COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI L’agenda giustizia dell’UE per il 2020: rafforzare la fiducia, la mobilità e la crescita nell’Unione /* COM/2014/0144 final */
1.
Introduzione
Negli
ultimi 15 anni, sulla base dei trattati di Maastricht, Amsterdam e Nizza, l’Unione
è andata progressivamente sviluppando uno spazio europeo e una politica della giustizia.
Prima del 2009 la struttura istituzionale in cui si inquadrava l’azione in
questi ambiti differiva da quella delle altre politiche dell’UE: il Parlamento
europeo e il Consiglio non agivano ancora in condizioni di uguaglianza, mentre
le priorità venivano stabilite soprattutto dal Consiglio europeo, tramite
programmi quinquennali molto dettagliati (Tampere, l’Aia, Stoccolma). Grazie
alle successive modifiche dei trattati, e in particolare dall’entrata in vigore
del trattato di Lisbona il 1º dicembre 2009, la politica di giustizia è oramai equiparata
nelle grandi linee alle altre politiche dell’UE. Il Parlamento europeo e il
Consiglio sono infatti colegislatori in molte aree della cooperazione
giudiziaria in materia civile e penale. Il 1º dicembre 2014 volgerà al termine
l’ultima fase di transizione e verranno definitivamente rimosse le attuali
restrizioni al controllo giurisdizionale della Corte di giustizia europea e
alle prerogative della Commissione di avviare infrazioni nel settore della
cooperazione giudiziaria in materia penale, in qualità di custode dei trattati.
La Commissione continuerà a garantire la corretta attuazione della legislazione
dell’UE nel settore della giustizia. Alla
fine del 2014 scadono inoltre il Programma di Stoccolma del Consiglio europeo[1] e il relativo piano d’azione
della Commissione[2]
ed è quindi il momento di tracciare un bilancio dei progressi realizzati e di
individuare le sfide del domani e i modi per affrontarle. La
presente comunicazione individua le priorità politiche che andrebbero
perseguite per avanzare verso un spazio comune europeo di giustizia pienamente
operativo, all’insegna della fiducia, della mobilità e della crescita, da qui
al 2020. Nell’elaborare
la presente comunicazione, la Commissione ha coinvolto diversi portatori di
interesse, in particolare nel quadro della conferenza Assise de la Justice[3], e ha raccolto numerosi
contributi scritti. Il dibattito ha inoltre interessato il Parlamento europeo[4], il Consiglio[5] e il Comitato delle
regioni[6]. Gli
orientamenti della Commissione, soprattutto sulla cooperazione giudiziaria in
materia civile e penale, intendono contribuire agli orientamenti strategici che
il Consiglio europeo dovrà definire, conformemente all’articolo 68 del
trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), e alle scelte
strategiche che il Parlamento europeo riterrà opportuno fare nell’ulteriore
sviluppo dello spazio europeo di giustizia.
2.
I progressi fatti: le basi dello spazio europeo di
giustizia
L’UE ha agito per gettare le basi di uno “spazio
di libertà, sicurezza e giustizia, senza frontiere interne”. Dall’entrata
in vigore del trattato di Lisbona e in virtù di una stretta collaborazione con
il Parlamento europeo e con il Consiglio, sono stati fatti notevoli progressi
intesi a rendere più operativo lo spazio comune europeo di giustizia. Accrescere
la fiducia reciproca La politica di giustizia dell’UE tende a creare
uno spazio europeo di giustizia fondato sul riconoscimento e sulla fiducia
reciproci, gettando ponti tra i diversi sistemi giudiziari degli Stati membri.
In tal senso è stato necessario introdurre adeguate garanzie giuridiche che
assicurassero la solidità strutturale dei ponti tra i diversi ordinamenti. In
materia penale è stata potenziata la fiducia reciproca tra gli Stati membri,
introducendo progressivamente norme minime comuni sui diritti al processo equo,
valide in tutta l’Unione, mirate a proteggere le persone indagate o imputate di
reato[7].
