumi di arrivi irregolari sono rimasti eccezionalmente elevati durante l'inverno, nonostante le condizioni climatiche. Subito dopo l'attivazione del piano d'azione comune, la Turchia ha adottato misure importanti per la sua realizzazione. Grazie alle misure intese ad aprire il mercato del lavoro turco ai siriani che beneficiano della protezione temporanea, i rifugiati dovrebbero poter trovare un'occupazione legale molto più facilmente. Altre iniziative in corso sono dirette a eliminare gli ostacoli alla cooperazione con le agenzie dell'UE per combattere il traffico di migranti e la migrazione irregolare, così come a ricorrere all'informazione per scoraggiare i rifugiati dall'intraprendere viaggi pericolosi verso l'Europa. La Turchia ha segnalato un aumento del numero di migranti in situazione irregolare e di trafficanti - nel 2015 ne sono stati arrestati 3 700 - ma la cooperazione in materia di contrasto della criminalità e giudiziaria deve essere rafforzata.

Contatti intensivi hanno avuto luogo con le autorità turche per fare in modo che sia avviato il più rapidamente possibile il finanziamento di progetti che rientrano nelle azioni concrete previste nell'ambito dello strumento a favore dei rifugiati in Turchia, al quale è assegnata una dotazione di 3 miliardi di euro. In collaborazione con le autorità turche, la Commissione ha avviato una valutazione delle necessità dei siriani che beneficiano di protezione temporanea in Turchia alla fine del 2015. Una prima sintesi di tale valutazione dovrebbe essere completata per metà febbraio, in modo da individuare i progetti che possono essere finanziati attraverso lo strumento. I settori prioritari sono l'assistenza umanitaria ai rifugiati, il sostegno socioeconomico, l'integrazione nel mercato del lavoro, l'assistenza sanitaria e l'inclusione sociale, le infrastrutture comunali e la gestione del flusso di rifugiati 40 .

Sarà parimenti importante realizzare progressi in materia di riammissione. L'efficace attuazione dell'accordo di riammissione UE-Turchia 41 , per quanto riguarda sia la riammissione dei propri cittadini da parte della Turchia e, a partire dal 1º giugno 2016 42 , la riammissione di cittadini di altri paesi che abbiano transitato attraverso il territorio turco sul loro percorso verso l'UE, sarebbero essenziali. Parallelamente, si sono svolti intensi sforzi per rendere più efficace l'accordo bilaterale Turchia-Grecia sulla riammissione riguardante i cittadini di altri paesi, ma sinora l'attuazione è ben poco rispettata. La Commissione sta esaminando le ulteriori misure di sostegno che potrebbero essere adottate ed è disposta a collaborare di concerto con le autorità turche e greche per intensificare i rimpatri verso la Turchia nel quadro dell'accordo bilaterale esistente, in attesa della piena entrata in vigore dell'accordo tra l'UE e la Turchia.

Prossime tappe principali:

La Commissione e gli Stati membri dovrebbero avviare con urgenza i primi interventi nell'ambito dello strumento a favore dei rifugiati in Turchia.

Le misure adottate dalla Turchia e dall'UE devono produrre risultati rapidi e reali nell'arginare i flussi irregolari e nell'assicurare efficaci rimpatri degli immigrati irregolari.

III.7    Sostenere i rifugiati al di fuori dell'UE            

La situazione dei siriani è allarmante: 13,5 milioni di siriani hanno bisogno di assistenza umanitaria — tra cui sei milioni di minori. Nel 2016 la Commissione intende mantenere il livello elevato di assistenza umanitaria fornita nel 2015 per soddisfare le più urgenti esigenze dei rifugiati nella regione colpita dalla crisi siriana. All'interno della Siria, malgrado l'intensificarsi del conflitto e il peggioramento della situazione umanitaria, con nuove ondate di sfollamento, l'UE garantirà che l'assistenza - in termini di cibo, acqua, alloggi e istruzione - venga fornita alle persone bisognose, con particolare attenzione per le fasce più vulnerabili. Il Fondo fiduciario per la Siria destinerà 350 milioni di euro per aiuti d'emergenza destinati a 1,5 milioni di rifugiati e alle comunità di accoglienza che sono state messe a dura prova in Libano, Turchia, Giordania e Iraq, per esigenze di base quali l'istruzione, le cure sanitarie e l'igiene. La Commissione intende ora attuare rapidamente gli impegni assunti e intende esplorare tutte le opzioni politiche da seguire. Per esempio, sta sviluppando metodi innovativi per utilizzare le preferenze commerciali a sostegno dei rifugiati in Giordania. Gli Stati membri devono inoltre dare rapida attuazione ai loro impegni per contribuire a creare un miglioramento reale in loco.

La comunità internazionale deve continuare a intensificare gli sforzi collettivi volti ad aiutare i rifugiati siriani. L'UE deve cogliere l'opportunità che le si offre di sottolineare la necessità di uno sforzo a livello mondiale in una serie di consessi internazionali. A tal fine, deve preparare con attenzione la riunione ad alto livello sulla condivisione delle responsabilità a livello globale attraverso percorsi di accoglienza dei profughi siriani, organizzata dall'UNHCR a Ginevra il 30 marzo, il vertice umanitario delle Nazioni Unite a Istanbul nel maggio 2016 e il vertice sulla gestione dei vasti movimenti di profughi e migranti, che si terrà nell'ambito dell'Assemblea generale dell'ONU nel settembre 2016. Tali occasioni permetteranno nuovamente all'UE e alla comunità internazionale di dimostrare il loro sostegno a lungo termine alla Siria e ai paesi limitrofi.

Affrontare le cause di fondo del fenomeno dello sfollamento in altre regioni

L'UE sta inoltre potenziando il sostegno dei rifugiati e dei paesi di accoglienza in altre parti del mondo che sono alle prese con situazioni di sfollamento forzato. A metà del 2015 nell'Africa subsahariana si contavano 4,1 milioni di rifugiati e 11,4 milioni di sfollati all'interno del proprio paese. Il Sudan e l'Etiopia ospitano oltre 1 milioni di rifugiati provenienti dai paesi vicini, oltre ai quasi 3,5 milioni di sfollati interni. Un'ulteriore pressione proviene dal rapido aumento del numero di giovani in Africa 43 .

Tale situazione richiede un impegno deciso e costante dell'Unione e di altri soggetti globali nei paesi interessati. Risorse finanziarie possono essere fornite rapidamente, in particolare, attraverso il Fondo fiduciario di emergenza per l'Africa. Al fine di assistere i paesi beneficiari del Fondo fiduciario nell'ospitare i rifugiati della regione, devono essere avviati progetti intesi a dare ai rifugiati l'accesso all'istruzione, all'assistenza sociale e al mercato del lavoro, nonché ad aiutare i paesi in questione a gestire le loro frontiere.

Fornire percorsi legali

Un altro strumento per dare sostegno ai rifugiati in modo ordinato consiste nei programmi di reinsediamento o di ammissione per motivi umanitari. Tali programmi offrono delle vie legali per dare protezione a coloro che ne hanno bisogno, senza che debbano ricorrere ai viaggi pericolosi che hanno causato tante tragedie umane. Il reinsediamento è un approccio globale e i partner che collaborano con l'UNHCR nel mondo sono in grado di sostenere lo sforzo globale per aiutare quanti necessitano di protezione internazionale.

A seguito della raccomandazione della Commissione del giugno 2015 44 , un programma di reinsediamento per 22 504 persone è stato approvato per aiutare gli sfollati provenienti da paesi extra-UE che sono in evidente bisogno di protezione internazionale. L'effettivo reinsediamento nell'ambito del programma concordato avverrebbe dietro richiesta dell'UNHCR e durerebbe due anni. Sulla base delle informazioni trasmesse dagli Stati che partecipano all'azione, 3 358 persone sono state reinsediate entro fine 2015 45 . Gli impegni concordati devono essere onorati tempestivamente. In aprile, basandosi sull'esperienza pratica acquisita finora, la Commissione presenterà un'iniziativa di reinsediamento orizzontale per garantire un approccio collettivo al reinsediamento e per incardinarlo quale strumento essenziale che disciplina le modalità con cui l'UE assiste i paesi che accolgono un gran numero di rifugiati e fornisce loro protezione senza che essi debbano cadere nelle reti dei trafficanti di esseri umani e intraprendere percorsi clandestini pericolosi.

Il programma volontario di ammissione umanitaria gestito con la Turchia 46  deve essere istituito rapidamente per fornire un percorso legale che permetta agli Stati membri di offrire protezione internazionale alle persone sfollate a causa del conflitto in Siria, e gli Stati membri dovrebbero accelerare i lavori sulla raccomandazione della Commissione. L'attivazione del sistema è subordinato alla riduzione del numero di persone che attraversano irregolarmente la frontiera passando dalla Turchia e può essere adattata in funzione delle dimensioni della popolazione di rifugiati in tale paese. Una rapida adozione e attuazione contribuirebbero enormemente all'instaurazione di relazioni efficaci con la Turchia in materia di migrazione e al completamento delle azioni previste nel quadro del piano d'azione comune UE-Turchia.

Prossime tappe principali:

L'UE deve concretizzare in tempi rapidi gli impegni assunti alla conferenza di Londra. 

L'UE e i suoi Stati membri devono aumentare il loro impegno ad affrontare le cause di fondo del fenomeno dello sfollamento, migliorando la cooperazione di assistenza e conseguendo l'obiettivo (0,7%) fissato per aiuto pubblico allo sviluppo (APS).

Gli impegni nazionali al Fondo fiduciario di emergenza per l'Africa e al Fondo fiduciario per la Siria dovrebbero aumentare fino a corrispondere al contributo dell'UE.

Gli Stati membri dovrebbero accelerare il reinsediamento, come concordato nel 2015 e approvare rapidamente il programma volontario di ammissione umanitaria gestito con la Turchia, come raccomandato dalla Commissione il 15 dicembre 2015.

In aprile, la Commissione proporrà un'iniziativa di reinsediamento su scala UE al fine di potenziare sensibilmente gli sforzi di reinsediamento.

IV    ATTUAZIONE DELLA LEGISLAZIONE DELL'UE/INFRAZIONI

Nel settembre 2015 la Commissione ha avviato un'iniziativa intesa ad aprire o proseguire una serie di procedimenti riguardanti la piena e corretta attuazione della legislazione in materia di procedure di asilo, condizioni di accoglienza, regolamenti Dublino e Eurodac, rilevamento delle impronte digitali e rimpatrio. Nel settore dell'asilo, nel 2015 la Commissione ha adottato un totale di 58 decisioni (lettere di costituzione in mora e pareri motivati) concernenti il recepimento e il rispetto dell'acquis dell'UE in materia di asilo a partire dal 23 settembre 2015.

Dopo i provvedimenti adottati in settembre, diversi Stati membri hanno comunicato alla Commissione la legislazione nazionale che ritengono recepisca pienamente le direttive in questione. I servizi della Commissione stanno attualmente valutando la completezza delle misure notificate 47 . In mancanza di notifica completa, la Commissione ha deciso in data odierna di inviare un parere motivato in 9 casi.

Per quanto riguarda la direttiva rimpatri, la Commissione ha inviato lettere amministrative a 10 Stati membri chiedendo chiarimenti in merito all'adozione delle decisioni di rimpatrio e sulle misure adottate per garantirne l'effettiva esecuzione. La Commissione lavora in stretto contatto con gli Stati membri interessati per individuare i problemi e le strozzature che attualmente ostacolano i rimpatri e le azioni da intraprendere per porvi rimedio, in modo da aumentare il tasso dei rimpatri e garantire il pieno rispetto degli obblighi vigenti.

Il lavoro della Commissione in materia di attuazione e di infrazioni è una dimostrazione del fatto che una delle debolezze del sistema di gestione della migrazione dell'UE, in particolare del sistema europeo comune di asilo, consiste nell'incompleto recepimento e nell'incoerente attuazione della normativa sottostante. La Commissione si sta adoperando per aiutare gli Stati membri a raggiungere la totale conformità della legislazione nazionale e continuerà ad avvalersi pienamente dei poteri conferitile dai trattati per dare seguito ai procedimenti d'infrazione, reale o potenziale, al fine di garantire il pieno rispetto delle norme UE stabilite di comune accordo.

V    CONCLUSIONI

In vista del Consiglio europeo di febbraio, è urgente fare il necessario per ripristinare l'ordine nel sistema di migrazione e imporre il controllo dei flussi irregolari attraverso la rotta del Mediterraneo orientale/dei Balcani occidentali. Il Consiglio europeo si dovrebbe impegnare ad adottare le misure necessarie, e le istituzioni e agenzie dell'UE e tutti gli Stati membri dovrebbero attuarle con determinazione.

Una buona gestione delle frontiere richiede che tutti i nuovi arrivati siano effettivamente registrati e indirizzati alle procedure nazionali di asilo, alle procedure di ricollocazione o a quelle di rimpatrio in base alle disposizioni di Dublino dell'UE. La piena applicazione del diritto dell'UE in materia di asilo e di gestione delle frontiere così come l'attuazione delle decisioni collettive adottate negli ultimi dodici mesi garantirebbero una condivisione equa delle responsabilità tra gli Stati membri dell'UE, ognuno dei quali sarebbe così in grado di farvi fronte.

Eliminare gli incentivi alla migrazione irregolare richiede anche un miglioramento delle condizioni nei paesi di origine, la cooperazione con i principali paesi di transito come la Turchia, l'introduzione di canali legali e affidabili per la migrazione, e il rimpatrio e la riammissione sistematici, tempestivi ed efficaci delle persone che non hanno il diritto di soggiornare nell'Unione.

All'Unione europea incombe l'obbligo giuridico e morale, oltre ad una responsabilità storica, di offrire protezione a coloro che ne hanno bisogno. Quella dei rifugiati è una crisi che, collettivamente, l'Europa può — e deve — gestire. Ciò richiede una risposta concertata di tutti i paesi, le istituzioni e le agenzie dell'UE su più fronti per attuare le misure concordate. La Commissione continuerà a dedicare tutte le sue energie ad assistere e sostenere gli Stati membri nello svolgimento delle rispettive responsabilità.

Allegati

Allegato 1: Piano d'azione comune UE-Turchia — Relazione sull'attuazione        

Allegato 2: Grecia – Relazione sullo stato dei lavori            

Allegato 3: Italia – Relazione sullo stato dei lavori            

Allegato 4: Ricollocazione – Stato dei lavori                

Allegato 5: Follow-up della riunione dei leader sui Balcani occidentali – Relazione sullo stato dei lavori    

Allegato 6: Azioni in corso per la protezione dei minori migranti

Allegato 7: Impegni degli Stati membri verso i fondi fiduciari — Situazione attuale    

Allegato 8: Attuazione del diritto dell'Unione— Situazione attuale

Allegato 9: Sostegno degli Stati membri al meccanismo di protezione civile per Serbia, Slovenia, Croazia e Grecia

(1)

     Le risorse per l'operazione Triton nel Mediterraneo centrale sono state triplicate nel maggio scorso e 155 000 persone sono state soccorse tra il 1º gennaio 2015 e il 31 gennaio 2016. In dicembre 2015 l'azione nel Mediterraneo orientale è stata rafforzata attraverso Poseidon, e nello stesso periodo sono state soccorse oltre 107 000 persone.

(2)

     Oltre ad essere un polo d'informazione, il Centro (formato da 30 persone) potenzierà la cooperazione tra i principali organismi quali le unità di informazione finanziaria, l'unità addetta alle segnalazioni su Internet e i punti di contatto nazionali degli Stati membri.

(3)

         Comunicazioni della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio: relazioni sui progressi compiuti nell'attuazione dei punti di crisi in Grecia (COM(2015) 678 final) e in Italia (COM(2015) 679 final) del 15 dicembre 2015. Cfr. gli allegati 2 e 3.

(4)

         L'Italia e la Grecia sono tra i quattro Stati membri (assieme a Cipro e alla Croazia) nei cui confronti la Commissione aveva avviato un procedimento d'infrazione relativo al regolamento Eurodac.

(5)

     L'attuale richiesta Frontex ha ricevuto un tasso di risposta dell'83%. L'EASO ha richiesto 374 esperti e ne sono stati messi a disposizione 201. 

(6)

         Al forum su ricollocazione e reinsediamento con gli Stati membri organizzato dalla Commissione in settembre, sono state concordate le diverse azioni per attuare la ricollocazione nella pratica.

(7)

         Tra cui 20 milioni di euro in sovvenzioni concesse a dicembre per favorire l'attuazione in Grecia e una somma forfettaria di 6 000 euro per gli Stati membri per ogni persona ricollocata e 500 euro per i costi di trasferimento; questi ultimi saranno erogati agli Stati membri nella prossima tranche di fondi nell'ambito dei programmi nazionali AMIF e ISF.

(8)

         Inglese, francese, spagnolo, italiano, portoghese, arabo, farsi, armeno, pashto, russo, somalo, albanese, tigrinya e urdu.

(9)

         Oltre a 8 milioni di euro aggiuntivi nell'ambito del programma regionale.

(10)

     Cfr. allegato 7. Finora sono stati impegnati 654 milioni di euro per il Fondo fiduciario per la Siria, con 594 milioni di euro provenienti dal bilancio dell'UE, ma solo 60,5 milioni di euro provenienti da 19 Stati membri.

(11)

     Cfr. allegato 7.

(12)

     Ad esempio: Mali: 3 progetti per un valore di 43,5 milioni di euro per sostenere le autorità locali e la popolazione vulnerabile nel nord del Mali e per creare posti di lavoro in tutto il paese; Niger: due progetti per un valore di 32 milioni di euro che dovranno essere attuati nella regione di Agadez per aiutare le autorità a gestire i flussi migratori e promuovere alternative sostenibili alla migrazione irregolare; Senegal: un progetto del valore di 8 milioni di euro per aiutare le persone più vulnerabili nel paese migliorando le condizioni di vita e la resilienza delle popolazioni locali; processo di Khartoum: un progetto del valore di 40 milioni di euro per una migliore gestione della migrazione mediante lo sviluppo di capacità, la fornitura di materiale di base, lo sviluppo di politiche e normative in materia di tratta e traffico di esseri umani e la sensibilizzazione ai rischi della migrazione irregolare; Etiopia: un progetto del valore di 20 milioni di euro per migliorare le condizioni di vita dei migranti e dei rimpatriati attraverso la formazione professionale, la microfinanza e la creazione di posti di lavoro, allo scopo di creare le condizioni per il rimpatrio e la reintegrazione dei rifugiati etiopi; Somalia: un progetto del valore di 50 milioni di euro per sostenere la gestione del rimpatrio volontario di rifugiati somali in regioni stabili della Somalia, creando un ambiente favorevole al rimpatrio e alla reintegrazione.

