COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Riforma della politica comune della pesca /* COM/2011/0417 definitivo */
INDICE 1........... Introduzione................................................................................................................... 2 2........... Obiettivi della riforma...................................................................................................... 3 2.1........ Più pesce per una pesca sostenibile................................................................................. 3 2.2........ Un futuro per la pesca e
l’acquacoltura e per l’occupazione in tali settori.......................... 5 2.3........ Prosperità delle comunità costiere................................................................................... 7 2.4........ Soddisfare le reali esigenze di
consumatori informati......................................................... 7 2.5........ Una migliore governance grazie alla
regionalizzazione....................................................... 7 2.6........ Forme di finanziamento più
intelligenti.............................................................................. 8 2.7........ Diffondere i principi della PCP a
livello internazionale....................................................... 9
1.
Introduzione
Le conclusioni del Libro verde sulla riforma
della politica comune della pesca[1]
(PCP) indicano che la politica non sta realizzando i suoi principali obiettivi:
gli stock ittici sono sovrasfruttati, la situazione economica di alcuni
segmenti della flotta è instabile malgrado gli elevati livelli di sussidi
erogati, l’occupazione nel settore della pesca non presenta grosse attrattive e
la situazione di molte comunità costiere che dipendono dalla pesca è precaria.
L’esito del vasto processo di consultazione che ha fatto seguito al Libro verde
ha confermato questa analisi[2]. In questo contesto, la Commissione propone
un’ambiziosa riforma della politica al fine di creare le condizioni di un
futuro migliore per la pesca e le risorse ittiche, nonché per l’ambiente marino
da cui esse traggono sostentamento. La PCP dispone di un enorme potenziale per
fornire gli elementi di base di una pesca sostenibile che rispetti l’ecosistema
e offra prodotti ittici sani e di elevata qualità per i cittadini europei,
condizioni di vita prospere per le comunità costiere, redditività delle
industrie di produzione e trasformazione del pesce e posti di lavoro più sicuri
e attraenti. La riforma contribuirà alla strategia Europa 2020[3] favorendo il conseguimento di
una crescita sostenibile e inclusiva, di una maggiore coesione nelle regioni
costiere e di solidi risultati economici nel settore. La riforma punta inoltre
a garantire uno sfruttamento sostenibile delle risorse marine e costituisce
pertanto un elemento chiave dell’iniziativa faro “Un’Europa efficiente sotto il
profilo delle risorse”[4]. L’elemento centrale della riforma proposta è
la sostenibilità. Una pesca sostenibile è una pesca esercitata a livelli che
non minacciano la riproduzione degli stock e che forniscono rendimenti elevati
a lungo termine. Ciò richiede una gestione del volume del pesce prelevato dal
mare con la pesca. La Commissione propone che entro il 2015 gli stock debbano
essere sfruttati a livelli sostenibili che producano il “rendimento massimo
sostenibile”. Propone inoltre di eliminare entro il 2016 la pratica consistente
nel rigetto in mare delle catture indesiderate. Tali rigetti costituiscono uno
spreco inaccettabile di risorse. In base alle migliori stime effettuate[5], se gli stock fossero sfruttati
al livello del rendimento massimo sostenibile ciò ne aumenterebbe di circa il 70%
le dimensioni. Le catture globali aumenterebbero di circa il 17%, i margini di
profitto potrebbero essere triplicati, il ritorno sugli investimenti sarebbe
sei volte maggiore e il valore aggiunto lordo per il settore delle catture
aumenterebbe di circa il 90%. Una pesca a livelli sostenibili eliminerebbe
la dipendenza dal sostegno pubblico del settore delle catture. Essa favorirebbe
inoltre prezzi più stabili a condizioni trasparenti, con evidenti vantaggi per
i consumatori. Un settore forte, efficiente ed economicamente redditizio
operante in condizioni di mercato avrebbe un ruolo più rilevante e attivo nella
gestione degli stock e contribuirebbe inoltre a ridurre la sovraccapacità della
flotta, attualmente una delle cause principali del sovrasfruttamento. La sostenibilità della pesca è essenziale per
il futuro delle comunità costiere, che in alcuni casi richiederanno misure
specifiche per riuscire a gestire le loro flotte costiere artigianali. La
Commissione propone di sviluppare la PCP nel quadro più vasto dell’economia
marittima. Si avrà in tal modo una maggiore coerenza nelle politiche destinate
ai mari e alle zone costiere dell’UE, nonché un maggiore contributo alla
diversificazione delle fonti di reddito delle regioni costiere che garantisca
una migliore qualità della vita agli abitanti. Il pesce è la risorsa di base del settore.