È stata inoltre migliorata la posizione delle vittime lungo tutto il
procedimento penale, garantendo diritti minimi, sostegno, consulenza e
protezione a loro e ai loro familiari più prossimi. Giustizia per la crescita: un contributo
alla crescita economica Negli ultimi anni, soprattutto a fronte della
crisi finanziaria e del debito sovrano e in linea con la strategia Europa 2020,
la politica di giustizia dell’UE è venuta inoltre in sostegno della ripresa
economica, della crescita e delle riforme strutturali[8]. L’Unione ha agito per
instaurare progressivamente un clima di fiducia che permetta alle imprese e ai
consumatori di beneficiare di un mercato unico che funzioni come un vero e
proprio mercato interno. Sono stati ridotti costi e lungaggini burocratiche:
una sentenza resa in uno Stato membro può essere oramai riconosciuta e eseguita
in un altro Stato membro senza procedure intermediarie (l’exequatur[9] è stato
progressivamente soppresso nei procedimenti civili e penali). In materia di
protezione dei dati, sono in fase avanzata i negoziati tra il Parlamento
europeo e il Consiglio su un nuovo regolamento paneuropeo destinato a
sostituire, con un unico corpus, le 28 normative nazionali che attualmente
disciplinano la protezione dei dati personali. La direttiva sui diritti dei
consumatori, che a giugno 2014 sarà pienamente effettiva in tutti e 28 gli
Stati membri, potenzierà la tutela dei consumatori e offrirà alle imprese un
unico corpus di norme di base, abbattendo i costi di conformità che incombono
sugli operatori dell’UE. Come primo passo verso una “cultura europea del
salvataggio” in grado di aiutare le imprese e i cittadini in difficoltà
finanziarie, è in corso la modifica della normativa europea vigente sull’insolvenza
transfrontaliera. Migliorare l’indipendenza, la qualità e l’efficienza
dei sistemi giudiziari nazionali rientra nei programmi di aggiustamento
economico e nel semestre europeo. Il quadro di valutazione UE della giustizia
viene in sostegno degli Stati membri e delle istituzioni dell’Unione con dati
oggettivi, attendibili e comparabili sull’efficacia dei sistemi giudiziari
nazionali. Anche le istituzioni dell’UE si sono adoperate
per tutelare meglio gli interessi finanziari dell’Unione e i soldi del
contribuente contro le frodi. Si pensi in particolare alla proposta di procura
europea della Commissione, che prevede l’istituzione di un organismo in grado
di assicurare l’efficacia dell’indagine e dell’azione penale contro i reati a
danno del bilancio dell’UE, in modo da tradurre in giustizia gli autori e
recuperare i fondi. Giustizia per i cittadini: semplificare la
giustizia a uso dei cittadini L’Unione ha fatto sì che fosse garantito in
pieno il diritto dei cittadini di spostarsi, acquistare beni e servizi e vivere
in un altro Stato membro. I cittadini devono poter godere pienamente della
cittadinanza dell’Unione lungo l’intero arco di vita e sentirsi a proprio agio
ovunque siano nell’Unione. Questo è stato perseguito facilitando tra l’altro la
gestione delle implicazioni giuridiche di successioni e divorzi
transfrontalieri o proponendo di ridurre costose formalità amministrative
nazionali, per esempio abolendo la pratica obsoleta di timbri quali la postilla
o le traduzioni certificate tra Stati membri. Tutelare i diritti fondamentali In qualità di custode dei trattati, la
Commissione è intervenuta per garantire il rispetto dello Stato di diritto e della
Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (la “Carta”), compresi i
diritti dei cittadini dell’UE. La Carta, giuridicamente vincolante, è diventata
un punto di riferimento per tutte le istituzioni dell’UE. La Commissione è
peraltro intervenuta per garantire il rispetto di diritti specifici sanciti
dalla legislazione dell’UE, in particolare il diritto all’uguaglianza, alla
protezione dei dati personali e alla tutela dei consumatori. Rientrano in
questo ambito le azioni mirate a rafforzare la parità di genere promuovendo il
ruolo delle donne nel processo decisionale.
3.
Le sfide: rafforzare la fiducia, la mobilità e la
crescita nell’Unione
Nonostante i progressi tangibili fin qui
compiuti verso un vero e proprio spazio comune europeo di giustizia, il 1º
dicembre 2014, allo scadere del periodo transitorio, rimarrà ancora molto da
fare. Fiducia. La fiducia reciproca è la base su cui dovrà fondarsi la politica di
giustizia dell’Unione. Sebbene l’Unione abbia gettato solide basi per
promuovere un clima di fiducia reciproca, occorre ora fare di più affinché i
cittadini, i giudici e tutti gli operatori della giustizia possano confidare in
pieno nelle decisioni giudiziarie, indipendentemente dallo Stato membro che le emette.