(13)

     Il piano d'azione comune è stato attivato al vertice dei capi di Stato o di governo dell'UE con la Turchia il 29 novembre 2015. Cfr. allegato 1.

(14)

     Due in Italia e uno in Grecia.

(15)

     Tale sostegno deve inoltre essere mantenuto nel periodo in cui giunge a termine il mandato dei singoli esperti — si corre infatti il rischio reale che i progressi compiuti si arrestino se gli esperti sono rimpatriati senza adeguata sostituzione.

(16)

     Cfr. allegato 2.

(17)

     Cfr. allegato 3.

(18)

     Lampedusa (dall'ottobre 2015) e Pozzallo (dal 19 gennaio 2016).

(19)

     Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio - Gestire la crisi dei rifugiati: stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione (COM(2015) 510 final del 14 ottobre 2015).

(20)

     Raccomandazione della Commissione alla Repubblica ellenica per l'adozione di misure urgenti da parte della Grecia in vista della ripresa dei trasferimenti ai sensi del regolamento (UE) n. 604/2013 (C(2016) 871 del 10 febbraio 2016).

(21)

     Al Forum su ricollocazione e reinsediamento con gli Stati membri organizzato dalla Commissione in settembre, sono state concordate le diverse azioni per attuare la ricollocazione nella pratica.

(22)

     Rimangono 8 000 posti da attribuire a uno specifico Stato membro nell'ambito del primo meccanismo di ricollocazione (concernente 40 000 persone).

(23)

     Cifre all'8 febbraio 2016. Per i dati completi si veda l'allegato 4.

(24)

     Ciò vale sia per le frontiere esterne che per le frontiere interne nel caso in cui siano stati ripristinati i controlli di frontiera. Uno Stato membro può autorizzare l'ingresso anche nel caso in cui non siano soddisfatte le condizioni d'ingresso, sulla base di motivi umanitari, dopo aver informato gli altri Stati membri.

(25)

     Il ripristino del controllo di frontiera alle frontiere interne da parte dell'Ungheria e della Slovenia è giunto a termine. Francia e Malta hanno anche applicato controlli alle frontiere interne per ragioni non inerenti alla crisi migratoria.

(26)

     Secondo France Stratégie, gli scambi tra i paesi della zona Schengen potrebbero diminuire di almeno il 10% se fossero reintrodotti permanentemente i controlli alle frontiere interne.

(27)

     Lo scenario più probabile comporterebbe 7,1 miliardi di euro di costi supplementari, con un'incidenza sugli autotrasportatori di altri 3,4 miliardi di euro l'anno (se il ritardo medio alla frontiera è di un'ora) fino a oltre 6,7 miliardi di euro l'anno (se il ritardo medio è di due ore), con conseguenze su almeno 57 milioni di operazioni di trasporto internazionale su strada. Per i passeggeri, il trasporto terrestre sarebbe il più interessato dall'allungamento dei tempi di viaggio, i ritardi e la congestione del traffico (2,6 miliardi di euro l'anno), mentre ulteriori procedure di controllo dei documenti costerebbero ai bilanci degli Stati membri circa 1,1 miliardi di euro all'anno.

(28)

     La percentuale di pendolari transfrontalieri è particolarmente elevata in Slovacchia (5,7%), in Estonia (3,5%), Ungheria (2,4%) e Belgio (2,3%).

(29)

     Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla guardia costiera e di frontiera europea e che abroga il regolamento (CE) n. 2007/2004, il regolamento (CE) n. 863/2007 e la decisione 2005/267/CE del Consiglio (COM(2015) 671 final del 15 dicembre 2015).

(30)

     La proposta sarà accompagnata anche da una proposta sulle frontiere intelligenti, al fine di migliorare l'efficienza, l'efficacia e la sicurezza delle frontiere esterne dell'UE utilizzando tecnologie a sostegno della gestione di Schengen.

(31)

     Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 562/2006 per quanto riguarda il rafforzamento delle verifiche nelle banche dati pertinenti alle frontiere esterne (COM(2015) 670 final del 15 dicembre 2015).

(32)

     Questo principio, sancito dal diritto europeo e internazionale, vieta l'espulsione o il respingimento di un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche.

(33)

     Piano d'azione sui minori non accompagnati (2010-2014) (COM (2010) 213 final del 6 maggio 2010).

(34)

     Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio: Piano d'azione dell'UE sul rimpatrio (COM(2015) 453 final del 9 settembre 2015).

(35)

     Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un documento di viaggio per il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente (COM(2015) 668 final del 15 dicembre 2015).

(36)

     La cifra non include le operazioni di rimpatrio nazionali effettuate senza l'assistenza di Frontex.

(37)

     A tale riguardo, un'attenzione particolare sarà prestata ai principali paesi di origine e di transito dei migranti irregolari verso l'UE quali Afghanistan, Algeria, Bangladesh, Etiopia, Ghana, Costa d'Avorio, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Sudan e Tunisia.

(38)

     In occasione di una conferenza stampa tenutasi il 5 febbraio 2016 il ministro greco dell'Interno, Kouroumplis, ha dichiarato che la Repubblica ellenica ritiene la Turchia un «paese terzo di transito sicuro».

(39)

     Articolo 38, paragrafo 1, lettera e), della direttiva procedure (2013/32/UE).

(40)

     Un elenco delle aree prioritarie figura nell'appendice dell'allegato 1.

(41)

     Si tratta di un elemento importante della tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti in Turchia.

(42)

     In linea con il piano d'azione comune, la Commissione ha presentato misure per anticipare al 1º giugno 2016 il termine per l'applicazione di tale disposizione previsto per il 1º ottobre 2017.

(43)

     La popolazione dell'Africa, di cui il 60% ha un'età pari o inferiore a 24 anni, dovrebbe aumentare di quasi 500 milioni di persone entro il 2030 — Fonte: Nazioni Unite, Dipartimento degli affari economici e sociali, Divisione popolazione (2015).

(44)

     Raccomandazione della Commissione, dell'8 giugno 2015, relativa a un programma di reinsediamento europeo (C(2015) 3560 final).

(45)

     Belgio (123), Repubblica ceca (16), Irlanda (163), Italia (96), Paesi Bassi (220), Regno Unito (1 000), Liechtenstein (20), Svizzera (387).

(46)

     Raccomandazione della Commissione, del 15 dicembre 2015, per un programma volontario di ammissione umanitaria gestito con la Turchia (C(2015) 9490).

(47)

     Cfr. allegato 8.


Bruxelles, 10.2.2016

COM(2016) 85 final

ALLEGATO

della

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sullo stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione

Piano d'azione comune UE-Turchia


Piano d'azione comune UE-Turchia — Relazione sull'attuazione

Periodo: 17 dicembre 2015 - 31 gennaio 2016

Introduzione

Il 29 novembre 2015, al vertice UE-Turchia, la Turchia e l'Unione europea hanno dato avvio a un piano d'azione comune (PAC) concordato ad referendum il 15 ottobre 2015. Scopo del PAC è intensificare la cooperazione per il sostegno dei rifugiati siriani beneficiari di protezione temporanea e delle loro comunità di accoglienza in Turchia, e di rafforzare la collaborazione per impedire flussi migratori irregolari verso l'UE. L'attuazione del PAC dovrebbe quindi mettere ordine nei flussi migratori e contribuire ad arginare l'immigrazione irregolare.

Scopo di questa seconda relazione sull'attuazione del PAC, due mesi dopo il suo avvio, è informare sull'effettivo seguito dato dalla Turchia e dall'Unione europea ai rispettivi impegni assunti dalla pubblicazione della prima relazione, il 17 dicembre 2015. Questi documenti rientrano negli sforzi complessivi posti in atto per monitorare da vicino la situazione.

1.Parte 1

1.1.     Dati statistici (nell'UE)

Uno degli obiettivi principali del PAC è conseguire risultati in particolare nell'arginare l'afflusso di migranti irregolari.

Il numero di persone in situazione irregolare che si recano nell'UE dalla Turchia continua ad essere alto per questo periodo dell'anno, quando invece si pensava che le condizioni climatiche invernali avrebbero contribuito a un calo nel numero di arrivi. Più specificamente, nei 46 giorni del periodo interessato (cioè dal 17 dicembre al 31 gennaio):

il numero totale di migranti irregolari che hanno raggiunto l'UE via mare e via terra (cioè attraverso la Grecia e la Bulgaria) è stato di 110 211, di cui la maggior parte (cioè 109 336, pari al 99,2%) ha attraversato il Mar Egeo;

la media giornaliera degli attraversamenti irregolari dalla Grecia è stata di 2 377, e dalla Bulgaria 19, per un totale di 2 396;

su base settimanale, il numero di arrivi attraverso la Grecia è stato in media di 16 437.

A titolo di confronto con i mesi precedenti:

il numero totale di arrivi irregolari dalla Turchia in Grecia in settembre, ottobre, novembre, dicembre 2015 e gennaio 2016 è stato rispettivamente di 147 639, 214 792, 154 381, 110 835 e 67 756;

per gli stessi mesi, le medie giornaliere corrispondenti sono state di 4 921, 6 929, 5 146, 3 575 e 2 186 persone.

Gli ingressi irregolari dalla Turchia verso la Grecia (via mare) nei mesi di dicembre e gennaio sono presentati nelle tabelle che seguono: nel grafico n. 1 figura il numero di arrivi irregolari giornalieri, e nel grafico n. 2 gli arrivi irregolari settimanali 1 .

Il grafico n. 3 indica il numero di arrivi irregolari mensili dalla Turchia in Grecia per il periodo settembre 2015 – gennaio 2016. Il grafico n. 4 mostra gli arrivi irregolari per lo stesso periodo (settembre 2015 – gennaio 2016) ripartiti secondo le nazionalità prevalenti (in base alle dichiarazioni dei migranti al loro arrivo), cioè Siriani al primo posto, seguiti da Afghani e Iracheni. La ripartizione delle cifre rivela una percentuale in diminuzione — rispetto al totale — di Siriani (dal 69 al 38%) e una percentuale in aumento di Afghani (dal 18% al 24%) e Iracheni (dall'8% al 15%).

Grafico n. 1 — Ingressi irregolari giornalieri dalla Turchia verso la Grecia — Dicembre 2015 e gennaio 2016 — Fonte: Frontex

Grafico n. 2 — Arrivi irregolari dalla Turchia in Grecia per mese — Dicembre 2015 e gennaio 2016 — Fonte: Frontex

 

Grafico n. 3 della Commissione — Arrivi irregolari mensili dalla Turchia in Grecia — Da settembre 2015 a gennaio 2016 — Fonte: Frontex, dati FRAN (2015) e dati JORA (gennaio 2016) dall'8 febbraio 2016. I dati JORA sono dati preliminari operativi soggetti a cambiamenti.

Grafico n. 4 della Commissione — Arrivi irregolari dalla Turchia in Grecia ripartiti per nazionalità (cioè Siriani, Afghani e Iracheni) — Da settembre 2015 a gennaio 2016 — Fonte: Frontex, dati FRAN (2015) e dati JORA (gennaio 2016) dall'8 febbraio 2016. I dati JORA sono dati preliminari operativi soggetti a cambiamenti.

Gli arrivi irregolari totali dalla Turchia in Grecia presentano uno schema in cambiamento, benché le cifre stiano calando (si vedano i grafici n. 2 e n. 3). Tuttavia, questa tendenza al calo si colloca entro una forchetta già prevedibile in base alle condizioni invernali. Tenuto conto della stagione invernale, le cifre rimangono alte per questo periodo dell'anno.

Le misure legislative e operative adottate dalle autorità turche per arginare la migrazione irregolare risultano aver avuto un primo – sebbene limitato – impatto sui flussi migratori. Non è ancora possibile quantificare con precisione l'effetto a breve termine.

È stato anche osservato che, a causa del peggiorare delle condizioni climatiche, il numero di decessi avvenuti all'atto dell'attraversamento irregolare delle frontiere con la Grecia è in aumento 2 .

1.2. Dati statistici (in Turchia)

La Turchia sta attualmente dando accoglienza a 2 582 600 rifugiati siriani 3 , cui sta accordando lo status di protezione temporanea come gruppo. Tale status comporta la possibilità di accesso a servizi pubblici come l'istruzione e l'assistenza sanitaria. Dal 15 gennaio 2016 esso comporta anche, a certe condizioni (si veda sotto per maggiori dettagli), l'accesso al mercato del lavoro. Al 22 gennaio, 269 207 Siriani erano accolti in campi profughi dove hanno ricevuto sostegno di vario tipo.

Dopo la pubblicazione della prima relazione sull'attuazione del PAC il 17 dicembre 2015, l'Unione europea ha deciso di raccogliere i dati europei e turchi sull'attuazione del piano d'azione nel quadro della procedura dei dispositivi integrati per la risposta politica alle crisi (IPCR). In tale contesto, e a seguito di discussioni con la Turchia, il 22 gennaio la Turchia ha accettato di fornire dati relativi a una serie di indicatori relativi all'attuazione del piano d'azione comune sulla base di un modello concordato. A tale riguardo, il 22 gennaio le autorità turche hanno fornito le seguenti informazioni:

350 000 bambini siriani beneficiari di protezione temporanea erano iscritti a scuola;

erano nati 151 746 bambini (al 22 gennaio);

al 18 gennaio, la Turchia aveva registrato 217 952 non Siriani, mentre la registrazione era pendente per altre 138 912 persone;

nel periodo fra il 1° e il 15 gennaio, 42 936 Siriani sono entrati legalmente in Turchia, e 13 887 ne sono partiti. Le corrispondenti entrate e partenze legali sono state: per gli Iraniani, 24 896 e 32 268; per gli Iracheni, 12 525 e 16 300; per i Libanesi, 2 778 e 5 449, e per i Giordani 2 032 e 2 527. In funzione della durata del visto, gli stranieri possono restare in Turchia dai 30 ai 90 giorni. Gli stranieri che possono entrare in Turchia senza visto possono rimanervi fino a 90 giorni su un periodo di 180 giorni;

nel periodo fra il 1º e il 15 gennaio, la Grecia ha presentato alla Turchia 322 domande di riammissione. La Bulgaria non ne ha presentata neanche una. La Turchia sta attualmente valutando le domande della Grecia 4 ;

nello stesso periodo fra il 1º e il 15 gennaio, la polizia di frontiera turca ha impedito a 2 541 migranti alle frontiere marittime e a 4 671 alle frontiere terrestri di lasciare illegalmente il territorio turco per dirigersi verso l'Unione europea;

nel 2015, in Turchia sono state registrate 64 109 domande di asilo (di cui 11 383 presentate da cittadini afghani e 42 105 da cittadini iracheni) 5 . Nello stesso anno si sono chiuse solo 459 procedure d'asilo, o con la concessione dello status di rifugiato o con un chiaro rigetto della domanda di asilo. Le altre domande restano pendenti;

fra il 1º e il 15 gennaio, la guardia costiera, la polizia e la gendarmeria turche hanno effettuato 7 operazioni congiunte specifiche volte all'arresto di migranti irregolari, scafisti/trafficanti e al blocco di partenze illegali. Le operazioni si sono concluse con l'arresto di 230 trafficanti.

La Turchia ha inoltre indicato che le sue autorità di contrasto hanno intensificato gli sforzi per impedire le partenze illegali, arrestare i trafficanti e soccorrere i migranti in mare. In particolare, la Turchia ha riferito che nel dicembre 2015 sono stati arrestati una media di 514 migranti illegali al giorno, contro 450 nel novembre 2015. Il numero totale di trafficanti arrestati nel 2015 è stato di 3 700. La guardia costiera, la gendarmeria e tutte le altre autorità di contrasto turche svolgono un ruolo fondamentale negli arresti dei migranti irregolari e dei trafficanti.

La Turchia si è impegnata a fornire, nel mese di febbraio, maggiori informazioni sulla base del modello concordato.

Parte 2

Attuazione degli impegni assunti dalla Turchia nell'ambito del piano d'azione comune UE-Turchia

L'8 gennaio la Turchia, per ridurre la migrazione di transito diretta verso l'UE, ha introdotto l'obbligo del visto per i Siriani provenienti da un paese terzo che si recano in un aeroporto o in un porto marittimo turco. Tale misura ha prodotto un effetto immediato: dopo la sua introduzione, in effetti, il numero di Siriani in provenienza dal Libano e dalla Giordania ammessi alla fine in Turchia ha subito una netta diminuzione, passando da 41 781 negli ultimi 8 giorni (cioè 1-8 gennaio) prima dell'introduzione dell'obbligo di visto a 1 155 nei 10 giorni successivi (cioè 9-18 gennaio), rappresentando così una riduzione di più di 40 000 persone.

Il 15 gennaio la Turchia ha soddisfatto un impegno fondamentale assunto nel quadro del PAC: ha adottato in effetti una normativa che concede ai Siriani beneficiari di protezione temporanea l'accesso effettivo al mercato del lavoro, anche se a certe condizioni e con certe limitazioni. Scopo della misura è rendere la Turchia un paese d'asilo più interessante per i Siriani, affrontando così uno dei fattori principali che li spingono ad attraversare illegalmente le frontiere dell'UE alla ricerca di prospettive migliori. La normativa prevede che un Siriano possa presentare domanda per il permesso di lavoro solo 6 mesi dopo l'approvazione del suo status di protezione temporanea. I permessi di lavoro possono essere rilasciati solo nelle province in cui il rifugiato beneficiario di protezione temporanea può soggiornare. La normativa non stabilisce limitazioni per quanto riguarda i settori economici, benché fissi un tetto del 10% per i rifugiati siriani ad eccezione del settore agricolo e zootecnico. La normativa è immediatamente applicabile, ma per il suo carattere generale potrebbero rendersi necessarie altre norme d'attuazione. L'adozione di questa normativa è senza dubbio un passo molto positivo, il cui reale impatto, tuttavia, dipenderà dalla rapidità e dall'efficacia della sua attuazione.

