12.11.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 327/58


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Ripensare l’istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici»

COM(2012) 669 final

2013/C 327/12

Relatore: SOARES

Correlatore: TRANTINA

La Commissione europea, in data 20 novembre 2012, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Ripensare l'istruzione: Investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici

COM(2012) 669 final.

La sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 26 giugno 2013.

Alla sua 491a sessione plenaria, dei giorni 10 e 11 luglio 2013 (seduta del 10 luglio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 154 voti favorevoli e 3 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

Il CESE approva in linea di massima l'iniziativa della Commissione, in particolare lo sforzo di combattere la disoccupazione giovanile, anche se ritiene che il titolo "Ripensare l'istruzione" sia troppo ambizioso rispetto al contenuto della comunicazione.

1.2

L'attuale crisi economica e sociale condiziona le scelte di bilancio dei paesi dell'Unione europea, in particolare di quelli che hanno adottato programmi di adeguamento del bilancio, una situazione aggravata dalle restrizioni di bilancio della stessa UE. Il CESE mette in guardia contro il rischio che i tagli che si stanno operando nei bilanci dell'istruzione trasformino iniziative e proposte giudicate necessarie in semplici dichiarazioni d'intenti.

1.3

Il CESE si rende conto che occorre ovviare agli importanti squilibri che esistono di fatto nei sistemi d'istruzione e che bisogna migliorare, con la stessa urgenza, i difficili legami tra il mondo della scuola e quello del lavoro, e formula pertanto le seguenti raccomandazioni.

 

Il Comitato raccomanda alle istituzioni europee di:

1.3.1

rivedere i meccanismi esistenti di raccolta, presentazione e interpretazione dei dati nel campo dell'istruzione e della formazione, affinché siano trasparenti e paragonabili;

1.3.2

rivedere anche gli attuali processi educativi europei e i diversi strumenti già esistenti e in particolare le norme e gli indirizzi europei per la garanzia della qualità (in inglese: ESGQA);

1.3.3

applicare le misure attualmente proposte, integrandole in altre iniziative volte ad inserire i giovani nel mercato del lavoro, in particolare il piano d'azione Gioventù in movimento (Youth on the move) a favore dell'occupazione e dell'imprenditorialità;

1.3.4

garantire che il prossimo bilancio dell'Unione contenga le risorse necessarie per il programma nel suo complesso, e soprattutto per l'iniziativa recentemente approvata sull'occupazione giovanile.

 

Il Comitato raccomanda agli Stati membri di:

1.3.5

rivedere e/o aggiornare, in modo non regressivo, le politiche relative all'occupazione e ai servizi pubblici di qualità nella convinzione che per raggiungere pienamente gli obiettivi assegnati all'istruzione, gli investimenti in questo settore devono accompagnarsi a politiche del lavoro, sociali ed economiche che siano di sostegno alla crescita sostenibile e al benessere garantendo, in tale processo, la piena partecipazione delle parti sociali e di altre organizzazioni della società civile;

1.3.6

far sì che l'acquisizione di competenze imprenditoriali venga integrata nelle politiche e nei programmi d'insegnamento. Oltre che a scuola, l'apprendimento di tali competenze potrebbe avvenire, se necessario, anche nelle imprese, promuovendo altresì la partecipazione di queste ultime alle iniziative promosse a livello scolastico;

1.3.7

favorire l'introduzione nelle scuole di sistemi duali di istruzione/formazione che uniscano l'insegnamento a scuola con l'esperienza sul luogo di lavoro, promuovendo la sensibilizzazione delle autorità nel campo dell'istruzione e delle imprese all'importanza di queste iniziative;

1.3.8

rivedere urgentemente il rapporto tra l'insegnamento e la formazione in campo professionale da un lato e il mondo del lavoro dall'altro, ai fini di una migliore comprensione delle possibili lacune, e organizzare una formazione professionale che risponda davvero alle esigenze del mercato del lavoro;

1.3.9

garantire a tutti le condizioni necessarie a un apprendimento permanente, migliorando la formazione (perfezionamento e riqualificazione professionale) e rispettando di fatto il diritto ad una formazione di qualità durante tutto l'arco della vita;

1.3.10

riconoscere e valorizzare, in modo creativo e innovativo, gli apprendimenti non formali, rendendo più visibili le competenze acquisite al di fuori del sistema formale, favorendo la complementarità tra l'apprendimento formale e quello non formale e promuovendo al tempo stesso le pari opportunità;

1.3.11

adottare norme e principi comuni che permettano di definire i criteri di qualità dei sistemi che assicureranno il riconoscimento e la convalida degli apprendimenti non formali;

1.3.12

investire nella formazione e nell'assunzione di buoni insegnanti, migliorandone la formazione accademica e professionale, cercando di assicurare l'equilibrio di genere nell'assunzione del personale insegnante e fornendo al tempo stesso condizioni di lavoro, retributive e di carriera adeguate, in modo da rendere la professione più attraente per le fasce più giovani della popolazione;

