22.12.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 443/11


P7_TA(2014)0378

Negoziati sul QFP 2014-2020: insegnamenti da trarre e prospettive future

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 aprile 2014 sui negoziati sul QFP 2014-2020: insegnamenti da trarre e prospettive per il futuro (2014/2005(INI))

(2017/C 443/03)

Il Parlamento europeo,

visti la proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2014-2020 (COM(2011)0398), modificata il 6 luglio 2012 (COM(2012)0388), e il progetto di accordo interistituzionale (AII) tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla cooperazione in materia di bilancio e la sana gestione finanziaria (COM(2011)0403),

vista la propria approvazione, il 19 novembre 2013, del regolamento sul QFP (1), a norma dell’articolo 312 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, e la propria approvazione, nella stessa data, della conclusione dell’AII (2);

visti il QFP e l’AII, adottati in via definitiva il 2 dicembre 2013 e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale il 20 dicembre 2013,

vista la sua risoluzione dell'8 giugno 2011 dal titolo: «Investire nel futuro: un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per un'Europa competitiva, sostenibile e inclusiva» (3),

vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2012 intesa a favorire il buon esito della procedura di approvazione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 (4),

vista la sua risoluzione del 13 marzo 2013 sulle conclusioni del Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio 2013 relative al quadro finanziario pluriennale (5),

vista la sua risoluzione del 3 luglio 2013 sull'accordo politico relativo al quadro finanziario pluriennale 2014-2020 (6),

vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2013 sulle relazioni tra il Parlamento europeo e le istituzioni che rappresentano i governi nazionali (7),

visto l'articolo 48 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per i bilanci e i pareri della commissione per gli affari costituzionali, della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (A7-0254/2014),

A.

considerando che l'accordo sul QFP 2014-2020 è il risultato di negoziati lunghi e ardui, durati due anni e mezzo; e che è stato possibile giungere ad un accordo politico definitivo soltanto al più alto livello politico tra i tre presidenti (Parlamento, Presidenza del Consiglio e Commissione), conformemente all'articolo 324 del TFUE;

B.

considerando che il livello generale del prossimo QFP (960 miliardi di euro in impegni, 908 miliardi di euro in pagamenti a prezzi 2011), stabilito dal Consiglio europeo e, successivamente, approvato dal Parlamento, rappresenta un taglio del 3,5 % negli impegni e del 3,7 % nei pagamenti rispetto al il quadro finanziario 2007-2013, nonostante le accresciute competenze dell'UE in seguito all’entrata in vigore del trattato di Lisbona e all'allargamento dell'Unione a 28 Stati membri; e che tale livello non è sufficiente per conseguire gli obiettivi e gli impegni politici dell'UE, in particolare in relazione alla strategia Europa 2020;

C.

considerando che il bilancio annuale dell'UE continuerà a rappresentare circa l'1 % dell'RNL dell'UE nei prossimi anni, attestandosi ad un livello già raggiunto nei primi anni '90, e ben al di sotto del massimale delle risorse proprie, pari all'1,29 % dell’RNL UE per gli impegni e all'1,23 % dell'RNL UE per i pagamenti, come inizialmente stabilito nel 1992 e riconfermato nel 2010;

D.

considerando che, di fronte all'impossibilità politica di cambiare le cifre complessive del QFP stabilite dal Consiglio europeo, il Parlamento si è concentrato sul miglioramento dell'esecuzione del QFP negoziando con successo l'inclusione di nuove disposizioni che contribuiranno a rendere il nuovo quadro finanziario e il nuovo bilancio annuale dell'UE più operativi, coerenti, trasparenti e rispondenti alle esigenze dei cittadini europei e consentiranno di ottimizzare l’utilizzo dei massimali del QFP; e che tali disposizioni riguardano, in particolare, le nuove modalità relative alla revisione del QFP, alla flessibilità, nonché all'unità e alla trasparenza del bilancio dell'UE, unitamente a un ulteriore impegno a riformare il finanziamento del bilancio dell’UE (dichiarazione comune sulle risorse proprie);

E.

considerando che, conformemente al principio guida secondo cui «non c'è accordo su nulla finché non c'è accordo su tutto», il Parlamento ha dato la sua approvazione al nuovo regolamento QFP e approvato il nuovo accordo interistituzionale del 19 novembre 2013, avendo il Consiglio rispettato le condizioni stabilite nella risoluzione del Parlamento europeo del 3 luglio 2013, compresa l'adozione di ulteriori 11,2 miliardi di euro in pagamenti per il 2013;

