52014DC0425

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Raccomandazione di

RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

sul programma nazionale di riforma 2014 della Slovenia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2014 della Slovenia

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche[1], in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici[2], in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,

vista la raccomandazione della Commissione europea[3],

viste le risoluzioni del Parlamento europeo[4],

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1) Il 26 marzo 2010 il Consiglio europeo ha approvato la proposta della Commissione di lanciare Europa 2020, una nuova strategia per la crescita e l'occupazione basata su un maggiore coordinamento delle politiche economiche e incentrata sui settori chiave in cui occorre intervenire per rafforzare il potenziale di crescita sostenibile e di competitività dell'Europa.

(2) Il 13 luglio 2010 il Consiglio ha adottato, sulla base delle proposte della Commissione, una raccomandazione sugli orientamenti di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dell'Unione (2010-2014) e, il 21 ottobre 2010, una decisione sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione, che insieme formano gli "orientamenti integrati". Gli Stati membri sono stati invitati a tener conto degli orientamenti integrati nelle proprie politiche nazionali in materia economica e di occupazione.

(3) Il 29 giugno 2012 i capi di Stato o di governo hanno convenuto un patto per la crescita e l'occupazione che offre un quadro coerente per l'adozione di misure a livello nazionale, dell'UE e della zona euro con il ricorso a tutti gli strumenti, leve e politiche possibili. Essi hanno stabilito le misure da adottare a livello degli Stati membri, in particolare affermando l'impegno pieno verso il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 e l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese.

(4) Il 9 luglio 2013 il Consiglio ha adottato una raccomandazione sul programma nazionale di riforma 2013 della Slovenia e ha formulato il suo parere sul programma di stabilità aggiornato della Slovenia 2012-2016. Il 15 novembre 2013, in linea con il regolamento (UE) n. 473/2013[5], la Commissione ha presentato il suo parere sul documento programmatico di bilancio 2014 della Slovenia[6].

(5) Il 13 novembre 2013 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita[7], segnando l'inizio del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche 2014. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta[8], in cui la Slovenia è stata annoverata tra gli Stati membri che avrebbero fatto oggetto di un esame approfondito.

(6) Il 20 dicembre 2013 il Consiglio europeo ha approvato le priorità per garantire la stabilità finanziaria, il risanamento di bilancio e le azioni a favore della crescita. Esso ha sottolineato la necessità di portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, di ripristinare le normali condizioni per l'erogazione di prestiti all'economia, di promuovere la crescita e la competitività, di contrastare la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi e di modernizzare la pubblica amministrazione.

(7) Il 5 marzo 2014 la Commissione ha pubblicato i risultati dell'esame approfondito per la Slovenia[9] a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L'analisi ha portato la Commissione a concludere che la Slovenia continua a presentare squilibri macroeconomici eccessivi che richiedono un monitoraggio specifico e un'azione politica costante e vigorosa. Grazie alle attività di aggiustamento macroeconomico e agli interventi politici del governo sloveno, nel corso del 2013 gli squilibri si sono ridotti. La portata della correzione necessaria indica tuttavia la persistenza di rischi sostanziali. Più specificamente, è opportuno prestare particolare attenzione ai rischi derivanti da una struttura economica caratterizzata da carenze nella governance delle imprese, da un elevato livello di coinvolgimento statale nell'economia, da una perdita di competitività di costo, dal debito che grava sulle imprese e dal forte aumento del debito pubblico. Sebbene siano stati compiuti notevoli progressi nel risanamento dei bilanci delle banche, è tuttora necessario intervenire in maniera decisa per dare piena attuazione a un'ampia strategia nel settore bancario che si estenda anche alla ristrutturazione, alla privatizzazione e alla vigilanza rafforzata.

