28.1.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 24/35


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Il problema dei senzatetto» (parere di iniziativa)

2012/C 24/07

Relatore: Eugen LUCAN

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 20 gennaio 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del proprio Regolamento interno, di elaborare un parere di iniziativa sul tema:

Il problema dei senzatetto.

La sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 28 settembre 2011.

Alla sua 475a sessione plenaria, dei giorni 26 e 27 ottobre 2011 (seduta del 27 ottobre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 98 voti favorevoli, nessun voto contrario e 6 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

Il CESE raccomanda:

1.1.1

all'Unione europea di stanziare molte più risorse dei fondi strutturali (specialmente FSE + FESR) per affrontare il fenomeno dei senzatetto (homelessness), soprattutto nell'ottica della costruzione di strutture abitative permanenti;

1.1.2

all'Unione europea e ai suoi Stati membri di basare le politiche tese a combattere il fenomeno delle persone senza casa su un rispetto totale dei diritti umani, che includono il diritto a un alloggio a prezzi accessibili e adeguato. Il CESE ritiene che questo fenomeno non si sia sviluppato spontaneamente ma che sia invece il risultato di determinate scelte politiche ed economiche. Proprio per via della situazione di crisi che l'Unione sta attraversando, occorre avviare da subito, in seno alla componente relativa alla crescita inclusiva della strategia Europa 2020, un'analisi della questione della ridistribuzione delle ricchezze;

1.1.3

esiste già un arsenale giuridico europeo (trattati, carte, testi internazionali) per l'adozione di una politica ambiziosa in materia di edilizia abitativa sociale. Inoltre l'Unione potrebbe coordinare una serie di iniziative per convincere gli Stati membri a ratificare la Carta sociale europea riveduta (1). Il CESE raccomanda alla Commissione, al Parlamento europeo e all'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali di elaborare una relazione annuale che comprenda una valutazione dell'attuazione negli Stati membri dell'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea sul diritto a un aiuto per l'alloggio;

1.1.4

a Eurostat di promuovere definizioni, indici e indicatori comuni per comprendere la complessità e la specificità del fenomeno a livello europeo e per realizzare statistiche omogenee. Il CESE raccomanda l'adozione della classificazione ETHOS, messa a punto dalla Federazione europea delle associazioni nazionali che si occupano dei senzatetto (Feantsa), per la definizione del fenomeno dei senzatetto a livello europeo;

1.1.5

alla Commissione europea di mettere a punto una strategia ambiziosa in rapporto al fenomeno dei senzatetto (homelessness) e di sostenere gli Stati membri nello sviluppo di strategie nazionali efficienti, conformemente agli orientamenti proposti nella Relazione congiunta per il 2010 sulla protezione e sull'inclusione sociale e tenendo conto delle raccomandazioni della giuria della conferenza europea di consenso sul fenomeno dei senzatetto. Una salda e risoluta politica abitativa in Europa rientrerebbe tra le grandi opere in grado di creare occupazione e benessere, che rimangono due obiettivi dei trattati europei.

1.1.6

Tenendo conto del fatto che la strategia Europa 2020 persegue una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, il CESE propone che l'UE debba monitorare periodicamente tale strategia ed elaborare le politiche in funzione anche del rapporto tra il prezzo degli alloggi sul mercato immobiliare e la possibilità dei cittadini europei di acquistare o affittare un alloggio in funzione dei redditi che percepiscono.

1.1.7

L'UE dovrebbe aiutare gli Stati membri affinché nelle politiche di inclusione prendano in considerazione: la totale eliminazione dei decessi causati dalla «vita di strada», la dignità delle persone, la pluralità delle cause, la prevenzione del fenomeno, la responsabilizzazione e partecipazione dei beneficiari attraverso un contratto sociale/di affitto, gli standard europei sull'efficienza in termini di costi per l'alloggio e i servizi sociali, la creazione di strutture abitative permanenti, di alloggi popolari e di centri di prevenzione in ogni località (2), nonché un approccio che porti a un accesso rapido a una sistemazione abitativa permanente.

1.1.8

Raccomanda inoltre alla Commissione di creare un'Agenzia europea per le persone senza casa;

1.1.9

raccomanda infine agli Stati membri di attuare strategie efficienti anti-crisi che mettano l'accento sul rapporto ottimale tra costi ed efficienza, sulla consultazione e promozione dei partenariati pubblico-privati, sull'aumento del parco di alloggi disponibili nell'attuale contesto di crisi in cui i prezzi degli immobili sono diminuiti in misura significativa.

