27.7.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 225/46


Parere del Comitato delle regioni «Invecchiamento attivo: innovazione, sanità intelligente, migliore qualità della vita»

2012/C 225/05

IL COMITATO DELLE REGIONI

invita la Commissione europea a creare e a sostenere sul piano amministrativo e finanziario un Patto europeo dei sindaci sul cambiamento demografico, come contributo all'Anno europeo 2012, per riunire gli enti regionali e locali interessati a promuovere l'innovazione, la sanità intelligente e soluzioni per una migliore qualità della vita a favore di un invecchiamento attivo e in buona salute;

condivide la visione della coalizione che si è costituita intorno all'Anno europeo 2012, di una società per tutte le età, in cui a ciascuno sia data la possibilità di svolgere un ruolo attivo e siano riconosciuti pari diritti e opportunità in tutte le fasi della vita, indipendentemente dall'età, dal genere, dalla razza o dall'origine etnica, dalla religione o dalle convinzioni personali, dallo status sociale o dalla situazione economica, dall'orientamento sessuale, dalla condizione fisica o mentale o dal bisogno di assistenza;

sottolinea l'importanza di consultare e coinvolgere attivamente le persone anziane e chi le assiste per individuare le loro esigenze, sviluppare soluzioni e valutare i risultati conseguiti. Un simile approccio partecipativo favorisce l'inclusione sociale e garantisce che i servizi prestati corrispondano il più possibile alle esigenze effettive dei destinatari;

raccomanda che la Commissione europea coinvolga più attivamente gli enti regionali e locali nel processo di valutazione dell'Unione europea dell'impatto sociale delle diverse iniziative attuate a sostegno di un invecchiamento attivo e in buona salute, al fine di garantire che l'impatto locale sulle persone anziane sia valutato in maniera adeguata.

Relatore generale

Arnoldas ABRAMAVIČIUS (LT/PPE) sindaco e membro del consiglio comunale di Zarasai

Testo di riferimento

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I.   INTRODUZIONE

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.

accoglie con favore l'iniziativa della presidenza danese di includere le autorità subnazionali nel dialogo a livello dell'Unione europea su come affrontare la sfida demografica e sfruttare al massimo le opportunità connesse all'invecchiamento della popolazione. Come indicato nel parere del CdR sul tema Gestire l'impatto dell'invecchiamento della popolazione nell'Unione europea  (1) e nella relazione del Parlamento europeo sull'Anno europeo 2012 (2), gli enti regionali e locali di molti Stati membri esercitano competenze nodali nei tre ambiti su cui si fonda l'Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni: occupazione, partecipazione sociale e vita indipendente;

2.

sottolinea che affrontare le sfide connesse all'invecchiamento della popolazione è uno degli obiettivi della strategia Europa 2020. Poiché gli enti regionali e locali sono in prima linea nel rispondere alle esigenze dei cittadini e sono responsabili dell'erogazione della maggior parte dei servizi di cui le persone più anziane hanno bisogno per vivere una vecchiaia dignitosa, il loro coinvolgimento diretto in tutti i dibattiti dell'UE in materia di invecchiamento è essenziale per la realizzazione degli obiettivi di Europa 2020, e contribuirebbe ad aumentare la coesione sociale, economica e territoriale;

3.

accoglie con favore il partenariato europeo per l'innovazione in materia di invecchiamento attivo e in buona salute (PEI AHA), che si propone di mobilitare un ampio numero di parti interessate su tutti i livelli per aumentare di due il numero di anni che una persona può aspettarsi di vivere in buona salute (indicatore degli anni di vita in buona salute) e ricorda che gli enti regionali e locali esercitano competenze nodali nei tre pilastri del PEI AHA: prevenzione, screening e diagnosi precoce; assistenza e cure; invecchiamento attivo e vita indipendente;

4.

condivide la visione della coalizione che si è costituita intorno all'Anno europeo 2012 di una società per tutte le età, in cui a ciascuno sia data la possibilità di svolgere un ruolo attivo e siano riconosciuti pari diritti e opportunità in tutte le fasi della vita, indipendentemente dall'età, dal genere, dalla razza o dall'origine etnica, dalla religione o dalle convinzioni personali, dallo status sociale o dalla situazione economica, dall'orientamento sessuale, dalla condizione fisica o mentale o dal bisogno di assistenza;