(8) Il 15 aprile 2014 la Slovenia ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2014 e il 24 aprile 2014 il suo programma di stabilità 2014. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

(9) L'obiettivo della strategia di bilancio delineata nel programma di stabilità 2014 consiste nel correggere il disavanzo eccessivo entro il 2015 e nel raggiungere l'obiettivo a medio termine entro il 2017. Il programma conferma il precedente obiettivo a medio termine di un bilancio in pareggio, in linea con i requisiti del patto di stabilità e crescita. Si prevede tuttavia che il saldo strutturale (ricalcolato) non raggiungerà l'obiettivo di medio termine entro il 2017. Secondo il programma, il disavanzo sarà portato al di sotto del 3% del PIL nel 2015, in linea con l'obiettivo stabilito nella raccomandazione formulata nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi. Dopo il 2015, il programma contempla una discesa stabile del disavanzo, che nel 2018 diventerà un avanzo dello 0,3% del PIL. Il programma prevede che il debito pubblico toccherà l'apice dell'81,1% del PIL nel 2015, per poi scendere al 76% nel 2016. La strategia di bilancio delineata nel programma è generalmente in linea con i requisiti del patto di stabilità e crescita. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio nel programma, elaborato da un organo indipendente (Institute for Macroeconomic Analysis and Development), è prudente. Il 5 marzo 2014 alla Slovenia è stata indirizzata una raccomandazione autonoma della Commissione. Il programma di stabilità individua alcune misure aggiuntive che possono contribuire ad avvicinarsi allo sforzo di bilancio richiesto. Si ritiene pertanto che il programma di stabilità abbia parzialmente risposto alla raccomandazione autonoma della Commissione. Permangono tuttavia rischi di evoluzione negativa in quanto le misure alla base del programma non sono sufficientemente dettagliate, e molte di esse ancora non sono state adottate. Gli importi aggiuntivi potenzialmente necessari per la ricapitalizzazione delle banche, derivanti dall'esame della qualità degli attivi e dalle prove di stress condotti in Slovenia nel 2013, accrescerebbero il rapporto disavanzo/PIL e il rapporto debito/PIL, mentre i proventi derivanti dalla privatizzazione di enti statali o di banche non incluse nelle proiezioni del programma ridurrebbero l'onere del debito. Sulla base delle previsioni della Commissione, lo sforzo di bilancio per il periodo 2013-2014 è di poco inferiore all'1,4% del PIL in termini di variazione (corretta) del saldo strutturale, e allo 0,5% dei PIL in termini di misure ritenute necessarie al momento della raccomandazione formulata nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi. Per il 2015, mentre il programma prevede un disavanzo in linea con la raccomandazione relativa alla procedura per i disavanzi eccessivi, le previsioni di primavera 2014 della Commissione stimano un disavanzo pari al 3,1% del PIL. Inoltre, sulla base delle previsioni, lo sforzo di bilancio misurato sia in termini di variazione (corretta) del saldo strutturale, sia in termini di misure discrezionali da attuare, sarà di poco inferiore al livello raccomandato dal Consiglio per il 2015. Sulla base della sua valutazione del programma e delle previsioni della Commissione, a norma del regolamento (CE) n. 1466/97, il Consiglio ritiene necessari ulteriori sforzi, nel 2014 e oltre, per assicurare il pieno rispetto della raccomandazione formulata nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi, compreso lo sforzo strutturale richiesto.

(10) Per quanto riguarda le regole di bilancio, nel 2013 il Parlamento ha approvato una norma costituzionale per stabilire la regola del pareggio/avanzo del bilancio pubblico in termini strutturali. Tuttavia, la necessaria legislazione di attuazione, ossia la legge sulla regola di bilancio, che doveva essere in vigore entro novembre 2013, non è ancora stata adottata. In particolare, occorre stabilire la base giuridica necessaria per definire il ruolo, le competenze e l'indipendenza di un consiglio di bilancio ben funzionante. Se realizzata tempestivamente, una revisione completa della spesa di tutti gli utilizzatori del bilancio nel settore chiave dell'assistenza sanitaria potrebbe portare all'individuazione di misure intese a sostenere il risanamento di bilancio e di opzioni per migliorare l'efficienza e il rapporto costi/efficacia.

