18.12.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 391/31


Parere del Comitato delle regioni «Il nuovo quadro finanziario pluriennale per il periodo successivo al 2013»

2012/C 391/07

IL COMITATO DELLE REGIONI

mette in guardia contro l'ipotesi di un rinvio a dopo l'inizio del 2013 dell'accordo sul quadro finanziario pluriennale (QFP);

insiste sul fatto che gli investimenti pubblici effettuati negli Stati membri sono condizionati in larghissima parte dai fondi strutturali, e rammenta gli impegni assunti nel quadro del patto per la crescita e l'occupazione concluso in occasione del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2012;

appoggia, sulla base della proposta aggiornata della Commissione del 6 luglio 2012, la richiesta del Parlamento europeo secondo cui il prossimo bilancio deve rappresentare l'1,14 % dell'RNL dell'UE (inclusa l'adesione della Croazia);

deplora che la grande maggioranza degli ambiti inclusi nello schema di negoziato del Consiglio, inclusa qualsiasi forma di condizionalità macroeconomica, sia costituita da temi per i quali è prevista la procedura di codecisione e non la procedura di approvazione;

disapprova il fatto che il metodo di ripartizione delle dotazioni nazionali e i massimali in materia di politica di coesione e di sviluppo rurale siano inclusi nello schema di negoziato del Consiglio; ritiene che l'ambito in esame non sia soltanto soggetto alla codecisione, ma altresì un ambito per il quale la consultazione del CdR è obbligatoria, e si riserva la facoltà di adire la Corte di giustizia dell'Unione europea qualora la Commissione europea non dovesse presentare una proposta legislativa su cui il CdR abbia la possibilità di pronunciarsi;

si compiace dell'attuale metodo di negoziazione in seno al Consiglio, che prevede di trattare congiuntamente, nell'ambito dello schema di negoziato, la parte relativa alle spese e quella riguardante le risorse, e riafferma il proprio appoggio alle due nuove risorse proprie proposte dalla Commissione, quella basata sull'IVA e la nuova imposta sulle transazioni finanziarie (TTF);

appoggia pienamente la proposta del Consiglio di trasformare la politica di coesione in una sottorubrica piuttosto che in un sottomassimale e ribadisce la sua richiesta di aumentare le dotazioni per tale politica (a un livello almeno uguale a quello previsto dalle prospettive finanziarie 2007-2013), nonché il suo sostegno alla proposta di costituire una nuova categoria di regioni dette "in transizione";

si compiace della proposta del Consiglio di integrare i programmi Galileo, ITER e GMES nella rubrica 1 del QFP e torna a chiedere che il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione venga anch'esso integrato nel QFP.

Relatrice generale

Mercedes BRESSO (IT/PSE), consigliere regionale del Piemonte

Testi di riferimento

Proposta modificata di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020

COM(2012) 388 final

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Programma di semplificazione per il quadro finanziario pluriennale 2014-2020

COM(2012) 42 final

I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.

constata che la Commissione, il 6 luglio 2012, ha pubblicato la proposta modificata di regolamento del Consiglio relativa al quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, proposta che tiene conto dell'adesione della Croazia e riporta calcoli basati sulle statistiche più recenti (2007-2009);

2.

si compiace dell'adozione, nella sessione plenaria del Parlamento europeo del 13 giugno 2012, di una risoluzione sul quadro finanziario pluriennale e le risorse proprie, e approva in particolare il risalto dato dalla risoluzione al fatto che il bilancio dell'UE, effettivamente, è al 94 % un bilancio di investimenti e che la spesa amministrativa prevista in detto bilancio è proporzionalmente assai ridotta; sottolinea gli effetti moltiplicatori e l'effetto leva legati a questi investimenti attraverso i cofinanziamenti privati e pubblici ai livelli locale, regionale e nazionale; mette in rilievo il ruolo imprescindibile del bilancio UE come risorsa pubblica pluriennale stabile a sostegno della crescita e dell'occupazione.