Esso costituisce inoltre una sana fonte di proteine per il consumo umano.
Favorire la sostenibilità della pesca e dell’acquacoltura nelle zone costiere e
rurali è nell’interesse dell’intera società e contribuirà a soddisfare la
domanda crescente dei consumatori relativa a pesce e frutti di mare di qualità. Il pacchetto di riforma della PCP comprende i
seguenti elementi: · una proposta legislativa per un regolamento di base (in sostituzione
del regolamento (CE) n. 2371/2002 del Consiglio), · una proposta legislativa per una politica di mercato (in sostituzione
del regolamento (CE) n. 104/2000 del Consiglio), · una comunicazione sulla dimensione esterna della PCP, · una relazione sul regolamento (CE) n. 2371/2002 del Consiglio, relativa
ai capitoli Conservazione e sostenibilità e Adeguamento della
capacità di pesca, nonché all’articolo 17, paragrafo 2, sulla
limitazione dell’accesso delle flotte entro le 12 miglia nautiche. Nel contesto del quadro finanziario
pluriennale e delle prospettive finanziarie, la Commissione ha previsto una
proposta legislativa per il futuro strumento finanziario 2014‑2020 a
sostegno della PCP che dovrebbe essere adottata nella seconda parte del 2011.
2.
Obiettivi della riforma
2.1.
Più pesce per una pesca sostenibile
Gli stock ittici dovrebbero essere portati a
livelli sostenibili ed essere mantenuti in sane condizioni. Lo sfruttamento
dovrebbe avvenire ai livelli del rendimento massimo sostenibile, ossia
realizzando il maggior volume di catture che può essere effettuato in
condizioni di sicurezza anno dopo anno mantenendo le dimensioni della
popolazione ittica al livello di massima produttività. Questo obiettivo è
fissato nella Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare ed è stato
adottato nell’ambito del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile del 2002
come obiettivo mondiale da raggiungere entro il 2015. Esso consentirebbe
inoltre alla PCP riformata di contribuire in modo più adeguato al conseguimento
di un buono stato ecologico dell’ambiente marino, in linea con le disposizioni
della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino[6]. L’obiettivo di raggiungere i
livelli di rendimento massimo sostenibile entro il 2015 è ora chiaramente
espresso nel regolamento di base proposto. I rigetti in mare
sono ormai inaccettabili. Essi riflettono un’immagine negativa del settore,
hanno impatti nocivi sullo sfruttamento sostenibile degli stock, sugli
ecosistemi marini e sulla redditività finanziaria della pesca e possono
incidere sulla qualità dei pareri scientifici. L’eliminazione dei rigetti deve
far parte degli obiettivi della PCP riformata. Nel regolamento di base proposto
viene introdotto l’obbligo per il settore di sbarcare le catture di specie
regolamentate. Quest’obbligo entrerà in vigore per gruppi di specie secondo un
calendario ambizioso ma realistico e sarà affiancato da misure di
accompagnamento. L’obbligo di sbarco non deve essere applicato alle specie
caratterizzate da un tasso previsto di sopravvivenza elevato quando vengono
rigettate in mare dopo la cattura. I piani di gestione
pluriennali continuano ad essere lo strumento tramite cui si realizza
l’impegno politico a lungo termine a favore di uno sfruttamento sostenibile
delle risorse. In questi piani di gestione multispecifici, che sostituiranno
quelli attuali applicabili a singoli stock, rientrerà la maggior parte degli
stock ittici. Gli Stati membri del Mediterraneo devono elaborare piani di
gestione nazionali per le attività di pesca svolte nelle loro acque
territoriali. Ciò dovrebbe condurre all’elaborazione di piani dell’UE per le
attività di pesca nel Mediterraneo che presentano una dimensione
internazionale. L’UE dovrebbe sforzarsi di ottenere impegni a lungo termine
analoghi da parte dei partner di paesi terzi. La gestione della pesca deve essere basata su validi
pareri scientifici e seguire un approccio ecosistemico e precauzionale. La
