15.1.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 12/39


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Il ruolo della società civile nell'accordo di libero scambio UE-Giappone»

(parere di iniziativa)

(2015/C 012/06)

Relatrice:

BATUT

Correlatrice:

PÄÄRENDSON

Il Comitato economico e sociale europeo ha deciso, in data 19 settembre 2013, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del Regolamento interno, di elaborare un parere d'iniziativa sul tema:

Il ruolo della società civile nell'accordo di libero scambio UE-Giappone

(parere d'iniziativa).

La sezione specializzata Relazioni esterne, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 18 settembre 2014.

Nella sua 502a sessione plenaria, dei giorni 15 e 16 ottobre 2014 (seduta del 15 ottobre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 133 voti favorevoli, 1 voto contrario e 3 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1   Conclusioni

1.1.1

L'Unione europea e il Giappone rappresentano insieme oltre un terzo del commercio mondiale. Un partenariato con un accordo di libero scambio (ALS)/accordo di partnership economica (APE) tra l'UE e il Giappone ambizioso, globale e vantaggioso per entrambe le parti servirebbe a promuovere gli scambi e gli investimenti reciproci e potrebbe migliorare le rispettive economie, creare opportunità di lavoro e contribuire al rafforzamento delle regole e delle norme internazionali. I cittadini delle due parti sarebbero senz'altro favorevoli a un'equa ripartizione dei benefici previsti, ma sono vigili, e non vogliono veder abbassarsi gli standard che rispettivamente li riguardano.

1.1.2

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore i negoziati per l'ALS/APE con il Giappone e in particolare la decisione di portarli ancora avanti dopo il riesame effettuato al termine del primo anno. Tuttavia, il Comitato deplora la mancanza di informazione e di trasparenza sui negoziati in corso. Dato che la promozione e la tutela degli interessi dei consumatori è uno strumento fondamentale per garantirsi un ampio sostegno del pubblico all'accordo, chiede che siano introdotti meccanismi di consultazione analoghi a quelli esistenti nel quadro dei negoziati per il partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP), in modo da garantire che la società civile sia meglio informata sui vantaggi comparativi che l'apertura del mercato tra l'UE e il Giappone offrirebbe ai soggetti interessati. In questo contesto, il CESE incoraggia entrambe le parti a migliorare la trasparenza e l'informazione relative ai negoziati, introducendo un meccanismo ufficiale di informazione regolare della società civile e successivamente una struttura di consultazione nell'ambito dell'accordo. Inoltre, il Comitato fa notare che le imprese sia europee che giapponesi hanno già la possibilità di avvalersi della tavola rotonda imprenditoriale UE-Giappone come piattaforma per il coinvolgimento e la consultazione.

1.2   Raccomandazioni

1.2.1

Il CESE insiste sulla necessità di essere tenuto pienamente informato circa la revisione dello studio d'impatto del 2012. Chiede di conoscere al più presto il calendario per l'attuazione, in particolare per quanto riguarda l'armonizzazione delle norme tecniche, e ritiene che, prima che venga adottata qualsiasi decisione, dovrebbe essere pubblicato — in tutte le lingue ufficiali dell'UE — un documento più preciso rispetto all'analisi di impatto.

1.2.2

Il CESE esorta l'Unione a fare tutto il possibile affinché:

i valori da essa difesi nel mondo siano rispecchiati nell'accordo, le norme ambientali, sociali, sanitarie e culturali siano mantenute, e i benefici dell'accordo siano distribuiti equamente tra i cittadini, i consumatori, i lavoratori e le imprese;

entrambe le parti siano ambiziose, per quanto riguarda non solo le riduzioni tariffarie ma anche le barriere non tariffarie, impegnandosi nel contempo per accrescere la coerenza normativa senza abbassare né gli standard e le norme né il livello occupazionale, il tutto con piena reciprocità e senza che sia indebolito l'impegno dell'UE a favore del multilateralismo dell'OMC;

la promozione degli interessi e della salute dei consumatori sia riconosciuta come obiettivo essenziale da entrambe le parti;

il principio di precauzione sia sancito dall'accordo e sia stabilita la certezza del diritto per il commercio dei prodotti agroalimentari a proposito delle indicazioni geografiche delle due parti;

un capitolo sia dedicato alle PMI, che rappresentano oltre il 99 % di tutte le imprese sia nell'UE che in Giappone e sono i principali creatori di nuovi posti di lavoro, ragioni per cui si attendono un aumento della loro competitività e una riduzione dei vincoli. L'obiettivo è migliorare il reciproco accesso al mercato e tenere le PMI pienamente informate in merito alle nuove opportunità commerciali che dovrebbero aprirsi grazie all'accordo;

sia incluso un capitolo robusto e positivo in materia di servizi, che dia sufficienti garanzie e sia basato sugli accordi già conclusi dall'UE; così facendo, infatti, in questi negoziati si coglierebbe un'opportunità importante;