La Turchia ha preparato e presentato al Parlamento un progetto di legge sulla protezione dei dati personali. Se compatibile con le norme europee, una tale legislazione consentirebbe alla Turchia di cooperare più strettamente con Europol, Eurojust e le autorità di contrasto degli Stati membri. L'attuale progetto legislativo va ancora migliorato, soprattutto per quanto riguarda l'indipendenza del Garante per la protezione dei dati e l'esclusione delle autorità di contrasto e delle attività di intelligence dal campo d'applicazione. L'Unione europea ha espresso alla Turchia le proprie preoccupazioni nella speranza che queste carenze possano ancora essere affrontate nell'iter parlamentare.

L'8 gennaio, il governo turco ha presentato al Parlamento, per ratifica, l'accordo tripartito Turchia-Bulgaria-Grecia.

La Turchia si è dichiarata disposta a migliorare l'attuazione degli obblighi di riammissione Turchia-Grecia, e ad aprire altri punti di riammissione oltre a Dikili. Il principale problema per l'attuazione di questo accordo bilaterale restano i lunghi termini di trattamento delle domande di riammissione della Grecia. Alla fine del mese di dicembre 2015 e del mese di gennaio 2016, i funzionari turchi si sono recati ad Atene e hanno discusso con le autorità greche i mezzi e i modi per migliorare l'attuazione dell'accordo bilaterale di riammissione.

In gennaio, la polizia turca ha organizzato una campagna di informazione a Bodrum, città turistica nel sud del paese. La Direzione della Polizia provinciale ha preparato degli opuscoli per dissuadere i migranti dall'intraprendere viaggi pericolosi verso l'Europa. Sono stati stampati in turco, arabo e inglese circa 5 000 opuscoli che la gendarmeria ha poi distribuito.

Parte 3

Attuazione degli impegni assunti dall'UE nell'ambito del piano d'azione comune UE-Turchia

Il 24 novembre 2015 la Commissione ha adottato una decisione che crea lo strumento per i rifugiati in Turchia e istituisce un meccanismo di coordinamento delle azioni dell'Unione e degli Stati membri a sostegno degli sforzi messi in atto dalla Turchia per l'accoglienza di più di 2 milioni di rifugiati siriani. La Commissione e gli Stati membri si sono impegnati a erogare attraverso tale strumento una somma iniziale di 3 miliardi di euro nel 2016 e 2017. Gli Stati membri hanno accolto favorevolmente la creazione di questo strumento, sottolineando al tempo stesso il legame fra l'attuazione, da parte della Turchia, degli impegni da essa assunti nell'ambito del piano d'azione comune e l'erogazione degli aiuti. Successivamente è stato deciso che l'UE avrebbe apportato allo strumento 1 miliardo di euro dal proprio bilancio, mentre gli Stati membri avrebbero erogato i 2 miliardi restanti secondo le quote RNL Il 3 febbraio è stato raggiunto un accordo politico fra gli Stati membri sulle fonti di finanziamento e sulle modalità operative dello strumento. La Commissione ha in seguito modificato la sua decisione affinché rispecchiasse l'accordo con gli Stati membri. Essa è responsabile dell'utilizzo delle risorse, coordinato attraverso lo strumento usando gli strumenti esterni di assistenza finanziaria che più si addicono al tipo di aiuto da fornire. Lo strumento è gestito da un comitato direttivo presieduto dalla Commissione. Gli Stati membri fanno parte del comitato direttivo, in cui la Turchia ha lo status di osservatore. Il comitato direttivo si riunirà per la prima volta il 17 febbraio. Gli aiuti previsti dallo strumento verranno erogati al più presto, con il principale obiettivo di fornire assistenza per soddisfare in modo dignitoso le esigenze di base — fra cui alimentazione, riparo, cure sanitarie d'emergenza e protezione — dei gruppi più vulnerabili di rifugiati che vivono in Turchia. In complementarità con le azioni a lungo termine verrà anche impartita un'istruzione informale, per evitare che venga perduta un'intera generazione di bambini siriani. Oggi, circa 400 000 bambini siriani non possono andare a scuola. Si tratta di un importante fattore di spinta, che compromette non solo il loro benessere immediato, ma anche la possibilità di costruirsi un futuro.

Alla fine del 2015 la Commissione, in cooperazione con le autorità turche, ha avviato una valutazione delle necessità dei Siriani beneficiari di protezione temporanea in Turchia. Un primo quadro generale di tale valutazione dovrebbe essere pronto per metà febbraio, e il completamento dei lavori è previsto per l'inizio della primavera. La valutazione delle necessità aiuterà a individuare i progetti da finanziare attraverso lo strumento. Nel frattempo, la Commissione ha già individuato l'istruzione, il miglioramento dell'occupabilità dei rifugiati siriani e il reinsediamento come settori prioritari per un sostegno immediato (si veda l'allegato con i settori prioritari di intervento). Secondo le attuali stime provvisorie, le esigenze umanitarie potrebbero corrispondere a un terzo degli aiuti, mentre due terzi potrebbero servire a sostenere l'accesso all'istruzione (aspetto centrale), le infrastrutture locali e le opportunità di lavoro.

L'11 gennaio, il Primo Vicepresidente della Commissione Timmermans si è recato in Turchia e ha discusso con i suoi interlocutori dell'effettiva attuazione del PAC.

Il 25 gennaio, l'Alto rappresentante / Vicepresidente Mogherini e il Commissario Hahn hanno discusso dell'attuazione del PAC nel quadro di un dialogo politico di alto livello.

Il 28 gennaio, una delegazione dell'UE ha incontrato le autorità turche ad Ankara per discutere e concordare modi concreti per migliorare l'attuazione e l'efficacia del PAC e ridurre i flussi migratori. Sono state individuate dodici azioni prioritarie che dovrebbero essere studiate più approfonditamente con carattere d'urgenza. L'elenco include fra l'altro le azioni esposte in appresso:

rafforzare la capacità della Turchia di attuare l'accordo di riammissione UE-Turchia dal 1° giugno 2016;

conclusione, da parte della Turchia, di accordi di riammissione con i paesi che sono fonte di migrazione irregolare verso la Turchia e l'Unione europea;

migliorare l'attuazione dell'accordo bilaterale Grecia-Turchia;

adozione, da parte della Turchia, di una legislazione sulla protezione dei dati personali in linea con le norme europee, necessaria per una più stretta cooperazione di tale paese con Europol, Eurojust e i servizi di contrasto degli Stati membri;

rafforzare le capacità di intercettazione della guardia costiera turca;

rafforzare la legislazione, l'intervento e la cooperazione della Turchia con gli Stati membri dell'UE nella lotta contro il traffico e i trafficanti;

aiutare la Turchia a gestire meglio le sue frontiere orientali;

intensificare le campagne di informazione per i migranti, per dissuaderli dall'intraprendere viaggi pericolosi verso l'UE;

aiutare la Turchia a individuare più efficacemente i documenti di viaggio ed altri documenti giustificativi falsi e / o falsificati.

L'UE sta già fornendo assistenza in parecchi dei settori sopra menzionati, in particolare attraverso lo strumento di assistenza preadesione (IPA) e lo strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP). L'erogazione di questi aiuti potrebbe dover essere accelerata.

Il 2 febbraio, le due parti hanno condotto una prima discussione di follow-up sull'elenco di azioni di cui sopra.

La Commissione e la Turchia hanno poi continuato le discussioni sulle priorità per il programma 2016 nell'ambito dell'IPA, con un chiaro accento sull'aumento degli aiuti finanziari affinché la Turchia soddisfi le condizioni del dialogo sulla liberalizzazione dei visti (missione di programmazione della DG NEAR del 9-11 dicembre).

Nel frattempo l'Unione europea ha continuato a fornire assistenza immediata alla Turchia. Dall'inizio della crisi è stata erogata una somma complessiva di 365 milioni di euro dal bilancio dell'UE come aiuto diretto ai rifugiati siriani e alle comunità di accoglienza turche. Di questa cifra, 71 milioni di euro sono stati destinati finora a scopi di aiuto umanitario attraverso le organizzazioni umanitarie competenti per assistere in primo luogo i rifugiati in Turchia. Nel maggio 2015 il consiglio d'amministrazione del Fondo fiduciario dell'UE ha approvato un programma di primo soccorso per un valore di 18 milioni di euro nel quadro dell'IPA come reazione alla crisi siriana, per far fronte alle necessità immediate di istruzione e di sicurezza alimentare dei rifugiati siriani in Turchia. Nel settembre 2015 sono stati firmati accordi con l'UNICEF e col Programma alimentare mondiale (PAM). Complessivamente, nel 2015, attraverso il Fondo fiduciario dell'Unione europea sono stati erogati circa 173 milioni di euro nel quadro dell'IPA. Il 1º dicembre 2015, il consiglio d'amministrazione del Fondo fiduciario dell'UE per la Siria ha adottato nuove decisioni finanziarie per azioni in Turchia per un importo fino a 150 milioni di euro. Alla fine del 2015, 165 milioni di euro dei fondi dello strumento di preadesione (IPA) a rischio di disimpegno, inclusi 25 milioni di euro di cofinanziamento turco, sono stati assegnati al Fondo fiduciario per progetti in Turchia. Una serie di 21 progetti per un valore di 383 milioni di euro è attualmente in corso di valutazione. L'individuazione di ulteriori azioni in Turchia avverrà sulla base dell'analisi delle necessità in corso (vedi sopra).

L'UE ha anche continuato ad apportare consistenti aiuti ai rifugiati siriani accolti in Libano, Giordania ed Iraq, così come ai Siriani sfollati all'interno della Siria. Alla seconda riunione del suo Consiglio d'amministrazione del 1º dicembre 2015 il Fondo fiduciario dell'UE, in risposta alla crisi siriana, ha impegnato 350 milioni di euro per aiuti urgenti a 1,5 milioni di rifugiati e alle comunità d'accoglienza sotto pressione in Libano, Turchia, Giordania e Iraq.

Il 7 dicembre l'Unione europea ha adottato il programma d'azione annuale 2015 per la Turchia nell'ambito dell'IPA II, che prevede ulteriori aiuti a questo paese per rafforzare la sua capacità di lotta contro il traffico di migranti, in particolare potenziando la capacità di pattugliamento e sorveglianza della guardia di costiera turca con l'acquisto di 20 gommoni e sei radar mobili, e rafforzando anche le capacità delle altre autorità turche competenti. Il programma comprende anche la fornitura di attrezzature per potenziare le capacità del Comando della guardia costiera turca di contrastare in mare l'immigrazione irregolare e la criminalità organizzata, con l'intento di aumentare il numero di migranti irregolari salvati / fermati. Nell'ambito dell'IPA è attualmente in fase di elaborazione un progetto per aiutare la Turchia a emettere passaporti biometrici sicuri.

L'UE ha completato la procedura di selezione per l'assegnazione di un funzionario di collegamento FRONTEX in Turchia.

Parte 4

Conclusioni e raccomandazioni

Dall'ottobre 2015 il numero complessivo di migranti irregolari che entrano nell'UE attraverso la Turchia registra una tendenza alla diminuzione. Questo numero rimane tuttavia alto per questo periodo dell'anno. Per far fronte a questo preoccupante fenomeno la Turchia deve urgentemente fare grossi passi avanti per impedire le partenze illegali di migranti e rifugiati dal suo territorio, e a tal fine è particolarmente importante il rafforzamento delle operazioni di terra.

La percentuale di non Siriani (ad es. Afghani, Iracheni, Pakistani, Iraniani, Marocchini e Bangladesi) fra i migranti irregolari in arrivo è in aumento da ottobre. Per affrontare questo fenomeno la Turchia deve adottare urgentemente nuove misure per allineare progressivamente la sua politica in materia di visti a quella dell'Unione europea, concentrandosi prioritariamente sui paesi che sono fonte di migrazione irregolare vero l'UE. La Turchia deve garantire che le procedure applicabili siano portate a termine rapidamente, come previsto dalla sua legislazione nazionale, con una chiara concessione o con un chiaro rigetto dello status di rifugiato. Deve anche impedire che i migranti irregolari non ritenuti bisognosi di protezione internazionale si spostino illegalmente verso l'UE.

La Turchia è invitata a rivedere il suo progetto di legge sulla protezione dei dati personali — attualmente in Parlamento — e ad allinearlo pienamente alle norme europee. La rapida adozione di una legge adeguata sulla protezione dei dati personali consentirebbe una più stretta cooperazione operativa fra la Turchia ed Europol, Eurojust, e i servizi di contrasto degli Stati membri.

La Turchia e la Grecia devono intensificare la loro cooperazione bilaterale nella sorveglianza delle frontiere e nella lotta contro il traffico di migranti, e devono attuare più efficacemente gli obblighi di riammissione bilaterali.

La Turchia è inoltre invitata a preparare l'attuazione dell'accordo di riammissione UE-Turchia per i cittadini di paesi terzi dal 1º giugno 2016.

La Turchia è esortata a rafforzare i suoi interventi contro il traffico di migranti nelle zone costiere, anche in cooperazione con gli Stati membri dell'UE interessati.

A seguito dell'accordo sullo strumento per i rifugiati in Turchia l'UE, da parte sua, deve cominciare al più presto, nell'ambito di tale strumento, a fornire assistenza e a far fronte alle necessità dei rifugiati. La Commissione e la Turchia, inoltre, dovrebbero essere pronte a ridefinire le priorità dei programmi di assistenza alla Turchia esistenti nel settore della migrazione, in modo da poter reagire rapidamente a nuove necessità emergenti. Come indicato nell'allegato, i settori prioritari individuati per l'assistenza finanziaria ai rifugiati in Turchia sono gli aiuti umanitari, l'istruzione, l'inserimento sul mercato del lavoro, l'assistenza sanitaria e l'inclusione sociale, le infrastrutture locali e la gestione dei flussi di rifugiati. La valutazione delle necessità in corso fornirà un'analisi dettagliata dei deficit di finanziamento e servirà a stabilire delle priorità di finanziamento in tutti i settori. Il Comitato direttivo dello strumento fornirà orientamenti strategici e deciderà in merito a specifiche azioni e somme e ai migliori strumenti finanziari da utilizzare. La prima riunione del Comitato direttivo avrà luogo il 17 febbraio 2016.

La Turchia e l'Unione europea devono portare avanti e rendere operativo il lavoro intrapreso sulle dodici azioni concordate il 28 gennaio per un'effettiva attuazione del piano d'azione comune.

Per concludere, la Turchia è esortata a proseguire, anzi, a intensificare, i passi compiuti verso una piena ed effettiva attuazione del piano d'azione comune. È importante che l'impatto degli sforzi coordinati UE-Turchia si traduca rapidamente in risultati, volti in particolare ad arginare l'afflusso dei migranti irregolari.

La Commissione continuerà a impegnarsi per garantire una veloce ed efficace attuazione del piano d'azione comune UE-Turchia; ne monitorerà da vicino l'attuazione e riferirà periodicamente in merito.



APPENDICE

Elenco delle priorità attualmente previste e dei possibili progetti nell'ambito dello strumento per i rifugiati in Turchia

Priorità 1:    Soddisfare le necessità fondamentali

1.1. Assistenza umanitaria

Tutta l'assistenza umanitaria sarà amministrata e fornita nel pieno rispetto dei principi umanitari e del Consenso europeo sull'aiuto umanitario.

Obiettivo – Soddisfare le necessità umanitarie più urgenti nei cinque settori prioritari, che riguardano i prodotti alimentari e non alimentari, la sanità, la protezione, il riparo, l'acqua, i servizi sanitari e igienici e l'accesso all'istruzione.

Progetti potenziali

Le azioni umanitarie dell'UE attualmente in corso consistono in particolare in sistemi di trasferimento di risorse, attuati attraverso un numero di partner relativamente ampio e incentrati sulle necessità alimentari e non alimentari, la protezione, la sanità e azioni di accesso all'istruzione in Turchia. Questi sistemi di trasferimento di risorse potrebbero essere potenziati per raggiungere fino a 1 milione di persone.

Intervenire per l'attuazione di una rete di sicurezza per le situazioni d'emergenza: un sistema di trasferimento di risorse a più finalità, secondo un approccio basato sulle necessità fondamentali (fra cui i prodotti alimentari e non alimentari e il riparo), volto a ridurre i fattori che spingono i rifugiati agli spostamenti secondari. Questo sistema consentirà ai rifugiati di provvedere ai propri bisogni essenziali, fra cui il cibo e gli articoli di uso quotidiano, in maniera dignitosa.

Continuare ad applicare l'assistenza in natura e un sistema di protezione di vasta portata (fondi per le necessità speciali, gestione dei casi, assistenza giuridica, orientamento, azioni di informazione, programmi di protezione dei minori e di lotta contro la violenza di genere), e il collegamento tra aiuto, risanamento e sviluppo (LRRD).

Destinatari: un numero elevato di persone fra i rifugiati più vulnerabili in Turchia, per lo più Siriani. Il numero stimato di rifugiati da raggiungere con l'assistenza umanitaria potrebbe toccare 1 milione.

Priorità 2:    Sostegno socioeconomico

2.1 Istruzione

Nonostante gli sforzi in atto, continuano ad esservi ancora fino a 400 000 bambini che devono essere riportati a scuola negli anni scolastici 2015/16 e 2016/17. Viene inoltre fornito un sostegno molto esiguo per facilitare l'accesso all'istruzione secondaria superiore, in particolare all'istruzione e formazione professionale, e non vi è quasi nessun supporto a favore dell'iscrizione dei giovani rifugiati all'istruzione terziaria.

Obiettivi — Accesso alla scuola primaria per tutti i bambini siriani (400 000 bambini che devono essere riportati a scuola negli anni scolastici 2015/16 e 2016/17); accesso all'istruzione secondaria, in particolare all'istruzione e formazione professionale; accesso all'istruzione terziaria.