F.

considerando che il Consiglio non ha compiuto alcun progresso per quanto riguarda la tanto necessaria riforma dell'attuale sistema di finanziamento del bilancio UE, nonostante le ambiziose proposte presentate dalla Commissione, volte non solo a superare la situazione di stallo causata dalla mancanza di un vero e proprio sistema di risorse proprie, ma anche a rendere il sistema di finanziamento del bilancio dell'UE più semplice, equo e trasparente per i cittadini dell'UE;

G.

considerando che, in seguito all'accordo sul QFP 2014-2020, il QFP continua a non coincidere con i mandati del Parlamento e della Commissione che avranno inizio nel 2014;

H.

considerando che le possibilità offerte dal trattato di Lisbona per quanto riguarda la modifica delle procedure decisionali per il QFP e le decisioni sulle risorse proprie non sono state sfruttate;

1.

deplora vivamente il fatto che sia la procedura che ha condotto all'accordo sul QFP 2014-2020, sia il dibattito politico che ha accompagnato questi negoziati, abbiano dimostrato la palese mancanza di una visione comune per quanto riguarda il bilancio e le priorità politiche dell'UE, abbiano evidenziato che vi sono approcci molto divergenti tra le istituzioni dell’UE e si siano rivelati insufficienti a fronte del ruolo accresciuto e delle maggiori prerogative del Parlamento in seguito all'entrata in vigore del trattato di Lisbona; ritiene pertanto della massima importanza che la presente relazione tragga le lezioni politiche e istituzionali necessarie, che possono servire da base per la preparazione di futuri negoziati, in particolare in relazione alla revisione post-elettorale del QFP, il cui avvio da parte della Commissione è previsto entro e non oltre la fine del 2016;

Considerazioni politiche

2.

riconosce che il risanamento di bilancio attualmente in corso negli Stati membri ha reso impraticabile il raggiungimento di un accordo più ambizioso sul QFP 2014-2020; deplora tuttavia profondamente il fatto che il ruolo del bilancio dell'UE quale importante strumento politico comune volto a superare l'attuale crisi economica e sociale non sia stato debitamente riconosciuto; rammenta che il bilancio dell’UE è soprattutto un bilancio di investimenti, che fornisce un quadro unico entro il quale coordinare e potenziare gli sforzi nazionali per rilanciare la crescita, stimolare la competitività e creare occupazione in tutta l'UE;

3.

è profondamente preoccupato per il fatto che, da anni, le discussioni di bilancio in seno al Consiglio siano avvelenate dalla logica del «giusto ritorno», anziché essere improntate alla logica del valore aggiunto europeo; ritiene che, se questa controversia esisteva già prima dell'introduzione delle risorse basate sull'RNL, la situazione si sia decisamente aggravata a motivo dell’attuale sistema di finanziamento dell’UE, in virtù del quale circa il 74 % delle entrate deriva da contributi nazionali basati sull'RNL, anziché da reali risorse proprie, come previsto dal Trattato di Roma e da tutti i trattati successivi; e considera che tale sistema ponga un'enfasi eccessiva sui saldi netti tra gli Stati membri e che abbia condotto alla progressiva introduzione di sconti complessi e poco chiari e ad altri meccanismi di correzione relativi al finanziamento del bilancio dell'UE;

4.

ritiene che questa logica sia prevalsa anche nella conclusione dell'accordo sul QFP al Consiglio europeo dell'8 febbraio 2013; si rammarica che essa si sia tradotta nella determinazione delle dotazioni nazionali al momento dell’accordo, segnatamente per i due maggiori settori di spesa del bilancio dell’UE, vale a dire la politica agricola e la politica di coesione; critica, in particolare, l'aumento nel numero delle assegnazioni e «donazioni» speciali concesse nel corso dei negoziati tra i capi di Stato e di governo, che non si basano su criteri oggettivi e verificabili, bensì riflettono il potere contrattuale degli Stati membri, i quali cercano di garantire i propri interessi nazionali e massimizzare i propri profitti netti; denuncia la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato la conclusione di questo accordo e la riluttanza del Consiglio e della Commissione a fornire al Parlamento tutta la documentazione pertinente; evidenzia che il valore aggiunto europeo deve prevalere sugli interessi nazionali;