sia preservato il carattere specifico dei servizi pubblici nell'UE, conformemente agli obblighi derivanti dal Trattato;

ove opportuno, sia garantita la parità di accesso agli appalti pubblici da entrambe le parti con piena certezza giuridica;

venga ribadito il diritto delle parti di regolamentare e definire le loro priorità e politiche in materia di sviluppo sostenibile, di lavoro e di ambiente;

a tal fine, l'accordo includa un ambizioso capitolo sullo sviluppo sostenibile che attribuisca un ruolo di primo piano alla società civile e comprenda almeno:

il rispetto degli obblighi derivanti dall'adesione di entrambe le parti all'OIL e dalle otto convenzioni fondamentali dell'OIL, come condizioni minime;

l'impegno a promuovere e applicare leggi e iniziative in campo ambientale;

l'impegno a gestire ed utilizzare le risorse naturali in modo sostenibile, nel rispetto degli accordi internazionali.

Data l'estrema delicatezza della procedura per la risoluzione delle controversie tra investitori e Stati (ISDS), e considerata la divergenza di opinioni sul punto delle diverse parti interessate, il CESE accoglie con favore la consultazione pubblica lanciata dalla Commissione nell'ambito dei negoziati commerciali transatlantici, e ne attende i risultati con grande interesse (1). Data la robustezza della democrazia giapponese, il CESE ritiene che raccogliendo i punti di vista dei soggetti interessati giapponesi su questo tema si potrebbero ottenere informazioni utili, contribuendo così ad agevolare i negoziati.

1.2.3

Il dialogo tra le società civili del Giappone e dell'UE costituirà un importante contributo all'ALS/APE. Il Comitato raccomanda di istituire, come già fatto per altri accordi conclusi di recente dall'Unione europea, un organo consultivo misto nel quadro dell'ALS/APE UE-Giappone, il cui ruolo deve essere discusso nel corso dei negoziati dai rappresentanti delle rispettive società civili. Detto organo dovrà avere la possibilità di discutere tutti gli aspetti dell'accordo e di far valere il suo punto di vista. Il Comitato raccomanda vivamente che almeno la metà dei membri europei sia nominata dal CESE — l'organo consultivo dell'UE che rappresenta gli interessi della società civile organizzata europea.

1.2.3.1

Il CESE ha già stabilito ottimi contatti con le organizzazioni giapponesi dei datori di lavoro, dei lavoratori, degli agricoltori, delle cooperative, dei consumatori, delle ONG, delle organizzazioni non-profit e del mondo accademico (2). Grazie al suo comitato di monitoraggio per il Giappone, il Comitato è in una posizione privilegiata per promuovere il dialogo e la consultazione della società civile di entrambe le parti.

2.   Presentazione del contesto

2.1.1

L'UE e il Giappone hanno deciso di rafforzare i loro legami dando il via ai negoziati per un accordo di libero scambio/accordo di partenariato economico (ALS/APE). In parallelo procedono i negoziati per un accordo di partenariato strategico (APS) (3). Il Comitato accoglie con favore l'esito positivo del riesame dopo il primo anno e la decisione di proseguire i negoziati. Se le previsioni saranno confermate, le esportazioni dall'UE al Giappone dovrebbero aumentare del 30 % e il PIL dell'UE crescere dello 0,8 %, e si dovrebbero creare 4 00  000 nuovi posti di lavoro. Il PIL giapponese aumenterebbe dello 0,7 % e le sue esportazioni in Europa del 24 %, e l'accordo avrebbe anche l'effetto di evidenziare l'importante ruolo svolto dall'UE in materia di scambi commerciali e investimenti nell'Asia orientale (4).

2.1.2

L'UE e il Giappone condividono molti valori e principi, tra i quali la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e l'economia di mercato con un alto livello di know-how tecnologico. Nel contempo, si trovano ad affrontare sfide analoghe (per es. l'invecchiamento e il calo demografici) e devono trovare nuove fonti di crescita e di occupazione.

2.1.3

Benché gli organismi della società civile europea e giapponese non siano perfettamente intercambiabili (5), un crescente dialogo tra di essi sarebbe un importantissimo risultato di qualsiasi accordo. L'UE ha fatto del dialogo sociale e civile una pietra angolare del suo modello sociale dotandolo di un quadro istituzionale, e il Giappone, da parte sua, riconosce l'importanza della propria società civile in senso lato (Consiglio per la politica del lavoro, Forum multilaterale delle parti interessate).

2.2

In Giappone, così come nell'UE, l'economia è attualmente oggetto di misure di rilancio (6). Il debito pubblico giapponese rimane prossimo al 230 % del PIL. Il corso dello yen ha penalizzato le importazioni giapponesi, e dopo il triplice disastro di Fukushima in Giappone il commercio al dettaglio è diminuito del 2,3 % in un anno (febbraio 2013).