1.3.13

considerare i bilanci per l'istruzione e la formazione un investimento nel futuro e un'esigenza permanente volta a soddisfare l'obbligo di garantire un'istruzione pertinente e di qualità per tutti evitando tagli che possano incidere negativamente su tale obbligo;

1.3.14

coinvolgere tutte le parti interessate (tra cui le organizzazioni giovanili e locali, le scuole e i professori, i genitori e i responsabili educativi, le imprese e i sindacati) nella elaborazione e nel monitoraggio delle politiche, nella individuazione di eventuali problemi e nel compito di educare, formare e integrare i giovani nella società, stabilendo obiettivi chiari, valutazioni periodiche e risorse sufficienti ai fini della sostenibilità.

 

Il Comitato raccomanda alle parti sociali di:

1.3.15

assumersi le loro responsabilità e applicare correttamente il Quadro d'azione sull'occupazione giovanile, adottato nell'ambito del Programma comune di lavoro per il periodo 2012-2014, mettendo in evidenza i legami tra l'istruzione, le aspettative dei giovani e le esigenze del mercato del lavoro e tenendo conto al tempo stesso del passaggio dei giovani dalla scuola al mercato del lavoro, con il fine di aumentare i livelli occupazionali in generale.

2.   Introduzione

2.1

L'istruzione è spesso al centro delle riflessioni del CESE. Il Comitato è pertanto lieto che nella comunicazione all'esame la Commissione affermi che "investire nell'istruzione e nella formazione (…) è essenziale ai fini della promozione della crescita e della (…) produttività" (1). Al tempo stesso, condivide la preoccupazione che emerge dal documento relativa agli importanti cambiamenti che si registrano attualmente nei mercati del lavoro in Europa e che rafforzano la necessità di rivedere i sistemi d'insegnamento, al fine di risolvere le mancanze o carenze rilevate.

2.2

Il CESE ha contribuito al riconoscimento dell'istruzione come diritto fondamentale dell'essere umano in un numero elevato di pareri (2), in cui ha sostenuto che l'obiettivo centrale dell'istruzione rimane quello di formare dei cittadini liberi, dotati di spirito critico, autonomi, capaci di contribuire allo sviluppo della società in cui vivono e consapevoli di avere in comune valori e una cultura.

2.3

Il Comitato è convinto che, nel quadro della formazione degli insegnanti, occorra prestare attenzione alle moderne competenze di comunicazione, che dovrebbero contribuire a rendere la vita scolastica più rilevante e interessante (3).

2.4

Il CESE è d'accordo circa la necessità di trovare urgentemente risposte politiche coerenti e trasversali ad alcuni temi fondamentali, in particolare il persistere di un tasso elevato di abbandono scolastico in Europa, la scarsa partecipazione dei lavoratori all'apprendimento permanente, i milioni di donne e di uomini ancora con livelli bassi di scolarizzazione, l'insufficiente capacità di leggere da parte dei minori di 15 anni, la disoccupazione giovanile di massa in alcuni Stati membri dell'UE.

2.5

Il CESE teme tuttavia che le iniziative proposte nella comunicazione perdano valore dinanzi alla realtà dei paesi europei in crisi. I tagli di bilancio, in particolare quelli riguardanti le risorse destinate all'istruzione e alla formazione, possono compromettere l'obiettivo di correggere le disparità di base e di promuovere un'istruzione di qualità per tutti (4).

2.6

Nonostante l'istruzione sia di competenza degli Stati membri, anche l'Unione europea ha un ruolo importante da svolgere, sia attraverso il metodo di coordinamento aperto dell'UE tra i diversi ministri della pubblica istruzione sia attraverso meccanismi per la raccolta di dati a livello europeo, oppure attraverso le varie iniziative didattiche europee, ad esempio i processi di Bologna e Copenaghen, il Comunicato di Bruges, il Sistema europeo di trasferimento e di accumulo di crediti (ECTS), il Sistema di trasferimento e di accumulo di crediti nell'istruzione e nella formazione professionale (ECTVET), il Quadro europeo delle qualifiche (EQF) e infine le Norme e orientamenti europei per la garanzia della qualità (ESGQA) (5).

2.7

Il fatto che le competenze attuali dei giovani non corrispondano alle necessità delle imprese e il difficile passaggio tra scuola e lavoro o tra disoccupazione e reinserimento professionale rendono del tutto giustificate le preoccupazioni espresse da ampi settori della società civile. Occorre pertanto porre rimedio a questa situazione e, per tale motivo, il CESE approva in particolar modo la decisione della Commissione europea di rafforzare la condivisione tra il mondo dell'insegnamento e quello del lavoro e di promuovere quelle iniziative e azioni congiunte che facilitino il passaggio dalla scuola al lavoro, riducano gli ostacoli alla mobilità nell'UE, migliorino sensibilmente il funzionamento del mercato del lavoro e garantiscano le pari opportunità. Il CESE esorta la Commissione e gli Stati membri a proseguire su questa strada, preservando il modello sociale europeo e rafforzando la coesione sociale.

