25.5.2011   

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Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 155/10


Conclusioni del Consiglio del 7 marzo 2011 sul Patto europeo per la parità di genere (2011-2020)

2011/C 155/02

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

RAMMENTANDO QUANTO SEGUE:

1.

La parità tra donne e uomini costituisce un valore fondamentale dell'Unione europea, sancito nei trattati, e uno degli obiettivi e dei compiti dell'Unione europea, e l'integrazione del principio della parità tra donne e uomini in tutte le sue attività rappresenta un obiettivo generale dell'Unione (1).

2.

Il principio della parità di genere è sancito nell'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

3.

Benché l'Unione europea disponga di un significativo corpus legislativo che promuove il rispetto del principio della parità di trattamento fra uomini e donne in settori quali l'occupazione e l'accesso ai beni e ai servizi (2), le successive relazioni annuali sulla parità tra donne e uomini (3) adottate dalla Commissione europea dimostrano che i progressi sono lenti e la parità di genere de facto deve essere ancora conseguita.

4.

«Europa 2020», la nuova strategia dell'Unione europea per l'occupazione e una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (4), aiuterà gli Stati membri e l'Unione europea a raggiungere livelli elevati di competitività, produttività, crescita, coesione sociale e convergenza economica.

5.

Fra i suoi obiettivi principali, la strategia «Europa 2020» si prefigge di portare al 75 % il tasso di occupazione delle donne e degli uomini di età compresa tra 20 e 64 anni, il che significa che, nel mettere in atto la strategia, è necessario dedicarsi in via prioritaria, agli ostacoli alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

6.

Gli orientamenti per l'occupazione, che fanno parte degli «orientamenti integrati di Europa 2020» (5), e sono monitorati nell'ambito del quadro di valutazione comune (6) mettono a tale proposito in rilievo l'importanza dell'attuazione, della valutazione e del follow-up di politiche dell'occupazione che promuovano la parità di genere e l'equilibrio tra vita professionale e vita privata.

7.

L'analisi annuale della crescita (7) adottata dalla Commissione europea indica che il lavoro a tempo parziale non volontario costituisce ancora un problema in alcuni Stati membri e che le donne che desiderano rientrare nel mercato del lavoro continuano ad incontrare ostacoli.

8.

La strategia della Commissione europea per la parità tra donne e uomini 2010-2015 fa seguito alla tabella di marcia della Commissione per la parità tra donne e uomini 2006-2010 (8), che è stata oggetto di un riesame intermedio (9), ed alla Carta per le donne, adottata dalla Commissione europea il 5 marzo 2010 (10).

9.

La strategia della Commissione europea per la parità tra donne e uomini 2010-2015 è incentrata sulle seguenti cinque priorità: pari indipendenza economica, pari retribuzione per lo stesso lavoro o lavoro di pari valore, parità nel processo decisionale, dignità, integrità e fine della violenza sessista; e parità tra donne e uomini nelle azioni esterne. La strategia affronta anche una serie di importanti questioni orizzontali relative ai ruoli di genere, alla normativa, alla gestione e agli strumenti della parità di genere.

10.

Nel 2006 il Consiglio europeo ha adottato il primo patto europeo per la parità di genere (11) e nel marzo 2010 il trio di presidenze ha invitato a commemorare il quinto anniversario del patto.

TENUTO CONTO DI QUANTO SEGUE:

11.

Il 6 dicembre 2010 il Consiglio ha adottato conclusioni a sostegno dell'attuazione della strategia della Commissione europea per la parità tra donne e uomini 2010-2015 (12) e conclusioni dal titolo «Rafforzamento dell'impegno e intensificazione dell'azione per colmare il divario di retribuzione tra i generi, nonché revisione dell'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino» (13), che invitavano il Consiglio europeo ad adeguare e migliorare il patto europeo per la parità di genere nella primavera del 2011 alla luce della nuova strategia della Commissione per la parità tra donne e uomini 2010-2015, della strategia Europa 2020 e delle suddette conclusioni.

12.

Sono necessari provvedimenti opportuni per combattere ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne ed occorre esaminare le cause della discriminazione multipla e studiare modi efficaci per eliminarla.