Commissione continuerà a ricorrere a organismi consultivi scientifici secondo
standard di qualità garantiti. Le sovrapposizioni fra le attività dei diversi
organismi consultivi verranno eliminate al fine di semplificare le procedure e
ottimizzare le sinergie nell’ambito del processo consultivo. I partenariati fra scienza e industria possono migliorare la qualità e la disponibilità dei dati e delle
conoscenze. Essi possono inoltre favorire la comprensione reciproca fra
operatori del settore ed esperti scientifici, senza compromettere
l’indipendenza di questi ultimi. Tali partenariati devono essere quindi
incoraggiati. La disponibilità di dati completi e
affidabili è di vitale importanza per l’elaborazione delle politiche, sia nelle
fasi preparatorie che in quelle di attuazione e applicazione[7]. La politica riformata definirà
per gli Stati membri obblighi chiari e rinnovati con riguardo alla raccolta e
alla disponibilità dei dati. La Commissione prevede un sistema di informazione
integrato europeo per la gestione della pesca. Ciò risponderà in modo efficace
alle esigenze degli utilizzatori, migliorerà la qualità dei dati e consentirà
una gestione avanzata della pesca, semplificando ove possibile le norme e gli
obblighi di comunicazione e riducendo i costi. Gli Stati membri dovranno
adottare e coordinare programmi nazionali di raccolta di dati, ricerca
scientifica e innovazione nel settore della pesca e utilizzare nel modo più
efficace i programmi quadro di ricerca dell’UE.
2.2.
Un futuro per la pesca e l’acquacoltura e per
l’occupazione in tali settori
La PCP deve creare condizioni favorevoli per
un settore forte, redditizio e competitivo che offra posti di lavoro
interessanti. I settori della pesca e dell’acquacoltura devono operare in modo
efficiente ed essere finanziariamente solidi, eliminando il ricorso al sostegno
pubblico. Il regolamento di base proposto istituisce un
incentivo di mercato per un settore della pesca forte e redditizio grazie alla
graduale introduzione di concessioni di pesca trasferibili che
dovrebbero contribuire al conseguimento dell’efficienza in condizioni di
certezza giuridica. L’esperienza sia interna che esterna di alcuni Stati membri
ha dimostrato che i sistemi di concessioni trasferibili possono ridurre la
capacità di pesca e aumentare la redditività economica senza costi per il
contribuente. Nell’ambito della proposta della Commissione, le concessioni
sarebbero trasferibili ma solo all’interno di uno Stato membro. Gli Stati
membri potranno definire criteri compatibili con la normativa dell’Unione al
fine di stabilire un reale vincolo economico fra le operazioni di pesca di un
peschereccio e le popolazioni che dipendono dalla pesca e dai settori ad essa
collegati. Gli Stati membri potranno regolare le concessioni di pesca
trasferibili al fine di garantire uno stretto collegamento tra queste e le
comunità di pescatori (ad esempio, limitando la trasferibilità all'interno di
segmenti della flotta) nonché di prevenire le speculazioni. Le caratteristiche
specifiche delle flotte costiere artigianali, il loro particolare legame con le
comunità costiere nonché la vulnerabilità di alcune di queste piccole o medie
imprese giustificano il fatto di limitare l’applicazione obbligatoria delle
concessioni di pesca trasferibili alle imbarcazioni più grandi. Gli Stati
membri possono escludere da questo sistema le navi di lunghezza fino a 12
metri, ad eccezione di quelle che pescano con attrezzi trainati. La sovraccapacità della flotta resta uno degli
ostacoli principali al conseguimento di una pesca sostenibile. Il nuovo regime,
in cui le flotte sarebbero ridotte in funzione delle esigenze del settore
tramite il sistema delle concessioni di pesca trasferibili, non richiederà un
finanziamento pubblico ed eliminerà i fattori che favoriscono la
sovraccapacità. Alcuni operatori avranno un incentivo ad accrescere le proprie
concessioni mentre altri potranno decidere di abbandonare il settore.