5.

raccomanda un approccio positivo verso l'invecchiamento e condivide la visione secondo cui l'innovazione può contribuire ad assicurare servizi migliori a una popolazione che invecchia. Tuttavia, occorre sottolineare che l'innovazione non dovrebbe essere perseguita per il solo gusto di cambiare, bensì quale strumento prezioso per migliorare, sotto il profilo della qualità e dell'efficienza dei costi, la capacità di rispondere a esigenze crescenti e in evoluzione in un periodo di difficoltà finanziarie;

6.

è del parere che la crisi economica e finanziaria renda più urgente che mai rivedere nel suo fondamento il funzionamento della nostra società e fare del nostro meglio affinché ciascuno, giovane o anziano che sia, abbia i mezzi per contribuire attivamente al mercato del lavoro e alla vita della propria comunità locale e condurre una vita indipendente il più a lungo possibile. L'approccio migliore all'invecchiamento demografico consiste nella promozione di comunità a misura di anziano, dove lo spazio pubblico, i trasporti, l'edilizia abitativa e i servizi locali siano concepiti tenendo conto delle esigenze di tutte le generazioni e in cui vengano promosse la solidarietà e la cooperazione tra le generazioni. Siffatte comunità tendono inoltre a essere più rispettose dell'ambiente e più favorevoli a una maggiore coesione sociale e a una migliore partecipazione sociale delle altre fasce vulnerabili della popolazione;

7.

sottolinea l'importanza di consultare e coinvolgere attivamente le persone anziane e chi le assiste per individuare le loro esigenze, sviluppare soluzioni e valutare i risultati conseguiti. Un simile approccio partecipativo favorisce l'inclusione sociale e garantisce che i servizi prestati corrispondano il più possibile alle esigenze effettive dei destinatari;

8.

osserva come, nell'ultimo decennio, il concetto di «economia d'argento» sia affiorato in varie parti dell'Europa per sviluppare un'ampia gamma di prodotti e servizi destinati agli anziani, sempre più numerosi, bisognosi di cure e assistenza, a mobilità ridotta e con limitazioni nelle attività quotidiane. L'«economia d'argento» si è estesa ad altri segmenti del mercato, quali il benessere, la forma fisica, il tempo libero, i viaggi, la cultura, le comunicazioni, l'intrattenimento e l'accesso alle nuove tecnologie. In vari Stati membri è presente un gran numero di PMI e raggruppamenti (clusters) produttivi specializzati in tecnologie innovative per gli anziani, ad esempio nel campo della domotica, che offre opportunità di crescita straordinarie. Tuttavia, occorre notare anche che, pur riconoscendo la necessità di prodotti e servizi specializzati per persone con esigenze particolari, la maggior parte degli anziani preferisce poter usufruire dei beni e dei servizi comuni. Di conseguenza, parallelamente allo sviluppo di prodotti di nicchia specializzati, studiati per soddisfare bisogni molto specifici, bisognerebbe sostenere un approccio più ampio, basato sul concetto della cosiddetta progettazione per tutti (Design for all), in cui siano inserite come elementi fondamentali le esigenze e le aspettative delle persone anziane e delle persone con disabilità;

9.

segnala la tendenza secondo cui un numero crescente di enti regionali e locali guarda all'innovazione sociale e alle soluzioni basate sulle TIC per migliorare, sotto il profilo della qualità e dell'efficienza dei costi, i servizi nel campo della sanità e delle cure di lunga durata, sia nelle aree urbane che in quelle rurali, ove tali soluzioni possono contribuire a portare servizi essenziali alle persone anziane a un costo più sostenibile per i bilanci pubblici e privati. Tuttavia, tali iniziative richiedono un certo numero di investimenti e di interventi che devono essere attuati da altri livelli di governance perché dai progetti pilota si passi a modelli su vasta scala, da applicare a livello nazionale o altrove all'interno dell'Unione europea. In questo settore gli enti regionali e locali necessitano del massimo sostegno possibile sia dai governi nazionali che a livello dell'UE;

