COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO, AL COMITATO DELLE REGIONI E ALLA BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI Un piano di investimenti per l’Europa /* COM/2014/0903 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA, AL COMITATO
ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO, AL COMITATO DELLE REGIONI E ALLA BANCA EUROPEA PER
GLI INVESTIMENTI Un piano di investimenti per l’Europa
“La mia prima priorità come presidente della
Commissione sarà rafforzare la competitività in Europa e incoraggiare gli
investimenti finalizzati alla creazione di nuovi posti di lavoro.” “Abbiamo bisogno di investimenti più
intelligenti, di interventi più mirati, di una minore regolamentazione e di una
maggiore flessibilità nell’uso dei fondi pubblici [disponibili a livello
di UE].” “Questo dovrebbe consentirci di destinare, nei
prossimi tre anni, fino a 300 miliardi di euro a ulteriori investimenti
pubblici e privati nell’economia reale.” “Questi investimenti aggiuntivi dovranno
essere incentrati sulle infrastrutture, in particolare la banda larga e le reti
energetiche, nonché le infrastrutture nei trasporti in agglomerati industriali,
sull’istruzione, sulla ricerca e l’innovazione, sulle energie rinnovabili, e
sull’efficienza energetica. Una parte significativa
degli stanziamenti dovrà essere destinata a progetti che consentano di
garantire posti di lavoro alle giovani generazioni.” (Orientamenti
politici di Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione europea,
presentati al Parlamento europeo il 15 luglio 2014). 1.
Un piano di investimenti per l’Europa L’Europa ha urgente
bisogno di un piano di investimenti. A causa della crisi economica e
finanziaria, gli investimenti nell’UE hanno registrato un calo significativo
pari al 15% circa rispetto al picco del 2007[1],
scendendo a un livello nettamente inferiore alla tendenza storica. Nei prossimi
anni si prevede solo un miglioramento parziale. Questa evoluzione incide
negativamente sulla ripresa economica, sulla creazione di posti di lavoro,
sulla crescita a lungo termine e sulla competitività. Non esiste una
risposta semplice o unica. Il nostro margine di manovra è limitato dall’incertezza
generale circa la situazione economica, dagli elevati livelli di debito
pubblico e privato in certi settori dell’economia dell’UE e dalla loro
incidenza sul rischio di credito. Al tempo stesso, però, i livelli del
risparmio sono elevati e, contrariamente a qualche anno fa, esistono volumi
elevati di liquidità finanziaria, che possono essere mobilitati. L’Europa ha
inoltre un notevole bisogno di investimenti e dispone di numerosi progetti
economicamente validi in cerca di finanziamenti. La sfida è utilizzare in modo
produttivo il risparmio e la liquidità finanziaria per sostenere un’occupazione
e una crescita sostenibili in Europa. È necessario agire
contemporaneamente su più fronti, intervenendo sia sul lato della domanda che
su quello dell’offerta economica[2].
Servono fiducia nel contesto economico globale, prevedibilità e chiarezza nella
definizione delle politiche e del quadro normativo, un uso efficace delle
scarse risorse pubbliche, fiducia nel potenziale economico dei progetti di
investimento in fase di sviluppo e una capacità di rischio sufficiente per
incentivare i promotori dei progetti, sbloccare gli investimenti e attirare gli
investitori privati. Queste questioni devono essere affrontate dalle autorità
pubbliche a tutti i livelli. Gli Stati membri e
le autorità regionali sono chiamati a svolgere un ruolo ben preciso per portare
avanti le necessarie riforme strutturali, dare prova di responsabilità di
bilancio, garantire la certezza del diritto e rilanciare gli investimenti a
favore dell’occupazione e della crescita. Gli Stati membri che hanno un margine
di manovra in termini di bilancio dovrebbero investire di più, mentre gli Stati
membri con un margine di manovra più limitato dovrebbero dare priorità, nei
bilanci nazionali, alla spesa per gli investimenti e la crescita, utilizzare
meglio i fondi UE e creare un contesto più favorevole agli investimenti
privati. Si può fare molto a livello nazionale e regionale. Insieme alle altre
istituzioni e agli Stati membri, la Commissione guiderà e monitorerà i
progressi nell’ambito del semestre europeo di coordinamento delle politiche
economiche. Questi sforzi
saranno integrati dal presente piano di investimenti, incentrato su tre filoni
che si rafforzeranno a vicenda: in primo luogo, la mobilitazione di almeno 315
miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nei prossimi tre anni, in modo da massimizzare
l’impatto delle risorse pubbliche e da sbloccare gli investimenti privati; in
secondo luogo, iniziative mirate per garantire che questi investimenti
aggiuntivi soddisfino i bisogni dell’economia reale; in terzo luogo, misure
volte a rafforzare la prevedibilità normativa e a rimuovere gli ostacoli agli
investimenti, per rendere l’Europa più attraente e moltiplicare, di
conseguenza, gli effetti del piano. Per i primi due
filoni, il piano di investimenti per l’Europa viene varato congiuntamente dalla
Commissione e dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), in quando partner
strategici, con il chiaro obiettivo di coinvolgere le parti interessate a tutti
i livelli. Per il terzo filone, la Commissione proporrà interventi nel suo
prossimo programma di lavoro nonché, insieme alle altre istituzioni dell’UE e
agli Stati membri, nell’ambito del semestre europeo. Grafico 1. Un
piano di investimenti per l’Europa L’impatto del piano
sarà moltiplicato se vi aderiranno altre parti interessate, cioè gli Stati
membri, le banche di promozione nazionali, le autorità regionali e gli
investitori privati, che saranno tutte chiamate a svolgere un ruolo specifico.