(11) Nel 2013 alla Slovenia è stato raccomandato di rafforzare la sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico e di migliorare l'efficienza, il rapporto costi/efficacia e la qualità del settore delle cure di lunga durata. In relazione alle misure adottate in risposta a detta raccomandazione, la Slovenia ha realizzato progressi limitati. Nell'aprile 2014 è stata ultimata una valutazione della riforma del sistema pensionistico realizzata nel 2012, e i primi risultati sono positivi. Se da una parte sono stati realizzati alcuni risparmi di bilancio, dall'altra il livello delle pensioni è rimasto immutato. Nel medio e lungo termine la Slovenia è esposta a rischi elevati di sostenibilità di bilancio, soprattutto a causa dell'aumento della spesa legata all'invecchiamento demografico. Per stabilizzare la spesa nel medio e lungo termine è necessario riformare il sistema pensionistico e il sistema di cure di lunga durata nel medio termine, garantendo nel contempo l'adeguatezza delle pensioni e l'accesso ai servizi di assistenza di lunga durata. Le autorità prevedono di preparare un libro bianco per una riforma delle pensioni completa. Alla fine del 2013 è stato approvato un progetto di legge per la riforma del sistema di cure di lunga durata. La legge dovrebbe essere pronta entro la fine del 2014. È tuttavia possibile che i tempi non siano rispettati, dato che la riorganizzazione dell'assicurazione sanitaria è in ritardo.

(12) La situazione sul mercato del lavoro è peggiorata. Nel 2013 la disoccupazione ha raggiunto il 10,3% e la disoccupazione giovanile è salita al 21,6%, mentre tra il 2011 e il 2013 la quota di giovani disoccupati che non frequentano corsi di istruzione né di formazione è aumentata di 2,1 punti percentuali. La valutazione della riforma del mercato del lavoro adottata nel 2013 indica una riduzione della segmentazione tra contratti a tempo indeterminato e contratti a tempo determinato, benché ciò sia dovuto a un più ampio uso di altre forme di contratti a tempo determinato, mentre non è ancora chiaro l'effetto degli incentivi sull'occupazione dei meno giovani e dei più giovani. Il problema della segmentazione del mercato del lavoro viene affrontato anche attraverso una migliore regolamentazione del lavoro studentesco. Permangono preoccupazioni circa la capacità della nuova legge, ancora in attesa di adozione, di porre adeguatamente rimedio alle lacune preesistenti. Il governo ha realizzato scarsi progressi nell'attuazione della raccomandazione dello scorso anno sul salario minimo, che continua ad essere indicizzato soltanto in funzione dell'inflazione, mentre la legge sul salario minimo consente l'indicizzazione anche in funzione di altre condizioni economiche. Progressi limitati sono stati realizzati anche nello sviluppare misure mirate di politica attiva del mercato del lavoro e nel porre rimedio al disallineamento tra domanda e offerta di competenze.

(13) Il governo ha realizzato progressi sostanziali per quanto riguarda la raccomandazione relativa alla stabilità del settore bancario conducendo in maniera credibile prove di stress e un esame approfondito della qualità delle attività, procedendo a rapide ricapitalizzazioni e trasferendo i crediti in sofferenza alla Bank Asset Management Company (società di gestione degli attivi bancari). Il lavoro, tuttavia, è lungi dall'essere completo. È necessaria un'azione decisa per portare a termine e attuare, come annunciato nel dicembre 2013, un'ampia strategia nel settore bancario che si estenda alla ristrutturazione, alla privatizzazione e alla vigilanza rafforzata. Il livello di crediti in sofferenza nel sistema bancario resta elevato. È pertanto importante che le banche sviluppino una capacità interna di gestire i crediti in sofferenza anche rafforzando la gestione interna degli attivi e ristrutturando i propri servizi, in modo da accelerare la gestione dei crediti in sofferenza ottimizzandone il valore di recupero e tutelando le imprese redditizie. Eventuali altri trasferimenti dei crediti in sofferenza alla Bank Asset Management Company devono essere studiati con attenzione, in modo da agevolare una ristrutturazione rapida ed efficace dei crediti alle imprese, in particolare nel caso di prestiti infragruppo complessi e interconnessi. Si attendono una strategia di gestione globale e un piano operativo in grado di concretizzare gli obiettivi di rimborso per la Bank Asset Management Company. Partendo dalle esperienze maturate con l'esame della qualità degli attivi e con le prove di stress, è necessario intervenire con ulteriori misure decisive per rafforzare la governance e la vigilanza per tutte le banche, in particolare per quelle che restano di proprietà dello Stato, migliorando il processo di concessione del credito nonché la qualità e la disponibilità dei dati, con l'obiettivo di ridurre il livello dei crediti in sofferenza e di contenere i rischi per il futuro.