10.

sottolinea che, mentre sono numerosi gli esempi di provvedimenti innovativi a sostegno dell'invecchiamento attivo e in buona salute a livello locale e mentre i vivai sociali nascono spesso come iniziative locali, vicine alle esigenze che si propongono di soddisfare, non sempre un approccio basato su progetti risulta efficace per raggiungere una massa critica e la sostenibilità a lungo termine. Vi è la necessità di una visione strategica globale, in grado di includere tematiche trasversali per la realizzazione di un ambiente inclusivo e favorevole. Un esempio chiaro è rappresentato dall'innovazione sociale promossa dal comune di Fredericia (DK) che, attraverso la prevenzione, la riabilitazione, la tecnologia e la socializzazione in rete, mira a mantenere o a ripristinare l'autosostegno tra le persone anziane bisognose di assistenza per lo svolgimento delle attività quotidiane. L'approccio si fonda su un cambiamento del modello secondo cui vengono percepiti i cittadini più anziani, da pazienti «incapaci» a «cittadini dotati di risorse». Questa iniziativa è stata sostenuta, sotto forma di progetto pilota, dal ministero delle Finanze danese e diventerà presto un modello per altri comuni in Danimarca;

11.

sottolinea il fatto che le sfide connesse all'invecchiamento della popolazione presentano una spiccata dimensione di genere, che induce a rivolgere un'attenzione specifica all'impatto delle attuali riforme dei regimi di protezione sociale e dei tagli ai servizi sociali (in particolare per quanto riguarda l'assistenza all'infanzia e agli anziani) sull'occupabilità femminile e sul divario di retribuzione e di pensione tra donne e uomini, in quanto aumenterà l'onere della cura dei familiari dipendenti a carico delle persone che prestano assistenza a titolo informale – in gran parte donne – che saranno esposte in futuro a un rischio più elevato di povertà ed esclusione sociale in mancanza di iniziative per contrastare tali disuguaglianze. Inoltre, i problemi legati allo stress e al carico di lavoro nel settore dei servizi sociali e sanitari, dominato dalle donne, potranno creare in futuro nuovi problemi per le donne più anziane;

II.   RACCOMANDAZIONI DEL CdR AL CONSIGLIO E ALLA COMMISSIONE EUROPEA

12.

ritiene necessario un miglior coordinamento tra i diversi livelli coinvolti nello sviluppo di soluzioni a favore dell'invecchiamento attivo e in buona salute e sottolinea la necessità di una governance a più livelli in questo settore. Gli enti regionali e locali non dovrebbero essere visti semplicemente come enti attuatori, bensì essere coinvolti nell'intero processo decisionale e di valutazione;

13.

ritiene che sarebbe un autentico valore aggiunto se l'UE istituisse un quadro tale da consentire a soggetti ed enti pubblici competenti a tutti i livelli di beneficiare dell'esperienza reciproca, di raccogliere informazioni sulle iniziative andate a buon fine, di trarre insegnamenti dagli insuccessi, così non ripetere gli stessi errori, e di investire le proprie risorse limitate in soluzioni innovative dimostratesi efficaci;

14.

raccomanda che il CdR sia invitato a partecipare al gruppo direttivo del PEI AHA al fine di garantire una rappresentanza adeguata degli enti regionali e locali nel processo decisionale e consentire al Comitato di fungere da agente moltiplicatore per mobilitare un ampio numero di enti regionali e locali da coinvolgere nell'attuazione del PEI AHA in virtù delle competenze che vantano in tutti i suoi sei principali settori d'intervento;

15.

sostiene la proposta presentata nel quadro del PEI AHA di istituire una rete europea per un ambiente a misura di anziano e accoglie con favore gli sforzi compiuti dalla piattaforma europea AGE e dall'Organizzazione mondiale della sanità per la creazione di tale rete. Il CdR raccomanda che siano stanziati fondi dell'Unione europea per sviluppare adeguatamente tale rete a livello dell'UE in stretta cooperazione con l'OMS;