Progetti potenziali

Sostenere l'accesso di tutti i bambini all'istruzione

Sostenere l'accesso all'istruzione secondaria, compreso all'istruzione e alla formazione professionale e all'apprendistato

Sostenere la scolarizzazione e combattere l'abbandono scolastico precoce, anche attraverso la formazione linguistica ove opportuno

Sostenere l'accesso all'istruzione terziaria

Rafforzare la reattività delle offerte di istruzione e formazione rispetto alle esigenze del mercato del lavoro

Predisporre infrastrutture di istruzione e formazione nelle regioni oggetto di significativi cambiamenti demografici a seguito dell'afflusso di rifugiati

Destinatari: bambini e giovani rifugiati, con particolare attenzione per le ragazze

2.2. Accesso al mercato del lavoro

Occorre fornire assistenza per cogliere le opportunità di impiego offerte dalla nuova legislazione sull'accesso al mercato del lavoro per i rifugiati, anche attraverso l'aggiornamento e l'adattamento delle competenze e delle capacità. Questo dovrebbe servire a spingere i rifugiati a lavorare, diventando così al tempo stesso una risorsa per l'economia turca.

Obiettivi — Accesso al lavoro, lavoro autonomo e creazione di imprese, in particolare microimprese.

Progetti potenziali

Sostenere l'analisi delle esigenze del mercato del lavoro

Prestazione di orientamento e consulenza personalizzati

Sostenere l'aggiornamento delle capacità e delle competenze, in particolare attraverso la formazione e la riqualificazione professionale

Sviluppo di sistemi di equivalenza delle qualifiche

Sostenere l'imprenditorialità, anche attraverso programmi di microcredito

Destinatari: rifugiati adulti, con particolare attenzione verso i meno qualificati

2.3. Assistenza sanitaria e inclusione sociale

Le cure primarie, la riabilitazione / le cure post-operatorie per i feriti di guerra, così come la salute riproduttiva e la salute mentale, sono settori estremamente carenti. I centri comunitari costituiscono un efficace sistema di sostegno in materia di consulenza giuridica, protezione e assistenza amministrativa, formazione per le donne, istruzione informale e prescolare per i bambini, consulenza medica e rinvii a medici e ospedali per le cure.

Obiettivi — Accesso all'assistenza sanitaria; accesso ai servizi sociali di base

Progetti potenziali

Prestazione di assistenza sanitaria

Prestazione di sostegno psicologico

Sostenere l'accesso ai servizi sociali di base, compresa la consulenza amministrativa e giuridica

Predisposizione di infrastrutture sanitarie e sociali

Destinatari: rifugiati, membri delle comunità d'accoglienza, con particolare attenzione per i più vulnerabili

2.4. Infrastrutture locali

La maggior parte dei rifugiati (85%) vive al di fuori dei 25 campi esistenti, che accolgono circa 250 000 persone. Questi afflussi di persone nelle parti meno sviluppate del paese hanno posto le infrastrutture locali di alcuni villaggi sotto grande pressione, in particolare in termini di vie d'accesso, approvvigionamento d'acqua, servizi di fognatura e depurazione e gestione dei rifiuti solidi. Inoltre, i servizi sociali offerti ai rifugiati dovrebbero, ove necessario, essere resi disponibili anche alle comunità locali, per mitigare ostilità già emergenti.

Obiettivi — Attenuare l'impatto dell'afflusso dei rifugiati sulle infrastrutture locali

Progetti potenziali

Sostenere la ristrutturazione, l'ammodernamento o la costruzione di infrastrutture locali, in particolare in relazione alla gestione delle risorse idriche, alla gestione dei rifiuti, ai trasporti urbani e ai servizi municipali.

Destinatari: rifugiati e membri delle comunità d'accoglienza

Priorità 3:    Aiutare le autorità nazionali e locali a far fronte alle conseguenze della presenza dei rifugiati in Turchia

3.1. Gestione dei flussi migratori

Le autorità regionali e locali, che hanno la responsabilità amministrativa dell'accoglienza dei rifugiati al di fuori dei campi, hanno bisogno di un rafforzamento delle capacità e di sostegno operativo. Si trovano di fronte a problemi di capacità — che occorre risolvere — anche le autorità nazionali responsabili della registrazione dei rifugiati e della gestione della migrazione.

Obiettivi — Rafforzare le capacità di gestione dei rifugiati / dei migranti delle autorità locali, regionali e nazionali

Progetti potenziali

Rafforzamento delle capacità in materia di gestione della migrazione

Predisposizione di mezzi adeguati

Destinatari: autorità locali, regionali e nazionali

(1)

Come è stato fatto per la prima relazione di attuazione del PAC, questi grafici indicano solo gli arrivi dalla Turchia in Grecia, poiché rappresentano più del 99% degli ingressi totali.

(2)

L'OIM indica che nel periodo fra il 1º e il 28 gennaio 2016 nell'Egeo sono morti 244 migranti.

(3)

 Numero di profughi siriani registrati comunicato dal Ministero degli Esteri turco il 3 febbraio.

(4)

In base al protocollo bilaterale di riammissione fra la Grecia e la Turchia, lo Stato richiesto ha al massimo 75 giorni per rispondere a una domanda di riammissione. Previo accordo, il rimpatrio dovrebbe avvenire entro un massimo di 15 giorni. Lo stesso protocollo di riammissione prevede una procedura semplificata, in base alla quale lo Stato richiesto dovrebbe riammettere una persona arrestata in una zona di frontiera entro una settimana dalla notifica dell'arresto.

(5)

La legislazione turca prevede che solo le persone fuggite dalla Siria ottengano automaticamente, alla registrazione, protezione internazionale come gruppo. I cittadini di altre nazionalità devono introdurre domande individuali e ottengono lo status di rifugiato previo esame e decisione della Direzione generale per la gestione della migrazione.


Bruxelles, 10.2.2016

COM(2016) 85 final

ALLEGATO

della

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sullo stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione

Grecia - Relazione sullo stato dei lavori


Grecia - Relazione sullo stato dei lavori

Raccomandazioni dicembre 2015

Situazione

Punti di crisi

La Grecia deve completare la costruzione dei punti di crisi di Lesbo, Lero e Chio, conformemente alla tabella di marcia. I lavori di costruzione a Kos dovrebbero iniziare immediatamente e occorre individuare il sito a Samo affinché il punto di crisi sia operativo entro fine gennaio.

✓ I lavori dei punti di crisi di Lesbo (ampliamento), Lero, Chio e Samo registrano buoni progressi. Secondo l'annuncio del governo del 31 gennaio 2016, dovrebbero essere ultimati entro il Consiglio europeo del febbraio 2016. In seguito a un incontro interministeriale presieduto dal primo ministro Tsipras, l'esercito greco è attualmente mobilitato per assumere un ruolo guida, in particolare per portare a termine i lavori di costruzione e assumere provvisoriamente la gestione dei punti di crisi.

✓ La procedura nazionale di appalto per i servizi necessari al funzionamento dei punti di crisi non si è ancora conclusa. Nel frattempo tali servizi saranno forniti dall'esercito greco.

X L'esercito greco ha individuato nell'ex campo di Pyli il sito del punto di crisi di Kos e ha iniziato le opere di movimento terra. Le autorità greche dovrebbero completare le opere sul sito individuato in modo da rendere il punto di crisi operativo quanto prima.

La Grecia, in collaborazione con la Commissione europea, le agenzie dell'UE e l'UNHCR, dovrebbe ottimizzare l'organizzazione dei punti di crisi valutando le esigenze di ogni singola isola e basandosi sui risultati del progetto pilota interagenzie. A tal fine servirebbero un sistema strutturato di sbarco nei punti ufficiali e un sistema di trasporto verso i punti di crisi.

✓ L'atto giuridico quadro (sotto forma di una modifica della legge 3907/2011) relativo all'istituzione e ai meccanismi di coordinamento dei punti di crisi è pronto per essere adottato dal Parlamento nella seconda settimana di febbraio 2016.

✓ Una volta adottato l'atto giuridico quadro, si adotteranno procedure operative standard mediante una decisione interministeriale che definirà i ruoli e le procedure per la gestione dei punti di crisi. Tale decisione è già stata elaborata e dovrebbe essere adottata prima del Consiglio europeo.

✓ Frontex ha fornito pattuglie costiere a Lesbo, Chio e Samo. A Lero le procedure di sbarco oggi avvengono in modo più controllato.

✓ Nel breve termine, l'esercito ha assunto la responsabilità del coordinamento del trasporto dei migranti dai punti di sbarco ai centri di registrazione e dai centri di registrazione ai porti.

X Occorre mettere rapidamente a disposizione un numero sufficiente di autobus per migliorare ulteriormente il sistema di sbarco nelle isole. A tal fine, gli Stati membri dovrebbero rispondere urgentemente alla richiesta di autobus nell'ambito del meccanismo unionale di protezione civile.

X Occorre provvedere al trasporto delle persone che non necessitano di protezione internazionale direttamente dai punti di crisi alle strutture di detenzione disponibili.

Partendo da una precisa valutazione delle esigenze, gli Stati membri dovrebbero distaccare gli esperti necessari alla piena operatività dei punti di crisi, non appena saranno conclusi i lavori di costruzione. Dal canto suo la Grecia dovrebbe garantire un numero sufficiente di team leader e la presenza, nei punti di crisi, di personale di sicurezza sufficiente.

X La polizia ellenica dovrebbe rafforzare la sua presenza nelle strutture che ospitano i punti di crisi per garantire la sicurezza degli impianti e del personale.

X Frontex e l''Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) hanno incrementato la loro presenza (attualmente rispettivamente 461 e 13 addetti), ma dovrebbero rafforzare ulteriormente l'organico allorché i punti di crisi opereranno a regime.

X Gli Stati membri non hanno fornito un numero sufficiente di esperti (cfr. la comunicazione).

X La Grecia deve completare il processo di reperimento dei capisquadra.

La Grecia, senza ulteriori rinvii e ricorrendo alle procedure accelerate/semplificate previste dalle direttive 2004/18/CE e 2014/24/UE in situazioni di "urgenza" o di "estrema urgenza", dovrebbe reperire i necessari dispositivi di rilevamento delle impronte digitali.

Per quanto riguarda la registrazione (Eurodac):

✓ L'EASO ha ordinato una prima serie di 25 stazioni di rilevamento delle impronte digitali che saranno messe in funzione a breve in punti di crisi. Sono state ordinate altre 65 stazioni di rilevamento delle impronte digitali, con consegna prevista per la terza settimana di febbraio 2016.

✓ La polizia ellenica ha acquisito sei stazioni di rilevamento delle impronte digitali, messe in funzione a Lesbo.

✓ Il tasso di rilevamento delle impronte digitali è passato dall'8% di settembre al 78% a gennaio. La Grecia dovrebbe garantire la registrazione completa di tutti i migranti irregolari.

X Per quanto riguarda le connessioni delle stazioni Eurodac alla rete informatica e la capacità del server centrale, una missione tecnica di eu-LISA si è recata in Grecia per valutare la situazione e le esigenze tecniche e ha formulato le proprie conclusioni. Le autorità greche dovrebbero aumentare rapidamente la capacità dei server centrali per poter dare pieno supporto al sistema di registrazione e ai dati con il sostegno di eu-LISA.

Occorre aggiornare i sistemi informatici in modo anzitutto da poter realizzare un vero e proprio sistema di identificazione automatizzato delle impronte digitali (AFIS), quindi per garantire interconnessioni tra le banche dati nazionali e quelle internazionali/UE che permettano di controllare tutti i migranti in ingresso tramite raffronto con il sistema d'informazione Schengen di seconda generazione (SIS II)/la banca dati Interpol sui documenti di viaggio rubati e smarriti (SLTD).

Per quanto riguarda i controlli di sicurezza:

✓ Nei punti di crisi sono ora disponibili terminali che consentono di effettuare controlli sulle banche dati SIS, Interpol ed Europol, oltre alla banca dati della polizia nazionale sui cittadini di paesi terzi.

✓ È stata inviata una richiesta a Europol per ottenere l'accesso alla sua banca dati per i controlli di sicurezza.

✓ Il sistema unico automatizzato di accesso alle pertinenti banche dati di sicurezza (nazionale, SIS e Interpol), in corso di elaborazione da parte della polizia ellenica, dovrebbe essere collaudato e messo in funzione in tutti i punti di crisi.

X Occorre assicurare integralmente l'effettuazione di controlli sistematici su queste banche dati, con il follow-up pertinente. Si svilupperà ulteriormente un sistema totalmente automatizzato di rilevamento delle impronte digitali.

 

La Grecia, con il sostegno della Commissione europea e delle agenzie dell'UE, dovrebbe definire il fabbisogno di mediatori culturali/interpreti e rafforzarne la presenza nei punti di crisi.

X Le autorità greche dovrebbero definire i loro bisogni in termini di mediatori culturali e interpreti.

X Le autorità greche dovrebbero istituire un pool di interpreti, eventualmente mediante un contratto quadro, per poter fornire servizi di interpretazione tempestivi.

È necessario migliorare il coordinamento attraverso un uso sistematico ed efficace dei meccanismi di coordinamento già in essere. I coordinatori designati per le isole dovrebbero ricevere il mandato specifico di coordinare tutti gli attori, governativi e non governativi, che intervengono nei punti di crisi.

✓ Il progetto di legge che istituisce i punti di crisi è pronto per essere adottato nella seconda settimana di febbraio 2016 e comprende disposizioni specifiche per la nomina di coordinatori dei punti di crisi, coordinatori di polizia e coordinatori speciali incaricati della gestione delle relazioni con tutti i soggetti coinvolti nella procedura dei punti di crisi.

✓ Sulla base dell'annuncio del governo del 31 gennaio 2016, in seguito a un incontro interministeriale con il primo ministro Tsipras si è provveduto a nominare un coordinatore provvisorio militare per ogni punto di crisi.

X Una volta in vigore la nuova normativa, le autorità greche dovranno applicare tempestivamente la pertinente procedura per nominare i coordinatori permanenti dei punti di crisi ai sensi della normativa stessa.

EUROPOL dovrebbe rafforzare la propria presenza in Grecia e concludere accordi operativi con le autorità greche per sostenerle nella lotta contro il traffico di migranti. Il sostegno dovrebbe comprendere l'avvio di indagini finanziarie, azioni di contrasto della frode documentale e un migliore utilizzo delle reti di funzionari di collegamento incaricati dell'immigrazione (ILO) nei paesi terzi quali fonti di informazioni pertinenti.

✓ Attualmente è presente un ufficiale di collegamento Europol soltanto a Lesbo e presso la task force regionale dell'UE al Pireo.

✓ Frontex ha inviato in tutti i punti di crisi esperti di alto livello specializzati in falsi documentali, con apparecchiature specifiche per l'individuazione dei documenti falsi.

✓ La polizia ellenica ha deciso di utilizzare un nuovo documento di registrazione dotato di caratteristiche di sicurezza, con effetto immediato, in tutti i punti di crisi. Si tratta di un documento già approvato dagli esperti del settore, che dovrebbe essere pienamente in uso entro la fine di febbraio.

X Inoltre, la Grecia dovrebbe acquisire più apparecchiature di rilevamento dei falsi documentali. Occorrerebbe inoltrare una richiesta di finanziamento.

X Le autorità greche devono assicurare un opportuno follow-up dei casi di falso documentale individuati e potenziare le operazioni di contrasto sulle isole per limitare le attività di traffico.

La polizia ellenica dovrebbe impartire ai funzionari di polizia dislocati nei punti di crisi una formazione in materia di individuazione dei documenti contraffatti.

X All'esame.

Ricollocazione

Occorre garantire una maggiore informazione dei rifugiati sul programma di ricollocazione, anche tramite la maggiore presenza nei punti di crisi di personale greco del servizio per l'asilo e dell'EASO e l'elaborazione e distribuzione di materiale informativo che illustri la procedura di ricollocazione e i diritti e doveri dei potenziali candidati. Gli ufficiali di collegamento degli Stati membri dovrebbero fornire loro informazioni sui paesi di destinazione, compresi i loro sistemi di asilo e di accoglienza.

✓ Il servizio di asilo è attivo a Lesbo. Inoltre, recentemente ha aperto un nuovo ufficio a Samo e l'EASO ha inviato esperti per fornire informazioni e ha iniziato a distribuire opuscoli informativi.

X Il servizio di asilo e l'EASO dovrebbero inviare esperti in tutti i punti di crisi non appena portati a termine i lavori di costruzione.

X Un numero maggiore di Stati membri dovrebbe produrre pacchetti informativi per le persone da ricollocare (finora lo hanno fatto solo 2 Stati membri: Irlanda e Portogallo).

X Occorre fornire sistematicamente in tutti i punti di crisi informazioni ai migranti sui loro diritti in qualità di richiedenti asilo e potenziali candidati alla ricollocazione.

Occorre potenziare di molto la capacità di registrazione e trattamento delle domande di asilo. A tale scopo il servizio greco per l'asilo intende assumere 40 unità di personale aggiuntive entro metà febbraio, che dovrebbero aumentarne la capacità di registrazione fino a 100120 domande al giorno.
Sono necessari ulteriori aumenti dell'organico per rafforzare il processo di registrazione secondo necessità.

✓ L'EASO sostiene le autorità greche a Lesbo e Samo nel controllo di nazionalità dei richiedenti ricollocazione.

 Entro aprile saranno assunte 37 persone e a giugno 2016 fino a un massimo di altre 40.
I posti in organico ancora scoperti saranno assegnati a gennaio 2017. I finanziamenti necessari provengono dai finanziamenti di emergenza
 a titolo del Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF).

X La Grecia e l'EASO, assieme alla Commissione, dovrebbero esaminare modalità per aumentare la capacità di ricollocazione ad un ritmo più rapido.

Gli Stati membri dovrebbero ridurre nettamente i tempi di risposta alle richieste di ricollocazione presentate dalle autorità greche (ed astenersi dall'effettuare eccessivi controlli ad hoc in Grecia).

X Attualmente, il numero di richiedenti da ricollocare è superiore al numero di impegni concreti offerti dagli Stati membri.

X Le risposte degli Stati membri alle richieste di ricollocazione, inoltre, rimangono troppo lente e ciò è una delle cause del significativo tasso di rinuncia che affligge il processo di ricollocazione.