5.

respinge fermamente questa visione puramente contabile del bilancio dell'UE, che non tiene conto del valore aggiunto europeo, contraddice il principio di solidarietà dell'UE e sottovaluta il ruolo attuale e potenziale del bilancio dell'UE ai fini del rafforzamento della governance economica; sottolinea che il bilancio dell'UE è prevalentemente un bilancio di investimenti con un forte effetto leva che rende possibili numerosi progetti altrimenti difficili o impossibili da realizzare e che funge da catalizzatore per la crescita, la competitività e l'occupazione in tutta l'Unione nonché da potente veicolo di riforma; deplora quindi profondamente il fatto che alcuni Stati membri sembrino considerare i contributi nazionali al bilancio dell'UE un semplice costo da minimizzare;

6.

si rammarica che il Consiglio europeo abbia adottato un approccio dall’alto verso il basso per decidere l’entità complessiva del QFP 2014-2020, il che dimostra una preoccupante discrepanza tra gli impegni politici dell'UE adottati dal Consiglio europeo e la riluttanza di quest’ultimo a finanziarli adeguatamente; ritiene invece che tale decisione dovrebbe essere basata su un approccio dal basso verso l’alto, risultante da una valutazione approfondita delle esigenze finanziarie dell'Unione e degli obiettivi politici enunciati nei programmi e nelle politiche pluriennali dell'UE stabiliti dall’autorità legislativa;

7.

è pertanto convinto che qualsiasi decisione sul quadro finanziario dovrebbe essere preceduta da — e basata su — un reale dibattito politico sul ruolo, la funzione e il valore aggiunto del bilancio dell'UE e sulla sua compatibilità con la strategia politica adottata dall'Unione e con gli obiettivi e le priorità operativi attribuiti all'Unione; ritiene che, al fine di colmare il divario tra le visioni divergenti su ciò che il bilancio dell'UE rappresenta e su ciò che può conseguire, questo dibattito dovrebbe essere organizzato a tempo debito e vedere la partecipazione delle tre istituzioni dell'UE e di tutti i parlamenti nazionali, coinvolgendo altresì i più alti livelli politici degli Stati membri;

8.

è inoltre convinto che si possano compiere progressi tangibili soltanto grazie ad una riforma approfondita del finanziamento del bilancio dell'UE che dovrebbe rispettare la lettera e lo spirito del trattato, facendo ritorno a un sistema di risorse proprie genuino, chiaro, semplice ed equo; sottolinea che l'introduzione di una o più nuove risorse proprie contribuirà a ridurre al minimo la quota dei contributi al bilancio dell'UE basati sull'RNL e, di conseguenza, a ridurre l'onere a carico degli erari nazionali; ribadisce il suo forte impegno verso qualsiasi processo che conduca alla riforma del sistema delle risorse proprie, attualmente caratterizzato da complessità, opacità e scarso rendimento; si rammarica che l'accordo definitivo del Consiglio sul sistema delle risorse proprie sia ancor più complesso del precedente poiché ha introdotto nuove compensazioni ed eccezioni;

Considerazioni istituzionali

9.

ricorda che, con la relazione della sua commissione speciale SURE del giugno 2011, il Parlamento è stato la prima istituzione dell'UE a presentare la propria visione del QFP 2014-2020 e a sottolineare la necessità di riformare il finanziamento del bilancio dell'UE; ritiene che questa preparazione tempestiva abbia aiutato il Parlamento a stabilire un ampio consenso sulle priorità politiche e a rimanere unito durante il successivo processo negoziale; reputa altresì che tale relazione abbia fornito orientamenti alla Commissione per la stesura delle sue proposte sul QFP e sulle risorse proprie e apprezza il dialogo politico regolare instauratosi tra le due istituzioni in tutte le fasi della preparazione di questa relazione; è del parere che tale pratica debba essere ulteriormente sviluppata, trasformandola in un dialogo più strutturato tra le due istituzioni in vista della presentazione delle proposte nell'ambito del QFP;

10.