16.

propone che la Commissione si concentri sullo studio delle persone più anziane – un gruppo che in parte è nuovo e in merito al quale diversi attori hanno bisogno di maggiori informazioni. Occorre condurre delle ricerche per valutare l’efficienza e l’efficacia in termini di costi della promozione della salute e della prevenzione delle malattie lungo l’intero ciclo di vita, ma in particolare durante la sua ultima fase. È inoltre necessario intensificare le ricerche per comprendere come si possano incoraggiare gli anziani più difficili da raggiungere a modificare le loro abitudini e il loro stile di vita. Le statistiche e le ricerche devono includere le persone molto anziane e i risultati di tali ricerche vanno diffuse tra coloro che lavorano sul campo con queste persone;

17.

invita la Commissione europea a creare e a sostenere sul piano amministrativo e finanziario un Patto europeo dei sindaci sul cambiamento demografico, come contributo all'Anno europeo 2012, per riunire gli enti regionali e locali interessati a promuovere l'innovazione, la sanità intelligente e soluzioni per una migliore qualità della vita a favore di un invecchiamento attivo e in buona salute;

18.

osserva che, benché le competenze primarie nel campo dell'invecchiamento attivo spettino agli Stati membri e ai rispettivi enti regionali e locali, l'Unione europea ha la facoltà di legiferare su questioni che incidono sul funzionamento del mercato interno per rimuovere gli ostacoli alla libera circolazione delle persone, promuovere la libera prestazione di servizi e garantire un'adeguata protezione dei consumatori. La ratifica della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità da parte dell'Unione europea impone all'UE nuovi obblighi di legge per garantire che i disabili e gli anziani con menomazioni siano in grado di esercitare il diritto alla libera circolazione e di partecipare appieno alla vita economica e sociale delle loro comunità, al pari di qualsiasi altro cittadino. Ciò richiede un intervento dell'UE per garantire una risposta coordinata a livello di Unione europea, nazionale e locale/regionale. Inoltre, l'Unione europea può favorire lo scambio transnazionale di esperienze e promuovere interventi «miti», come i codici di buone prassi, per favorire l'attuazione ottimale delle libertà fondamentali sancite dai Trattati UE;

19.

prende atto del fatto che la Commissione europea intende presentare una proposta di un atto legislativo sull'accessibilità e sottolinea la necessità di un quadro giuridico dell'Unione europea per realizzare l'accessibilità in tutta l'Unione europea per tutti i beni e servizi essenziali e per creare condizioni eque di concorrenza per tutto il settore, PMI incluse. Tale quadro giuridico dovrebbe essere proporzionato e non deve comportare oneri burocratici aggiuntivi per le PMI. L'adozione di norme a livello di Unione europea sarebbe inoltre utile a sostenere il settore e a creare un mercato unico efficiente dei beni e dei servizi progettati per tutti. Occorre istituire un sistema di vigilanza per garantire l'applicazione della normativa, accompagnato da piani d'azione destinati alle autorità nazionali, regionali e locali, oltre a un sostegno ai soggetti locali e alle PMI;

20.

ricorda che un quadro giuridico relativo agli appalti pubblici adeguato è essenziale a livello di Unione europea e a livello nazionale e locale al fine di garantire che gli investimenti pubblici promuovano l'accessibilità per tutti. L'accessibilità dovrebbe, inoltre, diventare un prerequisito essenziale per ricevere i finanziamenti dell'Unione europea (fondi strutturali, fondi per finanziare progetti o finanziamenti della ricerca) e occorre un sostegno per aiutare le regioni meno avanzate a conformarsi alla legislazione e alle norme dell'Unione europea. Sarebbe opportuno prendere in considerazione incentivi finanziari per promuovere l'accessibilità, in particolare per far sì che gli enti pubblici provvedano ad adeguare le costruzioni e le abitazioni esistenti, e per sostenere gli investimenti in soluzioni innovative;

21.