Strumenti quali il mandato d’arresto europeo e i regolamenti sul conflitto di
leggi esigono un elevato grado di fiducia reciproca tra le autorità giudiziarie
dei diversi Stati membri. La fiducia reciproca fa sì che giudici e
amministrazioni riconoscano e diano esecuzione alle rispettive decisioni e
facilita un accesso paritetico alla giustizia in tutti gli Stati membri. Perché
regni la fiducia reciproca, sono essenziali sistemi giudiziari indipendenti,
efficienti e di qualità[10]
e il rispetto dello Stato di diritto[11].
Uno dei presupposti fondamentali è che i progressi in campo legislativo si traducano
nella realtà. In tal senso è necessario che le leggi già convenute a livello
dell’UE siano recepite e effettivamente applicate e che esistano, in ambito
nazionale, strumenti efficaci che assicurino un accesso migliore alla giustizia
in tutti gli Stati membri. Mobilità. Gli europei sfruttano sempre più i diritti sanciti dai trattati dell’Unione.
Attualmente sono circa 14 milioni i cittadini dell’UE che risiedono in uno
Stato membro diverso da quello di origine (contro i 12,1 milioni del 2009)[12]. Sempre più cittadini
dell’UE viaggiano[13],
studiano, votano[14],
lavorano, ricevono cure mediche, si sposano[15],
fanno figli, acquistano una proprietà, divorziano[16] e muoiono[17] in uno Stato membro
diverso da quello in cui sono nati. E pur senza muoversi da casa, i consumatori[18] acquistano beni e
servizi in altri Stati membri, anche online. Nonostante questi progressi, i
cittadini dell’Unione si imbattono tuttora in una serie di ostacoli quando
esercitano i propri diritti. L’esercizio, in un altro Stato membro, degli
stessi diritti riconosciuti nel proprio si scontra ancora oggi con una serie di
difficoltà di ordine pratico e giuridico. Per risolverle, l’Unione dovrà agire con
determinazione, continuando al tempo stesso a lottare contro gli abusi,
soprattutto in un momento in cui il diritto alla libera circolazione dei
cittadini dell’UE viene messo in alcuni casi in discussione. Il diritto dei
cittadini dell’Unione a circolare liberamente e a vivere ovunque nell’UE è una
delle quattro libertà fondamentali sancite dal diritto dell’Unione e
costituisce la pietra miliare dell’integrazione europea. Inoltre, in un mondo
digitale senza frontiere, l’UE ha motivo di non perdere di vista l’interazione
tra i diritti sostanziali. Crescita. La politica di giustizia dell’UE dovrà continuare a sostenere la
ripresa economica, la crescita e l’occupazione. Occorre portare avanti le
riforme strutturali affinché i sistemi giudiziari possano amministrare la
giustizia in modo rapido, affidabile e degno di fiducia, permettendo in
particolare di ridurre la durata dei procedimenti giudiziari e sostenendo l’efficacia
delle altre politiche. Le imprese e i consumatori devono poter contare sulla
possibilità di far valere un contratto o gestire una lite in sede giudiziale, o
eventualmente extragiudiziale, in tutta l’UE in modo efficace, entro tempi
ragionevoli e senza imbattersi nella giungla di ostacoli che sussistono oggi.
Anche l’economia digitale ha bisogno della fiducia dei cittadini per crescere:
gli utenti di servizi online sono infatti preoccupati che i loro dati personali
possano essere utilizzati o sorvegliati su vasta scala.
4.
Affrontare le sfide: consolidare, codificare,
completare
Per affrontare le sfide
individuate sulla strada di uno spazio europeo di giustizia pienamente
operativo, negli anni a venire la politica di giustizia dell’UE dovrà mirare a consolidare
quanto è già stato realizzato e, laddove necessario e opportuno, a codificare
leggi e prassi dell’Unione e a completare il quadro esistente con nuove
iniziative. Questi tre metodi potranno essere combinati in funzione del tipo di
sfida, giudicando caso per caso e basandosi sulle valutazioni d’impatto. Nell’optare per l’uno o
per l’altro metodo, l’Unione dovrà tener pienamente presente la necessità di
preservare la diversità di ordinamenti e tradizioni giuridiche al proprio interno,
di rispettare il principio di sussidiarietà e di proporzionalità e di ancorare
fermamente tutte le proprie azioni, soprattutto nel quadro delle politiche di
giustizia, sulla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
4.1.