2.   Contesto e osservazioni generali in merito al problema dei senzatetto nell'UE

2.1

I senzatetto hanno rappresentato un settore prioritario di azione nel quadro dell'Anno europeo 2010 (3).

2.2

Il problema dei senzatetto è stato indicato per la prima volta come un tema prioritario nella Relazione congiunta per il 2005 sulla protezione e sull’inclusione sociale. La Commissione europea ha pubblicato nel 2007 uno studio intitolato Measuring homelessness in Europe («Misurazione del fenomeno dei senzatetto in Europa») (4).

2.3

La lotta al problema dei senzatetto è diventata una priorità, in quanto tale questione rappresenta una parte importante della strategia dell'UE in materia di protezione e inclusione sociale.

2.4

Per mezzo della strategia dell'UE in materia di protezione e inclusione sociale (nota anche con il nome di «metodo aperto di coordinamento sociale»), l'Unione europea coordina e incoraggia le misure nazionali e lo sviluppo di politiche tese a combattere la povertà e l'esclusione sociale attraverso un meccanismo di rendicontazione, degli indicatori concordati e delle conclusioni politiche finali adottate dalla Commissione europea in collaborazione con il pertinente Consiglio dei ministri dell'UE.

2.5

Il Parlamento europeo ha adottato una serie di iniziative importanti in merito al problema dei senzatetto, compresa una dichiarazione scritta sulla soluzione del problema dei senzatetto, adottata nel 2008 (5). Nella dichiarazione il PE chiede al Consiglio di giungere a un accordo per un impegno a livello dell'intera UE teso a risolvere entro il 2015 il problema dei senzatetto. Una nuova dichiarazione scritta interpartitica sulla necessità di una strategia dell'UE in merito al problema del senzatetto è stata proposta da cinque eurodeputati in data 6 settembre 2010 ed è stata adottata nel dicembre 2010. Per realizzare questi obiettivi ambiziosi il CESE ritiene necessario stanziare dei fondi europei (FSE + FESR).

2.6

Alla fine del 2009 la Rete di esperti indipendenti in materia di inclusione sociale dell’UE ha presentato una relazione (6) sul problema dei senzatetto e dell'esclusione abitativa negli Stati membri dell'UE. Nella relazione si chiede che il problema dei senzatetto sia parte integrante del metodo aperto di coordinamento (MAC) sociale e che tale metodo venga consolidato e portato avanti dopo il 2010.

2.7

Il 17 giugno 2010 il Consiglio europeo ha adottato la nuova strategia Europa 2020. L'UE si propone di eliminare il rischio di povertà e di esclusione per almeno 20 milioni di persone entro il 2020. La proposta della Commissione per il 2020 comprende una Piattaforma europea contro la povertà per «definire e attuare misure incentrate sulla situazione specifica delle categorie particolarmente a rischio tra cui i senzatetto  (7)».

2.8

Nell'ottobre del 2010 il Comitato delle regioni (CdR) ha pubblicato un parere sul tema Far fronte all'esclusione sociale causata dalla mancanza di una fissa dimora, nel quale sostiene che l'UE deve compiere molti più sforzi per combattere questo problema. Il CdR propone di promuovere la classificazione ETHOS a livello europeo, di creare un'Agenzia europea incaricata del coordinamento e del sostegno nella lotta al fenomeno della mancanza di una fissa dimora, di incoraggiare la prevenzione di tale fenomeno e di coinvolgere le regioni.

2.9

Nella relazione congiunta per il 2010 sulla protezione e sull'inclusione sociale preparata dalla Commissione e dal Consiglio (8) si chiede agli Stati membri di sviluppare strategie che pongano l'accento sulla prevenzione, sull'orientamento verso strutture abitative permanenti (alloggi popolari e permanenti), su un approccio del tipo «la casa innanzitutto» che sia accompagnato da servizi sociali complementari e su una governance migliore.

2.10

Le raccomandazioni più importanti del 2010 in merito al fenomeno dei senzatetto sono racchiuse nelle conclusioni della conferenza di consenso (consensus conference) (9) che si è svolta alla fine dell'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale su iniziativa della Commissione europea e con il sostegno della presidenza belga dell'Unione europea.

2.11

Nel 2011 Eurostat ha pubblicato una relazione intitolata Housing Condition in Europe in 2009 («La condizione abitativa in Europa nel 2009») (10) nella quale specifica che nell'UE 30 milioni di cittadini soffrono a causa di spazi insufficienti e di condizioni abitative precarie.