Nell’ambito di questo regime si prevedono entro il 2022 aumenti superiori al 20%
per le entrate e compresi fra il 50% e più del 100% per i salari degli
equipaggi. La ristrutturazione del settore delle catture secondo tali principi
migliorerà altresì le prestazioni dell’industria della trasformazione,
aumentando in misura significativa il valore aggiunto lordo e creando al tempo
stesso maggiori opportunità occupazionali[8].
La riforma punta inoltre a incoraggiare il futuro sviluppo del settore della
pesca nonché a limitare le perdite occupazionali. Essa condurrà a una
ristrutturazione del settore la cui dimensione occupazionale andrà gestita
mediante opportune misure. A tal fine sarà della massima importanza che le
parti sociali vengano coinvolte a tutti i livelli. Le concessioni di pesca trasferibili
offriranno inoltre una soluzione sotto il profilo sociale a quanti desiderano
abbandonare il settore, poiché essi potrebbero vendere i loro diritti ad altri
operatori al valore di mercato. Una
questione urgente per le flotte in generale, che assume particolare
importanza per le flotte costiere artigianali, è quella di far sì che i
posti di lavoro risultino attraenti e offrano condizioni di lavoro corrette.
Riportare il settore delle catture a livelli di redditività costituisce,
insieme allo sviluppo a tutti i livelli del dialogo sociale, il sistema più
efficace per migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro a bordo dei
pescherecci[9]
e per rendere la pesca un modo interessante e sicuro di guadagnarsi da vivere.
La PCP riformata deve contribuire alla modernizzazione delle condizioni di
lavoro a bordo dei pescherecci per garantire il rispetto delle norme più
attuali in materia di salute e sicurezza. La Commissione e il Consiglio hanno
incoraggiato gli Stati membri a ratificare la convenzione sul lavoro nella
pesca adottata nel 2007 dall'OIL. In considerazione di quanto precede, la
Commissione si impegnerà attivamente con le parti sociali. Promuovere lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura
è essenziale per soddisfare la crescente domanda globale di pesce e frutti di
mare. Nell'Unione europea l'acquacoltura costituisce un'attività variata, che
spazia dall'allevamento estensivo e tradizionale praticato sulle coste e negli
stagni a un'attività industrializzata ad alto contenuto di tecnologia, in
particolare nel caso dell'allevamento ittico praticato in mare. Essa
rappresenta inoltre un’attività economica importante che contribuisce alla
crescita economica sostenibile delle comunità rurali e costiere e le attività
acquicole possono contribuire alla salvaguardia e alla protezione di
determinate caratteristiche ambientali, come avviene ad esempio con
l’acquacoltura estensiva nelle zone umide. La sostenibilità dell’acquacoltura nonché la
qualità e la sicurezza dei suoi prodotti sono fattori cruciali su cui costruire
il potenziale del settore e migliorarne la competitività[10]. L’UE deve promuovere
un’acquacoltura sostenibile, competitiva e diversificata, sostenuta dai
risultati più avanzati nel campo della ricerca e della tecnologia e in grado di
superare le difficoltà di accesso e gli ostacoli amministrativi. Lo sviluppo dell’acquacoltura presenta una
chiara dimensione unionale, poiché le scelte strategiche effettuate a livello
nazionale possono avere un impatto sullo sviluppo del settore negli Stati
membri limitrofi. Nell’ambito della riforma gli Stati membri saranno tenuti a
preparare piani strategici nazionali basati su una serie di orientamenti
strategici dell’UE al fine di creare condizioni propizie per promuovere
l’attività economica e migliorare la competitività, favorire lo sviluppo
sostenibile e l’innovazione e dare impulso alla diversificazione. Il ricorso a
metodi aperti di coordinamento potrà offrire un ulteriore contributo per
migliorare lo scambio di informazioni e migliori pratiche fra gli Stati membri
(ad es. per quanto riguarda l'accesso al territorio e alle acque e la
concessione di licenze).