sottolinea che è necessaria un'opera di sensibilizzazione per affiancare provvedimenti di legge essenziali e far sì che questi rappresentino un ritorno alla realtà. Tale azione dovrebbe rivolgersi agli enti regionali e locali, ai produttori, ai fornitori e ai prestatori di servizi, nonché ai cittadini in generale. Le politiche in materia di istruzione e formazione svolgono un ruolo importante per rafforzare e sostenere l'accessibilità: garantire che figure professionali quali ingegneri, architetti, web designer, costruttori e urbanisti siano adeguatamente formate per integrare le problematiche dell'accessibilità e applicare la progettazione per tutti è un requisito essenziale;

22.

rammenta che l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e il volontariato sono fattori essenziali per un invecchiamento attivo e in buona salute. L'istruzione per gli adulti e le iniziative di volontariato svolto da persone anziane dovrebbero ricevere un sostegno a livello di Unione europea e a livello nazionale e locale per contribuire a prolungare la vita lavorativa, promuovere un pensionamento attivo e sostenere la vita autonoma;

23.

raccomanda, quindi, che gli obiettivi dell'Anno europeo 2012 dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni e del PEI AHA siano integrati sistematicamente in tutti i futuri strumenti di finanziamento pertinenti dell'Unione europea, fra cui i fondi strutturali, e che le procedure di richiesta di finanziamento siano semplificate per gli interlocutori locali e regionali; accoglie con favore la Giornata europea della solidarietà intergenerazionale - particolarmente significativa nel contesto dell'Anno europeo 2012 - che promuove progetti intergenerazionali tra alunni delle scuole e anziani, fornendo così un importante contributo al dialogo tra le generazioni;

24.

accoglie con favore la creazione di una comunità della conoscenza e dell'innovazione dedicata all'innovazione per una vita sana e un invecchiamento attivo nel 2014 e raccomanda all'Istituto europeo per l'innovazione e la tecnologia (IET) di fare del suo meglio per coinvolgere gli enti regionali e locali e gli interlocutori locali/regionali nell'attuazione di tale comunità;

25.

raccomanda che la Commissione europea coinvolga gli enti regionali e locali più attivamente nel processo di valutazione dell'Unione europea dell'impatto sociale delle diverse iniziative attuate a sostegno di un invecchiamento attivo e in buona salute al fine di garantire che l'impatto locale sulle persone anziane sia valutato in maniera adeguata;

26.

ricorda che l'invecchiamento attivo e in buona salute è un obiettivo essenziale di Europa 2020, sostenuto da svariate iniziate faro (Nuove competenze per nuovi lavori, Piattaforma contro la povertà, Un'agenda digitale europea) e da un ampio ventaglio di strumenti di finanziamento dell'Unione europea a disposizione degli enti regionali e locali, segnalati dalla pubblicazione, realizzata congiuntamente dal Comitato delle regioni, dalla Commissione europea e dalla piattaforma europea AGE, intitolata How to promote active ageing in Europe - EU support to local and regional actors («Come promuovere l'invecchiamento attivo in Europa - Il sostegno dell'UE agli interlocutori locali e regionali»), pubblicata nel settembre 2011 come contributo all'Anno europeo 2012 (3);

27.

conclude, pertanto, che non sembra sussistere alcun problema di conformità per le iniziative proposte rispetto al principio di sussidiarietà e proporzionalità previsti dai Trattati dell'Unione europea;

III.   SFIDE

28.

ricorda che, secondo le stime effettuate, nel 2060 i giovani dell'UE a 27 saranno il 9 % in meno che adesso (4) e la popolazione in età lavorativa (tra 15 e 64 anni) si sarà ridotta del 15 %. Inoltre, il numero delle persone anziane dovrebbe aumentare di ben il 79 %. Tali cambiamenti demografici sono il risultato di una molteplicità di fenomeni, quali la diminuzione dei tassi di fertilità, l'aumento dell'aspettativa di vita, la migrazione netta totale e l'invecchiamento della generazione del cosiddetto «baby boom», nata dopo la Seconda guerra mondiale. È evidente che tali tendenze demografiche avranno un notevole impatto economico, sociale e sul bilancio a livello nazionale e locale/regionale. Lo studio elaborato dal CdR sul tema Active Ageing: local and regional solutions («Invecchiamento attivo: soluzioni a livello locale e regionale») (5) ne illustra perfettamente le ripercussioni quando afferma che l'offerta di manodopera e l'occupazione diminuiranno, mettendo in discussione la crescita economica, mentre la domanda di servizi destinati alla popolazione che invecchia crescerà. Inoltre, secondo le stime, le spese pubbliche aumenteranno per fornire servizi di qualità alle popolazioni che invecchiano, dovendo al contempo finanziare l'assistenza sanitaria e le pensioni per un numero crescente di persone anziane. Tuttavia, la maggior parte degli enti regionali e locali ha subito drastiche restrizioni di bilancio che già ora rendono estremamente difficile garantire servizi sociali dinamici e moderni di livello adeguato;