ricorda che, a norma dell'articolo 312 del TFUE, il Consiglio adotta all'unanimità il regolamento sul QFP, previa approvazione del Parlamento, mentre le tre istituzioni dell'UE «adottano ogni misura necessaria a facilitare l'adozione stessa»; rileva pertanto che il trattato non stabilisce alcuna procedura concreta relativa alla partecipazione del Parlamento ai negoziati sul QFP e che queste modalità sono state successivamente determinate nella pratica attraverso una serie di accordi ad hoc concordati a livello politico su iniziativa del Parlamento;

11.

deplora che, prima dell'accordo del Consiglio europeo sul QFP, dell'8 febbraio 2013, non si siano avuti negoziati significativi il Parlamento e il Consiglio; ritiene che le numerose riunioni tenutesi tra il suo gruppo negoziale e le successive presidenze del Consiglio, a margine delle relative riunioni del Consiglio Affari generali, e la sua partecipazione alle riunioni informali del Consiglio sul QFP, abbiano soltanto reso possibile una condivisione parziale delle informazioni tra il Consiglio e il Parlamento; reputa pertanto necessario che il Parlamento si basi ulteriormente sull’esperienza acquisita e si adoperi con tutti i mezzi a sua disposizione per rafforzare la sua influenza sullo spirito, sul calendario e sul contenuto dei negoziati con il Consiglio, facendo in modo che quest’ultimo tenga maggiormente conto dei suoi argomenti e delle sue posizioni;

12.

deplora il fatto che, nonostante le forti opposizioni del Parlamento, tutti i successivi «schemi di negoziato» presentati dalle diverse presidenze del Consiglio e, in definitiva, l'accordo sul QFP del Consiglio europeo dell'8 febbraio 2013, contenessero un numero significativo di elementi legislativi che avrebbero dovuto essere stabiliti nell'ambito della procedura legislativa ordinaria; sottolinea che non si è potuta raggiungere l'unanimità necessaria a livello giuridico in seno al Consiglio sul regolamento QFP se non anticipando talune modifiche politiche importanti nelle politiche settoriali dell’UE, ostacolando in tal modo l’esercizio delle prerogative del Parlamento nell’ambito della co-decisione e, in particolare, il suo diritto a proporre modifiche al pari del Consiglio, e ciò in netta contraddizione con i trattati;

13.

rileva che i negoziati veri e propri sul regolamento QFP e sull'AII sono stati avviati soltanto a maggio 2013, senza che i negoziatori del Consiglio avessero un mandato negoziale ufficiale e considerando invece l'accordo sul QFP del Consiglio europeo come unico punto di riferimento, senza alcun margine di discussione; sottolinea che questo atteggiamento ha portato non solo ad una inutile perdita di tempo, ma anche al tentativo, inaccettabile, da parte del Consiglio, di escludere determinati argomenti dai negoziati, costringendo il Parlamento a lottare, anche al più alto livello politico, al fine di avviare negoziati su ogni articolo del regolamento QFP e/o dell'AII;

14.

ricorda che, in virtù del trattato, il Consiglio europeo non esercita funzioni legislative; insiste pertanto sul fatto che le conclusioni del Consiglio europeo vadano considerate un mandato negoziale per il Consiglio e che tale mandato non costituisce in nessun caso un limite che non può essere negoziato con il Parlamento; chiede che nelle conclusioni del Consiglio europeo sia inclusa una formula standard che richiami le disposizioni dell'articolo 15, paragrafo 1, del TFUE;

15.

si rammarica profondamente del fatto che lo stesso problema abbia caratterizzato i negoziati sui programmi pluriennali dell'Unione, in particolare nel settore della politica agricola e della politica di coesione; rileva che il Consiglio ha rifiutato in molti casi persino di fare riferimento agli «aspetti correlati al QFP» di tali basi giuridiche; sottolinea il notevole sforzo e il tempo che sono stati necessari al Parlamento per garantire che tutti i punti delle basi giuridiche stabilite in codecisione tra il Consiglio e il Parlamento restassero aperti alla negoziazione; rileva con soddisfazione che i negoziatori del Parlamento sono riusciti in ultima analisi a impugnare alcune parti dell'accordo del Consiglio europeo;

16.

rileva di non aver contestato alla fin fine gli importi del QFP (livello complessivo e ripartizione per rubrica) stabiliti dal Consiglio europeo, riconoscendo la congiuntura economica e finanziaria particolarmente difficile al momento dell'adozione di questa decisione; sottolinea, tuttavia, come ciò non debba in alcun modo essere considerato un precedente e ribadisce la propria posizione secondo cui gli importi del QFP, come pure ogni altra parte del relativo accordo politico del Consiglio europeo, devono essere negoziati con il Parlamento;