Consolidare
Nel portare avanti l’agenda giustizia, l’UE
dovrà innanzitutto consolidare i progressi realizzati, garantendo il pieno
rispetto dei diritti fondamentali e l’attuazione concreta dei diritti sanciti
dalle norme dell’Unione. Gli strumenti concordati a livello dell’UE devono
essere recepiti dagli Stati membri, effettivamente attuati e utilizzati. E nel
caso in cui questi diritti non siano rispettati, devono esistere mezzi di
ricorso effettivi. a)
Pieno rispetto dei diritti fondamentali L’Unione dovrà
continuare ad avere un ruolo esemplare nell’applicazione della Carta dei
diritti fondamentali. Questo obiettivo chiama in causa tutte le istituzioni
europee e tutti gli Stati membri affinché, nell’applicare il diritto dell’UE,
promuovano l’effettivo rispetto della Carta e del diritto derivato che sancisce
diritti specifici, come la protezione dei dati personali, l’uguaglianza di
genere, i diritti dei cittadini, il diritto ad un processo equo o i diritti dei
minori. Garantire l’effettiva tutela di questi diritti in tutta l’UE è
fondamentale perché i cittadini possano confidare nel buon funzionamento dello
spazio europeo di giustizia. Tra questi rientrano i diritti delle minoranze e
di quanti versano in condizioni di particolare vulnerabilità, come minori,
vittime di reato e disabili. L’Unione dovrà inoltre continuare a dar prova di
determinazione comune per combattere al proprio interno le espressioni e i
reati di odio razziale e xenofobo. Le indicazioni e l’esperienza dell’Agenzia
dell’Unione europea per i diritti fondamentali sono preziose per lo sviluppo
delle politiche dell’UE, anche in materia penale. L’UE dovrà inoltre continuare a garantire la
parità di genere in fatto di retribuzioni, pensioni e partecipazione al mercato
del lavoro, anche nelle posizioni di alta dirigenza, contribuendo così a far sì
che l’Europa sfrutti pienamente tutti i suoi talenti. b) Garantire mezzi di ricorso effettivi Non esistono diritti senza mezzi di ricorso
effettivi. L’UE dovrà proseguire gli sforzi mirati a garantire il rispetto del
diritto a un ricorso effettivo dinanzi a un giudice per le violazioni del
diritto dell’Unione (articolo 47 della Carta), anche quando, a causa di
procedure nazionali, i cittadini incontrano eccessive difficoltà nel far valere
i diritti derivanti dalle norme dell’UE nelle cause transfrontaliere. Per facilitare ulteriormente la rapida
risoluzione delle controversie, gli Stati membri dovranno promuovere l’uso dei
mezzi di ricorso extragiudiziali sviluppati nell’UE per trovare soluzioni rapide,
efficienti e meno onerose. Si pensi, per esempio, alla mediazione, alle
procedure alternative di risoluzione delle controversie, alla risoluzione delle
controversie online, al servizio SOLVIT, al procedimento europeo per le
controversie di modesta entità e all’ordinanza europea di sequestro
conservativo, sul cui testo è stato raggiunto di recente un accordo. Anche il ricorso amministrativo, l’operato
degli organi di contrasto e le procedure presso le autorità per le pari
opportunità svolgono un ruolo in tal senso. Per l’efficacia di alcuni diritti
dell’UE, come per esempio il diritto alla libera circolazione o alla protezione
dei dati personali, è particolarmente importante una stretta collaborazione tra
autorità nazionali o enti amministrativi. Per combattere con più incisività le
violazioni delle norme a tutela dei consumatori nell’Unione, occorre
intensificare la cooperazione tra gli organi di contrasto nazionali e va
garantita la loro indipendenza, laddove richiesto dal diritto dell’UE, come nel
caso delle autorità per la protezione dei dati. L’operatività dei sistemi giudiziari che trattano
i casi amministrativi è altrettanto importante per l’efficacia del diritto dell’Unione.
c) Formazione giudiziaria
Gli effetti del diritto dell’Unione sulla vita
dei cittadini e delle imprese è tale che tutti gli operatori nazionali della
giustizia - dagli avvocati agli ufficiali giudiziari, dai giudici ai pubblici
ministeri - dovrebbero conoscere, oltre al proprio diritto nazionale, anche il
diritto dell’UE e essere in grado di interpretarlo e applicarlo efficacemente.