13.

ADOTTA il patto europeo per la parità di genere (2011-2020) che figura in allegato.

14.

INVITA il Consiglio europeo ad approvare il patto nelle conclusioni di primavera, per affrontare le sfide cui è attualmente confrontata la politica volta a promuovere la parità di genere e per assicurare che in tutti i settori, ed in particolare nel contesto della strategia «Europa 2020», sia integrata una dimensione di genere.

15.

INCORAGGIA il Consiglio europeo a iscrivere il tema della parità di genere nel suo ordine del giorno prima del termine della strategia della Commissione europea per la parità tra donne e uomini 2010-2015.


(1)  Articolo 2 e articolo 3, paragrafo 3 del TUE e articolo 8 del TFUE.

(2)  Direttiva 92/85/CEE del Consiglio, del 19 ottobre 1992, concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento (GU L 348 del 28.11.1992, pag. 1); direttiva 2004/113/CE del Consiglio, del 13 dicembre 2004, che attua il principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso a beni e servizi e la loro fornitura (GU L 373 del 21.12.2004, pag. 37); direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego (GU L 204 del 26.7.2006, pag. 23); direttiva 2010/18/UE del Consiglio, dell'8 marzo 2010, che attua l'accordo quadro riveduto in materia di congedo parentale concluso da BUSINESSEUROPE, UEAPME, CEEP e CES e abroga la direttiva 96/34/CE (GU L 68 del 18.3.2010, pag. 13); direttiva 2010/41/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2010, sull'applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne che esercitano un'attività autonoma e che abroga la direttiva 86/613/CEE del Consiglio (GU L 180 del 15.7.2010, pag. 1).

(3)  Per la relazione più recente, cfr. doc. 6571/11. I documenti citati nelle note in calce 3-4 e 6-12 si trovano nel registro pubblico del Consiglio: http://register.consilium.eu.int/

(4)  Doc. EUCO 13/1/10 REV 1.

(5)  GU L 308 del 24.11.2010, pag. 46.

(6)  Doc. 16984/10 + ADD 1.

(7)  Doc. 18066/10 + ADD 1-3.

(8)  Doc. 7034/06.

(9)  Doc. 17495/08.

(10)  Doc. 7370/10.

(11)  Doc. 7775/1/06 REV 1.

(12)  Doc. 16880/10.

(13)  GU C 345 del 18.12.2010, pag. 1.


ALLEGATO

Patto europeo per la parità di genere (2011-2020)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA riconosce che la parità tra donne e uomini costituisce un valore fondamentale dell'Unione europea e che le politiche volte a promuovere la parità di genere sono vitali per la crescita economica, la prosperità e la competitività. A cinque anni dall'adozione del primo patto europeo per la parità di genere vi è la necessità di un nuovo slancio, in particolare per ribadire e sostenere lo stretto legame tra la strategia della Commissione per la parità tra donne e uomini 2010-2015 ed «Europa 2020», la strategia dell'Unione europea per l'occupazione ed una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. IL CONSIGLIO ribadisce pertanto il suo impegno a realizzare le ambizioni dell'UE in materia di parità di genere come menzionato nel trattato e in particolare a:

1)

colmare i divari di genere nell'occupazione e nella protezione sociale, compreso il divario di retribuzione tra i generi, per realizzare gli obiettivi della strategia «Europa 2020», soprattutto in tre settori di grande importanza per la parità di genere, vale a dire l'occupazione, l'istruzione e la promozione dell'inclusione sociale, in particolare tramite la riduzione della povertà, contribuendo così al potenziale di crescita della forza lavoro europea;

2)

promuovere un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata per le donne e gli uomini lungo tutto l'arco della vita in modo da accrescere la parità di genere, ampliare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e contribuire a fronteggiare le sfide demografiche; e

3)

combattere ogni forma di violenza contro le donne al fine di garantire a queste ultime il rispetto dei loro diritti e realizzare la parità di genere, anche nella prospettiva di una crescita inclusiva.