Negoziati interistituzionali in corso

3.

esprime la più viva inquietudine rispetto agli attuali sviluppi dei negoziati in sede di Consiglio circa l'importo totale del quadro finanziario pluriennale (QFP), il contenuto delle politiche e le risorse, sviluppi che possono in particolare compromettere il mantenimento dei fondi a favore delle tre categorie di regioni previste dalla politica di coesione. Auspica quindi che i negoziati si concludano con esito positivo entro la convocazione del vertice UE straordinario del 22 e 23 novembre 2012; tale risultato potrebbe consentire di superare l'impasse tra i due colegislatori, evitando così un ritardo che andrebbe a danno dell'Unione europea, e di attuare senza indugio la strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;

4.

sottolinea a questo proposito l'apparente incoerenza tra gli impegni assunti dagli Stati membri nel quadro del patto per la crescita e l'occupazione concluso in occasione del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2012 e talune posizioni adottate nel corso dei negoziati;

5.

ricorda che la gravità della crisi economica e sociale che colpisce l'UE crea una particolare situazione di urgenza rispetto all'inizio della programmazione nel 2014, condizione necessaria per l'apporto dei fondi europei, che sono essenziali alla realizzazione degli investimenti negli Stati membri, nelle regioni e nelle città;

6.

mette l'accento sulla riduzione delle dimensioni del bilancio dell'UE rispetto ai bilanci nazionali, mentre, nel contempo, il Trattato di Lisbona ha conferito all'Unione più ampie competenze e compiti più estesi in particolare nei settori dell'azione esterna (articolo 27, paragrafo 3, del Trattato sull'Unione europea), dei cambiamenti climatici (articolo 191 del TFUE), dell'energia (articolo 194 del TFUE), dello sport (articolo 165 del TFUE), dello spazio (articolo 189 del TFUE), del turismo (articolo 195 del TFUE) e della protezione civile (articolo 196 del TFUE);

7.

insiste sul fatto che gli investimenti pubblici effettuati negli Stati membri sono condizionati in larghissima parte dai fondi strutturali, che in 13 Stati membri rappresentano più del 30 % e in 6 Stati membri oltre il 60 % degli investimenti pubblici;

8.

riconosce che i trattati (articolo 312 del TFUE) prevedono disposizioni specifiche nel caso in cui il QFP non fosse adottato prima che scadano, alla fine del 2013, le basi giuridiche di tutti i programmi di spesa pluriennali dell'UE – a eccezione del primo pilastro della politica agricola comune (PAC). Sottolinea che, tra queste disposizioni specifiche del Trattato, figura l'obbligo giuridico, per i due rami dell'autorità di bilancio, di proseguire i negoziati. Insiste tuttavia sul fatto che adottare nuovi programmi settoriali in assenza di un regolamento sul QFP oppure prorogare il termine dei programmi in vigore sarebbero entrambe opzioni molto complicate;

9.

mette in guardia contro l'ipotesi di un rinvio a dopo l'inizio del 2013 dell'accordo sul QFP, in quanto ciò renderebbe impossibile la programmazione e l'assegnazione dei fondi del suddetto quadro dopo il 2014, con conseguenti ripercussioni negative sulla coesione economica, sociale e territoriale europea; ritiene che un rinvio dell'accordo sul QFP a dopo l'inizio del 2013 rimetterebbe inoltre in discussione il periodo di programmazione 2014-2020 previsto finora dalla Commissione, dal Parlamento europeo e dal Consiglio e obbligherebbe a riconsiderare in particolare l'opzione, caldeggiata inizialmente dal CdR, di un periodo di programmazione 5+5 dopo un periodo di transizione di uno o due anni;

10.

ribadisce la posizione formulata in precedenza, ossia che l'UE deve avere un bilancio credibile, pari almeno all'1 %, in modo che possa realizzare i principali obiettivi europei in linea con le finalità della strategia Europa 2020 e le necessità a livello locale e regionale; rammenta che nel 2000 il Consiglio ha fissato il massimale delle risorse proprie all'1,29 % dell'RNL in stanziamenti d'impegno e all'1,23 % dell'RNL in stanziamenti di pagamento; sottolinea che da allora il divario tra il massimale delle risorse proprie e i massimali del QFP si è costantemente allargato fino ad attestarsi in media sul 25 %; insiste inoltre sul fatto che il QFP fissa unicamente dei livelli massimi di spesa, mentre il bilancio dell'UE si è sempre mantenuto molto al di sotto di tali livelli in termini sia di stanziamenti d'impegno che di stanziamenti di pagamento; appoggia quindi, sulla base della proposta aggiornata della Commissione del 6 luglio 2012, la richiesta del Parlamento europeo secondo cui il prossimo bilancio deve rappresentare l'1,14 % dell'RNL dell'UE (inclusa l'adesione della Croazia);

11.