2.8

Il Comitato accoglie favorevolmente il nuovo Quadro d'azione sull'occupazione giovanile, elaborato dalle parti sociali come parte essenziale del Programma comune di lavoro per il periodo 2012-2014 e presentato per la prima volta al Vertice sociale tripartito del 14 marzo 2013.

3.   Osservazioni generali

3.1

Il Comitato approva il fatto che la Commissione attribuisca una particolare attenzione alla lotta contro la disoccupazione giovanile in quattro settori chiave: un'istruzione e formazione di elevata qualità, l'inserimento di una formazione pratica basata sul lavoro, l'introduzione di tirocini e di modelli di formazione duale, e il potenziamento dei partenariati volti al conseguimento di un obiettivo comune.

3.2

Il titolo della comunicazione fa pensare ad un progetto ambizioso del quale non si trova riscontro nel contenuto del documento, probabilmente perché la Commissione ha voluto concentrare la sua riflessione su un unico obiettivo. Il CESE tuttavia ritiene che detta riflessione avrebbe potuto essere più profonda e affrontare questioni e sfide impellenti quali l'attuale andamento demografico in Europa, la questione energetica e le migrazioni, temi che esigerebbero risposte ben più complesse. Allo stesso modo, in futuro si dovrà tener conto di altre riflessioni come quelle formulate recentemente in seno all'ONU e all'Unesco (6).

3.3

Il CESE, nel tener conto della proposta della Commissione, richiama l'attenzione sul rischio che l'istruzione venga considerata solo uno strumento per lo sviluppo di competenze destinate esclusivamente a interagire con il mondo del lavoro e ad aumentare l'impiegabilità (7). Il CESE ribadisce il suo convincimento che l'impiegabilità dipende non solo dall'acquisizione di competenze essenziali e dall'esperienza pratica ma anche da aspetti e da comportamenti quali la cittadinanza attiva, lo sviluppo personale o il benessere. Per tale motivo, affinché possa essere considerata un obiettivo nel quadro del ripensamento dell'istruzione, l'impiegabilità non deve essere interpretata in maniera troppo restrittiva.

3.4

Il CESE ricorda che per raggiungere pienamente gli obiettivi assegnati all'istruzione, gli investimenti in questo settore devono accompagnarsi a politiche del lavoro, sociali ed economiche che siano di sostegno alla crescita sostenibile e al benessere. Il CESE ha già raccomandato all'UE e agli Stati membri, specialmente in questo momento di crisi, di rivedere e/o aggiornare, in modo non regressivo, le politiche relative all'occupazione e ai servizi pubblici di qualità, prestando attenzione a gruppi specifici (minori, persone con particolari esigenze, migranti, ecc.) e includendo in tutte queste politiche la prospettiva di genere e la piena partecipazione della società civile organizzata (8).

3.5

Il riconoscimento del fatto che le competenze attualmente richieste dal mercato del lavoro non corrispondono a quelle possedute generalmente dai giovani e dai lavoratori rende più che mai urgente creare un collegamento tra la scuola e il mondo del lavoro, in modo da rimediare a questo problema. È tuttavia anche necessario riconoscere che i tempi dell'istruzione e quelli del lavoro non sono, né possono essere, gli stessi.

3.6

Il CESE accoglie favorevolmente la recente decisione del Consiglio europeo di proporre una "garanzia per i giovani", il cui obiettivo è di assicurare a tutti i giovani sotto i 25 anni la possibilità di ricevere un'offerta di lavoro dignitosa, di proseguire l'istruzione o di fare un tirocinio professionale nei quattro mesi che seguono la fine degli studi o dal momento in cui rimangono disoccupati.

3.7

Il CESE tuttavia fa osservare che gli attuali livelli di disoccupazione colpiscono non solo i giovani, ma anche i lavoratori più anziani. Bisognerebbe pertanto approfittare delle competenze che vantano detti lavoratori non solo per contribuire all'integrazione dei giovani nel mondo del lavoro, ma anche per trasmettere conoscenze basate su esperienze diverse.

3.8

Il Comitato si rammarica del fatto che nella comunicazione all'esame la Commissione non abbia colto l'occasione per riconoscere il ruolo che l'istruzione non formale può svolgere a completamento dell'istruzione formale. Richiama pertanto l'attenzione sull'appello lanciato dai partecipanti al convegno di Strasburgo al fine di stabilire un processo comune a lungo e medio termine volto a riconoscere l'istruzione non formale in Europa (9).