2.2.1

Gli accordi bilaterali di libero scambio aprono il Giappone al commercio mondiale e contribuiscono alla creazione di zone di integrazione regionale. A partire dal 2002 il Giappone ha concluso numerosi accordi bilaterali non solo in Asia ma anche in America Latina — nonché uno con la Svizzera. Attualmente sta negoziando un accordo trilaterale con la Cina e la Repubblica di Corea. Partecipa inoltre ai negoziati per il partenariato transpacifico (TPP).

2.2.2

Il Giappone e l'UE hanno già concluso importanti accordi di semplificazione delle procedure relative al commercio, nei settori delle telecomunicazioni, dei prodotti chimici e farmaceutici, delle pratiche anticoncorrenziali, della scienza e tecnologia e della cooperazione e assistenza amministrativa (7).

3.   Commercio e sviluppo sostenibile

3.1

La ricerca della crescita economica attraverso il commercio globalizzato rischia di avere ripercussioni sull'ambiente (8). Nel suo parere sulla negoziazione di nuovi accordi commerciali (9), il Comitato ha sottolineato l'importanza di includere nei negoziati commerciali dell'UE un capitolo dedicato al commercio e allo sviluppo sostenibile; capitolo che, a sua volta, dovrebbe includere disposizioni sia ambientali che sociali, con un riferimento alla funzione essenziale di monitoraggio svolta dalla società civile.

3.2

I negoziati per l'ALS/APE UE-Giappone offrono a entrambe le parti l'opportunità di ribadire il loro impegno a lavorare, nel contesto internazionale, per lo sviluppo sostenibile nei suoi tre pilastri: crescita economica, sviluppo sociale e protezione dell'ambiente. Questi elementi costituiscono una parte fondamentale di ogni negoziato dell'UE in materia commerciale e di ogni accordo fin dalla conclusione dell'ALS con la Repubblica di Corea (10). La diversità biologica, il cambiamento climatico, la pesca, la silvicoltura e la fauna selvatica costituiscono una priorità per l'UE e per il mondo. Le parti dovrebbero confermare la loro adesione agli accordi ambientali multilaterali (AAM).

3.3

Qualsiasi nuovo accordo dovrebbe riaffermare il diritto degli Stati membri dell'UE e del Giappone di regolamentare e di stabilire priorità in materia di sviluppo sostenibile, nonché incoraggiarli a rispettare le norme che tutelano il lavoro e proteggono l'ambiente, conformemente agli impegni assunti dalle parti rispetto alle norme e agli accordi internazionali in tali ambiti.

3.4

L'ALS/APE (11) offrirà un'opportunità di confermare tale impegno (con l'eventuale ratifica e l'effettiva esecuzione delle convenzioni OIL) (12) e stimolare il dialogo e la cooperazione bilaterali sulle questioni relative al lavoro, anche nei settori contemplati dall'Agenda per il lavoro dignitoso.

3.4.1

Il CESE, che rappresenta tutta la società civile europea, sottolinea tuttavia che i benefici di un ALS/APE potrebbero non essere percepiti in pari misura (13) nei vari Stati membri o nei diversi settori economici (14).

3.4.2

Mentre nell'UE sono previsti aumenti (percentuali) dell'occupazione nei settori dei macchinari elettrici, dell'agricoltura, della silvicoltura, della pesca, dei prodotti alimentari trasformati, delle assicurazioni e delle costruzioni, si può prevedere una piccola contrazione nei settori delle sostanze chimiche, dei veicoli a motore, dei metalli e dei prodotti in metallo e del trasporto aereo (15). Difficoltà queste, che devono essere individuate tempestivamente, in modo da attuare le misure appropriate di sostegno e riqualificazione. È importante far sì che i benefici siano distribuiti equamente tra le imprese, i lavoratori, i consumatori e la più ampia società civile, e nel contempo adoperarsi affinché le conseguenze negative siano ridotte al minimo e garantire a chi ne è colpito la possibilità di ricevere una compensazione (16).

4.   Consultazione della società civile

4.1   Informazione e trasparenza

4.1.1

Il CESE, pur rallegrandosi di essere, nell'ambito delle sue competenze, un interlocutore privilegiato della Commissione, deplora la mancanza di trasparenza dei negoziati in corso, rilevata dai soggetti interessati di entrambe le parti. Il mandato ottenuto dalla Commissione non è stato reso pubblico, mentre invece i negoziati dovrebbero essere più aperti e trasparenti possibile. Numerose organizzazioni della società civile, sia in Europa che in Giappone, lamentano di aver ricevuto soltanto scampoli di informazioni riguardo ai negoziati. Ciò incide tanto sui contenuti dei negoziati stessi quanto sulle opportunità per la società civile di far udire la propria voce in proposito. Come è noto, il coinvolgimento della società civile consentirebbe non solo di migliorare la comprensione reciproca, ma anche di accrescere la qualità degli attuali negoziati ALS/APE in termini di apporto di conoscenze specifiche.