X Gli Stati membri non forniscono adeguate informazioni previe sulla loro pianificazione di ricollocazione, che consentirebbero alle autorità greche di aumentare l'efficienza del processo.

X Numerosi Stati membri esigono colloqui di sicurezza sistematici.

Gli Stati membri dovrebbero aumentare in misura sostanziale i propri impegni nel quadro del programma di ricollocazione.

X Impegni e ricollocazioni insufficienti (cfr. allegato 4).

Misure aggiuntive individuate dopo l'adozione, a dicembre, della comunicazione

Dall'inizio del programma
(dati del 1º febbraio) un totale di 34 candidati alla ricollocazione si sono resi irreperibili e 88 hanno rinunciato alla ricollocazione.

X La Grecia deve assicurare che i candidati alla ricollocazione siano concentrati in strutture
apposite in cui le loro pratiche possano essere seguite da vicino.

X Gli Stati membri dovrebbero sviluppare in collaborazione con l'EASO pacchetti informativi specifici da distribuire ai candidati alla ricollocazione al momento della notifica
del paese di destinazione.

Dall'inizio del processo di ricollocazione non è stato trasferito nessun minore non accompagnato.

X La Grecia dovrebbe adottare in via definitiva le procedure specifiche per il trasferimento dei minori non accompagnati.

X Gli Stati membri dovrebbero riservare alcuni posti ai minori non accompagnati.

Alcuni Stati membri hanno fatto valere criteri diversi da quelli previsti nella decisione del Consiglio per respingere domande di ricollocazione.

X Gli Stati membri dovrebbero applicare rigorosamente i criteri previsti nella decisione del Consiglio nel respingere domande di ricollocazione. In particolare, le domande di ricollocazione non dovrebbero essere respinte per motivi inerenti alle preferenze espresse dallo Stato membro riguardo ai profili dei candidati.

Rimpatrio

Le autorità greche devono elaborare una strategia chiara in materia di rimpatri forzati, individuando i paesi terzi prioritari da coinvolgere e le carenze dei loro sistemi di trattenimento. La Grecia deve razionalizzare le proprie procedure amministrative per consentire rimpatri rapidi.

✓ La Grecia sta usando la procedura semplificata per adottare decisioni di rimpatrio nei confronti di cittadini di paesi terzi che non hanno diritto alla protezione.

X La Grecia, di concerto con Frontex, dovrebbe definire e varare, in via prioritaria, un chiaro piano operativo per le attività di rimpatrio e di riammissione, basato su una chiara programmazione e su una valutazione dei bisogni della Grecia, per dare sostegno a tutti gli elementi della procedura di esecuzione dei rimpatri, secondo necessità.

X La Grecia dovrebbe avvalersi appieno delle possibilità offerte dalla normativa nazionale, in linea con la direttiva rimpatri, per trattenere i migranti irregolari in detenzione per un massimo di 18 mesi, evitando che siano rilasciati prima dell'effettivo rimpatrio.

X La Grecia dovrebbe essere incoraggiata ad avvalersi pienamente e rapidamente delle possibilità di ottenere sostegno da programmi finanziati dall'UE per il rimpatrio, in particolare EURINT, ERIN e Eurlo.

La Grecia deve accelerare i rimpatri forzati e volontari e prendere i provvedimenti necessari per l'immediato assorbimento dei fondi disponibili nel quadro del programma nazionale AMIF (compresa l'assistenza emergenziale nell'ambito di AMIF e ISF).

✓ Un programma emergenziale di rimpatrio volontario assistito è stato finanziato a titolo dell'AMIF, consentendo il rimpatrio volontario di un totale di 1 000 migranti. Finora oltre 1 400 migranti si sono iscritti per la partenza volontaria. Si stima che il numero di partenze volontarie arriverà presto a 1 005.

X La gara d'appalto per il nuovo programma di rimpatrio volontario assistito da finanziare nell'ambito del programma nazionale AMIF dovrebbe concludersi quanto prima.

X L'AMIF ha finanziato un programma emergenziale di rimpatrio forzato (da attuare da parte della polizia ellenica). La procedura di appalto per il trasporto (biglietti) per le operazioni di rimpatrio forzato su voli commerciali è in corso e deve essere completata urgentemente.

Le attività di rimpatrio delle autorità greche dovrebbero concentrarsi maggiormente sulle nazionalità più ricorrenti nei punti di crisi (pakistana, afghana, iraniana e bangladese), anziché mirare, come avviene attualmente, ai cittadini albanesi e dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia.

X Cfr. sopra per quanto riguarda un piano operativo. Tale piano dovrebbe tenere conto delle nazionalità di coloro che entrano oggi in Grecia nell'ambito di flussi migratori irregolari, che non corrispondono a un profilo di rifugiato.

 

L'informazione dei migranti riguardo ai rimpatri volontari assistiti dovrebbe essere promossa già durante la loro permanenza nei punti di crisi. Andrebbe poi valutata l'eventualità di una campagna informativa nelle zone vicine alla frontiera con l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia.

✓ L'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) ha aperto uffici propri a Lesbo.

X Occorre istituire urgentemente punti di arrivo specifici in altri punti di crisi e ad Atene per i migranti trasferiti da Idomeni, per dar loro l'opportunità del rimpatrio volontario assistito.

X L'OIM dovrebbe essere presente in tutti i centri di detenzione in Grecia e offrire l'opzione del rimpatrio volontario assistito ai migranti che devono essere rimpatriati.

La Commissione europea, con il sostegno degli Stati membri, dovrebbe rafforzare l'impegno con i paesi terzi a garantire una più facile riammissione dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale. Occorre in particolare intensificare gli sforzi volti a garantire la riammissione dei cittadini di paesi terzi in Turchia.

✓ I risultati dei recenti contatti con le autorità pakistane sono stati approvati dal comitato misto per la riammissione. In via prioritaria, è ora importante confermare effettivamente questo passo positivo con nuovi voli dalla Grecia in Pakistan nelle prossime settimane.

X Le autorità greche devono intensificare i loro sforzi, in particolare accelerando le richieste di riammissione indirizzate alla Turchia e riducendo al minimo il rischio che i migranti si rendano irreperibili nel corso del procedimento. La Turchia dovrebbe inoltre collaborare più strettamente con le autorità greche per incrementare sostanzialmente il numero di migranti ammessi alla riammissione ed effettivamente riammessi (solo 8 persone riammesse su 5 148 richieste accettate dalla Turchia nel 2015).

X Con il sostegno degli Stati membri, Frontex dovrebbe assistere la Grecia nel presentare tempestivamente le domande di riammissione alla Turchia e nel trasporto dei migranti dal luogo in cui sono presi in custodia e/o detenuti a uno dei tre punti di partenza concordati nel protocollo Grecia-Turchia.

X La Grecia dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di invitare la Turchia a nominare un ufficiale di collegamento stazionato in Grecia per facilitare le richieste di riammissione.

X La Grecia dovrebbe garantire la disponibilità fisica dei migranti accettati dalla Turchia per riammissione (se necessario mediante il trattenimento in tempi opportuni prima del trasferimento).

Frontex dovrebbe garantire che i voli di rimpatrio congiunti facciano regolarmente scalo in Grecia per effettuare operazioni di rimpatrio.

X Con l'assistenza degli Stati membri, Frontex ha dichiarato la propria disponibilità a coordinare e sostenere tutte le operazioni congiunte di rimpatrio con scali in Grecia. Le autorità greche devono comunicare a Frontex i loro specifici bisogni, periodicamente e tempestivamente, per consentire la programmazione e l'esecuzione delle operazioni congiunte di rimpatrio.

Urge migliorare le condizioni
nei centri di accoglienza pre
allontanamento.

✓ Le autorità greche stanno provvedendo a un contratto quadro per la fornitura di servizi di ristorazione per i centri di pre-allontanamento chiusi, per il periodo 2016-2018. Sulla base delle norme di legge adottate il 29 gennaio 2016, la polizia ellenica si è impegnata a fornire generi alimentari fino all'entrata in vigore del pertinente contratto.

X Oltre ai servizi di ristorazione, alcune strutture pre-allontanamento chiuse, in particolare sulle isole, dovrebbero essere ristrutturate ove necessario e ricevere un'adeguata manutenzione, per fornire alloggio adeguato ai migranti, in linea con gli standard dell'UE.

La Commissione europea, con il sostegno degli Stati membri, dovrebbe rafforzare il suo impegno con i paesi terzi a garantire una più facile riammissione dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale, anche attraverso l'uso mirato del Fondo fiduciario per l'Africa.

 I comitati misti per la riammissione con
Turchia e Pakistan si sono tenuti rispettivamente il 19 gennaio e il 2 febbraio 2016. La Commissione si è recata in Afghanistan e si recherà in Nigeria per discutere la riammissione.

Migliorare la gestione delle frontiere

Le autorità greche e Frontex dovrebbero definire rapidamente i dettagli operativi dello spiegamento di funzionari Frontex al confine settentrionale della Grecia.

✓ L'operazione di Frontex sul confine settentrionale della Grecia è in corso. L'operazione è destinata a intensificarsi in tempi brevi.

X Tuttavia, la Grecia dovrebbe designare i capisquadra, completarne l'assegnazione e mettere a disposizione spazi per uffici per i funzionari di Frontex affinché siano pienamente operativi sul campo.

✓ Frontex sosterrà le autorità greche nel verificare l'identità dei cittadini di paesi terzi e la loro effettiva registrazione nelle pertinenti banche dati.

Dopo l'attivazione dell'intervento rapido Poseidon nelle isole dell'Egeo, gli Stati membri dovrebbero immediatamente mettere a disposizione personale e materiali per garantire il pieno soddisfacimento dei bisogni individuati dalla Grecia e da Frontex.

✓ L'intervento rapido Poseidon nelle isole dell'Egeo è iniziato il 28 dicembre 2015. Attualmente vi sono 775 agenti distaccati inviati nell'ambito dell'operazione (243 membri di equipaggio, 248 rilevatori di impronte digitali, 53 esperti di screening, 30 esperti di falso documentale, 75 interpreti, 16 esperti di debriefing, 8 agenti di supporto Frontex, 31 caposquadra, 71 addetti al coordinamento).

X Gli impegni degli Stati membri hanno raggiunto l'83% della copertura necessaria.

Capacità di accoglienza

La Grecia deve completare rapidamente la realizzazione di tutti i 7 000 posti nelle cinque isole identificate come punti di crisi.

✓ I posti nei punti di crisi dovrebbero essere disponibili contestualmente al completamento dei lavori di costruzione.

La Grecia deve migliorare l'accoglienza dei gruppi vulnerabili, in particolare i minori non accompagnati.

✓ L'UNICEF, l'UNHCR e Save the Children hanno avviato un progetto pilota a Lesbo, Kos e Idomeni per fornire assistenza specifica ai minori. Il progetto dovrebbe essere esteso anche a Samo e Lero.

✓ La visita medica (screening) è prevista in tutti i punti di crisi come ultimo passo della procedura di registrazione.

X La Grecia dovrebbe adibire apposite strutture all'accoglienza di minori e di altri gruppi vulnerabili trasferiti dalle isole.

Occorre trovare soluzioni più strutturali per l'approvvigionamento in generi alimentari e altre necessità di base presso le strutture di accoglienza.

✓ Le autorità greche stanno provvedendo a un contratto quadro per la fornitura di servizi di ristorazione nei centri di accoglienza per il periodo 2016-2018.

La Grecia dovrebbe continuare a sviluppare la propria capacità di accoglienza in linea con gli impegni assunti nella riunione dei leader dei Balcani occidentali.

 In aggiunta ai 7 181 posti attualmente disponibili in strutture provvisorie o a lungo termine sulle isole dell'Egeo orientale, la Grecia dispone di 10 447 posti di alloggio sul continente. Pertanto,
il numero totale di posti di accoglienza in Grecia ammonta al momento a 17 628.

Per quanto riguarda i 10 447 posti sul continente:

1 840 posti sono disponibili presso strutture di accoglienza di prima linea;

1 190 posti sono disponibili presso strutture di accoglienza di seconda linea per richiedenti protezione internazionale;

5 707 posti sono disponibili in centri pre-allontanamento;

110 posti sono disponibili in un'apposita struttura aperta per migranti nell'ambito del programma di rimpatrio volontario assistito;

1 600 posti sono disponibili presso strutture temporanee al confine della Grecia con l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia.

Inoltre, l'UNHCR ha firmato una convenzione di attuazione con l'ONG PRAKSIS. 14 950 posti sono stati individuati nel sistema di voucher.

Le seguenti disponibilità dovrebbero concretizzarsi nel prossimo futuro:

Secondo i rappresentanti della Difesa nazionale greca, entro il 15 febbraio si renderà disponibile un'ulteriore capacità di accoglienza di 1 500 posti nel sito di Diavata e di altri 1 500 posti nel sito di Schistos. Tali disponibilità saranno incrementate di 4 000 posti in ciascuno di questi campi (per un totale di 8 000 posti). La Grecia ha trasmesso una richiesta di finanziamento di emergenza per l'acquisto di 1 150 case prefabbricate per queste strutture. La valutazione è a buon punto e un contratto dovrebbe poter essere firmato nella seconda settimana di febbraio 2016. Finché le case prefabbricate non saranno state ordinate e montate nei nuovi siti, le autorità greche intendono installarvi tende riscaldate.

X Le autorità greche dovrebbero estendere ulteriormente la loro capacità di accoglienza per raggiungere l'obiettivo di un totale di 30 000 posti per alloggiare migranti irregolari e richiedenti protezione internazionale, compresa la ricollocazione dei beneficiari, nel rispetto degli impegni assunti nella dichiarazione dei leader dei Balcani occidentali. Inoltre, l'UNHCR dovrebbe continuare a concludere accordi di attuazione per raggiungere l'obiettivo di 20 000 posti nell'ambito del programma di affitto.

X Si attende una risposta alla lettera del commissario Avramopoulos per chiarire la situazione attuale (siti, capacità e gradi di occupazione).

Gli Stati membri dovrebbero rispondere immediatamente alla richiesta di assistenza nel quadro del meccanismo unionale di protezione civile.

X Soltanto 9 Stati membri hanno offerto assistenza in natura nell'ambito del meccanismo unionale di protezione civile.


Bruxelles, 10.2.2016

COM(2016) 85 final

ALLEGATO

della

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sullo stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione

Italia - Relazione sullo stato dei lavori


Italia - Relazione sullo stato dei lavori

Raccomandazioni dicembre 2015

Situazione

Punti di crisi

L'apertura dei punti di crisi di Pozzallo e Villa Sikania/Porto Empedocle è prevista per fine 2015. Dovrebbero inoltre cominciare i lavori di ristrutturazione di altri punti di crisi in modo che siano agibili entro fine febbraio 2016.

✓ Lampedusa (dall'ottobre 2015) e Pozzallo (dal 19 gennaio 2016) sono aperti e operativi.

X La struttura di Trapani è stata aperta nel dicembre 2015, ma necessita ancora di interventi di costruzione e procedurali prima di poter essere pienamente operativa. I lavori dovrebbero essere completati entro il 20 febbraio.

X A Taranto i lavori sono ancora in corso. Le autorità italiane ne prevedono l'ultimazione entro fine febbraio.

X Non sono stati elaborati piani precisi per la ristrutturazione di Augusta e Porto Empedocle. L'apertura di altre infrastrutture è essenziale per provvedere alle necessità dei mesi estivi.

✓ A sostegno del procedimento di attribuzione del luogo di sbarco in seguito a operazioni di ricerca e salvataggio e per rafforzare il coordinamento, si sono instaurati contatti diretti tra il ministero dell'Interno e il Centro internazionale di coordinamento, tramite il coordinatore operativo di Frontex con sede a Pratica di Mare.

✓ Il ministero dell'Interno ha definito procedure operative standard che descrivono le attività e la loro sequenza logica nei punti di crisi, con il sostegno della Commissione, di Frontex, di Europol, dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO), dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e dell'UNHCR; un progetto consolidato è stato trasmesso al ministro dell'interno l'8 febbraio 2016.

Le autorità italiane dovrebbero prendere misure immediate per incrementare la presenza di personale medico nei punti di crisi, così da moltiplicare le postazioni di screening e rilevamento delle impronte digitali, razionalizzando i tempi necessari ai migranti per espletare tutte le procedure/formalità.

✓ L'obbligo di presenza medica "24/7" è stato inserito nelle procedure operative standard per i punti di crisi.

X Le autorità italiane devono assicurare che la presenza medica nei punti di crisi aperti e in allestimento sia effettiva 24 ore al giorno e sette giorni su sette in tutte le sedi. Tale presenza deve essere rafforzata per poter allestire più postazioni di screening e di rilevamento delle impronte digitali, abbreviando i tempi necessari a un migrante per completare tutte le fasi/formalità nel punto di crisi.

Le autorità italiane dovrebbero accelerare gli sforzi, anche sul piano legislativo, per fornire un quadro giuridico più solido ai fini dello svolgimento delle attività presso i punti di crisi, in particolare per consentire l'uso della forza per il rilevamento delle impronte digitali e prevedere disposizioni in materia di trattenimento a più lungo termine nei confronti dei migranti che rifiutano di fornire le impronte digitali. L'obiettivo del 100% dei migranti in ingresso sottoposti a rilevamento delle impronte va raggiunto senza ulteriori indugi.

✓ I tassi di rilevamento delle impronte digitali riferiti dalle autorità italiane, dall'OIM e da Frontex hanno quasi raggiunto il 100% negli ultimi sbarchi nei punti di crisi operativi (87% complessivamente a gennaio).

✓ Il ministero dell'Interno ha presentato una domanda di finanziamento di emergenza per l'acquisizione di ulteriori apparecchiature di rilevamento delle impronte digitali e per l'aggiornamento dei sistemi informatici finalizzato a evitare il doppio rilevamento delle impronte digitali. La Commissione ha adottato la decisione di finanziamento l'8 febbraio 2016.