4.   Osservazioni specifiche

4.1   Competenze essenziali e trasversali

4.1.1

Il CESE è d'accordo con la Commissione quando afferma che "gli sforzi devono concentrarsi sullo sviluppo di abilità trasversali, in particolare sullo sviluppo delle abilità imprenditoriali", ma ritiene che il primo passo debba essere l'acquisizione da parte di tutti di competenze fondamentali o di base. Concorda inoltre sul fatto che l'apprendimento delle lingue debba continuare a meritare una particolare attenzione. In effetti, un giovane in possesso di buone conoscenze di base e trasversali (ad esempio il lavoro di squadra, la conoscenza di diverse lingue, l'uso degli strumenti informatici, la capacità di formarsi un'opinione e di partecipare a processi decisionali) avrà meno difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro e a realizzarsi nel mondo imprenditoriale.

4.1.2

Le cosiddette "abilità imprenditoriali" sono indubbiamente un elemento importante, a condizione che il loro unico obiettivo non sia quello di creare imprese. Senza uno spirito imprenditoriale si ottiene poco nella vita, soprattutto in momenti difficili come quelli attuali. L'introduzione di tali abilità nelle politiche e nei programmi d'insegnamento è dunque ben accolta.

4.1.3

Per creare uno spirito imprenditoriale che vada al di là del percorso curricolare potrebbe essere importante prevedere possibilità di apprendimento nelle imprese o all'interno di un'organizzazione, nonché promuovere la partecipazione delle imprese e delle organizzazioni ad iniziative condotte nelle scuole. La Commissione e gli Stati membri dovrebbero chiarire in modo più trasparente cosa significhi "equo accesso ad un apprendimento adeguato e a programmi di preparazione alla vita attiva" e definire un insieme coerente di indicatori ai fini di una loro comparazione ai diversi livelli e di una valutazione dei risultati con la partecipazione delle parti sociali e della società civile.

4.1.4

Il CESE ritiene tuttavia che uno spirito imprenditoriale potrà sviluppare tutte le sue potenzialità solo se sarà affiancato da uno spirito di collaborazione e di squadra che l'istruzione dovrebbe favorire nei bambini e nei giovani.

4.1.5

L'apprendimento delle materie nell'area STEM (10) (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) deve continuare ad essere oggetto di un'attenzione particolare da parte dei sistemi educativi in quanto è tuttora al centro di una società dominata dalle tecnologie e dal loro sviluppo. Inoltre la domanda di lavoratori altamente qualificati e dotati di profonde conoscenze scientifiche sarà sempre maggiore (11). È tuttavia importante che tali materie vengano trattate in forma più gradevole e creativa rendendole di conseguenza più interessanti, cosa che faciliterà al tempo stesso un equilibrio di genere maggiore e migliore (12).

4.1.6

Il documento non fa riferimento agli effetti della crisi e delle conseguenti politiche di aggiustamento sulla scienza, sulla ricerca e sui soggetti interessati (ricercatori, docenti universitari, università), né alla fuga di cervelli che in questo momento colpisce vari Stati membri dell'UE. In diversi pareri (13), il CESE si è espresso sull'importanza di portare avanti la piena realizzazione dello Spazio europeo della ricerca e ha affermato che la libera circolazione dei ricercatori, delle conoscenze scientifiche e delle tecnologie dovrebbe costituire la "quinta libertà" del mercato interno.

4.2   Competenze professionali

4.2.1

Il CESE condivide la preoccupazione espressa dalla Commissione per la mancata corrispondenza tra l'istruzione e il mercato del lavoro. In realtà, un sistema educativo scollegato dal mercato del lavoro può portare ad una inadeguatezza delle competenze o, peggio ancora, alla disoccupazione (14). Il CESE è d'accordo circa la necessità di prestare maggiore attenzione alla revisione dell'istruzione e la formazione in campo professionale, nonché di migliorare la comprensione della relazione tra questi due elementi e il mondo del lavoro, per consentire all'istruzione e alla formazione professionale di rispondere realmente alle necessità del mondo lavorativo. Sottolinea altresì l'importanza della partecipazione delle parti sociali e della società civile organizzata ad una formazione professionale che sia pertinente al mercato del lavoro (15).

4.2.2

La formazione e la certificazione delle competenze nelle TIC risultano molto importanti per il mercato del lavoro. È dunque necessario investire in programmi adeguati che garantiscano tali competenze a livello d'istruzione professionale e superiore, soprattutto per quanto concerne le ragazze. Il CESE approva la proposta di un marchio di qualità europeo per l'industria, la formazione e la certificazione nell'ambito delle TIC.

4.2.3

Il CESE ribadisce il diritto di tutte le persone a possedere un insieme di conoscenze e di capacità che consenta loro di integrarsi appieno nella vita lavorativa e sociale. Il diritto ad una formazione professionale non deve essere riconosciuto solamente ai giovani destinati ad entrare nel mercato del lavoro, ma anche a tutti i lavoratori, affinché possano mantenere aggiornate le loro conoscenze e rispondere alle sfide dei mutamenti in corso. L'impiegabilità non è solo un problema dei giovani.