Nel sistema giuridico decentralizzato dell’Unione, i giudici nazionali spesso
devono poter essere “giudici del diritto dell’Unione” per assolvere ai propri
compiti. Formare gli operatori della giustizia sul
diritto dell’UE è quindi della massima importanza per garantire la corretta
attuazione e applicazione del diritto dell’Unione, per infondere fiducia nei
rispettivi sistemi giudiziari e per favorire la cooperazione e la fiducia tra
gli operatori nei diversi Stati membri. Nel 2011 e nel 2012 oltre 130 000
operatori del diritto hanno seguito formazioni sul diritto dell’Unione, di cui
un quarto dei giudici e dei pubblici ministeri dell’UE. È giunto il momento di
passare alla velocità superiore, coinvolgendo attivamente fin dall’inizio nelle
attività di formazione dell’UE anche il personale dei tribunali e gli operatori
della giustizia. L’esperienza della rete europea di formazione giudiziaria va
consolidata e estesa a tutti i nuovi giudici e pubblici ministeri e vanno
sfruttate meglio le potenzialità dell’apprendimento online. L’Unione dovrà sfruttare a pieno le reti
esistenti per agevolare la formazione degli operatori della giustizia e
contribuire all’obiettivo di formare entro il 2020 il 50% degli operatori
(700 000 in totale) sul diritto dell’Unione. La Commissione è pronta
sostenere questo sforzo. Il programma finanziario 2014-2020 per il settore
giustizia riflette l’importanza che la Commissione accorda alla formazione: il
35% della copertura totale del programma, pari a 378 milioni di EUR, è infatti destinato
a sostenere progetti di formazione europea di alta qualità rivolti a tutte le
professioni della giustizia e a condividere le migliori pratiche su temi quali
i programmi di studio e la metodologia di formazione interattiva. d) Tecnologie dell’informazione e della comunicazione Le tecnologie dell’informazione e della
comunicazione (giustizia elettronica) facilitano l’accesso alla giustizia per i
cittadini e le imprese. È importante che il portale europeo della
giustizia[19],
come altri portali informativi sui diritti dei cittadini e delle imprese quali “La
tua Europa”[20],
continuino a svilupparsi in strumenti operativi in grado di facilitare l’accesso
alla giustizia e ridurre la burocrazia e le procedure inutili negli Stati
membri, soprattutto per quanto riguarda i procedimenti civili e commerciali. Il
portale europeo della giustizia può anche facilitare la cooperazione
transfrontaliera, mettendo per esempio a disposizione dei cittadini e degli
operatori modelli e formulari tradotti in tutte le lingue ufficiali dell’Unione.
L’interconnessione dei registri nazionali in ambito UE - soprattutto i registri
delle imprese, immobiliari e fallimentari e i registri dei testamenti -
dovrebbe garantire che gli operatori della giustizia, i cittadini e le imprese abbiano
accesso, in un altro Stato membro, delle informazioni di cui hanno bisogno. I vantaggi degli strumenti di giustizia
elettronica non si limitano però al contesto transfrontaliero. La comunicazione
elettronica diretta tra cittadini, operatori della giustizia, imprese e
tribunali sta diventando una realtà nello spazio europeo di giustizia e l’UE è
chiamata a sostenere le iniziative in questo settore. Nell’ambito delle riforme
strutturali in corso e dei lavori di ammodernamento dell’amministrazione
pubblica, la digitalizzazione dei sistemi giudiziari nazionali sta diventando
uno strumento essenziale per garantirne l’efficienza. L’UE dovrebbe incoraggiare l’uso di strumenti
elettronici che vadano a concreto beneficio di cittadini, imprese, operatori
del diritto e tribunali, compresi quelli che permettono di consultare la
giurisprudenza di altri Stati membri. e)
Cooperazione operativa Gli operatori europei devono poter collaborare
per scambiarsi informazioni in modo rapido e sicuro e ricevere assistenza dai
rispettivi omologhi. È quindi fondamentale migliorare la cooperazione operativa
tra tutti gli interessati, soprattutto per instaurare un clima di fiducia
reciproca. I dispositivi e le reti esistenti in materia
civile e penale, quali le reti giudiziarie europee, vanno potenziati e
sfruttati pienamente, anche online. Eurojust dovrà fare a pieno la propria parte,
grazie alla riforma in corso, dato che continuerà a svolgere un ruolo centrale
quale organo UE di coordinamento dell’azione penale, anche dopo l’istituzione
della procura europea che, almeno in un primo tempo, si concentrerà sulla lotta
contro la frode a danno degli interessi finanziari dell’Unione. Eurojust, che
avrà un ruolo centrale per gli altri reati transnazionali, dovrà diventare
vieppiù efficace e andranno sfruttate al massimo le potenzialità delle squadre
investigative comuni.
4.2.