2.3.
Prosperità delle comunità costiere
La Commissione si adopera attivamente per
promuovere la crescita e l’occupazione nelle comunità costiere che dipendono
dalla pesca e dall’acquacoltura. Il settore alieutico svolge spesso un ruolo
cruciale nelle zone costiere dell’Europa continentale e nelle regioni
ultraperiferiche dell’UE. L’importanza socioeconomica delle flotte
costiere artigianali e dell’acquacoltura in determinate regioni richiede
misure specifiche per queste flotte. Le misure dovrebbero sostenere una
crescita verde, intelligente e inclusiva nonché contribuire a una pesca e
un’acquacoltura sostenibili e di basso impatto, all’innovazione, alla
diversificazione dei redditi, alla riconversione, al miglioramento delle
conoscenze scientifiche e a una cultura del rispetto delle norme.
2.4.
Soddisfare le reali esigenze di consumatori
informati
La commercializzazione dei prodotti
della pesca e dell’acquacoltura deve tenere maggior conto degli interessi dei
consumatori e sforzarsi di aumentare la fiducia in questi prodotti. La proposta
favorirà la pubblicazione di informazioni per i consumatori sul prodotto e
sulle caratteristiche di produzione nonché, ove necessario, un’etichettatura volontaria
che potrà ad esempio fornire informazioni sulle tecniche di produzione o sul
rispetto dell’ambiente. Le organizzazioni di produttori disporranno di
strumenti atti a pianificare in modo più efficace la propria produzione, grazie
a piani annuali che conciliano la sostenibilità delle attività di pesca con un
migliore adeguamento dell’offerta alla domanda, sia in termini di quantità che
di qualità. Ciò contribuirà a soddisfare richieste specifiche e a migliorare la
qualità dei prodotti. Una maggiore efficacia nella raccolta e divulgazione
delle informazioni grazie alla disponibilità di informazioni sul mercato
migliorerà la comprensione dei mercati dei prodotti della pesca e
dell’acquacoltura nonché delle esigenze dei consumatori.
2.5.
Una migliore governance grazie alla
regionalizzazione
Un approccio centralizzato “dall’alto verso il
basso” rende difficile adattare la PCP alle specificità dei diversi bacini
marittimi dell’UE. Gli Stati membri e le parti interessate assumeranno maggiori
responsabilità per la gestione delle risorse a nelle varie attività e zone di
pesca, nonché per la coerenza di tale gestione con altre azioni in ciascun
bacino marino. La Commissione propone un’agenda ambiziosa in
materia di regionalizzazione e semplificazione. La legislazione dell’UE in
materia di pesca adottata a livello centrale dovrebbe concentrarsi su obiettivi
generali, obiettivi specifici, norme minime comuni e risultati, nonché sui
tempi richiesti per conseguire queste realizzazioni. Anche se le decisioni
chiave continueranno ad essere adottate a livello dell’UE, gli Stati membri
disporranno della flessibilità per decidere in merito ad altre misure di
gestione della pesca, sotto il controllo della Commissione, nel pieno rispetto
delle disposizioni del diritto europeo. Per garantire una gestione efficace, gli Stati
membri potrebbero ad esempio adottare l’auspicata combinazione di misure
tecniche di conservazione e misure anti-rigetto. Ciascuno di essi applicherebbe
quindi singolarmente queste misure nella propria legislazione nazionale. Il
processo di regionalizzazione prosegue e potrebbe includere un più ampio
margine di autogestione per il settore alieutico aumentando il coinvolgimento
dei pescatori nelle politiche e nella loro accettazione e contribuendo in
tal modo a un migliore rispetto delle norme. La Commissione propone di
rafforzare il ruolo delle organizzazioni di pescatori e fornire loro ulteriori
opportunità per uno sfruttamento sostenibile delle risorse, sia in termini di
pianificazione che di esecuzione. Le organizzazioni di produttori diventeranno
soggetti attivi nella pianificazione delle attività di pesca dei loro aderenti
e nelle stabilizzazione dei mercati, nella gestione dei contingenti, dello
sforzo di pesca e delle flotte, ottimizzando l’utilizzazione del proprio
contingente e mettendo fine ai rigetti in mare grazie allo scambio e alla