3.   Il diritto all'alloggio

3.1

Il fenomeno delle persone prive di un alloggio può incidere direttamente sul rispetto dei diritti umani così come sono sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (11).

3.2

L'art. 34, par. 3, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea specifica che «al fine di lottare contro l'esclusione sociale e la povertà, l'Unione riconosce e rispetta il diritto all'assistenza sociale e all'assistenza abitativa volte a garantire un'esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di risorse sufficienti».

3.3

La dichiarazione universale dei diritti umani dell'ONU garantisce il diritto a condizioni di vita adeguate e ciò comprende la casa, i servizi medici e quelli sociali. All'art. 25, par. 1, si specifica che «ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari».

3.4

La Carta sociale riveduta del Consiglio d'Europa (12) stabilisce all'art. 31 che ogni cittadino ha diritto all'alloggio e invita le parti a garantire che i firmatari si impegnino a promuovere l'accesso a un alloggio di livello adeguato, a prevenire e ridurre il fenomeno delle persone senza casa, nonché a promuovere azioni tese rendere i prezzi delle abitazioni accessibili a chi è privo di risorse adeguate.

3.5

In molti Stati membri dell'UE il diritto all'alloggio è sancito dalla Costituzione. Un alloggio adeguato rappresenta sia una necessità che un diritto. Il CESE raccomanda a tutti gli Stati membri di offrire sostegno a qualsiasi persona che, conformemente alla legislazione nazionale in vigore, abbia diritto ad avere accesso a un alloggio, e invita gli Stati membri e la società civile a monitorare questo processo. L'esistenza di un diritto giuridico rappresenta una base adeguata per avviare e sviluppare politiche efficienti tese a combattere il fenomeno delle persone senza casa.

4.   L'esclusione sociale e la povertà che sono determinate dalla mancanza di un alloggio

4.1

Eurostat (13) specifica che nell'UE 30 milioni di cittadini soffrono a causa di spazi insufficienti e di condizioni abitative precarie. Nel 2009 il 6 % della popolazione europea ha sofferto in modo grave della mancanza di un alloggio. Nell'UE il 12 % della popolazione vive in alloggi che hanno costi di manutenzione considerevoli in rapporto ai redditi dei loro occupanti.

4.2

I senzatetto che vivono in strada rappresentano la forma di povertà ed esclusione più visibile ed estrema. Il problema dei senzatetto può comprendere anche una serie di altre situazioni, come le persone che ricorrono a sistemazioni abitative di emergenza, temporanee o provvisorie, le persone che vivono temporaneamente presso familiari o amici, le persone che devono essere dimesse da determinati tipi di istituti e non hanno un alloggio, le persone minacciate di sfratto, oppure le persone che vivono in un alloggio non idoneo o non sicuro.

4.3

L'accesso a un alloggio di qualità accettabile può essere considerato una necessità umana di base.

4.4

La mancanza di alloggio è definita in termini di impianti essenziali ridotti ed è valutata prendendo come riferimento le abitazioni che hanno il tetto rotto, prive di bagno/doccia o di gabinetto, oppure che hanno stanze troppo buie.

4.5

Alcuni Stati membri che sono entrati nell'UE dopo il 2004 hanno segnalato che gran parte della loro popolazione deve far fronte a un'estrema mancanza di alloggio, specialmente in Romania, in Polonia, in Bulgaria e negli Stati baltici (14).

4.6

In molti paesi la povertà è legata all'alto costo degli alloggi: il 67 % degli europei ritiene che un alloggio decente sia troppo costoso. Questa opinione è particolarmente diffusa nella Repubblica ceca e a Cipro (89 %), oltre che in Lussemburgo, a Malta (86 %) e in Slovacchia (84 %).

4.7

Un europeo su sei afferma che è difficile sostenere i costi quotidiani per la manutenzione della casa (15). Nell'UE il 26 % dei cittadini ritiene che un alloggio decente sia troppo costoso nella nostra società: per la popolazione europea questa è la quarta risposta, in ordine di pertinenza, alla domanda «perché gli uomini sono poveri?».

5.   Definizioni del fenomeno delle persone senza una casa o senza un tetto (homelessness)

5.1

A livello dell'UE non esiste una definizione funzionale comune dei senzatetto, in quanto tale definizione varia molto da uno Stato membro all'altro. Il fenomeno dei senzatetto (homelessness) costituisce un processo complesso e dinamico, con traiettorie che hanno percorsi di ingresso e di uscita distinti per individui o gruppi differenti.