Codificare
La codificazione delle leggi e delle prassi
può aiutare a conoscere, comprendere e applicare la normativa e a rafforzare la
fiducia reciproca e la coerenza e la certezza del diritto, contribuendo al
tempo stesso a semplificare e snellire le pratiche burocratiche. In una serie
di casi codificare alcuni settori della normativa vigente dell’UE in materia di
giustizia o la pertinente giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione
europea può servire a rendere coerente la legislazione e a fare chiarezza a
vantaggio dei cittadini e degli utenti del diritto in generale: ·
diritto civile e commerciale: dal 2000 l’Unione ha adottato un numero considerevole di norme in
materia civile e commerciale e sul conflitto di leggi. Sarà opportuno valutare
l’opportunità di codificare gli strumenti esistenti, in particolare sul
conflitto di leggi; ·
diritto dei consumatori:
occorrerà esaminare e valutare iniziative di codificazione della legislazione
vigente, previo esame del funzionamento complessivo della direttiva sui diritti
dei consumatori e del relativo acquis. Lo scopo è far conoscere i
diritti dei consumatori, semplificare le direttive che si sovrappongono in
parte e aiutare le imprese a applicare lo stesso corpus normativo in diversi
contesti; ·
diritto penale:
attualmente la legislazione dell’UE sui diritti procedurali in materia penale
emana da numerosi strumenti diversi, elaborati e adottati di volta in volta nel
corso degli ultimi anni. Sarebbe quindi opportuno valutare l’opportunità di
codificare questi diritti procedurali in un unico strumento onde garantire
condizioni paritarie e una protezione coerente dei diritti degli indagati. Per favorire un clima di fiducia e
cooperazione reciproca, occorre inoltre tener presente la giurisprudenza della
Corte di giustizia dell’Unione europea sulle norme e i principi che le
amministrazioni nazionali devono rispettare quanto attuano il diritto dell’Unione.
4.3.
Completare
La politica di giustizia è un settore
dinamico, che si delinea sullo sfondo di una crescente mobilità dei cittadini e
delle imprese. All’occorrenza potrebbero quindi rendersi necessarie iniziative
destinate a completare le politiche e gli strumenti esistenti, che dovranno essere
perseguiti nell’intento di rafforzare il clima di fiducia reciproca, di semplificare
la vita dei cittadini e di contribuire ulteriormente alla crescita. Come negli
altri settori di intervento dell’UE, anche in questo caso occorrerà valutare
attentamente la necessità e il valore aggiunto di queste iniziative, senza
perdere mai di vista la diversità degli ordinamenti e delle tradizioni
giuridiche degli Stati membri. L’approccio prescelto - riconoscimento reciproco,
individuazione della legge applicabile, armonizzazione tradizionale,
armonizzazione facoltativa del diritto sostanziale o dei regimi di diritto
procedurale - dipenderà dalla questione trattata. Rafforzare la fiducia reciproca. Perché regni un clima di fiducia reciproca, i sistemi giudiziari devono
essere indipendenti, efficienti e di qualità. Occorre porre rimedio alle
carenze reali o percepite, in modo che i cittadini e le imprese confidino
pienamente nel sistema giudiziario con cui hanno a che fare. Per garantire un
clima di fiducia reciproca in materia civile e penale è essenziale tutelare i
diritti procedurali di entrambe le parti. Occorre vagliare l’opportunità di
rafforzare i diritti procedurali in materia civile, con riguardo per esempio
alla notificazione degli atti o all’assunzione delle prove, e facendo in modo
che l’interesse superiore del minore rimanga l’intento primario. Per agevolare
la cooperazione in materia penale, si potrebbe rafforzare il riconoscimento
reciproco degli strumenti, basandosi sul lavoro fin qui svolto, per esempio in
materia di riconoscimento delle sanzioni pecuniarie, delle decisioni di
confisca e delle interdizioni. La necessità di eventuali misure complementari
si paleserà una volta istituita la procura europea. Contribuire alla crescita economica. Iniziative complementari nel settore della giustizia possono rivelarsi
necessarie anche per contribuire alla crescita, compiendo per esempio ulteriori
passi verso la “cultura di salvataggio” in caso di insolvenza. Potrebbero rivelarsi
necessarie norme minime in materia di diritto fallimentare sostanziale che
assicurino, in tutti gli Stati membri, che le imprese vitali in difficoltà
finanziarie possano ristrutturarsi in tempo. Gli sviluppi tecnologici,
soprattutto in mercati dall’elevato potenziale di crescita (come il mercato del
cloud), rendono necessarie norme aggiornate di diritto civile dell’UE. Un