17.

sottolinea la necessità di migliorare in modo sostanziale le modalità di eventuali futuri negoziati sul QFP, al fine di evitare situazioni di stallo e risparmiare tempo e risorse preziose nel corso dei negoziati; ritiene che tali modalità debbano essere ufficializzate in un accordo ai massimi livelli politici, che dovrebbe tener conto delle carenze dei recenti negoziati, salvaguardando pienamente il ruolo e le prerogative del Parlamento, come sancito dal trattato UE; è del parere che tale procedura debba quindi essere sancita dallo stesso AII, come avviene per la procedura di bilancio;

18.

osserva l'immenso lavoro di scambio di informazioni e di coordinamento necessario in seno al Parlamento per garantire la coerenza dei negoziati paralleli sul QFP e tra le basi giuridiche di oltre 60 programmi pluriennali; sottolinea l'estrema importanza di distinguere i dossier da adottare nell'ambito della procedura di codecisione e di deferire quanto più possibile alle rispettive commissioni competenti; propone che, nell'ambito dei prossimi negoziati sul QFP, il Parlamento europeo esamini le proposte legislative in parallelo e le approvi successivamente in un unico pacchetto, applicando quanto più possibile il principio secondo cui nessun accordo è acquisito finché non vi è accordo su tutti gli elementi;

19.

è convinto che, in ragione della regola dell'unanimità in seno al Consiglio, l'accordo rappresenti il minimo comun denominatore, data la necessità di evitare il veto di un singolo Stato membro; sottolinea che il passaggio al voto a maggioranza qualificata per il regolamento QFP sarebbe in linea non solo con la procedura legislativa ordinaria, utilizzata per l'adozione di pressoché tutti i programmi pluriennali dell'Unione europea, ma anche con la procedura annuale di adozione del bilancio dell'UE;

20.

rileva la possibilità che il Consiglio europeo ricorra alla clausola passerella generale (articolo 48, paragrafo 7, del TUE) per applicare il voto a maggioranza qualificata e la procedura legislativa ordinaria alle decisioni sulle risorse proprie e sul QFP; ricorda, inoltre, che l'articolo 312, paragrafo 2, del TFUE consente in ogni caso il ricorso al voto a maggioranza qualificata per il QFP; esorta il Consiglio europeo a utilizzare entrambe le passerelle ai fini previsti in modo da snellire il processo decisionale in seno al Consiglio e limitare la misura in cui la politica del «juste retour» nazionale prevale sull'articolazione dell'interesse comune dell'Unione nel suo complesso;

QFP 2014-2020: prospettive per il futuro

21.

dichiara la propria intenzione di garantire che tutte le nuove disposizioni incorporate con successo nel regolamento QFP e nell'AII siano pienamente utilizzate nella procedura di bilancio annuale; si attende che il Consiglio non tenti di imporre interpretazioni restrittive di tali disposizioni, in particolare sulla natura e la portata di tutti gli strumenti speciali, ma che agisca invece responsabilmente e approvi i necessari stanziamenti per far fronte sia agli impegni pregressi, sia alle spese impreviste, anche se fosse necessario di conseguenza sforare i massimali annuali del QFP; ricorda, a tale proposito, che i massimali del QFP 2014-2020 sono stati fissati ben al di sotto dei massimali delle risorse proprie;

22.

insiste particolarmente sulle nuove regole in materia di flessibilità che dovrebbero consentire di utilizzare al massimo i rispettivi massimali fissati dal QFP per gli impegni e i pagamenti; sottolinea che la prassi dei precedenti quadri finanziari, in cui il bilancio annuale dell'Unione era ben inferiore ai massimali del QFP, in particolare per quanto riguarda gli stanziamenti di pagamento, non è più sostenibile;

23.