4.1.2

I cittadini europei esigono l'applicazione dei testi dell'UE, che sanciscono il principio di trasparenza. Il CESE chiede che i testi siano comunicati alle parti interessate fin dalle primissime fasi.

4.1.3

Tenuto conto della legittima richiesta dei cittadini europei di garantire la piena trasparenza dei negoziati commerciali, il CESE richiama l'attenzione del Consiglio e della Commissione sulla necessità di un'applicazione rigorosa e coerente dell'articolo 218 del TFUE e in particolare del suo paragrafo 10: «Il Parlamento europeo è immediatamente e pienamente informato in tutte le fasi della procedura».

4.1.4

Il CESE raccomanda alla Commissione di realizzare, per i negoziati ALS/APE UE-Giappone, un modello di consultazione della società civile simile a quello per i negoziati per il TTIP (sessione con le parti interessate dopo ogni ciclo di negoziati e istituzione di un gruppo consultivo composto da rappresentanti della società civile che dovrebbe comprendere membri del CESE). Al Comitato risulta inoltre che esista un meccanismo analogo per i negoziati transpacifici tra gli Stati Uniti e il Giappone.

4.2   Consultazione

4.2.1

Come indicato sopra, tutti gli accordi di libero scambio conclusi di recente dall'UE contengono un capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile (17), con un riferimento alla funzione cruciale di monitoraggio svolta dalla società civile, ossia da organizzazioni indipendenti e rappresentative, che garantiscono una rappresentanza equilibrata dei datori di lavoro, dei lavoratori e di altre parti interessate. Il CESE sostiene gli sforzi intrapresi dalla Commissione per ottenere l'inserimento di un siffatto capitolo anche nell'accordo con il Giappone.

4.2.2

Le autorità giapponesi desiderano innescare una crescita stabile attraverso lo sviluppo sostenibile (cfr. la cosiddetta «Abenomia» (18)). Negli accordi di libero scambio che il Giappone ha concluso con i partner asiatici sono incluse disposizioni riguardanti l'istituzione di un sottocomitato incaricato di monitorare l'impatto dell'accordo sul clima imprenditoriale. Benché in aree di applicazione e con modalità diverse, l'Unione europea e il Giappone fanno già applicazione del principio di monitoraggio dell'impatto degli ALS. Il CESE li incoraggia pertanto a includere un robusto capitolo dedicato al commercio e allo sviluppo sostenibile.

4.2.3

Il governo giapponese ha istituito una serie di comitati multilaterali interni per consultare le imprese nazionali in merito all'impatto degli ALS sui rispettivi settori di attività, ed esistono organi consultivi che riuniscono da un lato governo e cooperative e dall'altro governo e sindacati. Esistono inoltre altre strutture di consultazione ad ampio spettro, quali il forum multilaterale delle parti interessate sulla responsabilità sociale per un futuro sostenibile (19) o il consiglio per la politica del lavoro.

4.3

Il modello economico e sociale dell'UE «fa affidamento su solide istituzioni per gestire le questioni economiche, sociali e ambientali [...], su un forte dialogo sociale e civile, su investimenti in capitale umano e sulla qualità dell'occupazione» (20). A giudizio del Comitato, questo modello esprime i valori dell'Unione, e tutte le istituzioni UE devono promuoverlo in tutte le loro politiche.

4.3.1

Il Comitato si compiace degli impegni assunti dall'UE a livello internazionale (21):

a favore di una più efficace partecipazione delle parti sociali e degli altri soggetti della società civile alla governance mondiale (OMC), allo sviluppo delle politiche e al monitoraggio dell'attuazione degli accordi commerciali;

a promuovere i valori europei nell'era della globalizzazione (22).

4.3.2

Per quanto riguarda l'ALS con il Giappone, il Parlamento europeo ha raccomandato alla Commissione di prestare attenzione alle norme fondamentali in materia di diritto del lavoro e far sì che l'accordo includa un capitolo ambizioso sullo sviluppo sostenibile e preveda un forum della società civile «che vigili e formuli osservazioni sulla sua attuazione». Il CESE sottolinea una volta di più la necessità di essere consultato e insiste affinché si tenga conto di tali raccomandazioni.

4.4

Il CESE ricorda alla Commissione che essa stessa ha pubblicato una guida sulla «trasparenza nei negoziati sugli accordi commerciali», secondo cui i suoi «lavori potranno essere coronati da successo solo se soddisferanno le aspettative degli europei» e «le opinioni della società civile svolgono un ruolo cruciale nella fase preparatoria dei negoziati» (23).

