6.6.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 161/52


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla comunicazione della Commissione «Regioni ultraperiferiche dell’Unione europea: verso una partnership per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva»

COM(2012) 287 final

2013/C 161/09

Relatore: MALOSSE

La Commissione, in data 20 giugno 2012, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Comunicazione della Commissione - Regioni ultraperiferiche dell'Unione europea: verso una partnership per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva

COM(2012) 287 final.

La sezione specializzata Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 4 marzo 2013.

Alla sua 488a sessione plenaria, dei giorni 20 e 21 marzo 2013 (seduta del 20 marzo), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 165 voti favorevoli, 2 voti contrari e 6 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni - Rendere le regioni ultraperiferiche le piattaforme dell'Europa

1.1

Attualmente, la priorità dell'UE nei confronti delle regioni ultraperiferiche (in appresso: RU) deve essere quella di rafforzare i legami che uniscono tali regioni al continente europeo e il sentimento di appartenenza dei loro abitanti al progetto europeo. In determinati settori quali la biodiversità, l'osservazione del pianeta, le energie rinnovabili o l'integrazione delle culture, le RU possono rappresentare dei laboratori, dei banchi di prova e persino dei modelli per l'Europa.

1.2

Le RU presentano delle caratteristiche che possono offrire considerevoli vantaggi per il futuro dell'Europa, come ad esempio il talento dei loro abitanti, le loro produzioni agricole, alieutiche e industriali, il loro turismo di qualità, la loro posizione geografica di piattaforme europee nel loro vicinato. Le RU devono avere accesso a tutti i vantaggi del mercato interno a parità di condizioni rispetto alle altre regioni europee.

1.3

Nonostante le drastiche restrizioni di bilancio, non si deve ridurre il sostegno specifico destinato a queste regioni, che devono poter disporre delle adeguate risorse finanziarie necessarie per conseguire gli obiettivi fissati nell'ambito della strategia Europa 2020 e compensare gli effetti dei loro svantaggi legati in particolare alla distanza.

1.4

La politica europea a favore delle RU ha dato buoni risultati; è tuttavia necessario dare nuova linfa al concetto di ultraperifericità a partire dalla base giuridica specifica prevista nel TFUE aggiungendo una dimensione più strategica e ambiziosa. In questo senso, le RU non possono più essere escluse dalle politiche europee in materia di grandi reti, ricerca, mobilità e osservazione della terra.

1.5

È necessario valutare e ampliare il programma POSEI (Programme of Options Specifically Relating to Remoteness and Insularity- Programma di soluzioni specifiche per ovviare alla lontananza e all'insularità) affinché esso copra tutte le produzioni agricole e non agricole delle RU.

1.6

In determinate politiche europee quali la concorrenza, gli appalti pubblici, la pesca e l'ambiente, andrebbe effettivamente attuato l'articolo 349 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in modo da tener conto delle realtà geografiche e climatiche specifiche delle RU. L'attuale reticenza della Commissione europea a questo riguardo sembra poco giustificata alla luce della lettera del Trattato. Il CESE chiede alla Commissione europea di preparare e quindi pubblicare un'analisi dell'applicazione dell'articolo 349.

1.7

L'occupazione e la gioventù rappresentano sfide fondamentali per le RU. La dimensione sociale deve essere una delle priorità delle politiche europee per le RU. Di conseguenza, è necessario uno sviluppo effettivo di questo aspetto attuando misure a breve, medio e lungo termine attraverso programmi di sostegno all'istruzione e alla formazione adattate alle esigenze del mondo del lavoro in queste regioni, da un lato, e il sostegno alle attività in grado di creare occupazione e ricchezza, dall'altro.

1.8

È anche grazie ai programmi realizzati nelle RU che l'Europa potrà migliorare la sua competitività, ad esempio nei settori delle energie rinnovabili e delle scienze marine, degli studi sulla biodiversità, della silvicoltura, della salute e della lotta alle malattie tropicali.

1.9

L'obiettivo di favorire un migliore inserimento delle RU nel loro ambiente geografico è palese. Numerosi esempi indicano la difficoltà della Commissione europea di percepire nel complesso il ruolo strategico delle RU quali piattaforme europee nel quadro delle politiche esterne dell'UE, in particolare in materia di commercio, politica della pesca e cooperazione allo sviluppo. Occorre pertanto che la Commissione europea accordi un sostegno decisivo, più visibile e più attivo alla cooperazione regionale.