La Commissione si compiace in modo particolare della sempre maggiore attenzione
suscitata dal piano, dimostrata dalle dichiarazioni a suo favore rilasciate
nelle ultime settimane a livello europeo e mondiale[3]. L’obiettivo
perseguito è mobilitare entro la fine del 2017 almeno 315 miliardi di euro di
investimenti pubblici e privati aggiuntivi nell’economia reale. Il piano di
investimenti si aggiungerà alle misure già in corso e sfrutterà al meglio ogni
singolo euro di fondi pubblici mobilitato attraverso strumenti nuovi o
esistenti. Un’azione rapida e collettiva che riguardi ogni aspetto del piano
risulterà molto più efficace di singoli interventi non coordinati e permetterà
di mobilitare anche più di 315 miliardi di euro. A termine, il piano
permetterà di conseguire tre obiettivi strategici correlati: §
invertire la tendenza al calo degli investimenti e
contribuire al rilancio della creazione di posti di lavoro e della ripresa
economica, senza gravare sulle finanze pubbliche nazionali o aumentare il
debito; §
compiere un passo decisivo verso il soddisfacimento
dei bisogni a lungo termine della nostra economia e migliorare la nostra
competitività; §
rafforzare la dimensione europea del nostro
capitale umano, della nostra capacità produttiva, delle nostre conoscenze e
delle nostre infrastrutture fisiche, con particolare attenzione alle
interconnessioni vitali per il mercato unico. Dobbiamo agire
rapidamente per ottenere presto risultati sostenibili nel tempo. Il Parlamento
europeo sarà strettamente associato all’attuazione del piano di investimenti e
il Consiglio europeo è invitato ad approvare la strategia globale durante il
vertice del 18‑19 dicembre 2014. All’inizio del 2015
la Commissione e la BEI avranno contatti con le parti interessate a tutti i
livelli. Un follow-up rigoroso garantirà che la capacità di rischio sia
utilizzata oculatamente e gestita solidamente e che progetti mirati incentivino
la creazione di posti di lavoro, stimolino la crescita economica e rafforzino
la competitività dell’Europa. 2.
Mobilitare almeno 315 miliardi di euro di
finanziamenti aggiuntivi per investimenti a livello di UE Il primo filone del
piano consiste nella mobilitazione di almeno 315 miliardi di euro di
investimenti aggiuntivi nei prossimi tre anni. Il presente documento riguarda
unicamente un’iniziativa a livello di UE, per la quale la Commissione sollecita
l’adesione e il contributo degli Stati membri e di altri soggetti economici.
Per accelerare i tempi, l’azione proposta può essere finanziata nell’ambito
dell’attuale quadro finanziario pluriennale 2014-2020 per il bilancio dell’UE. A tal fine, certe
parti del bilancio dell’UE dovrebbero essere utilizzate diversamente a livello
dell’Unione e degli Stati membri. L’idea di base è aumentare la capacità di
rischio utilizzando i fondi pubblici per incoraggiare i promotori dei progetti
e attirare finanziamenti privati a favore di progetti di investimento validi
che altrimenti non sarebbero stati realizzati. Si garantirà in tal modo un uso
ottimale delle risorse pubbliche dell’UE- A tal fine, a
livello UE verrà creato un nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici,
che coprirà il rischio associato agli investimenti a lungo termine e agevolerà
l’accesso ai finanziamenti del rischio per le PMI e le imprese a media
capitalizzazione[4];
a livello nazionale, un uso più strategico dei fondi strutturali e di
investimento europei potrebbe cambiare radicalmente la situazione. Il Consiglio
europeo è invitato ad approvare la creazione del Fondo europeo per gli
investimenti strategici e a impegnarsi per un uso più efficace dei fondi
strutturali e di investimento europei, in particolare mediante un raddoppio generale
dell’uso degli strumenti finanziari. In
quanto legislatori dell’UE, il Parlamento europeo e il Consiglio dovrebbero adottare
con procedura accelerata la proposta legislativa[5]
necessaria per creare il Fondo europeo per gli investimenti strategici, per
consentirne l’entrata in vigore entro giugno 2015. 2.1. Un nuovo
Fondo europeo per gli investimenti strategici Sarà creato un
nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) mediante un
partenariato tra la Commissione e la BEI, che vanta una notevole esperienza e
una comprovata capacità di attuazione (cfr. il grafico 2). Il fondo, che sarà
creato nell’ambito del gruppo BEI[6],
avrà un profilo di rischio diverso rispetto alle strutture esistenti, fornirà
fonti aggiuntive di capacità di rischio e sosterrà progetti con un valore
socio-economico più elevato, completando i progetti attualmente finanziati
tramite la BEI o nell’ambito dei programmi dell’UE già in corso. La gamma dei
prodotti disponibili potrà essere ampliata in funzione delle necessità del
mercato. Nell’ambito del
bilancio UE sarà costituita, a sostegno del Fondo europeo per gli investimenti
strategici, una garanzia di 16 miliardi di euro. La BEI impegnerà 5 miliardi di
euro. Il fondo disporrà quindi di una capacità iniziale considerevole, ma col
tempo potrà anche ampliare ulteriormente le sue attività. Gli Stati membri potranno
contribuire al fondo con apporti di capitale, direttamente o attraverso le
banche di promozione nazionali o enti analoghi. È importante sottolineare che,
al momento di valutare le finanze pubbliche nell’ambito del patto di stabilità
e crescita, la Commissione adotterà una posizione favorevole riguardo a questi apporti
di capitale. Possono partecipare al fondo anche gli investitori privati. Grafico 2. Il
nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici – costruzione iniziale
(solo l’UE) La garanzia dell’UE
sarà coperta dai fondi UE attualmente disponibili nell’ambito del margine di
flessibilità del bilancio dell’Unione, del Meccanismo per collegare l’Europa e
del programma Orizzonte 2020. Grazie al nuovo fondo, l’impatto dei fondi UE
esistenti sull’economia reale sarà moltiplicato rispetto ai risultati che
sarebbero stati altrimenti ottenuti. Tutti gli interventi del Fondo europeo per
gli investimenti strategici saranno coperti da procedure consolidate di
autorizzazione degli aiuti di Stato[7].