IL CONSIGLIO sollecita interventi a livello degli Stati membri e, ove opportuno, dell'Unione nei seguenti settori:

 

misure atte a colmare i divari di genere e combattere la segregazione di genere nel mercato del lavoro:

a)

promuovere l'occupazione delle donne in tutte le fasce d'età e colmare i divari di genere nell'occupazione, anche tramite la lotta a tutte le forme di discriminazione;

b)

eliminare gli stereotipi di genere e promuovere la parità di genere a tutti i livelli dell'istruzione e della formazione nonché nella vita lavorativa, in modo da ridurre la segregazione di genere nel mercato del lavoro;

c)

assicurare pari retribuzione per lo stesso lavoro e lavoro di pari valore;

d)

promuovere l'emancipazione delle donne nella vita politica ed economica e far progredire l'imprenditorialità femminile;

e)

incoraggiare le parti sociali e le imprese a sviluppare e attuare con efficacia iniziative a favore della parità di genere e promuovere piani per la parità di genere sul luogo di lavoro; e

f)

promuovere la pari partecipazione delle donne e degli uomini al processo decisionale a tutti i livelli e in tutti i settori, onde utilizzare pienamente tutti i talenti;

 

misure atte a promuovere un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata per le donne e gli uomini:

a)

migliorare la fornitura di servizi di assistenza all'infanzia adeguati, accessibili e di qualità elevata destinati ai bambini in età pre-scolare al fine di raggiungere gli obiettivi stabiliti al Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002, tenendo conto della richiesta di servizi di assistenza all'infanzia ed in linea con i modelli nazionali di assistenza all'infanzia;

b)

migliorare la disponibilità delle strutture di assistenza per altre persone non autosufficienti; e

c)

promuovere formule di lavoro flessibili e varie forme di congedo sia per le donne che per gli uomini;

 

misure atte ad affrontare ogni forma di violenza contro le donne:

a)

adottare, attuare e verificare strategie a livello nazionale e dell'Unione al fine di eliminare la violenza contro le donne;

b)

rafforzare la prevenzione della violenza contro le donne e la protezione delle vittime e potenziali vittime, comprese le donne appartenenti a tutti i gruppi svantaggiati; e

c)

porre l'accento sul ruolo e sulla responsabilità degli uomini e dei ragazzi nel processo di sradicamento della violenza contro le donne.

 

Governance, attuazione e verifica:

Nei meccanismi della strategia «Europa 2020» si dovrebbe tener conto, se del caso, degli aspetti pertinenti del presente patto e delle relazioni annuali della Commissione sulla parità tra donne e uomini.

IL CONSIGLIO ribadisce il suo impegno di rafforzare la governance tramite l'integrazione di genere introducendo la prospettiva di genere in tutti i settori di intervento, incluse le azioni esterne dell'UE, anche tenendo conto del ruolo essenziale degli uomini e dei ragazzi nella promozione della parità di genere, ed assicurando che gli effetti della parità di genere siano tenuti in considerazione nelle valutazioni d'impatto delle nuove politiche dell'UE. IL CONSIGLIO incoraggia gli Stati membri e la Commissione, in particolare mediante Eurostat, a sviluppare ulteriormente le statistiche e gli indicatori esistenti disaggregati per sesso e ad avvalersi pienamente delle capacità dell'Istituto europeo per la parità di genere.

Nell'elaborazione e nell'attuazione dei rispettivi programmi nazionali di riforma, gli Stati membri sono incoraggiati ad applicare una prospettiva di parità di genere ed a promuovere politiche di parità di genere, in particolare riguardo agli orientamenti per l'occupazione, e sono invitati ad utilizzare in modo opportuno gli indicatori concordati in materia di parità di genere sviluppati nell'ambito del quadro di valutazione comune e del follow-up della piattaforma d'azione di Pechino in tutti i settori di intervento e i processi pertinenti.

Si invitano inoltre la Commissione ed il Consiglio ad integrare una prospettiva di parità di genere nell'analisi annuale della crescita, nei pareri sui singoli paesi e nelle raccomandazioni specifiche per paese. I progressi compiuti nell'attuazione del patto europeo per la parità di genere dovrebbero essere annualmente discussi dai ministri a livello di Consiglio.