5.2

Esistono differenti tipi e «gruppi obiettivo» di persone senza una casa, ad esempio: gli uomini soli sulla strada, i bambini e gli adolescenti che vivono in strada, i giovani che lasciano le case famiglia per minori, le madri sole che vivono in strada, le persone con problemi di salute come l'alcolismo e la tossicodipendenza, le persone con problemi psichici, le persone anziane senza una casa, le famiglie che vivono in strada, le persone senza casa che appartengono a minoranze etniche - come i Rom - oppure che hanno uno stile di vita nomade, gli immigranti senza casa, i richiedenti asilo senza casa (rifugiati), la seconda generazione di bambini di strada i cui genitori sono dei senzatetto.

5.3

Feantsa (la Federazione europea delle associazioni nazionali che si occupano dei senzatetto) ha sviluppato una classificazione, denominata ETHOS, in merito al fenomeno delle persone senza dimora e dell'esclusione abitativa. Secondo la tipologia ETHOS, avere una dimora può essere inteso:

—   da un punto di vista fisico: avere un alloggio (o uno spazio) adeguato del quale una persona e la sua famiglia hanno la proprietà esclusiva,

—   da un punto di vista legale: avere un titolo di proprietà,

—   da un punto di vista sociale: essere in grado di mantenere la propria privacy, di intrattenere relazioni interpersonali.

5.4

Questa definizione porta a quattro concetti principali (mancanza di un tetto sopra la testa, mancanza di un domicilio stabile, vita in condizioni abitative insicure e vita in condizioni abitative precarie), che possono essere tutti considerati come indicatori dell'assenza di una dimora. Pertanto ETHOS classifica i senzatetto in funzione della loro situazione di vita o della loro «dimora». Queste categorie concettuali sono a loro volta suddivise in 13 categorie operative che possono essere utilizzate per differenti politiche, come quelle che si occupano della mappatura dei problemi legati al fenomeno dei senzatetto, nonché di sviluppare, monitorare e valutare tali politiche (16).

6.   Statistiche, indici e indicatori

6.1

A livello dell'UE non esiste un unico metodo omogeneo di raccolta dei dati sulle persone senza casa forniti dagli istituti nazionali di statistica o da altre fonti statistiche ufficiali degli Stati membri dell'Unione europea.

6.2

Il modello ETHOS, con le sue categorie concettuali, può essere utilizzato per compilare statistiche, per realizzare una mappatura della situazione dei senzatetto, per valutare le necessità dei beneficiari e anche le risorse locali od organizzative, nonché per sviluppare, monitorare e valutare le politiche.

6.3

La realizzazione di studi e ricerche sul fenomeno dei senzatetto a livello dell'UE è necessaria sia per comprendere le cause e la struttura del fenomeno che per elaborare le politiche e coordinare e attuare le strategie. Il CESE chiede a Eurostat (attraverso il sistema di raccolta dei dati EU-SILC (17)) e ai programmi europei che hanno sostenuto finanziariamente l'inclusione dei senzatetto di presentare una valutazione per gli ultimi 5-10 anni che offra una panoramica sull'evoluzione del fenomeno dei senzatetto a livello europeo.

7.   Fattori di vulnerabilità e di rischio dell'esclusione abitativa. Causalità

7.1

Le cause che portano alla crescita del fenomeno dei senzatetto sono spesso complesse e interdipendenti. Una situazione di questo genere è determinata da un accumulo di fattori.

7.2

Esistono differenti tipi di fattori di vulnerabilità su cui occorre agire per prevenire e risolvere il problema dei senzatetto:

—   strutturali: il processo economico, l'immigrazione, la cittadinanza, il processo legato al mercato immobiliare,

—   istituzionali: i servizi sociali principali, il meccanismo dei sussidi, le procedure istituzionali,

—   relazionali: lo stato di famiglia, la situazione dei rapporti (ad esempio, in seguito ad un divorzio),

—   personali: disabilità, istruzione, dipendenza, età, situazione degli immigranti,

—   la discriminazione e/o la mancanza di uno statuto giuridico: può riguardare in particolare gli immigranti e alcune minoranze etniche, come le comunità di Rom.