Il ruolo del fondo
consiste nel garantire una maggiore capacità di rischio e nel mobilitare
investimenti aggiuntivi, da fonti soprattutto private, ma anche pubbliche, in
settori e aree specifici indicati più avanti. Secondo le nostre
stime, il fondo potrebbe raggiungere un effetto moltiplicatore complessivo di 1:15
in termini di investimenti nell’economia reale grazie alla sua capacità di
rischio iniziale, che consentirà di offrire finanziamenti aggiuntivi e di
attirare un maggior numero di investitori, come indicato nel grafico 3. Questo
significa che un euro di copertura del rischio da parte del fondo può generare
in media 15 euro di investimenti nell’economia reale che altrimenti non
sarebbero stati realizzati. Questo effetto moltiplicatore di 1:15 è una media
prudente, basata sull’esperienza acquisita nel tempo nell’ambito dei programmi
dell’UE e delle attività della BEI. Naturalmente, l’effetto moltiplicatore
definitivo dipenderà dalla combinazione di attività e dalle caratteristiche
specifiche di ciascun progetto. Grafico 3.
Effetto moltiplicatore del fondo (media calcolata in base all’esperienza) A titolo di
riferimento, l’aumento di capitale della BEI nel 2012 aveva un effetto
moltiplicatore stimato di 1:18, che si sta materializzando come previsto.
Analogamente, nell’ambito dell’attuale strumento di garanzia dei prestiti per
le PMI proprio del programma COSME, ogni miliardo di euro di finanziamenti si
traduce almeno in 20 miliardi di euro di capitale per le PMI, il che equivale a
un effetto moltiplicatore di 1:20. Il fondo avrà una propria
struttura di governance e sarà gestito secondo orientamenti concordati
in materia di investimenti. Il suo organo di gestione garantirà che questi
orientamenti siano rispettati e che si riflettano nelle priorità e nelle
attività del fondo. I progetti concreti saranno convalidati da un comitato per
gli investimenti indipendente in base alla loro redditività ed evitando di
escludere dal sostegno pubblico gli investimenti privati. I promotori dei
progetti e gli investitori potranno avvalersi della consulenza professionale,
dell’esperienza e del supporto del gruppo BEI. Il gruppo BEI metterà inoltre a
disposizione apposito personale specializzato per ambiti quali lo sviluppo dei
prodotti, la creazione e la struttura della riserva, l’assistenza tecnica, la
capacità di finanziamento, la gestione della tesoreria, la gestione delle
attività e delle passività, le garanzie, la gestione del portafoglio, le rendicontazioni
e le segnalazioni. In sintesi, se sarà
creato rapidamente con un contributo iniziale di 21 miliardi di euro a livello
di UE, il fondo potrebbe mobilitare circa 315 miliardi di euro di finanziamenti
aggiuntivi nell’arco di tre anni. L’impatto sarà ovviamente maggiore se
parteciperanno anche gli Stati membri e le banche di promozione nazionali. 2.2. Il nuovo
fondo sosterrà i progetti di investimento a lungo termine Il Fondo europeo
per gli investimenti strategici sosterrà investimenti strategici di rilevanza
europea nelle infrastrutture, in particolare la banda larga e le reti
energetiche, nelle infrastrutture di trasporto, specialmente in agglomerati
industriali, nell’istruzione, nella ricerca e nell’innovazione, nelle energie
rinnovabili e nell’efficienza energetica. Si dovrebbero evitare preassegnazioni
tematiche o geografiche, per garantire che i progetti vengano scelti in base al
merito e massimizzino il valore aggiunto del fondo. Il fondo sarà flessibile,
perché le singole regioni hanno necessità diverse in termini di rilancio degli
investimenti. Le attività del fondo
in questi settori saranno complementari alle attività più tradizionali della
BEI e ai programmi dell’UE in corso, quali il Meccanismo per collegare l’Europa
(per gli investimenti infrastrutturali) e Orizzonte 2020 (per l’innovazione e
la R&S). In linea di massima, il Fondo europeo per gli investimenti strategici
fornirà una maggiore copertura del rischio associato ai diversi progetti, promuovendo
quindi in misura considerevole gli investimenti privati nei segmenti più
sicuri. Va osservato che, in attesa che sia creato il Fondo europeo per gli
investimenti strategici, nei programmi di lavoro già approvati nell’ambito del
Meccanismo per collegare l’Europa e di Orizzonte 2020 esistono importanti fonti
di finanziamento che nel 2015 saranno disponibili per il finanziamento di
progetti. Inoltre, il gruppo
BEI, utilizzando le proprie risorse, avvierà le attività sin dagli inizi del
2015, affinché il piano possa partire a tutta velocità. Per quanto riguarda
gli eventuali settori di intervento, il Fondo europeo per gli investimenti
strategici dovrebbe poter finanziare non solo i singoli progetti, ma anche
sostenere strutture di fondi privati quali i fondi di investimento europei a
lungo termine (ELTIF)[8],
create da investitori privati e/o da banche di promozione nazionali. Questo
genererà un effetto moltiplicatore supplementare e massimizzerà l’impatto
concreto. Come suggerito nel
grafico 2, si potrebbe ipotizzare di utilizzare tre quarti delle risorse del
Fondo europeo per gli investimenti per questo tipo di attività (generando circa
240 miliardi di euro di investimenti). 2.3. Il nuovo
fondo sosterrà anche gli investimenti delle PMI e delle imprese a media
capitalizzazione Il Fondo europeo per gli investimenti strategici contribuirà inoltre a
sostenere il finanziamento del rischio per le PMI e le imprese a media capitalizzazione
in tutta Europa, avvalendosi per gli aspetti operativi del Fondo europeo per
gli investimenti (FEI), che fa parte del gruppo BEI[9]. Questo dovrebbe aiutarle
a superare la carenza di capitali mediante un aumento degli investimenti
diretti in capitale proprio e garanzie supplementari per una cartolarizzazione
di elevata qualità dei prestiti alle PMI: un modo efficace per far ripartire la
crescita e l’occupazione, specie quella giovanile. Il FEI vanta una notevole esperienza in questo tipo di attività. Il
Fondo europeo per gli investimenti strategici dovrebbe quindi servire a
potenziare le attività del FEI e, di conseguenza, a creare nuovi canali per lo
sviluppo delle attività delle banche di promozione nazionali in questo settore.