Il CESE auspica vivamente che:

la Commissione possa riconoscere il ruolo del CESE e tenerlo informato riguardo a tutti gli aspetti del processo negoziale;

lungo l'intero processo negoziale possa svolgersi un dialogo costante tra il Parlamento europeo, la Commissione europea e il CESE;

lungo tutto l'arco dei negoziati sia mantenuto un ruolo inclusivo per la società civile;

la Commissione preveda nell'accordo:

un meccanismo congiunto di monitoraggio che coinvolga le società civili europea e giapponese, da introdurre nella fase di attuazione;

degli organi consultivi nazionali che rivolgano pareri e raccomandazioni a tutte le parti e alle autorità politiche congiunte nonché alle autorità comuni dell'accordo, e che siano autorizzati a ricevere le richieste provenienti da altre parti interessate (in particolare sul capitolo riguardante lo sviluppo sostenibile) nonché a trasmetterle accompagnandole con i loro pareri e le loro raccomandazioni;

la possibilità di chiedere una consultazione o una procedura di risoluzione delle controversie in caso di applicazione carente rispetto agli obiettivi del capitolo sullo sviluppo sostenibile;

un organismo congiunto che riunisca rappresentanti delle società civili dell'UE e del Giappone e costituisca un quadro per la cooperazione e il dialogo regolari e strutturati tra di esse, come pure per gli scambi con i rappresentanti dei governi delle due parti.

4.5

Quasi tutti i rappresentanti delle organizzazioni della società civile europea e giapponese che sono stati consultati (24) si sono espressi a favore della creazione di un organismo di controllo congiunto nell'ambito del futuro accordo di libero scambio.

4.5.1

I meccanismi di monitoraggio dovrebbero essere sviluppati tenendo conto delle strutture esistenti e rispettando le esperienze finora acquisite nell'UE ed in Giappone. Il CESE auspica di poter contribuire a determinare il ruolo, la portata e la composizione del gruppo consultivo e organismo di controllo congiunto dell'UE. Tutte le parti interessate devono essere consultate, e il CESE deve svolgere un ruolo fondamentale in questo processo.

4.5.2

Un dialogo strutturato tra i rappresentanti delle società civili dell'UE e del Giappone aggiungerà all'ALS/APE una dimensione importante, anche sul piano culturale. Il CESE ritiene che sia di fondamentale importanza mantenere contatti con i suoi omologhi giapponesi al fine di garantire che la forma, la portata delle competenze e il contenuto di un futuro meccanismo congiunto di monitoraggio corrispondano alle attese di entrambe le parti.

5.   Punti principali

5.1   Negoziati

5.1.1

Il Comitato si compiace del fatto che, nel giugno 2014 (25), il bilancio positivo dell'andamento dei negoziati abbia indotto il Consiglio dell'UE a proseguire i negoziati.

5.1.2

L'accordo è volto a rafforzare l'accesso al mercato e a garantire la coerenza normativa, favorendo così lo sviluppo del commercio reciproco e degli investimenti. Dovrebbe inoltre stimolare la crescita sostenibile e la creazione di nuovi e migliori posti di lavoro, ampliare le opzioni disponibili per i consumatori, e promuovere la competitività e la produttività delle due economie.

5.1.3

La priorità dell'Unione europea è l'abolizione delle barriere non tariffarie (Non-Tariff Barriers — NTB). Nella sua «valutazione d'impatto» (26), la Commissione afferma che tali barriere hanno spesso origini culturali ed effetti protezionistici. Il CESE rileva che esse sono difficili da modificare quando si basano su norme stabilite al massimo livello ma nel contempo in continua mutazione. A volte tali barriere proteggono interi settori, come quello ferroviario in Giappone.

5.2   Scambi di merci

5.2.1

L'abolizione delle barriere tariffarie deve riguardare tutti i prodotti, senza escludere i prodotti agricoli e trasformati, le automobili riconosciute come merci «sensibili» e i prodotti chimici e farmaceutici, eventualmente dopo periodi transitori.

5.2.2

Gli scambi sarebbero favoriti dal riconoscimento reciproco dei prodotti certificati secondo le norme relative a prodotti simili ed equivalenti nonché dalla cooperazione sull'armonizzazione delle normative e dei sistemi, ogni qual volta ciò sia possibile. Tuttavia, sarà essenziale fare in modo che tale cooperazione, tesa ad adottare nuove norme a livello globale, non si traduca in un indebolimento di quelle vigenti.

5.2.3

Le barriere non tariffarie (NTB), che agiscono come un freno alle esportazioni dell'UE, sono utilizzate come misure protezionistiche occulte. Devono essere ridotte o eliminate, in particolare se già individuate durante i negoziati, e le norme pertinenti devono essere riallineate a quelle internazionali.

5.3   PMI

5.3.1

Dato che il tessuto economico, in Giappone come in Europa, è costituito per il 99 % da PMI, che da sole creano il 70-80 % dell'occupazione totale, il CESE chiede alla Commissione di prestare particolare attenzione a queste imprese.