(14) Il governo ha realizzato progressi limitati quanto all'attuazione delle raccomandazioni relative alla governance delle imprese di proprietà statale, che rappresentano un sesto del valore aggiunto totale dell'economia slovena e formano un'intricata rete di banche nazionali, gruppi assicurativi e imprese non finanziarie, con numerose partecipazioni incrociate. Il livello dell'influenza statale crea rischi significativi per le finanze pubbliche sia direttamente che indirettamente, attraverso le garanzie. Una strategia coerente per la gestione delle imprese statali, unita ad una migliore governance per le imprese, creerebbe un ambiente più favorevole per gli investimenti dall'estero. Benché sia già stato fatto un primo passo compilando un elenco iniziale di 15 società da sottoporre a privatizzazione accelerata nel maggio 2013, i progressi ad oggi sono discontinui e sussiste un rischio significativo che le scadenze non saranno rispettate. Con ritardo, nell'aprile 2014 è stata introdotta la nuova normativa relativa alla Slovenian Sovereign Holding, una società veicolo per la gestione delle proprietà statali. Si attende una strategia globale e una precisa classificazione delle attività strategiche e non strategiche, comprese quelle destinate alla privatizzazione. Occorre individuare e attuare misure adeguate per assicurare il processo di ristrutturazione e garantire il raggiungimento dei suoi obiettivi, compresi, tra l'altro, ottimizzare il valore di recupero per i creditori e stabilire un elenco dei casi di ristrutturazione più urgenti, per accelerarne la gestione.

(15) Il regime di insolvenza è stato modificato nel 2013 per agevolare la tempestiva risoluzione dei crediti in sofferenza. Il nuovo regime, tuttavia, resta in gran parte da verificare. L'elevato livello di indebitamento e le difficoltà finanziarie hanno limitato la capacità del settore delle imprese di investire in progetti futuri. L'urgente ristrutturazione finanziaria e operativa su larga scala del settore delle imprese non è ancora iniziata. Per accelerare la gestione dei crediti in sofferenza e per agevolare i negoziati sulla ristrutturazione, in particolare nel caso di prestiti infragruppo complessi e interconnessi, è necessaria una visione consolidata delle varie esposizioni creditizie nel sistema bancario. Una task force centrale, composta da rappresentanti esperti di tutte le parti interessate, potrebbe prendere l'iniziativa di sostenere e accelerare il processo. Nel frattempo, è essenziale chiudere in maniera rapida ed efficiente diversi casi urgenti in corso nella Bank Asset Management Company.

(16) Nonostante il suo potenziale, la Slovenia ha un volume di investimenti diretti esteri tra i più bassi dell'UE (34,1% del PIL rispetto ad una media UE del 47,1% del PIL nel 2012). Se è vero che la privatizzazione e la ristrutturazione delle imprese offrono molte nuove possibilità agli investitori privati, è anche vero che un contesto imprenditoriale non sufficientemente sviluppato e fattori di ordine culturale impediscono alla Slovenia di trarne pieno vantaggio. Nel 2012 è stato avviato un processo di liberalizzazione delle professioni regolamentate, a seguito del quale il numero delle professioni regolamentate è, finora, sceso da 323 a 262. Un'ulteriore liberalizzazione delle professioni regolamentate contribuirebbe ad aumentare il numero di fornitori di servizi nazionali ed esteri e quindi ad accrescere la concorrenza. Si ravvisano le potenzialità per rendere più coerenti le misure studiate per migliorare il contesto imprenditoriale e le attività imprenditoriali. In questo contesto, l'imminente strategia sulla specializzazione intelligente nel quadro dei fondi strutturali e d'investimento europei 2014-2020 offrirà un'opportunità per focalizzarsi su misure chiave, quale ad esempio la creazione di prodotti scambiabili e innovativi.

(17) La Slovenia sta iniziando a preparare proposte per una riforma completa del settore pubblico, da adottare entro gennaio 2015. In questo contesto la Slovenia deve ripristinare la qualità e la credibilità della pubblica amministrazione. La Slovenia ha realizzato alcuni progressi nel miglioramento della qualità del sistema giudiziario e ha ridotto il numero di cause pendenti. Una riforma della gestione delle cause commerciali e civili ha migliorato il funzionamento del sistema giudiziario. Sono state confermate le recenti tendenze positive osservate nei tempi delle cause civili e commerciali.