Questo integrerà le attività a favore delle PMI già avviate nell’ambito di
programmi quali COSME e Orizzonte 2020, che forniranno fonti di finanziamento
consistenti già nel 2015. Come indicato nel
grafico 2, un quarto delle risorse del Fondo europeo per gli investimenti
strategici sarà utilizzato per questo tipo di attività (generando circa 75
miliardi di euro di investimenti). 2.4. In
aggiunta ai 315 miliardi di euro mobilitati dal Fondo europeo per gli
investimenti strategici, è possibile aumentare ulteriormente l’impatto dei
fondi strutturali e di investimento europei Tra il 2014 e il
2020 450 miliardi di euro (630 miliardi di euro se si includono i
cofinanziamenti nazionali) saranno disponibili per gli investimenti nell’ambito
dei fondi strutturali e di investimento europei. È di fondamentale importanza
che gli Stati membri e le autorità regionali utilizzino al meglio i fondi UE
concentrandosi sui settori chiave e facendo fruttare ogni euro investito. Un modo
particolarmente efficace di aumentare l’impatto dei fondi è utilizzare
strumenti finanziari quali prestiti, capitale proprio e garanzie anziché le
tradizionali sovvenzioni. Questi strumenti sono relativamente nuovi per molte
autorità pubbliche, ma laddove esistono hanno un notevole potenziale e una
comprovata efficacia. Nell’ambito del presente piano, gli Stati membri
dovrebbero impegnarsi ad aumentare notevolmente l’uso degli strumenti
finanziari innovativi in settori di investimento fondamentali quali il
sostegno alle PMI, l’efficienza energetica, le tecnologie dell’informazione e
della comunicazione, i trasporti e il sostegno alla R&S. Questo
permetterebbe come minimo un raddoppio generale dell’uso degli strumenti
finanziari nell’ambito dei fondi strutturali e di investimento europei per
il periodo di programmazione 2014-2020[10]. Grazie all’effetto
moltiplicatore, i fondi messi a disposizione da questi strumenti, associati
alle risorse provenienti da altri investitori e beneficiari, si tradurranno in
investimenti aggiuntivi nell’economia. L’effetto moltiplicatore finale sull’economia
dipenderà dai progetti effettivi e dagli strumenti utilizzati. Oltre alla
recente iniziativa per le PMI[11],
possono essere utilizzati altri strumenti finanziari a livello di UE e
strumenti “pronti all’uso” per agevolare l’uso degli strumenti finanziari da
parte delle autorità di gestione. La Commissione discuterà con i singoli Stati
membri in merito alle misure concrete da adottare e fornirà orientamenti a tal
fine. Sarà predisposto un sistema di monitoraggio specifico per individuare i
risultati ottenuti. Nell’intero periodo
di programmazione 2014-2020, questo nuovo approccio permetterebbe di impegnare
quasi 30 miliardi di euro a favore di strumenti finanziari innovativi con un
effetto leva diretto, generando tra 40 e 70 miliardi di investimenti aggiuntivi
e producendo un effetto moltiplicatore addirittura superiore nell’economia
reale. Secondo una stima prudente, gli investimenti aggiuntivi che potrebbero
essere mobilitati nel periodo 2015-2017 ammonterebbero a 20 miliardi di euro. Gli Stati membri e
le regioni possono inoltre rafforzare l’effetto moltiplicatore dei fondi UE
aumentando i cofinanziamenti nazionali al di là del minimo previsto dalla
normativa. Dato che i fondi pubblici nazionali sono limitati, questo aumento
potrebbe provenire da fondi privati, cosa che già si verifica in alcuni Stati
membri[12]. In terzo luogo, si
invitano gli Stati membri a utilizzare in modo ottimale i fondi UE ancora
disponibili per il periodo di programmazione 2007-2013 e a garantire che
servano integralmente a sostenere il presente piano di investimenti. La
Commissione fornirà supporto e orientamenti a tal fine. Infine, dato che la
BEI erogherà nuovi prestiti parallelamente all’attuazione del piano di
investimenti, si incoraggiano gli Stati membri a collaborare con la BEI per moltiplicare
le risorse nazionali esistenti. 3.
Fare in modo che gli investimenti arrivino
all’economia reale Il secondo filone
del piano consiste nell’intraprendere iniziative mirate per garantire che i
finanziamenti aggiuntivi a favore degli investimenti generati soddisfino i bisogni
dell’economia reale. Questo significa utilizzare i fondi aggiuntivi pubblici e
privati per progetti redditizi con un reale valore aggiunto per l’economia
sociale di mercato europea. Ciò vale in particolar modo per il nuovo Fondo
europeo per gli investimenti strategici e per i fondi strutturali e di
investimento europei, ma rappresenta anche una sfida più ampia per l’intera
Europa. L’obiettivo
principale di questo filone è introdurre un approccio sostanzialmente nuovo alla
selezione e alla preparazione dei progetti di investimento in Europa
migliorando il modo in cui gli investitori privati e le autorità pubbliche
accedono alle informazioni sui progetti di investimento. Questo processo è
strettamente legato, pur avendo una portata nettamente superiore, all’individuazione
di progetti per 300 miliardi di euro che potrebbero usufruire delle fonti di
finanziamento aggiuntive di cui al primo filone del presente piano. Il Consiglio
europeo è invitato ad approvare la proposta di creare una riserva di progetti a
livello di UE e a rafforzare l’assistenza tecnica mediante un “polo” di
consulenza sugli investimenti da creare entro giugno 2015. 3.1. Sarà
creata una riserva di progetti a livello di UE Per un certo numero
di parti interessate, il problema più grave non è la mancanza di finanziamenti,
ma la sensazione che manchino progetti validi. Il lavoro iniziale della “task
force per gli investimenti” (svolto dalla BEI e dalla Commissione, insieme
agli Stati membri, con la prevista pubblicazione di una relazione entro la fine
dell’anno) dimostra invece che esistono molti progetti potenzialmente validi sufficientemente
maturi da poter beneficiare di investimenti a livello di UE. In molti casi,
tuttavia, gli investitori privati non conoscono il potenziale di questi
progetti e sono poco propensi a investire da soli, viste la complessità
intrinseca dei progetti stessi e la mancanza di informazioni che consentano una
valutazione adeguata del rischio. Ciò vale soprattutto per i grandi progetti di
investimento a lungo termine nelle infrastrutture. Perché gli
investimenti siano possibili, sono indispensabili valutazioni indipendenti e
trasparenti in grado di confermare se il progetto è economicamente valido e, in
particolare, se soddisfa tutte le condizioni normative e amministrative
pertinenti. Una maggior trasparenza e una migliore comprensione dei rischi
contribuiranno ad attirare e sbloccare gli investimenti privati. Insieme agli Stati
membri, la “task force per gli investimenti” sta procedendo a un primo screening
dei progetti potenzialmente validi di rilevanza europea. La Commissione ritiene
che questo lavoro debba continuare, su base più permanente, a livello di UE,
per contribuire a individuare e sbloccare i principali progetti di investimento
di rilevanza europea, nonché per informare periodicamente gli investitori sul
grado di preparazione dei vari progetti. Le banche di promozione nazionali
potrebbero dare un utile contributo in tal senso. In questo contesto potrebbe
essere creata una riserva di progetti di rilevanza europea tali da interessare
gli investitori[13].