quadro normativo più chiaro e coerente in materia di diritto civile e di
diritto dei contratti, anche con sistemi facoltativi che rispettino il
principio di sussidiarietà e la diversità degli ordinamenti nazionali, potrebbe
rispondere a questa sfida garantendo pari condizioni per le imprese e tutelando
al tempo stesso gli interessi dei consumatori. Laddove aumentano gli acquisti transfrontalieri,
la tutela dei diritti dei consumatori rimane nazionale e occorrerebbe
potenziarla o chiarire la normativa vigente in questo ambito per accrescere la fiducia
da parte dei consumatori. Facilitare la vita dei cittadini. Per dare pieno effetto al diritto di tutti i cittadini di partecipare
alla vita democratica dell’Unione e favorire l’integrazione dei cittadini dell’UE
nel paese ospitante, si potrebbe valutare l’opportunità di adottare
disposizioni aggiuntive ai diritti di cittadinanza sanciti dai trattati. Per
evitare le situazioni in cui sorgono problemi - si pensi agli atti di stato
civile - l’Unione dovrebbe vagliare l’opportunità di ulteriori interventi a
complemento delle attuali proposte, per esempio sulle norme che regolano i
cognomi, in modo da facilitare l’accettazione di quei documenti pubblici particolarmente
importanti per i cittadini e le imprese che si avvalgono del diritto alla
libera circolazione. In materia penale, le vittime di reato non sempre
beneficiano di un livello di indennizzo soddisfacente, soprattutto da parte
dell’autore, e andrebbero esplorati interventi per porvi rimedio. Le strategie
nazionali di integrazione dei Rom vanno tradotte in azioni concrete in ambito
nazionale e locale, utilizzando al meglio i fondi dell’UE e valutando i modi
per garantire che siano specificatamente e meglio mirati all’inclusione dei
Rom. Per assicurare che i cittadini e le imprese
dell’UE siano tutelati nelle loro relazioni con i paesi terzi, è essenziale che
l’Unione abbia un ruolo attivo nei consessi internazionali e si impegni
con i paesi partner. Lo scopo è fare in modo che quanto conseguito a livello
dell’UE nel settore della giustizia per tutelare i diritti e definire le norme,
per esempio sulla protezione dei dati personali, trovi conferma e guidi le
relazioni dell’Unione con i paesi terzi. Bisognerà in particolare promuovere
sistemi giudiziari efficaci, specie nei paesi dell’allargamento e del vicinato.
A livello multilaterale andrà favorita una cooperazione più efficace con la
Conferenza dell’Aia di diritto internazionale privato, nel quadro della quale l’UE
si esprime con un’unica voce sulle questioni di diritto civile e commerciale. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo riveste
una grande importanza nell’architettura generale dei diritti fondamentali dello
spazio europeo di giustizia e occorrerà superare gli ultimi ostacoli all’adesione
dell’Unione europea, negoziata dalla Commissione tra il 2010 e il 2014 in base
al mandato del Consiglio. Una volta che la Corte di giustizia si sarà espressa
sull’esito dei negoziati, l’Unione, tenendo pienamente presente il parere della
Corte, dovrà fare il necessario per condurre rapidamente in porto i negoziati e
completare il processo di ratifica in tutti gli Stati membri, in modo da
soddisfare l’obbligo posto dai trattati.
5.
Conclusioni
La politica di giustizia dell’UE è sempre più
una componente essenziale dell’integrazione europea, con effetti molto
tangibili per numerosi cittadini. Questo ambito di intervento è importante per affermare
i valori comuni su cui si fonda l’Unione, per rafforzare la crescita economica
e per contribuire all’efficacia di altre politiche dell’UE. Una politica di
giustizia ben congegnata può fare in modo che i cittadini e le imprese,
soprattutto quelli che si avvalgono del diritto alla libera circolazione,
beneficino effettivamente di uno spazio comune europeo di giustizia, affidabile
e pienamente operativo. La presente agenda
giustizia dell’UE per il 2020, con la quale la Commissione ha voluto dare orientamenti
su come indirizzare strategicamente il lavoro dell’UE nei prossimi anni, andrà
ora dibattuta con il Parlamento europeo e il Consiglio, e con il resto della
cittadinanza. L’esito di questo dibattito servirà a sua volta da ispirazione agli
orientamenti strategici che il Consiglio europeo definirà conformemente all’articolo 68
del TFUE. Perché questi orientamenti
diventino realtà, sarà necessario un impegno costante e deciso da parte di
tutte le istituzioni dell’UE e di tutti gli Stati membri, unitamente al pieno coinvolgimento
delle parti interessate: in primo luogo i cittadini, in quanto destinatari
finali dei sistemi giudiziari, i magistrati e gli operatori della giustizia.