4.2.4

L'apprendimento sul lavoro e, in particolare, i sistemi duali che combinano l'insegnamento a scuola con l'esperienza sul luogo di lavoro possono svolgere un ruolo importante nei cambiamenti necessari alla creazione di posti di lavoro (16), ma devono far parte integrante del sistema d'istruzione, il che richiede che venga chiarito il ruolo dei diversi soggetti. Sensibilizzare le scuole e le imprese a questo tipo di apprendimento riveste un'importanza fondamentale (17).

4.3   Stimolare un apprendimento aperto e flessibile

4.3.1

Riconoscere che i paradigmi cambiano ad una velocità mai sperimentata sinora (da una società industriale si è passati ad una società della conoscenza e adesso ci si dirige verso una società che funziona in rete) ci obbliga ad adottare un approccio più creativo e innovativo, mettendo in relazione diversi settori della vita e dell'attività lavorativa, riconoscendo e valorizzando i successi conseguiti, costruendo ponti tra la cultura, l'istruzione generale, la formazione professionale e il mercato del lavoro, favorendo la complementarità tra l'apprendimento formale e non formale e promuovendo al tempo stesso le pari opportunità.

4.3.2

Ha senso stimolare l'apprendimento a condizione che ai cittadini vengano offerte le condizioni necessarie a tal fine e che questo compito non dipenda esclusivamente dagli sforzi che ognuno può e deve fare. Se non sarà così, i gruppi già di per sé maggiormente svantaggiati o emarginati continueranno ad essere segregati in blocco. Per tale motivo, il CESE osserva con crescente preoccupazione che la partecipazione ai programmi d'insegnamento per adulti è estremamente scarsa: nell'UE, il tasso medio di partecipazione degli adulti all'apprendimento permanente è, secondo la Commissione, dell'8,9 %, mentre in 7 Stati membri raggiunge solo il 5 %.

4.3.3

È necessario migliorare le procedure, attualmente troppo formali, per il riconoscimento delle conoscenze acquisite al di fuori della scuola (istruzione non formale), ma è anche importante sottolineare che le decisioni devono essere il frutto di una concertazione con le parti sociali interessate e con le altre organizzazioni della società civile e che deve essere lo Stato a garantire la qualità di tale riconoscimento. Queste procedure di riconoscimento possono contribuire più efficacemente a rendere maggiormente visibili i vantaggi dell'istruzione non formale, in particolare alle parti sociali. È altresì importante fornire informazioni che siano il più complete possibile - ma al tempo stesso di facile comprensione - circa le modalità di riconoscimento e di convalida delle qualifiche, affinché chiunque possa trarne vantaggio.

4.3.4

In un'epoca con alti tassi di disoccupazione, in particolar modo tra i giovani, la necessità di ripensare in modo più aperto e flessibile l'acquisizione di competenze rappresenta per l'Europa una sfida fondamentale a media e lunga scadenza. Rispondere a questa sfida presuppone per gli Stati membri, tra le altre cose, la necessità di:

a)

garantire a tutti le condizioni necessarie per un apprendimento permanente, che consenta di aumentare le competenze e di accedere a posti di lavoro più qualificati, realizzando in tal modo l'obiettivo della "crescita inclusiva" previsto dalla strategia Europa 2020;

b)

garantire ai giovani la possibilità di essere seguiti da esperti nel campo dell'orientamento professionale;

c)

migliorare, attraverso iniziative concrete, innovative, creative e concordate nel quadro del dialogo sociale, la formazione (perfezionamento e riqualificazione professionale) di coloro che già sono presenti sul mercato del lavoro o aspirano ad entrarci, ma che non dispongono di qualifiche scolastiche o extrascolastiche sufficienti. Queste iniziative devono tener conto dell'età, dell'esperienza e delle conoscenze dei lavoratori interessati;

d)

sancire il diritto a una formazione certificata di qualità, fissando un numero di ore di formazione all'anno per tutti i lavoratori, indipendentemente dal livello di qualificazione e dal tipo di contratto;

e)

promuovere, all'interno delle imprese, piani di sviluppo delle competenze elaborati congiuntamente da lavoratori e datori di lavoro, tenendo conto delle condizioni delle imprese, in particolare delle PMI, e applicando in tal modo gli accordi conclusi tra le parti sociali a livello europeo;

f)

sostenere iniziative destinate ad aumentare la visibilità delle competenze acquisite al di fuori del sistema formale, potenziare il riconoscimento dell'apprendimento non formale e assicurarne/rafforzarne la qualità.

4.3.5

Il CESE sostiene l'idea della Commissione di creare uno Spazio europeo delle competenze e delle qualifiche che consenta di riconoscere le competenze e le qualifiche all'interno dell'UE in modo più armonizzato e trasparente.

4.4   Sostenere il corpo insegnante ed educativo europeo

4.4.1

Il CESE riconosce, d'accordo con la comunicazione, il ruolo essenziale degli insegnanti e degli educatori nel migliorare l'apprendimento e nello stimolare bambini e giovani ad acquisire le competenze necessarie per far fronte alle sfide della globalizzazione. Per tale motivo, puntare sulla formazione e sull'assunzione di professori ed educatori di qualità sembra essere una strategia necessaria e positiva.