Si tratterebbe di un elenco dinamico, compilato in base a una serie di criteri economici
semplici e riconosciuti e costantemente modificato con l’aggiunta o la cancellazione
di progetti. Questo non significa che ciascuno dei progetti della riserva
europea debba essere o sarà finanziato nell’ambito del piano o del nuovo fondo,
ma che gli investitori pubblici e privati potranno avere accesso a informazioni
pertinenti e trasparenti. L’elenco dei progetti, valutati e non, dovrebbe
essere pubblicato su un sito internet accessibile a tutti, che a sua volta
potrebbe essere collegato a elenchi analoghi a livello nazionale e regionale. Col tempo, da
questo lavoro potrebbe scaturire un sistema di certificazione europea dei
progetti di investimento validi che soddisfano determinati criteri. Questo tipo
di certificazione potrebbe successivamente essere utilizzato dalla BEI e dalle
banche di promozione nazionali per attirare gli investitori privati, in quanto
costituirebbe un chiaro “marchio di credibilità” per i progetti di investimento
europei. Si tratterebbe inoltre di un contributo agli sforzi compiuti a livello
mondiale, nell’ambito del G20, per condividere le migliori pratiche relative ai
progetti di investimento. 3.2. Sarà
creato un “polo” unico di consulenza sugli investimenti per mettere insieme le
competenze e potenziare l’assistenza tecnica a tutti i livelli Molti progetti e molti
promotori di progetti in Europa sono ancora alla ricerca delle fonti di
finanziamento più consone alle loro necessità. In molti casi, inoltre, servono
indicazioni su come soddisfare i requisiti normativi. Una delle priorità del
piano di investimenti consisterà nel fornire maggiore supporto per lo sviluppo
di progetti in tutta l’UE, avvalendosi delle competenze della Commissione,
della BEI, delle banche di promozione nazionali e delle autorità di gestione
dei fondi strutturali e di investimento europei. Questo comprende in
particolare l’assistenza tecnica per strutturare i progetti, l’uso di strumenti
finanziari innovativi a livello nazionale e europeo e il ricorso a partenariati
pubblico-privato. A tal fine, sarà creato uno sportello unico per tutte le
domande relative all’assistenza tecnica. Si tratterà di un “polo di consulenza
sugli investimenti” destinato a tre categorie: promotori di progetti,
investitori e autorità di gestione pubbliche. Il polo fornirà orientamenti
riguardo al tipo di consulenza più appropriato per un determinato investitore,
che a seconda dei casi potrà rivolgersi al gruppo BEI, alle banche di
promozione nazionali o ad altre istituzioni finanziarie internazionali. Il nuovo polo si
baserà su strumenti efficaci e già disponibili come il programma JASPERS, che sarà
migliorato e ampliato, e la nuova piattaforma di consulenza per l’uso degli
strumenti finanziari innovativi (Fi-Compass). Il polo sarà sviluppato dal
gruppo BEI in stretta collaborazione con le banche di promozione nazionali e
con enti analoghi di tutta Europa, che potranno così lavorare sempre più nell’ambito
di una rete. 3.3. Contatti con le parti interessate a livello europeo, nazionale e
regionale Con l’aiuto delle
autorità nazionali e regionali, la Commissione e la BEI avranno contatti con
gli investitori, i promotori dei progetti e gli interlocutori istituzionali per
agevolare i principali progetti di investimento e fare in modo che i progetti
validi abbiano accesso alle fonti di finanziamento appropriate. Saranno inoltre
organizzati seminari sul tema “Investire in Europa” a livello nazionale,
transnazionale e regionale per affrontare problemi specifici in collaborazione
con la BEI. Ci si adopererà in via prioritaria per attirare i promotori di
progetti privati e pubblici e gli investitori privati, migliorare la conoscenza
degli strumenti finanziari dell’UE, rafforzare la capacità di rischio del Fondo
europeo per gli investimenti strategici e massimizzare le sinergie tra regimi
nazionali e regimi UE. 4.