(18) Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica della Slovenia. Essa ha valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Slovenia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme, offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le sue raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 8.

(19) Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità della Slovenia e il suo parere[10] trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(20) Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 8.

(21) Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato inoltre un'analisi della politica economica della zona euro nel suo complesso. Sulla base di tale analisi il Consiglio ha formulato raccomandazioni specifiche rivolte agli Stati membri la cui moneta è l'euro. La Slovenia dovrebbe altresì assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tali raccomandazioni,

RACCOMANDA che la Slovenia adotti provvedimenti nel periodo 2014-2015 al fine di:

1.           per il 2014 e oltre, rafforzare la strategia di bilancio attraverso misure strutturali adeguatamente specificate, al fine di garantire una correzione duratura del disavanzo eccessivo entro il 2015 grazie alla realizzazione dello sforzo di aggiustamento strutturale di cui alla raccomandazione formulata dal Consiglio nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi. La correzione duratura degli squilibri di bilancio richiede l'attuazione credibile di riforme strutturali ambiziose, intese a migliorare la capacità di aggiustamento dell'economia e a stimolare la crescita e l'occupazione; dopo la correzione del disavanzo eccessivo, perseguire un aggiustamento strutturale annuo pari almeno allo 0,5% del PIL, e oltre in buone condizioni economiche, oppure assicurare che la regola del debito sia rispettata, al fine di avviare un processo di costante riduzione dell'elevato rapporto debito pubblico/PIL; rendere più credibile la politica di bilancio, completare l'adozione di una regola di pareggio/avanzo del bilancio pubblico in termini strutturali, rendere a medio termine il quadro di bilancio vincolante, generalizzato e trasparente, e stabilire la base giuridica necessaria per un consiglio di bilancio ben funzionante, definendo le sue competenze nel quadro della procedura di bilancio e introducendo meccanismi procedurali per monitorare i risultati di bilancio al più presto possibile; avviare una revisione completa della spesa per l'amministrazione centrale e per quelle locali, per gli utilizzatori diretti e indiretti del bilancio e per i fornitori municipalizzati di servizi di utilità pubblica e di servizi nel settore dell'assistenza sanitaria entro la fine del 2014, allo scopo di realizzare economie di bilancio nel 2015 e oltre;

2.           sulla base della consultazione pubblica, concordare misure intese a garantire la sostenibilità del sistema pensionistico al di là del 2020, compreso l'adeguamento dei parametri chiave, ad esempio correlando l'età pensionabile prevista per legge all'aumento della speranza di vita e incoraggiando la contribuzione privata al secondo pilastro del sistema pensionistico; contenere la spesa per l'assistenza di lunga durata legata all'invecchiamento indirizzando i sussidi verso chi ne ha maggiore bisogno e spostando le risorse dall'assistenza presso le strutture sanitarie all'assistenza a domicilio;

3.           dopo le consultazioni con le parti sociali, e secondo la prassi nazionale, mettere a punto un accordo sociale completo entro la fine del 2014, che garantisca che l'evoluzione salariale, compreso il salario minimo, sostenga la competitività, la domanda interna e la creazione di posti di lavoro; ridefinire la composizione del salario minimo e rivederne il sistema di indicizzazione; adottare provvedimenti intesi a ridurre ulteriormente la segmentazione, in particolare intervenendo sull'efficacia degli incentivi per assumere lavoratori giovani o anziani e sull'uso dei contratti di diritto civile; adottare la legge sul lavoro studentesco; privilegiare gli interventi a favore dei giovani non registrati presso i servizi pubblici per l'impiego, garantendo l'adeguatezza di detti servizi; aumentare l'occupazione dei lavoratori poco qualificati e dei lavoratori anziani, adattare l'ambiente di lavoro ad una vita attiva più prolungata e concentrare le risorse su misure attive di politica del mercato del lavoro, migliorandone nel contempo l'efficacia; ovviare alla mancanza delle competenze richieste rendendo più attraenti i programmi di istruzione e formazione professionale e sviluppando ulteriormente la cooperazione con i soggetti interessati per valutare le esigenze del mercato del lavoro;