si rallegra che lo schema di negoziato del 18 settembre 2012 sopprima la proposta di mettere fine al programma di aiuti alimentari agli indigenti; si rammarica tuttavia che esso lasci nel vago la questione del bilancio da assegnargli e ribadisce di essere favorevole a mantenerlo nella rubrica 2 del QFP;

12.

accoglie con favore alcuni aspetti del documento di analisi della presidenza cipriota (30 agosto 2012), ma esprime particolare preoccupazione circa le proposte di discussione sulla politica di coesione, soprattutto sulle condizioni di ammissibilità, il campo di applicazione e la portata delle "reti di sicurezza" per le regioni e gli Stati membri; respinge inoltre gli adeguamenti sproporzionati per le regioni in transizione e per quelle più sviluppate.

Ambiti oggetto di codecisione

13.

deplora che la grande maggioranza degli ambiti inclusi nello schema di negoziato del Consiglio (versione del 19 giugno 2012), e in particolare nei punti da 21 a 47 e da 53 a 78, sia costituita da temi per i quali è prevista la procedura di codecisione e non la procedura di approvazione, e sottolinea che il PE deve essere pienamente coinvolto nel negoziato in corso;

14.

disapprova il fatto che il metodo di ripartizione delle dotazioni nazionali e i massimali in materia di politica di coesione e di sviluppo rurale, pur inclusi nello schema di negoziato del Consiglio (punti da 30 a 45), non compaiano nel progetto di regolamento recante disposizioni comuni ai cinque fondi che rientrano nel quadro strategico comune; si stupisce inoltre che il punto 35 dello schema di negoziato del 18 settembre 2012 faccia intervenire gli obiettivi della strategia Europa 2020 nella ripartizione dei fondi strutturali tra gli Stati membri. Ciò comporta la necessità di stabilire se questi obiettivi rappresentino realmente le esigenze di sviluppo delle regioni e solleva inoltre interrogativi sostanziali in termini di governance e di metodologia, tanto più in quanto tale funzione ridistributiva non era sicuramente prevista quando gli obiettivi della strategia sono stati fissati nel 2010;

15.

ritiene che, conformemente all'articolo 177 del TFUE, l'ambito in esame non sia soltanto soggetto alla codecisione, ma altresì un ambito per il quale la consultazione del CdR è obbligatoria: pertanto, in difesa delle prerogative attribuitegli dall'articolo 263, paragrafo 3, del TFUE, il Comitato esaminerà ulteriormente gli aspetti giuridici della questione e si riserva la facoltà di adire la Corte di giustizia dell'Unione europea qualora la Commissione europea non dovesse presentare una proposta legislativa su cui il CdR abbia la possibilità di pronunciarsi;

16.

riferendosi ai pareri da esso adottati nel corso del 2012 in merito alle diverse proposte legislative della Commissione europea, ribadisce quanto segue:

a.

Per quanto riguarda la sottorubrica 1b e i fondi compresi nel quadro strategico comune (QSC), il CdR appoggia: la proposta di costituire una nuova categoria di regioni dette "in transizione", sottolineando la necessità di tenere conto della situazione specifica e unica delle regioni ultraperiferiche nell'accesso ai fondi, conformemente al dettato dell'articolo 349 del TFUE (punto 25 dello schema di negoziato); una soglia di 300 km per la cooperazione territoriale europea, con l'eccezione delle regioni ultraperiferiche, alle quali tale criterio di distanza non si deve applicare (punto 27 ibid.); la creazione di una "rete di sicurezza" per le regioni che non rientreranno più nell'obiettivo "convergenza", pari almeno ai due terzi della loro dotazione per il periodo 2007-2013 (punto 44 ibid.); le proposte della Commissione europea in materia di tasso di cofinanziamento, a eccezione dell'aumento all'85 % per i programmi facenti parte dell'obiettivo "Cooperazione territoriale europea", e l'aumento del tasso di cofinanziamento applicato alla cooperazione interregionale nelle regioni ultraperiferiche dal 50 % all'85 % (punto 46 ibid.); l'opzione di mantenere il programma di aiuti alimentari agli indigenti nella rubrica 2 del QFP piuttosto che inserirlo nel campo d'azione del Fondo sociale europeo nell'ambito della rubrica 1 (punto 48 ibid.); l'introduzione di un tasso di cofinanziamento maggiorato di 10 punti percentuali per gli Stati membri con temporanee difficoltà di bilancio (punto 47, opzione a), ibid.); la creazione di un QSC per i tre fondi strutturali e di coesione, il FEASR e il FEAMP (punto 65 ibid.); l'applicazione di livelli di prefinanziamento del 2 % nel 2014, del 3 % nel 2015 e del 3 % nel 2016 (punto 75 ibid.); l'ammissibilità dell'IVA non recuperabile a un contributo proveniente dai fondi del QSC (punto 78, opzione c), ibid.);

b.