locazione di contingenti nonché alla gestione delle catture accidentali. Sulla base dell’esperienza acquisita, la
Commissione prevede di mantenere ed estendere il ruolo dei consigli
consultivi nel fornire consulenze sulla politica di conservazione
nell’ambito del modello di regionalizzazione. Analogamente, i consigli
consultivi potrebbero estendere le proprie attività ad altri settori della
gestione marina che incidono sulle attività di pesca. Considerando
le caratteristiche specifiche del Mar Nero, un bacino marittimo senza sbocco
esterno condiviso con quattro Stati che non sono membri dell'Unione, la
Commissione propone di istituire un consiglio consultivo per il Mar Nero. Tale organismo potrebbe assistere la Commissione su questioni
riguardanti la politica di conservazione, la ricerca, la raccolta dei dati e
l'innovazione nonché rafforzare la cooperazione fra la Romania, la Bulgaria e i
loro vicini marittimi. Esso potrebbe svolgere un ruolo essenziale nel favorire
un modello regionale di cooperazione adeguato alle caratteristiche specifiche
del Mar Nero. La natura particolare del settore
dell’acquacoltura richiede un organismo specifico per la consultazione delle
parti interessate e la consulenza su determinati elementi delle politiche che
potrebbero avere effetti sull’acquacoltura. A tal fine, la Commissione propone
di istituire un nuovo consiglio consultivo per l’acquacoltura. Per gli argomenti che non rientrano nel campo
di attività dei consigli consultivi, la Commissione intende garantire il più
ampio coinvolgimento possibile di tutte le parti interessate secondo un metodo
efficace sotto il profilo dei costi. Un meccanismo flessibile e semplificato
verrà inoltre predisposto per fornire pareri e consulenze alla Commissione. Il successo della proposta di riforma della
PCP dipende in larga misura da una combinazione vincente di rispetto delle
norme da parte degli operatori ed efficace applicazione delle stesse
da parte delle autorità pubbliche. Le proposte di riforma si fondano sui nuovi
regolamenti “Controllo” e “INN”[11].
La regolamentazione di base proposta introduce inoltre il principio di condizionalità,
in base al quale la disponibilità di determinate risorse finanziarie o di altro
genere per gli Stati membri o per singoli operatori è subordinata al rispetto
delle norme della PCP.
2.6.
Forme di finanziamento più intelligenti
Il futuro sostegno finanziario dell’UE,
pur coprendo l’intera gamma di attività, dalla produzione primaria alla
trasformazione e alla commercializzazione, dovrebbe essere rigorosamente
orientato al conseguimento degli obiettivi della PCP riformata. Il futuro
finanziamento pubblico destinato al settore sarà completamente riformato e
semplificato, rispecchiando gli obiettivi della nuova PCP proposta. Esso sarà
pienamente allineato con gli obiettivi della strategia Europa 2020. La
Commissione propone inoltre di ammodernare il regime di intervento
nell’ambito dell’organizzazione comune dei mercati. Questo sistema non
rispecchia più il mutevole equilibrio fra l’offerta e la domanda. Spendere
denaro pubblico per la distruzione del pesce non è più giustificabile.
L’attuale regime sarà sostituito da un meccanismo di ammasso semplificato volto
a sostenere un livello minimo di stabilità dei mercati.
2.7.
Diffondere i principi della PCP a livello
internazionale
Le azioni esterne dell’UE devono essere
coerenti con i principi e gli obiettivi della PCP, ossia la sostenibilità e la
necessità di salvaguardare gli ecosistemi marini. Le azioni adottate saranno
guidate elaborando e utilizzando le migliori conoscenze scientifiche
disponibili, nonché una maggiore cooperazione che garantisca un maggiore
rispetto delle norme. La Commissione ha presentato i nuovi orientamenti per la
dimensione esterna della PCP riformata nell’ambito di una comunicazione
separata. L’Unione europea svolgerà un ruolo più
incisivo nell’ambito delle organizzazioni regionali di gestione della pesca in
modo da rafforzarne l’operato. Un analogo orientamento verrà adottato, con lo
stesso obiettivo, nell’ambito di organismi multilaterali come l’ONU o
l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).