4.4.2

Affermare tuttavia che buoni insegnanti e buoni educatori possono fare la differenza non significa affermare che l'insegnamento dei docenti determini di per sé l'apprendimento degli alunni o sottovalutare il contesto economico in cui tale attività si svolge.

4.4.3

In un contesto di grandi e profonde trasformazioni economiche, sociali e tecnologiche, bisogna assolutamente guardare alla professione di insegnante come a un elemento chiave per promuovere un'istruzione di elevata qualità, in grado di adeguarsi alle esigenze del nostro tempo. Per tale motivo, migliorare la formazione accademica e professionale degli insegnanti, offrire loro condizioni adeguate dal punto di vista retributivo e della carriera e rendere il loro lavoro più attraente per i giovani diventano questioni vitali per il raggiungimento dell'obiettivo prefisso. È inoltre estremamente importante assicurare l'equilibrio di genere nell'assunzione del personale insegnante.

4.4.4.

Il Comitato sottolinea l'opportunità di introdurre il fattore diversità nell'assunzione degli insegnanti, soprattutto dal punto di vista etnico, culturale, religioso, dell'età, ecc. Inoltre, in un contesto di libera circolazione delle persone e di migrazione, è particolarmente importante rafforzare le conoscenze linguistiche e le competenze nel campo della comunicazione interculturale sia nei bambini e nei giovani sia all'interno del corpo insegnante, al fine di migliorare la collaborazione anche in presenza di lingue materne diverse. Gli insegnanti devono beneficiare di una adeguata formazione per poter essere in grado di lavorare con gli alunni che abbandonano gli studi o con quelli disagiati, nelle zone a rischio oppure in quelle dove esistono fenomeni di esclusione sociale. Risultano pertanto necessari professori in grado di integrarsi in un ambiente di apprendimento multiculturale e poliedrico (18).

4.5   Il finanziamento dell'istruzione

4.5.1

Il CESE accoglie favorevolmente l'impegno della Commissione a rivolgere una maggiore attenzione al finanziamento dell'istruzione avviando, con i soggetti maggiormente interessati, un dibattito sui benefici degli investimenti nel campo dell'istruzione (19). Appoggia inoltre l'intenzione di esaminare con le parti sociali la proposta di aumentare l'offerta di formazioni di qualità sul posto di lavoro.

4.5.2

Per il CESE è positivo che gli Stati membri promuovano dibattiti nazionali sui meccanismi di finanziamento sostenibile dell'istruzione e della formazione. Nonostante l'attenzione riservata a questo argomento, tuttavia, i finanziamenti a favore dell'istruzione e della formazione stanno diminuendo in numerosi Stati membri (20). Il CESE sottolinea inoltre l'importanza di un'ampia e costante partecipazione delle parti sociali e delle altre organizzazioni della società civile all'intero processo. Il Comitato accoglie favorevolmente gli sforzi per coinvolgere il settore privato nel cofinanziamento del settore dell'istruzione, specie per quanto concerne l'istruzione e la formazione in campo professionale, ma raccomanda al tempo stesso che vengano definiti criteri chiari circa le responsabilità condivise tra i diversi settori (pubblico, privato e altri). Questo però non implica che lo Stato possa sentirsi libero da qualsiasi responsabilità rispetto agli obblighi assunti sul piano nazionale e internazionale tesi a garantire finanziamenti adeguati e un'istruzione di qualità per tutti (21).

4.5.3

Il CESE ribadisce fermamente l'importanza, per la mobilità dei giovani, di programmi quali Erasmus, Erasmus Mundus e Youth in action, il cui contributo per lo sviluppo personale e per l'approfondimento di capacità e competenze dei giovani è stato riconosciuto da tutti. Per tale motivo, il nuovo quadro finanziario pluriennale dovrebbe prevedere maggiori risorse a loro favore. Inoltre, occorre migliorare le procedure di selezione dei partecipanti per garantire effettivamente pari ed eque opportunità per tutti, adottando programmi per incoraggiare taluni gruppi specifici a rischio a prendere parte a tali iniziative e proponendo soluzioni per superare quegli ostacoli legati alle risorse finanziarie o alle qualifiche ai quali devono far fronte numerosi studenti e giovani.

4.6   Partenariati

4.6.1

Il CESE è d'accordo con la Commissione circa l'importanza di una collaborazione rafforzata con i diversi soggetti e gruppi sociali nel campo dell'istruzione e formazione. I partenariati consentono un proficuo scambio di esperienze e rappresentano un'opportunità per integrare nel processo didattico chi può fornire e/o aggiornare competenze specifiche, soprattutto quelle richieste dal mercato del lavoro.