29.

sottolinea che esistono forti disparità tra paesi e regioni in termini di aspettativa di vita di uomini e donne, numero di anni di vita in buona salute, età mediana e tasso di dipendenza. L'invecchiamento della popolazione è previsto nella quasi totalità delle 281 regioni dell'UE a 27, ove per solo sette regioni non si prevede un aumento dell'età mediana per il 2030: Vienna in Austria, Amburgo e Treviri in Germania, Sterea Ellada e Peloponneso in Grecia, West Midlands e North Eastern Scotland nel Regno Unito (6). Nel 2008 i tassi di dipendenza differivano di tre volte tra le varie regioni (tra il 9,1 % e il 26,8 %). Nel 2030 la variazione sarà di quasi quattro volte (tra il 10,4 % e il 37,3 %) (7). Ciò significa che le regioni non sono tutte uguali in termini di invecchiamento demografico e questo, insieme all'attuale crisi economica, incide su alcuni enti regionali e locali più che su altri;

30.

sottolinea, inoltre, che vi sono forti disparità in termini di debito sovrano tra i diversi paesi e regioni, di cui alcuni si trovano ad affrontare tagli di bilancio molto drastici, che potrebbero compromettere la loro capacità di trarre benefici dai finanziamenti dell'Unione europea attraverso i fondi strutturali o le iniziative di programmazione congiunta sull'invecchiamento;

31.

ricorda, come affermato nel suo parere sul tema Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa  (8), che gli enti regionali e locali resteranno i principali datori di lavoro del settore pubblico e, quindi, che i regimi pensionistici pubblici continueranno a svolgere un ruolo fondamentale nel garantire i sistemi pensionistici. Tali regimi pensionistici, tuttavia, saranno sempre più condizionati da riforme e provvedimenti in materia di bilancio. Pertanto, occorre tenere conto della capacità degli enti regionali e locali di compensare tale impatto per riuscire a fornire alle persone anziane un reddito adeguato, anche sotto forma di servizi di assistenza e collaborazione erogati in natura. Il Comitato delle regioni ha proposto di dotare la vigilanza macroeconomica di una dimensione sociale come strumento per gestire tali effetti;

32.

ha affermato nel suo parere sul tema Invecchiare bene nella società dell'informazione  (9) che le soluzioni basate sulle TIC possono accrescere la produttività dei servizi sociali e sanitari purché siano adeguate a dovere alle esigenze degli anziani e ricorda che gli enti regionali e locali dovrebbero essere coinvolti nelle attività di ricerca degli Stati membri e dell'Unione nel campo delle soluzioni TIC per l'invecchiamento poiché spesso saranno i principali utenti dei risultati;

33.

ricorda, tuttavia, che gli enti regionali e locali non possono da soli sostenere l'invecchiamento attivo e in buona salute. Per farlo, necessitano di un ambiente favorevole sotto il profilo giuridico, finanziario e strutturale, per cui è richiesto un intervento a livello nazionale e di Unione europea. Ad esempio, per introdurre iniziative nel campo delle TIC a sostegno dell'innovazione, di una sanità intelligente e di una migliore qualità della vita in tutte le regioni UE, sono necessari investimenti strutturali a livello di Unione europea e a livello nazionale per ampliare l'accesso alla banda larga, nonché una normativa dell'UE per armonizzare i criteri di accessibilità e gli standard di interoperabilità;

34.