L’UE promuoverà inoltre la gestione sostenibile delle risorse tramite un
dialogo rafforzato con i principali partner e un maggiore impegno con i paesi
terzi. Essa intensificherà inoltre l'avvio di azioni, in particolare per quanto
concerne la lotta contro le attività illegali, non dichiarate e non
regolamentate e la riduzione della capacità delle flotte. Gli accordi di pesca sostenibile (APS) con i
paesi terzi devono essere riorientati verso una gestione maggiormente
sostenibile delle risorse alieutiche grazie ad una clausola di trasparenza che
garantisca che i pescherecci dell’UE sfruttino unicamente le risorse che il
paese partner non può o non intende pescare. Gli APS devono essere maggiormente
incentrati sugli aspetti scientifici e su questioni di monitoraggio, controllo
e sorveglianza. Tutti i futuri accordi dovrebbero includere una clausola sul
rispetto dei diritti umani. L’UE continuerà a promuovere e ad applicare
gli obiettivi della PCP per i cosiddetti accordi settentrionali, che
consentono una gestione condivisa delle risorse fra l’UE e i paesi terzi con
cui essa condivide gli stock nelle acque dell’Atlantico settentrionale,
dell’Artico, del Baltico e del Mare del Nord. Sintesi delle nuove misure proposte nel
pacchetto di riforma della PCP Conservazione e sostenibilità || Rendimento massimo sostenibile come obiettivo di conservazione entro una scadenza determinata (2015) || Eliminazione dei rigetti grazie all’obbligo di sbarco e norme di gestione necessarie con un calendario per l’introduzione || Piani pluriennali concentrati su obiettivi essenziali, obiettivi specifici, limiti e scadenze, sulla base dell’approccio alla gestione della pesca basato sugli ecosistemi || Autorizzazione per gli Stati membri ad adottare misure nell’ambito del diritto dell’UE sui piani pluriennali e misure tecniche di conservazione || Procedure accelerate per adottare le misure in materia di pesca necessarie nell’ambito della gestione ambientale (Natura 2000) Dati e conoscenze scientifiche || Obbligo per gli Stati membri di raccogliere e fornire dati e di preparare programmi pluriennali (regionali) di raccolta dei dati || Programmi nazionali di ricerca sulla pesca con un coordinamento regionale fra gli Stati membri || Concentrazione delle attività dello CSTEP sugli aspetti essenziali Accesso alle risorse e capacità della flotta || Sistema delle concessioni di pesca trasferibili obbligatorio per le grandi flotte – con trasferibilità a livello nazionale || Abbandono dei sussidi legati alle flotte Acquacoltura || Piani strategici nazionali 2014-2020 per la promozione dell’acquacoltura || Creazione di un nuovo consiglio consultivo per l’acquacoltura Politica di mercato || Conferimento di maggiori poteri alle organizzazioni di produttori e alle organizzazioni interprofessionali al fine di rafforzarne il ruolo e la responsabilità nella pianificazione della produzione e della commercializzazione, sottolineando l’importanza della gestione sostenibile delle risorse ittiche e riducendo l’impatto delle attività di acquacoltura || Modifica del regime di intervento grazie alla creazione di un meccanismo unico di intervento per l’ammasso || Fissazione dei prezzi di intervento a un livello decentrato e adeguato || Migliore informazione dei consumatori e revisione delle norme di commercializzazione Governance || Estendere il ruolo dei consigli consultivi nell’attuazione della PCP a livello regionale || Nuovo approccio al coinvolgimento delle parti interessate su questioni orizzontali non trattate dai consigli consultivi Strumento finanziario || Pieno allineamento con la strategia Europa 2020 || Disposizioni in materia di condizionalità sul rispetto delle norme – applicabili sia agli Stati membri che ai singoli operatori Dimensione esterna || Organizzazioni regionali di gestione della pesca – maggiore coinvolgimento dell’UE nell’ambito delle organizzazioni regionali di gestione della pesca al fine di rafforzare, in queste sedi, gli aspetti legati alle conoscenze