Migliorare il contesto degli investimenti
Il terzo filone del
piano consiste nell’aumentare la prevedibilità della normativa, nel rimuovere
gli ostacoli agli investimenti in tutta Europa e nel rafforzare ulteriormente
il mercato unico creando condizioni quadro ottimali per gli investimenti in
Europa. Il mercato unico costituisce la principale realizzazione europea in
termini di riforme strutturali. Si può fare molto
già a livello nazionale. Insieme alle altre istituzioni dell’UE, la Commissione
guiderà e monitorerà i progressi nell’ambito del semestre europeo di
coordinamento delle politiche economiche. A livello di UE, la Commissione
presenterà prossimamente le iniziative prioritarie nel suo programma di lavoro
per il 2015, le cui prime azioni dovrebbero iniziare nelle prossime settimane. Il Consiglio
europeo è invitato ad approvare la strategia globale, mentre il Parlamento
europeo e il Consiglio, in quanto legislatori dell’UE, dovrebbero garantire la
rapida adozione delle prossime misure legislative necessarie per migliorare il
quadro normativo per gli investimenti. 4.1. Una
regolamentazione più semplice, migliore e più prevedibile a tutti i livelli Creare condizioni
generali ottimali per l’attività delle imprese in tutto il mercato unico è
fondamentale per poter sfruttare appieno il potenziale dell’Europa in termini
di investimenti. A livello nazionale e europeo, occorre un quadro normativo
semplice, chiaro, prevedibile e stabile per incentivare gli investimenti a
lungo termine. Nonostante i notevoli sforzi profusi dall’Unione e dagli Stati
membri, la riduzione degli oneri amministrativi e la semplificazione normativa
procedono a rilento e in modo non uniforme. Questo pone problemi soprattutto
alle PMI, che creano posti di lavoro e sono la spina dorsale dell’economia
europea. È quindi fondamentale creare condizioni più favorevoli alla crescita
per garantire che i progetti di investimento possano svilupparsi e che i fondi
spesi per investimenti strategici, nell’ambito e al di fuori del presente
piano, siano utilizzati in modo efficace. Migliorare la
regolamentazione è responsabilità comune degli Stati membri e delle istituzioni
europee. Non si tratta di deregolamentare, ma di adottare una regolamentazione
intelligente a vantaggio dei cittadini e delle imprese. Questo comporta, tra l’altro,
la riduzione degli oneri normativi non giustificati e il miglioramento del
contesto imprenditoriale, soprattutto per le PMI, affinché tutta la normativa
necessaria sia semplice, chiara e adatta allo scopo. Questo significa anche
migliorare l’efficacia della spesa nazionale, l’efficienza dei sistemi fiscali
e la qualità della pubblica amministrazione a tutti i livelli. Gli Stati membri
devono anche provvedere all’applicazione tempestiva e integrale del diritto
dell’Unione. Le misure di recepimento della normativa UE nel diritto nazionale
devono essere per quanto possibile semplici, chiare e “leggere”, per evitare di
creare oneri aggiuntivi (la cosiddetta “sovraregolamentazione”). La Commissione ha
incluso il miglioramento della regolamentazione fra le principali priorità del
suo mandato. Questo si rifletterà nel programma di lavoro della Commissione per
il 2015. Nel 2015 la Commissione rafforzerà ulteriormente il suo approccio
globale al miglioramento della regolamentazione e darà nuovo slancio al
processo. La regolamentazione dovrebbe rimuovere gli ostacoli alla crescita,
offrire nuove possibilità di espansione, ridurre al minimo i costi e garantire
la sostenibilità sociale e ambientale. La Commissione intensificherà in
particolare i suoi sforzi nell’ambito del “Programma di controllo dell’adeguatezza
e dell’efficacia della regolamentazione” (REFIT) e collaborerà con i
legislatori dell’UE per garantire l’applicazione concreta di tutte le proposte
di semplificazione delle norme. 4.2. Nuove
fonti di finanziamenti a lungo termine, compresi i progressi verso un’Unione
dei mercati dei capitali Le recenti riforme
del quadro di regolamentazione finanziaria dell’UE e il completamento dell’Unione
bancaria contribuiranno allo sviluppo di un settore finanziario trasparente, sicuro,
responsabile e resiliente, che favorisca la stabilità e la fiducia. Gli
investimenti rimangono tuttavia fortemente dipendenti dall’intermediazione
bancaria e i finanziamenti a lungo termine per le infrastrutture sono tuttora
oggetto di restrizioni. Molte PMI hanno ancora un accesso limitato ai
finanziamenti e la circolazione dei capitali nell’UE non è stata totalmente
liberalizzata. La creazione di un’Unione
dei mercati dei capitali ridurrà progressivamente la frammentazione dei mercati
finanziari dell’UE. Questo contribuirà anche a diversificare maggiormente l’offerta
di finanziamenti per le PMI e i progetti a lungo termine integrando i
finanziamenti bancari con mercati dei capitali più profondi e sviluppati. Un
vero e proprio mercato unico dei capitali contribuirà a ridurre il costo dei
finanziamenti per il resto dell’economia. L’Unione dei mercati dei capitali è
quindi un’importante componente a medio-lungo termine del presente piano. Un’ampia
consultazione all’inizio del 2015 contribuirà a sviluppare ulteriormente e a
rendere prioritari i principali ambiti di intervento, per rimuovere gli
ostacoli al finanziamento degli investimenti e progredire verso un’Unione dei
mercati dei capitali. I principali
interventi previsti a breve termine sono: §
adottare entro la fine del 2014 la proposta di regolamento
relativo ai fondi di investimento europei a lungo termine (ELTIF), affinché
gli ELTIF siano operativi per la metà del 2015 in quanto utili veicoli di
investimento in progetti a lungo termine. Gli ELTIF potrebbero inoltre fungere
da veicolo complementare per investimenti pubblici o privati/pubblici nel resto
dell’economia; §
rilanciare mercati della cartolarizzazione di
qualità[14]
evitando di ripetere gli errori commessi prima della crisi. La Commissione rifletterà
sul modo migliore di presentare i criteri per semplificare e rendere più
trasparenti e uniformi le operazioni di cartolarizzazione, prendendo spunto
dalle misure adottate di recente nei settori assicurativo e bancario e dai
lavori internazionali in questo campo. Rilanciare questa categoria di attività
contribuirà a sviluppare un mercato secondario profondo e liquido, ad attrarre
una base di investitori più ampia e a migliorare l’allocazione mirata dei
finanziamenti indirizzandoli dove sono più necessari; §
riflettere su come ovviare all’attuale mancanza di informazioni
standardizzate in materia di credito alle PMI, basandosi sul lavoro già
avviato in questo campo, e migliorare l’informazione sulla programmazione dei
progetti infrastrutturali e sulla loro storia creditizia; §
riflettere, insieme al settore privato, sul modo
migliore di diffondere maggiormente nell’UE i regimi di collocamento privato
(private placement) applicati con successo in alcuni mercati europei; §
rivedere misure già vigenti, come la direttiva
relativa al prospetto, per alleggerire gli oneri amministrativi che gravano
sulle PMI, affinché possano rispettare più agevolmente gli obblighi per la
quotazione in borsa. 4.3.