Per quanto riguarda la rubrica 2, il CdR appoggia: una convergenza più rapida e un calendario preciso per la convergenza tra gli Stati membri (punto 53 ibid.); un livellamento dei pagamenti diretti a 200 000 euro invece di 300 000 euro, ecosostenibilità inclusa, e una digressività che inizi a 100 000 euro e non a 200 000 euro (punto 54 ibid.); un tasso del 30 % per l'ecosostenibilità (punto 56 ibid.); l'opzione di trasferimenti di bilancio dal primo al secondo pilastro (punto 57 ibid.) – si oppone invece a qualsiasi trasferimento nella direzione opposta, vista la necessità di un riequilibrio finanziario tra i due pilastri della PAC (punto 58 ibid.). Infine, il CdR sostiene l'introduzione delle regioni in transizione nel regolamento sullo sviluppo rurale (punto 62 ibid.), ma si oppone alla creazione, nei termini in cui viene proposta, di una nuova riserva per le crisi nel settore agricolo (punto 64 ibid.);

17.

ribadisce, per quanto riguarda i fondi assegnati all'obiettivo "Cooperazione territoriale europea", la sua proposta di ripartirli per programma di cooperazione e non per Stato membro. Invita quindi a rivedere il punto 40 dello schema di negoziato del 18 settembre 2012, tanto più in quanto la negoziazione attuale, basata sulla ripartizione nei soli capitoli della cooperazione transfrontaliera e transnazionale, riduce la cooperazione interregionale a mero residuo degli altri due capitoli;

18.

sostiene la proposta di un più massiccio ricorso a prestiti invece di fare prevalentemente affidamento sulle sovvenzioni a fondo perduto, in modo da stimolare il coinvolgimento dei beneficiari. È inoltre dell'avviso che i prestiti rimborsati dovrebbero essere poi rimessi a disposizione tramite meccanismi di fondi di rotazione.

Nuove risorse proprie

19.

riafferma il proprio sostegno ad una riforma del sistema attuale delle risorse proprie intesa a ridurre i contributi diretti degli Stati membri al bilancio dell'UE e, al tempo stesso, ad aumentare le risorse proprie dell'UE disponibili per affrontare le sfide future (1) e per rispondere all'esigenza di eliminare le attuali correzioni finanziarie ed esenzioni; ritiene pertanto che, a fini di trasparenza, equilibrio e sostenibilità, il nuovo quadro finanziario pluriennale debba necessariamente fondarsi, come ha dichiarato il Parlamento europeo, su un accordo circa nuove risorse proprie;

20.

si compiace dell'attuale metodo di negoziazione in seno al Consiglio, che prevede di trattare congiuntamente, nell'ambito dello schema di negoziato, la parte relativa alle spese e quella riguardante le risorse, e riafferma il proprio appoggio alle due nuove risorse proprie proposte dalla Commissione, quella basata sull'IVA e la nuova imposta sulle transazioni finanziarie (TTF);

21.

a questo proposito, esorta taluni Stati membri a non penalizzare i loro cittadini, le loro imprese e gli enti locali e regionali rifiutando di impegnarsi circa la nuova imposta sulle transazioni finanziarie, perché tale atteggiamento comporterà il ricorso alla cooperazione rafforzata e la creazione di un'Europa a due velocità in ambito finanziario;

22.

ritiene che una TTF introdotta nell'ambito di una cooperazione rafforzata possa servire da base, sul piano giuridico, a una nuova risorsa propria dell'UE, e che i paesi partecipanti potrebbero trasferire al bilancio dell'UE una parte del relativo gettito. Questo trasferimento dovrà tuttavia essere accompagnato da una corrispondente riduzione del loro contributo al bilancio basato sull'RNL, senza che ciò debba comportare una modifica delle regole applicate al calcolo dei contributi nazionali dei paesi non partecipanti;

23.

riafferma il suo sostegno alla semplificazione del sistema, molto complesso, di sconti e rettifiche e alla sostituzione dell'attuale sistema di sconti con un meccanismo generale di correzione.