8.   I servizi sociali o di emergenza e le strategie per l'accesso alla casa

8.1

Esistono differenti tipi di servizi di assistenza offerti ai senzatetto: servizi abitativi o non abitativi. La promozione del partenariato pubblico-privato è un fattore chiave nell'attuazione delle strategie per l'accesso all'alloggio. Per ridurre in modo significativo i decessi in strada è molto importante l'esistenza di strutture abitative permanenti e di servizi sociosanitari di emergenza, nonché la promozione di partenariati - specialmente in inverno e in estate -, in quanto esistono paesi in cui ad ogni stagione molto calda o molto fredda una percentuale delle persone senza casa muore in strada.

8.2

Il CESE raccomanda la diffusione di modelli innovativi e di manuali di buone prassi a livello nazionale ed europeo, in grado di promuovere metodologie innovative e interattive a livello nazionale ed europeo, in cui la sistemazione abitativa permanente e i necessari servizi complementari rappresentino la prima opzione. Il metodo aperto di coordinamento può apportare grandi benefici nella promozione di politiche efficienti rivolte all'integrazione dei senzatetto.

8.3

Il CESE raccomanda lo sviluppo di servizi diversi e la promozione di standard minimi per tutti i servizi sociali rivolti alle persone senza casa (homeless), in modo da venire incontro alle diverse necessità di queste persone:

interventi sociali diretti: assistenza sociale e legale per ottenere un alloggio, strutture di accoglienza, case e alloggi sociali, reti di assistenza e di sostentamento, centri multifunzionali,

servizi specializzati (senzatetto sieropositivi, senzatetto con necessità speciali, ecc.),

consulenza (anche legale) e formazione professionale,

formazione imprenditoriale per senzatetto ed economia sociale,

monitoraggio e sostegno (assistenza offerta dalle comunità),

azioni di promozione sul piano familiare, sociale e culturale, programmi di prevenzione.

8.4

Il CESE propone l'attuazione di strategie integrate per mezzo delle quali vengano creati servizi sufficienti e complementari in ciascun settore che corrispondano a ogni necessità dei beneficiari, specialmente gli alloggi sociali. Il Comitato segnala che, per evitare i decessi in strada, è necessario promuovere una legislazione che obblighi a creare come minimo un centro di consulenza e una struttura di accoglienza di emergenza per le persone senza casa in ogni regione, in funzione del numero di persone che vivono in strada. Il CESE sottolinea l'importanza di individuare delle soluzioni permanenti per l'integrazione delle persone svantaggiate sia attraverso la costruzione di strutture di accoglienza e abitative permanenti che attraverso la prestazione di servizi sociali complementari, specialmente per permettere il mantenimento dei rapporti di sostegno intrafamiliare (genitori-figli, ecc.) e, per quanto possibile, il rientro in famiglia dei bambini, nei casi in cui questi ultimi siano stati sottratti ai genitori a causa della povertà e delle condizioni difficili in cui vivevano.

8.5

Il CESE raccomanda agli Stati membri di elaborare in via prioritaria delle strategie di prevenzione a medio e lungo termine.

8.6

I servizi per i senzatetto non devono essere sistematicamente utilizzati per controbilanciare le incoerenze delle politiche in materia di immigrazione e la mancanza di servizi specializzati per gli immigranti.

9.   Osservazioni particolari

9.1

La mancanza di un tetto e di una casa può portare al degrado umano, alla discriminazione basata su motivi di appartenenza sociale (a un gruppo svantaggiato) e talvolta persino alla morte (specialmente nelle stagioni molte fredde o calde). Il CESE ritiene che il fenomeno delle persone prive di un alloggio (homelessness) possa ledere direttamente i diritti umani così come sono sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (agli articoli 1, 2, 3, 6, 7, 21 e 34) (18), dalla Carta sociale europea riveduta e dal Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali.

9.2

L'integrazione sociale delle persone senza casa è un processo complesso e difficile. Il CESE chiede alla Commissione europea di mettere a punto una strategia ambiziosa di sostegno agli Stati membri tesa a sradicare il fenomeno sociale dei senzatetto (homelessness) attraverso lo sviluppo di strategie nazionali efficienti. Le strategie nazionali devono essere incentrate su definizioni comuni, su cause, azioni e valutazioni d'impatto. Il CESE chiede alla Commissione europea di elaborare - iniziativa che appare assolutamente necessaria - una campagna di sensibilizzazione in merito al fenomeno delle persone senza una casa (homelessness). Il CESE raccomanda che le politiche e le strategie europee siano realizzate assieme alle organizzazioni che forniscono servizi sociali, alle persone prive di un alloggio, alle autorità pubbliche e alla comunità degli scienziati e dei ricercatori.