X Un progetto di legge teso a migliorare il quadro normativo in materia di trattenimento di più lunga durata e a chiarire le operazioni di rilevamento delle impronte digitali (fra cui, come ultima istanza, l'uso proporzionato della forza) è pronto a livello tecnico, ma dovrà essere adottato rapidamente.

X Il rilevamento delle impronte digitali dei migranti sbarcati al di fuori dei punti di crisi non può essere confermato in modo indipendente. Tutti gli sbarchi dovrebbero avvenire nei punti di crisi designati e operativi.

Occorre estendere, migliorare e chiarire la partecipazione di Europol alle operazioni nei punti di crisi, al fine di accelerare le indagini sui trafficanti di migranti. La Polizia di Stato e le autorità giudiziarie italiane devono emanare disposizioni chiare e standardizzate per un utile scambio di informazioni (real time) con Europol, grazie al personale aggiuntivo impegnato sul campo e ai contatti con la sede all'Aia, secondo necessità, tramite SIENA.

✓ Il ruolo di Europol è descritto nelle procedure operative standard dei punti di crisi. Sono in corso contatti tra Europol, la Commissione e la polizia (ministero dell'Interno), compresa l'unità nazionale Europol, per migliorare la partecipazione di Europol sul campo in base alle buone prassi elaborate con alcuni pubblici ministeri e a una valutazione dei bisogni messa a punto dalla Commissione sul campo.

X Attualmente la presenza di Europol si limita a un funzionario distaccato presso la task force regionale dell'UE a Catania. Con l'inaugurazione ufficiale del Centro europeo sul traffico di migranti presso Europol, l'Agenzia dovrà inviare un secondo membro del personale in Sicilia, ma sono necessarie ulteriori risorse per garantire una presenza adeguata ed efficace di Europol.

Occorre aggiornare prontamente i sistemi informatici per garantire interconnessioni tra le banche dati nazionali e quelle internazionali/UE che consentano un controllo accurato dei migranti in ingresso tramite raffronto con le banche dati SIS II/SLTD di Interpol.

✓ Le autorità italiane hanno fornito chiarimenti confermando che le impronte digitali rilevate sono sistematicamente controllate dagli agenti della polizia scientifica che le raffrontano con l'AFIS nazionale (sistema di identificazione automatico delle impronte digitali) e con Eurodac. In caso di migranti muniti di documenti o di riscontri positivi su AFIS/Eurodac, i dati nominali sono controllati sulla banca dati principale della polizia italiana, il Sistema di indagine (SDI). L'SDI è collegato al SIS e alle banche dati di Interpol. Le autorità italiane dovranno trasmettere ulteriori informazioni sull'interconnessione con la banca dati di Interpol.

X Le interconnessioni tra banche dati sono ancora limitate. In particolare, non esiste alcun collegamento diretto e automatico tra il processo di registrazione (foglio notizie) e le banche dati SIS, Europol e Interpol. Ciò andrebbe realizzato in via prioritaria al fine di consentire controlli sistematici.

X Le autorità italiane devono garantire lo svolgimento di controlli sistematici dei migranti in arrivo su banche dati esistenti a livello nazionale, europeo e internazionale (per le impronte digitali: AFIS e Eurodac; per i dati nominali: SDI, SIS e Interpol).

Le autorità italiane dovrebbero continuare a migliorare il proprio sistema di trasferimenti dai punti di crisi all'Italia continentale, in particolare sviluppando un sistema di trasporto aereo; all'occorrenza tale attività potrebbe essere sostenuta dal Fondo Asilo, migrazione e integrazione (programma nazionale AFIM).

X Gara d'appalto per il trasporto aereo da bandire in tempi brevi, soggetta al controllo dell'autorità italiana per gli appalti CONSIP. Le autorità italiane dovrebbero intervenire per portare a termine rapidamente la procedura.

Misure aggiuntive individuate dopo l'adozione, a dicembre, della comunicazione

Necessità di valutare i bisogni e definire un flusso di lavoro specifico per identificare e accogliere adeguatamente i minori non accompagnati e altre persone vulnerabili dopo lo sbarco in attesa del passaggio in appositi centri di accoglienza e dell'espletamento delle procedure.

X Occorre rendere disponibili in tutti i punti di crisi un'assistenza mirata, strutture opportune e personale qualificato per rispondere alle necessità dei minori e dei gruppi vulnerabili.

Considerando che alcune operazioni di sbarco continueranno ad avvenire al di fuori dei punti di crisi per motivi di forza maggiore o per le condizioni del mare, è necessario garantire strutture mobili per lo sbarco e per le procedure di registrazione.

X Per gestire gli sbarchi che continueranno ad avvenire al di fuori dei punti di crisi aperti o designati, a gennaio è stato raggiunto un accordo tra l'Italia e la Commissione per creare una squadra mobile con funzioni di punto di crisi. Occorre raggiungere rapidamente un accordo a livello tecnico e l'Italia deve prevedere personale e apparecchiature AFIS mobili che consentano il rilevamento diretto e la verifica delle impronte digitali nei luoghi di sbarco. La squadra mobile punto di crisi dovrebbe essere operativa entro la metà di marzo.

Le autorità italiane dovrebbero valutare l'eventuale necessità di ulteriori ristrutturazioni delle strutture dei punti di crisi in preparazione al periodo estivo.

X Occorre svolgere una serie di visite congiunte da parte delle autorità italiane, della Commissione e delle agenzie competenti per individuare i bisogni supplementari e quindi rafforzare le capacità operative dei punti di crisi in preparazione per i mesi estivi.

Ricollocazione

Per evitare confusione nelle informazioni ai migranti sui loro diritti e obblighi, è in preparazione un documento congiunto a uso di tutti gli attori impegnati presso i punti di crisi e nel processo di ricollocazione.

✓ Una nota informativa sulla ricollocazione, elaborata dall'EASO in collaborazione con la Commissione, è stata pubblicata nel gennaio 2016. L'opuscolo attuale è in fase di rielaborazione con l'aggiunta di informazioni più dettagliate in materia di ricollocazione.

✓ Un breve video di informazione sulla ricollocazione è stato prodotto dall'EASO nel 2015. Altri materiali video in fase di produzione forniranno informazioni e spiegazioni sul processo di ricollocazione.

✓ Sta per essere ultimato uno schema comune per spiegare le tappe procedurali e operative del processo di ricollocazione, destinato agli operatori di tale processo.

Le autorità italiane dovrebbero mettere a punto, all'inizio del 2016, una procedura dedicata per il trasferimento di minori non accompagnati nel quadro del meccanismo di ricollocazione.

X Nessuna procedura attualmente operativa per il trasferimento di minori non accompagnati ai sensi della decisione del Consiglio sulla ricollocazione.

L'EASO dovrebbe prontamente inviare mediatori culturali che affianchino le sue squadre, in modo tale da potenziare l'impatto delle risorse dispiegate e non contare unicamente sulle autorità nazionali.

✓ L'EASO sta ultimando le procedure di appalto per l'invio di mediatori culturali in Italia.

Gli Stati membri dovrebbero ridurre in misura sostanziale i tempi di risposta alle domande di ricollocazione delle autorità italiane.

X Tempi di risposta ancora troppo lunghi minano l'efficienza e l'efficacia del processo di ricollocazione.

X Le autorità italiane dovrebbero fornire chiarimenti agli ufficiali di collegamento degli Stati membri sulle procedure di sicurezza vigenti nei punti di crisi, in modo da ridurre la necessità di ulteriori controlli di sicurezza.

X Gli Stati membri dovrebbero trasmettere informazioni alle autorità italiane quando casi di sicurezza nazionale o di esclusione sono invocati per rifiutare candidati alla ricollocazione, al fine di garantire un trattamento adeguato da parte delle autorità italiane. L'Italia dovrebbe comunicare agli Stati membri un punto di contatto abilitato a ricevere tali informazioni.

Gli Stati membri dovrebbero incrementare gli impegni nel quadro del programma di ricollocazione e prorogare la validità degli impegni già assunti per tenere conto del ridotto numero di arrivi attualmente registrato in Italia.

X Impegni e ricollocazioni insufficienti (cfr. allegato 4).

X Gli Stati membri che hanno presentato impegni dovrebbero prorogare la validità degli impegni già assunti per prendere in considerazione i livelli stagionali degli arrivi in Italia.

Il processo di ricollocazione dovrebbe essere ottimizzato facendo eco alle raccomandazioni del gruppo di lavoro e ai risultati del Forum sulla ricollocazione del 16 dicembre 2015.

X Il processo di ricollocazione deve essere ulteriormente ottimizzato sulla base dei chiarimenti forniti dalla Commissione e delle discussioni nei pertinenti gruppi di lavoro e forum.

Misure aggiuntive individuate dopo l'adozione, a dicembre, della comunicazione

Alcuni Stati membri hanno fatto valere criteri diversi da quelli previsti nella decisione del Consiglio per respingere domande di ricollocazione.

X Gli Stati membri dovrebbero applicare rigorosamente i criteri previsti nella decisione del Consiglio nel respingere domande di ricollocazione. In particolare, le domande di ricollocazione non dovrebbero essere respinte per motivi inerenti alle preferenze espresse dallo Stato membro riguardo ai profili dei candidati.

Rimpatrio

Le autorità italiane devono rafforzare il dialogo con i principali paesi di origine dei migranti irregolari e razionalizzare le procedure amministrative per garantire rimpatri forzati rapidi.

✓ I rimpatri hanno avuto come destinazione l'Egitto, la Tunisia e la Nigeria, paesi con i quali sono in vigore accordi bilaterali.

✓ Si sono tenute riunioni con Ghana, Senegal, Gambia e Costa d'Avorio, anche con la partecipazione del primo ministro italiano e del capo della polizia italiana, per concludere accordi bilaterali. La Commissione ha partecipato a riunioni di livello tecnico.

X L'Italia, di concerto con Frontex, dovrebbe definire e varare, in via prioritaria, un chiaro piano operativo per le attività di rimpatrio e di riammissione, basato su una chiara programmazione e su una valutazione dei bisogni dell'Italia, per dare sostegno a tutti gli elementi della procedura di esecuzione dei rimpatri, secondo necessità.

Tenuto conto del fatto che, sul totale dei migranti in arrivo in Italia, è in costante aumento la percentuale di persone non bisognose di protezione internazionale (attualmente di oltre il 50% secondo le autorità italiane), si può ritenere che l'attuale capacità di trattenimento dell'Italia (circa 604 posti in tutto) sia già insufficiente. Bisognerà considerare la possibilità di utilizzare appieno le attuali strutture di trattenimento, il cui finanziamento è già a carico del programma nazionale AMIF, e di pianificare (con urgenza) un ampliamento (temporaneo) delle capacità di trattenimento dell'Italia.

X L'Italia ha ulteriormente ridotto i posti disponibili nei Centri di identificazione ed espulsione (CIE), a circa 420 posti rispetto ai 1 248 posti previsti nella tabella di marcia. Le autorità italiane dovrebbero porre rimedio a questa carenza con la massima urgenza e aumentare, anziché diminuire, il numero di posti disponibili, per impedire che i migranti irregolari si rendano irreperibili e si rechino irregolarmente in altri Stati membri.

X L'Italia dovrebbe prevedere anche la possibilità di aumentare la durata della detenzione amministrativa entro il limite massimo di 18 mesi consentito dalla direttiva rimpatrio, per garantire il regolare espletamento di tutte le procedure senza correre il rischio che i candidati al rimpatrio, una volta rilasciati, si rendano irreperibili.

X L'Italia deve inoltre prevedere la possibilità del rimpatrio volontario di tutte le categorie di migranti, compresi i minori (non accompagnati), le famiglie e le persone vulnerabili, tenendo conto delle circostanze specifiche di ciascun caso.

L'Italia ha già indetto una gara d'appalto e dovrebbe riprendere al più presto il programma di rimpatrio volontario assistito per smaltire le numerose pratiche di rimpatrio arretrate, eventualmente considerando di fare domanda di assistenza di emergenza nell'ambito dell'AMIF per coprire il periodo fino all'avvio del nuovo programma di rimpatrio volontario assistito.

 Una gara d'appalto per il rimpatrio volontario assistito (RVA) è stata avviata
il 24 dicembre 2015 e dovrebbe concludersi

entro la fine del mese di febbraio, prima della selezione dei candidati e dell'aggiudicazione. Il nuovo regime di rimpatrio volontario assistito dovrebbe essere operativo entro giugno 2016.

✓ L'OIM sta preparando una richiesta di finanziamento ponte, a titolo dell'AMIF, per il periodo fino all'inizio del nuovo regime di RVA. La richiesta sarà presentata entro metà febbraio.

La Commissione europea, con il sostegno degli Stati membri, dovrebbe rafforzare il suo impegno con i paesi terzi per garantire una più facile riammissione dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale, anche attraverso l'uso mirato del Fondo fiduciario per l'Africa.

 

 I comitati misti per la riammissione con
Turchia e Pakistan si sono tenuti rispettivamente il 19 gennaio e il 2 febbraio 2016. La Commissione si è recata in Afghanistan e si recherà in Nigeria per discutere la riammissione.

Misure aggiuntive individuate dopo l'adozione, a dicembre, della comunicazione

Gli orientamenti che disciplinano il regime di rimpatrio volontario assistito in Italia sono obsoleti e devono diventare più efficienti.

X In vista del nuovo programma nazionale a favore del rimpatrio volontario assistito, le autorità italiane dovrebbero riesaminare la disciplina applicabile a tali programmi.

X L'Italia dovrebbe avvalersi appieno dei programmi esistenti finanziati dall'UE, in particolare ERIN, per il reinserimento dei rimpatriati.

Migliorare la gestione delle frontiere

Dato il possibile rischio di aumento degli arrivi al confine italo-sloveno, le autorità italiane dovrebbero elaborare piani d'emergenza, compresa la possibilità di chiedere assistenza aggiuntiva a Frontex/all'EASO.

✓ Le autorità italiane e Frontex hanno concordato l'ampliamento all'Adriatico meridionale dell'area operativa dell'operazione congiunta Triton. Attualmente l'operazione Triton di Frontex comprende 293 agenti (205 agenti di sorveglianza delle frontiere e membri d'equipaggio, 57 agenti distaccati e 31 addetti al coordinamento).

✓ L'Italia ha chiesto e ottenuto un chiarimento circa la possibilità di ricollocare i migranti che entrano via la rotta dei Balcani occidentali.

X Le autorità italiane dovrebbero manifestare le loro intenzioni circa l'eventuale istituzione di strutture analoghe ai punti di crisi nel Nordest.

Gli Stati membri dovrebbero continuare a garantire la disponibilità di mezzi per le operazioni Triton e EUNAVFOR MED nel Mediterraneo.

✓ Gli Stati membri dovrebbero continuare a garantire la disponibilità di mezzi per le operazioni Triton e EUNAVFOR MED nel Mediterraneo.

Capacità di accoglienza

I lavori di riforma del sistema di asilo e accoglienza dovrebbero proseguire e condurre allo snellimento della procedura di asilo, in particolare per quanto riguarda i ricorsi e a una maggiore omogeneità della qualità del processo decisionale in tutto il paese.

X Un gruppo di lavoro per la riforma dell'asilo è stato istituito presso il Ministero dell'interno per proporre una nuova legge sul diritto di asilo, colmare le lacune esistenti e accelerare le procedure.

X I lavori per la riforma dovrebbero terminare prima dell'estate, anche per rispondere alle preoccupazioni espresse dalla Commissione nell'ambito delle procedure di infrazione in corso.

Occorre rafforzare i sistemi di monitoraggio in modo da ridurre le disparità in termini di qualità delle condizioni di accoglienza in tutto il paese e evitare il rischio di corruzione nella gestione dell'accoglienza.

 

✓ Le autorità italiane hanno indicato che il sistema di controllo italiano delle condizioni di accoglienza è già stato rafforzato nel 2015 mediante accordi con l'UNHCR e l'OIM, che effettuano ulteriori visite di controllo in aggiunta a quelle già svolte dalle prefetture. Nel corso del 2016 si avvieranno nuove iniziative per migliorare ulteriormente il sistema di monitoraggio.

Servirebbe una banca dati unica che colleghi i processi di asilo e accoglienza e faciliti la gestione delle domande.

X La nuova banca dati di registrazione dei migranti per programmarne la distribuzione e per il sistema di accoglienza non è ancora entrata in vigore, pur essendo in fase di messa a punto finale in vista di diventare operativa nella seconda metà del 2016.

X Occorre sviluppare soluzioni informatiche per collegare la banca dati per l'accoglienza e l'asilo e il nuovo sistema di monitoraggio della presenza di migranti.

Le autorità italiane dovrebbero completare al più presto la gara di appalto per l'istituzione di un sistema di voli destinato al trasferimento dei migranti. La Commissione europea potrebbe valutare se sostenere il sistema provvisoriamente come misura di ripiego in attesa che sia predisposta la gara.

X La procedura di gara non è ancora stata ultimata e occorre accelerarne l'adozione.

Misure aggiuntive individuate dopo l'adozione, a dicembre, della comunicazione

Posti di prima accoglienza per i minori non accompagnati.

X I progetti con finanziamento di emergenza AMIF del 2014, che hanno reso possibile la creazione di un nuovo sistema di centri di accoglienza di primo livello sotto la responsabilità del ministero, terminano nel febbraio 2016. Le autorità italiane dovrebbero fornire indicazioni chiare sui progetti di prosecuzione dell'assistenza ai minori non accompagnati in prima accoglienza.

Sistema di accoglienza di secondo livello per i minori non accompagnati.

✓ 961 posti di accoglienza di secondo livello disponibili per minori non accompagnati.

✓ Nel dicembre 2015 si è conclusa una gara d'appalto per altri 1010 posti per minori non accompagnati, indipendentemente dalla loro posizione giuridica (sistema SPRAR), e i posti aggiuntivi sono stati assegnati.

 


Bruxelles, 10.2.2016

COM(2016) 85 final

ALLEGATO

della

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sullo stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione

Ricollocazione — Tabella sullo stato dei lavori


Ricollocazione — Stato dei lavori: Grecia

Stato membro

Indicazioni degli Stati membri di totale ricollocazione a breve termine

Indicazioni degli Stati membri di ricollocazione in Grecia

(art. 5.2)

Casi pronti per presentazione

Presentate agli Stati membri di ricollocazione dalla Grecia

Ricollocati

Quota restante**

PCN / Uff. coll.