sottolinea che il numero crescente di precondizioni – procedure contabili, finanziarie e di audit necessarie per ottenere sovvenzioni a titolo dei fondi strutturali – ha moltiplicato i progetti incentrati su risultati misurabili a scapito dei progetti più innovativi e orientati al rischio che, di fatto, richiedono più tempo per fornire un risultato positivo e sono più difficilmente misurabili. In termini pratici, l'innovazione sociale deve fare i conti, attualmente, con barriere che il più delle volte sono correlate a culture di audit o normative incompatibili. A dire il vero, questo problema non è collegato soltanto all'impiego dei fondi strutturali, ma si riscontra per molti altri strumenti di finanziamento a livello di Unione europea e a livello nazionale;

35.

riconosce, tuttavia, che è opportuno apportare modifiche alle modalità di attuazione dei fondi strutturali per includere requisiti basati su dati concreti onde evitare di compromettere gli sforzi compiuti per aumentare il valore aggiunto e l'efficienza dei fondi dell'Unione europea in questo settore. Danimarca e Svezia si avvalgono di tali procedure basate su informazioni concrete per monitorare le prestazioni rispetto a una serie di indicatori stabiliti di comune accordo e trasmettere le informazioni al sistema per il miglioramento costante, sotto il profilo della qualità e dell'efficienza dei costi, dei servizi prestati e finanziati. Il governo del Regno Unito ha recentemente introdotto delle obbligazioni a impatto sociale (social impact bond), destinate ad attrarre «nuovi investimenti intorno ai contratti basati sui risultati, di cui beneficiano i singoli e le comunità. Tramite un'obbligazione a impatto sociale, l'investimento privato è utilizzato per pagare gli interventi, che sono eseguiti da prestatori di servizi di comprovata esperienza. Il ritorno finanziario agli investitori è fornito dal settore pubblico, sulla base dei progressi compiuti in termini di risultati sociali. Se i risultati non migliorano, gli investitori non recuperano l'investimento effettuato» (10).

IV.   OPPORTUNITÀ

36.

osserva che i paesi caratterizzati da standard di accessibilità elevati nell'ambiente edificato, nei trasporti e nelle TIC sono i paesi in cui si riscontrano i livelli più elevati di occupazione delle persone anziane, donne o uomini che siano, e che registrano i migliori risultati in termini di anni di vita in buona salute; è sempre in questi paesi che i tassi di occupazione delle donne e delle persone con disabilità sono più elevati e gli indicatori della parità di genere registrano i risultati migliori (ad esempio il divario di retribuzione e di pensione tra i generi). Ciò dimostra che promuovere ambienti a misura di anziano a livello locale in modo proattivo non ostacola l'economia ma, al contrario, fa progredire la società e l'economia in generale. Tali ambienti rendono la vita più facile per tutti e sostengono la partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne, dei lavoratori anziani e delle persone con disabilità, nonché una partecipazione attiva e produttiva dei pensionati alla vita delle loro comunità. Inoltre, offrono un sostegno alle persone che prestano assistenza a titolo informale e le aiutano a conciliare più agevolmente l'attività lavorativa e i compiti di assistenza;

37.

si compiace del fatto che già centinaia di enti regionali e locali in tutta Europa siano coinvolti nel programma Città a misura di anziano (Age-Friendly Cities) dell'Organizzazione mondiale della sanità e che alcuni Stati membri abbiano dato il via a programmi nazionali a sostegno degli enti regionali e locali che intendono unirsi alla rete delle città a misura di anziano dell'OMS;

38.

alla luce dell'aumento nel numero di anziani colpiti dal morbo di Alzheimer e da altre forme di demenza, accoglie con favore l'iniziativa assunta da alcuni enti regionali e locali di creare ambienti studiati in funzione del malato di Alzheimer per promuovere una migliore inclusione degli anziani affetti da demenza e di chi li assiste a titolo informale all'interno della comunità;

39.