9.3

Il CESE raccomanda alla Commissione di incoraggiare gli Stati membri a stanziare in futuro risorse di bilancio e fondi specifici per finanziare o cofinanziare i programmi per i senzatetto (compresi FSE + FESR). Il CESE ritiene che la dotazione dei fondi strutturali FSE e FESR per il periodo 2014-2020 debba essere aumentata e che l'approccio debba essere complementare; inoltre raccomanda agli Stati membri di includere nei programmi operativi nazionali delle strategie sul problema dei senzatetto (in riferimento al regolamento (CE) n. 1083/2006) e delle misure tese ad attenuare gli effetti negativi della crisi economica sull'accesso all'alloggio.

9.4

Il CESE raccomanda di promuovere delle politiche europee che limitino qualsiasi tendenza speculativa sul mercato immobiliare. Il Comitato raccomanda che, nell'analisi delle politiche sociali europee e nazionali, venga tenuto sotto osservazione il rapporto tra l'importo netto di un salario mensile e il prezzo di un alloggio. Il CESE ritiene che l'accesso a un alloggio decente debba essere proporzionale al rapporto tra l'importo della rata mensile (o dell'affitto) - corrispondente al costo dell'alloggio più le spese quotidiane - e l'importo del salario netto di un cittadino europeo.

9.5

Il CESE richiama l'attenzione sul fatto che il fenomeno delle persone senza casa va assumendo in alcuni paesi proporzioni sempre più vaste. Se qualche decina di anni fa erano soprattutto i maschi adulti a vivere in strada, adesso la problematica dei senzatetto si è diversificata ed acuita in molti Stati europei: le donne senza casa aumentano di numero, vi sono famiglie che vivono in strada, giovani e bambini senzatetto che vivono in strada, lavoratori salariati che hanno perso la casa per il mancato pagamento delle rate o a causa della crisi immobiliare ed economica, vi sono infine sempre più immigrati o membri di comunità etniche senza un tetto. La spiacevole prova del fatto che il fenomeno è ormai fuori controllo in alcune aree è data in modo evidente dall'esistenza di bambini di strada «di seconda generazione», i cui genitori sono dei senzatetto.

Bruxelles, 27 ottobre 2011

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


(1)  CSE riveduta: Carta sociale europea del Consiglio d'l'Europa (1961). Con il Protocollo del 1995 è stato introdotto tra i diritti sociali fondamentali anche il diritto all'abitazione. Soltanto 14 dei 43 Stati firmatari hanno ratificato la Carta nelle rispettive legislazioni nazionali.

(2)  Il modello finlandese «La casa innanzitutto» (Housing first) mostra che le spese per un beneficiario assistito diminuiscono di 14 000 euro.

(3)  www.2010againstpoverty.eu.

(4)  http://ec.europa.eu/employment_social/social_inclusion/docs/2007/study_homelessness_en.pdf.

(5)  Cfr. l'allegato.

(6)  http://www.peer-review-social-inclusion.eu/network-of-independent-experts/2009/homelessness-and-housing-exclusion.

(7)  http://eurlex.europa.eu/Notice.do?val=509103%3Acs&lang=it&list=525632%3Acs%2C509103%3Acs%2C&pos=2&page=1&nbl=2&pgs=10&hwords=&checktexte=checkbox&visu=.

(8)  http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/10/st10/st10126.it07.pdf.

(9)  http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=637&langId=it&eventsId=315&furtherEvents=yes.

(10)  http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/product_details/publication?p_product_code=KS-SF-11-004.

(11)  L'articolo 6 del TUE stabilisce che «L'Unione riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea … che ha lo stesso valore giuridico dei trattati».

(12)  http://conventions.coe.int/Treaty/ita/Treaties/Html/163.htm.

(13)  http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/product_details/publication?p_product_code=KS-SF-11-004.

(14)  Eurobarometro.

(15)  Secondo una recente indagine di Eurobarometro sulla povertà e l'esclusione sociale (MEMO/09/480/27.10.2009).

(16)  La classificazione ETHOS si trova in allegato; cfr. anche: http://www.feantsa.org/files/freshstart/Toolkits/Ethos/Leaflet/IT.pdf.

(17)  http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/microdata/eu_silc.

(18)  Unione europea, 2010 / ISBN 979-92-824-2588-6; pagg. 391-403. Vedasi anche il punto 3.2 del presente parere.