Austria

1 491

✓/X

Belgio

30

2 415

/

Bulgaria

1 302 (fino al 2017)

110

831

/

Croazia

594

✓/X

Cipro

30

15

181

/

Repubblica ceca

20

1 655

✓/X

Estonia

204

✓/X

Finlandia

220

120

44

1 255

/

Francia

1 100

370

94

12 505

/

Germania

40

40

10

17 199

/

Ungheria

988

✓/X

Irlanda

20

10

10

230

/

Italia

✓/X

Lettonia

481 (fino al 2017)

10

6

289

/X

Liechtenstein

43

Lituania

100

80

4

416

/

Lussemburgo

90

30

30

279

/

Malta

131 (fino al 2017)

6

78

✓/X

Paesi Bassi

100

50

3 797

/

Norvegia

Polonia

100

65

4 321

✓/✓

Portogallo

130

30

20

1 758

/

Romania

315

125

2 572

/

Slovenia

349

/

Slovacchia

652

/

Spagna

50

6 647

/

Svizzera

Svezia

300

2 378

✓/X

Totale

4 582

1 081

142***

618***

218

63 084

(*) Punti di contatto nazionali / ufficiali di collegamento. Situazione all’8 febbraio 2016.

(**) Si noti che alcuni casi pronti per essere presentati potrebbero non essere stati ancora attribuiti a uno Stato membro. La situazione della Svezia è attualmente in sospeso a causa della richiesta della Svezia di essere considerata beneficiaria della ricollocazione e i dati devono essere aggiornati per tener conto della partecipazione dell’Irlanda alla decisione sulla ricollocazione 2015/1601, del 22 settembre 2015.

(***) Secondo dati forniti dalla Grecia fuori del sistema di raccolta di dati EASO EPS. Situazione all’8 febbraio 2016. I casi pronti per la presentazione sono il numero totale di domande di ricollocazione registrate dal servizio asilo fino all’8 febbraio 2016 meno le richieste di ricollocazione inviate fino all’8 febbraio 2016. Per "presentate allo Stato membro di ricollocazione dalla Grecia" si intende il numero totale di richieste di ricollocazione presentate entro l'8 febbraio 2016, meno i ricollocati.

Ricollocazioni completate (date)

Destinazione

Numero di persone

Nazionalità/vulnerabilità

4 novembre

Lussemburgo

30

Siriani e iracheni, compresi bambini con bisogni speciali

10 dicembre

Finlandia

24

Eritrei

14 dicembre

Germania

10

2 famiglie irachene, 1 famiglia siriana, 3 uomini soli (parenti)

15 dicembre

Lituania

4

1 famiglia irachena

17 dicembre

Portogallo

14

12 iracheni e 2 siriani

21 gennaio

Portogallo

2

1 eritreo e 1 iracheno

22 gennaio 2016

Irlanda

10

1 famiglia siriana (2 adulti e 8 figli)

25 gennaio 2016

Finlandia

20

Siriani, iracheni ed eritrei

25 gennaio 2016

Francia

43

Siriani, iracheni ed eritrei

29 gennaio 2016

Francia

45

Siriani, iracheni ed eritrei

5 febbraio 2016

Lettonia

6

Siriani ed eritrei

5 febbraio 2016

Portogallo

4

Siriani

8 febbraio 2016

Francia

6

Siriani



Ricollocazione — Stato dei lavori: Italia

Stato membro

Indicazioni degli Stati membri di totale ricollocazione a breve termine*

Indicazioni degli Stati membri di ricollocazione in Italia

(art. 5.2)*

Casi pronti per presentazione

Presentate agli Stati membri di ricollocazione dall'Italia

Ricollocati

*

Quota restante* ***

PCN / Uff. coll.*

Austria

462

/

Belgio

30

30

14

1 383

/

Bulgaria

1 302 (fino al 2017)

90

471

/

Croazia

374

✓/X

Cipro

30

139

/

Repubblica ceca

10

1 036

✓/X

Estonia

8

125

✓/X

Finlandia

220

100

96

684

/

Francia

1 100

200

41

7 073

/

Germania

40

10

11

10 316

/

Grecia

✓/X

Ungheria

306

✓/X

Irlanda

20

20

360

/

Lettonia

481 (fino al 2017)

186

/

Liechtenstein

43

Lituania

100

251

/

Lussemburgo

90

248

/

Malta

131 (fino al 2017)

23

53

/

Paesi Bassi

100

50

50

2 100

/

Norvegia

X/✓

Polonia

100

35

1 861

/

Portogallo

130

100

10

1 163

/

Romania

315

190

1 608

/

Slovenia

218

/

Slovacchia

250

/

Spagna

50

50

18

2 658

/

Svizzera

Svezia

300

50

39

1 349

/

Totale

4 582

966

53

200**

279

34 674

(*) Punti di contatto nazionali / ufficiali di collegamento. Situazione all’8 febbraio 2016.

(**) Riferito al numero di richiedenti per i quali le unità "Dublino" italiane hanno presentato una richiesta di ricollocazione ma che non sono ancora stati ricollocati (richieste inviate ma non ancora approvate e richieste approvate ma ricollocazione non ancora eseguita). Situazione al 5 febbraio 2016.

(***) Le cifre devono essere aggiornate per tener conto della partecipazione dell’Irlanda alla decisione di ricollocazione 2015/1601, del 22 settembre 2015.



Ricollocazioni completate (date)

Destinazione

Numero di persone

Nazionalità/vulnerabilità

9 ottobre

Svezia

19

15 uomini e 4 donne

21 ottobre

Svezia

19

Siriani

21 ottobre

Finlandia

49

Eritrei

5 novembre

Francia

19

Eritrei: 18 uomini e 4 donne

8 novembre

Spagna

12

11 eritrei, 1 siriano (8 uomini e 4 donne)

13 novembre

Germania

11

10 siriani e 1 eritreo (3 minori)

19 novembre

Svezia

1

Donna eritrea

11 dicembre

Finlandia

14

Eritrei

17 dicembre

Portogallo

10

Diverse nazionalità

18 dicembre

Belgio

6

3 donne e 3 uomini (tutte persone sole)

21 dicembre

Finlandia

24

20 eritrei, 4 siriani

22 dicembre

Spagna

6

6 eritrei

15 gennaio

Paesi Bassi

50

Eritrei e una famiglia siriana

18 gennaio

Finlandia

9

Eritrei

21 gennaio

Belgio

8

Eritrei

3 febbraio

Francia

22

Eritrei


Bruxelles, 10.2.2016

COM(2016) 85 final

ALLEGATO

della

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sullo stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro della strategia europea sulla migrazione

Follow-up della riunione dei leader sui Balcani occidentali – Relazione sullo
stato dei lavori


Follow-up della riunione dei leader sui Balcani occidentali – Relazione sullo
stato dei lavori

Piano d'azione

Situazione

Scambio permanente di informazioni

1. Designare i punti di contatto entro 24 ore

✓Tutti i paesi, le istituzioni e le agenzie partecipanti hanno designato i punti di contatto

✓Aumento dei contatti bilaterali e multilaterali nella regione

✓Ampio scambio di informazioni fra capi di polizia sulle politiche e le pratiche alle frontiere

X Insufficiente notifica previa delle modifiche delle politiche nazionali

X Misure unilaterali tra cui condizioni d'ingresso subordinate di fatto alla nazionalità e alla destinazione e costruzione di recinzioni

2. Valutare congiuntamente i bisogni entro 24 ore

✓Valutazione iniziale e successive missioni in loco svolte dalla Commissione

✓Individuate possibilità di finanziamenti dell'UE per colmare le lacune a lungo termine ed erogati aiuti d'emergenza per i bisogni immediati

X In attesa della valutazione complessiva e definitiva dei bisogni della Grecia

Limitazione dei movimenti secondari

3. Disincentivare i movimenti non preannunciati di rifugiati o migranti

✓Maggiore cooperazione e comunicazione tra le autorità di frontiera

X Mancanza della volontà politica di creare capacità di accoglienza permanenti

X Alcuni paesi continuano a organizzare attivamente il trasporto di migranti da una frontiera all'altra

X Gli Stati membri devono iniziare ad applicare immediatamente le pertinenti norme UE

X Frontex, in stretta collaborazione con i programmi di rimpatrio esistenti finanziati dall'UE, dovrebbe essere invitata a cooperare strettamente con i pertinenti paesi dei Balcani occidentali per sviluppare ulteriormente la loro capacità operativa di fermare, registrare, identificare e rimpatriare i migranti irregolari che non necessitano di protezione internazionale

Sostegno dei rifugiati e offerta di strutture di ricovero e riposo

4. Aumentare il sostegno offerto ai migranti, in particolare mediante il meccanismo di protezione civile

✓Fondi UE hanno contribuito a sostenere tutti i paesi situati sulla rotta

✓Croazia e Grecia hanno attivato il meccanismo di protezione civile

X Gli Stati membri non hanno soddisfatto la maggior parte delle richieste di assistenza relative alle operazioni del meccanismo di protezione civile in corso, anche riguardo a Serbia e Slovenia

5. Aumentare la capacità di accoglienza della Grecia portandola a 50 000 posti entro la fine dell'anno

✓L'UNHCR ha organizzato 14 950 dei 20 000 posti nell'ambito del sistema di voucher finanziato dall'UE

X Capacità di accoglienza inferiore alla meta (cfr. l'allegato 2)

6. Aumentare di 50 000 posti la capacità di accoglienza sulla rotta dei Balcani occidentali

X Capacità di accoglienza inferiore alla meta e assenza di piani immediati/volontà politica di colmare il divario per raggiungere la meta complessiva

7. Lavorare di concerto con le istituzioni finanziarie internazionali

✓Una rete delle istituzioni finanziarie internazionali e dei servizi della Commissione europea si adopera per lo scambio di informazioni e la creazione di sinergie di finanziamento

X Necessità di risposte a medio e lungo termine

Gestione congiunta dei flussi migratori

8. Garantire la piena capacità di registrazione degli arrivi

✓Fornitura di stazioni Eurodac in Grecia con sostegno finanziario dell'UE, di cui 6 già in funzione, 25 in procinto di entrare in funzione e altre 65 ordinate per febbraio.

X I punti di crisi in Italia e Grecia non sono ancora tutti pienamente operativi per quanto riguarda il processo di registrazione (cfr. allegati 2 e 3) e mancano controlli di sicurezza sistematici

X Mancanza di registrazione sistematica delle persone in tutti i paesi lungo la rotta

9. Scambiare informazioni sull'entità dei flussi

✓Comunicati giornalieri Frontex

10. Lavorare di concerto con le agenzie UE per avviare rapidamente detto scambio di informazioni

✓Comunicati giornalieri Frontex

11. Intensificare l'azione sul fronte dei rimpatri

✓Sostegno dell'UE al rimpatrio e programma permanente di rimpatrio volontario finanziato dall'UE (anche attraverso assistenza di emergenza)

X Necessità di intensificare le capacità di detenzione e le operazioni di rimpatrio

12. Intensificare la cooperazione in materia di riammissione

✓Dialoghi ad alto livello e comitati misti per la riammissione con paesi terzi, compresi Turchia e Pakistan

X Ostacoli all'effettiva riammissione, anche in Pakistan

Gestione delle frontiere

13. Aumentare gli sforzi per gestire le frontiere

✓Avvio dell'attuazione del piano d'azione comune UE-Turchia, compreso il monitoraggio permanente dei flussi di persone e iniziative della Turchia di accoglienza dei siriani nel proprio territorio

✓Operazione di flessibilità di Frontex in corso al confine fra Bulgaria e Turchia

✓Invio di una squadra di intervento rapido di frontiera (operazione congiunta Poseidon - intervento rapido) nel Mar Egeo, su richiesta della Grecia

✓Sostegno bilaterale da parte di alcuni paesi e di Frontex all'attività di sorveglianza rafforzata al confine tra l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e la Grecia

✓Rafforzamento della rete di analisi dei rischi nei Balcani occidentali a cura di Frontex

✓Richiesta di assistenza Frontex alla Croazia

X Misure insufficienti miranti a rafforzare la fiducia sul confine tra la Grecia e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e necessità di designare i capisquadra sul lato greco

X Numero insufficiente di agenti di polizia dislocati in Slovenia da altri Stati membri

14. Ribadire il principio secondo cui l'ingresso è negato ai cittadini dei paesi terzi che non confermano la volontà di chiedere protezione internazionale

X Necessarie misure per mitigare il possibile accumularsi di persone bloccate alle frontiere

X Occorre informare i migranti dell'obbligo di presentare domanda di asilo nel paese dell'UE di ingresso, in particolare presso i punti di crisi, e, se del caso, di rispettare gli obblighi di ricollocazione

Lotta al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani

15. Intensificare la lotta al traffico dei migranti e alla tratta di esseri umani

✓Memorandum d'intesa per consentire lo scambio di dati personali tra Europol e Frontex

✓Creazione, ad opera di Europol, del Centro europeo sul traffico di migranti

✓Sostegno alle operazioni su larga scala di Europol e Stati membri

X Controllo sistematico da parte degli Stati membri di tutti i documenti di viaggio alle frontiere e controlli sulla banca dati Interpol dei documenti di viaggio rubati e smarriti e sul sistema d'informazione Schengen

X Gli Stati membri devono fornire a Europol dati sulle indagini sulla falsificazione dei documenti

X Frontex dovrà assegnare ai punti di crisi altri agenti specializzati nell'individuazione dei falsi documentali

Informazioni sui diritti e i doveri di rifugiati e migranti

16. Utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione disponibili per informare rifugiati e migranti

✓È stata istituita una task force nell'ambito della strategia di informazione dei migranti (con il compito di definire e attuare un'informazione efficace)

✓La prima serie di materiali informativi sull'asilo e sulla ricollocazione è disponibile in 14 lingue e utilizzata dall'EASO nei punti di crisi e altrove

X Faranno seguito materiali sull'immigrazione irregolare, sul rimpatrio e sulla migrazione legale

Monitoraggio

17. Monitorare l'attuazione di questi impegni su base settimanale

✓Videoconferenze settimanali con un elevato livello di partecipazione


Bruxelles, 10.2.2016

COM(2016) 85 final

ALLEGATO

della

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sullo stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione

Azioni in corso per la protezione dei minori migranti


Azioni in corso per la protezione dei minori migranti

L'agenda europea sulla migrazione evidenzia in modo particolare la necessità di proteggere i minori migranti. Il presente allegato sintetizza la situazione attuale delle azioni in corso, compresi i lavori volti a completare l'attuazione del piano d'azione sui minori non accompagnati (2010-2014) 1 , che la Commissione valuterà e su cui riferirà più avanti nell'anno.

Proteggere i minori sulle rotte migratorie

Nell'ambito dei programmi di finanziamento dell'UE sono stati stanziati più di 200 milioni di euro ai fini della protezione dei minori migranti. Una sovvenzione diretta di 3,5 milioni di euro è prevista per la primavera 2016 a sostegno di UNHCR, UNICEF, OIM e Save the Children per attuare un'azione condivisa incentrata sulla protezione dei minori migranti nelle loro attività nell'UE, insieme ad altri 3 milioni di euro destinati al rafforzamento delle capacità dei sistemi di tutela dei bambini per quanto riguarda sempre i minori migranti.

Europol ed Eurojust contribuiscono attivamente a smantellare le reti implicate nel traffico e nella tratta di minori. La tratta dei minori è stata individuata come una delle priorità della Piattaforma multidisciplinare europea di lotta alle minacce della criminalità per quanto riguarda la tratta degli esseri umani, nell'ambito del ciclo programmatico dell'UE per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale 2 . La Commissione sostiene Europol e le autorità di contrasto, così come altre agenzie dell'UE, nei loro sforzi operativi di lotta contro la tratta dei minori. Nell'ambito del Fondo asilo, migrazione e integrazione è stato recentemente pubblicato un invito a presentare proposte per 3 milioni di euro riguardante specificamente la tratta dei minori, fra le cui priorità figurano la rapida identificazione e la protezione dei minori vittime di tratta e dei minori non accompagnati che rischiano di diventarlo.

Nel quadro della Piattaforma europea della società civile contro la tratta di esseri umani opera attivamente un sottogruppo sulla tratta dei minori, che garantisce una stretta cooperazione con la società civile e le organizzazioni per i diritti dell'infanzia sulle questioni in oggetto.

L'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo prevede di sviluppare ulteriormente gli orientamenti esistenti in materia di migliori prassi sulla valutazione dell'interesse superiore del minore, anche per quanto riguarda i mezzi di determinazione dell'età, il rintracciamento della famiglia, l'individuazione delle persone con necessità particolari e la tratta dei minori. In cooperazione con gli Stati membri, Frontex aumenterà gli sforzi per garantire che le guardie di frontiera siano adeguatamente formate sulle procedure da applicare nei riguardi dei minori.

Inoltre, le misure di protezione e di difesa dei minori (incluso il controllo del personale, la formazione e le norme relative al dovere di riferire) sono integrate nell'approccio basato sui punti di crisi ("hotspot"). Sarà ad esempio realizzato un sistema di check-up sanitario per i bambini, compreso lo status di vaccinazione (2 milioni di euro stanziati col programma "Salute").

Tutela dei minori non accompagnati

La Commissione europea e l'Agenzia dell'UE per i diritti fondamentali hanno pubblicato un Manuale sulla tutela dei minori privati delle cure genitoriali, volto ad aiutare le autorità degli Stati membri a rafforzare i loro sistemi e le loro prassi di tutela e garantire così che dispongano di strumenti migliori per far fronte alle specifiche necessità dei minori vittime della tratta. Verrà facilitata 3 – anche attraverso la Rete giudiziaria europea in materia civile e commerciale - la formazione dei giudici e delle autorità centrali sul riconoscimento transfrontaliero delle decisioni giudiziarie che prevedono misure di protezione, compresa la tutela, di minori non accompagnati e separati dai genitori.