4.6.2

Il CESE sottolinea l'importanza di coinvolgere tutte le parti interessate (tra cui le organizzazioni giovanili e locali, le scuole, i genitori e i responsabili educativi, oltre ai professori, alle imprese e ai sindacati, agli enti regionali e locali e agli altri poteri pubblici nazionali) nella vita scolastica e di stabilire obiettivi chiari, effettuare valutazioni periodiche e mettere a disposizione risorse adeguate ai fini della sostenibilità. Il Comitato auspica che il programma Erasmus per tutti serva con decisione a sostenere, incentivare e promuovere partenariati che operino per garantire la qualità dell'istruzione e le pari opportunità. L'istruzione, in quanto attività globale, richiede un elevato livello di orientamento professionale unitamente ad un servizio di consulenza in materia di lavoro. Occorre inoltre diffondere le buone pratiche condotte in numerose scuole che, al termine delle lezioni, si trasformano in centri di attività culturali, di riunione e di formazione continua e propongono un'offerta rivolta alle diverse generazioni presenti in seno alla popolazione e alle differenti categorie sociali.

4.6.3

Il CESE riconosce il valore delle associazioni giovanili nella dinamica della partecipazione dei giovani e ne apprezza il contributo alla risoluzione degli immani problemi che i giovani sono costretti ad affrontare attualmente. Tra questi problemi emerge naturalmente la disoccupazione giovanile, i cui tassi elevatissimi risultano assolutamente inaccettabili. Definire partenariati con queste organizzazioni al fine di sviluppare "competenze trasversali" (soft skills) tipo organizzazione, comunicazione, leadership, spirito d'iniziativa, conoscenza delle lingue straniere o altro, può essere una strategia positiva, a condizione che vengano garantite anche le risorse necessarie per la loro attività (22).

4.6.4

Il CESE approva l'idea di creare una Garanzia per i giovani negli Stati membri, finanziata tramite un fondo specifico nel quadro del programma finanziario pluriennale. Ritiene tuttavia che i 6 miliardi di euro destinati a questa iniziativa siano, in tutta evidenza, insufficienti, tenendo conto anche del fatto che una parte di queste risorse proviene dal Fondo sociale europeo.

Bruxelles, 10 luglio 2013

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  COM(2012) 669 final.

(2)  GU C 161 del 6.6.2013, p. 67-72; GU C 161 del 6.5.2013, p. 27-34; GU C 11 del 15.1.2013, p. 8-15; GU C 299 del 4.10.2012, p. 97; GU C 191 del 29.6.2012, p. 103; GU C 76 del 14.3.2013, p. 1; GU C 181 del 21.6.2012, p. 154; GU C 143 del 22.5.2012, p. 94; GU C 181 del 21.6.2012, p. 143; GU C 68 del 6.3.2012, p. 11; GU C 318 del 29.10.2011, p. 50; GU C 68 del 6.3.2012, p. 1; GU C 318 del 29.10.2011, p. 142; GU C 318 del 29.10.2011, p. 1; GU C 132 del 3.5. 2011, p. 55; GU C 21 del 21.1.2011, p. 66; GU C 255 del 22.9.2010, p. 81; GU C 318 del 23.12.2009, p. 113; GU C 128 del 18.5.2010, p. 10; GU C 224 del 30.8.2008, p. 100; GU C 204 del 9.8.2008, p. 95; GU C 151 del 17.6.2008, p. 45; GU C 218 del 11.9.2009, p. 85; OJ C 151 del 17.6.2008, p. 41.

(3)  Indagine condotta nelle scuole: le TIC nell'istruzione (https://ec.europa.eu/digital-agenda/node/51275).

(4)  La relazione che accompagna l'iniziativa Istruzione per tutti dell'Unesco (2012) denuncia che gli obiettivi di tale iniziativa al momento non vengono più perseguiti e conclude affermando che per poter presentare un conto positivo ai cittadini, i sistemi d'istruzione devono poter contare su fondi sufficienti e costanti. Nel frattempo, l'OCSE ha sottolineato, in recenti dichiarazioni, che una pubblica istruzione incentrata sulla qualità e sull'uguaglianza è il metodo migliore per consentire ai governi di risparmiare risorse e al tempo stesso di investirle bene. I gruppi e le persone maggiormente svantaggiate devono tuttavia essere coinvolte perché solo così si potrà parlare di un sistema educativo di qualità. Convegno EI-OCSE sul tema La qualità e il dialogo, fattori chiave della pubblica istruzione, 4 febbraio 2013.

(5)  Tutte le sigle corrispondono alla dicitura in lingua inglese.

(6)  Dal 12 al 14 febbraio 2013, dodici esperti internazionali nel campo dell'istruzione hanno avviato, presso la sede dell'Unesco a Parigi, una revisione critica delle due principali relazioni elaborate dall'Organizzazione sul tema dell'istruzione nel ventesimo secolo, alla luce dei più recenti e profondi mutamenti sociali. Si tratta della relazione Imparare ad essere, di Edgar Faure (1972) e della relazione L'istruzione nasconde un tesoro, di Jacques Delors (1996), www.unesco.org.