sottolinea al riguardo che i RAL accumulati hanno raggiunto un livello critico che potrebbe in futuro determinare un deficit strutturale del bilancio dell'UE, il che violerebbe naturalmente le disposizioni del trattato (articoli 310 e 323 del TFUE); esprime profonda preoccupazione per la costante crescita del numero di fatture non saldate a fine anno dal 2011 (23,4 miliardi di EUR alla fine del 2013 per la sola politica di coesione) il che graverà pesantemente sui massimali di pagamento del QFP 2014-2020; sottolinea la necessità di fissare con precisione i massimali annuali dei pagamenti del QFP, tenendo debitamente conto anche delle dinamiche della politica di coesione, tra cui i tempi di programmazione, di attuazione, di conclusione definitiva dei programmi e di disimpegno;

24.

sottolinea che il margine globale per gli impegni è finalizzato a sostenere gli investimenti per la crescita e l'occupazione in Europa, in particolare quella giovanile; ricorda che tale strumento rappresenta un'iniziativa del Parlamento europeo;

25.

ricorda che la prossima Commissione, che entrerà in carica dopo le elezioni europee del 2014, dovrà avviare un riesame obbligatorio e una successiva revisione del QFP 2014-2020 entro la fine del 2016; sottolinea che tale clausola di riesame/revisione post-elettorale è stata una delle principali richieste del Parlamento durante i negoziati sul QFP, ed è dettata dalla necessità di consentire alla prossima Commissione e al prossimo Parlamento di riesaminare le priorità politiche dell'Unione, conferendo in tal modo al QFP una rinnovata legittimità democratica; sottolinea la notevole contrazione del livello degli investimenti cui si è assistito tra il 2008 e il 2012 a seguito della crisi economica e rammenta che, in base ad alcune stime (8), ciò costerà all'Europa 540 miliardi di EUR in mancata redditività entro il 2020;

26.

sottolinea la necessità che, in vista del riesame/revisione postelettorale del QFP, il prossimo Parlamento rifletta con largo anticipo sulle priorità politiche, individuando cioè gli ambiti per i quali risulteranno necessari maggiori investimenti nella seconda metà del QFP 2014-2020; invita a tal fine la prossima Commissione e il prossimo Parlamento europeo a esaminare attentamente i risultati raggiunti nel perseguimento degli obiettivi dalla strategia Europa 2020, in particolare in termini di occupazione e lotta alla crisi economica, nonché i risultati di programmi chiave dell'Unione, come ad esempio Orizzonte 2020, al fine di concentrarsi sui settori di comprovato valore aggiunto della spesa dell'Unione e per i quali si imporranno ulteriori risorse finanziarie;

27.

chiede che il riesame a medio termine del QFP prepari una successiva riduzione della durata del prossimo QFP, in modo da garantire la sua successiva rinegoziazione durante ciascun mandato del Parlamento e della Commissione, assicurando così la piena legittimità democratica delle decisioni regolari sulle prospettive finanziarie dell'Unione e adottando, nel contempo, misure per far fronte alla necessità di stabilità dei cicli di programmazione e di prevedibilità degli investimenti; è fermamente convinto che un QFP quinquennale rafforzerebbe la legittimità democratica, migliorerebbe la determinazione dell'ordine di priorità delle risorse di bilancio e potrebbe essere considerato una premessa per ampliare il dibattito politico;

28.

sottolinea che le proposte della Commissione sulla revisione del QFP dovrebbero tenere pienamente conto delle ultime proiezioni macroeconomiche e includere una valutazione approfondita del funzionamento di tutti gli strumenti speciali, in particolare i margini globali in materia di impegni e pagamenti; ricorda che tale processo non comporterà un effetto degressivo su eventuali dotazioni nazionali preassegnate, tra cui la quota del Fondo sociale europeo di tali dotazioni nazionali; si attende, in tale contesto, che la Commissione fornisca al Parlamento e al Consiglio informazioni identiche e coerenti sugli importi e le stime, al fine di evitare incomprensioni durante i negoziati in merito alle basi della discussione;

29.

sottolinea la necessità di incoraggiare un'ampia discussione aperta sui risultati raggiunti dai programmi di finanziamento dell'Unione e, in particolare, una valutazione della misura in cui tali programmi contribuiscono al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020;

30.

sottolinea che gli strumenti finanziari innovativi, quali i «project bonds» europei, possono svolgere un ruolo assai importante, se concepiti correttamente, nel promuovere investimenti quanto mai necessari; esorta la Commissione, a tal proposito, a fare un uso ottimale della prossima valutazione anche nel contesto del riesame/revisione del QFP 2014-2020;

31.