Promuovere condizioni di maggiore parità e eliminare gli ostacoli agli
investimenti nel mercato unico Occorre adoperarsi
con determinazione per sfruttare al meglio il mercato unico e utilizzarlo come “trampolino
di lancio” per le imprese. Anche se alcune misure hanno tempi più lunghi delle
altre, il miglioramento delle condizioni generali per l’occupazione, la
crescita e gli investimenti è una dimensione intrinseca del presente piano. Fra
i settori che dovranno essere oggetto di maggiore attenzione nel breve e medio
periodo figurano:
l’energia
e i trasporti, che sono dimensioni importanti del mercato unico e
in cui occorre accelerare l’attuazione delle riforme avviate di recente. L’Unione
europea dell’energia darà un contributo determinante al riguardo. Va
garantita l’attuazione integrale del terzo pacchetto sull’energia. Le
norme che disciplinano il commercio transfrontaliero dell’energia sono
tuttora estremamente frammentate. Alcuni Stati membri continuano ad
applicare una regolamentazione dei prezzi al dettaglio che provoca
distorsioni di mercato e deve essere riveduta. La Commissione adotterà
inoltre i provvedimenti necessari per dare seguito alle recenti decisioni
sul quadro 2030 per il clima e l’energia;
occorre
altresì attuare rapidamente le riforme strutturali necessarie per
rimuovere gli ostacoli agli investimenti nelle infrastrutture e nei
sistemi di trasporto, in particolare quelli con una dimensione
transfrontaliera. Per sfruttare appieno i vantaggi del mercato unico va
garantita la realizzazione degli obiettivi del Cielo unico europeo nonché
l’adozione in tempi brevi, e la successiva attuazione, del quarto
pacchetto ferroviario;
§
l’Europa deve sviluppare un mercato unico
digitale realmente connesso, anche adottando rapidamente provvedimenti
legislativi ambiziosi in materia di protezione dei dati, regolamentazione delle
telecomunicazioni e semplificazione delle norme in materia di diritto d’autore
e tutela dei consumatori per gli acquisti online e digitali. Il mercato
unico digitale dovrebbe garantire la fiducia e la sicurezza delle operazioni in
linea, l’interoperabilità delle diverse soluzioni tecnologiche e l’accesso alle
risorse e alle infrastrutture digitali (in particolare le politiche in materia
di licenze relative allo spettro). Il mercato unico dovrebbe essere aperto a
nuovi modelli imprenditoriali, garantendo al tempo stesso la realizzazione dei
principali obiettivi di interesse generale. I consumatori dovrebbero poter
beneficiare di un accesso illimitato ai contenuti e ai servizi online in
tutta Europa senza alcuna discriminazione basata sulla nazionalità o sul luogo
di residenza;
i
mercati dei servizi e dei prodotti sono sempre più interconnessi.
Occorre intensificare le riforme per abolire i requisiti sproporzionati
relativi alla forma giuridica, all’assetto proprietario e alle
autorizzazioni e migliorare il riconoscimento reciproco, segnatamente per
i settori e le professioni con un notevole potenziale commerciale a
livello transfrontaliero. Vanno garantite un’applicazione efficace delle
norme sugli appalti pubblici a tutti i livelli e la promozione degli
strumenti per gli appalti elettronici;
per
quanto riguarda il rilancio della ricerca e dell’innovazione,
la competitività dell’UE sarebbe rafforzata dalla riduzione degli ostacoli
al trasferimento delle conoscenze, dal libero accesso alla ricerca scientifica
e da una maggiore mobilità dei ricercatori;
§ i
contatti con i nostri partner internazionali contribuiranno a promuovere
l’apertura dei flussi di investimento. L’internazionalizzazione delle imprese
europee ne migliora la competitività. Gli investitori dei paesi extra-UE
possono svolgere un ruolo importante per sostenere l’economia europea. 5.
Prossime fasi Il presente piano
di investimenti non è una misura “una tantum”, ma una “offensiva sugli
investimenti” da realizzare nei prossimi tre anni. Questo è un piano che
modificherà radicalmente le politiche pubbliche e gli strumenti di
finanziamento degli investimenti in Europa, per generare il massimo rendimento
socioeconomico di ogni euro speso. Il piano presentato
oggi è il primo passo in una nuova direzione. Gli Stati membri sono invitati ad
aderire all’iniziativa, anche contribuendo con ulteriori finanziamenti al Fondo
europeo per gli investimenti strategici, in modo da accentuare l’incidenza del
piano sull’economia reale. Occorre agire in modo rapido ed efficace a tutti i
livelli per poter ottenere risultati tangibili già nel 2015. La
Commissione invita il Consiglio europeo del 18-19 dicembre 2014 ad approvare il
piano con tutti i suoi filoni. La Commissione invita il Parlamento europeo e il
Consiglio, in quanto legislatori dell’UE, ad adottare con procedura accelerata la
misura legislativa necessaria affinché il Fondo europeo per gli investimenti
strategici sia operativo entro giugno 2015, e a garantire un rapido follow-up
degli altri aspetti del piano. Valutazioni
periodiche dei progressi compiuti, effettuate dal Parlamento europeo, nelle
riunioni dei capi di Stato e di governo, nelle formazioni pertinenti del
Consiglio nonché insieme al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato
delle regioni, garantiranno la titolarità politica necessaria perché queste
iniziative diano risultati. La Commissione e la BEI si metteranno in contatto
con i principali interlocutori a livello nazionale e regionale per organizzare
attività di follow-up specifiche onde discutere e elaborare soluzioni ad hoc. Il presente piano
si basa sul presupposto che, a questo stadio, il quadro finanziario pluriennale
e il capitale della BEI non saranno modificati. In funzione dei progressi
compiuti, entro la metà del 2016 si rifletterà, contestualmente ai preparativi
della revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale, sull’opportunità
di adottare misure supplementari. ALLEGATO 1. QUAL
È L’IMPATTO PROBABILE DEL PIANO DI INVESTIMENTI? ALLEGATO 2. COME
FUNZIONERÀ IL NUOVO FONDO PER QUANTO RIGUARDA GLI INVESTIMENTI A LUNGO TERMINE? BEI = Banca europea per
gli investimenti ALLEGATO 3. COME
FUNZIONERÀ IL NUOVO FONDO PER QUANTO RIGUARDA IL SOSTEGNO ALLE PMI E LE IMPRESE
A MEDIA CAPITALIZZAZIONE? FEI = Fondo europeo per
gli investimenti ALLEGATO 4.