1.10

La partecipazione della società civile alla strategia dell'UE non deve essere soltanto uno slogan. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) propone di organizzare delle tavole rotonde che coinvolgano i soggetti della società civile in tutte le RU al fine di elaborare "piani d'azione" che definiscano gli obiettivi e le fasi di attuazione della strategia Europa 2020. Il CESE si offre di lanciare questo processo in partenariato con la Conferenza dei presidenti e con i consigli economici e sociali delle regioni ultraperiferiche.

1.11

Inoltre, il CESE sostiene l'organizzazione di un dialogo strutturato tra le società civili delle RU e quelle dei loro rispettivi paesi limitrofi (America Latina, Oceano Atlantico, Caraibi, Oceano Indiano), che consisterebbe in particolare nel far partecipare i rappresentanti delle regioni ultraperiferiche al dialogo istituito dalla Commissione europea nel quadro degli Accordi di partenariato economico (APE). Il CESE appoggia la creazione di comitati di monitoraggio con la società civile nel quadro di tutti gli APE e chiede che le RU partecipino ai comitati che le riguardano.

1.12

Il CESE propone la creazione di Antenne dell'UE in ciascuna RU, in modo da rendere più tangibili, visibili e diretti i legami tra l'UE e queste regioni.

2.   Introduzione e osservazioni di carattere generale

2.1

Gli articoli 349 e 355 del TFUE definiscono e riconoscono la specificità delle regioni ultraperiferiche, le quali beneficiano inoltre, dal 1989, di un programma specifico inteso a sostenere misure di sviluppo socioeconomico per favorire la convergenza con il resto dell'Unione europea.

2.2

Le RU ampliano in maniera considerevole il territorio e la presenza geografica dell'UE nel mondo, estendendone così l'influenza politica, economica e culturale e arricchendola di ampie zone di pesca negli oceani Atlantico e Indiano. Il loro ruolo di piattaforme dell'Europa va valorizzato maggiormente, ad esempio inserendo le RU nelle reti transeuropee (RTE-T, reti digitali) e concedendo loro un accesso privilegiato ai programmi europei sull'osservazione del pianeta (GMES, GALILEO) e ai programmi di ricerca europei sulle energie rinnovabili e sulla biodiversità. Il potenziale delle RU di trasmettere l'influenza europea nel mondo andrebbe altresì valorizzato attraverso vari programmi di mobilità e cooperazione. La presenza di rappresentanti speciali dell'UE in queste regioni, giustificata dalla loro distanza, sarebbe sia un segnale politico, sia un efficace strumento di promozione del loro ruolo di piattaforma.

2.3

Anche il CESE sostiene da oltre 20 anni le iniziative realizzate dalle società civili delle RU per avvicinarsi all'UE e per essere ascoltate e consultate in misura maggiore. A tal proposito, si sottolineano in particolare le conseguenze potenzialmente negative della politica commerciale dell'UE sulle regioni ultraperiferiche (in particolare attraverso gli accordi di libero scambio e gli accordi APE con i paesi limitrofi alle RU (1)). Bisogna purtroppo deplorare che nella sua comunicazione la Commissione europea tralasci tale questione e non integri le raccomandazioni formulate nel parere Coupeau (2) del CESE datato 17 febbraio 2010, soprattutto per quel che concerne le misure di accompagnamento.

2.4

Un altro punto debole della comunicazione in esame consiste nel fatto che essa trascura le conseguenze del principale aspetto politico, vale a dire l'appartenenza delle RU all'Unione europea. L'audizione svoltasi nell'isola della Riunione ha attestato il forte impegno delle forze della società civile a favore della costruzione europea, che non è mai stata messa in discussione. Secondo il CESE, la strategia dell'UE nei confronti delle RU dovrebbe puntare in via prioritaria a migliorare la loro integrazione nel tessuto europeo, tenendo conto allo stesso tempo della loro posizione.

3.   Questioni specifiche

3.1

Nell'attuazione della politica di coesione, la semplificazione e la rapidità delle procedure di selezione e attribuzione dei crediti sono divenute ormai una necessità imprescindibile. La responsabilità dei ritardi e dei tempi eccessivamente lunghi ricade spesso in primo luogo sull'UE e sulle autorità nazionali. Ciò compromette gravemente la credibilità dell'UE e, pertanto, occorre trattare questo punto con urgenza, prima di esaminare le future prospettive finanziarie.

3.2

Un'altra condizione essenziale per i futuri programmi dell'UE consiste nel garantire migliore visibilità e concentrazione degli aiuti europei. La dispersione che si registra allo stato attuale rappresenta un ulteriore fattore di inefficacia ed è fonte di critiche. Come indicato nel succitato parere Coupeau, il CESE raccomanda, a questo stadio, di concentrarsi su tre priorità fondamentali: in primo luogo, l'istruzione e la formazione a favore dell'occupabilità specialmente dei giovani (anche sotto forma di sostegno alle infrastrutture di base), dato che la principale ricchezza di questi territori risiede senza dubbio nel talento e nello spirito imprenditoriale degli abitanti; in secondo luogo, l'appoggio al settore privato quale generatore di ricchezza e occupazione: PMI, piccole e medie industrie, turismo, servizi ai fattori di produzione, agricoltura, silvicoltura e pesca; in terzo luogo, gli investimenti nelle grandi reti (TIC, trasporti, rifiuti, acqua, energia ecc.) costituiscono un'ulteriore priorità per garantire ai cittadini un accesso equo a dei servizi di interesse economico generale che contribuiscano alla competitività dei territori.

3.3

La questione dello sviluppo sostenibile è fondamentale, ma deve essere estesa anche ad altri settori diversi dall'ambiente. In materia di turismo, ad esempio, lo sviluppo sostenibile comprende il rispetto delle identità locali, le conoscenze e competenze regionali, la salvaguardia degli stili di vita tradizionali, la lingua e i prodotti caratteristici dell'identità locale. Le questioni dell'accessibilità a tutti, degli andamenti demografici e del trattamento della dipendenza hanno un'importanza particolare per le RU e non vengono sufficientemente approfondite nella comunicazione della Commissione europea.

3.4

Il CESE incoraggia la Commissione a esaminare la possibilità di includere la dimensione ultraperiferica nelle disposizioni per l'aggiudicazione di appalti pubblici. Le condizioni particolari delle RU giustificano il fatto di rivolgere un'attenzione particolare all'occupazione locale, ma anche alla prevenzione sia del dumping sociale a opera dei paesi vicini (dai costi salariali ben minori), sia delle strategie aggressive "dei prezzi bassi" praticate da alcuni operatori economici, che puntano in un primo momento a eliminare tutta la concorrenza locale e, successivamente, ad applicare una politica di monopolio dai prezzi elevati.

3.5

Per quanto riguarda le relazioni con i paesi terzi limitrofi, il CESE si rammarica dell'assenza di una strategia chiara nella comunicazione della Commissione, come raccomandato nel parere Coupeau. Il CESE insiste sull'importanza delle iniziative di cooperazione tra le RU e i paesi vicini, in particolare gli ACP, sotto forma di progetti di cooperazione congiunti che prevedano la mobilitazione dei fondi del FES-FESR-FSE-FEASR-FEAMP. In questo settore sono stati realizzati numerosi studi, tuttavia, per mancanza di regole operative, solo pochi progetti concreti di cooperazione hanno trovato attuazione. Eppure, le possibilità di cooperazione sono numerose nel settore dei trasporti, del turismo, dell'istruzione, della sanità, della pesca e dell'agricoltura, della ricerca e sviluppo, o della tutela ambientale. Parallelamente, la questione della politica commerciale dell'UE rimane irrisolta. Gli accordi (o le prospettive di accordi) di libero scambio o APE pongono una reale minaccia alla fragile economia di alcune RU. Se la politica commerciale dell'UE non tiene conto dei veri interessi delle RU, il progetto di strategia dell'UE a favore di tali regioni perde di significato.

3.6

Infine, la comunicazione lascia purtroppo poco spazio alla definizione di un partenariato con la società civile delle RU, all'istituzione di una consultazione strutturata con quest'ultima per la realizzazione di interventi di coesione, nonché allo sviluppo di progetti che consentirebbero di rafforzare il sentimento di identità europea delle popolazioni attraverso campagne di informazione, cittadinanza europea e programmi di mobilità. Il CESE fa qui riferimento al proprio parere in merito al Codice di condotta europeo sul partenariato (CCP) (3).

4.   Proposte per il futuro

4.1   Programma POSEI (Programma di soluzioni specifiche per ovviare alla lontananza e all'insularità).

4.1.1   L'attuazione del suddetto programma dovrebbe essere oggetto di un'attenta valutazione. Oltre alle ingenti risorse destinate dal programma POSEI a due produzioni delle RU (zucchero e banane), bisognerebbe tenere conto della realtà di molte altre produzioni locali di cui si potrebbe promuovere l'esportazione (vaniglia, frutta e verdura, prodotti della pesca, ecc.).

4.1.2   La dotazione assegnata al programma "POSEI agricoltura" dovrà essere mantenuta e anche rafforzata, per permettere di continuare a sviluppare sia le produzioni destinate all'esportazione che quelle per il mercato locale, garantendo allo stesso tempo anche l'approvvigionamento di materie prime e prodotti di base.

4.2   Coesione economica, sociale e territoriale

4.2.1

Il CESE si rallegra che il Consiglio europeo continui a concedere un trattamento specifico alle RU affinché traggano il massimo profitto possibile dai fondi disponibili e raccomanda un tasso di cofinanziamento dell'85 % indipendentemente dal livello di reddito delle RU. Il Comitato si rammarica tuttavia che il tasso di cofinanziamento per lo stanziamento specifico volto a compensare i costi addizionali derivanti dall'ultraperifericità sia stato mantenuto al 50 % e raccomanda alla Commissione di agire con la flessibilità sufficiente per garantirne la piena efficacia.

4.2.2

Infine, il CESE esprime la propria preoccupazione per le proposte della Commissione europea in materia di cooperazione territoriale, in quanto esse non forniscono risposte concrete all'indispensabile integrazione regionale delle RU.

4.3   Programmi di mobilità: è necessario che l'UE garantisca ai cittadini delle RU la parità di accesso a questo tipo di programmi a scopo di lavoro o di studio. È ad esempio inaccettabile l'evidente contraddizione tra la volontà di consentire ai giovani e agli universitari delle RU di beneficiare appieno dei programmi di mobilità dell'UE quali "Erasmus per tutti" e il fatto che la loro situazione geografica venga negata, in quanto non vengono coperte le spese di trasporto legate alla lontananza sia per gli studenti che si recano nelle RU che per gli studenti che vanno in un altro Stato membro dell'UE.

4.3.1   Un altro paradosso consiste nel fatto che il programma "Erasmus per tutti" non tiene conto dei paesi terzi vicini alle RU. È assolutamente necessario porre fine a queste contraddizioni. Un programma Erasmus Mundus specifico per le RU dovrebbe consentire di organizzare scambi tra i giovani con i loro paesi limitrofi, garantendo così la promozione dell'identità e della cultura europee a partire da tali piattaforme europee.

4.4   Accessibilità

4.4.1

Il CESE sostiene, insieme al Parlamento europeo, la necessità di stabilire un quadro di trasporti e di TIC specifico per le RU, affinché queste ultime possano risolvere il problema della discontinuità territoriale e del divario digitale.

4.5   L'inserimento regionale

4.5.1

Le RU dovrebbero essere automaticamente ammissibili ai programmi di cooperazione transfrontaliera - andando oltre il criterio della frontiera marittima con una distanza di 150 km.

4.5.2

Affinché le RU possano effettivamente integrarsi a livello regionale è necessario adottare misure volte a migliorare i collegamenti tra tali regioni e i paesi terzi loro vicini promuovendo al tempo stesso l'indispensabile internazionalizzazione delle loro PMI.

4.5.3

È essenziale che l'Unione europea effettui delle valutazioni d'impatto nel quadro della conclusione di accordi commerciali o di pesca tra l'UE e i paesi vicini delle RU, tenga informate le autorità politiche e la società civile dei negoziati, e le coinvolga nelle questioni che le riguardano direttamente.

4.5.4

Gli ambienti professionali e giuridici delle RU sono interessati anche alla questione della sicurezza degli investimenti nel loro ambiente geografico. Il CESE sostiene in questo senso la creazione di una Conferenza dell'ordine degli avvocati delle RU, così come ogni altra iniziativa di questo tipo, come ad esempio il Centro atlantico di arbitrato, o altri ancora.

4.5.5

In molti settori (come i trasporti, la gestione dei rifiuti, ecc.) l'integrazione regionale potrebbe consentire di ottenere delle economie di scala, a condizione che l'UE mostri con maggiore decisione rispetto a oggi la sua volontà di fare delle RU le piattaforme dell'Europa.

4.6   Gli aiuti alle imprese

4.6.1

L'articolo 107, paragrafo 3, lettera a) del TFUE segna un'importante evoluzione concettuale in quanto consente alla Commissione di tenere conto in maniera differenziata delle diverse economie delle RU nell'ambito degli aiuti di Stato a finalità regionale, così come delle evidenti mancanze relative agli aiuti di Stato che perseguono altri obiettivi (ricerca, innovazione, trasporti, ambiente ecc.). Il CESE sottolinea il paradosso che esiste oggi tra le priorità della strategia Europa 2020 e le carenze dei quadri di concorrenza relativi agli aiuti di Stato per la ricerca/innovazione o per l'l'ambiente nelle RU. Tali contraddizioni vanno corrette in vista del prossimo periodo di programmazione.

4.6.2

Nel momento in cui è in atto una revisione del quadro europeo in materia di aiuti di Stato, le RU esprimono preoccupazione quanto al mantenimento del quadro esistente. Esse chiedono di mantenere un trattamento il più favorevole possibile, la coerenza degli aiuti a prescindere dalle finalità (aiuti agli investimenti nelle imprese con massimali di intensità di aiuto maggiorati e aiuti al funzionamento non degressivi e non limitati nel tempo per compensare i costi supplementari derivanti dell'ultraperifericità, conformemente all'articolo 349 del TFUE), nonché la ricerca di procedure semplici e flessibili.

4.6.3

Le RU necessitano in maniera considerevole di posti di lavoro per porre fine alla disoccupazione strutturale che colpisce tutte le fasce della popolazione. Le loro imprese sono per definizione delle piccole e medie imprese, che operano spesso su dei mercati geograficamente limitati; tali caratteristiche sono quindi ben diverse da quelle esistenti nell'Europa continentale. Come avvenuto per il periodo 2007-2013, è importante continuare a garantire che gli aiuti alle imprese possano essere concessi a tutti i tipi di aziende.

4.6.4

L'intensità dei tassi di aiuto agli investimenti nelle RU dovrebbe stabilizzarsi al livello del periodo 2007-2013, mantenendo in futuro le soglie e il principio del "bonus" per le RU. Il CESE attira l'attenzione sul fatto che il commercio intracomunitario è rimasto inalterato, in particolare data la scarsissima attrattività dei mercati delle RU per gli investimenti esteri. Il CESE raccomanda quindi di proseguire l'autorizzazione degli aiuti al funzionamento non degressivi e non limitati nel tempo.

4.6.5

Il sostegno pubblico, compreso il sostegno pubblico europeo, e gli investimenti delle imprese delle RU nell'innovazione, nell'agenda digitale e nella ricerca di partenariati nella loro area geografica dovrebbero essere considerati come priorità.

4.6.6

La struttura specifica delle RU è tale che il suo tessuto è composto quasi esclusivamente da imprese molto piccole. Nella sua strategia, la Commissione dovrebbe porre l'accento sull'effettiva attuazione dello Small Business Act europeo e sull'applicazione del principio Think small first (Pensare anzitutto in piccolo), in particolare in termini di procedure e controlli. Particolare attenzione va prestata al monitoraggio delle norme di concorrenza nelle RU al fine di salvaguardare gli interessi delle piccole e medie imprese.

4.7   L'energia

4.7.1

A causa della loro situazione geografica, le RU sono molto vulnerabili e devono risolvere la sfida energetica in modo diverso dall'Europa continentale. L'UE deve consentire alle RU di assicurarsi l'approvvigionamento energetico in contesti e condizioni complesse, che fanno aumentare i prezzi in misura notevole e limitano la competitività.