sottolinea il fatto che la creazione di ambienti progettati per tutti e tali da sostenere l'autonomia degli anziani con disabilità o con limitazioni nelle attività quotidiane si è dimostrata efficiente sotto il profilo dei costi. L'esperienza svedese dimostra che il calo della domanda di assistenza registrato nel paese negli ultimi 15 anni non può essere spiegato con un miglioramento della salute, in quanto non vi sono prove in tal senso tra gli anziani svedesi nell'arco di tempo considerato. La spiegazione più probabile del calo registrato nelle richieste di assistenza per gli anziani è riconducibile al miglioramento degli standard di accessibilità nei settori dell'edilizia abitativa e dei trasporti e ai progressi compiuti nel campo della tecnologia dell'assistenza, grazie a cui gli anziani riescono più facilmente a gestirsi autonomamente. Vale la pena di notare che la Svezia registra il tasso di occupazione degli anziani in generale e delle donne anziane più elevato di tutti gli Stati membri;

40.

sottolinea, tuttavia, che benché gli enti regionali e locali svolgano un ruolo importante in veste di acquirenti di beni o di servizi, in particolare attraverso gli appalti pubblici, e possano quindi fungere da traino politico per promuovere un approccio positivo all'invecchiamento, occorre contrastare la frammentazione dei mercati esistenti ed emergenti delle soluzioni innovative a sostegno dell'invecchiamento attivo e in buona salute, al fine di creare un vero e proprio mercato unico per l'«economia d'argento» e aprire le economie di scala ai consumatori e agli offerenti pubblici. Il futuro atto legislativo sull'accessibilità tenterà di abbattere le barriere che impediscono la creazione di un mercato dell'Unione europea in cui le soluzioni innovative regionali/locali possano essere più facilmente configurate e realizzate su più vasta scala in altre regioni dell'Unione. Le PMI sono spesso in prima linea nell'innovazione e sono più vicine ai mercati locali. Non di rado, offrono servizi personalizzati e si adeguano alle esigenze dei loro consumatori. Le PMI trarrebbero vantaggio dal disporre di norme e standard chiari, che garantiranno loro l'accesso a un mercato unico per tutta l'UE e favoriranno l'interoperabilità con altri beni e servizi per un risultato ottimale;

V.   CONCLUSIONI

41.

conclude che garantire lo sviluppo di ambienti accessibili e favorevoli a livello locale, fondati sul concetto della progettazione per tutti aiuterà le donne e i lavoratori anziani a mantenere un impiego più a lungo e diminuirà la domanda di cura e assistenza per un numero in rapida ascesa di anziani. Il CdR confida nel fatto che l'azione dell'UE a sostegno dell'invecchiamento attivo e in buona salute e della solidarietà tra le generazioni stimolerà l'innovazione e il potenziale di crescita in tutta l'Unione e porterà vantaggi economici per gli interlocutori pubblici e privati, a livello locale, nazionale e di Unione europea;

42.

concorda con l'approccio all'invecchiamento adottato dalla presidenza danese e sottolinea che per servirsi dell'innovazione sociale per rispondere all'invecchiamento della società, è fondamentale che l'UE crei un quadro comune per consentire, in futuro, di usufruire appieno delle potenzialità dell'innovazione sociale. Un quadro comune dell'Unione europea a sostegno dell'innovazione sociale aiuterebbe, infatti, gli innovatori sociali in Europa a operare, reperire finanziamenti, organizzarsi in reti e ampliare le loro iniziative.

Bruxelles, 4 maggio 2012

La presidente del Comitato delle regioni

Mercedes BRESSO


(1)  CdR 212/2009.

(2)  Kastler, P7_TA(2011) 0332.

(3)  http://bibli.reseauope.net/opac_css/index.php?lvl=author_see&id=264.

(4)  Fonte: Statistiche sulla struttura della popolazione e l'invecchiamento di Eurostat.

(5)  www.cor.europa.eu/COR_cms/ui/ViewDocument.aspx?siteid=default&contentID=a18962c0-1f8f-44e9-9f3d-bfa7955830db.

(6)  Eurostat, EUROPOP 2008 regionale.

(7)  Ibid.

(8)  CdR 319/2010.

(9)  CdR 84/2007.

(10)  http://www.socialfinance.org.uk/work/sibs (in inglese).