4.           ultimare la privatizzazione di NKBM nel 2014 come programmato, preparare la privatizzazione di Abanka per il 2015, continuare la rapida attuazione di piani di ristrutturazione delle banche che beneficiano di aiuti di Stato e proseguire il necessario risanamento del settore bancario; sulla base delle esperienze maturate con l'esame della qualità degli attivi e con le prove di stress, ultimare il piano d'azione globale per le banche nell'agosto 2014, comprese misure specifiche per migliorare la governance, la vigilanza, la gestione del rischio, il processo di concessione del credito, nonché la qualità e disponibilità dei dati; rafforzare la capacità delle banche di gestire i crediti in sofferenza potenziando la gestione interna degli attivi e ristrutturando i servizi; chiarire le funzioni della Bank Asset Management Company pubblicando una strategia di gestione globale e un piano operativo entro settembre 2014 nonché precisando il suo ruolo nella ristrutturazione degli attivi, gli obiettivi di rimborso, i bilanci, i piani di gestione degli attivi e i rendimenti attesi, garantendo nel contempo risorse adeguate;

5.           continuare ad attuare nei tempi previsti le privatizzazioni annunciate nel 2013; adottare una strategia per la Slovenian Sovereign Holding classificando chiaramente gli attivi, in linea con il calendario e le definizioni stabilite nella legge del 2014 sulla Slovenian Sovereign Holding; entro novembre 2014, impegnarsi a realizzare un programma di cessioni a breve termine (uno-due anni) per una serie di attivi ben mirati, con un calendario preciso; rendere la Slovenian Sovereign Holding pienamente operativa in quanto veicolo per la gestione degli attivi che restano di proprietà dello Stato e per la cessione degli attivi indicati, nei tempi stabiliti dalla legge; entro settembre 2014, adottare e attuare un codice di governance per le imprese statali, al fine di garantire una gestione professionale, trasparente e indipendente;

6.           ultimare un piano generale di ristrutturazione delle imprese entro la fine del 2014, caratterizzato da priorità ben definite e da un processo di attuazione efficace; istituire una task force centrale per la ristrutturazione delle imprese, incaricata di monitorare e coordinare il processo generale di ristrutturazione, fornire la competenza, la guida e la consulenza necessarie ed agevolare il processo di negoziazione tra tutti gli interessati coinvolti; stabilire un elenco delle ristrutturazioni più urgenti, ottimizzando nel contempo il valore di recupero per i creditori; promuovere l'uso dei meccanismi giuridici disponibili e delle migliori pratiche internazionali presso tutte le parti coinvolte nel processo di ristrutturazione; valutare le recenti modifiche apportate alla legislazione in materia di insolvenza entro settembre 2014, tenendosi pronta a introdurre eventuali altre misure necessarie; ridurre ulteriormente la durata delle cause civili e commerciali nel primo grado di giudizio, compresi i casi nel quadro della legislazione in materia di insolvenza, nonché il numero di cause pendenti, in particolare casi di violazione della normativa e casi di insolvenza;

7.           ridurre gli ostacoli all'attività commerciale in Slovenia in settori strategici per lo sviluppo economico, rendendo il paese più attraente agli investimenti diretti esteri, in particolare accelerando la liberalizzazione delle professioni regolamentate e riducendo gli adempimenti amministrativi, anche grazie allo snellimento dei regimi di autorizzazione; garantire l'autonomia di bilancio all'agenzia della concorrenza e rafforzarne l'indipendenza istituzionale; razionalizzare le priorità e garantire coerenza tra, da una parte, la strategia in materia di ricerca e innovazione del 2011 e la strategia di politica industriale del 2013 e, dall'altra, le imminenti strategie sulla specializzazione intelligente e sui trasporti, e garantirne la rapida attuazione e valutazione dell'efficacia;

8.           adottare misure efficaci per combattere la corruzione, migliorare la trasparenza e l'assunzione di responsabilità e introdurre procedure esterne intese a valutare l'attività di gestione e il controllo della qualità.

Fatto a Bruxelles, il

                                                                       Per il Consiglio

                                                                       Il presidente

[1]               GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

[2]               GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

[3]               COM(2014) 425 final.

[4]               P7_TA(2014)0128 e P7_TA(2014)0129.

[5]               GU L 140 del 27.5.2013, pag.11.

[6]               C(2013) 8010 final

[7]               COM(2013) 800 final.

[8]               COM(2013) 790 final.

[9]               SWD(2014) 88 final.

[10]             A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio.