21.6.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 181/122


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 294/2008 che istituisce l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia

COM(2011) 817 definitivo — 2011/0384 (COD)

e alla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all’agenda strategica per l’innovazione dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT): «Il contributo dell’EIT a un’Europa più innovativa»

COM(2011) 822 definitivo — 2011/0387 (COD)

2012/C 181/21

Relatore: LEMERCIER

Il Parlamento europeo e il Consiglio, rispettivamente in data 13 dicembre 2011 e 16 gennaio 2012, hanno deciso, conformemente al disposto dell'articolo 173, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 294/2008 che istituisce l'Istituto europeo di innovazione e tecnologa

COM(2011) 817 final — 2011/0384 (COD)

e alla

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'agenda strategica per l'innovazione dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT): il contributo dell'EIT a un'Europa più innovativa

COM(2011) 822 final — 2011/0387 (COD).

La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 8 marzo 2012.

Alla sua 479a sessione plenaria, dei giorni 28 e 29 marzo 2012 (seduta del 28 marzo), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 123 voti favorevoli, 5 voti contrari e 4 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1   Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) approva in linea di massima l'iniziativa della Commissione concernente l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT).

1.2   Il Comitato condivide essenzialmente le raccomandazioni della Commissione, frutto della consultazione dei diversi operatori, delle analisi d'impatto e dei risultati delle esperienze condotte.

1.3   Il CESE, consapevole del ritardo dell'UE in materia di cooperazione, di condivisione delle conoscenze e di ravvicinamento tra gli istituti di ricerca e formazione ad alto livello, giudica positivamente l'iniziativa avviata dalla Commissione.

1.4   Dinanzi al fenomeno della globalizzazione nel campo della ricerca e al peso determinante dell'innovazione nella produzione, sottolinea inoltre la necessità di promuovere l'eccellenza.

2.   Contesto

2.1   L'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT - European Institute of Innovation and Technology) è stato creato nel 2008.

2.2   L'EIT, nato a seguito di una proposta della Commissione al Consiglio adottata il 22 febbraio 2006, è stato istituito nel quadro della strategia di Lisbona al fine di rendere più dinamica la crescita e creare posti di lavoro nell'Unione.

2.3   2.3. Il suo obiettivo principale è recuperare il ritardo dell'UE in materia di politica industriale basata sull'innovazione tecnologica e, quindi, promuovere le sinergie tra ricerca fondamentale, ricerca e sviluppo e applicazioni industriali innovative in Europa, in modo particolare per le piccole e medie imprese (PMI) e le piccole e medie industrie.

2.4   L'EIT, che rappresenta un polo di eccellenza, intende diventare uno dei fiori all'occhiello dell'innovazione, della ricerca e della crescita nell'Unione. Per raggiungere tale obiettivo, si impegna a portare avanti un ravvicinamento operativo e geografico delle strutture d'istruzione superiore, di ricerca e d'innovazione.

2.5   Questo approccio è molto simile a quello adottato dal Massachusets Institute of Technology (MIT) che lavora ad un'integrazione orizzontale di questi tre settori.

2.6   Nel giugno 2008, Budapest è stata scelta come sede operativa dell'EIT.

2.7   L'istituto non finanzia direttamente singoli progetti. In realtà contribuisce, per un 25 %, al finanziamento delle cosiddette comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI) (1) create su base decentrata.

2.8   Le CCI, composte da università, imprese e istituti di ricerca, collaborano nell'ambito di progetti innovativi e contribuiscono, insieme agli imprenditori e ai partner locali nel campo dell'innovazione (di qualsiasi tipo essi siano), al finanziamento dei progetti locali fino ad una quota del 75 %.

2.9   Nel dicembre 2009, sono state selezionate le prime tre CCI con centri di co-ubicazione nei seguenti paesi: Francia, Germania, Regno Unito, Svizzera, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, Ungheria, Belgio e Polonia.

3.   Le proposte della Commissione

3.1   In tale contesto, l'EIT deve diventare un polo di riferimento e di attrazione per le università, gli istituti di ricerca, le imprese impegnate nella ricerca e sviluppo, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI) innovatrici, che sono anche le principali fonti di posti di lavoro qualificati e creatrici di nuove professioni.

3.2   Al fine di potenziare l'impatto e stimolare l'innovazione nei nuovi settori in relazione alle sfide della società, l'EIT estenderà progressivamente il suo ventaglio di CCI (comunità della conoscenza e dell'innovazione) nel corso del programma quadro di finanziamento della ricerca 2014-2020.

3.2.1   I bilanci assegnati alle CCI saranno sottoposti a controllo; inoltre la loro validità verrà giudicata, in definitiva, sulla base dei risultati concreti conseguiti.

3.2.2   Attraverso un approccio progressivo nella creazione di nuove CCI, l'EIT farà in modo che gli insegnamenti tratti dall'esperienza siano presi debitamente in considerazione e che nuove CCI siano istituite esclusivamente in settori caratterizzati da un alto potenziale innovativo e da un'eccellenza di primo livello, sulla quale contare per attrarre le competenze e i finanziamenti necessari.

3.3   Nel corso del periodo 2014-2020, pertanto, assisteremo quindi alla nascita di due nuove generazioni di CCI: tre CCI saranno create nel 2014 e altre tre nel 2018, per un totale, incluse le tre già istituite, di nove CCI (numero che corrisponde all'istituzione di un numero di centri di co-ubicazione nell'UE compreso tra 40 e 50).

3.4   Le CCI poggiano su solide basi scientifiche e di ricerca, e possono riunire operatori provenienti dai settori della formazione, della ricerca e dell'innovazione.

Tutte le CCI sono in grado di mobilitare investimenti, di garantire un impegno a lungo termine da parte delle imprese, di favorire nuovi sviluppi tecnologici e di stimolare l'innovazione sociale:

una CCI per le industrie manifatturiere a valore aggiunto;

una CCI per la catena di approvvigionamento alimentare;

una CCI per l'innovazione a favore di una vita sana e di un invecchiamento attivo;

una CCI a favore di società sicure in un'epoca di rapida digitalizzazione dell'economia;

una CCI che consenta l'introduzione di nuovi metodi sostenibili di prospezione, estrazione, trasformazione, riciclaggio e sostituzione;

una CCI per la mobilità urbana.

3.5   La creazione di CCI decentrate che raggruppano a livello locale (certamente a livello regionale) tutti i potenziali partner, sembra essere una risposta adeguata alle sfide cui deve far fronte l'Unione. Dinanzi alla comprovata impossibilità di armonizzare entro termini ragionevoli (vale a dire brevi) i sistemi di ricerca, formazione e produzione dei diversi Stati membri - settori che rientrano tutti nell'ambito della sussidiarietà - la creazione di CCI rappresenta una soluzione concreta a questo problema e fornisce un nuovo modello di politica di sviluppo dell'industria e dei servizi.

3.6   Grazie all'autonomia loro concessa in materia di assunzione, organizzazione e finanziamento, le CCI potranno reperire facilmente i ricercatori più competenti e motivati; tale autonomia dovrebbe inoltre facilitare il riscontro relativo all’esperienza e la cooperazione internazionale previsti dalla Commissione.

4.   Osservazioni generali e specifiche

4.1   L'architettura generale proposta dalla Commissione è innovativa e promettente. Il Comitato desidera ricordare il suo precedente parere sulla creazione dell'Istituto europeo di tecnologia (2), in quanto ritiene chele osservazioni generali in esso contenute conservino ancor oggi tutta la loro validità.

4.2   Per quanto concerne il bilancio il Comitato ritiene che, tenendo conto del numero di CCI da istituire e della durata del programma, gli stanziamenti assegnati in base alla proposta della Commissione restino praticamente invariati o rappresentino addirittura una riduzione relativa delle risorse finanziarie previste fino al 2020; l'EIT costituisce invece uno strumento di crescita sostenibile a medio e lungo termine per le PMI/ le piccole e medie industrie europee, una crescita che sarà ricca di innovazioni e posti di lavoro e che deve essere incoraggiata a svilupparsi nei settori più promettenti.

4.3   La struttura di finanziamento delle CCI costituisce chiaramente un vantaggio, in quanto solo il 25 % dei fondi è fornito dall'EIT mentre il restante 75 % è a carico delle imprese partner, delle PMI, degli istituti di ricerca, degli operatori pubblici o privati coinvolti in questa esperienza. Questa struttura consente, grazie alla sua flessibilità, di accelerare i processi di acquisizione e i collegamenti tra la ricerca fondamentale e quella applicata, tra l'innovazione e il deposito di brevetti, nonché la creazione o lo sviluppo di imprese che commercializzano prodotti innovativi.

4.4   Le iniziative locali potranno inoltre disporre di importanti margini di manovra negli Stati membri.

4.5   La struttura della gestione delle CCI e il rinnovo periodico dei membri costituiscono indubbiamente altri vantaggi di tali comunità. Il Comitato condivide la visione che guida lo sviluppo dell'EIT, e ritiene che mantenere l'indipendenza e l'autonomia delle CCI sia necessario per migliorarne l'efficacia e che occorra giudicare il loro lavoro sulla base dei risultati ottenuti.

4.6   Uno dei punti interessanti di questa struttura a due livelli sarà la possibilità di commercializzare più facilmente brevetti e prodotti innovativi provenienti dalle CCI.

Dinanzi ad una globalizzazione sempre più rapida che rende più fragili le industrie tradizionali, il CESE appoggia l'idea secondo cui il concetto di «eccellenza» in materia di formazione e di produzione è un valore sicuro per il futuro nonché uno strumento efficace in materia di competitività.

4.7   Il valore aggiunto di prodotti o servizi innovativi è oggi più che mai il fattore che consente, in una prospettiva dichiarata di sviluppo sostenibile, di creare posti di lavoro qualificati nell'Unione e di evitare la delocalizzazione verso paesi in cui il costo della manodopera è più basso.

4.8   Il CESE fa osservare che le CCI si concentrano relativamente in pochi paesi, e auspica che vengano condotti sforzi specifici al fine di stabilire, nel maggior numero possibile di Stati membri, collegamenti con laboratori, imprese e istituti di ricerca. Questo permetterà di estendere il potenziale creativo e le risorse umane e tecnologiche delle CCI e di non accentuare gli squilibri in materia di ricerca e formazione ad alto livello tra gli Stati membri. Il Comitato sottolinea inoltre che più di 200 partner provenienti da tutti gli Stati membri si sono impegnati in tal senso.

4.9   Il CESE approva in particolare la creazione di diplomi col «marchio EIT» onde agevolare la mobilità dei ricercatori e lo sviluppo di imprese e di PMI al di fuori del loro territorio di origine.

4.10   Il CESE desidera che gli istituti, le imprese e i potenziali partner dispongano del maggior numero d'informazioni possibile affinché diano un sostegno e prendano parte alla creazione di CCI nei principali settori citati nella strategia Europa 2020.

Per raggiungere questo obiettivo, l'EIT deve realizzare quanto prima una vasta campagna di comunicazione su questi temi, onde consentire alle imprese e ai partner potenziali di elaborare i loro progetti di partenariato.

4.11   Il CESE, consapevole delle resistenze o addirittura degli ostacoli che potrebbero sorgere all'interno delle istituzioni nazionali esistenti, chiede alla Commissione di promuovere un dialogo approfondito tra queste ultime e l'EIT al fine di ottenere sinergie che a suo avviso risultano indispensabili a lungo termine.

Il Comitato evidenzia in particolare i timori espressi dai responsabili degli istituti di ricerca e di formazione di vedere i loro bilanci diminuire a vantaggio delle CCI.

Bruxelles, 28 marzo 2012

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


(1)  In inglese: Knowledge and Innovation Communities (KIC).

(2)  GU C 161 del 13.7.2007, pag. 28.