plaude alla dichiarazione comune delle tre istituzioni approvata nel quadro degli accordi sul QFP, secondo la quale le procedure di bilancio annuali integreranno, ove opportuno, elementi relativi alla dimensione di genere, prendendo in considerazione le modalità con cui il quadro finanziario complessivo dell'Unione contribuisce a una maggiore parità di genere (e garantisce il mainstreaming di genere); sottolinea che tali principi dovrebbero essere integrati nelle proposte della Commissione sulla revisione del QFP;

32.

ribadisce la propria intenzione di fare della revisione obbligatoria del QFP un requisito essenziale per l'investitura della prossima Commissione; invita pertanto il prossimo Parlamento europeo a subordinare l'elezione del candidato proposto alla Presidenza della Commissione a un impegno forte e inequivocabile a favore dell'attuazione della clausola di riesame/revisione postelettorale e alla partecipazione a un dialogo politico autentico e approfondito sul suo contenuto;

33.

rileva che al prossimo ciclo negoziale si applicheranno i nuovi articoli 70 e 70 bis del regolamento del Parlamento (negoziati interistituzionali nelle procedure legislative); raccomanda che, all'inizio del prossimo mandato del Parlamento, la commissione competente per il regolamento sia invitata a procedere a una razionalizzazione di tali articoli con l'articolo 75 (QFP), l'articolo 75 quater (trilogo finanziario) e l'articolo 81, paragrafo 3 (procedura di approvazione), al fine di elaborare un unico articolo coerente, espressamente destinato alle procedure legislative speciali di cui agli articoli 311 e 312 del TFUE relative alla determinazione del mandato, allo svolgimento dei triloghi (compreso il ruolo del Presidente) e al controllo da parte dell'Aula;

34.

ritiene che, in sede di prossima revisione dei trattati, la Convenzione dovrebbe formulare proposte in merito a un sistema di autentica codecisione tra il Consiglio e il Parlamento sull'approvazione delle decisioni relative al QFP e alle risorse proprie;

35.

è fermamente convinto che il gruppo ad alto livello sulle risorse proprie rappresenti un'occasione unica per superare la situazione di stallo che si è venuta a creare sulla riforma dell'attuale sistema delle risorse proprie; si attende che esso contribuisca in modo significativo alla comprensione delle carenze del sistema attuale e dei benefici che possono derivare da una riforma globale e approfondita nonché dall'introduzione di risorse proprie nuove ed effettive, che riducano in modo significativo la quota del contribuito al bilancio dell'UE a carico dell'RNL;

36.

rammenta che il gruppo ad alto livello ha il compito di esaminare tutti gli aspetti della riforma del sistema delle risorse proprie; esprime la ferma volontà di lavorare intensamente, mediante i suoi tre rappresentanti, in tutte le fasi di questo processo e a condurlo in porto; conta su una titolarità a pari merito del Consiglio e sull'impegno di quest'ultimo; sottolinea la necessità di sensibilizzare i parlamenti nazionali sulle problematiche in gioco; sottolinea che i risultati e le conclusioni del gruppo ad alto livello dovrebbero essere pronti in tempo utile affinché possano essere esaminati in sede di riesame/revisione del QFP nel 2016, in modo tale da introdurre eventuali riforme fin dal prossimo quadro finanziario pluriennale;

37.

esprime la ferma convinzione che qualsiasi nuova capacità finanziaria o qualsiasi nuovo bilancio appositamente creato per gli Stati membri della zona euro le cui funzioni di finanza pubblica non rientrano nel QFP debba essere istituita nel quadro dell'Unione ed essere assoggettata a un opportuno controllo e rendicontabilità democratici mediante le istituzioni esistenti;

o

o o

38.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, nonché ai parlamenti nazionali.


(1)  Testi approvati, P7_TA(2013)0455.

(2)  Testi approvati, P7_TA(2013)0456.

(3)  GU C 380 E dell'11.12.2012, pag. 89.

(4)  GU C 68 E del 7.3.2014, pag. 1.

(5)  Testi approvati, P7_TA(2013)0078.

(6)  Testi approvati, P7_TA(2013)0304.

(7)  Testi approvati, P7_TA(2013)0599.

(8)  Allocuzione del Presidente del Consiglio dei governatori della BEI in occasione della Settimana interparlamentare europea, 21 gennaio 2014.