Condizionalità macroeconomica

24.

esprime sorpresa per il fatto che la modifica cosiddetta "tecnica" del regolamento del Consiglio da parte della Commissione europea includa un elemento fondamentale qual è l'estensione della condizionalità macroeconomica dal solo Fondo di coesione a tutti e cinque i fondi del quadro strategico comune (cfr. l'articolo 8 del progetto di regolamento modificato);

25.

riafferma la propria opposizione chiara e netta a qualsiasi forma di condizionalità macroeconomica, e non considera pertinente l'opzione di un'estensione a tutte le rubriche del bilancio richiesta da alcuni Stati membri;

26.

ricorda che l'ambito in questione prevede la codecisione poiché ricade nel campo d'applicazione del regolamento recante disposizioni comuni ai cinque fondi che rientrano nel QSC.

Durata, struttura e flessibilità del quadro finanziario pluriennale

27.

appoggia pienamente la proposta del Consiglio di trasformare la politica di coesione in una sottorubrica piuttosto che in un sottomassimale, ma insiste sull'opportunità di non includere in detta sottorubrica il meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility, CEF), data la natura distinta dello stesso, e deplora una volta di più che non si sia colta l'occasione per raggruppare in un'unica rubrica tutti i finanziamenti dell'UE a favore dello sviluppo territoriale (ossia i cinque fondi che rientrano nel QSC);

28.

ribadisce la propria richiesta di flessibilità nell'ambito di ciascuna rubrica e di creare una riserva di flessibilità che incameri gli stanziamenti o i margini inutilizzati a metà percorso, invece di restituirli agli Stati membri; ritiene che una tale riserva di flessibilità potrebbe servire, in particolare, come strumento per interventi macroeconomici e finanziari che consentano di anticipare shock asimmetrici all'interno dell'Unione europea;

29.

prende nuovamente atto della proposta di presentare nel 2016 una valutazione dell'attuazione del quadro finanziario pluriennale, e ribadisce che andrebbe invece realizzata una revisione intermedia completa (che comprenda la valutazione proposta) nel 2017.

Livellamento degli impegni e dei pagamenti

30.

circa gli importi delle principali sottorubriche del QFP, ribadisce:

a.

il suo sostegno alle proposte della Commissione europea per quanto riguarda il meccanismo per collegare l'Europa (50 miliardi di euro), il programma Orizzonte 2020 (80 miliardi), i primi due pilastri della PAC (372 miliardi di euro a prezzi costanti), il programma Europa creativa (1,6 miliardi) e gli strumenti di finanziamento dell'azione esterna dell'UE (70 miliardi);

b.

la sua richiesta di aumentare le dotazioni per la politica di coesione (a un livello almeno uguale, in termini costanti, a quello previsto dalle prospettive finanziarie 2007-2013), per il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) e per il programma LIFE, nonché la sua richiesta di un riequilibrio finanziario tra i due pilastri della PAC a favore dello sviluppo rurale.

Programmi esclusi dal quadro finanziario pluriennale

31.

torna a chiedere che il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione sia mantenuto e integrato nel QFP ma, al pari del Parlamento europeo, insiste perché, data la natura non programmabile di tale fondo, esso sia iscritto in bilancio oltre il limite del massimale fissato per la pertinente rubrica. Del pari, è contrario all'ampliamento del campo d'applicazione di detto fondo alla compensazione degli effetti degli accordi commerciali bilaterali o multilaterali sull'attività agricola (punto 95 dello schema di negoziato);

32.

si compiace della proposta del Consiglio di integrare i programmi Galileo, ITER e GMES nella rubrica 1 del quadro finanziario pluriennale (allegato I ibid.), come già richiesto nel parere sul nuovo QFP post 2013;

33.

insiste inoltre sull'opportunità di trasferire al QFP anche gli importi corrispondenti ai suddetti meccanismi di riserva.