Istruzione dei minori migranti all'interno e all'esterno dell'UE

Il diritto all'istruzione dei minori migranti è una delle priorità della cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione 4 , con un'attenzione particolare per i migranti arrivati di recente e per la promozione di competenze sociali, civiche e interculturali fra i bambini e i ragazzi per evitare l'emarginazione. Il "toolkit europeo" online per le scuole offre agli operatori scolastici e ai responsabili politici informazioni per un'educazione inclusiva, compresa l'integrazione dei migranti.

Al di fuori dell'Unione europea sono stati stanziati 120 milioni di euro di finanziamenti UE per il 2015-2016 per i programmi regionali di istruzione e di protezione destinati ai bambini e agli adolescenti dei gruppi vulnerabili di rifugiati siriani e a quelli delle comunità d'accoglienza, attraverso partner come l'UNICEF in Turchia, Libano, Giordania e Iraq. Lo Strumento per i rifugiati in Turchia sosterrà la scolarizzazione dei giovani rifugiati siriani in Turchia. Inoltre, nel 2016, la Commissione quadruplicherà il sostegno all'istruzione dei bambini nelle situazioni d'emergenza, comprese le situazioni di conflitto, portandolo dall'1% al 4% del suo bilancio destinato agli aiuti umanitari, in linea con l'obiettivo globale delle Nazioni Unite.

(1)

     Piano d'azione sui minori non accompagnati (2010-2014), COM(2010) 213 definitivo del 6 maggio 2010.

(2)

     Conclusioni del Consiglio sull'elaborazione e attuazione di un ciclo programmatico dell'UE per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale, doc. 15358/10 COSI 69 ENFOPOL 298 CRIMORG 185 ENFOCUSTOM 94 .

(3)

     Finanziamenti attraverso la Rete giudiziaria europea.

(4)

     I progetti riguardanti i rifugiati sono una delle priorità di Erasmus+ indicate per il 2016 (circa 1,5 miliardi di euro destinati ad attività legate all'istruzione, alla formazione, alla gioventù e allo sport).


Bruxelles, 10.2.2016

COM(2016) 85 final

ALLEGATO

della

Comunicazione sullo stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione

Impegni degli Stati membri verso i fondi fiduciari — Situazione attuale


Impegni degli Stati membri verso i fondi fiduciari — Situazione attuale

Stato membro

Fondo fiduciario d'emergenza per la stabilità e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati in Africa

Fondo fiduciario regionale dell'UE in risposta alla crisi siriana 1

TOTALE

Austria

3

11,5

14,5

Belgio

10

X

10

Bulgaria

0,05

0,1

0,15

Croazia

X

X

X

Cipro

X

X

X

Repubblica ceca

0,74

5

5,74

Danimarca

6

9,75

15,75

Estonia

0,15

0,25

0,40

Finlandia

5

3

8

Francia

3

3

6

Germania

3

5

8

Grecia

X

X

X

Ungheria

0,7

3

3,7

Irlanda

3

X

3

Italia

10

5

15

Lettonia

0,05

0,05

0,1

Lituania

0,05

0,1

0,15

Lussemburgo

3,1

X

3,1

Malta

0,25

0,02

0,27

Paesi Bassi

15

5

20

Polonia

1,1

3

4.1

Portogallo

0,25

0,2

0,45

Romania

0,1

0,08

0,18

Slovacchia

0,5

3

3,5

Slovenia

0,05

X

0,05

Spagna

3

X

3

Svezia

3

3

6

Regno Unito

3

X

3

Norvegia

3

X

3

Svizzera

4,62

X

4,62

Totale impegnato

81,71

60,05

141,76

Contributo del finanziamento dell'UE

1800

500

2300

Totale richiesto

3600

1000

4600

Deficit di finanziamento

1718,29

439,95

2158,24

(1)

Le cifre comprendono gli impegni per il 2015 e il 2016.


Bruxelles, 10.2.2016

COM(2016) 85 final

ALLEGATO

della

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sullo stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione

Attuazione del diritto dell'Unione - Situazione attuale


Attuazione del diritto dell'Unione – Situazione attuale

Direttiva 2013/32/UE sulle procedure d'asilo

Direttiva 2013/33/UE sulle condizioni d'accoglienza

Direttiva 2011/95/UE sull'attribuzione della qualifica di beneficiario di protezione internazionale

Direttiva 2011/51/UE (Soggiornanti di lungo periodo)

Regolamento (UE) 603/2013 EURODAC

Direttiva rimpatri 2008/115/CE

 

Fase della procedura

Fase della procedura

Fase della procedura

Fase della procedura

Fase della procedura

Fase della procedura

Austria

 

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Parziale recepimento notificato

 

 

 

Belgio

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Parziale recepimento notificato

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Parziale recepimento notificato

 

 

 Lettera amministrativa di richiesta di chiarimenti sull'applicazione -

Risposta ricevuta

Bulgaria

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

PM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

 

 Lettera amministrativa di richiesta di chiarimenti sull'applicazione -

Risposta ricevuta

Cipro

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

Inviata LCM

 

Croazia

 

 

 Inviata LCM

 

Repubblica ceca

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

 

Lettera amministrativa di richiesta di chiarimenti sull'applicazione -

Risposta ricevuta

Danimarca

N/A

N/A

N/A

N/A

 

N/A

Estonia

Parere motivato per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Parziale recepimento notificato

 

 

Finlandia

 

 

 

 

Francia

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

PM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione (parziale recepimento notificato)

 

 Lettera amministrativa di richiesta di chiarimenti sull'applicazione -

Risposta ricevuta

Germania

Parere motivato per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione

Parere motivato per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione

Lettera amministrativa di richiesta di chiarimenti sull'applicazione -

Risposta ricevuta

Grecia

Parere motivato per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione

Parere motivato per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione

PM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione (parziale recepimento notificato)

Inviata LCM

Lettera amministrativa di richiesta di chiarimenti sull'applicazione -

Risposta ricevuta 

Seconda LCM complementare per errata applicazione

Ungheria

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Parziale recepimento notificato

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Parziale recepimento notificato

 

LCM per errata applicazione

Seconda lettera amministrativa concernente la conformità della legislazione di recente adozione

Irlanda

N/A

N/A

N/A

N/A

 

N/A

Italia

PM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione (parziale recepimento notificato)

Inviata LCM

Lettera amministrativa di richiesta di chiarimenti sull'applicazione -

Risposta ricevuta

Lettonia

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

PM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione (parziale recepimento notificato)

 

 

Lituania

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Parziale recepimento notificato

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Parziale recepimento notificato

 

 

Lussemburgo

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

 

 

Malta

Parere motivato per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

Parere motivato per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

 

 Lettera amministrativa di richiesta di chiarimenti sull'applicazione -

Risposta ricevuta

Paesi Bassi

 

 

 

 Lettera amministrativa di richiesta di chiarimenti sull'applicazione -

Risposta ricevuta

Polonia

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

 

 

Portogallo

 

 

 

 Lettera amministrativa di richiesta di chiarimenti sull'applicazione -

Risposta ricevuta

Romania

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

 

 

Slovacchia

 

 

 

 

Slovenia

Parere motivato per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Parziale recepimento notificato

PM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione (parziale recepimento notificato)

 

 

Spagna

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

PM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione- Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

 

Svezia

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Parziale recepimento notificato

LCM per omessa comunicazione delle misure nazionali di attuazione 

Recepimento della direttiva notificato – in fase di valutazione

 

 

 

Regno Unito

N/A

N/A

N/A

N/A

 

N/A

58 nuove decisioni dal 23 settembre 2015 in avanti

LCM = Lettera di costituzione in mora

PM = Parere motivato


Bruxelles, 10.2.2016

COM(2016) 85 final

ALLEGATO

della

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sullo stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione

Sostegno degli Stati membri al meccanismo di protezione civile per Serbia, Slovenia, Croazia e Grecia


Sostegno degli Stati membri al meccanismo di protezione civile per Serbia, Slovenia, Croazia e Grecia 1

ATTIVAZIONI

SERBIA

(21 settembre)

SLOVENIA

(22 ottobre)

CROAZIA

(26 ottobre)

GRECIA

(3 dicembre)

OFFERTE

AUSTRIA

500 cuscini

50 000 guanti protettivi

2 500 coperte

500 sacchi a pelo

900 set di dispositivi di protezione individuale (DPI)

500 sacchi a pelo

2 500 coperte monouso in foglio di alluminio

25 000 guanti monouso

24 000 impermeabili monouso

30 000 impermeabili

1 000 sacchi a pelo

500 letti (pieghevoli)

CIPRO

100 bagni mobili

20 tende

REPUBBLICA CECA

22 tende familiari riscaldate

110 sacchi a pelo

110 letti da campo

40 stufe a combustibile solido

10 000 impermeabili monouso

2 000 coperte monouso

2 000 sacchi a pelo

500 letti gonfiabili

DANIMARCA

1000 coperte

FRANCIA

1 000 letti da campo

1 000 kit per la notte (ciascuno composto da 1 tappetino, 1 sacco a pelo e 1 cuscino)

2 920 coperte

360 tende

5 760 coperte in foglio di alluminio

1 002 paia di stivali di gomma

1 020 letti da campo

1 020 coperte

8 unità abitative con bagno e riscaldamento integrati

7 unità sanitarie

GERMANIA

45 prolunghe

100 coperte di lana

500 paia di stivali di gomma

50 000 paia di guanti monouso

480 paia di guanti di gomma

2 000 kit di pronto soccorso

2 pompe ad acqua

UNGHERIA

100 000 maschere protettive

1 500 indumenti protettivi

6 000 respiratori monouso

78 tende adatte a condizioni invernali

IRLANDA

5 000 coperte di lana

LETTONIA

4 000 coperte
200 cuscini
1 000 federe

3 000 set di lenzuola

LUSSEMBURGO

5 000 maschere protettive

26 000 guanti monouso

10 000 maschere protettive

26 000 guanti monouso

3 000 set di dispositivi di protezione individuale (DPI)

2 LIFEPACK 15 (materiale medico)

150 letti da campo

10 000 maschere protettive

26 000 guanti monouso

150 letti pieghevoli

100 tende

PAESI BASSI

3 850 sacchi a pelo

300 letti pieghevoli

100 letti da campo

10 torri faro portatili

2 pompe ad acqua

ROMANIA

2 500 sacchi a pelo

1 000 coperte

2 000 lenzuola

500 letti pieghevoli

500 materassi

1 000 federe

SLOVACCHIA

1 000 coperte di lana

36 stufe (a combustibile solido) per tende

600 coperte isotermiche

200 tappetini

2 generatori da 6 kW

2 000 impermeabili monouso

500 coperte

500 sacchi a pelo

275 set di lenzuola

135 letti da campo

15 tavoli da campo

12 container residenziali

3 container residenziali

24 prolunghe (50m)

36 stufe elettriche

336 coperte di lana

80 letti pieghevoli

360 sacchi a pelo

300 paia di stivali di gomma

24 stufe per tende

80 letti a castello

78 stufe per tende

2 pompe ad acqua

1 100 sacchi a pelo

6 000 impermeabili

6 generatori da 5,5 KW

500 coperte

SPAGNA

5 940 coperte di lana

6 000 guanti monouso

5 000 coperte di pile (biancheria da letto)

20 sacchi a pelo

100 letti da campo

3 000 coperte in foglio di alluminio

6 000 guanti monouso

REGNO UNITO

24 060 coperte

1350 sacchi a pelo

3 000 materassini arrotolati

2 550 materassini gonfiabili

1 000 letti con materassi

471 tende

800 lanterne solari

11 000 coperte di pile

1 600 sacchi a pelo

200 tende

5 000 materassini

50 stufe elettriche per tende

150 tende familiari adatte a condizioni invernali

49 564 coperte di lana sintetica a elevata capacità termica

50 000 maschere

100 000 guanti monouso

13 000 materassini

1 640 sacchi a pelo

64 stufe elettriche

770 letti con materassi

1 000 tende

Generatori 4 x 10 KVA

5 000 materassini gonfiabili

1 000 piastrelle

8 900 coperte di lana

ELENCO COMPLETO DELLE NECESSITÀ

Articolo richiesto

Richiesta Serbia

Offerte Serbia

Necessità Serbia

Richiesta

Slovenia

Offerte

Slovenia

Necessità Slovenia

Richiesta Croazia

Offerte

Croazia

Necessità Croazia

Richiesta Grecia

Offerte

Grecia

Necessità

Grecia

ambulanze

5

5

 

 

 

 

26

 

26

Biancheria da letto

8 000

2 000

6 000

10 000

8 275

0 2

 

 

 

 

letti (letti a castello)

7 000

 

7 000

 

 

500

0

3 000

80

2 920

letti (normali; pieghevoli)

3 000

1 800

1 200

5 000

1 595

0

1 000

1 000

0

2 020

2 020

0

Coperte

89 600

37 600

52 000

30 000

21 920

0

 

 

 

 

coperte (foglio di alluminio monouso)

 

 

 

 

15 000

11 260

0

80 000

 

80 000

coperte (lana monouso)

 

 

 

 

 

150 000

50 000

100 000

50 000

12 420

37 580

Autobus

4

 

4

 

 

 

 

20

 

20

Articolo richiesto

Richiesta Serbia

Offerte Serbia

Necessità Serbia

RichiestaSlovenia

Offerte Slovenia

Necessità Slovenia

Richiesta Croazia

Offerte Croazia

Necessità Croazia

Richiesta Grecia

OfferteGrecia

NecessitàGrecia

indumenti protettivi e dispositivi di protezione individuale

 

 

50 000

5 400

44 600

 

 

 

 

container (alloggi riscaldati)

200

 

200

100

12

88

100

 

100

800

792

container (alloggi senza riscaldamento)

34

 

34

 

 

 

 

 

 

 

 

 

container (sanitari)

60

 

60

0

3

0

20

 

20

90

90

Container (acqua)

 

 

 

 

100

 

0

 

 

prolunghe (25m)

 

 

 

 

250

45

0

 

 

prolunghe (50m)

 

 

 

 

250

24

0

 

 

prolunghe (7m)

 

 

1 000

 

1 000

 

 

 

 

kit di pronto soccorso

 

 

 

 

3 000

 

0

100 000

2 000

98 000

carburante diesel (tonnellate)

10

 

10

 

 

 

 

 

 

olio combustibile (tonnellate)

10

 

10

 

 

 

 

 

 

maschere complete con filtri - kit

 

 

250

 

0

 

 

 

 

generatori

10

2

8

6

 

6

 

 

10

10

0

guanti (monouso)

100 000

76 000

24 000

200 000

32 000

168 000

312 000

212 000

100 000

 

 

guanti (di gomma)

 

 

 

 

50 000

480

0

 

 

stufe (elettriche)

 

 

 

 

100

100

0

 

 

stufe (da tenda)

300

36

264

50

50

0

100

24

0

950

118

832

illuminazione/torri faro

 

 

100

10

90

10

 

0

 

 

Articolo richiesto

Richiesta Serbia

Offerte Serbia

Necessità Serbia

RichiestaSlovenia

Offerte Slovenia

Necessità Slovenia

Richiesta Croazia

Offerte Croazia

Necessità Croazia

Richiesta Grecia

OfferteGrecia

NecessitàGrecia

Piastrelle a incastro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 000

1 000

0

cucina (mobile)

20

 

20

3

 

0

 

 

 

 

Lampade

 

 

 

 

400

 

0

 

 

Materassi

4 000

1 500

2 500

 

 

 

 

 

 

apparecchiature mediche (LIFEPAK)

 

 

2

2

0

 

 

 

 

Forniture mediche (varie - bende, siringhe, aghi, ecc.) 3  

Farmaci (per malattie trasmissibili e non trasmissibili) 4  

pulmini

12

 

12

 

 

17

17

pompe per fango (elettriche 5kVA, 40-50 l/s)

4

 

4

5 000

1 000

4 000

 

 

 

federe

1 000

1 000

0

5 000

1 000

0

 

 

 

 

cuscino

8 000

500

7 500

5 000

1 200

0

 

 

 

 

maschere di protezione

105 000

105 000

0

10 000

10 000

0

160 000

60 000

100 000

 

 

maschere di protezione FFp3

 

 

100 000

 

100 000

 

 

 

 

radiatori (olio)

 

 

60

 

0

 

 

 

 

impermeabili (monouso)

80 000

2 000

78 000

 

 

124 000

24 000

100 000

100 000

46 000

54 000

respiratori (monouso)

 

 

6 000

6 000

0

 

 

 

 

materassini arrotolati

3 000

2 550

450

6 000

6 000

0

13 000

13 000

0

5 000

5 000

0

stivali di gomma

4 000

 

4 000

 

 

1 000

800

0

2 000

1 002 

998

Articolo richiesto

Richiesta Serbia

Offerte Serbia

Necessità Serbia

RichiestaSlovenia

Offerte Slovenia

Necessità Slovenia

Richiesta Croazia

Offerte Croazia

Necessità Croazia

Richiesta Grecia

Offerte Grecia

NecessitàGrecia

tappetini di gomma

 

 

 

500

 

0

 

 

doccia (mobile)

40

 

40

 

 

 

 

50

7

43

sacchi a pelo

7 700

7 700

0

5 000

3 730

 0

2 500

2 500

0

100 000

4 100

95 900

lanterne solari

800

800

0

 

 

 

 

 

 

 

 

tavoli e panchine

 

 

350

15

0

 

 

 

 

tende (adatte a condizioni invernali, da 6-8 persone e/o 240 m2)

471

471

0

300

300

0

510

510

0

1 620

1 120

500

servizi igienici (mobili)

40

 

40

 

 

 

 

 

100

100

0

capacità di trasporto su rotaia (locomotiva, 2-3 vagoni)

1

 

1

 

 

 

 

 

 

 

 

veicoli (4x4)

25

 

25

 

 

 

 

10

 

10

pompe ad acqua

 

 

 

 

 

6

6

0

pompe per fango (elettriche 5KVA, 40-50 l/s)

4

 

4

5 000

1 000

4 000

 

 

 

(1)

Come comunicato al 9 febbraio 2016.

(2)

I campi in grigio indicano gli articoli che non sono più necessari. A scopo di chiarezza, tali articoli sono indicati come quantità pari a zero.

(3)

Data la natura della richiesta, le quantità non sono calcolate