4.7.2

Il conseguimento e lo sfruttamento di risorse energetiche proprie è fondamentale per le RU, che si tratti di energie derivanti dal petrolio o dal gas oppure di energie pulite in rapporto al contenuto di carbonio, come l'energia eolica, termica, solare, idraulica e marina (maree, onde, correnti, gradiente termico).

4.7.3

Il CESE propone che in queste regioni venga stimolata la ricerca nelle energie rinnovabili, e che attraverso gli strumenti finanziari dell'UE vengano aiutati i progetti energetici nelle RU tenendo conto della specificità di queste regioni.

4.8   L'agricoltura

4.8.1

L'agricoltura riveste un'importanza fondamentale per le RU. Essa contribuisce all'occupazione, alla promozione e alla preservazione dell'ambiente e dei modi di vita tradizionali. Accanto all'incentivazione dello zucchero e delle banane, l'UE dovrebbe proseguire i suoi sforzi a favore della diversificazione e dell'autosufficienza alimentare delle RU. È inoltre necessario mantenere l'equilibrio esistente tra le produzioni agricole destinate all'esportazione e le produzioni agricole volte all'approvvigionamento dei mercati locali.

4.8.2

Le procedure legate agli aiuti europei possono talvolta favorire le grandi strutture o il ricorso a intermediari. Questa tendenza, che trascura l'interesse dei piccoli produttori indipendenti - che, nelle RU, sono la maggioranza - va corretta. Gli aiuti europei devono servire anche per migliorare il funzionamento della filiera alimentare e per promuovere la partecipazione dei produttori agricoli e delle loro organizzazioni.

4.9   La pesca

4.9.1

Il CESE si compiace della posizione espressa dalla Commissione, che intende conferire un carattere più regionale al processo decisionale nel settore della pesca, rivolgendosi alle zone regionali marittime, tenendo conto degli stock locali e creando un organo consultivo per le RU. Tuttavia, il suddetto organo consultivo dovrebbe essere organizzato in base ai bacini di appartenenza delle RU, al fine di tener maggiormente conto del loro contesto specifico, data la notevole differenza tra le industrie ittiche delle RU.

4.9.2

La proposta di riforma della politica della pesca non fornisce una risposta soddisfacente quanto alla situazione delle RU, ad esempio in materia di aiuti alle flotte (costruzione/acquisizione e ammodernamento, gestione dello sforzo di pesca, impatto sulle RU degli accordi di pesca conclusi tra UE e paesi terzi), o per quanto riguarda la mancata evoluzione del meccanismo "POSEI pesca", il cui contenuto andrebbe sottoposto a una revisione concettuale sul modello del sistema in vigore per il "POSEI agricoltura". Il CESE rammenta inoltre le sue osservazioni esposte nel parere di iniziativa Lo sviluppo di aree regionali per la gestione degli stock ittici e il controllo della pesca del 27 ottobre 2011 (relatore: BURNS).

4.10   Silvicoltura

4.10.1

Il potenziale per la produzione sostenibile di legnami duri speciali originari di aree tropicali e subtropicali è un'opportunità che andrebbe presa in considerazione nelle regioni ultraperiferiche e nei paesi e territori d'oltremare. Il rapporto speciale con l'Europa offrirebbe loro un accesso diretto al mercato europeo per la loro capacità di fornire legname certificato per il quale è possibile garantire che non è stata violata nessuna delle norme di certificazione del Consiglio per la gestione forestale (FSC).

4.10.2

Il legname per progetti speciali di restauro storico rappresenta un mercato specifico che andrebbe preso in considerazione, in quanto molti legnami originali appartengono a varietà vegetali minacciate e pertanto sono molto difficili da reperire in modo legale. Il mogano, l'ipé, il virola, il padouk, il cuorverde, il ramin, l'apitong o il wengé rappresentano soltanto una piccola parte dei legnami necessari ai progetti di restauro.

