16.7.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 226/61


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla partecipazione dell'Unione europea all'aumento di capitale del Fondo europeo per gli investimenti

[COM(2014) 66 final — 2014/0034 (COD)]

2014/C 226/11

Relatore generale: Michael Smyth

Il Consiglio, in data 18 febbraio 2014, e il Parlamento europeo, in data 24 febbraio 2014, hanno deciso, conformemente al disposto dell'articolo 173, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla partecipazione dell'Unione europea all'aumento di capitale del Fondo europeo per gli investimenti

COM(2014) 66 final — 2014/0034 (COD).

L'Ufficio di presidenza del Comitato economico e sociale europeo, in data 25 febbraio 2014, ha incaricato la sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo di preparare i lavori in materia.

Considerata l'urgenza dei lavori, il Comitato economico e sociale europeo nel corso della 497a sessione plenaria, dei giorni 25 e 26 marzo 2014 (seduta del 25 marzo), ha designato SMYTH come relatore generale e ha adottato il seguente parere con 133 voti favorevoli, 1 voto contrario e 3 astensioni.

1.   Introduzione

1.1

Il CESE appoggia la risoluzione di ricapitalizzare il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) per consentire l'estensione delle sue funzioni a fornitore di capitale di rischio a favore delle piccole e medie imprese (PMI) innovative e a forte crescita.

1.2

La decisione di aumentare il capitale sottoscritto di un ammontare massimo di 1,5 miliardi di euro rappresenta una spinta significativa per il potenziale d'investimento del FEI nel contesto della crisi economica e della stagnazione dell'economia europea; è quindi giusto chiedersi se anche questo aumento non sia troppo modesto.

1.3

Recenti indagini e dati sul finanziamento delle PMI e sul credito bancario indicano che l'accesso ai fondi (sia per gli investimenti che per il capitale di esercizio) costituisce attualmente il problema più pressante per le PMI. La crescita del credito bancario alle imprese ha segnato una decelerazione in ciascuno degli ultimi tre mesi. Anche se la competenza del FEI riguarda specificamente l'innovazione e la crescita sostenuta, non esistono forse validi motivi a sostegno di una ricapitalizzazione anche maggiore per consentire al FEI di allargare il suo raggio d'azione?

1.4

Il CESE rinnova il proprio invito a ricapitalizzare il FEI in misura considerevole affinché questi adempia alla funzione originariamente pensata per esso, quale fondo europeo di venture capital con il compito speciale di finanziare le imprese in fase di avviamento (start-up) tecnologicamente avanzate.

1.5

Il CESE propone che il 20 % del profitto netto sia versato sotto forma di dividendi e utilizzato per coprire parte dei costi dovuti all'aumento di capitale. Il Comitato appoggia l'impegno a bilanciare la dimensione finanziaria del FEI con quella politica e ad ammettere gli istituti finanziari idonei all'aumento del capitale sottoscritto.

2.   La proposta

2.1

Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) adempie a due funzioni principali:

la fornitura di venture capital per migliorare l'offerta di capitale di rischio a favore delle piccole e medie imprese (PMI) innovative e in rapida crescita;

la fornitura di garanzie e altre iniziative per la ripartizione del rischio allo scopo di rafforzare la capacità degli istituti finanziari di erogare prestiti alle PMI.

2.2

Il FEI utilizza le sue risorse e gestisce anche una serie di programmi dell'UE, come Orizzonte 2020 e COSME, per gli anni a venire. Il FEI prevede di raddoppiare la sua esposizione al rischio in termini di garanzie e venture capital ed è essenziale, quindi, un aumento del suo capitale. Attualmente la partecipazione di maggioranza nel FEI (62,1 %) è detenuta dalla Banca europea per gli investimenti (BEI). Gli altri soci sono l'Unione europea (30 %) e 24 istituti finanziari pubblici e privati (7,9 %).

2.3

La proposta è di aumentare il capitale sottoscritto del FEI da 3 a 4,5 miliardi di euro, di cui sarà versato il 20 %. Questo aumento di capitale accrescerà la capacità del FEI di realizzare attività a sostegno del credito (credit enhancement) e di stimolare l'erogazione di credito alle PMI in misura compresa tra 11 e 20 miliardi di euro nel 2014 e 2015.

3.   Osservazioni in merito alla proposta

3.1

A un primo esame, la ricapitalizzazione del FEI appare uno sviluppo chiaramente positivo. Dati provenienti dalla BCE mostrano che il credito totale erogato alle imprese è diminuito in ciascuno dei tre mesi precedenti al gennaio 2014. L'indagine più recente sul credito bancario ha mostrato che l'accesso al finanziamento era il problema specifico più pressante per le PMI dell'area dell'euro, anche se la distribuzione geografica era variabile. I fattori principali che influivano sul fabbisogno di finanziamento esterno da parte delle PMI erano il capitale di esercizio e gli investimenti fissi. La ricapitalizzazione del FEI farà fronte a una parte del problema, ma la portata dei bisogni da soddisfare è enorme.

3.2

Il CESE accoglie favorevolmente la ricapitalizzazione del FEI. Osserva che il Consiglio europeo di dicembre ha chiesto alla Commissione e alla BEI di aumentare ulteriormente il capitale del FEI e attende di conoscere l'esito di questa proposta. Il CESE ribadisce in questa sede le preoccupazioni già espresse in precedenti pareri circa la funzione del FEI (1).

3.3

Aumentando il capitale del FEI si contribuirebbe all'obiettivo di creare una capacità per l'assunzione di partecipazioni a sostegno dell'innovazione, della ricerca e dello sviluppo tecnologico delle imprese negli Stati membri. Per conseguire tale obiettivo con una spesa in bilancio minima, il CESE raccomanda che, in occasione della prossima assemblea annuale, il FEI decida di distribuire il 20 % degli utili netti sotto forma di dividendi. Il CESE ritiene che sarebbe utile se i dividendi annuali ricevuti nel periodo 2014-2017 per la partecipazione dell'UE al FEI fossero considerati entrate con destinazione specifica esterne e utilizzati per coprire una parte del costo dell'aumento di capitale. Il CESE appoggia lo sforzo di equilibrare i risultati finanziari e politici del FEI e di mantenere intatta la sua struttura di proprietà tripartita. A questo proposito chiede di attirare come nuovi soci più enti finanziari con un'impostazione analoga.

3.4

Il FEI fu originariamente concepito nel 1993 con la seguente raccomandazione: esso doveva sostenere le imprese non soltanto attraverso la concessione di garanzie sul loro capitale o di prestiti a loro favore, ma anche mediante la creazione di un fondo europeo di venture capital con una dotazione fino a 60 miliardi di euro. L'obiettivo era sopperire alla mancanza in Europa — rispetto all'America del Nord — di venture capital di origine privata e ridurre il ricorso ai prestiti con tasso d'interesse fisso, che penalizzano le imprese nuove e quelle nelle fasi iniziali. Quando il FEI fu effettivamente istituito nel 1994, la funzione di venture capital fu piuttosto ridimensionata, predominando invece quella di garanzia dei prestiti.

3.5

Il CESE ritiene che la competenza del FEI in materia di venture capital debba essere più estesa, come originariamente immaginato.

Bruxelles, 25 marzo 2014

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henry MALOSSE


(1)  GU C 143 del 22.5.2012, pag. 10.