5.3.2

Date le loro dimensioni, le PMI dispongono di risorse limitate, anche ai fini dei rapporti con la pubblica amministrazione e dell'applicazione delle regolamentazioni sugli scambi. Si può pertanto prevedere che esse trarrebbero benefici da un ALS/APE UE-Giappone e, soprattutto, dalla razionalizzazione normativa e dalla riduzione dei costi amministrativi. Esse, tuttavia, hanno bisogno di sostegno per superare gli ostacoli comunque connessi all'aumento della loro attività internazionale: barriere linguistiche, diverse culture imprenditoriali, elevati costi di trasporto, carenza di personale dotato delle competenze necessarie, mancanza di informazioni sui mercati stranieri e di risorse finanziarie sufficienti.

5.3.3

Per massimizzare i vantaggi dell'ALS/APE UE-Giappone, sarà essenziale che entrambe le parti si adoperino per sensibilizzare maggiormente le PMI riguardo ai servizi e ai programmi di sostegno (27) attualmente offerti dal Centro di cooperazione industriale UE-Giappone (28) e dall'Organizzazione giapponese per il commercio estero (Japan External Trade Organisation, JETRO) (29), e in particolare alle nuove opportunità commerciali che dovrebbero aprirsi grazie all'accordo. Per esempio, le PMI europee potrebbero essere interessate a operare nei settori giapponesi delle TIC, dell'assistenza sanitaria (30), dei servizi, delle energie rinnovabili e dell'alimentazione biologica (31) e di alta qualità.

5.4   Industria agroalimentare

5.4.1

La liberalizzazione del mercato garantirebbe le nuove opportunità per i prodotti agroalimentari di entrambi i partner (aumento del 200 %), eppure proprio l'agricoltura è uno dei capitoli più controversi dei negoziati. Il settore agricolo giapponese è in grado di garantire solo il 40 % del fabbisogno alimentare nazionale, e si mostra particolarmente inquieto. Gli agricoltori giapponesi chiedono che cinque tipi di prodotti siano esclusi dalle restrizioni tariffarie di qualsiasi negoziato con paesi stranieri: riso; carni bovine e suine; latte e latticini; frumento e orzo; zucchero ed edulcoranti. Secondo l'UE, l'esportazione di una maggiore quantità di prodotti alimentari trasformati costituirebbe una grande opportunità, soprattutto se il Giappone abolisse la maggior parte delle proprie barriere non tariffarie.

5.4.2

Il CESE auspica che venga affrontata la questione dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) (32), così da proteggere in modo equo le innovazioni europee. La questione delle indicazioni geografiche protette (IGP) è un punto particolarmente difficile dei negoziati. La protezione intellettuale delle produzioni agricole di qualità può costituire un ostacolo occulto alle importazioni. Già in sede OMC l'UE e il Giappone avevano adottato un approccio diverso: l'Unione intendeva ampliare il campo delle IGP, attestandole su un alto livello di tutela pienamente vincolante (accordi TRIPS — proposta dell'UE del 1998), mentre il Giappone, insieme agli Stati Uniti, proponeva (1999) che i membri notificassero le loro IG all'OMC per costituire una banca dati che fungesse da fonte di informazioni per gli altri membri, senza effetti vincolanti. Il CESE ritiene che si tratti di una questione importante, da affrontare con prudenza nel corso dei negoziati.

5.5   Servizi

5.5.1

In Giappone, sia gli agricoltori che i consumatori partecipano in gran numero al movimento cooperativo, che offre ai suoi aderenti servizi assicurativi (mutualistici) e bancari. Costoro percepiscono la liberalizzazione dei servizi come una minaccia, mentre per molti altri essa rappresenta una grande opportunità, non da ultimo per la cosiddetta «economia d'argento». I servizi offrono un'opportunità fondamentale di incremento degli scambi.

5.5.2

Nel 2012, l'UE-27 ha esportato in Giappone i servizi per 24,2 miliardi di euro, mentre le importazioni dal Giappone erano pari a 15,6 miliardi, con un saldo attivo di 8,6 miliardi per l'UE-27 (cifre lorde), considerando ovviamente che la popolazione del Giappone è un quarto di quella dell'UE. Quasi tutte le organizzazioni giapponesi consultate che hanno menzionato la liberalizzazione dei servizi si sono pronunciate contro il cosiddetto «elenco negativo», in virtù del quale tutti i servizi non espressamente esclusi dal testo dell'accordo potrebbero essere aperti agli scambi. Tuttavia, se gli agricoltori e i consumatori si mostrano contrari all'elenco negativo, le imprese invece sono decisamente favorevoli. Tale elenco negativo, peraltro, ridurrebbe il margine d'intervento delle autorità pubbliche, perché i servizi futuri rientrerebbero automaticamente tra quelli liberalizzati. Il CESE è favorevole al diritto degli Stati di legiferare nell'interesse pubblico senza alcuna restrizione.