(7)  I due termini "impiegabilità" e "creazione di posti di lavoro" non hanno lo stesso significato e non esprimono lo stesso concetto. Mentre la creazione di posti di lavoro è un fenomeno complesso che comporta responsabilità condivise tra lo Stato, i datori di lavoro e i lavoratori, rendendo necessari il dialogo politico e la negoziazione, la nozione di "impiegabilità" sembra riferirsi quasi esclusivamente alla responsabilità individuale di chi cerca lavoro.

(8)  GU C 18 del 19.1.2011, pag. 18.

(9)  Il convegno, tenutosi dal 14 al 16 novembre 2011, è stato organizzato dalla Commissione europea in collaborazione con il Consiglio d'Europa e con alcune organizzazioni giovanili, ad esempio il Forum europeo della Gioventù, l'associazione tedesca YiA NA Jugend für Europa e la SALTO training and cooperation RC. (http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/EKCYP/Youth_Policy/docs/Youth_Work/Policy/STATEMENT_Symposium_participants_160312.pdf).

(10)  Sigla in lingua inglese.

(11)  Secondo il CEDEFOP, la domanda di lavoratori altamente qualificati potrà aumentare arrivando alla cifra di 16 milioni nel 2020, la domanda di lavoratori con qualifiche medie arriverà a 3 milioni e mezzo mentre la domanda di personale poco qualificato scenderà a 12 milioni.

(12)  Una serie di esperienze realizzate in alcuni paesi dimostra che è possibile rendere più attraente l'insegnamento della matematica.

(13)  GU C 95 del 23.4.2003, p. 8; GU C 218 del 11.9,2009, p. 8; GU C 306 del 16.12.2009, p. 13; GU C 132 del 3.5.2011, p. 39; GU C 318 del 29.10.2011, p. 121; GU C 181 del 21.6.2012, p. 111; GU C 299 del 4.10.2012, p. 72; GU C 229 del 31.7.2012, p. 60; GU C 44 del 15.2.2013, p. 88; GU C 76 del 14.3.2013, p. 43; GU C 76 del 14.3.2013, p. 31.

(14)  Nella sua raccomandazione riveduta sull'istruzione tecnologica e la formazione professionale, l'Unesco sottolinea che nella nostra epoca, caratterizzata da enormi sviluppi scientifici, tecnologici e socioeconomici presenti o futuri - ad esempio, la globalizzazione e la rivoluzione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione - l'istruzione tecnologica e quella professionale devono essere elementi importanti nel processo educativo di tutti i paesi (Unesco, 2001).

(15)  Memorandum sulla cooperazione nel campo dell'istruzione e della formazione professionale in Europa, Berlino 10-11 dicembre 2012.

(16)  Tra i settori con potenzialità di crescita citati nella comunicazione figurano i seguenti: tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), sanità, tecnologie a basse emissioni di CO2, servizi personalizzati, servizi alle imprese, economia marittima, settori "verdi" o ancora i settori interessati da profonde trasformazioni che richiedono una manodopera più qualificata.

(17)  L'esperienza del sistema duale in Austria è un esempio di buona pratica che meriterebbe un'attenta analisi delle condizioni necessarie alla sua realizzazione nonché dei risultati conseguiti nel frattempo.

(18)  GU C 151 del 17.6.2008, pag. 41 e GU C 218 dell'11.9.2009, pag. 85.

(19)  L'Unesco ha pubblicato un nuovo studio in cui analizza il contributo delle imprese e delle fondazioni private all'istruzione e in cui dimostra che tale contributo raggiunge solo un totale di 683 milioni di dollari USA l'anno. Per avere un'idea di cosa questo significhi, basti pensare che la cifra corrisponde allo 0,1 % del fatturato delle due maggiori società petrolifere del mondo ed è pari al costo di due aerei A380 Airbus. Di fatto, si tratta di un contributo minimo rispetto ai 16 miliardi di dollari necessari annualmente per garantire l'accesso alla scuola elementare a tutti i bambini. Presentazione effettuata al Forum di Davos il 23 gennaio 2013.

(20)  Relazione Eurydice "Finanziamento dell'istruzione in Europa 20-2012. L'impatto della crisi."

(http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/thematic_reports/147EN.pdf).

(21)  L'impegno a garantire un'istruzione di qualità per tutti è iscritto in tutte le costituzioni nazionali. Sul piano internazionale tale impegno figura nella Dichiarazione finale della Conferenza mondiale sull'istruzione dell'Unesco, Jomtien, 1990, e negli Obiettivi di sviluppo del Millennio, ONU, New York, 2000, siglati da tutti gli Stati membri dell'UE.

(22)  Una relazione dell'Università di Bath/GHK 2012 ha mostrato l'impatto dell'istruzione formale sull'impiegabilità dei giovani e l'importanza che le organizzazioni giovanili possono avere in questo processo.