Programma di semplificazione

34.

ritiene che la questione della migliore qualità della spesa, posta tanto dagli Stati membri quanto dal Parlamento europeo, non abbia finora avuto una risposta soddisfacente, in quanto detta risposta si traduce nell'aggiunta di nuove procedure di controllo e di verifica, in una maggiore complessità delle procedure, in un eccesso di enfasi sulla performance e sull'assorbimento quantitativo a scapito della qualità delle strategie, e infine porta a un crescente accentramento, penalizzando così i livelli di governo inferiori rispetto a quelli superiori;

35.

auspica che la comunicazione sulla qualità della spesa annunciata dalla Commissione renda possibile una differenziazione della contabilizzazione delle spese pubbliche per gli investimenti a titolo del patto di stabilità;

36.

si oppone al ricorso eccessivo agli atti delegati da parte della Commissione, come nel caso di quelli proposti per le azioni indicative del quadro strategico comune; ciò comporterà infatti l'esclusione del CdR dalla procedura consultiva e decisionale europea proprio nel momento in cui si affrontano ambiti potenzialmente essenziali per gli enti territoriali;

37.

concorda appieno con la Commissione, invece, sul fatto che la semplificazione al livello dell'UE non potrà essere pienamente efficace se non sarà accompagnata da sforzi paralleli al livello nazionale e infranazionale, pur sottolineando la preminenza di quello nazionale;

38.

accoglie con favore la razionalizzazione dei programmi proposta nell'ambito del quadro finanziario pluriennale, e in particolare la riduzione del numero di programmi finanziari proposti e l'accorpamento di programmi e sottoprogrammi in numerosi ambiti;

39.

si pronuncia a favore di una partecipazione rafforzata della Banca europea per gli investimenti nell'attuazione di progetti finanziati dai fondi strutturali.

II.   PROPOSTE DI EMENDAMENTO

Emendamento 1

COM(2012) 388 final

Considerando 3

Testo proposto dalla Commissione

Emendamento del Comitato delle regioni

Sono necessari strumenti speciali, quali la riserva per aiuti d'urgenza, il Fondo di solidarietà dell'Unione europea, lo strumento di flessibilità, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, la riserva per le crisi nel settore agricolo e il margine per imprevisti per consentire all'Unione di rispondere a particolari circostanze impreviste o per consentire il finanziamento di spese chiaramente identificate che non potrebbero essere finanziate all'interno dei massimali disponibili di una o più rubriche a norma del quadro finanziario. Sono pertanto necessarie disposizioni specifiche che prevedano la possibilità di iscrivere in bilancio stanziamenti di impegno oltre i limiti dei massimali fissati dal quadro finanziario ove sia necessario ricorrere a strumenti speciali.

Sono necessari strumenti speciali, quali la riserva per aiuti d'urgenza, il Fondo di solidarietà dell'Unione europea, lo strumento di flessibilità e il margine per imprevisti per consentire all'Unione di rispondere a particolari circostanze impreviste o per consentire il finanziamento di spese chiaramente identificate che non potrebbero essere finanziate all'interno dei massimali disponibili di una o più rubriche a norma del quadro finanziario. Sono pertanto necessarie disposizioni specifiche che prevedano la possibilità di iscrivere in bilancio stanziamenti di impegno oltre i limiti dei massimali fissati dal quadro finanziario ove sia necessario ricorrere a strumenti speciali.

Motivazione

Dato che il Fondo di adeguamento alla globalizzazione deve essere integrato nel QFP, e che occorre introdurre una vera regolamentazione piuttosto che una riserva per le crisi nel settore agricolo, i due strumenti vanno soppressi dall'elenco.

Emendamento 2

COM(2012) 388 final

Articolo 8

Testo proposto dalla Commissione

Emendamento del Comitato delle regioni

In caso di ritiro della sospensione degli impegni di bilancio per il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca nel contesto delle condizionalità macroeconomiche connesse al coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, il Consiglio, nel rispetto del trattato e in conformità del pertinente atto di base, decide un riporto degli impegni sospesi agli anni successivi. Gli impegni sospesi dell'anno n non possono essere reiscritti oltre l'anno n+2.

In caso di ritiro della sospensione degli impegni di bilancio per il Fondo di coesione nel contesto delle condizionalità macroeconomiche connesse al coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, il Consiglio, nel rispetto del trattato e in conformità del pertinente atto di base, decide un riporto degli impegni sospesi agli anni successivi. Gli impegni sospesi dell'anno n non possono essere reiscritti oltre l'anno n+2.

Motivazione

Solo il Fondo di coesione deve continuare, com'è sempre stato fin dalle sue origini, a essere oggetto delle disposizioni in materia di condizionalità macroeconomiche.

Bruxelles, 9 ottobre 2012

Il presidente del Comitato delle regioni

Ramón Luis VALCÁRCEL SISO


(1)  Cfr. il punto 65 del parere del Comitato delle regioni Il nuovo quadro finanziario pluriennale post 2013, adottato nella 93a sessione plenaria del 14 e 15 dicembre 2011.