5.6   Appalti pubblici

5.6.1

Per le imprese dell'UE è importante ottenere l'accesso agli appalti pubblici giapponesi grazie all'eliminazione delle barriere normative, all'introduzione di procedure trasparenti e di informazioni identiche per tutti i soggetti interessati, all'abolizione delle restrizioni particolarmente severe nel mercato ferroviario, e alla creazione di un sistema di accesso all'informazione online. Al di là della proclamata volontà politica, la negoziazione concreta richiede stabilità giuridica riguardo alle norme pertinenti.

5.6.2

Sarà indispensabile la reciprocità in materia di concorrenza leale. Il Comitato ritiene che l'accordo debba indicare con assoluta chiarezza le modalità di autorizzazione applicate da ambo le parti agli aiuti e alle sovvenzioni statali.

5.6.3

L'Unione europea, gli Stati membri ed il Giappone devono conservare la possibilità di continuare a finanziare il perseguimento di obiettivi di interesse generale, definiti secondo le rispettive procedure democratiche, ad esempio nel settore sociale, dell'ambiente e della sanità pubblica. Per quanto riguarda i servizi pubblici, all'UE incombono degli obblighi derivanti dai Trattati.

5.7   Investimenti  (33)

5.7.1

Nel 2012, gli investimenti esteri diretti (IED) dell'UE-27 in Giappone ammontavano a 434 milioni di euro, mentre gli IED del Giappone nell'UE-27 erano pari a 3  374 milioni di euro (34). Dato che la reciprocità è il principio fondamentale di qualsiasi ALS/APE e che quello tra UE e Giappone potrebbe provocare una perdita di posti di lavoro, il CESE invita la Commissione ad essere vigile su questo punto e a considerare la possibilità di impiegare il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per compensare tali perdite. Analogamente, il CESE ritiene che potrebbe rendersi necessario prevedere un'adeguata compensazione delle perdite subite dalle imprese in termini di risorse umane e di tecnologie precedentemente finanziate con fondi pubblici.

5.7.2

L'UE e il Giappone devono riesaminare le rispettive normative sulle restrizioni in materia di proprietà, sulle autorizzazioni e i controlli, e sull'agevolazione degli investimenti.

5.7.3

Il CESE rileva che in Giappone e nell'UE sia l'ordinamento giuridico che il sistema giudiziario consentono di risolvere le controversie in modo equo nell'ambito di procedure ordinarie; gli Stati membri dell'UE e il Giappone offrono agli investitori tutte le garanzie istituzionali e giurisdizionali. Il meccanismo per la risoluzione delle controversie investitore-Stato-è un tema particolarmente delicato, sul quale le opinioni delle diverse parti interessate sono divergenti. Il CESE accoglie con favore la consultazione pubblica lanciata dalla Commissione nell'ambito dei negoziati commerciali transatlantici, e sarebbe favorevole alla realizzazione di un'iniziativa analoga in Giappone, al fine di tenere conto delle posizioni dei soggetti interessati giapponesi.

5.7.4

Il CESE suggerisce che, una volta che la Commissione avrà fissato le condizioni e valutato i risultati, abbia luogo un ampio dialogo sul tema della risoluzione delle controversie, e da parte sua sta già elaborando il proprio parere in proposito.

5.7.4.1

In ogni caso, nessuna disposizione in materia di risoluzione delle controversie investitore-Stato dovrebbe poter ostacolare la capacità degli Stati membri dell'UE di legiferare nell'interesse pubblico e di perseguire obiettivi di politica pubblica. Sarebbe opportuno chiarire le definizioni di «investimento» e di «trattamento giusto ed equo», le quali dovrebbero formare oggetto di un punto specifico dei negoziati.

Bruxelles, 15 ottobre 2014.

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  Parere del CESE del 4 giugno 2014 (REX/390, EESC 5469/2013, relatore KRAWCZYK, correlatore BOYLE).

(2)  In Giappone sono stati creati quattro Istituti dell’UE (consorzi universitari) con il sostegno finanziario della Commissione europea, e i docenti universitari sono considerati attori della società civile (http://www.eeas.europa.eu/eu-centres/eu-centres_en.pdf).

(3)  L'APS riguarda la cooperazione politica, globale e settoriale (ad esempio in materia di ricerca, innovazione, spazio, energia, istruzione, cultura, cooperazione allo sviluppo, gestione delle catastrofi).

(4)  Commissione europea, Impact Assessment Report on EU-Japan trade relations («Relazione sull'analisi d'impatto riguardante le relazioni commerciali tra l'UE e il Giappone»), luglio 2013, punto 5.1.3.

(5)  GU C 9/34 del 28.4.2007, pag. 34.