scientifiche, al controllo e al rispetto delle norme, migliorando in tal modo i risultati del loro operato || A livello multilaterale – azioni congiunte con i partner principali dell’UE, volte a combattere la pesca INN e a ridurre la sovraccapacità || Maggiore coerenza fra le politiche dell’UE in materia di pesca, sviluppo, commercio e ambiente || Accordi di pesca sostenibile – migliori basi scientifiche e chiara identificazione delle risorse eccedentarie nei paesi partner al fine di garantire pratiche di pesca sostenibili in questi paesi da parte della flotta dell’UE. Maggiore contributo finanziario da parte dell’industria e creazione di un contesto di governance di elevata qualità. Tutti i futuri accordi dovrebbero includere una clausola sul rispetto dei diritti umani. [1] COM(2009)163 definitivo del 22 aprile 2009. [2] Cfr. anche SEC(2010)428 definitivo del 16 aprile 2010,
"Synthesis of the Consultation on the Reform of the Common Fisheries
Policy" (Sintesi della consultazione sulla riforma della politica
comune della pesca). [3] La comunicazione della Commissione "Europa 2020
– Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva"
(COM(2010)2020 del 3 marzo 2010) definisce la strategia per consentire all’UE
di uscire più forte dalla crisi e trasformarsi in un’economia intelligente,
sostenibile e inclusiva caratterizzata da alti livelli di occupazione,
produttività e coesione sociale. Europa 2020 dà un quadro dell’economia di
mercato sociale europea per il XXI secolo. [4] Comunicazione della Commissione "Un’Europa
efficiente nell’impiego delle risorse – Iniziativa faro nell’ambito della
strategia Europa 2020", COM(2011)21 del 26 gennaio 2011. [5] Documento
di lavoro dei servizi della Commissione - Valutazione d'impatto che accompagna
la proposta della Commissione di un regolamento del Parlamento europeo e del
Consiglio relativo alla politica comune della pesca [che abroga il regolamento
(CE) n. 2371/2002]. [6] Quale definito dalla direttiva 2008/56/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per
l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino (direttiva
quadro sulla strategia per l’ambiente marino). [7] Relazione speciale n. 7/2007 sui sistemi di controllo,
ispezione e sanzionamento relativi alle norme di conservazione delle risorse
ittiche comunitarie corredata delle risposte della Commissione. [8] Documento di lavoro dei servizi della Commissione
– Valutazione d'impatto che accompagna la proposta della Commissione di un
regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla politica
comune della pesca [che abroga il regolamento (CE) n. 2371/2002]. [9] Una ratifica in tempi brevi, da parte degli Stati
membri, della Convenzione sul lavoro nella pesca adottata nel 2007
dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro costituisce un altro passo
importante per garantire condizioni di lavoro accettabili a bordo dei
pescherecci. Questa convenzione prenderà effetto successivamente alla ratifica
da parte di 10 dei 180 Stati membri dell’OIL (incluse 8 nazioni costiere). La
Convenzione è volta ad ottenere una maggiore sicurezza occupazionale e migliori
condizioni medico-sanitarie in mare, tempi di riposo sufficienti per la salute
e la sicurezza degli equipaggi, la copertura di un contratto di lavoro nonché
la stessa protezione sociale di cui godono gli altri lavoratori. [10] Comunicazione della Commissione al Consiglio e al
Parlamento europeo: Costruire un futuro sostenibile per l’acquacoltura - Un
nuovo impulso alla strategia per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura
europea" - COM(2009)162 definitivo dell’8 aprile 2009. [11] Regolamento (CE) n. 1224/2009 del Consiglio, del 20
novembre 2009, che istituisce un regime di controllo comunitario per garantire
il rispetto delle norme della politica comune della pesca, e regolamento (CE)
n. 1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008, che istituisce un
regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale,
non dichiarata e non regolamentata.