TEMPI E TAPPE FONDAMENTALI [1] Il
calo è ancora più pronunciato in Stati membri come l’Italia (-25%), il
Portogallo
(-36%), la Spagna (-38%), l’Irlanda (-39%) e la Grecia (-64%). [2] Come
sottolineato dal Presidente della BCE, Mario Draghi, nel discorso pronunciato
il 22 agosto 2014 a Jackson Hole. Cfr. http://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2014/html/sp140822.en.html. [3] Conclusioni
del Consiglio europeo del 23-24 ottobre 2014, pag. 8: “Il Consiglio europeo
sostiene l’intenzione della Commissione entrante di varare un’iniziativa
destinata a mobilitare 300 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi da fonti
pubbliche e private nel periodo 2015-2017” e piano d’azione di Brisbane del
G20, pubblicato il 16 novembre 2014, che fa riferimento all’importante
iniziativa annunciata a ottobre dall’Unione europea per mobilitare investimenti
pubblici e privati aggiuntivi nel periodo 2015-2017, auspicandone una
rapida attuazione. Cfr. anche il discorso pronunciato dal Presidente della BCE,
Mario Draghi, il 22 agosto 2014 a Jackson Hole, di cui alla nota 2. [4] Nell’ambito
del presente piano, per imprese a media capitalizzazione si intendono quelle
con un numero di dipendenti compreso tra 250 e 3 000. [5] Lo
strumento giuridico sarà probabilmente un regolamento, basato sugli articoli
172, 182, 175, paragrafo 3, e, eventualmente, sull’articolo 173 del TFUE. [6] La
Commissione e la BEI convengono che il fondo dovrebbe essere istituito come
fondo fiduciario dedicato in seno alla BEI, in quanto ciò ne accelererà la
creazione e permetterà di utilizzare i finanziamenti e le competenze delle
strutture di gestione della Banca in materia di prestiti e gestione del rischio. [7] Per
garantire che gli investimenti in infrastrutture e progetti sostenuti
dall’iniziativa siano conformi alle norme in materia di aiuti di Stato, i
progetti dovrebbero coprire bisogni non soddisfatti (evitando ad esempio le
duplicazioni con infrastrutture esistenti), riunire il massimo di finanziamenti
privati e evitare di escludere i progetti finanziati da privati. In linea di
massima, i progetti finanziati dovrebbero essere aperti a tutti gli utenti,
compresi gli operatori concorrenti, a condizioni eque, ragionevoli e adeguate,
per evitare di creare ostacoli all’ingresso. Per massimizzare l’impatto degli
investimenti la Commissione definirà una serie di principi di base, per le
valutazioni degli aiuti di Stato, che i progetti dovranno rispettare per poter
beneficiare del sostegno del Fondo europeo per gli investimenti strategici. Gli
eventuali contributi nazionali complementari ai progetti che rispettano questi
criteri e ricevono sostegno dal fondo saranno oggetto di una procedura
semplificata e accelerata di valutazione degli aiuti di Stato, nel cui ambito
l’unico aspetto supplementare verificato dalla Commissione sarà la
proporzionalità del sostegno pubblico (assenza di sovracompensazioni). [8] COM(2013) 462
final, attualmente negoziato nell’ambito del cosiddetto trilogo tra Parlamento
europeo, Consiglio e Commissione. Una volta in vigore, il regolamento fornirà
un quadro normativo UE comune per consentire ai fondi specializzati negli
investimenti a lungo termine, ad esempio i progetti infrastrutturali o le PMI,
di operare in tutta l’UE, nell’intento di attirare investitori con un orizzonte
di investimento a più lungo termine. [9] Questo
sostegno dovrà essere conforme agli orientamenti in materia di aiuti di Stato
relativi al finanziamento del rischio o seguire i prezzi di mercato. [10] A
tal fine, si raccomanda agli Stati membri di destinare una percentuale
specifica delle allocazioni previste nei rispettivi accordi di partenariato per
ognuno dei principali settori di investimento mediante strumenti finanziari
innovativi, come segue: 50% per il sostegno alle PMI, 20% per le misure di
riduzione delle emissioni di CO2, 10% per le tecnologie dell’informazione e
della comunicazione, 10% per i trasporti sostenibili, 5% per il sostegno a
ricerca, sviluppo e 5% per l’ambiente e l’uso efficiente delle risorse. L’uso
degli strumenti di microfinanza per la concessione di prestiti agevolati
potrebbe inoltre contribuire a promuovere il lavoro autonomo, l’imprenditoria e
le microimprese. [11] L’iniziativa
per le PMI è uno strumento finanziario che mette insieme le risorse dei fondi
strutturali e di investimento, dei programmi COSME e Orizzonte 2020, del FEI e
della BEI. L’iniziativa mette a disposizione due tipi di prodotti per aumentare
i finanziamenti alle PMI: garanzie illimitate per gli intermediari finanziari e
cartolarizzazione dei portafogli di prestiti esistenti. [12] Basandosi
su quello che è possibile fare senza interferire con l’attuale programmazione
dei fondi, si può ipotizzare una disponibilità di 26 miliardi di euro di
finanziamenti aggiuntivi per gli investimenti nel periodo di programmazione
2014-2020. Questo dato, che si aggiunge al raddoppio dell’uso degli strumenti
finanziari, non viene tenuto in considerazione nell’allegato 1. [13] Il
Consiglio europeo del 23-24 ottobre 2014 “ha accolto con favore
l’istituzione di una task force, guidata dalla Commissione e dalla Banca
europea per gli investimenti, al fine di individuare azioni concrete per
favorire gli investimenti, compreso un portafoglio di progetti di investimento
potenzialmente validi di rilevanza europea da realizzare nel breve e nel medio
periodo.” [14] La
cartolarizzazione è una prassi finanziaria a cui le banche ricorrono
frequentemente e che consiste nel raggruppare e nel ristrutturare diversi tipi
di debito contrattuale, ad esempio i mutui ipotecari su immobili residenziali.
Può essere utilizzata per finanziare attivi o per trasferire e diversificare il
rischio.