(6)  Le tre direttrici di politica economica (le «tre frecce») indicate dal primo ministro Shinzō Abe, formano la cosiddetta «Abenomia», ossia una combinazione di misure in 3 ambiti cruciali — politica monetaria, incentivi di bilancio e riforme strutturali — finalizzate a garantire all'economia giapponese una crescita sostenibile nel lungo periodo e a stimolare gli investimenti di capitale del settore privato.

(7)  Si tratta dei seguenti accordi: l'accordo di riconoscimento reciproco UE-Giappone, l'accordo di cooperazione in materia di pratiche anticoncorrenziali, un accordo in materia di scienza e tecnologia, e un accordo sulla cooperazione e l'assistenza amministrativa reciproca.

(8)  COM 2006(567) final, http://europa.eu/legislation_summaries/external_trade/r11022_it.htm

(9)  GU C 211, del 19.8.2008, pagg. 82-89.

(10)  ALS UE-Repubblica di Corea (capitolo 13): GU L 127 del 14.5.2011, pagg. 62-65.

(11)  Cfr. ad esempio l'accordo di libero scambio UE-Corea, articolo 13.4.3 (GU L 127 del 14.5.2011, pagg. 62-65).

(12)  Convenzioni n. 87 e n. 98 sulla libertà sindacale e il diritto alla contrattazione collettiva, n. 29 e n. 105 sull'abolizione del lavoro forzato e obbligatorio, n. 138 e n. 182 sull'abolizione del lavoro minorile e n. 100 e n. 111 sull'eliminazione di qualsiasi discriminazione in materia di assunzione e occupazione.

(13)  Comunicazione della Commissione COM(2010) 343 final.

(14)  Commissione europea, ibidem, punti 5.2.2, 5.3 e 5.6.2.

(15)  Commissione europea, Impact Assessment Report on EU-Japan trade relations («Relazione sull'analisi d'impatto riguardante le relazioni commerciali tra l'UE e il Giappone»), pag. 49.

(16)  Per esempio attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG).

(17)  TFUE, articolo 11 ed articolo 21, paragrafo 2, lettera f).

(18)  «Abenomia»: tre frecce per rilanciare la crescita, cfr. http://www.eu.emb-japan.go.jp; http://it.wikipedia.org/wiki/Abenomics, e Wolff e Yoshii, Japan and the EU in the global economy («Il Giappone e l'UE nell'economia mondiale»), aprile 2014, disponibile online all'indirizzo http://bit.ly/1mLgY2r

(19)  http://sustainability.go.jp/forum/english/index.html

(20)  COM(2004) 383 final, del 18 maggio 2004, La dimensione sociale della globalizzazione.

(21)  Comunicazione della Commissione sul lavoro dignitoso, maggio 2006, COM(2006) 249 final, punti 2.3 e 3.5.

(22)  Conclusioni della presidenza del Consiglio del 16 e 17 dicembre 2004, punto 53, e del 16 e 17 giugno 2005, punto 31.

(23)  Commissione europea, La trasparenza nei negoziati commerciali dell'UE, 2012; cfr. inoltre http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2012/june/tradoc_149616.pdf

(24)  Nel corso di un'audizione, tenutasi il 15 gennaio 2014 presso la sede del CESE, e di una successiva missione in Giappone alla fine del gennaio 2014, sono state consultate in tutto circa 40 organizzazioni, parti sociali e altre parti interessate, che hanno espresso le loro opinioni, aspettative e preoccupazioni circa il futuro accordo di libero scambio tra l'UE e il Giappone.

(25)  Conclusioni del Consiglio europeo del 18 e 19 ottobre 2012, punto 2, lettera k); Consiglio Affari esteri e commercio dell'UE, 29 novembre 2012, mandato alla Commissione per la negoziazione dell'accordo di libero scambio UE-Giappone; Consiglio del 29 giugno 2014.

(26)  Commissione europea, 2012, Impact Assessment Report on EU-Japan trade relations (Relazione sulla valutazione d'impatto riguardante le relazioni commerciali tra l'UE e il Giappone), http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2012/july/tradoc_149809.pdf

(27)  http://www.eu-japan.eu/smes-support; http://www.jetro.go.jp/en/database

(28)  http://www.eu-japan.eu/smes-support

(29)  https://www.jetro.go.jp/en/database/

(30)  Nel 2050 si prevede che il 38 % della popolazione avrà almeno 65 anni.

(31)  I prodotti alimentari biologici rappresentano soltanto lo 0,4 % circa di tutti gli alimenti venduti in Giappone (dati EBC).

(32)  GU C 68, del 6.3.2012, pag. 28.

(33)  Dall'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, la Commissione europea dispone di competenze in materia di investimenti. Essa ha pubblicato una comunicazione dal titolo Verso una politica globale europea degli investimenti internazionali, in merito alla quale il Comitato ha adottato un parere (Cese 1184-2011 del 13.7.2011, relatore: PEEL).

(34)  Fonte: Eurostat 170/2013 — 18 novembre 2013.