4.10.3

Oltre al legname, le foreste tropicali e subtropicali forniscono un ambiente ideale per la produzione di piante rare da usare in medicina o nella cosmetica. Il legname delle foreste tropicali e subtropicali non è una risorsa per arricchirsi velocemente, ma offre alle RU l'enorme opportunità a lungo termine di trarre profitto da mercati altamente remunerativi che hanno bisogno di accedere a piante e legnami rari.

4.11   La ricerca e il suo potenziamento

4.11.1

Il CESE appoggia il mantenimento del programma europeo per l'ambiente e il piano d'azione per la biodiversità (di cui l'80 % del potenziale europeo si trova nelle RU), così come la maggiore considerazione che sarà accordata al potenziale delle RU nei futuri programmi della strategia Europa 2020, in particolare in materia di energie rinnovabili, sviluppo sostenibile o scienze marine.

4.11.2

La Commissione europea non sviluppa a sufficienza le potenzialità delle RU in questo settore.

4.11.3

Il CESE sostiene l'idea di creare delle reti europee di cluster su questi temi che includano le RU.

4.12   Il rafforzamento della dimensione sociale dello sviluppo delle RU

4.12.1

Il CESE si compiace del fatto che la Commissione si preoccupi della dimensione sociale del modello europeo nel quadro della strategia Europa 2020. È importante che tale preoccupazione non sia espressa soltanto come un auspicio, ma si traduca in impegni concreti. Nessun cittadino europeo deve essere escluso e lasciato ai margini del processo di sviluppo. È questo il vero senso della solidarietà europea. Il CESE approva la proposta del presidente della regione delle Canarie volta a realizzare un piano di emergenza per la lotta alla disoccupazione di massa, che sta aumentando con un'intensità eccezionale.

4.12.2

Il CESE, oltre all'attuazione delle assi strategiche, sottolinea quanto segue:

4.12.2.1

I bisogni primari essenziali quali l'acqua per tutti (individui ed economia), l'energia sostenibile, la depurazione delle acque reflue, l'eliminazione dei rifiuti, rappresentano delle enormi sfide su questi territori; in questo senso, la comunicazione non pone sufficiente enfasi sull'importanza del buon funzionamento dei servizi in rete nelle RU.

4.12.2.2

L'importanza di una strategia europea sul turismo, fattore essenziale per le RU; tale strategia deve integrare lo sviluppo sostenibile e il rispetto dell'identità quali pilastri fondamentali dello sviluppo di questo settore per evitare di cadere nella trappola dell'omogeneizzazione culturale o della cementificazione delle zone marittime. In tale contesto, il CESE ricorda la comunicazione della Commissione sul tema Crescita blu e il parere che il Comitato sta attualmente preparando al riguardo (4).

4.12.2.3

La strategia della Commissione europea dovrebbe tenere maggiormente conto della dimensione culturale; le RU rappresentano in questo senso una ricchezza eccezionale per l'UE. Il CESE raccomanda quindi un rafforzamento sostanziale del capitolo Cultura nei piani d'azione per l'attuazione della strategia Europa 2020.

Bruxelles, 20 marzo 2013

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


(1)  Parere del CESE sul tema L'impatto degli accordi di partenariato economico sulle regioni ultraperiferiche (regione dei Caraibi), GU C 347 del 18.12.2010, pag. 28.

(2)  Tali raccomandazioni si ritrovano anche in altri documenti, come ad esempio: Studio della Commissione europea sui "Fattori di crescita nelle RU", svolto da Ismeri Europa; Relazione richiesta dal commissario europeo responsabile del mercato interno, Michel BARNIER, sul "Ruolo delle RU nel mercato unico; "L'influenza dell'Unione europea nel mondo" di Pedro SOLBES MIRA; Studio della Commissione europea sulle "Tendenze demografiche e migratorie nelle RU: quale impatto sulla coesione economica, sociale e territoriale?" svolto dall'Institut National d'Études démographiques (INED); Relazione del Parlamento europeo di Nuno TEIXEIRA - Commissione REGI - "La politica di coesione nelle RU nell'ambito della strategia Europa 2020"; Studio del Parlamento europeo sul "Ruolo della politica regionale nel far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici nelle RU".

(3)  GU C 44 del 15.2.2013, pag. 23.

(4)  Parere del CESE sul tema Crescita blu: opportunità per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo, (Cfr. pagina 87 della presente Gazzetta ufficiale).