Questo coinvolgimento è fondamentale per individuare soluzioni che rispondano
alle sfide concrete nella vita di cittadini e imprese e per soddisfarne le
aspettative. E ciò affinché nell’Unione del 2020 la giustizia e i diritti dei
cittadini non conoscano frontiere. [1] “Programma di Stoccolma - Un’Europa
aperta e sicura al servizio e a tutela dei cittadini” (GU C 115
del 4.5.2010). [2] Creare uno spazio di libertà, sicurezza
e giustizia per i cittadini europei - Piano d’azione per l’attuazione del
programma di Stoccolma, COM(2010) 171, del 20.4.2010. [3] Nelle Assises de la Justice, tenutesi il 21 e 22 novembre 2013, è stata
dibattuta l’elaborazione delle politiche di giustizia in Europa per gli anni a
venire. I risultati, i documenti di discussione e i contributi scritti sono
disponibili al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/justice/events/assises-justice-2013/index_en.htm. [4] In una seduta plenaria del Parlamento
europeo e in una serie di riunioni delle commissioni parlamentari, in
particolare JURI, LIBE, AFCO, DROI. [5] In due riunioni formali e informali del
Consiglio “Giustizia e affari interni”, e a livello del gruppo di lavoro (CATS,
FREMP e dei gruppi di lavoro materia civile). [6] Nella commissione CIVEX. [7] Ogni anno si contano nell’Unione più di 8
milioni i procedimenti penali. [8] Ad aver dato un forte impulso alla “giustizia
per la crescita” sono state soprattutto la presidenza spagnola del Consiglio
nel 2010 (conclusioni del Consiglio sulla cooperazione giudiziaria a sostegno
dell’attività economica del 23.4.2010) e la presidenza irlandese nel 2013 - http://eu2013.ie/media/eupresidency/content/documents/EU-Pres_Prog_A4.pdf, pag. 21. [9] L’Exequatur è una nozione propria del diritto
internazionale privato, riferita ad una decisione resa dal giudice di un paese
che autorizza l’esecuzione nel territorio di quest’ultimo di una decisione
giudiziaria o una transazione giudiziaria pronunciate o emesse all’estero. [10] Comunicazioni della Commissione “Quadro di
valutazione UE della giustizia - Uno strumento per promuovere una giustizia
effettiva e la crescita”, COM(2013) 160, e [JUST 2014 80010],
COM(2014) 155. [11] Comunicazione della Commissione “Un nuovo
quadro procedurale dell’UE per rafforzare lo Stato di diritto”,
COM(2014) 158 [JUST 2014 80011]. [12] 13,7 milioni di cittadini europei
risiedono in uno Stato membro diverso da quello di origine, contro i 12,1
milioni del 2009 (dati Eurostat). [13] Con oltre 550 milioni di viaggi venduti ogni
anno (compresi quelli fuori dell’UE), l’Europa è il più grande mercato di
viaggi al mondo - Fonte: (dati Eurostat riportati nel documento
SWD(2013) 263 final). [14] Nel 1994 il 5,9% dei cittadini residenti in uno
Stato membro non di origine erano iscritti nei registri elettorali dello Stato
ospitante. Nel 2009 la percentuale era salita all’11,6%. [15] Dei 122 milioni di matrimoni registrati
nell’Unione, circa 16 milioni (13%) hanno una dimensione transfrontaliera. Nel
2007 300 000 dei 2,4 milioni di matrimoni celebrati nell’Unione avevano
una dimensione transfrontaliera - Fonte: SEC(2011) 327. [16] In Europa si contano circa 16 milioni di coppie
internazionali, di cui ogni anno almeno 650 000 sono alle prese con
problemi di divisione dei beni perché il loro matrimonio o la loro unione sono
giunti a termine - Fonte: SEC(2011) 327. [17] Secondo le stime la successione internazionale
interessa ogni anno 450 000 famiglie europee, per un valore di oltre 120
miliardi di euro - Fonte: SEC(2009) 410. [18] L’Europa conta oltre 500 milioni di
consumatori. La spesa per i consumi, pari al 56% del PIL dell’UE, riflette
l’enorme potere dei consumatori quale motore dell’economia europea - Fonte: Un’agenda
europea dei consumatori - Stimolare la fiducia e la crescita, COM(2012) 225. [19] https://e-justice.europa.eu [20] http://europa.eu/youreurope